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Risale al 1489
Per essere un palazzo privato è molto ben documentato
Committente Filippo Strozzi
La famiglia Strozzi era stata esiliata da Firenze nel 1434 per via della sua opposizione ai Medici, ma, grazie alla
fortuna accumulata da Filippo Strozzi come banchiere a Napoli, poté fare rientro in città nel 1466, decisa a schiacciare
i suoi rivali.
Il palazzo era affidato a Giuliano da Sangallo rimangono dei documenti con i quali vengono commissionati a Sangallo i
due modellini lignei – ne rimane conservato solo uno
Tendenzialmente ai tempi era prassi costruire il modellino ligneo, ma ne furono conservati pochi perché sono
manufatti delicati e perché erano funzionali alla fabbrica
Vasari attribuì il progetto primitivo a Benedetto da Maiano, architetto preferito di Lorenzo il Magnifico.
Ma Vasari era fiorentino-centrico e in oltre leggeva l’evoluzione della storia dell’arte tutta in funzione di Michelangelo
Nel 1489 viene avviata la fabbrica – la posa della prima pietra cadde il 4 luglio 1489
furono convocati perfino gli astronomi per decidere quale fosse il giorno più propizio per porre la prima pietra
A settembre viene commissionato un modello ligneo a Giuliano da Sangallo
(la posa della prima pietra non significa che il progetto fosse finito)
Ripensamenti progettuali l’anno successivo viene richiesto a Giuliano un altro modellino ligneo
Il modello conservato dovrebbe essere il primo
Non fu però Giuliano da Sangallo a seguire il cantiere tra il 1490 e1504 Simone del Pollaiolo detto il Cronaca a seguire il
cantiere
Negli anni 30 del 1500 viene approcciata la piazza di fronte al palazzo ad opera degli eredi – Filippo Strozzi il Giovane
Il muro continuo costava meno rispetto ad un porticato con colonne scelta piano chiuso o aperto era
prettamente economica e/o legata alla temperatura del luogo
È tuttora visitabile perché utilizzato per le mostre
Siamo all'interno del solco della tradizione del palazzo tradizionale fiorentino
Paravento in bugnato nel quale si inseriscono delle bifore
Il modello di riferimento è sempre Palazzo Vecchio tolti gli apparati a sporgere militari
molto simile al Palazzo de Medici ma volontariamente più grande
Filippo Strozzi per anni acquistò e demolì edifici attorno alla sua residenza pur di disporre del terreno necessario per innalzare
il più grande palazzo che si fosse mai visto a Firenze.
Tra le case acquistate c'erano quelle di altri Strozzi, di Piero Ardinghelli, di Francesco Rucellai, di Cecca e Niccolò
Popoleschi, di Piero Tornaquinci e la torre dei Conti Guidi di Poppi. Si trovava qui inoltre la piazza dei Tornaquinci,
dove varie famiglie avevano le proprie torri e logge;
solo grazie all'intervento di Lorenzo il Magnifico lo Strozzi poté ottenere i diritti dai proprietari per raddrizzare la linea
della piazza e per occupare con il nuovo edificio ogni porzione di strade o interpassaggi che fosse necessaria.
L'unica condizione che gli Strozzi subirono fu quella di iniziare i lavori entro un anno dalla ratifica dell'atto notarile
(datato 10 aprile 1489) e che la costruzione fosse continuata senza interruzione, pena la confisca.
Ottenne talmente tanto spazio da poter aprire una piazza dinnanzi al palazzo