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Appunti e dispense sulla storia

dell'arte nel medioevo, dai romani a


Giotto
Storia dell'arte medievale
Università degli Studi di Roma Tor Vergata (UNIROMA2)
79 pag.

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STORIA DEL’ARTE MEDIEVALE

Il III secolo
• Nei primi anni del III secolo, si succedettero al vertice dell’Impero sovrani appartenenti alla dinastia
africana dei Severi → dopo l’ultimo di essi, Severo Alessandro, vi furono successioni frenetiche di
Imperatori, tra i quali → Diocleziano, Costantino e Teodosio, che segnarono profondamente
l’ultima fase della storia del mondo antico

• Periodo di DECADENZA morale, politica, sociale e artistica →rottura con la concezione classica, la
rottura con le forme organiche, razionali e naturalistiche dell’arte greca → Roma perse il suo
carattere di ‘’città centro del potere ‘’, come risulta nella proclamazione degli Imperatori non
appartenenti alle grandi famiglie romane
• Arte della tardoantichità →Momento di congiunzione e di passaggio tra mondo antico e Medioevo
(Tra a fine del regno di Settimio Severo (211 d.C) e la Tetrarchia (dopo il 293) si sviluppa l’arte della
tarda antichità)

Ricordiamo per caratterizzare questa fase storica:

• COSTITUTIO ANTONIANA di Caracalla del 212d.C →cui furono dichiarati cittadini romani tutti gli
uomini liberi sul territorio dell’Impero →caddero coì tutti i privilegi che da secoli appartenevano ai
cives romanus

Quadro religioso → il punto più caratterizzante:

• Tendenza a nuove forme di spiritualità →Costantino, nel 313 dichiarò libero il culto del
Cristianesimo →con questo l’Imperatore non fu più Dio, ma il riflesso della divinità stessa

Adesso l’importante è l’esprimere la FORZA, POTENZA, SANTITA’ del potere Imperiale → busti/ritratti
imperiali

• Un elemento per comprendere la Roma di questo periodo →costruzione della cinta muraria da
parte di Aureliano per l’arrivo dei Barbari

Nel III secolo Roma si arricchiva delle costruzioni volute dagli Imperatori

Arco di Settimio Severo


 Eretto tra il 202 e il 203 d.C →costruito per
onorare le vittorie di Settimio Severo contro i
Parti →raccontano gli avvenimenti delle guerre
partiche i quattro grandi pannelli due per
fronte
 Una grande innovazione fu che la narrazione
degli avvenimenti è disposta secondo un
ordine cronologica, da leggere dal basso verso
l’alto→chiaro riferimento alla scultura della
colonna aureliana e come avveniva nella
pittura trionfale

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 Uso del trapano → zone ombreggiate che si alternano ad altre in luce ottenendo un effetto
‘’coloristico’’
 Figura umana raffigurata non più individuale (rappresentazione greca) ma in massa → Nel quarto
pannello dell’Adulctio, l’immagine di Settimo Severo sovrasta come un’apparizione divina la massa
dei soldati

Costantino fu un imperatore definito anche Costantino il grande, il cui regno si estende dal 306 al 337.
Era figlio di cloro ed Elena e la madre avrà un ruolo molto importante rispetto all’apertura che lui
manifesterà nei confronti dell’accoglimento del cristianesimo. La figura di Costantino segna uno
spartiacque nell’epoca in cui l’unica religione ufficiale dell’Impero era il paganesimo ed una fase in cui
canto al paganesimo sarà possibile manifestare la fede cristiana. Questo è l’episodio più emblematico.

Nel 313 emana l’editto di Milano nel quale il cristianesimo non essa di essere oggetto di persecuzioni, di
sanzioni e si ritiene essere seguito contemporaneamente al paganesimo.

Tutte le classi però erano legati al paganesimo (punti di riferimento erano le divinità). L’iniziativa di
Costantino è dirompente in quanto infrange un assioma che era alla base della tradizione dell’impero
romano.

L’affezione ad un determinato tipo di religiosità piuttosto che ad un altro è legato ad un identità culturale.

-Arco di Costantino
L’arco di Costantino è un ARCO TRIONFALE di
costruzione monumentale

Arco trionfale →costruzione con la forma di una


monumentale porta ad arco di funzione celebrativa

Fu dedicato dal senato romano per commemorare la


vittoria di Costantino I nella battaglia di Ponte Milvio
contro Massenzio nel 312 d.C

Venne inaugurato nel 315 d.C in occasione dei dieci anni di regno dell’Imperatore.

-Tre fornici con colonne sostenute da plinti su ogni facciata


-Diverse tipologie di marmo e riuso di pezzi antichi nelle sculture e rilievi presi di età traianea,
adrianea e aureliana → Traiano, Adriano e Marco Aurelio → Imperatori più amati e Costantino si
poneva loro come erede diretto

I RILIEVI:
Si dispongono in modo simmetrico sulle due facciate e sui due
lati corti. Alla vittoria su Massenzio vi è ‘’Liberatore dell’Urbe’’
e ‘’vendicatore dello Stato contro il tiranno e la sua fazione’’;
vi è poi ‘’instinctu divinitatis ‘’ (Per ispirazione divina, legata
alla leggenda della croce nella battaglia)

FREGIO COSTANTINIANO:
 Al di sopra dei fornici laterali e sotto i tondi adrianei vi è il fregio continuo scolpito direttamente sui
blocchi di pietra (IV secolo)

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 Partenza da Milano (Profectio), assedio di Verona, episodi della guerra contro Massenzio, Ingresso
a Roma (Adventus), Discorso nel foro (Adlocutio)e la distribuzione di denaro (Libertalitas)
 La figura dell’Imperatore è più alta rispetto le altre figure → proporzioni gerarchiche. Le
proporzioni tra figure e architetture non sono naturalistiche ma simboliche
 Lo sfondo del rilievo costituisce un importante testimonianza di alcuni monumenti del Foro
Romano → x es arcate che ricordano la basilica giulia e quella di
Tiberio.
 Uso della tecnica del trapano → accentua la sanzione delle
figure, accentua le zone d’ombra →evidente abbandono dei
modelli naturalistici. Ritmo inconsueto. Non si narra ma si
rappresenta. Figure tozze, scene di massa, personaggi affollati
→ perdita rapporti spaziali
 Tecnica del trapano → scavature più profonde →ombre molto scure

I rilievi, al di là dei pezzi più antichi, che celebrano la figura dell’imperatore sono quelli che corrono su una
banda rettilinea sopra i fornici delle arcate minori e sul lato corto dell’arco.

Uno dei Rilievi più celebri riguardanti


l’imperatore. È una figura Acefala
(senza testa persa nel tempo) ed è la
raffigurazione della liberalitas
(processione dove imperatore dava i
sussidi ai sudditi).

Dettagli dell’assedio di Verona

Scene belliche

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-EPOCA TRAIANEA:
Otto statue di Daci prigionieri sui plinti sopra le
colonne nell’attico (teste rielaborate nel 700)

• Due Pannelli sui lati minori che raffigurano le gesta dei Traiano durante le campagne di conquista
della Dacia
• Due pannelli del fornice centrale appartenenti a un unico grande fregio che forse decoravano la
basilica Ulpia

-TONDI ADRIANEI (clipei):


• Otto rilievi circolari dell’epoca dell’Imperatore alti più di due metri.
• Principio di verosimiglianza → riprodurre un’immagine che si avvicini
alla realtà → Esecuzione molto fine nei panneggi, nelle teste e nella
cura nei dettagli.
• Raffigurano scene di caccia → prodezza dell’Imperatore e scene di
sacrificio a divinità pagane.
• Composizioni attentamente studiate attorno alla figura imperiale e gli sfondi sono essenziali.
L’approccio mediante il quale le raffigurazioni riguardanti Costantino sono presentate è totalmente
diverso dai fregi di spoglio. Le immagini rispettano un criterio aprioristico (criterio stabilito prima =
la figura centrale è l’imperatore, dal quale dipende anche la sorte dei suoi sudditi, a cui lui
distribuisce questi sussidi). Deve avere una collocazione centrale: la centralità è una posizione
ideale del suo essere centrale per il suo impero. C’è un aggancio forte tra il significato che vuole
essere evocato e il modo in cui le immagini sono proposte. Le immagini dal punto di vista delle
ragioni di stile sono costruite in maniera molto schematica e semplificata; non c’è più quel rapporto
fondante dell’arte antica, esistente nei tondi adrianei.

Manca quello che esiste negli altri pezzi di spoglio: la


tridimensionalità, l’allusione alla terza dimensione
ovvero la profondità, quell’entità che ci consente di
misurare lo spazio; tutto è fortemente bidimensionale e
tutte le immagini sono presentate secondo uno schema
prefissato. I sudditi sono un’entità compatta a
differenza dell’imperatore che emerge. I panneggi sono
semplificati senza alcun tipo di morbidezza; linee
morbide; tutto fortemente geometrizzato.

Gruppo scultoreo in porfido (materiale pregiato dedicato ad opere di committenza


imperiale), raffigurante i tetrarchi (tetra= 4), ovvero i quattro monarchi che
governano l’Impero romano che verrà suddiviso in quattro porzioni, ognuna delle
quali governata da uno di questi 4 monarchi: 2 Cesari e 2 Augusti

I 4 sovrani sono presentati in maniera identica: il gesto più rilevante è quello


dell’abbraccio per emblematicamente rievocare il concetto di collaborazione
ottimale tra di loro per l’amministrazione dell’impero. Prima dei fatti costantiniani
emerge perciò che non importa dar più valore a uno o all’altro, ma quello che in via
prioritaria urge alludere è dar l’idea della formula vincente di questa formula di
impero.

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Base dell’obelisco di Teodosio conservato nell’ippodromo di
Istanbul Obelisco di Teodosio (imperatore importante rispetto
a questo momento storico, ovvero il quarto secolo). Il
mandato di Teodosio si colloca nell’ultimo ventennio del 4
secolo; imperatore importante in quanto promulgherà l’editto
di Tessalonica che sulla scorta di quello già sancito dall’editto
di Costantino, stabilirà una volta per tutte l’abolizione del
paganesimo Importante per i provvedimenti attuati e per
l’impero che sarà diviso in due parti che farà governare ai suoi
due figli: pars occidentalis (Onorio) e una pars orientalis (ad
Arcadio). Perché si torva ad Istanbul? Costantino decide di fissare una capitale nella zona orientale
dell’impero che dal suo nome assumerà la dicitura di
Costantinopoli [capitale della parte orientale (l’antica
Costantinopoli sarà conosciuta anche come Bisanzio)].

Il Bosforo era una zona strategica anche in campo


commerciale, che appunto avvenivano via mare. Costantino
farà costruire a Roma una serie di edifici cristiani, ma non
mancherà di dotare anche ad oriente una serie di basiliche
cristiani che “competono” con quelle presenti a Roma. I
rilievi che decorano l’obelisco ci dimostrano come l’impiego
e l’adozione di questo linguaggio, che tende ad una semplificazione formale, sia ancora appetibile in un
monumento ufficiale che vede ritratto Teodosio con la sua famiglia. C’è la presa d’atto di una circostanza
che si sta svolgendo. Importante è rilevare come, a parità di intenti, (imperatore che occupa la posizione
centrale, quindi è presente un’impostazione gerarchica). Non si tiene conto della collocazione della
raffigurazione in uno spazio tangibile Questa omissione rispetto all’affrontare il problema dello spazio, che
trova concordia con i fregi dell’arco di Costantino, si affianca ad una maggior attenzione allo sviluppo
volumetrico delle immagini. Le figure dei dignitari, benché sembrino mozzate, hanno una capigliatura ben
definita, descritta e non omologa in tutti i casi. Siamo di fronte ad una scena di compromesso tra la forte
stilizzazione formale e un’apertura nei confronti di una rivalutazione di una volumetria formale. C’è una
maggior plasticità nella costruzione delle immagini che nella fase in cui regna Teodosio, c’è un’apertura
nella rinascenza (recupero di qualcosa già svolto, dell’arte classica). L’arte classica la si nega e la si riutilizza.
Riemerge quindi il retaggio della cultura classica.

Produzione dei sarcofagi nel 4° secolo a Roma


Sarcofagi: classe di oggetti all’interno dei quali vengono conservate le reliquie. I sarcofagi del quarto secolo
si configura una situazione duplice: i sarcofagi costituisco una classe di oggetti molto prodotta, si crea un
dualismo dal punto di vista culturale. Cambia molto il registro stilistico: l’accoglimento del cristianesimo fa
fatica nelle classi dirigenziali, tuttavia, ci sono alcune opere che attestano la realtà legata ad un
compromesso tra l’accoglimento dei temi cristiani e classici.

Sarcofago conservato nel Museo Pio Cristiano


Sarcofago a teste allineate: sono impostati
secondo un concetto che vede i personaggi disposti
alla stessa altezza (isocefalia).
In questo caso sono raffigurate Scene cristologiche
= relative alla vita di cristo. La figura al centro è
l’Orante (immagine adottata nel repertorio paleocristiano) e alla sua destra e alla sua sinistra si svolgono
scene di vita di cristo (scene miracolose compiute da Gesù).

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A destra c’è la scena del cieco risanato, dove Gesù dona la
vista all’uomo; alla sinistra le nozze di Cana; alla sinistra
ancora troviamo la cattura di san Pietro e la sua liberazione.

Gli eventi sono raffigurati senza una cesura e ci si riallaccia


ai fregi costantiniani. Sarcofago a teste allineate:
nessuna norma impaginativa di carattere classico; le
immagini sono rappresentate una a fianco all’altra.

I principi degli apostoli (Pietro e Paolo) dai quali ha origine il cristianesimo. San Pietro rappresenta la chiesa
degli ebrei; San Paolo invece la chiesa die gentili.

Sarcofago che si trova nel Museo cristiano di Arl o


Sarcofago di Concordio (regione della Provenza
controllata dai romani). Troviamo lo stesso registro
dell’isocefalia; compaiono dei putti, frequenti nelle
raffigurazioni pagane, che diventeranno oggetti di
rappresentazione anche nel repertorio cristiano. Ci
sono appunto questi templi pagani reinterpretati a
favore dei nuovi contenuti cristiani: il putto alato è
uno di questi temi. I putti in questo caso sono reggi
clipei (medaglione centrale dove si torva l’iscrizione
allusiva al personaggio di cui le spoglie sono contenute nel sarcofago). Sul coperchio c’è poi la
rappresentazione dell’adorazione dei Magi: la Madonna, il Bambino e i Magi. Non troviamo più la
raffigurazione degli episodi relativi a Gesù. Troviamo raffigurato un tema molto celebre: il tema di Gesù
seduto su di un piccolo podio, mentre è intento a discutere con i propri apostoli, disposti 6 su ogni lato,
mentre parlano dei temi sulla dottrina cristiana. Il tema iconografico adottato trae motivo di ispirazione.

Sarcofago di Stilicone conservato nella Basilica di


Sant’Ambrogio a Milano (che diviene la sede di riferimento
più importante rispetto a Roma, fino a quando non verra
considerata vulnerabile a causa della sua vicinanza con le
alpi, spostando la capitale a Ravenna. Ravenna era molto
più protetta e aveva l’affaccio sul mare che consentiva
rapporti più agevolati con l’oriente) Questo sarcofago
rientra in una serie di esemplari ritenuti ascrivibili nei
sarcofagi a porte di città. È come se la scena fosse
inquadrata in uno spazio tangibile e quindi è un
arricchimento rispetto ai sarcofagi a teste allineate. Gesù
compare sempre su di un podio, mentre discute con i propri apostoli Ci lascia intendere come si svoleva
anche la lavorazione dei sarcofagi.

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Sarcofago conservato nel Museo Pio Cristiano o Sarcofago
Dogmatico. Ci sono due registri: due ambiti paralleli entro i quali
si svolge la raffigurazione che è nella parte alta relativa a scene
quali il giudizio di Pilato (nella parte destra); nella parte sinistra un
miracolo di Cristo. È un sarcofago dove accanto ad episodi
cristologici si trovano episodi biblici. C’è un’integrazione del
repertorio iconografico. Nella conchiglia compaiono due figure
maschili —> questo sarcofago denominato dei due fratelli e
l’atteggiamento tra i due è come se fossero coniugi. Le casse dei
sarcofagi venivano prima create e poi lavorate in base alle esigenze della committenza. Arricchimento dal
punto di vista dell’arricchimento delle immagini: i personaggi si staccano in maniera più sensibile dal fondo.

Sarcofago diviso in due registri, episodi legati ai miracoli


di Gesù (moltiplicazione pani e pesci, resurrezione di
Lazzaro, Adamo ed Eva, storia infanzia di Gesù,
adorazione dei magi, risanamento del cieco nato).
Particolare rilievo sarcofago in “Santa Maria Antigua”
(foro romano, edificio ricavato da un’aula palatina, cc
1540). Fattezze simili a “Daniele nella fossa dei leoni”,
sistema proporzionale del corpo, personaggio biblico:
Giona (protagonista storia biblica come premessa di
storia nella vita di Cristo). Cade dall’imbarcazione in
acqua e viene inghiottito da un mostro marino ma il
mostro sputa l’uomo che riprende a vivere. Una seconda vita. Iconografia cristiana ma stile della scultura
antica. Il protagonista si riposa sotto un pergolato dopo essere stato sputato.

Sarcofago di Giunio Basso (prefetto città di Roma,


metà IV sec cc), Musei Vaticani.

Recupero concetti cultura classica e anche il sistema


di distribuzione delle singole immagini nell’area a
disposizione. Sistema impaginazione, piccola cornice
architettonica per ogni episodio. Distribuzione della
rappresentazione entro delle strutture
architettoniche (novità per il repertorio cristiano).

Due registri:

-1 sopra: sacrificio di Isacco, cattura di San Pietro, Cristo accanto ai principi degli apostoli (Pietro che
rappresenta la chiesa degli ebrei, Paolo che rappresenta la chiesa dei gentili, sotto c’è il dio Celus, sulle
colonne ci sono dei putti intenti alla vendemmia), Ponzio Pilato (proporzioni realistiche)

-2 sotto: archi ribassati alternati con timpani, peccato originale, entrata di Gesù a Gerusalemme
(decorazione minuziosa dei capitelli),

-3 parte laterale: putti che vendemmiano

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Sarcofago di Costantina (porfido rosso)

Teste classicheggianti, festoni motivo mutuato dall’antico.

Sarcofago di Elena (mamma di Costantino)

Cavalli che alludono al movimento (sembrano appesi nel vuoto,


pesanti)

Sarcofago del buon pastore


(replicato 3 volte lungo il
sarcofago), putti
movimentati.

Monetazione di età costantiniana, ritratto dell’imperatore, occhi


tondeggianti, cavallo geometrizzato (modulo triangolare della testa).

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-La Basilica Cristiana
Con la liberalizzazione del culto cristiano, si sentì la necessità di costruire edifici
adibiti alla celebrazione della liturgia.
• Le DOMUS ECCLESIAE furono sostituite da edifici adibiti al culto dopo l’Editto di Milano. Per il
grande numero dei fedeli, gli ambienti dovevano avere grandi sale. Il Naos non era sufficiente per le
esigenze del nuovo culto. Nel IV venne codificato il rito della messa, che richiedeva la costruzione di
edifici di tipo monumentale. CHIESA→ ECCLESIA → ASSEMBLEA

• Ispirazione nelle forme di architettura romana → La basilica era uno degli edifici più antichi
e poteva svolgere diverse funzioni → adunanze pubbliche o tribunali (abside come podio), ma
potevano avere anche funzione religiosa, come quella di Porta Maggiore a Roma

Caratteristiche delle nuove basiliche cristiane


-Ricordiamo il testo di Clemente I, Le Costiutiones Apostolicae, in cui sancì che le nuove forme delle Chiese
dovevano essere ‘’oblunghe’’, ovvero rettangolari, come quella di S. Giovanni in Vaticano, e che la
costruzione doveva essere orientata verso est → valore simbolico → l’oriente è il luogo dov’è Cristo, dov’è
il paradiso e dove Cristo tornerà.

-Novità nella liturgia → i catecumeni, ovvero coloro che dovevano ancora ricevere il battesimo, potevano
assistere solo alla prima parte della messa → si crearono quindi nuovi spazi appositi dove essi potevano
attendere → in un atrium già presente in San Pietro a Roma

-Molto importante fu l’illuminazione penetrata dalle grandi finestre che si rifletteva sul ricchissimo arredo,
stesso effetto che si otteneva anche di notte con le candele → doveva manifestare il carattere sacro del
luogo

BASILICA DI S GIOVANNI IN LATERANO


• è la cattedrale di Roma costruita fra 312 e 313
da Costantino;
• schema simile a quello di S. Pietro anche se
successivamente fu danneggiata e restaurata
più volte
• l’interno è a cinque navate divise da colonne con
transetto ed abside rifatto dal Borromini
• l’ingresso è sul lato breve e si attraversa la
navata centrale per arrivare alla zona
presbiteriale
• la facciata in laterizio venne rifatta nella seconda metà del XII secolo (opera di Alessandro Galilei),
• il presbiterio e l’abside sono un rifacimento del tempo di Leone XIII eseguito riprendendo le forme
antiche → il mosaico di Jacopo Torriti del 1291 della semi-calotta fu qui trasportato dalla vecchia
abside ed in alto fra le nubi vi è Cristo a mezzo busto circondato da angeli
• Cinque navate orientate est-ovest → valore simbolico → l’oriente è il luogo dov’è Cristo e il
paradiso e dove Cristo ritornerà.
• Importante era l’illuminazione interna assicurata dalle finestre che si aprivano nella parte
superiore delle pareti della navata centrale

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BASILICA DI SANTA MARIA MAGGIORE

La quarta basilica cristiana di Roma (San Giovanni in Laterano, San


Pietro in vaticano, san Paolo fuori le mura e Santa Maria maggiore).
Pianta a tre navate, dietro al ciborio si trova un’arcata trionfale, poi
troviamo il transetto (taglia l’asse longitudinale dell’arcata
principale)

Facciata con una loggia, realizzata da


Ferdinando Fuga nel 700. Un papa
promuove la costruzione di un edifico cristiano per la prima volta
(committenza certa). Sull’attuale arcata trionfale (arcata absidale
originariamente, cambiata sotto il papato di Nicola IV alla fine del
200) viene fatta menzione del nome di Sisto III. Fa parte di un grande
ciclo a mosaico sulle pareti della navata, compresa la calotta absidale.
Vengono rappresentate le scene d’infanzia di Cristo. Gesù collocato su
un trono anche se bambino.
Tono regale. Nella parte
bassa troviamo le due città
celesti:
Gerusalemme e Betlemme a cui si allude grazie a delle mura
rifinite con perle e pietre preziose.

Calotta absidale (della nuova abside anni 90 del 200) realizzata da


Jacopo Torriti. Tema iconografico dell’incoronazione di Maria da parte
di Gesù. Maria (titolare della basilica) viene celebrata quindi
nell’abside. Sono collocati su un grande trono a due
postazioni. Invece nella parete absidale della Basilica di Santa Maria in
Trastevere troviamo scene delle Vergine realizzate da Pietro Cavallini.
Nella facciata si trova un mosaico di Filippo Rusuti che rievoca una
leggenda legata alla basilica secondo la quale la prima struttura della
chiesa fu voluta da papa Liberio (che in un sogno vede la Vergine indicargli un monte dove poi verrà
costruita la basilica). Quindi, sono narrate le storie legate a papa Liberio.

Parte dei mosaici è sopravvissuta. Temi iconografici: nelle pareti furono


raffigurate scene tratte dall’antico testamento (scene vetero
testamentarie). I mosaici sono visibili grazie alla luce delle finestre
(grazie al soffitto a cassettoni piano).
Ciascun riquadro di mosaici è suddiviso in
due registri.

(sinistra) Trasporto dell’arca dell’alleanza.

(destra) Episodio allusivo all’episodio


dell’ospitalità di Abramo che accoglie i 3
angeli. Il personaggio viene raffigurato più
volte nello stesso riquadro.

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La matrice culturale di questo piglio narrativo deriva da quello rilevabile in alcuni codici miniati (illustrazione
di testi scritti).

Attributo di una figura sacra che assume un atteggiamento non fortemente partecipe a quello che accade
intorno a sottolineare la matrice sacra del personaggio stesso.

Maria raffigurata come una regina. Viene utilizzato l’abbigliamento delle


basilisse bizantine.

All’interno della basilica troviamo la Cappella Paolina (a sinistra) e la


Cappella Sistina (voluta da Sisto V per ospitare anche le reliquie della vera
culla. Nella cappella venne poi esposto il presepe di Arnolfo di Cambio).

SAN PIETRO IN VATICANO

• Cuore del mondo cattolico è la più imponente e vasta basilica della cristianità; la prima delle
quattro basiliche papali maggiori.

• La prima basilica fu iniziata attorno al 320 per volere dell’imperatore Costantino dove si trovava la
tomba dell’apostolo Pietro e fu definitivamente compiuta nel 349 → Una tradizione vuole che
Costantino, uscito vittorioso dalla battaglia di Ponte Milvio, come segno di riconoscimento verso
Cristo, fece costruire la basilica

• Chiesa di grande dimensione:

• Primo esempio di martirium cristiano è a cinque navate divise da colonne di marmo policromo: la
navata centrale era la più larga e più alta e si elevava sopra delle altre permettendo di aprire
luminose finestre.

• troviamo un nuovo elemento rispetto alla basilica lateranense ossia il transetto → corpo che taglia
la parte longitudinale intersecandosi con la navata e ciò è il punto in cui al di sotto si trova la tomba
del santo → ma per ottenere questa zona centrale si è costruito un sistema di palafitte su cui venne
impostato il piano pavimentale; e l’arco trionfale si apre direttamente su esso.
-Vi era poi un Atrium, ovvero un quadriportico, dove i catecumeni, ovvero coloro che dovevano ancora
prendere il battesimo, potevano aspettare lì la fine della messa (potevano assistere solo alla prima parte )

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BASILICA DI SANT’AGNESE FUORI LE MURA

Sant'Agnese. Pianta circolare: Mausoleo di Costantina, la Basilica


ha una struttura circense, tipica dei circhi, con la parte
semicircolare, il dato interessante è la presenza di questa sorta di
corridoio, contrariamente a ciò che avviene nelle basiliche a
navate, corridoio perimetrale a tutta la struttura della basilica,
consentiva la fruizione e il percorrimento della Basilica, con
l'uscita poi dall'altra parte. Ciò permette il flusso dei fedeli. Edifici
a pianta centrale, Mausoleo di Costantina, copertura sempre o a
cupola o a volta. Interessante articolazione dell'interno:
suddiviso idealmente in due navate tramise un sistema di colonne. Colonne binate accostate a due a due
sulle quali insistono delle arcate a tutto sesto.

Sant’Agnese al centro, Onorio I con il


modellino. Utilizzate delle piccole tessere
d’oro assemblate tra loro, l’oro non è un
colore naturale quindi c’è un’allusione
all’astrazione. Abito alla bizantina, drastica
frontalità, espressione un po' distante,
spazio irreale, nessun accenno
paesaggistico.

SAN PAOLO FUORI LE MURA


Disegno ottocentesco, ci riporta l'aspetto di quello che
doveva essere la configurazione della Basilica di San
Paolo fuori le mura, matrice imperiale, prima
dell'incendio del 1823. La Basilica viene velocemente
portata a conclusione per iniziativa imperiale. Le grandi
basiliche romane sono legate a una matrice imperiale,
Santa Maria Maggiore invece verrà costruita per volontà
del Papa Sisto III. Di queste basiliche Costantiniane e
Teodosiane. Ci mostra molto chiaramente ancora in
essere le capriate lignee, che hanno costituito il sistema
di copertura delle basiliche. Il ciborio fu realizzato da
Arnolfo Di Cambio, uno dei i importanti scultori in senso lato della
cultura artistica medievale, nella fattispecie uno dei più grandi
scultori italiani, fu chiamato a Roma da Carlo D’Angiò. Articolazione
in cinque navate, i disegni, la documentazione cosiddetta grafica,
unica modalità di testimonianza, fondamentale per noi. Sulle pareti, a
parte l'articolazione in cinque navate, s’intravede il doppio ordine di
arcate a tutto sesto che insistono sulle colonne, e le pareti della
navata coerentemente con il sistema di copertura a capriate lignee
offre spazio per inserimenti di cicli decorativi. Per quello che riguarda
le Basiliche romane, negli anni in cui sale il successore di Sisto III.
Saranno predisposti una serie di cicli decorativi, che purtroppo sono
stati completamente perduti. In San Paolo fuori le mura, troviamo

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anche qui i cicli decorativi, spesso ampliati, diversi riconducibili a Pietro Cavallini, un grande pittore romano.
Prima della zona absidale c'è l’arcata trionfale, non è altro che una sorta di rievocazione dell'arco di trionfo
romano, elemento che si interpone tra la navata e la zona presbiterale. Elemento architettonico
interessante, rappresenta una delle rarissime testimonianze dei cicli figurativi nell'età di Leone Magno.
Benché la chiesa sia frutto di una ricostruzione ottocentesca, lo stile rievoca il classicismo (teodosiano) con
cui essa era stata costruita. Rinascenza teodosiana: nascita rinnovata di un contesto culturale. Zona
dell'arcata trionfale, nella quale tutti mosaici, compreso quello dell'abside, fatto durante il pontificato di
Onorio Ill, sono stati ristrutturati. Nell’anti-sacrestia, sono presenti alcuni pezzi originali del mosaico di
Onorio Ill. Se l'attuale Basilica è frutto di una ricostruzione radicale ascrivibile a dopo l'incendio, è pur vero
che nella planimetria, nell'articolazione spaziale, l’attuale Basilica riflette bene l'antica disposizione
planimetrica della Basilica teodosiana.

BASILICA DI SANTA SABINA A ROMA


Architettura paleocristiana che venne poi
replicata in ambiente ravennate. Mosaico
a cui si fa riferimento ad un personaggio
probabilmente coinvolto nella
costruzione della basilica, si trova nella
zona retrostante la facciata, troviamo la
personificazione delle due ecclesie.

BASILICA DI SANTA PUDENZIANA A ROMA

Porta in cipresso della basilica, con la crocifissione di Gesù con i


due ladroni.

Mosaico che ha subito rimaneggiamenti e che ha


portato alla perdita di alcune immagini. Cristo in
trono ai lati della cui figura si dispongono
specularmente i 12 apostoli organizzati in due
gruppi da 6. I gruppi sono capeggiati da
San Paolo (barba a punta marrone) e San Pietro
(barba e capelli bianchi). Cristo ha un’aureola,
dietro il trono si sviluppa un porticato sopra il quale ci sono degli edifici (identificazione discussa) e
ancora sopra gli edifici sono presenti su un cielo cosparso di nubi i simboli dei 4 evangelisti (angelo,
leone, toro e aquila). Sopra al Cristo troviamo una croce gemmata (come nei troni). Questo mosaico è
come se chiudesse un’epoca (costantiniana).

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BATTISTERO LATERANENSE

Sisto III lo fa ristrutturare. Decorazione vegetale antica, tra cui il motivo del girale
d’acanto (trovato anche all’Ara Pacis). Incontro di Ulisse con i giganti nei Palazzi Vaticani. Capacità di narrare
l’episodio con matrice romana perché il tutto viene poi inglobato in una
dimensione paesaggistica.
Mosaico nel Battistero Lateranense: una lancia a ricordate che nella
chiesa ci soni le reliquie della santa lancia. Restaurato nel 1943 con
pittura dopo la rimozione del restauro ottocentesco.

Santa Maria in Trastevere


Rinnovata da Anacleto II e Innocenzo II. Tutti e due romani. Anacleto II fece
incoronare Ruggiero II re di Sicilia. Dal 1138 al 1143 (dopo la morte di Anacleto II)
regna Innocenzo II che finisce la costruzione.
Mosaico absidale: al centro c’è Cristo con la Vergine insieme sul trono. Troviamo
papi e santi scelti in relazione alla storia della Basilica.
Putti originali, frutta, pigne. La Vergine ha un
manto ricamato di gioielli con acconciatura
in perle che scendono. Tengono in mano
cartigli del Cantico dei cantici che narra
dell’amore dello sposo per la sposa. Differenza formale tra il volto
della Vergine e quello di Cristo tant’è che il volto della Vergine è
stato attribuito a Cavallini che realizza sotto le storie della Vergine.
Confronto con Vergine in Santa Francesca romana.

SAN CLEMENTE (Roma)


Importante Roma perché siamo nel periodo della riforma della Chiesa.
L’arte della riforma si rifà ai modelli paleocristiani. Nella prima fase è
un’arte che dovrebbe essere molto severa, rifiuto della ricchezza della
Chiesa che porta molti religiosi alla critica. Gli eretici fiorivano nelle
grandi città. Protiro piccolo. L’arte romana si può innovare ma solo
essendo fedeli alla tradizione.

Divisa in tre strati. Alla base c’è la prima basilica medievale con inserti murali con storia di san clemente e
leggenda si sant’alessio (nobile di famiglia romana), datate nel XI secolo. La riscotruziione della chiesa sopra
è della fine del XI secolo, dopo le pitture. Probabilmente per l’assedio di roma da parte dei normanni.

La parte superiore fu consacrata nel 1118 nel cardinale Anastasio. Le lastre superiori furono decorate dai
cosmati, rettangoli inseriti dopo. Lavorate di nuovo le lastre. Cosmati XI, XII e XIII secolo.

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Esempi di pittura romana più bella. Messa in evidenza delle croci che portano i
personaggi. Gli edifici con le lampade che pendono. Lo stile è molto delicato, con
facce soavi del clero.

San Clemente su affogato in Crimea ma le reliquie


vennero trovate e portate a Roma. Possiamo
vedere la liturgia di San Clemente con tutti gli attrezzi necessari. Si vuole
mettere in mostra la liturgia romana contemporanea con edifici aerei,
molto semplici ma che citano elementi reali.

Mosaico absidale superiore di San Clemente: Cristo al centro. Croce con


colombe all’interno di girali d’acanto. Nei pennacchi ci sono i Santi Lorenzo e
Paolo poi Isaia e Geremia. Sotto troviamo un’iscrizione divisa da un inciso.
L’inciso parla delle reliquie conservate dietro la croce mosaicata. Reliquie di
Giacomo e Ignazio. “La chiesa di Cristo è simile ad una vite che la legge fa
seccare. Ma la croce la fa essere rigogliosa”. Elementi paleocristiani abbondano, i
cervi che si abbeverano. In mezzo ai girali ci sono i dottori della chiesa Sant’Ambrogio e San Gregorio, vestiti
da monaci. Confronto con pastorelli di Alfonso Ciacconio.

Il miracolo del bambino. Troviamo un tempietto sotto acqua con i pesciolini


rosa. Ci sono i delfini. San Clemente ogni anno celebrs il miracolo per cui
l’acqua si apre e i pellegrini di san clemente possono andare a vedenerare il
suo corpo. Però un anno si chiude l’acqua e si perde un bambino che rimane
lì. Quindi il miracolo di san clemente consiste nel ritrovare il bambino l’anno
dopo.

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-Le nuove capitali dell’Impero
1.ROMA
2.COSTANTINOPOLI

• L’8 novembre del 324 cerimonia della CONSECRATIO della nuova capitale scelta da Costantino

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• Le fonti tramandano che Costantino I, con una lancia, tracciò il perimetro delle mura urbane. •
Costantino si sentiva sempre più investito della missione divina di diffondere la fede in un impero
pacificato e unito che richiedeva un capitale permanente.
• Costantino volle allontanarsi da Roma sede ancora del senato e aristocrazia → forze più deboli
rispetto al passato ma che potevano ancor influenzare le scelte imperiali

• Costantinopoli → situata ne Bosforo → strategico per il controllo marittimo migliore rispetto a


Roma

• Vennero edificate: le mura, l’acquedotto, il palazzo imperiale, la rete stradale, ma il culto


dell’Imperatore doveva raggiungere il culmine in una costruzione religiosa → Santa Sofia

CHIESA DI SANTA SOFIA

• Fondata da Costantino e completata nel 360 → Riedificata da Teodosio II


• Devastata e distrutta durante una rivolta nel 532 → Giustiniano ne rifece la ricostruzione affidando
i lavori a Isodoro di Mileto e Antemio Di Tralle

• PIANTA: forma rettangolare vicina al quadrato


• Unica abside all’ingresso
• Interno diviso in tre navate: vastissima la centrale sormontata dalla grande cupola e le due laterali
divise da un ordine di cinque arcate su colonne e sormontate da altre sette arcate

• cupola che risulta protagonista ma fu anche il punto fragile per la sua ampiezza → ricostruita più
volte
• La luce interna appare strumento principe per l’esaltazione dei preziosi rivestimenti in marmi e
mosaici

3.MILANO

• Milano sorgeva all’incrocio strategico di tutte le strade che portano ai centri più importanti d’Italia
e d’Europa → collocazione giusta da poter sfruttare

• Con la tetrarchia (293), voluta da Diocleziano, divenne Capitale dal 286 al 402 d.C
• Eletta sede Imperiale per importanza militare, politica ed economica

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• Dopo l’Editto di Milano, vennero attuate radicali trasformazioni: vennero costruite diverse
Basiliche:

BASILICA DI S. LORENZO

• La Basilica di San Lorenzo Maggiore presenta un quadriportico di


accesso realizzato con colonne di riuso, forse di templi.
• La pianta è centrale e quadrata, dove poi sorgono quattro torri scalarie,
• Molto si è discusso sulla funzione  forse si trattava di una basilica palatina visto che era collegata
al palazzo dell’Imperatore

Cappella di Sant’Aquilino in San Lorenzo Iconografia celebrata e proposta sui fronti dei sarcofagi, cristo al
centro con apostoli ai lati. Mutuazione del tema del
filosofo con i suoi discepoli, in qualità di maestro di figura
che orienta e guida i suoi apostoli, intento a discettare i
temi della dottrina cristiana, al di là del tema, alcuni
elementi delle ragioni di stile molto interessanti. No
profondità dello spazio con sfondo oro, le figure delle
immagini degli apostoli, traslato sulla tecnica del mosaico,
grande capacita di ricreare chiaro-scuri, si rileva la
presenza di lumeggiature (parti bianche) volontà di
ricreare una situazione di tono naturalistico delle
immagini, proiezione di ciò che avviene nella realtà. C’è una certa stilizzazione di volti, c’è sensibilità
coloristica. Altro dettaglio è il pastore, tema bucolico valenza in
relazione con “cristo buon pastore”. Rievoca questa dimensione
paesaggistica di tema classicheggiante Due registri differenti, il terreno
è semplificato anche nel piccolo corso d’acqua, dall’azzurro al bianco
segnale naturalistico della chiarezza dell’acqua, ha un’andatura a L
forzata, rigida. Nel dettaglio ci sono cavalli con dinamismo, forza
espressiva che ci riporta al clima della cultura antica. In campo pittorico
alla pittura parietale romana. (museo nazionale romano, piano
dedicato alla pittura vicino alle terme, modello di riferimento di molti
episodi artistici del medioevo, viene sottolineato il naturalismo,
verosimigliante) i due cavalli si librano in aria, allusiva dell’episodio del
ratto di Elia. Ciò che più ci interessa è registrate nei due cavalli questo
tipo di vis dinamica, matrice naturalistica ha a che vedere con la
proposta dei panneggi degli appostoli dell’abside di Sant’Aquilino
riproposizione di naturalismo di stampo antichizzante.

RAVENNA
Ravenna dal IV sec. diventa capitale del regno. Arriva una popolazione guidata da un re che riesce a
scalzar il sovrano occidentale ed a conquistare alcuni territori della penisola. L’arrivo degli ostrogoti
è il primo episodio di questa natura. Gli ostrogoti a Ravenna sono una premessa per la dominazione
dei longobardi dal 568 (Alboino varca le Alpi, scende in Italia e costituisce un regno vero e proprio).

Essa si trovava in una zona circondata da paludi che la rendevano sicura dall’attacco dei barbari e
offriva collegamenti con l’oriente attraverso la vecchia strada romana; era legata con il porto di

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Classe alla fine del IV secolo è databile il trasferimento della sede arcivescovile da Classe a Ravenna,
in tale occasione il vescovo dotò alla nuova Capitale nuovi edifici religiosi. Presenza nel centro
dell’Emilia-Romagna di Galla Placidia (figlia di Teodosio). I due eredi di Teodosio erano Arcadio ed
Onorio ma Teodosio deve dividere l’Impero orientale (assegnato ad Arcadio) e l’Impero occidentale
(assegnato ad Onorio). Onorio muore nel 423 d.C. ma il successore è il figlio della sorella Galla
Placidia che però non aveva l’età idonea, perciò la madre prende il potere. Quindi, l’Impero
orientale viene affidato a Galla Placidia.

In questa fase venne costruito il:

BATTISTERO DEGLI ORTODOSSI


Si conservano i mosaici che rivestono gran parte della
superficie interna. Edificato successivamente al
Mausoleo di Galla Placidia. Materiali uguali a quelli del
mausoleo. Le pareti interne sono rivestite da una grande
percentuale di mosaici. Nominato degli ortodossi per
distinguerlo dal battistero degli ariani. Ci sono 3 registri
di mosaici: il primo presenta motivi a girali d’acanto
mentre il secondo presenta piccole edicole realizzate in
stucco.

Terzo registro: tre ordini concentrici, partendo dal clipeo (medaglione) centrale
all’interno del quale è raffigurata la scena del battesimo di Cristo. Nella parte
intorno troviamo figure dei 12 apostoli abbigliati con ampi abiti ricchi di stoffe

Confronto tra il battistero degli ortodossi e quello degli ariani. Le figure nel battistero degli ariani sono
più statiche, figure divise da palme molto rigide e poco rigogliose. Rappresentazione lontana da quella
del battistero degli ortodossi.

Galla Placida, chiamata anche la ‘’nobilissima’’ fu madre, figlia e sorella di Imperatori, e lei stessa era
imperatrice reggente.

Vi era un periodo di repressioni barbariche e l’Impero si stava frammentando. l’unica soluzione per
difendersi da questi attacchi è la fede cristiana e questo mausoleo ne è la chiara prova.

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MAUSOLEO DI GALLA PLACIDIA

Materiale predisposto
per il terreno padano,
l’esterno è in mattoni.
Un altro edificio
importante fu Santa
Croce (andata distrutta)
che era in prossimità del
mausoleo. Pianta a croce
greca (4 bracci di dimensioni corrispondenti). L’interno è costituito in basso da uno zoccolo in marmo, nelle
parti alte delle pareti fino ad arrivare alla cupola si sviluppa un ricco e articolato ciclo decorativo a mosaico.
Un mosaico che dilaga secondo un criterio tipico delle architetture orientali, secondo il quale è la
decorazione che ridisegna le linee strutturali dell’edificio stesso. Ci si allontana dal concetto tipicamente
classico in base al quale le decorazioni vengono proposte all’interno di un sistema di incorniciature, un
sistema che si rapporta alla struttura. Bracci coperti da una volta, nella fattispecie da volte a botte.

Cristo buon pastore: intradosso della volta, motivo


decorativo floreale fortemente stilizzato,
geometrizzato. Da un lato c’è il recupero di
ambientazione tipiche della pittura romana da un
lato il recupero di repertorio cristiano ovvero il
Cristo pastore. Emerge questo tono idilliaco molto
antichizzante. Se analizziamo alcuni dettagli come le
rocce, ci rendiamo conto che sono
utilizzati dei parametri di forte semplificazione formale. Sono elementi squadrati, geometrizzati. La
tendenza all’astrazione è di matrice orientale. La figura di Gesù ha una torsione notevole ma lo sguardo è
rivolto dal lato opposto. Non c’è una partecipazione emotiva da parte di Gesù nella scena.

Nella cupola troviamo l’emblema della croce. Si generano ai 4 lati degli


elementi idealmente a foggia triangolare ovvero i “pennacchi”. In
concomitanza dei pennacchi compare il tetramorfo, 4 figure alate:

-Leone (San Marco)

-Aquila (San Giovanni)

-Angelo alato (San Matteo)

-Toro (San Luca)

Le cornici con un nastro che viene raffigurato evidenziando l’incidenza


della luce.

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Nelle lunette troviamo delle raffigurazioni di scene
cristologiche come, ad esempio, il Cristo buon pastore.

Parte alta di una volta a crociera: San Pietro e San Paolo,


simbolo dei due ceppi da cui origina la chiesa cristiana.
San Paolo è più giovane di San Pietro che invece ha
barba e capelli bianchi.

BASILICA DI SAN GIOVANNI EVANGELISTA

Schema delle basiliche paleocristiane e romane (in tre


navate). Prende ispirazione dall’architettura orientale.
Alla facciata viene anteposto uno spazio che si definisce
“nartece”, ovvero un preambolo introduttivo
all’ambiente vero e proprio. All’interno ci sono elementi
originali come i piccoli ambienti “pastoforia” ovvero
cappelle adiacenti la zona absidale anch’essi mutuati
dalla tradizione architettonica orientale. Altro elemento è l’abside esterna poligonale. La copertura è a
capriate lignee. Non ci sono resti di cicli figurativi.

BASILICA DI SANT’APOLLINARE NUOVO


Fu eretta da Teodorico, re dei Goti,
tra il 493 e il 526, quale basilica
palatina. Intitolata da San Martino
«in Ciel d’oro» (per lo splendore del
suo soffitto a cassettoni dorati).

Si chiama così perché a Ravenna


(zona Porto di Classe) verrà
successivamente fondata una
Basilica da Giustiniano (imperatore
d’oriente) soprannominata
Sant’Apollinare in Classe. Mentre questa basilica assume questo titolo quando
le reliquie di Sant’Apollinare vengono trasportati dalla Basilica di Sant’Apollinare in Classe a questa.

Come in San Giovanni Evangelista: spazio suddiviso in 3 navate, presenza di un nartece, zona absidale
esterna poligonale. All’interno: arcate a tutto sesto, pulvini tra capitelli e archi, soffitto a cassettoni.

Cicli decorativi divisi in tre registri:

-parte bassa: Sante e Santi protagonisti che tengono delle corone

-parte media: Santi e Apostoli

-parte alta: uno dei primi cicli cristologici che l’architettura cristiana ci offre (Cristo buon pastore)

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Raffigurazione del Palazzo
di Teodorico e del Porto di
Classe.

Non esiste il concetto di


profondità spaziale. Tutte le
figure sono bidimensionali.

Sant’Apollinare Nuovo

Si chiama così perché a Ravenna (zona Porto di Classe)


verrà successivamente fondata una Basilica da Giustiniano
(imperatore d’oriente) soprannominata Sant’Apollinare in
Classe. Mentre questa basilica assume questo titolo
quando le reliquie di Sant’Apollinare vengono trasportati
dalla Basilica di Sant’Apollinare in Classe a questa.

Come in San Giovanni Evangelista: spazio suddiviso in 3 navate, presenza di un


nartece, zona absidale esterna poligonale. All’interno: arcate a tutto sesto,
pulvini tra capitelli e archi, soffitto a cassettoni.

Cicli decorativi divisi in tre registri:

-parte bassa: Sante e Santi protagonisti che tengono delle corone

-parte media: Santi e Apostoli

-parte alta: uno dei primi cicli cristologici che l’architettura cristiana ci offre
(Cristo buon pastore)

Raffigurazione del Palazzo di Teodorico e del Porto di Classe.

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Non esiste il concetto
di profondità spaziale.
Tutte le figure sono
bidimensionali.

Cristo in trono. Figura frontale. Assenza di naturalismo e


vegetazione (a differenza di Galla Placidia e Battistero degli
ortodossi).

Le figure delle sante sono seriali. Realizzate


successivamente alla costruzione della basilica. Tuniche
riccamente ricamate con pietre preziose. Elemento
tipico: grandi scolli “loros” decorati coj perle.

Con la morte di Teodorico si aprì un periodo politicamente travagliato per la città: i rapporti con i Goti e
Bisanzio si erano andati a deteriorare con la salita al potere di Giustiniano la situazione sfociò nella così
detta guerra goto-bizantina che si concluse con la vittoria di Giustiniano fece costruire la prefettura d’Italia
a Ravenna essa rimase ancora centro politico importante.

BASILICA DI SAN VITALE

Uno dei primi edifici ordinati da


Giustiniano. Fu eretta da Giuliano
Argentario su commissione del
vescovo Ecclesio. Ha una pianta
centrale, classico orientale.

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Schema poligonale suddiviso in due ideali navate attraverso un sistema di esedre (strutture
semicircolari suddivise in due ordini in altezza tramite delle
colonne). Nella zona del presbiterio troviamo alcuni dei mosaici medievali più importanti. Essi
rappresentano Giustiniano e la sua corte.

Abele e Melchisedec. Abele offre in sacrifico un agnello,


entrambi i personaggi tendono le mani verso l’alto incontro
alla mano che scende (di Dio). Rigidità dei personaggi, moduli
geometrizzanti, forte stilizzazione. Questa geometrizzazione si
coglie quando affrontiamo il problema della terza dimensione
perché è tutto costruito su un piano frontale (non c’è
prospettiva). Anche il prato non suggerisce nessuna idea di
prospettiva. L’altare viene
posto in prospettiva però non c’è nessun processo sensato con gli oggetti sovrastanti.

Ospitalità di Abramo. Possiamo avere un’idea di trinità. Abramo si prodiga per ospitarli,
prepara dei pani per offrirli agli ospiti che si siedono a tavola. I panneggi sono stilizzati
con forti linee di demarcazione. La tavola è inclinata verso lo spettatore. Nella parte
sottostante con le 4 gambe della tavola e un poggiapiedi, c’è una sorta di imbroglio
perché i piedi dei personaggi si intrecciano in maniera caotica, non corrispondente al
vero. Ci porta fuori dalla realtà tangibile.

Nella volta formata da 4 vele, ci sono elementi decorativi con al


centro un agnello con un’aureola. C’è sempre un forte aggancio con
la tradizione antica. La cupola è stata realizzata sulla base del motivo
vegetale che si avviluppa su sé stesso.

Mentre nella parete frontale al presbiterio, troviamo


Teodora (moglie di Giustiniano) con delle ancelle e dei
militari.

L’imperatore Giustiniano è posto al centro, ai lati


vediamo dei dignitari con delle guardie imperiali
(sinistra) e il responsabile della consacrazione della
basilica (destra). Dopo il vescovo troviamo due chierici.
Giustiniano è abbigliato in modo vistoso con dettagli
molto interessanti con pietre preziose e perle (fibula).
Nella corona è evidente la presenza di decorazione
molto ricca con perle e pietre preziose alla quale si
legano i pendagli. Il suo sguardo è rivolto altrove, come
se fosse in un altro posto ed avesse un distacco emotivo. L’imperatore è considerato una divinità, per
questo viene rappresentato con l’aureola.

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Il capitello è oggetto di grosse trasformazioni. Rappresentano
una piramide rovesciata, ricoperta da una trama costituita da un
motivo vegetale fortemente stilizzato che ricorda il concetto di
un merletto. Tra il capitello e l’attacco dell’arco si interpone
nuovamente il pulvino (elemento tipicamente orientale). Il
tessuto decorativo è bidimensionale. La base di partenza per
questi capitelli,

sono i capitelli di
ordine corinzio.
Ovvero un involucro
di attacco tra la
colonna e l’arcata, si
usano delle foglie o motivi vegetali per decorazione. I capitelli
della Basilica di San Vitale però, sintetizzano i motivi vegetali
fino ad arrivare ad una trama a merletto bidimensionale.

SANT’APOLLINARE IN CLASSE

Troviamo un nartece, 3 navate e


l’abside. Copertura ad arcate lignee. La
chiesa è dotata di un ciclo decorativo
che si concentra nell’abside e nell’arcata
absidale.

Troviamo la figura di un santo con le mani aperte rivolte verso


l’osservatore (orante, colui che prega. E’
Sant’Apollinare, colui a cui è dedicata la chiesa. Le spoglie del
santo però vennero poi trasportate nella Basilica di
Sant’Apollinare Nuovo. Ai lati sono disposti degli agnelli in un
giardino di piante prive di rigoglio e di ricchezza di fioritura. Nella
calotta è presente un grande clipeo con il cielo stellato su cui si
staglia una croce gemmata con

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accanto degli angeli. La croce nel cielo simboleggia la trasfigurazione di Cristo. Al centro dell’arcata
absidale troviamo un Cristo benedicente affiancato dai 4 simboli degli evangelisti.

Arti suntuarie: la cattedra di Massimiano (avorio)


Conservata a Ravenna nel Museo arcivescovile della città. Le arti
suntuarie sono le opere di dimensioni contenute realizzati attraverso
materiali molto preziosi (oreficerie). La cattedra vescovile era il seggio
sul quale sedeva il vescovo (da lì deriva cattedrale). Nella zona frontale
compaiono dei piccoli quadri al di sotto dei quali sono poste figure di
alcuni santi, al centro si individua la figura di San Giovanni Battista con
ai lati la figura dei 4 evangelisti. Nello schienale troviamo invece un
ciclo relativo alla vita e ai miracoli compiuti da Gesù. Nelle fiancate
troviamo scene della vita di Giuseppe.

Nei rilievi possiamo trovare diverse tendenze culturali:

- Semplice, bidimensionale, geometrica (scene quotidiane con filo


narrativo)

La rappresentazione di San Giovanni Evangelista deriva dall’antico. Il


fatto di inglobare una figura.

Dittico barberini, conservato al Louvre. Sopra troviamo Cristo che regge


una croce con due angeli. Al centro in una versione molto ridondante è
presente Giustiniano sopra un cavallo, per celebrare le imprese belliche
(intuibile dalla nike alata simbolo di vittoria e dal simbolo della terra).

BASILICA DI SANTA MARIA ANTIQUA

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Alla metà del IX sec. fu travolto da una frana. Ai primi del 1900
vengono effettuati degli scavi per recuperare questo edificio. Nella
fase in cui a Ravenna vige la gestione bizantina.

Parete di un edificio trovato nel foro romano. È il secondo edificio


che preesistendo nel foro viene riconvertito a chiesa cristiana. La
chiesa fu ricavata da un’aula palatina. Denominata parete
palinsesto (qualcosa che mette insieme una serie di documenti di
varia estrazione). Sulla parete ci sono vari estratti di pitture, il più
antico è quello che vediamo nell’immagine. Figura della vergine con
il bambino in braccio, al lato destro si trova un angelo (540 cc). Sulla
destra in uno strato più recente troviamo una scena
dell’Annunciazione di cui rimangono alcune parti individuabili al di
sopra dell’aureola della Vergine (560 cc ovvero pontificato di
Giustino II). Sulla stessa parete (nella metà del VII sec. ovvero
concilio lateranense) viene predisposto un terzo strato. Si ricorre ad una modalità di decorazione tipica
orientale.

1 strato 540) La corona di Maria ripropone l’utilizzo di perle e pietre preziose che sono distribuite
sulla corona, sul grande scollo, sulla decorazione della tunica che la Vergine indossa e anche sul trono
che noi vediamo frontalmente. Anche il Bambino viene rappresentato con un nimbo. Non si intuisce la
messa in scorcio delle gambe della mamma, che sembra stante, sembra quasi in piedi.

2 strato 560) L’angelo ha lineamenti molto addolciti con linee morbide, caratterizzato da
un’intensa emotività espressiva che ricorda la pittura parietale romana. Il riferimento alla tradizione
antica costituisce il sostrato principale entro il quale si ragiona.

BASILICA DI SANTI COSMA E DAMIANO


Sempre nella zona del foro romano, in una fase precedente
rispetto alla riconversione cristiana di Santa Maria Antiqua.
Grande mosaico absidale, ha vissuto molti rimaneggiamenti
ma rimanda al mosaico originale. Gesù al centro che si
staglia contro un cielo cosparso di nuovi con ai lati la
presenza dei due principi degli apostoli che introducono i
santi Cosma e Damiano.

Santi di origine orientale, erano dei santi medici che si presentano con delle tuniche recanti degli omaggi
nelle mani. Compare dopodiché la figura del papa Felice IV che offre il modellino della chiesa e
specularmente San Teodoro (con abbigliamento orientale). Nei dettagli si ritrovano gli elementi della fase
teodoriciana a Ravenna ovvero tendenza alla semplificazione formale. Si perde un po' l’emotività.

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LONGOBARDI

Si organizzano in un regno inaugurato nel 568 quando Re


Alboino fa valicare le Alpi dal suo esercito. Rimangono in
Italia fino all’insediamento dell’Impero carolingio ovvero 774.
Tutto ha origine una situazione riguardante la zona della
Mongolia (estremo oriente rispetto alla penisola Italica). Gli
Unni che erano in Mongolia furono scalzati dal territorio da
un’altra popolazione (Siempì). Si spostano e si genera un
meccanismo a catena che sovverte tutta la dimensione di
stanzialità di popolazioni. Si mette in atto un processo di
invasione della Penisola italica. Alboino a capo di un regno in Italia organizzato secondo due grandi blocchi:
uno in zona settentrionale (che corrisponde alla cosiddetta Langobardia Maior), con uno sbarramento al
centro dell’Italia ovvero l’esarcato di Ravenna e uno al Sud di Roma (ducato di Benevento) e uno in zona
meridionale (Langobardia Minior).

ARTE LONGOBARDA

• Durante la loro permanenza in Italia, assimilarono i valori culturali e materiali influenze bizantine,
ellenistiche e meridionali
• Le loro espressioni artistiche sono concentrate sull’ oreficeria, si manifestarono: crocette in lamina
d’oro, grandi fibule (ornamento vestiti) e le croci gemmate riprendono il motivo del crocefisso;
pietre dure che rispondono a un grande gusto del colore (gusto tardo antico ) inserite a freddo
come nell’evangelario di Gregorio Magno donato a Teodolinda.
• Abili anche nella lavorazione dell’impugnatura delle armi e degli scudi • L’oreficeria
continua ad essere anche nel VII secolo ‘’arte-guida’’.

CRIPTA DELLA BASILICA DI SANT’EUSEBIO A PAVIA

Pavia era il centro principale della


Langobardia Maior. Analizziamo i
capitelli sulle colonne della cripta. La
vocazione dei longobardi è quella alla
geometrizzazione. I longobardi per
realizzare i capitelli usano una
maniera inedita e originale. Mimano
la decorazione delle oreficerie o
alludono ad un

motivo vegetale che viene presentato secondo una redazione estremamente


semplificata.

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Si tende ad una costruzione lineare piuttosto che volumizzante. Nel
capitello si propone il modello di fibula alveolata (come nelle
oreficerie astratte) oppure a foglie d’acqua (motivo vegetale come
nel capitello corinzio).

Impugnatura di una spada dove è praticato il principio della


decorazione in smalto. Vengono predisposte una sequenza di piccole
celle entro le quali viene accolta la pasta vitrea che funge da
riempitivo.

Fibula di Benevento, in oro. C’è il motivo vegetale del girale d’acanto con
un cameo di figura di guerriero, elemento di reimpiego. Elemento
intrecciato tipico longobardo (astrazione e geometrizzazione).

Fibula di Castel Trosino Simbolo della


croce.

Vocazione usata come motivo astratto per decorare


le croci greche. In questo caso, il motivo è astratto.
Segmenti di figure animali scomposti e assemblati in
maniera incongrua.

Croce di Gisulfo. Compare accanto al motivo delle perle preziose, troviamo una figura umana
(identificata come Gesù).

Croci conservate a Cividale del Friuli (Langobardia Maior).

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Corredo legato ad un guerriero conservato a Berna (Svizzera).
Decorazioni dello scudo di Stabbio. Contesto di estremo
interesse se consideriamo che di questo ritrovamento fanno
parte una serie di figure allusive a figure animali, a figure di
cavalieri.

Sono figure giocate su un piano


bidimensionale, immagini che costruiscono le
forme grazie all’uso esclusivo della linea. I due
pavoni vicino al vaso attingono all’iconografia
cristiana. Nella figura del cavaliere
apprezziamo la capacità espressiva con
l’utilizzo della linea come colonna portante.

Lamina di Agilulfo
Il sovrano è al centro della composizione affiancato da
due guardie reali, figure di dignitari che sopraggiungono
con degli oggetti in dono al sovrano e vittorie alate. La
composizione è di tipo gerarchico. Lo spazio è eluso, non
c’è profondità però si guarda molto al repertorio classico
che viene reinterpretato.

Alcune opere conservate nel Duomo di Monza (luogo


importante nella Langobardia Maior) inerenti al periodo
di Teodolinda.

Questa rappresenta la copertina di un testo di vangeli,


regalato dal papa Gregorio Magno al battesimo del figlio
di Teodolinda. L croce presente con le pietre preziose,
coerente con l’arte longobarda. Cameo (elemento
classico reimpiegato).

Corona ferrea. Pietre preziose in un contesto geometrizzante.

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Teodolinda muore nel 628.
Ritratto emblematico, simbolo del modo di ragionare dei
longobardi. Linguaggio semplificato. Il naso è scomparso. Gli
occhi sono costituiti da mandorle (moduli geometrizzanti). La
bocca è una sorta di ferita incisa nel marmo.

Opera conservana nel British Museum a aLOndra.


Ritrae uno scettro datato tra il 624 e il 625. Proviene dalle regioni
corrispondenti all’attuale Gran Bretagna.

L’approccio della testa a pera era precedente ai longobardi. La


tipologia tra la testa di Teodolinda e lo scettro è analoga. Perciò il
linguaggio non è inedito.

Modalità alternativa a quella classica quindi sono due filoni


paralleli: classico e quello che si esprime secondo un principio
diverso da quello della verosimiglianza.

Opera riconducibile alla fase bizantina (quando Giustiniano controlla il potere


nell’esarcato di Ravenna). Ritratto conservato nel Castello sforzesco a Milano
che ritrae l’imperatrice Teodora (moglie di Giustiniano). Il naso è abraso da
cui partono specularmente le arcate sopraccigliari che sono esattamente delle
linee curve fortemente geometralizzanti; anche i bulbi oculari sono
corrispondenti all’impiego di moduli. L’acconciatura elaborata rimanda all’alto
rango di provenienza della regina. Anche le ciocche anteriori sono
geometrizzanti. Quindi anche nella fase bizantina era presenza la
geometrizzazione. Le ricerche nella fase alto-medievale andavano verso
questo tipo di forme.

Testa conservata a Firenze nel museo archeologico proveniente dall’Egitto


cotto (Egitto cristianizzato). I bulbi oculari sono macroscopici con un forte
valore espressivo; non c’è nessun tipo di approccio naturalistico, si
rielabora il modello.

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Santa Maria delle pertiche a Pavia

Uno degli edifici più interessanti nella fase longobarda. Fondata


intorno al 670 da Rodelinda (moglie di Pertarito).

Sistema a pianta centrale, evocativa del concetto messo in atto


nel San Vitale ravennate.

Battistero di Lomello

Qui è evidente quale fosse l’approccio che i


longobardi mettono in atto nell’arte
monumentale. Il tamburo ottogonale è proprio
degli edifici a pianta centrale. Sull’edificio
troviamo delle
finestre a tutto sesto e delle loggette cieche (decorativa). Il tipo di
conclusione delle loggette è spiccatamente geometrizzante (triangolare). In
questa architettura prevale l’interpretazione linearistica a fronte di quella plastico-volumetrica. La
struttura è a lobi, visibili anche nella parte esterna.

Rilievi di Santa Maria Teodote, provenienti dalla struttura di


San michele a Lacusterla

Motivi decorativi: grifoni o mostri marini (che si affrontano


uno di fronte all’altro) centrali, allusivo all’emblema
dell’albero della vita. Motivi vegetali di vite, grappoli d’uva
inglobati in nastri che si incrociano. Repertorio decorativo
bidimensionale.

Questa lastra rappresenta due pavoni che si abbeverano


ad una fonte con una croce greca. Fortemente stilizzato.
Non c’è volumetria, le immagini rimangono aderenti allo
sfondo. La croce non ha un corrispettivo dall’altra parte,
non è speculare. Il piumaggio è semplificato e stilizzato.

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Frammento derivante dal Palazzo

Figura animale che si stacca dal piano di fondo, indicativa di una inedita
vocaizone a sviluppare di più i volumi.

Frammento conservato nel Museo di Brescia, vediamo che la


figura del pavone viene arricchita dall’utilizzo di un piumaggio
naturalistico. Vediamo un accenno di naturalismo. Il motivo
principale del girale d’acanto, Rifacimento alla cattedra di
Massimiano.

Motivo decorativo cornice geometrizzante ad inquadrare un’iscrizione nella parte


centrale di questa lapide che ci ricorda il modo di concepire dell’arte antica (inquadrare
le rappresentazioni).

Convento di Santa Maria d’Aurona


Confronto con capitelli di San Eusebio a Pavia. Si recupera
il concetto della foglia che si flette in maniera morbida e
naturalistica, accentuata valenza plastica volumetrica.

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Ducato di Benevento, interno della Chiesa di Santa Sofia di Benevento
Edificio a pianta centrale (come Santa Sofia a
Costantinopoli). Spazio ripartito in senso
circolare dalle colonne, come vediamo nella
planimetria. Pianta irregolare che sembra il
frutto di un incontro tra una struttura
circolare e una stellare (utilizzo della linea da
parte dei longobardi). Abside centrale e due
piccole laterali. Decorazioni sulle parti
laterali della chiesa.

Cappella Palatina di Aquisgrana

Tra l’ultima fase della produzione artistica longobarda e la fase iniziale della
cultura artistica carolingia, c’è una linea di continuità. Quando Carlo Magno
farà costruire la cappella annessa al Palazzo imperiale (Aquisgrana, Germania)
destinata ad ospitare il trono riservato all’imperatore, verrà rievocata la
tipologia architettonica a pianta centrale.

La continuità culturale è verificabile anche nella pittura. In particolare,


negli affreschi della Santa Sofia a Benevento, dove sono narrati episodi
relativi all’angelo che impone il silenzio a Zaccaria. Il panneggio è
svolazzante, con un piglio dinamico. Si recupera la vocazione e il
dinamismo dei panneggi che abbiamo visto nella cupola del Battistero
degli Ortodossi a Ravenna.

Ferdinando Bologna (storico) ha messo in parallelo gli affreschi di


Santa Sofia a Benevento con questo codice ovvero un testo scritto
corredato da illustrazioni. È l’Evangelario di Godescaldo, proveniente
dalla scuola di corte di Aquisgrana. Sono miniature che propongono
motivi espressivi che ha fatto rilevare a Bologna una certa somiglianza
con l’angelo di Santa Sofia.

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Ducato di Cividale del Friuli, uno dei rilievi dell’Altare
di Ratchis
Databile VIII sec. (a ridosso della conclusione del regno
longobardo). I rilievi sono legati da una simbiosi formale.
Rappresentazione di Cristo in mandorla (emblema che mette in
risalto l’immagine di Cristo), con la mano divina di Dio. La
mandorla è sostenuta dagli angeli.

Immagine della visitazione.

CARLO MAGNO è il figlio di Pipino il Breve, avvierà una serie di campagne di conquista per ingrandire i
propri possedimenti che interesseranno non solo la penisola italica, ma anche la Sassonia, Baviera. Si spinge
anche allo scontro con gli avari (altra popolazione) e conquista anche la Pannonia (zona dalla quale
provenivano i longobardi).
TRATTATO DI VERDUN.
La dinastia carolingia in Francia parte dal 751-987, mentre quella in Germania 751-911... questa
dominazione rispetto ai Longobardi è molto più alta.
La dicitura è quella di SACRO ROMANO IMPERO (si rifà idealmente al desiderio di rievocare l’Impero
Romano, l'operato di Carlo Magno procederà di pari passo con la chiesa, forte sodalizio con la Chiesa
sancito dall’incoronazione nella chiesa di san Pietro in Vaticano da Papa Leone IM.)

Dal 919 fino al 1024 subentreranno nel controllo di gran parte dei territori dei carolingi la dinastia degli
Ottoni che continueranno ad essere incoronati dal Papa.

RIEVOCAZIONE DELL'IMPERO ROMANO.

CAPPELLA PALATINA DI ACQUISGRANA (centro dove aveva sede il palazzo imperiale)


Aveva la finalità di ospitare il trono dell’imperatore. AVVIATA LA COSTRUZIONE NEL 794 E CONCLUSA
VERSO 814. Consacrazione per opera di Leone III. Pianta centrale che ci ricorda il PHANTEON. Schema con
grandi arcate suddivise in due ordini, analoga a chiesa di Ottmashain (ottonianana). Podio dove poggia il
trono, Transenne, dove rileviamo due motivi interessanti ovvero girali d’acanto, piccoli capitelli con motivi
vegetali che attingono al repertorio decorativo antichizzante, ma al contempo richiamo a motivi
geometrizzanti che posso ricondurci alle oreficerie longobarde, tendenza alla semplificazione e
geometrizzazione.

OLTRE 200 ABBAZIE FONDATE DA CARLO MAGNO... connubio tra lui e la Chiesa

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816-830 ABBAZIA DI SAN GALLO, elaborata dall’abbate di reichenau. La planimetria che mostra l'abbazia è
conservata nella biblioteca stessa. Antico complesso abbaziale. Fa parte il Westwerk (corpo occidentale di
facciata, è antistante la facciata dell'entrata degli edifici)

ABBAZIA DI SAINT-RIQUIER... articolazione complessa...


Ricostruzione della parte ABSIDALE basilica Sant'Ambrogio risale in questa fase e anche l’ALTARE D'ORO DI
SANT'AMBROGIO .... Realizzata in oro e completamente istoriata, viene risaltata la figura del FABER ovvero
VOLVINIUS-MAGISTER-FABER che nel tondo antestante viene incoronato da SANT'AMBROGIO.
SANT'AMBROGIO ERA UNA FIGURA DI SPICCO NEL MOMENTO IN CUI MILANO ERA CAPITALE E DUNQUE FA
FONDARE QUESTA BASILICA.
NEL 774 MILANO ENTRA NELLA RINASCENZA CAROLINGIA.

CODICE GODESCALCO: scuola palatina di Aquisgrana Similitudine tra questo e i rilievi di Santa Sofia
EVANGELARIO DI DARROW: FINE 7 SECOLO.
EVANGELARI DELL’INCORONAZIONE: scuola palatina di Acquisgrana, recupero classicità,
Scioltezza delle linee... l’evangelista ha in mano una penna con cui pare sia in procinto di redigere

Uno dei testi dei vangeli.


Anche nella dimensione espressiva c'è una vivacità che può ricordare gli affreschi di Castelseprio,

Scorcio, piede destro su un piano e sinistro sull'altro


EDIFICI SU UN PIANO DI FONDO E PAESAGGI. TERMINI DI REALISMO CON UN PIGLIO NATURALISTICO NELLA
RAPPRESENTAZIONE DELLE IMMAGINI.

SALTERIO DI UTRECHT: Si trova nella biblioteca di Utrecht, tipo di impaginazione differente rispetto a quelli
precedenti perché il testo scritto è alternato alle raffigurazioni e non è più a piena pagina, non c'è una figura
singola ma episodi relativi a scene di battaglia.

PRIMA BIBBIA DI CARLO IL CALVO: presenti colonne con grande arco, scene ampie, l’imperatore è
presentato in trono, gerarchia degli ecclesiastici. Figure vivaci dal punto di vista espressivo e della
gestualità.

INIZIALE MINIATA C, iniziale diventa Un abitacolo entro il quale è possibile inserire una figurazione, gli
artisti cercano le soluzioni più varie per inserire spazi con rappresentazioni addirittura arrivano alle iniziali:
TROVATE NOTEVOLI.

BASILICA SAN PAOLO FUORI LE MURA, SCENE VITA DI SAN PAOLO: altro sistema impaginativo dove la
pagina presenta una tripartizione, tre registri su piani paralleli ciascuno dei quali viene diviso a sua volta in
due episodi come nel caso dei mosaici di Santa Maria Maggiore

INCIPIT BIBBIA DI CARLO IL CALVO: da una parte la capacità di raffigurare immagini di estrema raffinatezza.

GAMMA DELLA PRODUZIONE CAROLINGIA E’ MOLTO VASTA

CARLO MAGNO si prefigge di costituire il suo impero guardando con molta attenzione la tradizione
imperiale romana, in maniera molto coerente nella produzione artistica viene rievocato ciò e dunque
‘abbiamo alcuni esempi come i vangeli dell’incoronazione nelle figure monumentali degli evangelisti si
rievoca la statuaria classica .

ANCHE NELLA MONETAZIONE, denaro nel quale la figura di Carlo magno viene presentata di profilo secondo
uno schema diffuso nella monetazione romana, vi è ‘anche un iscrizione.

Anche in piccoli gruppi scultorei come quello che raffigura Carlo magno a cavallo vi è un analogia con la
figura del Marco Aurelio, forte monumentalità, naturalismo.

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CROCI che ricordano la produzione artistica longobarda come la croce gemmata decorata con pietre
preziose, vi è l’impiego del Cameo come nella rilegatura dell’evangelario di TEODOLINDA esattamente nelle
croci.

CROCE DI LOTARIO : presenza del cameo.

AMBITO DELLA PRODUZIONE ARTISTICA CAROLINGIA: ARCHITETTURA. WESTWERK ovvero corpo


occidentale di facciata impiegato in maniera inedita negli edifici Carolingi.

TORALLE DI LORSH: Facente parte dell'abbazia imperiale, cosa interessante è la presenza di questa Toralle
che precede l'ingresso alla stessa abbazia, facciata organizzata in due livelli, quello inferiore...
. secondo registro presenti delle lesene scanalate sopra le quali sono presenti dei capitelli e poi al di sopra
una conclusione a timpano con la parte mancante della base dove ritroviamo il concetto di linearismo,
recupero
del linearismo. FUNZIONE DI QUESTA TORALLE POTREBBE ESSERE CELEBRATIVA CON UN RICHIAMO
ALL’ARCO DI COSTANTINO.

OGGETTI IN AVORIO, COPERTA DELL’EVANGELARIO DI LORSH: angeli reggi clipeo con l'emblema di cristo,
sotto cristo al centro e ai lati gli angeli che lo affiancano e al di sotto immagini rievocative della storia di
cristo, che ricordano i sarcofagi del 5 secolo. Panneggi che ricordano l’evangeliario di Godescalco. Fort e
classicità se analizziamo le arcate al di sotto delle quali vengono inserite le immagini.

RIQUALIFICAZIONE CHIESE PERIODO DI PAPA PASQUALE PRIMO: BASILICA SANTA PRASSEDE , SANTA
CECILIA IN TRASTEVERE E SANTA MARIA IN DOMITO.

NELLA BASILICA DI SANTA PRASSEDE L’arcata trionfale viene costruita appositamente, potrebbe avere un
intento celebrativo... si ripristina l'impianto iconografico di SANTI COSMA E DAMIANO.

SACELLO SAN ZENONE che si trova all’interno della basilica di santa prassede è interamente rivestito di
mosaici.

SAN GIOVANNI A MUSTAIR. Edificio che ‘apparteneva ad un monastero benedettino fondato alla fine dell'8
secolo con 3 navate e copertura a volta come si intravede dalla zona absidale, attualmente la copertura è
posteriore poichè all’inizio l'ambiente era ad aula ovvero unico con copertura a capriate ligneee poi fu
cambiata. Nella contro facciata vi è il giudizio universale che è uno dei più antichi cicli, si trova li in modo
tale da farlo divenire visibile quali si esce dall’abside e si fa il percorso a ritroso.

SAN BENEDETTO A MALLES, a navata unica con 3 absidi, meglio conservate due immagini di donatori,
importante il dettaglio del nimbo quadrato che mostra il fatto che le persone rappresentate in quel
momento sono ancora in vita.

QUANDO SI CHIUDE L'EPISODIO CAROLINGIO VI E' UN MUTAMENTO NEL CONTROLLO DEL POTERE NELLA
ZONA DEL NORD DAL 919 AL 1024 REGNERA? LA DINASTIA DEGLI OTTONI, la dinastia non fa altro che
recuperare le ideologie e il programma politico alla base dell’impero di Carlo magno e dunque anche qui
riferimento alla tradizione romana, sul piano artistico concetti alla base della produzione artistica carolingia
con una particolare attenzione alla miniatura e oggetti in avorio.

INTERNO DELLA CHIESA DI SAN GIORGIO A OBERZELL: isola REICHENAU, affreschi antichi in parte ravennati
sulla parete della navata centrale, una parte vi sono due episodi diversi della stessa storia di cristo, capacità
narrativa con figure costruite con linee fluide, maggior enfasi del linearismo, cosa che nella fase carolingia
era presente in maniera diversa dato che si faceva attenzione alla volumetria e plasticità.

MINIATURE OTTONIANE
APOCALISSE DI ENRICO SECONDO: proveniente dallo scriptorium della Raichenau, SIAMO DAVANTI AD UN
CODICE, vediamo infatti immagini costruite secondo nette linee di demarcazione e non lasciano molto
spazio ai volumi.

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CODICE OTTONE Il E III, immagini celebrative degli imperatori dove è evidente la differenza stilistica, infatti,
le immagini sono più rigide (concetto imperatore con insegne imperiali es scettro e globo) piccola
architettura che fa da contorno affiancata dalle 4 personificazioni delle province dell'impero. Il tutto è
statico e bidimensionale ottenute grazie all'uso delle linee insistenti. Fissità dello sguardo.

PRODUZIONE DI OGGETTI IN AVORIO: SITULA DI GOTOFREDO dove tornano i motivi impaginativi


dell’evangeliario di Lorsh, infatti, vi sono le figure all’interno di arcate con capitelli, presente in una scena
l’evangelista all’interno con un testo che sta redigendo. Piedi dell’evangelista atteggiati in posizioni
differenti una avanzata e una arretrata.

(MODULO B)
RINASCENZA CAROLINGIA (ROMANICO)
Situazione geografica del XI secolo

“Romanico” è un termine coniato tra il 1810 e il 1820. Non


è un termine inerente all’epoca ma un termine moderno.
Non si sa neanche il significato della parola. Romanico
perché le cose importanti si svolgono tra Francia
meridionale e la pianura padana in Italia (Austria e
Germania meridionale). Romanico è relativo alla lingua
romanza. C’è una
grande ripresa del periodo romanico. Il decimo secolo è stato
molto difficile per le diverse devastazioni che porta ad una
rinascita. I protagonisti sono i centri monastici con ordini riformati
da quelli benedettini. Nascono i comuni, i consigli comunali e i
nuovi ceti. Il romanico è il primo linguaggio che possiamo
considerare “europeo” che però non presenta caratteri stilistici
omogenei (ognuno ha il suo romanico). Le vie di pellegrinaggio
sono importanti in questo periodo: Via Francigena (da Londra fino

a Gerusalemme). Dalla Francia meridionale invece parte il cammino di Santiago dove c’è la sepoltura di San
Giacomo, attorno a cui gira l’attività economica-sociale.
In questi cammini si sviluppa la Chiesa di pellegrinaggio. Sono importanti perché sono conosciute e
poi vengono rielaborate. La novità di queste chiese sono i deambulatori intorno all’abside. Dovevano
essere grandi per ospitare le persone che venivano da tutte le parti. Sotto l’altare c’era la cripta con il
santo della chiesa. Minimo 3 navate, grandi transetti, coro con i cantori (abside complessa). Queste
chiese hanno le absidi radiali.

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ATTIVITA’ ARCHITETTONICA:

Importante era lo studio dell’architettura romana costantiniana ripresi a modello

Carlo Magno costruiva tanto per rappresentare la dignità imperiale e per la necessità di avere edifici adatti
alla vita di corte

Fondò grandi fabbriche, 75 palazzi, 7 cattedrali e più 200 monasteri durante il suo regno.

Costruì ad Aquisgrana (sua residenza in Germania) il Palazzo Imperiale

Nartece, navata longitudinale, incrocio con transetto, coro con abside semicircolare.
Conques, Santa fede, metà Xi sec.
Cupola su trombe: cupola con delle nicchie
Nell’architettura nordica vediamo due blocchi
(orientale e occidentale ). Le facciate sono
monumentali . L’articolazion e parietale si pone
come vera e propria protagonista
dell’architettura. La cupola e i sostegni sono
importanti. I pilastri sono a fascio.

Primo piano: navate

Secondo piano: tribune o matronei

Terzo piano: volte a botte cinghiate

Gli archi che separano le navate sono detti a doppia ghiera.


Gli archi dei portali si chiamano archivolti (decorati o no).

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Saint Sernin, a Tolosa fine del XI sec.
Caratterizzata dal portale gemino (a due
luci). Troviamo lesene e finestre
monofore, dentelli. Si mettono insieme
materiali diversi per giocare
coloristicamente. Volte a botte centrali e
volte a crociera laterali. Le volte a crociera
sono nervate (c’è solo l’incrocio tra i due
piani della crociera che crea la vela).

Porta e timpano di Miègeville, Saint-Sernin

Ascensione di Cristo, apostoli nell’architrave. L’articolazione


delle figure appare controllata dalla
forte interazione con il piano di fondo
mediante una sorta di riduzione dei
piani di modellazione.

Cristo in Maestà, bassorilievo in


marmo

Abbazia di Moissac
Timpano con visione apocalittica di San Giovanni.
L’assoluta immobilità e frontalità della figura del Cristo, si
contrappone la violenta animazione delle immagini circostanti.
Le figure allungate dei trumeau manifestano tensione che si
stempera grazie alla ricerca
elevata di eleganti cadenze ritmico
e di uno stile più spirituale e ricco
di sfumature espressive.

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Timpano del portale della chiesa di Saint-
Foy, Coques
Rappresentazione del Giudizio Finale,
grande interesse dal punto iconografico
benché certamente opera di minor intensità
espressiva rispetto a Vezelay, Autun e
Moissac.

Santiago de Compostela
Stretti rapporti con i Pesi Francesi, crescente fortuna del pellegrinaggio verso
Santiago de Compostela
Edificio principe della Spagna settentrionale è tuttavia il Santuario di Santiago de
Compostela. Ricostruito (1075 c.a) sullo schema planimetrico caratteristico delle
grandi chiese di pellegrinaggio francesi: lunghe navate, matronei, ampio
transetto a tre navate e deaumbulatorio con cinque cappelle absidali.

Porta degli orefici del transetto di Santiago di


Compostela
È un portale a due luci, il sostegno in mezzo si
chiama trumeau. Sopra quest’ultimo a destra ci
sono 6 figurine che sono gli apostoli.

Rinascenza Ottoniana

• Nel 962 Ottone I detto Il Grande, già re di Germania, venne incoronato Imperatore a Roma.
• Affermò la volontà di riformare quel poter che aveva esercitato Carlo Magno in Europa.
• I modelli culturali del nuovo Impero erano strettissimamente legati alla dimensione religiosa.

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ARCHITETURA OTTONIANA

Cattedrale di Spira
Architettura da cattedrale e non da pellegrinaggio.
Vediamo i due blocchi con i due tiburi. Vediamo le torri
caratteristiche dell’architettura imperiale. Decorazione
delle pareti con membrature proprio per articolare le
pareti, senza pittura. Il soffitto è in legno. Nel 1082 Erico
IV rivoluziona la chiesa con le volte a crociera con
nervature.

Abbazia di Jumieges

Facciata semplice con meno nervature, interessati alla moltiplicazione dei


piani. Il tardo romanico arriva ad avere 4 piani. Elemento degno di nota, le
due torri della chiesa abbaziale con la sua architettura romanica normanna
si ergono ad un'altezza di quasi cinquanta metri e suscitano una vera e
propria ammirazione. Incorniciano un portico che si apre su un'incredibile
navata all'aperto.

CLUNY

Ristrutturazione della chiesa abbaziale di Cluny ( II, III)


Cluny II: fu edificata nel 981, dopo decenni di lavori ininterrotti.
Era composta da: tre navate lunghe 55 metri, un coro a tre absidi
e tre torri
Cluny III: Nel 1088 ebbe inizio la costruzione di
Cluny III. La terza chiesa era una vera e propria
“Gerusalemme Celeste”: essa presentava cinque
navate, quattro navate laterali coperte con volte a
crociera e una navata centrale, ricoperta con una
volta a botte. Esse erano intersecate da due
transetti, dai quali si ergevano torri ottagonali. Con
la costruzione del secondo transetto comparve un
nuovo elemento: le cappelle radiali, che
fiancheggiano il deambulatorio.

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(Cluny) Figure di virtù, delle figure di toni musicali del canto
gregoriano (monaci cantavano). A destra troviamo una
raffigurazione del paradiso terrestre irreale: qui ci sono varie
persone, con le raffigurazioni dei fiumi (i 4 fiumi del paradiso
terrestre).

Chiesa di Saint-Lazare

Maestro Gislebertus: Giudizio finale (timpano del portale


occidentale)

Dal distrutto portale settentrionale proviene l’immagine di Eva


molto naturalistica

Il complesso dei capitelli della navata e del presbiterio su


realizzato da un atelier del Maestro. Possiamo vedere il
capitello con il Sogno dei Magi.

Chiesa di Saint-Madeleine a Velezay


Missione di Cristo agli apostoli, timpano del portale della
navata centrale

ABBAZIALE DI SAINT-GILLES DU GARD


Scena di Carlo Magno. Centro di pellegrinaggio. Profitti nelle nicchie. Qualitativo,
pregnanza, all’inizio attribuito ad Antelami, poi ad un maestro di Fidenza. I primi
profeti a tutto tondo.

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-Arte Romanica in Italia

L'architettura romanica in Italia copre un periodo di produzione architettonica più ampio di altri paesi
europei

Il panorama artistico è molto variegato:


-Differenziazione di situazioni politiche e sociali;
-Precoce crescita nelle città siciliane sotto il dominio arabo;
-Il consolidarsi delle autonomie cittadine
-Tutti fenomeni che testimoniano una grande crescita e trasformazione, ma che rallentano lo sviluppo della
produzione artistica.

AMBITO LOMBARDO: il Romanico lombardo è il primo tra i linguaggi artistici regionali a svilupparsi in
modo compiutamente autonomo.

SANT’AMBROGIO A MILANO

La ricostruzione della Basilica di Sant’Ambrogio a Milano,


costruita da Sant’Ambrogio (379), viene ristrutturata tra IX e X
secolo, ed è considerata la costruzione madre del Romanico
lombardo e la sua ricostruzione coincide con l’affermazione
della piena autonomia comunale di Miano

RISTRUTTURAZIONE:
La chiesa, priva di transetto, prolunga le proprie mura laterali verso l’esterno dando origine a un vasto atrio
porticato (quadriportico), qui esso assume la funzione di principale luogo di riunione di tutti i cittadini

La basilica, a semplice pianta rettangolare, ha le stesse


dimensioni del quadriportico e si compone di tre navate
terminanti con altrettante absidi semicilindriche.
La navata centrale, larga il doppio delle altre, si articola in
quattro ampie campate quadrate. Le prime tre sono coperte
da volte a crociera costolonate, mentre la quarta è stata
successivamente coperta da una cupola a pianta ottagonale
Le navate laterali sono a loro volta formate da otto campate
minori (campatelle). Anche la copertura delle navate laterali è
a crociera e su di esse si imposta il matroneo.
Si trova un mosaico di età carolingia.

L'altare di Sant'Ambrogio è l'altare maggiore della basilica di Sant'Ambrogio a Milano


L’altare è collocato al di sotto del ciborio e al centro di un grande spazio

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Ha la forma di una grande cassa, quasi come se fosse un sarcofago antico, inizialmente infatti non
fu progettato per contenere i santi resti
È realizzato in legno, presenta una forma di parallelepipedo a cui
sono state sovrapposte, su tutte le sue superfici, lastre d'oro e di
argento dorato, le lastre sono lavorate con la tecnica dello sbalzo
La fronte anteriore, rivolta al clero e all’abside, è il lato principale
dell'opera ed è divisa in tre parti.

SAN VINCENZO A GALLIANO (COMO)


Caratteristiche: architettura periferica, gioco delle
membrature modesto, elementi in laterizio. Una navata è
stata persa. Il battistero ha 4 lobi. Pietre derivate da Malta.
Presbiterio rialzato, cripta che emerge. La cripta presenta le
volte a crociera.

CHIESA DI AGLIATE
Inizi XI sec. Decorazioni esterne più dettagliate. Ghiere in
laterizio sopra le finestre.

SANT’EUFEMIA ALL’ISOLA POMACINA


Costruita nel 1031, distrutta verso il ZXII sec. Rimasta rudere.
Elaborazione più sofisticata con colonnine in muratura nel
circuito absidale.

SANTA MARIA MAGGIORE A LOMELLO

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Notevoli dimensioni. Lomello era la
sede di alcuni conti palatini.
L’interno ha un sistema
pseudoalternato. Su alcuni sostegni
si trova l’arco trasverso che crea
una sorta di campate. La bifora
alleggerisce la muratura dell’arco.
Dove non c’è l’arco trasverso ci sono delle palaste lungo le mura. Ghiera falcata (a forma di falce).
All’interno c’erano degli stucchi.

BASILICA DI SAN MICHELE, Pavia


Ricchissimo repertorio decorativo, con elementi naturalistici
e allegorici tipici medievali
Ricorda Sant’Ambrogio a Milano per l’uso di pilastri
cruciformi alternati e per la presenza di volte (a crociera
nelle navate, a botte nel transetto), di matronei e della
cupola ottagona.
La facciata, priva di portico, appare particolarmente
monumentale.

SAN FEDELE E SANT’ABBONDIO (Como)

Contrassegnate da evidenti assonanze con


l’architettura transalpina.
Un'altra espressione del romanico lombardo, l’uso
della pietra segna un elemento di diversità rispetto
all’aera Milanese e Pavese, dove domina il laterizio,
avviene nelle ambedue citate chiese.

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DUOMO DI CREMONA
La fondazione del 1100 e gli ampliamenti del 1200 e del 1300 Non
esistono notizie sicure su chiese paleocristiane preesistenti alla
Cattedrale. È plausibile, però, che ne esistano due prima del 26
agosto 1107 quando, come testimonia la pietra di fondazione,
iniziano i lavori di edificazione. È un terremoto, come narra
diverse decine d’anni più tardi il vescovo Sicardo, ad interrompere
nel 1117 i lavori, ripresi poi nel 1129. Non è ancora oggi chiaro
quanto della costruzione venga danneggiato dal sisma; è certo,
però, che parecchio del materiale del vecchio edificio viene
riutilizzato, compresi alcuni elementi decorativi come i profeti del
portale maggiore. L’aspetto originale del Duomo, di impianto
romanico, è ben diverso dall’attuale. La pianta dell’edificio è di tipo basilicale, senza transetto, a 3 navate
absidate, delle quali quella centrale è coperta a capriate con tetto a vista. Meritano attenzione le storie di
Giuseppe e dei suoi fratelli (transetto Sud) e quelle di Giacobbe, Rebecca ed Esaù (transetto Nord) perché
sono uno dei pochi esempi occidentali di rappresentazione in quell’epoca dell’Antico Testamento all’interno
di un edificio sacro. Alla fine del secolo inizia anche la sopraelevazione della parte centrale della facciata del
Duomo con le due volute e il frontone che oggi la caratterizzano.

DUOMO DI MILANO
Quattro apostoli piazzati sulla parete del transetto, resti del precedente duomo. Presentano molti elementi
con ciò che vediamo nella Cattedrale di Chartres. Corpus antelamico.

AMBITO EMILIANO

DUOMO DI MODENA

La Cattedrale di San Geminiano a Modena rappresenta il più


significativo e completo esempio di architettura romanica in
territorio emiliano. Innalzata in onore di San Geminiano, patrono
della città.
Della Cattedrale di Modena ci è pervenuto il nome del progettista: -
Lanfranco, attivo in area lombardo-padana tra XI e XII secolo. Per le
parti ornamentali collaborò con Lanfranco anche lo scultore
Wiligèlmo. All’epoca del cantiere di Wiligelmo appartengono i rilievi
della Porta dei Principi (1) sul lato sud dell’edificio e della Porta della
Peschiera (2), sul fianco settentrionale: tralci vegetali e animai, Vivacità narrativa e morbido modellato

Il duomo era caratterizzato anche da otto lastre scolpite collocate lungo i salienti dei muri che traversano il
tetto della cattedrale: Maestro delle Metope, attivo nel duomo di Modena probabilmente nel XIII secolo.

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Pontile della Duomo di Modena
1184. Benedetto Antelami, protagonista alle soglie dell’arte gotica.
Firma la lastra con la deposizione “Antelami dictus sculptor”. Capo
maestro del Battistero di Parma. Si pensa che queste lastre
facessero parte di un arredo liturgico o di un pontile o di un pulpito.
Viene trovata un’altra lastra con la deposizione. Madri dolenti, la
Vergine, Giuseppe che tira giù dalla croce Gesù, l’angelo aiuta Maria
a sostenere il braccio del figlio.

CATTEDRALE DI CHARTRES
1150. -Portale occidentale: fase iniziale del gotico francese. Alleggerimento di tutta quella serie di vezzi
grafici dell’arte romanica, stoffe leggere. Baricentro delle rappresentazioni in ambito scultoreo ed
architettonico in Francia
1186. -Portale della Vergine: lastra decorata con puntini, molto diversa dall’altra rappresentazione. Quando
vediamo modi diversi di lavorare di un artista, non dobbiamo pensare per forza a fasi diverse ma anche a
funzioni diverse dell’opera in questione. Si pensa quindi che quest’opera sia ispirata
all’ars sacra, arte dei grandi reliquiari in metalli
preziosi, gemme. Subì un incendio che distrusse tutto
tranne il portale e la cripta con la reliquia del velo della
Madonna.

DUOMO DI PIACENZA
Orizzontalmente, la facciata è tripartita da due lesene verticali a
semicolonna. Le due parti alta e bassa sono separate tra loro da
due gallerie con archetti e colonne. Il protiro sinistro, conosciuto
anche come porta del paradiso, in quanto da esso passavano i
defunti al termine delle celebrazioni dei funerali, è sorretto da
due telamoni. L'architrave è decorato con una serie di scene
raffiguranti l'infanzia di Cristo: l'Annunciazione, la Visitazione,
la natività, la capanna, l'annuncio ai pastori e la visita dei re magi.
L'architrave del protiro destro continua la raffigurazione di scene della vita di Cristo con la presentazione al
Tempio, la fuga in Egitto, il battesimo e le tentazioni. Il protiro centrale è sormontato dal rosone, al di sopra
del quale si trova una croce. Il campanile, realizzato in laterizio, presenta una pianta quadrata, è appoggiato
al primo pilone della navata e venne realizzato nella prima metà del XIV secolo. La cella
campanaria presenta su tutti e 4 i lati delle quadrifore dotate di colonnette binate realizzate in marmo
bianco che culminano in un coronamento di archi incrociati. Sul campanile si trova una gabbia di ferro
utilizzata per l'esposizione dei malfattori, mentre sulla sommità della torre è collocata la statua dell'angil
dal dom realizzata in rame dorato.

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CATTEDRALE DI PARMA
Molto complessa nella sua costruzione. Entro abbiamo
un’opera del 1178. È presente un sistema di volte, non c’è
bisogno di un sistema alternato. Cattedra vescovile, 1180,
con i maestri.

BATTISTERO DI PARMA
Consacrato nel 1270. L’interno è gotico (elastico non massiccio). Costruzione con
doppio guscio quasi sempre. Interni con dei passaggi. Struttura diafana, trasparente,
a doppio guscio. La chiesa contiene la storia sacra. Marmo rosso di Verona e pietra
di Vicenza. Intorno al battistero ci sono delle formelline con degli animali (zooforo).
Profeti seduti, Davide e Nathan, poi Salomone e la regina di Saba. Due angeli, sopra
il portale della Vergine. Statua di togato antica, rielaborata, si riconosce dal marmo
che è antica, in pietra locale. Vi sono i famosi mesi dell’Antelami (lastre). Si arriva
all’ipotesi che dovesse esistere un portale dei mesi che non venne mai costruito.
All’interno troviamo lunette decorate a stucco.

AREA FRIULANA E VENETA:

CATTEDRALE DI AQUILEIA (Udine)

Ricostruita e rimaneggiata, come si vede dal colonnato e dagli


archi acuti. Il tetto invece ligneo, 400. Vari strati. Mosaico
datato agli inizi del XI secolo con personaggi della corte.
Murano, Santa Maria e San Donato, più decorata, con maggiori
zig zag.

PILASTRI ACRITANI (Venezia)


Da piazza S. Marco dirigendosi verso il portale di Palazzo
Ducale si vedono sulla sinistra due alti pilastri quadrangolari
riccamente decorati, poco distanti dalla facciata meridionale
della basilica di San Marco. La spiegazione più plausibile è che i
pilastri vennero collocati accanto alla basilica, ben visibili anche
dalla riva, come monumenti trionfali, come trofei delle vittorie
della Repubblica nelle guerre dell’Oriente. I Veneziani
ritenevano i pilastri con i loro capitelli provenienti da Acri, che i
genovesi tenevano come baluardo del loro dominio in Terra
Santa, e più precisamente dal saccheggio del quartiere
genovese del 1258, nel corso della cosiddetta guerra di
S.Saba (1255-1270).

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BASILICA DI SAN MARCO (Venezia)

La Basilica di San Marco a Venezia è l’emblema del


Romanico italiano d’influenza bizantina.
Chiesa madre della città sorse nell’828, sul modello della
Basilica dei Santi Apostoli di Costantinopoli, per
conservare e onorare le spoglie dell’apostolo Marco. Fu
poi ricostruita a partire dal 1063 ma con forme ancora
bizantine. In un momento in cui l’Europa stava sperimentando la nuova architettura romanica, la basilica
veneziana sorse bizantina grazie all’apporto di architetti greci chiamati appositamente dall’Oriente. I lavori
per la sua costruzione non terminarono con la sua consacrazione; la chiesa fu infatti progressivamente
arricchita, negli anni, all’interno e all’esterno sino a raggiungere l’aspetto che ancora oggi conserva. La
basilica ha una pianta a croce greca con i quattro bracci divisi in tre navate. Le navate centrali sono
coperte da cinque cupole, quelle laterali sono voltate a botte. Un nartece precede l’interno della chiesa sui
tre lati del braccio frontale

L’interno, incredibilmente ricco mostra le colonne, i pilastri e il


pavimento ricoperti di preziosi marmi colorati; le pareti, le volte, le
cupole sono invece rivestite di mosaici su fondo oro, che alterano
e dilatano lo spazio. Sia i mosaici pavimentali che quelli parietali
hanno un significato spirituale e sono legati gli uni agli altri con
simbologie classiche della cultura cristiana
Raffigurano storie tratte dalla Bibbia (Antico e
Nuovo Testamento), figure allegoriche,
vicende della vita di Cristo, della Vergine, di
San Marco e di altri santi. I mosaici più antichi sono quelli dell'abside che raffigurano
Cristo Pantocratore, rifatto però nel XVI secolo, e figure di Santi e Apostoli e
dell'ingresso dove sono raffigurati gli Evangelisti, realizzati alla fine dell'XI secolo da
artisti greci. La Cupola della Pentecoste riproduce forse le miniature bizantine di un
manoscritto della corte bizantina. La Cupola centrale è detta dell'Ascensione;
Cupoletta della Genesi nell'atrio (1220-1240 circa), seguendo le illustrazioni della Bibbia Cotton.

Pala d’oro, una grande pala d’altare. Storia complicata. Viene


arricchita con pietre preziose e foglie nel XIV secolo.

Smalti cloisonné

C’è la figura con delle


striscioline d’oro (il supporto è
d’oro). Le fettucce fanno il
disegno in cui viene colato lo
smalto. C’è una gerarchia nelle
figure. Le gemme incastonate sono opera del rinnovamente trecentesco
per renderla un’opera più simile all’oreficieria di quel tempo. Sotto il Cristo troviamo la Vergine. Accanto
alla Vergine troviamo l’imperatrice Irene e il doge di Venezia. La testa
del doge è molto più piccola rispetto alle altre. Il doge non ha le scarpe
rosse. Il doge ha l’aureola perché è diventato patrizio dell’impero.

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Fatiche di Ercoe nella facciata di San Marco. (a sx XII sec e dx VI sec). E’
ripresa la posa ma non è la stessa fatica. Gli archivolti sono decorati con
tante scene, abbiamo il passaggio di epoca (mestieri, mesi, vizi).

SANTA MARIA ASSUNTA A TORCELLO


Mosaici attribuiti a maestri locali acclimatati alla
maniera bizantina.

Manto blu/violaceo, chiuso per segno della


inviolabilità della Vergine.

Gli apostoli sottostanti sono geometrizzanti.


Giudizio universale nella controfacciata di
Torcello

5 piani, educazione bizantina, un po' più tarda


del mosaico sopra. Stile più morbida e delicata.
Troviamo anche Ade con l’anti Cristo.

CHIESA DI SAN ZENO (Verona)


La chiesa si sviluppa su tre livelli e l’attuale struttura, che rispecchia i canoni dello stile
romanico veronese, fu impostata nel X-XI secolo d.C.
Gli spazi interni sono ben articolati e la facciata esterna tripartita ci fa già intendere
l’interno. L’edificio è firmato da Niccolò. Sulla facciata vediamo il nuovo e il vecchio
testamento (riferimento alle vecchie chiese di Roma).
Nella lunetta troviamo San Zeno, esorcista con il diavolo sotto i suoi piedi. Santi da
una parte e cavalieri dall’altra. Troviamo la caccia di Teodorico che insegue un cervo e
finisce in un vulcano. Lo stile non è metallico come nell’oreficeria ma è naturalistico.

DUOMO DI VERONA
1139, firmato da Niccolò. Paladino Orlando, conferma del
rapporto con il mondo dei romanzi cavallereschi, le cosiddette
Chanson de Geste. Il portale è un protiro a due piani con la
Madonna in trono tra l'Annunciazione ai pastori e l'Adorazione dei
Magi nella lunetta, dove si trova anche la firma dell'artista.

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AMBITO TOSCANO

FIRENZE

CHIESA DEI SANTI APOSTOLI


Firenze è uno dei grandi centri della
riforma della Chiesa. L’interno presenta
delle pseudo colonne in muratura rivestita
di marmo. Alternanza cromatica lieve.
Verde: chiesa di Santa Reparata.

Rinnovata alla fine del 1200.

BATTISTERO DI FIRENZE
Trasferimento del fonte battesimale nel
1128.

La lanterna viene chiusa a metà del XII


secolo. La scarsella datata 1202. Edificio
anticheggiante. Ci sono ancora studiosi
che credono che il battistero si
paleocristiano. Sotto il battistero c’è un
battistero alto medievale.

La cupola a spicchi è decorata da mosaici. Il modello è il pantheon. Una cosa


che lo differenzia è l’articolazione della parete. E’ una struttura articolata, non
è solo un muro come il Pantheon. Vrrso l’attico le forme si frantumano e
diventano più graziose e decoraztive (modo del romanico fiorentino).

SAN MINIATO AL MONTE

Archi trasversi e tetto ligneo.


Neo paleocristiano con
elementi romanici (presbiterio
rialzato e cripta che si vede).

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PISA

CAMPO DEI MIRACOLI

Vi trovano posto il duomo, la torre campanaria, il Battistero e il


Camposanto, in modo da riassumere, in un unico spazio, tutta alla vita
del cristiano dalla nascita (Battistero) fino alla morte (Camposanto).

Come nei cantieri emiliani, conosciamo i nomi degli artisti più celebri che operano d Pisa: Buscheto e
Rainaldo, Diotisalvi (progettò il battistero), Bonanno (la torre campanaria) e Giovanni di Simone (autore
del Camposanto)

Cattedrale, nel 1063 iniziano i lavori per la cattedrale. La struttura


è a opera di Buscheto che riesce a fondere, grazie alla propria
raffinata formazione greco-latina, elementi di provenienza
asiatica, araba, francese, lombarda e soprattutto romana. Pianta
longitudinale con un lungo transetto suddiviso in cinque navate da
file di colonne sormontati da capitelli corinzi provenienti dalle
Terme di Caracalla a Roma: chiaro rimando simbolico al mondo
classico. Cupola impostata sul transetto di origine islamica. Di
Rinaldo è suo il prolungamento delle navate e il disegno del
prospetto. La facciata a salienti presenta quattro ordini di loggette sovrapposte che ne scavano la superficie
dando origine a un continuo alternarsi di luci e di ombre.

Battistero con figure a mezzo busto dell’epoca di Giovanni e Nicola


Pisano. Iniziato nella metà del XII secolo su progetto di Diotisalvi,
edificio a pianta centrale, pulpito di Nicola Pisano, doppio ordine. La
cupola esterna non ingloba la struttura esterna. Portale del
battistero, architrave con storie del Battista attribuite a maestri greci,
sopra vediamo la madonna con bambino di Giovanni Pisano. Sotto
vediamo il banchetto di Erode, mascelle quadrate che ci ricordano
Parma e Piacenza, realizzati da maestri locali. Ricorda anche i
sarcofagi. Vasari diceva che qui lavoravano “certi greci” da cui Nicola
era a bottega.

Torre di Pisa, fondamenta poste nel 1173 e già nel 1175 cedette per quello ora è storta. Conclusa nel 300

Campo Santo, iniziato alla fine del 200 da Giovanni di Simone. Finestre quadrifore gotiche. Contiene i
sarcofagi con tombe ottocentesche.

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UMBRIA

CATTEDRALE DI SAN RUFINI AD ASSISI


Ricostruita nel 1140. Da un lato l’andamento è ancora quello di
basilica ma all’esterno c’è un’elaborazione dell’architettura molto
originale. Sotto c’è una divisione in quadrati, elegante e delicato.
Leggere distinzioni di livello che caratterizzano. L’economia
decorativa: pochi cenni in pochi punti. Il rosone rappresenta Dio
(luce) per quello abbiamo i simboli degli evangelisti intorno. Sotto
3 personaggi che sorreggono (telamoni), in piedi sopra dei mostri
tipo draghetti.

SAN PIETRO, Spoleto


Facciata con personaggi derivati dalle favole tipo
volpe o leone o ariete. Portale incorniciato da
girali di imitazione perfetta dell’antico. Pietra
morbida. Inserti corvateschi, storie di San Pietro.
Buoi che arano la terra. San Pietro con la chiave,
l’angelo sta pesando l’anima del defunto.

DUOMO DI SPOLETO
Iniziato nel XIII sec. Rosoni e pietra bianca, il
portico è posteriore. Mosaico successivo.
Decorazione in basso rilievo con animali e
piante in girali. Presente la CROCE DI ALBERTO
SOZZIO (Cristo Triumphans) del 1187,
proveniente dalla chiesa dei santi Pietro e Paolo
a Spoleto. Forse proviene dall’ambito siciliano.

TUSCANIA

SAN PIETRO, TUSCANIA (Viterbo)


Archi pesanti, sostegni bassi. Cripta ad oratorio, stanzone con tanti
sostegni. Facciata con connessioni umbre. Decorazione con inserti di un
marmo più grigio. Girali meno precisi. Clipei con figure e telamoni. Nefro:
volto a tre facce (siamo in zona etrusca). Busto clipeato nella bifora.

CAMPANIA

• La tradizione classica e quella paleocristiana trovano ulteriore linfa vitale in


Campania. • L’architettura campana non si esaudisce nella ripresa delle forme
paleocristiane, accoglie anche i motivi arabo-siciliani e moreschi → come nel duomo
di Caserta vecchia

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ABRUZZO

• Influenzato da elementi campani, islamici e bizantini → ricco repertorio di pulpiti


realizzati nel XII secolo

• Pulpito di Rosciolo a opera dell’artista Roberto e l’ambone di Moscufo, a opera di


Maestro Nicodemo → pulpiti con intrecci geometrici di gusto arabo, bassorilievi con
scene bibliche, figure modellate quasi a tutto tondo per i simboli degli evangelisti.

PUGLIA

• San Nicola di Bari → edificio più rappresentativo.

• All’esterno assume la forma di una fortezza


con una facciata a salienti e due torri
incompiuti. Vi è un’adesione al gusto emiliano-
lombardo, testimoniato dalle loggette sui
fianchi e dai pilastri composti interni

• Motivi ornamentali di ascendenza lombarda


si trovano nella cattedrale di Ruvo e nel
duomo di Trani.

• Cattedrale di Bitonto

SICILIA

L’insediamento degli Arabi prima, e poi quella dei Normanni innescarono un processo di stratificazioni
culturali nell’isola, che hanno trovato espressione nell’intricato stile artistico locale  elementi
bizantini, musulmani e occidentali si fondono nell’architettura, soprattutto a Palermo, che conserva u
gusto intensamente arabeggiante.  edifici come la Ziza e la Cuba

Splendore architettonico è la Cappella Palatina  vive un’armonia spaziale e decorativa che conserva un
impianto basilicale bizantino (presbiterio) e lo schema basilicale latino (navata)

Grande repertorio di mosaici con uno stile puro islamico e i vivacissimi dipinti che raffigurano i piaceri della
corte e gli svaghi del principe  il più vasto ciclo pittorico islamico pervenutoci

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Cattedrale di Monreale, Abbazia. Enorme.
Terminata nel 1183. Chiostro molto grande con tre
absidi e transetto anti-coro. Colonne altissime,
mosaici molto grandi che occupano la maggior
parte della superficie realizzati da diverse botteghe.
Nascita dei maestri monrealesi che poi diffondono
lo stile in tutta Italia. Mosaico con incoronazione di
Guglielmo II, resurrezione di Lazzaro, bacio di
Giuda. Vediamo maniere simili ma comunque
diverse anche per i colori. Anche nel chiostro abbiamo tante variazioni sul capitello
corinzio. Poi ci sono capitelli istoriati (con storielle).

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-Il Gotico

Con il termine Gotico ci riferiamo allo stile artistico che caratterizza le produzioni artistiche della metà del
XII secolo fino agli inizia del XV secolo

L’aggettivo, usato intorno al 1400, indicava inizialmente un tipo di scrittura medievale, poi Giorgio Vasari in
‘’vite de più eccellenti pittori, scultori e architettori ‘’ definì il gotico come ‘’ arte mostruosa e barbara’’

I secoli che vedono l’affermazione del Gotico (metà XII) sono caratterizzati da eventi storici che
contribuiscono a formare lo scenario che caratterizzerà l’età moderna :

• In Europa assistiamo al consolidamento delle monarchie nazionali


• In Italia  situazione più difficile poiché al Nord e al Centro, i liberi comuni, una volta autonomi,
accentrano il potere nelle mani di un ‘’signore’’  passaggio dai comuni alla signoria; a Sud invece,
è di notevole importanza la presenza di Federico II di Svevia
• Nascita e sviluppo degli ordini monastici mendicanti  francescani e domenicani in particolare, che
si fecero porta voci di un rinnovamento religioso e culturale

L’arte gotica prende avvio da una regione l’ile de France, nel nord della Francia, dove lo stile romanico si
evolve in uno stile nuovo, conferendo una forma diversa e particolare negli edifici

CARATTERISTICHE DELL’ARTE GOTICA

• La cattedrale o la chiesa abbaziale gotica francese è un edificio spesso di dimensioni colossali,


slanciato e luminoso : ogni sua membratura ha una precisa funzione statica, di sostegno o
contrappeso
• L’arco a sesto acuto  forma caratteristica dell’architettura gotica
• Le campate  forma quadrata come quelle romaniche o rettangolare
• L a forte luminosità all’interno  spiritualità religiosa

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Il primo esempio è rintracciabile nell’Abbazia di Saint Denis  la più importante della Francia, proponendo
col deambulatorio del coro, la più importante costruzione gotica francese.

E’ proprio questo coro (poi rifatto nel XIII secolo) a rappresentare il primo esempio di grande impianto
caratterizzato dalla concentrazione dei pesi e delle spinte sopra una serie di sostegni isolati  allo scopo di
realizzare uno spazio libero e comodo per l’afflusso dei fedeli;

-viene qui per la prima volta testimoniata la scelta di un nuovo tipo di


copertura, ovvero la volta a crociera costolonata e rialzata, conformata a
sesto acuto.

Nella cattedrale gotica francese le pareti lasciano spazio da ampie finestre  maggiore
luce: slancio verticale della facciata  esempi evidenti in Notre Dame

• pianta rettangolare con cinque navate che si chiudono nella zona absidale con
un doppio deambulatorio.
• La navata centrale è costituita da cinque doppie campate definite da massicci
pilastri circolari sui quali sono portati gli archi a sesto acuto
• Torri campanarie alte 79 metri  Bassorilievi con i Gargoile
• Nella facciata: tre livelli  i tre portali, la galleria dei re e il rosone

GOTICO IN ITALIA
Stenta ad affermarsi  l’attaccatura al romanico è troppo forte
Inoltre sopravvive una tradizione classica, paleocristiana, bizantina che si oppone radicalment al principio
gotico, come per l’annullamento delle masse murarie.

Le prime chiese gotiche italiane:


-Esemplare è il complesso di Fossano nel lazio, sia per l‘aspetto della chiesa, sia per l’organizzaziobe dei vari
edifici dell’abbazia, disposti attorno un chiostro secondo i modeli francesi.
-San Gallgano a Siena, finalizzata da Federico II
-Sant’Andrea di Vercelli
-Precoce ‘’goticismo’’ del battistero di Pisa, cui suo artefice è Benedetto Antelami.
Egli conosce molto bene la tradizione romanica padana, ma ha anche lavorato nella Ile de France a visitare i
maggiori cantieri francesi.
Battistero : forma ottagonale ma sviluppato in altezza, come una torre tronca  verticalità, ritmo
complesso, proporzioni elaborate  sono tutte caratteristiche gotiche ottenute però tramite un repertorio
di forme romaniche e classicheggianti

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-Benedetto Antelami

Scultore e architetto attivo tra la seconda metà del XII secolo del XIII in area lombardo-ligure-emiliana, è
considerato il primo grande interprete del Gotico in Italia.
Con uno stile personalissimo e un'ampia cultura figurativa, Antelami riesce a creare una raffinata sintesi tra
tradizione e innovazione, segnando il passaggio dalla civiltà romanica a quella gotica italiana.
o Per quanto riguarda la formazione, è probabile che l'artista appartenga alla cosiddetta Scuola
Lombarda, prestigiosa scuola regionale del XII secolo, ad essa sembra si siano
formati alcuni dei maggiori protagonisti dell'arte romanica, tra cui Wiligelmo o Il
suo massimo capolavoro conosciuto, la Deposizione nel Duomo di Parma

Materiale  breccia rosa, stessa pietra utilizzata per i battistero di Parma


• Bordo floreale realizzato a niello (scolpito e solchi colmati da pasta vitrea nera)
• La croce di cristo divide il rilievo in due parti  simbolico  il legno segna uno
spartiacque tra i credenti e i non credenti ( il nobile )
• Antelami modula e varia le inclinazione dei corpi e delle teste rispetto agli assi
verticali, per creare un equilibrio armonioso

Vent’anni più tardi egli decora il battistero di Parma con il più spettacolare ciclo scultoreo italiano del
1200.

Le sculture rivestono le lunette degli ingressi e le pareti esterne

Nelle tre lunette dei portali sono raffigurate La leggenda di Baarlam, l’Adorazione dei Magi e il Giudizio
Universale.

La vita umana è rappresentata allegoricamente tramite una parabola orientale : La leggenda di Baarlam 
la figura umana su un albero insidiata da un drago (peccato )  metafora della precaria condizione
dell’uomo nel mondo sottoposto ai ritmi del tempo ( il sole e la luna) e sull’albero è però un favo di miele
 simboleggia la salvezza spirituale

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Viene ripreso il tema dei Mesi, diffuso già in età romanica, offre agli artisti di descrivere le figure in atti
quotidiani, di descrivere la vita dell’uomo e del suo ambiente viene realizzato il ciclo dei mesi

Le sculture, in tutto quattordici (dodici mesi e due


stagioni) raccontano lo scorrere del tempo attraverso
un’attività o un mestiere che caratterizza il mese
stesso, accompagnato dal segno zodiacale
corrispondente: sono tra i maggiori capolavori del
primo Duecento.

La figura scultorea gotica si presenta fin d’ora con questa duplice caratteristica : è naturalistica e
classicistica, che troviamo nelle opere commissionate da Federico II per culminare dopo la metà del secolo,
nell’attività di Nicola Pisano

-Età di Federico II

L’importanza decisiva per lo sviluppo della cultura figurativa gotica in Italia va attribuito alle iniziative
dell’Imperatore Federico II di Svevia.

• Fu re d’Italia, di Gerusalemme, di Germania, di Sicilia e Imperatore.


• Fu un uomo molto colto: si circondò di poeti, letterati e filosofi. Amava le persone colte e intorno a
lui si raccolsero i poeti della così detta ‘’ scuola siciliana’’

• Fondò l’università a lui dedicata a Napoli


• Nel 1231 emanò il Liber Agustalis  coniò monete romane col proprio ritratto ; promulgò il ritorno
ai modelli classici, accompagnato al riuso di opere antiche
Nel 1230/40 venne eretta la Porta di Capua, una sorta di arco trionfale rivolto
verso Roma, l’avversaria politica 
alla Roma dei papi, nasce la
mancanza della vecchia capitale
imperiale cui voleva far risorgere

La porta è ornata da diverse


statue dove si riprendono formule espressive tardo-antiche
: la
testa di Zeus e la Statua acefala dell’Imperatore:

L’Imperatore si fece ritrarre  primo ritratto post classico

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• La sua grande passione era andare a caccia
• Era appassionato di matematica e geometria (influenza araba in meridione )
• Castel del Monte è la fusione di ambedue le passioni : residenza di caccia del 1240, pianta
ottagonale riecheggiata da otto torri tangenti negli angoli, progettata, a quanto pare,
dall’Imperatore stesso.
Si assiste a un precoce innesto di architettura gotica civile, nelle ampie sale interne rette da volte ongivali e
nelle finestre inquadrate da archi a sesto auto

Importanti innovazioni dell’arte federiciana :

Durante il regno del figlio Manfredi, si sviluppa in Puglia una scuola miniaturistica dedita a illustrare la
realtà naturale con scientifica precisione  ha così inizio la rinascita della pittura di paesaggio scomparsa
da secoli

L’altro filone, quello classicistico, ha seguito nelle opere di un artista formatosi nel Sud e trasferendosi in
Toscana : Nicola Pisano.

-Nicola Pisano

Nella prima metà del XIII secolo, l’area dell’alta Toscana dove primeggiano Pisa e Lucca, città ghibelline
alleate con l’imperatore, prosegue un intenso sviluppo artistico

Verso la metà del secolo la situazione si anima quando, Federico II richiama in Toscana botteghe di
architetti- scultori legati alla nuova cultura figurativa del Meridione svevo  nei capitelli del castello di
prato vengono scolpiti dei leoni ornamentali, identici a quelli di Castel del Monte in Puglia

• Personalità eccezionale proveniente dal meridione è Nicola Pisano.


• La sua formazione in ambito federiciano è aperta verso il classicismo da un lato, e dall’altro verso la
cultura transalpina
• La fama di Pisano è legata soprattutto alla scultura, ma è bene ricordar che fu anche un architetto
 gli vengono attribuite alcune delle più innovative realizzazioni dell’architettura toscana  a Pisa
la sua presenza potrebbe essere attestato del campanile della chiesa di San Nicola.
• Dal 1260 circa, egli assume una posizione di primo piano nei cantieri sull’area della cattedrale per
impulso dell’arcivescovo Francesco Visconti.

ATTIVITA’ ARCHITETTONICA

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Nicola interviene nel battistero di Pisa  all’esterno gli viene riferito il secondo ordine di sessanta archetti
inquadrati da trenta cuspidi gotiche che crea un grande e dinamico effetto visivo  dopo Nicola, l’area
monumentale pisana sarà completata dal figlio Giovanni.

A Siena egli operò nella cattedrale, mettendo appunto un impianto a croce latina a tre navate scandito da
campate rettangolari e da pilasti a fascio. L’orizzontalità dell’edificio è dato dalla bicromia bianca e verde
scura, ispirata dalla cattedrale di Pisa. L’edificio viene ristrutturato e ingrandito negli anni futuri.

Operò anche a Firenze in Santa trinità a tre navate  la centrale, per un effetto illusionistico della
lunghezza delle campate, appare più allungata. Costituita da cinque cappelle affacciate su un transetto 
troverà eco in Santa Maria Novella e Santa Croce

ATTIVITA’ SCULTOREA

Nicola approfondisce e sintetizza le principali tendenze dell’arte meridionale  la sensibilità naturalistica e


il classicismo.

Evidente in Jupiter, una testa capitello appartenente alle serie delle teste di Pisano  vengono ripresi i
modelli federiciani.

Un probabile viaggio lo mise in contatto diretto con le creazioni del gotico francese  tale stratificazione
culturale è evidente nella Deposizione  le figure di inseriscono con naturalezza nella cornice
semicircolare. Sollevandosi dai lati verso il centro, sino al culmine espressivo del Cristo morto.

A differenza della Deposizione di Antelami, o con Martirio di Sant’Andrea a Vercelli, egli vuole indurre
un’arte religiosa non soltanto didattica ma commovente, un’arte che colpisca prima l’affettività e poi la
mente dei contemplanti, meditando sulla nuova concezione del Cristo morto, anziché trionfante sulla morte.
Capolavoro  Pulpito per il battistero di Pisa, firmato e datato nel 1260

• -Pulpito esagonale, il cui parapetto è ornato su cinque lati da rilievi


cristologici : La natività, l’adorazione dei Magi, la prestazione del
tempo, la crocifissione e il giudizio universale.
• Il perimetro dell’invaso poggia su sei colonne, tre delle quali sorrette
da leoni stilofori.
• Al di sopra dei capitelli sono innalzate le statue delle quattro virtù
cardinali di Giovanni Battista e dell’Arcangelo Michele.
• Egli operò qui come architetto e come scultore.
Il motivo romanico dei leoni stilofori si fonde perfettamente con il ritmo geometrico
gotico dell’impianto architettonico.

CARATTERISTICHE DEI RILIEVI DEL PULPITO

Le virtù sono scolpite quasi a tutto tondo a imitazione delle statue antiche, come ben si vede nella Carità
delicatezza nell’intrecciarsi delle mani ; e nella Fortezza  concepita come un fiero ercole classico la cui
posa è attentamente ben studiata  Michelangelo lo riprende per il suo David

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• Nell’Adorazione dei Magi vi è un’atmosfera pacata e di senerità 
citazione all’antico.
• La Vergine è tratta da un immagine di Fedra scolpita su un
sarcofago conservato a Pisa.
• Nella Prestazione del Tempo è sintesi di un inquieto dinamismo.
• La Crocifissione segna il culmine drammatico dei rilievi del Pulpito
 lo svenimento di Maria irrompe per la prima volta nella
rappresentazione del tema ; l’espressione dolorosa di San
Giovanni propone una posa che suggerisce Pathos  Nicola vuole
allacciare una comunicazione diretta tra lo spettatore e
immagine, spingendo il fedele a meditare sul tema doloroso della
passione.

Interviene anche per il Pulpito del duomo di Siena in cui è ripreso lo


schema del pulpito pisano.
Pulpito ottagonale anziché esagonale. Accordo con Giovanni, Nicola,
Arnolfo e Lapo. Documento in cui Fra Melano dice a Nicola che se non chiama Arnolfo a fare l’opera chiude
la costruzione. Decidere cosa ha fatto uno e cosa ha fatto l’altro. Arnolfo di Cambio era a Bologna. Virtù
speranza e carità. Profeti nei pennacchi. Alla base le arti liberali. Natività. Annunciata. Nicola costruisce dei
volti fondamentali nell’arte di tutto il Trecento. Crocifissione. Giudizio in due lastre. Spirito decorativo molto
alto. Consiglieri di Erode con faccia da adolescente, prendono forma con la modernità.
Opera di Pisano è anche la fontana di piazza a Perugia, firmata assieme al figlio Giovanni  è la più antica
fontana pubblica italiana, compost da due vasche poligonali sovrapposte, la prima in dodici fasce con
statue a tutto tondo (che rappresentano Perugia), e la seconda a venticinque fasce decorate a rilievo
(riprendono i Mesi, le Arti, scene bibliche e storiche)

-Arnolfo di Cambio

• Allievo di Nicola Pisano


• Architetto e scultore attivo fino all’inizio del XIV secolo.
• Lasciò la bottega di Nicola per spostarsi a Roma, dove entra in servizio per Carlo I
D’Angiò.
• Pur operando come Nicola una sintesi tra memoria dell’Antico Gotico, egli
inizialmente inclina verso modelli francesi più recenti, diversi da quelli
‘’goticoclassici’’ di Nicola, più lineari e inquieti. La sua cultura stilistica è più
complessa  inizialmente nelle sue opere vi è una tensione più dinamica e
complessa, poi interviene con un ritmo più pacato e grandioso.Le statue degli
Assetati mostrano lo stile iniziale di Arnolfo.  Le elaborate pose derivano da
modelli antichi. Le pose sembrano tese per la tensione del corpo della testa e del
busto. Anche nel suo Monumento sepolcrale del cardinale de Braye

Il cardinale Guillaume de Braye è rappresentato disteso sul letto funebre, con ai lati due chierici che
chiudono le cortine della camera mortuaria. Il feretro è sormontato dalle statue della Madonna con
Bambino, San Domenico e San Marco, con il cardinale orante. Inoltre il monumento sepolcrale in marmo
presenta nelle specchiature e in alcune parti dell'opera una decorazione a mosaico cosmatesco.

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Egli è il primo scultore a ritrarre un vivente  monumento a Carlo I d’Angiò.

Il sovrano è rappresentato assisto su un trono in una posta maestosa ma naturale,


cui s’accorda con l’espressione imperiosa e misteriosa del volto  Questo esempio
come il successivo Bonifacio VIII  indica che questi ritratti nascono con intenti di
celebrazione politica, solo i grandi della terra possono ambire ed essere immortalati
da un artista

ATTIVITA’ ARCHITETTONICA

Opere più importanti sono i Cibori, eretti a Roma in San Paolo fuori le mura e in Santa Cecilia. Il ciborio
veniva concepito da Arnolfo come un monumento trionfale e geometricamente imponente.

San Paolo Santa Cecilia

• Il Ciborio di San Paolo è un monumento di stretta derivazione parigina, ispirato a un ciborio di


Parigi.
• E’ costituito da quattro colonne in porfido e sormontato da una copertura a cuspidi e pinnacoli.
• Esprime una concezione gotica dell’architettura.
• Ogni sua faccia, si presta a una visione strettamente frontale.
• Queste caratteristiche, la verticalità e la frontalità. Scompaiono nel ciborio di Santa Cecilia, che, per
effetto dell’allargarsi degli archi e il ribassarsi dei timpani, si apre allo spazio circostante.
• Anche le statue angolari si muovono più liberamente.
• La svolta è frutto dello studio di Arnolfo sulla volumetria delle antiche costruzioni romane.

-Nel 1278 inizia la costruzione di Santa Maria Novella per i domenicani fiorentini.

• Dopo la Basilica di Assisi, fino a quel momento, è la più originale interpretazione italiana
dell’architettura gotica italiana.
• Vengono riprese delle caratteristiche architettoniche da Santa Trinità : l’articolazione in tre navate
coperte da volte ogivali e le arcate accorciate dall’ingresso verso il transetto per ottenere un
effetto illusionistico di allungamento della navata.
• La costruzione domenicana è però più ampia, per raccogliere un maggior numero di fedeli e
presenta una più chiara organizzazione strutturale  le campate della navata sono più ampie e
larghe come nella basilica superiore di Assisi.

-Opera al cantiere della cattedrale di Orvieto  pianta originaria è rettangolare a tre navate. Gli archi che
delimitano le navate sono molto ampie ma l’effetto d’insieme richiama il duomo di Siena per l’adozione
degli archi a tutto sesto e per la bicromia.

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• Opera nella Chiesa di Santa Croce a Firenze  l’attribuzione ad Arnolfo, pur non avendo documenti
che ne confermano, è basata sull’articolazione della struttura e per l’effetto di forte tensione
generato dalla spazialità.
• Costituita da una pianta a croce latina a tre navate, con transetto cui si affacciano le cinque
cappelle ai lati della cappella maggiore.
• Il contrasto con la pietra serena, il cotto e gli intonachi bianchi fanno risalire all’animazione ritmica
delle superfici.
• Gli archi delle navate sono a sesto acuto e sono molto ampie.

-Progettò Santa Maria del Fiore, la cattedrale fiorentina Il suo progetto è ricostruibile in base ai suoi
disegni poiché, la morte i Arnolfo poco dopo il 1302, blocca lo slancio iniziale dei lavori.

La cattedrale attuale corrisponde solo in parte al progetto: il suo piano originale ricorda il duomo di Siena di
Nicola Pisano per l’idea del corpo a tre navate che confluisce in una zona presbiteriale coperta da una
grande cupola.

-Giovanni Pisano

• Erede e figlio del padre Nicola, completa e conclude le imprese iniziate dal padre.
• Il suo stile segna però un’evoluzione, tanto che vi è, nelle sue opere più importanti, il Pulpito di
Pistoia, un’ iscrizione in cui dichiara esplicitamente di aver superato il padre con la propria arte.
• Egli partecipa come Arnolfo a una fase successiva della cultura gotica, alla più elegante
elaborazione formale reagendo agli stimoli espressionistici che scendono dalla
Germania.
Evidente nella Madonna col Bambino, opera dell’Oratorio degli Scrovegni a Padova del
1312.

• Tema ripreso da una scultura francese, ma avvertiamo nella scultura di Pisano una
maggiore intensità espressiva.
• Lo sguardo di Maria è incrociato con quello del bambino  leggiamo il tema della
futura Passione.
• Il corpo della donna scatta all’indietro con un arco irregolare e flessa il bacino
all’indietro e lateralmente col contrappeso del bimbo.
• L’originalità di Giovanni Pisano è proprio nel risalto nel sentimento delle figure e nella mimica
corporea  su questa base egli rinnova l’iconografia medievale.

La sua evoluzione stilistica in confronto a quella del padre è evidente nel Pulpito di
Pistoia:

-è esagonale, come quello pisano, ma i rilievi del parapetto


sono separati da grandi figure, come a Siena.

Le innovazioni sono di ordine figurativo  sembrano nascere


di getto.

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Una delle Sibille, posta al di sopra dei capitelli delle colonne (novità iconografica ) reagisce quasi di
spavento volgendo di scatto il suo volto turbato all’angelo che da dietro le spalle le suggerisce rivelazioni
profetiche.

Egli scava i rilievi nella pietra con assoluta libertà, determinando contrasti di luce e ombre.

Particolare del pulpito è anche la formella della Strage degli


innocenti  a stento si intuiscono le singole pose delle numerose
figure, ma risaltano i volti piangenti delle donne con i bimbi in
braccio minacciate dai soldati e i compianti delle madri sui cadaveri
dei figli assassinati. Mai la scultura medievale è apparsa tanto
drammatica.

Giovanni introduce per la prima volta le Virtù, come sostegno del


sarcofago.

La Giustizia, intesa come Justitia Imperialus, che tiene un leone morto, e la Temperanza, come Venus
pudica che si copre con le mani il seno e l’inguine .

Le Virtù sono le parti del mondo, i quattro fiumi del paradiso, ma anche le età della vita umana, poiché i
volti mostrano età diverse, scalate dalla giovinezza della Prudenza alla vecchiaia della Giustizia.

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-Pittura in Toscana della seconda metà del Duecento

La pittura e i mosaici duecenteschi sono stati segnati da spunti gotico-bizantini

Con l’arrivo delle maestranze federiciane in Toscana e con l’inizio dell’attività di Nicola Pisano, lo stacco
della scultura gotica classicheggiante e la pittura rimasta bizantina tocca il culmine : gli artisti erano
disarmati di fronte alla capacità narrativa di Nicola, alla vivacità e drammaticità delle sue figure. Da questo
momento la scultura è arte-guida, la pittura si trasforma con lentezza senza mai negare i suoi presupposti
bizantini.

• Il fenomeno più appariscente della pittura toscana dall’inizio del duecento è la grande diffusione
delle tavole dipinte. Le prime erano apparse in Italia centrale tra Tivoli, Lucca e Sarzana.
• Le tavole dipinte sono un fastoso ornamento per gli altari e le navate; possono essere
eventualmente rimosse e si prestano ad essere trasportate per le vie delle città nel corso delle
processioni.

• I soggetti più rappresentati sono quelli cari ai Francescani : Il Crocifisso, la


Redenzione, La Madonna col Bambino e l’immagine di San Francesco.

Croce di Berlinghiero Berlinghieri, un’opera da cui desumere le caratteristiche della


pittura lucchese ancora legata alla cultura bizantina.

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Del figlio Bonaventura Berlinghieri, è invece il dossale d’altare con san francesco e storie della sua vita. Il
protagonista in piena figura, immoto, è fiancheggiato dalle storie (prima volta )a più personaggi e arricchite
da cenni ambientali.

L’innovazione iconografica è da Giunta Pisano, personalità decisiva della storia della pittura
del Duecento: sottolinea la drammaticità del tema del Cristo morto con raffinati mezzi
espressivi

(una delle quattro croci)

Nelle quatto croci di Giunta, si vede il corpo del cristo inarcarsi nello spazio, teso nello spasimo dell’agonia ,
in contrasto con la linearità della sagoma della croce. Sono abolite le storie e le ambientazioni. Appaiono
nei due bracci laterali della croce Maria e San Giovanni, in pose di compianto. Fisicità del Cristo potenziata
da un chiaroscuro più sfumato.

Un altro soggetto tipico delle croci dipinte è la Madonna col bambino.  Margheritone
d’Arezzo dipinse la Madonna di Montelungo nel 1250.


• E’ una tavola che rimanda una tipologia cristiano-orientale di origine egiziana :
madre e figlio sono frontali e appiattiti, il figlio è rappresentato come un
dioinfante, benedicente con uno scettro in mano.
• Una madonna col bambino assai diversa è quella di Coppo Di Marcovaldo, il più
importante pittore fiorentino prima di Cimabue, la sua opera fu eseguita a
Siena.
• Il bambino è rivolto verso la madre in un atteggiamento intenerito.
• I panneggi di Maria sono segnati da sottili striature dorate, che accentuano un’espansione
volumetrica del buso e delle gambe.

Anche Coppo di Marcovaldo, come Giunta Pisano, vuole recuperare la volumetria perduta da secoli, a sua
volta ora in senso espressionistico in Madonna col Bambino di Orvieto

I corpi sono incandescenti per le luminescenze dotate, che


paiono esplodere come fuochi d’artificio.

• La stessa vitalità è, ma come ferocia grottesca, nel riquadro


dell’Inferno nel Giudizio Universale eseguito a mosaico nel battistero di
Firenze.
• Dal terribile e gigante Satana cornuto si dipartono feroci serpenti;
rospi e lucertole assalgono gli ignudi sottoposti a sadiche sevizie.

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Cimabue, come descrive Dante sembrava ‘’ tener lo campo ‘’  dominava la scena artistica. Dante e Vasari
lo menzionano in alcuni scritti con ammirazione e come uno dei maggiori pittori dell’epoca adiacente a
Giotto, suo allievo.

Il grande merito di Cimabue fu quello di aver saputo trasformare le figure


idealizzate e statiche, risalienti della tradizione bizantina, in figure aventi nuove

La grandezza di Cimabue è visibile ponendo a confronto il suo crocifisso di San


Domenico di Arezzo, databile entro il 1270, con il Crocifisso di Firenze di dieci anni
dopo.

La tavola aretina non propone novità assolute, si ispira al modello di Giunta


Pisano. Il
Cristo è grandioso, ma anche singolarmente sinuoso ed emaciato

Nel Crocifisso di Santa Croce si notano più sostanziali innovazioni  il Cristo è


ancora più incarnato ed emaciato; sono scomparsi i duri tratti anatomici  le linee
che segnavano le ossa, i muscoli, i profili, sono nascoste da ombre sfumate con le
quali sono messe d’accordo con una fonte di luce ben studiata. Nei panneggi sono
abolite le striature dorate che sono modellate nel chiaroscuro.

Cimabue è il primo pittore, dopo tanti secoli di dure grafie, a usare il colore in
modo morbido e sfumato conseguendo un inedito naturalismo.

Egli stabilisce un nuovo canone pittorico in Madonna col bambino a Pisa.

• Non inclina qui un sentimentalismo, non propone sguardi sentimentali tra personaggi.
• I personaggi affermano la loro divinità maestà tramite le pose semplificate entro l’incastellatura del
trono. Le figure sono umanizzare e presenti. I sei angeli, disposti ai lati del trono completano la
composizione definendo una corte d’onore. L’eco è immediata.

• Una parafrasi della pala di Cimabue ne rifarà Duccio di Buoninsegna con Madonna Rucellai. Ma
Duccio addolcisce il contenuto umano e introduce nel disegno un nervoso ritmo lineare

Cimabue Duccio

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-Pittori nel cantiere di Assisi

Momento capitale della storia della pittura in Italia fu quando si formò lo stile che Vasari definisce
‘’latino’’, per contrapporlo al ‘’greco’’ dei bizantini.  la rivoluzione si coglie soprattutto nella
basilica di Assisi.

Riconosciuta Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco, la basilica di San Francesco venne costruita, a


partire dal 1228, appena due anni dopo la morte dei San Francesco, come luogo destinato ad
accoglierne le spoglie.

La Basilica si offre come un importantissimo documento per lo studio della pittura di questi secoli e
permette di confrontare stili che appartengono a tempi, culture e personalità artistiche diverse.

I primi affreschi compaiono nella basilica superiore nel 1288: tra essi vi è il ciclo sulle pareti dei
transetti e del coro affidati a Cimabue e la sua equipe, affreschi che narrano le storie di SS. Pietro e
Paolo, le storie di Maria, l’Apocalisse, e la Crocifissione, dove è ben leggibile un’immagine
potenzialmente drammatica rispetto alle altre tre che non sono più evidenti.

GIOTTO

• Negli anni intorno al 1290, che corrispondono all'esordio di Giotto , il giovane pittore si trova ad
Assisi e lavora nella Basilica Superiore di San Francesco.
• -Allievo di Cimabue  dopo il suo apprendistato, egli si spostò a Roma e studiò i plastici e spaziali
cicli musivi e pittorici del IV e V secolo d.C.
• -Ai tempi di Niccolò II, a Roma, è possibile riconoscere una rinnovata attenzione rivolta all’arte
paleocristiana, che si traduce in restauri e rifacimenti delle decorazioni delle antiche basiliche.

STILE

o Egli realizza una svolta estetica innovativa rispetto all’arte bizantina che dominava lo stile figurativo
del tempo lo stile bizantino presentava figure bidimensionali e frontali delle scene sacre, con
Giotto, invece, le figure sembrano prendere vita in un contesto reale, con una particolare resa
volumetrica dei corpi, tramite un accentuato chiaroscuro.
o Era capace di ambientare le proprie scene in un ambiente architettonico fittizio, disegnato secondo
una prospettiva ed uno scorcio laterale

o Nella basilica di Assisi, nel registro inferiore lungo la navata, Giotto si fa protagonista indiscusso.
o Rappresenta in un ciclo di 28 affreschi  la figura e la vita del santo, rappresentato , per la prima
volta come uomo tra le persone, nella natura , in spazi reali architettonici reali, anticipando , in
alcune scene la ricerca sulla prospettiva.  le ‘’storie di San Francesco’’ è il ciclo capitale della
pittura italiana.

La grandezza di Giotto non si esaudisce nel realismo ed ambientazione, delle situazioni, dei personaggi e
delle pose, esso è inscindibile dal ferreo controllo ritmico e geometrico che il pittore esercita tra le figure 
il rapporto tra le figure e lo sfondo non è mai casuale

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L’Omaggio dell’uomo semplice
 gli edifici fiorentini formano il fondale. E’ ritratto il santo e un
cittadino che gli stende il mantello al suo passaggio  scena serena,
dignitosa, naturale. La mimica dei protagonisti è chiara, il santo appare
nel perfetto profilo e calato nell’azione.  elimina le distanze tra
rappresentazione artistica e mondo reale, tra la pittura e il suo pubblico.

I bambini ritrovano posto nella pittura giottesca ad esempio nella


Rinuncia dei Beni
Sono raffigurati non lontano dall’esplosione d’ira di Bernadore, il
padre di San Francesco alla vista della ‘’folle’’ restituzione delle
ricchezze da parte del figlio.

Nell’elemosina del mantello, dove non c’è un fondale architettonico, Giotto sfrutta
i profili obliqui dei colli per portare l’attenzione dell’osservatore negli sguardi
incrociati dei personaggi e dell’asino.

La novità del suo linguaggio stilistico fu che dopo aver eseguito le opere ad Assisi, egli affronta i temi più
tradizionali della pittura duecentesca.

Realizzò il Crocifisso di Santa Maria e la maestà degli Uffizi. Giotto


rinnova l’espressione del Cristo sulla croce. Dispone la figura in accordo
con le leggi dell’anatomia, facendo sbalzare le membra per la forza dei
chiaroscuri. Il Cristo “umano” sarà realizzato proteso in avanti sulla croce
per tutto il Trecento.

Nella Maestà l’attenzione va soprattutto alla solida


volumetria dei protagonisti (angeli e santi sui lati)
incastonati entro il trono; Personaggi uno dietro l’altro e
sono ben proporzionati e diversificati nelle fisionomie.

Il Bambino, con il suo robusto aspetto, ha un atteggiamento da Cristo Benedicente,


che gli conferisce autorevolezza e moralità li effetti chiaroscurali in quest’opera
rispecchiano effettivamente la morbidezza, la giusta fusione e la decisa
compattezza, proprie del maestro.

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-Giotto a Padova
Un ciclo pittorico di rilevata importanza è quello
dell’Oratorio degli Scrovegni a Padova

Costituito da un’unica navata coperta da volta a botte cui


s’innesta uno stretto coro.
Fondato da Enrico Scrovegni, consacrato nel 1303 e
completato di affreschi due anni dopo.
Lo Scrovegni è il più ricco cittadino padovano. Suo padre
venne citato da Dante nell’inferno nel girone degli usurai.
 l’oratorio è una fondazione religiosa in espiazione dei
peccati connessi delle ricchezze.
Per tale ragione Enrico venne rappresentato nel Giudizio
Universale presso i beati del Paradiso mentre offre agli angeli un modello dell’edificio.

Le pareti dell’oratorio sono perfettamente lisce funzionali alla


decorazione pittorica che Giotto esegue in soli due anni.

Vengono raffigurati :
-al livello più alto  le storie della vergine
-sui due nastri intermedi  le storie di cristo
Nel basamento  i vizi e le virtù e il giudizio universale

Le scene vengono disposte entro una cornice illusionistica; . Lo stile


testa un’evoluzione  sia nella naturalezza gestuale delle figure sia
nella concentrazione espressiva delle composizioni.
Ampia la gamma cromatica introducendo nuovi colori come il giallo, il rosa, rossi e verde smeraldo.

Nella Strage degli Innocenti di Giotto, in confronto con quella di Giovanni Pisano, un gorgo incontrollato di
violenza e dolore, vi è un’attenzione verso le figure entro uno sfondo architettonico. Gli ambienti naturali e
le architetture sono costruite come vere e proprie scatole prospettiche, mentre le figure sono solide e
voluminose.

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-La cultura romana

o Il rinnovamento della pittura italiana del Duecento si svolge a Firenze, dove provengono i pittori, a
Assisi, la prestigiosa vetrina degli affreschi, e a Roma, dove vi è il papato che è il principale
committente degli affreschi.
o E’ un fenomeno di ascendenza romana il voler rifiorire verso la spazialità e la maestosità dell’arte
antica, da questo Giotto ne ha tratto punti fondamentali.
o Artisti : o Contemporaneo di Cimabue, Jacopo Torriti, fu il favorito di Niccolò IV, che lavorò
anch’egli ad Assisi e a Roma creò dei mosaici absidali per Santa Maria Maggiore
o Altro artista è Pietro Cavallini, secondo taluni è un presunto ‘’maestro’’ di Giotto. E’ un grandissimo
pittore e revival proto classico romano.

-Siena e Firenze nella prima metà del Trecento

La comparsa sulla scena artistica del secondo duecento di grandi artisti come Coppo, Cimabue, di Cambio e
di Giotto, e dei cantieri di Santa Maria Novella e Santa Croce, sono fenomeni collegabili col primato

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economico acquisita dalla città  con la sconfitta i Manfredi di Svevia, collassò il partito ghibellino in tutta
Italia. Firenze divenne guelfa e si alleò con Roma per allargare il proprio dominio.

Il primo Trecento è uno dei momenti più felici per l’arte Italiana, soprattutto per la pittura  le tecniche
dominanti sono l’affresco e la tempera su tavola. Nei cicli pittorici vengono raffigurate le sene dell’Antico e
Nuovo testamento, le vite dei santi e i rari temi profani.

Firenze e Siena sono i centri più importanti.

FIRENZE

La prima metà del trecento vede a Firenze il fervere di cantieri come Santa Croce e Santa Maria del Fiore.
La costruzione del duomo procede a rilento ma viene eretto il campanile marmoreo.

Il dominio dei guelfi è espresso dalla nuova sede del Comune, il Palazzo Vecchio, eretto sul progetto di
Arnolfo di Cambio.  l’inizio della costruzione coincide con una fase acuta di tensioni politiche tra le fazioni
dei guelfi neri e bianchi

Il palazzo ha l’aspetto di un maniero fortificato, la massiccia mole è però alleggerita dalle fila delle finestre.
Le sale interne vengono ornate da cicli di affreschi a tema civico nei quali interviene anche Giotto, ma sono
andati distrutti.

La scultura è meno praticata dai fiorentini  infatti per eseguire la porta bronzea per il battistero, si andò
alla ricerca di artigiani capaci di lavorare il bronzo. Andre Pisano eseguirà poi il portale inserendovi storie di
san Giovanni Battista e la Virtù scandite da 28 formelle quadrate.

L’influsso di Giotto risulta decisivo nei rilievi scolpiti sempre da Andrea Pisano per il basamento del
campanile di Santa Maria del Fiore per i quali ne fornisce i disegni.
-Giotto e i Giotteschi fiorentini.

Giotto aveva condotto i lavori e le numerose commissioni della sua bottega con una organizzazione del
lavoro guidata con una logica imprenditoriale, che necessitava del coordinamento del lavoro di numerosi
collaboratori.

A Firenze ed in Toscana operavano i cosiddetti "protogiotteschi" i seguaci che avevano visto all'opera
Giotto nella sua città.  Essi recepirono e svilupparono in maniera diversa il linguaggio di Giotto: per
esempio:

-il cosiddetto Maestro della Santa Cecilia dimostrò una piena padronanza delle novità nel campo delle
ambientazioni architettoniche delle scene, ma fu più limitato nella realizzazione delle figure umane.

- Taddeo Gaddi, nella bottega del maestro per ben 24 anni, dimostrò nelle commissioni prestigiose (come
la Cappella Baroncelli in Santa Croce) di aver messo a frutto gli insegnamenti giotteschi, disponendo con
una notevole libertà narrativa le figure nelle scene, che risultano più affollate di quelle del suo maestro 
riprese inoltre la sperimentazione della prospettiva negli sfondi architettonici

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-Il miglior erede di Giotto fu Maso di Banco, il quale dimostrò nella Cappella Bardi di Vernio, sempre in
Santa Croce (Storie di San Silvestro, 1340), come avesse compreso il gioco delle linee di forza convergenti,
che dirigono lo sguardo dell'osservatore verso punti focali della
narrazione. Per esempio nella scena di San Silvestro che resuscita
due morti il fondale architettonico, oltre che creare uno spazio
realistico per la scena, guida l'occhio verso il protagonista.

SIENA- I CANTIERI ARCHITETTONICI E LA SCUTURA

• Nel primo Trecento Siena si arricchisce di nuovi palazzi, chiese e dipinti. Gli artisti lavorano anche
fuori dalla città ed esportano i loro prodotti a: a Pisa, Orvieto, Arezzo, Firenze, Assisi, Napoli, Milano
e ad Avignon.
• Sistema politico guelfo, con le spalle alleanze ghibelline e influenza di Giovanni Pisano 
determinano una cultura figurativa aperta alle influenze del Gotico francese, più aristocratica
rispetto a quella fiorentina. Risalta poi rispetto a Firenze un tono più ‘’civico’’ e politico dell’arte
senese.

ARCHITETTURA

Il primo monumento architettonico eretto nella prima metà


del secolo è il Palazzo Pubblico, progettato dal governo dei
Nove nel 1288 fino ad assumere nella metà del XIV la forma
attuale, con tre blocchi merlati (quello centrale più alto)
dominati dalla Torre dei Malgia.
All’interno vengono abbellite le sale con cicli di affreschi per
accogliere i vari organismi del governo. La costruzione del
palazzo è per volontà di riorganizzare, pianificare e abbellire
l’intero centro urbano.

Affascina il progetto del 1339 di ingrandire il duomo di


Orvieto eretto nel secondo duecento da Niola Pisano, ma
completato dal figlio. Nel 1322 viene consultato anche
Lorenzo Maitani per l’ampiamento del duomo, architetto
e scultore senese del quale erige una delle più armoniose
facciate ecclesiastiche italiane, incastrando nel disegno
forme geometriche semplici, quadrangolari e triangolari.

SCULTURA

Grande scultore è Tino di Camiano, allievo di Giovanni Pisano è attivo a Pisa, Firenze e Napoli. (1)Nel
ritratto di Arrigo VIII di Lussemburgo a Pisa, egli propone una sintesi tra Carlo d’Angiò di Arnolfo e la
inquieta sensibilità di Giovanni Pisano espressa nel mobile volto della statua.

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1 2

(2)Sono a opera di Tino alcuni intensi monumenti sepolcrali  nel monumento funebre del cardinale
Riccardo Petroni, vi è un impiego di quattro angeli che richiamano lo schema delle Virtù di Giovanni Pisano,
mentre il morto giace entro un baldacchino di cui due angeli scostano le cortine. E’ assai originale la fronte
del sarcofago lavorata a rilievo con episodi della resurrezione di Cristo di forte sbalzo plastico, che rimanda
alla tipologia della figurazione continua dei sarcofagi

Altro scultore senese è Goro di Gregorio

PITTURA A SIENA DA DUCCIO AI LORENZETTI

Duccio di Buoninsegna fu uno dei più importanti esponenti della pittura senese della metà del 200. Mentre
Cimabue e i suoi seguaci cercano di rappresentare lo spazio tridimensionalmente e volumetricamente,
Duccio cerca di focalizzare la sua attenzione sull'eleganza delle forme e delle linee e sull'armonia dei colori.

L'arte di Duccio aveva in origine una solida componente bizantina, e una notevole conoscenza di Cimabue
alle quali ereditò il linearismo ed eleganza, una linea morbida e una raffinata gamma cromatica.
Col tempo lo stile di Duccio raggiunse esiti di sempre maggiore naturalezza e morbidezza e seppe anche
aggiornarsi alle innovazioni introdotte da Giotto, quali la resa dei chiaroscuri, la volumetria delle figure e
del panneggio, la resa prospettica.

La pala d’altare della Maestà per il Duomo di Siena , (1308-1311) venne


trasportata con un corteo popolare e rappresenta due facce l’anteriore
rappresenta sul la Madonna in trono tra angeli mentre nella parte
posteriore, divisa in 26 scomparti, vi sono rappresentati episodi della
passione di Cristo. Influssi del gotico francese appaiono evidenti nelle
linee dei contorni estremamente morbide e nella scelta dei colori, la
figura centrale della Madonna col bambino non ha una vera e propria consistenza volumetrica.

Tra le opere tarde del pittore che corrispondono pienamente al suo


gusto pittorico, con spunti tratti
dalla miniatura gotica francese, con
una delicata stesura dei colori, con
le rispondenze ritmiche e lineari,
un'iconografia tipicamente
bizantina  il Trittico della
Madonna e il Polittico di Siena.

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Simone Martini

Simone Martini, uno dei più importanti pittori del Trecento e si rivela
all’improvviso fin da subito con l’affresco della Maestà, dipinto su una
delle pareti di fondo della sala del Mappamondo, nel Palazzo Pubblico
di Siena

L’affresco raffigura al centro la Madonna in trono col Bambino


mentre ai lati, in posizione inginocchiata, troviamo i quattro santi
protettori di Siena con angeli e santi in un ambiente di palazzo.
Simone martini si concentra sullo studio dei costumi, delle pose,
proponendo varietà di espressioni e tipi umani, che non hanno pari
nella pittura dell’epoca.

Nel 1317 fu chiamato a Napoli da Roberto d’Angiò per realizzare una tavola
celebrativa raffigurante San Ludovico da Tolosa che incorona il fratello Roberto, oggi
conservata al Museo di Capodimonte a Napoli, in cui accanto al santo appare Roberto
in atto di ricevere la corona da Ludovico (suo fratello che abdicò per lui)

Insieme alla Maestà, l’altro capolavoro dell’attività artistica di Simone è


indubbiamente l’Annunciazione, oggi agli Uffizi di Firenze ma realizzata per il Duomo
di Siena. L’opera, realizzata con la collaborazione del cognato Lippo Memmi,
rappresenta il dipinto più vicino alle eleganze del gotico transalpino, elemento che
Simone guardò incontestabilmente durante la sua prestigiosa carriera.

Oltre a Simone Martini, le personalità dominanti della pittura senese sono i fratelli Pietro e Ambrogio
Lorenzetti

Il maggiore, Pietro formandosi come il fratello nella bottega di Duccio, opera per
alcuni anni nella basilica inferiore di  Ultima cena e Deposizione

Mostra nell'Ultima Cena in un originale padiglione esagonale, degli apostoli che


sono seduti in circolo attorno a Gesù, entro una prospettiva ribaltata e dilatata.
Lorenzetti fu uno dei primi artisti (forse il primo in assoluto) a richiamare
l'attenzione dello spettatore sul variare del tempo atmosferico nello scorrere
delle ore. A sinistra poi si apre uno scorcio di cucina, in cui un uomo ben vestito,
si rivolge a un servitore con un gesto colloquiale poggiandogli una mano sulla
spalla

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Con la Deposizione punta alla massima drammaticità del ciclo dei suoi
affreschi. Vi è un ritorno all’espressionismo duecentesco. Le figure si
dispongono entro un triangolo. Linee oblique originate dal Cristo che è in
diagonale, la cui testa penzola.

Ambrogio Lorenzetti ha una vena artistica più ‘’aristocratica’’ rispetto a Simone Martini, evidente
nella Madonna col Bambino plastica creazione di estrazione giottesca o arnolfiana per la solidità del
trono e per la presa possente di Maria con cui abbraccia l’infante.

A Siena riceve pagamenti per le opere eseguite al palazzo comunale, oltre alla Madonna col Bambino nella
loggia, esegue nella sala dei Nove le Allegorie ed effetti del buono e cattivo governo.

Gli affreschi hanno un chiaro effetto didascalico, confrontando l'allegoria del Buon Governo (sulla parete di
fondo) con quella del Cattivo Governo (sulla parete laterale sinistra), entrambe popolate da personaggi
allegorici facilmente identificabili grazie alle didascalie. A queste seguono due paesaggi di una medesima
città (Siena), con gli effetti del Buon Governo dove i cittadini vivono nell'ordine e nell'armonia, e gli effetti
del Cattivo Governo dove si vede una città in rovina

Buon governo  A sinistra, in posizione elevata, si trova


la Sapienza Divina, incoronata, alata e con la mano
destra tiene una bilancia, sui cui piatti due angeli
amministrano i due rami della giustizia. Essa è l'unica a
reggere il peso della bilancia  simbolo di giustizia,
rettitudine, ordine e imparzialità.

La Giustizia, ispirata alla sapienza, genera Concordia tra i


cittadini e quindi il Buon Governo, protetto dalle Virtù e
fiancheggiato dalle personificazioni della Giustizia, Temperanza, Prudenza, Fortezza e Pace.

Nella visione d'insieme, l'affresco si articola su tre registri: quello superiore con le componenti divine
(Sapienza Divina e Virtù Teologali), quello intermedio con le Istituzioni cittadine (la Giustizia, il Comune,
le Virtù non teologali ) quello più basso con i costruttori di queste istituzioni (esercito e cittadini).

Cattivo governoAl centro siede in trono la personificazione della


Tirannide , figura mostruosa con le zanne, le corna, una
capigliatura demoniaca. Sopra di lei volano tre vizi alati, sostituitisi
alle tre virtù teologali dell'altro affresco (avarizia, superbia,
vanagloria)

Accanto alla Tirannide siedono invece le personificazioni delle varie


sfaccettature del Male, opposti alle virtù cardinali, alla Pace e
alla Magnanimità dell'Allegoria del Buon Governo.

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Sotto la Tirannide troviamo invece la Giustizia, che era assisa in trono nell'Allegoria del Buon Governo, ma
che adesso è a terra, soggiogata, spogliata del mantello e della corona, con le mani legate, i piatti della
bilancia rovesciati per terra e l'aria mesta. È tenuta con una corda da un individuo solo piuttosto che dalla
comunità intera. Accanto a lei ci sono le vittime del malgoverno, cioè i cittadini

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Polittici

• Nel duecento e inizio trecento vengono eseguiti i Polittici, una composizione architettonica di
tavole dipinte riunite in una cornice line e dorata.
• Non hanno una tipologia canonica  la forma, la misura, il numero delle tavole variano a seconda
di chi è destinato, del gusto del committente o dell’artefice etc..
• La tipologia trecentesca più comune prevede una sequenza di più tavole allineate di formato
verticale in numero dispari, in genere tre, cinque o sette.

• E’ il prodotto dell’evoluzione delle tavole d’altare duecentesche.

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-Diffusione della cultura figurativa in Toscana ed esiti dell’arte italiana del


Trecento

-Arte della prima metà del XIV secolo in Italia Meridionale e Settentrionale

Con l'attività di Giotto (la cui bottega era diventata un'impresa organizzata) e dei suoi scolari e seguaci,
Firenze determinò praticamente il destino della pittura per tutto il sec. XIV nelle principali regioni d'Italia.

Si configurò in tal modo il concetto di una scuola fiorentina portatrice di un linguaggio nuovo, volto al
"naturale" nella resa plastica della figura e dello spazio.

La straordinaria evoluzione della pittura soprattutto, coinvolge gran parte d’Italia, dal nord al sud, tranne
nelle aree bloccate dallo sviluppo artistico  Roma, dopo il trasferimento della corte papale ad Avignone
(1309) e della Basilicata e Calabria

REGNO DI NAPOLI

Passò dal dominio svevo a quello angoino nel 1266  determinò che non si crearono ‘’scuole’’ artistiche,
poiché tutte le commissioni erano attuate da artisti esterni attirati dal meccanismo di corte  L’arte
centroitaliana è determinata nel primo decennio dei Trecento dall’ascesa al trono di Roberto d’Angiò

L’influsso translapino è ben visibile negli acquisti e nelle commissioni della corte, ad esempio nelle
miniature dei romanzi.

La prima apertura alla moderna arte trecentesca è mediata da alcuni artisti romani. La seconda ondata è
segnata da artisti senesi di Simone Martini.

Giunge nella città di Napoli Pietro Cavallini, in cui con i suoi affreschi nel Duomo e in San Domenico
introdusse per la prima volta la ritrovata spazialità ‘’latina’’ nell’Italia del Sud.

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Influenza importante fu anche quella di Giotto attivo in Santa Chiara e nella reggia in Castelnuovo  grazie

ad egli si forma un notevole pittore napoletano: Roberto d’Oresio CENTRI NELL’ITALIA SETTENTRIONALE

NELLA PRIMA META’ DEL TRECENTO Rimini e Bologna  teatro di importanti avvenimenti artistici.

A Rimini  diversi artisti attivi  La loro opera fu caratterizzata dalla proposta di uno spazio dilatato, dal
colore tenero e dalla patetica espressività delle immagini, che rivela la piena assimilazione del
rinnovamento giottesco.

- Giovanni da Rimini, attivo nella prima metà del Trecento, autore degli affreschi con Storie della Vergine,
nella chiesa riminese di S. Agostino.

-Pietro da Rimini, di cui si hanno raffinati affreschi nella chiesa di S. Chiara a Ravenna.

A Bologna  artisti con conoscenza diretta delle novità artistiche toscane: giunge nella città emiliana una
Maestà di Cimabue e un polittico di Giotto nel primo decennio del Trecento.

La prima scuola pittorica che si forma nella città si presenta con caratteristiche fortemente gotiche e
transalpine.

Al forte realismo dei particolari si accompagnano costruzioni compositive e ambientazioni visionarie.

Il principale è individuato in Vitale, pittore attivo nella prima metà del XIV secolo, dove lavorò agli
affreschi presso l'Abbazia, e Udine, dove eseguì un ciclo di affreschi presso il Duomo.

Roberto Longhi sottolinea l'importanza di Vitale come capostipite per la scuola bolognese, equiparandone il
ruolo a quello svolto da Giotto per quella fiorentina o da Duccio per quella senese.

ARTE ITALIANA E I CENTRI EUROPEI

Nell’Europa del Nord si guardano con interesse i pittori italiani, soprattutto alla loro capacità artistica di
rappresentare illusivamente lo spazio con mezzi lineari e chiaroscurali  ciò si cerca di imitarlo, soprattutto
in Austria Francia e Spagna.

La diffusione dello stile italiano fuori dai confini si avvale anche dall’operosità di alcuni artisti oltre la cerchia
delle Alpi  un forte richiamo è esercitato da Avignone, città provenzale dove si è trasferita la corte
papale.

Nel 1303 giunge ad Avignone Simone Martini in cui nell’atrio di Notre dame-des-dons dipinse un ciclo di
affreschi mariani raffigurando anche la Madonna d’Umiltà.

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Nella città dei papi avviene anche l’incontro con Petrarca che lo eterna nei suoi versi
paragonandolo a Policleto  il pittore eseguì per lui un grande ritratto di Madonna
Laura, oggi perduto.

Simone eseguì in quegli anni opere di particolare significato, affiancato dai suoi allievi
che lo hanno seguito da Siena, tra di essi il Maestro degli angeli perduti, cui dipinse la
tavola a due facce ‘’La caduta degli angeli ribelli’’, e ‘’l’Elemosina di San Martino’’
sintetizza il naturalismo e la fantasia visionaria del Martini con il rigore prospettico di
Ambrogio Lorenzetti.

-FENOMENI DI CRISI E ASSENTAMENTO OLTRE LA META’ DE SECOLO

• Per tutta la metà del XIV secolo i pittori italiani raccolgono i frutti della straordinaria rivoluzione
artistica, tecnica, formale e contenutistica.
• Nel 1356  fallimenti bancari, grande crisi economica
• Nel 1348  peste
• Nulla diviene più costruito, dipinto e scolpito dopo il 1350.
• Tra le vittime dell’epidemia  di Maso, Bernardo Daddi, Andrea Pisano e i fratelli Lorenzetti
• La scomparsa improvvisa di artisti di tale livello, determino riflessi negativi sulla produzione
artistica.

-FIRENZE E LA TOSCANA TRA IL 1350 E 1380

La crisi demografica e politica non impedisce che a Firenze riapra il cantiere del duomo  si erigano
grandiose navate a piano arnolfiano

Erezione della grandiosa Loggia della Signoria 

Destinata alle cerimonie pubbliche del comune

Aritmia classicheggiante, ripresa dei modelli antichi che caratterizza poi


nel corso dei secoli le costruzioni del Brunelleschi.

-L’ITALIA SETTENTRIONALE NELLA SECONDA META’ DEL TRECENTO

A differenza dell’Italia meridionale, dove si consuma la crisi della monarchia angioina, in Italia
settentrionale fiorisce il sistema degli stati signorili :

• -i Savoia in Piemonte
• -I Visconti a Milano
• -i Gonzaga a Mantova
• -gli Scaligeri a Verona

Le corti hanno esigenza di sfoggio e di rappresentanza che si traducono in commissioni


architettoniche  (palazzi residenziali, difensivi ), che a loro volta hanno bisogno di manufatti

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d’arredo (mobili, baldacchini etc) e naturalmente di immagini di vario genere e formato (affreschi,
tavole, miniature)
Il mondo signorile attrae gli artisti, stimola l’artigianato di lusso.

-MILANO VISCONTEA

La corte dei Visconti assume il ruolo di primo piano in campo artistico nella seconda metà del Trecento.

• A Pavia, sotto Galeazzo II, si erige il castello :


• brillante esempio di adattamento di un architettura
difensivo-militare :
• mura merlate lunghe e rettilinee, torri angolari e ampio
cortile interno serrato da ariose arcate gotiche

Anche la scultura viene utilizzata a fini celebrativi, una dinastia di artisti lombardi, i Da Campione, si
aggiudica le commissioni più prestigiose.

Il complesso più significativo è il Monumento sepolcrale di Bernabò Visconti  arca


sepolcrale sormontata da un imponente ritratto equestre .

La pittura attesta un permanente influsso giottesco.

Verso il 1270, un geniale miniatore lombardo o veronese decora due codici situati nella
Biblioteca nazionale di Parigi  dimostrano la gestazione dell’evoluzione dello stile
gotico nella sua accezione ‘’tarda’’ o ‘’internazionale’’

-Padova e Verona

Verona e Padova centri primari della pittura italiana. Le occasioni artistiche coincidono con le
commissioni profane e religiose delle corti signorili: le idee culturali navigano sotto l’influsso di Petrarca  i
pittori si ispirano ai suoi versi

A Verona spira aria di Lombardia  Turone de Maxio, artista Milanese trasferito a Verona.

A Padova nella prima metà del secolo si sviluppa uno stile giottesco stimolato dalla presenza degli affreschi
nell’Oratorio degli Scrovegni; un gusto più naturalistico e dinamico traspare da Gusto de Menabuoi che
giunge a Padova dopo essersi formato nella bottega di Maso.

Egli è l’unico pittore del Trecento capace di muoversi nei tanti linguaggi dell’arte medievale.

Riassunto breve

Nei secoli XIII e XIV si sviluppa nel nord Europa l'arte gotica.
Il termine gotico verrà tuttavia coniato solo nel 1500 con un'accezione negativa: significava infatti, “barbaro”.
Il verticalismo accentuato dell'architettura ed il forte senso drammatico delle rappresentazioni nordiche furono nel
Cinquecento assai criticate: solo quella della tarda romanità era considerata vera arte. Infatti in Italia, il grande slancio

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verticale dello stile gotico, sarà molto contenuto. La radicata tradizione costruttiva di Roma, basata sul laterizio e la
pietra, aveva sviluppato una sensibilità particolare per la superficie continua ed il volume compatto.
Nel 1300 si afferma completamente la borghesia cittadina e le opere d'arte non sono più commissionate solo dalla
Chiesa e realizzate con le ricchezze dei nobili; anche i ricchi cittadini borghesi costruiscono edifici religiosi e
commissionano opere pubbliche che determinano il nuovo volto delle città.
All'interno delle Arti si associano varie botteghe artigiane nelle quali emerge una nuova figura, quella del maestro, che
sceglie le committenze e cura personalmente l'aspetto economico del lavoro. Egli inoltre non ha sotto di sé un gruppo
di semplici operai, ma avvia una scuola di discepoli che apprendono e diffondono il suo stile espressivo.
Uno dei più grandi maestri del Trecento è Giotto che si circonda di allievi, ai quali affida l'esecuzione delle parti di
secondaria importanza nei suoi dipinti. Egli è un'artista nel senso moderno della parola e il suo modo di esprimersi non
è sottoposto rigidamente solo alle indicazioni che provengono dall'autorità religiosa o civile, ma risponde soprattutto
a scelte personali.
Se fino a tutto il Duecento le immagini servivano a far conoscere ciò che il popolo analfabeta non poteva leggere, a
partire dalla pittura di Giotto questa finalità non è più quella prevalente. Il linguaggio delle immagini non è solo un
mezzo per tradurre le parole in figure, le superfici, le forme, i colori, la luce e lo spazio hanno valore
indipendentemente da ciò che rappresentano. Le immagini non hanno più il ruolo di sostegno e chiarificazione di un
testo scritto ma costituiscono ormai un linguaggio autonomo.
Nella seconda metà del Duecento l'influenza bizantina sulla pittura è ancora notevole; la linea che disegna le figure
diviene però più ondulata e gli spazi tra linea e linea sono differenziati non solo dal colore, ma anche da diverse
luminosità. Le figure acquistano così il senso del volume ed un maggiore realismo. Attraverso l'affresco, che diviene la
tecnica tipica di questo periodo assieme alla pittura su tavola, la narrazione di storie sacre raggiunge livelli di altissima
esecuzione. La tradizione delle croci e tavole dipinte continua ad affermarsi in tutta l'Italia centrale. La
rappresentazione della Madonna in trono, fra Angeli e Santi, detta «Maestà», diviene ricca e complessa: la tavola è
suddivisa in scomparti da elementi architettonici che ripetono gli schemi delle facciate e delle finestre gotiche. Tale
composizione viene definita trittico, se divisa in tre scomparti, polittico, se divisa in numero maggiore di tre. Anche in
pittura si formano vere e proprie scuole: nell'Italia centrale assai attiva è la scuola romana, nella quale spiccano le
personalità di Jacopo Torriti e Pietro Cavallini. La pittura più rappresentativa di questo periodo viene però elaborata
nell'ambito della scuola senese e della scuola fiorentina.

Capo scuola della pittura senese è Duccio di Buoninsegna, la cui opera è caratterizzata da una grande raffinatezza di
esecuzione: le immagini aggraziate, accurate nella definizione dei particolari e costruite attraverso la linea ed il colore
diventeranno tipiche della tradizione senese.
Nel Trecento Simone Martini e, dopo di lui, Pietro e Ambrogio Lorenzetti, sono pittori rinomati per la ricchezza
decorativa delle loro immagini. Lo spirito cavalleresco e profano si riflette nelle scene sacre: i Santi, vestiti con i ricchi
costumi dell'epoca, circondano Maria che riceve doni dagli Angeli, inginocchiati ai lati del suo trono come paggi di
fronte ad una dama. Il gusto per la decorazione e l'attenzione per gli elementi di tipo naturalistico riflettono gli influssi
della miniatura gotica francese; gli artisti, da Siena, sono infatti chiamati a lavorare presso la corte papale ad Avignone,
dove è stata trasferita la sede pontificia.
Il caposcuola dei pittori fiorentini è Cenni di Pepo, detto Cimabue.
Nel crocifisso di Arezzo e nella Madonna di Santa Trinità, a Firenze, le sue figure sono vigorose e cariche di umanità; la
composizione è monumentale. Sono evidenti i legami con la scuola pisana di scultura e con quella romana di pittura.
La ricerca di una forte espressività appare anche negli affreschi della chiesa Superiore di Assisi, purtroppo oggi molto
rovinati. La scena della Crocifissione, che appare annerita nelle parti luminose, quasi fosse un'immagine in negativo,
conserva tuttavia intatta la sua potenza: la figura di Cristo, inarcata sulla Croce e con le vesti scosse dal vento, è
circondata da Angeli le cui ali si agitano nello spazio, mentre in basso la schiera dei seguaci protende le braccia verso
Cristo, accentuando la dinamicità della composizione. La rappresentazione del volume, del movimento e
dell'espressività delle figure verrà ripresa e sviluppata nelle opere di un grandissimo artista del Trecento: Giotto che
abbandona quasi completamente il fondo d’oro. Nelle sue pitture lo spazio in profondità viene rappresentato
attraverso la prospettiva degli elementi architettonici e lo scorcio delle figure. La linea che disegna i contorni è
scomparsa e le forme si distaccano l’una dall'altra per contrasti di colore. Con Giotto la pittura a tinte piatte, tipica
dell'arte bizantina viene completamente abbandonata e le figure esprimono le loro emozioni umane.

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