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Ili'
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I
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,'l.f!l!ii!!!ii
LLII^IiIlIIILl''
il
m
'
liiililpI
tUlUUUyiHHHtOi'
Propriet artistico
Remo Saxdron
ELZEVIRA
.,
DCr
Hit
dell'
Editore
r:hmo sandron
Off.
Tipogr.
SA.VDROX.
(S.
I.)-l-M- 020313.
ROMA
AL TRAMONTO DEL SETTECENTO
SCORCI
D'
AMBIENTE
Prefazione
Lo ma
so
:
le
prefazioni ?iessuno
le legge.
Alale, 7?ialissinio
cos.
Eppure
questa,
lette
per esempio.
Questa, perche
wstra
V egoismo
ci
forse per tendenza a imscondere, anche a noi nostro mascherandocelo come altruismo per
;
ni' interessa
letta.
In-
e per ci
mi pare
stessi,
mi pare
che la
lettura di questa
prefazione debba
interessare, e giovare,
Cosi
anche ai
lettori.
cominciava la prefazione
co?i
prima
(i)
389.
del pubblieo: e
fortuna
ringrazio
i^iatnento
eie una eoneorde e lusinghiera jonne presse e da essa Vesplie.ito tneorageon animo grato ad una niwva e pii dijfusa edizione, possibil-
mente: illustrata.
pi veramente eeeone una parte, poieie V acrreseiuta quantit di notizie ini ha eonsigliato a scindere due volumi indifendenti in due parti distinte il lavoro
Eeeola
:
uno
dalUaltro.
'oi,
invocando,
Roma
settecento:
un
quadro, o
meglio
tuia
ma-
Ade
mondo
persone,
alle,
pii
cospicue
persone
del
gran
meno
allegramente fiorivano in
quell'aristocrazia
mi propongo
che
ini
gi qualche cosa
di pi
concreto
di
una
semplice
intenzione.
e occorso
Ed
ecco
perche, precorrendo
gli eventi,
talvolta ai
Ma
zione.
sto
Ce
volume.
come
dicevo,
sia letta.
PRKKAZKJNE
XI
M'interessa
iiiiei
nel
/flettere
e giusti/icanni,
E questo,
lavoruccio
io
non
/io
inteso
mettere
insieme un
quadro
completo
d-elld vita
romana
XI
'III.
ma
Anzi mi sono
torturato
il
cervello
per trovare un
titolo
Alcuni
aspetti
nel
di
Koma
monto
grato
romana
diario di
etc.
il
tra-
francese con
del secolo
XVIII, secondo
il
un emivero
note e raffronti
titolo
e
che
una
disposizione di legge
simile a quella
prescrive che sulV etichetta degli specifici venga indicato di che roba sono composti.
Ma
poco
il
poteva andare
un
titolo siffatto,
cos
lungo
:
mi sono
e
a poco a
venuta fuori la
formula, forse
eccessivamente
***
Ma
Sottocchio
Diario
!
doverosa
XII
ROMA AL TKAM(NTO
/^rtst'Htazionr.
il
DKI.
SETTECKNTO
7i?ia^
stato
viatcanza.
il
liceo
Sii^.
S onore
e Signori,
ho l'onore di presentarvi
d' Espinchal.
fioi,
Conte Giuseppe
Tommaso
E come
chio, posso
all'orec-
corte,
uno dei
'Sg,
tanti che,
Rivoluzione dell
rmigrarow
ijiulla
una
,
non
figura tipica
pero coscenzioso,
che ha raccolte
in
le
:
un Diario
[i).
Journal
d'
emigration
du
comte
d'
E-
spinchal
***
'
interessa
moltissimo
d' avvertire.
Chaque ge
dice Boileau.
Ed
il
un
dei
secolo,
ma pure di una
societ.
anche qui
meno,
i
noi,
milato, pili o
dal
corrotto,
ma
brillantemente elegante,
gran mondo
di
le tradizioni,
tuttavia
Gio-
(ij
Con questo
titolo lo
pubblicava
alcuni
anni
or
sono K.
-d'Hauterive
Librairie
acadmique
l'errin et C.
Paris.
rKI.I
A/K )M;
XIII
/:
)ic
risiltavii,
tra
altro,
inni i^nim-
di^iinvolturu,
specialmcntt' ut
rapporto
una
disinvoltura
clir
dirci assai pi
cie il
se noi temessi
Ma
oltre
un
mi sono
:
proposto ed adotter
non dir nulla che non risulti da documenti od attestazioni autorevoli e che non ahhia
rigorosamente questa regola
gi uui qualche notoriet
;
un p dubbi limitarmi ad ui pare , dicesi in quelli un p incerti abbondare nei forse . .nzi aggiungerei cie sempre mi studiero di farne qiialche attenuazione,
se
non
ini trattenesse
il
ma
stare al-
Saremo
.//
cos'i,
suite
non con lui solo, che abbiamo a poco a poco messo insieme un' assai buona compaquesto galante signore.
Ma
gnia di colti,
naglia
intelligenti, e
De
ma
simpaticissima
li
del
Casanova.
aiuti/
Al
XIV
ROMA
vit'fitrr
IKAMONTO
DEI.
IN IO
/:
un ph
di
mormoreremo, anche, un pochino. Lo seguiremo, insomma, come una * carovana Coo>{ segue la sua guiii-<i o cicerone . E questo programma
conto
r
nostri
mi
oite
piaciuto
perche
appunto
ad
come avviene
u?i
ad itinerario
fisso e
f restabilito
ne risultano
lavoro che, tra
in siffatte
limiti
le
sue
che
oli sarebbe
ampi
fra
troppo
di
squagliarcela
risulter pi
gradito.
di aspettarci ; e
si-
buona
anche
io
come questo
mondo romano
vita.
ambiente in cui
si s7'olgeva la
sua
Ma, prima
essa tale
cortese
quando derivi da
spontmea
questa:
Lettrice
la vostra benevolenza.
Almeno
attenzione.
Ma...
PRKKAZIONK
XV
il
siaiio
Mesdames avviarci
et
Mcssieurs,
s'
vous
il
plait...
liccj la iostrii
...
guida
Xo,
t'
ion
Baedeker;
7/ia
savoir ccouter.
Questo
ascoltar mi henevolmeite
chiesi, e nii
IO chiedo e lo strer
Carlo
P)Axnixr
POSCRITTO.
Delicta... et ignoranlias eius ne me-
mineris, Domine.
(Salmo XXIV.
v. ?)
Con
questo,
la
preghiera beyiaugurak
,
precedente prefazione
il
almeno
7i
compito mio.
Nossignore.
libro,
si rivelata
umi
necessit
di
un
altro e
grave
proto o
il
correttore di tipografia.
Dovete perdonargli :
V invocazioie
non a per
solleticare
per
lui.
Immaginate per
parte d* Italia
che da ci sia
Stipponete
delizia di
potuto
ancJie
per
la
disguidi postali,
un
molte cartelle delle bozze tuttavia scorrette fossero state definitivamente rivedute e come tali siano passate alla stampa.
Fate tutte
le
ipotesi possibili.
,
qualche
incidente
deve
refusi
essercisi rnesso,
per determinare
u7ui cos
eccessiva
sovrabbondanza di errori
alle
che
svariano dai pi
e
strani
sgrammaticature pi audaci
a scon-
ci)
Purtroppo
di
migliori propositi
disponendo
un grandioso impianto tipografico a Palermo, volle consentire per rendere pi agevole il giro delle bozze, etc. che alla stampa di questo volume si provvedesse a Napoli in una
non pi economiche
tipografie.
Non
stato ser-
XVIII
POSCRITTO
per triunirere ajiche a veri ribattezzaA/ary Pierrepont Sommerset
cos)
cordanzi smtattUhe
vieniti e
sostituzioni di persone.
Cos
Lady Montasene
;
Montasene
spero
che alvieno
risulti
esaurienteiiente
desif^fiare
mondano
che
fu
il
Montaigne. Come
tale
infatti
a pag,
della
la
staynpa.
anche
stata sbat-
tezzata, e
ha perduto un
funico
elle del
suo cognome
(pag. 280).
ficcato
Ma
poi queir
nel
dove-
7iascosto
cognome
viio
.
che
nei segnafogli
j^ e 4 si tramuta in Baldini
Marion
fa capolino tra
7ie
ma non
sia
per
non del
tre
tutto diverse
s,
7na
dell'
800
un
acciderite ,
:
Tna tale da
7ion
per
piic
di tre
pertanto
era
il
Pizia
7i
pace
co7i il
suo
(pag. 194).
Ma
Pigia
Dovr,
tutto al pili,
...
cu-
la
de7io7iinazione di
SI,
Argentina (pag.
82,
l.
15)
ap-
pariva
co77ie
stato
Burcardo,
7>ia
>
appose
Nel cardinal
sua Sa7itacroce
si
pu
s77iboliche
POSCRITTO
dilla societ e dei costumi di quei
XTX
tempi ;
solo
ma
non
questo
che
io
intendevo
dire.
Intendevo
furono veramente
olio sa?ito
cui
pa^. 262
alla
troppo serio
trrave
recipe
per
cos
le^^s^era
n^
co?ivie?ie
obliarlo.
il
manca
soggetto
e se
pur
iidurrebbe a coisiderare
vana
a que
almeno
come soggetto
cessario
:
e ri/erito
.
diplomazia
1618
di pag. loS
la
ha questa soluzione:
Paisiello... e i
meravigliava con
:
sua
Cirna.
trioyifi
de
matrimonio segreto
di
case ^
Strano
e,
forse, pili
.
cJie
fisibile,
sintomatico qua7ito
si
avvenuto a
pato
la
pag
J2. hivece
di
<^
fila
stam-
Deve
forse, poveraccio,
se7iza
e,
:
tetto.
semplici
per
cos
dire,
manuali sono
(pcig
.
vuoiti altri
errori
per
in
es.
diverso
<<
35,
lifiea
16) stam-
pato
invece
luogo
di
dimesso
sec.
XVIII fpag.
(Pag.
;
i^y)
206,
di
in
o^XVJI-;
cambio
linea
l.
arriva
arriva
invece
saperne
superare
< prole /
nota)
di
a
di
parole
(pag.
223
13)
clientela
(pag. 251
jj al posto
di
purimper74?i
Si sa
che era
sato imperfetto.
23 questa
vi
stia...
fezione
appare
i lettori
sostitiiiscano
futuro
sar
XX
POSCRITTO
via
per carit
quelle
uova (<
/>.
pelle d'
i6i.
chiaro, anche
sema
ovo
f<i
p.
12^, nota)
;
im
* tali
(quelle
tali
primedonne)
e...
l'og-
E se
m.
si capisce
come
il
perch
dell'
eventuale
a?iticipata
resurrezione
si
molte parole
in
Son per
modo
evidente.
Cos sar
y>
far
stato, a
gne
in
si
lasciato
pur
;
XV della
pure
Prefazione
quella
eguale
condizioTie
vedovile
trovasi
etc. etc.
e a?iche
Chut
che,
non
,
richia-
bons amis
di
questi
f intervento di
iberica
altro e diverso
caynpione
razza latina,
per
esempio una
sia, ricordate
Comunque
donate.
e per-
C. B.
cu. L t/..
M-.
tchWESCA
Roma
al
BANDINI
.^
^'^'^^^'t:^
=OPOLO
CAPITOLO
L' arriuo
-
I.
Gli alberghi
Le locande.
L'arrivo del forestiero a roma piazza del popolo quanti SELCI GLI stranieri A ROMA LE CARROZZE DA VIAGGIO E DI RIMESSA PIAZZA DI SPAGNA E LE SUE LOCANDE UN po' DI CONTI DELLA SPESA IL CAROVIVERI d' ALLORA
: !
Roma
stanno a settentrione,
vi
minia
lare.
giungeva per
per
la
via Fla-
Pertanto entrava
da Pio IV, venne completata ed abbellita da Alessandro VII in occasione dell'arrivo di quella famosa pittima che fu Cristina di Svezia, facendovi aprire in quell'occasione due bualla porta, V^ene inteso
che, riedificata
ROMA
AI.
TRAMONTO
di
DKF.
SETTECENTO
La denominazione
;
ad un qualche sfoggio di erudizione per chiarire la sua derivazione se, cio, sia, come alcuni ritengono, memore omaggio, per cos dire democratico, al popolo romano che volle ivi, dove sembra che invano avessero cercato riposo le ceneri di Nerone, sorgesse espiatrice e
redentrice
una chiesa
alla
Madonna
(Santa
Maria del Popolo), o invece tramandi il ricordo del bosco di pioppi o di un pioppo [populus) pi degli altri come chi dicesse il longevo esistente in quel luogo conte Greppi di quelli che si dilungavano dalle rive
del
Tevere
alle
Qualunque sia la scelta che il lettore vorr tare tra queste due versioni ed ipotesi, non crediamo possa derivarne conseguenze molto gravi per l'umanit presente.
Non
come potrebbe
farlo
un agente daziario
cevano, in
gana.
modo
che vi giungevano
cupazioni.
tire
il
siano indugiati in
tali
erudite preocfarsi
Ben
sen-
compiacimento di trovarsi finalmente nella citt di Roma, che con la fama delle sue tradizioni e delle sue bellezze chiamava a s, con un fascino quasi nostalgico, le
persone colte
di
meno, debbono aver provato, nel varcare quella soglia, un sentimento di ansiosa e trepida reverenza con un' emozione non dissimile da quella
Tutti, pi o
,
che confessava
lo
Stendhal
la
I.
ARRIVO
(li
albi-:r(;hi
ke locandk
mio cuore vivamente commosso. E un'abitudine immemorabile nelle persone sensibili quella di commuoversi cos, arentro
nella Citt Eterna. Ciononostante
il
rivando
Roma
*
Entrava dunque
in citt
per
la
E
s'
dalla
tre
la
quale
irradiano
:
con
imponente
(allora
simmetria
grandi
via
strade
il
Corso
del
Babuino (cosi chiamata da un bassorilievo che ne ornava una fontana) via di Ripetta (contigua alla riva ripa del Tevere) che a que' tempi si diceva Via
;
del Popolo.
con un quadro architettonico e scenografico grandioso. Ma non era allora, nel sec. XVIII, cos magnifico come lo divenne quando Pio VII quasi a novella affermazione poi dell'autorit riconquistata dopo essersi, come disse egli stesso, sporcificato col Concordato fece abbattere le povere case che circondavano la piazza e vi dispose
Cos
la citt si
lui
,
presentava a
invece
le
con
due gran-
Dunque meno
l'
ma
gi adorna del-
gran parte lastricata. Peraltro, siccome a questa pavimentazione si era provveduto con tributi delle cortigiane una specie della
alto obelisco,
i
ed anche
della
da sperare che
indiscrete
forestiero
non
si
vellicasse in troppo
sulla
riflessioni e
deduzioni
vastit
ROMA
AI.
triljuti.
Per Bacco
o...
per Venere
luti
!
dovevano
esserci vo-
i).
Tuttavia l'ingratitudine
per
la
quale
siffatta
Neir archivio del Commissariato della Revered."' Camera si conserva il Libro della
cortigiane per
la
Maria a rag^ione di julii nno per scritto (sic) de quello che pagano de pixone (pigione), v II Corvisieri (Posterule Tiberia, pag. 143) ricorda che Leone X addirizz l'attuale via di Ripetta tra il Porto
e la Scrofa
il
nome
di via
Leonina
con
,
fondi
t.
Nello stesso
le
sorse fu sistemata
tributi
Roma
e lastricata dei
che le p... pagavano, nella quale scontrando la Giulia Farnese una gentildonna, l'urt un poco. Allora la gentildonna alte Madonna perrata cominci a dirle villania. Rispose la Giulia
:
donatemi, ch'io so bene che voi avete pi ragione in questa via La risposta un po' forte Fortuna che le che non ho io .
che queste storie da molte s'ignorino ; se no, chi sa mai quale imbarazzo ne potrebbe derivare al libero incesso delle gentildonne perbene
cose non vanno pi
cos e
!
aneddoto vero che razza di toupet quella signora lui che di C/iulia Alessandro VI avrebbe dovuto riderne assai ogni pi riposta bellezza di quel bellissimo corpo avrebbe potuto dare assai consapevole notizia al Della Porta che sembra
se r
! ,
Ma
r abbia
fis.sata
nella
III
magnifica statua
in S. Pietro
!
monupagare
mento
tributi,
di
Paolo
Vero che
ne riceveva dal suo tiarato e tarato anante e ne faceva partecipe anche suoi per esempio la porpora procurata cosi al fratel suo Alessandro (il futuro Paolo III) che pour cause veniva
i ;
letto
il
cardinale in gonnella
>.
j>
o,
pi allegramente,
il
cardi-
nal
Fregnese
ARRIVO -(;m
aI-i;kr(;hi
i.k
i.ocandk
in
presso
poco dove giardini tlel Pincio si ricongiungono alla \'illa Borghese il luogo assegnato all'ultimo riposo
<li
cjuelle tali
contribuenti
e/i
luogo
litre
d' esilio
la
postumo
vietata
tumulazione
**
Nel secolo XVll, e pi nel X\'lll, assai numerosi erano gli stranieri che venivano fra noi alcuni a scopo
:
d' istruzione e
di
molti a sollievo
tutti,
guire un po'
Il
la
moda
di quei tempi.
bene inteso facendo capo a Roma, era divenuto allora si pu dir doveroso per le persone colte e da conto dell'Europa. Cos accorrevano alle nostre bellissime terre uomini politici letterati sciensemplici gaudenti buon gustai, o donne sapute ziati come lady Montaigne, o semplicemente invaghite della suadente bellezza di questo paese. Pochi furono letpoeti, gli artisti stranieri di allora che non abterati,
viaggio in
Italia,
,
,
Tra essi, g' inglesi erano in numero prevalente e a quanto pare pi doviziosi e spenderecci, cos che venne considerato e preferito con designazione antonomastica
i
come prototipo
grese
.
l'in-
ROMA
Al.
TRAMONTO
DEI.
SETTECENTO
ai malefci
!
E sembra che
anche allora
il...
nemmeno
;
si
pu sempre disconoscere
attendesse
con un qualche buon volere ma certo in modo da far sorridere con altezzosa commiserazione gli albergaallora si accenna che eli tori d'oggi, poich nei diari
i
la
maggior parte
di
.
,
grande ma questo non impediva che risultasse cosa assai ambita un viaggio in Italia, a Roma. A ci avevano contribuito le molte persone colte
Tale dispendio pareva a quei tempi assai
che
venute tra noi ed entusiasmate dal godiment(j avutone avevano raccolto e poi diffuso, anche con nu, ,
merose pubblicazioni
tesoro di notizie
di
il
compiacimento avutone.
i
Sommano
che tra che
in
il
a pi di
[
cinquanta
viaggiatori
inglesi
XVI
ed
il
quello
curarono
XVIII
secolo
pi
1
in
questo
i)
simili pubblicazioni,
701-1703, aveva
al
Xon
v'
paese
mondo
ove
si
in Italia .
Trent'anni prima
il
1)
Cfr.
A. Graf.
lufi^lesi
Nuova
sintesi
.\ii-
tolo;^ia,
2)
illustrato
con
felicis-
sima ci che pi notevoli letterati inglesi di quei tempi scrissero e cantarono a lode di Roma, in un ammirevole studio Roma e gli scrittori inglesi, pubblicato, anche cjuesto, nella Nuova Antologia, anno XXIII, fase. XIII.
:
I,
ARRIVO
r.lA
AI,1{KR(.HI
I.K
I.OCANDK
tate e decantate
con effusione
le
glorie e le bellezze
altret-
un viaggio in Italia assunse in Inghilterra difil carattere di una moda elegante iashionable fusa con signorile consuetudine, e non per sola ragione di salute e di studio. Tanto tliffusa, che verso la met
l^ertanto
del secolo
X\MII
fu istituitoa
prova
in cui
di
Italia.
il
decennio
ma non appena
ancora pi
d'
le
suo corso; e cominci nna specie invasione pacifica di Firenze, di Pisa, di Roma da
ricca,
gl'inglesi erano
ri-
La moda
pre pi diffusa. Si calcola che nel 1818 gl'inglesi a Roma raggiungessero il numero di duemila 2) nu-
mero
i)
Addison Joseph.
1761.
Italy eie.
j.
London,
2)
The diary oJ an London of BuckinDuke (Richard cronista Murray 1S70. Narra un GAM AND Chandos Privale diary) che nella notte di un
Henrv .Mattheus.
lu-
Roma ben
per
il
ghilterra.
k(MA
Al.
ai
polazione inilivjcna di
All'a vanguardia
tli
Roma.
(1816-17)
i),
poco dopo
Keats.
altri
2)
Non
facciamo
nomi
troppo
ci
dilungherebbe
anche un semplice elenco. Taluno autorevolmente att'erm che, se durante la season romana, fosse stato convocata ili qualche palazzo di Roma una seduta della
Camera dei Lords, questa sarebbe potuta riuscire pi numerosa che se indetta a Westminster. 3)
***
assai
N molto minore
il
Anch'
dimor Keats.
Come
si
scrisse il suo che si addormentasse il amico Severn, che pietosamente lo assist sino all'ultinu) 27 una in casa dei Trinit 1821 di all'angolo fra la scalinata febbraio
rabile
spense
parve
Monti e Piazza di Spagna. Ivi un benemerito comitato di signori ed americani, ammiratori di Shelley e di Keats, hanno di recente costituito un piccolo ma suggestivo museo adunandovi una preziosa biblioteca e (juanto pu riferirsi alla vita, agli scritti, ai giudizi di cjueste due grandi ed infelicissime anime di cui il decorso del tempo, anzich far sfiorire, rende pi radiosa la memoria. Jo/i Keats e fi^li Inc;lesi a Rouia 3) Cfr. H. Nelson Gay
inglesi
,
Discorso
2j febbraio
i()!2 alla
Keais-Shelley
Iteratnr\ Association.
COLLkZ. SETTtCtNTtCA
BANDINI
-
Roma
al
^f-f.-i.v^1-U-^
IL
PITTORE MENGS
I.
ARRIVO
<;li
ai.hkr(;hi
i.k
i.ocandk
M. A. Tornezy i) con uno spunto galante attribuisce il merito dell' impulso di questa signorile anabasi a iM"^*^ de Pompadour; e narra che costei, avendo fatto nominare suo fratello, M"" de Vaudire, directeur general des batiments
rare
,
che
egli
potesse
portare
nell'
adempimento
di
un corredo di cognizioni artistiche tali da provvedervi convenientemente. risultati che Decise quindi d'inviarlo in Italia. E da questo viaggio derivarono all'edilizia della capitale francese danno una prova di pi che quella donna, se anche pour la chose era... quella che era, la bagatelle aveva tuttavia un senso pratico geniale. 2)
(jucsto ufficio
i
i)
Pfface
al
Journal
di lergerel.
2)
Lo
fece
accompagnare
essere
l'
istorio-
ritorn in F'rancia
con un corredo tale di cognizioni e di buon gusto artistico da risultare veramente provvido all' architettura francese in quei
tempi.
anche se ricordandolo appariremo meno galanti conviene non dimenticare che altri r avevano preceduta e tra essi il Montaigne che ebbe il torto d'immalinconire il suo diario di viaggio col racconto delle tante piccole miserie di malato pi o meno immaginario, ma che, come riferisce Gabriel Faure (Heures d'Italie Fasquelle, Paris) raccomandava di venir in Italia non per impararvi combien de ans a telle ou telle eglise, mais pour se frotter et limer la cervelle contre celle d'autrui . Del quale Faure ci piace riportare quest' osservazione 4 Si detto che un amico che lascia scorgere troppo chiaramente il suo disegno di trasformarci non desta in noi alcun sentimento piacevole mentre invece una donna che con
Veramente
IO
KOMA
Cos tu
AI
IKAMDNK)
DKI. SK
IKCKNTO
tlata la
mossa
o da allora tu
in
una specie
Italia.
di
Ufara
accompaj^tia a R(jma e a
delizioso acquafortista. Nel
,
il
r astronomo
di
De
Lalande
preparatosi
corredo
come ne
E
De
l'elenco
si
il
allung^a.
Ci
linitercmo a ricordare
il
Brosses
di
cui ci
Roma;
De
Genlis; Bergeret
con il valoroso pittore Fragonard, che riport dall'Italia una magnifica raccolta d' impressioni e di lavori e
cos
Dupaty, l'avventuriero Angelo Gondar e sua moglie Sara, 1' abb Richard, \'. A. Arnault, Jacq. Cambry, l'abate Coyer Ilaria Anna Du Boccage, lo Chateaubriand, Vige T.ebrun
pure Charles Duclos,
J. I).
,
l'apparenza di sedurci
celeste, apportatrice di
ci
trasforma adorata
.
come una
louie.< les
!>
.
creatura
qties le
jji^ioia
est
dans ce sentitnent
sidcles,
hottms
recevant de
r Italie,
cfr. la
depuis de
i:>resses
Sul
Moni. vil'ia/r.
gne ed
dal
jS^io
il
suo viaj^^io
D'Ancona
di Michele
XI'I
C,ioytiale di
eie.
De Moutaii^^ne
l' Italie et
in Italia
Citt di
,
I)
stiij^ulihes
de
sa descriptiou
les
usa^es
l'aria,
1766, 6 voi.
1.
ARRIVI)
(JI.I
.M.m.K<,(ll
!.<)(
ANhl.
II
lauti
altri
()
ancora che,
tutti, ci
santi e pi
ira noi; e,
meno
preziose notizie
ci (Mie videro
il
modesta ma simpatica
ti^-iir.i.
D'Kspinchal.
55!*:X
E quando
-il
stituito tra
i
il
pi ij^rande Ira
a
Goethe- venne
Roma
(i786-'88), vi tro\
^n co-
una specie di cenacolo che pu(S dirsi sorto in Roma verso la met del settecento, quando vi s' incontrarono a studiare ed ammirare le bellezze che stanno a glorificarne la storia la magnificenza, Raffaello ]\Ieng-s e Giovanni W'inkelmann. C'era pure la gentile pittrice Angelica Kauffsuoi connazionali
-
mann
di
via Sistina
artisti
raccoglieva
letterati.
il
il
lor fiore
di
quella colonia
e di
Poi vennero
nese
si
tedesca di
Ijek,
^
poi Pietro Cornelius, l-ederico OverSchnorr (riulio ed altri, altri. Come vedremo, il 'aff (rreco era il luogo di ritrovo da loro preterito. Alcuni di essi adJttarono li foggia di vt-stire tni-
Roma;
tlizionale tedesca, e, se
lissa
si
non per
altro, ])er la
chioma prochia-
dicevano Xazzareni.
spirito
Ma
poi *
lo
mordace
rimanesco
preteriva
come
battezz
Bastimento di Baviera il carrozzone da viaggio con cui Lodovico I venne spesso a trovare quei suoi
connazionali
,
alloggiando a
villa
Malta
la bella villa
12
mito
di Circe.
risult
morale che fece libero Glauco, oppure perch il maleficio magico era gi stato in essi prevenuto dalla propria natura.
Entravano
questo caso
pione ed
il
di
la
Moncenisio, e
in
prima sosta era a Torino; o pel SemLago Maggiore, prefiggendosi per prima
parte, per lo
tappa Milano.
La maggior
tavano per
il
meno
pi facoltosi, adot-
le
Alpi pre-
compiere in mare il tratto Antibo-S. Remo, avevano immaginato una berlina a trasformazione . cio tale da potersi dividere, in modo da poterne caricare le parti staccate anche su piccoli battelli. Tuttavia in quella
biblioteca,
diligenza,
oltre a
un' intiera
piccola
portavano un buon corredo di stoviglie ed altri arnesi e perfino delle vivande cos che appena giunti all' albergo il cuoco che viaggiava con loro insieme ad altri due domestici potesse precipitarsi
,
in
cucina e cuocervi
al
pi presto
le
pietanze gi ap-
prontate.
deve credere che ci fosse privilegio capriccioso o snobismo di pochi. No era cjuesto il sistema
si
:
I.AkklVO
CI.I
ALnF.RfaiI
I.K
I.OCANDK
I5
nerne
le
spese,
i)
E con grande strepito di ruote, festoso schioccar suono di cornette e tintinnar di sonagHere, fruste
,
|)osanii
carrozze
attraversavano
l'Italia.
le citt
villaggi, e
trascorrevano per
riassunto
1/ itinerario consueto, e
vasi
in
quasi
costante,
cos
tro-
una delle Lettres sur l Italie (1758) di M*"*-* du Boccage Ecco il loro giro A Napoli per la met di Carnevale qui a Roma per le cerimonie della Settimana Santa a Venezia per l'Ascen:
<c
sione
e,
di
l,
alle fiere di
Padova
e Vicenza. Poi
e l
si
mano
se
divertimenti e
gli
spettacoli in
rimangono
in Italia, di
nuovo
1'
inverno a
Roma
>.
***
Ecco dunque
er jorestiero
Roma. Dogana
la cui
sede
Chi super
di assai la
i
misura consueta
fu
il
lieu
et
Fragouird
(jjjs-y^).
14
KCM.\
AI.
IKAMdNK)
la
r>KI.
SF.ITKCKNTO
Borsa
del
riprende
y)i
,
via.
carrozza, fatta
rumorosa da quei
la
Piazza
Popolo
ili
trascorre
via
!
del
a piazza
Spagna.
i
liahuino ed eccolo
Slop
Questa con suoi dintorni era, nel tempo di cui ci occupiamo, la meta pi consueta del forestiero che veniva d' oltre Alpe. Tale era divenuta a poco a poco da che nel se,
colo
XVII
si
nei quali
era
carattere di
il
pezzi grossi, a
Roma,
al
si
famosa
ed locanda
vecchio centro
di
Roma
delle
come
Cinque
dell'Orso, e quelle
per
spostamento che ne era derivato al centro della vita romana, erano decaduti. Decadutissima la locanda dell'Orso, che per un lungo periodo aveva goduto di un vero primato e di grande notoriet; i) ridotte ad una vita stentata quelle del
lo
i)
Dice
la tradizione
che
al)hia ospitato
Dante
1\'
in
occasione della
fece
sua
visita al
famoso
al
g^iubileo del
1300.
Era mare.
S.
nella
\'i
da Sisto
che
la
siste-
discese,
suo arrivo
E prima
di lui
vi
Rabelais,
ma brevemente
da un
si
fu-
moso lumino,
senti
1.
ARRIVO
<;i.I
AI.r.Kki.MI
I.K
I.DCANDK
I5
Montone
avuto
delle
fra
(poi
i
il
suoi clienti
anche
l'Ariosto), della
altre
Luna
di
).
Cinque l-une
e...
e dei
Tre Re, ed
minor
conto
I
pulizia.
le
nuovi alber^dii e
si
stranieri
erano
nel
700
raccolti e moltiplicati
in
piazza di
E,
Sp.ii^ai.i
e nei suoi
visto,
dintorni.
come abbiam
mente
una specie di Cosmopolis. La si diceva giocosamente il ghetto delprevalente l' Ingresi, poich, come vedemmo, il numero podi questi nella colonia forestiera aveva indotto
Cos questa parte di
i
Roma
cjuelle
tuli
inquiline
delle
quali
Sopportare
Se
la
la
puntura
tortura.
schiacci
ti
peggio
il
puzzo
Tutta notte
Ma
portanza molto notevole. Ses petites diami )res pourraient raconter une partie de l'histoire secrle de Rome. Les grands personnaj^es, les cardinaux trangers, les voyageurs de distinction, les
(jui
cherchaient fortune
II, 82).
Rome
descendaient
Ma
Roichard
ad alloggiare a .Monte Hrianzo, anzich all'Orso, perch questo < a perdu aujourd' Imi aucunement son ancien credit >. i) Anche questa antichissima. Galeazzo Gataro nella Crofiaca Padoi'ana ricorda suo ospite nel 1357 Francesco da Carrara, Signore
di
la
l6
polani di
Roma
di
.
nomastica
d'
qualsiasi
quella
Ingrese
di
fatti
la
Piazza
di
Spagna con
suoi dintorni
era a quei tempi per alcuni suoi aspetti del tutto distinta
dal resto della citt; e ci anche per un diverso regi-
me
politico amministrativo.
Su
tava
tutto questo
vasto
quartiere
abitanti
popolato
la
allora
eserci-
da circa quattordicimila
,
Spagna
una speciale ed autorevolissima giurisdizione. L'ambasciatore di wSpagna, non solo aveva la protezione delquartiere, ma anche ne curava con milizia l' intiero
propria
il
servizio
di
pubblica
sicurezza.
vi
prov-
vedeva con gelosa tutela di questo suo privilegio, ma pure con una certa larghezza di manica. In proposito merita di esser ricordato anche per dimostrare quanto tenace sia la vitalit delle tradizioni che le donnine allegre soggette come vedremo, in tutto il resto della citt ad assai vessatorie
limitazioni per
loro
giri...
d'affari, in
questo quartiere
avevano
e ne proCasanova,
vi
af-
fittavano allora...
come
adesso.
Buon luogo
il
di
forestiero in proposito
!
che se intendeva
I
assai
come
dice
.
il
curioso
serenissimi ambasciatori di S.
la
M. Cattolica
maggiore sontuosit il prestigio della loro missione. Dal loro palazzo dominavano, come da una reggia, il quartiere adiacente compensando le
fermavano con
,
del Sctleccnlo.
PIAZ
liiiimii'i
.uj(m|ii
INA
I.
ARRIVO
C.l.l
A!.nKRC;ni
I.K
()(
ANDK
I7
franchigie di cui
godevano con
X\'l
<
feste
magnifiche nei
])iazza di
(xi nei
secoli
il
W'il
la
Spa-
^na era
vecchia
stata
maggior teatro
di
di feste
popolari della
Roma
fontane
vino, distribuzione di
artificiali.
pane
rap-
e denaro,
macchine
vS.
di fuochi
all'
Ma
di
sopratutto
i
presentanti di
M.
si
compiaccjuero
uno
sfarzo
veramente spagnolo. Nel 1662 fecero incendiare nella piazza una macchina il carro del sole con quattro pirotecnica mai veduta cavalli di fuoco, che doveva levarsi e poi tramontare fra una selva di palmizi. Era appoggiata al palazz(j di Propaganda Fide, che poco manc che incendiandosi anch' esso non desse un imprevisto concorso a quello spettacolo. Un'altra volta la piazza fu illuminata con
:
alta
ma
un mostro usciva da una grotta per divorarla un cavaliere scendev^a dal cielo, uccideva il mo:
Consueto in tali feste, oltre le fontane di vino, un molto copioso gettito di monete donde non a dire quante e quali sbornie ed anche lotte, ferimenti, e spesso
:
qualc)e morto.
poco l'ottocento e poi nuovi tempi hanno fatto sparire tutto ci. Parve anzi che il '70, mentre apriva... un nuovo accesso presso Porta Pia, avesse chiuso per sempre le magnifiche sale di ricevimento del palazzo dell' Ambasciata. Dovettero passare ben
poco
a
i
2.
Bandim Roma
l8
ROMA
Al.
TRAMONTO
perch
i)
DKI.
SKTTKCENTO
riaprissero
si
in
vero
sontuosissimamente,
regime questa parte di Roma si studiava allora di conformarsi il pi possibile alle abitudini dei forestieri e pi curata che altrove
siffatto
Pur con
speciale
vi era la
V eran
vista.
dunque
le
locande e
gli
alberghi pi
in
***
Ma
pi in vista per
modo
di dire,
che allora
gli alber-
la
necessit di un grandioso
Pelavano anche allora, questo s ma lo facevano in modo, non vogliam dire... pi coscienzioso, ma pi modesto, come pi modeste erano le loro insegne.
:
ad ospitare personaggi assai cospicui non facevano mostra di nomi e di titoli esoquelli consueti
tici
Anche
pi modesto simbo-
una specie
di
stemmi
parlanti. Tali
Leone
signazione straniera
molti
si
distinguevano con
nomi
od esercenti
tali,
ad esempio.
i)
am-
basciatore di
Spagna
la
con signorile
magnificenza.
f.k
i.ocandk
19
.juflli
(li
Oamon,
Monsieur Pio. X'essuno poteva dirsi di j>^r.i! lusso pi erano a pena decorosi anche perch di solito non servivano a residenze un po' lung"he, ma erano quasi sempre uti:
lizzati
al
come
il
tempo occorrente
pi conveniente.
un
alk)g'g^io
il
mij^lior
albergo di
Roma
,
ai
suoi tempi
presso
la
vicino a S. Carlo
i)
al
Ma
il
Casanova soggiunge
un po' tarda, trov che tutti dormivano, e non senza difficolt e lunga attesa riusc a farsi aprire. E pure racconta che, aspettando che gli preparassero la camera, fu invitato ad entrare a riposarsi in una stanza del pianterreno vicino
all'ingresso, nella quale trov tutte le sedie
occupate
invit a
letto,
lo
mentre cercava un po' di posto, una fresca voce femminile lo sedersi sul suo letto. Era quella la camera da
la
quella
voce e
albergatore. Teresa
leggiadretta
:
il
che
li Casanova vi scese in occasione della terza ed ultima volta venne a Roma, ove si trattenne dal 14 maggio 1770 sino ai
Come
noto,
vi
giunse insieme a
ed
al
furioso
amante
di costei.
20
ROMA AL
IR AMONTO DEL
SETTECENTO
al
riturno tempestivo
cameriera
delle
di
Una
buone locande,
Piazza di
anzi,
era,
quanto sembra,
verso
la
la
migliore
Spagna
met
del
d'Oro designazione
pare
che
il
un po' troppo
quel locandiere.
letterale
ed unilaterale
ivi si
poich
il
De
>,
:
ma sembra
mandare
che
vi
si
mangiasse
il
deliziosamente
dice
al
De
la ricetta
suo amico
Xeully
i)
meravigliosamente
le
si
squisito.
il
Ma, nonostante
De
Brosses
ai
affrettava a rinunciare
dolci
piesi
tanze e
conti
troppo
i
salati
suoi
in
i)
Non
so se
in
in altre simili
rac-
colte di
una sapienza
sia stata
riferita
questa
semplice e
facile ricetta
ed
per comodit dei signori ghiottoni. Per chi non destasse interesse l'insieme di ricordi che ho ammannito, valga almeno il ricordo di un
piatto a rifar la bocca buona Prendete un po' di midollo di bue e una certa quantit di mollica di pane sciolta nel latte aggiungete marzapane cannella e uva di Corinto. Fattane una pasta riunitela in una massa che farete cuocere entro un tovagliolo, in brodo buono. Poi disponetela in una teglia o casseruola: fate cuocere con fuoco sotto e sopra perch faccia una crosta dorata e servite e mangiate. Si pu fare a meno dell'uva di Corinto . Sia pure ma non si pu fare a meno di ammirare, in confronto Ielle raffinatezze mondane, la discretezza di quelle riputazioni ga!
stronomiche.
L ARRIVO
(li
alhkr(;hi
lk locande
21
un appartamento mobiliato
la
in
Piazza di
Spagna
a lato
la
signora Peti,
la piazza,
presso
di
casa
Porse
la stessa
spense Keats.
Quando, nel 1789-90, venne a Roma il d'Espinchal bagliori del Monte d'Oro fossero un po' sembra che
i
che godesse miglior reputazione l'aristocratica e gi antica locanda che stava all'angolo della la locanda di Pio, anzi, poisalita di San Bastianello
impalliditi e
:
ch questi era francese, di Mons Pio. Vi erano pure in Piazza di Spagna quella della Villa
di Londra
Ilaria,
,
quelle
di
cognata
Casanova),
di
di
Croce v'era
la
locanda
di
Madama
Smiller,
Spagna, l'albergo o
dagli
trat-
molto frequentata
gli stranieri
artisti
Certo
la
si
preferivano
:
alloggiare in Piazza di
Spagna o
com' noto,
stranieri
e specialmente
il
chal
cos
abitano
chiamata
cos
uno
annota
d'
Espin-
Spagna,
il
perch
in
la polizia
di questo quartiere.
22
KOMA
AI.
IKAMO.NK)
DKI.
srilKCINIO
di
pure
le
locande ed una
vir.in
quantit
l'in-
* di * *
appartamenti che vengono affittati solo per verno ai forestieri. Alcuni di questi sono molto
belli
ed eleganti,
il
ma anche
si
esigono per
.il
mese,
Tuttavia uno scapolo pu trovare alloggio conveniente per sei od otto zecchini al mese.
La
vita a
Roma pu
dirsi
di solito a
buon meri
cato,
la
ma
trattengono
la
set-
moltissimi forestieri
specialmente durante
timana santa . Si mangia, con un trattamento magnifico, per dieci paoli a persona ma anche con cinque paoli si
;
trattati
a bastanza bene.
e
11
vino
in Italia
:
general-
un po' dolce
Il
un
fiasco (che
bottiglia) costa al
quindicina di baiocchi.
i)
Questi prezzi,
in
vero assai
salati
dovevan
riferirsi
a brevi
l'Alfieri,
Roma
quando
,
soleva far colazione con pane e formaggio seduto innanzi alla Fon-
tana di Trevi;
e
ma poi vi visse da gran signore, scrivendo tragedie conquistando l'affetto della duchessa Luisa d'Albany Alfieri pagava per l'afftto dell'intiero palazzo mobiliato della Villa Strozzi
in
via
Viminale
al
comprese
le
scuderie e
1'
uso della
loc.
cit.,
villa
I,
dieci
scudi
mese:
.Sh.vagm,
XVIII.
I.
ARkIV(-(.M
AI i;KK<,ni
I.K
I.OCANDK
23
* i.a
* *
mij^lior
sta
locanda quella
di
Pio {Monsu
Pi>;,
ma
si
bene anche da Sarmiento. Per cinque paoli ha lable d'Jtte da Daniont, ma si mal serviti e
si
ci si
tanto
pi
* or.i
li
che
anche spendend<j molto menci. Il (rorani annotava che con cinque paoli, cio circa tre lire di Francia si pu mangiare assai bene per tre luigi al mese si ha un buonissimo alloggio, i)
;
grande
pane comune, detto di misticanza costava, nel 1765, un baiocco alla libbra e quello bianco due baiocchi. Nel 1784 la carne di castrato e di abbacchio si vendeva 4 baiocchi, quella di vitella campereccia 5, quella di mongana io, quella di bove 6: baiocchi, dico, non
di allora,
il
quasi
diremmo... nostal-
ricorderemo che
lire
come
adesso.
2)
**
uno di questi appartamenti d'affittarsi si stabiliva anche il d' Espinchal, a condizioni abbastanza
In
convenienti.
Ma, provveduto
ai
cos all'alloggio,
bisognava pensare
i)
I.
GoRANi
l.
pag. 20.
Ijilaiide
e.
24
la vitc
societ:
bisognava provvedersi
ili
di
una
carrozza.
non possibile tare sono prese a nolo o a meno a causa tlelle distanze a mese o giorno per giorno o pur anche per parte che suol dividersi in tre parti per della giornata sei paoli si pu avere una vettura dalle 6 alle
Le carrozze
di rimessa,
cui
,
di sera .
E
Il
il
vettura di rimessa.
De Brosses aveva
i
per s e per
suoi
compagni
viaggio, di quattro
cavalli dell'Apocalisse,
due carrozze di rimessa n belle n care, guidati da due maestosi cocchieri in parrucca quadrata (perrnque carre) i); e cosi t quattro signori francesi potevano scarrozzare e farsi ammirare in fiocchi nella strada
del Corso .
Veramente erano
dire, quelle
di
;
rimessa
solo per
modo
di
sappiamo che V unica rimessa loro era il suolo pubblico un qualche cantone di Piazza di Spagna, ove venivano lavate e pulite. Quando non servivano, vi stavano riparate sotto
carrozze
poich
Nello
stesso
modo rimanevano
la
allineate in fondo
Babuino, le grandi vetture da viaggio. Vi attendevano alcune per mesi e mesi r ora della partenza. Quando un romano vovia del
alla Piazza,
presso
i)
La parrucca
alla
lunghi e spioventi.
i/aKRIVO
(JLI
ALHKk(;MI
LK LOCAMM-
25
l.'va farsi
un'idea del
movimento
vi
(Ile
i
se ne
andasse
di
sera in Piazza di
Spagna
a con-
ne quanti carrozzoni
f(jssero rimasti
adunati.
***
Provveduto
zione,
il
in tal
modo
minciare a prendere
ciet
contatto
con
la
vita e la so-
romana.
di inoltrarci
Prima
di
con
lui in
mezzo
i
al
gran
mondo
Roma
Roma
allora risultava
non meno
ci
bella,
ma
molto diversa
appare.
qual-
cuno
soltanto.
CAPITOLO
Per
le
IL
I
uie
Il
Corso
lumi.
Il
IL CAFF DEL VENEZIANO E corso a OIEI TEMPI E PRIMA PIAZZA COLONNA ED I BRUSTOLINI DA QUELLO DEL GRECO LA MANLE ULTIME BERLINE CAFF GLI EQUIPAGGI CHI VA DI NOTTE PORTI CANZA d' ILLUMINAZIONE DELLE VIE LE TENEBRE ED IL DIRITTO DI GIRAR DI LA LANTERNA ! IL SERVIZIO POSTALE COMPLICATO. NOTTE ALLO SCURO
di
degli
aspetti esteriori
un' occhiata
quelli
il
che sono pi notevoli nell'ambiente che costituisce fondo del quadro nel quale vivono e si muovono
figure che poi conosceremo. Cosi
glio
le
di questi aspetti:
persone o gruppi
di
d* incontrarvi.
3^
ROMA
Il
Al.
IKAMOMO
I>KL
SETTECENTO
il
Corso che Stenha proclamato torse l;i dhal, che se ne intendeva pi bella via del nionilo, perch palazzi che la frontetrtr'^'^no hanno molto stile, uno stile su)lime e molto
centro della vita cittadina era
,
*.
respira e
si
trasmette ed afferma
trasmetteva ed affermava
zioni,
per
,
Roma
:
die
o meglio
si
una somma
di tradi-
che ha caratteri
tutti
suoi di pienezza, se
anche
non sempre di grandiosit, i) Per certo gi assai bello almeno per quei tempi doveva apparire questo rettifilo che, con le due vie la,
terali
mente
Ma
XV
era, proprio
ove oggi
ritta.
si
dilunga
,
il
lunga e
di-
Ma
questa
compreso
tra
ove
esisteva
(di
i)
E debbono
non
sufficienti quelle
le
affinit elettive
di <
.
>,
salire ai quartieri
Roma nuova
palazzo gi
il
della
Banca Commerciale ed
_ij;iHeau
ricotta e cioccolato
che
con-
stato servito
come
al
dessert in
coda
sostanzioso e magnifico
al
banchetto (alludo
parte)
tenuto n allo scopo per cui tanti smaniano per potervi prender
ammannito
l'Kk
i.K
vri: -II.
CORSO
-I
lumi
29
M. .Vurt'lio, se non pi vi'ranienlc di Adriano) detto si svolprima di l'rifoli o Tripoli, poi di Porloj^allo geva in aj)erta campagna. Solo al di (jua di ciuest'aro,
che segnava
in
(juel
luogo
il
assumeva carattere di strada urbana. E poich, a clifferenza della maggior parte delle strade dell' int(.*rno di Roma, generalmente anguste, era invece relativamente ampia, questa veniva chiamata per antonomasia
lata *
:
Via Lata.
anche in questo tratto urbano l'aspetto ne era molto modesto. La sua prima e vera redenzione gli deriv dal munifico buon volere di Paolo II (1464-71); di questo fastoso pontefice veneziano che, compiuto il
magnifico palazzo
di
Ma
S.
Venezia
fici,
Marco
l'odierno
palazzo di
volle che
poche diecine di anni or sono un'ala' di quel palazzo si protendeva sin dove ora sorge il palazzo delle Assicurazioni e su questo lato si apriva appunto una loggia con aperta vista su quella via. Cos venne allora sistemato questo tratto di strada
a
: ;
(e
non soltanto
di cavalli,
che dovevan correre anche alcuni gruppi di ebrei) e ad altre consimili feste che prima solevano svolgersi ai prati di Testaccio. i) Donde il nome di Corso che da
30
ROMA
AI.
RAMON
r<)
DKI,
SKITKCKNro
allora tu dato a
questa via
il
che aveva
come
suoi
ai
duchi
di
Fiano
ed
i)
di strada su-
campestre, come
si
erano
le
altre
2)
due
vie,
dicono
di
Ripetta e Babuino.
Dovevano
narrami
II
cosi
diarista del
pale
il
Senato e
assistessero
gambe
Quelli a
ebrei
li
poi
si
n(n
punto
si
anche
le
tlonne
capisce
Come
Piramide
preziosis-
che ora si pu simo monumento che 1' .-Ira pacis Aiis^ustae ammirare in parte ricostruito nel Museo delle Terme. In occasione anclir del notevole risveglio edilizio promosso da Flugenio IV grandiosamente fatt'j. questo, veneziano (1431-47) il palazzo fu o rifatto, per il cardinale Giovanni le Jeune. Pass poi alla Camera apostolica, che nel 1624 lo vendette al pronipote di Sisto V, Michele Peretti. Nel 1655 lo acquistava I). Costanza Panfili Ludovisi poi fu venduto nel 1690 per 55 mila scudi a D. Marco
al
/ Rioni di k'oina. un raro documento, la Pianta di Roinan^X 1559, di L. Bufalini la Piazza del Popolo appare ancora deserta e via di Ripetta con poche case. Fra il Corso ed il Babuino non si vedono che orti e giardini lo stesso presso via Tomacelli.
In
:
l'Kk
I.K
vii; -il.
UKSO
LUMI
3I
vi
si
che, per Alessandro VII - Chigi (i 655-1 667) rendere pi diritto e spazioso questo rettifilo, fece demolire l'arco onorario, mentre sorgevano a fiancheggiarlo numerosi palazzi. Ma non prima del 1736 questa via
venne tutta intiera livellata e pavimentata presso a piccoli selci quadrati. Gi, poco come ora con il prodotto di quella tale attivit poliandrica selci o plurigamica di cui abbiamo parlato. Che ce ne sian
,
Ma quantunque
r 800,
a
le
poco identiche a quelle che aveva cinquant'anni or e non sono, ben differente doveva esserne l'aspetto solo per la diversit della vita che in quei tempi vi
si
svolgeva.
principali palazzi
almeno
nel
cademia
1)
di
ed
Questo palazzo
fu gi elei
illustre,
Ma
favori del
Mazzarino
le deriv,
sullo scorcio
altrettanto...
Mancini
le
Cardinale
cini
il
grande dalle bellissime ed famose nepoti del gran ilover riparlare. Dai ManVilla .Medici,
Cardinale:
!'
Nevers. Poi,
in
cambio
di
Napoleone
assegn
al
Re
d'Etruria.
32
non
si
trovava, sino a
soltanto due
del Kracas
una
tip)Ogratia
quella
C erano
il
Colonna,
botieguccie
maggior parte con il caratteristico parapetto o bancone di mostra in muratura. Il tratto estremo del Corso verso Piazza del Popolo era costituito da una duplice fila di povere case, tra le quali emergevano solo il palazzo Randanini (poi Capranica e successivamente Teoli) e pochi
cati
altri
fabbriil
meno
notevoli.
Non
esisteva n la facciata n
Molto meno
raffinati.
di adesso,
ai
dunque
,
assai
meno. Eppure
ai
piaceva assaissimo
forestieri
anche
pi colti e
scontenti
se stentiamo
crederlo
noi
*
importante e pi antico i) che allora si trovasse in questa via era quello che vi era stato imIl
caff pi
Veramente la prima l>ottega da cafiR; in Roma era stata aperta nella met del secolo XVII da un ebreo, ma in luogo alquanto proprio dove sino a |X>chi anni or appartato, a Campo Marzio uno svizzero sono stava il CaflRr Metastasio. Il primo dolciere apparve un secolo dopo con una lottegiiccia in via Colonna. l't^, l'oci e inandanii della vecchia Roma, p. 2iCfr. A. MoROM
i)
,
BANDIM
del Scttccrnto.
IL
PKR LK VIK
-
IL
CORSO
-I
LUMI
33
come bottega
di
Acquafrescaio
fu
cos
1'
con cui ne
concessa
aper-
e che
il
poi, nel
sunse
nome
Era formato
cos
di Caff del
il
Veneziano.
Silvagni
da
tre
botteghe
in-
sieme riunite e da tre cameruccie nel sovrastante mezzanino ed era situato all'angolo di un palazzo, che esisteva ove poi fu costruito quello della Cassa di Ri:
sparmio.
Ma
e
di
le
sue finestre e
ai
:
le
nostri giorni
cristalli,
vedono
da
Aragno
pannate
da Faraglia
ad
olio.
niente
e,
ma
invece im-
cotonina bianca;
dei lumicini
Tuttavia
vi si
trovavano
Kracas (Diario), il pi antico dei giornali di Roma, cos chiamato dal nome del suo editore, e che si pubblic la prima volta
le principali
il
nel
i
tempo
;
della guerra
le
Turchi
,
Notizie del
Venezia
vole
di
pur
la Gazzetta di Foligno,
modesto
il
perio-
vennero
il
Giornale ed
Diario
del Veneziano
si
aprirono
il
Caff
tro Valle,
Bagnoli
dei
Pastini
etc.
tutti
scom-
parsi
o trasformati.
Sopravvive ancora, per quanto mutato, ma pur conservando una fisionomia propria, un veterano il Caff del Greco o Caff Greco che appunto dieci anni or
3.
Baldini Roma
34
sono feste^g"iava con simpatica solennit il centocinquantesimo anniversario del suo natale, i)
Probabilmente, per
la
e di Via Margutta e per un capriccio di quella misteriosa fortuna che regola l'avviamento di
un
caff, di-
venne prontamente il ritrovo degli artisti, e specialmente degli artisti tedeschi. E giustamente pu dirsi che non si potrebbe ritessere la storia degli artisti, sia vissuti a Roma dalla seconda italiani che stranieri met del 1700 ad oggi, senza esser costretti a ricordare pi volte il Caff Greco che per una lunga serie di
,
,
per
le
abitudini di vita
compendia sommi. 2)
in s tanta parte
dell'esistenza di uomini
i)
Lo
apriva
con
le
delte licenze,
tal
Nicola di Maddalena,
caffettiere levantinVy
dei Condotti
esiste.
2)
grafo
classica
Overheck, Lehmann, Mayer, Riedel, Brodeki, Pollak, Catel (questi ultimi cinque riprodotti nel quadro del Pasini) R. Wagner Cornelius Harnch, Wilhelm Tischbein, Moritz, Schopenhauer e
; ;
poi Rossini
Gounod
Bizet
Berlioz
Liszt
e tanti
altri
sino a
Monteverde, Carolus Duran, Sgambati e Pascarella. Tanti altri tra quali per certo debbono annoverarsi Volfango Goethe, Carlo Goldoni e anche una testa coronata Luigi di Baviera che vi
i , , ,
s'intratteneva col
testa,
che
ivi
forse
rona
Wagner, ed anche, a quanto sembra, un'altra non sognava, ma che poi ebbe una triplice coCfr. yV.
Gioacchino Pecci.
Antologia,
sett.
1910, e Sa-
verio Kamho in Ars et labor, ottobre 1908 ed anche C. Pascarella in (,'iorti. iV Italia, 18 genn. 1921.
- I
LUMI
35
Mendolsshon un assiduo anl'invasione degli artisti aveva imposto a queche lui sto luogo di ritrovo un carattere non solo tutto suo, ma anche troppo bohemien tipo Momus. Ma noto che il Mendelssohn era, nella squisitezza del suo genio, un sentimentale raffinato; e, forse, perch troppo schizzinoso, ha alquanto esagerato. Ha esagerato, forse ma fino a un certo punto, che il celebre quadro del Pasini Artisti al Caff Greco gli d ragione per la fisionomia ora in Germania
Se
si
deve credere
al
(.lei
locale,
per
enormi cappelloni.
di
caff di allora
avevano,
tutti
pi o meno, un aspetto assai diverso e confidenziale. ^la sar bene ricordare, onde non ne abbiano troppo ad insuperbire caffettieri moderni, che se c'era meno lusso par che vi si trovasse questo, s, assai meno un po' pi di sostanza e di discrezione e di buone maniere che non adesso, se vero in proposito il Dans les cafs de diario del Gorani che ricorda Rome pour six bajoques vous avez une pyramide de giace trois fois plus haute que celles de Paris et bien mieux confectionne. Les gargons sont de la politesse
i
la
plus recherche
(Il
Gorani
si
merieri
per
la solita
Non
lo dice espli-
citamente,
ma
si
pu esser
certi
che
sen-
no
quei
lavoratori.,
piatti e delle
disgraziati! ancora
36
tire
ROMA
Al.
quanto avvilimento rasseg"nato, ma incosciente, vivesse nella mancia e della mancia (lolla mancia, bene percentuale ). inteso, non della
;
***
il
palazzo
che
sui
primi
dell'
Soo
fu
adibito
a sede
in
mezzo,
Piazza Colonna:
e la fiancheggiavano,
come
ora,
il
grandioso palazzo
Chigi e quello gi Nicolini, poi Brancadoro e quindi dei Ferraioli, i) Lungo il corso prospettava sulla piazza
il
un trentennio
pitolina
d'
dignitoso incedere
fede l'amministrazione
solo
dopo
ca-
da saggi
il
riflettere e
ha consentito che sorgesse suU' area da esso occupata il nuovo grandioso palazzo della Banca di
Veramente
nel!'
i)
prohmgavasi sino
a Piazza Sciarra.
Apparte-
neva a
liufalo Cancellieri
il
,
nome
/.
di
G. Baracconi
e,
il
cjuale
pure racconta
che
dal
:
1548
1'
ospedale dei
Maria della
Ora 1' ospedale non e' pi si sa che progressi della scienza hanno assicurato ai matti un regime meno restrittivo
I
-I
LUMI
37
abbastanza eleg'ante
l'altro si
e fastoso,
ma
che non so
:
vriiardare
che
un g^iorno o
\ia
da
queg'li
immensi
Nel secolo
al
XVI 11
la
tale
marci che
dhal
ma non
fa
bello,
ogni sciopero
tappa
la
,
ad invidiabili destini
classe dei lavoratori
benemerita, se
non
illustre,
Verso sera diveniva luogo di convegno dei mercanti tradizione questa che, di campagna, butteri e sensali con qualche attenuazione, sembra ancora sopravvivere. Ma quel che appare assolutamente strano ed incresi che attorno alla colonna eppur fu vero! dibile anzi si dovessero riunire in Antonina si riunissero loro fornelli per vari caffettieri con pieno giorno,
abbrustolire
il
il
caff.
Proprio cos
era questo
infatti
luogo destinato a ci da apposita disposizione municipale, che vietava assolutamente, con rigore di amvi si
provvedesse nelle case e nei cortili. Anche ai privati si estendevano questo divieto e siffatta prescrizione e solo di nascosto e con cautele assai grandi essi potevano provvedere alla meglio
;
mende, che
ad abbruscarsi
in casa
un poco
di caff,
i)
i)
nata, pi
quasi che dal timore d'incendi, dall'avN'ersione rebbe una vera fobia delle donne romane di allora per
si
i
di-
pr-
38
monumento,
i
allora giravano,
cigolavano e fumavano
brustolini
il
piazza S. Carlo
si
si
friggeva
pesce ed in grandi
caldaie
cuocevano trippe ed erbaggi. Eppure anche anche cos quella strada appariva
.
meno
numerosi di quelli che costituiscono la folla grigia e quasi uniforme che oggi vi formicola; ma erano assai pi appariscenti, pi che non oggi diversi fra loro
pi notevoli
e se
,
non dispiace
tale
pi
belli.
da piacer tanto allo Stendhal e ancor pi al nostro emigrato che veniva da Parigi e che cos annotava < La strada principale di Roma il Corso ed la
!
suoi
lati
che
costii)
fumu Di allora dico che quelle nio^ieme sono ad allietare mani del Guadagnoli e nostri nasi, fhu qMtftUutn mtU^xiiif ab ili*s ! Gli aflfumicalori della colonna Antonina vennero allontanati da quel luogo solo negli ultimi anni della dominazione pontificia, che assegn ad essi. p>er questa loro faccenda, un terreno ricino
, ,
,
cit.
farsi,
specialmente nel
PXR LE \1E
IL
CORSO
- I
LLMl
39
Come
pi
adesso dunque?
meno
in
modo
diverso
pomposo
le
di oggi.
Infatti
anche
comune, e non le sole berline di parata, erano tali da superar di assai i! lusso di ogni pi -:cco equipaggio moderno. Alte cosi che per salirvi occorreva una specie di scaletta se pur non soccorreva, pronto in quei tempi di galanteria, a far da sgabello il ginocchio di un elequelle di servizio
gante cavaliere
cur\'e.
le
moUe
ri-
erano tutte o quasi tutte elegantissime adorne di decorazioni, in molte sontuose, in alcune squisite, che ne ingentilivano la forma e Taspetto, dal
Ma
predellino sino al
sommo
della vettura,
anche esso
or-
gi ideata e adottata
^<?n enfant e, c^-ijir:-. g Bacco e per quanto a Ini p
dal signorile
buon gnsto
iti-
ii...
:
-,
i.
i:^
;
,..:
di
Venere
ospite ra
la ricorda
Roma
:
nuovo dai
i6.>9 al '91
cosi
Viti
emmmie,
Cest
le
r~
Poar remare
le
40
XVII
il
maresciallo
costituente il tipo di Bassompirre port in Francia quella che forse impropriamente noi chiamiamo berlina , il lusso e l'eleganza si univano e fondevano in
,
modo
squisito.
Sull'alta
nita di
il
E come
,
abbiam
e lo
di
visto,
De Brosses
ci
rimessa
quadra (una
:
Cos scar-
rozzava * coi
fiocchi, nella
i) .
piedi,
stavano
al-
meno due
gallonata.
valletti,
2)
pur
essi in
Ricche e gallonate eran veramente quelle livree, 3) tanto che anche quel brontolone dello Sharp, il quale fu in Italia nel 1765, dice che le livree da lui viste a Roma erano sontuose, pur senza esser troppo sfarzose. Il gallone che le guarnisce non d'oro o d'argento di seta o di lana tessuta ma assai ricco e
;
,
le carrozze
;
soggiunge
in
generale a
Roma
sono splendide
i) 2)
De
Brosses,
op.
cit..
Leu. XXVII.
per celia Uditori di Rota
nel
.
Li chiamavano in
Roma
3) Cfr.
Padiglione Carlo
PER
IP.
VIK-ir,
CORSO
-I
LUMI
4I
vedono
i) .
Meno
imponenti,
ma
di pitture e
si
dorature
a cristalli
le
di
modo che
di
potessero ve-
benissimo tutte
il
Ma
maggiore sfoggio
1
campioni che ne abbiamo visto in qualche mostra recente ce ne fan fede, quantunque ad essi manchi quell' insieme e di cavalli e di valletti e di
magnifiche.
lacch
e
la
di finimenti e di accessorii
che ne completaapparire pi
vano
belle,
la
pompa,
pur manchi, a
farle
cornice l'ambiente
di allora.
Anche
prammatica per
car-
pubbliche cerimonie.
cardinali
i
dice
alle
.
il
d'Espinchal
qui
delle
Roma
vetture
gli
per
hanno
antiche
berline
che solevano
usare
ambasciatori
i)
Samuele Sharp,
Giacomo, (Carabba, Lanciano) Lett. ventesima, p. 104. In una di queste carrozze repalatale dal principe Colonna 2) sali Costanza Falconieri Hraschi uscendo dal Pubblico Concistoro
S. di
ilei
sejfretario, l'abate
ili
< ornata
timenti
vaghe pitture e dorature, a tersi cristalli divisi . Cfr. SiLVAGNi, op. cit., voi. II, cap. V.
compar-
42
ROMA
AI
Anche
il
giorni di gala
cardinali
vanno con
al-
meno
Ma
come un
forma pi antica
ad^orna di
cabriolet)
di paiaches, sull'i^rperiale.
cardinale,
cristalli
i
;
accompagnato
le
dai ce-
chiude a
i
altre in cui
I
stanno
scorta
i)
scudieri,
segretari ed
caudatari, no.
cardinali
li
principi
e ioute la livre
Ma
di
tempo
governo francese
per rimanere,
in
Roma,
riservata
solo al papa.
Tra quelle che tuttavia sopravvissero per un poco fu quella del carancora, pi longeva od ostinata dinal Fesch. Ma si capisce era lo zio di Napoleone. Vero che quest'augusto suo nipote, quando aveva nervi, gli dava troppo irrispettosamente della bestia
ignorante di
teologia
ma
lui,
tali
intermittenti imper-
sentirsi parte,
anche
i) Temporibus illis cardinali, nelle cerimonie solenni, andavano a cavallo pomposamente fieramente. V. Pio IV' (Giovan Angelo Medici non manc di rimproverarli di moli559-'66 ) lezza quando alcuni di essi, derogando all' uso primitivo, cominciarono a preferire la cui moda era stata portata da cocchi poco in Roma dalla marchesa di Mantova,
i
l'KR
I.K
VIK
IL
CORSO
LUMI
43
K anche quando
egli,
come rimase
Crsa Niobe cos non volle rinunziar mai all'uso della berlina. Cos
sua, principessa Letizia
fin
della
che
egli visse'
cio
:
sino
al
'38-*39
lo
si
vide
scarrozzare per
Roma,
Era
alla
con assoluta
deroga
Veramente
di
di tali
berline
private
ad apparire ogni tanto per Roma onorato, ma tardo campione della specie, ritardataria nella scomparsa delle
quei tempi
rimasta sino a
:
un'altra
i)
sopravvivenza
poco
fa
sue
compagne
la
casata illustre
delle vecchie
animo rettissimo, conservare intatte le sue illusioni e non seppe, mutamenti avo non volle adattarsi a riconoscere venuti in quest'ultimo mezzo secolo. Finse d'ignotradizioni
volle
,
nel suo
rarli
nessuna concessione
al
presente
che potesse
il-
i)
ed antichissima famij;lia che si afferma, ma non di fede, discendente da quel Fabio dalla cui prudenza Roma ebbe la sua sorella del Nalvezza. Era figlio di Maria Gabriella di Savoia princip>e di Carignano e nepote di una principessa di Sassonia. ottantacjuattrenne Si spento serenamente in Roma il 27 'gennaio 192 1, assistito dalla consorte, donna Francesca Lucchesi il. figlia della duchessa Berr>' e sorella uterina del Conte di
lustre
,
Chambord pretendente
cesco, primogenito,
al
trono di Francia
dai
figli
don
Carolina Morullo.
44
giori e
in
sembrare debolezza o sconfessione del passato. Cos suoi magsentiva, pensava, parlava ed usava come
i
ogni tanto
in
pompa magna
Ricorderemo
in
nella
vecchia
berlina
istoriata
dorata.
il
regime pon-
tificio l'ufficio di
il
Generale delle
uffici
pure carattere
e nel
di
XVIII
l'ebbero
il
appunto
lo
Camillo.
Cos
il
sorprese mentre
e ne fu di fatto spogliato.
lui
Ma
non consent
di
dimostrarsene privato
poste
pontificie
che
come
che non erano pi ahim, pontificie e che avean preso tutt'altro indirizzo anche quello verso le deliziose affermazioni postelegrarettore di quelle
Non potendo
esercitare
il
suo
ufficio, egli si
limitava
a quelle manifestazioni che gli erano offerte dal protocollo della corte papale.
E quando
le
cerimonie vala
ticane gliene
sua vecin
domestici
via
via
pomposaIl
mente,
ma con
il
Vaticano.
PER
I.K
VIK
IL
CUK.S(J
LUMI
cos
45
il
adempieva
:
com-
tasiosa
mummificazione
ufficio.
dell'
immaginazione
,
rimasto di quell'
per
lui
:
Eran
si
questi
giorni di festa
il
pubblic<j che
cane
<
il
lo
principe
Massimo
lui
i)
come ahfjiam detto meritatamente onorato e rim spento anche pianto. Si detto e forse non a torto che con
Sul finire dello scorso gennaio
si
lui
si
se con ci
vuole intendere
il
del
buon
prin-
stata
1'
***
Le strade
in
< larghe,
<
ma
alquanto sporche
la
specialmente
nell' in-
verno.
<
una cosa eccezionale questa oscurit, perch lo stesso avveniva allora in tutte o in quasi tutte le citt d'Italia. Quando la luna non soccorreva, bisoera
Non
i)
Cfr.
L.
VicCHi
op.
cii.
p.
33 e P. Molajoni
in
GiorttaU
d'Italia,
27 genn. 921.
46
lanterna.
:
Chi
Vii
tli
notte poni
la
lanterna
diceva un refrain popolare di que' tempi, forse ideato ma alquanto ironica a manifestazione di rassegnata
,
sommissione alle nuove disposizioni del governo francese, che, prima di provvedere all' apposizione per le vie di lumi fissi (i lampioni ), ingiunse che ogni cittadino che uscisse di casa dopo annottato dovesse portare la lanterna.
[Ma, se
voli e strane
ragioni per
le
quali
queste
te-
nebre erano allora preferite e anzi ostinatamente difese vioo pi veramente importune dalle inopportune
lazioni
11
che ne sarebbero derivate dai troppi lumi De Brosses ci racconta che, essendosi insieme
ai
suoi
compagni
di
di
il
soggiorno
cui Piazza
a
di
Roma
Spagna serviva
usava allora a Parigi. Ma dov subito farli togliere. Via quei lumi non eran graditi ai romani perch con molesta giustizia distributiva facean luce anche sulle persone cui non piaceva di
come
si
essere vedute,
i)
e convenne
ob-
I)
De
Brosses,
op.
cit..
Lett.
XXXVIII.
PKR
I.K
47
Proprio
di quelle
quei tempi
irulucevano
che noi oggi vediamo nell'inviolabilit del domicilio wn diritto che garantiva la libert di mistero e di azione
che derivava da quella oscurit. Era
di
infatti
una specie
che avev'a riscontro in nelle ore notturne avvolge periodicamente la terra in una tenebra misteriosa. Cos la luce, in quanto turbava questo mistero, assumeva carattere di un'indagine quasi
poliziesca ed inquisitiva,
menomatrice
i)
Onde
il
progetto di illuminare
le
vie di
Roma
ri-
sult sgradito e suscit assai vive e concordi manifestazioni di protesta, che per
rono r attuazione.
Cos anche una cinquantina di anni pi tardi
ture seguitavano ad andar per
Roma
>,
senza fanali
i)
Solamente
in
tempo
di
sede vacante
per ovviare
ai
tuil-
luminata
atti di
ro-
mano
in
lanterne
ob-
una delle finestre prospicienti sulla via. da immaginare che strano aspetto prendesse di notte la citt con siffatta luminaria, con tante lampade di svariate fogge e misure, sosf>ese qua e l fuori delle finestre anche dei piani pi elevati
!
Cfr.
48
meglio dove
questi
si
una lanterna
mano.
**
mano,
di
cui r
presso
le
che campione
tulli
un
il
d'Espinchal ricorda
Spesso avviene che qualche passante cui non piaccia di esser veduto gridi a colui che porta il lume:
volta
la
lanterna
.
bedisce
la notizia di
mente abusare
sidente > ne
'd
simili annotatori.
Anche
in
l'arguto
ai
Prela-
menzione precisa
mezzo
suoi
di divieto,
pi che mancanza,
illuminazione.
<
Io son convinto
egli
dice
che
la
soppressione
da qual-
che prelato che si vergogna di esser veduto si vergogna, bene inteso, di esser veduto esercitare quella carit verso il prossimo che egli intende compiere evangelicamente in segreto Ma ben noioso dover
!
buie
ancor pi
PKk
I.K
VIK
IL
CORSO
- I
LUMI
49
oscuro
non bene lubrificate, trascorrono nel mistero, gemendo come anime in pena, mentre di tanto in tanto che deve volta la lanterna! -i sente qua e l gridare non mi venite a disturbare nelle mie ocintendersi
e,
:
cupazioni
. i)
conferma il Moroni, il quale argutamente ricordava che le classi alte erano pi costernate ed imbizzite che non le basse contro gli odiosi e temerarii propositi d'illuminazione. Monsignori e dame, curiali e cortigiane di alto bordo aveano bisogno in certe ore di rimanersene o muoversi a lor talento inosservati tanto che uno speciale galateo regolava e tutelava l'inci
Volti la
lanterna!
gridava
dai
valletti se
qualche
le
indiscreto
avesse
figure incappucciate
;
poich, tratfatti
neanche permessa
la
in
lecito di sor-
meno
di
i)
De
Hrosses,
/.
e.
Ed
il
nani l'histoire et
les aiiecdoUs...
i
conU1786)
pram-
On
ne souffre
soi
Chacun
fait
porter devant
ou
et
la
lil>er'
de dire
celui
.
incommode
4.
Baldini
Roma
50
< I
reclamavano di stare .il hiiio e eli fare loro comodo almeno di notte. 1/ universo in certe il lutti gli esseri viore si adagia quasi nell'incognito venti rientrano sotto il dominio delle leggi cosmiche;
;
nessuno pu arrogarsi
delle
il
il
mi-
stero
avvolge
la terra >.
Il
e lo
ragionamento come ragionamento non fa una piega reputavano inconfutabile. Noi ne facciamo ora un
deriva poco lustro
al
Ne
chi sa
che col tempo un'ulteriore serie di Labriola e dei suoi * lodi traballanti non induca alla rassegnata persuasione che avevano ragione gli antichi.
della
Anche
pur
tempo
era
grandezza
di
Roma
non c'erano
;
tanti lumi
sem-
Roma
Ma
ritorniamo
al
,
settecento.
M.me de
Genlis
che venne a
Roma
insieme
alla
duchessa de Chartres nel 1779, ospitata con signorile magnificenza dal cardinale de Bernis del quale do-
vremo
rante
una
delle conversazioni
si
mentre essa prendeva il suo bagno del pomeriggio ebbe da lui queste informazioni Avendogli espresso cos narra la gi matura, ma ancor galante signora la mia meraviglia che, pur essendo tenute le strade di Roma tutte le notti al buio, fossero tanto rari gli assassini e le rapine, mi ha risposto sorridendo che, volendo appagare questa mia
:
l'KR
LK VIK-IL CORSO
LUMI
51
curiosit,
doveva farmi una confidenza. E in proposito mi ha detto che era convinzione generale che quel cardinali che ne probuio fosse assai comodo per
i
,
pertanto
-
ammazzar per
,
isbaglio
qualche cardinale
.
i)
in
incognito
!
si
asteneva
dagli attentati
male E il d'Espinchal, per quanto ortodosso e un po' co< Si assicura che dino, annota a sua volta cardinali e pezzi grossi ecclesiastici tengano assai a questo costume, che favorisce il mistero dei loro giri not:
Meno
turni .
Se lo diceva un cardinale mentre assisteva al bagno di una signora poteva ben dirlo, senza irreverenza, anche lui.
***
Dunque
lumicini e
le
lanterne ap-
trovavano
le
vie allora
fasi
proprio come
?)
dice cos
della
le
tenebre
della.,
nuova luce
M.me dk
1) J.
<
*,
les
Francois. Cfr.
1 N LI s
Mtnoires.
;2
deirawenire,
chio
coli
dei
ma
borghesi.
Niente illuminazione allora nelle vie, ma solo, qua e l, quei miseri devoti lumicini, povere e poche lucciole in
assai vasto.
di questi si valsero
1'
come
ragione,
o pretesto
per ritardare
impianto
di
una pubblica
i)
illuminazione in
Roma
Tanto che anche quando vi si provvide alla meglio dal governo francese, col far disporre un migliaio di lampioni sospesi, sul mezzo delle strade, ad un grosso filo di ferro attaccato da un lato all'altro della via, 2) anche questa meschinissima illuminazione corse pericolo di essere soppressa appunto pel pretesto o pregiudizio bigotto della menomazione che ne sarebbe derivata al culto dalle immagini sacre.
Sembra incredibile ma pur fu cos veramente. E nel mio archivio famigliare, fra le carte del cav. Pietro
,
i)
XIX Roma,
di notte, era
ancor comfanali.
pletamente
De Roprocla-
si
mava che
i
il
facolt ai
tre architetti
gi destinati per
l'
illuminazione della
i
Comune, cittadini Vici, Camporesi e Codini, di segnare luoghi ove debbonsi regolarmente fissare lampioni. Marcati che saranno
i
i
lampioni nel
Repubblica
modo
;
indicato... e di far
,
{ColUziom di Ugg
carte pubbliche
tendenti a consolidare la
Romana
Roma,
Voi.
I,
p.
36.
PER
I.K
VIK-IL CORSO
-I
LUMI
53
Kontana, spoletino, che, prodigo di se e della sua coltissima operosit per ogni provvida innovazione si
,
pianto in
piata
Roma
dell'illuminazione a gas,
a
i)
trovo co-
una corrispondenza,
Paris
ricr de
27
aprile
2)
prova assai
esplicita.
Riceviamo da
Roma pubblicava
.
quel giornale
Roma
i
della dispo-
sizione che
luminazione pubblica in
tutti
gli
stati
della chiesa.
Roma
ancora
li
conserva,
ma
non dureranno a lungo e verranno tra poco soppressi. Si giustifica questo provvedimento con due motivi
uno
sacro,
fa
1'
altPO protano.
Questo
La ragione sacra consiste nella necessit cos dicesi di sopprimere lumi sacrileghi che han privato le innumerevoli Madonnine che si trovano in ogni canto di strada, della illuminazione con la quale le si onoravano dai devoti . Le Madonne commenta argutamente il Fontana hanno invero perduti molti moccoh e molti lampioni
,
,
1) Il
in
Roma
soltanto
il
i*
gen-
naio 1S54.
2)
Fa parte
ebbe con
in
il
suo amico
fK)i
Olanda,
Roma.
54
Cini
KOMA da che
le
AI.
IR AMONTO
DKL SKTTKCENTO
illuminate;
ma
iiof
improbabile
strade siasi
i^ini
delle
* vit-
che
le
di considerazioni,
i
voti di quel11
r ipioto
raltro
vie,
,
quale pe-
mezzo a queste
sua teoria del
troverebbe un po'
numero
minile.
della su accennata
Ora r illuminazione
tanto. Ma...
le ali
si
ma
si
brucino
di
troppe farfalle
comoda
restieri
era
il
fo-
come
stessi Italiani
Ogni
anche
il
nazione
e a que'
,
tempi
si
diceva nazione
un sol municipio che avesse vissuto o viv^esse con regime proprio pi o meno indipendente aveva in Roma come ora nei paesi in cui vige il regime delle capitolazioni per il servizio postale un ufficio proprio, al quale facevano capo rispettivi corrieri ordinarii. Ivi venivano consegnate o impopopolo
d'
F'KK
I.K
VIK
II.
CORSO
-I
LUMI
55
Stale
distri Ijuitc
le
luoghi.
(Juegli urtici, retti
da impieg-ati
i>
dipendenza
si
imtro-
mediata della
nazione
vavano sparsi qua e l per Roma. Cos, mentre l'ufficio di posta di tutto Xo Stato Pontificio si trovava in via Papale (ora San Pantaleo) al palazzo Massimo, i) quello per la corrispondenza con
la
Spagna stava
di
nella
piazza
;
omonima
piazza
del
presso V im-
bocco
di
Ripetta
fra
il
porto e
dementino
Pallacorda
aveva il suo ufficio in piazza San Claudio dei Borgognoni, quella di Torino in piazza Campo Marzio quella di Genova in piazza del Collegio dementino. Un insieme dunque molto incomodo
pure
la
posta
le
comunicazioni
lente,
bene inteso, in relazione alla rapidit che ora han ragperch se ben si pensi alle ditgiunto gli scambi ficolt che si dovevano allora superare in quei viaggi, appare meraviglioso che si riescisse a provvedervi con tanta sollecitudine e regolarit. Il corriere che port da Versailles a Roma la notizia che la regina di Francia
;
direttore capo degli uffici il Generale delle poste. chiamava di posta dipendenti dal governo si Ed era, questa, una carica assai importante perch qualunque cosa
i)
A Roma
come
la
a Venezia
giungesse con
privati
o per
il
go-
verno passava,
in
modo
56
si
bambina
il
19
decembre 1778
arriv^ a
mezzod del 2g dello stesso mese. Ben 750 miglia in carrozza a cavalli, d'inverno, in
il
Roma
meno
di
dieci giorni
il
tallone d'
A-
questo servizio.
,
O. Bergeret
i)
venne
si
tratin-
tenne
in Italia, ci
ha lasciato
di questi ritardi,
non
frequenti nella cattiva stagione, notizia e lamenti nell'interessantissimo suo Giornale nel quale ha racricordi del suo viaggio.
:
colto
La posta
Il
di
Francia arriva
il
luned e parte
il
mer-
impiega ordinariamente 14 o 15 giorni da Parigi a Roma. Di solito passa per Aix e s' imbarca ad Antibo (salvo che il tempo cattivo non glielo impedisca e lo obblighi a passare per la
coled.
corriere
1)
Bergere! (Pierre-Jacques-Onesyme)
della
nobile e ricca
fa-
miglia dei Bergeret de Grand-Court, fastoso finanziere, raccoglitore appassionato di cose d' arte
migliori artisti francesi del suo
mosfera
la
di lusso e di ele^'anza,
,
amico se non mecenate, dei tempo, consueto a vivere in un'atsi decise, anche lui, come voleva
, ,
giro
di
studio
in
Italia.
Sceltosi
il valente pittore suo amico Fragoautunno del 1773 in Italia, visitandone le principali citt. E di questo suo giro, che con le permanenze non brevi a Roma e a Napoli dur quasi un anno, fiss le memorie e le osser\'azioni in un giornale veramente interessante, rimasto inedito sino a pochi anni or sono, ma poi pubblicato da M. A. Tornezy coi tipi .May et Motteroz diteurs Paris, e con il titolo: Bergeret et Fragonard /awr^o/ indit d'un voyage eu
,
Ilalif,
1773 177 f-
PKk
I.K
VIK
II.
CORSO
LUMI
57
Riviera)
per sbarcare a Genova, donde prosegue per Levico, Pisa, Siena ecc.
Di certo risparmiereb)e
st
passasse
;
per
a
il
il
air Italia
ma
ci
oppongono
i
le
difficolt
che
cui
importerebbe
passaggio per
>.
troppi
Stati
in
divisa l'Italia
Troppi veramente erano allora questi Stati e troppi pure quando rimasero in... due
CAPITOLO
I
III
teatri
Un problema non
tutto risoluto regime non propizio in teatro un pochino di storia quella illustre pittima DI CRISTINA DI SVEZIA l' ALIUERT LE SUE RIVALIT CON l'argentina l'argentina LA SUA STRANA DERIVAZIONE TOPONOMASTICA UN PRECEDENTE DIPLOMATICO DI MODERNISSIMI ACCOMODAMENTI OSCURIT PREWAGNERIANE LE VISITE E LE CONVERSAZIONI NEI PALCHI UN RICORDO ED UN ESEMPIO GLI ECCLESIASTICI A TEATRO IL TORDINONA GLI ALTRI TEATRI BURATTINI GIULIO CESARE IN CALZONCINI E CLEOPATRA COL GUARDINFANTE NIENTE DONNE SULLE SCENE.
dp:l
xlcco
questa
il
:
non
piacevole
di
dover dire e pu
verit
sed veritas
non
!
che
Roma
la
vanto di teatri ed anfiteatri magnifici per mole e per ricchezza, e tanti ne fece sorgere in molti luoghi
6o
ROMA
Al.
moderna
teatro
anzi
sia
tuttora
sprovvista
di
un
che non
sia pari,
le
attribuisca
se
una provvida iniziativa privata dell' albergatore Costanzi e da qualche anno a questa parte la simpala tica intraprendenza di una coraggiosa impresaria hanno consentito un assai decoroso signora Carelli
S
;
rimedio.
Anche
l'Argentina, enjolive
come
d*una ac-
conciatura
un p moderna, rappresenta un qualche rimedio. Ma la necessit di provvedere in proposito come veramente converrebbe per la capitale della terza
Italia,
a rinnovarle
in
il
,
Almeno
pi non
questo
da che caddero
Cesari,
Roma
trionfa.
***
di
cose ha certamente
del
contribuito
speciale
carattere
governo a
fastosi,
cui
Roma E si
era soggetta.
capisce.
I
pontefici,
per quanto
sono
alla
che non
costruzione di luoghi
di
divertimento
mondano
e spe-
non intesero dispendiarsi ad erigere o sussidiare in .Roma un grande teatro di corte come con ricca magnificenza provvicialmente di
teatri.
Cosi, allora,
Emanuele
di
Savoia per
il
Regio
di
Torino.
TKATRI
6l
Anzi il governo pontificio si era manifestato non solo mal disposto a provvedervi del proprio, ma anche, pi o meno apertamente, contrario ad og^ni iniziativa privata in proposito. \'ero che questa contrariet non si afferm sempre costante presenta invece una serie di alterne vicende di rigidezza e di allentamento, a seconda della pi o meno stretta severit del rigo:
Ma
tempi
in cui
questo rigore
si
manifest con
fobia.
l'ostinazione e la preoccupazione di
una vera
ai
E
rillo
giorni
lontani
Ci-
in cui
induceva Tertulliano e S.
ed
ai cri-
che queste ed
il
battesimo o
riferirci
Neppure intendiamo
concilio
(li
al
Chlons ripeteva
ai prelati
man-
tenere
col quale
gli attori
Magno
eufemismo, peggiorativo, s'intendeva indicare drammatici. Viles personae li qualificava Carlo che non avrebbe certo immaginato quanto,
avrebbero avuto
da
fare le
e...
cancellerie degli
ordini equestri
per contentarli,
alito
dell'
si
commendarli a dozzine.
Tempi
lontani
,
quelli
le
il
nuovo
umadi
nesimo che
con
sue
tradizioni pagane,
diffuse
seconda met
un meabbiamo avuto
Roma
occasione
62
di
ROMA AL IRAMONTO
DF.I.
SKTTF.CKNTO
Venezia e della sistemazione del Corso: Paolo II. E da allora s' inizia una ricca fioritura di teatri privati, fatti erig^ere, nell' interno dei loro palazzi, da principi cio a^oe da cardinali; e anche di teatri di corte
stolici
romani.
necessario tener
Peraltro
presente che
allora e
tempo
il
teatro pubblico a
Roma
quelli
una
vita incerta e
frequentatissimi,
ma
Con Alessandro VI
ogni manifestazione
Leone
X
to,
mecenate paganeggiante
scana fece
la
il
ogni festeggiamento e di
dell' arte
la libera
commedia
Vaticano
suo ingresso
trionfale
in
in
lungo periodo
cui allora tu
i
grigio per
teatri e
per
l'arte
ma
anche pi per
l'indirizzo a
misteri > di
della
anche delle stesse tradizioni religiose molti, se non tutti, malinconiche ed opprimenti abborracciature. Cos, nonostante l'impulso che nel secolo XVI, per geniale iniziativa del Bardi e della sua camerata e del Caccini e del Rinuccini ed altri di Toscana, aveva reso
vivo e vitale
cui
lore
nuovo organismo dell'opera musicale Monteverde infonde nuovi sensi di vita e di coil
nonostante
che
per
merito
specialmente
di
TKAIKI
63
Roma e sembrasse avervi che nella Citt Santa un infortuna tuttavia certo ed alcune caratteristiche consieme di tradizioni
sin (lai
primi
(iel
'600 in
dizioni
tlel
suo ambiente
chiesastico
non potevano,
Il
giuoco
ma
che era entrato nella commedia musiviene ammantato ed infagottato sotto il paludadi evocazioni
mento
il
saio,
E
siasi
gi
rigorismo
di
Sisto
donna
il
Cos
seicento trov a
Roma
teatro indebolito
pur con qualche sosta e contraddizione, l'assalto meschino rivoltogli dai vescovi, dai concilii e dal governo di quel secolo.
e peggio tent ridurlo, sia
\l'd,
pur obbligandolo a
fastose
tali
pari passo
con
e
le
costumanze
di
quel secolo di
pompe
di lusso si
ricchi spettacoli
signorili. Il
da contrastarli. ci mancava la venuta in Roma di quello strano tipo di nevrotica esuberante mezzo uomo e molto tlonna, quell' accidenti della semicoronata e neocattolica Maria Cristina, che, tanto per darsi un p pi da fare e dar pi da tare agli altri (lasciamo stare il < da fare del cardinale Azzolino, che essa, quando non
poi
04
k(MA
AI.
marchigianaccio
la
poesia
musica e per le rappresentazioni teatrali. Quindi una serie innumerevole di trattenimenti drammatici e musicali, suonate, oratorii et similia senza contare quelli che erano stati ammanniti al suo arrivo in Roma dal g"o verno pontificio per festegvriare questa nuova conquista del cattolicesimo, che parve grandissima e fortunata, sino a che dovettero costatare quanto fosse invece costosa, noiosa e tormentosa: una pittima. Ma se ne accorsero un p tardi troppo tardi si accertarono che le jeu ne valait pas la chafidelle. Si cominciava a sentir cjualche dubbio sulla disponibilit della poltrona che
dia
anche
onde l'Arca
per
la
lei
in
paradiso
e la
mentre assai movimentato diveniva il giuoco di danaro e di seccature che costava a quei papi la presenza in
Roma
di
Ma, come dicevamo, dapprima grandi feste, molta musica e molte commedie. Il primo melodramma da
lei
udito
in
Roma
la
fu,
forse
quello
offertole
dallo
stesso
papa
la
ciava
serie.
nei
primi
Barberini,
su libretto di un papa
gliosi
zuoli)
,
allora
il
futuro
Clemente IX,
ili
i);
poi assiste,
casa Pamphili,
Daniele, musi-
Giovanni Cnevazzi: Papa CUmettU IX poeta, Modena ed anche l'opuscolo dello stesso autore: IH tre niflodrammi 1900;
i)
Cfr.
CRISTINA
Da
DI
SVEZIA
IKATRI
dai
I>arberini,
due drammi, pure musicali, dello stesso Rospigliosi {Le armi poi all' Ambasciata di e gli amori. Dal male al bene)
dal
'reiia}.(lia
;
poi,
ancora
ad
altri
Francia alla rappresentazione dell' Eraclius di Corneille. E cos via un elenco che non finirebbe pi, e in
;
cui
lei
concerti musicali da converrebbe inserire anche ordinati ed offerti a grandi personaggi ed all' arii
stocrazia romana,
i)
Certo
si
come afferma
ed. 1904, nel
anche
il
Cametti
che
in
2)
la
un suo musica
d(?l sec.
XVII,
notevole per
l'intro-
maschere nell'episodio dalla fiera di Farfa. Quello dal titolo Santa Baldassara, messo in scena dallo stesso cardinale, dest tanto entusiasmo da far girar la testa a una Ijella signorina romana, cos che se ne scapp di casa solo vestita da huomo . i) E non erano, anche questi, il pi delle volte, modeste accademiole inter paucos, che p. es. dal Diario del Cervini sappiamo
duzione delle
che per festeggiare
d' Inghilterra in
l'assunzione
al
trono di
Giacomo
II
Re
,
S.
M. Britanic^
suo palazzo
Innocenzo IX
cio
gli
Maria Cristina fece eseguire, nel febbraio del 1687, per tre sere,
nel
un'<c
una
cantata,
che per
la festa
parevano
tanti soli .
Ed
i
in
vero
tare intervento siffatto. Baster ricordare, per far certi della gran,
diosit dello spettacolo, che cori erano composti di cento musici e che l'accompagnamento orchestrale, formato da istrumenti ad arco, si componeva di centocinquanta esecutori. E a capo di essi era Ar-
cangelo Corelli
16 ott, 191
2)
nientemeno A.
!
Cametti, Cristina
di Svezia,
d'Italia
Roma
Rivista
A. Cametti
loc.
cit.
5. Bandim
Roma
66
ROMA
,
AI.
istriiinentale
il
canto
la
commedia,
drammi
costi
tuivano allora
niche
berini
il
Le rappresentazioni
sce-
avvicendavano
in
della
principessa di Hutera
della
.
X
i
ci
signorili,
recitava,
si
cantava,
suonava presso
,
i
Chierici
regolari ministri
in
degli Infermi
nel Col-
legio
romano,
Gesuiti
La musica
de
crisi
architetturale, che
,
aveva superato
la
gran-
volgendo alla conquista dell' espressione drammatica, aveva gi sciolta ed individuata la monodia personale dalla polifonia corale o dal pragmatismo del contrappunto a tre o quattro voci, era peneper cui
trata
come
romani di quei tempi. Vi era penetrata come argutamente si affermato in modo curiosissimo: mon-
signori e principi
1'
avevano conosciuta
all'
oratorio,
. 2)
la
i)
le
Quattro Fontane
>I)ettatori.
<iesiro dell'edificio
un grandioso teatro capace di ben tremila di fabbrica che si protende dal lato si vede dalla piazza che porta il loro e che
,
nome. Venne inaug^urato nel 1634 dal card. Francesco. Alla rapprimo marzo 1639 intervenne anche Milil ton: vi si rappresentava Chi soffre speri . 2) I. La VALLETTA. // teatro lirico in Italia nei seeolo XVI e
presentazione datavi
TEATRI
67
Si manifest anzi
ti-nimenli. Xcl
it)t)o
commedie sono
autori,
i
fra gli
poeti,
musicisti,
ed
artisti
pi reputati
!
nien-
temeno Salvator Rosa ed il Bernini JSi giunse anche, come abbiam visto, alla partecipazione attiva di un cardinale, che poi sar papa Rospigliosi. In mezzo a tanto fervore musicisti guadagnavano
:
il
ttsori
un numeroso stuolo di virtuosi ai suoi stipendi. E se li contendevano fra di loro, non soio con gare di offerte, ma pur con intrighi, e prepotenze, i) Cos dobbiamo a questo periodo una fioritura di egregi maestri e con essi di elettissimi artisti che, ricercati ed apprezzatissimi all'estero, diffusero per tutta l'Europa, aifermandovisi con assoluto primato, il geniale buon gusto dell'arte musicale e del bel canto d'Italia.
Al'//, Nuova Antologia, i ott. 1895. Cfr pregevole studio di RoMAiN RoLLAND.Z^i origities du thdtre lyriqtie moderne eie. Paris.
il
i)
<ii
Sarebbe interessante,
di
siffatta gara,
ma
troppo
ci
reffesio
anche
il
<liplomatiche, che
ne corsero
gi
per esempio
soldo
qnelle
per
al
candi
;
tante
Giuseppe Bianchi,
al
(39 ducatoni
mese)
per Antonio Rivani, famoso musico pi noto col anch'esso disputato a Cristina
di
Ciccolifio,
Svezia
il celebre SiFrancesco Grossi face e pur quelle della virtuosa > Giorgina (Angela Maddalena Voglia) che come vedremo fu occasione ad uno strano editto pontificio e rese a Cristina di Svezia un assai brutto servizio.
<i
68
ROMA
AI.
Ma,
se
pur
si
moltiplicavano cos in
Roma
quei trat-
avveniva principalmente nei palazzi privati. Da parte del governo pontificio e delle magistrature da esso dipendenti non si manifestava
tenimenti
artistici, ci
meno per
teatri.
si
Anzi, oscillando
tennamenti, non
vera avversione.
In vero, considerando
in
di
Roma
quel periodo
'600
G. Imperatori,
il
deve concludere come annotava che vis vis del governo pontificio
si
si
il
al teatro,
mentre
contradizioni
tutte
verno
. Infatti
minci col manifestarsi contrario a favorire i teatri; ma poi li lasci moltiplicare a tal segno che nell'anno 1696
Avinsi di
Roma
si
di
cinquantadue
teatri, tra
quali
moltipli-
Ma, poi nell'anno successivo, egli stesso faceva abbattere il teatro di Tordi nona per placare il malumore dei vescovi e un po' anche bi.
sogna convenirne perch stanco delle difficolt e prepotenze diplomatiche e delle riv^alit di casate.
Ma
sore
il
severo suo
fiero
predecesil
omonimo Innocenzo XI
1686
,
(Odescalchi) aveva,
editto
col
maggio
emanato
un
quale
TEATRI
69
il
proibiva
il
ai
canto ed
'
suono
alle
il
donne.
carattere di questo libro essenzialmente
si
E
un
poich
aneddotico, non
ijreve
cenno dell'avvenimento che determin queanche perch ha quel certo saporino un po' sto divieto tra papiccante e caratteristico di quell'epoca. Ora rentesi queste cose vanno ben diversamente, pi per le spiccie. Non ci mancherebbe ahro che per esse si do-
la
traballante
il
anche cherchez la femme ; con che si in essa ricorre il solito intende implicitamente che convien supporre anche quell'uno o quegli individui maschi che ne furono o
E, chiusa
la
1'
integrazione.
da Cristina di Svezia di noc'era pure una tale Angela Maddalena Voglia nota anzi meritamente bile famiglia Camerinese
Dunque,
famosa
in arte, col
e,
nome
di Giorgina
squisita cantante,
di allora,
bellissima
e,
non
si
infi-
nitamente cara
Virtuosa
contradire;
,
ma
come
un cardinale,
e, dicesi.
1)
Grottaferrata.
70
il
ROMA
AI.
pi ben fatto
lei
tanto pi che il puhljlico ne mormorava che della intraprendente galanteria di quel tal cardinale si sapeva gi qualche cosa per la corte incessante da lui fatta all'ambasciatrice di Francia. Il pubblico mormorava e la mormorazione dilag cos che, giunta agli
casa di
brusco intervento, che fece rinchiudere la giovinetta in convento ed emanare quel tal draconiano
venire
:
e misogino provvedimento.
Il
non ha ragione di essere. 11 saper cantare o suonare non per la donna condizione essenziale ed esclusiva per ci che quel buon papa avrebbe voluto evitare. L'esperienza dice che essa pu non conoscere una nota, eppure essere espertissima ed attivissima per il resto. Assai pi che a spremer fuori un editto aveva faticato, tanto tempo prima, Mos a salir il monte Sinai, per discenderne con quel tal fardello che ha in sovraccarico il nono comandamento.
come cade
Da
allora lo
;
si
eppure non giova sempre. Forse lo si in' segna troppo presto alle bambine si direbbe che poi, col tempo, in molte se ne sia imprecisato il ricordo, cos da lasciar loro confondere la cosa con una delle...
trinella
:
opere di misericordia.
torniamo a Giorgina, chiusa, come dicemmo, per penitenza in un convento. Chiusa la tenevano; ma vi stette poco, che riusci a fuggire da una finestra, e
corse a rifugiarsi
nel
Ma
palazzo
della
regina
Cristina,
a proteg-
che
impegnandosi
TKATRI
fatto,
71
g^crla.
Manon
si
1'
avesse mai
Istoria
Un
tale
semiregale
mente e, smanioso di affrettare ed assicurare il trionfo completo dei suoi desiderii, s' introdusse di nascosto nella camera di lei. Ma, quantunque cos sorpresa, Lucrezia...
cio
no
(riorgina
si
difese
e
strenuamente,
proprio da
virtuosa zitella
11
ricover,
alla
la
sua volta,
a
il
d'Estres.
Quando
alla
regina
grave malattia
venne
sua casa,
allora
convalescente da
oltraggio
cos
ira d' iddio.
sapere
fu
dell'
commesso
una vera
con quel caratterino che aveva, nell'impeto della rabbia, giunse ad ordinare, novella Salom ahi! ahi!
(
Monaldeal suo capitano Merula di !) portarle la testa d^L Vaini. E quando seppe che questi, prudentemente era fuggito da Roma in luogo pi sicuro e che lo sottraeva alla sua vendetta, la buona regina ebbe una tale crisi di rabljia che, presa da febbre violenta, poco dopo mor.
s'
a...
schi
giunse ad ordinare
in
questa come in
!
Se avesse preso la cosa pi in calma, chi sa di quanto avrebbe potuto ancora ritardare la vedovanza del cardinale Azzolino e poi avrebbe avuto ragione di convincersi che non valeva la pena di tanto tragica scalmana, anche perch il seguito di quella storia registra che la bella Giorgina non pi zitella n virtuosa divenne
;
donna
t>
12
ROMA
AI.
duca
di
Me-
Roma.
da queste commedie o manifestazioni tragicomiche della vita, torniamo a quello che dovrebbe esil solo amper nostra finzione od illusione serne
,
Ma
il
teatro.
nuovo
all'arte
persone pi
reali e,
drammatica italiana diviene pi sincera e vitale, pi rigogliosa, con Metastasio e Maflfei, con Alfieri, (rozzi mentre di pari passo l'arte musicale si e Goldoni schiude ad una ricca meravigliosa fioritura con Auletta col Zingarelli e Piccinni, con Porpora e Marcello con Cimarosa e Paisiello. La Chiesa resiste, ma, al solito, con alterni tentennamenti. Mentre parecchi dei Papi direttamente o per mezzo dei governatori, combattono gli spettacoli teatrali, altri pi simpaticamente v'indulgono. Il buon Lambertini (Benedetto XIV) si concede anche il gusto credo il Tordi una visita privata > ad un teatro
dinona.
teatro
:
subito
si
dulgentia plenaria.
di
o di prima.
di
le
cui
che bandiva
assolutamente
> o h h Q W Z w
CQ
Hi
H Z w
z 5 2 <
TKAl'kl
73
altro
pub-
la
chiusura
'
sopprimeva ogni festeggiaanche durante mento il Carnevale. quantunque E Clemente XIV (Ganganelli), dimostrando di aver compreso le condizioni e le giuste esigenze dei nuovi tempi, consentisse poi la riapertura dei teatri, tuttavia anche questo provvedimento pareva una concessione quasi data a malincuore. Ma tutto ci non pot trattenere lo fatale andare dell'arte teatrale anche in Roma. Certo si che quello stato di cose e quel regime sia pure con le successive attenuazioni del suo ri-
gore
insieme un ambiente
dubbi segni manifestavano la tendenza donde appare ancora pi notevole ed ammirevole il progresso tuttavia verificadell'arte teatrale.
non
tosi
Molto meno propizio poteva esser queir ambiente ad un assetto pi decoroso degli edifizi teatri. E bench non possa dirsi che le iniziative dei pri-
vati
per
la
il
pubblico venis-
meno
lontani,
i
che
teatri
debbono, tutti, solo a queste private pure certo che dovettero l'origine loro
Roma
subire
tL
l'
CI valse a
almeno non
,
ne sospinse
lo slancio
grandioso e magnifico
come
74
per
chi
quando
Scala.
conte
di
teatri esistenti
in
si
Roma
alla
verso
la
XVIII
imprese
erano,
come
che ad
i)
industriali,
privati,
anzi
specialmente di alcune delle pi notevoH case patrizie, che, provvedendovi, intesero fare sfoggio di opulenza
e
Vasi, e pubblicato in
si
Argentina
nel
che appartiene
del
alla
casa
jDesarini
eretto
marchese
Girolamo Teodoli. , questo teatro, uno dei pi belli e grandi di Roma ed in tempo di Carnevale vi si
;
.
recitano dei
Il
drammi
in musica.
3)
che
si
trova nell'ultimo
vi-
Spagna
Per scrupolo di esattezza dovrebbe escludersi il teatro di Tordinona, almeno in una delle successive rincarnazioni, perch
i)
una
lica,
di esse di
come
meglio
avremo occasione
operata daHa
R.
di
esporre poi,
parlando
questo teatro
fu
Camera Aposto-
cio dal
Demanio
Vasi,
pontificio.
2)
di
Mariano
3)
Romano antiquario
dirsi Alihert, dal
di
Sua maest
il
Re
di
Polonia a
Roma MDCCXCIV.
casato di colui che lo fece
Veramente deve
erigere.
IKATRI
75
lo fece
fabbricare.
Roma
e serve
per
drammi musicali
da
Tordinona, modificato
i)
nell'anno scorso
ove
e
rappresentano tragedie
musica.
il
in
palazzo Valle
al
ha dato questo
nome
2)
sud-
tempo
di
Carnevale
/
intermezzi di musica
i)
dopo
forse
nome
di
piazza di Sant'
si
Andrea
zona
chiamava la Valle , alla stessa guisa che poco lungi onde venne il nome alla Chiesa e alla piazza di Santa Maria in Vallicella. Del resto anche in quel palazzo della famiglia Della Valle verso la met del Sec. XVII esisteva un celebre teatrino, apprestato e diretto dal l)en noto diplomatico, commediografo e diarista Teodoro Ameyden, cui piaceva d'invitare la nobilt ad udire conmedie non di rado di sapore politico e satirico poich, in quel tempo, spesso si faceva in teatro anche la
era
la^
Roma
Vallicella,
politica.
70
ROMA
AI.
***
non altro per amanche delle Dame. Aveva sei ordini di trentasei palchi ciascuno, non disposti in curva, ma come su tre lati di un trapezio; e
Il
pili
importante
fra lutti
se
detto
di legno: e ci rese
incendio a quanto
pare
met
Lo
17 i8
il
conte
Alibert
fi-
gura equivoca d'impresario, biscazziere, segretario e confidente, e lancia spezzata di Cristina di Svezia per tentare di rifarsi non appena gli fu consentito
,
vedremo parlando
di
contentatura
cos
lo
descrive
La
:
sala vasta,
ma
malissimo decorata
fra
con
sei
r)nlini di palchi, e
vari or-
sembrano, tutti questi palchi, le caselle di una grande colombaia. Sono poco puliti e senza sedie; chi le vuole deve prenderle a nolo o mandare a mobiliare il palco da un tappezziere . 2)
dini
con l'appoggio avutone Ha Maria Cristina, il conte d'Alibert aveva potuto ottenere dalla Arciconfraternita di S. Girolamo della Carit, che n* era proprietaria, la sui>enfiteusi del teatro di Tordinona.
i)
Come vedremo
meglio
in seguito,
2)
Il
l'
intiera
stagione
il
costava
TEATRI
77
Era
a quei
il
tempi
freiiueiitatissimo
di sentimenti, di en-
disinvoltura
quale
ai
nostri giorni
stenta a immaginare.
Durante
lo
spettacolo
cos
troviamo annotato
ed tollerato un chiasso continuo assordante. Ognuno ta quel che pi gli piace. Ouelli che stanno seduti in platea mangiano, bevono e non si astengono
fa
,
nemmeno
mauvaises
(ce
ne risparmiamo
n'eri suivent.
la
traduzione
!)
dalle
les
operations
qui
Noiis poiivons
certifter
odeiirs
.
par
la place
que nous
occupions aiix
premier es loges
anche se alterati da un che si ostinano a ai pessimisti po' di esagerazione progressi che han latto in un secolo la cinegare vilt e r educazione E le manifestazioni dell'entusiasmo assumevano forme
Dedichiamo questi
,
ricordi,
perch
si
effettua-
vano non solo con applausi e fischi assordanti (fischiare ed urlare assai forte si ode talvolta anche adesso, in qualche movimentata premire I) ma pur con fre netici
sbandieramenti
di
fazzoletti
di
si
mantelli
E questo
non
fa pi. Si
i
pugni e
Questo teatro ebbe periodi di assai grande favore, segnatamente da che quella geniale ed infelice artista che fu Maanch'essa una grande disamata
^S
rianna
la
o I^ulgarini Komuiina),
i)
(^pii
designazione
di
dopo
incomparabili
lei
trionfi propiziati a
<liletto
Napoli all'esordiente ed a
la
tanto
Metastasio con
a
con
lui,
lui
Roma. E
il
buon genio dell' ascensione del giovane poeta da lei tanto amato con un amore che seppe ogni dedizione, ed ogni tenerezza di quasi materne abnegazioni e sollecitudini. La sua devozione per lui rimase immutata anche quando egli prefer, con egoismo antituttavia fu
patico, farsi scritturare
alla corte di
Nei
libretti e nei
sempre
lei
il
Bulss^arelli e
del
tempo
chiamata
lettere
che scriveva a
di Biilgarini.
in arte
Metastasio sono
cognome
di
2)
Quanto diversa
Ga)rielli, col
Caterina Gabrielli
cipe
pi nota,
nomignolo
la
perch
figlia
di cochetta, di Gabrielli,
coc/ieila cos
cara
come
noto, *
am
pi donne, singolarmente
e di grasso
sentimentali
Salveraglio;
il
dunque
.
di
magro
commentava
argutamente
Il
Carducci
mio , quantunque fosse tutt'altro che bella, ed anzi, dicesi, anche un poco guercia. Ma, allieva del Porpora e del Garcia, era una grande artista che dest entusiasmi ora incredibili. Ma, (juanto ai cpstuuii, pesbima.
Parini la invocava < terrestre angelo
per di pi
presuntuosa,
II
capricciosa, testarda,
impertinente.
Con Caterina
ducati.
i
fissava
il
mila
Cinquemila ducati
Ma
io
miei feldmarescialli!
V. M. faccia cantare
e,
suQL^eldma-
rescialli
rispose
la
Cochetta:
se vollero sentirla,
convenne pa-
IKAINI
79
1'
l'u,
il
'
(iiu'Ilo,
Alibert. Per
di
drammi
itone,
nelle
Indie
una
serie di
viiccessoni.
("osi
1
tempo
acuiva
vir-
fortuna,
E
\u'v
questa rivalit
il
manifestava e spesso
si
favore o
le
iiKso
due partiti si limitava ai tschi ed agli applausi, agli urli ed agli sbandieramenti spesso correvano bastonate e anche peggio quando
invidiato.
la
quei
,non
si
di
un bravissimo tenore. Era questa una vittoria, un trionfo che facea smagar per rabbia gli Argentini . I quali, ad offesa o difesa, ricorsero a questo tiro birbone. Introdussero di soppiatto a teatro un loro
stagioni
c^ne e lo tennero cheto e nascosto sino a che quel tenore non fu alle prime battute dell'* aria che soleva
mandare
il
pubblico in
visibilio.
Ma
allora,
ad un
tratto,
tormentarono quella povera bestia, in s malo modo, che forte e ripetutamente gua. Questo bast perch ne seguisse un chiasso indiavolato! Il cane ed il suo
^ar quel prezzo. Peggio
la
si
comport
>.
il
Vicer
un
suo bizzoso
cantare
.
Piangere
n'
E cant quando
fare,
ma
8o
ma
il
appena
si
conseguenze ne risultarono irdisastrose. Infatti nelle sere successive, non era a quel punto dell'opera, si sentiva sem-1
le
pre sorgere
come un'eco
di
quel guaito
era un par-
meno sommessamente
Ma, per quanto sommesso ed appena accennato, bastava a provocare con proteste o risate,: un diavolerio. X il cantante n 1' opera poteron resistere la stagione and a male e gli Argentini * ebbero una vittoria una vittoria di pi.
'
La fortuna
come
si
met
morte violenta.
il
ricordo
di curiosi incidenti
tra
tevoli
liberali
che
:
si
andavano affermando
in
i
e diffondendo. Ec-
vanti e di un
capocomico Savoia. In una di queste opere ricorreva una cantilena mezzo burlesca, mezzo lamentosa, che accompagnava le parole povero Giovanni, di te che mai sar ? ! Giovanni... Giovanni Mastai era ritornato da Gaeta,
tal
:
1'
Alisi
bert
ed
il
lui,
accompagnare
in
coro
TKAIKI
8l
la
facile catlcnza,
ironicamente compassionevole
vaticinio ?!
un
si
povero Giovanni...
in
j^li applausi e le grida di chiamava veramente non avevano pi fine. Viva Savoia Eccone un altro In una farsa intitolata / disperati per non poter andar mentre uno degli attori fingeva lamentarsi, carcerati come voleva lo sciocco intreccio per non poter rie!
cos
scire
nel suo
intendimento
di farsi
imprigionare
:
si
:
ud gridare da un popolano
della
piccionaia
Strilla
facile
non vedrai pi la luce del sole immaginare lo scoppio d'ilagli ultimi episodii nella
di
Ma
storia
ridotto a
un
mucchio
pre >
11
dito di Dio!
e
avr
detto qualche
cacciale-
memore
nemico
di quelle manifestazioni.
Ma
consent,
poco pi tardi, un altro... disastro edilizio romano, quello di un tratto delle mura a Porta Pia.
***
il
primato
teatrale
ro-
mano passava
all'Argentina.
intitolazione per un teatro di
,
Argentina? Strana
ri-
Baldini
Roma
82
ad una qualche tamosa virt o Ijellezza femminile Proprio, per una delle pi bizzarre bizzarrie del caso,
lutto l'opposto, poich
si
nientemeno ad un monsignore, forse panciuto, certo un po' brontolone (veramente Alessandro \i e quella benedetta sua figliuola Lucrezia glie ne fecero veder delle belle ma lui aveva il torto di registrarle): un nicjnsignore, vescovo di Ostia e per di pi cerimoniere di quel triil stissimo papa e, per giunta anche tedesco Hurckard. Gi, precisamente Giovanni Burcardo. Ed ecco
riferisce
:
il
il
nome
di
questo teatro
E^li,
come abbiamo
di
samente
struito,
Strasburgo e, venuto a Roma, aveva coproprio ove trovasi ora il teatro, una casa
con annessa una torre, sul cui fianco appare una lapide che doveva ricordare anche la sua patria. Avrebma poich era a be dovuto scrivervi Strasburgo Roma ritenne opportuno che V iscrizione fosse in latino, e perci vi tu scritto, non^Strasburgo, ma in cambio Argentina , perch cos si traduce in latino quelr allobrogo nome. E anche dopo la morte del Burcardo questo nome rimase a designare quella torre
;
e quel
luogo.
nello spazio
occupato da quella casa il duca Giuseppe Sforza Cesarini per dare qualche riparo alli gravissimi discapiti e pregiudizi cagionati alla sua casa
dalli
Appunto
di
lui
antenati
infatti
chiese
di
teatro che
del
poter costruire
nel terzo
un
venne
eretto,
1700, su disegno del marchese proprio questo su cui s' impose la tradizione topono:
decennio ed Theodoli
allora
si
mastica
di
quel luogo
che perci
disse
TKATRt
'
83
ed ora, pi breveTeatro di torre Argentina i) mente Argentina sempre per derivazione di quel tale magister cerimoniarum teutonico.
, :
che vanno a divertirsi n egli stesso in questo teatro pensa ora pii a lui avr mai immaginato che l'austera casa sua avrebbe
Nessuno
nessuna
di coloro
Vicenda
delle cose
anche se l'avesse preveduto, da ritenere che non se ne sarebbe troppo scandalizzato. E vero che risulta talvolta poco ortodosso Vtalage di cose che si ma non sempre belle, n tutte belle belle per un nulla di fronte a vede in questi palchi quello che a questo monsignore e vescovo occorse di per esempio per la dover registrare nel suo diario festa data nelle camere di vSua Santit la sera della vigilia dei Santi (nel 1501) coram papa Alessandro e
Ma
sua
figlia
vano avuto l'eccessiva premura di lasciare in anticamera, oltre il mantello, tutto anche la foglia. E questo non avviene pi se non altro, c' il ven;
:
t.iglio
qualche pezzetto
di
velo.
i)
D. Gnoli
La Torre
lati
Arfi^eniifia in
Roma
,
Nuova
attesta
Anto-
logia,
come
anche
Argentina nello stesso modo che nome dei proprietari modo che ancora si legge
il
torri MelHni e del Grillo. Il Hurcardo teneva tanto al cordo della sua patria che nel sottoscriversi soleva aggiungere
ri-
al
proprio
nome
la
designazione
Argentinensis diocesis.
84
ROMA
Al.
***
come
adesso.
Anche prima
tetto
che
alquanto povero
si
Quel che
r ingresso
vi
si
,
che mancava
una
facciata
decorosa
un accedeva attraverso una specie di rimessa veramente un rozzissimo cagarage, dice Bergeret
sotto,
i)
la fine del
secolo XVIII,
il
pi importante e
pi sontuoso
al-
Roma
In
un inventario del tempo, pubblicato in un diligente studel Finto (Riv. d'Italia 15 gensi
naio 1913)
il
contro
al
Palazzo
Porta
principale
che
tra-
formano gronda a
tre
pendenze, coperto
di
dopo la porta d' ingresso, e' era mezzo di tavole . Poco pi innanzi si trovavano
lare gli ingressi, ritirare
i
un rimessone diviso da un
tra-
le
biglietti
ed assegnare
perch
venuti
le
di fatto
erano masche-
lande,
1.
e, pag. 170).
TKATR!
85
insomma
il
primo
Vi conveniva tutta V haute di quei tempi, cos che, quando cominciava la stagione , si sospendev^ano
quasi del tutto
palazzi signorili
ses
le
:
riunioni ed
cessavano
anche
di
come ricorda
la
De
Bros-
quelli nei
due
salotti pi ospitali
prezzati
Roma
>.
chez
ed apprincesse Borghese e a
i),
casa Bolognetti
degli abbonati
romana
figura au
compiei.
I
16,
,
il
duca Sforza Cesarini. Gli altri, per evitare conflitti di e grandi erano per ci rivalit, venivano sorteggiati le preoccupazioni poich si annetteva molta importanza, come affermazione di primato decoroso, a tale collocazione. Il decoro cresceva con 1' avvicinarsi al centro. E la cosa si complicava anche per indiscrete e talvolta prepotenti pretese delle rappresentanze di;
plomatiche.
In proposito
inci-
Del Finto riferisce al carnevale del 1763, e che dimostra con quali riguardi veniva trattato dai rappresentanti di sua Maest Cristianissima quel povero governo papale.
i)
Celani, 3fusica
e musicisti in
Roma.
1.
86
ROMA
AI.
Per ragioni tacili a comprendersi si era stabilito che il Governatore ili Roma, come rappresentante della citt avesse un palco fsso al secondo ordine e precisamente a fianco di quello riservato al duca Cesarini. (xli altri si dovevano, come abljiam detto, tirartprincipi romani e le ambasciate. E cos a sorte tra tu tatto. Ma la sorte, perch cieca, non riconobbe la pallottola cui l'ambasciata di l^Vancia aveva legato il suo preteso diritto ad un decoro privilegiato. Inde irae di quel diplomatico, che rifiut la chiavi
del palco
e,
senza entrare
con principi direttori del teatro, disse loro che avrebbe saputo trovar posto . E poich non vi era il mezzo di cambiare l'ordine dei palin alcuna discussione
ognuno aveva fatto mobiliare il proprio, per accomodamento lo si preg di voler accettare quello del Governatore di Roma che cos per quell' anno stette
e
,
senza
i)
i)
Richard
Paris,
tali
l' Ha-
lle
1769. Cfr.
Del Finto,
Il
1.
e.
Di
prepotenze
il
diplomatiche
odiosamente
Il
prepotenti
non
questo
solo esempio.
Lalande ne
registra, altre,
i
semquali
Lalande narra che M. de S. Agnan ambasciatore di Francia, non solo pretese 1' assegnazione di un palco a sua scelta al teatrt) Alibert, ma ne volle due e infatto li occup pi o meno prepotentemente, inalberando su uno di essi le armi di Francia, sull'altro quelle di Navarra nel primo and lui, nell'altro mand sua moglie, che con ogni ostentazione fece clater questo successo con tanto scandalo che Benedetto XIII si vide costretto a cjuesto duplice provvedimento draconiano lar
ne avessero
la specialit.
:
sembra
IKAIRI
87
Questo raccomodamento... accomodato od accomodante dal Segretario di Stato. Il Kichard non ne dice il nome; ma non sar difficile rintracciarlo. Ci affrettiamo ad avvertire che pu sembrare si, ma non era affatto un antenato del conte Sforza. Inasterebbe ad accertarcene il fatto che non venne rinunciato a favore di queir ambasciatore anche.,., il palcoscenico.
Un
d'
il
sistema
illuminazione che
adottava nei
teatri.
Dal mezzo del soffitto pendeva un grandioso lampadario, che aveva sedici braccia por le torce (che dovevano essere di cera, a quattro lumi, e di quattro libbre 1' una) con armatura in ferro, ornato con paternostri di cristallo, specchi, boccaglio con foglie di latta dorata e sue gocce di cristallo >. ma non Cos illuminav^a assai bene 1' ampia sala appena cominciava lo spettacolo, il lampadario veniva tirato su e scompariva nel soffitto, e la sala rimaneva intieramente al buio. vSolo dalla scena si diffondeva un
; ,
po' di luce.
precorritrici
a dare
durante
l'
di quelle
Bayreuth,
in
maggior
sospendere
costruire
la
intiera stagione e
(come vedremo, un nuovo teatro demaniale ([uello di Tordinona) per poter disporre dei palchi con minori difficolt. Ma neppur questo giov ad ottenere che si calmasse l'irpontificio
De Lalande.
1786. Voi. VI,
contentant
V histai re etc
Paris,
pag. 165.
gg
risalto
teatri
ROMA
alla di
Al.
scena
costituissero
come
una specialit
ilei
teatri di
Roma i); certo era questo allora l'uso Roma e, per lo meno, dell'Argentina.
il
lUi
Anche
<dlri
d'
Kspinchal
:
pure
il
Hergeret ed
\o
ricorda, cos
Il
si
eseguono
sei
le
grandi opere
*
musica.
La
torma e con
ordini
di palchi.
Prima che incominci lo spettacolo essa aijbastanza bene illuminata da un gran lampadario. Ma, quando
si
alza
il
sipario,
vien tirato su e
tatto sparire al di
sopra
che non anche il lampadario riapparisce pi se non alla fine dello spettacolo . Pi tardi si adott il sistema di tarlo discendere durante gl'intervalli tra un atto e l'altro. Tuttavia certo che a scena aperta la sala era quasi al buio, cos che
del
soffitto
coloro,
i)
quali volevano
il
come ne
era allora pi
dit-
Lalande che, parlando dei teatri italiani, annota: Rome seni on fait l'ohscurit; mais dans toutes les aiitres villes de l'Italie, c'est de 9 heures a i heure du matin, tant que dure le spectacle, un talage de fenimes magniCos afferma
diligentissimo
tcjuement pares.
De
dice
:
Lalande, Voyage en
Italie.
ma
piena
di brio,
con
cui R. Cal-
del secolo
(alla .Scala)
XIX
il
si
mondo milanese nel primo (juarto Quando una diecina d'anni fa, non c'era
gran
il
libretto
i
doveva
ac-
ma
se faseva puss
lotta;
so comod. Pro
una vera
?
Non
tura,
soprannome
Lo
si
.Stendhal... . In Iat-
febbraio 191
1.
Semlira che
lo stesso
facesse
anche
al S.
Carlo di Napoli.
TKAJIU
!>
S<>
tiisala
consuetudine,
se<4"uir('
sv<jl^iinent'>
liljrettf>,
dtjl (Iraiiinia
(Iella
commedia musicale
tarsi
sul
solevano, per
lume con delle candelucce di cui venivano provvisti o potevano fare accjuisto all'ingresso del teatro, ove si offri \a no in \endita Opera, cerino,
poter leggere,
:
iitermczzi vmsicali
i)
bocca d'opera (la ribalta) era illuminata con facolotti di sego che ardevano entro tegami di coccio (coccioli) e per evitare il pericolo che comunicassero
J.a
;
il
queste eran
fo-
latta.
i
cornucopi
Solo nel lampadario centrale, riservato ad un tanto breve servizio di illuminazione, si adottavano come
,
{foconi)
Eppure
che
il
fre-
pur sappiamo che talvolta l'entusiasmo del pubblico fu grande e vivace. Le dame alle quali era concesso un cos breve periodo di illuminazione per Io sfoggio di ricche toilettes e delle loro bellezze e per loro trionfi, vi
,
dans cette obscurit que nomhre de petites l)Oug:ies... pour la comniodit de ceux qui veultrnt lire et suivre la pice. Ce qui fait un coup d'ceil de gens qui font leur prire. au salut, dans une glise... Bergeret et Fragon.xrd, pag. 204
i)
On
n' aper(;oit
90
ROMA
AI
tjTandc e di vesti e di
E
e,
il
Parig^i,
si
dimostra
soddisfatto della
Kichard n Kotzebue ed ali ri. H Signor De Lalande certo un po' ottimista, lo definisce uno dei
elogi
il
,
come
ne han
3)
4)
i)i
ed per
bei
teatri
d'Italia .
***
Ed
tut-
maggior parte
i
nostri teatri
a quei
tempi, e ne han
lasciato
ricordo
come
di
un
ciet italiana.
Quando cominciava
le
rili
la
riunioni ed
;
ricevimenti
nei
palazzi
signo-
o,
che cos
si
tramutavano
e di
liete e
in
tante
lanti
piccole
riunioni.
sale
di
conversazione
fosse
bril-
un costume esclusivamente
i
almeno
allora,
perch
forestieri, abituati a
i)
cos
2)
3) 4)
Alcune portano 400 o 500 mila franchi annota Bergeret. De Brosses, op. cit.. Il, pag. 312. Richard, op. cit., V, pag. 17.S. M. De Lalande, Voyage en Italie ; l'aris,
di
diamanti
\'l,
pag. 161.
TKATRI
sij^-noro
91
vedor
rapetti
Fici
loro teatri
Ir
schierate lungo
pa-
(lei
reale
nelle
perch
tutti
o quasi
tutti,
se
profittarono.
veramente questa consuetudine di considerare il palco al teatro pi che altro come luogo ed occasione
di
vi
facevano
gli
una dama
lanti.
di
riunione, di eleganza, di
buon umore e
d'intrighi ga-
Un'usanza, dunque, simpatica per quanto obliosa dei diritti un po' esclusivisti e sacrosanti dell'arte, e che simpaticamente sopravvive. Ma il male che se ne abusava allora assai pi di adesso il che non poco: se ne abusava in modo che sembrerebbe incredibile. Infatti, non solo, come sarebbe avvenuto in una vera sala da conversazione, vi si servivano abitualmente gelati e rinfreschi, ma non di rado vi si davano anche delle cene, delle quali sembra che alcune riuscissero eccessivamente allegre, i)
i)
In
una
sono
che davano
al
teatro
prelati e
si
con-
siglia di vietare ai pi
l)licamente smodavano, tanto nel lusso delle cene con gli amici, quanto nella galanteria e le moine con le femmine j>. Cfr. L. Vie-
1)2
ROMA
AI.
IRAMONTO
DKI.
SKTTKCENTO
)ir-
pi serie
si
al
domino ed
si
alle carie
rosso.
Tutto insomma
teressanti,
Taceva, tutto,
non
in
quando qualche
Non
si
riteneva
allo
!
come
adesso,
ma un
po' pi
Fioccarono
zioni
satire, rimproveri,
sermoni e raccomanda-
da parte degli amanti pi scrupolosi dell' arte, altrettanto meritevoli di rispetto quanto inascoltati.
Benedetto Marcello con il suo Teatro alla moda compose e tracci, con tagliente bulino temprato d'ironia, un quadro delizioso, cui per cos dire fecero pendant Le convenienze e Le inle due, pi farse che commedie convenienze teatrali di vSimone Antonio Sografi pi cattedraticamente ne scrisse 1' Arteaga nelle Rivoluzioni del teatro musicale italiano ; e conviene aggiungervi l'Alil Foscolo, il Monti, il Goldoni ed altri. Ma pi fieri
,
di essi
Pindemonte
fratello
sul teatro
italiano,
cui te-
neva bordone
il
Teatro.
CHI
op. cii.
pap. 147.
Era
ricordare che
la satira costituisce
che ne fornisca realmente il tema e l'occasione Ed tanto pi notevole in quanto sappiamo che, sin dal 1759, Clemente XIII aveva emanato il divieto a tutti gli ecclesiastici di frequentare
teatri.
TEATRI
d'
93
ce ne
hanno
lasciato
un quadro
di voler
punzecchiare troppe
persone vive,
lorini.
i)
riferisco dal
Soltanto per pasPerch andavano a teatro ? sare una serata allegramente in juona compagnia. (li
per nomini per occhieggiare e corteggiare le belle le dame per essere ammirate, sparlare del prossimo far pompa di abiti, di gioielli ed anche di spalle ben
,
:
tornite.
Quanto
allo
spettacolo
ci
badi
la
genterella,
se vuole.
Le dame, entrando nel palchett(j, abbiano ben cura A scanso di equivoci credo (li farsi vedere (Nota bene opportuno ripetere che non si parla del presente, n solo riferisco quanto un ironista di quei pel presente tempi credette opportuno di scrivere per berteggiare il contegno dello scelto pubblico di allora, nella speranza, si o no appagata, che questo se ne sarebbe, prima o poi emendato forse, col tempo E chiudo la parentesi, mia). Abbiano cura di farsi vedere, ritte in piedi e stiano un po' in mostra, girando l'occhio qua e l con finta indolenza, prima di abbandonarsi elegantemente a sedere poi si mettano pure a conversare ad alta voce,
: ;
il
gelati.
cavalieri
tempo
qua
e l
per
la
sala,
a chiacchierare
AUa
scena.
i)
Nuova
94
quando un
fetto
di
;
attori
che son
moda
Il
meglio,
le
Bellorini conclude, a
si
;
o meno,
tradirlo
e nessuno...
commento, che questo pi non oso conmi crederebbe. Tanto per otti,
di
miglioramento
c' stato
E almeno
tra
per essi
lo
una
e l'altra delle
di
talmente
teatro
le visite
moda.,
in
tutta
Italia di
considerare
il
come un luogo
di rendez-vous
o per scambiarsi
ri-
dono e parlano come se fossero in casa propria. Sapevo gi di quest' abitudine italiana prima di lasciar l'Inghilterra, ma non avrei mai immaginato che si arrivasse a questo punto . i) Lo Sharp e quei tali qui sopra ricordati parlano dei teatri d' Italia in genere non soltanto di quelli di
,
Roma ma
:
cos a
Roma, come
altrove.
i)
Samuele Sharp,
fa
novemlui,
Ai suoi lamenti
eco
il
che
di
non
si
danno che
maneggiare
per
e girano
.
Del
Venezia, 1773.
TKATRI
95
***
Xeir Argentina
il
il
con-
Non
comodit
Italia,
i)
all'
Alibert
in
che faceva
teatri
di
bella vista ed
odore
molti
altri
fosse
meno
che stavano
i
in platea
accorgersi che
non erano
si
2)
Lo
sentiva obbligato
ad un contegno migliore e pi calmo di quello che spesso teneva in altri teatri, ove, come gi dicemmo, gli entusiasmi e le disapprovazioni si manifestavano con escandescenze senza freno e misura. Si mangiucchiava, si chiacchierava pi o meno da lutti e dapertutto, ma specialmente nei palchi, in cui
Edoardo Joung, che, venuto in Italia nel 1789, ha lasciato di questo suo viaggio una relazione abbastanza accurata e veritiera afferma che anche nei teatri di Venezia c'era tra l'orchestra ed palchi un breve spazio non coperto di tavole, dove gli spettatori
i)
i
facevano
alla
ai
cani ed allo
gli
annusante
delle case.
loro
entusiasmo irroratore
sono
cari
spigoli
Era un inconveniente, questo, assai comune allora nei teatri comune che, appunto per scamparne, erano ambiti e frequentati posti tra le quinte e anche in fondo alla scena. Vi si stava incomodi, ma almeno non ci pioveva...
2)
lanio
i
q6
knMA
AI.
IKANH)MO
DKI.
SETTECENTO
tutto al pi
lo
si
addiceva
alla
stare
attenti
allo spettacolo.
Le cose andavano un
presentazioni
,
])(>'
meglio, per
le
prime
le
ra])-
nelle
cjuali
tali
ciole in platea
libretto
e
]\Ia,
quelle
in
pi numerose
eran
ku:-
candeluccie dei
le
lettori
del
meno
chiacchierine
conversazioni nei
palchi.
le
dame sfoggiavano
il
acconciature ed
gioielli, e
questo, mal-
grado le attenuazioni che ne procurava la scarsit della luce, non doveva giovar molto a rendere pi intenta e raccolta l'attenzione allo spettacolo quello, bene intes(^
:
sulla scena.
*=:<*
a proposito di queste
premires
dell'
Argentina,
quale
troviamo
cosi
il
riferita
dal
Kotzebue
della
rievochiamo
come omaggio,
esempio
ai
ed...
Roma
ed
meno
lontani successori
Governatore di Roma suole offrire un rinfresca a tutte le persone di maggior riguardo, che assistou' allo spettacolo. Appena calato il sipario dopo il prim atto, vengono aperte tutte le porte dei palchi del primo
e del
secondo ordine, e
TF.ATRI
97
un gran candelabro
d'
argento
Anche
d'
in
;
platea
si
manda una
spedizione di
dolciumi
sono ricevute da un assalto tale, che un tratto non ne rimane pi traccia . Questa ghiotta e cortese costumanza pass poi alvi
,
ma
primato dei teatri di Roma ma con una riduzione che conciliava 1' economia con un certo sapore pi fine ed aristocratico poich ne vel'Apollo
insieme
al
Stefano
fra
Anche
in esso la sera di
Santo
la
stagione teatrale
un atto
1'
pontificio,
distribuiti
,
gratis
due ordini
dei palchi
e ci a
Roma.
mesimile costumanza
farsi
il
;
Ora
rito di
la
decretare
ripristino di
e ci
al
anche senza eccessivo aggravio delle finanze, se solito, per non farne niente ne lasciasse Tese,
cuzione agli
ufici
dell'Annona.
***
I
preti
vieti
prelati
difre-
i)
uno studio che larro ha di recente pubblicato nella Aaztonf su alcune costumanze pi notevoli e diffuse nei teatri toscani nel secolo XVIII, vien ricordata anche quella della partecipazione assai grande degli ecclesiastici alla vita teatrale di quei
In
il
fu
7.
Baldini Roma
q8
roma
ai.
E
vano
vace.
dalla
satira
rilerito
si
si
pu
prelati vi
comporta-
modo un
Ma
geret
gi nel
attenuata
questa
troviamo
proposito
queste
annotazioni
vanno a teatro. Vi andavano cardinali ma essi ora vi han rinunciato per Tar cosa gradita al Papa (Clemente XYl, Ganganelli), che ne ha loro manifestato il desiderio. Io non vi ho
Tutti gli
i
visto che
il
governatore
allo
di
Roma
Ora
alle
era
essi
il
solo cardi-
nale presente
spettacolo.
sistere ai trattenimenti
ed
questa la
Opera
lui,
a proposito
che a
ferirsi
anzich
del Cardinale-governatore
Papa debba
crediamo
capo dell'impresa
teatrale tenuta
da alcuni
Tanto eran
allora,
assidui
gli
ecclesiastici di
che per essi soleano istituirsi speciali higlietti d'ingresso che allora si chiamavan < bollettini . Non era raro il caso che qualche prete persino qualche frate suonasse in orchestra. K in Toscana non vigeva il divieto misogino che angustiava .Solo nella seconda met teatri di Roma del secolo XV'IIl si fece ai preti proibizione assoluta di suonare
il
teatro.
cit.,
Bkrgeret
et
Fkago.n'aro, op.
IKATRI
99
musica o la sua esecuzione piace cos che il pubblico ne voglia il bis questo non pu essere concesso se non col consenso del nepote del Papa. E questo consenso vien da lui manifestato col mostrar fuori dal parapetto del suo questo il segnale di palco il fazzoletto spiegato prammatica. Se, stando egli in teatro, il fazzoletto il bis non pu esser concesso e binon apparisce sogna tirar innanzi, malgrado gli schiamazzi e le in
Quando un pezzo
di
sistenze
cui
del pubblico.
Peraltro rarissimo
.
il
caso in
Quello
di
Tordiuona
c'era,
allora;
e,
quando
di
noi,
giovanissimi.
Dopo un tramonto
con un primato che gli procur la designazione di Massimo, scomparso, tragicamente abbattuto, insieme a tante altre casupole di quel quartiere, per far posto al Lungotevere che ne conserva il nome. Sr~fnatrava cos il triste fato, che parve tormentato da una maligna iettatura. Si direbbe che questa vi abbia pesato sopra come un maleficio imprecato in quel luogo dalle maledizioni e dallo strazio di quei tanti che erano stati tormentati e giustiziati nel fosco carcere che prima vi si ergeva e vi rimase pauroso sino alla met del sec. XVII se pur non ha nuociuto anche ad esso, come malocchio, la derivazione
,
lOO
del suo
nome da
quello
di
una
cosa
che
una
co-
mune e purtroppo sperimentata nozione dice sinonimo di griaio assai grande: V anftona. i) Abbattuto quel carcere, la Congregazione di
:
esser
S. (t-
rolamo della Carit, proprietaria di quell* area, fece sorgere in quel luogo un teatro e par che questo avvenisse nella seconda met del sec. X\ 1. 2) Sembra che, almeno nei suoi inizi la vita di questo teatro non tosse molto fortunata, e ci per l'austerit cui volle atteggiarsi Alessandro VII (Fabio Chigi), nei primi anni del suo pontificato. Ma, poi che questo rigorismo venne, com' noto, ad attenuarsi, miglior di assai la fortuna di questo teatro che successivamente gode, anch'esso, del mecenatismo di Clemente IX (Giulio Rospigliosi).
i
i)
il
nome Tordinona
derivi
da un'anticn
lungo
stata la nona di quelle disposte a presidi Tevere fra la porta Flaminia ed il ponte Elio. Ma anche da antiche documentazioni risulta accertato che sia invece derivazione abbreviatrice della denominazione Torrf^delTAnSiQfUi che ebbe quel luogo da una torre e da alcuni adiacenti magazzeni di cereali o vettovaglie. Cfr. Costantino Corvisieri, Delle psierule tiberim. Archivio della Societ romana di S. F., voi. 1. di esser ricordato che 2) Merita pochi anni dopo l' aperil
Torre
che sarebbe
il
pal-
coscenico, <
si
prese
il
partito.,
(aprendo un arcone
sul
fondo della
N ci ottenevasi facendo Tevere per via di opportune macchine, ma solamente abbassando il ponte... ed una porzione del palco sicch lo spettatore veder potesse il Tevere nel proprio suo letto >. Giorgi Felicp:, Descrizione storica del Teatro di Tor di nona Roma, Cannetti 1795. Cfr. Ademollo, /. e.
la deliziosa e
TEATRI
di
lOI
cose teatrali
Da
|)cr
lui
se-
gretario e fiduciario,
tacoli musicali a
pagamento cio
un privilegio per
il
quale
gli spet-
tutti,
salvo quelli
che
facevano nei palazzi privati e nelle congregazioni dovessero aver luogo soltanto in questo religiose teatro di Tordinona. E ne deriv la fortuna del teatro
si
e pur delle
capaci
ma
vuote tasche
di
questo pi o
il
teatro in
con ardita iniziativa lo ingrand ed abbell. ^la sia stato vero o no, oppure esagerazione di una ridestata pruderie, le cose cominciarono presto ad andar male male gli affari privati del d'Alibert male,
:
malissimo
si
vera
siint
exposita,
il
contegno
delle
i)
dame
teatro,
XII
demolizione.
appena trent'anni da che era stato ampliato dall'Alibert. La prima tragica manifestazione
trascorsi
di quella jettatura
!
Erano
1)
Se convien credere
di
le
al
vescovo
mente
Nocera, nelle sue annotazioni, sembrerebbe che veracose andassero maluccio, poich si afferma che ivi l'o-
che non hanno confine con l'onest >. E pur si denunciava come certo in questo teatro essersi aperti a' lati del medesimo appartamenti ne' quali, come luogo pubblico ed oscuro,
de' piaceri
senza rosseggiare di
private
,
far oltraggio
all'
il
lusso
la
intemperanza
trionfava
>.
102
ROMA
AI.
sue ro-
in
propriet
Camrra Apostolica (Demanio PofUificio) sino che, chi sa per qual piccolo germe rimasto vitale
macerie,
la
tra quelle
stessa
volere del
teatro,
i)
Papa
Ma
decise nel
modesta e stentata fu la sua vita, sin che nella notte poco dopo la raptra il 2^ ed il 30 gennaio 1781
delle
Indie,
solita
jettatura
bruci
quasi
intieramente.
La
alla
prr gn accennammo nella nota di pag. 102, il I.alande solito diligente e bene informato dice che la ricostruzione afi)
Come
frettata di
questo teatro
fu
come
espe-
prepotenze
palchi
meglio converrebl)e
quali
gli
chiamarle
dell'
Ambasciatore
;
assegnazione dei
interessi dei pr'
le
Pens
di
niale
e p>erci
fece
sistemare
abbandonati
b.^ti
Le
par
pape
il
il
appartenoit
autres sj>ettacles de
la Chambre, la difference de tous les Rome, qui appartiennent des particuliers >.
Cos
papa p>oteva disporre dei palchi come omaggio anno per anno ai
di
cosa sua, e
come
vari rappresentanti
diplomatici
come
E
il
cosi fu fatto.
Ma
non
dopo
conte
di Stainoille
(1755) ricominciasse le qu^relUs, minacciando di occupare uno dei palchi a sua scelta; e non solo volle ottenere quello che cos aveva
scelto,
ma
il
diritto di
Lalande,
pag.i6<
IKATRI
IO
Camera Apostolica,
cadde in rovina. Rifatto ancora e completato dopo una diecina d'anni, ne fu rovinato quel tal Ceroni che lo aveva avuto in
notte
del
i6 settembre
1785
enfiteusi.
Quando
si
dice la jettatura
Durante quella tale infelice parentesi che nella storia di Roma segn il governo francese, fu venduto ai Santacroce, e da questi poi, nel 1820, al Torlonia che lo
riedific
P<'i
Ales-
nome
ampli e miglior cosi che divenne primo teatro di Roma per antonomasia il teatro
Apollo
lo
al quale un abilissimo impresario lacovacci massimo procur un periodo di fortuna veramente gloriosa.
Ma
furono
il
rutilante corteo,
tal
tra cui
tra-
gica jettatura
di
Roma, veniva
al
t-
del tutto
far
posto
Lungotevere.
mani
di
compagni
di
pena o di sventura di Beatrice Cenci nel pauroso cere medioevale saranno stati, forse, placati.
car-
***
(tI
Il
altri
teatri.
esclusivamente
il
eseguivano ope-
104
KoMA
Al.
IKAMONK
DKI. SK
1"
IKCF-NTO
mazioni,
treschi e
ma
felici.
Al
nere
;
X'.ille
si
ma
vi
ilei
dialettale
la
vi
maschera
si
rappre-
sentavano commedie ali improvviso ( a soggetto vera sopravvivenza della commedia dell'arte ) intramezzate, al solito, da operette giocose di Cimarosa,
Piccinni, (ruglielmi, Marcello di
stri,
Capua ed
altri
mae-
queste rappresen:
ha lasciato questi cenni Alla platea del Valle si sta seduti ed posti sono divisi uno dall' altro da piccoli braccioli od assicelle (tasseaux). Si d una commedia nella quale Pulcinella fa una parte simile a quella di Arlecchino nella commedia italiana a Parigi. Fra un atto e V altro si svolge un' operetta che ha un intreccio assai meschino, ma una musica in al;
cuni
tratti
i
sera di
Guglielmi,
giore se
Lo
11
a mezzanotte.
si
senza
(tI
le
scene di Pulcinella
teatri
altri
come
,
quello di Pallaccorda
poi
i)
nrit
Massa Carrara
nel
1727,
morto a
Roma
19 lutveinbre 1804.
TEATRI
altri
105
minori
*
E
poi v'erano, sparsi per la citt, numerosi teatrini
dei burattini
sorto, e
si
che verso la met del secolo XVIII era era diffuso, una specie di fanatismo per
;
burattini e le marionette.
scene
gambe
di legno,
vere discendenti di
Eva
il
piamo che
sareb-
cio,
una
servitori, la cappella
ed
il
teatrino pei
La bigotta
aveva provocato e poi stimolato nel suo sviluppo questa diversione; e abbiamo gi visto quanto nel secolo XVII essa aveva ridotto in condizioni penose il teatro,
gi tanto indebolito dall'imperversaie degli eccessi di
questo
rigore. Pertanto
la
non
meravigliare
si
che
mentre
teatrale
si
aduggiava
facesse pi rigo-
sottogemma
albero teatrale.
nobili,
,
dame
e cavalieri,
i
ma anche
lati
il
corpo diplomatico
di alcuni
di
cardinali ed
,
pre-
erano assidui
questi teatrini
sparsi
lo6
per
met
dello scorso
secolo
il
quello del
la
tale
rimase sino a
palazzo Fiano,
Corso e
Lucina.
I
migliori
l'arte
opere
circa
un secolo prima, quello strano e complicato temperamento di gentiluomo, studioso, artista e filosofo
il
che fu
di
una nuova vita quel mondo inanimato, inventando una pi perfetta razza di burattini, che cantavano e recitavano e organizzandone
la
giovane troupe
:
in
24 figure
che disponevano di 24 scenari completi curioso tipo di filosofo che proclamava la superiorit della com-
media
commedia,
della
pantomima sulla farsa, delle marionette su tutti e che, dopo averne fatte di tutti colori per mesi e mesi, due
i
volte all'anno
in
si
un romitorio
si
sulle
montagne
le
di Spoleto,
dove piange,
i)
digiuna e
punisce con
di
la disciplina.
Tuttavia neppure
anche
modesti
teatrini. In-
aveva prescritta che Vjurattini venivano permessi solo a condizione che non vi recitassero le femmine e non si dicessero parole oscene. Si giunse poi a prescrivere per un ecdel 13 gennaio 1680
i
,
una legge
i)
Valletta,
/.
e.
rF.ATki
107
le
marionette danin
presentassero
al
pubblico
vestite
maglia
Ma
perch dure, resistettero anche a questa compressione romani, dando cosi una prova di pi della vaEd
i
si
modo
,
solo
dimostrando simpatia
le
ma anche commettendo
farebbero ap-
per
marionette stoltezze
vero
tali,
pena per
attrici e ballerine in
carne ed ossa.
E
i
in
come osserva
altra cosa
il
Moroni
XVII
in poi
fu-
che un divertimentino del tutto semplice e puerile, poich, avuto riguardo alle vicende
rono,
ben
ed
alle
si
pu
dire,
un vivaio
teatri di
di
I piccoli
Piazza
Navona o sue
adiacenze,
come
Piano
si
in
assemblee
animate da sentimenti e da intendimenti politici, nelle quali sprizzava di tratto in tratto qualche atroce sar-
casmo
di
dei nostri giornali. salate cosi Cassandrino ne dicea spesso di salate da esser, lui, di tanto in tanto sequestrato ed impac;
i)
Moroni, Buffonerie
I
vecchie e nuoz'e,
voi. VI.
loS
koMA
Al
chettato
prigione.
come
corpo
reato
e da
mandare
il
suo
in
Ma
poi subito
!
stata di legno
ricominciava.
gli
testa
ebbero
in
uomini dotti e gravi prenspettacoli, e a quei tempi buRoma tanto grande favore.
i
Non intendiamo
soffermarci in un
esame
critico delle
limiti
Era sbocciata
allora,
,
una meravigliosa fioritura di maestri, che aveva diffuso il suo profumo anche a Roma. Paisiello, appunto allora, era ritornato dalla Russia e meravigliava con la sua Nina pazza per amore, e suoi Matrimonio Zingari in fiera: Cimarosa e preparava
sicale napoletana
i
i
la
gusto
di
cersi di spettacolose
messe
i)
in
l'
Catalani
Gandini
forestieri,
che abbiamo avuto occasione di ricordare nonch, tra quelli del Goldschmit, Kretzschmar, Richard, Schneider,
etc. etc.
Vogel, Winterfeld,
IfAIPI
IO<7
Ma
Si,
che razza
di
messa
di
in
scena
gran numero
persone
sul palcoscenico,
o,
grandi
pi veramente, rozze
d'
ma
lo
accordo
riferiva
il
soggetto dell'opera, e
vestiario...
11
cos
burla.
Purch non si dovesse rinunciare ai fronzoli, ai grandpennacchi e ad un vero bazar di sgargianti scioci caglie , tutto andava bene. Gli uomini anche nelle parti eroiche e per rapper lo presentare antichi personaggi greci o romani si vestipi Artaserse, Ciro, Mario, Alessandro etc. vano da cavalieri, con cappello a punta e con lo spadino: bastava sull'abito a coda di rondine un mantello
simile,
ed
il
romano antico
completo.
un Caio Mario in siffatte troppo mentite spoglie ? Eppure sappiamo che cos venne rapun divo di presentato dal tenore Giovanni Ansani
lo figurate
Ve
quei tempi.
si
Donizetti
Ricordomi aver
trafitto Giulio
sangue e
Ilo
ROMA
AI.
pioggia di boccoli.,
tli
qua
e di
l delle
guance
la
Povero Giulio Cesare, che strana metempsicosi, o pi veramente che metamorfosi e deturpazione Ad irrisione
!
di s
ridicoli
Se
di
il
virtuoso rap-
schiavo dovr
di
.
comparire bene incipriato con abito ben carico spada e catene rilucenti gioie, cimiero altissimo
,
per molti
esse,
di
quegli artisti
che pur
di
prescindevano da qualunque
viene
propos
Nel-
l'atto terzo
Romolo
lo
trionfatore e canta in
mezzo
lo
Romolo
!
e chisso
rond con
le
catene
lamenta
IV de Le
convenienze teatrali
Da un
Del Finto (/. e.) sappiamo che costumi assegnati agli attori che rappresentavano gli antichi eroi erano di raso pons, buccaro rosa e torchino con lustrini e che le comparse erano divise in due schiere, una vestita di rosso e T altra di torchino per con calzoni
tutte
le
donne
Peggio ancora,
,
se possibile
Si ve-
comparivano in scena a rappresentare o Cleopatra o Didone od Ifigenia l'uno o l'altra era lo stesso vestite con tanto di guardinfante con un bel tupp adorno di piume,
stivano a capriccio, e
per esempio,
TKATRI
e,
II
fiori,
uccelli e
bene incipriate
ci
guanti cancliclissimi.
Ma almeno
Macch
ancora
proprio
completi.
,
!
fossero state
!
donne
donne
vere
peggio uomini cos cos... sino ad un certo punto assai deficienti che non erano neppure...
e,
,
C erano
11^
Ki)\1\
rkVMONTi)
OKI. ^F.TTF.CFVTO
e pi tarcii
di
,
frenare
la
costumi
di
inij^liorarli
avevano con successive disposizioni imposto l'assoluto divieto alle donne di comparire come attrici (cantanti, comiche ballerine) sui pubblici teatri di Roma e di una notevole parte dello stato pontificio. In questi teatri le parti da donna potevano solo esser affidate ad esemplari in fac simile. A quelle del canto provvedevano musici travestiti con accon,
ciature muliebri
netti
,
a quelle
pi o
meno
integri, che,
truccati da
le
donna
le
con
le
relative esibizioni, di
prime ballerine.
***
si
limitava
ai soli teatri
delle
Marche,
di
Roma
e della
Nelle Legazioni
le
Roma
pose r irrequieta inframettenza di Cristina di Svezia. Sappiamo anzi che neppure lo stesso Maffei, il quale desiderava che a Roma e negli altri teatri dei luoghi
I)
Lady .Montagu
attesta
anche a Vienna.
II.
IKATRI
II5
suilcletti
^'cre
.
si
rappresentasse
la
il
attrici
riusc
ad ottenerne
detto Xl\'.
'
alle
sue istanze
risposta tu cjuesta
siamo impegnati che in (luelle citt del injstro Stato dove non v' la consuetudine che le donne reCi
citassero
cantassero o ballassero
le
essa
si
mantenga,
non ostante
scene e nei
balli
donne.
Lo stesso avveniva in Ancona. Peraltro sappiam<^ che una volta vi si fece uno strappo, e non clandestinamente ma con le debite e assai solenni e altret,
tanto
del
stentate
autorizzazioni
fu
nella
primavera
famosa compagnia del teatro di wSant'Angelo di \"enezia, diretta da Rosa Aledebach che, come oggi si direbbe faceva una tourne col repertorio Croldoniano. Il Segretario di Stato Ignazio Bon1788, per la
,
compagni Ludovisi
gnore
mini e
sentita la
consentiva che in
Ancona
purch per ci siegua dopo le Missioni da farsi... per ordine dell'E.mo Vescovo. i) Sinigaglia, almeno in occasione della fiera, si chiudeva un occhio, senza tanti oracoli n... miracoli. Se ad ha conferma in una lettera (17 luglio 1792), scritta ne ElisaVjetta Foscarini Widmann a Venezia da una
,
Donne
i)
in
precedente
un
!
una donna
ma
a sentire
il
grande
meno
Il6
ROMA
di
AI.
sua amica
Sinigai^^lia
nella
quale
si
si
legge
La
molto onore nel ballo intitolato La morte di Semiramide. Le Legazioni o Romagne, come pure Urbino e Pela
e privilegi(j inviolato
i)
i)
Stato pontificio, purtuttavia continu ad affermarsi verso quel godi stato indipendente. Infatti il Senato Bolognese teneva a Roma, con tutti caratteri ed privilegi eli un vero ambasciatore, un suo Legato presso la S. Sede e questa a sua volta aveva in Bologna un Legato con ufficio e posizione
i
analoga
proprio
di
come
tra
,
potenza e potenza.
nonostante
il
questi rapporti
Boncompagni
Il
por
conte senatore
o legato bolognese a Roma fu Ugo Gozzadini, nato nel 1730, che mor nel settembre 1795, ma che si era ritirato sin dal 1793 da quell'ufficio sostituitovi dal marchese Giuseppe Angelelli, che rimase in Roma
p>enultimo ambasciatore
il
fiuo
all'
invasione francese
e fu perci
1'
carica.
Lo
spirito
il
sempre mordace
di <
dei
Legati
nome
Ambasciatori
Mortadelle
>
ma
pur
vero che essi eran rispettati e stimati, poich intendevano assai hene e con molto ricco senno riuscivano a provvedere agli interessi e alla
Il
loro.
la sua sede al palazzo Galoppi alle (Quattro Fontane, l'Angelelli a quello Boncompagni (poi Simonetti) ed
Gozzadini ebbe
in
essi
davano
1793,
si
feste,
pranzi e ricevimenti.
il
Silvagni (voi.
II,
pompa
cembre
simi,
rec
alla
elegantis-
che portavano livree scarlatte con camiciole gialle guarnite di trine d' argento, calze di seta color carne e cappelli o tocchi
ir.
tkatri
117
in
Per Rimini ne abbiamo un'attestazione assai chiara ci che il Casanova ricorda nelle sue Monorie a
al
solito
j^rassoccia av-
ventura con
Kgli infatti
il
racconta spingendo
il
cantante o
la
cantante Bellino.
la
sua precisione
a determinare persino
giorno
25 febbraio 1744
il
con
suo incontro
in
An-
artisti
bolognesi, com-
ma
avrebbe dovuto essere aperto di una madre, o, per usare una assai espressiva ed adatta designazione, di un madro . Di questi giovanetti uno,
menti
in cui pi
Petronio,
si
era dedicato
ce giton
,
e sembra che
lino,
ruolo di
nome
Bel-
appariva un bellissimo giovanetto, che cantasse con voce di donna perch castrato. Ma in realt era
una giovanetta, la quale aveva adottato quest'inganno ed era riuscita a dissimulare il suo sesso per aver cosi la possibilit di campar la vita cantando sui teatri.
Proprio
il
mondo
al
contrario
come
al
dice
il
Ca-
solito,
transi-
giovane
artista, allora
appena
quindicenne,
neri
i)
con piume
Lo accompagnavano
avevan
Questo travestimento fa ripensare aira\"ventura del Lamarne, quando, venendo a Roma, ebl^e per compagno di viaggio il
i)
Il8
ROMA
AI.
Lungo sarebbe
sommariamente
sugli artifici
,
tutto ci che
racconta
il
il
anche Casanova
fos-
vecchio con-
sembra
Lo
mancante
egli
di
passaporto, a Rimini, e
la
conseguente
,
che
aveva scoperto sotto le brache di Bellino. Solo opportuno ricordare, per l'argomento di cui ci stiamo occupando, che la metamorfosi di Bellino, provocata dalle seduzioni espertissime e sempre ardite del Casanova, non nocque a questa giovane artista, allora scritturata al teatro di Rimini anzi il direttore di quel teatro cos dicesi nelle Memorie ne fu molto contento perch a Rimini che apparteneva ad una legazione diversa da quella di Ancona, le donne non erano escluse dalle scene . E infatti essa vi si produsse e cant non pi da Bellino, ma da donna da prima donna applauditissima ed ammiratissima per 1' intiera stagione teatrale che si protrasse sino ai primi del maggio.
:
nepote del celebre tenore David, che viceversa era una hellissima giovane di nome Camilla e che non fu insensibile alle premure ed al fascino del romanticissimo gentiluomo francese. Il
<
(juale
peraltro
quel!')
Lamartine
e
lei
addorment
lui
col
lei
su quella di
/>as d'
II.
Iil\lli(>
MlXX.INO
MI
111 IKI
119
Se ci fosse avvenuto a Roma, la povera giovane sarebbe stata rinchiusa in soggiunge Casanova un convento . Notiamo intanto, a complemento di .questo quadro (l'ambiente e di figure, che il Casanova quando era occupato in questa singolare avventura, e poco manc non accoppasse 1' albergatore di Ancona perch esnon voleva servigli un pranzo sendo di quaresima di grasso , il Casanova vestiva l'abito ecclesiastico, ila abate. Lo gett via appunto appena gli riesci di scappare da quelle prigioni, e giungere in salvo a Bologna, disperando ormai di far fortuna nella carriera ecclesiastica. E con metamorfosi non dissimile da quella di Bellino nella bella Teresa, i) egli di un tratto si tramut allora da abate in ufficiale.
i)
artista,
morfosi,
ma anche
per
il
mu-
stro
il
nome
si
addestrava
al-
o\>-
bligato
e poi
il
Roma
re di Polonia), lo stesso
cui
tale la
padre
sola e senza
,
risorse,
immagin
di farle
prendere consegn
si
il
posto
in tutto e
E come
di
alla
madre
proponendosi
falso Bellino
Salimbeni mori nel 1743 in Tirolo ed vide costretto ad iniziare la sua carriera di ar-
Ma
120
ROMA
AI.
**
Ma, pur con queste eccezioni,
in
tutti
i
la
teatri di
Roma, Marche
Comarca vietava
era...
alle
donne
di
ed antipatica, ma neppur risultava provvida, anche se non si vuol credere alla maldicenza a cui come abbiam visto non credeva il De Brosses. E in propoche cos narra e sito aveva ragione il d' Espinchal
, ,
,
commenta
Qui
le
donne
gli
sono
assolutamente escluse
dalla
scena:
tutti
attori
o se mai,
travestiti
azione scenica,
ma
costituisce
un insieme che
me
lista
dopo
,
il
suo debutto
per
duca
il
Castropignano
presentatole dal
la scritturava
San Carlo
di
Napoli con
viaggio pagate.
a Napoli
compenso di mille oncie e spese di dopo aver messo alla luce un bel...
Casanovino, frutto della metamorfosi marchigiana cumul ricchezze. Poi si fece chiamare Baldi
fece
e,
fortuna
dieciassette
fresca cosi
anni
farsi credere ventiquattrenne, si fece sposare da Cirillo Palesi, giovane romano altrettanto bello quanto indulgente. E indulgentissimo si dimostr col Casanova quando la bella Teresa scrit-
da
al teatro di via della Per gola > appena dopo matrimonio si rincontr col Casanova e avvenne quello che tra loro due non poteva non ax-venire. Cfr. Casa.nova, Memorie, voi. I cap. XII e XIII, e voi. IV' cap. XVII. Vedi pure: Croce B. Il falso Bellino in I tealridi Napoli Napoli, Pierro, 1891.
turata a F'irenze
due mesi
di
COLLtZ. tTTtCt\TtSCA
BANDINI
Roma
ai
VOLFANGO GOETHE
II-
IKA IKI
121
* Infatti
(juando
cora
,
la
che impressione pu aversi da un ballo nel quale la prima ballerina sia un giovanotto, masche-
con posticcie rotondit di femmina ? Se si ha scrupolo di far comparire sulle scene delle belle attrici per non offendere gli occhi dei giovani
rato
ecclesiastici
che popolano
teatri
perch
essi
non
ne
costume ritragga grande vantaggio da i.ile esclusione quando si vedono questi giovani debosciati entusiasmarsi e riscaldarsi tanto anche
Ijuon
,
rhr
con artificiose truccature e imbottiture ci che da una legge naturale risulta ivi escluso assolutamente?
solo
essi
perch
sostituiscono
di
Niente, a mio
gli abati
modo
di
vedere, pi scandaloso
Roma
i)
erano
allora, e
si
nei teatri di
Roma.
Questo giudizio severo ridonda ad onore del nostro d'EspinP^r tanto pi che in un pregevole scritto di G. Pinto a storia del Teatro Arf^cfitina ansi dice che degH stranieri solo che assai colti, che osservarono questa anomalia, uno > a
i)
chal
si mostrato Les femmes sont des hommes travestis... cela fait que l'Opera de Rome est toujours fort inferieure aux autres opras de l'Italie . A questo scrittore di buon gusto e di buon senso aggiungiamo anche il d' Espinil
POllnitz (Mtnoires)
:
decisamente avverso
;
chal.
122
koMA
Al.
IR
AMONTO
DF.l.
SKTTKCENTO
Stendhal ricorda che ai)punto gh abati, (juaH assai numerosi si trovavano alla prima rappresentazione del quella sera la platea era piena Barbiere di Siviglia, di abati ebbero parte non piccola nella chiassata
i
con cui furon, tra fischi ed urla, sopraffatti l'orchestra cantanti, cosi che Rossini che dirigeva al piano donde, fu costretto a scappare e a chiudersi in casa com' noto, la sera dopo non voleva escire, quando
i
:
vi
Temeva che
notizia
.
i)
costituisse *
un
altro scherzo
Ma, torniamo
Il
al
divieto misogino.
si
umano impor-
tava
la tolleranza,
i)
Sembra
:
in
svolse cos
a dirigere
come
1*
ricorda Sten-
dhal
<
Da prima
Rossini apparve
;
orchestra vestito
con un abito di vigogna e ci eccit l'illarit generale. Poi Garcia, che faceva la parte di Almaviva, viene a cantare con la chima al primo tocco tarra la serenata sotto la finestra di Rosina si spezzano in un sol colpo tutte le corde dello strumento. Figaro ma appena (Zambini) compare a sua volta con il mandolino l'ha toccato, tutte le corde si schiantano. Basilio arriva, inciampa ed egli ha e cade a terra: il sangue gli cola dal collare bianco
; ;
,
la infelice
.illora
scop-
finimondo ! opportuno questo ricordo, se non altro per scagionar Roma dalla responsabilit di aver fatta una prima accoglienza tanto sconveniente all'opera, che forse tale da sopi
il
pravvivere a tutte
le
altre di
Rossini.
II.
J)V1K1<)
I23
governo pontificio e veniva adottato negli stati della Chiesa, mentre contraddiceva nel modo pi flagrante ad una assai esplicita legge religiosa. Infatti La donna ncrn porti in il Deuteronomio i) comanda dosso abiti da uomo ; l' uomo altres non vesta roba di
dal
:
fa cotali cose in
abbominio
in
Invero
vi
sono
stati
:
molti
accomodamenti
pro-
si
mascherato
!
ed
in
modo
tale
che non
si
pi riconosciuto
Ed
la
il
sua
gennaio 1748, sul Carnevale, dofamosa enciclica veva limitarsi a proibire che le persone andassero, bench senza maschera, cogli abiti coi quali si sono mascherati, alla Chiesa a sentir la messa e prender le
ceneri
!
Strana peraltro questa contradizione fra autorit, che sembrerebbero destinate ad andare d' accordo
!
Ma, vano
travestimenti,
esse,
ai
ed
balli, si
il
susil
!
movenze. Mancava
rispetto al
Deuteronomio
ma
niente altro
mancava
XXII,
5-
l.>4
tanti,
per tramutarsi in soprani o contralti {musici), avessero su)to una preparazione del tutto speciale. Per tar migliore e pi ricco il canto degli uccelli, si ab)acinano
;
le
ugole maprepara-
schili
menomatrice.
che questa non solo si tollerasse, ma si incoraggiasse e quasi si rendesse necessaria da quel regime, riprovevole. Il governo di quei tempi tentava mo-
anzi
ma non
due
i)
ve-
anche
non
insegne
si
in
Molto
qui
il
detto hinc
inde in proposito, e
e flaccido
argomento. Ricorderemo
di
solo
il
falso an-
inumano
scandalo.
per ironia, fu creduto vero e come tale sugger a Voltaire la nota lettera in lode di
una
risoluzione... di l
da venire. Di questi fiori... agamici e' era allora una vera abbondanza e tra essi alcuni ottennero giusta rino;
i)
Un
1,
Qui
voi.
se castrofto
cit.,
cap.
Ili.
La
meno
bara usanza, pretendeva che l'operazione fosse richiesta dal bambino, che, inconsapevole e vittima della cupida avarizia dei genitori,
offrirsi
al
sacrificio.
G.
Del
Pinto,
Ar trentina
nel
1700,
in
II.
TKATRI
I25
veramente valenti e dotati di una voce assai bella. E a molti di essi non manc la fortuna del favore delle belle signore, e non solo per la diciamo col De ma anche pour virt del canto
manza come
artisti
Brosses
pour ieurs
talents
i)
Sembra
anche
non solo
accettati,
ma
da alcune dame prudenti di quei temrapporti fra il famoso musico pi. 2) Abbiamo visto gi Salimbeni e la quattordicenne Teresa (Bellino) il musico Consolino rubava l'amante (la marchesa Vittoria che a maggiore suo ^j^pri) a monsignor Berretta
ricercati
i
: ,
un atroce
la storia di
il
che
fu musico,
ma musico
ed
valentissimo,
anche non spregevole poeta. Protetto prima dal cardinale Lodovico musici Lodovisi che gli procur 1' ammissione tra della Cappella Vaticana, poi carissimo ad Urbano Vili,
dotato di non
comune
coltura
i) De Brosses, op. i. L'arguto scrittore ricorda in proposito che uno di questi musici present una supplica a Innocenzo XI
per avere
in
il
ration avoit t
mal
faite >
:
ma
,
che
il
Papa
scrisse di
suo pugno
umilissima
margine
2)
Se
la
Che si castri meglio. alla supplica fama non mente anche Mustafa nato
,
di
condizione nel cuore dell'Umbria, nella ridente Montefalco prima celebre cantore i>oi direttore illustre e benemerito della Cappella
Papale
zioni classiche di
musica sacra
ebbe
la
da non
3)
Il
rari,
ma
riprodurre,
si
legge
in
un ms.
della Casanatense.
120
ROMA
Al.
IkA.MD.NlU
1>KI.
>K11KIKNH)
visse a
Roma
che
del
pi modeste
mura
una giovane sposa, i) Gi: talenti di questi signori non finivano del subivano una qualche attenuazione. Di essentutto ziale non c'era che la rinuncia definitiva al dolce nome
ratto di
:
del
di
pap.
M....
glissons.
***
ricordi
stesso lodevole
porre un freno
al
malcostume
in
quei
tempi grandissimo e dilagante, e che essa, pur dimostrandosi improvvida e strana, non era del tutto nuova,
ma
ritornava
come una
sizioni e consuetudini. 2)
i) Cfr.
Achille Sansi
,
Paris, E. Thorin
,
edit.
E.
Otto Linder
reti, Della
Zur Tonkunsl
Ahandlutigeriy Reriin
Vittori,
e P.
Launegli
l'ita
pul^blicata
Questo
cio
assai
che
il
divieto
zione di vecchie
ze
tradizioni
od
il
il
antiche
il
costuman-
afferma
:
notava
in cui
<
Non
c' in tutto
il
diverse.
meno
nei tempi
le
d(inne
calcassero
le
scene.
Le commedie erano
modo
che
si
IL J)IVIK1<J
I27
meno semplice
tenerla solo
trice
di
quella che
di
le si
attribuirebbe col
ri-
un eccesso
innova-
pour
le
deve dimenticare
che dalle scene dell'arte classica greca e romana e, nei suoi tempi pi gloriosi, le donne erano escluse dalla
Le tragedie e le commedie erano nel loro svolgimento combinate in modo che le donne non vi avessero parte ma, se mai, erano sostituite da uomini che a rappresentarle avevano acquistata una certa abilit. autorevoli scrittori di quei tempi (Demostene, I pi Cicerone, (xellio, Plutarco, etc.) attestano quanto grande
scena.
;
effetto
nelle parti
Antiope, Clitemnestra.
figuranti
i
linea la figura e la
persona
dell' attore
nascondeva. Per quanto sappiamo dalle scarse notizie ed indicazioni di quei tempi questo sembra certo come pure
esse
si
;
potesse fare a meno delle parti di donna, o pure, se ve ne erano, venivano rappresentate da uomini che avevano studiato e ne erano preparali appunto a questo scopo. E questo sistema visse ancora
nella
nuova
Roma ed
Stato pontificio,
eccettuata Bologna.
Mattei.
V. Goethe. Viaggio in
Italia.
Traduz. di A.
in un SuU' Italia.
!
E
nel
i
pi diffusamente lo ripeteva
e purtroppo
altri
lodava
ulteriore
suo
scritto,
pubblicato con
suoi diversi,
Roma
.
ci
conserva tra
suoi ruderi
2)
Lance
Scritti
z'ari.
128
donne
dalle scene
continu anche nelle rappresentazioni sacre medioevali. Abbiamo notizia da un testimonio di veduta che,
salvo poche e rare eccezioni
vero sui
teatri
d' Italia
le
Maria Cecchini, detto Frittellino, celebre arlecchino di quei tempi che in una sua opera intitolata: Discorsi su la commedia, stampata nell'anno 16 16, ci assicura che le donne eran comparse per la prima volta sulla scena circa 50 anni indietro, cio appunto verso il 1550, e che prima di quel tempo le parti di donna erano eseguite da giovani in abito da donna,
attesta Pietro
, i
>
Ma
il
trionfo fu breve.
arduo problema
di
migliorare
costumi
di quei tempi,
promulgando
contro
le
i)
CM
MoRONi, I MifiMtti
dti
ecc.,
Ili
e V.
Cfr.
Riccoboni.
Hisicire
Tht'dtre Italien,
p. 57.
commedie e tragedie letterarie a differenza che nelle commedie dell'arte eran sostenute da giovani in abito femminile. Nella recita dtW Ippolito di Seneca, fatta
1500
le parti
di
donna
nelle
a
fu
Roma
San Giorgio,
la
parte di Fedra
comparsa,
fu
cominciata a recitare
Cfr.
arU.
De
Amicis,
Z.<2
e la
Commedia
dell'
dei Settecento.
POR*^
<
\A.
II.
DIVIKKJ MIS(K;IN0
dei Desiosi
tali
NF.I
TEATRI
2g
alla
compagnia
di
dare
si
rappresentazioni
spettacoli
dessero di giorno
donna
uomini.
Pasquino ne rise e con ironia preveggente inton tatti han salmo: Laudate, pueri, Daminumf Anzi il dimostrato, in conformit di un boccaccesco proverbio popolare, che il potere di trazione o di attrazione della donna pi forte che cento argani che pur bastarono
i
i
da attuare
ili
la
Roma
poco dopo
tornarono
in cui
morte
di
di certo ci
negli anni
periodo
,
Cristina di Svezia
irrequieta
imponendosi sempre pi
,
con
e a
la
inframettenza
sulla
sulla
vita
romana
,
spefarsi
cialmente
vita teatrale
romana
di
riusci
il
Alibert
del
,
suo fiducioso
e vi
nuovo teatro
i)
Tordinona
Ma
al
mite Clemente
Innocenzo XI il milanese Odescalchi, burlato da Pasquino per la sua predisposizione a contraddire, con la designazione di papa Minga tutto animato da
,
i)
Belle, lo
saranno
state.
oreiUes
par
la douccir
agrinents
,
de leurs personnes,
delle
ma dovevano
un p
\ivaci
quelle
prime donne, se
data 14 gennaio 1673 una di esse dette un mostaccione all'altra la quale si rivolt e si azzuffarono... a causa di emulazione >.
come
Cfr.
9.
Ademollo
B ANDINI
1.
e.
Roma
I^O
ticri
di latti
cominci
con
il
dame, sguinzagliando la sbirraglia ovunque si lavava ed asciugava biancheria perch confiscasse quelle camicie da la donna che fossero trovate con le maniche corte e basse di scollo di petto (e si sa che quei Ijirri fecero
tentare una limitazione
al dcollet delle
copiosa raccolta
i
!)
poi pass
ai teatri,
tentando
e
di
di-
imporre che
visi
palchi fossero
comunicanti
non
da tramezzi, ripromettendosi dall'abolizione di quei ripari un qualche.... riparo a quanto era successo di scandaloso l'anno passato , e poi rinnovando con
ogni rigore
il
vendo che
le
venissero
eseguite
e delle
ci
comiche
limi-
complemento del suo programma eman anche nello stesso tempo quella tal proibizione ai maestri di musica d'insegnare il canto ed il suono alle donne.
il
fanatismo
di
anche a comprendere gli innocenti burattini nella guerra da esso intrapresa contro le cantarine e le virtuose del teatro, vietando che fra essi recitassero femmine e disponendo poi che le pupazze si presentassero al pubblico vestite con maglia azzurra. Le virtuose del teatro non dovevano pi esistere o apparir sulle scene si sognava cos di farvi posto per
:
Ma...
i)
2;
LeUera
di
Paolo Negri
al
Ministro .San
Tommaso
a Torino,
jttolire
1679.
IL
J31
*
vi
Ma sembra
simile pi
mandasse un
fac-
che corrispondeva alla virti vera dei buoni costumi ed a^'-li onesti e naturali rapporti gi suggeriti ad Adamo e ad Eva dal bisogno di una discendenza, come quei polpacci e quelle
truccato
,
meno
Venere Callipigia. Di siffatta virt ci ha dato gi un cenno il d'Hspincaal ma pi chiaramente ce ne parla il Montesquieu e ancor pi arditamente quel geniale briccone che in simili c<^)se aveva 1' occhio acuto ed esperto Calezze
tri(jnfo
in
;
che hanno un
sanova,
i)
I)
Riferiaiuo
>eiiza tradurre
,
Il
y avoil
Mariotti et Chiostra
j'
habills en
femmes
ave \'ues de
ma
vie, et (jui
auroient inspir
le
qui ont
le goust moins deprav cet gard... Speriamo intanto soggiungiamo noi che lui Charles Secondat, baron de la iJrde et de Montesquieu ai)l)ia pensato allo... spirito delle leggi e non a (lueste cose E il Casanova, che certo pensava non alle leggi e nemmeno alla morale, parla di un musico che, come prima donna al Teatro delle Dame, vi faceva accorrere tutta Roma, ma pi che per la bont della voce per hi sua bellezza. < .Serre dans un corset bien fait, il avait une taille de nymphe..; sa gorge ne le cedait en forme ni en beaut aucune gorge de femme c'tait surtout par l que ce monstre faisait ravage. Lorsqu'il distribuait aux loges la faveur de ses regards, le tournoiement tendre et modeste de ses yeux noirs por-
tait le
ravissemenl au coeur...
C etait
le
favori
complaisaint
le
132
ROMA
AI.
TRAMONTO
DF.L
SKTTECENTO
Anche nelle Memorie del conte Crorani, poi '.cittadino milanese che quantunque abbian bisogno di qualche tara per la loro impronta giacobina sono, come
attesta
il
d'
il
fond<.
n' veridico
se
ne dicono
in
converrebbe riferirle per intiero, molte di esse sar meglio lasciarle da parte perch troppo salate. Ne stralciamo, perch interessanti, quel tanto, che, se pur saporoso, pu trovar posto qui
e lo riferiamo testualmente dal
stirprise.
capitolo intitolato
La
J' ai
dlirans
et
auquels
des carlor-
se sont laiss
sque ces objects ( les jouven^aux che rappresentavano le parti di donna) paroissent sur le chene. J' ai entendu l., repeter toutes les histoires et les anecdotes scandaleuses de ces histrions et
j'ai
su., le
noms
de leurs amans prfers, de ces qui aspiraient leurs favours et enfin de ceux qui les payoient. Ce penchant
connu et avou est presque general. On le nomme le pch noble, le pch gentil.. Ces modernes Antinoiis,
semblables nos hroines de coulisse, causentla ruine
de beaucoup de personnes.
quel se-
un
castrai
II.
I33
Lorsqu' un tranger est parvenu s'attirer la contiance des Romains, il ne se contraignent plus en sa
]>resence, et parlent
;
de cette sorte d'intrique avec auint de chaleur, autant d'intret et aussi peu de rrve qu'on le fait cn I-Vance pour les filles de spet-
i.icles.
Ed
le tinte
un poco
interessante
ne sono
:
la
un de ccs idolcs. J'ai t du petit nombre des initis.. D'abord ce qui me causa una surprise trs-voisine de l'tonnement ce fut de voir una dame s'occuper srieusement de la toilette d' un jeune castrat qu' elle idolatroit. C etait le second chanteur du thtre Valle.. Quoiqu'elle le chrit
toilette de
de recevoir
les
hommages d'une
Ce musico devoit jouer un rle de lemme et il sembloit en effet que la nature, en le formant, l'et destine a cet emploi. Sa beante ses graces le son de sa voix, tout aidoit au prestige. Assis devant une superbe toilette, il minaudoit, sourioit et laissoit de temps en temps echapper quelques sons gracieux qui toient aussi-tot recuillis par ses amans. Tous et panni ce gens-l, j'ai vu des prelats de meilleur ton.... tous s' effor^oient par des soins empresss de s' attirar un coup d'oeil. Attentifs aux besoins de l' idole, l'un lui presentoit une fleur, l'autre un diamant, d'autres quel,
,
ques parties de l'ajustament etc. etc. Les services que tous ces imbecilles... s'efforgoient de rendre a ce Ganimede toient accompagns de marques exterieures de
respect...
Chacun cherchoit
sur-
J34
ceux qui l'avoient ohtcnu en devenoicnt plus tcrs. Quant au jcune honime, la coquelle la plus niauierre n'auroit pu se conduire avec plus d' adresse.
J'tois
l,
jc regardois. j'tourdois... .
al
c'
da cre-
cospetto di
suali
terzo
sesso
la
dite
** *
Questo trattamento e 1' entusiasmo con cui soleva anche il pubblico dei teatri accogliere questi virtuosi non poteva non determinare in essi, o nella maggior parte di essi, una presuntuosa impertinenza per cui si ritenevano lecito un contegno troppo spesso petulantemente sgarbato e molesto verso il pubblico, ed arrogante ed esigente verso quei disgraziati maestri che dovevano scrivere per tali artisti e dirigerne le esecuzioni.
Benedetto Marcello ironicamente ammoniva Camminando il Compositore con Virtuosi, particolarmente Musici dar sempre loro la mano diritta, star con cappello in mano, un passo indietro, riflettendo che il pi inferiore di questi nell'Opera per lo meno un E questa Generale, un Capitano del Re, della Regina un' esagerazione caricaturale, ma che aveva un gran
tondamente
Si,
di
vero.
erano nell'opera
per
lo
meno un generale
II.
1>I\II. Il)
MI^<)(,IN)
MI
IKAIKI
.>D
anche
pi strani ed
anacronistici;
ma quanto
Quando
alla
ostentamente.
avreb-
dovevano
dire
niente affatto
come cosa
loro era
che
non
li
maschere nei palchetti, sorridere co' suoperch il popolo chiaranatori, e con le comparse mente comprendesse esser egli il signor Alipio Forconi Musico, non il Principe Zoroaslro che rappresenta . Esercitavano sui maestri un dispotismo ai nostri pretendendo da essi intercalagiorni inconcepibile
salutar le
,
zioni
soppressioni
sostituzioni
le
pi assurde cose.
L'uno pretendeva uscire sulle scene a cavallo con elmo piumato e cos cantare la sua aria di bravura
;
l'altro
fine
si
voleva
apparire in
prigione in catene:
alla
e cos via.
Di questo contegno, delle loro strambalate pretese sono piene documenti di quel tempo. Benedetto Marcello, Sograt, il Pindemonte ce ne hanno tramani
infiniti.
trilli, le
virtuosit di
gorgheggi a proposito o sproposito non bastavano mai pennacchi, i) proprio come le guarnizioni ed Potremmo citare all'occasione una serie infinita di aneddoti. Ci limitiamo ad uno che si rit'etipico
i)
Ne
risenti
in
musicale
cui la spontaneit
una notevole inrtuenza anche 1' indirizzo dell'arte melodica parve perdersi e contor-
136
risce
al
ROMA
AI.
Hiiranello
maestro
come
noto
non da
dozzina.
doveva rappresentare per la prima volta, appunto all'ArjTfentina, una sua nuova opera e un musico, che pur era valente, ma aveva avuto con lui qualche conSi
;
vendicarsene strapazzandogli
la
il
pi bell'aria dell'opera.
Minacciava un disastro.
bone, prende
dalla
e.
il
Ed
si
fa
sgabello
cembalo
in orchestra,
bench pingue,
il
arringa
Signori, l'aria
mia non
ve
la
quella
;
sa cantare
io
ve
la
canter
come
E
il
cant
entusiastici. !Ma,
mentre
dopo questo
alla
ribalta
Signori
non
ma
la
la
so cantare meglio di
lui. Zitti
e sentite .
infatti
**
Quanto da
cile
tutto
il
si
dovessero giofa-
vare l'estetica ed
quelle esecuzioni
immaginare. Vero che alcuni di quei mezzi uomini riuscivano, con uno studio assai accurato di movenze e di atteggiamenti, ad avere aspetto tale da apparir quel che non
11.
|)1V1I;<>
MlSOf.lNO SEI
IKAIKI
I37
il
guardinfante,
il
tup
nei.
ed
il
viso
la
imbellettato e cosparso
di
riesci va,
special-
non
di
soprano Bergeret
sta
o di contralta).
che
ne ebbe,
pur aveva
temperamento
lui,
d' arti-
non
:
nemmeno
cattiva impressione,
in
proposito
queste an-
notazioni
Questa sera
gennaio)
si
d all'Argentina una
grande opera, eseguita da sette cantanti, di cui tre uocio quattro musici vestiti da mini e quattro donne
donna.
di
questi musici,
le
quali
si
cura tutte
e contro di loro
non v' che la nostra prevenzione che ci fa ricordare che essi sono degli uomini o una specie di uomini. Ma per poco che si dimentichi questa prevenzione si pu rimaner completamente ingannati. In vero loro tratti e le movenze loro si avvicinano assai ad
i
Ed
lode
'fantini.
Velluti],
Crescentini, a
quanto sem-
una diva. Alcuni raggiunsero anche squisitezze d' arte quasi ignorate attualmente anche dai maggiori.
138
ROMA
AI.
IR AMONTO
DEL SETTECENTO
si
emozione.
si
cita
questo
esempio
Roma
Ouando
egli
cant per
la
volta in
intitolata
un tedesco suonatore di tromba, che andava per la maggiore, con dei polmoni in cui pareva che albergasse Eolo. Il direttore del teatro indusse il Porpora a scrivere un'aria per il suo allievo, con accompagnamento di tromba obbligato, cos da mettere in gara due virtuosi. L' aria cominciava con una nota molto tenuta dal suonatore di tromba e che il cantante ripigliava a sua volta abbellendola di tutti gli ornamenti di una perfetta vocalizzazione. E il cantante vinceva lo
i
strumentista
tra'
delirii
del pubblico.
il
Farinelli pos,
due imperatori tre re di Spagna due principi delle Asturie un re di Sardegna un re di Savoia, un re di Napoli, una principessa delle Asturie, due regine di ^Spagna, Papa Benedetto XIV. Ma non tutti eran cos valenti c'era anche fra essi la zavorra e allora, Dio mio, che roba! Davvero
sono
citarsi
:
Proprio il pariniano canoro elefante che emetU per gran foce di bocca un fil di voce. Tuttavia pi riuscivano ad entusiasmare quel pubblico. Del Pinto ricorda che nel 1780, rappresentan
rivoltante.
,
dosi
al
teatro Alibert
il
Rinaldo ed Armida
il
fana-
ir.
tkatri
139
lismo suscitato da (Tiacomo J'antini sotto le vesti di Armida tu cos grande, che ispir sonetti e poesie,
diffusi.
In
uno
di
essi
il
conte Vendenini
del
dichiarava e cantava
stata...
il
che, se
Armida
,
Fantini
sor
Giacomo
riuscito a sfuggire ai
Nientemeno
***
Il
balli.
maggior ragione... di scrupolo erano escluse le donne. Eppure vi comparivano, saltavano e sgambettavano delle danzatrici, anche con ruolo di prima ballerina. Ma non eran ballerine, quelle, s bene uno strano, assurdo fac-simile non eran giovani donne ma uomini veri che per ci non avevan dovuto nemmeno
a
Anche
anzi
le caratteristiche
maschili.
ve
li
figurate questi
uomini
gnose imbottiture,
pi o
i\ue\
meno
i
con
le
mo-
venze ed
sogliono enjoliver
loro passi a
due ?
at-
Ve
li
di scimiottatura, alla
riproduzione falsa
di
quelle
trattive
che
I40
qu.d razza di
pervertimento
di
poco a poco
per effetto
una vera
categoria di
artisti
il
nostro
Kspinchal
an-
notava che era ben strano ed errato mezzo di giovare alla tutela del buoncostume quello che cos si adottava con
la
tazioni intese,
con
criteri
morali in
!
tali
per effetto
di
essa, e per
il
si
forma delle
tutti
mutandine o
lerine.
tutti
I
loro calzoncini
dovevano esser
neri
neri.
ecco come un viaggiatore di quei tempi, che ha assistito ad uno di questi balli all'Argentina riassume
Ed
le
sue impressioni
prmo
di
colpo
d'
uno
quelli di Parigi
donne
:
uomini vestiti da donna. Essi e non musici uomini veri si studiano con le loro acconciature di darne l'illusione. Peraltro non difficile accorgersi di questo monstrueux
sulla
scena.
Ma
invece
assemblage.
II.
TKAIRI
(U^^li a
I4I
Vi sono alcuni
ballerini
che ballano
pii
solo
i)
che divertire,
Ma
sono applauditi entusiasticamente. Alcuni, vestiti da ballerino, ballano anch'essi degli a solo dello stesso genere con scarti , sgambate
e piroHCttcs
e
,
cos
appaiono assai
dalla
e
in
;
evidenza
e
cal-
zoncini
neri
prescritti
polizia
grandi
applausi
con chiasso
siamo abituati . Kd aggiunge queste osservazioni Riconosco che possibile una qualche illusione con ({uella specie di uomini [musici) vestiti da donna,
:
I.e
loro
belle
voci
l-
loro movenze, la
sonomia e alcune rotondit si avvicinano a talune delle grazie muliebri. Ma quanto ai balli, nei quali si producono giovanotti che, solo perch vestiti da donna, pretendono riescire a riprodurre con qualche smanceria le attrattive delle Ideile giovani dei nostri teatri,
la
ci
I)
cos
detti grotteschi,
quali
distin-
facean
};:uevano
da acrol)ati pi che da veri ballerini e si anche per ci dai hallerini, che preferivano darsi
geniile
//
serio e
il
quale
fu,
per esempio,
il
XVIII con la famosa ballerina Binetti (quella stessa per cui Casanova sostenne il celebre duello col polacco conte Braniki) ed il di lei compagno Lepicq s' introdusse a Naultimi anni del secolo
poli l'uso della
danza
e pi
Cfr. R.
composta dal grottesco acrobatismo che era allora in uso. Croce / teatri di Xapoli, e Gali ani, Lettres Mine d'E-
M^
ROMA
AI.
IRAMONTO
DEI.
SETTECENTO
risulta pi evidente
ch allora
indiavolati
veri
da un capo
il
curandovi solo
mutandine
fcia .
i)
nere
mutandine
d'
ordinanza
ponti-
quali s' intendeva a dissimular con l'inganno rappresentavano un'aggravante di quest'aberrazione e spesso assumevano forme strane e ridigli
artifici
i
cole. Cos
2)
che, rappresen-
tandosi a
Roma,
che
si
davano come
interfarsi...
barba due volte al giorno X a meravinel suo gliarsene perch anche Benedetto Marcello
Teatro alla
moda
3)
mordacemente
raccomandava
ai
i) 2)
3)
ci
Bergeret et Fragonard, op. cit., pagg. 185, 192. Dalbuono, Roma antica e moderna Napoli, 1864. B. Marcello, // teatro alla moda o sia metodo sicuro
per ben comporre ed
eses^uire
l'
e fa-
opere
italiarte in
musica
Misono
quali
lano, Agnelli.
Satira gentilissima > la disse lo
Zeno, e veramente.
gli
\'i
i
dipinti al vivo
con
fine
ironia tutti
abusi ed
vizi
i>er
doveva
perire,
come
ai
'700.
Nessun
personaggio
di teatro, dal
maestro compositore ai copisti del poeta, coristi ed al conduttore del < botteghino
la tipica
nemmeno
figuri
It-l
.If.idrt).
IF.
43
irluosi
scene, di
che dovevan<j eseg"uire parti da donna sulle portar sempre sulla vita un bustino, e non
i
dimenticarsi
nei,
il
rossetto, lo specchietto,
il
ciut-
fetto e le ricolmature di
stoppa
la
cosa
li
esortava
.
i)
radersi
barba
giorno
peggio avveniva nei teatri secondari, nei quali minore era la cura negli artifici di queste con traffaziuni e tanto pi nelle rappresentazioni dramDio matiche; ci liberi poi da quelle filodrammatiche!
assai
Ma
L'
Archenholtz ha annotato
del
tra le
Italia
pressioni
*
suo viaggio
in
della Zaira
della
protagonista,
nevale
si
metteva a recitare
Drosman doveva
dello
rappresentazione
il
stesso spettacolo
tumultuando
il
pubblico perch se
apparve sul palcoscenico uno della compagnia a spiegare che il ritardo avveniva perch Zaira si stava facendo fare la barba . 2)
ne tardava
di
troppo
principio,
quanto dice il Richard de Pamela dans une comdie de Goldoni avec une barl)e paisse ed une voix rauque
i)
Raccomandazione opportuna
se vero
faire la rle
Oli
Richard
2)
l' Italie
Nouveaux Memoires,
Paris, Saillant
1764.
Italien.
Archenholtz
Con
dell'Italia,
almeno
veritiero. In-
144
ROMA
AI.
Il
misogina avrebbe voluto che essa fosse stata osservata anche nei teatri privati, che, come abbiam visto, erano
tanto numerosi nei palazzi signorili e delle ambasciate.
Non mancarono
richiami ripetuti pi o
di tale disposizione.
meno
severa-
mente all'obbedienza
tu saltuaria,
Ma urtavano
ne
potenti
V osservanza
Le
cronache
ne ebbero
di allora in
indipendenza
i
proposito ed anche
:
malumore
che
pontefici
anche in questo un po' il comodo suo, per quanto, anche lei, con alcune alternanze a seconda del suo desiderio o bisogno di favori o di danaro dal Papa. Cos, mentre in alcune delle rappresentazioni date o promosse da lei prendevano parte attrici vere e non soltanto, come abbiam visto, nei trattenimenti riservati ai privati in altre provvedeva alle parti da donna con degli uomini travestiti. Sappiamo che uno di questi fu il conte Pompeo Camillo di Montevecchio (i 662-1 752) colto gentiluomo fanese poeta mediocre ma non ultimo fra seguaci del Marinismo, i)
Cristina di Svezia
si
compiaceva
di fare
fatti
egli,
pu
Cfr.
Bene ne lo rimprover Goethe LetUre inediU di Vimenzo Filkaia a Pompeo di Moti teZanichelli, 1893.
vecchio.
Bologna,
Il,
ll\il.
lu MISOCINi NKl
IKAIUI
145
regolavano lo stesso. Alcune adottarono un temperamento a seconda che il pubblico cui destinavano la rappresentazione (Ma composta loro mariti, o invece sia pure con solo di signore
Moltre altre casate
si
: ,
i
con r intervento di soli uomini ammettevano sulle scene anche le donne vere oppure aduttavantj succe,
i
di
quel
una specie di exi raterritorialit. Cos vedremo che alla prima rappresentazione deir Antigone dell'Altieri, nel teatro annesso
divieto:
in
ci<.)
tutelava anche
al
palazzo dell'ambasciata
di
la
sera del 20
zia
novembre
,
17JS2,
alcune
dame
dell'aristocra-
romana:
vera e
bellissima
:
donna Ottavia
torte,
Rospigliosi
nata
,
Odescalchi
il
beante
strana
traits la
romaine
dice
d'Espinchal.
Una
notizia
che lnisce
di
disorientarci in
piamo che in alcune rappresentazioni date a cura di monsignor Lancellotti le parti di uomo erano sosteche nute da giovanette opportunamente travestite si comegli stesso cosi soggiungono le cronache
,
Donde molte
l'abilit
malignazioni,
in ci
che
maal-
atroci
ambiguamente
allusive
l'esperta attitudine
e
o consuetudine? sua
di svestire
rivestire
donne o giovanetti.
10.
Bandini
Roma
146
ROMA
AI.
*
XIX
come
quest' aber-
il
e,
ricorda
il
Moroni,
festeggiato
quale un avvenimento lietissimo, anzi come una connel tjuista, l'apparizione sulle scene dell'Argentina
veramente femmina: di una donna vera, dell'Angelini, la quale ebbe un trionfo tanto entusiastico, che da taluno fu detto un plebiscito della
1802
di un'artista
natura
Ma
veramente, stando
delle
alle
riap-
donne
sui
teatri
di
Roma
avvenisse
quattro anni prima, nel 1798, all'Apollo ed al Valle e poi, nel carnevale del 1799, con la celebre Angelica
Catalani, all'Argentina, con Vlfigenia in Anlide.
i)
Strana quest'aberrazione che avrebbe dovuto essere, un mezzo di tutela del ma non lo era tutt'altro!
buon costume.
Ma
cosa
quasi
assai pi strana e
:
questa
si
compiacesse di queste sostituzioni sessuali sulla scena e, anzich dirne anche lui e lui pi di
,
,
i)
Il
.Silvagiii la
prima apparizione di una donna nei teatri di Roma fu quella della Jiertinatti, che cant nel 1803 la Selvac^^e^ia di Niccoliiii, sej^uita in quella stessa stagione clalla Morandi. Invece gi un anno prima l'Angelini aveva iniziata la serie.
dice che
11.
DIVIK'IX)
MIS<)(;iN<)
NKI
IKATRI
147
sia intrat
Ogni
altro, tutto
il
male che
si
meritava,
si
po' bene
le
e
,
esecuzioni
Isella
opere
in
musica
nelle
fa
(juali
al
la
voce
non
pensare
travestimento
ma anche
pei
sino a dire,
drammi
il
Deve averlo vinto in ci la seduzione del paradosso: paradosso, uno dei punti morti del genio.
CAPITOLO
La uita
di
y.
societ.
L'aristocrazia romana e il cenerone una festa magnifica in casa altieri LE RIUNIONI DI CONIN casa colonna DI GIRO CHOCHING UN SALOTTO FIDENZA LE SERATE SPECIALIZZATO UN TRIONFO DELLA DEMOCRAZIA FEMMINILE POCHE CENE O SENZA CENA IL GIUOCO BOCCA ROMANA LE CARTES PALUDI E UN FARAONE ASSAI COMPLICATO
y>
J>
ROUTES
riservare a
un
si riferisce
romana
e ai suoi
pi notevoli campioni.
imponente e pur anche notevole per alcune sue mafestazioni. Ne vedremo allora i molti meriti e pure soiridendone con serena indulgenza le non poche
marachelle.
I50
Kt)M
^'
RAMON! O
di
DKI
^KIIMINH
esamii
Ma
ci
riserviamo
nel suo
avvicinarci ad essa ed
e
narla anche
un p
la
come dicono anzi ////.. singulae quando avremo scena della vita romana dalla folla,
insieme
pure
siamo per incontrarvi, e ci saremo anche accomiatati da alcune persone pi in vista che hanno in questo nostro giro uno speciale
pi o
signorile, che
diritto di precedenza.
meno
romana,
in
teristiche
Del
Gran
vita
Mondo
di
> e del
Piccolo
Mondo
dunque
nel
mondo
a pre-
signorile
romano. Tuttavia per parlare della sua societ dovremo necessariamente trattenerci
si
capisce
poi-
ch
se
in questi
il
non
assommava quella vita, ed essi pur davano, tono, certo una guida, alle manifestazioni di
**
perch questo era tale da non consentire imitazioni o rivalit dal ceto meno elevato nella scala sociale allora specialmente.
Non
il
tono
abbiam detto
uno dei pregi, ammirevole e indiscutibile del patriziato romano, era in quel periodo di fasto (quello che avvenuto poi troppo spesso ha fatto pena e fa pena!) era il sentir grandiosamente di se. H da questo .sentimento gli derivavano lo studio e le capacit la consuetudine di fare veramente da
Infatti
I.A
YIIA
in
DI
SOCIET
I51
modo veramente
,
regale, gli
e ancor
Popolo tale, che ora si stenta a credere fosse propriet e manifestazione di lusso e di una sola famiglia spiegava abitualmente una magnificenza abbagliante. E in queste case le feste ed ricevimenti assumevano in talune occasioni aspetto di una solennit veramente da sovrani. Basterebbe ricordare, tra le altre manifestazioni di questo fasto regale, il ballo dato dai forgli. ii^ onore dell'Imperatore d'Austria, Giuseppe II, in occasione della sua visita a Roma nel 1769. La cena fu imbandita in tre tavole per ben trecento persone, tutte servite con piatti d' argento. Per principi reali il servizio era esclusivamente con piatti tutti d' oro. Ancor pi magnifica fu la festa data nel giugno del 1776 in casa Colonna in occasione dell'arrivo del contestabile Colonna, venuto a presentare al pontefice la chinea ed il tributo di danaro del re di Napoli. Ne riassumiamo, per dare un esempio della magnificenza grandiosa di cui si compiacevano quei tempi,
cjuella
J)li
nelle
presso
il
Pincio a porta
del
giardino.
La
alle
scala
coperta
di
tutt'
adorna
di
presso l'ingresso
schiavi saraceni,
un gruppo
di
sfarzosamente
152
kOMA AL TRAMONTO
DKI,
SKTTtCENTO
I.'
a ricevere
sebbene non
seguita
al-
vi
fosse
persona
contf>
meno da un domestico
il
camente gcdlonato
Nella
successiva
cio
i
sala
si
raccoglievano
le
<
capp^
nere
ai servizi,
Appresso
v'
che introducevano gli ospiti nella successiva grande cavalieri davano il braccio alle sala di ricevimento: semplici gentiluomini dovevan condurle solo dame;
i i
per
la
mano
cos
prescriveva
1'
etichetta.
veramente magnifico 1' ingresso di questa teoria di coppie tanto sontuosamente vestite, rese pi graziose e composte dallo studio che allor si poneva nella danza, e assuefatte alle eleganti movenze
risultare
E doveva
dei minuetti.
Ciascuna
dama
ne
era
seguita
la
da un
elegantissimo
dell' abito.
paggio
^ra
nelle
che
sosteneva
al
coda
Ed
accompagnata
file
posto assegnatole
sole
dall' etichetta
le pareti
di
della sala.
Ma
dame
si
siedevano
gentiluomini
il
rimanevano
sciatori, ai
al
in piedi
proto-
agli
amba-
senatore di
Roma
il
privilegio
di
sedersi
accanto
alle
dame.
a
FA VIIA DI SOCIKTA
I53
Nella ricca
sala,
presso
la
la
principessa consorte.
lei
che
vennero
le
successivamente presentati
venute
alla
,
intervenuti e
loro
i
inter-
annunciati
con
tutti
il
baciamano.
fu
Quando
t>ala
circolo
cos
formato
si
le
porte
della
riaprirono a due
battenti e
al
comparve un gentiluomo
il
di
K.
principe Colonna.
:
il
prin-
cipe
comparve
egli,
Ed
si
fattale riverenza,
condusse traversando la sala ad un seggiolone accanto a quello a lui assegnato e distinto come un trono. Ivi la coppia principesca ricevette le manifestala
seguendo
un rigoroso ordine
nanzi
di
cardinali,
la
principi, gentiluomini e
dame
riverirla.
dirsi
che cominmuoversi,
conversazione
e la
facolt di
Ma
i
loro posti
e a tenersi
pronti a seguire
il
il
contesta-
bile
il
braccio alla
154
facendo segno di
la galleria,
avvi verso
scortato dal magnifico corteo di tutta la societ. Traversata la galleria, riccamente adornata ed illuminata,
il
corteo
giunse
di
alla
immensa
di lun-
ghezza e 13
quattro
i
archi
giar-
palazzo ed
allora
tacolo diverso,
La
villa
ma
giganteggiava
il
in cui
Cola maggior nemico di casa Colonna di Rienzo) e le quercie annose e gii abeti ed mirti assumevano a quelle luci aspetto quasi fantastico,
ucciso
il
i
come
di
luoghi incantati.
D' un tratto il silenzio fu interrotto da una tenue musica pastorale pochi istrumenti a corda accompagnati da flauti e da clarini poi tenui e dolci canti, qua e l sorgenti fra le ombre dell'ampio giardino...
,
Intanto
specie.
nuova distribuzione
nuova profusione
di
ogni
Piombino e nipote di Clemente XI II era allora giovanissima, ed anche molto bella. E bella si mantenne lungo tempo, cos che pot poi, nonostante che la giovent sua
i)
fosse
alquanto
trascorsa, contendere
in
una gara
fli
bellezza,
giovani e bel-
sime Piano e Simonetli. Aveva una statura magnifica e, a quanto narrasi, una franchezza di giudizi e di parola spaventosa.
LA VII A
DI
SOCIKT
155
Poi improvvisamente
si
rumorosa
di
fanali accesi
ad illuminare tutta
ampia spianata,
di
an-
scintillanti
verti-
ginosa moresca.
una schiera di incantatori poi una tli musici successivamente una di negromanti e di declamatori. Finalmente un coro inneggiante a casa che cos si Colonna segn il termine della festa
di
Dopo
loro ecco
;
dell'
aurora
isolato.
E
nelle
non
questo
un esempio
Nei
diaristi
cronache
di quei
recchie altre
feste
esplicava e perpetuava
la la
potentissime famiglie:
le
E
de...
sua fortuna
petifs
volle e pot
sedersi
in
questo
il
parterre
rois e
degnamente prendere
seguito di
dov
balli
dichiarare
non aver
visto
in
vita
sua
tre
eran
ricchi di comfort,
i).
ma
i)
balli del
Roma sono
Napoleone e
.
abbiamo veduto
nel
settentrione
Stendhal,
Prouienades romaines.
IC6
ROMA
Al.
**
Ma
un
ratteristico
nel
patriziato e nelle
cospicue
romane di quei tempi. Mentre si manifesta di tratto in tanto magnifico, come abbiam visto,
,
tratto, in
modo
e
di
la potenzialit e
la grandiosit
del suo
fasto
invece una
massima
le
infatti
la
difficile
immaginare
di
specialmente
le
da che
tante
guerra ha dorato
di tanti
!
squamme
pescicani
adipose
spalle
di
difficile immaginare quanto pescecagne semplice e dimesso tosse il tono delle riunioni serali di confidenza e delle conversazioni consuete e ci
;
anche nelle famiglie pi ragguardevoli. Cos mentre apparve assolutamente magnifico ed imponente lo splendore delle feste con cui casa AlUeri aveva voluto solennizzare le nozze del suo principe Paliizzp i), sappiamo pure che le consuete riunioni serali della buona ed austera principessa Marianna
,
i)
figlia
del
figlio del
re di
Polonia Federico
ed avventurosa conlessa Clara .Spidella [principessa Mariaona-Cuncgonda si spos col marchese Giovanni Patrizi, che iii dimostr tanto energicamente fiero col generale M<j11s e fu poi senatore
II
Augusto
della virtuosa
nucci di Fermo.
Una
sorella
I.A
VITA DI SOCIKTA
157
non solo fredde e monoione ma improntate ad una modestia s grande da render quasi incredibile la semplicit del tono di cjuei ricevimenti. Se non si dovesse supporre che cosi s' intendeva dare a quelle riunioni un carattere d' intimit quasi patriarcale, converrebbe giudicarle eccessivamente meschine. Eppure solevano convenirvi persone molto cospicue. Prima di giungere a quella ove stava la principessa attraversare una lunga fila di sale sale si doveva grandiose, ma appena illuminate poche candele, e non tutte di cera, innanzi alle solite placche, che vagamente ne riflettevano le luci scarse. Sui tavoli qualche lucerna d'argento, a tre o quattro becchi, con lucignoli ad olio. Mai fuoco e niente stufe: tutto ga va sans dire e chi aveva al pi un braciere con carbonella (focone)
erano
,
freddo rimaneva pi o
meno
intabarrato.
Il
Bergeret
annotava nel suo giornale che nella maggior parte se non quelli, quasi dei palazzi non vi erano camini sempre spenti, assolutamente monumentali, nei saloni ove non si abita e che le signore, e non di rado
anche
gli
uomini,
si
servivano
di
ili
Roma
un'altra
Cristina spos
queste
;'
il
Camillo
Massimi. Di
tre principesse
accasatesi a
Roma
e
venivan dette
vivacissima e
al
<
Sassoni >
la
pi bella era
Cunegonda
,
modesto
Cristina
si
invece
stravagante.
di
1'
Due
altra
sposarono, una
duca
Esclignac;
15S
ROMA
Al.
piocli
[chautjrctte),
Marito
Si
i).
vani delle
erano
una partita e l'altra, per le piccole occorrenze. Le ampie tende e le pesanti portiere salvavano. ma non risultavano sempre sufficiente SI, la decenza difesa dalle curiosit di qualche orecchio un po' attento. anche se pi gaio e disinvolto E non dissimile era il tono con cui la maggior parte delle signore del
sazione, tra
patriziato
gli abitus
romano solevano
,
ricevere
a
,
conversazione
si
che
recavano a
e
Come
i
osserv
M.me de
Stel, < le
imponenti
in
vaste
padroni
preferiscono
confinarsi
poche
remote
2).
Questo costituiva una manifestazione notevole, forse pi che del carattere, del temperamento di quella societ
i)
Il
Roma,
stanza,
nel sec.
XIV,
il
fuoco soleva
farsi
ardere
in
nie/zo
alla
sull'impiantito, interra,
in appositi
di terra, e
,
non
camini
il
fumo
usciva,
come voleva
e poteva
dalle
da Carrara, giunto a Roma uel 1368, preso alloj^gio all'all)ergo della Luna, non avendo trovato alcun camino per lar fuoco, fece fare due nappe {sic) da camini e le arcuole in volta, secondo il costume di Parij^i, lasciando questa memoria di se nell' eterna
citt >.
2)
.M.MK
i>K
ST.\f:L-HoLSTEiN. Coriutf OH
l'Italie.
LA VITA
DI
SOCIKT
r3()
romana, almeno
il
di
alloni.
Pur sentendo
alla
diritto di
tt-rmazione grandiosa
in e
modo
cit
modesta
e disinvolta.
Forse era
patriarcali
;
di
tradizioni
indiretta, di
il
un sentimento
di
bisogno
di mettersi
non forse, anche questa, una manifestazione di quel grande culto, che a Roma fu sempre sacro quello dd comodaccio proprio ?
vogliamo
mo?
anche patriarcale giungesse ad estremi un p caratteristici e veramente sans gne, se vero e pare che sia vero quanto racconta il Brooke i). Oltre che nelle ore serali pi consuete alle conver-
pure
sazioni, le signore
allora,
anche
in-
mattinata.
ci
far
i)
N.
Brooke,
Voyage... avant
/'
Italie...
avec observaiions
Paris, Nicolle
critiques
sur
les
coutumes
d'Italie.
1799.
l6o
visita
ROMA
Al.
TRAMONTO DEL
SE TTKCENTO
perfeiianuMUe
un cjualche poco prima ma (]uando vi fui di t'armi entrare nella sua camera ammesso la signora, che stava a letto, mi ha fatto un mondo di scuse per avermi cos fatto aspettare, dichiarandomi che ci era avvenuto perch... aveva
ringlese...
Mi
fece attendere
voluto mettersi
l.i
camicia...
il
Xo
no; non
caso,
malizioso lettore
di
sor-
ridere...
maliziosamente sospettando
allo...
in siffatta dichia-
un
invito
ritorno
y
statu
quo ante.
Xo
tutt'al pi
un
p<>
con la pi calma ed iniocente intenzione di questo mondo. Tanto vero che ci ragionarono sopra e il sig. Brooke ce ne ha trasmesso questo
choch7ig
;
ma
sunto
].e
sono
in
letto.
si
se pur
eccettuino
mesi pi freddi.
Domandai
;
sanza
da un lenzuolo. Anzi quella buona signora soggiunse Pare che da voi non si usi cos ma voglio sperare che non vorrete giudicarci male per ci. I.a traspirazione che provoca il calore del letto sarebbe eccessivamente fastidiosa, se portas simo in pi la camicia... (sopprimiamo un breve tratpi fresche, cos coperte solo
: ;
come seguit
lenzuolo,
quando siamo
solo
ammantate da un
il
corpo ne coperto:
d^l Settecento.
CARDINALE DE BERNIS
I.A
VMA
DI
SOCIET
nostri
abiti
l6l
non
si
da
Logica quell.i buona signora! Il suo ragionamento non la una piega anche meno di quelle, che, come concessione rivelatrice, avrebbe potuto fare quel lenzuolo. E se c|uel ragionamento non lo taceva allora in relazione alla moda femminile di quei tempi, convien riconoscere che, tenuto conto del carattere puramente...
di
dalle
si-
il
lenzuolo fosse di
d'
uova.
Chi sa se un
l'intrigantissima
ragionamento
analogo
passava
per
mente di cjuella fausse-priule di M.me de Genlis quando, come abbiamo visto, si teneva in amichevole conversazione il card. De Rernis, mentre
lei
faceva
il
suo bagno.
di
al-
quanto diffuso anche nell' alta societ di Roma. Vedremo che appunto donn' Agnese Borghese i) se ne stava in letto, con intorno a lei numerosi ospiti anche forestieri, quando Mr. Legouz, prendendo parte alla conversazione,
gaffe
di cui
avremo occasione
Onny
soit qui
mal y
pense.
i) Donn'Agnese Colonna, tglia del principe di Paliano e donn'Olimpia Panfili e sorella del confestabile Colonna.
di
11.
Bandini /?a/na
102
ROMA
AI.
in
quelle
che, pur
essendo consuete,
giorno
davano
solo
nelle
serate di
un
fisso settimanale.
Per queste, infatti, si faceva sentire lo stimolo di quel dovere che ebbe sempre nel patriziato romano assertori ed e, per mimetismo, nelle buone famiglie
osservatori ammirevoli.
Erano
le cos
dette serate
di giro .
La
princila
do-
menica e cos pure il marchese Patrizi, che dava spesso accademie di suono e di canto. In casa Chigi e da don Marco Ottoboni si riceveva, e non di rado si faceva buona musica la domenica ed il gioved. La AlasBorghese tutte le sere, simo riceveva il mercoled; ma pi solennemente il venerd il duca Cesarini il sabato. Ma il salotto pi in voga nell' ultimo quarto
i
;
di quel secolo
Giuliana
fre-
S antacr oce,
la
da
ballo,
nelle
era
il
convegno
preferito dal
Corpo diplomatico,
romane rgne chez la princesse de Santacroce, sur-tout aux heres du petit cercle, o elle n' admet qu'une socit choisie. A dix heures du sor on trouve chez elle le cardde Bernis et tous les diplomates. La conversation devient rel-
L'urbanit
I.A
\
HA
DI
SOCIKT
163
(Queste riunioni o ricevimenti cominciavano per solito alle otto, circa, della sera (era in
stume
al pi tardi verso un'ora pomeridiana), e duravano press'a poco sino alle undici,
di
pranzare a mezzod o
l'uso
omaggio
alle
il
norme
d'igiete,
dotta
cos dice
i
de Brosses
ai
zerii).
ed ricevimenti un po' piii notevoli cominciavano un p pi tardi e si protraevano sino ad oltre la mezzanotte; e in alcune case pi cospicue
l.e riunioni
come
Patrizi ed Altieri
assumevano
carattere, se
non sem-
pre brillante
simpatico, per
lement
fijiure
agralle, interessante, et
semblable
celle
niaisons de Paris
Corani
des
bonnes
op. cit.
Santacroce ed il card, de Bernis allora ambasciatore del re di Francia presso la Corte pontificia e dei rap-
Giuliana
che
li
porti
in
un
altro
volume
in
i)
apposito capitolo
// card, de
il
Bernis
e la Santacroce.
de Brosses (Lett. XLIV) sembra che molti avessero l'abitudine di non cenare affatto. Egli stesso fu per perderla, sembrandogli il clima di Roma tale che bastasse, per star bene, un solo pasto. Anche il Monti ebbe questa convinzione, cos che, giunto a Roma, non solo rinunci completamente al vino (l'odor solo mi offende), ma sembra si propo-
quanto scrisse
e scriveva
la sera pure
pane inzuppate nell'acmi giova moltissimo e fa che io possa reggermi al tavolino quanto voglio senza sentir alla testa alcun pregiudizio Monti, Epistolario. In questi tempi di caro-viveri ecco una notizia che non pu non dirsi interessante non prendo
c|ua della
altro cibo
che poche
fette di
104
Non
Dei ricevimenti settimanali della principessa Doria Pamphily i) il Bergeret ci ha lasciato questi tratti, che designano
<
la
fisonomia forse
:
comune
alla
mag-
Grandi sono egli dice lo sfoggio e la ricchezza ma anche parecchie sono le cose un po' brutte. Per esempio, lungo gli appartamenti schierata una numerosa fila di domestici ma tra essi c' anche il po;
;
vare
alla
principessa
si
attraversano
appartamenti
Vi intervengono molti cardinali e si servono rinfreschi. La principessa molto cortese ma la conversazione non brillante, specialmente per forestieri. In buoni termini un insieme assai noioso 2).
interminabili...
;
Sembra
che
cio
la
in
comune
si
a quelle riunioni
padrona
;
casa non
occupasse a bastanza
essi a cavarsi
i
dovevano pensar
d'impac-
meglio.
forestieri,
mai piacevole. F. Martini, rievocando con tratti da maestro, ma da maestro severo, la vita di quei salotti, cos ne scriveva A Roma, molte case erano aperte, come suol dirsi,
facile,
:
i) Donna Leopolda, moglie del principe Gian Andrea Pamphily. Era una delle Savoia accasatesi a Roma figlia del principe Savoia Carignano e sorella dalla sventurata Lamballe. Avremo occasione di pariarne.
2)
indil
d'un voyage eu
Italie {1773-74)
pubblicato a cura
di
M. A. Tor.nzv.
LA
VII
A DI S0CIF:T
165
a giorno fisso
zonico, de'
Bolognetti.
Livree
fiammanti,
rinfreschi
sontuosi.
tresette,
Accanto a una statua greca un tavolino di sotto una vergine di Raffaello un tavolino
minchiate
o
di
di tarocchi e di
faraone,
perch
si
di giuochi.
Fra
un tavolino e l'altro, ingombro di abati intraprendenti, fra una partita e l'altra, chiacchiere e maldicenze. Se qualche forestiero vi capitava nessuno gli badava, cos almeno afferma il Reumont, cominciando dai
padroni
E,
lo dice
Il
di
casa
*.
come abbiamo
anche
il
visto,
non
il
Reumont
soltanto
d'Espinchal.
,
quale peraltro
ammesso
i)
a questo
giro
ci
sembra non
forniti di
,
nieri
comendatizie
trova
di
le
questo turno
assai
<
tuttaltro
che
difficile alle
noscenza con l'intero gran mondo romano bastano otto o al pi una quindicina di giorni. I Romani sono molto ospitali e accessibili agli stranieri e con trattamento e rapporti cortesi ed amabili >.
De
p.
212.
l66
k)MA AL
IKA.MOMO
1>1.1.
SKnicKMO
conversazioni ; Solevano anche questi chiamarsi ma veramente sembra che si riducessero ad un concorso affollato, ad un via vai di persone, che, salvo la necessit dell'invito, vi convenivano quasi come in un luogo di pubblico ritrovo. Il compito del padrone ,o se della padrona di casa si limitava all' osservanza non pure all'ostentazione, di un pomposo cerimoniale
,
di
prammatica.
Pertanto questi ricevimenti avevano non tanto cadi
rattere
di
conversare,
quanto
manifestazione ed affermazione
ospitalit.
Tali
per esempio,
i
le
1'
conversazioni
che soleva
tenere tutti
dinal
venerd
ambasciatore
di
di Francia, car-
De
pome-
riggio, tutto
lati,
gran mondo
;
Roma
cardinali, pre-
nobilt, forestieri
ma
spleni).
gli
addetti ad annunciare
all'altra
:
ad
di
alta
tutti
il
nome
quelli
di
rispettivi
che attendono
i)
La residenza
di (juesto
fastoso
porporato
era nel
palazzo
Roma,
al
Curs(j
Tresso
S. .Marceilo.
I-.\
MIA
DI
S()(IK
167
non conosciuti
*
1).
vengono annunciati
I
cosi
Signori forestieri
convenuti
ivi
si
si
sale
chiacchiera
cone in un caff
solo vi
si
E dopo
uni
tn('77/or*tta
va
*
via.
Molta etichetta e moltissima cerimonia Bergeret ma, pi che altro, una gran sala da
dice
caff .
E
fisso
lo stesso brillante,
ma
a giorno
di
8,
dalla
marchesa
2):
,
Puytutto
del
i)
Ma
avessero
la
pru-
denza di attenersi, /;/ dnbiis, a questa <lesignazione generica. ricorda che il card, di Montesciuieu, essendosi reIl Lalande cato a far visita ad un principe romano, quando giunse all'ultima per una serie di mesala di ricevimento, era divenuto.. F'orbu .Montedieu, Montieu. Mortamorfosi cos imposta al suo nume biu, Forbu. Cfr. Freder. Masson, Le cardinal de Bernis def>ui.<
san viinisiere,
175(9-/79/ Paris
lo stesso card.
De
annun-
Tasson
etc...
di
Maria-Crstina-Teresa,
di
figlia di
Claudio
Narl>onne
del
i'elet
de Salgas e
maritatasi
Elena Francesca de Bernis sorelle marchese di Puy-Monthrun. Era pertanto nepote, cardinale de p>er parte di madre, del cardinale. Fu a lei che il perch incomplete Bernis dett le sue Minoires che rimasero furono interrotte e non pi riprese quando, nel 1769, il de Bernis per la morte di Clemente XI II (Rezzonico) si rec al conclave. Mor di vaiolo il 3 maggio 1779.
al
cardinale,
l6S
R<)M A AI
IKANKM'O
lutti
DKI.
SKTIKCENTO
sala.
I.a
Ci
si
trova
riuniti
in
una sola
pa-
alla
piedi, tutti
gli
dame
le
altre,
gono isolate. Si sta troppo stretti e si danno vono parecchie gomitate, (rran profusione di
limonate e confetture.
si
nioni salv^o
quella
il
qualche eccezione abbiamo gi ricordata della Santacroce era appunto quello avere
di
uno
riu-
presenza doveroso
atto
la
brillanti
perch
numerosi
convenuti
ma
scarso assai
l'affiatamento.
Pi
che aveva reso e ancor rendeva tanto simpaagile impulso del genio del luogo
specie di gara e
coopcrazione
convenuti apporsquisite
caiiseries,
tavano
il
loro
contributo a quelle
che hanno reso simpatico il ricordo dei salotti di Mme Rolland, della Staci della Marchesa di Rambouillet
,
di
Mme Du
I
Ptiaux
et
etc.
Iergeret
Fragonard,
of^,
eit.,
p.
15^.
I.A
VITA DI SOCIET
169
esibizionistico
un elegante
di
(fucila
societ.
** *
C'erano,
s,
in
di
carattere
meno moderno
sima era quella
Una
intellettualis-
Maria
Pizzelli
Cuccovilla.
Brava dottissima sig-nora, non c' dubbio. Ma, Dio buono, che peso dovevano essere quelle sue riunioni, nelle quali essa si compiaceva di sfoggiare la lettura di Virgilio e d'Omero nell'originale e dirigerne comi
non doveva essere una cosa divertentissima, se vero il quadro cos lasciatocene dal
(-orani.
Tutte
e,
,
le
di
sapienti
seduta
tondo
sua poltrona
tutta diritta
semblea disposta su due file ai due lati come per una cerimonia religiosa. La prima volta che vi sono stato, tutta la sera tu impiegata a parlare quasi esclusivamente di un carneo; e tu uno sfoggio, una grandine,
anzi, d'erudizione:
Ammirevole
quel
salotto
fu
etc. etc.
!
frequentato
meno
dalle
trattenendovisi
il
Tuttavia
pi o
e
:
persone
Roma,
Roma
duca
di
1'
abate Beil
Ceri
v'
,
interven-
nero spesso
il
Monti
e l'Alfieri.
Si sa
che
appunto
lyo
in
ROMA AL TRAMONTO
DKl.
SKTTECENTO
la
prima volta
diro?
la
sua
Lodevolissimo, dunque;
ma
troppo
come
troppo
sayicta
Meno
le
lussuose,
ma
pi piacevoli pare
che fossero
,
p meno elevate
do]
'j;{--
nerone
niale
1E si capisce.
;
Meno
meno
folla e
maggiore affiatamento.
maggiore
il
e'
numero
o,
Mercoled scorso
il
sua moglie,
nell'originale.
22 nov.
Goffredo Herder a
una
dottii
riunione
che (evoeh
!)
legge perfino
Omero
Mercordi prossimo si dar in casa sua un dies irae (!) onor nostro. L s che ne vedr degli ahati Acldio, cara FLIetsii greca ma non imparare il greco tra Saggio consiglio soggiungiamo noi.
in
!
il
sapeva cos il latino ed il greco che fosse stato allietato tra le asprezze degli aoristi, da una dolce corrispondenza di amorosi sensi con il suo maestro l'arcade, gesuita, abate Cunich protetto del duca Baldassolo, quella signora
E non
la
il padre lacmoderna, sacra e profana e conosceva bene il francese e l'inglese. Insomma una vera arca di scienza una beli' arca, perch la signora Pizzetti era anche bella, e come tale fu assai cara anche al conte Alessandro Verri che se la fama non mente e non erano eccessivamente maldicenti le satire che scrissero gli abati e lo Zacchiroli avrebbe potuto e dovuto
ma
dell* Iliade
in
tjuier, in
storia antica e
dedicare a
lei
qualche paragrafo
di pi
delle sue...
AW/r
roviatif.
lA
VMA
rI
S(JCIKTA
I7I
come
suol dirsi
si
la
pcrce^ntuale delle
donne
helle.
anche quost<^
Taristocrazia,
doveva esser prevalente, anzi si pu dire c^uasi esclusivo, il numero delle donne indigene, cio autentiche di Roma. K le romane di Roma sono belle: lo hanno sempre detto, con pi o meno entusiasmo
liric<j
o
lo
afrodisiaco
che ce
p dicessero: bastano
un
tutti.
c'era bisogno
i)
gli
occhi!
Invece
nell' aristocrazia
in cui,
per
la
numerosa
il
meno genuino
pare che
!
si
manifestasse
,
deficienza. Parlo
intendia-
moci bene, del secolo XVIII Certo che questa aveva allora quello che ora tanto sono numerosi direbbe 7ine presse mauvaise
si
e
i
concordi
giudizi
sfavorevoli
che ne pubblicarono
forestieri venuti, in
quel tempo a
Roma.
le
Anche
il
mo
Le.
ancioi
nobilt
romana fossero
jolies
allora assai
est
donne poche le
petit
della
belle.
nomhre des
dames
infiniment
dans
la noblesse
romaine.
perci bisogno di rcclauu n di documentazioni.
si
1)
Non hanno
le
Tra
potrebbero produrre brevetto rilasciato ad esse da uno, che di di bellezza plastica se ne intendeva:
tante che
il
il
Rodin.
;
Il
suo giudizio
i
che per
solito pi
conosco la plastica per essermi servito di multe giovani come modelle esse sono helle e di persona aitante >. Come brevetto mondiale c'
l>elle.
Io ne
<la
rimanere contente
Era
Ecco
un' attestazione
poco galante.
si
almeno
giorni
veritiera?
vede
ai nostri
deve supporre uno straordinario, mirabile progresso dovuto a questi ultimi tempi sembrerebbe di no. Ma, ripeto, sono troppi quelli che dettero allora un consimile giudizio. Persino il Montaigne aveva avuto la stessa impressione ed emesso analogo giudizio nei suoi Voyages, in cui ha raccolti ricordi della sua escursione attraverso l'Italia e del suo soggiorno a Roma (1580-81). i) E anche
se pur
non
si
lui
mondo
di
dame
di
Roma.
non da meravigliarsene; era, o si diceva, tanto malandato di salute; e per questi suoi Voyages sono spesso inaciditi da un senso di ipocondria. 2) Pure de Brosses aveva avuto prima di venire a Roma, informazioni non dissimili, anzi peggiori, e, da
,
Ma
1)
In
occasione
et
les
(I.
Italia
per
conoscervi
/fs
huui^urs
fa^ons
pour frotter
et liner sa
cen-elU contre
celU d'antruy
1580 scendendo
25) giunse a
Roma
sull'imltrunire del 30
novembre
da Sisto
in essa,
si
IV'
la qual locanda era allora Ma, dopo brevissimo soggiorno alloc presso uno spagnolo in una casa in via Monte-
che
lastricare
brianzo, di rimpetto
per
certo quella
25.
un p pi che
le
male,
cortigiane
per
di ,yista
conobbe, a sentir lui, non meno di un centinaio e rnezzo forse Fortuna che si era proposto si df frotter sa cen'ellf, ma di non voler viaggiare la mode de la nobUsse fraiuoise che
!
i.A
viiA DI s(k:ikta
17-5
era,
contessava
di
avere varcato
la
gli
si
fa
un dovere
le
di
di
vinto (he
(lame
Roma
tlame
di
quelle
di
I^orghese, la Piccolo-
mini, e
le
e molte altre
la
sono
.
tali
i)
il
loro bellezza
Meno male
Brosses
,
E
,
de Brosses se ne intendeva
ricco e
,
il
de
giovane
forse
il
pi brillante pel-
la
bellezza delle
il
donne era
allora
pi diffusa. Prevaleva
,
numero
di
apparivano ricche di quarti e di altri emblemi, che, pur non essendo araldici bastavano a costituirle campioni magni^ci nel blasonario della
bellezza muliebre.
Questo non sfugge all'occhio esperto del d' Espinchal. E per quanto aristocratico sino alla midolla
,
tonda ou
lasciato
la richesse
altrimenti,
chi sa mai..!
E anche
questo
ricordo
<i
Lalande cita come campioni di bellezza nel 1748 qui Jaisoient rornemeni des conversaiious la nepote del papa (donna Costanza Braschi nata falconieri di cui avremo occasione eli
y_
riparlare) la
a
marchesa
di
Theodoli e
,
la
quanto pare
un' altra
(juesta
di
cui
parecchio).
174
tezza del
Je
sue conoscenze
al di fuori
dell'augusta,
ma
ristretta
E
l di
se ne duole
al di
ammira
tante,
Se io mi fossi trattenuto pi a lungo (jui in Roma, sono certo che invece di dovermi rassegnare alla noia delle pesanti e cerimoniose conversazioni, avrei
potuto
far altre
nella
societ di
una classe
i
ma
pi allegra
simpatica
offre,
pi dell'aristocrazia, soddifazioni e
e
* piacevoli,
non di rado fortunate. E veramente in questa classe sociale il numero infinitamente pi delle donne belle assai grande grande che non in quella dall' aristocrazia vera mentre gli uomini che ne tan parte sono in genere tanto poco galanti che basta un p di buona volont e di premura per ispirare a queste belle signore simpatici sensi di riconoscenza una riconoscenza spesso assai grande ed amabilmente generosa In un concerto puVjblico nel quale vidi riunita tutta la buona societ romana (il biglietto d'ingresso costava una piastra) io ho visto una vera esposizione
di bellezze ,
da crederlo, se pure, come gi dicemmo non si deve ritenere che sia avvenuto, da allora ai nostri un miglioragiorni un mirabile progresso estetico
c'
,
,
mento eugenico
della razzai
I.A
VIIA DI SOCIKTA
175
***
Allora
(ria
il
gli
(le
rara.
in sulla
met
di
quel secolo, aveva notato e lamentato questa consuetudine dietetica. Dice che appena appena quattro o
cinque famiglie
(tra le quali
casa Patrizi)
si
decidedi
volta, a convitar
il
persone
loro
tramonto di quel secol<j, le Cose su tal proposito, pur con qualche progresso, dovean essere di molto cambiate, perch il d' Espinchal ta identico lamento i). l'na delle poche che in proposito aveva rotto il ghiaccio sembra fosse casa Borghese e ci specialmente per merito di donna Marianna Salviati, moglie di Marcantonio Borghese, che fu veramente molto amal'ile ed ospitale. K deve essere stata proprio lei bella,
conoscenza. Ne, verso
;
graziosa e gentilissima
dama
quella
che
in
casa
Borghese introdusse
perch
il
simpatica
i)
Il
De Brosses aggiunge queste osservazioni che in sostanza o per lo meno risultano per noi assai lusin-
Spesso noi Francesi egli dice mormoriamo che gli_Jlai^ hani sono avari e gretti e che non sanno spendere, n far valere jl loro fasto, n dare un Iticchiere d'acqua a chicchessia, e che noi Francesi soltanto sappiamo assumere un tono di magnificenza,
aver tavola suntuosa, brillanti equipaggi,
ecc.
flel
gioielli, vestiari
eleganti
caratteri
Ho
far
paragoni
fra questi
due
lusso delle
Italia risulta
due nazioni
ma, a
in
infinitamente pi ricco, pi
pi
puro, pi
nubile, pi magnifico e
176
ROMA
AI.
vi entrasse la Salviati
che non vi si desse mai nemmeno un bicchier d'acqua . E non solo essa inizi questa costumanza ospitale, ma pure, insieme alle immense ricchezze che arrec in quella casa, v'import la consuetudine di ricevimenti
giorno fisso:
tutti
,
e della primavera
che
venerd
dell'inverno
visto, assun-
come abbiam
so-
gran
mondo
cardinal
romano
forestiero,
travasandovisi
dai
ricevimenti
il
de Bernis.
Dopo
il
il
annota
d'Espinchal
si
cos
buona
per
solito
tutta
la
societ
Borghese, ove tutte le sere dei venerd di questa stagione (inverno e primavera) hanno luogo grandi
ricevimenti con ricca profusione di dolci e gelati
una vera
festa per
ghiotti
come condizione
l)en
essenziale per
il
una gran
tavola...
figura
montata
fare
una
gran
di vivanole.
Un
Italiano
regola
in tutt'altro
modo
il
suo
sistema
si
di
mettersi in vista,
di
quello
spenderlo nella costruzione di qualche grande edificio pubblico che serva alla decorazione, all'utilit della patria sua e che perpetui riccamente ed onorevolmente il suo nome. Questo genere
di vanit
non
preferibile all'altro, e
pi
pratico?
de NeuUy.
De
A/Af. de Blancey et
I.A
VIIA
DI
SOCIKTA
([iw
177
^hirjtii,
IViiia,
verso
e
la
la
mela
di
secolo,
in
(juella casa,
pur
dovevano
riu-
rimaner con
fuoni serali.
voglia
almeno
i
nelle
consuete
Ma
nello stesso
modo che
ricevimenti di
<
u'
aj-
biamo parlato possono considerarsi come una serie crescente, che, dalle modeste serate di confidenza ,
ascende menti
traverso
le
serate di giro
ed
ricevi-
di
parata
alle
romano, cos queste cene semplici e raccolte, come peiits soupers della duchessa Fiano, i) termini minori di una serie, che la capo costituivano
fasto del patriziato
i
o banchetti di pa-
le
la
anche su gli stomachi, che Imponenti veramente portate erano in numero eccessivo e lussuosi per ricchezza degli apparecchi con stoviglie d' oro e
d'argento.
Donna Costanza
tenta che
il
Falconieri Braschi,
non
pi
cond' ar-
dessert venisse
presentato su piatti
Valadier
per
il
pranzo da
di
lei
offert<j
al re di
Svezia,
le-
un gran trionfo
g.ite
in
pietre
dure
pregevolissime,
l'ammirazione degli intelligenti 2). Nel Giornale di Bergeret tro\ iamo questi
iraili
un po' curiosi
riferentisi
al
pranzo
i)
C.
I).
Casanova. Mcinorie,
SiLVAGNi,
op.
cit..
\')1.
1,
\*l.
2)
Voi.
cap. Xl\'.
12.
Bandini Roma
I-S
KniA AI
di
Farnese egli elice che mi occorso la prima volta veder distril)uiti a ciascun convitato nel proprio
:
piatto e sotto
il
tovagliuolo
gli
stuzzicadenti.
al dessert
Una
si
tro:
vano disposti sotto la salviettina. Un' altra usanza subito dopo la minestra vien servito vino estero da dessert ; tutti ne bevono e l'ho bevuto anche io per
compiacenza...
Peraltro quando
si
entra in
questi
appartamenti
macos
cardinale
***
si
che pi o
meno allegramente
pertutto
giuocava un po' da
forte.
lo
in
il
giuoco
citt
della
i
pene
i)
ma
prelati
erano
i)
art.
Statuto del
74
bandi del 6 agosto 1676 del 1757, e ^^^ vietavano tuli' giuochi d'azzardo, d'invilo e di 1790 1799, resto sotto la pena, oltre la perdila dal danaro vinto, di 500 scudi
ai
id.
15S0. Lihro
III,
quali seguirono
di
ammen<ia
I.A
VIIA
DI
SOCIKTA
si
179
>tati
dovesse tare
ed.
di questi divieti.
155
tu
1539)
afferma che
<lal
(
il
costruito
cardinale
i
provvedendcjvi
lui vinti
in
gran
parte
una notte al giuoco l'ranceschetto Cybo, ncpote di Innocenzo Vili. K non solo prelati, che lo stesso papa Leone X, vinceva e perdeva alIjuon giuocatore di primiera legramente e non mancava d'impartire la sua benedizione... al tavolo da giuoco.
un
fio
mila scudi da
in
le
mazzo e si limit ad ordinare che si rispettassero almeno le feste i). romana nel *6oo, Il Clementi, parlando della vita ricorda che in una sera Pierlrancesco Colonna duca
Zagarolo perde settemila scudi
il
;
di
quattordicimila ne
fin col
il
perd'-
giuo-
carsi
il
De
Medici,
i
quale
poche ore liquid ventimila scudi che egli stesso gli aveva prestati per il giuoco. E fra loro si convenne che il duca avrebbe ceduto il suo palazzo in piazza SS. Apostoli al cardinale, il quale cambio un p magro gli assegnava il suo a Campo Marzio con pi una vigna fuori di Porta del Popolo
teneva banco, e
!
Chi giocar (lel>l>a portare honore e riverenza alle santisfeste, massime comandate; e nelle tre feste di Natale e nelle tre feste di Pasqua, per tutta la settimana santa, non si possa giocare in modo alcuno sotto pena di 200 scudi d'oro in oro >.
i)
sime
l8o
agosto 1676), ma con risultati assai scarsi. Si seguit a giuocare anche pi di prima e in ogni luogo i).
giuoco grosso avveniva, come abbiamo visto, nelle case private e pi ancora nei palazzi.
il
Ma
XVIII
se la
il
castit
non era
il
Romani,
giuoco n'era
vizio
pi detorme
* Si
setta, al
alla bas-
fallito
macao,
al
vano su quegli
dirii
rescritti pontifici
i
spettosa distanza
majorascati ed
fidecommessi
salvato
. 2)
qualche cosa
in quelle universali
depredazioni
i)
il
popolino
al
affollava intorno
torretta, del
di so-
ai tenitori di
si
appassionava
giuoco della
giuocava pi
morra
il
e alla passatella.
lotto, in-
giuoco del
da Clemente XL Si estraeva ma non tutte le settimane, si Ijene due volte al mese e fruttava oltre un milione o un milione e mezzo all'anno. Confr. L. Vicchi, op. cil., p. 229 e De Brosses, Lett., voi. II. 2) E purtroppo quando questi puntelli sono venuti a mancare successo c^uel che successo.
e negli stati papali
Roma
I.A
MIA
DI
SOCIKT
l8l
Nel scorcio del secolo XVIII la passione del giuoco era veramente generale a Roma e si era cos diffusa a
quei tempi, che
ratteristica, se
saremmo
ci
indotti a dirla
una loro
ca-
non
in
nostri.
Era estesa e generale; e non solo a Venezia ove, sino a che non venne chiuso \ Rido Ho, il giuoco aveva
assunto aspetto
chini
quasi ufficiale
muoveva
e
in ridda,
migliaia di zece
ma
ovunque,
come
a Napoli a
Roma.
forse
:
A Roma
nato
forse
nel
almeno
quali
numero
Ma
,
la
passione
dame
le
queste erano
le
pi morigerate
non resistevano
ficilmente
sette i).
faraone
di
assai
le
che molte
dif-
rinunciavano ad un giro
si
partite a tre-
assicurava esser
stato inventato
chiate (tarocchi).
min-
mente
se,
come
Allegramente ed assiduamente giuocavano le dame. Cos giuocava la bella ed ammirata Salviati-Borghese, la quale si spense
Gi nella fine del seicento si conosceva il tresette ma allora si giuocava in tre (tres sitis) e non in quattro come ai noi)
;
stri
tempi.
l82
R(MA AL
RAMON iO DKL
SETTF.CF.NrO
alla
pur
Il
essendovi
in
voga
il
(tat(^-
De
Brosses
in poche sere un seicento qualcuna delle sue penne ne ha fissato nelle sue lettere un quadretto zecchini
che
ci
induce a
ri-
let-
vado a passar la sera pi volensorella del tieri quella della principessa Borghese amabile, piena di brio, galante, contestabile Colonna
cui
,
La casa
spiritosa e piacente.
Uno
degli hahitus (e a
quanto pare
il
prediletto,
1'
ap-
cavalier
Marco
Foscarini, ambascia-
tore di Venezia
un
uomo
buon umore tutte le volte che posso acchiapparlo e tenerlo fermo a fare un po' di conversazione. Ma questo mi tocca ben di rado, anche perche un giuocatore arrabbiato che non si riesce a
che mi mette
di
,
ma
in
modo
pun
baiocchi
su di una carta, su
*,
pistole di
zitta
Spagna
;
uno scudo su
una
terza, e
non
si
mai
LA VirA DI SOCIKT
183
pre e sempre
cambia
sposta
le
sue
puntate.
cosa:
In-
vano
,
il
la risposta e prosegue \X lasia fare a mi vedo suo moto perpetuo. una vera commedia una commedia, che peraltro termina male, perch chi finisce
; :
caro
il
banchiere
,
questo
,
machia-
che noi
per vendicarci
miamo Bocca
Paludi...
,
non so come ci si raccapezzi poich io non ho visto mai un modo cos strano di giuocare a faraone. Non vi si vede mai una moneta, n d'argento, n d'oro. Gi, queste monete qui non s'usano c' solo
:
Ma
la
carta.
tavolo
come
banco
;
ma dopo
banchiere
nei
quali
marca
vincite e le perdite, e
li
dispone a sinistra
indicare le poste
da una parte all' altra questi pezzetti di carta. Xon si paga mai durante il giuoco e neppure alla fine della serata si pagher la sera suc:
cessiva.
facile
di
attenzione oci
tanti di-
monete simboleggiate da quei pezzetti di carta. Pur tuttavia il banchiere mi ha assicurato di non aver perso mai nulla di quanto gli fu concesso dalla
lS4
hruiiia.
ROMA
Si
AI.
giuoca forte
ma
.
l
as-
solutamente ammirevole
Quanta
pur
g-iustc
benevoli e
ci
ha
tra,
mandato r erudito
av^endo
ma
fegatoso
di
avuto
occasione
usavano gettoni bont sua di di rame o di avorio, si compiace darne questa spiegazione * Si ritiene che se i gettoni tbssero d' argento sparirebi^ero troppo spesso o
'jfiuoco delle
si
si
dice che
il
cosi quattro o
cinquecento
Tali erano
le
sche:
tali
mondo
,
romano
o
a quei
tempi.
Come abbiamo visto non pare che esse fossero pi meno divertenti specialmente per forestieri. E
i
ci
anche per un
il
quale
i)
De
Brosses,
op.
cit.,
Lett.
si
XL1\',
2)
paglie
serviva
romane erano
il
stati
,
get.
,toni, risultati
cavalier Canale
aml^a-
portavano impresso
questi
li
adoperava non solo per il giuoco, ma anche talvolta come carta da visita una strana carta da visita che lasciava alla porta delle signore che... non trovava in casa o che non ricevei^ano. E a chi ne esprimeva un po' di meraviglia l'arguto e mondanissimo diplomatico solea rispondere Un ambasciatore sempre in giuoco e quando una signora non lo riceve ha perso... il colpo e... paga!
c
il
stemma
nome
dell'
ambasciatore.
I.A
V'HA
DI
SOCIKTA
185
lamento che ce n' pervenuto che dobbiamo ritenerlo vero un altro anzi un duplice inconveniente questo: erano troppi e troppo invadenti
tanto concorde
il
; ,
gli
elemeuti
locali,
sulla
,
servente
,
per
altro titolo
meno
facilmente
definibile
oppure
accaparravano
cos
la
il
bel sesso.
intimamente strette
e inseparabili
giunge tardi
riempiti.
in
sono gi
tutti
ecco
due
figure
pi da vicino.
CAPITOLO
Cicisbei
VI.
Abatini
tc. etc.
Chacun
a sa chacu.s:e
la
chosk
<i
la galanteria
in
marca che copre un quei tempi il cicisbeismo una vino pi robusto mariti indulgenti: il caso leugoz il faut se lever matin ici pour les trouver vacantes la concorrenza di un altro elemento gli abati gli una definizione; una classe e molte sottoclassi ecclesiastici veri e quelli non veri anche quelli veri le cortigiane imperia gli etcetera.
i^artes routes
dice
e ripete
il
de
Brosses.
comprende che cos ha voluto designare qualche cosa un p diversa pii^i strettamente avvolta
si
di quel
che avrebbero dovuto essere, secondo il cicisbeismo tipico di quei tempi, le rispettive coppie del
si
di
nemmeno
l88
Chacun a
ses
soggiunge
:
lo stesso
elittica,
de Bros-
ognuno ha
sua
espressione
di
che non
:
ognuno
quei signori
;
un'a-
mica ideale oppure., un' amica ? Chi sa piuttosto che pronunciarci chiaramente in proposito, preferiamo
conformarci
scrittore
,
arguto
che ha preferito presentare cos questa sua attestazione; cosi, piuttosto che nella sua forma invertita
di pi,
:
ma
sarebbe stata
dicente.
Non
la
tutte, difatti,
ma
co-
stituire rispettivi
ciascuno
donde
:
possibilit di pi o
le
meno numerose
,
esclusioni
ci
per
esempio,
pi brutte, se pure a
20
ai
mai dai
la
Roma
!
sono state
40 anni
per
numerosa
schiera
quella di tante
dame
madri
di famiglie vera-
mente esemplari.
Adottino
in proposito, le lettrici
ed
lettori
1'
,
in:
vino essi
in
la
parola o
la qualifica
precisa che
:
manca
esser
si ri-
non deve
,
diffcile,
purch
si
che
in...
sopran-
numero. Cos avveniva allora. Lo stesso, presso a poco, era avvenuto anche prima. Del presente non vogliamo il parlare titolo del libro opportunamente ce ne di:
CICISBP:I
-
AMATISI
ETC. ETC.
189
spensa.
salve
!
Ma
bisogna convenirne
eccessiva
le
tradizioni
sono
#
Per ci
troppo
di
sarebl)e
pruderie
scandalizzarsi
dice lo
A
stesso de Brosses
Venezia come la pi semplice e naturale faccenda di questo mondo di cui nessuno Venezia, convien sogpensava a formalizzarsi, i) giungere, ci avveniva pi e meglio o peggio che
considerata
a
,
ma
mondo
un paese
**
Ma
allora,
com-
sua evo-
Dopo
ardori
as-
Aveva
i)
Il
:
testo
cosi
che sar bene lasciare come si trova dice proprio Ne vous mlez pas du gouvemement et faites d'ailleurs
nous tirons notre origine, de
la
chose
ici
par excellence.
d' ItalU. Lett.
On
XIV.
De
190
ROMA AL IRAMONIO
DKI.
SETTFX'ENTO
sunto un carattere pi elei^'an temente fine era divenuta pi manierosa, quasi direi meno minacciosa, ma pur invadente e sempre pi diffusa.
:
L' aristocrazia
francese
di
quel secol<^
era
giunta
:
veramente ad un maximum nella smania di divertirsi divertirsi molto e iout prix. (tI espedienti a cui aveva dovuto, senza scrupoli, ma pur con genialit spesso squisita, ricorrere la Pompadour, di giorno in
giorno, ininterrottamente, faticosamente per non
sciare all'instabile Luigi
lei,
la-
XV
ai
il
tempo
di stancarsi di
avevano impresso un carattere tutto suo, dato un impulso speciale alla societ che si affollava a quella
si
corte o che
scaldava
suoi
riflessi,
gi profon-
a conformarvisi.
rodeva progressivamente,
inesorabilmente, dissimulava in una specie di sovraeccitazione la sua senile stanchezza: correva, spensiera-
tamente folleggiante, verso quel terribile ahatioir che furono le Prigioni del Tempio, Tribunali rivoluzionari, la Conciergerie e la sanguinosa piazza di Vendme. Volgeva, cos, alla sua crisi terribile ma liei
,
tamente, intensificando
di spirito
le
sempre ricche
intellet-
spesso
di
squisite manifestazioni
tuaU.
***
Proprio come avviene nei tramonti, essa, volgendo alla sua fine, sprizzava luci pi vivaci e fascinatrici.
Non
e fra
le
le
storie del
basta, a co-
CICISBEI
ABATINI
ETC. ETC.
igr
al
quadro che
:
ne hanno tracciato
pio
il
le
memorie
di
quel secolo
per esemin
al
vista d'allora
quella
Chaux.
della duchessa
i)
del
Maine
Vi conveniva il fior fiore della nel mentre consentivano, societ parigina. Or bene senza scandalo, a Voltaire che, anche lui, la frequentava un indovinello di un doppio senso alquanto ardito 2), davano occasione ad assai squisite, sia pur garrule, manifestazioni intellettuali un vero ptillement di una galanteria, s, decadente, ma fine di atteggiamenti e di umorismo una galanteria talmente diffusa ed essenziale da non sentire nemmeno la terribile limisuo castello
di
,
3)
duca del Maine, figlio bastardo del re e della Montespan allievo di Francesca d'Aubign vedova Scarron, cio di colei che divenne poi onnipotente sotto il nome di Signora di Maintenon, che lo protesse caldamente. La duchessa sua moglie mor a tarda et, conservando sino all'ultimo una mirabile vivacit del suo spirito caustico, nel 1753. 2) Condannato ad jmprovvisare un indovinello per riscattare
i)
Il
un pegno impostogli
Cinq
in
uno
di
quei giuochi di
societ, scrisse
voyelles,
une consonne
moti noni
En frangas composent
Et je porte sur
ma
personne
De
3)
tipico.
era
il
Un
liete riunioni
Saint-Aulaire,
arguii
ma ottantenne: e la duchessa ne aveva gi una sessantina. Ci non impedi che quell'ultramaturo spasimante profittando dell' occasione che gli forniva uno di
tissimo, magnificamente styl
,
192
(i-rande
feroci
ROMA
AI.
progresso, in
quei
complicati
la
ordegni a cui,
alcuni secoli
la
prima,
gelosia
dei mariti
aveva confidata
tutela
dell'esclusivit
XIII consigliava una modificazione che, se non altro, avrebbe avuto il merito di non consentirne un' applicazione... permanente. Cos eransi cambiate V indole e la valutazione di siffatti rapporti. Cos sotto la cipria si era cambiata la sensibilit dell'epidersolleticata ed ammorbidita mide di quelli animi.
riosto nella Satira
moda
del vestiario,
si
diffusero
anche
e scimmiottati, nella
seconda met
di quel secolo,
con
maturissima
ma
:
galante
duchessa
un madrigale
cos e
Ma bergre, y' ai beau chercher Je n' ai rien sur ma coscience : De grce faites moi pecher ; Apres je ferai penitence !
Ed ecco come con arguzia pronta e mordace, porosamente galante, risposegli la duchessa
:
ma
tuttavia
s<
5/ je cdais
tori
insta/ice
On
era,
Tanto meno
al
gusto di
Uil-motif era
la
galanteria
non
COLLkZ. StTThLtSTkSLA
T\\\V^W\
Roma
al
^
/A
*^w
POETA
IL
CICISP.KI
-
ATAIINI
F.rC.
KTC.
93
un entusiasmo
stamente
I
fu
pi poterono di
sui
la
procurarono, quanto
campioni
garrulit.
filosofia e
di Parigi:
ne prendono
vi
si
il
tono e ne imitano
Come
in questi,
discorre di lettere,
;
di
pi ancora di amorucci
ma
ritraggono
un particolare carattere dalla presenza dei ^'cicisbei quali sono, vero, cosa nostra e gi da tempo erano comparsi nella vita della societ italiana, ma assumono per riflesso un carattere pi lezioso e pi vago pi poudr e appaiono saliti in grado per le impai
poich
Alpi forza
di l dalle
Ricercar l'eleganza.
anzi sopra
ma anche
dame
e cavalieri. 2)
i)
nell'Italia del
settecento.
N.
altri
Antologia
febbraio 19 io.
1'
nel
Vu
Italia
ceremoniosa
scriveva
marzo del 1779 il Goldoni al Cousin. nomi di grande e piccola 2) Le sfarzose bambole, che sotto Pandora gi nel sec. XVII facevano mostra di s a Parigi, publ>licandovi le nuove fogge, acquistano, nel settecento, diritto di cittadinanza anche fra noi. L'Algarotti che lodando con entusiasmo eccessivo il buon gusto e Io spirito dei Francesi scrisse pure
i
un Saggio
lide,
gusto
nella
sua Epistola
\'II,
a Fil-
accennando appunto
a questa
13.
Bandim Roma
194
ROMA
di
AI.
con la moda del vestiario, si erano tra noi diftusi anche quei costumi. E bisogna pur dirlo, anche in ossi trovarono in molte citt d'Italia
Francia
mezzo ad ostilit di gallofobi feroci baster ricordare l'Altieri ed il suo Misogallo ambiente e preparazione
:
assai favorevoli.
***
non era mancata questa preparazione dell'ambiente, sebbene vi avesse avuto carattere un carattere che pu dirsi negativo poich tutto suo
a
:
Anche
Roma
r probabile
che a renderla
di reazione
una specie
o una
pi
efficace
drtente
contribuisse
al
rigore ec-
Abbiam
primere anche
festini,
delsi
donne
le
Awmone
itale
come
attorno ad
essa
affollavano
donne
lei
dinanzi in frotta
Vandr tenne,
la cuffia, le nastriere,
immenso guardinfante a parte a parte Notomizzare e sino dentro e sotto Spinger gli avidi sguardi al gonnellino.
Anche
cri della
il
figurino,
gli
il
dernit
moda
in
francese
e volevasi esporre
tutti
anni in oc
in
piazza
Marco o
Mercerie.
CICiSBKI
AHATINF
K TC. ETC.
I95
<li
balli delle
dame,
alle
i)
la
musica
donne.
severa,
tali
miserie fece
seguito
l'austerit
men
ma sempre
eccessiva, di Cle-
mente XII I, il quale circa un secolo dopo, volle soppressi non solo festivi che sembra fossero stati
i
ma
le
anche
eran
in
uso di dare
nobili
veglie di
balli
vona
anche
il
carnevale.
Ora
noto che
ogni com-
cialmente per
la
corda
del
il
Moroni,
mondo
elegante
Stendhal
se
a
pur
si
Allora
dice
solo,
sia
andava poi
trovare
la
sua amante;
o per
per
lei,
restaurare
gli
qualche
ultimi ba-
i)
La ragione
di
dall'
Anieyden:
i
///
Roma
!)
di
due gambe
quali li
(oh
(oh
et altra quantit di
oh
I)
Junt occupantis
professiofie di
andare a caccia a corna e portarne pieno il carniera >. Cos dice I'Ameyden nel suo Diario di Deone Mora Temidio. E noi soggiungiamo: Perbacco! che tristi tempi eran quelli, nei
quali
si
aveva ....
!
siffatti
scrupoli
196
non nostro intendimento far della storia, e Dio ne scampi noi e lettori tanto meno poi uno sproloquio di filosofia della storia dei costumi.
Ma
Ci limitiamo ad enunciare
le
mondana
era,
come abbiam
pi che eccitata
da
pervasa,
in vero,
di galanteria.
**
E, com' noto, una delle caratteristiche estrinsecazioni di questa galanteria era
1'
sbeismo
non
deve essere qui intesa nel significato di cosa che allora sorgesse come del tutto nuova anche a Venezia il Paese di Bengodi del cicisbeismo essa aveva avuto gi derivazioni di molto anteriori, per quanto non ben definite. Intendiamo farne menzione come di un istituto, se cos lecito chiamarlo, o di un fenomeno sociale, che allora si manifesta in tutta la sua esage:
razione.
E
i
di
brotolamenti tra
!
forestieri
che frequentano le conversazioni romane Gi, anche a Roma, poich a Roma si era introdotta
:
conto apertamente
matrimoniali
:
solennemente anzi
le
si
nei
capitoli
spesso fra
comprendeva anche
diritto
CICISI5KI
AI'.ATIM
KIL. ETC.
197
uno o
pur formalmente fissato in alcun di quei contratti, che il marito non dovesse mai entrare nelT appartamento della moglie senza farsi annunziare ed averne ricevuto il permesso.
ridicolo tutto ci
ridicolo.
Ora sembra
di
s,
anzi
anche
il
peggio che
sentire o
di-
la
per
la
era consentita, se
non anche
di
buon genere
il
cos fa
Goldoni
nel
Fe-
uno
dei
tanti
drammi
giocosi di
questo
mi-
Cotesta gelosia
Lasciate che vel dica
>
E, nella sua
Dama
prudente
Donna Emilia
:
una
!
giungeva nuova
bella cosa!
rito
li
cos tra se
fra
di
la
commenta
che
la
Oh
Il
che
servono.
mai
soffre,
ser-
venti
hanno gelosia
almeno
XVIII
un certo punto.
chi ripensi alla sfacciata disinvoltura, senza mi-
Ma
sura
e
senza scrupoli
198
ROMA AL IRAMONTO
I>KI.
SKITHCENTO
servente
il
cavalier
cresciuto ed educato in
mezzo alle eleganti e smorfiose movenze dei minuetti, ebbe il merito di migliorare ed ingentilire di assai siffatti rapporti. Rappresentava una specie di reazione opportuna. Sopravveniva, non
diciamo a vestire, e tanto
didissimi
meno
proprio di
veli
can-
amore nudo
in
Roma
ed
altrove,
ma
un p brutale
,
ed ag-
fine cosi
apparire
vaporosamente
sono
sia
pure
con
apparenza
da ingannapotc^
innocuo.
E come
tale
mogio mogio, ottenere il lasciapassare anche da que' sempre oculati, doganieri, che per quetristi, se non
ste cose
mariti.
^ ^^
Anche
indurci
Roma dunque
,
s'
questo dovrebbe
.
con un
bil
d'
indennit quelle
e
sia
pure ideale
i
bilancio
ed
i
:
matrimoniale
ci
tutto
ci che
diaristi
cronisti di allora
han
racro-
contato sui
rapporti
extraconiugali
delle
dame
mane
a quei tempi
Chacun a sa chacune
e viceversa.
Concediamola pure questa sanatoria, questa indr.lgenza, anche plenaria, ma con un'intesa che per ci non ci si debba ritenere convinti che quei tali signori
:
Roma
fossero
veri
propri
altro.
e non
CICISKKI
AI'.AIIM
IH.
KTC.
I99
Ben diverso
Lo erano
di
ci
che ne pensiamo
nome
modo
di
espediente
questo
ma
di
s:
fatto, a
Roma,
e le
erano,
di
in
:
meno
e
avevano
la
il
intraprendenza
esigenze
le
energie; di
meno
vaporose rinuncie.
che voleva ed avrel^be dovuto, per esser sincera, designare uno sciroppetto dolce con un poco di profumo o uno sciampagnino extra doux fermentava nella bottiglia un liquore ambrato,
Sotto quella
,
,
,
marca
dolce,
s,
il
ma
proprio
e al temdi-
come
vino
castelii
pastoso,
ma
,
robusto.
si
la inci-
che
era,
almeno
pi prodi
ma
babilmente
come
i
disse
il
Foscolo
1'
,
esponente
e
qualit negative.
questo
signori romani
con
la
benevole
pur
storia.
Era un'applicazione
del de Brosses
!
del patriottismo
cosa
**
Ma scampando
altro; quello di
200
ROMA
AI
quasi
come
,
di
un
lupo
vestito
da
Gi
proprio cos
perch
il
cavalier servente
il
vno
doveva,
avrebbe do-
avrebbe dovuto sperare e tanto speranza di ricompensa ai suoi dolci servigi. Essi soffrono e non sperano niente osserva la saggia Donna Emilia nella Dama prudeiUe. Invero que-
Goldoni impersona
il
buon senso
paesano soggiunse Non sperano niente ? denza di Donna Eulalia non accorder loro cuna ma niuno mi far credere che essi non qualche cosa Ebbene veramente non avrebbero dovuto
;
!
La
prual-
cosa
sperino
sperare,
o per
lo
meno
Tanto dovea
Da lui sopra tutto si richiedeva una grande e riguardosa devozione, una pamanifestazione di speranza.
zienza vigile e costante, una specie
trice,
di
tutela
protet-
un'obbedienza sommessa... Goldoni ce ne ha lasciati tratti espressivi specialmente con vapori di Donna Claudia i), irritata e im,
pazientita
solo
perch
il
Don
Alfonso
non
solito,
si
puntuale
cioccolata.
come
il
a prendere,
insieme a
lei, la
i)
Goldoni,
// Cavaliere e
Donna,
I,
7.
CICISHKI
AnAlINI
K'IC.
KU
in
201
M.*^
Du Boccage
i)
racconta che
occasione
del
suo viaggio a Venezia, avendo accettato per cavalier servente il Cav. Sacramozo recatasi, bene inteso in
,
sua compagnia
delle carte
il
a far delle
visite
ma
dimenticatasi
da
visita, vide,
un dovere
preso che
stampare
;
per
sor-
tenerle pronte
la
fu
anche questa fra le sue attribuzioni. E veramente queste attribuzioni erano molte e spesso anche molto pi intime. Pi intime, diciamo: che rapporti tra il cavalier servente e la sua donna, appunto per tanta assiduit di contatti e pi ancora per tanta consuetudine di protezione e di assistenza, determinavano una confidenza
i) Marianna Le Page Du Boccage, nata a Rouen nel 1710 e morta a Parigi nel 1802 che esaltata dai poeti e prosatori del suo tempo fu celebrata come decima Musa e quale Saffo Parigitui il (che il Goldoni quale le dedic la sua commedia intitolata disse amabile quanto dotla) venne a viLm. donna di maneggio sitar l'Italia nel i757-'58. E delle impressioni di questo suo viaggio ha lasciato ricordo in una serie di lettere assai Interessanti. Alessandro D' Ancona in un suo Articolo ( Fanfulla della Domenica > 9 luglio 18S2) sul Viaggio di Madame Du Boccage in Italia ha rievocato la graziosa immagine di questa donna che gli ammiratori suoi, vinti ed entusiasmati dalla magie de ses charin^s, paragonarono a Venere per bellezza e a Minerva per l'arte. Clr. Aluu Rav.\, Intorno a Madame du Boccage e a' suoi viaggi :
,
A. D'Ancona, Viaggiatori e Azfenturieri e C. Calcaterra, Madune du Boccage e Francesco Algarotti giugno 1913.
,
in
15
202
assoluta
, i
non rimuoveva del limiti del riserbo in cui la donna suol ractutto cogliere segreti dell'anima propria e anche quelli del
che
smussava
se pur
pudore.
Per
il
loro cavaliere
non c'erano
segreti.
avrebbe doil maggiore, anzi l'unico premio vuto rappresentare che venisse concesso a tanto grande, paziente e semsto intimo
abbandono rappresentava
que-
ci
han
del genere
noi
le
il
prototipo
vediamo
il
ed iniziato ai misteri della toletta della sua dama, premuroso anche in ci con ogni sua cura. Attento e
pronto, ecco,
abile pi di
le affibbia
porge
gli spilli, la le
spazzola,
gli
il
pettine
una cameriera,
le
aggancia
occhielli.
la
allaccia le belle
scarpine.
Quando
le
cameriera
tira le
il
che
in
questo
fra
mani
cari-
riccio ca-
priccioso
mano
vere
la
sottana di
far
mancare queste manifestazioni di premura, ma pure ha diritto a prestare personalmente questo tributo. Gliene deriva uno speciale stato di confidenza con la sua dama, che un p gli si concede con siffatti parziali abbandoni di se. Questi erano, o avrebbero dovuto essere, il suo premio. E da essi emanava un sottile, un continuo efflusso voluttuoso, che in quell'ambiente decadente o, se pur pu dirsi, degenerato,
di
non
CICISBEI
AnAlINI
ETC. K TC.
2O3
di
ma
soffuso di un sentimentalismo
vaporoso e
ga-
piacimenti
di pi
assai
tenero dell'amicizia e
correzione o
insistito su
meno
forte dell'amore;
?
un'elegante
corruzione
dell'istinto.
Abbiamo
vente
questo quadro
e su
questa de-
cavalier ser-
perch
di
Roma
non era
ambiente adatto all'allevamento di questo genere. e calda Ve li figurate voi una giunonica e salda bellezza romana ed un valido e, sia pur finemente, ma sempre un p... saits gene e sarcastico giovane signore
de
Roma
?
; ,
attenti e pazienti
recitare
consimile
commedia
non era roba conforme alnon delle donne costituenti un l' indole dei romani tanto meno tipo di perfetta e vigorosa femminiUt cerse pur non sensuali poi dei giovani romani tamente alieni da sentimentalismi freddi, trascendentali
no
di
No
certo questa
:
ed anodini,
i)
i)
Non
rade volte
l'ufficio
condotto per
drudi. Infatti il De Rossi, nelle gli amanti e per sue commedie, raffigura spyesso il cavalier servente in un ufficiale era stato fidanzato il quale della milizia in un nobile cadetto
,
dama, senza averne conseguita la mano. Maritatasi poi costei con un uomo che possedeva la nobilt (o le ricchezze) mancanti all'officiale..., la madre, le sorelle, le amiche, a compensaria
della
il
amore
>.
L.
Vicchi
op.
cii.,
voi.
I,
p.
237.
204
Pertanto crediamo esser nel vero affermando che il cicisbeismo , il vero cicisbeismo, a Roma visse ima
vita falsa
Cos,
pi
che esso
era.
anche in mezzo alle sue manifestazioni ufficiali, visse una vita equivoca e solo come maschera di una cosa ben diversa e per certo meglio designata dalla parola con cui il lettore ha forse completato 1' affermazione elittica del De Brosses Ognuna ha il suo... E come avviene di tutto ci che vive in un ambiente non adatto, non pot, anche deformandosi, du-
rare e prosperare.
S,
c'erano
e
sti
mariti
,
romani.
convien
riconoscere
che, a
riferendoci
troppo gravi.
Abbiamo
druwdc per
i
essi
il
di-
mostrarsi gelosi.
pur necessario ricordare che criterii con cui veniva allora considerato almeno nel gran mondo,
,
il
diversi
attuali.
era meglio
da quelli
,
Proprio cos
tempi successivi, valga a procurarmi una qualche simpatia di molte e se pu spiacere che io dica molte sia pur dir poche anche molto poche: tanto lo stesso! insomma di
trice d'indulgenze
per
CICISBKI
ABATINI
ETC. ETC.
205
espri-
tutte quelle, pi o
mermi,
in...
della
galan-
tempi rimaneva alquanto soffocato quel che si dimostrato semtal settimo comandamento pre, uno dei punti pi deboli del decalogo; un pro-
gramma massimo
la
di
societ
non ha mai
si
rigore. Tutt' al pi
si
sia
anche
in
ci seguita
di salite e di-
scese
russe.
Non domandiamo
di
punto
ci
alto
o basso
:
troviamo ora
a quei
tempi
da escludere
rit,
le
apparenze
;
di
un' antipatica
dire,
scimiotsociet
tatura forestiera
ma
conviene anche
per la ve-
che
e'
costumi della
un
\'ero
record.
gran mondo di Francia chi contava pi allora gli amanti di una dama? Chi credeva di esser disonorato per il tradimento
Nella societ e
specialmente
nel
<
della propria
metteva un suoi amori? (gualche studio a nascondere Ci limitiamo a rilevarne alcuni tratti da un quadro quella del De tracciatone da mano non sospetta
moglie
?
quale
i
donna
2o6
ROMA
,
AI.
Blend
appunto
Ecco un
tipo di meraviglioso
don
(-iovanni
il
Lau-
non vedeva pi da alcuni anni gli avesse annunciato la nascita di un figliolo, rispose serenamente Le scriverei Son ben contento, cara, che il cielo abbia alfin benedetta la nostra unione abbiatevi cura questa sera verr a farvi la
glie
di
nata
,
Boutflers
che
:
corte.
un valoroso, un perfetto gentiluomo, invidiato ed onorato, tale da destare una profonda passione anche in Maria Antonietta verso la quale egli die prova della pi cavalleresca delicatezza. Ad un tale che gli domand se fosse ammogliato ecco come rispose S ma tanto poco tanto poco che... non vale la pena di parlarne, i) La contessa di Genlis aveva volato, per uno dei suoi, soliti intrighi di corte, che sua figlia sposasse il visconte di Valence notoriamente amante della zia di lei, marera, ripeto,
,
:
Ed
ri
Cfr.
Gaston Maugras
/jjifis
XV Z^ Due
il
da Lauzun
si
Paris PIon-Nourit.
adulteri di questo
Se
Le Due de Lauzun et la Cour df Cour de Marie- Antovi^tte contano pli amori e le avventure e gli
et l
don Giovanni
cinquanta
si
perne
numero
di
senza comprendervi
nobili
occasionali.
XVI
e pi a quella di Maria-Antonietta,
sul patibolo.
Ma prima
il
di salirvi volle
mangiare
.
le
ostriche e di bere
!
cui le inaffava,
CICISIJKI
AHATINI
ETC
KTC.
chesa
di
MoiUessoii
il
un
p<j'
complicato
le
ma non
('osi
eccessivamente imbaraz-
poco dopo
hi
cameriere
far
vuto annunziarla,
ch aveva ordine
d.illa
di
non
il
marchesa
c'era
:
visconte.
se ne farebbe ora
allora no.
:
La sposina
limit a
mi dispiace
di
se ne and.
di
I. espinasse
Erano
tempi
in
cui
madamigella
si
lamentava senza mistero di aver perduta la sola virt in cui la che le era rimasta: quella della fedelt marchesa di Mirabeau rilasciava ai suoi amanti un certificato delle relazioni avute con loro una specie di benservito e Aime Coigny, gi sposa del duca di
P'ieury
al
ceva
di-
On
Si curiosava
una sera
nel.
salone di
madama Des
caramente ed intimamente legata ad Andrea Chnier da ispirargli la Jeime captive Mia moglie dichiar con tutta disinvoltura il conte de ^lontrond. Ed come se avesse detto lo sono becco, o il becco sono io.
lessert chi potesse essere stata la
donna
208
ROMA
AI.
*m*
E
moda La
sai
Roma
si
seguiva
non solo
nel
vestire
la
di Francia.
si
specialmente quanto al cicisbeismo, con un sentimento realistico e, per cos dire as;
seguiva
ma
fattivo,
pronunciato.
attenuava
per cui chacuf, aveva sa chacune. E fra questi ciascuni e' erano pure mariti mentre escluso che quelle
i
;
ciascune
Esagerava assai probabilmente il colonnello Marmont non discaro alle grazie della bellissima moglie
la
contropartita di quel
duca e maire Luigi Braschi con la bellissima moglie sua Costanza Falconieri probabilmente esagerava nello scrivere in proposito
il
che
Monti aveva
fatto al
cos
Je trouvai la socit (di Roma) extremment anime, et livre exclusivement aux plaisirs; la facilit
: ,
un mari parlait des amants de sa temme sans embarras et sans mcontentement et j 'ai entendu de la bouche de M. Falconieri les choses les plus incroyables sur la sienne. Il savait faire une
:
,
et le
lui.
En ma
cette
qualit
de tres-jeune
homme
et d' tranger,
distinction
CICISDEI
AHATINI
Kir. KIC.
209
me
les
convenait
beauconp,
.
i)
et
'cn
acceptais volontiers
consquences
solita
si
sa,
infatuazione
si
Irancese.
convien
ricordare
era in un periodo
rivoluzionario
doveva
esservi e
Ma
molto
di
vero
perch sono troppo concordi nell' affermarlo tutte notizie pervenutecene dai diaristi e dalle memorie
allora.
***
maggiori ostacoli
sultassero
s,
e pare che
ri-
venti
e dal
modo troppo
stretto
ed esclusivista con
le
binomio con
dame:
cartes
romana
,
di
quei
tempi
la-
mentano
con cui
i
tutti
una
cavalier serventi
delle
gli altri
elementi in
soprannumero
tornaconto
si
attaccati alle
che a proprio giovavano di questa qualifica, stavano loro dame, attenti ad impedire che un
coppie coniugali
le
dame da
esse servite
I)
Marmont, Mniuires
Parigi
1857, voi.
pag. 162.
14.
Bandini Roma
IO
Contro
distratti,
I
nessun lamento.
mariti
cos,
il
de Brosses
galants
,
assidui ed attaccati
dame
che
dei mariti.
Se ne stanno sempre appiccicati ad esse, sempre piantati ed attenti contro qualsiasi povero diavolo che
voglia procurarsi qualche fortunato favore.
tipatica razza di cicisbei
Quest'anvolte
sposa
!
le
donne
dieci
pi che non
veri mariti
E non
presi,
si
quando
si
sono
si
non
il
cessioni.
di
l'
una fedelt
abitudine.
<v
in certo
inteso
eccezioni
che
le
dame
si
bene facciano un
s'usa,
vanto
un gran numero
:
di
una cosa indecente e forse mariti non la tollererebbero mentre invece sopportano con la miglior filosofia e buona grazia di questo mondo che le loro mogli si scelgano un amoroso. IMa patto che si contentino di uno solo. Cos ciascuna di esse, invece di un marito ne viene ad aver due anche perch di prammatica per questi amanti la costanza
adoratori. Quasi parrebbe
i
; ;
e la fedelt...
Si
e platonici
CICISBEI
-
AHATIXr
noi
KTC. KTC.
211
gi, pi o
in
meno
la
,
proposito
versi
che
ad espressione
scettica,
ma
* **
Qualunque cosa
certo che
siffatti
si
adoratori
chiamiamoli
cos
cotiers,
la loro
assidua
qui
anche
lui, in
una
Aveva
infatti tentato
il
alla
signora Ricci
una signora
Ma molto carina e graziosa, ma piccola, piccola. dov rimanersene come il sorcio attorno al barattolo un barattolo fine e grazioso, ma che altri teneva ben chiuso e custodito. Mi debbo rassegnare egli dice
:
continuamente tra i piedi e proprio tra lei e me, don Paolo Borghese, che le sta appiccicato cos che non si potrebbe passare un filo tra loro due Troppo poco posto per quel che avrebbe voa vedermi
,
,
!
in
proposito un poco,
doveva risultargliene pi
212
ROMA
il
Al.
vivo
(li
rimpianto per
compiacenti
etc.
etc.
gioiose prazit^
e pi
ancora di
bastato
Venere
vedere
la
N
e
a consolarlo
sar
il
suo amico
la
compagno
di viaggio,
Lucurne,
Bentivoglio
piena di brio.
suo cugino
che
attraversa
ogni via
al
mio povero
amico
>
l'altro
suo
compagno
Vergine
quanto
si-
con
la
maiuscola, perch
nome
proprio,
p>er
gnora aveva gi superate le prove delle sue seconde nozze con il conte Montorio. Ma era bruttina tanto che la piazza era libera. Eccone il ritratto, forse un p enjoliv perch trac-
Legouz
sua scelta
<
Non
bella
e butterata
nel viso.
Ma
Ha
la figura slan-
**
posticino
compagni andavano braccando ecco un aneddoto, che non solo curioso, ma colorisce costumi assai disinvolti di quei tempi. E un esempio tipico della
i
mentre
Legouz
i
suoi
CICrSBKI
AHATINI
K TC. E TC.
213
verit
cii
ci che
ahbiam
(ietto a
e francesi e romani
di allora,
bene inteso!
Lo
letto.
De
Brosses.
Dopo pochi
},(iorni
Roma,
in
lei
;
siamo andati
principessa
che
ci
stava
Eravamo
principessa
ha doman-
Legouz, che
quell'ambiente,
Patrizi,
si
non
dicendola bruttina,
magra
vaiolata,
graziosa
Ha due occhietti che mi arrivano al cuore. Mi piace e... e' est ma maitresse. Ancora non conosco sig. di Montorio ma mi propongo, non ^u marito
il
;
ma
appena potr incontrarmi con lui, di fargli tante riverenze e salamelecchi da obbligarlo ad invitarmi a pranzo almeno un paio di volte la settimana . Immaginate come dovevamo morderci le labbra per non scoppiare in una risata sapendo che il signor
di
li
il
letto
!
muro, e sentiva benissimo questo discorso Mi aspettavo una scenata violenta, spiacevole. Invece, quando il Legouz ebbe finito, il signor di Montorio si volto a lui, e con tutta calma gli ha det Che volete farci, signore mio? to presso a poco cosi
ed
:
Lo
e per questo
credevo
che qualcun altro se ne innamorasse. Sono ben contento di dovermi ricredere, e lusingato
che un gentiluomo
voi, sia
spirito e di
214
rigi,
ROMA
Al.
che
io
sono
vi
meno
prego
casa
scontroso e scortese di quel che supponevate, di farmi V onore di venire domani a pranzo
in
mia
... .
vi
K Legouz
and
sola,
i)
***
Tout
est
hien qui
fi flit
bitn
avr
pensato
quel
si-
gnore Legouz, lieto e forse un po' sorpreso, anche e fortului, di una soluzione cos semplice, pacifica
nata.
Ai
marit<j in
di dire
quelle condizioni
sarebbe sentito
obbligo
i)
inventato a
;
posta
per dimostrazione <li quanto abbiamo gi detto e ci fa ripensare In mezzo ai suoi giudizi e<l ad un'osservazione del d'Azeglio. severi verso (luell* arieccessivamente al suo biasimo, che ci paiono
si
av-
signor di Montorio.
in
il
senso ordinario
si
di
mondo
trova
se
liberava in un
modo
socio,
che
gli si
presentava
casa
come
gli
o se soltanto non
moglie, era
di
uno
Il
chiesa
Gnido.
Roma
d'allora
non era
lutto di rose
Giusta quest'osservazi<jne.
Roma
ci
che ha solo
allora era
il
comune
forse
che anche
la costa-
mestiere di marito
CICISHKI
AI5A1INI
KIC.
KK.
215
non per se, per ^li occhi della {^ente A quei tempi n<j. Abljiam gi detto che a quei tempi il colmo della ijfoffaiifj^ine da parte di un marito, specialmente se del
tli
tare
se
v^ran
il
dimostrarsi
eccessiva-
mente geloso della propria niog"lie. Era questa una consuetudine che s' imponeva con
la
ma non
s,
costituiva
ame
proprio a
siffatta
alcune cause
Occorre
in
inlalti
casi
matrimoni
concludessero per
lijera
per
solito,
esclusivamente, a loro
talento,
genitori.
conoscevano affatto prima che il matrimonio fosse stabilito. Spesso non si erano visti pi di due volte prima della cerimonia nuziale. Per lo pi la sposa era rimasta sino a quel momento chiusa in un convento. L'affezione avrebbe potuto e dovuto sorger poi, per consuetudine d'intima comunanza di vita. Ma avrebbe anche potuto ? Avrebbe dovuto.
Gioite volte gli sposi
si
non
Non
era,
meno, costituente
una
una diversione
all'
rapporti coniugali.
Una
2l6
d'^interterenza tra
moniale.
venisse siffatta
il
Ma
essi
con-
non
caso di ripetere.
pane, dirsi
maggior parte di essi italiano, far chiamar pane amanti. Tali erano veramente. E non
avrebbe
Men
ai
i
alle
sgravavano
mendo
le
signore
non badavano pi a scrupoli di tal genere. Questo insieme di cose, in quell'ambiente, doveva inevitabilmente intorbidare alquanto le non limpide acque in cui, traile traine, navigavano quelle coppie matrimoniali. E le cose andavano un po' maluccio;
anzi maluccio assai.
diaristi
le
di
signore
Roma
d'
erano, allora,
avevano
.
1'
aria
piuttosto
indecenza che
di
disinvoltura
^la,
di
vero.
Anche
in
Sharp
:
Pochissime avrebbero ragione di rimproverare alle altre il loro cattivo contegno. Se pur c' taluna che stia senza un cicisbeo o viva innocentemente con lui dovrebbe attenderne il premio dai
proposito
al
solito suo,
brontolando
dice
CICISBEI
ABATINI
ETC. ETC.
217
rebbe lede
sibile.
alla
sua continenza
la
riterrebbe pos-
Baster che io vi dica che se soggiunge invitate cinque signore a pranzo dovrete necessariamente pensare a preparare dieci posti a tavola. Ciascuna di esse avr con se il suo cicisbeo. soggiungiamo noi. Dieci posti soli ?
:
mariti
***
Brosses deve malinconicamente scrivere da Roma: alla sua buon'amica Madame de Courtois
il
Ed
De
al
bel
vedono sempre ininsieme o con si poco tervenire insieme alle riunioni intervallo che quando si vede entrare qualcuno si pu scommettere che 1' altro o l' altra della coppia
sesso.
Queste coppie
di
piccioni
;
si
a pochi passi.
giovane e brillante scrittore deve rassegnarsi accampiedi quelle guardie a vedersi sempre tra
il
i
,
Ed
pate e vigilanti
contrecarrer
dame
che ebbero
!
un
ammiratore, tanto
tunato.
cortese e simpatico
quanto
stor-
Veramente, con
Sul
fiorito
esse, sfortunato
avvicinato alla
Borghese e' era l' indiavocavalier lato e tutto pepe ambasciatore di Venezia Foscarini e non lui solo. Su quello che adduceva
,
2lS
alla
ROMA
jolie et
Al
mignonne aii possibU sigriora Ricci si accampava assiduamente (tertullement) il Ijcl principe Paolo Borghese. E quando, sconfortato da questi ostacoli ed insuccessi, si decide a tentare la fortuna con
a
di
Roma la
non
bella
mo-
cioccolata e giuoca-
appassionata
di tarocchi
egli
ma
deve galantemente e
solo
,
non poco,
perdere anche...
Anche questo
Diantre
!
ver vacante s
>
Il jaut se lever
E
la
poi c'era, in
Romd, ad aggravare
il
la
deformazione
concorso
di
un'altro elemento,
:
diffuso
invadente
se
le
in-
abatjm.
Ed
dire,
consumatori
,
poich
di
per
cos
non avevano
essi,
complicato movimento
Tra
d'
erano
di
un'intraprendenza
azione
dei
giovin signori
romani
campo
questi,
come appunto
Koma
di pseudo-ecclesiastici
ficilmente definibile
l'abate.
20
Difficilmente
perch
contrariamente ad
un noto proverbio, era 1' aljito che faceva V abate. E l'abito da abate poteva indossarlo a Roma chiunque volesse, indipendentemente da qualsiasi ufficio, ingerenza, od aspirazione ecclesiastica. Casanova, quando venne la prima volta a Roma e
vi utilizz
il
suo tempo
le
gie
indossava V abito
teatri,
d' abate.
Come vedemmo
il
par-
lando dei
cona
diere,
virgli
quaresima,
tutti
A
per lo
di
non proibito a nessuno di portarne l'abito, lo porta chiunque voglia esser rispettato pi di quello che conanche se non sia nella sentirebbe la sua posizione
,
apparenze di una rispettabile condizione sociale ma veramente comodit e vantaggi notevoli presso a poco come sino a poco
le
, :
fa
militarizzata.
Era un mezzo
vantaggio
di
godere
privilegi di
una
di
perch
in
cos
il
dice e
basta
indossare
ammessi
ogni luogo.
Anche
di
a riconoscere
nei
come buona
quest' etichetta
ammettendo
aVjatonzoli.
ricevimenti
diplomatici
un' infinit
CICISHKI
AHATINI
M.
F.TC.
22
un
abate autentico,
idea di venir
il
che
ebbe ed attu
la
curiosa
F'rancia in Italia
(1763-64) attraverso
Monce-
con un proprio legnetto guidato da un cavallo proprio e cos visit le nostre principali citt segnan-
done
tra le
le
impressioni in un Diario
notava, anche
lui,
altre
il
cose osservate
dei
Roma
fosse
numero
non
ecclesiastici
l'abito.
los
che per diverse ragioni e per diversissimi scopi lo adottavano 2); e per questa diversit riesce malagevole assoggettare ad
medecins et quantit d'trangers nomia e per farsi largo i). troppi! Per ci tanti erano, tanti
e ci per eco-
quelli
la
complesso, anfibio
carne n
pesce:
n ecclesiastico n borghese. Paolo Lacroix tent di riescirvi con una definizione assai semplice ed amara:
une
mauvaisc
hahitude
>.
Il
popolino
di
Roma
:
ne
lec-
i)
l'abb (1707-1782).
Voyage en
Italie
et
sini)
Urbano Vili (Barberini) e dopo di lui Benedetto XIII (Orultimo papa romano emanarono severi divieti ai secolari
,
da abaie, sotto pena della multa di 25 scudi d'oro, del carcere e di < altre pene ad arbitrio . Ma queste disposizioni non ebbero altro effetto se non quello di una breve sosta nell'abuso di cotesta comoda costumanza.
di vestire
ROMA AL
* * *
meno,
il
ditetto di tutte
Bisogna distinguere. Bisogna distinguere: perch questa moltitudine di abati non pu classificarsi come un semplice gruppo, ma veramente come un ordine, che comprendeva parecchie specie, variet ed individui tra loro sostanzialmente diversi, anche come abati. Tra essi v' eran quelli che adottavano quest' abito come prima affermazione e primo passo nella carriera indottivi o da veri abati di chiesa del sacerdozio
nome
non
si
conviene.
tanto
meno
,
si
i
fermavano a tempo e, conservando soltanto come una guarentigia, gli arrecavano per lu-
glorioso,
il
come uomini
,
geniali
di lettere.
beli'
Cancellieri, detto
il
abate
il
Berardi
Metastasio
il
anche Bengi
il
il
Monti
tacendo,
Roma,
del Parini e
dell'allora
famoso abate
colta,
persona assai
rigi
riusciva a farsi
apprezzare a Pa-
tutti
da Voltaire, Rousseau, dagli enciclopedisti e da savants di Francia e fu per certo, uno dei pi
i
([(ISIMI
M!\II\'I
ITI-,
KI'C.
223
di
spiritosi causeurs
ed inesauribili raccontatori
novelle
e barzellette
i).
conviene a quei costume o per conformarsi ad una consuetudine tramutatasi quasi in un dovere inerente all'ufficio loro (i notari, per es.. bu(jna
si
E nemmeno,
i
t.mti,
civili, gli
i
avvocati,
cancellieri,
curiali, gli
uditori di Rota,
maestri
tutti
o quasi
tutti
di
esso
co"
giova alla fortuna un negozio anche modesto e per tener un p pi alto il tono esteriore di una modestissima vita. E questi pens ivano pi che ad altro ai casi loro e alle loro fadi
me una mostra
niglie
Ma
abati
fioritura
di erbe,
se
mondani
compagni
i)
di
convito.
non aver mai ripetuto un anedcioto
faceva a gara per esser
fra
eli
alla stessa
cospicue
ca.se di
:
si
suoi
ascoltatori
'nesaurihile vena.
Casanova
s'
incontr con
lui
e lo
conobbe
nel
1757 a
avait
Parigi
taleiit
un
ne loda lo spirito vivacissimo ed arguto. li superieur pour donner tout ce qu'il dbitait de
;
une te iute comique et parlant bien et toujours sans rire, donnant son fran^ais l'invincible accent napolitain, il tait cheri de toutes les societs, dont il faisait le charme >. C.\s.wov.A, Afmoires, tomo III, cap. XI. I^ non solo piacevole, mi
plus
srieu.x
24
ROMA
AI.
TRAMONTO
,
1>KT
'-F
ITECENTO
Tra questi alcuni erano per mite carattere o per l'et non pi giovane, pi che abituati, rassegnati
alla vita o al mestiere di
striscione ,
,
intenti a rac-
cogliere
il
meglio possibile
bonomia, le bricciole di posto nelle mense e nelle sale dei ricchi. Qualche cosa tra la persona di fiducia e quella tout /aire, venivano utilizzati come persone di assoluta confidenza a raccogliere informazioni, preparar il disbrigo
di affari
delicati
sollecitar
favori
combinar
molto frequenti erano le occasioni nelle quali dovevano sentire quanto sa di sale lo pane altrui i). Pi numerosi e assai pi antipatici eraii quei tanti
prestiti e propiziar
matrimoni.
Ma
qua
e l
dovunque
;
sfavil-
anch' essi
cerca
,
ma
galanti ed
intraprendenti
,
sempre
in
oltre
di altri
favori.
Ad
essi
Ma
pi gragli
i)
Molti
il
Ermolao
di
casa LancellottL
,
Quando
il
mostravagli
quadri facendosene
tazione dei quadri e
il
cicerone, non
mancava mai,
presen-
la
anche il pKjvero abate rubicondo e paffuto, con questa indicazione < E questo il porco che ingrassiamo in casa . E il povero abate riceveva in pieno... ventre il complimento e, rassegnato,
sorrideva.
CICISI'.KI
-
AlAIIM
IH. IH.
22^
invili
-iiliii
alle feste,
le
che avevano
come
dame
corte^^i^natori
assai zelanti.
***
Ed erano
l'abito nero,
lejj^ione,
il
questi abatini,
d.il
vestito attillato,
lungo giustacuore,
le
brache e
le
le
calze
zazzera o
scarpette
d'
tbie
oro
dorate
il
ad accentuare con largo gesto di saluto una sapiente riverenza o a disporsi con mossa elegante tra il braccio e la vita. Ed il loro cavallo di battaglia erano appunto
i
ci
han tramandato
,
il
ricordo
di quelle
scene e
di
quella vita
qualche
genere non manca mai. Se non vi cherebhe una nota, una macchietta caratteristica.
del
in
Abilissimo nel mestiere dell'adulazione, si sdilinquiva salamelecchi con tutti, e attendeva a propiziarsi il
dice argutamente
.
il
Moroni
le
verso
le
sdrucciolevole
belle a
di quella
che occhieggiavano
traverso
come
le
galline
Con
la
loro petulanza
ed ogni conversazione.
di simili cortigiani in
come
habiius,
invadevano e
cui
i
romane
assai
poco piacevoli.
15.
Bandim Roma
2 20
meno
di brontolare,
tatto scontento
sempre
dimostrano in ci tanta disinvoltura e tanta intraprendente galanteria, che pi non potrebbe spiegame nemmeno un capitano dei dragoni Anche il Gorani si lamenta tanto tanto di questo
!
non pu
rimanere indietro
si
vede che anche a lui toccava E, non sapendo far di meglio per
il
vendicarsi,
sfoga a contar
la
numero
degli abati in
Roma, proiucendone
le
Sopra una popolazione di 196 mila abitanti, quanti allora ne contava Roma, la Citt dei sette colli possedeva la beatitudine di 38 mila abati
conclusioni
:
(dico: trentottomila!), ai
da vivere.
grandi
Or
quali
si
comodamente
questa
offriva
bene,
riduzioni; certo
che con
guarnigione
non pi da stupire se le dame sembrassero pochine in conversazione e che con una specie di molestissimo monopolio, gli abati le accaparassero per ballare il minuetto. Benedetto XI\', il buon Lambertini, non aveva esagerato affermando che^^ Roma
il
il
il
Limbo
M'jK<jM, /
M'.frtiii:,
Cap. VII,
paj^^.t;.
S4
85.
ciciSBF.i
ahaum
Kir.
kk
227
Un
al>aliiM
ii'Ui
j).)ii\.i,
j)ii
(parila
come
cavalier servente
uno
di
quelli
evidente.
(lualitica
ufficiale,
dame
E sappiam
pure
che
simili
Anzi
l'ufficio
competenze,
di
al
.1
mor
cavalieri bor>chesi.
dall' esistenza
siff"atta
Ed
>nio,
ecco
come
e perch
cicisbei-
una rag"ione di pi per quella tale deformazione che abbiamo denunciata. Infatti per una specie di mimetismo o per concorrenza, ^f non per emulazione perbacco esser da meno dcgh abati giovani romani non consentivano; n avevano in ci tutti torti esso doveva sentirsi in,
dotto ad assumere in
Roma
da
quelli dell'anodino e
per-
tetto
Il
cavalier servente.
nome
o l'etichetta
rimaneva
ma
copriva
pi di
una
so-
e...
assai
**
Il
proposito
Ma
veri
neppur
lo
perch
gli
perdevano gli ecclesiastici veri e non uni, non meno che gli altri, si dime-
28
ROMA
A!.
IRAMONTO
DKI.
SKTTKCKNTO
corno
oj^^vi'i
stravano assai
(lire,
intrapnMidtMti
r,
^i
^i-^<^l
fattivi.
!
Kh
il
si,
veranu'iUo
j^li
uni e
i^ii
altri.
<la
Bastercbl)e ad accertarcene
pur lasciando
parte
Cardinale
De
Hernis con
la
insistere sui
di
basterebl)e ad accertarcene
Donna
;
J.ivia
Borghese
madre
di
don Paluzzo
Fornari
del
per
Donna Costanza
la
Falconieri Braschi
;
del cardinal
Carandini per
Alessandro Albani per la bella contessa Checca Cherutni, nata (rherardi, e poi, se non contemporaneamente anche per la (-ozzadini, nata (rrimani di monsignor Fabrizio Ruffo, tesoriere generale, per la marchesa Girolama Lepri, di monsignor I^erretta per un'altra Fepri, \'itcardinale
;
premure
del
Roma,
con
la bella
Anna
il
estinta, e
alla bella
che risultavano
e
di
tante
da
procurare
e
dama
un
soprannome
trambi...
figlio
Antonio..!
Abate
Anna
ad en-
tronchiamo subito 1' appello, appena incominciato... Che filza ce ne sarebbe ancora in questi miei appunti Molte di queste signore avremo occasione
!
Ma
di
rivederle, e ne riparleremo.
CICISHKI
AMAilM
Kll. K
2 2(;
Mii,
-^iLMlU'
l'Siigeriaiiio,
(l.iiulu
a qucst' in-
un' assohita
iiicomprensioiir
di
({uei
tempi.
lianno
poi,
si
non
cambiato
il
storia
del
mondo,
celesti
nr
alterat<j
la
menomamente
terra
<v
nostra
il
danza
in
fa
su(j
giro-g"iro-tondo
Rappresenta un aspetto, una fase fenomenica della vita sociale di quei temj)i un fenomeno di cui Casanova ci ha lasciato un quadro tanto significativo e caratteristico a proposito dei rapporti, e pi ancora del modo caratteristico con cui tpiesti, apertamente e
senza scrupoli,
si
manifestavano, tra
e la bella
il
cardinale S. L.
la
marchesa, per
alle
:
quale
i),
prime armi
ri-
corda
Le angeliche bellezze note ai cielo Non si ponno celar sotto alcun velo.
Quanto su questo proposito dice lo Stendhal abbiamo gi riferito e ci che pur dicono tanti altri,
;
Ne sarebbe
cosa
nuova
lo
ripetiamo
non
conviene scandalizzarsene troppo. L'indole e i costumi di quei tempi spiegano, giustificano simile cose di
i)
Casanova veniva
la
da
aliate,
con
soli sette
ta^ca,
ma con
di
risorse.
23
ROMA
AI.
TROMONTO
DKL SETTKGENTO
allora. Essi
alternavano e
ilelle
quasi
ingentilivano, con
l'ondegg^iar
anche
lo
mer-
nostro diarista
il
quale per
vero
anche
lui
al-
quanto severo in proposito. Si dice che in Roma non vi siano che sette mila ma dubito assa' che questo numero sia ecclesiastici molto inferiore al vero, poich di ecclesiastici qui se in tutti luone trova sempre qualcuno fra piedi i^hi e di tutte le specie. Xon vi casa in cui non si
;
trovi
*
poich
se
si
anche
dagli uomini
amal
tutti
papa
ai
cardinali e ai
portano
il
collarino e
la mantelletta.
deve giudicare dalla condotta anche degli ecclesiastici veri, ci si persuade che allo spopolamento di Roma deve ricercarsi un'altra causa che non quella del celibato ecclesiastico. Sono poche le donne che non abbiano un abate e cardinali e monsignori ne mantengono senza tanti scrupoli . E di fatti Roma non vogliam dire se proprio non ha corso pericolo di divenire deper questo
Peraltro,
:
serta
**
Cos questi ricordi sugli ecclesiastici o
siastici
i
semieccle-
romani ci hanno condotto a riferire quel che t<>viamo pure annotato dal nostro diarista sulle donnine
:ie_yivevano di
indubbiamente proprie,
ma
non veramente patr Il nesso, che in tal modo si afferma come transizione Ira questi due argomenti che dovrebliero essere molto diversi e sopra tutto disgiunti -^-mbrer un po' strano ma non deriva da noi o da in.ii^ia no<;ii w-nir; stra. K proprio designato da eh' vU>.
..
a gli uni e
fra...
le
altre.
d'Espinchal.
in
linore di qneHo numero delle giovani panden delle donne maritate che pur provvedono in modo analogo alla stessa non gratuita funzione. E questo si
capisce
tale
la polizia di
quel
direbbe
la specializ-
del
le
1747 e 17.54 fatti ristampare da Benedetto XI\'. che in antiche disposizioni sul buon costume
,
dovevano sembrar
rigor>
Certo erano
tali
da
t'ar
'
,.
notte in carrozza
in
,
per
il
cir-
sotto
corda per
gli
vetturino
tutti.
e della perdita
delle gioie
di
vesti e
danaro per
,
nelle
232
ROMA
AI.
IkAMONkO
vill.i
1>K1.
SEITKCF.NTO
osterie, a teatro, a
i
liurg^hese e
lungo
il
Tevere
barcaroli che
le
]eia
Non dovevano
manto
.
por-
sacco
*i:*
.iifergo
utEciale
donne curiali
per-
al
quale competeva
di rilasciar licenze
:
vigilarle, e
specie di
pur imporre una tassa speciale tassa che ora, modernamente, dovrebbe
,
una
dirsi
\dVsercizio
ma
che pu vantare,
la
sia
pure indiretimpe-
ci che
presupponeva
visto,
i
tassa
cara
all'
rator Vespasiano.
E,
come abbiam
,
venivano usufruiti per sistemazioni edilizie i). E dopo morte T ingratitudine umana negava ad esse la sepoltura in luogo consacrato. Relegava le loro salme in un luogo d'infamia un triste cimitero presso
,
,
:
i)
Ricordammo
1
gi
che cosi
si
provvide
ai
mig^lioramenti di
da Pio
Cos
\'
cinn inipensis
la loIl;j di fjucl
CICISHKI
AMAIIM
Kit:.
KU:.
23;
tra la Pcjrla
i).
L^Iuro
(\iA
torto
>
cior
in
un
l>rcvc
spiiziu
Popol*
Horghese
avevano assunto una posizione... non ecjuivoca. Ma ni>n dovevano esser rari anche degli accomodamenti molte torse ne scampavano. M.i se pure c'era in pr(jposito una qualche larghezza non mica molto spazioso quel tratto di maiiche questa larghezza non pot presso il Muro Torto giunger mai, ne mai giunse in questi ultimi secoli, alveramente eccessiva adottata, sia pure in l' ampiezza via d'eccezione, durante il Rinascimento. Proprio un
:
grand
Si
decollet della
morale
in
proposito.
afferma che
la
metta venisse tumulata sontuosamente nella chiesa di S. Agostino. Fece bella fine, et ho visto in Santo nei attesta 1' Aretino Agostino la sua cappella
suoi Dialoghi.
Ma
pi notevole
la
il
imperia,
bellissima Aspasia
,
romana
in
*
sia
pur
splendido
il
mammifero
i
di lusso
tanti
modo magnifico
suoi
con-
temporanei ed
fastoso
pi
pi specialmente
il
Agostino Chigi
Angelo
del Bufalo e
car-
Questo luogo deriva tale denominazione ria un tratto di muro (opus reticnlatum) che serviva <li sostru7one ai giardini di Nerone o della Casa Domizia che era al Pincio. Vi si seppellir griustiziati impenitenti fono quasi sino al '60 le meretrici ed tra questi vanno ricordati Targhini e Montanari.
i)
,
234
ROMA
Al.
C'olocci oil
il
il
UanII,
molti
etcetora morta
is
agosto
ed
1512, tu, previa apostolica benedizione sepolta con mt)lti onori nella chiesa di S.
Celio in un
di (riulio
Ci
^
^icchis^imo
monumento
deg^no di una
regina
.
si
chiamava Lucrezia. Ma proprio quel nome di Lucrezia, che diamine, non andava; e preImperia efri assumere quel bel nome di battaglia classico ed anche appropriato bene, perch essa con il suo fascino e la bellezza sua tu una vera dominadei pi notevoli uomini del trice e consolatrice suo tempo. \'ero che Fausto Evangelista Capodit'erro satireggiando lo mut in Emporium : ma deve averlo
Veramente
deluse.
La verit si che essa, colta e gentile quantunque notoriamente qualificata come cortigiana , anzi n^j r quasi onorata da cardibile meretrice fu adorata nali, da principi, da vescovi, da ambasciatori, da banchieri, da artisti, da scenziati e da preti. Adorata ed
,
onorata.
la
nel ricco
sua salma
se
monumento
in cui
venne raccolta
si
fosse scolil
pita,
di
come
un
si
insistentemente affermato,
ricordo
di certo
venne
ai
inciso
che
vi
rimase sino
i)
Questo ne
il
il
lesto
Imperia
Cognati era
cop^nonie della
nomine rarae inter homines formae spccimcndcditvixit annos XXXI dies XII obiit MDXII die XV augu-
<n
lv);i
\|: \
|\I
IT.
235
colo
W'III,
che
esaltava
cjueslo
,
il
nale bellezza
i).
ripeliamo
una chiesa:
S. (fregorio
Celio.
Convicn
peraltr(j ricordare
in
Rinascimento,
bellezza.
sti.
Cosi
hi
ha precisato e
riferito
D.
e<l
il
Ciiioli.
Il
(jiiale
osserva
(inalilo sia
in
cosi portato
poich
unicamente perch beila, nonostante che inier houines formae specimen fosse una dedid ; apparve tra gli uomini campione di rara l)ellezza. Questa Imperia la stessa cos simpaticamente ricordata
Imperia
perch
bella,
cortigiana. Rarae
<
corti-
ai
suoi giorni
stata
bella
senza
fme da grandissimi uomini e ricchi amata credo che la maggior parte di noi, o per udito o per vista abbiamo conosciuto... Era la casa (di lei) apparata e in modo del tutto provvista, che qualunque straniero in quella entrava, veduto l'apparato ed t)r<line dei servidori credeva che ivi una principessa abitasse. Kra
tra le altre
sala
eh' altro
di
(juesto ornatissimo
chiude con questo aneddoto curioso: In camerino condusse... 1' ambasciatore del re Spagna. Egli veduta la donna che era bellissima, di lei e delle
la
novella
si
sue
pompe
e dell'apparato forte
si
basciatore
si
volt ad
un
dicendo
non
ti
dispiaccia, pe-
ciocch
non pi brutta cosa del tuo viso >. e chiudiamo F^ poi che ci siamo, seguitiamo con due notizie strane
(juesta
noia
27,6
KeMA AL
il
Concilio
il
di
e pi
li
strinse
governo
emanando
Quel suo mausoleo dc^uo di una rej;ina sembra sia esistilo con la sua iscrizione e in (luella chiesa sino ai primi del 700 e ne sia stato rimosso nel 1775 {|uando (juesta fu in j;ran parte rinnovata. Venne allora disfatto ma da ritenere che poi con principali elementi suoi ne venisse ricostruito un altro consimile. Per un tal nuflis. Lelio Guidiccioni canonico E sapete per chi ? di S. Maria. Cosi nelT urna ove si raccolsero in onore ed in riposo estremo le l)elle membra della bellissima Imperia si andato a cacciare un sacerdote. Che non si svegli e non lo sappia no... o sogna troppo o ne scappa via L'altra notizia, poi/)- la boiiue banche, (juesta Imperia aveva avuto una figlia che and maritata a Siena. Hellisslma anch'essa, se ne invagh quel triste umo del card. Raffaello Fetrucci, governatore di Siena. Visti vani suoi tentativi di averla con le
; i
buone
egli fece
imprigionare
il
marito e invit
:
lei
a recarsi in papo' di
chiese un
si
tempo
;
per prepararsi, e
fu
si
riusc a salvarla
ma
del
cardinal Cornaro,
giustamente
Micheli, cosi
cele-
quanto che questa donna fu figlia d'una pubblica e famosa meretrice che fu Imperia, cortigiana nobile di Roma . Gi una specie di Lucrezia romana. Ma cjuesla d' Inperia come abbiamo fletto, si salv anche e senza che la soccorresse il consiglio, che per quella di Colatino risult troppo tardivo... dello Sgricci. Pur anunirando tanta virt, se ripensiamo che Lucrezia era stato appunto il vero nome di
brato et quasi preposto
al
fatto di Lucrezia,
battesimo
rabile
di
Imperia
si
fatto
mi-
una specie
Dispreza
cac-
madre
si
di
nome
e di fatto
ClCISr.l.I
AI'.AIIN!
KTC. KTC.
237
severe disposizioni,
come
si
quelle che
abbiam
ricordate.
si
{jucl
che
pe.i"g'i(),
nel '700
questo regime
a])-
plicava, o per lo
meno
tali
*
ma
pure a quelle
difjamazioney
{?.')
apparissero
anche per
sef/iplicr
quantunque non
del nwrelricio ^
si provasse
i).
Vero
fatto
pi
appaal-
ma
in
sostanza
la
norma imperante
siano
.
.
salv'e
meno
(li
il
le
apparenze,
di
Donde
l'allevamento; l'incremento
:
donna a doppio, anzi a multipli effetti prototipo della donna cauta, ma equivoca!
questo tipo
.
il
d'Espinchal
Fra esse molte sono veramente bellissime grandi e di torme assolutameote statuarie sono infinitamente
:
compiacenti,
ma
altrettanto
poco rassicuranti.
le
ferite
<-
inguaribili.
il
si
una sola
classe
della
strati
tutt' altro.
Esso
ed esiste
come
fra le
scudo posano da modelle all'Accademia . Triste spada di Damocle, questa anche se esage,
impenitente
che
per
il
nostro
gentiluomo
fu salvo.
quanto sembra, ne
Ma,
i)
Bando generale
Stamperia della R. C. A e Bandi generali da osservursi di comnissione di X. S. Benedetto papa XI\\ Roma id. 1754.
Roma,
23^
ROMA
noto,
AI.
come
al
non
anche il brutto tiro giuocatogli dall' infame boiteuse dt^ SoUuse risparmiarono le disastrose conseguenze che toccarono di cui, con arguzia tanto invece a quel tale inglese vivace il De Brosses ha narrato le tristi vicende,
quale peraltro
numerose
tali
signori abatini
Ma
passiamo appresso.
CAPITOLO
Quos Deus
l'KRCIlk
VII.
coniunxit....
NON LASCIARLO VIVACCHIARE IN PACE?! UN TANTINO DI OIRITTO CANONICO IL CASO GRIMALDI-GOZZADINI QUELLO DELLA BELLA LANFREDUCCI IL CAUSONE DELLA DUCHESSA
LA DORIA l'inizio del PROCESSO E LA SUA IMPOSTAZIONE RECOGNITIO CORPORIS DI LEI E QUELLA DI LUI LEI CANIL CASO DELLA DUCHESSA DE 'CARDIDA, LUI POTENS UN DENAS MADDALONI QUELLO DELLA MARI - SPINOSA SONETTO DEL MONTI.
: :
JCira,
^siliss imo
rissai
tenue, cedevole,
il
bene
inteso,
allora!
"vujicolo
co-
nuigale.
ammogliati
s,
ma
nemmeno
di
parlarne
240
ROMA
di
i
Al.
RAMON
rO DEL SKTTKCENTO
principi
empechent pas.
Non creava
doveva,
di
meno impedimenti.
vincobj matrimoniale
per siffatta
e,
almeno per
Nossignori.
allora
si
assalti
che
in-
tendevano e spesso riuscivano ad una soluzione pi radicale che non quella che offrivano il cicisbeismo l'annullamento et similia: una soluzione assai radicale
del matrimonio.
:!c r;<
-^
in
Chiesa come
un
anche
adesso,
norme
intendimento dilungarci nelT esporre le norme regolatrici di materia siffatta. Ci limiteremo a dir solo quanto crediamo necessario perch meglio sia compreso quello che andremo a narrare. E per
nostro
Non
questo non occorre che facciamo troppe ricerche nelTarmadiuccio dei nostri ricordi universitari per ritrovarvi e presentare, un p spolverate alla meglio,
le
che
fra
quattordici impe-
dimenti che
la scolastica definisce
come
dirimenti del
241
modo
assoluto, altri
modo
relativo,
importano
la
nullit o l'annullabilit
del vincolo
quello
dell'impotenza,
coendu
e,
per dirlo in
latino,
dcW impotenti a
quella
E come
tale considera,
non solo
dir cos
erga
omnes, in
ma
pur quella
sortita.
diremmo, un carattere personale nei rapporti della coppia male asrelativa, cio
avente, quasi
Questa relativit personale, che consente la richiesta non consumadello scioglimento del matrimonio to anche nei casi in cui l'elemento maschile del binomio coniugale, pur risultando un marito inattivo ed inadempiente, tuttavia capace di feconde vittorie
in altri
di
territori,
rende
legge venga
invocata a
provvedere, non
aspettative ed
di atassia
solo a
ai
casi
una specie
non abbia
fioriti
sen-
ma
anche
l'immo-
da qualche inciampo postovi da deprimenti ed insuperabili antipatie personali. Gi: anche nei casi nei quali il non fatto costituisca semplicemente
bilit sia derivata
un
fatto personale
negativo!
!
E
sito
propo-
una certa larghezza condiscendente, ne risultava come osserv anche Stendhal una specie di
16.
Bandim Roma
242
ROMA AL
quel regime
la
indisso-
matrimonio.
una specie di divorzio. Anzi convien notare che il provvedimento cos consentito dal diritto canonico , nell'essenza sua, anche pi esauriente dello stesso divorzio, perch, mentre questo scioglie un matrimonio, che peraltro si considera essere stato gi valido ed esistente e solo successivamente dichiarato
Proprio
:
risoluto,
il
considera e
di-
matrimonio come non mai avvenuto e quale una semplice, falsa ed evanescente Nullo . Niente di tatto. parvenza. Ci, peraltro, solo nei casi di matrimonio rato e tion
chiara in
tali
casi
il
dall'unione consa-
Se questa innovazione fosse avvenuta, il diritto canonico aveva ed ha qualche rimedio, ma non pu concedere, neppur esso, una sanatoria assoluta. * Quos Deus conitcnxit homo non scparct^. 2^Ia la Chiesa li separava, e, specialmente a que' tempi, non sempre nei soli casi, nei quali, cos provvedendo, si intendeva compiere il distacco o l'amputazione di un ramo assolutamente morto.
specifica del suo stato
quo
aiie.
che ave-
e documentazioni scandalose
una specie
di privilegio,
persone ricche e
capisce.
si
le
famiglie pi cospicue.
si
processi
243
Ijisogno
i).
diciamo pure
aveva bisogno
***
di
lubrificanti
Il
la
moda
di questi
o,
j^rocessi
Roma
dai genovesi
meglio,
vi sia di
vero
in di
questa sua
simili cose,
di
che,
parlando
dame
Genova.
o
che traduciamo,
patico scrittore.
Si
luti
due
risori-
chiedenti
l'altro
senza
allora tuttavia in
di
importante
nel
delle
pelago
una farraginosa
Il
primo era stato promosso dalla Grimani, allora moglie t?i partibiis del conte Gozzadini di Bologna.
non intendiamo escludere che la Chiesa consentisse anche nei casi che interessano persone prive di mezzi. Essa accorda per ci una specie di gratuito patrocinio , quantunque a differenza dell'abuso che, per debolezza, suol farsene della magistratura italiana non permetta che questo favore si tramuti in un privilegio di chi nulla ha da perdere a tormento di tanti galantuomini pi o meno facoltosi che debbono cedere o depauperarsi in interminabili spese a fondo
i)
Con
ci
e consenta d'intervenire
perduto.
244
Il
Brosses
che
E
cos
narra
il
de
per
il
suo
ufficio
pu
tutto, in
simili
intiesi
accontentandola
ramente.
j)u
divenuti inseparabili
cui
un
altro
!
rotoh^
roiitt'cs di
abbiamo parlato
questo non era un segreto: se ne tacevano molti commenti e anche pubblicamente. In un giornale di
apparve uno stelloncino di cronaca alquanto ma ler sera si data la lizioso, perch cos compilato prima rappresentazione dell' opera Siroe, musicata da
:
Roma
(raetano
J.atilla
i)
nenza il cardinale Albani, che aveva passato l'intiero pomeriggio in casa della Grimani per trattar ai affari con lei.. ha onorato di sua presenza la rappresentazione ma poi, sacrificandosi anche con la privazione
, ;
di
il
il
De Brosses giustamente
disse
uomo
era
in
pro-
Bari nel
alla
17 13,
morto
a Napoli nel
maestro
vatorio
eli
Consersua
(Iella Piet.
sta Siroe
nomanza. Pi notevoli
rope.
Don
Calascione.
QUOS DEUS CONIUNXIT.,..
posito, n
245
siffatta
da
sentirsi
molto offeso da
ci
maliziosa
n pare
che
cj^li
tenesse
molto
i)!
Ma
con-
la
La seconda signora
r annullamento
del
matrimonio era una Lanfreducci una fiorente ed imponente giovane di venti anni modellata meravigliosamente e bella come un angelo. Bisogna proprio dire che la malattia di suo
suo
Una
il
quindicina
di
;
giorni or sono
e
si
rimaritata
con
piccolo Sampieri
Ma
rienza,
questa volta
la
si
ripe-
perizia
me!..
dica
al
sicuro
le assicurazioni
On
a fait un
romme du
fiain
d'Auguste!
per ci i) Alessandro Albani era nato in Urbino nel 1692 aveva allora una cinquantina d'anni. Goethe ci ha narrato di lui e lo abbiam gi un aneddoto, che, se vero, caratteristico intelPeraltro al suo mecenatismo ricordato in pagine antecedenti. ligente e da gran signore si deve la fondazione della bellissima di cui abbiamo pur fatto cenno. villa Albani oggi Torlonia
:
Avremo occasione
di riparlarne.
246
Il
importante, perch
duchessa
di
da suo padre che, disperando di aver figlioli da questo matrimonio, avrebbe voluto rimaritare sua figlia ad un altro Doria, suo parente, che sembravagli
a ci,
credo che
s'
illuda
figlia
(commenta
il
De
Bros:
non
ma debbono
!
un
vero anafrodisiaco
Essa venuta in persona a patrocinare questo suo processo. Male malissimo una grande imprudenza perch il suo viso ed il suo aspetto costituiscono un documento defensionale per il povero marito. Quando ]'ho vista l'altro giorno in un ricevimento in casa del cardinale Acquaviva ho detto subilo che il processo poteva decidersi guardando 1' etichetta del sacco. Il povero marito lotta strenuamente l'afifare gli preme, se non altro per tanti occhi di civetta di cui pieno
!
e riluccica
il
forziere.
di lui
Mi hanno raccontato
si
quest'aneddoto: (Juando,
fermato in
i)
il
nome
i)
di
questa citt
gli
questo un
Con una
ma
sar
glisser....
(JUOS
DKUS CONIUNXI
T....
247
])(t
lui .
Doveva esser ora in cui lo bel pianeta che ad amar conforta sembra faccia un aj)p(>llo di tutte le forze mol)ilizzabili. Doveva essere \\>t'. jirossima all'alba
l'albetta
...
^la di questa
sciare
il
boccaccevole
fortuna
meglio
la-
tradu-
zione,
anche perch ci perderebbe. Accortosi, dunque, della novit, envoya, sans perdre de temps, reveillcr, au milieu de la nuit, un notaire et un mdecin, pour dresser procs-verbal. Ces
gens-ci, fachs de voir troubler leur sommeil, s'ecri-
rent
mal
Au
Eh
mon Dieu
contraire,
est,
est-ce
que M.
le
due se trouve
leur
ils,
rpondit-on.
Eh
bien
puisque cela
reprirent
s'ecria,
Le pauvre plaideur
En
effet,
s'est
trouve chauve
Vien da sorridere
raltro
creduto
di
di
la
sua
mano
irreparabilmente...
** *
De
il
Brosses prometteva
alla
processo promosso da
si
questa
genovese, pel
quale
facevano
tante cabale
24S
Si
duchessa vincer
avvertiva
!
nonostante che la pubblica opinione non le sia molto favorevole. Si osserva che ci ha pensato un po' tir.!! dopo dodici o quindici anni di matrimonio . Ma il de Brosses non ha potuto mantenere questa sua promessa, che il processo si protrasse assai pi
che non
la
sua
p>ermanenza
Roma.
Iniziatosi
nel
il vecchio Lorenzo Cor1736 sotto Clemente XII sini 1) dur ben cinque anni e tocc a Benedetto
l'
per
riferiva,
ma
si
anche per
parso
circostanze e
le
mo-
mente notevole,
opportuno fare indagini in proposito e offrirne qualche altra notizia alla curiosit dei lettori. Bene inteso, qualche notizia soltanto,
il
e\itando
simili
dalla
voluminosa posi-
la scritta
ry^i
Joann
Ma?t
trimr>mi - inUr
D'm
f.^annem
Andmm
ah
Auria
r)
fii
Da
il
occupava come meglio poteva delle cure dello stato, ma firmava all'oscuro In sugli ultimi del suo regno il conio che egli volle adottato per le sue monete portava questo motto Nos EST PAX che avrebl>e do\-ato significare non v' tregua per l'inilegio. Si
!
quit.
Ma
lo spirito
Non
est Papa,
anno X, volendo
Sono
dieci anni
che non
Qfos DEUS
prificipissam
cr>xiuxxrr...
249
.la-
merosi
atti
scritte dalla
marchesa
Tursi
duchessa
di
indubbiamente
di Clarafuentes e dodici
dalla
dalla
risolta
prodotte
quale, cosi
le
contiene, a\Teb-
non
solo di fisiologia,
ma
pur
di p-.
niale.
Eccone
tratti
pi caratteristici.
Donna Teresa
posa, nel
lora conte di
and
al-
1726, a Giovanni
Loano.
convivenza coniugale, non solo non era nata prole ma peggio ancora, sembra ^le questo don Giovanni vera antitesi del suo omonimo Byroniano non avesse saputo o potuto far nulla di quanto sarebbe occorso per procurarsela, legittima, bene inteso, dalla non awenentissima sua sposa.
dieci anni di
,
!
Dopo
Questa fini per stancarsi di tanto torpida attesa, e del troppo lungo protrarsi del conflitto tra volere e potere, nel quale si esauriva ogni attivit del suo consorte; e ne elev apert .nza. Ma per consiglio dei .-:: confessori j negata in caso contrario che le avrc
l'assoluzione nel
febbraio del
1736, sotto
pretesto
d'infermit,
si
si
mento dei
matrimonio.
250
ROMA
AI.
causa
due
religiosi,
ragioni, pi
oppor-
tuno chiedere la dichiarazione di nullit del matrimonio per ditetto di libero consenso nella conclusione sua, anzi che per le anomalie su accennate. Avrebbe dovuto figurare che il padre aveva coartata la volont
deUa giovane inducendola a sposare quell'uomo, che era suo parente e che essa non avrebbe voluto come marito. Il padre ve l' avrebbe costretta allo scopo di beni rimanessero nella famiglia. E in assicurare che questo doveva esservi un qualche fondo di vero. Come si vede, quei due religiosi precorrevano l'indirizzo, che ora sembra preferito in siffatte cause, pel
i
quale
si
evitano
le
difficolt di
accertamenti
di fatto,
si
ri-
non sempre facili, ma sempre scabrosi assai, e sparmiano molte seccature. Si entra nel campo,
indefinito nei suoi confini
; ,
assai
ele-
della valutazione
di
menti intenzionali ed il giuoco riesce pi facilmente certo pi decorosamente. E pur sembra che siffatto indirizzo al processo tro-
non assenziente, rassegnato il marito. Cos, almeno, avrebbe evitata una penosa discussione e una pi penosa valutazione delle sue doti ed il pericolo di una triste squalifica. Strano e caratteristico si che non volesse consenvasse, se
tirvi la
genza
oltre
duchessa,
la
in cui forse
!
un decennio che 1' annullamento del matrimonio venisse richiesto e dichiarato per quell' altra ragione qiwd impoUntiam. Ma, a quanto risulta dagli atti, quegli esp>erti legali
:
assommavano
le
deluse attese di
(JL<)^5
DKLS ONU MI
di
251
conformarsi, neirim})ostaredatto da
nd memoriale
luglio
si
quei
che
lO
ij^^y,
mandato da
il
Roma
chiedeva che
mrtiis niiisa
latino,
processo
inilitntt-
cio, per
per
manquesto
canza
ili
Peraltro, iniziate
indirizzo,
il
resipiscenza.
Xon consentiva
pi l'annullamento, nem-
meno
glio di
Amore
il
quel
tal
risveglio
e
anconetano
la
che
in
ne aveva rianimata
stesso o
la
coscienza
fiducia
di ci-
Chi sa
insorse inopinatamente
e,
la
ragione ed
pretesto
la
adottato
da
c|ucgli
ecclesiastici.
Ed
intanto
duchessa, accor-
tasi della
impostasse
sull'ar-
gomento dell'impotenza, chiedendo o una dichiarazione di nullit o una dispensa super rato i).
*
Il
**
le
persone interesil
Papa
(jiiesta
(re-
Per comprendere
il
valore
e<l
il
significato
di
for-
mula
rato
matrimonio semplicemente
(luesta terminologia legale,
252
gnava ancora Clemente Xll) volle che la cosa fosse trattata e giudicata da una Congregazione particoiare
di
la
prima proposizione
le
il
5 di-
cembre
si
raccogliessero tutte
prove
guenze denunciate dalla duchessa, ordinando anche una corccognitio corporis (la perizia medica) su entrambi niugi, da farsi per la donna in Roma e per l'uomo a
i
Piacenza.
La duchessa
ed ebbe
chiarato
illibato.
e,
il
agosto 1738,
e di-
la
il
Il
un po' ingiallito, forse, ma signor duca ebbe, anche lui. il suo esame
suo candore
:
con
Il
la
potens.
X accessit
fu
complicava ulteriormente. Parve per ci necessario ricorrere alle prove testimoniali e interminabile fu la serie dei testi che vennero sentiti. forse perEd in essi il signor duca don Giovanni appare ch insuperbito di quell'attestato di idoneit
caso
si
;
come
doti
vinto da
virili,
una specie di megalomania sulle su( tanto si compiace nell'ostentar le sue brafasti
suo
omonimo Tenorio
somme
In Germania duecento
e irentuna,
-
i-
Ma
in
Ispagna son gi
mille tre.
QUOS DEUS
CON'IUNXIT...
253
Nemmeno una
chessa
:
nemmeno
diceva
una
invece
e la
le
incontaminata dupurtroppo
1'
!
Ma
il
troppo stroppia
dei testi
prova
gli
riesci
male.
le in-
contraddizioni e
congruenze
da
lui
indotti.
Avrebbe dovuto
!
La signora duchessa,
glio
:
me-
una verginella.
seconda proposizione il 22 agosto 1739, venne ordinata una nuova ispectio corporis del duca divenuto intanto principe di Melfi da farsi in una citt dello stato pontificio ed in giorno da destinarsi. Il signor duca sub questo nuovo esame ed i quattro medici esaminatori lo dichiarain Jesi rono, concordemente, anche questa volta idoneo. Si vede proprio che aveva ragione il de Brosses lei, un perfetto anafrodisiaco era colpa di lei Il 5 dicembre di quello stesso anno avvenne la terza proposizione della causa. Dei venti cardinali, costituenti il consesso giudicante, nove si dichiararono contrari allo scioglimento od annullamento del matrimoPresentata
causa
in
nio
gli
altri
Fu
il
la
quarta.
14
gennaio 1741.
Illibata
s,
ma
Quat-
istruttorie
siffatte
non
n a
stancarla!
54
li
cosa
si
era troppo
K
da
di
si tini
parte la
prendere invece
V.,
illibatezza di
donna Teresa,
fu rescritto:
Finalmente
nonostante
il
dissima curiosit
Gli avv^ocati
loro
si
capisce.
del
stessi
memorie
che,
quando
eseguita
1'
inspectio
corcit-
come un av^venimento
sava su questo povero esaminando, con commenti ogni genere. Eppure se la cav
!
di
Tra
quelli
bre Ursaya.
Molti
riferire
;
altri
sarebbero
che potremmo
tutti si
ma, un po' pi un
meno,
rasso-
migliano.
I)
il
concesso
i
Papa
di
matrimoni, per
conseguibile
ma non
sia
con
rafo,
procedure
legali,
ai
peraltro limitata
cio non
casi in cui
matrimonio
sia
senjplicemente
cotisuuiato.
<>l
n^ DKl
etj.Mt
NXIT
-DD
avvenne proprio novali anni di cui specialmente ci occupiamo (1787-88) e che lece gran chiasso, poich ebbe una grave ripercussione diplomatica, anzi politica il caso della duchessa Maria (xiuseppina de Cardenas, che volle, in Napoli, l'annullamento del matrimonio da lei concluso col duca di ^laddaloni.
Merita forse
di
E
di
di
di
Ma, poich questa sentenza ebbe la sanzione del Re Napoli e ci fu ritenuto dal Papa come un'illegitinvasione
delle
tima
che ne che peraltro tenne mosse reclamo a Ferdinando IV ne nacque un conflitto assai grave, che rese duro pi aspro il dissidio gi insorto allora fra le due Corti per il tributo della chinea che il re di Napoli, per conattribuzioni
sue
cos
siglio del
al
pontefice.
La Corte
sit
vare la nullit
sentare
di
^linistero napoletano
mentre ordinava a quell'arcivescovo di non permettere che donna Maria Giuseppina passasse ad altre nozze. E perch il vescovo disobbedendo rilasci lo stesso le fedi di stato libero alla duchessa, ne ebbe da Roma rimprovero vivissimo. E nello stesso tempo, con breve epistolare, Pio VI
nullit di atti,
256
matrimoniale in vigore di quelle due sentenze, che non era legittimamente sciolta e che badasse bene, prima che fosse ratificato il giudizio, di non avviluppare s stessa, la
la
conseguenze di un nullo ed invalido giudicato in materia s importante >. Ma non riesci a spuntarla. Kra gi iniziato il periodo
di
I
rapporti fra
le
le
due Corti
si
inasprirono cos
che
Scr-
furon rotte
relazioni diplomatiche.
vanzi
che
1'
abate
diplomatica, e quasi
solo per-
ch pretese pubblicare alcuni brevi riferentisi a questo caso matrimoniale, ricev un brutto congedo dal governo di Napoli e dovette tornarsene a Roma i).
chiudiamo questi ricordi con un breve cenno al caso di un'altra genovese concittadina perci, ma assai pi bella, della duchessa Doria che in sul tra-
monto mento
ottenne lo scioglisiffatte,
coniugale
per
sembra
anche pi gravi, insufficienze maritali. Niente di speciale dunque: ma lo rende interessante T inter\'ento di un poeta il Monti ed il ricordo che ce ne ha tramandato lo Stendhal. Era questa la bella Maria Geronima Mari, genovese, sposa del marchese Paolo Francesco Spinola. La Con-
i)
Cfr.
Tavanti
op.
cii.,
voi.
Il,
cap. \'III.
OUOS DKI
i^rej^azionc cardinalizia
l.i
(ONU
25
NXir...
257
il
era fondata
e
insufficienze
del
marchese consorte
diede
luogo
le
ad
uno dei
soliti
non per questo merita esser ricordato a preferenza di tanti altri, s bene perch sugger a Vincenzo Monti un sonetto, che Stendhal afferma cui venne recitato tla monsignor Colonna * delizioso e che noi diremmo, col permesso di monsignore, alquanto audace, dedicato alla giovane e bella
Ma
genovese:
Genova
i)
i).
Per
celebre
scioglimento
di
matrimonio
in
Ecco
il
soneu).
Ma
rise intanto
il
verginal Pudore.
Or
Ligure Ninfa, ed altra insidia ha tesa di Ciprigna il figlio. ben farallo, che alla dolce impresa
Per vendicarsi
Fia sprone
il
Il
anche
l'ar
troppe
e,
tra esse,
(jnello
si
Ma
ed
poeta, allu-
dendo
lui
tivo ed esclusivamente
modo
17.
Bandini
Roma
al
258
ROMA
AI.
IKAMtiMO
DKl.
SKTTKCKNTO
Questo sonetto,
intimato
lo
vana occupazione
r capitato
di
del
talamo coniugal(\
in
\-ersi
non
tutti
!
sentir
posta
che versi
l'insufcienza
si
sua.
Senza
i
di ci quest'av-
venimento
tanti
troppi
si
come
noto,
per-
ed evolo
luta o
come annotava
e
Stendhal,
del
go-
verno repuV)licano
a
Roma.
In \ero
non
di
un processo scandaloso ed era domandato solo dalle persone della pi cospicua nobilt. Ma le abitudini in
proposito eran tanto radicate, che, quando
le
autorit
di
un
preteso nullo, che dopo otto giorni giovane romano spos la sua amante dalla quale aveva avuto tre figli . Questo ricordo valga a placare e riabilitare mani
i
marchese cantato, se non decantato, dal Monti e e quelli del povero duca, che ebbe in Ancona risvel'cspace glio ed illusione s rosea, ma tanto effimera. d' un iatin e anche meno
del
^d^3iL v^^
CAPITOLO
La
**
\'II1.
Settimana Santa
,,
1[-
LETTORE AVVISATO LE CERIMONIE DEL GIOVED SANTO >! LA LAVANDA E LA CENA DEGLI APOSTOLI LA BENEDIZIONE UFFICIO DELLE TENEBRE LA CROCE LUMIl' PAPALE SEPOLCRI ANCHE LA REPIBHLICA ROMANA NOSA IL SAIL VENERD SANTO IN GRAN BUCATO DI COSCIENZE GLORIA IN EXCELSIS IL PONTIFICALE DEL BATO SANTO GIORNO DI PASQUA LA BENEDIZIONE URBI ET ORBI.
:
<i
Il
titolo di
Il
lettore sa
gono
le
quali
erano a
interes-
E
santi
queste
perch rievocano
260
da
mezzo secolo quasi dv lutto scomparso, ma che allora si svolgeva con tanta magnificenza da richiamare spettatori da ogni parte d'Europa e costituire uno dei (lo?/ del loro programma.
non maligno, volterriano se pur non vi dispiace o. come oggi deve dirsi anticlericale. Se l'argomento non vi gradito, saltatele queste pagine. Chi sa che non ci rivedremo insieme a Venezia, ove, se mai, incontreremo il Nunzio tabarri , le pontificio aggirarsi mascherato fra
, ,
di
Venezia...
se
haute
ed impartir,
A coloro, a
,
che notizia sul modo col quale si svolgevano queste cerimonie quando esse eran diverse e maggiori di quelle dei nostri giorni (gi anche prima del '70 aveano subito modificazioni e menomazioni) dichiariamo che
queste annotazioni del d'Espinchal non hanno alcuna pretesa di far concorrenza al libro del Cancellieri, che
pu
o
la
dirsi
salvo
ma
il
le
il
libretto
spiegazione
i),
dell'
opera
di
quel
grande spetimpressioni
tacolo
contengono ed esprimono
i)
Cancellieri Francesco
:
Settimana Santa nella Cappella pontificia, Roma, 1789. Cosi pure, pu vedersi Delle pontificie funzioni della Settimana Santa e del
solenne pontificale di Pasqua
,
Gae-
TA.NO
e la traduzione
dall'ai).
1.
molte note
ed aggiunte,
E. Pascal.
l.A
SKl
IMANA >.\N1A
201
assai
ad eventi ancor pi notevoli! alcune di queste cerimonie un carattere, per cos dire, di attualit es. la Ijenedizione papale dalla loggia ]).
:
esterna di S. Pietro.
non mi scmljra inoppurtun<j (juesto capitolo. Ma, in ogni modo, il lettore non vero ? avvertito. K a chi questo.... genere non piace tacile il rimedio saltare queste pagine. Trover poi pour la botiic boiiche, altre notiziuole alquanto diverse... siamo intesi si parla delle Qui principali ceriCf)s
monie, e solo
tempi.
di quelle della
settimana
santa
a quei
* **
Come
riti
noto, la
,
dierum sanctoni/n
e
X Ilcb lomada
solennit dei
,
la
della
sua
significazione
religiosa
J/aj>r
comincia
Cristo in
//ebdomada
con
la
Domenica
1'
delle
Palme, de-
stinata a ricordare e
di
Ges
ad onorare Gerusalemme.
ingresso trionfale
Ma
coled
non
di
si
si
Pertanto pu
Santo
riodo
inizii
delle
intende come
la
memorare
morte
questa settimana
la
la
passione
in
Ges.
Chiesa sospende,
Da
lutto
,
questo giorno
r uso
delle
segno
di
campane
e ad esse sostituisce le
202
ROMA
AI.
* troccole
od
campane non
risuo-
neranno
esaltare col
scampanio, l'inno testoso di gloria Gloria in excelsis Deo con cui la Chiesa acclama e esalta annual-
mente
rito della
supremo
Viatico e
intermi V
benedi-
oblio santo,
destinato
dei catecumeni.
Ma
ha assegnato
il
cerimo-
pompa
lora,
regale
rende,
misto
di sacerdotale e di
lo
e tanto
meglio
faceva
al-
magnifiche o solenni.
dal Giovali Santo cominciano
le
E appunto
*
annota
Oggi
egli
dice
nelle
il
si
Gioved Santo
passa o
di
al
una
Vaticano o
assistere
San Giovanni o
Tra
in
altre
chiese, per
alle tante
cerimonie ecclesiastiche
questo giorno.
si
i
esse
notevole
quella
che
compie dal
grandi
at-
Papa
freschi
di Raffaello
la
Lavanda
e della Ce?ia .
i)
Il
d'
Espinchal
c.i<iiil<j
n
in
etiuivuco
ritenendo e dicendo
compiva
:
qualche volta per dar pi sfogo alla folla, si fece nella Cappella Clementina, avanti la sala dei palafrenieri. Pio VII, per evitar gl'inconvenienti della calca
solo
eccessiva. disp(jse che
si
compiesse
in
.San
Pietro.
I.A
SKl
riMANA SANTA
263
il
Essa
si
Papa
stesso lava
e lo
e dalle
on
cui
il
abluzione.
Poi,
dopo esser
,
stati
oggetto
onore
grande
ed eccezionale, questi tredici vecchi passano in un'alove trovasi apparecchiata una suntuosa tra sala
mensa. Vi
si
mente
i
piatti
con
le
vivande
***
In vero eran
stiche.
si
che,
dove si compievano, era disposto un apposito palco di due ordini perch potessero assistervi sovrani, il corpo diplomatico e la nobilt di Roma. Quella della lavandai che liturgicamente vien
nella
sala
detta
//
Mandato
perch
Prima quando il Papa abitava al Laterano la si compieva nella basilica di San Lorenzo ad Sancia Saiictoriim, o nella cappella di San Nicol al monastero di wSan Martino, quando risiedeva a San Pietro. Poi, da che il Papa fiss la sua residenza in Vaticano, si fece sempre nella Sala ducale che per 1' occasione veniva tutta apparata con damaschi rossi e
, ,
trine d'oro.
E
lica
costituita
dalla
formalit
si
non
assai
del tutto
simbo-
per
quanto,
capisce,
ridotta
della
204
ROMA
AI.
che non
ma
:
come
di
dice
(cos
il
ecclesiastici
\'ll
ed erano
Essi
la
varie nazioni
ai
si
dovevano
Apostolici
j)r'
il
sentare allo
dei
Palazzi
quale
li
visitava
li
la-
vanda e, cos ripuliti, li passava al sottoguardarobiere, che provvedeva a vestirli del costume di rito. Poi si recavano nella sala della cerimonia e si disponevano seduti, tutti in fila, su di una specie di banco alquanto elevato per modo da posare il piede sopra una tavola o panca, che trovavasi all'altezza di una balaustra. Cos si evitava a coloro che procedevano alla
,
funzione l'incomodo
di
chinarsi.
il
Air
trono,
inizio della
e,
cerimonia
Papa
discendev^a
dal
banco ove erano allineati questi ecclesiastici. J.o Stufarolo denudava successivamente a ciascuno di
il
essi
piede destro
il
ed
il
un jussolante
atto di lavarlo
in
;
cappa
rossa, lo
cospargeva e faceva
da vicino, a questa cerimonia, ce ne ha lasciata questa descrizione, che, salvo alcuni parattenzione
e
LA
licolari,
SKTTIMANA SANTA
y)ii
265
al>l>.istanza rsatla e
ricca d
quella
(U*l
d'Espinchal.
poveri
ej^li
dice
sono
di
bianco, ber-
anche essi bianchi, che servono ad un tempo da calze e da mutande e che in basso sono aperti o scuciti sul di dietro per consentire che, senz'altra manovra, ne possa escir fuori il
retta (quadrata e calz<jni,
piede destro
al
momento
della lavanda,
i)
Sono seduti in fila su di un banco elevato ecc. Il Papa accompagnato dai suoi assistenti, dei acqua su quei piedi. Il Papa li quali uno versa
1'
asciuga,
li
che
daglia
scudi
berrettone
in testa
l'asciugatoio,
e,
*.
2)
d'Espinchal) quella
cena festino*
e
il
ecclesiastici
che, se-
condo
il
simbolismo della
liturgia cattolica,
.
dovrebbe
ricordare la
Cena
degli apostoli
i)
:
Il
costume
da G. Modi
che
si
conf)one
calzoni
di
con
cinta
cappa con cappuccio che si allaccia nel petto, Iterrettone alto con hocco tutto di lana bianca. La fodera della cappa e le mostre della veste sono di seta bianca >. ma il biglietto valeva molto meno 2) La medaglia era d'oro
;
266
Il
Pi preciso
e da vicino
nia.
proposilo
riu-
scito a tccarsi in
bene
c<jsi
osservare
vicende di
stessi
questa cerimo-
Hgli
dice
che
quegli
ecclesiastici,
sono poi condotti nella sala vicina, ov^e si dispongono, tutti in tla, lungo un solo lato della tavola imbandita, con il dorso rivolto contro il muro.
festeggiati,
Poco dopo sopraggiunge il Papa che, scortato ed assistito come nella cerimonia precedente, procede alla
lavanda delle loro mani, versando,
egli stesso l'acqua
un
asciuga-
mano ed un
fiori
altro
mazzo
di
fiori
ma
questa volta di
rossi.
risiedono.
E
in
allora
il
Papa,
di
che
di
glieli
presentano
li
ginocchio,
tavola
piatti
ricchi di
vivande,
dispone
sulla
innanzi
tre
ciascuno
di loro
quei commensali.
suc-
ciascuno
:
cui stanno
di
uno
di
vino rosso.
tutto
il
a ci specialmente addette,
poteva assistere al pranzo dei cardinali assisi ad una tavola sontuosamente imbandita. Ciascuno (ii essi ordinava ci cl>e preferiva e gli veniva
i) In un'altra sala
si
portato su di una piccola < asstte > dal proprio domestico, che
lo serviva e
riposti in
un
piccolo
nt^lie
cofanetto
come
gi
si
usava
mense
dei
il
sale
pepe.
LA
SE'rnMANA SANTA
>
207
si
compieva
di
la
gr.nule cerimonia
San Pietro
di
uno
in
vero
si
im-
ponente.
ra-
luogo
qui
lungo e
(ioved
al
Santo la cerimonia con cui si mettono sepolcri e che rappresenta il simbolo dell'inumazione di (res.
questa funzione
sepolcri
a
si
zioni scenografiche,
tjuesti
tomba simbolica
:
(il
ta-
il
Sacra-
mento.
Questo
gran
si
e l'Ostia rap-
presentante
corpo
di
pompa
preparato nella
Cappella Paolina.
appunto in occasione di questo trasporto il Papa faceva una sosta nella Loggia di San Pietro, donde con grande solennit impartiva al popol<j la benedizione od assoluzione generale. Ed ecco, come dicemmo, qualche cosa che appunto
in
ha assunto carattere di attualit. Nel giornale del d' Espinchal ne troviamo questo
c[uesti giorni
:
ricordo
*
il
Papa
San
Pietro,
donde
in
268
ROMA
AI.
TRAMOMO
DKL SKllKCEMO
magnifico
cor-
apre verso
la piazza, nel
si
mezzo
citt,
affaccia per
impartire
al
benedizione apostolica
intero.
al
popolo,
alla
mondo
auguste
solenni
ceri-
monie che io abbia mai viste. La grande piazza di San Pietro e l'ampia e lunga strada che vi immette di fronte sono addirittura gremite di popolo una innumerevole quantit di vetture ammassata, in dense file, a destra ed a si:
magnifiche cavallerie leggere pontificie: casacche rosse con galloni di seta gialla. E pur di gente sono
coperte ed affollate
le
colon-
nato che
*
il
Lo spettacolo ha una grandiosit indicibile, meravigliosa. La calca immensa e da essa si eleva un mormorio grande e rumoroso. Ma, non appena tutto vestito di bianco, circondato dai Sua Santit
cardinali
mantello rosso
apparisce
il
ma con
sottana e
si affaccia,
d'un tratto
verso
un
son
Santo Padre
sono attenti
ed intenti a riceverne la benedizione. E, non appena questa viene, a voce alta, proda mata e con largo gesto impartita, tuona il cannone di Castel Sant'Angelo, tuonano, rispondendo come
eco dagli estremi punti della
citt
dalle
vicine
LA
colline,
<
SKTTIMANA SAN lA
t-
260
della citt
litri
cannoni,
tutte
le
campane
il
suonano a
il
festa.
pi imposi
nente,
il
pi religioso che
possa
mai vedere
intanto dal
sommo
:
del balcone
si
gettano
to-
i^dietti
si
d'indulgenze
migliaia e migliaia di
*.
braccia
Nel pomeriggio
delle
si
tcio
Tenebre
che
si
compie
nella
Cappella
Sistina,
eseguito, in
quest' occa-
musica del t'amoso Miscrere i). Il d'Espinchal, che in tatto di musica non sembra fosse un buon gustaio, non se ne dimostra molto sod sione,
la
disfatto
tutt' altro.
Anzi dice con tutta disinvoltura che ne ha provata una specie di delusione, perch gli sembrata nel suo insieme niente pi interessante della musica che
i)
cos
alla
tale
si
Settimana Santa,
spengono
il
secondo
si
Vangelo, seguirono
morte
di
Ges. Ouest'l'fficio
cio del Saitnus misericordia^ chiude col canto elei Miserere Misereri in musica, che pi 1 Miserere mei. Deus) di David. oltre solitamente si cantavano nella Cappella pontificia, erano quello di Gregorio Alquello classico e famoso del Palestrina
legri e di
primo del secolo XVil, il secondo '21 del XVI li. Poi nel tu dato per la prima volta, e successivamente spesso eseguito, quello di Giuseppe Baini.
Tommaso
Bai
il
270
si
ROMA
AI.
Ma
ben diversa
dall'
tu
teaubriand
audizione
E, pronto sempre a
titillarsi
talismo romantico
dal quale peraltro sono derivate anche pagine meravigliose! ne ha tratto ispirazione Egeria M.me de sua per scriverne cosi
alla
beli'
:
Rcamier Ecco
pella
sono uscito
e sentito
si
in
questo
momento
all'
.
dalla Cap-
Sistina,
dopo aver
il
assistito
.
Ufficio delle
il
Tenebre
e le
Miserere
Moriva
giorno
distendevano ed appesantivano a poco e gi di quello a poco sugli affreschi della Cappella michelangiolesco si distinguevano a pena tratti principali. Dai ceri, di mano in mano che venivano spenti,
ombre
con l'estinguersi della loro fiamma, come una immagine della leggera nuvoletta di fumo bianco vita che le Sacre scritture assomigliano ad un tenue^
saliva,
fumo.
I
il
Papa
pro-
sternato innanzi
altare.
La
mirabile preghiera di
era
penitenza e
di
misericordia
si
che
succeduta
tratti
alle
elevava a
in
mezzo
silenzio
ed
alla tenebra.
il
Ed
io
r anima tutto
grande
degli
mistero
per
la
redenzione
memorie sue
...
!
Oh Roma
Quanto
di-
>!
IM
271
nessuno pu dire se il ricordo di ({ueste mistiche emozioni sia j)oi perdurato in lui cos
Pienissimo
!
Ma
(piello,
che
eg"li,
compiadi
^/-
onore
o anche
le gaj/es
commesse durante
Roma come
segretario d'am-
San Pietro
ad ammirarvi uno spettacolo imponente, che vi faceva accorrere un'infinit di gente e pur molti artisti, che
si
trasto di luce e di
ombre
fra le
magnifica architettura.
Una
meno una
nell'
ventina
piedi, era
dell'
campata
cos
in
alto,
sospesa
ampio vano
arco
crociera.
Ed
era
1'
luminosa
da diffondere, essa
sola, luce in
tutto
immenso
edificio.
i) Abit allora prima al palazzo LancelloUi vicino al 1S03 Tevere, poi, con M.nie de Heaumont, che vi mor, in un appartamentino presso di Piazza di Spagna- Quando nell'ottobre 1828
ritorn a
soli
Roma come
mesi
ambasciatore
la
di
Francia
sette
ebbe
Ma Jemtesse (Calman-Lv>', memorie del conte d'Haussonville 1SS3) risulta di quanto fosse gi scaduto il fasto brilante che vi aveva sfoggiato il cardinal de Rernis
2-^2
Nessun
questa
in
aria,
immensa
stissimo
croce, che
luminosit in quel
va-
ambiente di tenebre, costituiva uno spettacolo veramente mirabile e, per cos dire, suggestivo. Si afferma che l' invenzione di essa sia dovuta a
Michelangelo.
quanto luminosa, non bastava a diffondere luce sufficiente in tutto quanto l'interno della colossali pilastri davano omjre eccessive ed chiesa eccessivamente amiche alle amiche... dei loro amici. E da ci, e dall' accalcarsi della folla derivavano inconvenienti, anzi sconvenienze, che indussero, salvo errore, Leone XII ad ordinare che non pi si ripetesse questa luminosa apoteosi.
Peraltro, per
:
La
festi
si
rivide
dedico
la
no-
ma-
proclamazione della
il
Repubblica romana
blica,
in
rivide
Repubanche
as-
queir occasione
dalla loggia di
San
Pietro. E. poich
Papa era
sente
profugo
o fuggiasco
la
benedizione fu imassistito
partita col
dal P.
o
ai
Ma
la
giornata non
finita.
un altro
.
Sepolcri
SKITIMANA SANTA
i.-
273
della
i-jordare
ed onorar
il
umiliazione
salma
di
res Cristo e
suo sepolcro.
La celebravano, e si celebra, in tutte le chiese troppo spesso con apparato eccessivamente scenografico e con lusso stonato di vasi di fiori, lumicini
colorati
,
caratteristiche
coccie
di
veccia
luce.
fatta
Per questa l'unzione la cappella Paolina in Vaticano era sontuosissimamente parata ed illuminata.
impossibile
illuminazione
pi
di tre
dice
immaginare
il
la
bellezza di
d'
Espinchal
ottenuta
questa
con
mila
buon
*
*
anche le altre chiese di Roma sono tutte, pi o meno, straordinariamente illuminate per l'esposizione dei Sepolcri ed consuedine di tare un giro per visitarle. Io non ho mancato di compiere, e in buona compagnia, la mia peregrina
Durante
la serata
zione
In
.:
* *
^*:
Ed
eccoci
al
\'enerdi Santo
il
un' altra
il
giornata
da passare
Pietro.
dice
d'Espinchal
tra
Vaticano e San
Vali-
funzioni
il
cano era quasi intieramente aperto al pubblico, che vi accorreva in gran folla e poteva visitare liberamente musei. gli appartamenti, la biblioteca, ed
i
18.
Bandini
Roma
al tramonto
cUl settecento
74
ROMA
AI.
In
San Pietro
il
una
infinit di gente.
le
cinque,
si
Roma
intiera
si
\'i
vedono arrivare
corporazioni
di
eia
pi diverse
peni-
di
altri
Vengono ad adorare
dall' alto d'
una tribuna.
si
poi vi
.
svolgeva
la
assoluzione
generale
Intatti
in
questo
giorno
si
compie
nella
Basilica
Vaticana questa caratteristica funzione, che riservata alle tre basiliche di San Giovanni, Santa Maria Maggiore e San Pietro, per turno, nei tre giorni di mercoled, gioved e venerd della
Settimana santa.
Essa di esclusiva competenza del Penitenziere Maggiore, che per ci ha facolt di dare l'assoluzione veramente brutti casi anche dei casi riservati solo in seguito a semplice confessione, e pure quest. alquanto sommaria. K la cuccagna dei peccatori maggiori Egli, per compiere questa funzione, sta seduto in una cattedra disposta su di una specie di palco o di alta predella che, per prammatica rituale, di tre
tlei
singoli peccatori,
per turno
gli
si
concui
con
LA
<
SKTTIMANA SANTA
^^r.ivi
275
ma sono
comprese, ben inteso, anche le peccatrici.... Il d' Kspinchal vi assiste e ne ha lasciata una descrizione, di sapore alquanto... volterriano e piuttosto azzardata
almeno
per un codino
:
come
lui
presso
una specie cattedra sopra un palco alquanto elevato. Munito una lunga bacchetta, con essa tocca penitenti
in
i
che
si
presentano
l'atta
genuflettono innanzi a
lui,
aver loro
dopo som-
mariamente la confessione dei peccati pii g'ravi. In tal modo, molto alle spiccie, vien concessa l'assolu
zione.
Anche
io
avrei
proprio
avuto bisogno
e avrei
ben volentieri profittato di cos discreto e cos comodo bucato della mia coscienza di peccatore. Ma mi sono astenuto dal vantaggiarmi di questa buona e facile occasione, anche perch tra quelli e quelle che facevano ressa per accorrervi, molti ne e molte vidi che a giudicare dal loro aspetto dovevano averne
di
1'
fra essi
ce
uno che mi produsse una impressione veramente penosa di ribrezzo e disgusto. Aveva una fisonomia assolutamente atroce, patibolare; e quando,
al
avvicinatosi
(xran Penitenziere
gli
sussurr
il
al-
r orecchio
il
sacerdote
ebbe come un sussulto ed un fremito di orrore. Purtuttavia anche in questo caso non manc di abbased il sare la bacchetta in segno di assoluzione
;
276
K<.MA AI.
ir->NM'.\I*>
1>1.L
SK'l'l
KCKNTO
peccatore
suoi,
a
purgato dai peccati e dai rimorsi avr potuto pensare, e forse anche por mano,
,
cos
*
<v
si-
sar
<.
*.
**
Intanto
anche
in
la
questo
giorno
si
ripeteva
nella
Cappella Sistina
cerimonia dell' Officio delle Tee veniva a cui assisteva anche il Papa nebre Miserer . eseguito di nuovo il Terminata questa funzione, il Papa discendeva, anche egli nella chiesa di Sru Pietro per recitarvi le
<^
la
Croce
la
grande croce
luminosa.
Il
d'
Espinchal
:
ha
cos
fissato
Y impressione rice-
vutane
*
-
Costituisce
spettacolo grandioso
solenne
era Pio movente veder questo maestoso vegliardo, che, poveretto mor in il /apa bello, VI, Braschi
,
com-
'
esilio
"
'
questo maestoso vegliardo inginocchiato nel mezzo immersa in una severa pedella immensa chiesa
,
nombra
pregar
fervorosamente ed umilmente,
cir-
<
'<
"
condato dai componenti del suo seguito, che, tutti, inginocchiati pur essi intorno a lui, pregano devotamente. Solo li rischiara la luce che si diffonde dalla
tutt' intorno,
la
quasi
im-
folla
LA
*
'^
SKiriMANA SANTA
mensa,
racecita
in
nante.
Ma non appena
allegria
in
,
il
<c
l;ito
<s
rumorosa
come
se
si
fosse in
.
[)iazza o
in
teatro,
anzich
luogo sacro
11
cerimonie pontificie.
I
provvedevano ad alcune
liturgia
es. la
funzioni caratteristiche
tutt'ora
l'
della
cattolica e che
benedizione del-
acqua del fuoco e dell' olio. Ma ci si effettuava anche allora, senza fasto solenne e senza l'intervento
del Papa.
invece che nella successiva Domenica PaChiesa squa quale compia cerimonia con
giorno
di
si
la
la
la
chiude
tratto
il
periodo
di
doloroso raccoglimento
,
d'
un
in-
fatta
esultante
glorifica Cristo
risorto
ed
neggia
alla gloria di
Lui.
opportunit o
di necessit
giorni
,
questa
settimana
sovraccarica di cerimonie
imdi
Ma
,
tant'.
mezzogiorno
so-
J-S
KJMA
AI.
IKAMONIM
la
1'
Dll.
MllMlNlO
al
lenne.
(li
E quando
funzione giunge
elevazione
poco precede
dolore,
di
momento
di
chi
il
al
Gloriti
allora
rito
di
lutto e
il
prorompa, fervido
mistica esultanza,
cantico di Gloria.
Gloria in cxcclsis
Ilosauia. Alkliija.
il
Allcliija...!
E
delle
lo
suono a
festa
il
campane
d'
un
triste
periodo di silenzio.
;
ad essa
si
con-
formano tutte le sue chiese. E prima fra essa quella di San Pietro in Roma la che allora vi provvedeva anche Basilica Vaticana con maggior solennit di quella consentita dai nuovi
tempi.
Air intonazione
ancor oggi
della
si
del Gloria
si
scioglievano
sciolgono
,
le
campane
gravi e solenni
grande basiUca che, suonate a lesta, salutano Cristo risorto e pur la resurrezione di nuove speranze
e di nuovi sensi di vita.
,
Ed
ai
dono come in un impeto di gioia le campane delrispondono da presso da lontano. citt l' immensa
:
da pi lontano rispondono le campane di tutto il mondo Nel lieto coro di squille festose sembra farsi intimad' un tratto, sonoro e vibrante tutto intiero mente, r alito mite della nuova primavera.
! ,
Allcluja
Allcluja
Ma
il
la
si
magnifico fasto della liturgia della Chiesa romana nel giorno di svolgeva nella domenica successiva
Pasqua.
SK ITI.MAN A SANTA
279
IlJ^apa con
])oncnte
pompa
,
sua Corte
scendeva
nella
basilica
di
San
cele-
cio,
in
quest'oc-
asione di una
meravigliose.
La maest del culto cattolico dice (j. Moroni anno assume tanta solenpoche altre volte in fra quanto ne mostra nei suoi riti nel giorno di nit Pasqua . E quando, al momento dell' elevazione, l'ostia consacrata veniva dal Papa sollevata in alto, in segno di
*
1'
,
canti inneggianti e lo
,
trombe d' argento che su dal sommo del tempio, prorompevano in note di esultanza, la liturgia cattolica raggiungeva una grandiosit di pompa e di significazione veramente sublime.
,
^ ^
-'f
Finita
e cos
,
la
messa,
il
Papa
accompagnato
corteo
at-
che
si
**
coronato del triregno, impartiva la famosa benedizione papale , concessa, non solo all'immensa
di l,
si
moltitudine, che
Gioved Santo
,
ma
tutta
pure, con
la
ame a
benedicente
inti^^ro
estesa
citt
mondo
Lri
et Orbi.
Non ne ripeteremo
compievasi
il
la descrizione,
demmo
28o
Questa della Domenica di Pasqua ne tlifferiva per maggior solennit, e pure per un iitimo senso tli festevolezza e di esultanza. .llcluja
*^^
!
E
nite.
parso an-
che pi opportuno rievocarne il ricordo. Ma ne abbiamo detto abbastanza et de hoc satis... Dea gr alias...! Ah dunque anche tu mi hai seguito, irriverente ma paziente, se pur scontento lettore, volteriano o anticlericale ? Se queste pagine ti sono spiaciute per quel tale odorino d'incenso che ti molesto, non farmene carico. Come hai visto, in tante altre, dove non 1' ho e' era, io non ce messo mi pare Questo mi propizi la tua indulgente benevolenza. E, veramente,
cosi sia
Amen
'
Afieu... !
CAPITOJ.O
lYli s e e
IX.
Ilan
e a
IL
LA Siot^t. AiA VIGKH!-; KimiN FELE-MELE DELLA VALIGLX DELLA VAPORI LA FOUIA PER I PROFUMI I DELLE ^L\NCE PRINCIPESSA BORGHESE IL HELLETTO NIENTE BELLETTO ALLE SIGNORE ROMANE QUALCHE ACCENNO ALLA MODA UN GIUSTO UN HELL' ARGOMENTO PER OMAGGIO ALLA BELLEZZA ROMANA UNA BELLA CHIUSA.
v^on
scasori
le
leste
ilella
Settimana Santa
finiva
la
romana
in Italia
presso
la
le
ultime
corse.
Passata
Pasqua
quelle cerimonie
ecclesiastiche,
Roma
cominciava a
spopolar^J__di forestieri.
rSj
kt'MA Al
iKA\l<'.\l
l'Il.
>1
IIHJNM
1
t
li
>
moda,
luogo
le
chiamavano
ed
sulla
Era il periotlo pr pizio per andarvi ad ammirare e godere la vita di questa citt meravigliosa, nel suo periodt) pi hello tleir annata le teste dell' ^i'iccnsd (Ascensione) e delle solennissime nozze di Venezia col Mare. Pertanto il nostro d'Kspinchal si decide, anche lui, preparativi del suo viaggio e prea partire: inizia para il bagaglio. E proprio come suol avvenire del contenuto, sempre alquanto ple-mele, delle valigie, cos egli raccoglie nelle ultime pagine del giornale romano, un p alla
lieto
:
ameno
Venezia.
al
particolari
del
nostro quadro.
e ricordi
ciare a
quello
dell'
incontro suo,
Roma, con
una simpaticissima artista sua connazionale. E questa una deroga al nostro programma, che ha inteso limitare questo volume quasi esclusivamente ad una rappresentazione d' amljiente, riservando ad un altro, pi o
meno
si
prossimo,
l'
animarlo
di
persone
ma
tant'. Ci
anche perch
nota
in
tratta di
una figura
di
d'artista
veramente
simpaticissima: Maria
arte col
Anna
Elisabetta
Lebrun, pi
nome
Mme
Vige Lebrun.
M
]/ appog-gio
torse,
I
'
I.
28^
autorevole
essere
del
pittore
di
M.iri.i
all'
l'amichevole intervoiUo
di
veva ottenuto
di
ammessa
i).
Accademia Reale
opertr
Francia
Cos, gi
prix de Ro/nr.
le
vero
notevoli tra
che par-
l'
abbondanza e
splendore del
colorito
di un'assai lusinghiera
]/ opera ulteriore di
quell'inesauribile ritrattista
ot-
che
il
ritratto
fu
la
il
dell' arte
sua
della sua
tocento quadri
aspettative in
Il
la la
dimostrano che
lei
beli' autoritratto,
nessa alla
che trovasi nella collezione anGalleria degli Uffizi a Firenze, ha una no-
i)
Quest'ammissione
iiun fu
senza
contrasti
che
il
appaiono
21
maggio
M.me
femne
la
Labille-Guiard
les
respect
Accademia, insieme alla sua rivale L'acadmie, excutant avec un profond ordres de son souverain, re(;ut la demoiselle Vig-ie,
dall'
:
ammessa
<
du sieur
M.me Adelaide
Labille
Lehrun, sur la rpuiation de ses taUnts, et des Vertus, femme de M. Guiard. sur
>.
Ma
sente
come un
alilo di
2S4
loriet
ROMA AL TRAMONTO
quasi
I>F.L
SF.TTKCKN IO
popolare, tanto
iifrazioso, e da
lutti
conosciuto.
Appunto
clial
a questo lavoro
attendeva quando
si
il
d'Espin-
venne
a
le
Roma,
e ad essa
riferiscono
questa
pii
annotazioni
interessanti
Il
* di
pittura e scultura.
Attualmente ne direttore il Sig. Mnageot, pittore che gode di una buona reputazione. Il governo acquist, per l'impianto di quest'Accademia, il palazzo che tu gi dei Mancini i), e che
i)
appartiene
ai
Salviati, al
Corso.
l'acquist a buodell'
Fu
di
Xevers. Luigi
la
XV
residenza
Roma
Questi occu;
pavano
ai
11
il
piano superiore
al
alloggiava signorilmente
ricevimenti
dell'
le soffitte
Il
il
direttore
de Hernis
l^asciata
al
palazzo
De
Carolis.
Solo pi
nella
tardi, nel
Accademia
trasferita
da Alessandro
Ottaviano Medici (Leone XI), che le diede il nome. Il palazzo oggi Salviati pass allora alla corte di Toscana, da questa a Luigi Honaparte, poi, successivamente, alla Regina di
Sardegna,
alla
Regina
di
Xapoli,
ai
cavalieri di
Malta,
ai
Bor-
ghese
e, in
fine, ai Salviati.
285
appartenne al duca di Polignac; e vi stanno alloggiati e mantenuti a spese del sovrano gli allievi pi distinti, che, a titolo di premio, sono (jui in.tndati da P.uigi per pertezionarsi negli studi loro.
poi
anche la signora Maria J.ui ,a Lebrun, che lavora con moltissima alacrit per esaurire l'impegno che ha assunto con la (Galleria di
vi alloggiata
Ora
Firenze.
V.
vado a trovarla ogni tanto; ed essa ha la cortesia suoi lavori. Cos ho pi^tuto ammidi farmi vedere rare il ritratto che di se stessa ha ora quasi ultimato
Io
i
Essa
vi si
il
dipingere
ritratto della
Antonietta
sua
Regina
di
Francia
Ilaria
protettrice. Io
un ritratto pi interessante e grazioso, e nello stesso tempo pi vero e somigliante di questo. In esso la Lebrun non ha procurato di abbellirsi, s bene ha
espresso nella sua fisonomia tutta
V animazione
e
l'ispirazione di un' artista assorta nel suo lavoro ge-
niale.
in-
ma
buon sentimento di riconoscenza, poich il ritratto della Regina che, come ho detto, pur compreso in questo suo quadro, risulter anche esso pieno di
grazia e somigliantissimo.
La Lebrun gode
e di
qui
in
Roma, come
la
artista,
di
una stima
bilit,
la genialit del
2S6
ROMA
suoi sensi
AI.
teri
eii
ramente ed aj^ertanicnle manifesta per l'ingratitiuine dei suoi coUeijfhi verso il Sovrano, da cui furono lutto ci concorri* a renderla, non tanto beneficati solo ovunque ben accetta, ma riverita ila tutti r
;
ricercata dalla
migliore societ
Ma
c' altra
ricco gentiluomo.
ci
ri-
un periodo in cui il e concetto della dignit umana era talmente ottuso per che mai si sarebbero fatte, se n(, tante rivolual settecento, cio
ad
zioni?!
era
talmente ottuso
anni
or
etl
in
arretrato (e tale
prendere e sentire quanto fosse contrario al decoro personale prendere, per ricompensa -di taluni piccoli servigi, come mancia quel tanto che, pi o meno,
si
prendere,
si
prendevano
il
le
mance.
]\Ia
Infatti
ricordo
Quando
raccomandati
ad una
signora
si
e
si
questo assolutamente
necessario, se non
vuole
rimaner
isolati
ci assai comode^.
Ma
il
che,
appena
comparso
in
una casa o
in
M
*
C:
I-,
I.
I,
A N K A
287
clu'
l'
indoma ni
la
t'.-
miv^lia , cior
4
il
apparso
tl<-
Vijstro
nome
la
la
mand.irvi
mancia:
cui
n(n
stoccata da
potete salvarvi, sr
non
il
con
almeno
si
tre o
che ci
ripet;
troppo s|)csso
lasciarli
in
tanto pi che
i
Ma
mal
altri
cui
tutti
si
palazzi in
faccia
qualche
visita.
Talvolta
ili
con un p
alla
di
meno
nelle case
guid.i,
e sta
* della
vostra
se
onesta,
avvertirvi
che
le
stava un testone
soKli)
modo
era assai
meno onerosa
l'invitato a
ne,
di
una
fila
la porte
pour
une trenne
pure una notizia che, cos, di primo acchito, potrebbe apparire una sciocca invenzione n nr-r \\ nieio
ecc(j
Ed
un' esagerazione
questa:
Roma come
Xap(jli
anche non
I)
Lalande
<>/>.
cit.
\'\
piiijv;.
15^-59.
^>
*
*
K<)MA
AI.
IKAM
si
.\10
1KI,
sK
IXKNll
piacciono anzi
ni.l
sopportano
il
pr)ruiii e
ili
che
l.i
persona
clu*
no porta corro
di
pericoh
a
tlisg-ustarc
le sig'noro e
lar
il
vuoto intorno
nostre
so,
Stenteranno
a
questa jirivaziono
dame
tli
Franai. i,
>
* abittiatc a
o di ambra; ma,
a
venendo qui
Roma, dovranno
rassegnarsi
rinunciarvi, so
accolte
E come
a crederlo
lo
belle
l'ianoi<i
stonterebje
sa
quanto
scie
di
la
incredulit
nostra sia
ora stimolata
dalle
j^rolumo che
lolla, la rotta,
signore e
il
non solo
di
cjuello
signore
Eppure
era vera.
d'
Espinchal dice
una cosa
convegni
alla
vera che
Si ricorila
di
il
di tostatori
caff in
piazza
Colonna, attorno
Colonna Antonina,
di
Marco Aurelio
condannon
altrove,
base
della
come
gi dicemmo, e non
il
abbrustolire
caff:
neppur
nei cortili.
E
>trana?
perch
era
spiccatissima fu in
secoli, r
Roma, specialmente
.
negli
ultimi
i)
Alessanuk"
p. 34.
.MctKoNi,
l'ir,
voii c
viandiiiiti
della
vecchia
Roma,
dei
rirurcrnio.
OhrItj-iV
,r
Font.n.i
-j.
IF
.'Uc
filr
J'.\<Cxr
iU ^i./i'.'7t'
Chiesa eU Oxyi/uU Jt
..
(riarirno
'^^
^^
,
)NA
e E L L A N K A
289
Questo basterebbe a dare un p di credito all'affermazione del d' Espinchal i). Ma egli pu invocare un testimonio assai autorevole
e ancor pi di
lui
mane
il
di que'
tempi
dame
ro-
ricordo, al solito,
acuta e brillante
scriveva a
gli
d'ironia.
E
:
il
de Brosses;
e
quale
M.me
odori
Courtois
sono convinte che in questo clima essi siano assolutamente dannosi, tanto da farle immancabilmente cadere svenute. Perci non se ne
un orrore invincibile
mettono mai addosso, in nessuna parte; e cos han un p rimesso alla moda quel tal odore... che piaceva ad Enrico IV 2). Peraltro sembra che questa repugnanza tosse, pi che una fobia, quello che oggi si direbbe una sugge-
i)
di
inconscia
reazione
la
al-
Rina-
scenza.
Borgia e persino di Caterina Sforza ne fanno testimonianza Ma anche in sul finir del seicento era venuta tra noi, dalla Spagna, profumi. E ce n'era un 'abbondanza sbaloruna vera mania per
i
moda
certi
bicchieri e vasi
d'
profumati
America,
specialmente
in
menzione
in otto lettere di
chesa Ottavia Strozzi e nella D. Carraroli. Nel regno della tnoda, N. Ant. 16 agosto
2)
mar-
Bellini
1910.
De
Brosses, Op.
i., Lett.
XLIV.
19.
Bandini
Roma
20O
stione, se
koMA
AI
IRAMoNlt) DKI
SETTECENTO
l'opi-
quale
ci
quest'aneddoto
in
racconta in proposito
casa Borghese, mi vennero regalati due magnifici cedri. Me li misi in tasca e andai a far la mia solita visita
Era gi qualche tempo che stavo in conversazione, quando, sopraggiunta Zitella Borghese, pensai che sarebbe stato carino di regalarle quei frutti.
in quella casa.
Ma
non appena
li
le
carit
esclam per
vede
confidai questo
carit,
mio proposito:
Per
io
nascondeteli, portateli
I
via: se
li
Mamm,
sala
Ed
portai in
una
ed
lontana, e ripresi
il
mio posto
discorso cadde su
quei cedri
che, per
sentirsi
allora,
ma
di
in
vero, era
puerpera
Presidente
d'
un tratto disse
tutto
il
male e
,
a buon conto
per
Ma soggiunge,
tempo
i
cedri
E
il
che anche
avrebbe potuto esser tostato nelle case solo, 1' torse, con avvertenza di lubrificare un poco quegli arnesi per modo non cigolassero, come cigolavano in coro Intorno alla colonna di Piazza Colonna. Ciononostante a Roma si producevano in notevole
caff
pomate odorose
le
'i
di
facevano
acquisto
ai
come
paesi
di specialit
assai pregevole
da portare
>.
e K
I.
i.
A N K A
291
Anche
fu
nelle
memorie
di
Casanova ne troviamo
assai espansive e
Il
belletto...
Le
Oh
io,
signore,
le
bisogno
di belletto!
!
s,
non mi aveste interrotto e prevenuto. Quantunque adesso.... Ma qui non si parla d'adesso, ma d'un
se
secolo
fa.
E
le
lo
dice
anche
di
d'
Espinchal,
il
quale annotava
che
signore
:
usavano assai poco di tingersi col rossetto tutto al pi adottavano il bianchetto. Lo dice anche, oltre il de Brosses, la maggior parte di coloro che ci hanno tramandate memorie di quei tempi. Lo afferma anche il Lalande che per, con una qualche malizia, aggiunge o lo applicano con tanta abi:
Roma
lit
da non
farlo capire .
proposito
tutti
accordo
tutti d'
cavalleresco lettore.
i)
Un
Fontana di Trexi. Ivi (i vasetti di manteca >) trenta vasetti di pomate assortite, disposti in una bella scatola a trenta scompartimenti, del peso di due libbre e mezzo,
meria Vandini) vicino
si
pagavano 50
paoli.
Lalande
op. di.
pagg. 145-47
202
ROMA
AI.
La moda del vestirsi e dell' acconciarsi La moda era, come abbiam detto, alla francese.
Era, per
di
cos
dire,
la
quella che
nel
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Rinascimento
la
aveva
delle
importata
che da
ed
imposta nella
Francia
finito
moda
come
si
si
sa,
ha
gli
per
dilagare in
ogni parte.
capisce:
su di essa affiorano
fioriscono
suadenti
sirene e
le
propagandiste
irresistibili
o devote sacerdotesse,
pi
Una
forza di
propaganda,
francese,
del settecento, la
si
moda
superato
il
periodo in cui
primato
dell' Inghilterra,
era
assolutamente
tra
noi
prevalente.
di
fatto
nella ricorrenza
dell'
Ascensa
(A-
Marco
in
moda
francese,
ultima
di
moda
Non
dell'
le
mutavano
del
l'ac-
conciatura. Cos
bandivano
le
fogge
figurino
ultima moda.
quest' esposizione era un uso che veniva dalla
Anche
Francia.
Mise
K L
l.
A N K A
293
la
si
faceva non
si
come
g'i
accennammo,
cos solenne-
principali citt.
Ed
al
in
proposito
ci
altrove
ci
occorse
:
Le sfarzose Ijambole che sotto nomi di grande e piccola Pandora gi nel secolo X\'II facevano mostra di s a Parigi, pubblicandovi le nuove
note
questo
confinare
pianoterra delle
i
la
inneggiava quale
figlia e Pizia
dell' Itale
donne Atntnone
si
affollavano
le itale
donne
dinnanzi in frotta
la cuffia,
le
L' andrienne,
nastricre
V itnmenso
ET* andrienne
fu
fogge pi diffuse. E che cos'era? Una specie di veste da camera formata da un ampia toga listata che scendeva dal petto ai piedi, ponendo, come scriveva il
Baruffaldi, in
*
modesta oblivione
204
ROMA AL
RAMON
io 1KL
SETTECENTO
t"
nero
(i)
se vero
almeno questo,
si
capisce
il
perch ebbe
Anche
il
ma
di
di
Carlo V; e
si
Prontamente si diffuse anch'esso per tutta Europa. E quando pareva che fosse per sempre scomparso lo si vide riapparire in
vertugadin, panicr.
vita,
mamme
2).
Moda. N. Antologia 16 agosto toga femminile ebbe allora un'enorme diffusione da che l'attrice Dancourt sostenne in quel costume la parte di Glicera nel dramma Andrienne di Michele Raron donde prese quel nome. Il Lemontay neWHistoire de la Rgence afferma che la moda 2) del guardinfante venne in Francia dall' Inghilterra, ma erroneai)
:
Xel
regtio della
1910.
Questa specie
di novella
in pro-
filo
di ferro, tutti di
un cilindro. seconda forma, adottata in Francia, era costituito di pi cerchi, ma di dimensioni diverse e ciascuno maggiore di quello superiore cosi che davano alla veste la forma di una grossa campana. Con questa specie di baldacchino , come lo definisce Girolamo Gigli nel Bratidano Vaticitiante la donna, al dire del Gozzi, veleg-
dalla persona le vesti dalla da per tutto ugualmente e con la forma quasi E questa fu la forma originaria, spagnola. Nella
giava intorno
Qual
caravella, con
immenso giro
E doveva
essere
ampio
C K
I.
I.
A N K A
295
Le signore
e
di
Roma
nelle
memorie
di quei tempi, troviamo anche questo Le signore di Roma, pur conformand(jsi alla moda busti di Francia, eccedevano nello stringersi entro
i
poderosamente armati
derivava una
dit di portamento,
Il
di
che ne
Lalande
in
aggiunge
generale
vero che,
avoir
ma,
torse,
n(jn
sar
stato
ont un air
femmes de
ohi
?)
un
un
air qu' on
indecent. Per,
est
ad
at-
tenuare
rusage.
la
boutade,
aggiunge
mais tout
tutt' al
relati f
Assai
di
pi in mattinata,
di
buon ge-
memoria che
una
festa in
Verona
meno voluminoso
quiete della citt
:
del consueto, ne
e dov occupar-
sene anche
la
suprema magistratura
della Repul>t)lica.
!
pyoi
p>en-
sando al presente... si neghi il progresso Cfr. D. Carkaroli 1. e. quflquf i) Nei ricevimenti che si sogliono dare in occasione iemps apres dei matrimoni vi gran concorso di tlanie romane e allora vi si vede ioiis qu il y a de plus Ugant datis la inlU, icnis le diamants de Rome, et laute l' api des plus belUs ioilettes. Cesi presque la seule circostance cu les Datnes portenl des paniers (oh quand y a des princes et rangers) ; car d'ail/eurs elles se soni
'
Cos
il
Lalande c^^.
cit.
VI, 134.
^gb
nere
ci
anche per
messa,
gli
uomini
il
farsi
vedere
in giro a piedi.
Andando
alla
si
facevano
accompagnare e
che non ne avevano, rimediavano col procurarsene uno, per cos dire, a nolo la tariffa consueta per questo servizio era un paolo (dieci baiocchi) che quanto
:
dire, oggi,
lesse...
mezza
lira,
alla
messa
1'
acconciatura per ci
pi
par che
fosse
sino quasi alla met del viso. Cos gli occhi n'erano
coperti.
fcio
Ma, a quanto sembra, non ne derivava sacrieccessivo, n ad esse n agli ammiratori loro per-
ch lorsqiie on les regarde on ne Iciir fait point baisser li vuc ; et elles fixent les yeux sur les hommes avec la derniere assurance Assai probabilmente X assurance
coscienza
della
propria
virt
piacere.
ulteriore notizia della
Qualche
si
moda
in
di
voga
tra le
dame romane
del penultimo
decennio
quel secolo
numerosissimi pu desumere dall'elenco dei doni offerti a donna Costanza Falconieri e ricchissimi quando, nel ij^i, si spos al nepote del papa, don Luigi Braschi. Tra quei tanti doni magnifici vi sono anche oggetti di vestiario indubbiamente capi del Eccone un saggio, dalla pubblicatutto dcrnier cri.
zione allora fattane dal Kracas, che riferisco testualmente. Giover anche a far conoscere la relativa no-
menclatura.
SI
">
J.
I,
A N K A
297
di
Un
a
sacco
(7't's/f
da
cantera)
tondo d'argento
tutto
con guarnizione
girgonzi
di
blonde
cristalli
d* argento,
ricamato
con veste
Cuffia.
come diamanti) raso bianco e gran fiocco di lama d'argento battuto, cappi simili guarniti di merletti, con
sfaccettati
di
(piccoli
Una
ossia di
Dono
di
co-
lor di rose e
sieur
si
pour monsieur , quelli in uso alla corte di Francia, ove Monchiamava il fratello maggiore del re) e sue
(*
il
Cappello promonsieur
penne
sopra
cappello.
Dono
(
gorio Salviati.
Pekin ) di stoffa orientale color di rose, suo Manicotto compagno, con Cuffia compagna con blonde e merletti finissimi. Manichetti eguali alla Cuffia con un ventaglio con manico d' avorio con intarsiatura di piccoli brillanti e rubini con
pelle miniata.
Un
sacco di Pecchin
Un
rali
Dono
di
d'
sacco
raso bianco
ricamato a
fiori
natu-
e lustrini
oro e suoi
del
con
Cuffia.
Dono
card. (-iovan
Antonio Man-
cinforte.
Una
di
Dono
Una
De
Zelada.
foderata di
zibellino,
compagno.
Un
Dono
sacco di raso
bianco
con
le
mostre
nella
ed ermellino.
Dono
298
Un
sacco di raso
Vjianco
ricamato
in
oro con
sua g-uarnizione a bordura, con Veste compagna, fiocDono di mons. Ferdinando Fantuzzi, chi e Cuffia.
governatore
di
Fermo.
Regina
ricamato
guarni-
{biondo-fulvo
detto
anche
biondo regina )
verdi, con
a fiori
naturali ed oro e
lustrini
Dono
d'
del
marchese
Una
;
borsa
di velluto torchino,
grande, da
Dama
argento
alle cuci-
di mezzo di lama d' mons. Nicola Angelo Maria Landini. Due abiti, uno di Francia di lustrino bianco con una magnifica e sorprendente guarnizione, e T altro di una superba Calanc di Slesia. Etc. Quanto alle acconciature del capo, tutti sappiamo
argento. Dono
modesta acconciatura l' cnJait adottata un tempo da Maria Antonietta, quando, durante una gravidanza, rimase quasi priva di capelli
femminile
(era un' acconciatura bassa
moda
dalla
capelli
increspati, e dietro
ai
uno
ciignon
di
di
macchinosi monumenti
arche
gli...
in-
quilini
satirico veneziano
chiamava
le
cora ascritti
la
al
libro d'oro.
Poi,
le
Rivoluzione, vennero
cuffie
M
cjuelle
/'
e E L L A N K A
299
hurnanitt
e,
Milano e, nonostante la tera rampo^'^na del Parini nell' Ode a Silvia, si diffusero in Italia. E anche a Roma dilaji^aronc^ nelle successive lor<i vicende queste mode vi concorsero anche le condizioni politiche che le derivavano dall' occupazione
179.5 a
:
apparvero nel
francese.
il
buon senso
il
buon gusto
Lalande
Quando,
il
1778-79
venne
tra
Roma, pare
che,
si
almeno come
acconciassero
modo
y en a beauconp qui sont frises sur les cts, comme les hommes chez nous et portent des bonnets en papillon qui avancent excessivement de deux cuts.
Non solo
Il
le
di
Fran-
cia,
ma anche
stoffe
dovevano essere
di
ci
marca
mostra
francese.
una dama che, invaghitasi di certa stoffa, come sa che di fabbrica italiana e non francese, la rifiuta. Come si vede, se pure sono cambiate le fogge del cos si chiavestire, la psicologia delle modanti
mavano
le
sciccone
di
allora
rimasta
la
stessa
***
Quello che certo
di
si
un bel
perfinire
le
di
Roma, comunque
fossero, pi o
meno elegantemente
300
deside-
anche dai forestieri. come lo sono adesso Sembra che qualche riserva si dovesse fare per talune dame dell' aristocrazia. Ma, come avemmo occasione di dire, questo doveva forse derivare dalla im-
portazione che
in
merosa di spose forestiere ed anche straniere. Con che signori romani non si dice che importatori non facessero e non abbiano poi fatto scelta ed acquisto di campioni spesso ottimi, taluni magnifici addirittura! ^la r elemento indigeno, presso che puro e certamente prevalente nel medio ceto, era, anche allora,
i
ammiratissimo.
E E
giustamente
se
anche
ci
occorso di dirlo,
di
non
certo affer-
ripeterla n sentirsela
che
la
bellezza delle
donne
di
Roma
anche dall'arte, che non ha bisogno di documentazione. Ma tra le tante che potrebbe esibire basterebbe il brevetto rilasciatole da uno che di bellezza, e specialmente di Rodin. Ed il suo il bellezza plastica se n'intendeva giudizio tanto pi importante perch esteso oltre
ha
cos gloriose
tradizioni, esaltate
ora di moda.
belle. Io
ne conosco
la
molte
giovani
come
alla
modelle
con quest' affermazione, con questo omaggio bellezza muliebre romana abbiam finito.
r.
1,
1.
A N K A
30
sia
dubitare
una bella
Dulcts in /nudo
commenter,
:
rasserenandosi,
qualcuno.
pour la honnc bouchc tore, e anche di Voi, ij^rnota, ed umana, lettrice mia!...
Cria,
certo di
ma
INDICE Di nomi
Accademia
di
Addison Giuseppe,
r>
6,
7.
Albani card. Alessandro, 228, 244-45. > Gian Francesco (Clemente XI), 228.
Albany Luisa Maria Carolina (contessa d'), Ali)ini mons. F'raiicesco, 297. Aldobrandini (Borghese) Vedi: Borghese Alessandro VI (Borgia), 4, 30, 62, 82-83.
22.
VII (Chigi),
I,
31, 63,
100,
145, 169,
170,
Alibert
(Il
conte
d'),
76,
lor,
:
129.
Teatro Vedi Indice delle princ. cose. palazzo, 156, 163, 165, 22S. Altieri principessa Livia, nata Borghese, 228. > Marianna, nata di Sassonia, 156,
163, 165.
157,
162,
> >
Ambasciata di Spagna, 16, 18, 21. Ameyden Teodoro (Deodone Hora Temidio), Angelelli marchese Giuseppe, 116.
Angelini (musico), 146. Andrienne, 294.
304
Aretino Pietro, 233. Ariosto Lodovico, 192, 229. Aubign (d') Francesca 191.
Auletta, 72.
d'),
214.
B
Baldi Teresa {Bellino),
11 7- 120,
125.
Ranca
di
Roma,
166.
Principi
>
>
Bardi, 62.
Battaglini
Teatro, 64-66.
mons. vescovo
di
Nocera, loi.
Beaumont (Madame
de), 271.
XIV
Binetti
251, 248.
l)allerina,
141.
Berardi
abate,
222.
io, 12,
56.
Bemis
cantante,
146.
TNIUCF.
DKI
NOMI
305
I^evilacqua
Hiron (duca
di
io,
13,
201.
Bonaparte
>
>
2S4.
Paolina, 271.
Ignazio,
115.
Boncompagni Ludovisi
>
Ippolita.
Vedi
Rezzonico.
palazzo, 166.
Borghese
Casa, 85, 151, 155, 162, 165, 175, 179, 182-84, 290. Agnese, nata Colonna, 159, 161, 173, 213, 217.
Marco Antonio,
Paolo, 211, 218.
Zitella,
173.
Borgia Lucrezia,
Boufflers
(Madame
Bracci Luigi
musico,
Braschi Costanza, nata Falconieri, 41, 173, 177, 20S, 228, 295.
Brooke N.
20, 21,
24,
Buranello, 136.
Butera
principessa
di,
66.
82, 83.
20.
Bandim
Roma
306
musico, 137.
Caniporesi G. Cesare
architetto,
di
84.
Venezia, 184.
Vedi
Maddaloni.
Emma,
III,
60.
Carlo
60.
15, 16.
19,
Anna
di
Maria, 21.
di
Cassa
Risparmio
Roma
74.
palazzo,
166.
Cassandrino, 107-108.
Castelbarco (Conte
Caterina
di),
Castropignano (Duca
II,
di),
120.
78.
Frittellino,
128.
159.
Ceroni, 103.
Cesarini
>
casa,
74, 165.
:
Vedi pure
Sforza Cesarini.
50.
'
Chartres (duchessa
di),
io,
270-71.
Vittoria (Lepri)
Vedi
Chigi
>
>
Casa,
162,
163,
181.
Agostino, 233.
principessa, 181.
Chiostra
cantante,
131.
307
Clemente IX
p
lor^.
129.
>
>
>
XI (Albani),
XII (Corsini)
228.
22S, 24S, 252.
XIIl (Rezzonico), 73, 102, 154, 147. 195. Xl\' (Ganj^antrlli), 73, 98.
Clarafiieiiies
Marchesa
di,
249.
Antonio, 228.
72,
Cimarosa Domenico,
Cochetta (La)
104.
cantante.
207.
Vedi
Gal)rielli.
Coigny Aime,
Colonna
p
Barberini. \'edi
Barberini Colonna,
66, 151-155.
Paliano
p
p p
Casa,
Agnese
\'efii
Borghese.
153.
Consolino
nuisic(3,
151.
125.
22S.
Casa,
Costaguti, 66.
Costanzi, 62.
Coulanges
Courtois
(de), 39.
(Madama
Cristina di Svezia,
i,
Cunich abate,
170.
Cybo
Franceschello, 179.
3o8
D
D'Ancona Alessandro,
201.
iiS.
Delessert
129.
De
Carolis
Palazzo, 166.
21S.
principi, 163,
164.
>
>
164.
Erizzo
>
(cav.),
ambasciatore
di
Venezia.
:
principessa
in
2S9.
Ottoboni.
Esclignac (duca
>
d'),
156. 156.
Elisabetta (duchessa
d'),
Este (Isabella
Fabris Marianna
Falconieri
>
ballerina, principi.
116.
>
donna Costanza. Vedi Braschi-Onesti Costanza. donna Giuliana Santacroce. Vedi Santacroce.
:
:
4.
Giulia, 4.
II,
Federico Augusto
Re
di Polonia, 156.
309
Fiano Teatrino,
>
106-107.
di).
:
Vedi Ottohoni. Cuigny. Fleur>' (duchessa de). Vedi Fontana Pietro, 52, 53. Fornari Gi^a, 228. Foscarini cav. Marco, 182, 217. Fouquet du Hoccage M. Anna. Vedi Boccage. Fragonard Alessandro Evaristo, io. 12. Cecchini. Frittellino. Vedi
(duchessa
: :
:
Gabrielli
Ganganelli
Vedi:
Clemente XIV.
Garcia Manoel del Popolo Vicente (Tenore), 122. Gavazzi don Alessandro, 272.
Genlis (Felicit, Stephanie, Ducrest de Saint-Aubin, marchesa di
Silen.), IO, 50, 51, 161, 206, 207.
:
Gentili Margherita
Vedi
Boccapaduli.
Voglia.
Giorgina
cantante.
II
Vedi
Giuseppe
Giustiniani Odescalchi
di Ceri.
Vedi
Odescalchi.
Goldoni Carlo, 72, 92, 143, 197, 200, 299. Corani conte Giusepp>e, 35, 122-34, 226. Gozzadini conte Ugo, 116. > contessa, nata Grimani, 22S, 229, 243-244. Gozzi Gaspare, 72. Grossi Gian Francesco (Siface), 67.
Guglielmi Pietro, 104.
Guidiccioni mons. Lelio, 235.
3 IO
nata Labille des Vertus, Guiard Adelaide Gustavo Adolfo di Svezia, 177.
2S3.
H
Haga
>
(conte di)
Gustavo Adolfo
111
di Svezia,
177.
Herder
Elettra, 170.
Goffredo, 169-170.
I
Imperia, 233-236.
Inghirami canonico
Tommaso,
128, 234.
Innocenzo Vili (Cybo), 179. XI (Odescalchi), 68, > XII (Pignatelli), 68, >
129,
194.
K
Kauffmann Angelica,
Keats,
8,
11.
21.
Guiard.
La Lande
,
(J.
di
nata
di
Savoia
Benedetto XIV.
Landini mons. Nicola Angelo Maria, 298. Lanfreducci Sampieri contessa, 239.
Lassels,
6,
7.
Lauzun (duca di) Riron, 206, 239. Lebrun M.me Elisabetta Vige,
io,
281, 282-86.
Legouz, 212-214.
3 II
Leone
(Medici), 62.
62,
XI (Medici),
179, 224.
Lepri marchesa Giroiama, nata Sampieri, 228. Vittoria, nata Cherufini, 125, 126, 138, 173, 228.
Lodovico
di
Baviera, 11.
:
Borgia.
M
Maddaloni M. Giuseppina, nata de Cardenas,
Maffei marchese Scipione, 72, 114, 115.
239, 255-256.
Maintenon Fran^oise d'Aubign, marquise de, Maine (Duca e duchessa du), 191-192.
Mancinforte card. Giov. Antonio, 297. Mancini Palazzo dei, 31, 284.
191.
Marcello Benedetto, 92, no, 118, 134, 135, 142-143. Marchesi Luigi musico.
Maria Antonietta, Regina di Francia, 206, 283, 2S5, 298. Maria Cristina di Svezia. Vedi Cristina di S. ^L'lri Maria Geronima Vedi Spinola.
:
Mariotti
musico, 131.
208, 209,
Marmont, colonnello,
298.
162.
Massimo
i>
T>
principi
Famiglia,
43, 44,
>
>
Fabrizio, 43.
Palli,
43.
>
Mastai Giovanni
Vedi
Pio IX.
312
palazzo, 66.
115.
Medebach Rosa,
>
>
> >
Alessandro. Vedi
Leone XI.
Medina Coeli (Duca di), 72. Mnageot mr., 2S4. Mendelshon Bartholdy Felix, Mengs Antonio Raffaele, 11.
54, 35.
Metastasio Pietro, 72, 78, 79, 222, 244, Milton John, 66.
Miollis conte generale Sesto Alessandro.
71.
Montagu (Lady),
5,
114, 22S.
Montaigne (de) Michele, 9, 14, 172. Monti Vincenzo, 41, 163, 257, 25S. Montesquieu (Charles Secondat, haron de la Brede Montesson (Marquise de), 207. Montevecchio (Di) Pompeo Camillo, 144. Monti Teresa nata Pikler, 208.
>
Montorio (Conte di), 217-214. > Vergine (Contessa di), 212-214. Moroni conte Alessandro, 195, 225, 288.
Mustafa Domenico,
125.
N
Narbonne-Pelet de Salgas, Maria Cristina-Vedi
Negri Girolamo, 236. Nivernais (duca di), 184.
:
Puy-Montbrun.
Nevers (duca
di),
248.
INOILK
lir.i
.N')Ml
i^i
o
Odescalchi (Casa dei principi), 163. don Baldassarre III duca
>
di
Ceri.
176.
donna Ottavia
Benedetto
:
Vedi
:
Rospijjliosi.
Onesti Vedi
Vedi
Innocenzo XI.
Hraschi.
Onorio
III,
263.
Ottoboni
>
177.
don Marco,
11.
32, 62.
Overl>eck Federico,
Page (La)
I)u
Boccage Marianna
108.
\'edi
Boccage.
Teresa
\'edi Bei/ino.
Pamphily Ludovisi donna Costanza, 30. Vedi pure Doria Pamphily. > p
:
Pandora (La),
Paolo
T>
163, 194.
II
(P.
III
(Farnese),
Patrizi-Montoro (niarchesi), 162, 163, 165, 167. > Cunegonda, nata Sassonia, 156.
>
Giovanni, 156.
Vergine, 212, 213.
>
Pecci Gioacchino
\'edi
Leone
XIII.
Vedi:
Innocenzo XII.
:
Pikler Teresa
Vedi
Monti.
314
\'I
\'1I
(Chiaramonli),
80, 81.
3,
262.
IX (M astai),
Pizzelli
Pizzi
Pompaclour
Porpora.
22.
Crislina
naia Narbonne-Pelet
de Sai
Rabelais Franc^ois,
14.
di),
Rambouillet (marchese
Ranuzzi
16S.
cardinale.
115.
Rcamier Jeanne-Fran^oise, 270. Rezzonico card. Carlo Vedi Clemente XIII. p Ippolita, nata Honcompagni-Ludovisi,
154,
165,
Richard
(l'abb), io.
marchesa, 173.
di),
Richelieu (duca
13.
19,
20.
Romanina
(La).
Vedi
Bulgarelli.
Rospigliosi Giulia
Vedi:
Clemente IX.
122.
169.
66.
marchesa,
117,
315
Sacramozz(i
cavaliere,
201.
y>
Palazzo, 31,
2.S4.
:
Borghese.
Sampieri Lanfreducci
conte
io.
e contessa, 245.
:
Girolania
in
Lepri. Vedi
Lepri.
Sassoni
Vedi
Altieri,
Massimo,
Sassonia
j>
Cunegonda
Marianna
C.
(Altieri).
Vedi
,
Altieri
>L
Savoia-Carignano
3>
Le
Savoia
phily.
164.
Leopolda
in F*amphily
Vedi
164.
:
Doria-Pam-
> >
Luigi Vittorio
^L'lria
Amedeo,
>
Teresa
Vedi
Lambale.
Sharp Samuele,
Si face
G. Francesco.
principessa,
154.
12S, 130,
Sisto
(Peretti), 63,
ir.
113,
139.
Schnorr Giulio,
3l6
Spinola marchesa Maria Geronima, nata Mari, 239, 256-257 Spinucci Clara. Vedi Sassonia.
:
Stael Holstein
(Madame
102.
de), 168.
Stendhal,
2,
28, 88,
195. 220,
229.
Tartini
Giacomo, musico, i37-i39Theodoli (marchesi), 4, 82, 179. marchese Girolamo, 74, 82,
j>
179.
>
marchesa, 173.
11.
117.
u
Urbano Vili
Usava. 254.
(Barberini), 125, 221.
Valence (Visconte
Vandini
di),
206, 207.
profumiere, 291.
Vittori Loreto,
125,
126,
138.
3n
191.
67, 69-72.
124,
w
Winckelmann Johann Joachim,
11.
Zacchiroli
abate, 170.
Zileri
Zelada (de) card. Francesco Saverio, 297. (contessa), nata Massimo, 43.
IINDICE DEI
Prefazione Capitolo I. L'arrivo -Gli
>
II.
III.
CAPITOLI
'/?-
alberghi
Le locande
lunii
Per
I
le vie
Il
Teatri.
.......
teatri
.
.
Corso
IV.
II
Capitolo
V.
VI.
La
Cicisl)ei
Abatini
ecc.
VII.
VIII.
,,
IX.
3lS
Le ultime berline La mancanza d' illuminazione delle vie Chi va di notte porti lanterna > Le diritto di girar di notte allo scuro tenebre ed servizio
equipaggi.
la
!
il
Il
postale complicato.
II
TEATRI
Pag.
59
Un problema non del tutto risoluto Regime non propizio in teatro Un pochino di storia Quella illustre pittima di Cristina di Svezia
l'Argentina
L'Argentina
precedente diplomatico
Oscurit prewagneriane
chi
modernissimi
visite e le
Un accomodamenti
Un
Il
Le
ricordo ed un esempio
Gli
Tordinona
burattini
Giulio
Ce-
Niente
donne
IV.
Il divieto
....
l'ag.
113
Bologna
delle
suoi
morta-
Bellino
e le sue metamorfosi
L'inopportunit di
musici >
i
questa disposizione
loro talenti p
ballerina
li
Zaira in
romana
La preparazione
sesso
dei
radosso di un
V.
uomo
di genio.
La vita
di societ e
il
Pag.
149
in
L' aristocrazia
generone
L'na
festa
magnifica
casa Colonna In casa Altieri Le riunioni di confidenza > Le serate di giro Choching Un salotto sj>ecializzato Un trionfo della democrazia femminile romana Poche cene o senza cena giuoco bocca paludi > e un faraone assai complicato Le cartes routes
x>
!
Il
ci-
Abatini Etc. etc Pag. 187 Chacun a sa chacune La chose La galanteria in quei tempi cicisbeismo Una marca che copre un vino faut se Mariti indulgenti: Leugoz robusto
\'I.
Cicisbei
j>
Il
pili
il
c;is(j
Il
I.MiK
!;
KKI >)M.\tAI<ll
319
!
lever
matin
ici
polir
les
trouvcr
jjli
vacantes
>
La concornon
renza di un
;iltn)
element<j,
aliali
Una
definizione; una
(ili
Le
cortigiane
Imperia
Gli el-
ee te ra.
l'ag. (jios Deus coniunxit \'ll. 239 Un tantino di diPerch non lasciarlo vivacchiare in pace ? Ouello della Il caso Grimaldi-Ci(jzzadini ritto canonico Doria L'iniIl causone della duchtssa bella Lanfreducci L:i recognitio corzio del processo e la sua impostazione Il poris > di lei e ([nella di lui: lei candida, lui polens Quello della caso della duchessa De Cardenas Maddahnii
!
Mari-Spinosa
\111.
Il
Un
lettore avvisato
papale La croce luminosa Anche L' utlcio delle tenebre venerd santo Un repubblica romana! sepolcri coscienze sabato santo gloria in exceldi bucato gran La benedizione pontificale del giorno di Pasqua sis
259
la la-
vanda e
la
cena degli
Apostoli
i>
la
benedizione
la
Il
Il
Il
Urbi
IX.
Il
et Orbi.
Miscellanea
Pag.
2S1
\'igee
i
:
Lebrun
:
La
stoccala delle
mance
La Borghese
fobia per
Il
profumi
belletto
Qualche accenno
alla
moda
L'n giusto
bellezza
romana
Un
COSE
Gli
Abati
Abatini, 219-227 La difticolt Quello di casa Lancellotti 224 zione 222-225 traprendente galanteria 225-227.
e gli
di
una
defini-
La
loro in-
320
Gli
Locande
21
14,
18,
di
15
21, 158
iMfont,
di
19,
Monsiii
Pw.
21,
22,
dell' CVj(>,
14,
172
del Montonf,
l'ilU de
;
Di Matite
,
/?<2w/<?/,
21,
d'Oro,
<^1J
Roland,
20
Caff
Smiller, 21 della Scalinata (Ramelli) 21. 32-36 - Del Cieco, 33 Metastasio, 32 Pctracchi, 33 Degli Specchi i2> Degli Scacchi, 33; del V'etuziano 32-33.
;
Madama
I^udres 19
20
di
Le carrozze e La L>erlina
I
berline 39-45 Quelle del card. Fesch 42-43 Massimo 43-45 1 II bastimento di Baz'iera 11-12 Le carrozze da viaggio 11-13. cavalier serventi ei cicisbei 187-118 Che cosa avrebbero dovuto essere e che cosa, invece, si nascondeva sotto quella marca 198-204 Effetto di temperamento 203 e
le
del principe
(Vedi
Ecclesiastici
De
Brosses
218-219
La
ed Abatini) Le
c^i
furberia >
Le-
gouz, 212-214
La costanza
:
festa iu casa Colonna 151-155 casa Borghese e Torlonia, Doria, Caetani etc. 155. Riunioni intime serali la loro modestia 156-59 Le seballi in
ricevimenti e
le
conversazioni >.
Le Teatri
Argentina
no,
146
Burattini 105-108.
Quelle signore
cle 237-238
Il
curiali
3-5,
Damo-
privilegio e la tradizione di
Piazza di Spa-
gna e dintorni 16-17 Le loro benemerenze edilizie 3-5 232. Ingratitudine postuma 4-5, 232-233 Una bella eccezione
233-335-
Le signore romane. La
loro bellezza.
un'autorevole riabilitazione
I i
La moda
Tedeschi
del vestire.
forestieri > a
Roma
5-12
Francesi 8-11
11-22.
Colonna
37-38, 290.
32
11
11
donne
116. 122.
6H-72.
mortadelle
La premire
La
fobia per
profumi
le
38, 290-91.
Ma
molto
^.^y^
"^
f'^i^k^iW^y
/la COLLEZfDNE%;
SETTECENTESCA^.
iUtnlra' I volumi in-8 pitc. tplenJi.f. con IAV"1o fuori tentu riyirtM!
l j!I
r iii.'iiiiiiiei-:i
tla
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Il
r,;i ir
'
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Il
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Sei
e curiosi.
>
co
peUfgolo
..
secolo dcciniollavo..
ormai.
la
Scllecenlesca
.
conia,
sobria
1
avole.
,^
ogni
bito
J^V
l
si
riconoscono
alle carat,
ristiche
&.
copertine
(lutano
Il
come
y
I
amici
7nrrQ
>>4
4*^
.fi.U'CLiCeftxfix
superbe uscite daua no^ra l.b,.,.. e Questa ScH.c.nl.^ca.... una delle cose p.ii I, de, Bodoni. prr eleganza di veMe gna delle trad./.om dei Manuzi e veramente degna allepoc; tutti ispirati (regi, dei pogiahca, ncche/./a di incisiom. buon gusto 20-4 21. IL GlORNAI r D'i FAI JA
-
>lum
A/cini
La Collezione
dalla
ijiKizi.
SeUecentesca....
in
si
senza dubbio
ultimi
una drlle
utili
pi
tutte
utili
iniziative
prese
Libreria
Italiana
questi
anni,
come sono
definiti.
le
raccolte
che
ab-
biano un organismo e
Si
pu dunque affermare senza l'ombra dell'esagerazione che se collezioni come Sandron si mohiplicassero in Italia, la nostra Libreria coopePerche rerebbe nel modo pi efficace al progresso ed alla diffusione della cultura.
quella Settecentesca del
mentre la raccolta ha un suo particolare organismo e diventa cosi una fonte preziosa volumi che la compongono manid'informazione per argomenti e tempi determinati,
i
festano una
simpatica autonomia
lungi
dall'essere fatti
tutti
sullo
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con-
di
monotonia
ed
ogni
danno
Il
Marzocco -
17-9-22.
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Il
Corriere della
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Sera
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davasi
Settecentesca
pi bei
la
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serie
volumi
la
densi di
semplicit
coltura e dilettevoli,
romanzi
che
all'
eleganza uniscono
difficile
escludono
pedanteria
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d'interessare,
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A. Pe.
Dal
Secolo XIX
.
di
Genova.
della
La
Collezione
testate,
settecentesca
dell'Editore
Sandron..
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dei
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ci
si
scrittori
che
valenti.
La
Nazione
di
Trif-ste
4-8-22.
LA COLLEZIONE SETTECENTESCA
diretta a
SALVATORE
DI
GIACOMO.
S. Di
Giacomo. FERDINANDO IV E
voi.
IL
Un
II
12 tavole.
12 50
III
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Di
.
.
voi.
V
V\
VII
\'lll
m-8
pici.,
pag.
308 con 14
lav.
L.
P.
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.
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.
8 XVltl
v.i
L
L.
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.
pag.
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Xl\'
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L.
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I
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XV X\
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XVII
Un volume in-8 picc. pag. 296. con 12 tav. C. L. CURIEL. TRIESTE SEITECENTESCA gine 310 con 15 lav.
A. Pescio.
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e. Bandini.
d'ambiente. Un voi. in-8 picc. pagg. 344 con 12 tavole. L. LUDOVICO FRATI. IL SETTECENTO ,A BOLOGN.A. Un voi.
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L.
E.
brunelli. un'.amica di
casanova.
IN ITALIA.
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da Katl
V^ossler.
E. E.
Dal volume
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Settecento
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