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RAVENNA

Conosciamo l’Italia

Le origini di Ravenna risalgono alla metà del II millennio a. C. Il suo


porto al mare la fece godere un’ottima situazione già dal periodo romano. Il
suo periodo di vero splendore iniziò nel sec. V, quando Onorio vi trasferì la
corte imperiale. La città fu arricchita da monumenti originali, fondati
sull’innesto dello stile bizantino e di quello romano. La sua fortuna
continuò con i regni romano-barbarici di Odoacre e Teodorico e con il
dominio bizantino dell'imperatore Giustiniano e di Teodora, sua moglie
(VI sec. ). L’arte del mosaico raggiunse alloro il culmine. Dopo un
periodo di decadenza, la città si riprese nel periodo comunale e signorile
(dei Da Polenta, che ospitárono Dante Alighieri, cacciato via dai
fiorentini). Nel ’400 Ravenna passò ai Veneziani e, nel secolo successivo,
alla chiesa, che la tenne fino all’Unità d’Italia (1861).
La Chiesa di San Vitale fu edificata nella prima metà del V sec., nel
luogo dove, secondo la tradizione, era stato martirizzato Vitale, cristiano
del I sec. È’ un edifìcio in cotto, ottagonale, con cùpola. L’interno,
splendido, si compone da un ambiente centrale cinto da pilastri. Le pareti
del presbiterio sono rivestite da eccezionali mosaici; nelle lunette,
"l’Ospitalità di Abramo col Sacrificio di Isaco" e "l’Offerta di Abele e
Melchisedec" con episodi della Vita di Mosè; nell’abside, "Giustiniano
e il suo seguito, poi "Teodora e il suo corteo di matrone e ministri" -
capolavoro d’'arte musiva ravennate, e nel cantino, "Cristo tra due
Arcangeli, S. Vitale e il vescovo Eccelsio".
Il Mausoleo di Galla Placidia è una piccola costruzione in cotto e prese
il nome dall’imperatrice che sembra averlo fatto edificare come suo
monumento sepolcrale (V sec. ). Il suo interno è altrettanto rivestito di
stupendi mosaici di quel secolo.
La chiesa Sant’Apollinare Nuovo fu edificata all’inizio del VI sec. da
Teodorico ed era destinata alle funzioni religiose degli Ariani. Fu
adibita al culto cattolico alla

La Chiea si San Vitale

seconda metà di quel secolo. Il campanile è del IX sec. e l’interno,


basilicale, viene diviso in tre navate da colonne con bei capitelli bizantini;
splendidi mosaici fanno risplendere le pareti della navata centrale: Scene del
Nuovo testamento, Profeti e Santi, Veduta del porto di Classe, una
Processione dei Magi e di 22 Vergini e la Madonna col Bambino in trono fra
quattro Angeli; ci sono poi raffigurati il Palazzo di Teodorico a Ravenna,
una Teoria di 26 Martiri e Cristo in trono fra quattro Angeli.
La Chiesa San Francesco (sempre del V sec. ) fu rifatta nel X e
rimaneggiata nell’epoca barocca. L’altare maggiore, dentro, è costituito
dall’urna di San Liborio (V sec. ) e la prima cappella è decorata con sculture
cinquecentesche di Tullio Lombardo.
La Tomba di Dante è un tempietto costruito da Camilo Morigia nel
1780 per ospitare le soglie di Dante Alighieri, il maggiore poeta italiano,
esiliato da Firenze e ospitato nel 1317 a Ravenna da Guido da Polenta; qui
venne composta una parte della Divina Commedia e qui il poeta morì il 14
settembre 1321.
Il Mausoleo di Teodorico - è una massiccia costruzione, di gusto
barbarico, fatta innalzare da’Teodorico nel 520 come suo sepolcro. È’ un
monolito calcareo, a due piani.
La Basilica di S. Apollinare in Classe, sorge tra le belle pinete della
costa e tra le rovine dell’antica città di Classe, il porto di Ravenna. Fu
costruita nella prima metà del VI sec., con il campanile aggiunto nel X. Tre
navate con antiche colonne a capitelli formano il suo interno e splendidi
mosaici del presbiterio e dell’abside presentano il "Cristo tra i Simboli degli
Evangelisti e gli Apostoli" (simboleggiati da agnelli), due palme e due
Arcangeli (VII o IX sec. ); nel cantino absidale, sotto la grande Croce
fiancheggiata da Elia, Mosè e tre pecore (tre degli Apostoli), campeggia S.
Apollinare in un giardino con dodici agnelli (la Chiesa); questa composizione è
un’allegoria della Trasfigurazione.
Lessico: l’innesto - îmbinare; martirizzato - martirizat; ottagonale -
octogonal; la lunetta - arcadă; la matrona - matroană, doamnă de
curte; l’arte musiva - arta mozaicului; il cantino - subterană; il cotto -
teracotă; adibire (a un culto} - a destina (unui culto); la teoria -
cortegiu, procesiune; rimaneggiare - a modifica, a reface; il tempietto -
templu mic; esiliato - exilat; l’agnello - miel; la palma - palmier; il cantino
absidale - partea de sub absida; fiancheggiare - a mărgini, a flanca;
campeggiare - a ieşi în relief; la Trasfigurazione - Schimbarea la faţă.

A. B. C. divertente

Barzellette
Al Teatro
Un signore arriva un po’ in ritardo e chiede alla maschera:
– Lo spettacolo è cominciato?
– Sì signore; hanno recitato un atto.
– Quale?

CORSO XXXI

IL CINEMA
(Cinematografu
l)

Il cinema significa l’arte e la tecnica di registrazione fotografica sulla


pellicola di certe immagini successive e poi la loro proiezione con l’aiuto di
una sorgente di luce su uno schermo, per potersi creare l'impressione di uno
spettacolo vivo.
Il cinema è stato inventato nel 1895 dai fratelli Auguste e Louis Lumières,
industriali francesi che fecero anche la prima proiezione cinematografica
pubblica nello stesso anno, a Parigi.
I primi film sono stati muti. Intorno al 1930 è apparso il film sonore.
L’arte cinematografica è diventata oggi una grande industria di film
artistici, documentari, scientifici, socio-politici, cartoni animati, di pubblicità,
ecc.
La "settima arte" offre innumerevoli prodotti cinematografici degli studio e
dei teatri di posa di quasi tutte le nazioni. Il cinema italiano ha un posto
pregiato, accanto al cinema francese, inglese, russo e soprattutto a quello
americano.
Produttori, cineasti, sceneggiatori, soggettisti, documentaristi, direttori di
produzione, segretari, registi ed aiuto-registi, accanto agli attori, alle
controfigure, ai sarti, costumisti, architetti, operatori, direttori della fotografia,
truccatori, ecc., formano la squadra che darà vita ad uno scenario originale, o
ispirato dalla letteratura. Con i trucchi dell’illuminazione (contrasti tra la
luminosità ed il chiaroscuro, di prospettiva, ed altri), della sostituzione o
sovrapposizione delle immagini, usando certe tecniche (di flashback, di primo
piano, d'effetti speciali), essi faranno sembrare vere le immagini della
cinepresa, che poi verranno lavorate al montaggio; e allora si faranno la
registrazione sonora, il doppiaggio, il fissaggio, la colonna sonora e la
sincronizzazione, la didascalia, l'ingrandimento - o la riduzione alla scala, la
sovrimpressione.
Le attrezzature più sofisticate fanno oggi possibile la presentazione sullo
schermo di certe pellicole, che ci fanno dimenticare di trovarci in una sala di
proiezione e di crederci in mezzo al deserto, all’ocèano, o al Polo Nord.
Film d’attualità, cortometraggi, pubblicitari o artistici, in bianco e nero, o a
colori, soprattutto le superproduzioni o le realizzazioni cinematografiche
eccezionali, i cui attori e attrici sono diventati delle stelle, presentano
lapidariamente sullo schermo i problemi della nostra esistenza quotidiana,
facendoci pensare che "la vita è, veramente, un cinematògrafo, perché è un
mezzo di far sognare in technicolor".
Sulle linee tracciate dal teatro delle epoche moderne, che hanno rispecchiato
le profonde modifiche socio-politiche del nostro mondo, il cinema italiano si è
fatto noto con i film neorealistici. Nei primi dopoguerra, "Roma, città aperta"
(1945) di Rossellini, faceva conosciuto a tutto il mondo la triste realtà di un’Italia
sconfitta, alla quale non mancava tuttavia la speranza in un avvenire migliore.
Come anche la letteratura ed il teatro, il cinema italiano è diventato
universale per il contributo portatoci da migliori registri, come:
Roberto Rossellini (1906 - 1977), caposcuola neorealistica del cinema, con
i capolavori: "Roma, città aperta", "La presa del potere da Luigi XIV", "Il
Messia", ecc.
Vittorio de Sica - cineasta neorealista italiano, (1902 -1974),
naturalizzato francese, celebre con i suoi film: "Ladri di biciclette",
"Miracolo a Milano", "Il generale della Rovere".
Michelangelo Antonioni (n. 1912), cineasta di fama internazionale, in
merito ai suoi capolavori: "L’Avventura", "L’eclissi", "Blow up".
Pier Paolo Pasolini (1922 - 1975), famoso cineasta e scrittore italiano, con
le sue realizzazioni: "Il Decamerone" e "Medea".
Luchino Visconti (1906 - 1976). Dopo l’esordio neorealista con "Rocco e i
suoi fratelli", ha girato dei film sull’Italia del XIX sec., con lo sguardo di un
filòsofo e di un poeta ("Sesso", "Il Gattopardo") e con un'estetica evocante
l’opera ("Il crepuscolo degli dei").
Federico Fellini (1920 - 1990), premiato, un anno prima della morte con
Oscar per il suo gran contributo alla cinematografia mondiale, ha girato film
neorealistici e poi gran spettacoli di cinema, nutriti da sogni e fantasmi: "Lo
sceicco bianco", "La strada", "La dolce vita", "Satyrìcon", "Otto e mezzo",
"Amarcord", "Casanova", "L’intervista".
Bernardo Bertolucci (n. 1941) è uno dei più famosi registi del mondo:
"1900", "L'ultimo imperatore", il quale ricevette per l’arte e l’alta tecnica usataci
nove premi Oscar.
Oggi, registi come Rosi, Wertmuller, Risi, Taviani, Giuseppe Tornatore
(premiato altrettanto con Oscar per il suo "Nuovo Cinema Paradiso") continuano la
tradizione dei loro maestri, in un paese le cui bellezze naturali e monumentali
spiegano il gran numero di artisti di ogni genere e di tutti i tempi.
Artisti come: Marcello Mastroiani, per più di cinquant’anni, prima figura del
cinema italiano, quasi sempre accanto a Sofia Loren, poi Aldo Fabrizi, Anna
Magnani, Vittorio Gassman, Gina Lollobrigida, Alberto Sordi, Renato
Salvatore, Claudia Cardinale, Giulietta Masini, Nino Manfredi e il
famosissimo Totò di una volta, stanno benissimo accanto a divi hollywoodiani
come Charlie Chaplin, Spencer Tracy, Henry Fonda, Ingrid Bergman ed altri.

LA
SINTASSI
(Sintaxa)

L'espressione più semplice di un pensiero è un enunciato. Esso può essere


una proposizione (la minima unità dell’espressione), o un perìodo
(comprendente due o più proposizioni).
L’espressione di un pensiero in cui siano almeno il soggetto e il
predicato si chiama proposizione.
Esempio: Il mondo è grande. Il ragazzo gioca. Il cane abbaia.
Quando il soggetto, o il predicato, o questi due mancano, le
proposizioni si chiamano ellittiche.
Esempio: Usciamo (con il soggetto compreso nella desinenza del verbo); Chi
compose "Traviata"? - Verdi. (la seconda è una proposizione, con il
predicato "compose" sottinteso). Avete mangiato? Si. (La risposta
affermativa, pur se non contiene né soggetto, né predicato, è una
proposizione ellìttica dei due elementi).
Secondo la forma che assumono, le proposizioni sono:
1. Enunciative (le più frequenti), perché enunciano un fatto.
Esempio: Torna la primavera. Il sole splende. Gli allievi vanno a scuola.
2. Interrogative, che esprimono una domanda in forma diretta.
Esempio. Che dici? Chi canta? Quanto costa?
3. Esclamative, che esprimono un sentimento improvviso.
Esempio: Come sei bella! Quanti ricordi conservo dal viaggio! Quant’è buffa
quella storia!
4. Esortative, quando esprimono un’esortazione (îndemn, exortaţie), un
consiglio, un invito.
Esempio. Sia gentile! Non si preoccupi! Fate con calma!
5. Volitive, quando esprimono un comando o una preghiera.
Esempio: Monsignore, preghi per noi! Professore, ce lo dica! Fa’ come ti
pare!
6. Ottative (optative), quando esprimono un desiderio, un augurio.
Esempio: Siate sempre felici! Avessi di nuovo vent’ anni!
7. Concessive, quando esprimono una concessione.
Esempio: Vuoi fare cosi? E fa’pure così.
Spesso, le proposizioni concessive sono introdotte da forme verbali
come: ammettiamo che, concediamo che, poniamo che (admiţând,
presupunând că).
8. Dubitative, quando esprimono un dubbio, una perplessità, in forma
interrogativa.
Esempio. Che cosa avresti potuto fare?
9. Potenziali, quando esprimono una possibilità o un’eventualità.
Esempio. Potresti cambiare il posto di lavoro.
Tutte queste proposizioni hanno forma negativa quando il verbo è negato da
non o da un pronome indefinito negativo.
Esempio: Non capisco niente. (enunciativa negativa) Non avete
capito? (interrogativa negativa) Quante volte non si ha quel che
si vuole! (esclamativa negativa)

IL SOGGETTO ED IL
PREDICATO (Subiectul şi
predicatul)

Il soggetto è la parte principale che rappresenta di che o di chi si parla


nella proposizione e risponde alle domande: chi? che cosa? premesse al
predicato.
Esempio: Il bambino ride. Le lezioni cominciano.
Essendo quasi sempre un sostantivo o un pronome, il soggetto può essere
espresso però anche per un’altra parte del discorso (verbo a modo infinito,
avverbio, ecc.).
Esempio: Studiare è un impegno di noi tutti. Bene, vuol sempre dire bene.
Ma è una congiunzione avversativa.
Il soggetto può essere molteplice.
Esempio: Veronica, Angelo, Mario e Lucca sono andati allo stadio.
Spesso il soggetto è introdotto da un articolo partitivo.
Esempio: Delle ragazze sono venute a trovarci.
Il predicato indica ciò che si dice, ciò che si afferma sul soggetto ed è di
due tipi: predicato verbale (un solo verbo) e nominale (espresso per un
nome legato al soggetto per mezzo del verbo essere).
Il predicato verbale. Qualsiasi forma verbale, attiva, passiva, riflessiva,
intransitiva costituisce in una proposizione il predicato verbale.
Esempio: Il professore spiega l’argomento. Fu colpito da una grave malattia.
Si prepara per uscire. Il bambino sorrideva.
Nota: I verbi servili o fraseologici (volere, potere, dovere, riuscire a,
stare a, andare a) formano un solo predicato con l’infinito o il gerundio
che li segue.
Esempio: Volevo cantare. Andava saltellando. Riuscì a terminare il
saggio.
Il predicato nominale è rappresentato da un verbo copulativo
accompagnato da un sostantivo o da un aggettivo.
Esempio: Mia mamma è stata maestra. Mia mamma è stata bravissima.
Il verbo "essere" è copulativo (nel caso del predicato nominale) e
ausiliare (nel caso del predicato verbale).

a) La casa è piccola (predicato nominale)


b) La casa è crollata (predicato verbale)
Nota: Anche il predicato nominale può essere costituito, come il
soggetto, da qualsiasi parte del discorso.
Esempio. Ma non è però. Volere è potere.
Altri verbi copulativi sono i perfettivi: crescere, diventare, morire, nascere,
restare, rimanere, vivere, ecc.
Esempio. Il bambino cresce bello e robusto. È’ diventato subito ministro.
Gesù morì crocifisso.

ALTRI ELEMENTI DELLA PROPOSIZIONE


(Alte părţi ale propoziţiei)

La proposizione che comprende solamente le parti principali (soggetto e


predicato) si dice semplice, mentre quella che comprende anche altre partì
(attributi e complementi), si chiama complessa.

Gianni si fermò. – proposizione semplice.

Gianni, allievo nella prima elementare, si fermò davanti alla porta. -


proposizione complessa.
L’ATTRIBUTO viene espresso per un nome, pronome, numerale o
aggettivo.
Esempio. Il nipote dell’ingegnere (di questo, del primo, minore) o Il
nipote minore va alla scuola materna.
L’apposizione si chiama un sostantivo che accompagna il soggetto, per
chiarire il suo senso.
Esempio: Il poeta Dante scrisse la Divina Commedia.
Cristoforo Colombo, scopritore d'America, è partito per l’India.
Sempre apposizioni sono considerati gli aggettivi indicanti la patria, i
soprannomi e i patronimici.
Esempio: Anníbale, il Cartaginese. Luigi, il Santo. L’Atride Agamennone.
Talvolta, l’apposizione è accompagnata dalle particelle da e come o
dalle espressioni: in qualità di, in funzione di, ecc.
Esempio: Mario, fin da bambino faceva il pagliaccio. Al presidente, come
capo dello stato, toccava di prendere una decisione.
IL COMPLEMENTO. I complementi sono diretti (uniti direttamente al
verbo) e indiretti, legati alle altre parti della proposizione per mezzo di
locuzioni e preposizioni.
1. Il complemento oggetto (indicante il termine della proposizione su
cui passa direttamente l’azione espressa da un verbo transitivo attivo).
Esempio: Il direttore firma le lettere. La mamma affetta il salame.
2. Il complemento predicativo dell’oggetto (aggiunto agli altri
complementi, per completare il senso dei rispettivi verbi transitivi). È’
richiesto dai verbi appellativi: chiamare, nominare, dichiarare.
Esempio: I bambini chiamavano loro padre re; verbi elettivi: eleggere,
proclamare, scegliere.
Esempio: Il Consiglio ha scelto l’ingegnere sìndaco; verbi estimativi:
considerare, giudicare, stimare.
Esempio. Considera il lavoro un passatempo; verbi effettivi: fare, creare,
rendere.
Esempio: La malattia lo aveva reso irriconoscibile; altri verbi di specificazione:
chiedere, lasciare, mostrare, presentare, trovare, vedere.
Esempio: Lo trovai cambiato.

Molti complementi predicativi sono accompagnati dalle particelle come,da, per,


a.
Esempio: Pascoli fu riconosciuto come poeta fanciullo. Luigi sarà trattato da
amico.
3. Il complemento oggetto interno accompagna verbi transitivi come:
vivere, correre, sognare, piangere, essendo derivati dalla radice del verbo
che li regge.
Esempio: Si vive la vita. Corre una corsa. Sogna un sogno.
4. Il complemento vocativo è espresso per nomi, titoli, espressione
d’affetto, separati da una virgola dal resto della proposizione.
Esempio: Figlio del Signore, ti preghiamo... Dottore, mi dica la verità! Cara
Signora, venga!
5. I complementi si possono ancora dividere in altri tipi: di specificazione
(Esempio: La casa dei gatti era bella), di denominazione (Esempio: L’isola
di Capri è conosciutissima), di termine (Esempio:. Concessero la libertà al
prigioniero), di vantaggio (Esempio: La medicina è utile ai malati di
cuore), (Esempio: Il tabacco è dannoso all’organismo), di agente e di causa
efficiente (Esempio: L’lbero fu abbattuto dall’uomo /dal fulmine), ecc.
Ci fermeremo ai più importanti, e cioè:
6. Il complemento di tempo (continuo o determinato), espresso per
avverbi o locuzioni avverbiali, indica quando viene eseguita l’azione del
predicato.
Esempio. La prossima estate andiamo in campagna. I fiori sboccano a
primavera. L’ho visto qualche mese prima. L’ha incontrato sette anni
dopo (tre giorni fa). Ho finito il lavoro in poche ore, ecc.
7. Il complemento di luogo (di stato o moto), espresso altrettanto per
avverbi o locuzioni avverbiali, indica dove viene eseguita l’azione del
predicato.
Esempio. Andiamo in America, dal medico, in montagna, sui monti, verso
la Toscana, fra gli alberi, contro il nemico.
8. Il complemento di modo (di mezzo, di unione, di compagnia),
espresso per avverbi o locuzioni avverbiali, indica la maniera (modalità) in cui si fa
l’azione del predicato.
Esempio. Ha agito con gran coraggio, con bravura, rapidamente.
Percorrono la strada a piedi, con l’auto. (di mezzo) Il bambino sta con i
genitori. (di compagnia) Ho mangiato un piatto di patate con formaggio. (di
unione)
9. Il complemento di causa indica la causa per cui si fà l’azione.
Esempio. I soldati lottarono per la difesa della patria.
10. Il
complemento di fine indica il fine a cui tende un’azione.
Esempio. Non sono potuta uscire per il freddo.
11. Altri complementi:
a. d’argomento (Esempio: Scrive una relazione sull’inquinamento. )
b. di età (Esempio: A settant’anni non si è più giovane.)
c. di qualità (Esempio: Era una bella ragazza dagli
occhi azzurri. )
d. di materia (Esempio: Ho comprato una statuina
d’avorio. )
e. di limitazione (Esempio: I Greci erano superiori di numero.)
f. di relazione, retto ad un aggettivo o participio (Esempio: Si avanza
Mario bianco i capelli. )
g. d’abbondanza e di privazione (Esempio: Le Alpi sono ricche di
acque, ma povere di minerali.)
h. di distanza (Esempio: Roma dista da Napoli 230 chilometri.)
i di stima e prezzo (Esempio: Quella tela fu valutata cinquanta milioni e fu
venduta per quaranta.)
k. di colpa e pena (Esempio: L’intimato fu accusato per furto e fu
condannato a cinque anni di reclusione. )
l.. eccettuativo (Esempio: Sono venuti tutti, ad eccezione /tranne
Marco.).
m. di sostituzione o scambio (Esempio: Ho scelto la medicina invece
del diritto.)
n. concessivo (Esempio: Nonostante la tua opinione, io l’ammiro. )
o. di paragone e partitivo (Esempio: Mario è più bravo di Roberto ed è
intelligente quanto Antonio.)
p. di differenza o misura (Esempio: Il ragazzo è più alto della ragazza di
cinque centimetri. )

Esercizi. 1. Formate delle proposizioni, usando i gruppi di parole di qui


sotto.
Esempio: caffè, nonno, giornale - Mentre prendeva il suo caffè, il nonno
leggeva il giornale
1. Scena, film, avventura. 2. Caldo, estate, mare. 3. Vento, strada, foglie. 4.
Negozio, vestito, nuovo. 5. Tavola, vino, spaghetti. 6. Ricordo, viaggio,
Egitto. 7. Televisione, schermo, pattinaggio.
2. Riconoscete le proposizioni esortative, volitive, ottative
(affermative e negative) nel brano di qui sotto:
Dobbiamo esprimere sinceramente la nostra opinione. Non vi muovete, state
fermi! Oh, se mi avessi ascoltato! Voglia il ciclo che domani non faccia
brutto tempo. Vorrebbe che suo figlio si comportasse meglio. Caro mio, non
ascoltare le sue parole! Che vento! Speriamo che non danneggi troppo!
3. Distinguete i soggetti e i predicati nelle seguenti frasi,
specificando quali sono i predicati verbali e quali nominali:
La tua macchina è verde. E’ accaduto qualcosa ieri notte? Hai visto l’ultima
commedia di Eduardo de Filippo? Di giorno la gente camminava senza
nemmeno guardarsi intorno. Le due squadre giocavano molto bene. Dove siete
andati ieri pomeriggio? La nave è partita da tre giorni. La sua casa è arredata
con gusto. Andiamo tutti allo stadio. C’erano tante auto sull'autostrada. Da
lontano si udivano delle voci. L’uomo chiedeva aiuto.
4. Date una cùpola (un verbo copulativo) alle seguenti frasi:
Gianni... il più bravo della classe? La sua pelliccia.... molto costosa.... sempre
molto gentile con me, Signora! Il sole... già alto in cielo, quando il bambino
si svegliò. Perché non... ancora pronta? Se mi avessi ascoltato, ora non...
pieno di debiti.
5. Scrivete un attributo vicino a ciascun sostantivo:
ragazzo...; settimana ....; città .......; cane ..........; idea ......; vita ........; madre
...............; professore ...; scuola ....; cielo .........; lettera ...; giornata . ; età....
6. Scrivete un’apposizione vicino a ciascun sostantivo:
Roma............; Venezia.............; Il Po..............; gli Appennini............;
Sicilia ..........; Mario................; Dante............; Michelangelo.............
7. Distinguete il complemento oggetto nelle frasi seguenti:
Domani ti invio il libro che ti piace. Ho ricevuto la tua cartolina. Ti
scriverò anch'i una lunga lettera. Ti abbraccio teneramente. Posò la valigia
vicino accanto alla mii L’ammiro per la sua eloquenza.
8. Trovate alcuni esempi di complementi predicativi richiesti da
verbi appellativi, elettivi, estimativi, effettivi e copulativi.
Esempio. La ragazza fu chiamata... L’avvocato fu eletto....
9. Trovate alcuni esempi di complementi di specificazione, di
denominazione di termine, vantaggio e svantaggio, secondo il modello:
Il quaderno di Flavio è molto ben scritto. Questo è buono per me, ma cattivo
per te.
10. Formate delle frasi in cui i seguenti nomi abbiano funzione di
complement
d'agente o di causa efficiente:
motocicletta; babbo; gatto; fiamma; regista; pallone; treno; sole; pane,
secondo i modello:
La bicicletta fu sorpassata dalla motocicletta. Il bambino fu criticato dal
babbo.
11. Completate le seguenti frasi con complementi di tempo:
I bambini tornarono a casa...........
Mi piace leggere.......................
La neve cade.........................
Sono nato.............
Il treno è arrivato...............
Andiamo al cinema...........
12. Completate le seguenti frase con complementi di luogo:
Domani torneremo............
Questa estate loro sono rimasti.......
Alla scuola gli allievi entrano.................
Mario va...............a salire sui monti
Il fiume scorre..................
13. Completate le seguenti frasi con complementi di modo:
Il suo discorso ci è sembrato.............
Il professore ha parlato............
Lo studente ha risposto...........
La lezione è stata...................
Luigi ha scritto il compito.........
14. Completate le seguenti frasi con complementi di causa:
Non potrò venire da te...........
Non si è comprato la macchina...........
E' tornato prima...................
La musica si era fermata...........
La scuola è finita.................

15. Completate le seguenti frasi con complementi di fine:


Il Consiglio dei ministri si è riunito.......
Devi studiare...............
Siamo andati dal medico...........
I soldati lottarono..........
Bisogna combattere............
BOLOGNA

Conosciamo l’Italia

Bologna, "la dotta", ha fama di sòlide tradizioni culturali, che risalgono


all’epoca romana, quando era uno dei centri principali sulla via Emilia. E’
per questo che Marziale la definì "culla Bononia". Trascorso un lungo
periodo di decadenza nell’Alto Medioevo, la città si riprese nell’epoca
comunale (XI-XIV sec.). La sua celebre Università richiamava studenti da
ogni parte d’Europa; il territorio entro la cerchia delle mura si arricchiva di
chiese e di palazzi; fioriva la pittura con Vitale e Simone dei Crocifissi, e le
sue truppe combattevano vittoriosamente contro Federico II.
Nel 1361 iniziò il lungo dominio pontifico, scosso da qualche ribellione e
tentativo esterno di occupazione, ma durato fino il 1796, anno
dell’ingresso in Bologna dell’esercito napoleonico.
Piazza Maggiore - La principale piazza cittadina è fiancheggiata da
grandiosi, nobili edifìci: il Palazzo del Podestà, sede duecentesca del
Comune, rifatto alla fine del ’400; il Palazzo dei Bianchi (l’edificio
cinquecentesco di Vignola, che prese il nome da antichi uffici di
banchieri); il Palazzo dei Notai (XIV-XV sec.). La Fontana di Nettuno è una
dalle maggiori opere di Giambologna. Nel palazzo di Re Enzo (1246), fu
tenuto prigioniero Enzo, figlio dell’imperatore Federico II, dopo la sconfitta di
Fossalta del 1249.
San Petronio è una tra le più grandi chiese esistenti; progettata nel 1390
da Antonio di Vincenzo, fu eretta in più riprese nel XV, XVI e XVII secolo.
Rimasta incompiuta nella parte superiore, la facciata ha un rivestimento
marmòreo nella parte inferiore; il bel portale centrale fu iniziato da Jacopo
della Quercia nel 1425 e fu parzialmente risistemato nel ’500; la decorano
interessanti bassorilievi e i portali laterali sono di vari artisti cinquecenteschi;
nell’interno gotico a tre navate, si trovano affreschi di Giovanni da Mòdena,
una Madonna e santi di Lorenzo Costa; da notare la meridiana secentesca

La Fintana del Netuno, del Granbologna, davanti al Palazzo del Re Enzo

sul pavimento della navata, la; tribuna di Vignola all'aitar maggiore, una
statua di S. Antonio attribuita al Sansovino, una pala di Lorenzo Costa con S.
Girolamo e una Pietà di Amico Aspertini. Nel 1530, in questa chiesa venne
incoronato l’imperatore Carlo V.
San Francesco è una bella chiesa gotica, molto restaurata dopo i
bombardamenti del 1943. Fu edificata verso la metà del ’200 con influssi
dell’architettura francese, visibili nelle cappelle a raggiera e negli archi
rampanti dell’abside, di fronte alla quale sono le tre Arche dei Glossatori
(commentatori di opere giuridiche, sec. XIII). L’ancona marmòrea
all'interno, è opera dei Dalle Masagne (fine XIV sec.).
Il panorama cittadino è caratterizzato dalle due célèbri Torri Pendenti
medievali, Torre degli Asinelli di 97, 60 m, eretto nel XII sec., come torre
di vendetta e Garisenda, di 48, 16 m, molto più inclinata, incompiuta, del
XI sec.
Pinacoteca Nazionale, costruita agli inizi dell’800 è di eccezionale
interesse per i suoi dipinti di scuola emiliana dei sec. XIV-XVIII. Nella
Sezione dei Primitivi si trovano opere di Vitale da Bologna (S. Giorgio e
il Drago), Giotto e aiuti (Madonna e Santi), Simone dei Crocifissi e
Jacopino da Bologna. Nella Sezione del Rinascimento sì trovano dipinti di
Vivarini, Cima, Costa, Raffaello (Estasi di Santa Cecilia), Parmigianino
(Madonna di S. Margherita), Francia e de’Roberti. Nella Sezione del
Barocco: opere di Carracci (Annunciazione), Guido Reni e Quercino.

Lessico: dotto - doct, învăţat; la culla - leagăn; la cerchia - cerc;


combattere -a lupta; scosso - zguduit, tulburat (scuotere); la meridiana -
cadran, orologiu solar; la sconfitta - înfrângere; l'influsso - influx,
influenţă; a raggiera - în evantai; rampante - (araldico) ridicat pe labele
dinapoi; l’abside - absidă; l’ancóna - troia, tabernacul; la vendetta -
răzbunare.

CORSO XXXII

POSTA, TELEGRAFO, TELEFONO


(Poştă, telegraf, telefon)

La posta è uno dei servizi pubblici i più importanti. A posta andiamo per spedire o
ricevere corrispondenza, vagli postali e pacchi. La corrispondenza è personale,
ufficiale, commerciale.
Le lettere possono essere semplici, assicurate, di conferma, di affari, di
condoglianza, citatorie o testimoniali. Esse devono aver notati sulla busta i nomi
e l’indirizzo del destinatario e del mittente, il numero del codice postale e
l'affrancatura rispettiva, per l'interno o per l'estero. Per francare le lettere e le
cartoline occorrono i francobolli corrispondenti (per spedizione semplice, via
aerea, raccomandata, espressa, con conferma di ricevimento) e il timbro della
posta. In casi speciali, la marca da bollo può essere annullata. I postini (o
portalettere, fattorini) ci consegnano la corrispondenza a casa. Per imbucare le
lettere sono previste le bucalettere. Da qui e dagli uffici e sportelli postali, la
corrispondenza viene trasportata ai gran posti di distribuzione, da dove sarà
mandata alla destinazione con appositi furgoni, treni, aerei e navi.
Alla posta si vendono francobolli e valori bollati, si fanno pagamenti di
pensioni o vaglia ed altre operazioni simili.
Il telègrafo (combinazione tra telefonia e dattilografia) è stato per molto
tempo il mezzo di trasmissione dei messaggi a gran distanza, in base alle
onde hertziane. Ora è quasi completamente sostituito dalla comunicazione via
fax (trasmissione a gran distanza di testi scritti e d'immagini) o dall’Email (la
posta elettronica).
Il telèfono - con funzionamento a commutazione manuale, automatica, o
a teleselezione - può essere murale (a muro), da tavolo, portatile. E’
formato da micròfono, ricevitore, forcella e campanello (o suoneria). I tipi
classici hanno un disco e i tipi nuovi una tastiera combinatoria, usate per
comporre i numeri voluti, un cordone e una spina. Il telefono mobile, cellulare
è il nuovo apparecchio più comodo (perché senza filo e senza prenotazione per
il centralino), che permette le conversazioni in qualsiasi momento e da
qualsiasi posto.
L’impianto telefonico è singolo, duplex, a centralino, ad apparecchio
principale, o addizionale, con derivazione, o intercomunicante. I posti
telefonici sono privati o pubblici, dalle cabine telefoniche, a gettone, a
tessera magnetica. Le chiamate telefoniche sono dirette, con prenotazione, con
preavviso, urgenti, urgentissime. Quando parliamo, siamo in linea e quando la
nostra conversazione è interrotta, cade la linea, accade un guasto. Gli abbonati
telefonici hanno di solito un elenco telefonico. Per conoscere numeri di posti
privati o pubblici si può ricorrere anche al servizio d’informazioni nazionale
o internazionale.

Lessico: il vaglia postale - mandat poştal; la condoglianza - condoleanţă;


lettera citatoria - citaţie; testimoniale - doveditor cu martori; la busta - plic;
il destinatario - destinatar; il mittente - expeditor; il codice postale - cod
poştal; l’affrancatura - francare; francare le lettere - a franca sensori; la
cartolina -vedere; il francobollo - timbru poştal; la marca da bollo - timbru
fiscal; annulare - a anula; il postino, il portalettere - poştaş; il fattorino -
factor poştal; consegnare la corrispondenza - a înmâna corespondenţa;
imbucare le lettere - a pune scrisori la cutia poştală; la bucalettere - cutia
poştală; apposito - potrivit, special; il furgone - furgon; il valore bollato -
valoare timbrată; la commutazione - comutare, schimbare; il ricevitore -
receptor; la forcella - furcă; il campanello (o la suoneria) - sonerie; il disco,
la tastiera combinatoria - disc, tastatură prevăzută pentru combinaţii; il
cordone - fir; la spina - stecar; il centralino - centrală; il gettone - fisă; la
tessera magnetica - cartelă magnetică; la prenotazione - înscriere,
rezervare.

Esercizi: Rispondete alle seguenti domande:


Che tipi di corrispondenza conoscete?
Come possono essere le lettere?
Che cosa si deve scrivere sulla busta di una lettera che inviamo? Che
cosa occorre per l'affrancatura? Come si possono spedire le
lettere? E dove s’imbucano?
Come viene trasportata alla destinazione la corrispondenza?
Che operazioni si fanno alla posta?
Che cosa è il telegrafo?
Quali sono i mezzi moderni di trasmissione a distanza che sostituiscono il
telegrafo?
Che tipi di telefono conoscete e di che cosa si compone un apparecchio?
Come si può parlare da un posto telefonico pubblico?
Come possiamo ottenere informazioni su un numero telefonico che non
conosciamo?

2. Traducete in romeno il dialogo di qui sotto:


– Pronto, Maria, sono Anna!
– Ciao, Anna, come stai?
– Grazie bene, e tu?
–Anch’io sto per benino. C’è Luigi che non sta bene. Ha un terribile mal
di denti. Devo portarlo dal dentista.
– Mi dispiace, poverino. Spero che le passi. Volevo chiederti una
cortesia.
– Si, dimmi, con che cosa ti posso essere utile?
– Potresti chiamarmi tu al telefono? Sai, per qualche giorno non abbiamo
avuto la linea. E’ successo un guasto al centralino. Adesso ce l’hanno
sistemato e voglio provare se ricevo appello.
– D ’accordo. Chiudi, ti chiamo io.
– Te ne ringrazio. Allora aspetto. Ciao!
3. Traducete in romeno il seguente fax:
Istituto di Ricerca delle Malattie Infettive di
Roma Laboratorio di Patologia
Fax. n. 06/8547808

Nella cortese attenzione del Dott. Franco Angeli


Riferimento: materia di pubblicità

Milano, il 23 ottobre 2006

Egregio Dottore,

Le invio i riassunti dei due articoli apparsi nel n. 17 della "Stampa


Medica" del mese precedente, nella speranza che Le siano utili.

In quello che riguarda la ricerca svolta insieme ai nostri colleghi


"Combattere i sintomi dell’invecchiamento cerebrale", La posso assicurare che
avrò i risultati degli ultimi test clinici entro due giorni. Glieli manderò subito
sempre per fax.
Nella speranza di condurre in ottime condizioni le sue indagini,
Porgo l'occasione per inviarLe i più distinti saluti,
Con osservanza,
Mario Carpacci,
Medico Primario

GASTROENTEROLOGIA
La gastrite, la duodenite e l’úlcera gastrica sono sostenute principalmente
dalle lesioni generate dall’ipersecrezione ácida prolungata, assoluta e relativa.
Ne deriva la necessità di controllare in modo opportuno tale secrezione,
cercando però di evitare il pericolo di un’eccessiva inibizione, che potrebbe
dar luogo a ipergastrinemia, proliferazione batterica e formazione di nitroso-
composti, oltre a compromettere la funzione digestiva.
Si tratta quindi di trovare il giusto equilibrio, evitando l’aggressività
della componente acida ma garantendo al tempo stesso il suo ruolo
fisiologico.

MALATTIE RESPIRATORIE
Se l’esposizione al fumo di tabacco rappresenta il rischio più importante
per lo sviluppo dei bacilli delle malattie polmonari, un rischio significativo è
rappresentato anche dall’esposizione a inquinanti atmosferici e ambientali che
sono corresponsabili della patologia neoplastica del polmone, di parte delle
pneumopatie interstiziali e di molte affezioni acute del tratto respiratorio e
particolarmente delle malattie polmonari croniche-ostruttive e dell’asma.

Lessico: il sìntomo - simptom; la ricerca - cercetare; l’invecchiamento


- îmbătrânire; l'indagine - cercetare, test; con osservanza - cu stimă; la
gastroenterologia - gastroenterologie; la gastrite - gastrită; la duodenite -
ulcer duodenal; l’ulcera gastrica - ulcer gastric; l’ipersecrezione -
hipersecreţie; prolungato - prelungit; l'inibizione - inhibare; l’ipergastrinemia
- hipergastrinemie; i nitroso-composti - compuşi azotici; l'esposizione -
expunere; gli inquinanti atmosferici e ambientali - poluanţi atmosferici şi
ambientali; la pneumopatia interstiziale - pneumopatie interstiţială; il
tratto respiratorio - tract, cale respiratorie; ostruttivo - obstructiv, care
astupă; l’asma (m. e f. ) - astmă.

LA SINTASSI DEL
PERIODO (Sintaxa frazei)

Un pensiero che ha senso compiuto ed è chiuso quasi sempre da un punto si


chiama periodo. Esso può essere costituito di una sola proposizione.
Esempio: Oggi non ho fatto il compito.
Ma il più delle volte i pensieri - e quindi le proposizioni - rampollano
(se nasc, derivă) l’uno dall'altro, generando una catena di pensieri, legati
strettamente fra loro da rapporti recìproci. La forma che essi trovano per
essere espressi è il periodo.
Il còmpito dell’analisi del periodo è di stabilire:
a) quante proposizioni esso comprende;
b) come le proposizioni che lo formano si legano
fra loro;
c) quale funzione ciascuna di esse esercita.

Il periodo (Fraza)
L’enunciato: "Il babbo mi raccomandò di preparami subito i bagagli",
comprende due verbi, dai quali uno è al modo infinito. Questo sarà un
periodo contenente una sola proposizione, perché solamente il verbo "mi
raccomandò" è finito.
Però, se diremo: "Il babbo mi raccomandò che mi preparassi subito i
bagagli", il periodo avrà due verbi a tempi finiti e dunque, due
proposizioni.
Per enumerare le proposizioni di un periodo si contano i verbi espressi
o sottintesi a modo finito. Bisogna però, tener presente in questo calcolo
che i verbi servili (volere, dovere, potere) e i verbi fraseologici (essere
solito, incominciare, smettere, finire, sentirsi, trovarsi, vedersi, ecc.)
formano un tutto unico con il verbo che segue.
Esempio: Volevo dirglielo, ma non l’ho potuto fare. Questo periodo
comprende due proposizioni, perché solo i verbi "volevo" e "ho potuto"
sono di modo finito.

GLI ELEMENTI DI UN
PERIODO (Elementele unei
fraze)

In un periodo la proposizione che sta da sola si chiama principale o


indipendente.
Esempio: Siamo andati a passeggiare,
Quando, invece, quest’azione viene spiegata da un’altra, il periodo avrà
due proposizioni.
Esempio: Com’era una bella giornata, siamo andati a passeggiare.
La prima proposizione di questo periodo sarà secondaria, o dipendente
dalla principale.
Gli elementi indispensabili di una proposizione sono il soggetto ed il
predicato. Quando una proposizione sottintende uno dei suoi elementi
indispensabili si chiama ellittica.
Esempio. Chi è venuto? Marcello. (il predicato "è venuto" è sottinteso.) oppure:
Marcello è venuto? E’ venuto, (il soggetto "Marcello" è sottinteso). Il
periodo in cui la proposizione principale è sottintesa si chiamerà ellittico.
Esempio: Quando andrai al mare? Quando sarò in vacanza. (La proposizione
principale: "Andrò al mare" è sottintesa e allora il periodo contenente la
risposta alla domanda fatta, è ellittico.
Una funzione ben distinta hanno le proposizioni parentétiche (de
paranteza) o incidentali, le quali introducono un’osservazione o un'aggiunta
e che si chiudono spesso fra trattini o parentesi.
Esempio: Cara mia cugina - disse Mario - tu non dovresti parlare così.

RAPPORTI FRA LE
PROPOSIZIONI (Raporturi între
propoziţii)

I rapporti che si hanno tra le proposizioni di un periodo sono di


coordinazione (si trovano sullo stesso piano d’importanza) o di
subordinazione (dipendono da un’azione principale).
Le proposizioni possono essere coordinate tra loro o con semplice
accostamento (apropiere) o con le congiunzioni coordinate.
Nel primo caso, esse sono divise da una virgola, da punto e virgola o da due
puntini e si dicono "coordinate per asìndeto" (asindet, lipsa de legătură
formală).
Esempio: La ragazza si alzò, si mise il cappotto, aprì la porta; a questo punto
successe una cosa inaspettata: la madre scoppiò in pianto.
Nel secondo caso - quando le proposizioni sono legate da congiunzioni
coordinanti -la coordinata prende il nome dalla congiunzione che la unisce
alla reggente.
Le coordinate saranno di più tipi: copulative, avversative, disgiuntive,
esplicative, conclusive, correlative.
Esempio:
Il bambino gioca e canta. (copulativa)
Ho fame, ma non ho sete. (avversativa)
E’ andato via o è rimasto a casa? (disgiuntiva)
Ho capito: infatti non si è più mosso. (esplicativa)
Ha mangiato poco; perciò è dimagrito. (conclusiva)
Non abbiamo scritto lettere, né ne abbiamo ricevute. (correlativa).
Il periodo costruito da una sola proposizione si dice semplice, mentre
quello formato da due o più proposizioni principali coordinate tra loro, si
chiama composto.
I periodi formati da una proposizione principale con varie
subordinate si chiamano complessi.
Le proposizioni subordinate sono introdotte da congiunzioni
subordinanti, pronomi, aggettivi e avverbi relativi; talvolta sono
subordinate anche le proposizioni introdotte da pronomi e avverbi
interrogativi e allora si hanno proposizioni interrogative indirette.
Esempio: Mi domandò chi me l’aveva detto. Mi domandò come si spiegava
questo.
Sono, inoltre, subordinate quasi tutte le proposizioni implìcite (richiedono
l'infinito).
Esempio:"Pensava come farlo", mentre "Pensava come l'avesse fatto" è
esplìcita, perché richiede il verbo all’indicativo o congiuntivo.
Quando una subordinata dipende direttamente dalla principale, sarà
detta subordinata di primo grado.
Esempio: La madre gridò al bambino di fermarsi.
Quando una subordinata dipenderà da una subordinata di primo grado,
essa sarà detta di secondo grado e così via.
Esempio: La madre gridò al bambino di fermarsi, perché aveva visto che
un’auto che si avvicinava a grande velocità, era già arrivata a pochi
centimetri da suo figlio.
In questo periodo, la principale regge (conduce) una subordinata di primo
grado, la quale regge una subordinata di secondo grado e questa, finalmente,
ne regge una di terzo grado (i verbi: gridò - aveva visto - era già arrivata - si
avvicinava). E’ per questo che si parla di proposizioni reggenti, cioè che
reggono (conduc, suportă) altre proposizioni.

PARALLELISMO TRA PERIODO E


PROPOSIZIONE (Paralelism între frază şi
propoziţie)

Il periodo riproduce, ingrandendolo ed ampliandolo, lo schema della


proposizione.
Per questo, un’idea può essere espressa in due modi.
Esempio.
Desideravo la tua presenza a questa cerimònia -
proposizione
Desideravo che tu fossi presente a questa cerimònia -
periodo.

LE PROPOSIZIONI
SUBORDINATE (Propoziţiile
subordonate)

a) Per questo esame occorre molto coraggio da parte tua. - proposizione.


b) Per questo esame occorre che tu abbia molto coraggio. - periodo.
Nella proposizione, il soggetto del verbo "occorre" è costituito dalla
parola "coraggio", mentre nel periodo, "occorre" ha come soggetto un’intera
proposizione: "che tu abbia molto coraggio". Questa è una proposizione
soggettiva perché:
1. La proposizione soggettiva ha funzione di soggetto rispetto alla
proposizione che regge.
a) Aspettavo l’arrivo dell’aereo. - proposizione
b) Aspettavo che l’aereo arrivasse. - periodo
Nella proposizione, "l’arrivo" è il complemento oggetto del verbo
"aspettavo", mentre nel periodo, lo stesso verbo reggente, "aspettavo" ha
come complemento oggetto tutta la proposizione "che l’aereo arrivasse",
perché:
2. La proposizione oggettiva ha funzione di complemento rispetto
alla proposizione che regge.
a) Che cosa desidera? - proposizione
b) Mi dica che cosa desidera. - periodo
Sia nella proposizione, sia nel periodo, si pone la medesima domanda; ma,
mentre nella proposizione; la domanda viene messa direttamente, nel periodo è
collocata in dipendenza di un altro verbo: Mi dica. Si distinguono, perciò, due
tipi di proposizioni interrogative, perché:
3. La proposizione interrogativa diretta pone la domanda
direttamente; la proposizione interrogativa indiretta la pone
indirettamente.
E’ ovvio che mentre le proposizioni interrogative dirette sono
indipendenti, le interrogative indirette sono dipendenti o subordinate.
Esse sono introdotte da congiunzioni, pronomi e avverbi interrogativi (perché,
se, chi, che cosa, quale, quanto, dove, come, quando).
Si chiamano proposizioni interrogative semplici quelle costituite di una
sola domanda, sia diretta, sia indiretta.
Esempio: Vai a Venezia? Dimmi se vai a Venezia.
Si dicono proposizioni interrogative doppie o disgiuntive, quelle
costituite di due o più domande, che si escludono a vicenda (pe rând).
Esempio: Vai a Venezia o resti a Roma? Dimmi se vai a Venezia o resti a
Roma.
a. l. Il libro che leggi è quello che ti ho dato io.
a. 2. Dovunque lui vada, si ricordi di te.
Questi periodi comprendono una proposizione principale e una subordinata
introdotta da un pronome o da un avverbio relativo (il quale, che, cui,
chiunque, dove, onde, donde, dovunque, ecc. ) con il verbo all’indicativo o al
congiuntivo. Questa proposizione si chiama appunto proposizione
relativa.
Sono inoltre da considerare relative le proposizioni implìcite costituite
da un participio presente o passato che possiamo trasformare in relative
esplìcite.
Esempio:

Lo scrittore ha rappresentato il suo personaggio come un eroe amante


della gloria.

Lo scrittore ha rappresentato il suo personaggio come un eroe che amava


la gloria.
Esercizi: 1. Completate i seguenti periodi con proposizioni coordinate,
secondo il modello: E’ un ottimo film e devi andare a vederlo.
Ha fatto un viaggio in Francia............................
E’ stata una magnifica serata.............................
Siamo andati a passeggiare..........
Luigi ha lavorato..............
Ha piovuto tutta la notte.............
Siamo andati in ufficio.............
2. Scrivete tre periodi in cui siano delle proposizioni coordinate per
asìndeto (legate per virgola, punto e virgola e due punti).
3. Scrivete sette periodi in cui siano delle proposizioni coordinate
per congiunzioni (copulative, avversative, disgiuntive, esplicative,
conclusive, correlative).
4. Completate i seguenti periodi con proposizioni subordinate,
mettendo i verbi dalle parentesi ai modi e tempi giusti:
Vedendo che (l’uomo non fermarsi), il ragazzo si mise a correre
disperatamente. Quando ti comporti così, sento di doverti dire (tu non aver
ragione). Sebbene lui mi fosse di aiuto, devo dire che quella volta (lui aver
pure sbagliato). Con il lavoro che succederà (lui poter vincere il concorso).
Se continua a mangiare tanto, puoi essere sicuro che (ingrassarsi ancora di
più).
5. Completate i seguenti periodi con le proposizioni oggettive che
corrispondono, secondo il modello: Ricordo che ho visto l'uomo uscendo
dall'albergo.
Non sapevo..............
Mi sembrava..............
Non promettere...........se non lo puoi fare.
Il sindaco decretò.........
6. Completate con una proposizione interrogativa indiretta i
seguenti periodi, secondo il modello: Vorrei sapere che cosa stai facendo.
Non so.............
Gli chiesi................
Mi domandò.. .........
Non ricorda.............
Chi potrebbe dirci.......
Non siamo sicuri..........

7. Completate con una proposizione relativa i seguenti periodi,


secondo il modello: Non mi è tanto piaciuta la novella che ho letto dopo il
romanzo.
Non si giustifica la paura...........
Dove sono i ragazzi..............
Ha visto un'auto......................
Abbiamo sentito un rumore.........
Voleva dirti..................

SARDEGNA

Conosciamo l’Italia

La Sardegna è la seconda isola del Mediterraneo, dopo la Sicilia. Le


sue coste orientali, bagnate dal Tirreno, sono alte e frastagliate, piene di
golfi e di spiagge. Nel sud, accanto alle spiagge più lunghe, s’incontrano
stagni costieri. Ricca di anfratti e di pareti rocciose a nord ovest, la costa
presenta numerose grotte. A nord sono le isolette e le insenature delle
Bocche di Bonifacio, lo stretto braccio di mare che separa la Sardegna
dalla Corsica. Il paesaggio interno dell’isola è molto variato: le dolci
pianure del Campidano, vicino ai boschi ed ai massicci centrali, sugli
altopiani della Barbaglia e sul Gennagentu (m. 1834), il monte più alto, e
vicino alle rupi e alla roccia di Gallura.
Il passato storico sardo risale ai tempi remoti; le prime "domus de janas"
(case delle fate) sono del 2000-1800 a. C., dell’epoca del rame; sono
piccole tombe scavate nella roccia, riunite in numerosi gruppi, che,
secondo la tradizione popolare, erano le abitazioni delle fate o delle
streghe. "I nuraghi" (le prime costruzioni sarde) sono del XVI sec. a. C.
Sono state costruite in forma di tronco di cono, in grossi blocchi di pietra,
con una sola stanza grande all’interno, a volta, con corridoi e una scala che
portava alla terrazza superiore. Questa loro architettura spiega la funzione
di difesa avuta in quei tempi. La civiltà nuragica è rimasta isolata fino al IX
secolo a. C., quando i Fenici fondarono numerose colonie nell’isola. Dopo i
Fenici, i Cartaginesi ci alzarono le loro città più importanti: Káralis, Tharros,
Nora. La conquista romana dell'isola risale al 238 a. C. Nel medio evo, la
Sardegna fu successivamente occupata dai Vandali, Bizantini, Arabi. Tra
queste scorrerie, le sue popolazioni divisero l’isola in quattro Giudicati, che
avevano rapporti commerciali e politici con le Repubbliche Marinare di
Genova e Pisa. Nei sec. XII-XIII queste due potenti città e il papato
vollero imporre il loro dominio ai Giudicati. Tra i sec. XIV e XVIII sec., la
Sardegna entra nel Regno di Aragona e nel 1718, dopo il Congresso di
Londra, è assegnata a Vittorio Amadeo II di Savoia. Da questo momento,
comincia a staccarsi dallo stato arretrato, feudale, e comincia a costruirsi
strade, ferrovie, scuole ed istituzioni culturali.

Sassari: La Ciesa santa Trinità di Saccargia

Il Museo Archeologico di Cagliari e il Museo Sanna di Sàssari raccolgono


numerose testimonianze della città nuragica: idoletti in pietra, armi,
utensili, vasellame da necropoli, nuraghe ed altri insediamenti protostorici. I
bronzetti e le ceramiche decorate degli inizi del I millennio a. C.
assomigliano alle coeve civiltà mediterranee, soprattutto a quella etrusca.
Nell’arte, la Sardegna ebbe poche manifestazioni in quest’epoca. Solamente
al tempo dei Giudicati subì l’influsso pisano-lucchese nell’architettura
romanica dei monumenti religiosi e toscano, nella pittura delle chiese.
Durante i secoli della dominazione spagnola molti artisti aragonesi e catalani
lavorarono in Sardegna, contribuendo alla formazione delle scuole locali.
CÀGLIARI - L’antica Karalis, fondata dai marinai fenici, e poi dai
Cartaginesi, ha una bella posizione che la fece subito diventar uno dei
maggiori porti del Mediterraneo, mantenendo una certa indipendenza
durante il dominio romano.
Il Museo Archeologico Nazionale - ebbe un primo nùcleo costituito
all’inizio del XIX sec. per volontà del re Carlo Felice. Il Museo
conserva numerosi reperti provenienti da tutta l'isola, che parlano del
paese e della città lungo i tempi.
La Cattedrale - del ’200 e modificata nel XVI sec., secondo il gusto
barocco del tempo, ha una facciata romanica e una decorazione barocca,
ad elementi gotici all'interno, nelle tre navate e nel presbiterio. Il suo
Museo Capitolare custodisce opere di oreficeria, paramenti sacri e un
trittico fiammingo del ’400, attribuito a Rogier Van der Weyden.
La Terrazza Umberto I, detta anche "Bastione di S. Remy", si affaccia
dai cinquecenteschi bastioni spagnoli, offrendo un bel panorama sulla città
e sugli stagni di Molentargius e di S. Gilla, che la circondano.
SS. Cosma e Damiano - Esempio ignificativo di architettura
paleocristiana, questa chiesa è sorta per ospitare il corpo del màrtire
Saturnino. E’ stata ripetutamente modificata, dal V sec. (quando fu
costruita), fino al XII sec. In forma di croce greca, sorge in un bel
giardinetto.
BARUMINI - a 61 km da Cagliari, è un piccolo borgo agricolo, ai
piedi dell’altopiano della Giara di Gesturi. A l km. dal paese, isolato nella
campagna, si trova il villaggio nuragico Su Nuraxi, uno dei meglio
conservati dell’isola. Doveva comprendere circa cento abitazioni; è
costituito da una torre centrale con altre quattro angolari attorno, con un
cortile interno, scale e corridoi. Fu iniziato tra XIII e IX sec. a. C. e venne
utilizzato anche dai Cartaginesi e Romani.
SÀSSARI - Dopo Càgliari, è la maggiore città dell’isola. Fondata nel
medio evo, fu libero Comune e poi dominio degli Aragonesi; da questo
periodo conserva il "suo centro storico e le testimonianze artistiche.
Il Duomo - è una grandiosa costruzione medioevale con la facciata
barocca del Settecento. All’interno, "la Madonna del Bosco" è un’opera
sarda del XVI sec., mentre il bel "gonfalone" è opera spagnola del ’500.
Il Museo Senna - ha tre sezioni: archeologica, pittura ed etnografia.
Comprende armi, bronzetti, ornamenti d’epoca nuragica, ecc. Nella
pinacoteca ci sono opere come la Madonna con Bambino di Bartolomeo
Vivarini, un Crocifisso sardo del ’300, la Madonna dell’Uva di Mabuse e
un Ritratto di donna di Piero di Cosimo.

SS. Trinità di Saccargia - A 16 km da Sassari, è una delle più belle opere


architetturali romaniche della Sardegna, d’influenza pisano-lucchese. Eretta nel
XII sec., presenta un vivace paramento esterno a conci bianchi e neri e una
facciata con arcatelle ornate di tarsìe e contiene anche begli affreschi del XIII
sec.

LA COSTA ESMERALDA - Quasi del tutto disadibita fino a pochi


decenni fà, la costa di nord-est della Sardegna è diventata celebre in tutto il
mondo, in merito ai lavori di un consorzio che le attrezzò tutta la zona
costiera, piena di baie e calette, dal golfo Arzachena, fino a quello di Cugnana.
Ci si costruirono alberghi, strade e villaggi turistici. Il centro principale della
costa è Porto Cervo, dotato di un bel porticciolo turistico, altri centri essendo
Roamzzino, Capriccioli, Baia Sardinia e Cala di Volpe.
Il gruppo di sette isole disposte tra la Sardegna e la Corsica, nelle Bocche
di Bonifacio, sono conosciute come ARCIPELAGO DELLA MADDALENA.
Disabitate fino nel ’500, quando furono abitate dai Corsi, queste bellissime
isole di remoti stanziamenti preistorici, furono ripopolate nel XVIII sec.,
quando diventarono insediamenti fissi. I loro nomi sono: Maddalena (la
maggiore), Caprera, Spargi, Budelli, Razzoli, S. Maria e S. Stefano. La più
importante è la Maddalena, che ospita la graziosa cittadina omònima,
fondataci nel 1770, molto attrezzata turisticamente. Viene collegata per
traghetto a Palau, sulla vicina costa sarda e unita per un ponte a Caprera. Ricca
di notevoli bellezze naturali, come la costa, il mare, gli scogli abitati dai
gabbiani, una vasta pineta, ed altre, è soprattutto conosciuta per aver ospitato
nei suoi ultimi anni di vita, Giuseppe Garibaldi, che ci fu sepolto nel 1882.

Lessico. frastagliato - decupat, crestat, dantelat; stagno costiero - baltă de


coastă; anfratto - drum îngust; la grotta - peşteră; l’insenatura -adâncitură,
golf; il massiccio - masiv (muntos); la rupe - stanca abruptă; il rame -
cupru, aramă; la fata - zână; la strega - vrăjitoare; il tronco di cono - trunchi
de con; il corridoio - coridor; i Fenici - Fenicieni; i Cartaginesi - Cartaginezi; i
vandali - vandali; il Giudicato - Judecătorie, subdiviziune antică a Sardiniei
medievale; assegnare - a atribui; staccarsi - a se desprinde, separa; stato
arretrato - stare înapoiată; l’idoletto - mic idol; nurágico – epoca preistorică
din Sardinia; il nuraghe -construcţie preistorică în Sardinia; coèvo -
contemporan; il vasellame - veselă (de preţ); l’insediamento - aşezare;
l’influsso - influenţă; il reperto - document găsit; il trittico - triptic;
fiammingo - flamand; architettura paleocristiana - arhitectură precreştină; il
màrtire - martir; il borgo - târg, suburbie; l’angolare - unghiular; il gonfalone
- drapel de breaslă, de război; il paramento - ornamentaţie; il concio -piatră
ecarisată; l’arcatella - arcadă mică; la tarsìa - marchetărie; disadibire - a nu
mai foiosi; il porticciolo - mic portic; lo stanziamento - şedere; il traghetto -
bac, pod plutitor; lo scoglio - stâncă ascuţită; il gabbiano - pescăruş.

CORSO XXXIII

LO STATO E LA POLITICA
(Statul şi politica)

Lo stato rappresenta uno strumento di ordinamento sociale, una modalità


di organizzazione, per la quale i gruppi sociali promuovono i loro interessi
comuni.
Gli elementi essenziali dello stato sono l’rganizzazione territoriale, la
popplazione e la forza pubblica e la sua mèta è di difendere l’interesse
generale.
L’autorità sovrana in un paese è esercitata dal capo dello stato.
IL governo è l’organo statale complesso che determina l’indirizzo politico
dello stato nei suoi rapporti intemi e internazionali. Le forme di governo sono la
monarchici e la repubblica.
Nella monarchia il capo dello stato è un re, un principe o un imperatore,
che di solito ha ereditato il potere.
La monarchia è dunque ereditaria (e quando è assoluta, ogni potere viene
accentrato nelle mani del monarca), elettiva (quando il monarca è stato
eletto) e costituzionale (quando il potere sovrano appartiene al monarca,
ma anche ad altri òrgani rappresentativi dello stato).
Nella repubblica, il capo dello stato è un presidente che non ha ereditato il
potere. Questo viene eletto dai cittadini o dal parlamento per un periodo
determinato. La repubblica è presidenziale (quando il capo dello stato è
anche il capo del governo) e parlamentare (quando il governo viene eletto
dalla maggioranza del parlamento).
Il parlamento è un’assemblea politica rappresentativa nello stato
moderno, mediante la quale il popolo, attraverso i suoi rappresentanti eletti,
partecipa all’esercizio del potere per la formazione delle leggi e per il controllo
politico del governo. Con le sue camere - dei deputati e dei senatori - il
parlamento è l’organo legislativo in uno stato a sistema rappresentativo.
La democrazia (che etimologicamente significa il potere del popolo) è la
forma di governo in cui la sovranità risiede nelle masse, che la esercitano
per mezzo delle persone e degli organi che eleggono a rappresentarle. Gli
stati possono essere retti a una democrazia diretta (quando il popolo
esercita direttamente i suoi poteri sovrani), indiretta (o rappresentativa,
parlamentare, quando il popolo esercita i suoi poteri sovrani attraverso
rappresentanti) e costituzionale, quando una costituzione rìgida e
modificabile limita il potere della maggioranza solo con particolari
procedure.
I poteri nello stato sono: legislativo (del parlamento); esecutivo (del
Presidente, del governo e dell’amministrazione) e giudiziario
(rappresentato dalla Corte Suprema di Giustizia, dalla Corte Costituzionale
e dalle corti ordinarie - tribunali).
Negli stati totalitari, i poteri non sono divisi nello stato, mentre nei
paesi democratici, il principio di base è quello della divisione dei poteri.
La costituzione è la legge fondamentale di uno stato e comprende i diritti e le
libertà essenziali dell’uomo, i princípi d’organizzazione e d’ordinamento dello
stato, le sue istituzioni, il regime e il sistema di governare.
Il potere politico è rappresentato dalla forma o dal regime di governo.
La politica rappresenta l’orientamento generale di un gruppo (partito), o di
uno stato.
La politica, "scienza e arte di governare", è un aspetto importantissimo della
vita attuale. La politica intema dà l’indirizzo a tutte le forme d’attività statuali,
esercitate entro i confini dello stato, mentre la politica èstera rappresenta le
attività di relazioni con altri stati, oggetti di diritto internazionale.
Il termine di "politica" si usa oggi anche con altri significati: "politica
economica, politica dei redditi", che tende ad un’equa ripartizione del
reddito nazionale, commisurando l'’incremento degli salari all’incremento
della produttività, "politica criminale", che studia e fà conosciuti i mezzi più
idonei per combattere il fenòmeno della delinquenza (collegato o no, alla
draga e alla criminalità), ecc.

Lessico: l’ordinamento sociale - organizare socială; promuovere - a promova;


la mèta - scop; difendere - a apăra; sovrano - suveran; elettivo - electiv;
l’organo rappresentativo - organ reprezentativ; l’assemblea - adunare; risedere
- a se afla, a se baza, a consta în; stati retti alla democrazia - state cu conducere
democratică; giudiziario - judecătoresc; la corte ordinaria - obişnuit, comun; il
confine -graniţă, frontieră, hotar; il reddito - venit, rentă; la ripartizione -
repartizare; commisurare -a măsura (în raport cu altceva), a compara, proporţiona;
l’incremento - mărire, spor, creştere; la produttività - productivitate; la delinquenza -
delicventă; collegare - a lega împreună, a uni, asocia; la droga - droguri; la
criminalità - criminalitate.

Esercizi: 1. Rispondete alle seguenti domande:


Che cosa rappresenta lo stato? Quali sono i suoi elementi essenziali? Ma
il suo scopo?
Che cosa è il governo e che forme ha?
Chi è il capo di uno stato monarchico?
Che tipi di monarchia conoscete?
Chi è il capo dello stato repubblicano e da chi viene
eletto?
Quali sono i tipi della repubblica?
Che cosa è il parlamento e di quali elementi si compone?
Che significa la democrazie e che forme ha?
Quali sono i poteri nello stato e che cosa rappresenta il principio della loro
divisione?
Che cosa rappresenta la costituzione? Ma la politica?
Esistono anche altri significati della politica? Presentateli.
2. Traducete in romeno il brano che segue:
"L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. La sovranità
appartiene al popolo". E’ questo l’articolo 1° della Costituzione italiana,
firmata il 27 dicembre 1947 dal Presidente della Repubblica, Enrico De
Nicola e entrata in vigore il primo gennaio 1948.
In Italia, il periodo della democrazia e della libertà comincia con
l’approvazione dei centotrentanove articoli della Costituzione, più alcune
disposizioni transitorie finali.
Articolo 2°: La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili
dell'uomo;
Articolo 3°: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociali e sono uguali,
davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di
religione, di opinioni politiche, di condizioni personali o sociali. "
3. Traducete in italiano:
Principiile care stau la baza Constituţiei Republicii Italiene sunt:
democraţia, libertatea, egalitatea.
Prin alegeri libere, poporul votează pentru diferitele partide politice şi îi
alege, la fiecare cinci ani, pe reprezentanţii săi în Parlament. Parlamentul
reprezintă puterea legislativă în stat şi este format din Camera Deputaţilor
şi Camera Senatorilor.
Preşedintele Republicii este şeful statului şi îl numeşte pe şeful
guvernului. Acesta, care mai este numit şi Prim Ministru, îi alege dintre
parlamentarii partidelor majoritare pe membrii Guvernului.
Italia este o republică democratică, fondată pe principiul separării
puterilor în stat: puterea legislativă, executivă şi juridică.

4. Traducete in romeno il testo di qui sotto:

LA RICERCA IN ITALIA
(Cercetarea în Italia)

E’ ormai òvvio che la ricerca scientifica penetra sempre di più gli


organismi responsabili di tutti i campi dell’economia. In Italia, come in tutti
i paesi sviluppati del mondo, il Consiglio Nazionale delle Ricerche
(CNR), insieme al Ministero dell’Università e della ricerca scientifica e
tecnologica, ìndica l’avviamento e le linee da seguire nel trasformare lo
studio e l’indagine in una realtà rappresentata dai vari prodotti.
Sotto la direzione del Consiglio dei Ministri, ministeri di riferimento
(dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianale, delle Politiche Agricole,
per i Beni culturali e ambientali, dei Trasporti, del Lavoro e Previdenza
sociale, delle Poste e delle Telecomunicazioni, della Sanità, della Difesa,
degli Affari Esteri, della Pubblica Istruzione e dell’Ambiente), organismi
(centri, istituti, enti, offici e commissioni) di ricerca studiano e elaborano
programmi e lavori per stabilire le funzioni necessarie per un nuovo sistema
integrato della ricerca, i cui obiettivi sarebbero:
- la formulazione di scelte strategiche di indirizzo a lungo periodo;
- il collegamento tra le scelte programmatiche e i corrispondenti
finanziamenti;
- l’assistenza di sedi e di strumenti di previsione e di valutazione, in
base ad un confronto tra i vari responsabili decisionali (ministeri,
regioni, enti nazionali e internazionali);
- la crescente propensione verso la valorizzazione dei risultati
ottenuti e il trasferimento delle conoscenze e delle tecnologie;
- il ricambio di ricercatori e tecnici, per valorizzare la loro
professionalità e per un interscambio tra università, enti di ricerca ed
imprese.
La valorizzazione e l’integrazione di una rete di piccoli e grandi gruppi
di ricerca in Biotecnologia, Chimica dei materiali, o dell’Ambiente,
Scienze del suolo e del mare, Tecnologia dell’informazione, ecc.,
opportunamente integrata e gestita, potrebbero, agevolare la ricerca di
natura programmata, in relazione ai programmi di cooperazione
internazionale. Nell’applicazione delle conoscenze scientifiche e
tecnologiche per lo sviluppo economico, i centri e i laboratori delle
imprese industriali hanno la capacità di attuare ricerche di interesse
aziendale, sottoposte alle regole e ai meccanismi del mercato. Le principali
attività in questo senso, potrebbero essere: la diffusione della cultura
scientifica, il trasferimento tecnologico, l’internazionalizzazione, il crearsi
delle infrastnitture di relazione e di comunicazione, la consulenza
scientifica, le stazioni sperimentali per l’industria, lo svolgimento della
ricerca nei vari ambiti: biomedico e sanitario, agricolo, dell’astronomia e
astrofisica, della protezione civile e dei servizi tecnici nazionali (per il
rischio vulcanico, sismico e idrogeologico), ecc.
I parchi scientifici e tecnologici sono uno strumento strategico di
accentuare la velocità creativa nel circùito ricerca-innovazione-sviluppo
competitivo.
La ricerca deve essere sostenuta da certi meccanismi pubblici. A tale
scopo, si devono coinvolgere le piccole e medie imprese, per sviluppare e
preindustrializzare nuovi prodotti e processi con la messa a punto
tecnologica di un know-how, che attivi la ricerca prevalentemente nel
settore pubblico e sociale.
Il patto territoriale è un obiettivo che mira lo sviluppo e la crescita
territoriale, compatibili con l'equilibrio ambientale nei settori
dell’industria, agroindustria, servizi, turismo e nell’apparato
infrastnitturale, in base ad un accordo tra rappresentanze di imprenditori,
datori di lavoro e lavoratori, soggetti privati, regioni o provincie
autònome, banche, consorzi di garanzia fidi, consorzi di sviluppo
industriale.
Il contratto d’area è uno strumento operativo destinato a creare un
ambiente economico favorevole per nuove iniziative imprenditoriali, che
assicurino l’accrescere delle competitivita, prevedendo anche opportunità
di creare delle agevolazioni nel settore fiscale. Alcune modalità di
migliorare la produzione e di aumentare anche il livello di fattibilità e
redditività dei prodotti di tutti i settori economici, sarebbero:
- concedere crediti d'imposta, pari ad una percentuale, variabile
secondo le dimensioni dell’impresa;
- far incrementare annualmente la spesa come credito d'imposta;
- defiscalizzare le spese;
- trovare i meccanismi di mobilità nella gestione e nella valorizzazione del
personale;
- creare le opportunità che favoriscano la compartecipazione dei
ricercatori e del personale agli ùtili derivanti dall'acquisizione di nuove
risorse esterne, in forma di commesse e di confinanziamento della ricerca;
- altre.
(Compendio ispirato ai documenti "Linee per il riordino del sistema
nazionale della ricerca scientìfica e tecnologica", "Università Ricerca" n.
3, anno VIII - 1997. - La Riforma del sistema ricerca in Italia -)

Lessico: òvvio - evident; penetrare - a pătrunde; l'avviamento -


orientare, îndrumare, punere în mişcare; Min. Dell’industria, del
Commercio e dell’Artigianale - Min. Industriei, Comerţului şi Meseriilor;
M. dei Beni culturali e Ambientali - Min. Bunurilor culturale şi ale mediului;
la previdenza sociale - prevedere socială; M. della Sanità - Min.
Sănătăţii; Min. della Difesa - Min. Apărării; Min. degli Affari Èsteri -
Min. Afacerilor Externe; indirizzo a lungo periodo - îndrumare, orientare pe
termen lung; la valutazione - evaluare, apreciere; il confronto
- confruntare; il responsabile decisionale - organul responsabil,
decizional; la propensione - tendinţă, înclinare; il ricambio - schimb,
schimb reciproc; il ricercatore - cercetător; il tecnico - tehnician;
l'intercambio - schimb reciproc; l'impresa - întreprindere; gestire - a
administra, gestiona; agevolare - a facilita, uşura; attuare – a înfăptui,
îndeplini, realiza; l'interesse aziendale - interesul întreprinderii; la
consulenza - consultanţă; la stazione sperimentale - staţiune experimentală;
il rischio vulcanico, sismico, idrogeologico - risc vulcanic, seismic,
hidrogeologic; coinvolgere - a implica, a antrena; la messa a punto - punere
là punct, reglare; il know-how = l’abilità tehnica - pricepere, abilitate
tehnică; prevalentemente - cu precădere; il patto - pact; l’imprenditore -
întreprinzător; il datore di lavoro - patron; il lavoratore - lucrător; il
consorzio - consorţiu, societate; il fido - credit, limită de credit;
l’iniziativa imprenditoriale - iniţiativă întreprinzătoare; prevedere - a
prevedea; l’opportunità - oportunitate, ocazie, prilej; l’agevolazione -
uşurare, înlesnire; accrescere - a spori; la competitivita - competivitate;
prevedere - a prevedea; l’opportunità - oportunitate; l’agevolazione -
uşurare, facilitare; la fattibilità - fezabilitate; la redditività -
rentabilitate; concedere - a oferi, a acorda; l'imposta - impozit, dare,
contribuţie; il credito d’imposta - credit de impozit; la percentuale - procent;
incrementare (aumentare) - a creşte, mări, spori; defiscalizzare - a
defiscaliza; la compartecipazione - coparticipare; derivante - care derivă;
la risorsa - resursă; la commessa – comandă de marfă; il confinanziamento
- cofinanţare.

LE PROPOSIZIONI SUBORDINATE
(continuazione)
1. La proposizione temporale aggiunge una determinazione temporale a
ciò che è detto nella reggente; ha, quindi, funzione identica al complemento di
tempo.
Esempio: Dopo che ha pranzato, il nonno fa un pisolino (somnuleţ).
2. La proposizione causale ìndica la ragione per cui avviene ciò che è
detto nella reggente; ha, quindi, funzione di complemento di causa.
Esempio: Non siamo venuti pecrhé faceva troppo freddo.

3. La proposizione finale indica il fine per cui sì fà ciò che è detto nella
reggente; ha, quindi, funzione identica al complemento di fine.
Esempio: Per comprendere* un fenomeno linguistico, devi approfondire lo
studio della lingua, oppure: Te lo ripeto, perché tu lo possa capire meglio.
(Ţi-o repet, cu scopul ca tu să înţelegi mai bine. )*
4. La proposizione modale indica il modo in cui avviene ciò che è detto
nella reggente; ha, quindi, funzione di complemento di modo.
Esempio: Abbiamo fatto come ha voluto lei.
5. La proposizione strumentale indica il mezzo o lo strumento con cui
avviene ciò che è detto nella reggente; ha, quindi, funzione di complemento di
mezzo o strumento.
Esempio: Studiando la musica, s'impara a suonare"**
6. La proposizione concessiva indica, esprime una circostanza
nonostante la quale avviene ciò che è detto nella reggente; ha, quindi, funzione
di complemento concessivo.
Esempio. Prometeo portò il fuoco agli uomini, nonostante che gli dèi glielo
avessero proibito.
7. La proposizione comparativa istituisce un paragone con quanto è
detto nella reggente; ha, quindi, funzione di complemento di paragone.
Esempio: Mario ha più francobolli di quanti ne hai tu.
Le proposizioni comparative sono di maggioranza (E’ più intelligente di
quanto credessi. ); di uguaglianza (Ha lavorato quanto hai lavorato tu. ); e di
minoranza (Mi è riuscito meno difficile di quanto mi dicesti. ).
8. La proposizione consecutiva esprime la conseguenza di ciò che avviene
in quella che la regge. *
Esempio: Avevamo corso tanto, che avevamo perso il fiato.
9. La proposizione condizionale indica una condizione, avverandosi il
modo in cui avviene ciò che è detto nella reggente. Il periodo costituito
dalla proposizione condizionale e dalla proposizione che la regge, si dice
periodo ipotetico; in esso la proposizione condizionale è chiamata pròtasi,
la reggente apòtesi. Badate che quando nella pròtasi c’è il congiuntivo,
nell’apòtesi dovete mettere il condizionale.
Esempio: Se facesse bel tempo, andrei nel parco.
10. La proposizione avversativa ìndica un fatto in netto contrasto con
ciò che è detto nella reggente.
Esempio. Lucia studia molto le regole della grammatica, mentre Flavia legge
molti romanzi.

*Nei perìodi con proposizioni finali il verbo dalla subordinata sarà un


congiuntivo, richiesto dalla congiunzione: che, perché, a fine che, ecc.
**E’ da notare che i verbi reggenti da questi periodi ("comprendere" e
"studiando", sono ai modi infinito e gerundio, che in romeno non sono
predicativi, però, in italiano lo sono.

11. La proposizione limitativa esprime una limitazione, una restrizione a


ciò che è detto nella reggente.
Esempio: La Fontana di Trevi dovrebbe essere abbastanza vicino,
secondo quanto mi ha detto la guida.
12. La proposizione incidentale esprìme un’osservazione, un
chiarimento, un giudizio che non ha alcun legame sintattico col resto del
periodo; perciò essa può essere eliminata senza che il senso del periodo
abbia a soffrirne. Essa si mette fra due virgole, linette o parentesi e perciò è
chiamata parentetica.
Esempio: Mi racconterai (credo) le ultime vicende.
La proposizione incidentale può a volte reggere una o più proposizioni,
così che si ha un vero e proprio periodo parentetico.
Esempio: A caval donato - dice un proverbio che tutti conoscono - non si
guarda in bocca.

Esercizi: 1. Completate con una proposizione temporale i secondi


periodi, come nel modello:
Andremo in montagna quando ci sarà la neve.
Mi comprerò la macchina
Si riposeranno.......
L’aereo partì..........
Il bambino giocava.........
La mamma l’ha visto.............

2. Completate con una proposizione causale i secondi perìodi, come nel


modello:

Ascolterò sempre i suoi suggerimenti, perché è molto bravo.


Bisogna far presto........
Ieri non sono potuta venire da te..... ...
Il treno arriva in ritardo............
Quel romanzo mi è piaciuto..........
Ti ha detto questo........

3. Completate con una proposizione finale i secondi perìodi, come


nel modello:
Badate che non vi bagnate. (Aveţi grijă să nu vă udaţi.)
E’ andato in farmacia...........
Ha comprato il dizionario............
I soldati lottano...............
E’ uscito di corsa............
Ha preparato tanti piatti

4. Completate con una proposizione modale i secondi perìodi, come nel


modello:
Faremo il nostro dovere, come occorre.
Antonio ha fatto gli esercizi........
Vorrei andare al mare..............
Il giovane si prepara............
Lo spettacolo riscuoterà gran successo....... *
Accumulò tante ricchezze.............

5. Completate con una proposizione concessiva i secondi perìodi,


come nel modello:

Tornati a casa si mostrarono molto contenti, benché fossero stanchissimi.


Il prezzo della merce risultò superiore, benché.....
Aveva ottenuto un voto grande, pur se........
Hanno acquistato una nuova automobile, poiché.......
Non sono andati in treno, nonostante............
Era una bella giornata, quantunque.........

6. Completate con una proposizione comparativa i secondi periodi,


come nel modello:

Oggi ho lavorato più (meno) di quanto hai lavorato tu.


La sua auto è più veloce................
Maria è meno studiosa...............
La ragazza è brava quanto...............
Non siamo meno preparati...............
Il film mi è piaciuto quanto............

7. Completate con una proposizione consecutiva i secondi periodi,


come nel
modello: Quella notizia ci avvilì (ne-a îndurerat) tanto, che perdemmo la
nozione del
tempo.
La strada era così lunga che.....
Guidò così pazzescamente che......
Non l'ho visto da tanto tempo che......
Pino è un ragazzo tanto bravo, che....
Tua madre è stata così gentile, che

8. Completate con una proposizione condizionale i secondi periodi,


come nel modello:

Se me lo dici, lo so (lo saprò). Se me lo dicessi, lo saprei.


Mi farebbe tanto piacere rivederlo se............
Prenderei il primo treno se............
Sarà promosso se..................
Fà una bella figura se..........
Non lo avrebbe detto se.........

9. Completate con una proposizione avversativa i secondi periodi,


come nel modello:
Lei lavora tanto, mentre lui si diverte.
A lei piace pattinare, a lui invece.......
Preferisco restare a casa, anziché..............
Noi studiamo, mentre................
Puoi venire da noi invece di...........
Lui parlava a voce alta, mentre...........

10. Completate con una proposizione limitativa i secondi periodi,


come nel modello:

Siamo quasi arrivati in cima, a quanto pare.


Stasera pioverà...............
L’indagine non è stata pubblicata...............
Il ministro ha dichiarato questo...............
Il professore stesso ce l’ha detto, .......

11. Formate cinque proposizioni incidentali, secondo i modelli di qui


sotto:
Fino a quando, o Catilina - esclamò Cicerone - abuserai della nostra
pazienza?
Don Abbondio, dice il Manzoni, non aveva un cuor di leone.
Verrà un giorno - disse il vecchio - quando saremo più
lieti.
Non dire bugie, tuonò l’uomo, io conosco la verità!

12. Formate cinque proposizioni strumentali, secondo i modelli di qui


sotto:
Imparando riesci a conoscere tante cose.
Leggendo la storia si può capire l'evoluzione dei
popoli. Lavorando assiduamente si può essere
soddisfatti.

SAN MARINO

Conosciamo l’Italia

In un posto incantevole, sulle colline tra le Marche e il monte Titano,


vicino al Mare Adriatico, si trova uno dei più piccoli (60 kmq) e più antichi
stati del mondo. La Repubblica di San Marino ha una popolazione di 20
000 abitanti, conia moneta e dispone di un corpo di truppe, che, in tempi
normali, deve assicurare i servizi d'onore; per sorvegliare l’ordine pubblico,
ha i suoi propri carabinieri e vigili urbani.
L’origine di San Marino è legata dalla fondazione di un piccolo
eremitaggio per un pio muratore, Marino, riparatoci per sfuggire alle
persecuzioni ordinate da Diocleziano nel IV sec. Il primo documento che
attesta l'indipendenza della Repubblica risale al 885 e, d'allora, questa è
rimasta sovrana, nonostante le sue vicissitudini. Nel XV sec., SanMarino
partecipò, insieme a Urbino, alle lotte contro i Malatesta di Rimini. La
Repubblica rifiutò le offerte d'estensione fattele da Napoleone Bonaparte.
Essa diede diritto d'asilo a Garibaldi nel 1849. Durante la seconda guerra
mondiale, qui si rifugiarono numerose persone. Benché nèutro, San
Marino fu bombardato nel 1944 dall’aviazione britannica.
Il sistema d’ordinamento statale è rimasto quasi lo stesse da nove
secoli. Due Capitani Regnanti sono scelti dai sessanta membri del Gran
Consiglio, e vengono investiti ogni 6 mesi, il 1 aprile e il 1 ottobre, durante
una cerimónia che permette d’ammirarsi le pittoresche divise e costumi
antichi; la festa nazionale del 3 settembre, commemora S. Martino e la
fondazione della Repubblica. Tra altre prerogative, il Gran Consiglio ha la
facoltà di conferire dei titoli nobiliari.
Gli abitanti di S. Marino sono molto accoglienti. Tranne qualche piccola
industria, l'economia è rappresentata da turismo, commercio, filatelia -
attività legata alle monete - artigianato (ceramiche) e agricoltura. Il vino
"moscato" di San Marino è molto famoso.
La città ha un aspetto medioevale, con belle viste e prospettive sul mare e sugli
Appennini.
Rocca Guaita, Rocca della Fratta (o Torre Cesta) e Rocca Montale sono
i tre pitoni coronati da tre torri, chiamate anche "penne", da dove si hanno
splendidi panorami sugli Appennini, su Rimini e sulla costa dalmata. A
Rocca c'è un museo di Armi bianche.
Il palazzo Valloni, ricostruito dopo i danni della seconda guerra
mondiale, òspita il Museo-Pinacoteca, nel quale si trovano numerose
pitture, dovute a Strozzi, Ribera, Guercino, Dominichino, oggetti d’arte
egiziana e etrusca, ricordi di Garibaldi.
A Borgo Maggiore, nel Museo filatelico e di numismatica, si possono
ammirare le collezioni di francobolli emessi dalla Repubblica a partire del
1877 e collezioni di tutti i paesi che fanno parte dall’unione Postale
Universale.
A 9 km, accanto alla vallata di Marccchia, si trova Verucchio, il villaggio
natìo dei Malatesta.

Lessico: coniare la moneta - a bate monedă; la truppa - trupă;


sorvegliare – a păzi, supraveghea; l’eremitaggio - schit; pìo - pios,
milos; ripararsi (riparato) - a se refugia; sfuggire alle persecuzioni -
a scăpa de persecuţii; la divisa - uniformă; commemorare - a
comemora; la prerogativa - prerogativă; conferire titoli - a da, a conferi
titluri; accogliente - primitor, tranne - în afară de; il pitone - piton; la penna -
pană.

BREVE STORIA DELLA


LETTERATURA ITALIANA
(Scurtă istorie a literaturii italiane)

SAN FRANCESCO D’ASSISI (1182-1226) è considerato, con il suo


„Cantico delle Creature", il vero autore della poesia in volgare, in un periodo
quando la lingua delle lettere era solo il latino.
La letteratura religiosa ebbe anche il contributo di IACOPONE DA TODI,
autore di laude e di SANTA CATERINA DA SIENA.
In Toscana, la letteratura didattico-allegorica venne rappresentata dall’opera
di BRUNETTO LATINI, mentre la prosa, dalle cronache di DINO
CAMPANI e GIOVANNI VILLANI.
La lirica comico-realistica di RUSTICO DE FILIPPO e CECCO
ANGIOLIERI preparò il quadro storico della lirica d’arte. I rimatori della
"Scuola siciliana" (poeti della corte del re FEDERICO II, il poeta stesso, e
suo figlio, MANFREDI, poi GIACOMO DA LENTINI e GUIDO DELLE
COLONNE, insieme ai rimatori della Toscana (GUITTONE D’AREZZO),
prepararono la terza e là più nota manifestazione poetica del Duecento, la
scuola del "dolce stil nuovo", descritta da Dante in "De vulgari eloquentia"
come una lirica, in cui un amore interiorizzato e spiritualizzato veniva
espresso attraverso uno stile non più "aspro e sottile", ma "terso e musicale".
GUIDO GUINIZELLI, GUIDO CAVALCANTI e CINO DA PISTOIA ne
furono i rappresentanti.
Ma il più grande stilnovista, colui che doveva far veramente nascere la
letteratura italiana, fu DANTE ALIGHERI (1265-1321), autore della "Divina
Commedia", l’epopea dell'Occidente cristiano. Il poeta che cantò nella "Vita
nuova" (il primo romanzo autobiografico della letteratura universale), in versi
e prosa, l’amore per "la sua gentil donna", faceva nella "Commedia" il più gran
viaggio immaginario nel mondo dell’ai di là, nell’Inferno, nel Purgatorio e nel
Paradiso, accompagnato da Virgilio, da Beatrice e da San Bernardo.
FRANCESCO PETRARCA (1304-1374) cercò di ritrovare le sorgenti della
civiltà moderna nella cultura antica e solamente i suoi gentili sonetti, nei quali
canta l'amore "in vita e in morte" della Madonna Laura, resero célebre il suo
nome, come il suo "Canzoniere" ed i suoi "Trionfi".
Infine, GIOVANNI BOCCACCIO (1313-1375), con il "Decamerone" (cento
novelle raccontando le storie ed avventure a infelice o lieta fine, su tutti i
possibili aspetti della vita umana, narrate da dieci giovani durante due
settimane, per dimenticare il pericolo della peste del 1348), forma, insieme
a Dante e Petrarca, "il gran trio fiorentino", dal quale s’ispirarono i poeti e
gli scrittori dei secoli seguenti.
Nel Quattrocento in Italia fiorì l’Umanesimo, con il mecenate di
LORENZO DE’ MEDICI, detto "il Magnifico" (1449-1493), scrittore, uomo
d’attività multiforme, autore di canzoni da ballo e di canti carnascialeschi,
dai quali il suo capolavoro, "La Canzona di Bacco e Arianna " è
l’espressione della più sfrenata gioia di vivere.
Attorno a lui si riunirono a scrivere poemi e trattati, poeti e filosofi come:
ANGELO AMBROGINI, detto POLIZIANO (1454 - 1494), autore del
poemetto incompiuto "Le stanze per la giostra" e del dramma
mitologico "l’Orfeo", PICO DELLA MIRANDOLA (1463 - 1494), che
fece l’elogio dell’uomo nella sua opera scritta in latino "De hominis
dignitate" ed artisti e scienziati come: LEON BATTISTA ALBERTI
(1404 -1472), architetto, gran teorico e umanista e LEONARDO DA VINCI
(1452 - 1519), pittore ("Gioconda" e il "Cenacolo"), scultore, ingegnere,
anatomista, inventore di macchine, veramente "la mente più alta del
secolo" (Giuseppe Petronio).
L’umanesimo ed il Rinascimento trovarono in Italia lo loro patria, in
merito alle opere di LUIGI PULCI (1432 - 1484), autore del "Morgante" e
di MATTÈO MARIA BOIARDO (1441 - 1494), che scrisse "Orlando
innamorato", poema, generato come quello di Pulci, dai motivi eroici e
religiosi della "Chanson de Roland", però con una fusione dei temi
cavaliereschi franco-brétoni, che trasfigurava la raffinatezza e la galanteria
della nuova civiltà umanistico-cortegiana.
Napoli diede all’Umanesimo il suo contributo dell’opera di
MASUCCIO SALERNITANO (1410 - 1480), autore di novelle ispirate
dal Decamerone di Boccaccio e di IACOPO SANNAZARO (1456 -
1530), letterato complesso, membro dell’Accademia pontaniana, autore
del romanzo pastorale "l’Arcadia".
Il Cinquecento fu rappresentato da poeti, scrittori e filosofi celebri:
LUDOVICO ARIOSTO (1475-1533) creò "Orlando furioso", poema
epico ad episodi magnifici, continuato dalla "Gerusalemme Liberata" di
TORQUATO TASSO (1544-1595), già opera barocca. I prosatori più noti
furono fiorentini come NICCOLO MACHIAVELLI (1469-1527), il gran
teòrico della politica, padre, con il suo "Principe", del "machiavellismo",
ma autore anche di commedie e novelle satiriche, storici, come
FRANCESCO GUICIARDINI (1483 - 1540), autore della prima grande
"Storia d’Italia" (in venti libri), e GIORGIO VASARI (1511 - 1574), con
la sua raccolta di biografie degli artisti del Rinascimento.
Una delle più grandi figure del secolo, per la quale l’attività letteraria fu
solo un episodio ai margini della sua attività triplice di pittore, scultore ed
architetto, è stato MICHELANGELO BUONARROTI (1475 - 1564), le cui
rime, rispecchiano la stessa energia concentrata e robustezza della sua
pittura e scultura, che lo fecero diventare un artista altrettanto originale
come il pittore classico, Raffaello.
PIETRO ARETINO (1492-1556) fu soprattutto un narratore ammirato per
l’eleganza del suo stile nel trattato eroico "i Ragionamenti" e nelle
commedie piene di vivacità, d’invenzione e di violenza polemica ("La
Talanta", "Lo ipocrito", "II filósofo", ecc. ).
Grande scienziato (scopritore delle leggi del pèndolo, della bilancia
idrostatica, dei satèlliti di Giove, inventore del cannocchiale, ecc. ), che
scrisse anche letteratura, fu
GALILEO GALILEI (1564 - 1638), con le sue opere brillanti: "Dialogo
sopra i due massimi sistemi dell’universo" e "Dialogo delle nuove
scienze".
GIORDANO BRUNO (nato a Nola, presso Napoli, nel 1548 e
condannato a morte e arso sul rogo a Roma, nel febbraio 1600, per le sue
idee), ebbe, per il primo, nei "Diàloghi italiani“, la visione di un mondo
non più ordinato gerarchicamente e ruotante intorno a un centro fisso, ma
immenso, infinito, con tantissimi centri animati, senzienti e pervasi di Dio.
TOMMASO CAMPANELLA (1568 - 1639), concepì a Napoli, in carcere,
dove era stato mandato sotto accusa di eresia, il diàlogo della "Città del
Sole", immagine di uno stato ideale, teocratico e comunistico.
Il primo Settecento trovò in Italia dell’età dell’Arcadia (nome
dell’Accademia creata a Roma, che alludeva alla regione greca,
anticamente abitata solo da pastori) spiriti razionalistici come
GIAMBATTISTA VICO (1668 - 1744), primo gran critico della letteratura
italiana, in merito alla sua "Scienza nuova" (nella quale la storia universale
era divisa in tre fasi: fantasia, mito e poesia) e PIETRO METASTASIO
(1698 - 1782), i cui melodrammi ("Didone abbandonata", "Siroe",
"Catone in Utica", "Achille in Sciro,... ") rispecchiarono i temi
caratteristici della civiltà degli eroi.
L'illuminismo italiano consacrò la figura tipica di letterato del conte
GÀSPARO GOZZI (1713 - 1786), fine moralista-umorista, attento agli
aspetti minuti della vita quotidiana, poeta sinceramente innamorato della
natura ("I Sermoni"), e critico ("la Difesa di Dante"). PIETRO VERRI
(1728 - 1797) fondava "l’Accademia dei Pugni" e il giornale "Il Caffè"
per i seguaci della nuova corrente.
Lirico, didattico e satirico, GIUSEPPE PARINI (1729 -1799) ha criticato
gli eccessi della poesia pastorale ed ha sostenuto in maniera illuministica la
funzione morale dell’arte. Ha scritto discorsi e dialoghi sulle belle arti e
sulla nobiltà, versi ("Odi") e poemi satirici ("Il Giorno").
Nel Settecento, CARLO GOLDONI (1707-1793), questo "Molière"
italiano, con le sue commedie "con e senza maschera": "La donna di
garbo", "La Pamela nubile", "I rustèghi", "la Locandiera"; "il
Campiello", ci regalava l’allegra e tanto amata commedia dell'arte.
L’età dell'illuminismo fece nascere sempre nel Settecento, il teatro
tragico, dall’aspirazione di VITTORIO ALFIERI (1749 - 1803) a cose
nobili e grandi, alla poesia "del forte sentire". Creatore della tragedia
classica italiana con le opere "Saul, Agamennone, Oreste", lui scrisse anche
poesia patriottica, di odio contro la tirannia francese ("il Misogallo").
L’età della rivoluzione e di Napoleone che travolse l’Italia, come tutta
l’Europa, dopo la rivoluzione francese del 1789, in un turbinio di vicende,
venne rispecchiata, con gusto neoclassico, nell’opera di VINCENZO
MONTI (1754 - 1828) ("il vecchio letterato italiano", come lo chiamava
De Sanctis, autore di odi: "Prosopopea di Pèricle", "Al Signor di
Montgolfier", di poemi: "Il pellegrino apostolico" e di tragèdie:
"Aristodemo", "Caio Graco", "Galeotto Manfredi") e di UGO FOSCOLO
(1778 -1827), autore del romanzo epistolare "le Ultime lettere di Jacopo
Ortis", scritto sotto l’influenza dei "Dolori del giovane Werther" di
Goethe, di odi ("A Luigia Pallavicini caduta dal cavallo" e "All’Amica
risanata"), di sonetti e dei mirabili poemi sull’importanza del conservare il
passato antico (I "Sepolcri" e le "Grazie ").
Dopo la caduta di Napoleone, nell’Italia della Restaurazione, la prima
generazione di letterati romantici e risorgimentali si raggnippò attorno alla
nuova rivista "Il Conciliatore", il cui redattore-capo fu SILVIO PELLICO
(1789 - 1854), autore di tragedie ("Francesca da Rimini, Ester d’Engaddi,
Iginio d’Asti'") e liriche ("Tancredi, la Morte di Dante"), scritte nella
maggior parte in carcere a Spielberg (Austria). La sua fama si deve al libro
memorialistico "Le mie prigioni", che svela la crudeltà del suo arresto.
Agitatore politico, cospiratore, giornalista, scrittore e critico, GIUSEPPE
MAZZINI (1805 - 1872) fu una personalità vivace e piena di pathos
rivoluzionario. Fondatore delle società "Giovine Italia" (in Francia) e
"Giovine Europa", scrisse lavori rilevanti, come "Del dramma storico",
"Ai poeţi del sec. XIX, Byron e Goethe", "Fede a avvenire" (in francese),
"Dei doveri dell'uomo", ecc.
Il patriota GIOVANNI BERCHET (1783 - 1851), fu traduttore di poesia
straniera ("Il Romancero spagnolo"), poeta, preoccupato anche dei nuovi
aspetti della lingua letteraria: "I pròfughi di Porga", "Le Romanze", "le
Fantasie" e prosatore: l’epistola "A Giuseppe Carlo“ e la "Lettera
semiseria ", (quest’ultima sull’argomento della poesia popolare).
La passione e l’impiego politico di GIUSEPPE GIUSTI (1809 - 1850)
favorirono la nuova "sàtira", nei suoi "Scherzi", dove la società venne
presentata con ironia, ma anche con amarezza. Scrittore instancabile,
NICCOLO TOMMASEO (1802 - 1874) fu autore di dizionari (di sinonimi,
d’estetica, dell’italiano). Come critico, fece anche un notevole commento
alla Divina Commedia di Dante, scrisse "Studi filosofici" e "Studi critici".
Raccolse e tradusse canti popolari toscani, greci, illirici, trattò di politica
("Dell’Italia"), scrisse versi ("Confessioni") e racconti psicologici in
prosa e versi. Tuttavia, il suo capolavoro resta il romanzo "Fede e
bellezza", il cui tematico ondeggiare tra sensualità e moralismo
determinò Manzoni a definirlo come "un pasticcio di giovedì grasso e
venerdì santo".
Ma le voci che espressero più spiccatamente gli ideali romantici e
risorgimentali, furono quelle dei due scrittori maggiori: Alessandro
Manzoni e Giacomo Leopardi.
ALESSANDRO MANZONI (1785 - 1873) fu, dopo Dante, il secondo
padre dell’italiano letterario, con i poemetti ("Il trionfo della libertà",
"l'Adda", "Sermoni"), canti ("Uranio", "A Partenèide"), "Inni sacri" ("il
Natale, La Passione, la Resurrezione, il Nome di Maria, la Pentecoste"), e
con un’espressione romantica e popolare usata per il tema religioso. Le sue
odi ("Marzo 1821 " e "Il cinque Maggio") furono ispirate ai moti patriottici
e alla morte di Napoleone, mentre le tragedie ("Il Conte di Carmagnola" e
"Adelchi") ebbero argomento storico. Però, il suo capolavoro letterario,
l’elaboratissimo romanzo "I promessi sposi" (il racconto delle sventure di
Renzo e Lucia, due innamorati che vedono il loro sogno di sposarsi
ostacolato da persone maligne), presenta la morale religioso-spirituale e
civile dell’autore, la speranza nella liberazione del suo paese di ogni male. Il
libro diventerà, nella forma, il modello letterario dei contemporanei,
nell’idea di uno strumento linguistico unico, accessibile a tutti gli italiani.
Con "I promessi Sposi" comincia un nuovo capitolo della prosa italiana,
scritta in una lingua non più retorica e convenzionale, ma moderna,
tendente alla lingua parlata.
I sentimenti puri degli amori idillici, ma anche dell’amore patrio,
vennero espressi con turbamento nell’opera dei maggiori rappresentanti
della letteratura risorgimentale e romantica: Leopardi, Carducci e Pascoli.
GIACOMO LEOPARDI (1798 - 1837) compose i suoi "Canti" e tutta la
sua opera sotto l’influenza del razionalismo francese e del movimento di
liberazione nazionale. Il tema patriottico è presente nei poemi "All’Italia",
"Sopra il monumento di Dante", "Ad Angelo Mai", ecc.
Autore di una "Storia dell’astronomia" all'età di solo quindici anni, e di
opere a carattere filosofico ("lo Zibaldone"), che svelano il suo pensiero
pessimistico sulla felicità), il poeta compose i suoi primi "Idilli"
("L’infinito", "La Sera del dì di festà", "Alla luna", "La vita solitària"),
impregnati dal dolore vissuto davanti all’inesorabile trascorrere del tempo,
sublimato solamente nella contemplazione di un’immensa natura
onnicomprensiva. Poesie come "Alla primavera o delle favole antiche",
"Ultimo canto di Saffo", trattano l’amarezza del poeta di fronte alla tirannia
del destino, di certe leggi universali oppressive e disumane. "I Canti" ("Il
Risorgimento" ed "A Silvia"), sono insieme ai grandi "Idilli" ("Le
ricordanze", "Il passero solitario", "La quiete dopo la tempesta", "Il
sabato del villaggio", "Il canto notturno di un pastore errante
dell’Asia") l’espressione matura poetica (musicale e tenera) e filosofica
del dolore universale, smorzato in pietà per tutti i viventi "eroici ed umili",
illusi e poi delusi dalla Natura matrigna nel loro sogno di felicità.
Nei versi di GIOVANNI PRATI (1814 - 1884), poeta e politico, trovano
posto tutti i motivi di canto del primo romanticismo (patria, amore,
idilliaca celebrazione degli umili), adatti ad un manierismo melodioso ed
ispirato anche da poeti stranieri come Byron, Hugo e Heine. Le sue
raccolte di liriche ("Canti lirici", "Canti per il popolo", "Ballate",
"Memorie e lacrime", "Storie e fantasie") preannunciano, per la loro
atmosfera simbolistica, Giovanni Pascoli.
Manifestato non solo nella letteratura, ma anche in musica e pittura,
nell’Italia unita, il movimento artistico della "Scapigliatura" (traduzione del
francese "bohème"), fiorì a Milano e Torino tra il 1860 e 1870 e continuò fino
alla fine del secolo. Il nome si dovette al tìtolo di un romanzo di C. ARRIGHI,
sostenitore, accanto a E. PRAGA, C. BOITO, I. U. TARCHETTI, G.
FALDELLA ed altri, della nuova concezione di "cogliere la verità arcana delle
cose, come contestazione delle pretese rappresentazioni realistiche del mondo",
e come preferenza per un universo piuttosto fantastico dei "fiori del male"
baudelairiani.
Lo scrittore più interessante degli anni tra la prima e la seconda
guerra d’indipendenza, fu IPPOLITO NIEVO (1831 - 1861), con la sua
opera maggiore, "Confessioni di un italiano", il più rappresentativo
romanzo-affresco della società italiana nella prima metà dell’Ottocento.
Dopo quattordici secoli di frantumazione politica, dalla caduta
dell’Impero romano, nel 1861, finite la seconda guerra d’indipendenza e la
spedizione dei Mille, si raggiunse l’unità nazionale e fu proclamato il
Regno d’Italia. Nella letteratura, quest’epoca, improntata dal realismo
(verismo) e positivismo, venne chiamata "l’età borghese".
LUIGI CAPUANA (1839 -1915) fu il teorico della scuola verista, autore
di novelle: "Le appassionate cittadine, „Le paesane" e di romanzi: "Il
profumo, „Il marchese di Roccaverdina", "Giacinta" essendo la prima
narrazione naturalista italiana. Il verismo Siciliano fu rappresentato da
FEDERICO DE ROBERTO (1861 - 1929), scrittore di romanzi di fine analisi
dei personaggi ("Ermanno Radi“, „L'illusione“, „Spàsimo"), di novelle e di
teatro ("Il rosario") e del capolavoro narrativo: "I Vicerè".
Altri veristi che identificarono le vite dei loro personaggi "al vero" e "al
reale", furono REMIGIO ZENA e EMILIO DE MARCHI.
MATTLDE SERAO (1856 - 1927) fece nei suoi romanzi e novelle: "Il
paese di Cuccagna", "Suor Giovanna della Croce", "La ballerina",
"Giacomino e la morte", l’affresco della vita popolana e piccola-borghese,
mentre RENATO FUCINI (1843 -1921) scrisse sonetti in vernacolo (dialetto)
e raccolte di bozzetti: "Le veglie di Neri", "All’aria aperta".
La narrativa per l’infanzia proclamò i nuovi valori morali del sacrificio e del
rispetto dell’uomo in un "Italia Unita", in merito al "Cuore" di EDMONDO
DE AMICIS (1846 - 1908) e alle "Avventure di Pinocchio" di CARLO
COLLODI (1826 - 1890), il burattino di legno che, dopo tutte le marachelle,
diventerà un buon ragazzo; conosciutissimo in tutto il mondo, il libro ebbe
più di duecento traduzioni.
Ma il più grande rappresentante del "verismo" (nome dato alla scuola
italiana realista, variante del naturalismo francese di Zola) fu GIOVANNI
VERGA (1840 -1922), autore di narrazioni d’ispirazione tardoromantica "Una
peccatrice", "Storia di una capinera", "Eva", dei "Malavoglia", progettato
come ciclo balzachiano e zoliano, e del "Master Don Gesualdo". I suoi
personaggi, di condizione modesta o misera ("Nedda" - una raccoglitrice
siciliana d’olive) o dalla società mondana, di lusso ("Tigre reale"), si
confrontano con i miti dell’umanità elementare, in un mondo dove le
vicende sono condotte dalla Provvidenza. "Primavera", "Vita dei campi",
"Rosso malpelo", le "Novelle rusticane", il romanzo psicologico "Il marito di
Elena" e l’adattamento per il teatro delle novelle ("Cavalleria rusticana") si
collocano tra le migliori opere realistiche del secolo.
GIOSUÈ CARDUCCI (1835 - 1907) è il tardo romantico italiano.
Formato alla scuola umanistica degli antichi (Orazio, Virgilio, Ovidio) e dei
moderni (Alfieri, Foscolo, Leopardi), e attirato dalle letterature straniere
(tedesca e particolarmente francese, che conferì un'impronta laica alla sua
lirica), professore universitario, senatore, Carducci svolse tutta la vita
un’imponente attività di poeta, erudito e critico letterario.
Impregnati nella polemica politica, poemi come "Inno a Sàtana, Levia
gravia" vennero seguiti da altri componimenti, raccolti nei "Giambi ed
epodi". La fama di poeta nazionale e di guida della coscienza culturale italiana
si deve alle "Rime nuove", "Rime e ritmi" ed alle "Odi bàrbare" (eufemismo,
per opporre la lingua parlata al greco e latino), che sono un ciclo di poesie
romane: "Nell’annuale della fondazione di Roma", "Dinanzi alle terme di
Caracalla", "Alla Vittoria", "Alle fonti di Clitumno", o poesie di tematica
medievale-comunale: "Il comune rustico", "Faida di Comune", "Il
parlamento", o di rievocazione della giovinezza appassionata: "Idillio
maremmano", "Davanti a San Guido", "Nostalgia", "San Martino"; altre
liriche, come "Funere mersit acerbo" e "Pianto antico" parlano del senso
della morte, come privazione di forza e luce. La grazia del paesaggio si nota
in: "Nevicata", "Sogno d’estate", "Mezzogiorno alpino", "Ad Annie", ecc.
I critici più noti del secondo Ottocento furono De Sanctis, Capuana,
Carducci e D'Annunzio.
FRANCESCO DE SANCTIS (1817 - 1883) rappresenta, con i suoi
"Saggi critici", con la "Letteratura italiana del sec. XIX" (studi critici su
Manzoni e Leopardi) e con la monografia sul Petrarca, il livello più alto
delle tendenze e dei caratteri della critica e storiografìa letteraria. La "Storia
della letteratura italiana" (in due volumi) sarà un capolavoro della
storiografia letteraria e del romanticismo italiano ed anche europeo.
Tra l’Ottocento e il Novecento, l’età giolittiana (dal nome del
riformatore democratico Giovanni Giolitti), è l’epoca del decadentismo,
delle nuove avanguardie. Artisti come ALFREDO PANZINI, EMILIO
CECCHI, RENATO SERRA si staccavano violentemente dalla tradizione,
cercando nuovi schemi e mòduli per esprimere l’innovazione "a ogni
costo".
"Dinamico imprenditore di cultura", GIUSEPPE PRATOLINI (1882 -
1982), fondò, negli anni che precedettero la prima guerra mondiale, insieme
a GIOVANNI PAPINI (1881 - 1956) la rivista culturale "Leonardo", nella
quale scrissero, come nella "Voce" ed nella "Lacerba", tutti i grandi
scrittori e filosofi del tempo.
BENEDETTO CROCE (1866 - 1952), con la sua "Letteratura della
nuova Italia" ha professato una ideologia idealistica nei suoi studi di filosofia,
estetica e di teoria letteraria.
Il maggiore rappresentante del decadentismo, GABRIELE
D’ANNUNZIO (1863 -1938) fu una straordinaria personalità, combattente,
autore di romanzi ("Il trionfo della morte", "Forse che si, forse che no"), di
drammi ("La città morta", la "Gioconda"), e di poesia ("Primo vere",
"Alcyone").
La sua meravigliosa poesia "La pioggia nel pineto" ha ispirato la lirica
dopo di lui. Accanto a lui, ANTONIO FOGAZZARO (1842 - 1911)
descrisse con sensualità e spiritualità la vita dei suoi personaggi, ("Piccolo
mondo antico"), presenti anche nelle liriche ("Valsolda"), nelle novelle
("Fedele ed altri racconti") e nei romanzi ("Malombra", "Leila").
I versi graziosi e pittoreschi di GIOVANNI PASCOLI (1855-1912),
poeta di larga fame che esercitò un notevole influsso su altri poeti e
scrittori con la sua opera ("Myricae", "Canti di Castelvecchio", "Odi e
inni", "Poemi del Risorgimento"), fecero della poesia un’illusione suprema
della vita, in una sintesi di moti affettivi, di reazioni ragionate dai problemi
sociali e di convinzioni politiche, lasciando ai posteri l’impronta del suo
"fanciullismo"'.
GRAZIA DELEDDA (1871 - 1936) esordì come narratrice in un periodo
di moda. Scrisse prevalentemente romanzi, basati su forti vicende d’amore,
di dolore e di morte, nelle quali domina il senso religioso del peccato e la
coscienza inesorabile della fatalità ("Elias Portolù", "Cènere", "Canne al
vento", "Marianna Sirca", "La madre", "Il Dio dei viventi", "Il paese del
vento", "Cosima"), e teatro ("L’edera", "la Grazia"). Partendo dal verismo
di Verga, l'autrice accosta al decadentismo di D'Annunzio.
Altro momento letterario importante del Novecento venne
rappresentato dal capolavoro narrativo di ITALO SVEVO (1861 - 1928)
"La coscienza di Zeno", romanzo di riflessione psicologica, avvicinato
all’opera di Proust, Joyce, Kafka e Pirandello.
Ricca di cultura di matrice carducciana, con uno stile ironico,
colloquiale ed elegiaco, l’opera di ALFREDO PANZINI (1863 -1939) -
romanzi: "Legione decima"), il diario poetico in bicicletta: "La lanterna
di Diogene", saggi: il "Viaggio di un povero letterato", "Il diavolo nella
mia libreria", "Io cerco moglie", "L’evoluzione di Giosuè Carducci", "Il
conte di Cavour", il dizionario moderno, con neologismi e barbarismi
dell’italiano e il suo migliore scritto artistico: "Il padrone sono me!", è una
nostalgica e patetica evocazione del vecchio mondo rurale.
Chiamati così da Giuseppe Antonio Borghese, che considerava il nuovo
poetare "un crepuscolo della grande stagione di poesia ai primi
dell’Ottocento", i poeti crepuscolari scrissero una lirica malinconica e grigia
come il crepuscolo della sera, descrivendo le cose monòtone e scialbe del
vivere quotidiano, le miserie segrete ed i pianti nascosti di ogni giorno.
Partendo dal decadentismo di D’Annunzio, GUIDO GOZZANO (1883 -1916)
scrisse novelle e versi di memorialistica di viaggi.
FILIPPO TOMMASO MARINETTI (1876 - 1944), scrittore di romanzi,
liriche e opere teatrali in italiano e francese, fu il teòrico del futurismo.
Dopo un inizio crepuscolare, ALDO PALAZZESCHI (1885 - 1974), come
anche altri poeti, si volse al futurismo, collaborando alle riveste "La Voce"
e "Lacerba". Le sue poesie ("La fontana malata", "Rio Bo") respirano,
come anche la prosa ("Il codice di Perelà") l’aria di un universo
fantastico metaforico, nel quale è difficile "cantare".
CORRADO GOVONI (1884 - 1965) passò dal simbolismo ("La
fiale") al crepuscolarismo ("Armonia in grìgio e in silenzio") e poi al
futurismo ("Fuochi d’artifizio", "Poesie elettriche").
Quello che rappresentò Svevo per la narrativa, fu LUIGI
PIRANDELLO (1867 -1936) per il teatro. Autore di racconti, novelle e
romanzi ("Novelle per un anno", "Uno, nessuno, centomila", "Il fu Matia
Pascal") e di opere teatrali ("Il berretto a sonagli", "Pènsaci, Giacomino",
"Il gioco delle parti, "Sei personaggi in cerca d’autore", "Vestire gli
ignudi"), lui ha inaugurato la nuova estetica teatrale, con il "teatro nel
teatro" ("Sei personaggi in cerca d’autore", "Enrico IV"), abbandonando
gli schemi naturalistici e borghesi, per nuove strutture drammatiche
originali, con una libertà d’innovazione d’avanguardia europea.
Tra le due guerre, all’età del fascismo, l’Italia si confronta con un
complesso e contraddittorio insieme di stati d’animo, dovuti agli eventi
storici. Gli scrittori sentono il bisogno di ridurre l’universo espresso
all’essenziale, semplificandone le forme e arricchendone i temi. Nella
critica letteraria si delineano due personalità: GIOVANNI GENTILE (1875
- 1944), storico della filosofia, con studi su Dante, Vico, Manzoni,
Leopardi e GIACOMO DE BENEDETTI (1901 - 1967), maggior
rappresentante della "saggistica critica". Fondatore di riviste, direttore di
case editrici, De Benedetti oscilla tra lo scrittore che parla lui stesso
("Amedeo ed altri racconti") e critico, parlando di altri, sempre aperto ai
fatti nuovi e salienti della cultura europea.
La lirica tra le due guerre respira in questi anni un sentimento di "ritomo
all’ordine". In una prima fase si nota una tendenza al "frammento", cioè a
piccoli componimenti sciolti dai vincoli tradizionali, liberi dalla discorsività ed
oratoria. Tra le più intense e significative esperienze liriche del primo
Novecento italiano sono "i Canti Orfici" di DINO CAMPANA (1885 - 1932),
che paiono riassumere le tensioni e le aspirazioni di una intera generazione: il
vitalismo attivistico, il disprezzo per la vita borghese e per le sue convinzioni,
l’ansia di una conoscenza che possa penetrare il contenuto misterioso della
parola.
Una delle più interessanti personalità poetiche del Novecento fu
GIUSEPPE UNGARETTI (1888 - 1970), autore della "poetica della
parola", che scrisse prosa ("Pace nella guerra", "Nebbia", saggi ("Agonia
del cristianesimo") e teatro ( "Fedra", "L'altro"). La poesia, piena
d’angoscia, evoca una "civiltà minacciata di morte" ed il destino
dell’uomo si traccia in tempo, da una relazione dell’effimero con l’eterno
("Il porto sepolto", „il Sentimento del tempo", "La terra promessa",
"Un grido e paesaggi", "Il taccuino del vecchio").
L’argomento della poesia di EUGENIO MONTALE (1896 - 1981) è la
condizione in sé stessa, considerata una trasfigurazione esistenziale della
crisi storica. La disperazione ed il pessimismo senza scampo dal "male di
vivere" dei suoi volumi "Ossi di seppia", fanno del poeta un rappresentante
europeo del soggettivismo metafisico.
Il terzo gran lirico novecentista, UMBERTO SABA (1883 - 1957), ha
amato gli uomini, la natura, le cose che appaiono nella sua lirica folta
d’immagini luminose e gioiose ("Il Canzoniere"). Ma il sapore amaro
della solitudine traspare nella più significativa raccolta sua di versi "La
serena disperazione". Prosatore fine e discreto, Saba scrisse anche ricordi-
racconti ("Prose") e novelle ("Scorciatoie e raccontini").
La lirica degli anni Trenta fino alla seconda guerra mondiale è stata
battezzata con un termine ambiguo e complesso: "ermetismo", che indica
un modo di rendere e di vedere le cose, con riferimento a poeti, prosatori e
saggisti, che s’incontravano in una tematica comune del contrasto fra il
mondo reale, disgregato e inorganico e un modo sognato di favola, libero e
felice. Raggiungendo risultati di massima semplicità e purezza,
SALVATORE QUASIMODO (1901 - 1968) fu il rappresentante di punta
dell’ermetismo, con i volumi di versi "Acque e terre", "Oboe sommerso,
"Erato e Apollion, Poesie". La sua lirica "impegnata", del prima e del
dopoguerra ("Nuove poesie", "Ed è subito sera", "Con il piede straniero
sopra il cuore", "La terra impareggiabile") presenta la terra natale
mitizzata come un paradiso perduto, come perduta è anche l’innocenza
quando la società metropolitana aliena la vita.
Gli scritti del Neorealismo dell’età così chiamata "della società e della
letteratura di massa" continuano le idee realistiche della letteratura della
guerra e della Resistenza. La nuova arte dev’essere "un’aspirazione di
analizzare e rappresentare il mondo moderno, non più mancante di
supporti necessari di cultura" (C. Pavese).
Scrittore, poeta, traduttore, figura letteraria tra le più amate del
dopoguerra, simbolo contraddittorio dell’impegno politico e del disagio
esistenziale, CÉSARE PAVESE (1908 - 1950) ha superato i modi
neorealistici con un’opera che descrive lo sforzo di ricostruire la
dimensione antropologica e psicoanalitica dei miti su cui s’intrecciano tutti i
suoi libri, in prosa e versi: "Il carcere", "Paesi tuoi", "La spiaggia", "Il
diavolo sulle colline", "Tre donne sole", "La luna ed i falò" (romanzi), "Il
mestiere di vivere" (diario), "Lavorare stanca", "Verrà la morte e avrà i
tuoi occhi" (versi). Scrivere - diceva il poeta - significa "mettere nelle parole
tutta la vita che si respira in questo mondo".
Figura prominente della "Stracittà" (movimento culturale nazionalistico
cittadino, mirando l’apertura verso l’Europa ed il mondo moderno,
MASSIMO BONTEMPELLI (1887 - 1960) ha elaborato una poetica "del
realismo magico", componendo romanzi e racconti ("La scacchiera
davanti allo specchio", "Il figlio di due madri, "Giro del sole"), opere di
teatro ("Nostra dea") e saggi ("L’avventura neocentesca").
Accanto a Bontempelli è emersa la figura di DINO BUZZATI (1906 -
1972), giornalista, novelliere, romanziere, pittore, tormentato da un
senso vivissimo dell’angoscia e dell’orrore della "città-inferno", sensibile
al mistero che è nelle cose e nel mondo. I suoi romanzi e racconti:
"Barnabò delle montagne", "Il deserto dei tartari" (capolavoro), "Il
segreto del bosco verde", "I sette messaggeri", "Un amore“, Settanta
racconti"... sono di un surrealismo "imparentato con il realismo magico di
Bontempelli" (G. Petronio).
Il maggiore scrittore di teatro tra il tramonto di Pirandello e la seconda
guerra mondiale fu UGO BETTI (1892 - 1953), autore anche di volumi di
liriche crepuscolari e di novelle ("Le case") di dolente realismo lirico. I
suoi scritti più noti sono "Frana allo scalo Nord", "Delitto all’Isola delle
capre, "Corruzione al palazzo di giustizia".
VASCO PRATOLINI (1913 - 1991) fu uno dei maggiori narratori del
neorealismo. Nel "Quartiere" evoca gli umili quartieri di Firenze, mentre in
"Una storia italiana" (ciclo narrativo articolato a più romanzi:
"Metello", "Lo scialo", "Allegoria e derisione") e nel capolavoro "La
Cronaca dei Poveri amanti" presenta personaggi emblematici del
proletariato e della borghesia, analizzati in un microcosmo nel quale si
svolgono dinamiche sentimentali e politico-sociali.
ALBERTO MORAVIA (1907) fu il pittore oggettivo dell’ambiente
borghese e del piccolo mondo romano, confrontato con la mancanza dei
sentimenti ("Racconti romani", "La Ciociara", "Gli Indifferenti", "La
noia", "La vita interiore", "L’uomo che guarda" - romanzi - "Il dio Kurt",
"La vita è giuoco" - lavori drammatici - e saggi).
La Sicilia ha ispirato al GIUSEPPE TOMASI DI LAMPEDUSA (1896 -
1957) il famosissimo "Gattopardo", un’inquietante e ironica
interpretazione dei mutamenti storico-sociali e della prassi trasformistica
della politica post-risorgimentale, che fu poi battezzata "gattopardismo", a
DANILO DOLCI (1924) "Inchiesta a Palermo", "Racconti siciliani", a
ELIO V1TTORINI (1908 - 1966), autore anche del romanzo sul movimento
partigiano "Uomini e no", narrazioni come "Conversazione in Sicilia“,
„Erica e i suoi fratelli" ed a VITALINO BRANCATI (1907 - 1954),
autore di opere di notevole rilievo anche nel cinema e nel teatro, "Don
Giovanni in Sicilia" e "Il bell’Antonio".
Abile giornalista ai prestigiosi giornali ("Fiera letteraria", "La Stampa",
"Corriere della sera"), autore di studi socio-politici, CURZIO
MALAPARTE (1898 - 1957), dipinse i particolari dei napoletani e dei
toscani nei romanzi "Kaput", "La Pelle", "I Toscani", caratterizzati da una
descrizione risentita, spesso cruda, di certi aspetti della realtà italiana del
secondo dopoguerra, mentre CORRADO ALVARO (1895 - 1956),
altrettanto giornalista, dipinse in "Gente in Aspromonte" (raccolta di
novelle), i paesi della Calabria, riproponendo i temi verghiani (il mondo
pastorale, con la sua miseria e le sue passioni).
Nel teatro, EDUARDO DE FILIPPO ha presentato la vita della piccola
borghesia napoletana con il suo malinconico ottimismo, nonostante le
vicende amare e dolorose della vita, nella tradizione del gran siciliano
Pirandello ("Le voci di dentro", "La grande magia", "Napoli milionaria",
"Filumena Marturano", "Questi fantasmi", "Sàbato, domenica e lunedì"...
)
L’attrazione degli scrittori italiani verso il Mezzogiorno primitivo,
confrontato con i tantissimi problemi esistenziali, psico-sociali, si è
rilevata in modo particolare nel capolavoro di CARLO LEVI (1902 - 1975)
"Cristo si è fermato a Eboli", segnato, come tutta la sua opera, del fascino del
primitivo, della mitizzazione della civiltà contadina, in cui si nota anche la
componente simbolica che determina la conoscenza degli archetipi
antropologici del mondo rurale.
Vicino a questi grandi autori si trovano IGNAZIO SILONE (1900 - 1978),
con una narrativa neorealistica di tematica socialista e antitotalitarista, nei
romanzi: "Pane e vino“, „Il seme sotto la neve“, „Il segreto di Luca", "La
volpe e le camelie") e GIUSEPPE MAROTTA (1902 - 1963), fine
osservatore dei fatti e dei caratteri nei suoi libri: "L’oro di Napoli", "Gli
alunni del sole", "Gli alunni del tempo", intessuti di umorismo. I due
autori evocarono la povertà e lo splendore del Sud d’Italia.
Infine, MARIO SOLDATI (1906) ha disegnato con tanta forza la Piazza di
Spagna a Roma e l’isola di Capri ("Le due città", "Il vero Silvestri", "Le
lettere da Capri"), mentre GIOVANNI GUARESCHI (1908 - 1968), autore
di libri prevalentemente umoristici: "Il destino si chiama Clotilde", "Diario
clandestino", "Lo zibaldino", ha immortalato la figura di Don Camillo nel
romanzo omònimo.
Per quello che riguarda la letteratura, la guerra, la Resistenza, la distinzione
tra il momento estetico di quello pratico e politico, la critica del marxista
ANTONIO GRAMSCI (1891 - 1937), storico e critico di formazione
"crocianista", ha cercato di confermare e di convalidare la fondazione di una
cultura e di una critica "impegnate" ("Quaderni del carcere").
Dopo gli anni Cinquanta, con la crisi del neorealismo, lo strutturalismo
linguistico diventa un fatto ideologico; la psicanalisi (dottrina di Sigmund
Freud e di Carl Gustav Jung) e la così chiamata "interdisciplinarietà" sono tratti
tipici della cultura italiana. Le neoavanguardie avvertono una tragica crisi della
ragione, la mancanza di senso della cultura e letteratura, la sparizione del
significato storico. E’ l’amara conclusione del romanzo "la Storia" di Elsa
Morante.
Raggruppati nelle categorie di "postermetici" o "sperimentalisti", gli
scrittori contemporanei disegnano od abbozzano alcuni ritratti di personalità
più distinte come quelle dei personaggi di PIER PAOLO PASOLINI (1922 -
1975), una delle personalità più irrequiete e inquietanti del dopoguerra
("Ragazzi di vita", "Una vita violenta", "La ragione del mio tempo",
"L’usignolo della chiesa cattolica").
Se nella lirica d’oggi (GIOVANNI GUIDICINI, ANTONIO PORTA),
nella quale si notano tanti echi crepuscolari, si rende e si denuncia la
tragicità di un mondo alienato, incapace di assurgere alla dignità della
"tragedia" e della "poesia", nella narrativa si notano i contributi notevoli dei
libri di GIORGIO BASSANI (1916) ("Le storie ferraresi" e "Il giardino dei
Finzi-Contini" - romanzo), GUIDO PIOVENE (1907 - 1974) ("Lettere di
novizia") ed ELSA MORANTE (1912 - 1985) ("Menzogna e sortilegio",
"L’isola dì Arturo", "lo Sciale andaluso", "Aracoeli" e "la Storia").
Gli avviamenti delle produzioni letterarie attuali verso una „letteratura
industriale“ (PAOLO VOLPONI, VINCNZO GUERRAZZI ed altri) e
„sperimentale“, nella tradizione del „nuovo romanzo“ del „gruppo ’63“
rappresentato in Europa da Alain Robbe-Grillet, Michel Butor, Nathalie
Srraute e in Italia da PAOLO VOLPONI, STEFANO ARRIGO e
GIORGIO MANGANELLI, mirano verso il „romanzo colto,
d’ingegneria“, opera di scrittori „esperti di linguistica e di semiologia,
conoscenti della tecnica dello smontare i romanzi e studiarne i meccanismi
compositivi per scoprire le leggi della narazione“ (G. Petronio). Sono da
accenare qui i libri sulla Resistenza e su tutta la storia politica e culturale
degli ultimi quarantanni, colta dalla personalità inquieta di ITALO
CALVINO (1923 – 1985), scrittore consapevole dei mutamenti accaduti
nel mondo e preoccupato di trovare I modi espressivi ideali nei suoi libri
sulla Resistenya e sulaa causalità ed arbitrarietà dei destini umani : „Il
sentierop dei nidi di ragno“, „Ultimo viene il cervo“, „Il visconte
dimezzato“, „Il barone rampante“, „Il castello dei destini incrociati“,
„Le città invisibili“, „Se una notte d’inverno un viaggiattore“,
„Palomar“, „Una pietra sopra“ (saggi).
Romanzi d’ingineria, o combinatori, di gioco, rivolti a „letori colti,
interessati ai meccanismi narrativi più che alle storie e ai pesonaggi“ (I.
Calvino), possono essere considerati anche i libri di UMBERTO ECO
(1932), scrittore, docente universitario, publicista: „Il nome della rosa“, Il
pendolo di Foucoult“, A che punto è la notte!“, pregiati da certi come
„gialli letterari di alto livello“.

Per il loro valorosissimi contributi alla letteratura universale, gli


scrittori e poeti italiani che ricevettero il Preio Nobel, sono:
GIOSUE CARDUCCI – 1906
GRAZIA DELEDDA – 1926
LUIGI PIRANDELLO – 1934
SALVATORE QUASIMODO – 1959
EUGENIO MONTALE – 1975
„La letteratura non è un fatto artificiale“ – diceva De Sanctis – „ma
culto della scienya, entusiasmo dell’arte, amore di ciò che è nobile,
gentile, bello; e vi edua non per tirare guadagno, ma per esercitare, per
nobiliare la vostra intelligenza, per il trionfo di tutte le idee generose.
Prima di essere ingegneri (od altro), dovete far atto dei vostri padri, umne
lettere, che èducano il vostro cuore e nobilitao il vostro carattere“.
Sono passati circa centocinquanta anni da quando Francesco de Sanctis
diceva queste parole (nel 1856) ai suoi studenti svizzeri della facoltà
d’ingegneria, che dovevano studiare anche le lettee, e dobbiamo
condividere la sua vera opinione.
Perché la letteratura è vita, e conoscere la letteratura, vuol dire
conoscere la vita.

Coniugazioni irregolari Conjugări nergulate

ANDARE
INDICATIVO

Presente Passato prossimo Imperfetto


io vado io sono andato, a io andavo
tu vai tu sei andato, a tu andavi
egli va egli è andato, a egli andava
noi andiamo noi siamo andati, e noi andavamo
voi andate voi siete andati, e voi andavate
essi vanno essi sono andati, e essi andavano

Trapassato prossimo Passato remoto Trapassato remoto


io ero andato, a io andai io fui andato, a
tu eri andato tu andasti tu fosti andato, a
egli era andato andò egli fu andato, a
noi eravamo andati, e noi andammo noi fummo andati, e
voi eravate andati voi andaste voi foste andati, e
essi erano andati essi andarono essi furono andati, e

Futuro Futuro anteriore


io andrò io sarò andato, a
tu andrai tu sarai andato
egli andrà egli sarà andato
noi andremo noi saremo andati
voi andrate voi sarete andati
essi andrano essi saranno andati, e

CONGIUNTIVO

Presente Passato Imperfetto


che io vada che io sia andato, a che io andassi
che tu vada che tu sia andato, a che tu andassi
che egli vada che egli sia andato, a che egli andassse
che noi andiamo che noi siamo andati, e che noi andassimo
che voi andiate che voi siete andati, e che voi andaste
che essi vadano che essi siano andati, e che essi andasseno

Trapassato
che io fossi andato, a
che tu fossi andato, a
che egli fosse andato, a
che noi fossimo andati, e
che voi foste andati, e
che essi fossero andati, e
CONDIZIONALE IMPERATIVO
Presente Passato
io andrei io sarei andato, a –
tu andresti tu sarete andato, a va!
egli adrebbe egli sarebbe andato, a vada!
noi andremo noi saremmo andati, e andiamo!
voi andreste voi sareste andati, e andate!
essi andrebbero essi sarebbero andati, e vadono!
GERUNDIO PARTICIPIO
Presente Passato Presente Passato
andando essendo andato andante andato
INFINITO
Presente Passato
andare essere andato, a

DARE

Presente Passato prossimo Imperfetto


io do io ho dato io davo
tu dai tu hai dato tu davi
egli da egli ha dato egli dava
noi diamo noi abbiamo dato noi davamo
voi date voi avete dato voi davate
essi danno essi hanno dato essi davano

Trapasato prossimo Passato remoto Trapassato remoto


io avevo dato io diedi (detti) io ebbi dato
tu avevi dato tu desti tu avesti dato
egli aveva dato egli diede (diette) egli ebbe dato
noi avevamo dato noi demmo noi avemmo dato
voi avevate dato voi deste voi aveste dato
essi avevano dato voi diedero(dettero) essi ebbero dato
Futuro Futuro anteriore
io darò io avrò dato
tu darai tu avrai dato
egli darà egli avrà dato
noi adremo noi avremo dato
voi drete noi avrete dato
esssi daronno essi avranno dato
CONGIUNTIVO
Presente Passato Imperfetto
che io dia che io abbia dato che io dessi
che tu dia che tu abbia dato che tu dessi
che egli dia che abbia dato che egli desse
che noi diamo che noi abbiamo dato che noi dessimo
che voi diate che voi abbiate dato che voi deste
che essi diano che essi abbiano dato che essi dessero
Trapassato
che io avessi dato
che tu avesi dato
che egli avesse dato
che noi avessimo dato
che voi aveste dato
che essi avessero dato
CONDIZIONALE IMPERATIVO
Presente Passato
io darei io avrei dato –
tu daresti tu avresti dato da’! (dai!)
egli darebbe egli avrebbe dato dia!
noi daremmo noi avremmo dato diamo!
voi dareste voi avreste dato date!
essi darebbero essi avrebbero dato diano!
GERUNDIO PARTICIPIO
Presenete Passato Presente Passato
dando avendo dato dante dato
INFINITO
Presente Passato
dare aver dato

STARE

Presente Passato prossimo Imperfetto


io sto io sono stato, a io stavo
tu stai tu sei stato, a tu stavi
egli sta egli è stato, a egli stava
noi stiamo noi siamo stati, e noi stavamo
voi state voi siete stati, e voi stavate
essi stanno essi sono stati, e essi stavano
Trapassato prossimo Passato remoto Trapassato rmoto
io ero stato, a io steti io fui stato, a
tu eri stato, a tu stesti tu fosti stato, a
egli era stato, a egli stette egli fu stato, a
noi eravamo stati, e noi stemmo noi fummo stati, e
voi eravate stati, e voi steste voi foste stati, e
essi erano stati, e essi stettero essi furono stati, e
Futuro Futuro anteriore
io starò io sarò stato, a
tu starai tu starai stato, a
egli starà egli sarà stato, a
noi staremo noi saremo stati, e
voi starete voi sarete stati, e
esssi staranno essi saranno stati, e
CONGIUNTIVO
Presente Passato Imperfetto
che io stia che io sia stato,a che io stessi
che tu stia che tu sia stato, a che tu stessi
che egli stia che egli sia stato, a che egli stesse
che noi stiamo che noi siamo stati, e che noi stessimo
che voi stiate che voi siate stati, e che voi steste
che essi stiano che essi siano stati, e che essi stessero
Trapassato
che io fossi stato, a
che tu fossi stato, a
che egli fosse stato, a
che noi fossimo stati, e
che voi foste stati, e
eche essi fossero stati, e
CONDIZIONALE IMPERATIVO
Presente Passato
io starei io sarei stato, a –
tu staresti tu saresti stato, a sta’! (stai!)
egli starebbe egli sarebbe stato, a stia!
noi staremmo noi saremmo stati, e stiamo!
voi stareste voi sareste stati, e state!
essi starebbero essi sarebbero stati, e stiano!
GERUNDIO PARTICIPIO
Presente Passato Presente Passato
Stando essendo stato stante stato
INFINITO
Presente Passato
Stare essere stato

FARE

INDICATIVO
Presente Passato prossimo Imperfetto
io faccio io ho fatto io facevo
tu fai tu hai fatto tu facevi
egli fa egli ha fatto egli faceva
noi facciamo noi abbiamo fatto noi facevamo
voi fate voi avete fatto voi facevate
essi fanno essi hanno fatto essi facevano
Trapassato prossimo Passato remoto Trapassato remoto
io avevofatto io feci io ebbi fatto
tu avei fatto tu facesti tu avesti fatto
egli aveva fatto egli fece egli ebbe fatto
noi avevamo fatto noi facemmo noi avemmo fatto
voi avevate fatto voi faceste voi aveste fatto
essi avevano fatto essi fecero essi ebbero fato
Futuro Futuro anteriore
io farò io avrò fatto
tu farai tu avrai fatto
egli farà egli avrà fatto
noi farmo noi avremo fatto
voi farete voi avrete fatto
essi faranno essi avranno fatto
CONGIUNTIVO
Presente Passato Imperfetto
che io faccia che io abbia fatto che io facessi
che tu faccia che tu abbia fatto che tu facessi
che egli faccia che egli abbiano fatto che facesse
che noi facciamo che noi abbaimo fatto che noi facessimo
che voi facciate che voi abbiate fatto che voi faceste
che essi facciano che essi abbiano fatto che essi facessero
Trapassato
che io avessi fatto
che tu avessi fatto
che egli avesse fatto
che noi avessimo fattto
che aveste fatto
che essi avessero fatto
CONDIZIONALE IMPERATIVO
Presente Passato
io farei io avrei fatto –
tu faresti tu avresti fatto fa’!
egli farebbe egli avrebbe fatto faccia!
noi faremmo noi avremmo fatto facciamo!
voi fareste voi avreste fatto fate!
essi farebbero essi avrebbero fatto fácciano!
GERUNDIO PARTICIPIO
Presente Passato Presente Passato
facendo avendo fatto facente fatto
INFINITO
Presente Passato
fare aver fatto

DOVERE
INDICATIVO
Presente Passato prossimo Imperfetto
io devo io ho devuto io dovevo
tu devi tu hai dovuto tu dovevi
egli deve egli ha dovuto egli doveva
noi dobbiamo noi abbiamo dovuto noi dovevamo
voi dovete voi avete dovuto voi dovevate
essi devono essi hanno dovuto essi avevano dovuto
Trapasssato prossimo Passato remoto Trapassato remoto
io avevo dovuto io dovetti io ebbi dovuto
tu avevi dovuto tu dovesti tu avesti dovuto
egli aveva dovuto egli dovete egli ebbe dovuto
noi avevamo dovuto noi dovemmo noi avemmo dovuto
voi avevate dovuto voi doveste voi aveste dovuto
essi avevano dovuto essi dovettero essi ebbero dovuto
Futuro Futuro anteriore
io dovrò io avrò dovuto
tu dovrai tu avrai dovuto
egli dovrà egli avrà dovuto
noi dovremo noi avremo dovuto
voi dovrete voi avrete dovuto
essi dovranno essi avranno dovuto
CONGIUNTIVO
Presente Passato Imperfetto
che io deva (debba) che io abbia dovuto che io dovessi
che tu deva (debba) che tu abbia dovuto che tu dovessi
che egli deva (debba) che egli abbia dovuto che egli dovesse
che noi dobbiamo che noi abbiamo dovuto che noi dovessimo
che voi dobbiate che voi abbiate dovuto che voi doveste
che essi devano (debbano) che essi abbiano avuto che essi dovessero
Trapassato
che io avessi dovuto
che tu avessi dovuto
che egli avesse dovuto
che noi avessimo dovuto
che aveste dovuto
che essi avessero dovuto
CONDIZIONALE IMPERATIVO
Presente Passato
io dovrei io avrei dovuto –
tu dovresti tu dovresti dovuto devi!
egli dovrebbe egli avrebbe dovuto debba!
noi dovremmo noi avremmo dovuto dobbiamo!
voi dovreste voi avreste dovuto dovete!
essi dovrebbero essi avrebbero dovuto debano
GERUNDIO PARTICIPIO
Presente Passato Presente Passato
dovendo avendo dovuto – dovuto
INFINITO
Presente Passato
dovere aver dovuto

POTERE

INDICATIVO
Presente Passato prossimo Imperfetto
io posso io ho potuto io potevo
tu puoi tu hai potuto tu potevi
egli può egli ha potuto egli poteva
noi possiamo noi abbiamo potuto noi potevano
voi potete voi avete potuto voi potevate
essi possono essi hanno potuto essi potevano
Trapassato prossimo Passato remoto Trapassato remoto
io avevo potuto io potei (potetti) io ebbi potuto
tu avevi potuto tu potesti tu avesti potuto
egli aveva potuto egli potè egli ebbe potuto
noi avevamo potuto noi potemmo noi avemmo potuto
voi avevate potuto voi poteste voi aveste potuto
essi avevanopotuto essi poterono (potettero) essi ebbero potuto
Futuro Futuro anteriore
io potrò io avrò potuto
tu potrai tu vrai potuto
egli potrà egli avrà potuto
noi potremo noi avremo potuto
voi potrete voi avrete potuto
essi potranno essi avranno potuto
CONGIUNTIVO
Presente Passato Imperfetto
che io possa che io abbia potuto che io potessi
che tu possa che tu abbia potuto che tu potessi
che egli possa che egli abbia potuto che gli potesse
che noi possiamo che noi abbiamo potuto che noi potessimo
che voi possiate che voi abbiate potuto che voi poteste
che essi possano che essi abbiano potuto che essi potessero
Trapassato
che io avessi potuto
che tu avessi potuto
che egli avesse poturo
che noi avessimopotuto
che voiu aveste potuto
che essi avessero potuto
CONDIZIONALE IMPERATIVO
Presente Passato
io potrei io avrei potuto
tu potresti tu avresti potuto
egli potrebbe egli avrebbe potuto
noi potremmo noi avremmo potuto
voi potreste voi avreste potuto
essi potrebbero essi avrebbero potuto
GERUNDIO PARTICIPIO
Presente Passato Presente passato
potendo avendo potuto potente potuto

SAPERE

INDICATIVO
Presente Passato prossimo Imperfetto
io so io ho saputo io sapevo
tu sai tu hai saputo tu sapevi
egli sa egli ha saputo egli sapeva
noi sappiamo noi abbiamo saputo noi sapevamo
voi sapete voi avete saputo voi sapevate
essi sanno essi hanno saputo essi sapevano
Trapassato prossimo Passato remoto Trapassato remoto
io avevo saputo io seppi io ebbi saputo
tu avevi saputo tu sapesti tu avesti saputo
egli aveva saputo egli seppe egli ebbe saputo
noi avevamo saputo noi sapemmo noi avemmo saputo
voi avevate saputo voi sapeste voi aveste saputo
essi avevano saputo essi seppero essi ebbero saputo
Futuro Futuro anteriore
io saprò io avrò saputo
tu saprai tu avrai saputo
egli saprà egli avrà saputo
noi sapremo noi avremo saputo
voi saprete voi avrete saputo
essi saprano essi avranno saputo
CONGIUNTIVO
Presente Passato Imperfetto
che io sappia che io abbia saputo che io sapessi
che tu sappia che tu abbia saputo che tu sapessi
che egli sappia che egli abbia saputo che egli sapesse
che noi sappiamo che noi abbiamo saputo che noi sapessimo
che voi sappiate che voi abbiate saputo che voi sapeste
che essi sappioano che essi abbiano saputo che essi sapessero
Trapassato
che io avesi saputo
che tu avessi saputo
che egli avesse saputo
che noi avessimo saputo
che voi aveste saputo
che essi avessero saputo
CONDIZIONALE
Presente Passato Imperfetto
che io sappia che io abbia saputo che io sapessi
che tu sappia che tu abbia saputo che tu sapessi
che egli sappia che egli abbia saputo che egli sapesse
che noi sappiamo che noi abbiamo saputo che egli sapessimo
che voi ssappaite che voi abbiate sapute che voi sapeste
che essi sappiano che essi abbiano saputo che essi avessero saputo
CONDIZONALE IMPERATIVO
Presente Passato
io saprei io avrei saputo –
tu sapresti tu avresti saputo sa’ (sappi!)
egli sarebbe egli avrebbe saputo sappia!
noi sapremmo noi avremmo saputo sappiamo!
voi sapreste voi avreste saputo sapete!
essi saprebbero essi avrebbero saputo sappiano!
GERUNDIO PARTICIPIO
Presente Pasato Presente Passato
sapendo avendo saputo sapiente saputo

VEDERE

INDICATIVO
Presente Passato prossimo Imperfetto
io vado io ho veduto (visto) io vedevo
tu vedi tu hai veduto tu vedevi
egli vede egli ha veduto egli vedeva
noi vediamo noi abbiamo veduto noi vedevamo
voi vedete voi avete veduto voi vedevate
essi vedono essi hanno veduto essi vedevano
Trapassato prossimo Passato remoto Trapassato remoto
io avevo veduto (visto) io vidi io ebbi visto
tu avevi visto tu vedeste tu avesti visto
egli aveva visto egli vide egli ebbe visto
noi avevamo visto noi vedemmo noi avemmo visto
voi avevate visto voi vedeste voi aveste visto
essi avevano visto essi videro essi ebbero visto
Futuro Futuro anteriore
io vedrò io avrò visto
tu vedrai tu avrai visto
egli vedrà egli avrà visto
noi vedremo noi avremo visto
voi vedrete voi avrete visto
essi vedranno essi avranno visto
CONGIUNTIVO
Presente Passsato Imperfetto
che io veda che io abbia visto che io vedessi
che tu veda che tu abbia visto che tu vedessi
che egli veda che egliabbia visto che egli vedesse
che noi vediamo che noi abbiamo visto che noi vedessimo
che voi vediate che voi abbiate visto che voi vedeste
che essi veano che essi abbiano visto che essi vedessero
Trapassato
che io avessi visto
che tu avessi visto
che egli avesse visto
che noi avessimo visto
che voi aveste visto
che essi avessero visto
CONDIZIONALE IMPERATIVO
Presente Passato
io vedrei io avrei visto –
tu vedresti tu avresti visto vedi!
egli vedrebbe egli avrebbe visto veda
noi vedremmo noi avremmo visto vediamo!
voi vedreste voi avreste visto vedete
essi vedrebbero essi avrebbero visto vedano!
GERUNDIO PARTICIPIO
Presente Passato Presente Passato
vedendo avendo visto vedente visto (veduto)

APPARIRE

INDICATIVO
Presente Passato prossimo Imperfetto
io apparisco (appaio) io sono apparso, a io apparivo
tu appairsci (appari) tu sei apparso tu apparivi
egli apparisce (appare) egli è apparso egli appariva
noi appariamo noi siamo aparsi, e noi apparivamo
voi apparite voi siete apparsi voi apparivate
essi appariscono (appaiono) essi sono apparsi essi apparivano
Trapassato prossimo Passsato remoto Trapassato remoto
io ero apparso, a io aparii (apparvi) io fui apparso, a
tu eri apparso tu aparisti tu fosti apparso
egli era apparso egli aparì (aparve) egli fu apparso
noi ervamo apparsi, e noi apparimmo noi fummo apparsi
noi eravate apparsi voi appariste voi foste apparsi
essi erano apparsi essi apparirono (apparvero) essi furono apparsi
Futuro Futuro anteriore
io apparirò io sarò apparso
tu apparirai tu sarai apparso
egli apparià egli sarà apparso
noi appariremo noi saremo apparso
voi apparirete voi sarete apparsi
essi appariranno essi saranno apparsi
CONGIUNTIVO
Presente Passato Imperfetto
che io apparisca (appaia) che io sia apparso, a che io apparissi
che tu apparisca (appaia) che tu sia apparso che tu apparissi
che egli apparisca (appaia) che egli sia apparso che agli apparisse
che noi appariamo che noi siamo apparsi, che noi fossimo aparsi, e
che voi appariste che voi siate apparsi, e che voi fosse apparsi
che essi appariscano (appaiono) che essi apparsi, e che essi apparissero
CONDIZIONALE IMPERATIVO
Presente Passato
io apparirei io sarei apparso, a –
tu appariresti tu saresti apparso apparisci!
egli apparirebbe egli sarebbe apparso apparisca!
noi appariremmo noi saremmo apparsi, e appariamo!
voi apparireste voi sareste apparsi apparite!
essi apparirebbero essi sarebbero apparsi appariscano!
GERUNDIO PARTICIPIO
Presente Passato Presente Passato
apparendo essendo apparso, e apparente apparito (apparso), a

DIRE

INDICATIVO
Presente Passato prossimo Imperfetto
io dico io ho detto io dicevo
tu dici tu hai detto tu dicevi
egli dice egli ha detto egli diceva
noi diciamo noi abbiamo detto noi dicevamo
voi dite voi avete detto voi dicevate
essi dicono essi hanno detto essi dicevano
Trapassato prossimo Passato remoto Trapassato remoto
io avevo detto io dissi io ebbi detto
tu avevi detto tu dicesti tu avesti detto
egli avevo detto egli disse egli ebbe detto
noi avevamo detto noi dicemmo noi avemmo detto
voi avevate detto voi diceste voi aveste detto
essi avevano detto essi dissero essi ebbero detto
Futuro Futuro antriore
io dirò io avrò detto
tu dirai tu avrai detto
egli dirà egli avràdetto
noi diremo noi avremo detto
voi dirte voi avrete detto
essi diranno essi avranno detto
CONGIUNTIVO
Presente Passato Imperfetto
che io dica che io abbia detto che io dicessi
che tu dica che tu abbia detto che tu dicessi
che egli dica che egli abbia detto che egli dicesse
che noi diciamo che noi abbiamo detto che noi dicessimo
che diciate che voi abbiate detto che voi diceste
che essi dicano che essi abbiano detto che essi dicessero
Trapassato
che io avesi detto
che tu avessi detto
che egli avesse detto
che noi avessimo detto
che voi aveste detto
che essi avessero detto
CONDIZIONALE IMPERATIVO
Presente Passato
io direi io avrei detto –
tu diresti tu avresti detto di’!
egli direbbe egli avrebbe detto dica!
noi diremmo noi avremmo detto diciamo!
voi direste voi avreste detto dite!
essi direbbero essi avrebbero detto dicano!
GERUNDIO PARTICIPIO
Presente Passato Presente Passato
dicendo avendo detto dicente detto

USCIRE

INDICATIVO
Presente Passato prossimo Imperfetto
io esco io sono uscito, a io uscivo
tu esci tu sei uscito tu uscivi
egli esce egli è uscito egli usciva
noi usciamo noi siamo usciti, e noi uscivamo
voi uscite voi siete usciti voi uscivate
essi escono essi sono usciti essi uscivano
Trapassato prossimo Passato remoto Trapassato remoto
io ero uscito, a io uscii io fui uscito,a
tu eri uscito tu uscisti tu fosti uscito
egli era uscito egli uscì egli fu uscito
noi eravamo usciti, e noi uscimmo noi fummo usciti, e
voi eravate usciti voi fosse usciti voi uscirete
essi erano usciti essi uscirini essi furono usciti
Futuro Futuro anteriore
io uscirò io sarà uscito
tu uscirai tu sarai uscito
egli uscirà egli sarà uscito
noi usciremo noi saremo usciti, e
voi uscirete voi sarete usciti
essi usciranno essi saranno usciti
CONGIUNTIVO
Presente Passato Imperfetto
che io esca che io sia uscito, a che io uscissi
che tu esca che tu sia uscito che tu uscissi
che egli esca che egli sia uscito che eli uscisse
che noi usciamo che noi siamo usciti, e che noi uscissimo
che voi usciate che voi siate usciti che voi usciste
che essi escano che essi siano usciti che essi uscissero
Trapassato
che io fossi uscito, a
che tu fossi uscito
che egli fosse uscito
che noi fossimo usciti, e
che voi foste usciti
che essi fossero usciti
CONDOZIONALE IMPERATIVO
Presente Passato
io uscirei io sarei uscito, a –
tu usciresti tu saresti uscito esci!
egli uscirebbe egli sarebbe uscito, a esca!
noi usciremmo noi saremmo usciti usiamo!
voi uscirete voi sareste usciti uscite!
essi uscirebbero essi sarebbero usciti, e escano!
GERUNDIO PARTICIPIO
Presente Passato Presente Passato
uscendo essendo uscito uscente uscito

VENIRE

INDICATIVO
Presente Passato prossimo Imperfetto
io vengo io sono venuto io venivo
tu vieni tu sei venuto tu venivi
egli viene egli è venuto egli veniva
noi vieniamo noi siamo venuti noi venivamo
voi venite voi siete venuti voi venivate
essi vengono esssi sono venuti essi venivano
Trapassato prossimo Passato remoto Trapasato remoto
io ero venuto io venni io fui venuto
tu eri venuto tu venisti tu fosti venuto
egli era venuto egli venne egli fu venuto
noi eravamo venuto noi venimmo noi fummo venuti
voi eravate venuto voi veniste voi foste venuti
essi erano venuto essi vennero essi furono venuti
Futuro Futuro anteriore
io verrò io sarò venuto
tu verrai tu sarai venuto
egli verrà egli sarà venuto
noi verremo noi saremo venuti
voi verrete voi sarete venuti
essi verranno essi saranno venuti
CONGIUNTIVO
Presente Passato Imperfetto
che io venga che io sia venuto che io venissi
che tu venga che tu sia venuto che tu venissi
che egli venga che egli sia venuto che egli venisse
che noi veniamo che noi siamo venuti che noi venissimo
che voi veniate che voi siate venuti che voi veniste
che essi vengano che essi siano venuti che essi venissero
Trapassato
che io fossi venuto
che tu fossi venuto
che egli fosse venuto
che noi fossimo venuti
che voi foste venuti
che essi fossero venuti
CONDIZIONALE IMPERATIVO
Presente Pasato
io verrei io sarei venuto –
tu veresti tu saresti venuto vieni!
egli verrebbe egli sarebbe venuto venga!
noi verremmo noi saremmo venuti veniamo!
voi verreste voi sareste venuti venite!
essi verrebbero essi sarebbero venuti vèngano!
GERUNDIO PARTICIPIO
Presente Passato Presente Passato
Venendo essendo venuto venente venuto
BIBLIOGRAFIA

1. Lucia Santangelo Alecu, Vera Mollajoli, CORSO D’ITALIANO,


Edizioni dell’Istituto di cultura italiana in Romania, Bucarest, 1942
2. Luisa--Rappacini, Edizioni Le Monnier, PARLO ITALIANO,
Firenze, 1974
3. Haritina Gherman, LIMBA ITALIANA - CURS PRACTIC,
Universitatea Cultural-ştiintifică, Bucureşti, 1978
4. ***, GRAMMATICA ITALIANA PER STRANIERI -, Corso
multimediale di lingua e civiltà a livello elementare e avanzato, Edizioni
Guerra, Perugia, 1990
5. George Lăzărescu, STORIA DELLA CIVILTÀ ITALIANA, Editura
Didactică şi Pedagogică, Bucureşti, 1977
6. Guido Silvestro, ANTENNA UOMO - Manuale per lo studio della
lingua italiana nella scuola media, Edizione Loffredo, Pompei-Napoli,
1978
7. Adriana Lăzărescu, George Lăzărescu, GRAMATICA LIMBII
ITALIENE, Editura Niculescu, Bucureşti, 1996
8. Adriana Lăzărescu, LIMBA ITALIANĂ - Ghid de conversaţie, Editura
Niculescu, Bucureşti, 1995
9. UMORE IN ITALIANO, Editura Ştiinţifică, Bucureşti, 1967
10. Sandra Radicchi, CORSO DI LINGUA ITALIANA - livello
medio, Edizione Bonacci, Italia, 1990
11. Doina Condrea - Derer, MANUAL DE CONVERSAŢIE
ÎN LIMBA ITALIANĂ, Editura Ştiinţifică şi Enciclopedică,
Bucureşti, 1982
12. Alexandru Mirean, SĂ VORBIM ITALIENEŞTE - Exerciţii
lexicale, Editura Ştiinţifică, Bucureşti, 1967
13. Giuseppe Petronio, ATTIVITÀ LETTERARIA IN ITALIA,
Storia della letteratura italiana (nuova edizione aggiornata), Edizione
Palumbo, Palermo, 1994
14. C. Salinari, C. Ricci, STORIA DELLA LETTERATURA
ITALIANA con antologia degli scrittori e dei critici (edizione aggiornata e
ampliata), Editori Laterza, Roma-Bari, 1989
15. Paolo Murialdi, STORIA DEL GIORNALISMO ITALIANO,
Gutenberg 2000, Torino, 1986
16. Zingarelli, VOCABOLARIO DELLA LINGUA ITALIANA,
Edizione Zanichelli SpA, Bologna, 1971
17. ***, IL GRANDE DIZIONARIO GARZANTI della lingua
italiana, Italia, 1987
18. Giuseppe Ragazzini, DIZIONARIO INGLESE-ITALIANO,
ITALIANO-INGLESE, Edizione Zanichelli SpA, Bologna, 1995
19. ***, MICRO ROBERT, Langue française, Plus, Alain Rey,
Paris, 1988
20. MIC DICŢIONAR ENCICLOPEDIC, Editura Ştiinţifică şi
Enciclopedică, 1972
21. Horea C. Matei, Silviu Neguţ, Ion Nicolae, Nicolae
Şteflea, STATELE LUMII, Editura Ştiinţifică şi Enciclopedică, 1985
72. *** ITALIA, GUIDA TURISTICA, Ed. Pneu Michelin, Paris, 1980
23. *** NAPOLI ED INTORNI, Guida d’Italiano, Touring Club
Italiano, Milano, 1976
24. *** FIRENZE, ARTE NEI SECOLI, Editrice "Giusti" di
Saverio Becocci, Firenze
25. *** QUI ROMA, Grandi Città del mondo, Touring Club
Italiano
26. *** SIENA, Nuova Guida pratica, Edizioni Bonechi, Firenze
27. *** MILANO, Nuova Guida pratica, Edizioni Bonechi,
Firenze
28. ***, VENEZIA, Guida pratica, Edizioni Storti, Venezia
29. *** IL RISORGIMENTO ITALIANO NEL TEATRO E
NEL CINEMA, Giovanni Calendoli, Guido Cioncotti, Editalia, Roma,
1961

MATERIA

Premessa....................................................................................................5
Introducere................................................................................................7
CORSO I. Principi di fonetica. L’alfabeto italiano. Le vocali e la loro
pronunzia .................................................................................................. 17
Dittonghi e trittonghi............................................................................... 18
Le consonanti e la loro pronunzia. Il verbo AVERE all’indicativo
presente ............................................................................................... 19
Trigrammi e digrammi .........................................................................
............................................................................................21.
Le doppie. La divisione delle parole in sillabe......................................:
.................................................................................................................22
CORSO II. L’accento: Parole piane, sdrucciole, bisdrucciole e tronche.. 23
L’elisione................................................................................................ 25
II troncamento......................................................................................... 26
L’ accrescimento.................................................................................... 27
Lo scrivere con maiuscola...................................................................... 28
CORSO III. La prima lezione d’italiano................................................... 29
L’articolo determinativo......................................................................... 30
L’uso dell'articolo determinativo....................................................... . '. 31
II verbo ausiliare ESSERE all’indicativo presente................................ 33
CORSO IV. In ufficio .............................................................................. 34
L’articolo indeterminativo .................................................................... 35
L’aggettivo qualificativo'................................................................'. . . . 36
Aggettivi antonimi indicanti qualità...................................................•. . 37
La preposizione articolata .................................................................... 38
CORSO V. Un pomeriggio......................................................................... 41
II verbo - Presentazione della coniugazione. Il modo Indicativo.......... 42
L’indicativo presente dei verbi regolari. I verbi incoativi..................... 43
L’articolo partitivo................................................................................. 44
I diversi colori (testo) ........................................................................... 45
ABC divertente....................................................................................... 46
CORSO VI. L’occorrente per lo scrivere e per lo studio........................... 47
II numerale cardinale da 11 a 50.............................................................48
Il verbo ANDARE all’indicativo presente ..........................................49
L’uso dell’articolo determinativo .................................................... . 49
ABC divertente....................................................................................... 51
CORSO VII. La mia grande famiglia.........................................................52
L’omissione dell'articolo.......................,
................................................................52
La forma riflessiva dei verbi..................................................................53
L’indicativo presente dei verbi riflessivi ............................................54
L’uso dell'articolo indeterminativo....................... ' . . . . . . . ..................55
ABC divertente....................................................................................... 56
«
CORSO Vili. I mezzi di trasporto.............................................................."57
II nome. Il genere del nome secondo il contenuto................................ 58
II genere del nome secondo la desinenza.............................................. 60
Le preposizioni usate con il verbo ANDARE....................................... 62
ABC divertente . . .................................................................................. 63
CORSO X. La costruzione di una casa...................................................... 64
La formazione del femminile................................................................. 66
II participio passato ed il passato prossimo ........................................ 67
II passato prossimo dei verbi AVERE ed ESSERE.............................. 68
I verbi servili. Il verbo SOLERE. Il participio passato irregolare ..... 70
ABC divertente....................................................................................... 72
CORSO X. Un po’ di geografia . ..............................................................73
Paesi, abitanti, lingue e capitali - tabella...............................................74
L’uso di alcune preposizioni ...................'..........................................77
Altri verbi irregolari all'indicativo presente e passato prossimo:
ANDARSENE, STARE, DOVERE, DIRE, POTERE, VENIRE,
VOLERE, SALIRE ...............................................................................78
Suffissi specifici per il genere del nome.......................... ,,..................80
Nomi con significato diverso al maschile e femminile.........................81
ABC divertente....................................................... ..............................82
CORSO XI. La geografia dell’Italia.......................................................... 83
La formazione del plurale dei nomi....................................................... 84
Altri verbi irregolari all'indicativo presente e passato prossimo:
FARE, USCIRE, UDIRE....................................................................... 86
Locuzioni avverbiali di tempo e di luogo.............................................. 87
Le particene "ci, vi"............................................................................... 87
Conosciamo l'Italia: ROMA.................................................................. 89
ABC divertente....................................................................................... 91
CORSO XII. Le professioni (prima parte) . . . . :...................................... 9 2
I paronimi................................................................................................ 96
Altri verbi irregolari all'indicativo presente e passato prossimo:
SAPERE, SEDERE, BERE, RIMANERE, SCEGLIERE.....................97
Il pronome e l’aggettivo possessivo.......................................................97
I pronomi diretti, indiretti e combinati...................................................98
Conosciamo l’Italia: ROMA (continuazione)......................................
101
ABC divertente.....................................................................................
101
CORSO XIII. Le professioni (seconda parte)....................................... 103
Nomi sovrabbondanti............................................................................ 106
Nomi a due forme di singolare e due di plurale ................................ 106
Nomi a due forme di singolare ed una di plurale. Nomi difettivi....... 107
Altri verbi irregolari all'indicativo presente e passato prossimo:
TENERE, PORRE, PIACERE ........................................................... 108
Il pronome di cortesia........................................................................... 109
Piccolo dialogo (testo).......................................................................... 109
Conosciamo l’Italia: ROMA (continuazione) .................................... Ili
ABC divertente..................................................................................... 113
CORSO XIV. Un po’ d'anatomia (prima parte).......................................
...................................................................................................................114
Altri nomi difettivi................................................................................
...............................................................................................................116
Verbi irregolari all'indicativo presente e passato prossimo:
SOSTENERE, PROTEGGERE, MUOVERSI, SCORRERE, DARE.
...............................................................................................................117
Il pronome relativo................................................................................
...............................................................................................................118
La poesia "Mare" di Giovanni Pascoli................................................
...............................................................................................................119
Il pronome e l’aggettivo interrogativo.................................................
...............................................................................................................119
L’imperfetto ed il trapassato prossimo dei verbi ausiliari...................
...............................................................................................................120
Conosciamo l’Italia: ROMA (continuazione).................................... . 121
ABC divertente.....................................................................................
...............................................................................................................123
CORSO XV. Un po’ d’'anatomia (seconda parte)...................................
...................................................................................................................124
Storia universale di Gianni Rodarì......................................................
...............................................................................................................125
L’imperfetto ed il trapassato prossimo dei verbi regolari....................
...............................................................................................................126
La coniugazione riflessiva ..................................................................
...............................................................................................................126
I numerali cardinali da 50 in poi...........................................................
127
Il numerale. I numerali cardinali. Le quattro operazioni aritmetiche
127
Il sistema metrico decimale ................................................................
I numerali ordinali .............................................................................. 128
Altri nomi sovrabbondanti.................................................................... 130
Conosciamo l’Italia: FIRENZE............................................................ 131
ABC divertente..................................................................................... 133
CORSO XVI. Il guardaroba per tutti ..................................................... 134
La declinazione dei nomi comuni con articolo definito ...'................. 136
La declinazione dei nomi comuni con articolo indefinito................... 137
La declinazione dei nomi propri, nomi di persona................................137
Il pronome e l’aggettivo dimostrativo ............................................... 138
La poesia "La casa di Mara" di Aldo Palàzzeschi............................... 140
Conosciamo l’Italia: FIRENZE (continuazione)................................. 141
ABC divertente............................................. ....................................... 141
CORSO XVII. Come arredare un appartamento?........................... . . . : 143
I prefissi................................................................................................. 145
Il tempo futuro. Il futuro semplice e il futuro anteriore dei verbi ausiliari
146
Il futuro semplice ed anteriore dei verbi regolari .............................
147
Il futuro semplice dei verbi irregolari studiati ..................................
147
I pronomi e gli aggettivi rafforzati e d’identità.................................... 148
La poesia "Verrà la morte e avrà i tuoi occhi" di Cesare Pavese ... 149
Conosciamo l’Italia: FIRENZE (continuazione).................................. 150
ABC divertente..................................................................................... 152
CORSO XVIII. Giornale di viaggio (di Cristoforo Colombo) ............. 153
II passato e il trapassato remoto dei verbi ausiliari . :......................... 154
II passato e il trapassato remoto dei verbi regolari............................. 155
II passato remoto dei verbi irregolari studiati .................................. . 156
II passato remoto ed il participio passato dei verbi irregolari . ......... 156
Una merenda (testo) ........................................................................... 158
Il plurale dei nomi composti .............................................................. 159
Conosciamo l’Italia: VENEZIA ........................................................ 160
ABC divertente..................................................................................... 162
CORSO XIX. La bella natura - Lezione di botanica................................
...................................................................................................................163
Il plurale degli aggettivi...................................................... . ..............
..............................................................................................165
L’uso degli aggettivi: BUONO, BELLO, GRANDE, SANTO ........
...............................................................................................................166
I gradi di comparazione dell'aggettivo. Il positivo, II comparativo .
...............................................................................................................167
I comparativi rafforzati ....................................................;..................
168
Il superlativo .......................................................................................
168
Aggettivi a due forme al comparativo e al superlativo........................
...............................................................................................................169
I prefissoidi ..........................................................................................
...............................................................................................................171
Conosciamo l’Italia: VENEZIA (continuazióne)................................
...............................................................................................................172
ABC divertente.....................................................................................
...............................................................................................................174
CORSO XX. Gli animali domestici e selvatici (prima parte)..................
...................................................................................................................175
I suffissi ..............................................................................................
...............................................................................................................177
L’avverbio.............................................................................................
...............................................................................................................178
I gradi di comparazione degli avverbi di modo...................................
...............................................................................................................179
I comparativi ed i superlativi degli avverbi a derivazione latina........
...............................................................................................................179
Avverbi di luogo ed avverbi relativi.................................................... 181
Conosciamo l’Italia: VENEZIA (continuazione)................................
...............................................................................................................182
ABC divertente......................................................................................
...............................................................................................................183
CORSO XXI. Gli animali domestici e selvatici (seconda parte)............. 184
I nomi alterati .....................................................................................
186
Gli pseudopreffissi ............................................................................. 187
Avverbi di tempo.................................................................................. 187
Conosciamo l’Italia: NAPOLI............................................................. 189
ABC divertente..................................................................................... 193
CORSO XXII. In albergo.......................................................................... 194
Alcuni verbi irregolari all’indicativo................................................... 196
Il modo condizionale, Il condizionale presente e passato dei verbi
ausiliari .............................................................................................. 196
Il condizionale presente e passato dei verbi regolari ........................ 197
Il condizionale presente e passato dei verbi irregolari ...................... 197
L’uso del modo condizionale............................................................... 198
Avverbi di quantità. . . :............ -...................................................... 199
Avverbi opinativi. Avverbi e locuzioni avverbiali antonimi e più fermi
200
Conosciamo l’Italia: NAPOLI (continuazione) ................................. 202
ABC divertente..................................................................................... 204
CORSO XXIII. Negozi (prima parte)....................................................... 205
La congiunzione.................................................................................... 206
Le congiunzioni coordinanti................................................................. 207
Il modo congiuntivo ............................................................................. 209
I verbi sovrabbondanti........................................................................... 210
Il congiuntivo presente dei verbi aussiliari............................................ 2 1 0
Conosciamo l’Italia: IL GOLFO DI NAPOLI ..................................
211
ABC divertente..................................................................................... 215

CORSO XXIV. Negozi (seconda parte)...................................................


216
La consecuzione dei tempi all’indicativo............................................ 2 1 8
La preposizione ..................................................................................
219
Locuzioni prepositive............................................................................
220
Il congiuntivo presente dei verbi regolari............................................
221
Conosciamo l’Italia: IL GOLFO DI NAPOLI (continuazione) .......
222
ABC divertente......................................................................................
226
CORSO XXV. Ospiti a pranzo.................................................................
...................................................................................................................228
L’uso del congiuntivo...........................................................................
...............................................................................................................230
L’interiezione........................................................................................
...............................................................................................................232
Conosciamo l’Italia: SICILIA..............................................................
...............................................................................................................234
ABC divertente.....................................................................................
...............................................................................................................237
CORSO XXVI. Sport e giochi (prima parte)...........................................*238
II congiuntivo dei verbi irregolari.........................................................
241
La consecuzione dei tempi al congiuntivo .........................................
245
Conosciamo l’Italia: PERUGIA ...........v.........................................................................
247
ABC divertente................................."...................................................
250
CORSO XXVII. Sport e giochi (seconda parte)....................................... 251
Il modo imperativo .............................................................................. 252
L’imperativo dei verbi comuni............................................................. 253
L’imperativo del verbo ANDARSENE ............................................. 255
Testi: In fretta........................................................................................ 256
Bisticcio automobilistico....................................................................... 257
Conosciamo l’Italia: ASSISI ............................................................. 258
ABC divertente..................................................................................... 261

CORSO N. XXVIII. Le città di ieri e d'oggi............................................ 262
II periodo ipotetico - La regola del "se" condizionale ....................... 264
II "Si Passivante".................................................................................. 266
Conosciamo l'Italia: SIENA............................................................... . 267
PISA...................................................................................................... 260
ABC divertenti...................................................................................... 272
CORSO XXIX. A teatro . . . . '................................................................. 273
II discorso indiretto............................................................................... 274
Un viaggio nel mondo del ballo e della musica (testo) .................... 277
Conosciamo l’Italia: MILANO.............................................'............... 279
ABC divertente...................................................................................... 283
CORSO XXX. I mass media.................................................................... 284
I modi indefiniti...............•....................................................................
287
L’infinito...............................................................................................
287
Il participio .........................................................................................
289
Il gerundio.............................................................................................
290
Conosciamo l’Italia: RAVENNA........................................................ 292
ABC divertente................................................................................... . 294
CORSO XXXI. Il cinema....:.................................................................... 295
La sintassi..............................................................................................
...............................................................................................................296.
Il soggetto ed il predicato..................................................................... 298
Altri elementi della proposizione. L’attributo. Il complemento......... . 299
Conosciamo l’Italia: BOLOGNA........................................................ 303
CORSO XXXII. Posta, telegrafo, telefono............................................... 306
La sintassi del periodo.......................................................................... 306
Gli elementi di un periodo.................................................................... 310
Rapporti fra le proposizioni.................................................................. 310
Parallelismo tra periodo e proposizioni................................................ 311
Le proposizioni subordinate................................................................. 312
Conosciamo l’Italia: SARDEGNA ................................................... 314
C0RSO XXXIII. Lo stato e la politica.....................................................
-------------------------------------------318
La ricerca in Italia (testo) ...................................................................320
Le proposizioni subordinate................................................................. 322
Conosciamo l’talia: SAN MARINO ,.................................................. 326
BREVE STORIA DELLA LETTERATURA ITALIANA.................... . 328
La coniugazione dei verbi irregolari........................................................ 340
Bibliografia............................................................................................, . 352

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