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STORIA DELL’ARTE

L’ARTE GRECA.
Le prime civiltà greche nacquero su delle alture circondate da mura in modo
che fossero meno soggette all’attacco dei nemici .
Al centro c’era un grande edificio e tutto intorno case tutte vicine fra loro.
In seguito con lo sviluppo economico e culturale nacquero le città stato dette
POLIS formate da: ACROPOLI e AGORA’; Acropoli era il luogo dove
sorgevano gli edifici religiosi , mentre l'Agorà era una piazza pubblica dove si
svolgeva il mercato e dove si svolgevano le assemblee dei cittadini.
La costruzione più importante per i Greci era il tempio dove al suo interno si
trova la statua della divinità che protegge la Polis.
Il tempio era l’edificio principale del santuario. Esso si trovava di solito
sull’acropoli o in un luogo fuori dal centro cittadino, abbastanza grande per
contenere i cittadini che vi giungevano per celebrare le divinità. In principio era
costruito in legno o in mattoni, ma questi elementi vennero sostituiti
progressivamente con altri, più resistenti e meno deperibili, visto che erano
sottoposti alle intemperie e agli incendi: la pietra e spesso il marmo.
Il tempio aveva:
1) il NAOS, cioè la cella dove si trovava la statua della divinità a cui era
dedicato il tempio; il naos era la parte più interna e l’accesso era riservato solo
ai sacerdoti;

2) il PRONAO, cioè la parte che si trovava davanti al naos;

3) l’OPISTODOMO, una parte del tempio che si trovava al lato opposto al


pronao. In principio non esisteva, poi i greci la realizzarono per donare più
simmetria all’edificio;

4) la PERISTASI , l’insieme delle colonne messe tutte nella stessa distanza.

Tutta la struttura era circondata da colonne e la facciata del tempio era


sempre rivolta verso est. I templi non erano tutti uguali, ma cambiavano a
seconda del numero di colonne e di come esse erano posizionate. C’era
dunque:

● il tempio IN ANTIS, dove le pareti del naos si prolungavano in avanti e


vi erano solo due colonne nel pronao, posizionate davanti all’ingresso
del naos;
● ll tempio DOPPIAMENTE IN ANTIS, se la struttura precedente si
ripeteva anche sul retro del naos; lo spazio retrostante si chiamava
opistòdomo;

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● il tempio PROSTILO, se davanti al pronao c’era una fila di colonne. A
seconda del numero di colonne che c’erano, il tempio poteva essere
definito tetràstilo (4 colonne), esàstilo (6 colonne), eptàstilo (7 colonne),
octàstilo (8 colonne), ennàstilo (9 colonne) o decàstilo (10 colonne);
● il tempio ANFIPROSTILO, se la fila di colonne compare anche di fronte
all’opistòdomo;
● Il tempio PERIPTERO, caratterizzato da una fila di colonne1 che
circondano tutto l’edificio; il tempio DIPTERO, se la fila di colonne che
circonda l’edificio è doppia;
● il tempio A THOLOS, sempre a pianta circolare, dove il naos è di forma
circolare.

Gli ordini architettonici


Gli ordini architettonici è l’insieme delle regole matematiche e geometriche,
per costruire un edificio tutto proporzionato. Gli ordini erano tre: l’ORDINE
DORICO(1 a 62), l’ORDINE IONICO(1 a 8), l’ORDINE CORINZIO(1 a 10).
(avevano dei rapporti ideali tra modulo e altezza della colonna, il modulo
è l’unità di misura Greca che è il diametro di base del fusto della
colonna).

ORDINE DORICO
L’ORDINE DORICO è quello più antico. Si chiama così perchè venne
realizzato dai Dori. Poichè si presentava semplice, ma solido e massiccio,
Vitruvio, nel descriverlo, lo paragonava alla forza e all’eleganza del corpo di
un uomo.
Il tempio dorico non si appoggia direttamente a terra, ma è separato dal
terreno con tre o più gradini, detti crepidòma, su cui si poggia lo stilòbate. La
colonna non ha la base. Essa si divide in due parti: fusto e capitello. Esso
inoltre è scanalato (presenta cioè 20 scanalature). Il capitello si compone di
due parti: echìno e àbaco. L’echìno è la parte inferiore e somiglia a una
bacinella rovesciata, mentre l’àbaco è la parte superiore e somiglia ad un
parallelepipedo molto schiacciato.
L’insieme degli elementi strutturali e decorativi che si poggiano sulle colonne
prende il nome di “trabeazione“. Essa si divide in tre parti: architrave
(l’elemento strutturale per eccellenza, che collega tutte le colonne e sostiene
le parti superiori;), fregio (elemento decorativo posto al di sopra
dell’architrave; è composto a sua volta da mètope e trìglifi. Le mètope sono
delle lastre di pietra poste tra lo spazio che si creava tra una trave e l’altra;
sono decorate con scene mitologiche. I trìglifi sono elementi con tre
scanalature posti davanti alle teste delle travi lignee, per proteggerle dalle
1 colonnato continuo: peristasi.
2 rapporti ideali tra modulo e altezza della colonna.

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intemperie) e cornice (elemento che sta sopra al fregio e sporge su di esso,
così da proteggerne le decorazioni).

ORDINE IONICO
L’ORDINE IONICO si sviluppa quasi contemporaneamente al precedente, con
un leggero ritardo. Si chiama così perchè venne realizzato dagli Ioni. Poichè si
presentava slanciato ed aggraziato, Vitruvio, nel descriverlo, lo paragonava
alla figura femminile.
La colonna non poggia direttamente sullo stilobate ma ha una base formata
da tre parti: toro, scrozia e toro. Il fusto della colonna è sempre rastremato e
scanalato, ma le scanalature invece di 20 sono 24, così da sembrare ancora
più slanciata e snella. Il capitello è l’elemento che più caratterizza l’ordine
ionico, perchè è formato da un echino con ovoli e dardi al centro e da due
morbide volute a lato e da un abaco sovrastante, a pianta quadrata ma di
spessore molto limitato.
Per quanto riguarda la trabeazione, c’è da dire che l’architrave è tripartito, il
fregio è continuo e la cornice è simile a quella dell’ordine dorico. Anche i
rimanenti elementi sono simili a quelli dell’ordine dorico.

ORDINE CORINZIO
L’ORDINE CORINZIO, essendo troppo elaborato, venne poco usato dai
Greci. Vitruvio lo paragonava alla bellezza delle figure delle fanciulle.
Anche nell’ordine corinzio la colonna non poggia sullo stilobate. La colonna è
come quella ionica, rastremata e scanalata, con 24 scanalature come
nell’ordine ionico. Quello che però maggiormente caratterizza l’ordine corinzio
è il capitello: formato da un nucleo a forma di cono, intorno al quale si
dispongono le foglie d’acànto, organizzate su due livelli. Tutto il resto è simile
a quello dell’ordine ionico.
QUESTE STRUTTURE SONO LE FONDAMENTA DELL’ARHITETTURA
MODERNA.

LA SCULTURA GRECA.
Nel periodo arcaico gli scultori Greci crearono numerose statue di giovani e
fanciulle, i KOUROI e le KORAI sempre raffigurati in posizione eretta.
La figura maschile era raffigurata nuda per rappresentare la sua forza ,
mentre le donne vestite perché bisognava rappresentare solo il ruolo di
madre.
Avevano molte caratteristiche della tradizione egizia come la monumentalità e
la rigidità delle figure però si differenziano dagli egiziani dal fatto che

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rappresentano persone comuni, mentre gli egiziani erano abituati a
rappresentare divinità e i faraoni; queste statue erano rappresentate sempre
con un sorriso che viene detto “sorriso arcaico” ma che non vuole
rappresentare la serenità del volto e non voleva mostrare alcun tipo di
sentimento , ma lo avevano ereditato dagli egizi.
(Erano statue votive).

GUERRIERI MORENTI.
I guerrieri morenti vengono rappresentati sul frontone del tempio di Atene ,
sono un simbolo di passaggio dall’età arcaica a quella classica.
Il primo rappresenta il guerriero morente del frontone occidentale del tempio di
Atene, possiamo notare che è una figura molto idealizzata , non trasmette
nessun tipo di emozione perchè ha un sorriso sul viso quando dovrebbe avere
una faccia sofferente, il fisico è proporzionato , vengono rappresentati in
orizzontale per farli entrare nel frontone.
Nel primo anche il colore non ci trasmette quello che dovrebbe trasmettere
perchè è freddo, mentre il secondo guerriero morente che si trova sul frontone
orientale vediamo che è molto più realistico, ci trasmette più quella
sensazione di sofferenza, anche la luce è più calda, infatti gli è sparito dal
volto il sorriso, ed è proprio questo il passaggio dall’età arcaica a quella
classica, le sculture vengono rappresentate in modo più realistico, quindi
scompare questo sorriso dal volto.
L’inizio dell’età classica viene definito stile severo perchè le statue vengono
rappresentate in una maniera seria, pensosa e molto più vicini alla realtà.
Tra le statue dello stile severo troviamo i BRONZI DI RIACE.
Le due statue presentano anche delle lievi differenze espressive; infatti il
"bronzo A" detto TIDEO appare più nervoso ed ha una posa minacciosa,
mentre il "bronzo B" detto ANFIARAO sembra più calmo e rilassato, ha una
posa più pacata. Le due statue, mediante anche la loro postura e la loro
posizione delle braccia, trasmettono una sensazione di forza e potenza.
Queste statue sono delle statue simbolo, perché rappresentano il concetto di
bellezza sviluppata in Grecia, cioè per loro la bellezza maschile si identificava
con un corpo nudo muscoloso.
Nell’età classica si affermò un nuovo modello urbanistico a scacchiera, molto
usato per le città di nuova formazione, detto “ippodameo” dal nome
dell’architetto Ippodamo che fu il primo a codificare in qualche modo le basi
dell’urbanistica e non più il progetto di una casa , ma di una città intera.
Inoltre, nelle città greche ci furono nuove tipologie architettoniche di edifici
pubblici che potessero soddisfare tutte le esigenze della gente; Abbiamo: il
pritaneo dove si svolgeva la magistratura ed era il cuore politico della città

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dov’era custodito il focolare sacro della città (che non doveva mai spegnersi)
che era un simbolo , il buleuterion cioè la sede del consiglio cittadino e infine il
telesterio era la grande sede delle assemblee.
Un esempio di architettura classica è l’acropoli di Atene e l’edificio più
importante di quest’acropoli era il Partenone.

PARTENONE
(gli autori Callicrate e Ictino,Fidia lo scultore).
Il Partenone era l’enorme tempio situato sull’acropoli di Atene e dedicato
ad Atena, divinità protettrice della pòlis.
Alla cella del tempio si accedeva attraverso un prònao (un portico) con sei
colonne doriche sulla facciata e all’interno una fila di colonne cingevano la
statua della dea. Poi c’era l’opistòdomo (talvolta il portico veniva replicato
anche nella parte posteriore della costruzione, ma non comunicava con la
cella) appariva simile al prònao, con sei colonne doriche sulla facciata. Esso
conduceva a un immenso spazio, nel quale il soffitto era sorretto da quattro
colonne ioniche e dove erano tenuti i sacri arredi
La perìstasi (il lato corto del tempio) contava sulla facciata otto colonne,
mentre il lato lungo ne contava diciassette.
La costruzione era regolata da una fittissima rete di rapporti matematici e
correzioni ottiche, che rendevano l’uso dell’ordine dorico più armonico.
L'ordine dorico della costruzione è addolcito e reso estremamente elegante
grazie alle proporzioni studiatissime. Il colonnato del Partenone esterno
presenta otto colonne sulle facciate e diciassette sui lati lunghi, quindi il loro
rapporto è di 8:7, mentre il rapporto del vero e proprio edificio è di 9:4 tra
lunghezza e larghezza. In questo Partenone è ricorrente anche l’uso della
sezione aurea che rappresenta un rapporto numerico, che trova applicazioni
nelle opere d’arte. (indica il rapporto fra due larghezze disuguali).

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