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Il presente lavoro di tesi ha come oggetto la riqualificazione di due piazza ed il

progetto per un nuovo palazzo municipale per la città di Viareggio.


L’area di progetto, qui evidenziata in rosso, si trova in una posizione molto partico-
lare all’interno della città storica, essa infatti costituisce un nodo che lega insieme
tutte le stratificazioni, tutti gli sviluppi urbani di Viareggio.
È situata infatti nell’incontro delle due direttrici che hanno generato la struttura
urbana della città, cioè il Canale Burlamacca, perpendicolare al mare, elemento
vitale nella storia viareggina, attorno al quale nacque il primo borgo di pescatori,
e la direzione parallela al mare che, nell’area di progetto, interseca il canale e lo
attraversa, connettendo le due pinete, che qua vediamo ai margini destro e sinistro.
Questo nodo rappresenta quindi un luogo di notevole importanza perché qui sem-
brano confluire tutte le generatrici della città.
Un’analisi dell’evoluzione storica dell’area ha permesso di individuare qui, in quello
che sembrerebbe un enorme piazzale dalla forma indecifrabile, un punto di incon-
tro tra due tessuti urbani ben distinti: il primo sorto lungo il canale, più antico,
con un edificato più irregolare; il secondo ordinato da una scacchiera, pianificata
per la prima volta nel 1748, che permetteva uno sviluppo pressoché infinito nella
direzione perpendicolare, tessuto che a Viareggio è tuttora ben riconoscibile.
A questi due tipi di città corrispondevano due tipi di piazze:

Le prime, con una configurazione planimetrica riconducibile ad una forma trian-


golare, nate lungo il canale Burlamacca ne assecondano le anse permettendo un
punto di incontro tra la città, l’elemento costruito e la sinuosità dell’elemento na-
turale.

Le seconde, decisamente più regolari, inserite all’interno della scacchiera, sono dei
grandi vuoti urbani che ricevono la misura dall’edificato.

Nell’area di progetto questi due tipi di spazio pubblico convergono quasi a costitu-
ire un sistema unico.
Nell’area di progetto troviamo entrambe queste tipologie:

Piazza Manzoni, lungo il canale, era il centro della vita marinara. Lorenzo Viani,
forse il più famoso dei pittori viareggini, racconta come proprio in questa piazza,
sotto un colossale albero chiamato “il Mirto”, si incontravano i marinai, i capitani
arruolavano le ciurme, si rammendavano le vele e le reti, si tiravano in secca le
barche per le riparazioni.

Piazza Nieri e Paolini, all’interno della scacchiera, è la piazza che “raccoglie i ricor-
di politici e le serie emozioni popolari”, come scrive Mario Tobino, la piazza degli
eventi collettivi ma anche dei giochi dei ragazzi.
Uno studio dell’evoluzione storica dell’area ci permette di vedere come due piazze
vivano in equilibrio, separate da un isolato che accoglie funzioni pubbliche, e che
quindi andava a costituire un unico sistema centro della vita comunitaria.
In seguito ai bombardamenti bellici l’isolato che rendeva ben riconoscibile la for-
ma dello spazio pubblico è stato demolito, mentre nella Piazza Grande, alla fine
degli anni Sessanta, fu costruito un nuovo palazzo municipale.

L’edificio risultò da subito inadatto funzionalmente, problema che è cresciuto negli


anni tanto che attualmente la maggior parte degli uffici comunali si trova decen-
trata, riutilizzando strutture nate per altre destinazioni d’uso.
Ma la sua costruzione proprio nel centro della piazza ha distrutto un luogo pubbli-
co di grande importanza della città.

Le auto, poi, hanno invaso quello che restava delle antiche piazze.
Rimane, dell’antico isolato, questo frammento che domina sul parcheggio, ed alcu-
ni platani, come vecchi testimoni di uno spazio irrimediabilmente mutato.
Già da pochi anni dopo la costruzione dell’edificio, tutte le amministrazioni hanno
manifestato l’intenzione di rimediare in qualche modo la ferita e restituire que-
sti spazi alla città, tanto che qualche anno fa nacquero anche dei comitati che si
proposero di trovare fondi europei per la demolizione del municipio, e quasi da
vent’anni si sono succeduti studi di fattibilità anche per un parcheggio interrato
per togliere le auto dalla superficie.
Il progetto quindi, assume questa manifestazione di interesse da parte dell’ammi-
nistrazione, prevedendo quindi la demolizione dell’attuale municipio per costruire
un edificio capace di accogliere tutti gli uffici comunali, e degli spazi aperti memo-
ri della vita che sotto l’ombra di quei platani aveva luogo. E proprio da quei platani,
che sembrano custodi delle piazze viareggine, prende le mosse il progetto.

Il progetto ha cercato in questi luoghi e in queste storie alcuni caratteri viareggini,


individuando ad esempio nelle strutture lignee di alcuni stabilimenti balneari del
primo Novecento degli spazi di grande potenza evocativa. Veri e propri spazi pub-
blici portati all’interno degli edifici.

In altre strutture, invece, un telaio molto leggero porta la costruzione su un piano


sopraelevato,

Ilasciando il piano terreno libero per le attività comuni.

Infine la suggestione delle strutture nautiche, che possiedono anche una grande
forza architettonica, memoria delle imbarcazioni che lungo il canale venivano co-
struite e riparate.
Tutti questi motivi vedremo che vanno a confluire nel progetto, e qui possiamo
passare alle tavole.

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