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Arte nel tempo vol.

1 tomo 1-2
Storia dell'arte medievale
Universita degli Studi Roma Tre (UNIROMA3)
43 pag.

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STORIA ARTE MEDIEVALE Il volto pingue contrasta la serietà del volto mentre gli occhi suggeriscono
l’abitudine alla meditazione.
CAP. I - L’ARTE IMPERIALE DAI SEVERI A COSTANTINO
Il periodo tardo antico, III-IV sec. d.C., viene definito a livello morale, politico ed artistico di
 Testa di Costantino e Costanzo II – IV d.C. – Metropolitan Museum –
decadenza (con la crisi della classicità con la rottura della forma organica, naturalistica e
Museo Nazionale Romano
razionale dell’arte greca, una tendenza antigreca definita provinciale e plebea). Solo all’inizio
del ‘900, viene rivalutato con Riegl, afferma con la sua ‘’volontà d’arte ’’ cioè che ogni fase Il volto assume una forma plastica più semplice con i capelli,
storica esprime le idee attraverso il linguaggio artistico; quindi ogni arte è degna di essere barba e sopracciglia resi tramite incisioni curatissime quasi del
analizzata. La storia viene intesa come passaggio tra mondo antico e medioevo. L’impero tutto innaturale. Gli occhi sono grandi e sono coloro che
subisce profondi cambiamenti: catturano l’attenzione dell’osservatore in quanto questi
sembrano osservare la realtà circostante da una dimensione extraterrena.
Lo sguardo è lontano ed emana trascendenza e potere.
 Esterno abbiamo continua lotte sui confini orientali e settentrionali dove nemmeno la
vittoria di Settimio Severo contro i Parti riuscì a placare così come le battaglie contro i
barbari del Nord.
 Testa di Valente o Valentiniano I – IV dC – Uffizi di Firenze
 Interno Roma perde il suo carattere di città centro del potere in quanto vediamo in
questo periodo imperatori non provenienti dalle grandi famiglie romane e estesa la
Troviamo tratti fortemente idealizzati con occhi grandi e fuori scala, pettinatura è
cittadinanza romana a tutti coloro che facevano parte del territorio romano
(Constitutio Antoniniana, Caracalla 212 d.C.). curatissima con lo sguardo che appare lontano.La forte spiritualizzazione rende
difficile l’identificazione del personaggio.
L’elemento più significativo di questa fase storica è la religione.
Si tende verso forme monoteistiche come il pensiero neoplatonico di Plotino (240-270) che
concepisce il mondo come emanazione dell’UNO, cioè Dio, era trascendente, inconoscibile e
 Arco di Settimio Severo - 202/203 – Campidoglio Roma
irraggiungibile attraverso qualsiasi conoscenza umana. Si sviluppano i culti di Mitra, del Sole,
di Serapide. Nel 313 Costantino dichiara libero il Cristianesimo che era già radicato
nell’impero, prima tra le classi più povere e poi fino a quelle più ricche.
La ‘’Cronaca di Seert’’ del III sec., un testo persiano, parla dello Stato romano come di Stato Arco onorario a 3 fornici per il trionfo contro i Parti.
Cristiano. I 4 pannelli, due per parte, narrano gli avvenimenti
I sintomi di questa diffusione si vedono nei ritratti imperiali. Non importa rappresentare il più importanti: gli episodi si leggono dal basso verso
personaggio fedelmente dal punto di vista fisico e fisionomico, tipico della ritrattistica l’alto. L’imperatore è più grande rispetto ai soldati
romana. Il sovrano è emanazione del divino e viene rappresentato ultraterreno, quasi (gerarchia dell’arte plebea).
astratto: sguardo illuminato con occhi grandi e tratti idealizzati.

Rappresentazione della presa della città di


 Testa Colossale Gordiano III -III d.C.– Museo Nazionale Romano Ctesinofonte.
Il maestro fa largo uso del trapano dove vediamo
Rappresentato il giovane imperatore Gordiano III salito al alternanza di zone d’ombra e di luce donando un
trono a 16 anni e ucciso tre anni dopo. effetto coloristico che vediamo in età antoniana.
Questo presenta uno sguardo intenso sottolineato dalle Abbiamo una meno resa plastica e Settimio
sopracciglia, l’osservatore ne è subito catturato. Severo è rappresentato in mezzo ai suoi generali
I capelli e i baffetti da adolescente sono resi con piccole in una posizione rialzata intento nell’adlocutio.
incisioni. Colpisce lo sguardo di questo giovane già adulto, Vediamo caratteri della tradizione romana che
precocemente maturo. Figura molto amata nella affondano le radici sull’arte provinciale e plebea.
letteratura.

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Roma inizia a riempirsi di monumenti costruiti per volontà dei Severi.
Il cambiamento culturale si vede anche dalla costruzione delle Mura Aureliane (271-275).
Roma non è più città aperta, ma si adegua ai tempi. Aureliano si vede costretto a cingere la
città per il momento instabile che vive il suo regno. A nord i confini del Danubio vengono
oltrepassati e, per la prima volta, i barbari arrivano al Garda. A Oriente intanto c’è la lotta
contro Zenobia, regina di Palmira.
Tipico dell’epoca è il riuso di parti di monumenti antichi, come ci mostra l’Arco di Costantino
(315), innalzato per il decennale dell’imperatore, usa dei rilievi che ritraevano gli imperatori
più amati: Traiano, Adriano e Marco Aurelio. Costantino vuole apparire loro discendente
diretto. Nel rilievo dell’adlocutio, compaiono gli elementi tipici dell’arte plebea. Marco
Aurelio e Adriano sono più grandi rispetto agli altri; una prospettiva ribaltata pone figure e
monumenti su un’unica superficie. L’esecuzione a trapano si allontana dalle ricerche
naturalistiche dell’arte greca per cadere in una rappresentazione meno colta, ma di
immediata comprensione.

Nel IV sec. nascono i primi edifici di culto.


Roma, da una parte perde la sua centralità, dall’altro si prepara ad essere la capitale del
mondo cristiano.

Forma trapezoidale con un lato che si affacciava dal mare e


gli angoli avevano 4 torri quadrate. Era delimitato da alte
mura in calcare; 4 porte consentivano l’accesso da ogni lato
e queste erano incorniciate da torri ottagonali.

All’interno l’area era scandita da 2 strade che si incrociano


ortogonalmente dividendo lo spazio in 4 parti *.

Nella zona settentrionale vi erano servizi, caserme e


giardini. La strada che va da nord a sud, presenta un
peristilio che si conclude con un portico a 4 colonne. Da
quest’ultimo verso sud si accede ad un vano circolare con
cupola che precede un ambiente quadrato collegato agli
appartamenti privati e la loggia che percorreva tutto il lato
verso il mare.

II- III sec. la città aveva una struttura ben definita:

 Foro Vecchio > Area del mercato e teatro > Terme

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LA PRIMA ARTE CRISTIANA DIPINTI E RILIEVI CRISTAINI DEL III E IV SEC
Prima dell’editto del 313, il Cristianesimo si diffonde clandestinamente prima tra le classi I primi documenti risalgono al III sec. La mancanza di materiale dei primi secoli è imputabile
povere, poi tra gli aristocratici e commercianti. I ricchi mettono a disposizione dei luoghi al divieto giudaico di rappresentare le divinità. Abbiamo un’arte che oscilla tra il realismo
segreti per pregare, le domus ecclesiae (casa dell’assemblea). Nel IV sec. si contano 25 tituli romano e una rappresentazione simbolica e, dal IV sec, un ritorno alla tradizione classica.
(tipo parrocchie), chiese domestiche di cui rimangono poche tracce. Le prime testimonianze a fresco sono nei luoghi di sepoltura.
La resurrezione fa che si passi dall’incinerazione all’inumazione. I luoghi di sepoltura erano Ispirazione alla romanità la troviamo nella Catacomba dei santi Pietro e Marcellino con il
collocati lungo le vie d’accesso (autorappresentazione) o nelle catacombe (usate da metà II Banchetto eucaristico-pagano. Lo stile dei primi secoli è quasi impressionistico. Nei sarcofagi
sec. al V sec., presso le grotte: zona dell’Appia dove sorgerà la Basilica Apostulorum). Sono di III e IV sec., dalla narrazione romana, si passa a condensare più scene in un unico spazio.
luoghi di pellegrinaggio fino al IX sec, quando con gli spostamenti dei corpi dei martiri nelle Ne sono un esempio il SARCOFAGO LATERANO e il SARCOFAGO DI GIUNIO BASSO (359),
basiliche, vengono abbandonate per essere riscoperte nel XVII sec. L’uso non era anche se questo ha uno schema più classico. Dal IV sec. si passa all’espressionismo, le figure
esclusivamente cristiano, ci sono ipogei giudaici e pagani come quello sulla Via Latina del sono più ieratiche, si allontanano dal naturalismo.
IV sec.: un mix di cristiani e pagani, con rappresentazioni bibliche e mitologiche.
Nel III sec. la Chiesa ancora clandestina divide Roma in 7 regioni, ognuna assegnata ad un
diacono (servo del culto). Ognuna di queste regioni corrisponde ad una catacomba fuori le
mura. Possono prendere il nome del proprietario del terreno (Priscilla) o quello del martire
che ospita. Gli ambulacri (gallerie o criptae come le chiamavano i fossori) sono larghi 80/90
cm e alte 2,5 mt. Ai lati delle gallerie possono esserci cubicoli (camere) poligonali per i più
abbienti. Gli arcosoli, urne chiuse sormontate da un arco decorato a fresco. I sepolcri
sovrapposti sono detti loculi o loci messi in pila (sezione verticale).
Della produzione artistica dell’epoca abbiamo poco. Tra gli oggetti legati al culto dei martiri,
abbiamo vetri dorati (III-IV sec. grazie all’osservazioni tecnico stilistiche e le acconciature e Storico Al quale l’uomo si abbandona
Protagonista
vesti dei personaggi. Sugli oggetti di uso comune vediamo dipinte, incise immagini inerenti perché incapace di trovare
Nuovo
il Buon Pastore, virtù cristiane e la vita proba Giona), avorio, gioielli, lucerne. sollievo dal tormento
Testamento
esistenziale

BASILICA CRISTIANA- con la liberazione del culto cristiano si avverte la necessità di costruire un luogo per la
CONVIVENZA TRA ARTE PAGANA E ARTE CRISTIANA celebrazione della liturgia. Le basiliche erano uno degli edifici più antichi dell’architettura romana e aveva
diverse funzioni: si amministrava la giustizia, ospitava incontri di affari. Un esempio di basilica romana era quella
Con la concessione della cittadinanza, si intensificano i rapporti con le culture periferiche. di Massenzio (306-312), aveva pianta tripartita divisa in tre navate con la navata centrale ricoperta da tre volte
a crociera. L’ingresso era su uno dei lati brevi preceduto da porticato dove corrisponde un’abside.
L’arte si stacca dall’impronta naturalistica dell’età classica, in favore di una lettura simbolica.
La rima arte cristiana usa un linguaggio figurato che s’ispira alla cultura pagana e a quella Le basiliche potevano avere anche funzione religiosa. Importante era l’illuminazione, assicurata dalle finestre che
orientale giudaica. L’aniconismo, tipico prima del giudaismo e poi del cristianesimo spinge si aprivano nella parte superiore delle pareti della navata centrale. La luce era importante per esaltare la
policromia dei mosaici e dei marmi.
ad usare figure simbolo. Dal IV sec. forma simbolica e forma narrativa procedono insieme:
agnello/Cristo; Buon Pastore – filosofo/ Cristo, scene del Vecchio Testamento, parabole di
salvezza. La figura di Cristo avendo due nature, una divina e l’altra umana, poteva essere
rappresentato. Con il sodalizio tra Chiesa e Stato compare, specialmente nelle absidi delle
basiliche, il Cristo con le insegne regali della traditio legis.

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CAP. II – LE NUOVE CAPITALI modelli classici. Il significato della renovatio lo cogliamo nelle opere di carattere profano,
dai mosaici pavimentali con scene bucoliche, cacce, ecc.
DELL’IMPERO
1. COSTANTINOPOLI
SANTA SOFIA –
La nuova Roma doveva essere totalmente
diversa dalla prima. Costantino l’8
novembre del 324 consacra la nuova
capitale sul Bosforo. Secondo la leggenda
traccia egli stesso il perimetro sacro con
una lancia. Bisanzio sorge su un
promontorio sulla riva nord del Mar di
Marmare. La piccola città greca viene
ampliata da Settimio Severo nel 196.
Costantino, dà il nome a questa nuova sede
e ne quadruplica l’estensione severiana,
fornendola di un:
 Nuovo porto
 Un ippodromo
 Amplia le mura
 Costruisce acquedotti
 Palazzi
 Strade.

L’unico edificio che conserva ancora alcune parti è l’IPPODROMO- ospitava fino a 50.000
spettatori e dall’istituzione della Tetrarchia è luogo di epifania imperiale, ed elemento
essenziale di ogni residenza imperiale.
Su un’altura sorgeva il Foro, circolare e con al centro, una colonna sulla cui sommità c’era
una statua di Costantino -Helios. La CHIESA DEI SANTI APOSTOLI, concepita come un
mausoleo e futuro luogo di pellegrinaggio, era costruita nel punto più alto della città. Era
una costruzione a croce greca con all’interno la tomba dell’imperatore, dove Costantino
aveva disposto che ogni giorno si celebrasse il sacrificio eucaristico. Alla morte di Costantino
(337) i lavori non erano ancora finiti. La chiesa, che assunse la funzione di cattedrale fu
Santa Sofia fondata da Costantino e interamente ricostruita da Giustiniano, nel XV e XVIII
sec. La città divenne espressione della natura divina dell’imperatore. Nonostante ciò non
arrivava minimamente a rivaleggiare con Roma o con altre città antiche come Antiochia o
Alessandria. Per primeggiare deve aspettare il sacco di Roma da parte dei Goti del 410 e
dei Vandali nel 455 e la conquista persiana di Antiochia nel 540. Raggiunge il suo apice 2. MILANO
con Giustiniano (528-565).
Al centro della Pianura Padana, sorta in posizione strategica. Forse fondata dai Galli, ma
Successivamente con Teodosio I e successori Costantinopoli è soggetta a trasformazioni che l’aspetto urbano più conosciuto è romano: schema a scacchiera poi coperto dallo schema a
la rendono un grande centro grazie anche alla decadenza degli altri centri. Importanti sono ragnatela. Durante la Tetrarchia diventa capitale imperiale e viene ampliata con Massimiano
le mura di Teodosio II, che sostituiscono quelle di Costantino in quanto ciò porta alla (286-305). Sotto Piazza Duomo ci sono i resti della Basilica a cinque navate del Salvatore,
creazione di nuovi cantieri con nuove maestranze. Costantinopoli diviene centro artistico in poi consacrata a SANTA TECLA. Ricostruita sulla forma antica è la basilica di SAN LORENZO,
cui giungono diversi artisti da ogni regione e nascono nuove scuole. Tra il IV V VI secolo pianta quadrata con angoli rinforzati da torri. I toponimi delle vie limitrofe la associano al
avorio e oreficerie sono sensibili agli effetti della renovatio con una consapevole ripresa dei palazzo imperiale, quindi possiamo datarla al IV o V sec. Il vescovo Ambrogio poi circonda

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Milano di chiese, come una cinta spirituale, che modificano profondamente l’aspetto della Fa costruire edifici di culto ariano:
città: BASILICA MARTYRIUM (dove ora sorge la chiesa di S. Ambrogio) del 386 a 3 navate.
Ospitava i martiri Gervasio e Protasio e poi lo stesso Ambrogio. BASILICA APOSTOLORUM
(San Nazaro) del 386 con pianta a croce. La curiosa planimetria si ricollega alla chiesa degli  BATTISTERO DEGLI ARIANI;
Apostoli di Costantinopoli. BASILICA VIRGINUM (San Simpliciano) con pianta a croce. SAN
DIONIGI dedicata all’omonimo vescovo, se ne conosce solo la collocazione.  SANT’APOLLINARE NUOVO
(inizio VI sec. forse chiesa palatina)
3. RAVENNA dedicata al Salvatore: 3 navate con
abside poligonale; le finestre,
Alla morte di Teodosio (395) l’impero viene diviso in due parti: l’Oriente con capitale secondo schema orientale, non si
Costantinopoli, governato da Arcadio e l’Occidente con Onorio. La capitale viene spostata trovano solo nella parte superiore,
da Milano a Ravenna perché circondata da paludi, quindi difficilmente raggiungibile dai ma anche lungo le navatelle. I mosaici
Visigoti di Alarico. Con il legame stretto tra Cristianesimo e Impero, si cerca di rendere della Chiesa presentano ancora
Ravenna ‘’esteticamente’’ cristiana. La cattedra vescovile viene trasferita nel IV sec. da Classe legami con l’arte romana, dalle
a Ravenna. proporzioni gerarchiche, alla
Il vescovo Urso dota la città di edifici: somiglianza con i rilievi funerari. Lo sfondo oro rende tutto ultraterreno.
Con il Vescovo Agnello, alla morte di Teodorico e sotto Giustiniano, la chiesa torna
 La CATTEDRALE URSIANA: deduciamo una pianta a 5 navate e priva di transetto ad essere cattolica e viene dedicata a San Martino, e vengono cancellate le figure che
rappresentano il rito ariano. Nel IX sec. viene dedicata al Vescovo Apollinare. Nella
 Il BATTISTERO NEONIANO: ottagonale in laterizio. Il soffitto viene mosaicato dal necropoli riservata ai Goti, all’esterno decagonale, e all’interno circolare. Il soffitto è
Vescovo un’unica pietra monolitica. La cosa particolare è il motivo decorativo che trova
Neone nel V sec e possiamo notare una rappresentazione corrispondenze solo nell’oreficeria gotica. E’ un mix di culture diverse, romane e
plastica di derivazione romana. Nella fascia esterna del germano-nordiche.
mosaico c’è l’etimasia (trono vuoto con libro della vita)
riferimento apocalittico alla fine del mondo).
La morte di Teodorico nel 526 lascia il regno travagliato da lotte interne, specialmente per
l’intolleranza degli imperatori verso gli ariani. Con Giustiniano scoppia la guerra goto-
Il vero splendore arriva sotto la reggenza di Galla Placidia, sovrana di Occidente in vece del bizantina (527-533) che vede la vittoria di Giustiniano e una breve unificazione degli Imperi.
figlio Valentiniano II. Si ipotizza la presenza del Palazzo imperiale (a cui urbanisticamente Nel 554 con la Prammatica Sanzione, Giustiniano istituisce la Prefettura d’Italia, con capitale
sono legate le chiese), nella Regio Caesaris. Lì vicino Galla Placidia fa costruire la CHIESA DI Ravenna. Il vescovo Agnello (557-570) si adopera per cancellare tutti i segni ariani dalla
SAN GIOVANNI EVANGELISTA (426): 3 navate; rimaneggiata pesantemente nei secoli, città: sostituisce i personaggi del Palazzo di Teodorico con una sfilata di Martiri e Vergini.
mosaici con membri della famiglia imperiale teodosiana perduti; presenza di due pastofori
(casa del sacerdote ambienti rettangolari) che chiudono le navate ai lati dell’abside. Questi Siamo in un periodo, seconda metà del IV sec., in cui c’è più aderenza all’arte bizantina, con
ambienti gemelli sono presenti in chiese paleocristiane e altomedievali. MAUSOLEO DI figure ieratiche e ultraterrene e il tipico fondo dorato.
GALLA PLACIDIA- in realtà sepolta a Roma – forse questo edificio era dedicato a San
Lorenzo; era collegato a Santa Croce (oggi scomparsa) e doveva far parte di un edificio
maggiore. Ha una croce latina con un esterno in laterizio. La decorazione interna è molto
sfarzosa con colori accesi e volte a botte (cupola con stelle). La resa ancora plastica e la
presenza di un’ambientazione, manifesta anche qui rapporti con l’arte romana antica.
Chi cambia fortemente l’aspetto della città è Teodorico. Nel 476 Odoacre, re degli Etoli,
depone Romolo Augustolo. Noi usiamo questa data come cesura tra mondo antico e
medioevo. Teodorico, re dei Goti ed alleato di Bisanzio, viene mandata da Zenone a liberare
il suolo italico dagli invasori. Teodorico diventa Patrizio d’Oriente, e adottato da Zenone,
bonifica l’area intorno a Ravenna. Il nuovo re è ariano e, circondato da uomini di cultura,
cerca di far convivere pacificamente Latini e Goti. Per quest’ultimi costruisce un quartiere
apposito nella Regio Caesaris.

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La completa espressione di questa fase è SAN VITALE- costruita tra il 522 e il 547 sul luogo Il lavoro viene svolto in gruppo, dove troviamo:
di cui un sacello (recinto sacro) del V sec. nel periodo goto del Vescovo Ecclesio; proseguita
con i Vescovi Ursicino e Vittore e conclusa sotto il vescovo Massimiano (546-556). Si rifà  Pictor Imaginarius: traccia su cartone il soggetto da rappresentare e i colori da
all’architettura bizantina e orientale, soprattutto alla Chiesa dei Santi Sergio e Bacco di utilizzare
Costantinopoli. Le ricche decorazioni interne sono prodotte da officine orientali. Anche il  Pictor Parietarius: trasferisce il disegno dal cartone sulla superficie
concetto di ‘’spazio da scoprire’’  Musivarius: dispone le tessere colorate sulla superficie.
è di matrice orientale. Invece la
struttura della cupola, con tubi Fino al I sec. il mosaico veniva impiegato nelle dimore patrizie; dal I sec. d.C. viene impiegato
interni fittili di alleggerimento, è anche nelle abitazioni comuni; gli Antonini nel II sec. d.C. li usano su edifici pubblici. Nelle
tipicamente italica. prime basiliche si preferisce la decorazione a mosaico dell’abside a quella pavimentale, che
I mosaici con Giustiniano e viene lasciata ai marmi. L’effetto che ne deriva, tra il colore delle tessere e la luce che queste
Teodora, presentano la rigida riflettono, è di immergere il fedele in un ambiente spirituale e contemplativo.
frontalità del rituale di corte.
Il mosaico è più duraturo e quindi preferito. Roma- Ravenna e Milano testimoniano
Sempre legata al nome del
l’evoluzione del mosaico.
Vescovo Massimiano, è la
CATTEDRA EBURNEA (d’avorio)
conservata al Museo
Arcivescovile. È un seggio
episcopale decorato e collocato
in un’abside come simbolo
dell’insegnamento di un
messaggero di Dio.
Ci rimangono buona parte delle
formelle: storie di Cristo prese
anche dai Vangeli Apocrifi,
santi, motivi vegetali ed episodi
della vita di Giuseppe.
Controversa è la datazione. Il monogramma sul fronte fa pensare ad un’associazione con
Massimiano e quindi al VI sec. Alcuni studiosi invece lo ritengono un dono del doge Pietro
Orseolo a Ottone III, quindi 1100.

ORIGINE DEL MOSAICO

L’uso della tecnica risale alla tradizione greco-romana. L’esempio della fase più antica è nel
mosaico di Pella del IV sec. a.C. Nel corso del tempo si passa dai ciottoli alle tessere che
possono variare dimensione ed essere di smalto, pasta vitrea, terracotta o madreperla. L’oro
e l’argento vengono stesi su una lastra di vetro trasparente. Le dimensioni e forme variano:
quelle usate per volti e mani sono molto piccole mentre quelle per le superfici più ampie
sono più grandi.

Il muro viene preparato con:

 Arriccio – preparazione del muro con calce, sabbia e acqua


 Vari strati di polvere di marmo, calce spenta e pozzolana

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MEDIOEVO Carlo Magno nel 774 pone fino al dominio longobardo sull’Italia del nord, sconfiggendo re
Desiderio. Spoleto e Benevento cadono invece nell’IX sec. con l’invasione normanna.
CAP. I – IL TEMPO DEI BARBARI Lo stile barbarico introduce uno stile nuovo. Tra le testimonianze: anelli-sigillo, lamine d’oro,
le croci gemmate (CROCE DI ADALOAIDO-COPERTURA DI EVANGELARIO, dono di Gregorio
Mahno a Teodolinda), numerose armi (presenti nei corredi funebri maschili; le impugnature
Il concetto di MEDIOEVO o delle spade presentano decorazione ageminata), gli scudi da parata e gli elmi. Il vasellame
ETA’ di MEZZO viene creato ceramico, con forme rozze e modeste, ha decorazioni graffite geometrizzanti.
dagli Umanisti del XV sec. Si
Di maggiore impegno sono invece le croci gemmate che riprendono il motivo del crocefisso
usa per definire quel periodo che va dalla caduta con l’aggiunta dell’immago Christi (un piccolo busto clipeo al centro della croce).
dell’Impero romano d’Occidente fino al 1492. E’ il
tempo delle cosiddette ‘’ivasioni barbariche’’. Le Le tecniche compositive per la realizzazione sono:
migrazioni e la presenza di stranieri nell’esercito,  Cloisonne: tecnica che prevede la decorazioni di metallo inserendo a freddo,in trafori
fa sì che i barbari si spingano sul territorio preparati,le pietre colorate
romanizzato. Tra IV e V secolo si formano i regno
 Chempleveu: tecnica che prevede una fitta rete di alveoli in cui le pietre,gli smalti e
romano – barbarici.
paste vitree fuse sono inserite a caldo.

 Ageminatura: tecnica che prevede l’inserimento di sottili strisce d’argento in solchi


Lo sconvolgimento culturale che ne deriva fa declinare alcune tecniche ricavati nel ferro con effetti di linearismo bicromo e astratto
artistiche, quali l’architettura, la scultura e la pittura a favore delle tecniche già
usate dalle popolazioni occupanti. Si sviluppa così la lavorazione del legno, del  Damaschinatura: tecnica che serve a dare flessibilità e resistenza alla torsione delle
spade.
metallo, della pelle e l’oreficeria. Si afferma uno stile detto ‘’policromo’’, tipico
delle popolazioni germaniche; si usano pietre come granati e almandini
incastonate in oro. Un altro stile è quello ‘’animalistico’’ che si divide in I e II: PAVIA- Capitale dal 625 al 774. Gli edifici dell’epoca sono scomparsi o pesantemente
geometrizzante e schematizzazione delle forme. rimaneggiati, ma dai pochi resti che abbiamo, notiamo una forte spinta anticlassica: CRIPTA
DI SANT’EUSEBIO -frutto delle conversioni longobarde al Cristianesimo. Abbiamo alcuni
capitelli di tipologia nuova, che ricorda le ‘’fibule ad alveolo’’ e le ‘’fibule a cicala’’, tipiche
dell’oreficeria. Un’apertura all’arte classica è invece nei plutei dell’ORATORIO DI SAN
I LONGOBARDI (‘’DALLE LUNGHE BARBE’’) MICHELE, ricchi di immagini simbolo.
IN ITALIA Nel passaggio di potere tra Longobardi (che non si sono mai ambientati) e Carlo Magno
nelle terre del Nord, non c’è un taglio netto, ma un senso di continuità che possiamo trovare
Con re Alboino entrano in Italia dal Fruili nel nella CHIESA DEL MONASTERO DI SAN SALVATORE A BRESCIA fondato da Desiderio ma
568. Conquistano rapidamente la penisola poi rinnovato nel IX sec.
tranne Ravenna, l’Esrcato, Napoli, Amalfi e
l’estremo sud. Il regno è denominato
SITUAZIONE AL SUD ITALIA- qui i Normanni cacciano i Longobardi nell’XIsec. La storia
Longobarda Maior, al nord, più compatto, e
della Longobardia Minor si intreccia con i poteri monastici: MONTE SANT’ANGELO SUL
Longobarda Minor, al sud, con ducati più
GARGANO- principale luogo di devozione al sud fondato nel VI sec. e dedicato all’Arcangelo
autonomi. I longobardi sono una popolazione
Michele, venerato dai Longobardi; ABBAZIA DI MONTE CASSINO- benedettina e fondata nel
nomade attestata alle foci dell’Elba con il nome di Wannili. La loro produzione artistica, come
529; SAN VINCENZO AL VOLTURNO – della fine del VII sec, Qui troviamo un esempio della
per tutti i nomadi, è basata sull’oreficeria. Capitale diventa Pavia e il dominio longobardo
‘’SCUOLA DI BENEVENTO’’: ricorre a schemi compositivi orientali, aggiunge colori luminosi
viene sancito dall’Editto di Rotari (643), e la legge longobarda si sostituisce al diritto
e vibranti. Altri esempi di questa pittura sono a SAN BIAGIO a Castellamare di Stabia; SAN
romano. Gli invasori, con a capo Agilulfo (sovrano nel 592) e Teodolinda, non riescono ad
RUFO E CARPONIO a Capua; GROTTA DI SAN MICHELE a Olevano sul Tusciano. Il più
integrarsi con il popolo assoggettato e si riuniscono in clan familiari (farae – da qui i paese
importante ciclo di affreschi si trova nella CHIESA DI SANTA SOFIA a Benevento- fondata da
che iniziano con Fara).

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Arechi II (760), è a pianta centrale con struttura stellare, con qualche riferimento bizantino Il panorama artistico del VII e VIII sec. ha delle caratteristiche non omogenee, quasi
per l’articolazione dei volumi. contradditorie. Si formano circoli di artisti greci e orientali a Roma che fondono motivi
Il modello su cui si basa è la Chiesa di SANTA MARIA IN PERTICA a Pavia (677) a pianta dell’arte classica con modelli iconografici palestinesi. La bizantina immobilità simbolica delle
ottagonale con uno slanciato corpo centrale. figure si può riscontrare nel mosaico dell’abside della CHIESA DI SANT’AGNESE FUORI LE
MURA. Il ciclo di affreschi di San Giovanni Crisogono o di San Lorenzo fuori le mura è invece
tipicamente romano. L’incoronazione di Carlo Magno da parte di Papa Leone III il 25
dicembre dell’800, segna la fine simbolica dell’influsso bizantino e un ritorno alla tradizione
paleocristiana e tardo antica. Nell’VIII sec. si afferma il modello ad ‘’aula rettangolare
triabsidata’’ (S. Maria in Domnica e S. Maria in Cosmedin). Nell’IX sec. si torna allo schema
spaziale delle basiliche paleocristiane (soprattutto come la Basilica Vaticana): ne è un
esempio la CHEISA DI SANTA PRASSEDE in cui ricompare il transetto. Sotto il pontificato di
Pasquale I (817-824), dopo un secolo torna in auge il mosaico: in SANTA PRASSEDE; SANTA
MARIA IN DOMNICA; SANTA CECILIA IN TRASTEVERE; SACELLO DI SAN ZENONE.
Quindi nel IX sec. c’è una ripresa della tradizione romana, contaminata però da impulsi
orientali-bizantini e dell’arte del ducato lombardo di Benevento.
QUESTIONE DELLE IMMAGINI – ICONOCLASTIA

La questione dell’iconoclastia comincia nell’anno 726, quando a Costantinopoli l’imperatore


Leone III Isaurico, fa distruggere un’immagine molto venerate di Cristo sulla Chalke, ovvero la
parte principale che dava accesso all’area imperiale. Clero e popolo protestano, ma nel 730 un
PERTINENZA DEI MODELLI CLASSICI NELL’ARTE ROMANA (VI – IX SEC.) editto imperiale vieta la raffigurazione di divinità in sembianze umane e impone la distruzione di
quelle esistenti. La questione in Oriente sfocia in persecuzioni e distruzione di monasteri. Nel
La decadenza di Roma fa nascere il suo mito. Sotto il regno Goto (493-526) e sotto la spinta 768 il Patriarca Nicetas fa distruggere tutte le immagini nelle chiese di Costantinopoli e le fa
di re Teodorico, si cerca di far tornare la città al vecchio splendore. Sotto la guida di Papa sostituire da croci ed iscrizioni. Ciò provoca lo sdegno di Papa Gregorio II che lo accusa di aver
Felice IV (526-530) si comincia a cristianizzare la parte del Foro. Fino a quel momento le sostituito immagini sacre con favole. Nel 787 l’Imperatrice Irene convoca il concilio di Nicea per
Basiliche paleocristiane erano poste fuori le mura. Utilizzando parti di edifici preesistenti far condannare le dottrine degli iconoclasti. Leone V l’Armeno cerca di ristabilire l’iconoclastia
come la Biblioteca del Foro della Pace e il Vestibolo di Massenzio, viene fondata la CHIESA ma la questione viene chiusa nel 843 con l’abrogazione della condanna delle immagini e un
DEI SANTI COSMA E DAMIANO – la scena dell’abside rappresenta Cristo tra i due Santi con nuovo concilio dell’imperatrice Teodora.
sfondo apocalittico di nuvole rosse, e pome i personaggi, che hanno una propria ombra, in Cause dell’iconoclastia:
un rigido schema a triangolo. E’ lo stesso schema iconografico del mosaico absidale della
CHIESA DI SANTA PUDENZIANA di IV/V sec,  Timore che dall’adorazione delle immagini si potesse passare all’idolatria;
 Concetto greco-romano di immagine viva che potesse sollecitare i sensi del fedele anche
Con la conquista di Giustiniano del 522 ad opera dello stratega Narsete, i Bizantini si con la sua bellezza;
occupano subito del restauro dei ponti, acquedotti e strade. Vengono ridedicati luoghi di  Paura del senso edonistico dell’immagine;
culto pagani: il Pantheon, consacrato alla Madonna nel 609, e il Tempio della Fortuna Virile,  Inadeguatezza a rappresentare realtà metafisiche.
che nl 872/882 diventa la Chiesa di Santa Maria in Gradellis. Da un’aula del Palazzo
imperiale viene ricavata SANTA MARIA ANTIQUA che viene interrata da una frana nell’847 e In Occidente la Chiesa ha posizioni diverse:
riscoperta nel nostro secolo.
La sua importanza sta nell’abside, una parete palinsesto dove si possono distinguere 4  L’immagine serve a indottrinare la massa
interventi di decorazione:  Le immagini sono segni con cui condurre gli incolti
 Sono al pari delle parabole.
† Madonna con Bambino tra due angeli: fase più antica, dopo la conquista bizantina;
frontalità iconica imperiale.
† 565-578 : Annunciazione  quando diventa chiesa palatina Nei Libri Carolini nel 794 si fa distinzione tra:
† 650 : Salomone e i Maccabei  ci sono scritte in greco  l’idolo  sedurre le anime degli sventurati con vane superstizioni ed è riferita a sé
† 705-707 : immagine di San Gregorio Nazianzeno  fatto da artisti bizantini stessa;
 l’immagine  favorire il ricordo di fatti trascorsi ed è riferita a qualcosa.

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CAP.II – RENOVATIO DELL’IMPERO
La CHIESA DI SAN GIOVANNI A
Definita l’epoca dell’abbondanza e della gioia, la Renovatio MUSTAIR (IX): decorata con una
carolingia deve il suo successo all’aver fuso insieme le culture che concordanza tra Antico e Nuovo
fino a quel momento si erano alternate al potere o lo avevano Testamento. A testimonianza della
influenzato (modelli romani, anglosassoni, irlandesi, greco-ellenici, varietà culturale ci sono gli affreschi di
bizantini, longobardi). Tra VIII e IX sec. la dinastia cerca di unificare NATURNO: che hanno un linearismo
tutto il mondo occidentale cristiano. Per aumentare la sua autorevolezza si aggancia esagerato, tipico irlandese e
all’ideale di grandezza dell’Impero Romano, soprattutto quello del periodo costantiniano. Si anglosassone, e che ricorda quello
dell’Altare di Ratchis a Cividale.
allea con l’ordine benedettino, favorendo le grandi abbazie e conia monete esteticamente
La dinastia carolingia vuole
simili a quelle tardo-antiche; stabilisce la liturgia romana in sostituzione delle tradizioni emanciparsi dalle sue radici
locali. L’attività architettonica – in 46 anni di regno vengono costruiti 75 palazzi, 7 cattedrali germaniche e avvicinarsi al gusto
e 232 monasteri. Gli edifici presi a modello sono quelli della Roma costantiniana, per render cristiano e romano.
chiara la politica imperiale. Il PALAZZO IMPERIALE DI ACQUISGRANA si rifà alla residenza
papale presso San Giovanni. Ci rimane la CAPPELLA PALATINA: a pianta centrale, poligonale
e coperta da una cupola. L’ingresso è preceduto da un quadriportico come per le basiliche Dall’Abbazia di Corbie, luogo pregno di cultura umanistica, provengono il SALTERIO
costantiniane. Manoscritto 800, i VANGELI DI GODESCALCO 583, L’EVANGELARIO DI SAINT MEDARD IX
sec.
La PORTA TRIONFALE DI LORSCH 760-790: è
ricollegabile all’Arco di Costantino. Nonostante le Quello che viene definito ‘’archeologismo’’, si riscontra in questi manoscritti: presentano tutti
piccole dimensioni ha un carattere monumentale. Ha un’importanza bizantina e ravennate con un linearismo tipicamente antico. L’EVANGELARIO
nella parte inferiore una loggia a 3 fornici mentre in sembra riconducibile ad affreschi del I sec., ricordando le architetture pittoriche pompeiane
quella superiore c’è un’aula che serviva all’imperatore o i mosaici tardo-antichi.
come sala del trono e per le cerimonie della liturgia La committenza di Ludovico il Pio, figlio di Carlo Magno, ci lascia i VANGELI
imperiale. DELL’INCORONAZIONE e i VANGELI DI XANTEN. Imitano entrambi i modelli pittorici
ellenistici; le figure vengono rappresentate come filosofi, seduti su troni classicheggianti con
Le due facciate sono decorate da semicolonne accostate un grande paesaggio come sfondo.
ai pilastri degli archi. Un paramento di pietre rosse e Abbiamo il SALTERIO DI UTRECHT (820-830): narrazione figurata simili alla pittura
bianche compongono motivi geometrici che coprono le monumentale, visione a volo d’uccello. Le BIBBIE DI CARLO IL CALVO; il SACRAMENTO DI
murature. La sala interna è ugualmente affrescata con una decorazione che ricorda l’esterno DROGONE: figlio di Carlo Magno, dove ricompaiono le iniziali dorate con viti e foglie di
dell’edificio. acanto. L’autore sembra essersi ispirato alle pitture di Santa Costanza a Roma IV sec. Con
l’affievolirsi della committenza si torna a modelli più lineari e meno virtuosi.
Il WESTWERK è quella costruzione architettonica tipicamente medioevale e di epoca
carolingia, cioè un edificio a più piani aggiunto all’ingresso della chiesa. Si tratta di una
costruzione riscontrabile solamente al centro dell’impero, quasi del tutto estranea
all’architettura italiana e presente soltanto in poche chiese, una delle quali è a Roma, la SCULTURA E ORIFICERIA
chiesa dei Santi Quattro Coronati e un’altra è a Verona: la rettoria di San Lorenzo Martire. Venivano usati il bronzo, l’avorio e l’ora. Con le ricchezze accumulate, aumentano gli oggetti
L’Abbazia di Corvey ne ha un esempio integro. Poteva conservare anche le reliquie dei santi
preziosi legati al culto. In bronzo abbiamo la STATUETTA DI CARLO MAGNO ispirata al
e dei martiri.
monumento equestre di Teodorico ad Aquisgrana, I libri liturgici, venerati come reliquie. Il
PITTURA E MINIATURA- DITTICO DI SAN MARTINO ricorda l’evangelario di Godescalco; la COPERTA
DELL’EVANGELARIO DI LORSCH: ricalca dei prototipi come la Cattedra di Massimiano del IV
La pittura legata alla committenza imperiale è andata quasi tutta perduta. Ne abbiamo un sec. Uno stile classicheggiante con i temi virgiliani delle Egloghe è il FLABELLO DI TOURNUS
esempio nella CRIPTA DI S. GERMAIN D’AUXERRE (841/857): lo spazio della cripta è esaltato IX sec., ventaglio liturgico.
da un’intelaiatura in finti elementi architettonici, . L’attenzione del pittore si concentra sulla
dinamica violenta della scena mirando all’esatta definizione del movimento: lapidazione di Il capolavoro dell’arte carolingia pervenuto è l’ALTARE DI SANT’AMBROGIO a Milano, fatto
Santo Stefano: lo sfondo è indeterminato. Città e personaggi sono incongruenti per per il vescovo Angilberto II da Vuolvino. Dell’IX sec. è anche il CIBORIO DI ARNOLFO che
dimensioni. conserva quel grafismo nervoso e spezzato della Scuola di Reims.

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Chiesa di San Michele a Hildesheim – 1010-33
Il capolavoro dell’architettura ottoniana in Sassonia Registrum Gregorii: Imperatore Ottone II in trono – San Gregorio ispirato dalla colomba –
è tale chiesa abbaziale. 983
La pianta di San Michele è tracciata entro uno Le due miniature raffigurano Ottone II in trono circondato dalle
schema geometrico di tre quadrati uguali ognuno province dell’impero e San Gregorio ispirato dalla colomba mentre
dei quali è a sua volta tripartito. Il corpo centrale è detta allo scriba. Nella prima immagine troviamo centrale
a tre navate e termina ad Oriente in un transetto a l’imperatore e la sua centralità è quindi innalzata tramite forme
tre absidi. geometriche fra cui prevale un sistema di cerchi concentrici che
A Occidente abbiamo un transetto con profonda regolano il disporsi degli oggetti intorno all’imperatore. Nella
abside, si eleva su di una cripta circondata da seconda troviamo invece l’architettura che incornicia con assoluta
deambulatorio. I capitelli stessi sono quadrati con naturalezza i personaggi. Lo scriba è rappresentato diviso dal Santo ma partecipa
gli angoli inferiori smussati e sono tenuti dall’unione di forme all’episodio. In entrambe le scene la gamma cromatica è studiatissima con lumeggiature che
geometriche perfette e dovevano essere poi dorati e dipinti. La cripta conferiscono un forte risalto plastico ai personaggi.
è coperta a volte.
L’esterno si presenta come un cristallino incastro di solidi geometrici Vangeli di Ottone III: 1 Le Province dell’Impero / 2 Ottone III circondato dai grandi
definiti da murature lisce e compatte. dell’impero / 3 L’evangelista Luca / 4 Inizio del Vangelo secondo Luca – fine X secolo

I maestri di San Michele hanno usato sistemi


proporzionali geometrici e matematici nella
definizione dell’edificio. 1.Le province incedono reverenti e la prima che rende omaggio ad Ottone I, è
Per San Michele furono fuse forse, sul modello delle Roma la quale reca in mano un drappo in segno di rispetto. Le mani sono
porte tardoantiche, due enormi battenti bronzei con riquadri narrativi rappresentate coperte e reca nell’altra mano un bacile d’oro e di gemme.
raffiguranti scene dell’Antico e Nuovo testamento. La porta raffronta sui
due battenti la storia della caduta a sinistra con quella della salvazione a
destra. Maestri diversi, guidati da un’unica mente, svolsero tale porta 2.La rappresentazione dell’imperatore deriva dal modello del Registrum Gregorii
prendendo schemi figurativi delle Bibbie carolingie di Tours e dal Salterio ma il linguaggio figurativo è diverso. La scena si divide in due momenti narrativi
Utrecht ma trasformandoli radicalmente. Sulla superficie della porta da leggere in sequenza.
affiorano elementi architettonici e paesistici a bassissimo rilievo mentre le figure al contrario L’architettura classica diviene una tettoia sorretta da due sole colonne da cui
sono ad alto rilievo ed emergono dal piano fino ad avere busto e testa a tutto tondo spuntano capitelli corinzi e tra gli acanti si vedono teste umane.
proiettando anche ombre.
3.L’evangelista è rappresentato dentro una mandorla di luce con ai lati due cerbiatti simboli
dei credenti che si abbeverano al suo verbo mentre egli regge una rappresentazione
Cicli di affreschi e codici miniati Gli affreschi del pittore Giovanni eseguiti per Ottone III della dell’epifania divina dove all’interno troviamo la figura di Dio nella gloria dei suoi angeli e
Cappella Palatina di Aquisgrana sono andati perduti nell’800 ma ne rimangono copie in profeti insieme all’immagine apocalittica del tetramorfo.
acquarello. Molto significativo è che il re chiamasse un artista italiano a decorare la mitologia L’evangelista si staglia contro l’oro abbagliante del fondo.
imperiale. Abbiamo un forte legame con l’arte longobarda.
Nel X secolo si pone il maggior momento di fioritura della scuola minatoria. 4.L’iniziale,impaginata con classica chiarezza, è invasa da un rigoglio ornamentale con
Gli artisti di questo periodo, X e prima metà dell’XI, sono chiamati a restaurare vecchi codici, elementi zoomorfi derivanti di stoffe orientali.
a rinnovare le decorazioni o arricchirli. Proprio questo è quello che richiede un dotto
committente, ovvero l’arcivescovo di Treviri Egberto a un maestro italiano
commissionandogli due miniature a piena pagina per un codice contenente una raccolta di
epistole di Gregorio Magno: Registrum Gregorii

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Battistero di San Vincenzo a Galliano - 1007

Commissionato da Ariberto di Intimiano, si tratta di un


battistero a pianta quadrilopa con pilastri liberi e
gallerie. Lo spazio è monumentale e chiuso da potenti
masse murarie che ricordano quelle del westwerk
ottoniano. L’abside fu affrescata tra il 1007 e il 1018.
Al centro è rappresentato Cristo in mandorla con
l’arcangelo Gabriele e Geremia a sinistra e l’arcangelo
Gabriele a destra che intercedono per i fedeli.
Nell’emiciclo vi sono tre episodi della vita di S.
Vincenzo, nonché San Adeotato e lo stesso Ariberto che
offre al salvatore il modellino della chiesa. Abbiamo lo
stesso senso spaziale che troviamo a Mustair e troviamo
elementi di origine bizantina nella veste degli angeli. Il
senso plastico è del tutto occidentale, mentre le
lumeggiature e ombre ricordano certi prodotti
ottoniani.

CAP.III – L’EUROPA ROMANICA


L’XI sec. è un secolo dinamico:
 Evolve l’agricoltura
 Si sviluppano i centri urbani
 Tecniche militari

All’inizio del secolo si nota il divario tra le


regioni dell’Europa e l’Islam o tra i territori
bizantini. Una presa di coscienza collettiva e
identità nazionale porta alla reconquista di
parte della penisola iberica e all’inizio delle
crociate per la liberazione della Terra Santa. Con
la crescita dell’agricoltura e l’incremento
demografico cambiano i rapporti tra campagna
e centri urbani; soprattutto in zone più evolute
come la pianura padana, la Toscana e i Paesi
Bassi nasce la Borghesia  borgo tra
l’aristocrazia/ecclesiastici e popolo.
I mutamenti economici riguardano tutte le classi sociali, ma che ne beneficia di più è la novità
che riversa le sue risorse nella costruzione di edifici non solo sacri. Evolvono le tecniche di
costruzione. L’ideale monarchico delle genti non corrisponde con la realtà. Il potere è
frammentato. L’autorità imperiale è circoscritta alle terre germaniche. I Normanni in

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Inghilterra ( dal 1066) consolidano la propria indipendenza come quelli della Spagna LE REGIONI DEL ROMANICO EUROPEO
settentrionale. Minano la monarchia anche lo sviluppo del feudalesimo e le autonomie
cittadine (Italia). I signori locali ormai passano il potere di padre in figlio e non rispondono In Italia il monumento per eccellenza è la cattedrale; in Francia ( Aquitania e Borgogna) le
più ad un potere centrale. In Borgogna, Provenza ed Italia la figura imperiale è ormai solo grandi abbazie.
nominale. Solo in Germania, con la dinastia salica si può parlare di sovrani. Il concordato di
Worms (1122) sancisce l’autonomia del papato dall’Impero. L’Abbazia di CLUNY (910) e i Germania e Paesi bassi –
monasteri ad essa collegati fungono da focolai pre-concordato: loro rispondevano continuità e sviluppo si colgono bene nella Cattedrale di Spira: fondata dall’imperatore
direttamente al Papa, non avevano nessun intermediario, né ecclesiastico né laico. Corrado II (1061). Ha dimensioni monumentali.
Presenta una articolazione della zona
presbiteriale con la navata centrale
IL ROMANICO scandita mediante semicolonne
addossate ai pilastri. Nel 1080 la chiesa
Il rinnovamento delle forme artistiche di XI e XII sec. riguarda soprattutto l’architettura e la viene ricostruita da parte di Enrico IV che
scultura monumentale, legata all’architettura (capitelli e portali). Meno la pittura murale e ne conserva il motivo degli archi cechi
l’oreficeria che erano già fiorite nelle epoche precedenti. Il termine romanico viene usato che scandiscono le pareti coprendo la
nella prima metà dell’800 da archeologi francesi, art roman, che avoca il contemporaneo navata centrale con volte a crociera.
sviluppo delle lingue romanze con radice il latino. La caratteristica principale, con le dovute Abbiamo una perfetta fusione tra le parti più antiche e quelle più
differenze da regione a regione, è la ripresa delle tecniche costruttive romane e la rinascita recenti dell’edificio.
della grande scultura.
Come elementi: Un altro esempio è la Chiesa di Santa Maria Laach del 1093.
La scultura monumentale e architettonica ha uno sviluppo limitato, mentre la lavorazione
† Riscoperta della logica strutturale preziosa del metallo è prospera in posti come la regione della Mosa, ad Aquisgrana, a
† Riscoperta della copertura a volte a crociera su pianta quadrata Colonia. Vengono ripresi modelli bizantini e ottoniani
† Annullamento dell’effetto di unità ambientale
† Gioco di elementi strutturali e di illuminazione
† Utilizzo di elementi di sostegno nelle pareti dell’edificio che sono concepite a più Normandia ed Inghilterra-
strati: questa concezione rimanda all’architettura tardo romana delle province. L’architettura normanna è legata alle vicende politiche di Guglielmo Il Conquistatore; Prima
† Sviluppo della zona presbiteriale per necessità liturgiche: con cupola con l’incrocio che i normanni conquistassero l’Inghilterra, Guglielmo e la moglie Matilde, costruirono a
delle navate con il transetto Caen la cattedrale che rappresenta la più grande realizzazione del romanico europeo:
SAINT ETIENNE.
† Si ampliano le cripte divenendo cappelle sotterranee
1066-1077
† Presbiterio sopraelevato rispetto alle navate
Fu costruita per il volere di Guglielmo e la moglie Matilde. In facciata le torri
† Si creano deambulatori absidali con cappella a raggiera incorniciano la parte centrale dell’edificio e si elevano sulla prima campata
† Imponenza monumentale delle navate laterali. Hanno un forte slancio verticale e all’interno la parete
† All’esterno abbiamo un gioco di sequenze spaziali e di volumi, animate da elementi riceve un’articolazione complessa e potente. L’originale soffitto ligneo fu
architettonici vari ma anche da sculture, capitelli, mensole ecc. sostituito da volte costolonate prima della metà del XII, anche il coro e
l’abside furono edificate all’inizio del XIII secolo.
Volte a crociera è un tipo di copertura architettonica formata da due volte a botte, che
alleggerisce la parete e la slancia in altezza.

In Inghilterra, gli edifici romanici, vedono uno slancio verticale, articolazione della parete
della navata con una ricerca di effetti decorativi spettacolari nelle facciate.

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Borgogna- forme appiattite. Al XII sec. appartengono invece i lavori per il portico della chiesa abbaziale:
nella lunetta c’è la Visione apocalittica di San Giovanni (Cristo in Maestà tra i simboli degli
Si diffonde il modello cluniacense. E’ modello per la basilica di Paray le Monial, che ne evangelisti); sugli stipiti San Pietro e Isaia e animali mostruosi. Le pareti laterali hanno storie
riprende la struttura della parete a 3 piani della navata centrale e le coperture con volte a d’infanzia di Gesù, la Parabola del ricco Epulone e La punizione di Avarizia e Lussuria. Alla
botte. Motivi più raffinati, ma sullo stesso stampo di Saint Lazare a Autun e nella porta della rigida frontalità del Cristo si contrappone la violenta animazione delle figure vicine, alla
città, l’antica Augustodonum. Nei primi decenni del XIII sec. si sviluppa in Borgogna anche rigida simmetria dello schema, l’asimmetria dei singoli elementi.
un altro tipo di costruzione, con pareti della navata centrale scandite in due soli piani, archi Nella regione della Dordogne abbiamo la Cattedrale di Cahors, al cui portale dell’Ascensione
a pieno centro e campate con volte a crociera e divise da grandi archi traversi. lavorano gli scultori del cantiere di Moissac. L’influsso di Moisacc si manifesta nel portale
Riguardo la scultura monumentale troviamo un forte arcaismo nei capitelli di Saint Benigne meridionale della Chiesa di Beaulieu con il Giudizio finale sul timpano e in Saint Marie di
a Digione e, precedente più diretto della scultura borgogniana, i capitelli dell’abbazia Souillac.
benedettina di Saint Benoit sulla Loira: scene floreali, apocalittiche e santi 1094.
I capitelli di Cluny mostrano una profonda conoscenza dei modelli antichi. Probabilmente i
capitelli illustrano una epistola di San Pier Damiani che elogia la vita dei monaci e, pure
Abbazia cluniacense di Moissac-
rientrando a pieno titolo nell’arte romanica, risentono (con le loro figure isolate in una 1110
mandorla e con le pieghe appiattite e sovrapposte), dell’arte ottoniana di oreficeria e avorio. Nel chiostro troviamo capitelli
Analoga tecnica di intaglio c’è nel timpano della chiesa di Charlieu con Cristo tra due angeli. scolpiti con figure di apostoli a
Da qui abbiamo un’evoluzione dei timpani, le figure diventano sempre più sciolte, anche se grandezza naturale, le immagini sono
rigidamente simmetriche, fino ad arrivare al ricco timpano del maestro Gislebertus della rappresentate di profilo con grande
chiesa di Saint Lazare ad Autun con il Giudizio finale. Sua anche la Eva e la fuga in Egitto e interesse naturalistico. Questi sono
i sogni dei Magi. A Vazelay in Saint Madeleine c’è l’evoluzione: Cristo tra gli Apostoli: modellati come sculture e chiara è la
l’immagine teofanica con linguaggio aulico del timpano, riprende, trasfigurandoli, elementi distinzione fra fusto e il blocco di imposta rettangolare. La superficie si
ottoniani e bizantini, dando un maggior risalto plastico e un tono narrativo più ricco nei appiattisce e si trasforma in una piramide tronca rovesciata. Abbiamo la
capitelli delle navate e del nartece. distinzione fra la superficie orizzontale inferiore che accoglie una
decorazione più complessa. Le figure dei capitelli sono incorniciate con la
distinzione tra fondo e figura che si attenua per far prevalere la simmetria. Il
Linguadoca e Dordogne – (regioni francesi)
portico della chiesa abbaziale con raffigurata la Visione apocalittica di San
Giovanni, - gli stipiti con le figure di San Pietro e Isaia, - le storie delle pareti
A Tolosa viene ricostruita la chiesa di pellegrinaggio di Saint Sernin (1080-XIII sec.). laterali sono fatti risalire al dodicesimo secolo.
L’importanza di Saint Sernin sta nell’impianto planimetrico, tipico dei santuari
sorti lungo il Cammino di Santiago de Compostela,
per l’imponenza della navata centrale e della zona
presbiteriale, e soprattutto dai suoi laboratori di Conques, Aquitania, l’Alvernia e Provenza –
scultura.
I capitelli di Lazzaro ed Epulone del 1090 Sainte Foy a Conques, richiama numerosi pellegrini ed è costruita nell’XI secolo con forte
presentano derivazione da modelli antichi e sviluppo della navata centrale con decorazione scultorea non ricca se non nel timpano del
appartengono alla prima fase. Alla seconda fase portale con il giudizio finale.
appartiene la Tavola dell’altare: costruita in marmo In Alvernia, lo sviluppo dell’arte romana è collegato con i pellegrinaggi: abbiamo lo sviluppo
dei Pirenei, ha Cristo tra la Vergine e gli Apostoli, San della zona del transetto e delle absidi con capitelli figurati.
Giovanni, uccelli e l’episodio leggendario dell’ascensione di In Provenza abbiamo una particolare ricchezza di monumenti sempre collegati con il
Alessandro Magno. Ispirato a precedenti usciti dalle officine di Narbonne del IX-XI sec., pellegrinaggio dove abbiamo riprese dello schema degli archi trionfali con ricche decorazioni
presenta forme più evolute e la più consapevole ripresa dei modelli antichi. scultoree e le sculture inserite dietro il colonnato.

La scritta in latino ci tramanda il nome dell’autore: Bernardus Gelduinus. Dalla sua bottega
escono anche 7 bassorilievi in marmo collocati nel deambulatorio con il Cristo in Maestà:
impianto totalmente romanico, con spunti dall’oreficeria ottoniana. Sua anche la porta di
Miegeville. Ha molte affinità con il Santuario di Compostela. Un altro alternativamente singoli
e gemini come le colonne, sono tutti modellati con sculture che hanno poca profondità e

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Spagna settentrionale - La penisola italiana-
Il passaggio all’arte romanica, in un paese in stretto contatto con la Francia e meta di L’Italia merita un discorso a parte. Non vede uno sviluppo omogeneo del romanico. Ci sono
pellegrinaggi per Santiago, si verifica nel cantiere di San Isidoro a Leon. Vicino c’è il differenze da regione a regione. Ciò può essere spiegato dalla differenza di situazioni
Pantheon del Ios Reyes fine XI sec., luogo di sepoltura reale con volta con Majestas politiche e dal fatto di essere divisa da Occidente europeo e Mediterraneo. Tra le
Domini, motivi apocalittici, scene dell’infanzia e della Passione di Gesù. L’edificio più stratificazioni di motivi bizantini, islamici e occidentali e la resistenza a favore di un’arte
importante è il santuario di Santiago de Compostela ricostruito dal 1075 sullo schema paleocristiana (Roma e Campania), i confini non sono sempre delineabili. Quelle che
tipico delle chiese di pellegrinaggio francese, con lunghe e alte navate. La Porta degli Orafi presentano più punti di contatto con l’Europa sono Sant’Ambrogio a Milano e il Duomo di
conserva gran parte delle sculture originali. Allo stesso ambito culturale appartengono le Modena. Sant’Ambrogio è fondata tra IX e X sex. Il sistema con volte a crociera costolanate
figure classicheggianti del portale della cattedrale di Jaca. Più complesso appare l’apparato e corrispondenti strutture portanti è uno dei più rigorosi del romanico europeo. La chiesa è
decorativo di Burgos, nel Monastero di Santo Domingo de Silos che, tra l’altro, fu uno dei illuminata dalle finestre della facciata e dalle aperture del tiburio. Ciò crea un forte
principali centri di diffusione della riforma cluniacense. chiaroscuro che dà maestosità alla chiesa e compensa il poco slancio verticale tipico della
Normandia e della Borgogna. La distruzione delle grandi chiese lombarde (Pavia, Novara,
Vercelli) la fa apparire molto isolata. Nella pianura padana abbiamo il Duomo di Modena.
Pantheon de los Reyes Fondato nel 1099 su un edificio preesistente, voluto da tutto il popolo e con l’appoggio
della feudataria del luogo Matilde di Canossa. Da rilievi scultorei sappiamo che l’architetto
E’ un luogo di sepoltura con la volta decorata dalla è Lanfranco e lo scultore Wiligelmo. Priva di transetto, a 3 navate chiuse da absidi nel
Maestas Domini – motivi apocalittici e scene dell’infanzia presbiterio sopraelevato. La navata centrale è divisa in 4 campate. Le finestre sono strette
e passione di Cristo e simboli dei mesi dentro ai e in alto. L’articolazione interna si riflette all’esterno. Rosone e aperture laterali sono del XII
medaglioni. Gli archi delle volte poggiano su dei capitelli sec. Compaiono qui per la prima volta i leoni stilofori. I rilievi rappresentano le Storie della
e questi sono molto essenziali. Genesi. Il maestro Wiligelmo rinnova i gesti, non usa forme stereotipate, c’è una continua
La datazione è controversa e la più convincente è quella ricerca del vero. Ne risulta una comprensione immediata. A Cremona, nell’abbazia di
che conduce indica come data l’XI secolo. Nomantola, troviamo le figure di Profeti del Maestro delle Metope.

Duomo di Modena- 1099 Fu fondato in sostituzione di un precedente edificio e un


documento del 1106 attesta la volontà di tutto il popolo
Santiago di Compostela- della città nel volere tale cattedrale. Nella sua costruzione
essa vide anche l’appoggio della contessa di Canossa.
E’ ricostruita sullo schema delle grandi chiese di pellegrinaggio
L’architetto fu Lanfranco e il suo nome appare
francesi e questa presenta lunghe e alte navate, ampio transetto a tre
nell’iscrizione di una lapide murata nell’abside. I lavori
navate. I capitelli del deambulatorio sono contrastanti con quelli di
Tolosa. ebbero inizio quasi contemporaneamente dall’abside alla
facciata.
Una seconda lapide ricorda il nome dello scultore
Wiligelmo che operò con Lanfranco.
Il duomo è privo di transetto, a tre navate con chiuse da
absidi nel presbiterio sopraelevato. La navata centrale
Catalogna- presenta una scansione in quattro campate ognuna delle
quali ne corrispondono due nelle laterali.
Qui abbiamo edifici di ridotte dimensioni con scarsa articolazione spaziale, con chiese a sala
con copertura a botte e triplice absidi con le pareti esterne scandite da lesene e teorie di Nelle pareti alte si aprono strette finestre mentre la navata
arcatelle cieche. Per quanto riguarda la decorazione scultorea, questa non ha grande mediana è spartita da archi che delimitano le campate e
importanza in quanto la pittorica diviene più di ampio rilievo e questa riprende i modelli poggiato su alti pilastri compositi a cui si alternano
bizantini che vengono interpretati con grande essenzialità. Diffusa è la pittura su tavola. colonne. La copertura originariamente era lignea.

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Come a Caen abbiamo la scansione spaziale in campate con maggiore slancio verticale e
con definizione anticheggiante in archi colonne e
capitelli.
All’esterno presenta un rivestimento in pietre
tagliate con regolarità e una teoria di arcate
ceche che modellano plasticamente la continuità.
Le sculture partecipano all’esterno monumentale
della facciata anche se il loro aspetto fu alterato
nel XII secolo. In origine quattro rilievi scolpiti da
Wiligelmo con le storie della genesi erano
probabilmente allineati ai lati del portale centrale.
Il portale presenta una leggera strombatura.
Sono decorate le fasce esterne degli stipiti, dell’archivolto e dell’architrave con motivi
naturali e figurine di vendemmiatori con la presenza anche di animali ed esseri mostruosi: il
motivo vegetale evoca l’intrico della selva che è abitata da belve e demoni mentre quello
della vendemmia evoca il paradiso.
Negli stipiti sono rappresentati i XII profeti entro piccole edicole. Altri rilievi sono murati
nella facciata e nel prostilo: abbiamo due figure di genietti alati appoggiati a fiaccole
rovesciati – Sansone che vince il leone e immagini di cervi e leoni e serpenti – e una figura
che scavalca un mostro marino.
I rilievi della facciata manifestano carattere unitario e si differenziano dalla cripta di
maestranza longobarda. La narrazione delle storie della genesi è scandita dalla sequenza di
arcatelle nella parte superiore. I toni sono di grande intensità e notiamo nei volti e nei gesti
grande espressività con le figure emergenti dal fondo. La ripresa di modelli antichi è
arricchita con una grande attenzione per i particolari. I corpi sono pieni di fisicità e trovano
una forte forza espressiva che risponde alle esigenze comunicative del popolo.

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CAP. IV – ARTE IN ITALIA TRA XI E XII SEC
Negli ultimi anni del XI e i primi del XII sec. in Italia abbiamo situazioni diverse per ogni Emilia –
regione.
La scultura di Como, con la sua volumetria, introduce un nuovo capitolo fortemente segnato
Lombardia- nel XII e inizi XIII dall’attività di Wiligelmo, Niccolò e Benedetto Antelami.
La pianura padana è quella più direttamente collegata al romanico europeo. Nel XII sec. la
basilica di Sant’Ambrogio a Milano si arricchisce del ‘’campanile dei canonici’’: cortina rossa in
Il duomo di Modena Nel cantiere di Modena, abbiamo un’intensa
laterizio (tipica della pianura) interrotta da inserti in pietra con sottilissime semicolonne. Il
attività di scultori in stretta correlazione con le strutture
modello ambrosiano viene ripreso in San Sigismondo a Rivolta d’Adda soprattutto nei capitelli, architettoniche. L’edificio è
e in San Michele a Pavia. La chiesa pavese ha una facciata con un fantasioso repertorio con eretto da Lanfranco a partire dal
temi naturalistici e allegorici, tipici dell’immaginario medievale con uno stile che fa pensare a 1099 e fu completata all’inizio
derivazione armene. San Michele presenta un grande sviluppo ascensionale della facciata del 200 e fu un punto di
accentuato dalle finestre in posizione centrale. A Como abbiamo Sant’Abbondio che riprende riferimento nel XII secolo.
modelli nordeuropei sia nell’uso della pietra (nel milanese si usa il laterizio) sia nell’uso delle Il duomo di Modena accoglie il
torri gemelle, tipico della Germania ottoniana. Sempre nel comasco troviamo due costruzioni contributo di numerosi artigiani che compivano iscrizioni su
particolari: San Fedele, con pianta tricora e San Maria del Tiglio a Gravedona, con un campanile pietra, aprendo il capitolo della scultura post wiligelmica.
sulla facciata. All’epoca di Wiligelmo appartengono i rilievi della porta dei
principi al lato sud dell’edificio dove troviamo rappresentate una teoria di santi negli stipiti e
la storia di San Gimignano, successiva invece è la decorazione della porta della pescheria. La
San Michele a Pavia- XII secolo Questa presenta una scultura riecheggia quella dell’area di Borgogna e Aquitania optando quindi per un repertorio
relazione con la basilica ambrosiana nelle decorazioni non immediatamente comprensibile al pubblico con anche episodi provenienti dalla leggenda
della facciata. Questa chiesa è decorata con temi di Re Artù nell’archivolto. Motivi naturalistici, animali e piante, li troviamo sui portali e sugli
naturalistici e allegorici tipici dell’immaginario stipiti.
medievale con scene anche grottesche o soggetti
 Il maestro delle metope autore di otto lastre collocate lungo i salienti dei muri che
provenienti dalla vita quotidiana. Oggetto di molte
traversano il tetto della cattedrale, questo rievoca memorie classiche mediante una forte
ricostruzioni e in facciata presenta uno sviluppo verso
l’alto che è accentuato dalla particolare ubicazione stilizzazione delle figure. Attivo nel cantiere del duomo nel primo quarto del XII, questo
decora le lastre con figure fantastiche in atteggiamenti inconsueti a cui deve giungere il
delle finestre che si trovano nella parte centrale. I
messaggio di evangelizzazione.
contrafforti tripartiscono la facciata e abbiamo un forte gioco chiaroscurale
alimentato dalla decorazione scultorea indipendente.  Anselmo da Campione attivo intorno al 1165, questo si occupa del grande rosone in
facciata che alleggerisce la severità del prospetto.

Un altro materiale usato nel romanico lombardo è la pietra e questo suo utilizzo è un elemento
di diversità rispetto al romanico milanese e pavese. La pietra viene impiegata sia in edifici
religiosi e non.
Il duomo di Parma La sua costruzione
interessa due secoli. L’edificio presenta
un impianto planimetrico complesso
Sant’Abbondio-secolo XI
che si risolve con un gioco di volumi
In questa chiesa troviamo elementi tipici nella zona absidale. Il transetto ha uno
dell’architettura romanica lombarda. È a cinque navate sviluppo grandioso. Si tratta di un
con copertura a travi lignee. L’edificio presenta due corpo longitudinale a tre navate con
torri gemelle richiamando le soluzioni diffuse in abside. All’esterno si presenta come un complesso spettacolare di
masse architettoniche cubiche e cilindriche innestate una sull’altra. Le pareti esterne sono
Germania di ascendenza ottoniana. A Como la scultura
scandite da loggette che ritmano ed animano la massa muraria con effetti chiaroscurali.
ha funzione strettamente decorativa e abbiamo un Alla prima campagna di lavori, tra il 1090 e il 1130 è riferita la decorazione scultorea.
gusto prettamente fantastico con particolare A Benedetto Antelami è attribuita la cattedrale.
predilezione per il mostruoso ed il grottesco come vediamo nei capitelli di questa chiesa.

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Il duomo di Piacenza Eretto in coincidenza della conquista
dell’autonomia comunale nel 1126, questa presenta analogie
nello schema iconografico e nel prospetto con il duomo di Parma.
Presenta caratteri lombardi.
Piemonte e Liguria-
In Piemonte e Valle d’Aosta, essendo terre di confine, sono aperte agli influssi del Romanico
francese e lombardo. Abbiamo la chiesa dei Santi Pietro e Orso (Aosta) e la Sacra di San Michele.
In Liguria, agli influssi lombardi dobbiamo aggiungere quelli pisani, provenzali e bizantini. La
 Niccolò Attivo nella prima metà del XII secolo, egli è legato ai rilievi del portale sud nella
cupola traforata, tipicamente bizantina, appare in San Fruttuoso e Santa Maria delle Vigne.
facciata del duomo che raffigurano episodi riguardanti Cristo. Notiamo qui una ripresa
del linguaggio di Wiligelmo che però si evolve. Quest’ultimo lavorerà anche in San Zeno,
Ferrara e Verona.
Toscana-

Il duomo di Ferrara Presenta oggi delle forme gotiche ma sono


rintracciabili elementi romanici come per esempio all’interno del portale
maggiore, dove viene rappresentato San Giorgio che atterra il drago.
L’attività di Niccolò si svolse attorno al 1135.

Al 1120 (quindi precedente) risale il lavoro di Niccolò alla SACRA DI SAN MICHELE dove viene Il campo dei Miracoli a Pisa : Si tratta di un gioiello dell’urbanistica medievale conservatosi
creato un portale con lo Zodiaco e le Costellazioni in uno stile che fonde il lombardo, il tosolano nella sua omogeneità stilistica ed è testimonianza della ricchezza raggiunta dalla città. I lavori
e bizantino. Niccolò opera anche a SAN ZENO a Verona con San Zeno che benedice le milizie del complesso iniziano nel 1064 con i lavori della cattedrale pisana.
cittadine con scene del Vecchio e Nuovo Testamento. Conosciamo i nomi degli artefici con Buscheto e Rainaldo che si occuparono della fisionomia
del duomo, Diotisalvi si occupò del battistero iniziato nel 1153 mentre Bonanno della torre
campanaria.
Un’epigrafe della facciata ci informa che il bottino ricavato da sei navi saracene nel porto di
Area veneta e dell’alto adriatico- Palermo fu utilizzato poiché la spedizione vide la vincita della flotta pisana. Un’altra funge da
La chiesa di San Zeno a Verona ricalca lo schema compositivo di Modena. Nel resto dell’area elogio funebre nei confronti di Buscheto. Il duomo presenta la facciata a fasce bianche e nere
e la sua struttura rivela una funzione di elementi classici paleocristiani, arabi e romanici.
veneta c’è una tendenza più bizantina. Ad esempio: la Chiesa dei SS. Maria e Donato a Murano
All’interno abbiamo una pianta longitudinale con un lungo transetto ed abbiamo la suddivisione
hanno un mix di tradizione lombarda e bizantina. Nella Basilica di San Marco, abbiamo influssi in cinque navate da file di colonne con capitelli, la cui decorazione è un misto tra corinzio e
orientali con schema a croce greca con cinque cupole che si rifanno a un modello composito. L’effetto di insieme costituisce un’assoluta novità che non viene alterata dagli
costantinopolitano con le pareti rivestite di mosaici. La presenza orientale si vede soprattutto interventi di Rainaldo intervenuto alla metà del XII secolo. Quest’ultimo prolunga le navate e
negli affreschi del Battistero della Concordia Sagittaria e nella Deposizione di Cristo nel Duomo reinventò il motivo longobardo delle loggette pensili disposte in quattro ordini che
di Aquileia XII sec. conferiscono estrema leggerezza alla superficie. Nell’ordine inferiore della facciata, Rainaldo
introduce una sequenza di arcate ceche che corrono su tutto il perimetro della cattedrale. Fino
Alto Adige- al 1595, il fronte era impreziosito da porte bronzee di Bonanno Pisano. Abbiamo l’esempio
Gli schemi bizantini qui vengono filtrati dalla cultura veneta e arricchiti di un vivo naturalismo della porta di San Ranieri nella quale egli rappresenta le storie della vita di Cristo e scene
ad esempio negli affreschi del XIII sec. di San Jacopo a Grissiano, dove le Dolomiti innevate teofaniche. Nella torre campanaria cilindrica abbiamo componenti classiche, renane e bizantine,
fanno da sfondo al Sacrificio di Isacco. L’area altoatesina è ricca di affreschi di autori anonimi: lombarde e provenzali. Il maestro Guglielmo è autore di un Pergamo che si trovava
originariamente nel duomo di Pisa ma oggi si trova invece a Cagliari. Su questo sono
nella Cripta della Chiesa di Montemaria a Burgusio abbiamo un Cristo in Maestà, in mandorla,
rappresentate scene della vita di Cristo, interrotte nei lati lunghi dai gruppi dei simboli degli
circondato da cherubini e Pietro e Paolo. Interessante è l’affresco di Termeno, nella Chiesa di evangelisti e di San Paolo tra i Santi Tito e Timoteo. I rilievi si staccato dal fondo e sono
San Jacopo: combattimento di figure mostruose che rivela notevole fantasia. Anche a Castel arabescati come nell’arte bizantina con effetti che rimandano alla scultura provenzale.
Appiano abbiamo schemi bizantini trasformati in vivo naturalismo. Guglielmo ebbe grande fortuna infatti vi si rifanno Filippo a Lucca.
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Lo schema a croce latina con imponente transetto lo ritroviamo più volte in altre chiese Umbria –
pisane.
L’architettura in Umbria interpreta con una certa originalità aspetti della tradizione classica e
Dal Duomo di Pisa prendono spunto la Cattedrale di San Paolo a Ripa D’Arno, sempre a Pisa di quella settentrionale. Cattedrale di San Rufino di Giovanni da Gubbio. Invece la pittura è
fine XII sec.; San Giovanni Fuorcivitas a Pistoia XII sec.; San Martino a Lucca, la più simile a ancora chiaramente bizantina es. San Pietro in Valle a Ferentillo.
quella pisana e opera del comasco Guidetto.
Sardegna-
Croci dipinte in Italia centrale –
IL romanico pisano trova sua fortuna in Corsica e Sardegna, molto vicine culturalmente,
Ci sono pervenute delle tavole sagomate con Cristo crocifisso che dovevano essere prive di
politicamente e commercialmente nell’orbita pisana. In Sardegna abbiamo anche motivi
intento narrativo e presentano figure di severa ieraticità che probabilmente erano collocate
lombardi: Santa Maria a Uta XII- XIII sec.; Chiesa della Santissima Trinità di Saccargia XII sec.
sull’iconostasi o sull’arco centrale (trionfale). Tavole a forma di croce dipinte a tempera o
direttamente sul legno o su fogli di pergamena dove sono rappresentati Cristo crocifisso con
San Giovanni Evangelista e la Vergine, alle volte affiancato anche dalle scene della passione.
Firenze – Battistero di Firenze XI
Abbiamo due tipologie di Cristo:
Il romanico fiorentino ha una maggiore espansione
rispetto al pisano. Ha una persistenza di suggestioni
dell’antichità e un armonioso e geometrico senso  Cristus Triumphas – abbiamo due croci, la Croce di
della scansione ritmica. Guglielmo del 1138 ( Duomo di Sarzana) e la Croce di
Alberto del 1187 (Duomo di Spoleto) le quali entrambe
rappresentano Cristo in Posizione eretta ancora vivo che
allude al suo simbolico trionfo sulla morte.

Battistero di San Giovanni (XI sec.)


Si tratta di un edificio innalzato su di un
precedente di origine paleocristiana o di
 Cristus Patients – questa tipologia va a sostituire il Triumphas alla
fabbricazione romanica. Consacrato da
fine del XII sec. ed è rappresentato Cristo morto sulla Croce. Gli artisti
Niccolò II nel 1059, si tratta di un edificio a
che lo rappresentano sono CIMABUE e GIUNTA PISANO.
pianta ottagonale culminante con una cupola
a otto spicchi. Il battistero presenta analogie
con gli edifici paleocristiani classici e
lombardi. All’esterno la facciata è decorata da marmi bianchi e
serpentina verde che compongono linee rette e curve che evidenziano i rilievi delle arcate ceche
e delle lesene.

Marche –
Chiesa di San Miniato al monte
La cultura bizantina è uno dei principali ingredienti del romanico marchigiano con apporti
Fu riedificata nel 1018 e la struttura richiama la tradizione paleocristiana romanica nei pilastri. settentrionali. La pianta di Santa Maria di Pontecorvo ad Ancona, è orientaleggiante così come
Abbiamo una scansione spaziale delle navate con l’elevazione del presbiterio. Abbiamo una la cattedrale di San Ciriaco e San Claudio al Chienti a Macerata.
sequenza di arcate che suddividono le navate.

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Basilica di San Nicola a Bari (1087-1197)
Roma e Lazio- È uno degli edifici più rappresentativi della città. Ha l’aspetto di una fortezza con una facciata
chiusa da due torri incompiute. La pianta è a T con un’ampia cripta estesa all’intero transetto.
L’influsso lombardo investe il Lazio misurandosi però la sempre fortunata tradizione antica. La facciata è di ispirazione lombarda e presenta un notevole slancio verticale ed innovativa
L’influsso romanico a Viterbo lo possiamo trovare nella rappresentazione della Madonna nel risulta l’inserzione del matroneo. All’esterno appare un massiccio incastro di volumi
portale di Santa Maria Maggiore a Tuscania: la Sedes Sapientiae (Madonna con in braccio il Motivi orientali hanno la Cattedrale di Ruvo e di Elia. Motivi ornamentali di ascendenza
bambino con ai piedi due leoni) è tipicamente romanica. Vediamo attribuiti a maestranze lombarda si trovano nel prospetto della Cattedrale di Ruvo che deriva dal Duomo di Trani. I
lombarde edifici della zona laziale. Il XII secolo a Roma è caratterizzato da una grande fioritura battenti del portale sono di Barisano da Trani. In Puglia abbiamo anche riferimenti francesi: la
economica grazie all’operato pontificio di Pasquale II, Onorio II e Innocenzo II che decidono di Chiesa di San Nicola e Cataldo a Lecce. L’interno con arche a sesto acuto e volta a botte
rilanciare l’immagine della città. Grandi sono le basiliche di San Clemente e Santa Maria in richiamo le forme della Borgogna. Elementi pisani li troviamo nella facciata della Cattedrale di
Trastevere che si caratterizzano per la loro ricchezza decorativa nei mosaici e nella pittura. San Troia. Il romanico pugliese accoglie anche il gusto romanzo riflesso in pavimenti musivi: quello
Clemente va ad edificarsi nel 1128 su di un edificio paleocristiano preesistente. Quest’ultimo della Cattedrale di Otranto che si dispiega lungo l’intera navata fatto da Pantaleone e
nell’abside presenta una maestosa croce ai cui lati notiamo girali d’acanto che alludono al commissionato dall’Arcivescovo Gionata: vi rappresentano l’immaginario medievale, citazioni
giardino paradisiaco insieme a questi vediamo figure di animali, oggetti simbolici e dei volti veterotestamentarie e romanzi cavallereschi, racconti ebraici e leggende arabe.
che esaltano il tema della redenzione.L’influsso costantinopolitano, lo notiamo in Santa Maria
Nova e in Santa Maria in Trastevere. Il XII secolo si caratterizza per la nascita di nuovi fenomeni
artistici protraendosi nell’ambito scultoreo e architettonico per tutto il XIII secolo. Abbiamo Sicilia e Basilicata –
anche la produzione di oggetti in ambito liturgico come per esempio altari o candelabri. Gli
artisti si tramandavano di padre in figlio il mestiere favorendo così la formazione di grandi Quest’ultime sono vicine ad influsso orientale e bizantino anche a causa delle varie vicissitudini
famiglie specializzate in tali campi. Per esempio: abbiamo a San Paolo fuori le mura per ora storiche, politiche e culturali come l’insediamento degli arabi e l’arrivo dei normanni. Gli
della famiglia Vassalletto un candelabro che riprende il modello della colonna coclide istoriata. elementi bizantini musulmani ed occidentali si fondono nell’architettura conservando però
l’aspetto arabeggiante. Malgrado i rapporti conflittuali con i bizantini, i normanni ne
Campania – riconoscono la supremazia culturale ricorrendo a maestranze provenienti da Costantinopoli per
la realizzazione degli edifici. Un esempio:
Le tradizioni classica e paleocristiana in Campania sono molto presenti. L’abate Desiderio
(1058-1087), si rivolge a maestranze bizantine riguardando però la decorazione delle basiliche Cappella palatina di Palermo- XII secolo
romane. L’architettura campana accoglie motivi arabo siciliani e moreschi dove vediamo anche Presenta una pianta a tre navate che si apre su un santuario triabsidato. La struttura si ispira
l’accostamento di schemi basilicali classici con influssi arabo-siculi sono le finestre a ferro di agli edifici sacri del mondo greco-orientale. I mosaici si trovano a convivere con lo stile islamico.
cavallo nei transetti o negli archi intrecciati del Duomo di Caserta Vecchia (XII sec.) o i motivi La cappella è un connubio fra l’impianto bizantino nel presbiterio e nello schema basilicale
geometrici arabeggianti dell’ambrone del duomo di Ravello. nella navata.

Abruzzo – Il duomo di Cefalù


Del 1131 finito nel 1170 presenta suggestioni nordiche, in particolare
Influssi antichi, arabi e bizantini: troviamo intrecci geometrici di gusto arabo con figure a tutto di Cluny, presenta una facciata chiusa da due torri. Abbiamo una
tondo. Marmorari come il Maestro Nicodemo, autore dell’ambone di Santa Maria del Lago a decorazione sulle pareti dell’abside centrale dove è rappresentata a
Moscufo. mezzo busto il Cristo pantocratore il quale è rappresentato nei tratti,
più severo.
Puglie –

Venezia e la Basilica di San Marco tra Oriente


e Occidente

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Durante la quarta crociata 1202, i veneziani non saccheggiarono Fondata da San Benedetto nel 529 e ricostruita nell’XI secolo, al tempo di Desiderio.
Costantinopoli come i loro predecessori. La cultura Montecassino è un centro culturale artistico in rapporto con il
figurativa della città è legata ai rapporti politici e Sacro romano impero e l’Impero d’oriente con il quale gli abati
mercantili con l’impero bizantino anche se Venezia avevano pure stretto alleanza per la sicurezza
non fu mai una provincia bizantina. La costruzione dei monasteri dalle invasioni saracene.
e decorazione della basilica di San Marco assume Desiderio da inizio ad un grande splendore
un valore emblematico. Il possedimento infatti delle dell’abbazia. Egli chiama a Montecassino
reliquie di San Marco sono un elemento sostanziale mosaicisti greci, architetti lombardi e
della mitografia veneziana poiché possederle significa: affermare la potenza amalfitani, procedendo con un vero
marittima di Venezia e la vittoria contro Aquileia la quale rivendicava la pretesa di conservare rinnovamento stilistico in quanto consapevole
le reliquie. La basilica di San Marco era legata al potere politico, infatti questa era retta dal dell’inaridimento della produzione artistica locale. La chiesa viene
doge stesso e da procuratori nominati a vita tra le figure più importanti della repubblica. La ricostruita sullo schema delle basiliche paleocristiane romane con le decorazioni raffigurante
chiesa è collegata al palazzo ducale e alla piazza e costituisce il cuore della città. Fu iniziata antico e nuovo testamento. Nulla ci rimane di Montecassino ma abbiamo riflessi nel ciclo di
intorno al 1063 sotto il Doge Domenico Contarini in sostituzione di un vecchio edificio. Il Sant’Angelo in Formis presso Capua dell’XI secolo dove Desiderio viene rappresentato
modello ripreso è l’apostoleion di Costantinopoli che ospitava sepolture imperiali. La chiesa è nell’abside con il nimbo quadrato mentre mostra il modellino della chiesa a Cristo. Il nimbo ci
a croce greca con cinque cupole, navate separate dai colonnati con piloni che sostengono le fa intendere che la chiesa fu terminata prima della morte di Desiderio. Abbiamo rappresentato
cupole. Questa presenta un connubio tra elementi orientali e occidentali: scene dell’antico e nuovo testamento con il giudizio finale nella controfacciata con influenza
bizantina e costantinopolitana. Rappresentate scene della vita di Cristo in ordine cronologico.
 Orientali: cripta – altare maggiore non più collocato sotto la cupola centrale – La decorazione presenta caratteri didattici con immediata comprensione da parte dei fedeli
ampliamento della navata centrale nei bracci – simmetria – gerarchizzazione degli spazi delle scene. Nel giudizio universale cristo benedicente circondato dai simboli degli evangelisti,
 Orientali: gallerie con pavimento ligneo che coprivano le navate minori. la rappresentazione è monumentale e presenta influenze nordiche con possibili confronti con
l’evangelario di Ottone III.
Nel XII secolo i rapporti tra Bisanzio e Venezia si deteriorano fino a sfociare in una crociata,
con la conquista di Costantinopoli, la quale venne privata di ricchezze che vengono portate a
Venezia. Gli esterni vengono decorati con il bottino come per esempio le lastre marmoree,
basso rilievi, colonne. Dal punto di vista scultoreo il corredo si arricchisce, abbiamo capitelli
copiati dai prototipi bizantini e elementi decorativi all’interno. Importanti elementi aggiunti Parte II – IL GOTICO E L’ARTE ITALIANA TRA DUECENTO E TRECENTO
sono la famosa quadriga bronzea sopra la porta centrale, i quattro tetrarchi e il rilievo
raffigurante Ercole. Nelle colonne istoriate abbiamo modelli iconografici paleocristiani con un CAP. I - Origine del Gotico in Francia e i primi riflessi in Italia
linguaggio semplificato. I mosaici più antichi pervenuti sono quelli dell’abside maggiore con il
pantocratore e figure di santi apostoli. La campagna decorativa assume un nuovo slancio nel
XII e XIII secolo. Il termine gotico nel XVI secolo definisce un tipo di architettura tipica del Nord lontana dai
La decorazione è ricca a cominciare dalle porte bronzee che sono decorate e ageminate. I modelli classici nella quale le strutture portanti appaiono mascherate da decorazioni lezzose.
maestri veneziani tendono a subordinare le esigenze narrative. Una sorta di revival di stile in cui la cultura romantica riconosce il formarsi delle caratteristiche
L’oreficeria qui assume grande importanza come per esempio vi è la pala d’oro arricchita nel tipiche dei popoli e delle nazioni moderne.
200 e nel 300, di smalti ed è molto elegante e realizzata con la tecnica del cloisonné. Sono Il gotico è un fenomeno di portata europea e riguarda tutti i settori artistici con grandissimo
rappresentati soggetti canonici e la vita di San Marco con rappresentati l’imperatrice Irene e il sviluppo nelle arti minori: es. vetrate. L’arte gotica rappresenta le nascenti monarchie nazionali
doge Falier. La presenza della coppia imperiale ha fatto pensare che questa fosse un donativo dell’aristocrazia feudale della borghesia urbana in fase di crescita politica ed economica.
imperiale e che il ritratto fosse stato poi soggetto a rimaneggiamenti. Spicca l’icona La periodizzazione differisce da regione a regione ma è possibile datare intorno al 1380 in
dell’arcangelo Gabriele, realizzato tra il X e l’XI secolo incorniciato in argento e smalti e la sua una fase definita Gotico internazionale che in Italia avrà durata breve mentre a nord delle Alpi
figura appare ieratica e stratta. si prolunga nel tardogotico fino all’inizio XVI secolo.
In Italia la diffusione del nuovo stile coincide con un momento storico abbastanza carico:
l’imperatore – il papa – la fioritura dei comuni – nascita della letteratura volgare e lo sviluppo
Abbazia di Montecassino e Sant’Angelo in Formis delle signorie dominano la scena italiana rendendo l’affermazione del gotico una vera impresa.
In Italia i centri artistici innovativi sono nell’area Nord occidentale e sud Federiciano, la Toscana
e il centro Italia.

Il gotico in Francia L’architettura gotica ha origine in Francia, intorno a Parigi, poco prima della
metà del XII secolo. La cattedrale gotica francese è un edificio di dimensioni colossali slanciato
e luminoso costruito ricorrendo a spericolate soluzioni tecniche richiamando la costruzione
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teologica delle summae della filosofia scolastica ossia del pensiero che affida alla logica il Seconda fase del Gotico : Gotico Radiante
compito di organizzare i fenomeni in un sistema concettuale complesso e ordinato
gerarchicamente.
Il gotico e la filosofia scolastica si sviluppano di pari passo in Francia nella stessa area
geografica.
La cattedrale diviene così metafora del mondo: ancora alla terra tende con semplificazioni e Saint-Chapel del Palazzo di Giustizia di Parigi
assottigliamento delle strutture a slanciarsi verso il cielo in cui tutte le parti dell’edificio Fatta erigire da San Luigi Re di Francia come santuario palatino e come contenitore di
concorrono a questo slancio verticale. Le navate si innalzano ad altezze altissime sorrette da reliquie di Bisanzio,ha le pareti completamente abolite e sostituite da vetrate istoriate
separate da sottili pilastri.
agili pilastri.
Possenti arcate collegano le navate laterale alla centrale attraversata da arconi che separano
ciascuna campata.
L’arco a sesto acuto è la forma caratteristica dell’architettura gotica. Esso ha un ruolo essenziale
nel ritmo verticale in quanto scarica verso il basso le tensioni laterali. Le campate possono
essere di forma quadrata o rettangolare. Sono coperte da volte a crociera. Gli archi rampanti Lo sviluppo della scultura gotica francese presenta almeno due fondamentali caratteristiche:
invece, che equilibrano le spinte centrifughe delle volte, si allineano lungo le fiancate della
 Al gusto enciclopedico delle summae di cui le cattedrali stesse appaiono un’espressione, si
cattedrale. collega alla tendenza ad allestire tramite la scultura degli schemi dottrinali complessi nei quali
La forma esterna della cattedrale prevede l’uso di tetti spioventi – torri – guglie – decorazioni le figure e le scene sacre si connettono a personificazioni del pensiero e della vita
e trafori. Le pareti sono costituite da vetrate istoriate e hanno la funzione di illuminare l’interno  Si assiste al trapasso della concezione romanica del rilievo come parte integrante
(funzione simbolica). dell’architettura per far posto alla nuova concezione basata su una maggiore autonomia delle
figure plastiche rispetto all’architettura. Si assiste quindi ad un’ interpretazione del corpo umano
come entità autonoma.
Prima fase del Gotico :
Confrontiamo due gruppi di statue cariatidi :

NOTRE DAME DE PARIS Il re e le regine di Israele – 1145 Si trovano nella facciata della cattedrale
XIII secolo A cinque di Chartres. Di allungata forma cilindrica le figure sono colonne sagomate
navate con transetto e di aspetto antropomorfo da cui sporgono solo le braccia e i piedi.
doppio deambulatorio di
cui la copertura è fatta
con volte a sezioni Annunciazione e Visitazione – 1225 Si trovano sul portale della cattedrale
triangolari, le elevazioni di Reims. Sono figure indipendenti addossate alle colonne retrostanti
delle pareti delle navate atteggiate con naturalezza e bilanciate da armoniosi contrapposti. I
centrale tramite una fila di panneggi rivelano le membra sottostanti e si ha
oculi circolari al di sopra delle finestre. All’esterno gli archi rampanti l’impressione di ammirate statue classiche.
dominano la struttura. Tra il 1150 e 1250 la scultura francese si approssima
a quella classica e si parla quindi di un classicismo
gotico riconoscibile verso il 1220-1250. Dopo il
Cattedrale di Chartres – tra il 1094/1230 La pianta è a tre navate con transetto – doppio 1250 la scultura francese si orienta verso definizioni più astratte.
deambulatorio e cappelle radiali. La facciata, dominata da altissime torri e portali ornati con
sculture. Le pareti della navata centrale presentano archi e vetrate di identica forma e misura
che eliminano la massa muraria. I cantieri italiani nella prima metà del XIII sec.
In Italia bisogna tenere conto di tradizioni storiche e situazioni sociali
diverse. Il gotico stenta ad affermarsi perché ostacolato dal romanico e
dalla tradizione classica, paleocristiana e bizantina, che non concepisce
l’annullamento delle masse murarie tipico del gotico. Quindi stenta ad
affermarsi, anche se fa propri motivi del proprio stile come volta a costoloni o il rosone in
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facciata (Veneto, Lombardia ed Emilia). Il gotico è intimamente legato alla cultura aristocratica fiancheggiate da archi a sesto acuto retti da pilastri circolari – le campate della navata
della rinascente monarchia francese, quindi non legava nell’ambiente dei Comuni italiani. La centrale a pianta rettangolare e ampiezza diseguale – le volte a crociera scaricano il loro
penetrazione del gotico in Italia è lenta, e dà luogo a moderate forme romanico-gotiche che peso a terra tramite le colonnette addossate alle pareti. Vi è un contrasto cromatico nei
rifiutano l’esasperato slancio verticale e l’abolizione dei muri che continuano a preferire gli muri. La decorazione è completata in facciata dalle lunette a rilievo con la Scena di
affreschi alle vetrate. crocifissione di Sant’Andrea e il Cardinale Guala Bicchieri che offre a Dio il modello della
Chiesa.
Il gotico viene usato in Italia per la prima volta nelle costruzioni cistercensi in cui viene usata
una versione moderata del gotico: come in Francia l’ordine
benedettino, costruisce edifici contenuti
nell’altezza e nelle finestrature e prive di
torri. Sorgono in Italia le prime abbazie
nel XII e XIII sec. al nord e al centro.
Emilia Romagna :
Battistero di Parma – 1196/1270 Viene affidata l’erezione del battistero a Benedetto Antelami
che ne concepisce un’opera originale. Il battistero è un edificio ottagonale sviluppato in altezza.
Al pian terreno tre facce appaiono svuotate dai profondi strombi dei
portali a tutto sesto ornati da rilievi. Al di sopra
si sviluppano quattro ordini di logge
architravate concluse dalla fascia degli archetti
ciechi. Una serie di caratteristiche gotiche
ottenute tramite forme romaniche e classiche.
L’ottagono internamente appare come una
Lazio : struttura con 16 facce con nicchie al piano
terreno. Ci sono due ordini logge e la cupola.
Complesso di Fossanova nel Lazio – iniziato nel 1187 consacrato nel 1206. La chiesa è a croce
latina con tre navate – transetto e coro per i monaci. All’esterno risaltano la robustezza della
costruzione intercalata dai contrafforti e l’alto tiburio ottagonale decorato da due piani di bifore
e rialzato nella torre campanaria. I muri sono solidi e spessi mentre le finestre sono alte e San Francesco a Bologna – 1250. I Francescani affidano la
strette alternandosi ai contrafforti. costruzione a Marco da Brescia. A 3 navate, ha strette
finestre che ricordano quelle degli edifici cistercensi.
La navata centrale è divisa in campate rettangolari da sette arconi Richiama esempi francesi, ma mantiene muri consistenti ed è
longitudinali a sesto acuto. L’uso degli archi costruita in mattoni, materiale tipicamente padano.
ogivali non da dinamismo e nemmeno
luminosità. Questo richiama i valori di
robustezza e plasticità romani. Veneto :
Toscana : Basilica di Sant’Antonio a Padova –iniziata nel 1233 Ha tra navate e viene costruita
Abbazia cistercense di San Galgano 1227 – Vicino Siena; finanziata come tomba del santo e combina motivi romani – gotici e bizantini.La facciata è a
capanna con galleria da cui si aprono nella zona inferiore ampie arcate a sesto acuto.
dall’imperatore Federico II, attesta l’evoluzione dei primi modelli cistercensi in una formulazione
Lungo le fiancate sporgenti contrafforti slanciano la figura verticale e nella parte
più leggera, con l’assottigliarsi dei pilastri e il moltiplicarsi delle finestre. terminale il deambulatorio.

Piemonte :
Sant’Andrea di Vercelli – Finanziata dal cardinale Guala Bicchieri, questo affida i lavori
ai monaci francesi San Vittorini di cui il primo abate ne è il progettista. Fondato nel
1219 viene consacrata nel 1224 e conclusa nel 1227. Nella chiesa si armonizzano
elementi gotici e romanici: romanici sono la facciata a capanna con i tre portali inquadrati Umbria :
da archi a tutto sesto e strombati con la doppia galleria – innesti dei contrafforti tubolari.
Abbiamo un’armoniosa intelaiatura geometrica. Gotico è l’interno a tre navate
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San Francesco ad Assisi - La basilica, fondata da Gregorio IX, nel Decorazione del Battistero di Parma – 1200. La scultura riveste gli stipiti. Le lunette e le pareti
1228 viene consacrata da Innocenzo IV nel 1253.Le due chiese di cieche esterne e l’interno realizzano un ampio poema dedicato alla vita dell’uomo.
Assisi sono a una sola navata con un transetto e un’abside Nelle tre lunette dei portali sono raffigurati: la leggenda di Barlaam; Adorazione dei Magi; il
sostenute all’esterno da lunghi contrafforti cilindrici ed in basso Giudizio universale.
da archi rampanti. Nella Chiesa inferiore la struttura è complicata Il ciclo dei Mesi e delle stagioni all’interno descrive la vita dell’uomo nei diversi periodi dell’anno
dall’aggiunta di un secondo transetto con funzioni di atrio e scandita dai lavori agricoli. Le figure si stagliano a tutto tondo sul fondo liscio fissate nelle
pose e nei gesti.
cappella. Essa funge da basamento per la costruzione
sovrapposta intuibile dalle ampie e schiacciate volte a crociera
impostate su archi a tutto sesto poggianti su pilastri massicci.
Nella chiesa superiore la navata è divisa in campate quadrate
coperte da volte ogivali e rette da pilastri addossati alle pareti.
L’Età di Federico II in Italia Meridionale
Gli archi a sesto acuto sono ortogonali agli arconi che scavano la fascia superiore delle pareti Mecenate con i suoi predecessori normanni, Federico II attiva un
inquadrando le finestre mentre la fascia inferiore presenta una ricca decorazione ad affresco. Il collegamento con il gotico francese e tedesco e il neoclassicismo
ritmo verticale degli archi è bilanciato dall’orizzontalità delle pareti. Lo slancio rettilineo della per creare un’idea di Impero non circoscritta al solo campo delle
navata è rallentato dalle cesure dei pilastri e archi, risulta essere un capolavoro del gotico arti. Favorisce l’introduzione dei cistercensi al sud e le sue
italiano. residenze acquisiscono un aspetto misto di architettura transalpina
e cultura meridionale. La sua passione per le forme geometriche si
riassume nella sua più famosa costruzione pare progettata da lui stesso:

Benedetto Antelami e la cultura figurativa in Italia settentrionale Castel del Monte ad Andria (Puglia) – residenza di caccia, iniziata nel
Architetto del Battistero di Parma, è il più importante scultore italiano tra il XII e XIII sec. Si 1240, a pianta ottagonale con 8 torri agli angoli. Qui si assiste ad
ispira al romanico padano fondato da Wiligelmo seguendolo e rinnovandolo. un precoce innesto di elementi strutturali gotici nell’architettura civile
( finestre monofore o bifore
inquadrate in archi a sesto
acuto o nelle ampie sale interne
rette da volte ogivali)

Porta di Capua – eretta nel 1234,


La Deposizione di Cristo – 1178. Nella Cattedrale di Parma, è una non più esistente. Era ornata da statue con fattezze tardo antiche o
lastra in breccia rosa di Verona. La superficie appare sculture con panneggio classico (che non nasconde le membra
geometricamente definita da un bordo floreale realizzato da niello e sottostanti).
rinforzato nell’area superiore dalla data e dalla firma dello stesso
Antelami. La Croce del Cristo divide il rilievo in due metà esatte
anche in modo simbolico: divisione tra credenti e non, cristiani
e ebrei e pagani. Le proporzioni delle figure sono assottigliate
rispetto a Wiligelmo; le capigliature-barbe e panneggi sono Busto di imperatore – pare che
definite con fitti solchi. A sinistra: la teoria delle Pie donne riproduca le fattezze fisiche di Federico
preceduta da Maria e dall’ecclesia (simbolo del sole). A destra: II, e si tratterebbe del primo ritratto
vi sono la luna e i soldati preceduti dal centurione e dalla individuale dell’arte postclassica, legato
sinagoga la cui testa è abbassata da un angelo ad indicare la al rinascente culto dell’imperatore.
cecità.

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L’esito più compiuto lo abbiamo nelle teste del Duomo di Troia di Bartolomeo da Foggia. Per
Federico II bisogna rappresentare le cose per come sono; durante il regno del figlio Manfredi,
si sviluppa in Puglia una scuola miniaturistica che illustra scientificamente la realtà naturale,
ispirato alla cultura araba e alla pittura francese; il miglior prodotto di questa scuola è il Codice:
Il De Arte Venandi Cum Avibus.
1258 Le immagini di cavalieri e falconieri si alternano alle
rappresentazioni dei diversi uccelli e del paesaggio. In basso,
sempre sul margine sinistro, un altro potente in trono, quasi
identico nell'aspetto e nella posa all'imperatore: è il figlio di
Federico, Manfredi, al quale l'opera è dedicata.
Il giovane re, in veste blu e manto rosso, con una corona simile
a quella paterna ma più piccola, riceve l'omaggio di due falconieri
abbigliati secondo la moda del tempo: elegante sopravveste
colorata, una cuffia per fermare l'acconciatura dei capelli e - il secondo - un berretto a tesa
rialzata. Gli uomini - con il braccio sinistro protetto da un robusto guanto di pelle - presentano
al re Manfredi due rapaci incappucciati.

Nell’affresco del Duomo di Atri (Teramo) : l’incontro dei 3 vivi e dei 3 morti 1240-1250. Si
tratta della più antica rappresentazione italiana di questo
soggetto orientale: 3 principi durante la caccia incontrano 3
scheletri che li ammoniscono sulla vanità delle cose umane. La
pittura non ha niente di bizantino, ma riprende la cultura
transalpina filtrata dai miniatori.

Gli affreschi di Roma e del Lazio del Duecento hanno una


valenza politica; è la risposta della Chiesa alle minacce
politiche e militari di Federico II.
Le storie di Costantino –1246 nella chiesa dei Santi
Quattro Coronati, vogliono legittimare il potere temporale
e spirituale della Chiesa e la sua supremazia sull’impero. Infatti, vengono rappresentate : la
Donazione delle Insegne Pontificie e la Sottomissione dell’Imperatore, dove Costantino si
sottomette a Papa Silvestro.
Prima scena: Costantino, come segno di gratitudine per la sua guarigione, dona al Papa la città
di Roma, il sinichio (l’ombrellino segno della dignità dell’imperatore) la tiara, simbolo di potere
ed un cavallo. Possiamo vedere il Papa che è regalmente seduto su un trono, mentre Costantino
è dipinto servilmente piegato e al servizio del Papa.
Seconda scena: Il Papa seduto a cavallo, come anche gli altri vescovi, viene scortato
dall’imperatore ed entra trionfalmente nella città di Roma.

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diversa altezza dove il più alto è l’arco trionfale che dà accesso alla navata centrale. L’edificio
viene ristrutturato e ingrandito nei decenni successivi da Giovanni Pisano che aggiunge una
campata alla navata centrale e costruisce la parte inferiore della facciata.
Pulpito del Duomo di Siena Anche qui abbiamo un podio poligonale appoggiato ad arcate
trilobate rette da colonne innalzate su leoni, ma l'impianto di Pisa è ora trasformato e reso più
continuo e animato. La pianta che prima era esagonale qui diventa ottagonale e 7 riquadri del
parapetto non sono separati da colonnine ma da figure scolpite. I temi dei rilievi principali sono
gli stessi ma il tono è più drammatico per l'inserimento della Strage degli Innocenti e per il
raddoppio dello spazio dedicato al Giudizio Universale, suddiviso su due formelle contigue
CAP. II – Arte in Italia centrale da Nicola Pisano a Giotto separate dal Cristo giudice. Le composizioni sono più affollate e scompaiono le figure più
classiche con un'accentuata espressività dei volti. Si parla di una accentuazione del goticismo
a scapito del classicismo. Dall'altra parte il Pulpito è destinato a Siena che è una città meno
NICOLA PISANO segnata rispetto a Pisa dall'eredità classica.
Nicola Pisano (1215/1220-1278/1284) è stato uno scultore e architetto italiano, tra i
principali maestri della scultura gotica a livello europeo, che contribuì in maniera determinante
alla formazione di un linguaggio figurativo italiano. Nacque molto probabilmente nel Meridione † 1260
Lunetta con la Deposizione nel portale sinistro del
DUOMO DI SAN MARTINO di Lucca. Nicola
approfondisce e sintetizza le due principali tendenze
dell’arte meridionale, la sensibilità naturalistica da un
lato e dall’altro il
e si stabilì a Pisa (forse per volontà di Federico II), dove prende il suo nome e dove nacque suo classicismo alimentato
figlio Giovanni, altro grande scultore del XIII sec. Tuttavia, rimane il dallo studio nelle
problema della formazione perché la sua cultura appare modellata sia numerose sculture antiche reperibili in Toscana. Questa
sugli esempi offerti dalla tradizione pisana, sia su quelli dell’ambiente stratificazione della lunetta la si può confrontare con la
del meridionale di Federico II. All’epoca la Toscana era interessata da Deposizione di Antelami a Parma. Notiamo le figure
molteplici influenze provenienti dal mondo all’interno della cornica semicircolare con assoluta
bizantino, dall’Emilia e dal Meridione d’Italia. In naturalezza sollevandosi dai lati verso il centro fino al
particolare, a metà Duecento, la situazione venne culmine del Cristo morto. Nicola contrappone un’immagine più vera e toccante, cioè
animata dall’apertura di due cantieri voluti proprio quella del Cristo abbandonato con le ginocchia che si piegano e la testa che si flette
dall’imperatore, il Castello di Prato e l’Abbazia di San Galgano, ai quali esanime.
parteciparono artisti già impegnati nei precedenti cantieri nel Sud-Italia.
Questi maestri avevano manifestato influenze gotiche nordeuropee, † 1260
interesse per i modelli classici e attenzioni alla resa naturalistica delle cose PULPITO DEL BATTISTERO DI PISA
e forse Nicola ‘’de Apulia’’ fu uno di questi artisti. datato nel 1260 ma iniziato verso il 1257 probabilmente per volontà dell'arcivescovo
Filippo Visconti. Nicola rifiuta la tradizionale forma quadrangolare per progettarne una
Le sue opere sono state così datate: esagonale, il cui parapetto è
ornato su 5 lati da rilievi cristologici quali la
† 1247-1269
DUOMO DI SIENA: sia nell’architettura sia nella decorazione scultorea, con la serie delle
teste-capitello e delle teste-mensola che si protrasse per molto tempo, con ampio
impiego della bottega. In questo arco di tempo il pergamo del duomo di Siena va
collocato tra il 1265-1268.
La cattedrale ha un impianto a croce latina, a 3 navate. Lo slancio verticale appare smorzato
dagli archi a tutto sesto che separano la navata centrale dalle laterali. L’orizzontalità
dell’impianto è sottolineata dalla bicromia bianca e verde ispirata alle cattedrali di Pisa. Sul
presbiterio si eleva una cupola poggiante su 6 pilastri disposti ad esagono unita da arconi di
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Natività, l'Adorazione dei Magi, la Presentazione al tempio, la Crocifissione, il Giudizio
Universale, il sesto lato è aperto per permettere
l'accesso al predicatore. Esso poggia su 6 colonne 3
delle quali sorrette da leoni. Al di sopra dei capitelli
ARNOLFO DI CAMBIO
delle colonne si trovano le statue delle 4 Virtù Cardinali,
di San Giovanni Battista, dell'Arcangelo Michele, dei A metà degli anni Ottanta
Profeti e degli Evangelisti. I leoni corrisponderebbero al realizzò il monumento
mondo terreno ovvero si definiscono la Domus Dei funebre del Cardinale De
inferior, le 7 colonne sono i simboli dei sacramenti cioè Braye, morto nel 1282,
la Domus Dei exterior cioè la chiesa. Vi è infine la nella chiesa di San
Domus Dei superior, cioè l'aldilà. Le Virtù sono scolpite Domenico ad Orvieto. Con
quasi a tutto tondo a imitazione delle statue antiche con un questo complesso scultoreo-architettonico, oggi trasformato, Arnolfo inaugurò una tipologia
dinamico ricadere dei panneggi e le capigliature mosse sepolcrale usata in seguito fino al rinascimento con il catafalco accostato alla parete e
come ben si vede nella Carità accompagnata da un puttino sormontato da un baldacchino scostato da due accoliti, coronato da una cuspide sostenuta da
o nella Fortezza concepita come un fiero Ercole classico. colonne tortili e decorata da pinnacoli, che conteneva i tre gruppi statuari minori, secondo un
Nei riquadri cristologici ritmo ascensionale che simboleggiava l’elevazione dell’anima verso il
notiamo nell'Adorazione dei paradiso.
Magi una ripresa dell'antico
poiché la Vergine seduta riprende da un'immagine di A Roma l’artista era stato a contatto con le grandi opere del passato romano,
Fedra scolpita su un sarcofago scolpito a Pisa. Eppure, il e aveva assorbito le lezioni dei maestri cosmateschi, di cui realizzerà i partiti
classicismo convive con l'inquietudine gotica che è decorativi a intarsi di marmi colorati e vetri dorati nei cibori della Basilica di
avvertibile nei panneggi ricadenti a spigoli o nelle barbe San Paolo e di Santa Cecilia in Trastevere. Del 1289 circa è il monumento
dei re e nelle criniere dei cavalli animate dalla lavorazione funebre del nipote del Cardinale Annibaldi, Riccardo (conservato presso San
col trapano. Uguale la Presentazione al tempio è sintesi di un dinamismo di descrizioni Giovanni in Laterano). In questo periodo lavorò a Roma per altre commissioni
fisionomiche e di solennità classica, confermata anche in questo caso dalla citazione di papali: monumento a Papa Bonifacio VIII, statua bronzea di San Pietro della
un gruppo antico, un Dioniso che si appoggia a un putto. La Crocifissione costituisce il Basilica di San Pietro. Arnolfo realizzò probabilmente la prima rappresentazione plastica del
culmine dei rilievi del Pulpito. In primo piano notiamo un'indagine umana e psicologica Presepe, scolpendo nel 1291 otto statuette che rappresentano i personaggi della Natività e i
delle reazioni provocate dal sacrificio di Cristo. Qui spiccano i Magi; le sculture superstiti del primo presepe della storia, inizialmente inserite nel monumento
nuovi elementi iconografici introdotti da Nicola come lo a Bonifacio VIII nella Cripta della Cappella Sistina, si trovano nella Basilica di Santa Maria
svenimento di Maria a sinistra che irrompe per la prima volta Maggiore.
nella rappresentazione del tema ma anche l'espressione dolorosa La presenza alla corte di Carlo I d’Angiò spiega in un certo senso l’allontanamento precoce di
di San Giovanni dove inedite sono le espressioni e le pose del Arnolfo dai modi improntati ad una sintesi tra classicità e gotico di Nicola Pisano e di suo figlio
dubbio. Giovanni: egli probabilmente venne avvicinato al gusto allora dominante la scuola francese,
Nicola vuole allacciare una comunicazione diretta tra spettatore caratterizzato da raffigurazioni più lineari, astratte ed aristocratiche, rispetto all’insuperato
e immagine. culmine di sintesi naturalistica e monumentalità raggiunta prima del 1250. Le sculture di
Arnolfo furono quindi caratterizzate da un maggior senso della linea (piuttosto che dal volume)
† 1275-1278 e da una rappresentazione irrequieta. La valutazione della sua opera scultorea nel complesso
FONTANA MAGGIORE DI PERUGIA, con il figlio GIOVANNI è molto difficile per la perdita o lo stato frammentario di alcune opere.

che è anche la più antica fontana pubblica italiana. Con la


collaborazione di Giovanni Pisano essa presenta una Monumento a Carlo D’Angiò dove il sovrano è rappresentato seduto sul trono ornato da
decorazione che contempla per la prima volta un programma con temi religiosi e protomi leonine, in una posa maestosa ma naturale. Questo esempio indica che questi primi
simbologie politiche. E' composta da due vasche poligonali sovrapposte, la prima a 12 ritratti nascono con intenti di celebrazione politica in quanto soltanto i grandi della terra
facce sospesa su colonne e ornata da statue a tutto tondo, la seconda a 25 facce possono ambire per il momento ad essere immortalati da un artista inseriti entro ampi contesti
decorate a rilievo. Le statue superiori rappresentano Perugia, Roma accanto alla Chiesa monumentali destinati alla pubblica visione.
e alla Teologia, a San Pietro e San Paolo. I rilievi della vasca inferiore comprendono i
mesi, le arti, scene bibliche e storiche ecc.

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Santa Maria del Fiore Il suo progetto è ricostruibile in base a disegni. La cattedra attuale
corrisponde in parte al progetto iniziale, poiché la morte di Arnolfo, poco dopo il 1302, blocca
Ciborio di San Paolo è un monumento di derivazione parigina, notiamo una
i lavori. Più tardi Giotto erigerà il campanile e Francesco Talenti dal 1355 la chiesa vera e
spinta ascensionale che dalle 4 colonne di sostegno, trapassa gli archi acuti
propria sulla base di una revisione del piano originario. Un disegno della facciata iniziata da
trilobati culminando nella torre al sommo della copertura. Il ciborio esprime una
Arnolfo mostra la nuova concezione dei 3 portali coronati da timpani e fiancheggiati da gallerie
concezione gotica dell'architettura. Queste caratteristiche scompaiono nel:
e nicchie animate da statue. Si conservano ancora alcune di queste statue. È interessante
confrontare la Madonna della Natività con gli Assetati di Perugia di venti anni prima per
constatare come la statua più tarda occupi lo spazio circostante, spia del nuovo interesse di
Arnolfo per la volumetria. Il piano originale di Santa Maria del Fiore ricorda vagamente il duomo
Ciborio di Santa Cecilia in cui notiamo di Siena di Nicola Pisano almeno per l'idea di base del corpo basilicale a tre navate che
l'allargarsi degli archi e il ribassarsi dei confluisce in una zona presbiteriale coperta da una grande cupola, ma Arnolfo concepisce la
timpani. La svolta è frutto delle sua chiesa come l'innesto di un percorso longitudinale.
meditazioni di Arnolfo sulla volumetria
delle antiche costruzioni romane. Non è
casuale che una delle statue angolari del ciborio
riprenda la posa del Marco Aurelio del Campidoglio.

Santa Maria Novella nel 1278 inizia la costruzione di questa chiesa per i Domenicani fiorentini
su progetto di due membri, fra Sisto e fra Ristoro. Dopo la basilica di Assisi è fino a quel
momento la più originale interpretazione italiana dell'architettura gotica. L'articolazione è in 3 GIOVANNI PISANO
navate, costruzione ampia per accogliere un gran numero di fedeli, le campate della navata
centrale sono ampie e larghe e rette da pilastri compositi. Le arcate sono molto alte e aperte
in modo che le navate laterali si fondono con quella maggiore determinando un ampio spazio
unitario. Le cornici sono bicrome, a cui è affidato il compito di esaltare le strutture portanti: le
troviamo sui costoloni, sulle ghiere degli archi, attorno alle finestre circolari e lungo la navata
centrale.

Durante gli anni in cui lavorò


Chiesa di Santa Croce a Firenze iniziata nel 1294/1295 e costruita fino al 1442. La pianta è a fianco del padre collaborò
simile a quella di Santa Maria Novella: croce latina a 3 navate, con transetto su cui si affacciano alla decorazione scultorea del
le cappelle orientate cinque per parte ai lati della cappella maggiore. La copertura è a capriate BATTISTERO DI PISA e al
e gli archi sono molto ampi. La grande navata centrale si fonde con le laterali determinando la PULPITO DI SIENA (1265-1269), anche se all’attribuzione delle diverse sculture che
sensazione di un unico vano. Le alte pareti che si trovano sopra gli archi, congiungendosi con compongono queste opere è controversa e complessa. Ebbe un ruolo sicuramente più attivo
il soffitto piano costituiscono un'enorme scatola che non permette la visione verso l'alto, ma nella FONTANA MAGGIORE (1275-1278) di Perugia. Successivamente entrò a capo di
una visione verso il fondo attraverso l'arco della cappella maggiore. La parte esterna di Santa progetti lasciati incompiuti dal padre: la decorazione esterna del Battistero di Pisa e il Duomo
Croce doveva caratterizzare secondo il piano di Arnolfo, anche all’esterno di : di Siena dove fu capomastro dal 1285 al 1296: qui allungò le navate di una campata, al
termine della quale impostò la facciata monumentale; condusse i lavori nella parte inferiore
della facciata per la quale realizzò un gran numero di statue di Profeti e Sapienti
dell’antichità. Negli anni successivi lavorò al pulpito della chiesa di Sant’Andrea a Pistoia
(1297-1301).

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Fu quindi a Pisa, dove assunse la carica di capomastro della cattedrale per la quale realizzò della Strage degli innocenti, la cui foga espressiva si traduce in un ondeggiare e ritrarsi
il pergamo, impegno che si protrasse dal 1302 al 1310 con interruzioni delle figure all'angolo superiore destro: una cascata obliqua generata dal braccio di
causate da dissensi con il direttore dell’opera del Duomo Borgogno di Tado. Erode, teso a ordinare il massacro. A stento si intuiscono le singole pose delle figure,
Più tardi, verso la conclusione della sua attività artistica, ricevette due ma risaltano, i volti piangenti delle donne coi bimbi in braccio minacciati dai soldati e in
importanti commissioni private: la MADONNA COL basso i patetici compianti sui cadaveri dei figlioletti assassinati.
BAMBINO DELLA CAPPELLA DEGLI SCROVEGNI DI
 Pulpito del Duomo di Pisa Il secondo pulpito di Giovanni. Nuova è la struttura circolare.
PADOVA (1305-06) e il MONUMENTO SEPOLCRALE
Le lastre del parapetto con le Storie di Cristo sono incurvate, gli
DI MARGHERITA DI LUSSEMBURGO (Margherita di archi di sostegno sono sostituiti da mensole a volute, il posto di
Brabante, moglie di Enrico VII morta nel 1311). alcune colonne è preso da figure-cariatide. Sempre meno
Questa è la sua ultima opera nota, conclusa il 25 ago architettonico il pulpito da dei messaggi teologici. Osserviamo ad
1312. esempio le quattro Virtù. Tra esse spicca la Temperanza nuda che
si copre con le mani il seno e l'inguine, ispirata a un celebre
modello classico. Ma le quattro figure non contengono soltanto
Opere: indicazioni etiche. Esse sono le parti del mondo, i quattro fiumi
del Paradiso, ma anche le età della vita umana poiché i volti
L’attività nella quale la sua opera brillò maggiormente fu quella di scultore. L’uscita di scena mostrano età diverse, scalate tra la giovinezza della Prudenza e
del padre coincise con la completa maturità dell’artista. L’antitesi che vede Nicola Pisano la vecchiaia della Giustizia.
scultore classico e Giovanni scultore gotico, è un’interpretazione che travisa la realtà: anche Sulla base di un medesimo impegno inventivo, nasce il
Nicola fu pienamente gotico e s’inserì nella corrente del tempo che era più orientata al recupero Monumento funebre a Margherita di Lussemburgo, un
della volumetria e dell’impostazione classica. In seguito, l’arte gotica italiana, influenzata da cenotafio a parete per accogliere le spoglie della consorte
quella francese, si orientò verso un maggior linearismo, una ricerca più artificiosa di effetti dell'imperatore Arrigo VII. Nel monumento genovese, in
drammatici e un’aristocratica elaborazione formale e queste tendenze si manifestarono con una gran parte perduto e smontato, Giovanni introduce per la
diversa impostazione dei rilievi, con capiscuola proprio Giovanni Pisano e Arnolfo di Cambio. prima volta in un cenotafio, le Virtù come sostegno del
In ogni caso Giovanni, seppe andare oltre questi modelli oltralpini, infondendo nelle sue opere sarcofago.
un forte senso: di volumetria; Più straordinario ancora è un altro frammento l'Elevatio
del movimento; animae, l'assunzione in cielo dell'anima dell'imperatrice sollevata da due angeli, dove
della resa espressiva. Giovanni da rappresentazione a un motivo nuovo e difficilissimo, la radiosa e assorta
Non prese spunto solo dai modelli francesi, ma seppe a sua volta rinnovare il repertorio bellezza suscitata nel volto della santa imperatrice dalla visione divina, rinforzata dallo
iconografico dell’epoca con le più innovative soluzioni plastiche ed espressive, figure dalle scatto diagonale del busto che ascende spinto, dal desiderio stesso di congiungersi con
movenze libere nello spazio e svincolate dall’architettura, come nei rilievi dei portali del Duomo l'Eterno.
di Siena. A differenza di Arnolfo, l’interesse tra scultura e architettura di Giovanni, propende
tutto per il prima, ed è interessato fino ad un certo punto alla fusione delle due componenti. Pittura in Toscana nella seconda metà del Duecento

Esistono fasi storiche in cui le diverse tecniche avanzano insieme, questo però non è il caso
 Pulpito della Chiesa di Sant’Andrea a Pistoia Qui Giovanni riprende e modifica i prototipi della Toscana del Duecento e più in generale dell’Italia, dove si registra una frattura tra lo stile
paterni di Pisa e Siena. Il pulpito è esagonale come quello dell’architettura e della scultura da una parte e quello della pittura dall’altra. Mentre il
pisano, ma i rilievi del parapetto sono separati da grandi figure rinnovamento della scultura è ulteriormente accelerato dall’immissione dei modelli gotici, con
come a Siena. È più slanciato in verticale, tramite il rialzo degli l’attività di Nicola Pisano, lo stacco tra la scultura gotica e classicheggiante e la pittura rimasta
archi trilobati. Le modificazioni più appariscenti sono però di bizantina, tocca il culmine. I pittori sembrano disarmati di fronte alla capacità narrativa di Nicola,
ordine figurativo. Le figure di alla verosimiglianza, alla vivacità, alla drammaticità delle sue figure e dei suoi rilievi attorno al
Giovanni sembrano nascere di 1260.
getto. Da notare una delle In questo momento la scultura è l’arte guida, in quanto la pittura si sta trasformando con
Sibille poste al di sopra dei lentezza e senza mai negare la sua impronta bizantina. Eppure, nel giro di poco tempo,
capitelli delle colonne reagisce rinunciando di colpa a stilemi secolari, i pittori rinnovano i loro modelli e i loro linguaggi sino
quasi con spavento, volgendo a giungere con GIOTTO a fondamentali innovazioni formali e narrative che rendono le loro storie
di scatto il volto turbato quanto mai coinvolgenti. Il successo della pittura è travolgente, offrendo anche la possibilità di
all'angelo che da dietro le decorazioni più economiche della scultura e di più rapida esecuzione.
spalle le suggerisce le rivelazioni profetiche. Nei rilievi del Nel Trecento si assiste a un ribaltamento del rapporto tra le due arti, la pittura diventerà l’Arte
parapetto Giovanni scava la pietra, determinando contrasti tra Guida, la sede delle sperimentazioni, mentre la scultura segnerà il passo entrando in una fase
ombre e luci. A figure minuziosamente caratterizzate accosta volti o corpi involutiva.
sommariamente sbozzati, di fortissimo valore espressivo. Mirabile fra tutti è la formella Il fenomeno più appariscente della pittura toscana dall’inizio del 200 è la grande diffusione
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delle TAVOLE DIPINTE, mentre l’affresco è raramente praticato. La fortuna di questa tecnica si Le modifiche portate dall'anonimo pittore, si comprendono meglio tenendo
ha grazie all’appoggio degli Ordini mendicanti, in particolare i Francescani. Divisi al loro interno, conto della migliore qualità dei modelli bizantini disponibili ai pisani. Ne è
dopo la morte di S. Francesco: preziosa testimonianza verso il 1230, la Croce, del Museo Nazionale di Pisa
 i Conventuali: appoggiati dal papato e dall’alta borghesia  desiderosi di ammirare . Opera di un maestro greco, è un documento artistico fondamentale non
nelle chiese fastose decorazioni, anche pittoriche; tanto per l'intelligenza formale, quanto per l'avanzare di una gamba rispetto
 Gli Spirituali: avversi a tutto ciò che contravviene all’idea di povertà. all'altra che aderisce al legno della croce, la sintetica drammaticità delle
storie della Passione illustrate sotto i bracci della croce, ma soprattutto
I Francescani a ciò trovano conveniente una soluzione di compromesso: le TAVOLE DIPINTE  perché sul suolo italiano per la prima volta viene adottato il modello del
sono un fastoso ornamento per gli altari e le navate, ma possono essere eventualmente rimosse Cristo patiens, del Dio fatto uomo che muore sulla croce chiudendo gli occhi e reclinando il
e si prestano ad essere trasportate per le vie della città nel corso delle processioni; i soggetti capo. A rinforzo dell'immagine c'è anche un fiotto di sangue che zampilla dalla ferita aperta del
rappresentati nelle tavole sono quelli cari ai Francescani quali : Il Crocifisso, la Madonna col costato.
Bambino, l’immagine di S. Francesco.
La nuova pittura italiana non nasce a Lucca, dove Berlinghiero Berlinghieri fonda un’importante L'innovazione iconografica è sicuramente favorita dai francescani, infatti di ciò se ne ha prova
bottega ereditata dai figli. La sua firma compare su una CROCE, un’opera legata ancora con la più tardi, nell'opera del maggior pittore pisano del tempo, Giunta Pisano. Esso è una personalità
cultura bizantina. decisiva nella storia della pittura del 200. Sottolinea la drammaticità del tema del Cristo morto
con i mezzi espressivi. Nelle quattro croci pervenuteci di Giunta, si vede il corpo del Cristo
inarcarsi nello spazio, in contrasto con la sagoma rettilinea del legno.
Il bacino del dolente, spostato in fuori. Le storie minori non sono più
rappresentate, anche per evitare che l'attenzione dello spettatore si
Il Cristo appare in posa statica, con le membra delineate graficamente tramite luminescenze e disperda su immagini accessorie. Alle estremità dei bracci della croce
sottili ombreggiature. E’ ancora sulla croce, che non muore, da notare gli occhi che sono aperti, ci sono Maria e san Giovanni a mezzo busto. La struttura corporale del
l’espressione è impassibili; bensì trionfa sulla morte. Cristo è potenziata e precisata da un chiaroscuro più sfumato. Le
proporzioni restano innaturalmente allungate, ma puntano ad
accentuare il pathos, accordandosi con la magrezza delle membra, con
l'affiorare delle ossa.

Egli propone una riforma al linguaggio greco e la sua pittura


Del figlio Bonaventura Berlinghieri, documentato tra il 1228 e il 1274, è invece il dossale costituisce la premessa necessaria della rivoluzione che altri attueranno.
d'altare con San Francesco e storie della sua vita, dove nella tavola sono fissati per la prima
volta in forma narrativa alcuni episodi salienti della sua vita. Notiamo sei vivaci scenette
allineate verticalmente ai lati della rigida, allungata effige. Il protagonista a piena figura,
immoto, è fiancheggiato dalle storie a più personaggi e arricchite da cenni ambientali. Bisogna
dire che in questo periodo, i santi effigiati, sono sempre accompagnati da attributi fissi allusivi L'altro soggetto tipico della pittura toscana e cioè la Madonna col Bambino,
alla loro vita e all'eventuale martirio. A S. Francesco competono il saio francescano, le se ne segue l'evoluzione a partire dalla Madonna di Montelungo, firmata dal
miracolose stigmate, il libro che lo qualifica come quinto caposcuola aretino Margarito o Margaritone D'Arezzo, un artista del quale non
evangelista. si hanno notizie biografiche. La tavola riprende una tipologia cristiano-
orientale di origine egiziana: la madre e il bambino sono severamente frontali
Accanto a Lucca, Pisa è a sua volta sede nel primo 200 di una
e appiattiti e il figlio è rappresentato come un dio-infante benedicente con lo
scuola pittorica che però opta per un linguaggio meno stilizzato
scettro in mano.
e più drammatico. Si confronti il Dossale con san Francesco e
suoi miracoli. Qui la figura appare più viva e animata, le
Altra Madonna col Bambino molto diversa è dipinta nel 1261 da Coppo Di
proporzioni sono più massicce, una gamba si scosta dall'altra, le
Marcovaldo, il più importante pittore fiorentino prima di Cimabue. Il bambino
pieghe del saio, anziché cadere a piombo, sono mosse dagli
è ora volto verso la madre in atteggiamento intenerito. I panneggi del manto
spostamenti delle membra sottostanti. Anche gli angioletti al di
di Maria, sono segnate da sottili striature dorate e accennano all'espansione
sopra, si volgono di tre quarti rompendo la rigida frontalità delle
volumetrica del busto e delle gambe. Anche Coppo
figure della prima tavola.
come prima di lui giunta, forza gli schemi bizantini
come nella Madonna col Bambino di Santa Maria dei
Servi a Orvieto. Il bimbo molto irrobustito sembra
dibattersi scalciando e la madre è costretta a spostare
lateralmente il busto ma in modo innaturale,

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spezzando il corpo all'altezza del bacino. La stessa vitalità la ritroviamo nel grottesco riquadro optano ancora per la scelta rigorista escludendo l'uso delle immagini. Un altro concilio dei
dell'Inferno del Giudizio Universale eseguito a mosaico sulla volta del battistero di Firenze. francescani tenuto ad Assisi ribadisce l'indirizzo aniconico suscitando però una ferma reazione
Sembra logico pensare ad un modello di Coppo intervenuto in un ciclo molto ampio e da parte di papa Niccolò III. Secondo alcuni studiosi sarebbe stato proprio questo papa a dare
proseguito poi da più autori. Notiamo il terribile e gigantesco Satana cornuto da cui si il via agli affreschi di Assisi. I primi affreschi compaiono dunque nella basilica superiore nel
dipartono serpenti, rospi e lucertole che assalgono i dannati ignudi, sottoposti alle più sadiche 1288. Gli affreschi che narrano le Storie di Maria, l'Apocalisse, non sono più ben leggibili.
sevizie mai rappresentate prima in una visione infernale.
Nella Crocifissione del transetto sinistro, con le sue numerose figure fortemente gesticolanti
Cimabue (1272-1302), due secoli e mezzo la morte, il Vasari attribuisce ad esso un ruolo sotto un cielo affollato da angeli in pose di sgomento e di strazio, è ancora leggibile
storico fondamentale: si sarebbe discostato per primo dalla maniera greca un'immagine drammatica. Nello stesso periodo altre maestranze
degli altri pittori duecenteschi ritrovando il principio del buon disegno. 1301- eseguono affreschi nella navata della chiesa contestando gli arcaismi
1302, riguardano la fase conclusiva della sua vita quando di Cimabue. Artisti attivi sulle lunette attorno alle finestre
l'astro di Cimabue è ormai oscurato dall'ascesa di Giotto. contrappongono una pittura diversa, di tipo illusionistico, creando
finte strutture architettoniche innestate sulle cornici delle finestre vere
Ma è bene notare in che cosa consiste la grandezza di come per ampliarle. Il nuovo sistema figurativo ha un seguito
Cimabue e per questo mettiamo a confronto la più antica immediato.
delle sue opere, il Crocifisso di San Domenico ad Arezzo
databile entro il 1270 col più moderno Crocifisso del Questa idea è ripresa con Giotto giovane, giunto ad Assisi al seguito
Museo dell'Opera di Santa Croce a Firenze di una decina di anni più tardi. La di Cimabue ma ormai avviato autonomamente ad una lunga carriera.
tavola non propone novità assolute, ma dimostra che Cimabue si orienta in Osserviamo l'Esaù respinto da Isacco, qui è tutto nuovo, dalla plasticità dei corpi, il gioco delle
senso moderno ispirandosi al modello di Giunta Pisano. Infatti, a lui rimanda il modello ombre e delle luci, l'andamento fluente dei panneggi. Risalta soprattutto la scatola spaziale che
compositivo (con Maria e san Giovanni alle estremità dei bracci della croce), la scelta contiene la scena, la stanza dalle pareti scorciate, cui è stata asportata quella anteriore per
iconografica del Cristo patiens, le definizioni anatomiche. Nel Crocifisso di Santa Croce si permetterci di vedere ciò che avviene all'interno dove notiamo i baldacchini del letto su cui
notano però sostanziose innovazioni, stimolate dalle esigenze dei francescani cui l'opera è
giace Isacco. La scena è dunque costruita come una successione di piani in profondità.
destinata. Il Cristo è ancora più emaciato e inarcato. Le linee che segnavano i profili, le ossa, i
muscoli sono sostituite da ombre sfumate. Le ombre si scuriscono in relazione con la profondità Siamo qui probabilmente di fronte alla più antica opera a noi nota di Giotto (1267-1337),
degli incavi e degli scorci. Nei panneggi sono abolite le striature dorate e fluiscono l'allievo fiorentino di Cimabue, nato a Vespigniano. Secondo la leggenda Cimabue l'avrebbe
morbidamente modulati dal chiaroscuro. Nel perizoma di Cristo Cimabue riscopre perfino il incontrato in campagna, mentre ritraeva su una roccia la pecorella di un gregge con tanta abilità
motivo della trasparenza. C'è un inedito naturalismo. Esso stabilisce un nuovo canone pittorico da convincere seduta stante il maestro a invitare quel giovane nella sua bottega. Dopo
anche per la Madonna col Bambino . Non propone sguardi incrociati tra i personaggi, ne la
l'apprendistato con Cimabue, Giotto è stato anche a Roma e ha studiato i plastici e spaziali cicli
Vergine regge un piedino al bambino, i protagonisti affermano la loro divina maestà tramite le
pose semplificate, le figure sono molto umanizzate e i volumi corporei appaiono sbalzati dai musivi e pittorici del IV e del V secolo d.c.
panneggi fittamente piegati e sovrapposti. I sei angeli disposti a tre a tre ai lati del trono. Per Ancora a Giotto spettano le Storie di san Francesco sulle pareti della navata della basilica
ora in Cimabue non c'è un illusionismo spaziale. superiore di Assisi. Questa storia è suddivisa in 28 riquadri che si
L'altra Maestà , che è ora agli Uffizi, deve essere più tarda e ora lo dimostra la svolge per tutta la parete destra verso l'ingresso della chiesa, gira
coerenza alla costruzione spaziale: i massicci braccioli del grande trono ora
nella controfacciata e torna indietro lungo la parete opposta,
convergono in profondità, la base del sedile, dove sono inseriti i Profeti,
determinano una concavità, inclinando le teste verso diverse direzioni. descrivendo le vicende del santo titolare della basilica, dalla
giovinezza alla morte, alternando gli episodi storici ufficiali a quelli
delle leggende.
Con Giotto la vita quotidiana, esclusa da secoli
dalle arti figurative, rientra in una chiesa e
prende stabile possesso delle pareti più in vista. Consideriamo ora una
Pittori del Cantiere d’Assisi Ci troviamo in un momento capitale della storia della pittura in delle scene L'omaggio dell'uomo semplice :si svolge lungo una via che
Italia, quando si forma lo stile che il Vasari definisce latino per gli spettatori potevano riconoscere immediatamente come un sito reale
contrapporlo al greco dei Bizantini. La rivoluzione in atto si coglie di Assisi. Gli edifici formano un fondale dove il santo appare di profilo
innanzi tutto nella basilica di Assisi. La cronologia degli affreschi incedendo e un cittadino stende il mantello al suo passaggio, la scena è
della basilica superiore è tra le più controverse della storia dell'arte naturale e credibile. Anche i bambini sono assenti da secoli nell'arte
italiana e si intreccia con i dibattiti dei Francescani, la cui ala sacra, ritrovano posto nella pittura giottesca nelle scene di folla dove la
spirituale continua a rifiutare di arricchire le chiese dell'Ordine con loro presenza aggiunge un tocco di casualità quotidiana ad esempio ne
fastosi apparati decorativi. Nel Concilio di Narbona i Francescani La rinuncia ai beni, dove sono raffigurati non lontani dall'esplosione d'ira
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di Bernardone, il padre del santo alla vista della folle restituzione delle ricchezze da parte del Giotto a Padova Bisogna soffermarsi sul ciclo pittorico che
figlio. indica la portata straordinaria delle proposte giottesche e cioè
gli affreschi dell'Oratorio degli Scrovegni a Padova. Dopo Assisi,
Il rapporto tra le figure e lo sfondo non è mai casuale. La scena de La Giotto è il più richiesto pittore italiano, viaggia e lavora
conferma della regola mostra un meditato accordo tra architettura e moltissimo diffondendo il suo stile con l'aiuto di una vasta
personaggi. Nell'Elemosina del mantello , dove non c'è un fondale équipe di collaboratori. Nel 1303 è a Padova. L'oratorio
architettonico, Giotto sfrutta i profili obliqui dei colli per portare l'attenzione padovano è costituito da un'unica navata coperta da volte a
del riguardante dove essi si incrociano, dietro la testa nimbata di san botte, fondato da Enrico Scrovegni
Francesco. Mentre è evidente però che Giotto tratta il paesaggio in modo nel 1303 ed è consacrato, completo degli affreschi, nel
ancora arcaico, senza definire con precisione le distanze e il succedersi dei 1305.
piani in profondità. Lo Scrovegni è il più ricco cittadino di Padova, suo
padre è citato da Dante nell'Inferno, nel girone degli
Giotto rifiuta quindi il retaggio bizantino recuperando effetti di usurai. L'oratorio è dunque un ex voto, una fondazione religiosa in espiazione dei peccati
plasticità e di spazialità dimenticate da secoli. Ancora di più la novità connessi con l'amministrazione delle ricchezze. Per questa ragione il fondatore è ritratto nel
del suo linguaggio risalta quando a Firenze dopo l'esecuzione delle Giudizio Universale della controfacciata, presso i beati del Paradiso, mentre
Storie di san Francesco , affronta temi più tradizionali quali il offre agli angeli un modello dell'edificio, che dovrebbe fargli meritare il
Crocifisso (Abolito il cliché dell'incarnarsi del corpo di Cristo tanto regno dei cieli . Le pareti dell'oratorio sono perfettamente lisce, funzionali
caro a Cimabue. I piedi sono accavallati e forati da un solo chiodo, alla decorazione pittorica che Giotto esegue celermente in 2 soli anni,
articolando le Storie della Vergine a livello più alto, le Storie di Cristo nei
perciò le ginocchia si piegano.) e la Maestà (Solida volumetria dei protagonisti
due nastri intermedi, i Vizi e le Virtù nel basamento, oltre al Giudizio
incastonati entro il prezioso trono cuspidato, quasi trasformato in una chiesa, o
Universale. E un articolato complesso iconografico cui si aggiungono i
sugli angeli e santi raccolti ai lati del trono disposti di profilo nello spazio, uno dietro l'altro busti di Cristo e dei Profeti sulla volta stellata. Anche qui come ad Assisi,
anziché uno sopra l'altro come nelle Maestà precedenti). Giotto dispone le scene entro un'incorniciatura illusionistica. E' tale ormai il suo dominio dei
mezzi illusionistici che sull'arco trionfale dipinge due vani prospettici scorciati e affondati nel
muro, cioè i “coretti”, privi di figure e quindi anche di significato narrativo, che servono soltanto
La cultura romana Il rinnovamento della pittura italiana negli ultimi 15 anni del Duecento si a mostrare la sua maestria prospettica.
svolge quindi a Firenze, ad Assisi e a Roma. Da Firenze provengono i Lo stile delle scene attesta un'evoluzione e un potenziamento rispetto alle Storie di san
pittori, Assisi fornisce la prestigiosa vetrina da cui le opere traggono Francesco: sia nella naturalezza gestuale delle figure sia nel sapiente incastro dei personaggi
vasta risonanza, a Roma troviamo il rifiorire dell'interesse verso la sia nelle ambientazioni architettoniche. Giotto inoltre amplia la gamma cromatica introduce
spazialità e la maestosità dell'arte antica tanto che da questo clima squillanti colori chiari tra cui rosa, gialli e celesti. Il blu è la nota cromatica dominante
Giotto ha tratto degli spunti fondamentali. Non sono note le più nell'oratorio insieme al bianco e al rosso delle cornici a intarsio. Le figure, avvolte da ampi
mantelli, costituiscono possenti volumi plastici, sono solenni presenze statuarie.
antiche pitture del romano Jacopo Torriti un contemporaneo di
Si vede nella Presentazione della Vergine al
Cimabue. Favorito di Niccolò IV, anch'egli lavora ad Assisi e poi tempio con quanta abilità Giotto articola la
tornato a Roma fornisce il modello per i mosaici absidali di Santa Maria Maggiore. Più complessa forma del tempio a cui ascende la
complesso è il caso di Pietro Cavallini (1273-1321) più giovane del Torriti. Esso lo ritroviamo giovane, alternando superfici scorciate in
a Santa Cecilia accanto ad Arnolfo dove sopravvive un grande frammento del Giudizio piena luce e ombrosi recessi. Con maggiore
Universale dipinto nella controfacciata. E' un affresco importante e innovativo dove notiamo il destrezza Giotto muove i suoi personaggi e li
convergere degli sguardi degli apostoli e l'inclinazione dei troni che spinge lo sguardo verso il dispone nello spazio.
centro dove c'è il Giudice chiuso nella sua mandorla. I manti svelano la disposizione delle Tutto ciò serve a potenziare l'effetto
membra mentre la cromia è estremamente sfumata con trapassi chiaroscurali. Cavallini è un espressivo, come nel Compianto del Cristo
grandissimo pittore, un protagonista del revival proto-classico romano. In definitiva Giotto morto, la composizione figurale più complessa del ciclo, giocata su un intreccio di linee parallele
risulta un riformatore più radicale e coerente del Cavallini. oblique.

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Proprio il Compianto, col suo straordinario repertorio di pose (il san Giovanni di profilo Situazione politica, economica, sociale Nel secondo duecento troviamo sulla scena artistica
slanciato in avanti con le braccia aperte, la donna con le mani allacciate sotto il mento, le figure personalità fiorentine quali Cimabue, Arnolfo di cambio e soprattutto Giotto e l’apertura a
sedute di schiena in primo piano) indica come Giotto a Padova punti Firenze di importanti cantieri architettonici. Tutto ciò è legato con il primato economico e
a un realismo diverso, più profondo e completo mentre ad Assisi politico acquisito dalla città. Nel 1266 abbiamo il collasso del partito Ghibellini in tutta italia e
prevaleva l'interesse per la descrizione dei particolati a Padova Firenze guelfa sfrutta questa nuova situazione politica per allargare il proprio dominio.
trionfa la realtà delle emozioni umane. Altri affreschi dell'Oratorio Attraverso queste contese tra la parte guelfa contro la ghibellina cui si intrecciano anche
degli Scrovegni, memorabili per la trascrizione della materia sacra in conflitti di classe tra aristocrazia, ricca borghesia e piccola borghesia, si elabora a firenze una
termini umani e quotidiani, sono l'Incontro di Anna e Gioachino alla formula di governo secondo cui il potere è detenuto dai membri delle principali famiglie.
Porta Aurea, dove i protagonisti per la prima e ultima volta nell'arte
Alle rivoluzioni innescate sul fronte economico dagli imprenditori fiorentini corrisponde quella
trecentesca si baciano teneramente, come nella Cattura di Cristo col
promossa da Giotto in campo artistico in quanto il suo stile corrisponde alle aspettative e alla
suo celebre incrocio di sguardi tra Cristo e Giuda.
visione del mondo del ceto dirigente fiorentino. Gli imprenditori fiorentini erano intenti a far
Si può dire che Giotto ha attuato una riscoperta del Vero: il vero dei sentimenti, delle passioni, circolare merci e denaro per ricavarne guadagni e perciò commissionarono opere d’arte di tema
della fisionomia umana, della luce e dei colori; nella certezza di uno spazio misurabile, religioso in quanto erano un fattore di espiazione ed un mezzo per salvare l’anima. E quindi si
anticipando la prospettiva del Quattrocento. rivolgono a Giotto e ai suoi maggiori allievi per decorare le cappelle di Santa Maria Novella e
Santa Croce: Giotto ne affresca 4 a Santa Croce (due solo ci sono pervenute).
L'arte bizantina fra XIII e XIV secolo: La Rinascenza paleologa La storia della pittura italiana del
Duecento, potrebbe essere definita come una progressiva emancipazione dalla suggestione dei Il primo trecento rappresenta una dei motivi più felici dell’arte italiana soprattutto della pittura.
modelli bizantini. Ma prima che Giotto creasse un nuovo linguaggio figurativo “latino” l'Italia Oramai l’eclissi del mosaico è compiuta. Le tecniche dominanti ormai sono l’affresco e la
era stata la regione dell'occidente più ricettiva nei confronti dei prototipi di Bisanzio. Erano tempera su tavola. Nei cicli parietali si rappresentano le storie dell’antico e del nuovo
inoltre attivi in Italia pittori e mosaicisti greci che condizionava l'evoluzione formale e le scelte testamento e le vite dei santi. Si elabora una tipologia decorativa raggruppando più tavole
iconografiche dei pittori italiani. Di fronte a questo ampio fenomeno bisogna precisare che va dipinte dentro delle cornici lignee unitarie per formare i polittici, le cui misure e composizioni
del tutto superata la concezione storiografica secondo cui l'elemento bizantino avrebbe variano a seconda della destinazione. Le due città principali, della nuova pittura sono Firenze
costituito un freno dello sviluppo stilistico della penisola. In realtà fenomeni vitali della pittura e Siena, la prima con Giotto e i suoi seguaci, la seconda con Duccio di Buoninsegna, Simone
duecentesca italiana quali l'animazione patetica, il raffinamento delle proporzioni delle figure, Martini e i Lorenzetti.
un modo più libero e fuso di dipingere non vennero conseguiti per opposizione agli stilemi
bizantini, bensì grazie anche al loro apporto.
Firenze
Il secondo Duecento e il primo Trecento coincido anzi con un periodo estremamente vitale,
caratterizzato da sperimentazioni e tentativi innovativi di grande importanza. Si tratta della fase Il 300 per Firenze è un periodo di forte sviluppo determinato dalle attività industriali e bancarie.
detta della “rinascenza paleologa”, dal nome della dinastia regnante sul trono di Bisanzio. Nel L’attività edilizia si concentra in Santa Croce e Santa Maria del Fiore; i grandi Signore, usurai e
1261 Michele Paleologo riconquista Bisanzio, la capitale dell'Impero d'oriente, caduta nel 1204 corrotti, cercano di espiare con le commissioni religiose. Viene eretto il Campanile di Santa
nelle mani dei crociati che avevano depredato la città. I suoi tesori artistici erano stati distrutti Maria del Fiore ad opera di Giotto e portato a compimento da Andrea Pisano e Francesco
o trasportati in occidente, gli intellettuali e gli artisti erano fuggiti. Come spesso succede, si Talenti. L’inizio della costruzione di Palazzo vecchio su progetto di Arnolfo di Cambio coincide
promuoveva il riscatto politico e militare riportando in auge lo stile artistico dei momenti più ancora con la guerra tra Neri e Bianchi. Andrea Pisano esegue tra il 1330 e il 1336 il grande
gloriosi del passato. Dopo il ritorno della corte a Bisanzio, il nuovo stile appare nei manoscritti portale di bronzo con le Storie di San Giovanni e le Virtù in 28 formelle: aggiunge un portale
miniati presso gli scriptoria paleologhi. Lo caratterizzano figure definite con correttezza romanico con elementi gotici.
anatomica e fissate in pose vivaci e naturali, nelle ambientazioni architettoniche si ricercano
effetti inediti di spazialità, la stesura pittorica si fa sciolta e sfumata. L'arte bizantina del secondo
Duecento è dunque tutt'altro che statica e ripetitiva. Ma attenzione il revival ellenistico
promosso dalla corte paleologa non mette in moto come avviene in occidente tramite lo studio
dell'arte antica un processo di rielaborazione e superamento dei modelli, esso non esprime
alcun fenomeno vitale di rinnovamento della società e della cultura bizantina. Gli artisti non
hanno l'appoggio di una intraprendente borghesia urbana o di attivi ordini religiosi.

CAP. III – Firenze e Siena nella prima metà del Trecento

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Campanile di Santa Maria del Fiore Il campanile marmoreo è iniziato da Giotto nel 1334\37 e
portato a termini da Andrea Pisano e da Francesco Talenti. Notiamo una  Taddeo Gaddi (1300-1365)  impiegato nella bottega di Giotto
variegata cromia del marmo che rivela le predilezioni coloristiche per 24 anni, affresca nel 1330 le Storie di Maria nella cappella
dell’architetto\pittore e che arricchisce la solida struttura verticale, ritmata da Baroncelli di Santa Croce. Rispetto al maestro moltiplica i
rilievi, statue e finestre. L’influsso di Giotto è decisivo nei rilievi scolpiti da dettagli naturalistici, ma riprende le sperimentazioni
Pisano per il basamento del campanile per il quale il pittore fornisce dei disegni. prospettiche di Giotto.
Uno degli elementi più importanti del ciclo consiste nell’adeguamento
iconografico di realtà culturale ed economica fiorentina con la rappresentazione
delle arti meccaniche con scene che illustrano il lavoro cui sono accostate anche
le arti figurative, a conferma dello status sociale ormai acquisito
 Bernardo Daddi  complice l’influsso dei pittori senesi è più lirico rispetto al maestro.
Il suo tema preferito è la Madonna col Bambino, in
genere su pale o piccoli altari destinati alla devozione
privata. Inserisce teneri particolari. In questo caso, nel
Palazzo Vecchio Eretto da Arnolfo di Cambio tra il 1299 e il 1314. Il
Polittico di San Pancrazio, la Vergine offre dei fiori e
palazzo ha l’aspetto di maniero fortificato ma questa massiccia struttura
il Bambino ha in mano un cardellino.
è ingentilita dalle file regolari di finestre e mossa dall’alta torre
decentrata. Le sale interne sono ornate con cicli di affreschi di tema
civico, nei quali interviene anche Giotto (andati distrutti)

 Maso di Banco  è l’erede più coerente con Giotto. La Madonna col


Porta Bronzea del Battistero In previsione di una porta bronzea del battistero, l’incarico è Bambino riprende lo stile della Cappella Peruzzi. San Silvestro che
assolto da Andrea Pisano che esegue tra il 1330 e il 1336 il grande resuscita due maghi. Nell’uso dei colori supera Giotto.
portale rappresentando le storie di San Giovanni Battista e le virtù.
Notiamo 28 formelle quadrate, tipicamente gotiche, nella quale si
dispongono le composizioni figurativa. Caratterizzata da linee rette, si
affiancano le linee spezzate quando come notiamo nelle formelle del
trasporto e della sepoltura del corpo del Battista, i panneggi inducono
elementi di dinamismo.
Vasari ci parla di un misterioso allievo di Giotto, Stefano Fiorentino, definendo che la sua pittura
fosse talmente dolce che sembra impossibile che fosse stata fatta in quei tempi, l’originalità di
Giotto e i giotteschi fiorentini Stefano, consiste nell’unione dei colori, nella delicatezza dei trapassi cromatici, tali da dare una
parvenza di vita alle sue figure. Purtroppo, però non è possibile collegare al suo nome nessuna
Giotto nei primi decenni del 300 è il direttore di una grande ditta artistica; quindi il suo influsso
opera certa, ma tra le ipotesi più proposte quella più possibile è che fosse identificato come
è ben evidente nei dipinti fiorentini della prima parte del XIV s.
quel “parente” di Giotto che abbiamo visto attivo nelle Storie dell’infanzia di Cristo della basilica
† Maestro di Santa Cecilia di Assisi.
† Pacino di Bonaguida – attivo tra il 1303 e il 1320; nell’Albero della Croce, usa la posa
 Giottino, figlio di Stefano, pittore ormai isolato nel quadro dell’arte
del Cristo di Giotto di S.M. Novella.
fiorentina, che esprime anch’esso le stesse caratteristiche di Giotto.
† Parente di Giotto (o Stefano Fiorentino) – collaboratore di Giotto, opera nella Basilica Nella Pietà c’è un ricorso allo schema del compianto di Giotto agli
inferiore di S. Francesco. Scrovegni: nei volti della Maddalena piangente a sinistra, nel San
Giovanni accorato chino con le mani giunte, nei personaggi in piedi a
destra.

Dopo il 1328 Giotto scompare dalla scena artistica di Firenze; va a Napoli al servizio di Roberto
D’Angiò e poi a Milano al servizio di Azzone Visconti. Compaiono altri artisti:

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manifestano una bellezza più trasognata ed evasiva; le Virtù che sorreggono il sepolcro
manifestano una forte bellezza dove lo scultore sfoggia un gusto prezioso.
Siena Pittura a Siena
Cantieri architettonici e la scultura
Da Duccio a Lorenzetti
All’inizio del 300 si arricchisce urbanisticamente. E’ più aperta di Firenze alle influenze francesi.
E’ la prima città che propone regole edilizie per migliorare gli spazi comuni. L’arte senese è
tendenzialmente un’arte di propaganda politica. Mentre a Firenze le commissioni erano di
privati, a Siena è il comune in quanto organismo politico. Protezione per gli artisti in cambio di
buona pubblicità. Nella metà del secolo viene eretto il sontuoso Palazzo Pubblico. La grande
piazza del Palio non è più intesa come spazio vuoto, ma serve per dare risonanza al palazzo e
ad esaltare simbolicamente un modello politico. Si cerca di ingrandire il Duomo di Nicola e
Giovanni Pisano, ma i lavori vengono bloccati dalla pestilenza della metà del 300.
Palazzo pubblico in Piazza del Campo a Siena Il più sontuoso monumento architettonico sia
proprio il palazzo pubblico, progettato dal governo dei nove ed eretto a partire dal 1297, Trittico Madonna con i Santi - Madonna dei Francescani - Maestà - Ultima Cena -Siena
attraverso fasi costruttive successive, fino ad assumere la forma attuale dove notiamo 3 blocchi
o Duccio di Buoninsegna  1255-1318. E’ un pittore, dal temperamento diverso da
merlati dominati dalla torre del mangia. Il blocco più antico è quello centrale. All’interno
quello di Giotto, infatti non si aggiorna come il fiorentino, ma cerca ispirazione dai
vengono allestite le sale necessarie per accogliere i vari organismi del governo abbelliti da cicli
modelli orientali. L’arte di Duccio si spiega grazie a dei mosaici portatili, codici miniati,
di affreschi. La costruzione del palazzo non è che l’episodio più rilevante di una volontà di
libri di modelli, avori e oreficerie. Su suo modello è eseguita la grande vetrata del Duomo
riorganizzare ed abbellire l’intero centro urbano.
di Siena con Storie di Maria. Inoltre, la sua progressiva adesione allo stile gotico può
essere esemplificata attraverso un dipinto di commissione meno ufficiale. Nella tavola
centra le del Trittico con Madonna e Santi notiamo un tenero rapporto che lega le due
 Lorenzo Maitani – architetto e scultore senese, capomastro e autore della facciata del figure e il fluido andamento dei panneggi bordati d’oro. Ma il capolavoro di Duccio è la
Duomo di Orvieto. Orvieto in questo periodo, terra di conquista per grande pala della Maestà, iniziata nel 1308 e terminata nel 1311, destinata all’altare
artisti senesi. Impiega un gotico nordico con gli alti pinnacoli e imita maggiore del duomo di Siena. La Maestà venne solennemente trasportata con un corteo
il Duomo di Siena. Il quarto pilastro della facciata contiene un inferno, popolare e alla presenza delle massime autorità cittadine, dallo studio del pittore al
opera molto emotiva. Può essere paragonato a Duccio di duomo. Si tratta di una pala a due facce, l’anteriore con la Madonna, santi e angeli a
Buoninsegna. grandi figure, ben visibile ai fedeli raccolti nelle navate del duomo, la posteriore con
episodi della Passione di Cristo a piccole figure, destinata alla visione esclusiva del clero.
Nella fronte Duccio manifesta la sua cultura di artista bizantino-gotico, presentando la
protettrice di Siena seduta su un ampio trono, fiancheggiata da tante figure appiattite
 Tino di Camiano – (1285-1337) allievo del Pisano, opera principalmente fuori da Siena. sul piano, tra le quali spiccano i quattro santi patroni della città, inginocchiati e le due
Lavora a Pisa, Firenze e Napoli. Il ritratto di Arrigo VII sante Agnese e Caterina alle estremità. Sul retro si raccoglie uno dei più ampi cicli della
di Lussemburgo, posto ad ornare la porta urbana con Passione dell’arte italiana, suddiviso su ventisei formelle lignee arricchite da sfondi
altre statue e propone una sintesi tra la posa del Carlo dorati. Posto d’onore è attribuito al centro alla Crocifissione, ma anche in basso a sinistra
d’Angiò di Arnolfo e la inquieta sensibilità del Pisano, alla vivace Entrata a Gerusalemme. La spazialità per Duccio non è però un dato di
evidente dal volto della statua. Fa anche alcuni intensi partenenza delle figurazioni, bensì un espediente che può essere accettato o rifiutato.
monumenti sepolcrali nel quale rielabora il Monumento Un esempio è quello dell’Ultima cena dove la spazialità della sala scorciata è negata
di Margherita di Lussemburgo di Giovanni Pisano, e il dalla ribalta inclinata del tavolo.
Monumento per De Braye a Orvieto di Arnolfo. Uno è Nella Sala del Mappamondo del Palazzo Pubblico c’è un affresco, il Castello di
il monumento funebre di Riccardo Petroni nel Duomo Giuncarico, (che viene attribuito o a Duccio, o al suo seguace Memmo di Filippuccio o a
di Siena, dove notiamo 4 angeli e il morto che adagiato dentro un Simone Martini) che introduce il tema della decorazione profana a sfondo politico.
baldacchino, di cui due angeli spostano le cortine. Molto originale la fronte del sarcofago Rientra in un ciclo di rappresentazioni reali di luoghi, tipico del gusto senese.
lavorata a rilievo con episodi della resurrezione di Cristo. Le sue opere sono in bilico
tra la plasticità proto-classica e dinamismo gotico come la Madonna col Bambino e la
Carità. L’ultimo esempio è a Napoli ed è il Monumento di Maria D’Ungheria, madre di
Roberto d’Angiò, è una variante del monumento Petroni, dove però le singole figure
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 Ambrogio Lorenzetti 1285-1348. Quarto protagonista della scuola senese, è meno
o Simone Martini  1284-1344. Uno dei massimi pittori del 300 deve essersi formato aristocratico di Simone Martini, è rude e il pubblico non lo apprezza. Opera a Firenze,
nella bottega di Duccio. dove ottiene un notevole successo dopo la partenza di Giotto.
Nella maestà appare evidente l’omaggio alla pala di
Duccio del duomo di cui è ripresa l’iconografia poiché
anche in questo caso il soggetto implica una celebrazione Nella sua opera La Madonna col Bambino rigidamente frontale è già nel
di Siena insieme a quella della protettrice della città. 1219 una plastica creazione di ispirazione giottesca per la solida
Sotto un baldacchino da cerimonia troviamo la vergine struttura dentro il trono e per la ferma presa con cui Maria imbraccia il
seduta su un trono dorato con schienale a cuspidi. In bambino.
quest’opera sono scompaginate le file orizzontali dei
santi ducceschi, non so più delle effigi astratte ma acquistano consistenza plastica. Nell’episodio con San Nicola che resuscita il
Simone sviluppa le componenti sia giottesche che gotiche avvalendosi dei modelli bambino strozzato dal demonio notiamo
circolanti nelle botteghe degli orafi senesi. l’abolizione delle pareti frontali disponendo le figure in una sala
Nell’investitura di San Martino rappresenta un ambiente di palazzo aperta da una arcata e dentro una loggia al primo piano. Per la
con i musici di corte e un servitore con falcone da caccia appollaiato rappresentazione dei principi politici su cui regge lo stato senese
sul pugno. Qui egli si concentra con intensità sullo studio veristico nel momento di pace fra le frazioni Guelfe e Ghibelline, abbiamo
dei costumi e delle pose proponendo una varietà di tipi umani e di Le allegorie del buon governo, nella Sala del Consiglio dei Nove
espressione. Nel 1317 è nominato cavaliere da Roberto D’Angiò, e a Siena, dove la giustizia ispirata alla sapienza, protetta dalle virtù teologali, e
per esso esegue l’icona di San Ludovico di Tolosa. Apparentemente fiancheggiata dalle personificazioni della giustizia, della temperanza ecc. Ne consegue
la pala celebra un santo, ma poiché Ludovico era l’erede al trono di l’effetto, cioè il vasto paesaggio della citta edificata con le fanciulle che fanno un
Napoli, che aveva abdicato in favore del fratello Roberto, il dipinto girotondo collegata alla campagna oltre le mura, fervente per i lavori agricoli. Il cattivo
è in realtà un manifesto politico. Accanto al santo infatti appare governo conservato male, è invece personificato dal demone della tirannia sottomesso
Roberto in atto di ricevere la corona dalle mani di Ludovico. alla triade di Avarizia, Superbia e vana Gloria. L’effetto è una città che si sgretola in cui
Nel 1336 Simone si sposta ad Avignone come pittore della corte papale e qui acquisterà si svolgono combattimenti omicidi sotto il triste volto del timore. Gli affreschi della sala
una fama internazionale. costituiscono il più celebre manifesto politico dipinto. Ambrogio sfrutta tutti i mezzi
pittorici disponibili per comunicare più efficacemente il messaggio adottando sistemi di
I Fratelli Lorenzetti costruzione prospettica e di illuminazione diversi per illustrare gli effetti del buono e
del cattivo governo. La città del buon governo appare la più vasta veduta urbana mai
 Pietro Lorenzetti  1280-1348. Si forma con Simone Martini nella Bottega di Duccio. realizzata fino ad allora, una città su un colle formata da torri, palazzi, chiese con forme
Lavora ad Assisi, per una decina di anni nel transetto della Basilica Inferiore. e colori differenti che diminuiscono di scala e profondità. E mai era sta descritta con
Nell’Ultima Cena rappresenta una sala geometrica entro cui tanta vivacità la multiforme società medievale. Non si deve però travisare il significato
dispone la tavola con Cristo con gli apostoli e poi ad essa gli di questo affresco, in quanto il naturalismo non è fine a sé stesso, in quanto è il mezzo
collega un’altra sala ristretta, dove notiamo la cucina dove linguistico ritenuto più adatto per convogliare un particolare contenuto, infatti il pittore
rappresenta la scena dei servitori che buttano gli avanzi del pasto non raffigura un paesaggio ma gli effetti del buon governo.
a un cane. Difficilmente un giottesco fiorentino si sarebbe
abbassato ad un dettaglio così; infatti, è una caratteristica dei
senesi. Pietro completa anche le Storie di Cristo nel transetto di
Assisi conseguendo La Deposizione, la punta massima di
drammaticità del ciclo. Le figure si dispongono dentro un
triangolo, determinando una scena di linee oblique originate
dalla spoglia di Cristo posta in diagonale la cui testa penzola
incassata fra le spalle irrigidite.

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Gli affreschi di Buffalmacco nel Camposanto di Pisa Fonti fondamentale è la Legenda Aurea per la Vita di Cristo ma anche le Vitae Christi: queste
contengono info sulla biografia di Cristo riguardanti infanzia – passione e gioie e dolori di
Nei centri minori come Lucca, Pistoia o Arezzo, operano artisti minori. Namico Buffalmacco, Maria e dove troviamo le leggende agiografiche.
nato nel 1285 (citato anche da Boccaccio), si ispira all’espressionismo del 200 e a Coppo Nel Trecento le scene della vita quotidiana della Sacra Famiglia è ambientata in ambienti
Marcovaldo, non al razionalismo di Giotto. Non essendo gradito a Firenze, si reca a Pisa, una domestici o urbani:
città che lascia spazio alle sperimentazioni. Ciò lo dimostra in campo architettonico la
costruzione di Santa Maria della Spina, una loggia romanica chiusa e trasformata in oratorio,  Natività di Maria: Ambientata in una camera da letto del 300
concepito come uno scrigno di marmi multicolori.  Annunciazione: Ambientata in ambiente domestico.E’ un ottimo espediente per poter
Dipinge nel Camposanto 3 affreschi: Trionfo della morte, rifiuta l’idea giottesca di unità descrivere l’interno dell’epoca.
compositiva, La brigata dei giovani  Natività di Cristo: Ambientazione è l’umile capanna con bue ed asinello (come dice
il Libro di Giacomo) e il Bimbo adagiato nella mangiatoia e la Vergine che si prende
intenti a suonare ed amoreggiare
cura del figlio con Giuseppe che adora a sua volta il bambino
nell’estrema destra è accostata
 Adorazione dei magi: Diventa uno spettacolo aristocratico in quanto i magi vengono
all’orribile battaglia aerea tra angeli e
vestiti di eleganti costumi dove presenti sono anche servitori – cani da caccia –
diavoli, mentre più a sinistra il tema cavalli bardati.
dell’incontro dei tre vivi e dei tre morti  Passione e Ultima cena: Hanno ora grande importanza e sono immaginate come
è accostato alla pacifica vita degli scene dalle grandi folle da umanità diversificata.
eremiti. Esprime il timore della morte
che nel Trecento è ormai alimentato da un attaccamento alla vita e ai suoi piaceri. Il pittore si La Vergine che raggiunge il figlio con l’Incoronazione è un soggetto molto frequente.
sofferma sulla visione dei cadaveri ammucchiati, sulle anime straziate descrivendo corpi Vi sono dunque intenti di umanizzazione infatti nella Crocifissione vediamo L’Uomo dei dolori
orribilmente decomposti. Il suo linguaggio presenta delle analogie con quello dell’inferno in cui il Cristo è rappresentato morto a mezzo busto che mostra le ferite e il costato dove
dantesco essendo particolarmente realistico.; Giudizio Universale e Tebaide. sgorga sangue.La Pietà è invece rappresentata con la Madonna isolata tra le braccia il figlio
morto: è molto comune in Italia nel XV secolo.
La Madonna col Bambino è il tema più frequente ed è sempre più una scena umanizzata con
la Madonna che allatta o porge un fiore al Bambino mentre questo l’accarezza o gioca con lei.
E’ la tecnica più diffusa di pittura su muro. La sua caratteristica principale è la resistenza
Nella seconda metà del Trecento abbiamo la Madonna dell’Umiltà: la Vergine seduta in terra
della superficie pittorica che non richiede alcuna vernice protettiva
col bambino in braccio (questo sottolinea da una parte l’umiltà di Maria e dall’altra se ne
evidenzia il carattere ultraterreno).
La Madonna della Misericordia esprime invece la protezione che quest’ultima estende ai suoi
adepti che si trovano sotto di lei.
Per quanto riguarda i santi i più raffigurati sono: San Francesco – Sant’Antonio da Padova
(Francescani) – San Domenico - San Tommaso d’Aquino – San Pietro – San Paolo – San
Silvestro – San Giorgio –San Martino etc.Ogni committente ha il suo santo eponimo ed ognuno
di questo è standardizzato affinchè sia riconoscibile e questo permette quindi ai pittori di
esercitarsi in ambientazioni – situazioni e tipi umani diversi.

Temi e fonti dell’arte religiosa del Trecento I Polittici


Nell’arte del Duecento abbiamo l’ideazione di immagini e soggetti che coinvolgano Tra la fine del 200 e inizi 300 molto praticato è la pittura su polittico. Questo è una
emotivamente l’osservatori.I soggetti prediletti della pittura su tavola sono la Crocifissione – composizione architettonica di tavole dipinte riunite in una cornice di legno intagliata e dorata.
Madonna col Bambino i quali erano particolarmente amati dai Francescani in quanto funzionali Questi non hanno forma o dimensione canonica e possono differire a seconda del gusto del
per essere umanizzati e per rendere più vicino al cuore del fedele Cristo. committente o la destinazione.
Tra la seconda metà del Duecento e Trecento si assiste ad una mutamento radicale: si rinnovano
le immagini e figure introducendo nuovi soggetti.La vita di Cristo e Maria sono tra i soggetti Alla fine del 200 le pale di questo tipo, unica pala, iniziano a risultare poco armoniose e troppo
più rappresentati ma i Vangeli non forniscono spunti iconografici sufficienti così si decide di costipate come immagini con un impoverimento iconografico così si sente il bisogno di dare
attingere a quelli apocrifi i quali offrono fonti preziose per la vita di Maria e Cristo nella sua maggiore isolamento alle figure sacre così si elabora un sistema a più tavole.
infanzia o a moderne riscritture delle narrazioni evangeliche apocrife che narrano delle pene
di Maria sotto la croce e della Sacra Famiglia. Nel 300 la tipologia più amata è il polittico formato da tavole allineate di formato verticale a
sesto acuto in numero dispera dove la tavola centrale è più grande rispetto alle laterali. La

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predella è la fascia dipinta divisa in più riquadri e la sua funzione era quella di coprire lo zoccolo Con lo spostamento della sede papale vedremo inoltre molti pittori italiani spostarsi all’interno
inferiore della cornice. della corte papale al seguito dei mercanti – cardinali e letterati italiani.
Il linguaggio di Giotto confluirà nelle ragioni in maniera diversa con Bologna e Avignone che
mostrano una chiusura.
Polittico Stefaneschi  1320/1330 – Giotto e
compagnia. Formato da tre tavole in quella centrale Regno di Napoli
rappresentato Cristo in trono con ai lati dei pannelli: la
crocifissione di Pietro e la decapitazione di Paolo. Nella Nel 1266 abbiamo il passaggio dalla dominazione Sveva a quella d’Angiò con Carlo I – II e ora
predella al centro la Madonna con il bambino e i 12 Roberto III detto Il Saggio. Abbiamo qui casi di esportazione dell’arte toscana con questo
monarca con Simone Martini – Giotto – Tino di Camaino.
apostoli. Nella parte posteriore rappresentati sono invece San Pietro in trono
I sovrani ora affidano il loro potere politico ai baroni francesi, il potere economico ai banchieri
con San Giacomo – San Paolo – Sant’Andrea e San Giovanni Evangelista.
fiorentini facendo lo stesso in campo artistico. Nella città non si forma una vera scuola in
quando le commissioni sono di botteghe esterne che sono attirate dall’Italia del Sud: nel tardo
Duecento a Napoli, con Carlo II, dominano tendenze francesi e catalane e queste sono ben
Polittico Simone Martini  1319 – Simone Martini. Rappresentati al visibili negli acquisti e commissioni di corte.
centro Madonna con il bambino e nella cuspide un Cristo benedicente. L’arte a Napoli ha il suo momento di grande fioritura con Roberto Il Saggio.
Le tavole attorno vedono protagonisti San Domenico e San Pietro Nel 1308 Pietro Cavallini giunge a Napoli e le sue opere hanno grande risonanza in suolo
martire: la provenienza è di certo domenica. campano come il suo intervento in San Domenico. Legato a lui è Lello da Orvieto che è presente
a Napoli dal 1315 al 1322 il quale si indirizza verso un genere artistico autonomo.
Simone Martini e Tino di Camaino arrivano a Napoli, quest’ultimo tra il 1324 e 1337 è
artisticamente attivo.
Cimabue commissione una pala nel 1301 a più tavole e questa tipologia ha molto successo. Il
Tra il 1328 e 1333 arriva Giotto il quale agisce all’interno di Santa Chiara e a Castelnuovo
polittico ha maggiore plasticità quindi le figure ora possono essere a mezzo busto – figura
dove di quel poco rimasto, notiamo un grande senso spaziale e sfumati accordi coloristiche
intera mentre la sequenza di tavola può essere accorciata o allungata e le tavole anche piegate che troviamo a Padova e Assisi.
formando piccoli altarini. All’interno della sua bottega vediamo introdotti anche artisti locali (Roberto D’Oderisio).
Le cornici sono spesso perdute e sono ricche di pregio formale. Esse sono molto importanti e Quest’ultimo è molto schematico e incisivo nei profili e ottiene numerosi incarichi con la corte
di Napoli e con Giovanna D’Angiò ha un periodo aulico la quale chiede di mascherare la realtà
in rarissimi casi ci sono arrivate integre. Dalle cornici inoltre è possibile anche datare il polittico
sociale e politica disgregata con visioni di aristocrazia ed eleganza.
e collocare l’area geografica da cui provengono. Disastroso è stato il 600 poiché i polittici
vengono smembrati per avere guadagni maggiori.
Centri dell’Italia settentrionale nella prima metà del Trecento
Rimini  Città dei Malatesta. Il passaggio di Giotto lascia il segno, si formano degli autori che
CAP.IV – DIFFUSIONE DELLA CULTURA FIGURATIVA TOSCANA ED ESITI DELL’ARTE seguono il suo stampo. Il maestro ci lascio il Crocifisso su tavola. Dopo un inizio giottesco la
ITALIANA DEL TRECENTO cultura riminese si apre a varie influenze:

ARTE DELLA PRIMA META’ DEL XIV SEC. IN ITALIA MERIDIONALE E SETTENTRIONALE  Giovanni da Rimini – Nel 1307 esegue un dossale nel appare un forte giottismo
arcaizzante facendoci comunque intendere quanto per questo sia
L’evoluzione artistica che vede protagoniste Firenze – Assisi – Siena coinvolge tutta Italia importante la lezione giottesca.
mentre Roma conosce un periodo di stanziamento quando la sede papale si sposta ad
Avignone. Presentazione al tempio – 1310 – Chiesa di Sant’Agostino – Giovanni
L’impulso creativo è incoraggiato dalle situazioni politiche – economiche e religiose favorevoli. da Rimini. Appare molto rovinata e appare inoltre intonata al metro
A Napoli la corte degli Angiò ha una funzione fondamentale in quanto è il motore dell’attività solenne di Giotto.
artistica. Qui non si formano scuole ma le commissioni sono fatte da botteghe esterne al Regno.
Rimini invece, dopo il passaggio di Giotto a Padova, si ravviva artisticamente risentendo delle
influenze transalpine e padane.
 Maestro del coro di Sant’Agostino mostra un linguaggio giottesco con una ricerca
Bologna invece si presenta come un centro il quale si rifiuta del giottismo e resiste all’arte
fiorentina contrapponendo una mistura di realismo e drammaticità. realistica nei particolari.
A Milano nel 300 si assiste ad un impianto di cultura figurativa di nostalgia romanica ponendo
così le premesse per la formazione di una tendenza lombardo – veneta in cui vedremo pittori
della corte dei Visconti: Padova e Verona.  Pietro da Rimini lavora a Padova e amplia la sua conoscenza su Giotto e sembra anche
A Venezia è sempre presente il problema della tendenza dell’Oriente bizantino. essere a conoscenza degli affreschi di Lorenzetti e nella sua Deposizione questo
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oltrepassa i limiti della pittura toscana dimostrando affinità con le ricerche padane di
acuta verità.

o Vitale da Bologna  massimo pittore bolognese- Nei suoi dipinti la veemenza gotica
 Maestro di San Pietro in Sylvis Nel 1330 a San Pietro in Sylvis vediamo un Cristo in tocca il culmine. San Giorgio e il drago. Il suo stile penetra in Friuli e in Trentino.
maestà che presenta affinità tardo antiche mentre ai lati della Crocifissione vediamo due Crocifissione – XIV – Vitale da Bologna. Vediamo figure accalcate di
individui dolenti. Cristo, al centro, è raffigurato con ai lati i ladroni che
file di Apostoli i quali sembrano riprendere i modelli di statue francesi classico gotiche
pendono torti dalle croci mentre i cavalieri discutono infervorati. Maria
sviene mentre i soldati si accapigliano.SI tratta di un dipinto dove
Bologna  si presenta come un centro che ha conoscenze dirette dell’arte toscana in quanto appaiono le regole di armonia – spazialità.
arriva nel Duecento una maestà di Cimabue mentre nel Trecento un polittico dipinto da Giotto
e allievi.
La scuola che si sviluppa nel terzo decennio del Trecento è preceduta da una brillante serie di
illustrazioni librarie le quali presentano caratteristiche gotiche e transalpine. L’apertura dell’arte
bolognese è testimoniata dalle Storie di Cristo le quali presentano uno stile e modello San Giorgio e il drago – 1335/1340 – Vitale da Bologna. Rappresentato
iconografico Gotico oltralpe. San Giorgio a cavallo mentre è intento nel conficcare nella gola del
A causa delle numerose perdite in campo di affreschi è impossibile ricostruire una storia mostro l’asta sulla quale egli appoggia tutto il suo peso affinché il colpo
artistica chiara della città. sia mortale. Il cavalo s’inarca e torce terrorizzato.
Nel campo della miniatura abbiamo una forte manifestazione nei codici destinati a docenti e La posizione del cavallo spaventato viene riutilizzata nel 1340 quando
discenti di Giurisprudenza: tramite le immagini viene resa più vivace la dottrina dei testi. Vitale da Bologna dipinge il Trionfo della Morte.
Illustratore fu uno specialista del ramo e questo nelle sue narrazioni presenta una rara abilità
nell’adattare le figurazioni negli stretti spazi disponibili. Questo è caratterizzato da una grande
attenzione anche per i particolari più cruenti.
La Lombardia dal 1277 è governata da Visconti. Il 1344 il castello della Rocca di Angera
diviene di proprietà Viscontea dove le pitture sono ancora legate alla tradizione romanica.
o Ciclo delle Storie di Cristo  ricamato su un piviale del XIII sec.
Anche qui gli artisti toscani influiscono nell’ambiente lombardo in quanto questi lavorano
o Illustrazioni miniate e codici per l’Università  il più famoso è l’Illustratore:
all’interno del cantiere del palazzo che si sta erigendo in città.
Cattura e condanna di un servo – 1340 – Codex – Biblioteca Vaticana. Sopra le colonne
di testo rappresentato una scena tumultuosa con il servo che tenta la fuga – la sua
condanna da parte del giudice - la sua tortura nella quale viene sospeso in aria e Arca di San Pietro Martire - 1339 – Giovanni di Balduccio. Quest’arca è
l’amputazione di un piede. Nelle fasce sottostanti vediamo la sua fasciatura e una scena sorretta dalle Virtù ed è coronato da un tabernacolo con la Madonna col
di caccia alla lepre metaforica. Bambino e sormontato da altre statue. Qui si ispira a Nicola Pisano nella
sua Arca di San Domenico e a Tino di Camaino nel Monumento Petroni.
o Tavola del Trittico della Crocifissione per San Vitale  Tipico francese è il trittico a
sportelli, raro in Italia:
Crocifissione – Louvre – 1333. Era destinata alla Chiesa di San
Vitale e presenta un chiaro influsso francese nella carpenteria (
trittico a sportelli comune in Francia) sia nella costipazione Giotto tra il 1334 e 1336 è a Milano dove dipinge all’interno del Palazzo di Azzone Visconti
figurativa del pannello centrale. Al cento rappresentato Cristo sulla una serie di Uomini Illustri. Sfortunatamente è pervenuto a noi molto rovinato anche se sono
croce smagrito e dolorante. riconoscibili nella Crocifissione i volti vivaci realizzati con morbide pennellate.

L’area Veronese – atesina nel XIII secolo si distingue per la pittura profana collegata con le
o Pseudo-Jacopino  una Crocifissione:
commissioni privati di signori feudali. Gli affreschi illustrano in genere romanzi francesi di tema
1330. Presenta fonti nordiche, forse una miniatura da cui deriva l’ornato
arturiana – carolingio con uno stile attardato. L’interesse risiede nel contesto profano di
del fondo con Cristo smagrito come nella Crocifissione del Louvre e
ricadente in avanti con un pubblico cavalleresco che assiste alla scena estrazione aristocratica.
In queste pitture abbiamo una grande attenzione ai particolari dei costumi – fisionomie dei
soldati .di una concezione arcaica.
L’influsso di Giotto non tarda a penetrare.
A Venezia verso il 1330 vediamo la costruzione di due chiese gotiche di aspetto continentale
dove però lo stile bizantino difficilmente non è presente. ( es. Pala feriale – Paolo Veneziano).

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ARTE ITALIANA E CENTRI EUROPEI
Fenomeni di crisi e assestamento oltre la metà del secolo
L’Italia riceve e rielabora motivi del gotico nordico e esporta stili al di là delle Alpi. Gli artifici
prospettici italiani tra il 1320 e il 1340 sono imitati in Austria, Francia e Spagna. La corte di La scultura che aveva avuto un grande sviluppo lascia al passo alla pittura come vediamo dai
Avignone ha il Fiabesco Palazzo dei Papi. Nel 1366 arriva Simone Martini, accanto a lui numerosi affreschi. Si amplia la gamma di contenuti dove i pittori si vedono anche a rispondere
lavorano artisti senesi come il Maestro degli angeli ribelli. Ad Avignone non lavorano autori alla richiesta di committenti laici che vede immagini che rappresentano ambienti naturali –
totalmente giotteschi che non sarebbero graditi, ma i senesi legati a motivi gotici. La Camera urbani e domestici con uomini intenti nelle più svariate occupazioni. I temi religiosi sono
del Guardaroba del Palazzo dei Papi è affrescata con scene profane. umanizzati.
Firenze vede una forte crisi dove gli altri centri, prima solamente confinati, vedono ora il loro
periodo di fioritura: es. Rimini. A Napoli con Giovanna I d’Angiò viene a mancare il supporto
 Maestro degli angeli ribelli sintetizza il naturalismo dei particolari e fantasia di Simone culturale di corte motore prima delle vicende artistiche.
e il rigore prospettico di Lorenzetti. La crisi di Firenze e Siena è anche aggravata dalla crisi economica con la piccola e media
borghesia che si sostituisce tra il 1342 e il 1381 a quell’alta. Il gusto dell’alta borghesia,
espresso da Giotto, è soppiantato da quello laico e moderno della piccola e media borghesia
legata alla concezione religiosa arcaica.
Ad Avignone non lavorano solamente artisti di osservanza giottesca ma anche senesi legati ai Nel 1348 arriva la peste che innesta una forte spiritualità fra la gente che prevede anche forme
motivi gotici. di penitenza. Questo dà quindi un’origine ad un’arte diversa dove non si cerca più di
umanizzare l’arte sacra ma di scuotere gli animi con immagini violente o di sollecitare la
speranza di salvezza spirituale.
Scena di Caccia e Pesca – 1343 – Palazzo dei Papi. Rappresentati falconieri – pescatori – cani Le produzioni artistiche di Siena e Firenze non hanno più un ruolo trainante per gli altri centri.
– uccelli su di uno sfondo erboso con fiori e alberi realizzati con grande attenzione. Le cause sono legate a motivazioni di tipo culturale – economico – sociale e religioso ma sono
La tematica è aristocratica ed agreste e abbiamo il contrasto tra l’appiattimento in legati anche al nuovo gusto dei committenti e aspettative del pubblico.
superficie e la veridicità dei particolari
Firenze e la Toscana tra il 1350 e 1380
La crisi demografica e politica, la peste del 1348, non lasciano seguito a Firenze. Viene fatta
 Matteo Giovanetti Arriva ad Avignone con Simone Martini ed è molto attivo all’interno
la Loggia della Signoria (1376-81), da Benci di Cione e Simone Talenti; è destinata alle
del Palazzo papale. Questo rappresenta le Storie di San Michele dove abbiamo
cerimonie pubbliche del Comune. La Loggia con i suoi arconi a tutto
un gusto prospettivo e paesistico toscano. L’andamento narrativo è vivace e
sesto esprime la ricerca di un purismo formale classicheggiante che
irruento con un grande rigore d’insieme. Le figure sono espressive e si vede come
caratterizzerà, qualche decennio più tardi, le costruzioni del
questo abbia fatto tesoro del modello di Simone Martini ne “Le Storie di San
Brunelleschi.
Martino”.
Le figure dei Profeti e Re e Petrarchi biblici sono presenze mistiche con una
inquieta umanità gotica con la cromia tipica della pittura italiana. Questi modi
pittorici servono per conferire credibilità a visioni sognanti. Questo annuncia lo
stile tardo gotico. Tra gli artisti possiamo citare Andrea Orcagna, è stilisticamente affine a Maso nelle opere
giovanili ed è incline a trasformare la solennità proto-classica in espressione di astratta maestà
sovrannaturale. che ci lascia il Tabernacolo di Orsanmichele, opera gotica; un polittico del
Redentore e Santi nella cappella Strozzi in Santa Maria Novella; La Presentazione della Vergine
al Tempio.

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Redentore e santi – 1357 – Santa Maria Novella. Rappresentato Cristo impassibile all’interno la Via veritas: percorso allegorico con cui si celebra la funzione di Domenica e della Chiesa cioè
di una mandorla, abbiamo la riproposta di una iconografia duecentesca. quello di via per la salvezza.

La scena artistica fiorentina torna a vivere alla fine del secolo, con Agnolo Gaddi e Spinello
Aretino. Quest’ultimo, artista fecondi che si sposta tra Arezzo, Pisa, Siena e Firenze.
Giovanni da Milano è l’unico pittore, insieme a Giottino, che riesce a svincolarsi dal gusto
arcaizzante della cultura figurativa locale. Dipinge la Pietà: salda l’eleganza dei senesi alla
grandiosità di Giotto e alle tenerezze del Giottino; la Cacciata di Giachino: con personaggi di
bassa estrazione sociale come comparse; l’Incontro alla Porta Aurea capostipite di una pittura
Presentazione della Vergine al Tempio – 1355/1359 – Tabernacolo di Orsanmichele a Firenze. realistica.
Andrea si allontana dall’atmosfera umana creata da Giotto nella
Cappella degli Scrovegni e organizza la scena in maniera simmetrica. Il L’Italia settentrionale nella seconda metà del Trecento
sacerdote è rappresentato centralmente facendogli assumere un ruolo
di rilevanza. Ieratico. La Madonna sale le scale. La narrazione lascia A differenza dell’Italia meridionale che va in crisi politica, al nord fioriscono gli stati signorili:
spazio all’immagine di tipo rituale. Savoia in Piemonte, Visconti a Milano, Gonzaga a Mantova, Scaligeri a Verona, Estensi a Ferrara,
Da Carrara a Padova. Le corti hanno quindi l’esigenza di autorappresentarsi sotto ogni aspetto.
Queste signorie affermano l’autonomia politica territoriale e queste divengono committenti di
numerose opere architettoniche – artistiche e di arredo. Queste stimolano l’artigianato di lusso
appoggiando l’evoluzione artistica. Si costruiscono non solo palazzi ma anche opere
architettoniche religiose perché la decorazione e edificazione religiosa rientra nella sfera
politica. L’ambiente cortese si traduce in un Gotico Internazionale, di pungente naturalismo ed
Poi abbiamo Nando di Cione fratello di Orcagna: Madonna e Santi; il Paradiso. La loro pittura
eleganza.
è venata di suggestioni arcaiche alla Cimabue. Le conquiste formali e spirituali del giottismo
sono accantonate. Tommaso da Modena  si forma a Bologna sulle miniature di Illustratore – su Vitale. A Treviso,
realizza i Ritratti Domenicani nella Sala Capitolare dell’Ordine a San Niccolò, nel 1351. Sono
Madonna e santi – 1356 – New York. Rappresentata la contemplazione dei fedeli nei confronti
40 personaggi probabilmente ritratti dal vivo: nel loro studio con i loro oggetti, senza ricorrere
di un idolo con fondale di stoffe preziose. La Madonna appare distaccata da
ad allegorie e questi presentano differente espressività. Si pensa che i frati abbiano fatto da
ciò che le accade intorno come anche i santi.
modelli. Tommaso si concentra sui volti e sulle diverse tipologie: alcuni individui sono anziani
altri invece giovani ed ognuno è intento in un’azione diversa quale leggere o voltare pagina.
Non c’è interesse per la spazialità, ma per il personaggio. Questo contrasto con il giottismo è
tipicamente padano. Dipinge anche le Storie di Sant’ Orsola.

Milano Viscontea
La corte dei Visconti assume un ruolo di primo piano in campo artistico. Galeazzo II fa erigere
a Pavia il castello, perfetto esempio di adattamento di una struttura difensiva a residenziale.
Alla fine del Trecento il Duca Gian Galeazzo fonda edifici che possano simboleggiare la potenza
e la ricchezza del suo Stato, come il Duomo di Milano ( iniziato nel 1386) e la Certosa di Pavia
Andrea Bonaiuti dipinge nel 1366-1368 nel Cappellone degli Spagnoli in Santa Maria Novella. (1386). Anche la scultura è usata a fini celebrativi:
Sulle pareti e volte vediamo accattonate le conquiste giottesche
e rappresentata un’ardua iconografia. Importante è il Trionfo dove  Dinastia dei Da Campione
le figure si dispongono rappresentando il pensiero domenicano:
Sopra i padri della scolastica fiancheggiati dagli evangelisti –
santi – re d’Israele. Sotto abbiamo le Virtù e le Arti liberali dove
ognuna di questa è posta all’interno di un’edicola gotica. Vi è poi

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 Monumento sepolcrale di Bernabò Visconti 1363. Arca 1364 affrescò nella Sala Grande di Cansignorio della Scala, a Verona, le Storie della
sepolcrale con al dì sopra una statua equestre e presenta una guerra giudaica, andate perdute come le altre storie profane della Reggia Carrarese di
variante con Ritratto equestre di Cangrande della Scala in cui il Padova, dove erano raffigurati vari cicli: di Nerone, di Camilla, di Lucrezia, di Ercole e
cavallo rompe l’allineamento con il capo che si volta. una serie di Uomini illustri, su ispirazione del Petrarca. Del poeta fiorentino egli eseguì
anche un ritratto, che ci è pervenuto sebbene ampiamente ridipinto in epoche
successive, dove l’autore è al tavolo di studio. L’interesse verso soggetti storici e classici,
influenzato sicuramente dell’umanesimo petrarchiano, fece da preludio a quel gusto
antiquario che dominò la scena dell’Italia settentrionale nel secolo successivo.
Il primo capolavoro che ci sia pervenuto di questo autore sono gli affreschi nella cappella
di San Giacomo della Basilica di Sant’Antonio di Padova, dove Altichiero dipinse le Storie
La pittura milanese del terzo quarto del Trecento presenta una continuità con Giotto anche se di San Giacomo, in collaborazione con il bolognese Jacopo Avanzi e, da solo, la maestosa
questo deve fare i conti con l’arte tardo gotica che comincia a fiorire nella corte dei Visconti. Crocifissione, tra il 1376 e il 1379, su commissione di Bonifacio Lupi marchese di
Nei codici miniati ora conservati a Parigi notiamo un’estrema raffinatezza delle fusioni Soragna. La Crocifissione è dipinta entro tre arcate, ma le diverse scene sono trattate
cromatiche portate da Giotto e iconografie profano- cavalleresche. Questi dimostrano come un unico spazio. Al centro la Croce, isolata in alto e contornata da angeli, ricorda
l’evoluzione dello stile tardo gotico. il medesimo soggetto di Giotto nella Cappella degli Scrovegni, al pari del gruppo delle
pie donne.

Crocifissione – 1376/79 – Basilica di Sant’Antonio. Tre arcate


Padova e Verona suddividono la raffigurazione ma queste sono comunque unite.
Divengono centri importanti artisticamente grazie al nuovo gusto delle commissioni profane e Vi sono toni drammatici di ascendenza giottesca. Cristo è
religiose, le idee culturali che lievitano grazie a Petrarca. isolato e innalzato dalla folla e Maria e le donne piangono la
sua morte.
Verona ha rapporti molto forti con i Visconti. I soldati a piedi e a cavallo osservano indifferenti il supplizio
Padova nella prima metà del Trecento si sviluppa uno stile Giottesco stimolato dalla presenza mentre altri sorteggiano la veste del condannato. Presenti sono
in loco della Cappella degli Scrovegni. A Padova si sviluppa un forte interesse nei confronti dei anche i bambini e curiosi che sono attratti dagli individui che
fenomeni più arcaici come per esempio per la fissità ieratica. rientrano a Gerusalemme. Vengono descritte reazioni.

 Guariento artista padovano nel Trecento. Attivo a Padova al servizio dei signori della
città, i Da Carrara e a Venezia, dal 1337 al 1367. alterna i motivi giotteschi ed eleganze Ma è straordinario è il dispiegarsi della folla attorno al Golgota, un campionario di stati d’animo
gotiche ma risente anche dello stile bizantino. e di scene di vita quotidiana che non ha paragoni in un soggetto del genere: soldati indifferenti,
passanti, spettatori incuriositi o inconsapevoli, madri coi bambini alla mano, persone che
 Giusto di Menabuoi Si forma a Firenze ed è molto vicino alla monumentalità. E’ capace commentano … e poi le scene secondarie, come quella degli sgherri che rientrano in città, o
di muoversi all’interno dei diversi linguaggi dell’arte medievale infatti tenta anche di quella delle vesti tirate a sorte, il tutto con una tale vividezza che pare di trovarsi di fronte ad
imitare Altichiero. un vivido spaccato di una piazza trecentesca, con un’amplissima gamma di tipi umani e di
atteggiamenti emotivi.
Paradiso – 1375/76 – Menabuoi È concepito come una ruota ipnotica
nella quale al centro c’è il medaglione con Cristo Pantocratore. E’ una Oratorio di San Giorgio a Padova – nel 1384 Altichiero concluse un’altra grande opera, gli
visione arcaica con al di sotto la Madonna frontale che recupera la affreschi sulle pareti dell’oratorio di San Giorgio, sempre a Padova. La struttura architettonica
posa tardo antica. è molto simile alla cappella degli Scrovegni, con un’aula dalle pareti lisce coperta da volta a
I profeti sui pennacchi si affacciano da finte finestre mentre gli botte. Le scene raffigurate sono la Crocifissione, l’Incoronazione della Vergine (sull’altare), le
Evangelisti siedono ai tavoli di lavoro. Storie dell’Infanzia di Cristo (controfacciata) e, sulle pareti le Storie di San Giorgio, di Santa
Caterina d’Alessandria e di Santa Lucia. Ciascuna scena è contornata da grandi campiture, che
ne risaltano la spettacolarità. Lo stato di conservazione non è ottimo, ma nelle parti meglio
conservate si può ammirare come la stesura pittorica sia raffinatissima, con giochi di luce e
 Altichiero – da Zevio (Zevio, 1330 – Verona 1390) è stato un pittore italiano, attivo a morbide sfumature e brillanti accostamenti, con vertici assoluti per l’arte trecentesca.
Verona e a Padova con notizie dal 1369 al 1384. E’ considerato tra i maggiori pittori
veneti di questo periodo, secondo alcuni il più geniale pittore del secondo Trecento. Nel

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 Jacopo Avanzo Lavora insieme ad Altichiero a Padova ed è un pittore dalle grandi doti Gli artisti iniziano sempre ad avere più consapevolezza ed elogi: es. Giotto ottiene il titolo
quando si trova a rappresentare figure umane mentre per le architetture e paesaggi è nobiliare.
ancora immaturo. Giotto non è solo un semplice artista è capo-bottega molto ricco che investe il proprio denaro.
Nella Maestà di Duccio di Buoninsegna nel 1311 questa viene trasportata al duomo da un
solenne corteo facendoci intendere di non considerare questa un’opera d’arte quanto invece
un manufatto dai poteri magico religiosi.
Il palazzo del potere civile nel Medioevo In conclusione, l’artista resta ancora un artigiano i quali rimangono ancora inglobati nell’arte
Con l’affermazione dell’autonomia comunale la città muta a seconda delle esigenze che dei maestri di pietra e legna. L’aspetto materiale della loro professione è indimenticabile
quest’ultima richiede. Il duomo è centro simbolico funzionale che si affianca al Palazzo
comunale che risponde alle esigenze politiche – amministrative – governative.
Prima ci si riuniva all’interno delle chiese o all’aperto ma ora c’è bisogno di un edificio che
risponda a questa esigenza.
Nel 1176 Battaglia di Legnano abbiamo la vittoria con Federico Barbarossa che determina il
crollo della pretesa imperiale e l’emergere delle autorità cittadine. Abbiamo così l’erigersi del
broletto.
Il broletto prevedeva un ampio porticato praticabile dalla piazza dove all’interno vi si accedeva
facendo ingresso in una sala affrescata. Presenti erano finestre – balconi e scalinate.
La sua struttura va evolvendosi a causa delle funzioni governative che si moltiplicano portando
ad un ampliamento dell’edificio. Nell’Italia centrale dalla seconda metà del XIII secolo iniziano
le varie tipologie di edilizia. I palazzi prendono nome dalle magistrature che vi hanno sede.
Secondariamente i palazzi in Italia centrale portano alla creazione di una loggia che fa le veci
di porticato.

Il ruolo dell’artista nel Medioevo


A partire da Giotto i pittori iniziano a suscitare grande interesse.
procurandosi anche grande notorietà. Nel Trecento vediamo smantellata la barriera che vede
le arti figurative non all’interno delle arti liberali.
Nel Purgatorio Dante afferma di non dover distinguere i letterati dagli artisti i quali erano
generalmente considerati inferiori in quanto appartenenti alle arti meccaniche. Dante li rivaluta.
Petrarca quando incontra Simone Martini ad Avignone fa eseguire a quest’ultimo delle opere
che porteranno Martini ad essere elogiato e paragonato a Policleto e Virgilio.
Boccaccio elogia nel Decameron l’abilità di Giotto nel riprodurre la natura.
In Grecia gli artisti assumono lo status da intellettuali infatti dal VI secolo questi firmano le
proprie opere per essere ricordati e orgogliosi inoltre delle loro opere d’arte. Gli artisti si
inseriscono al vertice della società come Fidia o Policleto e con la maggiore richiesta di opere
i prezzi di queste salgono a livelli molto alti.
A Roma la considerazione dell’artista è inferiore e per influsso greco raccolgono le opere d’arte
in quanto esteti. Le opere hanno destinazione propagandistica e quindi l’artista si trova ad
essere sottomesso al committente i quali scelgono i programmi iconografici.
Il declino della considerazione dell’artista è nell’Alto Medioevo quando scompare il
collezionismo e l’unico committente è la Chiesa. L’artista è artigiano ad eccezione dell’orefice
il quale firma le proprie opere (es. Sant’Ambrogio a Milano).
Dopo l’anno Mille gli artisti ricadono nell’anonimato e le rare notizie del XI – XII sono soltanto
di architetti e orafi: gli architetti sono riconosciuti perché hanno conoscenze teoriche mentre i
secondi hanno una considerazione alta perché lavorano materiali preziosi.
Nel XII secolo gli architetti e scultori firmano ancora le proprie opere e sono anche citati in
iscrizioni (Wiligelmo e Lanfranco).Iniziano poi a firmarsi anche i pittori di tavole quali Giunta
Pisano o Guido da Siena. Nei Pulpiti Giovanni Pisano si proclama maestro colto di facoltà
inventive più alte del padre.

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