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Architettura
L’acropoli
L’Acropoli sorge su uno sperone roccioso, una roccia durissima e
scivolosa. Si ci accede con una scalinata.
Edifici principali:
– Tempio di Atena Nike (ionico, anfiprostilo e tetrastilo)
– Colonnato d’ingresso, propilei.
– Partenone sulla destra
– Sulla sinistra un tempio dedicato ad Eretteo (fondatore di Atene)
Il Partenone
Il partenone 447-438/432. Quindici anni è un tempo relativamente rapido.
I due architetti progettisti erano ichtinos (più importante, di cui rimane un
altro tempio per cui possiamo confrontarli) e e callicrates. A questi due
nomi si aggiunge un terzo: Fidia che in realtà dovrebbe cccuparsi solo
della decorazione scultorea, diventa un architetto giunto, scelto
direttamente da Pericle. Al posto di attaccare Pericle si attacca lui di
malversazioni. Si può essere nemici di Pericle nel 5 secolo perché ha
accumulato nelle sue mani rande potere.
Il fregio
Le metope, fregio dorico rappresentati una centauromachia,
amazzonamachia, gigantomachia (Giganti che assaltano l’Olimpio per
assumerne il potere, sempre guerra tra nomos e iubris, gli attori della
iubris), la guerra di Troia. Avevamo un fregio continuo (che ci aspettiamo
in quello ionico). Fregio continuo che correva lungo le mura esterne del
naos. Erano raffigurate la processione panatenaica (feste dedicate ad
Atene) e cavalcata panatenaica. La prima volta in una decorazione
templare in cui gli attori non sono divinità, ma uomini. La prima volta che
figure non divine vengono raffigurate in un monumento religioso. C’è una
gerarchia (nel punto più basso giovani e giovane di Atene, nella parte
intermedia il fregio dorico le mchie e poi gli dei nei frontoni).
Scultura
Dea di Morgantina, nota come Afrodite ma di fatto Demetra. Tecnica usata
nel vestito, esempio nel panneggio bagnato, siamo nel V secolo, in Sicilia a
Morgantina vicino ad Enna. Sembrava Afrodite ma siccome lei è più
giovane si pensa sia Demetra perché il suo mito spiega l’avvicendarsi delle
stagioni e quindi delle pratiche dell’agricoltura, granaio d’Italia. roccia
calcarea tranne nelle braccia e in viso già visti a se li unte dove c’è il
marmo, acrolito.
Vicenda particolare perché compare in un museo di LA Paul Getty (un
miliardario) in caso di legislazione nazionale complicatissimo. Vengono
portate avanti delle indagini di tipo geologico e questo calcare si trova
soltanto negli altopiani della Sicilia centro-orientale e scatta una questione
giuridica complicatissima. è una figura tombarola, quelli che fanno scavi
clandestini, cercano oggetti in terracotta o monete. Una volta trovata la
scultura avrebbero dovuto segnalarla alla sovrintendenza ma invece la
segano in tre parti e la vendono. Si tratta di ritrattazione (?). Il museo lo
cede al ministero dei beni culturali che lo ha ceduto alla regione siciliana
che lo ha collocato nel museo di Aidone.
La calcarenite ci dice che è stata realizzata in Sicilia perché questa pietra
è propria della Sicilia centro-orientale. Lo scultore ha avuto modo di
vedere i rilievi del partenone, utilizza una tecnica che nasce lì oppure
aveva un disegno preparatorio.
Mozia è un’isola punica. Il giovane di Moria era sepolta in modo strano con
la testa staccata. È un linguaggio greco, uno dei capolavori della scultura
greca del V secolo. Può essere stata commissionata a uno scultore greco
che stava sull’isola. Giovane perché non conosciamo il soggetto, se è una
divinità o un eroe o altro. Colpisce la posizione che è stranissima, ha una
mano sull’anca, in posa di vittoria, probabilmente una clave, Eracle. Frutto
di un sincretismo, dell’unione di due culture, greco e fenicio. Due fori per
reggere una placca.
Doriforo di Policleto, portatore di lancia. Come nei bronzi di riesce
ponderatio, cioè sta dritta in equilibrio su una gamba, l’altro elemento è
quello del chiasmo, figura retorica ad incrocio, come per paratassi e
sintassi una figura della stilistica vene trasportata all’arte. Alla gamba
dritta corrisponde un braccio piegato, al braccio dritto la gamba
leggermente flessa. Nei bronzi di riace lo si trova ma meno evidente.
Copia dell’originale in bronzo che si riconosce dall’inserimento dei perni e
dei supporti oltre che il fatto che era formato da più pezzi. Policleto aveva
redatto un canone (Policleteo, regole da seguire) che prevedeva il
chiasmo e che il capo fosse un ottavo rispetto all’altezza complessiva del
corpo. Quello che regola il doriforo sono una serie di norme di tipo
matematico e geometrico, nn è una novità per il mondo greco (esempio
l’architettura) ma il fatto nuovo è che alla pratica artistica per la prima
volta si accompagna un modello di trattatistica, teoria della
rappresentazione, importante perché diceva che la tecnica era una pratica
esecutiva perché diventa qualcosa che utilizza anche una Componente
matematica, riflessiva, intellettuale. Quindi la tecne si evokve da pratica
esclusivamente esecutiva diventaun modello teorico. Componente
esclusivamente nel mondo greco.
IV SECOLO
Guerra del Peloponneso e condanna a morte di socrate. Ulteriore scontro
che contrappone Sparta a Tebe, approfitteranno di questa situazione i
macedoni. Periodo di decadenza? I presupposti sui quali si misura la
decadenza culturale ecc. La decadenza riguarda la forma delle città stato,
decadono le poleis ma la decadenza delle poleis della loro forma non è la
decadenza del mondo greco, il modello culturale anzi si espande e
diffonde. Per i greci i macedoni non sono greci, sono barbari, mentre
invece i macedoni si credevano greci. Il problema delle identità è
estremamente scivoloso. Alessandro, il precettore è Aristotele, è imbevuto
di cultura greca ma rimane comunque un barbaro. Un altro passaggio
fondamentale che avviene per quanto riguarda la scrittura. Con Platone la
filosofia diventa sistema e ancora più con Aristotele, un sistema che
rimane lì fisso e stabilito, con la trasmissione orale l’approccio alla filosofia
era comunitario. La filosofia diventa un sistema di conoscenza che occupa
il centro della scena. Il mito era insieme conoscenza e religione ma ad un
certo punto il mito perde i suoi caratteri fondamentali a favore della
filosofia. Noi usiamo un’approccio conoscitivo sia individuale, solitario e
commutatrio. Se parliamo di un declino dobbiamo individuare i parametri
(quindi in relazione al passato per esempio) per i quali possiamo dire che
c’è una situazione di declino.
Tre scultori:
– Prassitele
– Scopas
– Lisippo
Prassitele
Prassitele Afrodite degli cnidi. Prassitele. Chiasmo, copia romana.
Famosissima rimaste una trentina di copie, ci muoviamo in un ambito di
grande differenze rispetto al V secolo. Ci confrontiamo per la prima volta
con il nudo femminile, che prima riguardava solo le figure maschili, perché
nudo eroico. La nascita di venere di Botticelli si ispira a questo. Sta
deponendo la veste, venere bagnante che però è stata trasportata in un
ambito quotidiano, anche se è un bagno rituale inizia a prediligere una
componente quotidiana. Il mito greco non sarà più logos e sacro, ma
inizierà ad aver a che fare con il quotidiano, conseguenza della filosofia.
Diventa un semplice racconto, narrazione. La linea del corpo è sinuosa,
dinamica, mobile rispetto al doriforo è un elemento trasversale degli autori
di questo secolo.
Αpollo sauroctono, prassitele, si prepara a trafiggere una lucertola, non ci
è giunto l’arco. Lucertola cammina sul tronco. In comune con l’Afrodite c’è
la posa, la linea sinuosa e si appoggia al tronco. Non è una visione, un
elemento eroico, epico, mitologico ma una visione quotidiana, il mito viene
quasi desacralizzato. È sintomo di un passaggio culturale (il mito perde la
centralità per la filosofia).
Skopas
Scopas, menade danzante. Erano le donne che in preda alla frenesia
accompagnavano il corteo di Dioniso, baccanti. Un movimento frenetico,
instabile, sta ruotando su se stessa. Le braccia potevano essere
fortemente distanziate rispetto al resto del corpo. La posizione che la
statua ci chiede di assumere. Non basta un punto di osservazione,il
dinamismo della scultura ci chiama, invita, a moltiplicare i nostri punti di
osservazione. Per il doriforo per ammirare il chiasmo dovremmo metterci
frontalmente. Non sono giunte braccia e gambe.
Pothos, i piedi incrociati rendono la posizione estremamente precaria.
Siamo passati dal culmine della figura eretta a una figura con una tensione
precaria che la rende tale. Abbiamo anche una grande espressività del
volto, assente nel doriforo. Esprime uno stato d’animo. Skoda s lo ottiene
questa idea della dimensione espressiva del volto infossando gli occhi e
ombra che si addensa attorno ad essi e aprendo la bocca. Non è effetto
che si ricava inconsapevolmente.
Stesso effetto nella testa di guerriero ritrovato nel