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Sol Invictus ("Sole invitto") o, per esteso, Deus Sol Invictus ("Dio Sole invitto") era un appellativo

religioso usato per diverse divinit nel tardo Impero romano: Helios, El-Gabal, Mitra che nirono
per essere assimilate, nel periodo della dinastia dei Severi, all'interno di un monoteismo "solare"[2]
[3].

Al contrario del precedente culto agreste di Sol Indiges ("Sole nativo" o "Sole invocato" -
l'etimologia ed il signicato del termine indiges sono dubbie), il titolo Deus Sol Invictus fu formato
per analogia con la titolatura imperiale Pius, Felix, Invictus (Devoto, Fortunato, Invitto).

Indice [nascondi]
1 Storia
1.1 In Egitto e Siria
1.2 Eliogabalo e Mitra
1.3 Culto solare romano
1.4 "Al compagno Sole Invitto"
1.5 L'editto di Teodosio
2 Sol Invictus e Cristianesimo
2.1 Il sole come simbolo giudaico del messia
2.2 Simbolismo solare associato a Cristo
2.3 Il simbolismo solare nell'iconograa cristiana
2.4 Sovrapposizione fra culto solare e culto cristiano
3 Note
4 Bibliograa
5 Voci correlate
6 Altri progetti
7 Collegamenti esterni
Storia[modica | modica wikitesto]
In Egitto e Siria[modica | modica wikitesto]

Moneta dell'imperatore Marco Aurelio Probo (ca. 280), con Sol Invictus alla guida di una quadriga,
con iscrizione SOLI INVICTO, "Al Sole Invitto". Notare come l'imperatore porti una corona radiata,
attributo del dio.
Il culto del Sol Invictus ha origine in oriente. Ad esempio le celebrazioni del rito della nascita del
Sole in Siria ed Egitto erano di grande solennit e prevedevano che i celebranti ritiratisi in appositi
santuari ne uscissero a mezzanotte, annunciando che la Vergine aveva partorito il Sole, rafgurato
come un infante. In particolare, l'apologeta cristiano Epifanio di Salamina [4] a segnalare che in
alcune citt d'Arabia e d'Egitto i pagani celebravano una festa dedicata al trionfo della luce sulle
tenebre, e incentrata sulla nascita del dio Aon, generato dalla vergine Kore, con un evidentissimo
rimando alla dottrina dell'eterno ritorno: si noti che nella tradizione cosmologica greca "Aon" era
uno degli aspetti del Tempo, inteso nella sua valenza di eterno presente; in greco, inoltre, "kore"
la parola che designa genericamente la "fanciulla" ossia il femminile nelle sue innite potenzialit,
e Kore anche il nome con cui nota la gura mitologica di Persefone. La testimonianza di
Epifanio confermata anche da Cosma di Gerusalemme[5], che ancora nel sec. VII d.C. menziona
la celebrazione di analoghe cerimonie nella notte tra il 24 e il 25 dicembre.

Eliogabalo e Mitra[modica | modica wikitesto]
Caracalla: antoniniano[6]
Caracalla Antoninianus 218 824365.jpg
ANTONINUS PIUS AVG GERM, testa laureata a destra, in uniforme militare (Paludamentum) P
M TR P XVIII COS IIII P P, il Sole in piedi tiene nella mano sinistra un globo, la destra alzata.
23 mm, 4.95 g, coniato nel 216 durante la campagna militare in Oriente contro i Parti.
Il culto acquis importanza a Roma per la prima volta con l'imperatore Eliogabalo (sebbene vi siano
emissioni monetali antecedenti del Sole, almeno dell'epoca di Caracalla), che tent
prematuramente di imporre il culto di Elagabalus Sol Invictus, il Dio-Bolide solare della sua citt
natia, Emesa, in Siria. Eliogabalo fece costruire un tempio dedicato alla nuova divinit sul
Palatino[7]. Con la morte violenta dell'imperatore nel 222 questo culto cess di essere coltivato a
Roma, anche se molti imperatori continuarono ad essere ritratti sulle monete con l'iconograa della
corona radiata solare per quasi un secolo.

Il Sol Invictus, inoltre, compare come divinit subordinata associata al culto di Mitra. Il termine
Invictus compare anche riferito a Mitra stesso e al dio Marte nelle iscrizioni private dei dedicanti e
dei devoti.

Culto solare romano[modica | modica wikitesto]

Aureliano con la corona radiata, su una moneta di bronzo argentato rinvenuta a Roma, 274-275

Mitra al centro e il Sol Invictus in alto a sinistra, Musei Vaticani
Nel 272 Aureliano sconsse la principale nemica dell'impero (riunicandolo), la Regina Zenobia del
Regno di Palmira, grazie all'aiuto provvidenziale della citt stato di Emesa (arrivato nel momento in
cui le milizie romane si stavano sbandando). L'imperatore stesso dichiar di aver avuto la visione
del dio Sole di Emesa, che interveniva per rincuorare le truppe in difcolt nel corso della battaglia
decisiva[8].

In seguito, nel 274, Aureliano trasfer a Roma i sacerdoti del dio Sol Invictus e ufcializz il culto
solare di Emesa, edicando un tempio sulle pendici del Quirinale e creando un nuovo corpo di
sacerdoti (pontices solis invicti). Comunque, al di l dei motivi di gratitudine personale, l'adozione
del culto del Sol Invictus fu vista da Aureliano come un forte elemento di coesione dato che, in
varie forme, il culto del Sole era presente in tutte le regioni dell'impero. Anche molte divinit greco-
romane, come Giove e Apollo, erano identicate con il sole. Inoltre, come riferisce Tertulliano, molti
credevano che anche i cristiani adorassero il sole.

Sebbene il Sol Invictus di Aureliano non sia ufcialmente identicato con Mitra, richiama molte
caratteristiche del mitraismo, compresa l'iconograa del dio rappresentato come un giovane senza
barba.

Aureliano consacr il tempio del Sol Invictus verso la ne del 274[9], ipoteticamente il 25 dicembre,
una festa chiamata Dies Natalis Solis Invicti, "Giorno di nascita del Sole Invitto", facendo del dio-
sole la principale divinit del suo impero ed indossando egli stesso una corona a raggi. La festa del
Dies Natalis Solis Invicti divenne via via sempre pi importante in quanto si innestava,
concludendola, sulla festa romana pi antica, i Saturnali.

La celebrazione del Sole Invitto proprio il 25 dicembre testimoniata nel Cronografo del 354
insieme alla testimonianza del Natale cristiano. La prima testimonianza della celebrazione del
Natale cristiano successiva al Cronografo del 354 risale al 380 grazie ai sermoni di san Gregorio di
Nissa. La festa del Natale di Cristo, infatti, non riportata nei pi antichi calendari delle festivit
cristiane e anche in seguito veniva celebrata in date estremamente differenti tra loro. Durante il
regno di Licinio la celebrazione del Sol Invictus si svolse il 19 dicembre, data forse pi prossima al
solstizio astronomico nel calendario allora in vigore.[10][11]. La festa, inoltre, del Sole Invitto era
celebrata anche in altre date[12].

"Al compagno Sole Invitto"[modica | modica wikitesto]

Moneta di Costantino, con una rappresentazione del Sol Invictus e l'iscrizione SOLI INVICTO
COMITI, "al compagno (di Costantino), il Sole Invitto".
Anche l'imperatore Costantino sarebbe stato un cultore del Dio Sole, in qualit di Pontifex
Maximus dei romani. Egli, infatti, rafgur il Sol Invictus sulla sua monetazione ufciale, con
l'iscrizione SOLI INVICTO COMITI, "Al compagno Sole Invitto", denendo quindi il dio come un
compagno dell'imperatore.[13]

Con un decreto del 7 marzo 321 Costantino stabil che il primo giorno della settimana (il giorno del
Sole, Dies Solis) doveva essere dedicato al riposo:

(LA)
Imperator Constantinus.Omnes iudices urbanaeque plebes et artium ofcia cunctarum venerabili
die solis quiescant. ruri tamen positi agrorum culturae libere licenterque inserviant, quoniam
frequenter evenit, ut non alio aptius die frumenta sulcis aut vineae scrobibus commendentur, ne
occasione momenti pereat commoditas caelesti provisione concessa. * const. a. helpidio. * <a 321
pp. v non. mart. crispo ii et constantino ii conss.> (IT)
Nel venerabile giorno del Sole, si riposino i magistrati e gli abitanti delle citt, e si lascino chiusi
tutti i negozi. Nelle campagne, per, la gente sia libera legalmente di continuare il proprio lavoro,
perch spesso capita che non si possa rimandare la mietitura del grano o la semina delle vigne;
sia cos, per timore che negando il momento giusto per tali lavori, vada perduto il momento
opportuno, stabilito dal cielo.
(Codice Giustiniano 3.12.2)
Natale
Letteralmente natale signica "nascita". La festivit del Dies Natalis Solis Invicti ("Giorno di nascita
del Sole Invitto") veniva celebrata nel momento dell'anno in cui la durata del giorno iniziava ad
aumentare dopo il solstizio d'inverno: la "rinascita" del sole. Il termine solstizio viene dal latino
solstitium, che signica letteralmente "sole fermo" (da sol, "sole", e sistere, "stare fermo").
Infatti nell'emisfero nord della Terra tra il 22 e il 24 dicembre il sole sembra fermarsi in cielo
(fenomeno tanto pi evidente quanto pi ci si avvicina allequatore). In termini astronomici, in quel
periodo il sole inverte il proprio moto nel senso della "declinazione", cio raggiunge il punto di
massima distanza dal piano equatoriale. Il buio della notte raggiunge la massima estensione e la
luce del giorno la minima. Si vericano cio la notte pi lunga e il d pi corto dellanno. Subito
dopo il solstizio, la luce del giorno torna gradatamente ad aumentare e il buio della notte a ridursi
no al solstizio destate, in giugno, quando avremo il giorno pi lungo dellanno e la notte pi corta.
Il giorno del solstizio cade generalmente il 21, ma per linversione apparente del moto solare
diventa visibile il terzo/quarto giorno successivo. Il sole, quindi, nel solstizio dinverno giunge nella
sua fase pi debole quanto a luce e calore, pare precipitare nelloscurit, ma poi ritorna vitale e
"invincibile" sulle stesse tenebre. E proprio il 25 dicembre sembra rinascere, ha cio un nuovo
"Natale". Questa interpretazione "astronomica" pu spiegare perch il 25 dicembre sia una data
celebrativa presente in culture e paesi cos distanti tra loro. Tutto parte da una osservazione
attenta del comportamento dei pianeti e del sole, e gli antichi, per quanto possa apparire
sorprendente, conoscevano bene gli strumenti che permettevano loro di osservare e descrivere
movimenti e comportamenti degli astri.
Dopo aver abbracciato la fede cristiana, nel 330 l'imperatore ufcializz per la prima volta il
festeggiamento cristiano della nativit di Ges, che con un decreto fu fatta coincidere con la
festivit pagana della nascita di Sol Invictus. Il "Natale Invitto" divenne il "Natale" Cristiano (v.
sotto, Sol Invictus ed il Cristianesimo).[14]

Verso la met del IV secolo papa Giulio I ufcializz la data del Natale da parte della Chiesa
cattolica, come riferito da Giovanni Crisostomo nel 390[non chiaro]:

In questo giorno, 25 dicembre, anche la nativit di Cristo fu denitivamente ssata in Roma.
(Giovanni Crisostomo)
L'editto di Teodosio[modica | modica wikitesto]
La religione del Sol Invictus rest in auge no al celebre editto di Tessalonica di Teodosio I del 27
febbraio 380, in cui l'imperatore stabiliva che l'unica religione di stato era il Cristianesimo di Nicea,
bandendo di fatto ogni altro culto.

Il 3 novembre 383 il Dies Solis, che era chiamato anche Dies Dominicus, giorno del Signore, in
accordo con l'uso cristiano attestato da quasi tre secoli (cfr. Apocalisse 1, 16), fu dichiarato giorno
di riposo obbligatorio per le liti giuridiche, per gli affari e per la riscossione dei debiti, comandando
che fosse considerato sacrilego chi non ottemperava all'editto:

Idem aaa. ad Principium praefectum praetorio. Solis die, quem dominicum rite dixere maiores,
omnium omnino litium et negotiorum quiescat intentio; debitum publicum privatumque nullus
efagitet; ne aput ipsos quidem arbitros vel e iudiciis agitatos vel sponte delectos ulla sit agnitio
iurgiorum. Et non modo notabilis, verum etiam sacrilegus iudicetur, qui a sanctae religionis
instinctu rituve deexerit. Proposita III non. nov. Aquileiae Honorio n. p. et Evodio conss.
(Codice Teodosiano, xi.7.13)
Sol Invictus e Cristianesimo[modica | modica wikitesto]
La terminologia relativa alla luce e alle sue fonti: lucerna, fuoco, stelle, luna e -primo fra tutti- sole
si riferisce innanzitutto alla loro realt sica. In seguito all'esperienza umana questi termini si
caricarono di ulteriori signicati e divennero metafora o simbolo, assumendo signicati pi ampi e
complessi. Ad es. la luce si contrappone all'oscurit, il giorno alla notte e per questo motivo la luce
diventa simbolo di verit, di conoscenza, di consapevolezza che si contrappone all'oscurit
dell'ignoranza e della menzogna. Questo processo molto antico e ha portato per esempio i popoli
mesopotamici ad attribuire al dio sole Shamash il compito di garantire la giustizia e il rispetto degli
accordi.Gi nella stele di Hammurabi il re babilonese ritratto mentre riceve da Shamash le leggi,
che promulgher.

Anche il giudaismo assume il simbolo universale della luce o del sole e successivamente il
cristianesimo lo lega alla gura di Cristo come colui che porta la conoscenza e la verit al mondo.

Il sole come simbolo giudaico del messia[modica | modica wikitesto]
Un legame esplicito tra il sole e la gura del Messia atteso da Israele compare nella seguente
profezia:

la mia giustizia sorger come un sole e i suoi raggi porteranno la guarigione...il giorno in cui io
manifester la mia potenza, voi schiaccerete i malvagi...
(Libro di Malachia, 3, 20-21)
Questa immagine della giustizia di Dio come un astro splendente risale al Libro di Isaia (Is 30, 26 e
Is 62, 1) ed ripreso anche nel Libro della Sapienza (Sap 5, 6).

L'utilizzo del sole come simbolo messianico nel periodo immediatamente precedente la nascita di
Cristo confermata dai testi di Qumran[15]:

La sua parola come parola del cielo; il suo insegnamento secondo la volont di Dio. Il suo
eterno sole splender e il suo fuoco sar fulgido in tutti i conni della terra; sulla tenebra splender.
Allora la tenebra sparir dalla terra, l'oscurit dalla terraferma.
(Apocrifo di Levi (4Q541), frammento 9, colonna 1, righe 2-6)
Simbolismo solare associato a Cristo[modica | modica wikitesto]
Si osservi che Malachia non il nome dell'autore del libro, ma signica messaggero. L'annuncio
dell'arrivo di un sole di giustizia proprio nelle ultime frasi del libro che concludeva la Bibbia ebraica
stato interpretato dai cristiani, ma ovviamente non dagli ebrei, come un annuncio profetico della
nascita di Ges. Questa interpretazione implicita gi nel primo capitolo del vangelo di Luca (Lc 1,
79-79), in cui San Zaccaria, quando preannuncia che Giovanni Battista andr "dinanzi al Signore a
preparargli la via", profetizza che la misericordia di Dio "ci verr incontro dall'alto come luce che
sorge" ed infatti nel capitolo successivo Ges presentato come "luce per illuminare le
nazioni" (cfr. Lc 2, 32).

Il simbolismo teologico "Cristo-Luce" caratteristico del Vangelo di Giovanni (cfr. Gv 1, 4-9 e Gv 8,
12) che mette spesso in evidenza la contrapposizione tra luce e tenebra. Nelle Lettere di San
Paolo la simbologia della luce molto presente con una grande ricchezza di sfumature e signicati
(ad es. Ef 5, 8-14) tra i quali viene associato anche il Messia citato in modo simile nella letteratura
rabbinica[16].

Se la simbologia della luce ben presente nel Nuovo Testamento il sole non viene quasi mai
associato esplicitamente a Cristo. Il sole come termine ricorre 22 volte e solo due volte viene usato
come paragone per lo splendore del volto di Ges. La prima circostanza la Trasgurazione,
durante la quale il volto di Cristo splendeva come il sole (Mt 17, 2). Anche nell'Apocalisse di
Giovanni quando Cristo appare all'apostolo: " il suo volto era come il sole quando splende con tutta
la sua forza" (1, 16).

Il simbolismo solare invece molto comune fra i primi scrittori cristiani, che distinsero il "vero sol
iustitiae da quello venerato dai pagani e dai manichei" [17]. Il simbolismo era anche stimolato dalla
Resurrezione, di cui il risorgere quotidiano del sole pu essere considerato una metafora.

Il simbolismo solare nell'iconograa cristiana[modica | modica wikitesto]

Mosaico del III secolo nella Necropoli vaticana sotto la basilica di San Pietro, nella volta nel
Mausoleo dei Giulii: stata avanzata l'ipotesi che sia una rafgurazione di Cristo nelle vesti del
dio-sole Helios/Sol Invictus alla guida del carro.
L'iconograa cristiana delle origini utilizz sistematicamente temi iconograci pagani, soprattutto
nei primi tre secoli, quando il rischio delle persecuzioni impediva l'utilizzo di simboli troppo
esplicitamente cristiani in luoghi pubblici come le catacombe. Furono perci utilizzati anche attributi
solari per alludere a Cristo come la corona radiata del Sol Invictus o, in alcuni casi, il carro solare.
Un mosaico forse rafgurante Cristo come Apollo-Helios stato scoperto in un mausoleo sotto la
Basilica di San Pietro e datato circa al 250, nel periodo cio delle persecuzioni di Valeriano. La
valenza cristiana del mosaico si dedurrebbe dai tralci di vite che circondano l'immagine del dio
Helios[18]. Le chiese cristiane - ove fosse possibile - n dagli albori del cristianesimo sono
orientate ad Oriente con l'abside. L'Oriente considerato simbolicamente il punto dove sorge il
sole (invitto dopo la lotta contro le tenebre) e sale nel cielo.

L'utilizzo del sole come simbolo cristologico durata nei secoli sino a oggi. Anche nell'abside
esterna del Duomo di Milano vi la rafgurazione della Trinit, in cui il Cristo rafgurato non
come una persona umana ma come un sole ammeggiante di pietra. Il monogramma IHS
sormontato da una croce e posto dentro una razza ammante uno dei pi comuni cristogrammi.
Gli ostensori, che avevano inizialmente una forma di teca (ostensori architettonici) hanno per lo pi
la forma di disco solare. La razza (o raggera) ammante considerata uno dei simboli pi tipici del
sole.

Sovrapposizione fra culto solare e culto cristiano[modica | modica wikitesto]

Sol Invictus presso il Museo nazionale romano
Molto prima che Eliogabalo e i suoi successori diffondessero a Roma il culto siriaco del Sol
invictus, molti romani ritenevano che i cristiani adorassero il sole:

Gli adoratori di Serapide sono cristiani e quelli che sono devoti al dio Serapide chiamano se
stessi Vicari di Cristo
(Adriano)
molti ritengono che il Dio cristiano sia il Sole perch un fatto noto che noi preghiamo rivolti
verso il Sole sorgente e che nel Giorno del Sole ci diamo alla gioia
(Tertulliano, Ad nationes, apologeticum, de testimonio animae)
Questa confusione era senz'altro favorita dal fatto che Ges era risorto nel primo giorno della
settimana, quello dedicato al sole, e perci i cristiani avevano l'abitudine di festeggiare proprio in
quel giorno (oggi chiamato domenica):

Nel giorno detto del Sole si radunano in uno stesso luogo tutti coloro che abitano nelle citt o in
campagna, si leggono le memorie degli apostoli o le scritture dei profeti, per quanto il tempo lo
consenta; poi, quando il lettore ha terminato, il presidente istruisce a parole ed esorta all'imitazione
di quei buoni esempi. Poi ci alziamo tutti e preghiamo e, come detto poco prima, quando le
preghiere hanno termine, viene portato pane, vino e acqua, e il presidente offre preghiere e
ringraziamenti, secondo la sua capacit, e il popolo da il suo assenso, dicendo Amen. Poi viene la
distribuzione e la partecipazione a ci che stato dato con azioni di grazie, e a coloro che sono
assenti viene portata una parte dai diaconi. Coloro che possono, e vogliono, danno quanto
ritengono possa servire: la colletta depositata al presidente, che la usa per gli orfani e le vedove
e per quelli che, per malattia o altre cause, sono in necessit, e per quelli che sono in catene e per
gli stranieri che abitano presso di noi, in breve per tutti quelli che ne hanno bisogno.
(Giustino martire, II secolo d.C.)
Questa scelta liturgica era inevitabile. Il giorno del sole, infatti, non solo era proprio il primo della
settimana, quello in cui Ges era risorto, ma anche aveva una valenza metaforica teologicamente
e scritturalmente corretta. L'abitudine di chiamare tale giorno "giorno del Signore" (dies dominica,
da cui, appunto il nome domenica) compare per la prima volta alla ne del primo secolo
(Apocalisse 1, 10) e poco dopo nella didach, prima cio che il culto del Sol Invictus prendesse
piede.

Anche la decisione di celebrare la nascita di Cristo in coincidenza col solstizio d'inverno ha dato
origine a molte controversie, dato che le date di nascita di Ges fornite dai Vangeli sono imprecise
e di difcile interpretazione. Le prime notizie di feste cristiane per celebrare la nascita di Cristo
risalgono circa all'anno 200. Clemente di Alessandria riporta diverse date festeggiate in Egitto, che
sembrano coincidere con l'Epifania o col periodo pasquale (cfr. Data di nascita di Ges). Nel 204
circa, invece, Ippolito di Roma propone il 25 dicembre (e la correttezza storica di tale scelta
sembrerebbe essere stata approssimativamente confermata da recenti scoperte[19]). La
decisione, tuttavia, di uniformare la data delle celebrazioni proprio il 25 dicembre potrebbe essere
stata stabilita in buona parte per motivi "politici" in modo da congiungersi e sovrapporsi alle feste
pagane dei Saturnali e del Sol invictus.

La confusione fra i culti continu per alcuni secoli, anche perch ovviamente l'editto di Teodosio,
che proibiva i culti diversi dal cristianesimo, non determin la conversione dei pagani. Ancora
ottanta anni dopo, nel 460, il papa Leone I sconsolato scriveva:

cos tanto stimata questa religione del Sole che alcuni cristiani, prima di entrare nella Basilica
di San Pietro in Vaticano, dopo aver salito la scalinata, si volgono verso il Sole e piegando la testa
si inchinano in onore dellastro fulgente. Siamo angosciati e ci addoloriamo molto per questo fatto
che viene ripetuto per mentalit pagana. I cristiani devono astenersi da ogni apparenza di
ossequio a questo culto degli dei.
(Papa Leone I, 7 sermone tenuto nel Natale del 460 - XXVII-4)
La sovrapposizione fra culto solare e culto cristiano ha dato origine a molte controversie, tanto che
alcuni hanno sostenuto che il cristianesimo sia stato pesantemente inuenzato dal mitraismo e dal
culto del Sol invictus o addirittura trovi in essi la sua radice vera. Questa tesi si forma durante il
Rinascimento, ma si diffusa negli ultimi decenni, tanto da essere considerata se non accettata
perno negli ambienti pi progressisti delle chiese cristiane. Un esempio ce lo fornisce il vescovo
siriano Jacob Bar-Salibi che, alla ne del XX secolo, scrive:[20]:

Era costume dei pagani celebrare al 25 dicembre la nascita del Sole, in onore del quale
accendevano fuochi come segno di festivit. Anche i Cristiani prendevano parte a queste
solennit. Quando i dotti della Chiesa notarono che i Cristiani erano n troppo legati a questa
festivit, decisero in concilio che la "vera" Nativit doveva essere proclamata in quel giorno.
(Jacob Bar-Salibi)
Anche l'allora cardinale Joseph Ratzinger (poi papa Benedetto XVI) parla della cristianizzazione
della festa dedicata al sole e agli dei che lo rappresentavano.[21]

Note[modica | modica wikitesto]
^ Secondo vari autori la festa del Sol Invictus non fu sempre celebrata il 25 dicembre, ma anche in
altri periodi dell'anno, come il mese di ottobre (Cfr. M. R. Salzman, New Evidence for the Dating of
the Calendar at Santa Maria Maggiore in Rome, Transactions of the American Philological
Association (111) 1981, pp. 215-227, a p. 221) o il 19 dicembre (Cfr. Lucio De Giovanni, Costantino
e il mondo pagano: studi di poltica e legislazione, M. D'Auria Editore, 1989). Va anche considerato
che, secondo Gaston H. Halsberghe, Aureliano riform un culto, quello del dio Sol Invictus, che
aveva perso seguito tra i fedeli negli anni precedenti, e lo fece per unicare l'impero e rinnovare i
legami con l'autorit centrale dopo le varie guerre e i vari imperatori succedutisi rapidamente.
Comp quindi non solo una riforma religiosa ma anche una vera e propria riforma amministrativa:
La Cristianit era infatti in pieno sviluppo -scrive Halsberghe- e i culti orientali avevano scosso la
fede nelle antiche divinit romane e le aveva derubate della loro capacit di sostenere la
devozione. Per Halsberghe quindi, in un periodo storico in cui l'aspirazione religiosa conduceva
verso il monoteismo, il nuovo culto del Sol Invictus suggell gli sforzi di Aureliano per stabilire la
centralizzazione e il coordinamento dell'impero: Lo Stato romano era tornata ad essere uno, ma
aveva un leader, l'imperatore, e un unico dio per proteggerlo, il dio Sol Invictus. Il dio Sole fu lo
strumento con il quale Aureliano si identic nella divinit, e con il quale rafforz la sua autorit. La
conseguenza immediata del monoteismo del Sole, dice ancora Halsberghe, stata cos l'unit
religiosa dell'impero e la divinizzazione dell'Imperatore nella sua persona. Cfr.: Gaston H.
Halsberghe, The Cult of Sol Invictus, Brill Archive, 1972, pp. 130-157
^ Cfr. a titolo esemplicativo Giovanni Filoramo, Che cos' la religione, Torino, Einaudi, 2004 p.
190.
^ Per una disamina pi approfondita sul "monoteismo solare" cfr., ad esempio, il capito VIII,
Monoteismo solare, in Storia della religiosit greca di Wilhelm Nestle tradotto in lingua italiana
dalla Nuova Italia di Firenze nel 1973.
^ Contro le eresie, 51,22,8-11, in: GCS (Die griechischen christlichen Schriftsteller der ersten drei
Jahrhunderte, "Scrittori cristiani greci dei primi tre secoli"), Epiphanius, II, 285-286.
^ Discorso 51, in: PG (Patrologia Graeca, a cura dell'abate Jacques-Paul Migne) 38,464.
^ Roman Imperial Coinage, Caracalla, IV, 281a; RSC 358; Cohen 358.
^ Dettagli su queste vicende sono fornite dalla controversa Historia Augusta, un'opera
probabilmente della ne del IV secolo, il cui autore/i sembra essere pagano e anti-imperiale, vicino
alla classe senatoria: Sed ubi primum ingressus est urbem, omissis quae in provincia gerebantur,
Heliogabalum in Palatino monte iuxta aedes imperatorias consecravit eique templum fecit, studens
et Matris typum et Vestae ignem et Palladium et ancilia et omnia Romanis veneranda in illud
transferre templum et id agens, ne quis Romae deus nisi Heliogabalus coleretur. Dicebat praeterea
Iudaeorum et Samaritanorum religiones et Christianam devotionem illuc transferendam, ut omnium
culturarum secretum Heliogabali sacerdotium teneret. (Cfr. "Heliogabalus", 3, 4-5).
^ Historia Augusta, 25, 3-6.
^ Christian Krner, De imperatoribus romanis, Online encyclopedia of roman emperors
^ L'ordine ufciale dato all'esercito di Licinio di celebrare la festa il 19 dicembre tramandato in
una iscrizione citata a p. 480 e nota 128 di: Allan S. Hoey, "Ofcial Policy towards Oriental Cults in
the Roman Army" Transactions and Proceedings of the American Philological Association, 70,
(1939:456-481)
^ Cfr. anche Lucio De Giovanni, Costantino e il mondo pagano: studi di poltica e legislazione, M.
D'Auria Editore, 1989
^ I Ludi Solis, cio i "Giochi del Sole" si svolgevano dal 19 al 22 ottobre, secondo il Cronografo del
354. La maggiore durata delle celebrazioni sembra indicare una maggiore importanza di questa
festa rispetto a quella del solstizio di dicembre. (M. R. Salzman, "New Evidence for the Dating of
the Calendar at Santa Maria Maggiore in Rome" Transactions of the American Philological
Association 111 (1981, pp. 215-227) p. 221.
^ E. Horst, Costantino il grande, Milano 1987, p. 31.
^ vedi Treccani Enciclopedia Italiana di Scienze, Lettere ed Arti, voce Natale
^ Il testo citato databile alla ne del II secolo a.C., cfr. Giovanni Ibba, Qumran. Correnti del
pensiero giudaico (II a.C.-I d.C.), Carocci, Roma-Urbino 2007, p. 111.
^ Grande Enciclopedia Illustrata della Bibbia, Edizioni PIEMME, Casale Monferrato 1997, Vol. II p.
279.
^ Agostino, Enarrationes in Psalmos, 25, 2, 3.
^ Giuseppe Bovini, Mosaici paleocristiani di Roma (secoli III-VI), Ptron ed., Bologna 1971, pp.1-9;
Maurizio Chelli, Manuale dei simboli nell'arte. L'era paleocristiana e bizantina, EDUP, Roma 2008,
p. 32.
^ La nascita di Ges avvenuta secondo i vangeli circa quindici mesi dopo l'annuncio a Zaccaria
della nascita del Battista. La collocazione di questo evento nell'ultima settimana di settembre, in
accordo con la tradizione cristiana, compatibile con le notizie oggi disponibili sul turno di servizio
sacerdotale al tempio della classe sacerdotale di Abia, alla quale apparteneva Zaccaria. Cfr. Data
di nascita di Ges
^ da Christianity and Paganism in the Fourth to Eighth Centuries, Ramsay MacMullen. Yale, 1997,
p. 155
^ La scelta del 25 dicembre per celebrare il Natale cristiano: dal dies natalis del Sol invictus,
espressione del culto solare di Emesa (e del dio Mitra), alla celebrazione del Cristo, sole che
sorge, GliScritti.it. URL consultato il 3 gennaio 2014.

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