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IL

MANUALE

DI

/ EPITTETO
PAPI

TRADOTTO DA LAZZARO

TAVOLA

DI

CEDETE

TRADOTTA

DAL

M.

CESARE LUGGHESINI

LUCCA
DALLA TIPOGRAFIA DI GIUSEPPE GIUSTI
4

8 2 9

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AL DOTTORE

PIETRO MARTELLI LEONARDI

LAZZARO PAPI

el vv:

rileggere ct io feci, son gi alcuni an,

ni passati

il

Manuale
,

d' Epitteto in

una

tra-

duzione italiana

ni

accadea di trovarne in
imbrogliato ed

vari passi

il

senso non poco

oscuro; e cercatane quindi altra versione pur


in lingua nostra, io

non era ancor di questa

pi contento che della prima Per lo che, sebbene da lungo tempo io abbia tralasciato lo studio
delle lettere greche, mi

nacque voglia di risconil

trare
vi

da per me
le

stesso

testo

faticando9

sopra e

varianti lezioni paragonandone


scegliendone

e quelle che giudicai migliori,

mi venne fatta quasi senz avvedermene la


traduzione che ora v indirizzo

Voi che

in

questa citt vi siete tanfonor acquistato nel

guarir

le

corporee infermit

gradirete

io

ne son certo, questo piccolo;,

ma

pregevolis-

simo libretto che efficacemente insegna a sanare


i

morbi delV animo

donde prende

ori-

gine e forza una gran parte di quelle

Addio

Lucca, 22 agosto 1812.

VITA
DI

EPITTETO

poco

si

riduce quel che sappiamo di certo intorno


.

ad Epitteto

Egli nacque in Ierapoli citta di Frigia,

non molto

distante da
d'

Laodicea

d'onde trasportato

Roma

fu schiavo

un

certo Epafrodito
,

liberto di

Nerone e suo cameriere o ciamberlano

il

cui

nome
zop-

non sarebbe mai pervenuto


fosse stato

fino a

noi

se egli -non
.

padrone

d'
,

uno schiavo

s illustre

Fu

po

fin
;

da bambino
secondo
5

secondo Simplicio suo comen,

tatore

Nonno
gamba

per

le
,

catene di cui

un

ti-

ranno lo caric
dutagli in una

secondo Suida
-,

per una flussione ca-

e secondo Celso presso Ori,

gene

perch

il

suo padrone
,

seco
.

un giorno bruSi diede con in-

talmente scherzando

gliela

ruppe
,

defessa cura alla stoica filosofa

ottenne

poi dal
s

suo padrone

la liberta

ma

visse

sempre

povero

che nella sua piccola casa


letticciuolo e

altro

non

aveva che un
,

una donnetta di servigio

la

quale 'egli,

dopo aver
senz' alcun

passata gran parte

della

sua vita

solo e

servo

prese

finalmente con s affinch

nudrisse

un bambino

lasciatogli

da un amico

e die

per

1'

estrema indigenza de' genitori sarebbe stato ab.

bandonato

Fu

cogli altri filosofi scacciato di


s

Roma
,

da Domiziano, o per
se

medesimo, com' altri vogliono

ne part

sommamente abborrendo quel mostro


Epiro
.

di

tiranna, e ritirossi a Nicopoli citt dell'

Ivi
altri,

secondo Aulo Gellio


alla

fin

suoi giorni

secondo

morte

di quell'

imperadore torn a

Roma

Ebbe
,

ingegno acuto ed egregio', fu di costumi integerrimo


pio
,

benefico; e per grandezza d' animo, per


,

1'

amo-

re della virt

per lo disprezzo delle


costanza

umane

vanit,

per inespugnabile
cose
,

contro

tutte le

avverse

stimasi che in tutta la


.

scuola di

Zenone non
estimatore

siavi stato chi lo superasse

Era

sagace
,

de' costumi e delle azioni degli uomini


ra per tutto
il

e fece guer-

corso del viver

suo

alle

due cieche
Fortuna
.

governatrici del

mondo

1'

Opinione
fasto e

e la
1'

Niuno pi

di lui abborr

il

ostentazione
in bocca

per lo che egli avea

frequentemente
,

che

bisognava sempre pi far che dire e nulla pi racco-

mandava
sa

a'

suoi discepoli quanto di


riguardati

non

far

mai co;

veruna per esser

ed

ammirati
filosofi

dalla

quale arrogante vanit troppo pochi


esenti
scritto
.

andarono
ei lasci
,

Forse per tanta sua modestia niente


,

e niente

sarebbe
,

a noi
il

pervenuto

se

Ar-

riano di
te
,

Nicomedia

appellato

secondo Senofon,

filosofo e storico nobilissimo

suo studiosissi-

mo

discepolo

non

ci

avesse trasmesso una parte di

5
ci eh* ei raccolse dalla viva voce di lui
eliiridio
,

cio

1'

En-

o Manuale

e le Dissertazioni, delle quali ci


.

rimangono quattro
noi

libri

Il

primo
,

eh' giunto a

non senza qualche


tutti
i

scorrezione

vien riguardato
pregevoli
reli-

da

dotti

come una
:

delle pi

quie

dell' antichit

contiene in
$

brevi sentenze lo

spirito della filosofia Stoica

piccolo di

mole

ma
il

pieno di sustanzievole sugo


Berkelio
di tutta
,

e tale
gli

che

secondo

pi
etica

vale a formare

umani
di quanti

costumi
filosofi

1'

Aristotele

anzi

appresso lui scrissero con gran

pompa

di parole sulla

morale

filosofia

Il

suo discorso semplice e abbon,

dante di famigliari comparazioni

dice

il

Poliziano
,

ma
ed

pieno d' una maravigliosa forza a commuovere


il

suo stile,

come

la

materia richiedea, conciso,


.

chiaro e lontano da ogni vano ornamento

Il

Lipsio

parlando

delle

sue Dissertazioni
lb.
1.

Manuduct. ad
,,

Stoic. philosop.

Diss. 19. )

Dio buono
in esse
!
!

esclama

qual vivo e sublime spirito


dall'

qual
eh' io

animo infiammato

amore

dell'

Onesto

O
i

m' inganno
ci
3

o nulla v' ha di somigliante fra


dire,
.

Gre-

intendo

per

quelle

due

qualit,

Vee-

menza
vera

e Ardore

Un

principiante
,

ed un ignaro di

filosofia
,

appena ne sar tocco


gi

ma

chi va pro-

fittando

os'
,

abbastanza

nell'

acquisto d' essa


.

avanzato

incredibile quanto animato ne rimanga


,

Egli sempre pungendo

pur sempre

diletta
il

il

ge-

nere del suo

stile

tronco e rotto
,

ed ha

carattere

d un

favellare
,

improvviso

ma

spesso t'incontri

in
$

dotte cose

sempre ne

trovi di salutevoli

ed

utili

6
non
v' chi

pi di
.

lui

a s tragga

ed ammaestri una
scrittori discor-

mente ben
dano punto

fatta
gli

dai

moderni

antichi in parlando di questo filosofo

e della forza del suo dire atta egualmente a persua-

dere

dotti e gl'indotti

Arriano

attesta

esser ella

stata tale eh' egli


i

piegava e traea dovunque voleva


;

suoi ascoltatori

Simplicio stimava
correggersi
.

che neppur
,

nell'

inferno

potessero

coloro

quali

non ne rimanevan commossi

S.

Agostino

bench

nemico
con

degli antichi filosofi

ha parlato di Epitteto

somma

lode

e innamorato delle sue virt desi-

der eh'

egli fosse
s.

chiamato

fra gli eletti nell' eterna


,

beatitudine^ e
iar dottrina

Carlo

Borromeo

uomo

di singo-

e virt,
.

sappiamo che spessissimo lo ave-

va fra

mano

Hanno pensato
cristiani
il

alcuni

eh' Epitteto

fosse

uno dei
tempi
:

nascosti o de' semicristiani


altri

de' suoi

che per stato da

con pi ragione negato.


punto ci che uno

Non
e
il

tralascer di notare su questo

scrittoi'

francese erroneamente ripete


.

dopo

il

Berkelio

Saldeno

Ecco

le

sue parole

Alcuni dotti

uomini hanno
cristianesimo
di molte
,

asserito eh' egli facesse professione del

perch ne' suoi

scritti

trovansi sparse

massime
,

sul disprezzo

degli

onori e delle
riti-

ricchezze
rata
,

sull* amore della

povert e della vita


,

e sul perdono delle ingiurie

massime che per


antichi
filosofi
.

niun

modo andavano
di
s.

genio agli
a'

La

lettera

Paolo

Filippensi ha
.

contribuito

a trarre in errore questi letterati


nella sua lettera

L' Apostolo

dice

che

alla corte dell'

imperadore erano

7
di molti
cristiani
,

fra

quali
.

Epafrodito capitano

delle guardie di

Nerone
:

Questo
rend
,

Epafrodito
grandi

era

il

padrone
s.

di

Epitteto

egli

servigi a

Paolo mentr' era in carcere


di

carico

di ferri per
eli'

ordine

Nerone
il

Egli

verisimile
favellar

Epitteto

udisse spesso

suo

padrone

dell'
$

Apostolo
forse fu

e della nuova dottrina

da esso

insegnata

presente ancora alle segrete conferenze eh' Epafrodito

tenea con

s.

Paolo

e quindi trasse quelle

massime
s'

austere eh' egli ha sparse ne' suoi scritti e che

insi

segnano nel cristianesimo


fosse voluto

Se questo

scrittore

prender
1'

la

briga di leggere
s.

con qualFilippensi
,

che attenzione

epistola di

Paolo

ai

nulla avrebbevi ritrovato di quanto

egli

asserisce e
,

immagina
parla
1'

cos

leggermente
,

L' Epafrodito

di cui

Apostolo

era vescovo de* Filippensi e fu da

essi spedito a

Roma

per recar soccorso-

all'

Apostolo

medesimo mentr'

era in carcere. In questa citta egli


,

ammal pericolosamente
s.

e ristabilitosi alfine

fu da
della
delle

Paolo rimandato
ad

ai

Filippensi

apportatore

lettera eh'

essi scrive.

E come

un capitano

guardie di Nerone ( sarebbesi dovuto dire uno de'suoi


camerieri o famigliari )

poteva esser
,

lo
il

stesso

che

Epafrodito vescovo de' Filippensi

qual venne a
,

Roma
ma

semplicemente per una commissione


,

e subito
il

che pot

fece ritorno a Filippi


,

S.

Paolo
,

chia-

Apostolo de' Filippensi

suo fratello

suo coopenecessita

ratore e commilitone e ministro

della sua

o suo

soccorritore

mentre

altro

Epafrodito che
essere
stato

stava appresso di

Nerone sappiamo

un

8
vizioso e vii cortigiano
ti
.

Quanto poi

agi insegnamen,

d' Epitteto

chi

attentamente vorr considerarli

nulla scorger in essi che


filosofo stoico
,

non potesse venire da un


s'

e in alcuni pur
d'

avverr
.

che non

poteano esser quelli

un

Cristiano

Bench

il

dialogo intitolato Disputa


tutta ragione

d'

Adriano
,

con Epitteto credasi con

supposto

come indegno
filosofo
,

della gravit e perspicacia d'

un

tanto
di

si

d per certo nondimeno

sull' autorit

Sparziano eh' egli filosofasse famigliarmente con quel-

V imperadore
pot
,

il

quale se noi conobbe in


viaggi da lui
.

Roma
a

ne' diversi

fatti

conoscerlo in

Nicopoli

altrove

Temistio nella orazione


Epitteto
ricevette

Gio-

viano asserisce che


dai due Antonini
;

grandi onori

il

che sembra doversi intendere

dopo
che

la

sua morte

non essendo abbastanza probabile


impero di Mar-

la sua vita si stendesse fino all'


,

co Antonino
sto

siccome vuol Suida, confutato in que-

con

validi argomenti dal

Brukero e da

altri

Molti precetti di questo filosofo trovansi sparsi negli scritti

di

Marco Antonino
:

di Gellio

dello Sto-

beo
s'

d' altri

onde chiaro

apparisce

che

molto

perduto di ci che
:

Amano
i

raccolse e mise in
,

ordine
e

veramente ricaviamo da Fozio che otto


,

non

soli quattro

erano

libri delle Dissertazioni

oltre dodici libri di Famigliari Discorsi


si

che parimenti
la

sono smarriti

N meno
per

da rincrescere

per-

dita che

abbiamo

fatto della vita di Epitteto scritta


,

parimente da

Amano

la

quale assai meglio co-

9
nosccremmo un
filosofo

che fu riputato
i

il

pi chia.

ro esempio delle morali virt fra

pagani

Fu

egli in tanta

estimazione che alla

sua morte

trovossi

uno

il

quale comper la sua lucerna di ter-

ra per tremila

dramme
tal
,

sperando forse
,

come Luleggere di
dotto e
,

ciano scherza sopra


notte al

compra
sarebbe

che col

lume

di essa

divenuto e

sapiente e simile a

quell'

ammirabile

vecchio

pri-

mo

possessore della
nell
5

medesima
un
,

Trovasi

Antologia

distico
altri

attribuito

da
,

Gellio allo stesso Epitteto

e da

ad

altri
,

il

quale racchiude una sublime e divina


tale tradotto in lingua nostra
:

sentenza

ed

Schiavo

storpiato e
,

dJ

Ir al par meschino

Epitteto son io
parole

pur caro ai

Numi
et

non
:

dissimili a quelle della Scrittura

Salmo
;

xxx x
minus

Ego autem mendicus sum


sollicitus est
;

pauper

Doin-

mei

secondo un
et egenus
,

altro

terpetre

cogitai

de

Sum quidem pauper me


.

sed Deus

Epitteto ristringea tutta la

morale in

queste due
;

energiche parole
cio
sii
,

SOPPORTA ED ASTIENTI
il

fermo e costante contro


e

dolore

e le av-

versit

non

lasciarti

sedurre dal piacere e dal \itutte


5

zio

Egli stabiliva che a

le

superflue

cose

si

dovesse sempre dar bando

e a due generi le ridu-

ceva

cio alle delicatezze ed alla popolare opinione,


,

cagioni principali

per cui

trapassiamo

Y uso

delle

cose necessarie e traviamo in vari

modi

dal diritto

io
sentiero
.

Le

altre principali

massime degli
versi
:

Stoici so-

no racchiuse da Lucano

in questi
,

Servare modurn

Jinemque tenere
vitam
.

Naturamque

sequi patri ceque

impendere
J

JYec sibi sed toti genitum se credere rnundo

Alcuni moderni

scrittori

hanno parlato d Epitteto


1'

diversamente dagli antichi e


gio orgoglioso e chimerico
facile
il
;

hanno

tacciato di Sag-

ma
,

egli

era

molto pi
,

parlar di lui
le

come
Del

costoro hanno fatto

che

imitarne

virt

resto

non

si

vuol gi nespesso le

gare che gli Stoici non ispingessero bene


cose tropp' oltre
fossero
,
,

e
si

che vari
consideri

de' loro
la

precetti

non
im-

se
:

bene

umana
dove

natura

praticabili

ma

collo sforzarsi di giungere

ad altissimo

scopo

giungevano

almeno

prendendo pi
proprie forze
da
:

bassa mira e troppo diffidando delle

non

si

perviene giammai

questa

reputarsi

senza fallo una delle ragioni, per cui niun altra setta filosofica fu
,

al

pari della loro

feconda d uomi,

ni grandi.

Dacch un' educazione molle

pusillanime

e impacciata da tante frivolezze succeduta a quella

semplice
il

austera e dura degli

antichi

che forti,

ficava

corpo

coli' esercizio e colla fatica


,

che di-

rigeva
di

illuminava
utili

aggrandiva

l'

intelletto cogli stu-

veramente

e importanti

ed innalzava V

ani,

ma

colle passioni nobili e generose del disinteresse

del patrio

amore

delle pi ardue virt

o non pi

o rarissimamente

si

son veduti

sorgere

uomini soadornano
,

miglianti a quelli che in tanto ninner


storia de' bei

la

secoli di

Grecia e

Roma

ed

ai

quali

1 1

veniva di buon' ora inspirato

non
,

solo dalle severe

massime

d'

una maschia
esempi
,

filosofa

ma

da magnani,

mi

frequenti
,

il

disprezzo

de' piaceri

dei

dolori

delle grandezze, della fortuna, e


;

soprattutto

della vita

senza di che lo spirito sar sempre timi,

do e

ristretto

1'

anima vulgare e

la virt vacillante.

In questa traduzione del Manuale d Epitteto

si

per lo pi seguita
,

Blancardo

V edizione fatta da Nicolao Amsterdam presso i Janssonio-Waesva


unita alla

bergj i683, in ottavo che

Tattica

d'Arriano

al suo Periplo o Navigazione intorno

alle coste del

Ponto Eussino e del


,

Mar
,

Rosso

al suo libro della Caccia ec.

e delle varie Le-

zioni che ivi nelle note


tate quelle che

si

riportano
le

sonosi adot.

furono stimate

migliori

Si sodella

no aggiunte alcune poche note alla fine


versione per rischiarare qualche
oscuro
.

passo

alqiuvito

, , 5

MANUALE

DI

EPITTTO

CAPITOLO
.leune A,

I.

cose sono in poter nostro


1'

alcune no. So,

no

in nostra bala
,

opinione
e
,

l'

appetito
,

il

desi-

derio

F avversione
.

in

una parola

tutte le azioil

ni nostre

Non
,

sono in nostro arbitrio


i

corpo
,

la

roba

gli

onori

comandi
.

a dir breve

quanto

non

nostra operazione

IL Le cose in poter nostro


re,

son per natura libe-

non suggette a

divieto

impedimento veruno
vacillanti

laddove
schiave
III.
,

le cose indipendenti

da noi sono
.

frastornagli

aliene

Ti rammenta dunque che


,

se terrai per libere

le cose di lor natura serve

e per

tue le altrui
,

ti

troverai fra impacci

affanni e disturbi

accuserai gli

Dei e

gli

uomini

Ma

se riputerai tuo soltanto quello

eh' tuo, e d' altrui quello che realmente e d' altrui

4
^niuno potr

mai
,

farti

forza

niuno
,

impedirti
farai

di

mimo
tuo

ti

lagnerai
,

niuno incolperai
t'

niente

mal
;

grado

niuno

offender

non avrai nimico

poich nulla di nocevole


IV.
verti

soffrirai

Tu

pertanto

grandi cose aspirando


si

av-

che con mezzano fervore non

dee neppure

ad

esse metter
,

mano

ma

ad alcune rinunziar del


.

tutto

altre lasciarne

per lo presente

Poich
e

se

vuoi
,

siffatti

beni

insieme aver comandi


di

ricchezze

forse

non

ti

riescir

conseguir
le
,

ultime cose perch desideri

nemmeno queste prime ma rimarrai


;
.

certamente privo di quelle


la
felicit

per lo cui mezzo solo

e la libert

s'

acquista
ti

V. Tostoch dunque
fantasma
,

s'

affaccia

qualche aspro
e
digli
:

fattigli
se'

incontro colla riflessione

una larva
bri
.

tu

n per niun

modo
esso

quello che sem-,

Esaminalo poscia

colle regole che tu hai


se

con

questa prima massimamente,

abbia per ogse

getto cose da noi dipendenti o


gli

no

non
te
.

le

ha

dirai subito

io

non ho che
1'

fare

con

VI. Ricordati che


ottenere quel che
quella di
si

appetito ha seco la lusinga di


,

brama

e che
si
,

1'

avversione ha
.

non cadere
il

in ci che

schiva

Or

quei

che non consegue

suo desiderio

manca
la

di fortu-

na

chi cade in quel eh' ei fugge

prova avversa.

Se adunque tu scanserai
la

soltanto le cose opposte al,

natura

di

quelle

che dipendono da noi


:

tu

in

niente cadrai di ci che fuggi


tare la malattia
,

ma

se pretendi evi,

la

morte

la

povert

aspettati

es-

sere sciagurato

VII. Distorna

dunque
,

1'

avversione tua da quanto


e rivolgila alle cose oppo.

non

ist

in poter nostro

ste alla

natura di quelle che dipendon da noi


lo presente allontana
:

Ogni

tua

brama poi per

perch se
in

desideri alcuna di quelle cose che


stra bala
,

non sono
,

no-

t'

forza

non ottenendola

essere sven,

turato

per quelle che da noi dipendono


il

ancor
.

non puoi sapere quanto


Solo
t'

desiderarle

si

convenga
;

avvezza a saper bramare e schivare


,

leggier-

mente per

con riserbo e con misura

Vili. Circa ogni cosa agitatrice dell'


le

animo
5

o uti,

o dilettevole
,

sovvengati di soprannominarla
5

fin

da principio
pentola
so
.

qual essa in
:

fatti

Se

cara

una

d a te stesso
,

io fo conto d'
,

un

fragil va-

Cos

veggendola rotta
il

non ne
la

sarai
,

turbato
:

Se vezzeggi
zeggio
cosa

figliuoletto

moglie
per

io vez-

mortale
.

',

cos

la

morte

loro

non

ti

conturberai
5

IX. Neil apparecchiarti a qualche operazione

ramvai*

menta a

te stesso

qual

ella
fassi

siasi

Se a lavar

ti

mettiti innanzi

checch

nel

bagno

coloro

che

spruzzano

che danno spinte, che svillaneggiano, che


ti

rubano. Cos pi sicuramente


fra te subito aggiungerai
:

porrai ali opera, se

io vo'

lavarmi e insieme
:

il

mio proponimento

a natura

conforme mantenere
tal

cos in ogni altra azione.


ti

In

modo

se nel lavarti

fa

dato impaccio
solo

avrai in pronto: io certamente


,

non volea
mia

bagnarmi

ma

ancora star saldo nella


natura
,

risoluzione

dicevole alla

la

quale non

i6
serber
si
,

dov' io non tolga in pace le cose che qui

fanno

X.
se
,

Perturbatrici dell'
le
,

uomo non

son gi
.

le

cose stes,

ma

opinioni intorno alle cose

Il

morire

per

esempio

non

in s stesso

un male;
:

altrimenti an-

co a Socrate sarebbe paruto cos


il

ma

P opinione che
.

morire

sia

un male

questa

un male
,

Allorac-

ch dunque

ci

troviamo impediti e sturbati


altri

non
,

cagioniamo giammai
nostre opinioni
.

che noi medesimi

cio le
altri

da ignorante lo incolpar

gli

di quelle cose che

un

fa
',

male
chi

chi ad

istruirsi
,

co-

mincia
altri

accusa s stesso
s
.

bene instrutto

XI.

Non

inorgoglirti per pregi a te stranieri


:

Se
;

un

cavallo insuperbendo dicesse


.

io

son ben fatto

sarebbe ci tollerabile
dici
:

Ma
.

tu

quando vantandoti
,

io

posseggo un bel cavallo

sappi che

vai fa-

stoso d'

un buon

cavallo
delle

Che cosa

dunque vera-

mente tua? L' uso


do
in tal uso
ti

immaginazioni

Onde quan,

regolerai secondo natura

potrai al-

lora di ci pregiarti

come

d' alcun tuo proprio


,

bene
la

XII.

Come

nel navigare

fermata in porto
,

na-

ve

se tu esci a

provveder acqua
al

t'

lecito

quasi

per un' intramessa

tuo viaggio
,

andar raccogliendo
,

ora una conchiglietta

ora un bulbettino

ma
ti

biso-

gna per

star coli'

animo

teso al naviglio e continuail

mente
ed

rivolgersi a guardar se

nocchiero

chiama,
altri-

allora tutte quelle cose


saresti a guisa di
;

abbandonare ( che

menti
nave
)

pecora legato e ricacciato in


vita
,

cos

pur

nella

se

t'

ha dato

il

Cielo

una donnetta e un bambinello

non
,

ti si

vieta

1/ asserii.

Ma

se

il

nocchiero

ti

chiamer

lascia ir tutto senalla

za pure guardarti addietro e corri

nave. Che se

vecchio tu
vilio
,

sei

bada di non dilungarti mai dal nase tu sei

affincli

chiamato

non manchi
,

XIII.
a

Non
tuo
5

volere che quel che avviene

avvenga
av-

modo
5

ma

vogli anzi che avvenga,


.

come

viene

e sarai felice

La

malattia
,

impedimento del

corpo

non del tuo proposito

se esso

non voglia

L' esser zoppo un impaccio della gamba 9 non del

proponimento

dell'
,

animo

lo

stesso

sopra ogni

caso occorrente

e troverai esser quello

un

ostacolo

tutt

altra cosa

che a

te

XIV. In qualunque avvenimento


volgerti in te

ricordati

di rit'

medesimo
.

e ricercare che virt

abbi
ti

a farne
s'

buon uso
,

Se bel giovine o bella donna


,

appresenta
5

ritroverai
ti

qual forza

contr' essi
,

la

continenza

se

si

para innanzi fatica e stento


5

tro-

verai in te la fortezza

se sei oltraggiato

la

pazien-

za

e cos

assuefatto
.

non

sarai

dallo conturbatoci

fantasie trasportato

XV. Non
ta
,

dir

mai
.

di

veruna cosa

io

1'

ho perdu?

ma

renduta
.

T' morto un bambino


?

Egli

stato restituito

Tolto un campo
?

Ed

ancor questo

non

stato
,

renduto
-

Ma
?

un malvagio chi
te

me
la-

lo tolse

che importa a

per chi

l'

abbia
ti

rivoluto quei che tei diede


scia
,

Ma

finch egli lo

prendine tu cura

come

di cosa

akrui
.

a quel

modo

che

viandanti fan dello albergo

EpiUcio

2
|

i8

XVI. Se brami
sieri
:

far profitto

scaccia

siffatti

pen-

se

non

piglier cura del


il

mio, non a\r di che

vivere; se

non gastigher

servo, egli Tarassi

un

ribal-

do; imperocch meglio morirsi di fame senza


e timori, che in

tristezza

mezzo

all'

abbondanza vivere
il

agitato

ed pur meno male che


tu infelice.

famiglio sia cattivo che

XVII. Pertanto

dalle

minime cose incomincia.


? ti

Si
di

versa quel poco d' olio che hai

rubano quel po'


la

vino
dell'

Divvi
,

sopra

tanto

si

dee pagare
.

quiete
s'

animo
.

tanto la imperturbabilit

Niente
,

ha

per niente

Quando

poi chiami

il

servo

pensa po-

ter avvenire eh' egli te ei faccia di ci

non oda
;

'udendo

che nientale

che vuoi
il

e eh' ei

non
.

che

debba da

lui

dipendere

farti

turbare

XVIII. Se vuoi
essere stimato

nella virt

avanzarti

sopporta di

scemo e
di

stolido per le cose esteriori.


,

Non
che
tura
1'

ti

caglia

comparir saputo
,

e se ad alcuni
.

parrai da qualcosa

non

ti

fidar di te stesso

Sappi

osservanza del tuo instituto conforme alla nae


l'

attenzione

all'
,

esterne

cose sono

studi
all'

ad

accoppiarsi malagevoli

ma
i

forza che chi

uno

bada

1'

altro trascuri

XIX. Se

pretendi che

tuoi figliuoli e la moglie


,

e gli amici vivano

sempre

tu vaneggi

poich vuoi
,

che in tuo poter


l'

sia

quello che non v'


il

e far tuo
erri
,

altrui

Cosi

se

pretendi che

servo non
tristizia

se'

fuor di senno; poich vuoi che la


,

non
le

sia

tristizia

ma

un' altra cosa

Ma

se vuoi

che

tue

. ,

brame non
la
.

ti

tornili fallaci
t'

questo ben in tua ba-

In quello dunque

esercita

che da

te

dipende

XX.

Quegli signore di ciascuno di noi che pu

darci quel che

vorremmo

e liberarci

da quel che non


esser

vorremmo

Chiunque perci vuol

libero

brami n fugga cosa veruna che


trui
:

sia nell' arbitrio al.

se

no

gli

forza

il

servire

XXI. Ti rammenta
ad un convito
giro portata
piglia
.
.

di governarti nella vita

come

Arriva a te qualche vivanda che in Stendi la


oltrepassata

mano
?

e decentemente ne
.

ella
?

Lascia andare

Non

venuta ancora

Non
la

vi gittar su

da lungi
ti

1'

appetito
i

ma
figli
,

aspetta
cos

eh' ella

giunga

Cosi
cos

porta verso
le

verso

moglie
;

verso
,

digni-

t
sia

cos
,

verso le ricchezze
di
sederti

e
alla

sarai

quando

che
.

meritevole
,

mensa
cose
,

degli Dei

Che

se tu inoltre

nemmeno
partecipe

le

te presenta-

te prenderai,

commensale
ro possanza
i

ma ma

anzi le trasander

allora

non pur
della lo-

altres diverrai

E
,

cos facendo

Diogene

Eraclito

ed
tal

loro simili

meritamente e divini erano e con

nome

chiamati
in pianto

XXII. Quando vedrai taluno


doglio o perch
il

e'n corla

suo
,

figlio

vada ramingo o per


la

perdita delle sustanze

guarda che

tua

immagina-

zione non

ti

porti a credere ,ehe colui sia afflitto per


,

isciagure esterne

ma

tosto fra te distingui e d fran-

camente

no

non

attrista

gi costui quell' accidente

( poich ad un altro non d pena )

ma
:

1'

opinione

bens intorno a queste cose concepita

n contutto-

20
ci
t'

incresca a parole assecondarlo


,

se fia d' uopo,


sia
il

piangi al suo pianto

ma bada
.

che un pianto

tuo sene' afflizione interna

XXIII. Recati a mente che

se' attore d'

un dram,

ma

qual piaciuto
la tua parte $ se
il

al

poeta

Se
.

esso breve

bre-

ve

lungo, lunga

Se

il

poeta vuol che

tu faccia

personaggio di mendico
,

o di zoppo o
,

di principe

o di plebeo
l'

procura di rappresentarlo
;

bene

poich questo

uficio tuo

la

scelta

della

parte spetta ad altrui

XXIV. Se
non
ti

il

corvo ha con malo augurio gracidato,

lasciar traportare dalla

immaginazione
:

ma
,

to-

sto distingui

bene

fra te stesso e di
,

nulla d' infausto

me
alla
,

si

presagisce
coserelle
;
,

ma
alla

al

mio

corpicciuolo
,

alle

mie

mia

glorietta
si

o a

figli

moglie
s
,

anzi altro a
:

me non
,
.

annunzia che
tali

bene

io

'1

vorr

poich
il

qualunque di

cose

avvenga

sta in

me

trarne frutto
,

XXV.
lizza

Puoi

serbarti invitto

se

non discenderai
in poter

in

veruna,
.

nella

quale

non

sia

tuo la

vittoria

XXVI. Veggendo
in gran

alcuno in preminenza d' onori o


,

potere,
,

o altrimenti salito in istima

bada
dica

bene non tu
felice
.

stravolto dalla

immaginazione

il

Perocch

se la sustanza del
,

bene

sta nelle co-

se che

dipendono da noi

astio

n gelosia avr
n generale n
:

luogo

tu

non vorrai
,

gi
liber'

essere

prefetto n console

ma

uomo

ed a questo

avvi una sola via


poter nostro.

il

disprezzo di ci che

non

in

21

XXVII. Tieni
nione intorno a

mente che Y oltraggio non vien


,

gi da lui che svillaneggia o batte


tali
t'

ma

s
.

dall' opi-

cose
>

come

oltraggiose

Perci

quando alcuno

irriter
t'

sappi che la tua propria


irritato
.

opinione quella che


in principio di

ha

Sforzati

dunque

non

lasciarti traportare dalla


ti
,

immagi-

nazione

'

perch se

vien fatto una volta di frapfacilmente poi a te

por tempo e indugio

medesimo

comanderai

XXVIII.
hanno
zi

La morte

l'

esilio

quant' altre cose

terribile aspetto,
:

ti

stieno giornalmente dinanla

agli occhi

ma
t'

pi di tutte

morte
,

niun

basso pensiero

entrer nell'
.

animo

ne cosa alcuna

agognerai soverchiamente

XXIX. Brami
tosto
il

darti alla filosofia

Preparati a esser

riso e

'1

dileggio di molti
scaturito

che

diranno

e
?

donde ad un

tratto ci
!

questo filosofo

Guata sopracciglio
glio
,

Tu

per non tener sopracciil

ma
se

in ci che parratti

meglio

serbati forte

come

da Dio medesimo
.

fussi

posto in quella tale


,

ordinanza

E
se

avverti che se in ci persevererai


ti

co-

loro che dianzi

deridevano

poscia
,

t'

ammireran-

no

dove

ti

lasci
.

smuovere

ne

verrai doppia-

mente schernito

XXX.
ri

Se

t'

avverr giammai di volgerti


al
.

al di fuo-

per conformarti

genio d' alcuno

sappi che sei

dal tuo stato caduto


ser filosofo
sci tale
ti
,

Contentati perci in tutto d'es,

se poi

brami ancor di parere


fatti
,

appari;

con essere in

agli

occhi

tuoi

e ci

basti

1%

XXXI. Non
male
che
,

t'

attristino siffatti pensieri


.

io

mi

vi-

vr inonorato e da Bulla

Se

il

vivere inonorato

non pu

il

male
colpa
.

venirti

da

altrui

non pi
1'

il

vizio e la

egli in tua

mano
?

ot-

tener

comando o
ci

esser ricevuto a convito

No

Coda

me dunque
nulla tu che

disonoranza
cercare

E
ti

come

sarai

dei

stima in sole quelle cose


lice esser di pre-

che sono in tuo potere ed in cui


gio altissimo
?

Ma

gli

amici ( tu soggiungi )
.

reste-

ranno per
to
?

me

senz' aiuto

Che vuoi
te

tu dir
?

senz' aiu-

che non avranno da


cittadini

danaro

che non potrai


tali

farli

romani

E
,

chi t'ha detto che


e

co?

se sieno in poter nostro

non

operazioni altrui

Chi pu dare

agli altri ci eh' ei stesso

non ha

Fanne acquisto dunque


pure
n'

( dicon gli amici )


.

onde noi

entriamo quindi a parte

Se posso farne
e
:

acquisto serbandomi

morigerato e fedele
la via
i

magna-

nimo

mostratemene

ed

io

farollo

ma
,

se

voi volete eh' io

perda

beni miei

propri perch

voi poscia acquistiate cose che


telo

non son beni

vede.

da voi quanto

ingiusti siate e irragionevoli


?

Or
n

che amate voi meglio


costumato e fedele
?

Il

danaro od un amico ben


,

questo aiutatemi dunque

mi

chiedete eh' io faccia cose, per cui io perda que'be.

ni miei

Ma

la patria (

tu soggiugni )
.

si

rimar-

ra cos per parte

mia senza giovamento


?

Qual
da

questo giovamento
te

ripiglio io

Non

avr
?

ella

n portici n
ella

bagni?

E
,

che

perci

Nemmeno
.

ha

scarpe dal
,

ferraio

armi dal calzolaio


il

abbastanza

se

ognuno adempie

proprio ufficio.

a3

se tu le preparassi
,

un qualche

altro cittadino fele

dele e morigerato

nulla

dunque

gioveresti

Si

certamente

Dunque neppur

tu sarai inutile alla

meterr
ti

desima

*--

Ma
?

intanto

qual posto
tu

( dirai )
9

io nella citta

- Qualunque

potrai
se,

purch

serbi insieme fedele

ed onesto. Che
,

volendo giole

varle

posterghi codesti pregi


,

di
la

che vantaggio
fede
?

sarai tu

perduta

1'

onestade e

XXXIL

Ti vien o

egli anteposto

alcuno nel conviconsiglio?

to, nel saluto,

neh" esser
,

preso a

Se

veramente questi son beni


colui gli ottenne
;

tu dei rallegrarti perch


,

se

mali

non

ti

dolga
far

1'

esserne

rimasto privo

Sovvengati che

senza

lo stesso

eh' ei pur fece per ottener cose poste in altrui

maCon-

no

tu

non puoi conseguirle


,

al

paro

di lui

ciossiach

come pu

avere altrettanto chi non fre-

quenta

le altrui porte,
,

quanto chi

le frequenta?
?

Chi

non accompagna
loda
,

quanto chi accompagna


?

chi

non
ven.

quanto chi loda


,

Ingiusto

sei

dunque
si

e in-

contentabile

se

non pagando quel tanto che


,

dono
via
lo
.

quelle cose

pretendi
la lattuga
,

averle per
?

niente
,

Or
pila

quanto Vendesi

Pon ghiaino
1'

un obo,

Se alcuno dunque
,

mettendo fuor

obolo
,

gliasi la lattuga

tu, non

ispendendolo

non

prendi

non

pensarti d'aver

manco
,

di lui

poich,
hai dato

come
1'

quegli,
.

ha

la

lattuga

cos tu

non
.

obolo

Nel modo
?

stesso qui

va

1'

affare

Tu
.la

non

fosti

convitato

Perch non desti


cena
.

all'

invitatore quan,

to

si

vende
.

la

La vende per lode


,

vende
quanto

per servit

Paga dunque

s'

ella fa

per

te

costa

Ma

se pretendi ricevere senta dare


.

tri

se* in-

gordo e scemo

Per

la

cena dunque non hai tu com:

pensamento
chi

Si che lo hai

poich non hai lodata


il

non volevi, n

soffertone

fasto alla sua porta.

XXXIII.

Lo

intendimento della
cose
.

natura pu co-

noscersi da quelle

sulle quali noi tutti


,

siamo
il

a vicenda indifferenti

Per esempio
tazza
.

quando
ti

ser-

vo del vicino rompe una

subito

vien detto:

uno dei

soliti

accidenti
si

Apprendi
la tua
,

di qui

adunesser

que che quando

romper

dei

pur
1'

qual eri allorch rompevasi l'altrui. Stendi

esemo la
.

pio a cose

maggiori

morto

altrui

figlio
il

moglie

Ciascun

dice

umana
il

cosa

morire
o
la

Ma
Or
ad

quando poi muore ad alcuno


,

figlio
!

mo!

glie propria

ei

sclama subito

oim
si

me

infelice

qui bisognerebbe che costui


disposti
.

ricordasse

come

siamo
altri

nelT udire

la

stessa

cosa

accaduta

XXXIV. Come non


isfallirlo
,

si

pianta
la
il

un

bersaglio per
del

cos nel

mondo

natura

male non

esiste

Se alcuno mettesse
,

tuo corpo in bala del


;

primo che passa

tu ne proveresti sdegno e dolore


in preda a

e di dar tu stesso

chicchessia
si
?

1'

animo

tuo
e
5

cosicch per oltraggiose parole esso


attristi
,

conturbi

di questo poi

non
gli

ti

vergogni

Di
i

cia-

scuna cosa considera prima


seguenti
,

antecedenti e

con,

e cos preparato

mettivi
,

mano

Se no

tu la imprenderai

con ardore
,

niente pensando alle


,

conseguenze
ti

poscia

qualche laida cosa apparendo


.

rimarrai vergognoso e confuso

XXXV. Vorresti ne' giuochi Olimpici riportar la vitE anch' io per g' Iddi la vorrei che troptoria Ma considera prima gli antecedenti e po bella
?
;
.

conseguenti
d'

e mettiti quindi

all'

impresa
di
vita

>

Egli
,

t'

uopo osservare un
,

esatto tenor

mangia,

re sforzatamente
tarti

astenerti dalle ghiottornie

eserci-

forvoglia

in

ore

fisse ,

al

caldo
;

al
,

freddo

non bere
ve
,

fresco ne vino a tua posta


al
;

darti

in bre-

in

mano

maestro de' giuochi come un mala-

to al

medico

dappoi

scender
,

nel? agone

ed

ivi

ora farti male alla

mano
,

ora storcerti
talora

un calcagno
,

ingoiar molta polvere

esser

vergheggiato

dopo

tutto

ci rimaner perdente
,

Considerato ben
,

tutto questo

se

ancor
_,

n' hai
ti

voglia

fetti

atleta e

combatti
gazzi
flauto
,

Altrimenti

muterai
,

alla

guisa de' ra-

che ora fanno


,

lottatori
,

ora
i

suonatori di
,

ora

gladiatori
.

indi

trombettieri

ora

rappresentano tragedie
poi gladiatore
,

Cos tu pure or sarai


,

atleta

quindi oratore
:

indi filosofo
,

daddo-

Vero poi

nulla

ma

quale scimmiotto
,

andrai concosa

traffacendo quanto vedi


1'

amando una
all'
,

appo
at-

altra

perch non

ti

ponesti

impresa

dopo

tento

circostanziato
.

esame
taluni
:

ma

bens mattamente
filosofo
,

e freddamente e

Cosi

veggendo un
o

udendo
!

dir a

qualcuno
,

come ben
?

parla

Eu-

frate

chi

pu
i

com'

egli

disputare

vogliono an-

ch' essi fare

filosofi
,

XXXVI. O uomo
sia
1'

prima di
accingi
;

tutto

esamina qual

impresa a cui
.

t'

indi la tua natura se

potr reggervi

Vuoi

tu essere atleta di tutti e cinque

l6
i

giuochi
cosce
,

o solo lottatore
le schiene
,

Riguarda
altri
.

le

tue braccia,

le

poich

per natura atto

ad una cosa
dandoti a

altri

ad un'

altra

Ti pensi

tu che

tali

esercizi potrai

come prima mangiar


?

bere

come prima
,

essere

schizzinoso

Ti bisogna

vegliare

faticare

dalle famigliari cose allontanarti

esser tenuto a giuoco

da un ragazzetto

in tutto esser

da meno, negli onori, nelle magistrature, nei tribunali,


in ogni affaruecio
se per esse vuoi
libert
,

Pondera ben queste cose


la
;

e vedi
,

cambiar

calma

dell'
,

animo

la

la imperturbabilit
,

altrimenti
ti

avverti che,

a guisa de' fanciulli

tu

non

faccia

ora

filosofo

poi gabelliere Cesare


ser
.

quindi retore

dappoi procurator di
:

Non concordano siffatte cose un solo uomo o buono o reo o


*.

convienti esdei coltivare

la regolatrice e esteriori

sovrana parte di te stesso o le cose


all'

applicarti

interno

all'

esterno
.

cio

tenere

il

posto di filosofo o d'

uomo

vulgare

XXXVII.
porti
.

I doveri in generale misuransi da' rap-

E
il

egli

padre

Vien ingiunto
,

il

prender cura

di lui,

sottometterglisi in tutto
,

il

sofferirlo se

con

parole maltratta

se percuote
la natura

Ma
.

un

cattivo pa-

dre

T' ha dunque
?

congiunto a un padre

buono
tello
?

No

ma

ad un genitore

T' ingiuria
,

il

fra-

Serba quel rapporto che seco tu hai


,

ne contu

siderare quel eh' egli faccia

ma

in qual

modo
se tu
ti

portandoti seco
tura.

il

tuo instituto sar conforme a na-

Imperocch
;

altri

non pu

offenderti

non
re-

vuoi

e allora solo sarai offeso quando* offeso


.

puterai

In simil guisa troverai

doveri

del vicino,

*7
ilei

cittadino

del generale

se a speculare

t'

avvez-

zerai le scambievoli

relazioni.

XXXVIII.

Della

piet

verso
l'

Numi
essi

sappi eh'
rette

principalissimo fondamento

aver d'

idee

tener cio eh' eglino esistano, che con bont e giustizia tutto

governino

disporti a esser loro ubbidien-

te e

sommesso
Cos non
essi

in tutte le vicende e di

buon grado
n , co-

ad

esse
.

conformarti come con ottimo


ti

consiglio ordi,

nate

lagnerai

giammai
.

di loro

me
altro

da

obbliato, gli accuserai


ti

Questo per in
col rinunziare
,

modo non

verr fatto se

non

alle cose

che non sono in nostro potere


sole

'1

bene e

'1

male riporre in quelle


cosicch se stimerai

che dipendono da noi

un bene o un male alcuna

di

quelle prime, egli di tutta necessita che

non conImpeche
le

seguendo ci che desideri o intoppando in ci che


fuggi
,

tu ne incolpi e odj chi n' cagione

rocch ogni animale per natura cosiffatto


cose le quali
gli

appariscon nocevoli e le cagioni loro


all'

fugge ed abborre, e

opposto, quelle che

utili gli

sono, insieme colle cagioni di esse, segue ed ammira.

Non
pu

dunque

possibile a chi
,

si

tiene

offeso,

goder

di ci eh' ei crede nuocergli


allegrarsi del
il

siccome per niun


.

modo
ol-

danno

stesso

Quindi un

figlio

traggia

proprio padre quando questi non

gli fa

paril

te di quelle cose

che stimansi beni


il

e quindi ancora

pensare che buona cosa fosse


Polinice
l'

regno 9 arm Eteocle e


1'

un contro
gli
,

1'

altro.

Per questo
il

agricoltore
,

bestemmia
sto
il

Dei per questo

marinaio
la

per que-

mercatante , per questo chi perde

moglie ed

8
i

figli

Poich dov'
studiasi di

utilit

quivi
le

ancora piet

onde chi
avversioni

regolare

proprie

brame ed

come
.

si

dee, egli viene cos pur anche a

coltivar la piet
fici,

Quanto poi

alle libagioni, ai sagri-

alle

offerte delle

primizie, conformisi ciascuno

ai patrii riti,

il

faccia

puramente, non con pom-

pa, non trascuratamente, n con grettezza n oltre


il

suo potere

XXXIX. Quando

ten vai ad

un indovino, ramlui

menta che vai per intender da


ignori d' una qualche cosa
gi nell' andarvi
.

V evento che tu
sei filosofo,
.

Se per

tu
la

ne sapevi la qualit

Poich, se

cosa una di quelle

non poste non

in

nostra bala ,

d' assoluta necesssit eh' ella

sia

n un bene n

un male. Andando perci


tremando

all'oracolo,

non

arrecarvi

n appetito n avversione di cosa veruna


gli
t'

( altrimenti

accosterai

ma

va

colla

certezza

che

ogni ventura, qualunque


;

siasi,

indifferente e

punto non dee importarti

poich

sta

in te

il

farne

buon uso

n alcuno potr vietarlo.

Con

sicuro ani-

mo

t'

appressa

dunque

agli

Dei come a tuoi consi-

glieri,

e ricevendone

alcun consiglio, pensa da chi


,

lo avesti', e a chi disubbidirai

se

non

lo

ademp

Vanne poi

a consultar

1'

oracolo,
cui

come
tutto

Socrate vosi

leva^ su quelle cose,

il

esame
da

riferisce
altr'

all'evento, n dal raziocinio o


si

verun'

arte

hanno mezzi a conoscer quello che un


.

si

propo-

ne

Per

lo che,

quando s'abbia ad
la

affrontar

un pe-

ricolo per
sultar
1'

l'amico o per
s'

patria,

non

deesi con-

oracolo se

abbia ad affrontare o no. Poich

29
se
il

vaticinante

ti

dir

clic

segni sono

infausti,

chiaro egli che sei minacciato della morte o della


perdita d'
si

un membro o
ti

dell' esilio

ma

la ragione
si

fa innanzi e

mostra che, con tutto ci, non

dee insieme
ricolo
.

coli'

amico o

colla patria ricusare


al

il

pe-

Laonde pon mente


dal

maggior Oracolo Pitio


il

che
l'

cacci

tempio colui,
.

quale

non aiut
una

amico che restava ucciso

XL.

Stabilisci a te stesso ornai

un

carattere,

regola, la quale, tanto solo quanto in compagnia, tu

sempre mantenga.

X.LL Tacciasi per


ed in poco
sione, ci
.

lo pi
,

o dicansi cose necessarie


solo invitandoci e allora
,

Di rado poi e

1'

occaparle-

porremo a conversare;

non
di
,

remo
tori
,

gi d' ogni cosa che

avvenga
,

non

gladia-

non

di giuochi

Circensi

non

d' atleti

non
:

di so-

cibi e

bevande, soggetto degli ordinari discorsi

prattutto poi
le o

non parleremo

delle persone, o
.

con lodar-

con paragonarle

fra loro
il

XLII. Quando tu

possa

riduci co' tuoi discorsi


;

quelli della brigata alla

decenza
,

ma
il
,

se

ti

trovi
.

in

cerchio di gente straniera

serba

silenzio

XLIII.
cose
,

Il

ridere
.

non

sia

molto

n sopra molte

n sconcio

XLIV. Ricusa
del tutto
:

il

giuramento

s'

egli

possibile

se

no

per quanto puoi


tua
casa
;

XLV. Fuor
schiva
casione
J ,

di

d andare a convito
si

e se

con gente del vulgo mai ne nasca l' oc-

risvegli la tua sollecitudine di


:

non incoral-

rere nelle lor vulgari maniere

perocch quando

3o
cuno lordo
che
s'
_,

forca che chi gli

si

frega

pur an-

imbratti
di

XLVI. Nell'uso
trapassare
il

ci

che spetta

al
,

corpo non
nel bere
,

puro bisogno
nella casa
,

nel mangiare
.

nel vestire

ne' domestici
tutto
,

Quanto serve
.

a ostentazione e lusso

il

togli via

XLV1L Ti
nerei diletti
nati

serba puro

quant' possibile

da' ve-

prima
le

delle nozze, e,
:

usandone, govera chi

secondo

leggi
,

ma non

esser molesto
;

altrimenti

facesse

rimbrottatore

n andar ad

ogni tratto vantando la tua continenza

XLVIII. Se alcuno
te
,

ti

rapporta che
dette
,

altri

sparla di

non

ti

scolpare delle cose


gli
altri difetti
.

ma

rispondi

egli

non sapeva

miei 5 altrimenti, non

avrebbe detto questo soltanto

XLIX. Non
se talora
1'

mestieri
ti

il

frequentare
,

teatri

ma

occasione vi

porta
:

mostra che a niu-

no badi quanto a
che accade
e cos
gridare
,

te stesso
,

cio vogli che solo quel


"vinca

accada
avrai

che solo
.

chi

vince

*.

non
,

disturbi
,

Astienti

poi

affatto

dal
;

dal

deridere
,

da ogni moto incomposto


s'

e uscito di l
fatto
,

non

parlar molto di ci che vi

di

quanto

nulla

giova

farti

migliore

poich darai con ci a vedere che


dello spettacolo
.

fosti

ammiratore

L.
di

Non
,

intervenire n
:

amar
,

di trovarti alle aringhe

certuni

ma

andandovi

serba

il
.

decoro e

la

gravit

n a veruno renderti molesto


a trattar con qualcuno

LI.

Avendo
si

massime

di

coloro che

dicon Grandi

mettiti innanzi quel che

3i

avrebbe fatto in simile congiuntura Socrate o Zenone


;

non

istarai

dubbioso

sul

come

governarti con.

venientemente in qualunque incontro


LII.
tente
si
,

Se vai per parlare


fa pensiero
,

a qualche

grande e po,

che noi troverai in casa


ti

eh' ei

stara ritirato
,

che

saran chiuse le porte in fac-

cia

eh' ei

non

far di te conto
,

alcuno

e se

con-

tuttoci dei pur andarvi

porta in pace quello


:

che

avverr
questo
',

n dir mai
poich
eli'

fra te stesso

io

non meritava

cosa da
.

uomo

del vulgo e che

incolpa le cose esterne

LUI. Schiva

nelle conversazioni

di

far

frequente
e
de' pe-

e troppo lunga ricordanza delle tue geste


ricoli

corsi
i

poich
,

se per te dolce
diletto

il

rammen-

tare

tuoi rischi

non ugual

arreca altrui lo

ascoltarli

LIV. Astienti eziandio dal muover


lubrico passo per cadere in

le

altrui risa
,

modi

bassi e plebei

che pu insieme scemare


so di te
.

il

rispetto degli astanti ver-

LV. Evvi
lo che

pericolo ancora di passar a laidi parlari


,

quando avvenga
,

correggi
;

se se

P occasione
no
,

il

comporta
zio

colui che v' incorso


,

col silen-

almeno

col

rossore e con
t'

cera sdegnosa
incresce
.

da a

conoscere che quel discorso

LVI
statti

Destandosi in

te

qualche voluttuosa imagine,

in guardia perch seco

non
te

ti

strascini.

Sospendi
in-

la

tua azione e prendi con


.

medesimo qualche
mente ambi
,

dugio

Quindi richiama
ti

alla

tempi
e
1'

cio quello in cui

piglierai quel diletto

altro

32
in cui
,

dopo

il

godimento
.

conoscerai

1"

erra?

tu

e maledirai te stesso

questi contrapponi la
,

com-

piacenza che avrai d' esserti astenuto

quanto te

ne loderai
per venire
alle

Che
all'

se

1'

occasione

t'

apparir favorevole
lasciarti
5

pera
,

bada di non
sue dolcezze,
fa

vincere
alletta*
il

sue lusinghe
,

alle

a suoi

menti

ma

ponle incontro quanto


.

migliore

rap-

presentarti la riportata vittoria

LY1I.
farsi
,

Quando

fai

alcuna cosa che hai giudicato da


t'

non

evitare che altri

osservi
.

bench

pi

sieno per

giudicarne diversamente

Poich

se quel
,

che

fai

male

fuggi di farlo
?

se

bene

perch

temi

g' ingiusti

biasimi altrui

LYIII.

Come

questa proposizione
si

giorno

e
ot-

l'altra: notte; se

prendano separate, corron


;

timamente

ma
,

congiunte non corron punto


s'

cosi

di ci che in

un convito

appresta

il

prendersi la

parte maggiore

convenevole quanto
del convito
si
,

al

corpo,

ma

quanto
vole
il

alla

comunanza

egli disdice.

non osservare

ci che

dee
ti

Qualora dun-

que
in

se'

a convito pressso alcuno,

rammenta d'aver
al

mira non solo ci che conviene


apparecchiati
t'
,

corpo

tra

cibi

ma

d'
.

osservar

ancora ci che

deesi a chi

ha convitato
a fare

LIX. Se prendi
alle tue forze
,

un personaggio superiore
che con vergogna
.

non ne

uscirai

avrai lasciato quello che potevi ben sostenere

LX. Come
un chiodo o

nel passeggiare
dallo storcerti

ti

guardi dal calcare


,

un piede

cos

pur ba-

dati ( nella vita ) dall' offendere la parte tua priuci-

33
pale e governatrice
,

la

mente

di
,

che se in ciascuvi

na operazione noi attenderemo

con pi sicurezza

porrem mano

LXI.
lo

Il

corpo a ciascheduno

la
il

misura di quelpiede
,

eh' ei

dee possedere
.

come

misura
il

della scarpa

Stando
\

a questa
,

norma
ti

tu serberai
forza

giusto

confine

se la trapassi
:

sar

minare

come per un
pa
rai
;

precipizio
oltrepassi

siccome avvien nella scarbisogno del piede


,
,

che

se
,

il

la fa-

dorata

poi di porpora
,

poi ricamata

Ci che
.

una volta pass misura

non ha pi termine
i

LXIL Le femmine,
no subito
dagli

forniti

quattordici anni, so:

uomini corteggiate
si

e quindi veggen-

do

elle

che ogni loro affare

riduce a piacere ad

essi-,

cominciano ad
speranze
.

abbellirsi e a riporre in ci tut-

te le loro

Sarebbe perci

d'

uopo

il

far

loro

ben comprendere che per


,

nuli' altro

saranno

veramente onorate
adorne di modestia LXIII.

se
,

non per quanto compariranno


,

di verecondia

di

buon costume
il

indizio di piccola

mente
$

molto occunel

parsi intorno alle cose del

corpo

come

lungatrat-

mente

esercitarsi in
il

mangiar e bere, nel lungamente


ventre, ne sensuali diletti.
5

tenersi a sgravare

Tai cose

debbono
intorno

farsi

come
.

in passando, e ogni cura rivolgersi

all'

animo

LXIV.
le
,

Ingiuriandoti alcuno con

fatti

o con paro-

ti

rammenta
il
1'

eh' egli ci fa perch crede


farlo
.

che a

lui

richiedasi

Or non pu
il

essere

eh' egli

segua piuttosto

avviso tuo che


,

proprio.

Ma

se
s'

il

suo credere torto


Epitteto

il

danno

solo di lui che


3

in-

34
gamia
falsit,
.

Se una verit complicata vien presa per una

non
che
,

gi essa verit ne resta offesa,


s'

ma

bens
tai

colui

ingannato
ti

Partendo dunque

da

principii

dolcemente

comporterai col tuo oltragdirai


:

giatore

ad ogni ingiuria sua

cos gli pa-

ruto

LXV.
t'

Ciascuna cosa ha due prese


portabile
,

per
.

P una
il

del-

le quali

per

1'

altra

no

Se

fratello

oltraggia
$

non prender
il

la cosa dal

lato

dell' ingiu:

ria

che questo

lato

non maneggevole

ma

pi-

gliala dall' altro

cauto, eh' egli fratello e teco in;

sieme
tabile
.

cresciuto

cos la

piglierai

dond'

por-

LXVI.
te
,

incoerente

il

dire

io io
.

son pi ricco di
son di te pi elo-

son dunque di te migliore


,

quente
dire
:

son dunque miglior di

te

Pi coerente
le

il

io

sono di

te

pi ricco
y

dunque

mie posseste,

sioni valgon pi delle tue

sono pi eloquente di
.

dunque
sei

il

mio

discorso prevale al tuo


.

Ma
dir

tu

non
5

n possessione n discorso

LXVII. Lavasi
dir eh' ei

taluno prestamente?
altri

Non

eh

ei si

lava male , ma, prestamente. Bee

molto vino?
,

Non
tu

bee disordinatamente
il

ma

molto

Poich
sai

finch ignori
s'

proponimento di colui, come


t'

ei fa

male? Cosi non

avverr che altre sieno le tue

idee per la vista ricevute ed altre cose che affermi.

LXVIII. Non
lar

darti

mai nome

di filosofo, n par.

molto di precetti

fra la gente vulgare


si
;

Cos ad un

convito

non

dir

come

convenga mangiare,
ti

ma

mangia come

conviensi

sovvenga che Socrate

35
cosi sbandi affatto

da so Y ostentazione

Venivano

al-

cuni a trovarlo, desiderosi d' esser da


dati

lui
li

raccomanconducea
!
:

ad

altri

filosofi

ed

egli stesso

ve

con tanta pace

sofferiva d' esser


,

non curato
il

LX1X.

Pertanto

se fra idioti
,

discorso cadr so;

pra qualche massima

taci

per lo pi

perch v' e

gran pericolo nel vomitar di subito ci che non hai


digerito
:

e se alcuno

ti

dir che nulla


allora

sai,

e tu a
inco->
ai

ci

non

ti

risenti, sappi

che l'opera

minciata
stori,

Le

pecore, non gi col portar Y erba


elle

pa-

mostrano loro quanto

mangiarono,

ma

den-

tro
latte

bene smaltendo
.

la pastura,

mandano

fuori lana e

Cosi tu pure non metter subito fuora cogl' ignoi

ranti
cotti

precetti,

ma

opere bens nascenti da que'pre-

ben

digeriti

LXX.
no
il

Se

tieni in
,

ben temperato e austero goverfarti

tuo
,

corpo

non

bello di ci

e se bei
tu
,

acqua

non andar dicendo ad ogni occasione che


,

bei acqua
fallo

Se vuoi

talora esercitarti alla tolleranza

per te stesso, non per mostrarlo altrui: n an-

dar ad abbracciar le statue ( nel gran gelo per esser

ammirato

Ma

se ardi talora di sete, versati in

boc-

ca dell'acqua fresca, rigettala, e noi dire a veruno.

LXXI. Condizione
non
aspettar
dall' esterne

e carattere dell'

uom
del

vulgare

mai vantaggio o danno da


cose

s stesso,

ma
:

Stato e

carattere

filosofo

ogni giovamento e danno attendere da s medesimo.

LXXII. Segni

di lui che fa proftto


si

egli

non

bia-

sima alcuno, niuno loda, di niuno


incolpa, di s stesso

lagna,
egli

niuno
fosse

mai non parla com'

36
o sapesse qualcosa
ostacoli,
il
.

Quando
non

incontra

imbarazzi ed

ne accagiona
se ripreso,

se stesso,
si

ridesi fra s di chi


;

loda

difende

comportasi coil

me un
stato

convalescente che teme sconvolgere


sia

proprio

prima che
,

bene

ristabilito

si

spoglia d' ogni

brama

trasferisce

1'

avversione sua alle sole cose op,

poste alla natura di quelle che dipendon da noi

mo-

dera in tutto

g'

impeti

dell'
:

animo
in

d' esser

tenuto
sta in

stolido e ignorante

non cura

una parola,

guardia contro s stesso


insidiatore
.

come

contro

un nemico e

LXXIII. Se
pere spiegare
i

vantasi alcuno
libri di

d'
,

intendere e di sad fra te stesso


;

Crisippo

se

Crisippo non avesse scritto oscuro, niente avrebbe costui di

che

boriarsi.
.

Ma

io,

che voglio io? Conoscer la


sia
l'

natura e seguirla

Ricerco dunque chi ne

inter.

prete, e, inteso eh' egli Crisippo, a lui ricorro

Ma
.
5

non comprendo
sitore
.

suoi scritti

cerco per d' uno spov'

Finqu certamente nulla


lo spositore, resta
,

ha di pregevole

Trovato
precetti

il

mettere in pratica que


pregevole
.

e questo

solo

il

Ma
?

se

am-

miro

la sola spiegazione,

che altro son io divenuto se


d'

non un grammatico
che invece d'

in

cambio

un

filosofo

Se non

Omero

spiegher Crisippo. Anzi di pi


dira
:

quando alcuno mi
arrossirmi
di

spiegami Crisippo

dovr
e

non poter mostrargli opere


parole
.

simili

concordi

alle

LXXIV.

Statti

forte in

tutti

proposti insegnaviolarsi senza

menti come fossero leggi da non

em-

37
piota
:

non

rivoltarti

neppure, checch dicasi di


.

te,

poich questo da te non dipende

LXXV.
niuna parte
sti

Fino a quando
eli'

differirai
,

dunque non

d' intra-

prendere ci
i

il

meglio

e di

trasgredire in

dettami della discernitrice Ragione? Udi,

le

massime
altro

a cui devi applicarti

e t'applicasti.
cui arrivo tu
?

Qual

maestro aspetti dunque,


correzion di
te
.

al

vai riserbando la
se'

stesso

Gi non
vivi

pi giovinetto,

ma uomo

fatto

Se

dunque

indolente e scioperato, e aggiungi indugio a indugio,

proposito a proposito, e
bilisci
fai

un giorno appo
}
,

l'altro sta-

per badare a
,

te stesso

senz avvedertene tu

non

profitto alcuno
.

uomo
alla

vulgare vivrai e mor-

rai

Risolvi

dunque

di vivere

come debbe uom


,

gi

maturo e che intende


ratti
si
il

perfezione

e quanto par;

meglio

sia

per te legge

inviolabile

e se

ti

presenta cosa laboriosa o dilettevole, o


,

gloriosa o

disonorevole

sovvengati

che allora

il

tempo
;

di

combattere

che

sei
_,

nell'

Olimpica arena

che pi
,

non un
o

lice indugiare

e che per una perdita sola


il

per

solo

arrendimento
,

proftto gi fatto
.

si

perde,

al contrario
,

si

conserva

Cos
,

Socrate perfezioe a nuli' altro basia

nossi

in tutte cose avanzandosi


alla

dando fuorch
Socrate
,

dei

Or bench tu non nondimeno vivere come deliberato


ragione
.

di

divenir Socrate.

LXXVI.

Il

primo e pi necessario luogo


che risguarda

della

fi-

losofia quello

la pratica de' precelti,


.

come sarebbe

non doversi mentire

Il
si

secondo

ri-

sguarda le prove,

come

perch non

debba men-

38
tire
.

Nel terzo insegnasi a confermare e distinguere


;

le sia

prove

quando una cosa


,

dicasi

dimostrata
-,

che

dimostrazione
,

che

sia

conseguenza

obiezione

verit

falsit

Il

trzo luogo necessario per lo se-

condo
rio e

e questo per lo
ci

primo

Ma
:

il

pi necessa
il

dove

dobbiamo
a

solo riposare

primo

Noi per facciamo


la nostra cura,

rovescio

molto

ci

esercitutta

tiamo nel terzo, e intorno ad esso ponghiamo


trasandando
,

affatto

il

primo
il

Quindi
di pro-

siam mentitori
vare che non

e poi

abbiam pronto
.

modo

si

dee mentire

LXXVII.

Neil' intraprendere qualsisia cosa


;

porgi

questa preghiera

Guidami y o Giove , e tu , Destili, l dove Gi stabiliste io seguirovv pronto ;


:

Poich invan contrastante ed empio invano

Pur

seguirvi io dovrei

LXXVIIL
Saggio ed
instrutto

Delle divine cose quei che umile

Alla Necessit piega

la fronte

LXXIX-

Aggiugni anco in terzo luogo ( quelle


:

parole di Socrate )
tone, cosi sia.

se cosi piace agli Dei, o Cri-

Anito e

Melito
.

possono

uccidermi

bens, offendermi non gi

Fine del Manuale di Epitteto

ALCUNE

SENTENZE DI EPITTETO
TRATTE DALLO STOBEO

CAPITOLO

I.

Riicerca a
viver felice
:

te stesso

che vuoi piuttosto

arricchire o

se

arricchire, sappi che


.

ci

non

un bene
felice
,

n sempre in tuo potere

Ma

se vuoi viver

sappi esser questo


le ricchezze

un bene

ed in tua facolt:

imperocch

sono un imprestito fatto per

un tempo
IL

dalla fortuna 5

ma

la vita felice

dal? animo

e dalla volont dipende.

Come

se

vedi una vipera o


5

un

aspide o
,

uno

scorpione dentro una cassetta d avorio o d' oro


gli

non

ami

gi n

li

reputi felici per la preziosit di quella lor rea'

la materia,
ri
;

ma
,

per

natura

gli odii

ed abbor-

cos

pure

vedendo

la

malvagit tra le ricchezze


,

e lo splendore della fortuna

non
la

lasciarti

abbagliare

da quella magnificenza

ma
.

imbiaccata pravit del

costume abbi in dispregio


III.

Se tu

fussi nato fra


,

Persiani
nel

non brameresti
felice-

far tua

dimora in Grecia
la vita
.

ma

primo paese
,

mente passar

Perch dunque

nato nella p-

4o
verta
,

cerchi arricchire
, 9

non

piuttosto

in quella

rimanendo

esser

felice

IV. Goni meglio, giacendo in piccolo ed umil letticello


,

esser
,

sano

che
;

voltolandosi in
cos

un

bello

e grande

esser

malato
,

meglio

ristringen-

dosi in piccola fortuna

viver tranquillo

che in una

grande menar vita infelice

V.
che

Non

gi la povert
:

ma

la

cupidigia quella

ci attrista

non
s

gi le ricchezze possono liberar1'

ci dal

timore

ma

uso

della
,

ragione

Questa

dunque possedendo e coltivando


di ricchezze

n avrai cupidigia
lagnerai
.

n della povert

ti

VI.

Il
.

viver bene

diverso
dalla

dal viver sontuosa,

mente
ordine
l'

Il

primo vien

temperanza
:

dal

buon

dal decoro e dalla frugalit


_,

il

secondo , dal-

intemperanza

dal lusso

dal dispregio dell' ordine

e del
al

decoro
,

Al primo

vien dietro verace lode;


.

secondo
,

biasimo ed onta
d' esser

Se vuoi dunque viver

bene

non cercare

lodato per le tue sover-

chie spese

VII.
voli
,

Le

contese e le

liti

son dappertutto sconvene-

ma sommamente
mano
;
,

poi nel conversare col bic-

chiere in

poich un imbriaco

non insegner

mai ad un sobrio
imbriaco
Vili.
cos
il
.

n un sobrio persuader mai un

Come
1'

la

fortuna

un reo vincolo
Chi ha
;

del corpo
le

vizio dell'

animo

sciolte

membra
le

e legata

anima

servo
,

e chi
.

ha legate

mem-

bra e sciolta V anima

libero

4>
IX.
tore
,

Como

il

lupo slmile
e
'1

al

cane

cos

1'

adula-

Y adultero

parassito rassomigliano
,

all'

ami-

co
ni

Avverti dunque che tu ingannato


,

invece di ca.

da guardia

non

ti

metta in casa lupi devastatori

X. Conviene
sole cose che
si

stender le

gambe
.

e le speranze alle

possono valicare
ai

XI.

I corvi

guastano
$

cadaveri
gli

gli

occhi quando
gli
.

a nulla pi servono

ma

adulatori guastano
dell' intelletto

animi de 5 vivi e accecano


XII.

gli

occhi

Non

bisogna avere n spada ottusa n lingua


.

troppo ardita

XIII. Pi necessario medicar

1'

anima che
.

il

cor-

po

poich meglio morire che viver male


virt per tutti assai
,

XIV. La
che
perocch

pi da desiderarsi

le ricchezze

pericolose a chi

non ha senno
'

Im,

la

malvagit dal danaro fatta maggiore


stolto
,

quanto pi uno

tanto pi insolentisce quan.

do pu

saziar la
,

rabbia de' suoi piaceri


gloria
dell'

Niuno amiami-

co di danaro

di piacere o di
,

insieme

co degli uomini

ma

il

solo
,

amico

onesto bens

XV. Come non


scello
,

vorresti

navicando in un gran vaoro


,

adorno e carico

d'

restar

sommerso

cos ancora

non bramare
,

dimorando
oppresso

in

una casa

stra-

grande e sontuosa
pensieri
.

esservi

da tempestosi

XVI.
all'

Invitati

ad un pranzo
,

noi
se

ci

serviamo di

quel che abbiamo davanti


ospite che gli
,

talch

uno chiedesse

si

arrecassero pesci o focacce o con:

fortini

egli

comparirebbe uno sfacciato

eppur noi
cose che

chiediamo in questo

mondo

agli

Dei

le

42

non

ci

danno

mentre vvene tante eh eglino

ci

hanno date.

XVII. Sono

lepidi coloro che

grandemente

si

gon.

fiano per quelle cose che

non sono in nostra podest


,

Io valgo pi di te
sessioni e tu
ti

dice uno
di
:

perch ho molte pos-

muori
altro
i

fame

Un
.

altro dice

io
;

sono
al-

consolare
tro
:

un
ho
:

ed

io vicario

o prefetto
il

un

ed

io

capelli ricciuti

Ma

cavallo

non

di-

ce

al cavallo

io son miglior

di te

perch ho molto

da mangiare
se;
gli

molt' orzo e freno d' oro e selle diver,

ma

per questo
tutti

che sono di

te

pi veloce

cos

animali

sono migliori o peggiori per loro pro.

pria virtude o vizio

L'

uomo
?

solo

dunque nulla vale


a' suoi

per sua virt


alle

talch
,

bisogna badare

capelli

sue vesti

agli avi suoi

XVIII.
e
i

I vigorosi di

corpo ben tollerano


1'

gli

ardori

geli

e cos

pure coloro che hanno


ira
,

animo ben
troppa al-

disposto

sopportano Y

la tristezza

la

legrezza e le altre passioni

XIX. Come
lutato
cos tu

il

sole

non

aspetta

per nascere

pre sa-

ghiere o incantesimi,
;

ma

tosto splende e

da

tutti

pure non attendere applausi e schiaaltrui


,
,

mazzi e lodi per beneficare


te compartisci
le

ma
,

spontaneamen-

tue

grazie

e sarai

come

il

sole

amato

XX.
coloro
di
i

Chi deve ammonire


quali

proccuri soprattutto che

debbono

esser
:

ammoniti

sieno capaci

pudore e di vergogna
incorreggibile
.

poich chi non ha pudore,

43

XXI. Nlun
strare ci
a'
eli'

saggio ricusi io magistrature

il

perocch

empia cosa elP

tirarsi

indietro dal

ben amminiil

necessario: ed e cosa abbietta

lasciarlo

malvagi.

da

stolto

il

voler piuttosto esser

mal

governato che ben governare

XXII. Accogli coloro che voglion


cose
utili
: ,

consultare sopra

non

gi

coloro che dappertutto studiano

adulare
utile
;

perocch quelli veggono veramente cich'

questi

mirano a ci che piace


de* corpi
,

a'

potenti
essi

e imi,

tando P ombre

quanto

dicono

si

conformano

XXIII. Agli

stolti il
.

tempo

ai saggi la

ragione to-

glie via la tristezza

XXIV.
l'

Bisogna godere della prosperit,


,

come

del-

autunno

quando vengono
chi
si

XXV. A

rammenter che cosa P uomo


.

niuna cosa che accada riescirk grave

ANNOTAZIONI
AL MANUALE DI EP1TTETO

CAP.
Dell'

I.

T
-*:

ulte le azioni nostre

cio quanto

rivolgiamo
,

animo o adoperiamo
male
,

col

ministero del

corpo o

sia

Lene,

sia

quando esso corpo non


poich
,

da morbo
,

da esterna

violenza

spinto

in tal

caso
,

quello

che facciamo
uel delirio
,

chiaro non esser pi azione nostra


nella frenitide, nella epilessa e in
Ivi
.

come avvien
il

altre infermit somiglianti.

Non

sono in nostro
,

arbitrio

corpo

ec.

Se

il

cor-

po

,
,

le ricchezze , gli onori

le dignit fossero
,

in nostro po-

tere
te
,

chi

non sarebbe sempre sano

chi

non riputato

e poten-

chi

non immortale? E' manifesto dunque non doversi quelriguardar

le cose

posto in

noi

come P amore

nostre

Si obbietter che la natura ha


,

di tali cose
la

ed esserci impossibile
.

il

non sentirne con dolore


Stoici
tali
,

privazione

Ma ,

ripiglierauno

gli

non

forse
si

ancora da questa stessa natura ordinalo che


,

cose ora

perdano

ora

non possano da noi


il

conseguir-

si?

sar da saggio e da
e

buono

contrastare

invano colla

natura

accrescersi

volontariamente le pene che colla

buona non

tempera dell'animo doveano

scemarsi e togliersi via ? Il temtutti


i

po

l'assuetudine
fine

spuntano

dardi

del dolore

vorrremo pel
natura
ci

medesimo usar

la ragione

che

pur

la slessa

ha dato ?
le cose
.

CAP. V. Soltanto
che dipendono

opposte

alla natura

di

quelle

da

noi

Avendo
1'

Epitteto detto di sopra che le


1'

cose dipendenti da noi, sono

opinione,

appetito

il

deside-

rio ec. qui per cose opposte alla natura di esse, intende le false opinioni
,

pravi e corrotti appetiti ec.

46
CAP.
VII. e
rivolgila
alle cose opposte
.

alla natura di

quelle che dipendono

da

noi

Sarebbesi Epitteto spiegato pi


,

chiaramente
.

come

il

Volilo osserva
,

se avesse

detto

rivolgi

1'

avversion tua alle false opinioni


,

alle stolte e guaste cupiditai

alle turpitudini ec.


,

poich

come
uso
,

cose possono aversi in


.

odio

cos

pure

si

possono ad un tempo evitare


tal
ti

CAP. XI. Quando in tura ec. cio come vuol la


polare opinione
j

regolerai
1'

secondo

na-

ragione

non

appetito
.

o la po-

e giudicherai sanamente delle cose


se vecchio tu sei
3

CAP.

XII.

Che
ec K

bada

di

non dilungarti
al punto,
te-

mai dal navilio


di dover partire
,

Quanto pi
-

1'

uomo

avvicinasi

cio morire
.

in tanto pi

poche cose dee

ner occupato

1'

animo

CAP.

XIII.

L'

esser

zoppo e un impaccio della gamba

non del proponimento dell'animo. Ma se io mi propongo di far viaggio, l' infermit del mio piede, massime se non ho vettura,
non
i

ella

un

ostacolo al

mio disegno

Se bene intendi
ti

e segui

miei precelti, risponde Epitteto, non


;

proporrai

un viaggio

che tu non possa fare


g'

e cos quanti pi e pi grandi saranno


,

impedimenti del corpo

tanto pi ristringerai le tue voglie


:

e pi poche cose imprenderai

e certo
1'

chiunque non

stolto ,

ben comprende
bre mi trae
telletto ?

esser

meglio tener

appetito alla ragione obbe-

diente che da vane bramose


al delirio
,

essere tormentato.

-~

Ma

la feb-

e allora qual uso poss' io


,

fare dell' in-

Com'
si

io

non pretendo
e

potr rispondere Epitteto,


,

che un cadavere

muova

cammini

cos

nemmen
fccia

pretendo
1'

che tu abbia a far uso della ragione


.

quando pi non

hai

come avviene in certe malattie Io vo' che tu pu farsi allorch si ha una ferma volont ,

quanto,
gi

ma non
.

quello eh' impossibile e che da te non dipende

CAP. XVIII. scemo


disprezzo degli onori
,

e stolido per le cose esteriori, cio pel


,

de' piaceri

delle ricchezze ec.


,

CAP. XIX.
non

questo e ben in tua bala

cio
il

basta che tu
.

desideri quello che

nou

in tuo potere tal

conseguire
.

CAP. XXI.
solente} ulique
,

e divini

erano e con

nome chiamati
Qua/n

In-

dice

il

Volilo, et imperite.

enirn infinito

intervallo vel pra?stanlissimus


tatis abesl Intendasi

homo ab extrema umbra

Divini.

che Epitteto qui parla iperbolicamente

47
CAP. XXIII. qual
rettore
,

e piaciuto al
la

poeta

Altri traduce di,

maestro

ec.

ma

corrispondente parola greca

quan-

do

si

parla di spettacolo teatrale, significa

poeta

ne abbiav.

mo
Qui
ce.

gli
il

esempi in Aristofane, Plut.


poeta Dio
.

v.

797.

A citar,

028

CAP. XXX. Se
gloria
fo se

t'

avverr
il
;

giammai di

volgerti al di fuori
,

Condanna Epitteto
,

desiderio delle vulgari lodi


,

la
il

vanaliloso,

ostentazione

e vuole
i

dice 11 Volfio

ebe

ne

stia raccolto

dentro
il

limiti della propria

coscienza

come una

chiocciola entro

suo guscio, e quella coscienza stateatro


alla

bilisca e reputi

amplissimo
,

propria virt
;

Ne
,

te

queesiveris extra

energicamente dice Persio


gli

ed Orazio

par-

lando della fortuna e di que' beni eh' ella


ritorgii
,

aveva dati e polca

dice

Resigno qua; dedit


Virtute

,
.

et

mea
Intende
si

me

involvo

CAP. XXXI. Mostratemene

la via, ed iofarollo

dire Epitteto che rarssimamente le ricchezze e gli onori

prosi

cacciano fuorch con male arti e per vie

scellerate
.

laonde

uomo dabbene disprezzare CAP. XXXIV. Come non si pianta un bersaglio per isfallirlo , co nel mondo la natura del male non esiste Questo
debbono
dall'
.

luogo molto oscuro

Vedi

ci che

ne peusa

il

Volfio nelle

sue annotazioni a questo capitolo. Simplicio vi tien sopra un lun-

go ragionamento

Io

in

breve

l'

intendo
,

cos

11

male probene

priamente non

esiste in
Il

questo senso
,

che Dio non pu esser-

ne

1'

autore

bersaglio

al quale

1'

uom mira
un
dee
.

il

ed

stato posto

da Dio

Nello
,

sfallire

tal bersaglio consi-

ste ci

che chiamasi male


d' essere

1'

uomo

solo

incolpar

so

medesimo
erano
e
il

un

cattivo saettatore

CAP. XXXVI.
la lolla,
.

atleta di tutti e cinque

giuochi.
il

Questi
il

il

pugile o giuoco delle pugna,

disco,

corso

salto

CAP.
cuna
:

LVIII. In alcune edizioni questo capitolo ha una

la-

ma

supponendolo intero come in

altre sta, la

comparagiusta
.

zione pu sembrare alquanto stiracchiata e

non troppo
e di

Gli antichi facevano

uso

talora di similitudini

parabole

senza curarsi eh' esse fossero sempre naturali e per ogui verso

48
adattate al suggetto di cui parlavano. Inoltre solevano gli Stoici
,

secondoch

il

Casauhono

osserva

trarre

le

similitudini
i

dalle cose pi usitate e


precetti
sottile
j

comuni
pi

nella vita a confermare

loro

ed essendo
,

la

pai-te di

loro studiosissimi

di

una

dialettica
,

non

maraviglia che spesso facessero uso di

certe arguzie

alle quali

erano avvezzi
il

Le proposizioni

sepa,

rate e connesse formavano

suggetto di frequenti dispute

ed

era molto ordinario


te
.

1'

incominciar da queste: e giorno; e not.

Vedi

il

CasauLono sopra questo luogo


t'

CAP. LXVH. Cos non

avverr che

alti e

sieno

le lue
si

idee ec. Adotto la correzione del CasauLono, ne parmi che

possa dare altro senso a questo passo


nel testo ed oscuro non

che

veramente oscuro
e
italiani
.

meno
:

nei traduttori latini


e cos tu e

Uno

di questi ultimi traduce

imprenderai
assentirai
.
.

le

immae
.

ginazioni apprensive d' altri


e* senso

ad

altri

Qui non
:

alcuno
t'

per

quanto mi

pare

Un
,

altro

cos

usando

avverr di tenere alcune


il

apparenze per
Salvini
,

certe

ad

altre di prestar solo

consenso

Il

la
:

cui

traduzio-

ne ho ultimamente veduta e

considtala

dice

Cos accadr
,

te

pigliare altre immaginazioni compi enditive

e consentire

ad

altri.
,

Dimaudo

rispettosamente al lettore se egli ha capito


.

nulla

e se possibile di capire

CAP. LXX. ad abbracciar le statue ( nel gran gelo per esser ammiralo per ) Le parole fra parentesi sonosi aggiunte chiarezza in questo luogo, come pure in qualche altro, e man.

cano nel testo greco


statue
;

Esso ha solamente
,

non abbracciar

le

come ignudi facevano

pi

assai per
,

ostentazione che
filosofi

per avvezzarsi alle ingiurie del verno


e vani
.

alcuni

boriosi

LA TAVOLA

DI

CEDETE

PREFAZIONE

A,
d
?io

gravi insegnamenti

della severa inorai


inorai non dissi-

Epittelo succede qui

una

mile rappresentata in un quadro dal Teba-

Cebete

Non

parler di questo scrittore,

che secondo alcuni

fu

scolaro di Socrate

secondo altri visse in pia tarda et

V esari,

minare accuratamente siffatta quistione


chiederebbe lungo discorso
si suol dire
,
,

e sarebbe

come

pi la giunta che la derrata

Ragioner forse di lui in altra occasione

ma

ora dir solo e brevemente


nel

delV operetta

da me recata
vole',
i

nostro

volgare

Piacque

agli antichi d" unire spesso

utile al dilette,

e peivi inventarono favole

nelle quali

precetti della filosofia

erano

rappresentati
d' esempio
j

in

un azione
e

Tale

a cagion
>

quella d! Ercole al bivio

che Prodico in-

vent

dopo

lui

descrissero

Senofonte

Platone, e Dione Grisostomo. Cicerone l'applic

a Scipione

ne fece

il

Sogno

di

52

Scipione noto miche ai fanciulli

che hanno
alle

appena cominciato a dar opera


lettere
:

latine
brevi

come sono pur note


e

le

due

azioni teatrali del Metastasio intitolate Alci-

de

al bivio

il

Sogno

di

Scipione

Un

altra via prese Cebete , quantunque po di giovar dilettando sia lo stesso . Finse egli un quadro, nel quale le principali vilo sco-

cende delV

umana

vita sono rappresentate in


le

modo
cano

che

mostrano come
,

virt sole coni

ducono alla vera felicit

mentre

vizj re-

to

all' uomo ogni genere di sciagure Nel tradurre quest'operetta mi sono servidelV edizione d? Amsterdam del 1708 ,

dove unita

ad
,

alcuni dialoghi di Luciano,

e alle sentenze

che con greca voce chiama-

no monostiche
quella del

Ho

pero consultato

ancora

1670 di
Latino

Leiden

ed

colle annotazioni di

varj
,

Altri

Amsterdam V aveva gi
?

tradotta
lingue

in

in Lt aliano

e in altre

Se ne ha pure un antica traduzione

in lingua

Araba ,
il

la quale ha in fine
;

quale
s' i-

che cosa, che nel testo greco non

gnora

se

traduttore avesse un

codice di-

verso dai nostri, in cui fosse

quelV aggiun-

ta , o se ve V abbia egli posta di suo capriccio

Io V ho tralasciata, perch non vedendo-

53

la in verun manoscritto greco fino

ad ora
mi son

co-

nosciuto dubito forte

che non sia genuina

Delle traduzioni italiane

due

sole

ve-

nute alle mani

Ho

gran bisogno delV inio usassi

dulgenza altrui; e se
rit nel giudicare chi

qualche seve,

mi ha preceduto

non

V
zi

otterrei

e sarei rimproverato con que ver,

si d!

Esiodo

che
:

il

chiarissimo Abate Lan-

tradusse cos

Vasaro per vasaro aschio nodrisce


,

E 'n simil guisa un fabbro ed un mendico, E un poeta per Y altro ingelosisce

Diro

solamente
stile

che

originale

scritto

con certo

semplice
,

naturale

conciso
si

pieno di grazia
viene* Chi

come a un dialogo
le
,

con-

stempera
,

sue
e

espressioni

con

molte parole

le

snerva

fa

loro

cangiar

natura* Avrei voluto trasportare

nella

mia

traduzione la semplicit e la grazia dell originale


:

ma
,

dubito di non esservi

riuscito

Tu

pero
il

benigno leggitore 9

accogli cortesesii

mente
questo

buon desiderio,

contento

di

LA TAVOLA

DI

CEDETE

JL

aleggiavamo

nel sacrato

di
.

Saturno

pi e dialtre

verse sacre offerte osservando

Era
,

fra

1'

una

tavola appesa dinanzi al tempio


ta peregrina pittura
ticolari sue favole
:

in cui

vedeva cerso quali par-

rappresentante

non

n potevamo congetturando rin-

venire che fossero, e quando fossero accadute.

Non

ci

pareva una
to
,

citt,

non un accampamento 5
aveva dentro
:

ma un
,

ricin-

che
,

altri
1'

due ne minore

a s

maggior
porla,

Y uno
e

altro

e nel
si

primo era una

davanti alla porta star


al ricinto

vedeva una gran turba.


;

Dentro

moltitudine di donne

all'

ingres-

so dell' atrio

primo un vecchio
alla

in atto di
.

comandare

alcuna cosa

turba

che

entrava

Restando noi
di quel strano,
star

lunga pezza sospesi intorno


la favola
,

alla significazione
l

un

certo vecchio
,

presente

non
,

disse

o forestieri

ci

che vi
\

accade

di

cos

dubbiosi su questa pittura


de' paesani

imperciocch molti ancora


significhi.

non sanno che


;

gi un'obla-

zione cittadinesca
forestiero,

ma

gran

tempo venne qua un

nom

sSggio e valente in filosofia, e degl'in-

56
stltuti

di

Pitagora e di Parmenide imitatore in


,

fatti

ed in parole
pittura

ed a Saturno dedic questo sacrato e


gli

la

Io allora
?

domandai

forse lo conosci

tu di veduta
egli
,

E
,

lo tenni in

grande stima, replic


.

molto tempo

essendo di lui pi giovine

Ime di

perciocch di molte altre gravi cose disputava


questa
favola
,

udito
,

Y ho ragionare
,

Per Giove

dunque
affare
sia

gli dissi
5

raccontacela

se

non hai qualche

grande

che noi molto desideriamo saper che


,

Non
-

ricuso

o stranieri
la

ma uopo
Che
,

prima,

che sappiate non essere


ricolo

narrazione senza qualche pe-

E
no
y

quale
,

gli

dissi

se porrete

men-

te ali cose dette


felici
:

e le intenderete
,

prudenti sarete e
,

se

stolti

infelici

malvagi

ignoranti
.

divenendo
ch
il

vi avverr di vivere vita


all'

sciagurata
,

Poi-

racconto simile
agli

enigma
l'

che

la

Sfinge
.

proponeva
salvo
,

uomini

Se alcuno
,

intendeva

era
lei
.

ma non
:

intendendolo

era

morto

da

Cosi qui

perch
vi
si
,

la stoltezza

Sfinge

all'

uomo
.

Oscuramente

accenna che cosa nella vita bene,


che cosa n bene n male
ci
,

che cosa male


altri

Ove
trat-

non intenda

perisce per lei


,

non

un

to

come

a coloro accadeva
;

che dalla Sfinge divoa

rati

morivano

ma

vien
,

meno

poco a poco

in tutta
,

la vita a guisa di quelli

che condannati
.

al supplizio
.

sono

al carcerier consegnati
,

Al contrario
,

ove alcusalva
5
,

no T intenda

muore

la

stoltezza

ed
il

ei

si

beato diventa e felice per tutto


suoi
.

corso de giorni

Attendete dunque
in quale

capite bene
ci

Oh
,'

Erse la

cole

gran desiderio

hai tu posti

5?
Cosa cos
di
tosto
il
,

Ella

cos

veramente

-*

Io allora
,

e noi ascolteremo
*-

attentamente

giacch
,

tale

guiderdone
,

Prese egli una verga


,

e ste-

sala

alla pittura

vedete

disse quel
,

ricinto

Lo
si
,

vediamo

Sappiate in prima
.

che questo luogo


sta
\

chiama Vita
di quelli

la

gran turba che

alla

porta

che sono per entrare in vita

il

vecchio

che

sta

sopra tenendo una carta in

mano
si

mentre

coli' altra

par che accenni qualche cosa,


,

chiama Ge-

nio dee
via

>

e comanda a coloro che entrano


,

ci che per essi


,

farsi

quando siano venuti

in vita

e mostra

qual
qual

debbon seguire per ottener

salvezza
,

Or

vita, gli dissi,

comanda
tu
,

egli

che seguano

ed in qual

modo

Vedi

egli seguit, presso alla porta

un

trono da questa parte


sul trono
le aspetto

dov' entra la
finto volto

turba
,

e assisa

una donna con


,

di lusinghevo--

ed ha in mano una tazza


?

Lo vedo.
j

Or

chi ella

gli dissi
tutti

Ed
gli

egli replic

si

chia-

ma

Fallacia

che
?

uomini disvia
,

E
*-

che

fa poscia costei

quelli

che entrano in vita

da bere certa
questa bevanda

sua
?

molto
,

efficace

bevanda

Che
?

Errore

Ignoranza
--

poi

er,

Bevuto ci
rore
,

entrano nella vita


?

Beono
;

tutti

o no

Non
si

Tutti

egli

disse

ma
?

qual pi

qual

meno

vedi

poi

dentro

della porta

una
ve,

moltitudine di cortigiane d' ogni foggia

Le

do

Queste
.

nominano Opinioni

Cupidit
1'

Volutt
costoro
,

Come prima
e a ciascuno

entrata la turba
si

assaltati

uniscono e via lo conduco?

no

Ma

dove

li

conducono

Alcune

egli dis-

58
se
,

a salvarsi
,

altre a

perire per

la

Fallacia

buon uomo
Eppure
tutte
,

che rea bevanda vai tu promettono,


clie in

O dicendo
!

ottimo luogo
.

li

con-

durranno

e ad una

comoda

vita e felice

Costoro

poi per Y ignoranza e per F errore che bevvero dalla

Fallacia

non trovano qual

sia

la

vera strada

che mena nella vita, onde vanno vagando all'impazzata


,

siccome scorgi
,

Vedi tu ancora

quelli

che
ac-

prima entrano
cennano
?

come

si
,

aggirano dovunque
risposi
.

elle

Lo

vedo

Ma
,

chi

quella

donna

_,

che sembra cieca e frenetica

e sta

sopra

una pietra ritonda?

Si

chiama Fortuna, replic.


,

Ed
tres

non solamente cieca

ma

frenetica e sorda al-

Che
,

fa costei

Si aggira da
,

ogni parte,
a tal altro

egli disse
le

e a taluno rapisce le sostanze

dona

poi d' improvviso


,

le ritoglie

novellamente

a coloro

cui gi le diede
.

e le d ad altri a caso

e instabilmente

Onde

1'

esterior contrassegno indica


gli

bene Y indole sua

qual questo ?

domandai
dono

Lo

stare
?

sopra una pietra ritonda

Ma

che signiil

fica ci

Che non
.

sicuro
la

n stabile

che da
acerbe
sta

lei

viene

Per
,

qual cosa grandi sono ed


di lei
si fidi
,

le perdite
,

ove

altri

Or
,

quee co-

gran turba
si

che

le sta
?

intorno

che vuole

me
rati

chiaman costoro
e

Si chiamano Inconsideeh' ella


getta

chiede ciascuno
tutti
,

ci

via
-,

ma

Perch non hanno


par che
altri

un aspetto medesimo
si

godano
?

mentre
Quelli
,

attapinano
si

altri

ten-

dendo
ridere
,

le

mani

che gioir

vedono e
al-

sono coloro

che dalla fortuna ottenuero

5c,

cuna cosa
Gli
altri
,

Or
,

questi la

chiamano Buona Fortuna.

poi

quali
,

si

vedra piangere tendendo


i

le

mani
sti
i

son quelli

cui essa ritolse

doni suoi

e que-

la

nominano Fortuna Cattiva


doni

Che sono mai


li

suoi

che tanto ne gode chi


?

riceve
,

e chi

li

perde ne piange
si

Son quei medesimi

replic
?

che dal volgo


Ricchezza
gni
,

reputan beni -
,

quali sono

re-

gloria, nobilt

fgliuolanza,

domimi,
queste
-r

e (piante

sono
cose

altre cose simili a

In

qnal
disse
alla

modo
,

tai

non sono beni


.

Di

ci, egli

parleremo poi

Tratteniamoci adesso intorno

spiegazione

della favola
:

Sia pur

cos
,

gli

risposi

Ed
come
Esse
,

egli

passata
,

questa
li

porta

vedi

tu

un
ile

altro superior ricinto

fuori star alcune


I

don-

ornate,

le

baldracche .costumano

S certa,

mente

si

chiamano Intemperanza, Lussuria


.

Avarizia
esse
l ?

Adulazione

A
li

che dunque stanno


ri-

Appostano
,

quelli,

che dalla fortuna han

cevuta alcuna cosa


restin seco
,

lusingano e pregano che

dicendo che passeranno una vita dolce,

e da fatiche scabra e

da molestie
,

Se alcuno dunne piaceri


,

que

si

lascia

persuadere

ed

entra

gli

par giojosa per qualche tempo la vita


letica
.

finch

il

sol-

Ma
s'

poi

non

cos

Perch

quando
,

ritorni

in s

accorge che nulla

non ha gustato
ed
offeso.

ma
la

fu

egli stesso divorato

e consunto

Per

qual

cosa

dopo che
,

tutto

ha consumato quanto
quelle

dalla for-

tuna ottenne

costretto di servir
e vivere

donne

tutto sofferire,

svergognato, e a lor cagio-

ne

far ci

che dannoso e frodi e sagrilegii e sper-

60
giuri e tradimenti e

predamenti e quante sono


poi

altre
,

somiglievoli cose

Quando

manca
?

loro tutto

si

consegnano

alla

Pena
,

Qual'

Vedi

dietro

a costoro una porticciuola

un luogo angusto e tenealcune donne deformi


-il

broso

Non
,

si

vedono
?

altres

sordide

pezzenti

Le

vedo

Di queste
flagello
,

dunchia-

que

egli riprese

una che ha
l'

si

ma

Pena

Afflizione
,

altra

che tiene
strappa
i

il

capo
,

fralle

ginocchia
--

quella che
,

si

capelli

Ambascia

E
,

quest' altro
,

che
,

sta loro d'

appresso

brutto e macilento

nudo

quella

che in ci
,

somiglia a lui
essi
?

deforme anch'
,

essa e sparuta

chi son
.

Il

Pianto

e la sua

sorella
,

Disperazione
-vive
,

costoro
:

dunque
e

si

consegna
in

con loro

in

tormenti

dopo qui
Infelicit
,
,

altra casa gettato

nel-

la casa dell'

dove

fra ogni sciagura passa


lui

la restante vita

se

pure in

non

si

abbatta per
?

sorte la
lui
s'

Penitenza

~ E

poi, che avviene


,

--

Se in
,

incontra la Penitenza

lo

toglie dai

mali

seco accompagna una nuova Opinione, ed una nuova

Cupidit
nel

che

alla

Vera Istruzione
che
?
l'

lo

conducano

tempo

stesso

altra

alla

Falsa Istruzione
,

lo richiama

E
,

allora

Se
alla

continu

1'

Opinione
,

egli accoglie
lei

che guida

Vera
se

Istituzione

da

purgato ottien salvezza, e beato, e felice diventa


il

per tutto

corso del viver suo

no

di

nuovo
!

disviato dalla
to

Falsa Opinione

Oh

Ercole

quan-

grande questo nuovo pericolo! La Falsa Istru?

zione qua?
cinto
?

gli

domandai

certamente

Vedi quelP altro ri Ed all' ingresso fuor del

6i
ricnto

una donna

che

tutta linda apparisce e

mogli

desta

La vedo

Costei

dunque
.

il

volgo e

uomini vani nomano Istruzione

Per non dessa,

ma

bens Falsa Istruzione


,

Quelli, che ottengon

salvezza

quando

alla

Vera

Istituzione vogliono per-

venire

qui vengono in prima


,

altra via

che a

lei

conduca
,

Non v' ha Si bene


,

forse

rispo-

se

Quelli uomini

che vanno su e gi per entro

al ricinto chi

sono

Sono

replic

gli

amanti

della

Falsa Istruzione

che ingannati

si

credono di
?

conversar colla

Vera

E
,

come

si
,

chiamano

cri-

Alcuni poeti
tici
_,

altri oratori
,

dialettici

musici , aritme,

geometri

astrologi

edonic

peripatetici

tici

e quanti sono altrettali


si

Chi sono or
,

quelle

donne che scorrer


prime
V
se
altre
,

vedono intorno
dicesti
?

simili a quelle

fra le quali

essere

V Intemperanza
le

che stanno seco


forse

nel

Sono appunto
?

stes;

Entrano
per
,

qui

pure

S v' entrano
ricinto

di
le

rado

non come

primo
,

opinioni

altres ?
essi
1'

certamente
,

perch tuttavia

rimane in
vettero
,

la

bevanda
,

che dalla Fallacia ricee seco


1'

Ignoranza

pur

la
,

Stoltezza,
la

ne

si

diparte pure da loro


,

Opinione

rima-

nente malvagit

finche rigettata la
,

Falsa
la

Istituzione,

non

entrino alla vera strada


,

beano

purgante be-

vanda di queste

e caccili fuori quanto


l'

hanno

di reo,
.

e le Opinioni e

Ignoranza

e ogni altro
3

male

In

questa guisa potranno allora esser salvi

che rimanendi
il

do qui non mai sarebbono


,

liberati

ed a cagione

questi

insegnamenti, non verrebbe

meno

in

essi

62
ra;ile

Qu.il'

dunque

gli

domandai

la

via

che

mena

alla

Fera

Istruzione?
,

Ed

egli rispose:
,

Vedi

lass quel luogo

dove

niiino abita

ma

apparisce

deserto? -la,

Lo vedo Vedi

quella piccola porticciuo-

e innanzi a lei una strada, che poco calcata,

ma
tale

assai

pochi vi vanno, siccome quella, che per certa


difficolt
:

sua

aspra

si

scorge e pietrosa?
egli
:

E
f

molto
le
i

risposi

Ed

Vedi ancora un
salita
,

col-

alto
lati
,

con

una angustissima
?

ha precipizj profondi
riprese
,

sta

la

via

ambo Lo vedo Queche conduce alla Vera


che

Istruzione

--

Molto

difficile
:

questa
l in

via
alto

escla-

mai
no?
le

Ed

egli

soggiunse
,

E
e

vedi

tu

quella roccia

grande

alta

tutta

dirupata intor-

La vedo
,

E
e

sulla roccia
,

due donne belche cortesemen,

della persona

ben composte

te colla

Qual'

mano offrono aiuto ? Le vedo risposi nome loro ? Continenza 1' una e il
,

altra

Pazienza
,

e
si

sono sorelle
di
_,

Ma
la
si

perch
?

replicai

stendono
,

buon grado
coloro

mano
tema

Esortano

egli rispose
,

che

appressa,

no

a far cuore

e a

non

restarsi
,

per

che

poco

ancora
sentiero

debbon

durare

poi verranno nel


venuti alla
roc-

buon
cia
,

Ma
,

quando
?

son

come

poi

salgono

imperciocch
l
li

non
desse
se
,

vedo
che
.

strada

veruna

che

metta
,

poco

Son

dalla rupe discendono

e su
,

traggono a

In-

di
la

li

esortano

posarsi
,

dopo

dan loro
alla

Forza

e la Fiducia
li

promettendo che
,

fe-

ra Istruzione

condurranno

mostrali

loro la

61
via

quanto bella
,

piana
_,

ed agevole

e scevra

da

ogni male
tu

come
a

tu
,

vedi

Cosi pare
a e

Vedi

ancora

soggiunse
foggia
?

dinanzi
di

quel
tutto

bosco

un

luogo
per zo

bello

prato

splendente
in

molta luce
al
?

tu

certamente
altro
.

~ E
,

mez-

prato

vedi

un

ricinto

e un' altra
?

porta

le

Cos

appunto
de' beati
tutte

Che luogo questo


,

L' abitazione
Firtii
,

diss'
,

egli

perch

qui

stanno

quante

e la Felicit

Oh
egli
,

come
tosto
:

bello

esclamai questo
alla

luogo

Ed

Non

vedi tu

porta una donna bella


et
,

di

grave
veste
,

aspetto e di

mezza

vestita di

semplice

e d' ogni artificioso


,

ornamento

affatto scevra ?
,

Sta ella

non

gi sopra'
,

un

sasso ri tondo

ma
sono

bens

quadrato e stabile
lei
,

ed

altre

due donne
Cos sembra
$

con

che paiono sue

figlie
,

1'

la

Quel-

la

che

nel

mezzo

Istruzione

Verit
perch
?
,

e la Persuasione son le
gli

altre

due

Ma
quadrato

domandai
,

sta

sopra
,

un

sasso

In

contrassegno

rispose
lei
,

che sicura e stabile


e sicuri

la

stra-

da
chi

che mena a
li

sono
ella

doni suoi per

riceve

Or
,

che
1'

dona

cia

egli disse

e
?

Imperturbabilit

La E
,

Fiduqueste

che cosa recano


nulla di

acerbo
questi
!

doni son
cinto
?

La scienza di non soffrir mai ~ Per verit io dissi che bei Ma perch sta cos fuori del ri,

Per curare

quelli

che vengono

dar

loro bere

una bevanda purgatrice. Poi come prima


,

sono purgati
ci
?

g'
.

introduce cos alle virt

~ Come
,

io ripresi

Non

intendo

Intenderai

repli-

64
co
egli
.

Ci avviene nel

modo
,

stesso

che

se al-

cuno gravemente infermasse


co
ci
,

presentatosi al

meditutto

questi
,

prima con purghe caccerebbe fuori


,

che lo rendeva infermo


,

poi cosi lo ristabi.

lirebbe in forze

ed

in

salute

Ma

se
,

il

malato

non ubbidisse
tendo

alle

mediche

prescrizioni

a gran ra--

gione abbandonato morrebbe per la malattia


,

In-

io
,

dissi

~ Ed
altri

egli

continu

Nel modo
,

medesimo
gli

ove

vada dalla Istruzione


sua
i

questa

da
,

bere

V operatrice

bevanda
tutti
,

purgarlo

prima

e cacciarne fuori

mali

che venen,

do aveva

quali

son

essi ?

L' Ignoranza
,

T Errore, che bevve


za
,

dalla Fallacia
,

e
l'

1'

arrogan,

la
,

Cupidit
di che
si

V Intemperanza

Ira

Y Ava-

rizia

riempi nel primo ricinto


,

Ma
,

dopo che
rispose
,

purgato

dove lo manda
e alle altre

--

Dentro

alla

Scienza

Firtu

Quali

son elleno?

Non
a
,

vedi dentro della porta un coro di


,

donne

belle

vedersi

modeste
,

vestite

d'

una

gonna semplice

non sontuosa
artifizio
si
,

e inoltre

non acaltre ?

conce con istudiato

siccome
?

Le vedo

risposi
,

Come
,

chiamano
e
1'

La

[pri-

ma

Scienza
,

egli

replic

altre
,

Fortezza
,

Giustizia
beralit
relle sue
,

Probit

Temperanza
,

Modestia
,

Li-

Continenza

Mansuetudine
!

sono so-

Oh
alle

bellissime
!

dissi

oh
,

quali

abbiamo

grandi speranze

soggiunse

se intenderete

bene
ci

ed

cose udite vi abituerete

Certo vi
otter-

adopreremo
,

con molto studio


replic

Dunque
esse

rete salvezza

Ed

io

quando

V han-

65
no ricevuto
-,

dove

il

conducono

Dalla

madre

chi

ella?
?

La Felicit,
tu

rispose
,

Ma
i

qual'

costei

Vedi

quella via

che mette
ricin-

a quell' altura
ti ?

la quale la rcca di

tutti

---

La vedo
,

quella

donna

di

mezza

et

avvenente

che

al vestibolo siede

sopra un alto tro,

no

come

a nobil matrona conviene


,

e
d*

non con
una
fiorita

soverchia cura ornata

ed egregiamente
Cos

corona incoronata?

Essa la Felicit
,

Ove qui venga La Felicit V


na
,

alcuno

gli
,

domandai
,

che fa

ella ?

incorona
,

rispose

di certa sua coro1'

che ha grande

e sicura efficacia, e

altre Vir-

t tutte altres,

come

vincitore di grandissimi

comegli
?

battimenti.
gli! chiesi

Ma

quali

combattimenti
,

vinse
e
,

che

Grandissimi
dianzi
lo

replic

grandissi-

me
vano

fiere
,

divoravano
servit
.

lo

strazia-

lo
,

riducevano

in

Tutte

queste

egli vinse

e cacci lungi
-,

da

padrone facen,

dosi di s stesso

talch esse ora servono a lui

come
,

prima

egli a loro
?

E
l'

quali son

queste

fiere

di

che tu parli
lo
ti

poich

ho gran

desiderio di

saper-

Primamente
fiere
1'

Ignoranza, e V Errore, Or non


?

sembrano

coteste

E
,

pessime a dir

vero

risposi

Poi

Afflizione
,

il

Pianto

V Avarizia,
.

Y Intemperanza
egli signoreggia
,

e tutte

altre
,

Iniquit

Su
,

tutte

e non ne
chiare geste

siccome prima
,

signo-

reggiato

Oh
!

esclamai

ed oh bel.

lissima vittoria
la virt della

Ma

deh questo pur dimmi


,

Qual'
,

corona
?

di che

siccome
,

dicesti

egli

viene fregiato

Beatrice virt

o giovinetto
4

Im-

EpUteto

66
perciocch quando egli n' inghirlandato
,

felice di;
!

venta

n pone in

altrui le

speranze
,

della felicit

ma Ma
Le
che
e

in s stesso

Oh

bella vittoria
,

che tu mi dici

poi che incoronato


Firti lo
egli

che

fa egli

o dove

"va ?

prendono, ed

a quel luogo lo guidano,


,

donde
ivi

venne da prima
,

gli

mostran coloro

stanno

come male

e sventuratamente vivano,
,

come
,

nella vita faccian naufragio

e vadano er,

rando
dall'
l'

e sian condotti vinti


,

quasi da nemici

chi

Intemperanza
,

chi

dall'

arroganza
ed

chi dal-

Avarizia
.

chi dalla
si

Vana Gloria
,

altri

da

altri

mali
e

N
,

da

fatti

disordini

da' quali sono legati,


si

stretti

scioglier
:

si

possono talch

salvino

e
il

vengan qui

ma
, ,

per tutta la vita sono turbati

che avvien loro

perch non posson trovar

la via

che qui conduce

avendo posto in dimenticanza

il

comandamento

del

Genio

Rettamente tu

parli per

mio avviso
egli

Ma

un' altra cosa


gli

mi rimane
il

oscura. Per
,

qoal motivo le Virti

mostrano

luogo

donde

venne da prima?
,

~ Perch
,

non bene aveva cono,

sciuto ci

che
,

ivi

accade
l'

e nulla ne sapeva
1'

ma
,

stava

in

forse

e per
,

Ignoranza e per

Errore

di che

era

imbevuto

le

cose non buone reputava


tali

buone, e quelle stimava malvage, che

non erano,
ben

aonde mal
Ora per

viveva,

come

gli altri

che
,

si

trattengon col.
utile
,

acquistata la scienza di ci

che

vive, e coloro osserva,

come

passano
,

giorni travagliati
fa egli

E
va
?

poi che tutto abbia osservato

che

o dove

Dove

vuole
,

rispose

Imperciocch ovunque
nell' antro Cori-

egli trova sicurezza

come

se stesse

ci.

Ed ovunque
,

egli

vada

67 vivr egregiamente con


1'

perfetta sicurit

perch

tutti

accoglieran di

buon

grado siccome

malati fanno verso del


tu dicesti esser fiere
,

medico

E
teme

quelle donne che


egli

non

le

pi

non
,

forse soffer

da loro qualche sciagu-

ra?
dall'
l'

No

non

sar travagliato dall'


,

Ambascia, non
,

Afflizione
,

non
dalla

dall'

Intemperanza
,

non

dal-

Avarizia
male
,

non

Povert

non da qualsivoglia
,

altro
tutte

perch signoreggia su tutto

ed

alle
,

cose

che dianzi lo malmenavano superiore

come
gli

quelli,
gli

che sono

stati

morsi dalla vipera. Imperciocch


,

animali velenosi

agli

altri
,

nocciono cosi che


perch hanno
il

uccidono, a quelli non nocciono


travveleno
ch' egli
.

con-

niente pure nuoce a costui , perch an-

ha

il

contravveleno

Mi
:

sembra che tu dica


chi son coloro che

bene

Ma dimmi
colle
,

anche questo

vengon dal
qualche

Alcuni inghirlandati fan mostra di


poi senza corona
il
,

letizia

altri

rigettati

par

che

le

gambe abbian peste ed


trattenuti

capo

.,

e sono da al-

cune donne
salvi

di

Quelli inghirlandati

ormai

stanno

presso
j

all'

Istruzione
quelli
lei
,

s'

allegrano

d' averla

conseguita

poi che sono senza


afflitti

corona
e

alcuni rigettati da
,

tornano addietro

grami

altri

disanimati

dopo

esser

saliti

alla

Pazienza
tieri

ricalcano la stessa via per


,

male

agiati

sen-

E chi son quelle donne che li accompagnano Afflizioni Ambasce Disperazioni Igno~ minie ed Ignoranze Tutti mali dunque accompagnano io dissi Tutti veramente ove poi
?
,
,

li

costoro nel primo ricinto alla Volutt son pervenuti,

68
ed
alla

Intemperanza
1*

non accagionan
,

s stessi

ma
l
,

tosto

biasimano

Istruzione

e quelli
,

che vanno

dicendo che

tristi

sono

e infelici
,

e sventurati

che

lasciando la lor vita

mal vivono n godono


gli

de' loro beni

Quali cose

domandai

chiamano

beni?

Ed

egli, la. Dissolutezza e Y Intemperanza, a


.

dirla in

una parola
il

Perch

l'

ingozzare a guisa di pe-

core

stimano
l
?

maggior bene
,

E
,
,

l'

altre

donne
si

che di

vengono giulive
Opinioni
,

e ridenti

come

chia-

mano
all'

egli rispose

le quali

conducono
alle virt
,

Istruzione quelli

che

s'

incamminano
,

e poi tornano addietro per altri

ai quali

annunciano

come

gi son felici coloro,


--

che esse condussero prece,

dentemente
alle virt.
?

riami' elleno forse

io ripresi

5 ,

adito

Mai no

replic

Opinioni
l'

d' entrare alla

Scienza,
gli
,

Non lecito alle ma li consegnano alha ricevuti, tornano


che deposto
il

Istruzione ; e quando questa


altri
:

a condurre

come
hai

le

navi

loro

caiico, tornano a prendere


te
,

nuovo peso
tutto

Ottimamen.

io risposi
ci hai

mi

spiegato
,

ci

Ma non
fare

anche

manifestato
,

che cosa a
,

quelli che en-

trano nella vita

ordina

il

Genio che debbano

Aver fidanza

egli rispose .

Laonde
,

confidate voi purej

imperciocch tutto vi esporr


tralasci la

e niente sar che io

Benissimo
,

io dissi

Ed
disse
,

egli

stendendo

mano
la
?

alla pittura
,

vedete
sta
dissi

quella
pietra

donna
rotonla
,

che sembra cieca

sopra
,

una
si

da

quale

test

che

chiama

Forche

tuna
a

la

vediamo
prestin

Comanda
fede
,

dunque
,

cos tei

non

ci

che

altri

ha

69
di
lei

ricevuto

non

creda
,

sicuro

stabile

lo consideri

come proprio
si

perch

niente
il

impedi,

sce

che
d'

lo

ritolga

ad

altri

dia

essendo
volte

solita

adoperare

in
si

questa

guisa

assai

Ordina perci, che non


ni
,

lascin vincere da' suoi


,

dotol-

che non esultino o\e dia

n disperino ove

ga

non

la garriscano

n
,

la

commendino

perch

non opera con ragione


caso
il
,

ma
.

disavvedutamente ed a

come
,

gi vi dissi

Per questa ragione comanda


ella faccia
si
,

Genio

che di quanto
ai cattivi

non

si

prendano

maravigliale
ti.

banchieri
,

rendano somiglian-

Gonciossiach questi
altrui
,

quando hanno preso danaro

da

si

rallegrano

e lo guardano

come proprio
,

ma

poi

si

rammaricano quando viene ridomandato e


,

par loro di sofferire grave disastro

non ricordando
,

che ricevettero
restituito
si
.

il.

deposito a
stesso

condizione
prescrive
,

che fosse

Nel

modo

il

Genio che

diportino riguardo ai doni suoi


tale
il

si

rammentino

che
lo

vezzo della Fortuna, di toglier cio quel,

che

dette

per renderlo

poscia a molti doppi


.

e quindi toglierlo novellamente


le sostanze

N
ed

questo solo
.

ina

ancora che
si

altri

aveva prima
,

doni suoi

dunque vuol che

prendano

ottenutili si

vada

senza indugio ad altro


ro
la

pi stabil dono e pi sicu-

qual

io

domandai

La

Quello
lei

che dal-

Istruzione riceveranno, se fino a

perverranno

salvi

~ Ma
utili
,

quale questo?
certo, e

vera Scienza delle

cose

dono

non mutabile. Vuol dunque,


lei
ti
,

che in gran
sian giunti a

fretta

fuggano presso di

e quando
dissi

quelle

donne

che gi

essere

7 V Intemperanza
e

e la

Volutt

di l partano tosto,

non credan
.

loro finch alla

Falsa Istruzione non


,

siano arrivati
lei

Qui
ci

si

trattengano alcun poco


,

e da

prendano
,

che vogliono
si

come

fardello

da

viaggi

e senza pi
i

rechino

alla

Vera

Istruzio,

ne

Questi sono
gli

comandamenti del Genio

e chi

non
dro

adempie o
.

non

g*

intende bene

perisce

miseramente
.

Tale, o forestieri, la favola del qua-

Se

vi fa d'

uopo

di far qualche
,

domanda
cosa

in,

torno a ciascheduna di queste cose


tutto vi dir

potete farla

Bene, io
,

risposi

Che

dunque

prescrive

il

Genio

che prendano dalla Falsa Istruutili

zione
sono
?

Quelle cose che paiono ~ Le lettere egli disse e le


,

quali
,

altre discipline

le quali

anche Platone disse

che hanno pe' giovani

quasi la forza di
altrove
il

un freno

affinch
,

non divaghino
,

si

Necessario forse

che le prenda colui


Istruzione
.

quale

dee recare
,

alla

Vera

Neper

cessario

no

ma

bens vantaggioso

Siffatte cose

a nulla giovano per diventar migliori


asserisci
gli
,

~ Tu

dunque

che non
?

sono

utili

per render migliori

uomini
tali
.

Cos perch senz' esse possono dialtres

venir

Pure quelle
,

non sono

inutili

Im-

perciocch

siccome

per via d' interpetre intendia,

mo

tal

volta le cose dette in altra lingua

non

pe-

r inutile

Y aver noi medesimi pi


;

esatta
,

conoscen-

za di quella lingua

cos nulla ci vieta

che facciamo

senza di queste discipline


i

Niun vantaggio dunque


gli altri

dotti
?

uomini hanno sovra

per diventar mi,

gliori

E come

avranno qualche vantaggio

se in-

71
torno
re
_,

al

bene

ed

al
,

male cader

si

vedono

in erro-

siccome

gli
?

altri

ed essere inoltre impacciati da


,

ogni nequizia
altri

Imperciocch niente impedisce


le lettere
,

che

apprenda
sia
,

e tutte le discipline
,

-,

e pa,

rimente
traditore

ubriaco

incontinente

avaro

ingiusto

e infine pazzo --

Molti a dir vero se ne

vedono

di somiglianti

Qual vantaggio dunque per


da quelle facolt
-?

esser migliori ritraggon costoro

--

Certo che niuno

secondo questo discorso


,

Ma

don-

de avviene
tengono
,

replicai

che nel secondo ricinto

si trat-

quasi avvicinatisi alla


,

Vera Istruzione!

--

Qual pr
peranza
,

rispose

per loro

se spesso dalla

Intemse-

e dagli altri vizj


ricinto

si

veggono alcuni dal

condo nel terzo


zione
,

pervenire alla vera

Istitu?

quali passano

innanzi a questi scienziati


gli
altri
?

Come hanno
domandai
se

alcun vantaggio su

Dunque o
ci
?

sono pi neghittosi o pi indocili

Come
,

gli
,

Ed
,

egli

perch nel secondo ricinto

non
.

altro

si

arrogano di sapere quello


in

che non
guisa
,

sanno

Ora fmoattantoch pensano

questa

necessario che siano infingardi nel recarsi alla

Ve?

ra

Istruzione
ri cinto le

poi non vedi ancora

come
se

dal pri-

mo

Opinioni accorrano a loro parimente


essi

Perci non sono

migliori degli altri


,

il

Pen-

timento non
che non
la

si

accompagni 'con loro


,

non sentano,

Vera

ma

si la

Falsa Istruzione acqui,

starono, da cui son tratti in errore

e di questo

modo
cose

essendo disposti non possono ottener mai salvezza. Voi

dunque

forestieri

adoperate
,

cos

ed

alle

dette attenetevi stabilmente

finch ne abbiate fatto

72 un abito

<

Ma
,

<T

uopo ravvolger sovente per


ristare
,

1'

ani-

mo

tali

cose

n mai

e le altre giudicar so-

verchie. Altrimenti niun giovamento ritrarrete da ci,

che avete udito

Cos faremo

Ma
,

spiegateci ora

come non
re

sia

un bene
gli
,

tutto quello
,

che dalla Foril

tuna ricevon
,

uomini

a cagion d' esempio


,

vive-

esser sani
,

venire in ricchezze
,

acquistar gloria,

aver
cose
ste
.

figli
:

riportar vittorie

e quante altre sono simili

come non

siano mali le cose contrarie a que,

Ci pare a noi strano


egli disse
,

ed incredibile

Or be-

ne
lo

fa di rispondere

come

tu pensi a quel-

che sono per domandarti


il

Cosi far

egli

un bene
mente
?

vivere anche a colui

che vive misera-

Non
Perch

credo
il

ma
,

bens un male
,

~ Come
un maper colo-

dunque un bene
le
?

vivere

se per costui
sia

io

penso
,

che un male

ro

che vivon male

ed un bene per
asserisci
il
,

quelli che vi-

von bene

Tu
:

dunque
?

che

il

vivere sia

un

male e un bene
dire assurdi

Tale

mio avviso
,

Non
la
,

poich egli impossibile

che

cosa
sa-

medesima
rebbe
si

sia

buona e

cattiva

Se

cos
,

fosse

insieme

vantaggiosa e nocevole
:

da elegger-

e da fuggirsi
,

che

impossibile
,

Come

dunvi->

que

perch un male
,

soffre colui
'la

cui avviene di
?

ver male

sar

un male
il
?

stessa vita
,

Eh
viver

che non

una cosa medesima

vivere

il

male

Non
le

ti

pare egli cos


,

dir vero

anche a
il

me
maper-

non pare

che siano lo stesso


.

Dunque

viver
,

un male
,

Ma

il

vivere non

un male

ch se fosse

a quelli, che vivon bene,

avverrebbe

73

un male

giacch avviene loro di vivere


essere
s

il

che

si

supposto

un male
male,

Tu

dici la verit

Poich dunque

a quelli, che
agli

ben vivono, come a


altri

quelli, che vivon

uni e agli
vita

succe-

de di vivere

non potr
il

esser la

ne ben n

male

Siccome n pure

tagliare e
_,

Y abbruciare so;

no agl'infermi pregiudicevoli
la vita
.

o sani

cos

pur del,

Considera or bene
?

vorrestu viver male


--

morir bene e prodemente

Morir bene
,

Dun-

que n pur

il

morir un male
,

se vuoisi eleggere

spesso la morte

pi presto che
dell' esser

la

vita
,

1'

Cos

Lo
re
.

stesso

da dire

sano

e dell'

ammala-

Imperciocch
il

assai volte

non giova

esser sano,

ma
no

contrario

quando

le circostanze

il

richieggastesso

vero
.

le ricchezze

Consideriamo ora E certamente accade


Cosi di molti

nel

modo

spesso di vedere
,

alcuno fornito di ricchezze


turatamente
--

che vive male

e sven-

Le

ricchezze dun-

que non giovano a costoro per viver bene


pare
,

Non

perch eglino son miseri


fa s
,

Non
,

la ricchezza
l'

dunque
ne

che

altri

sia

buono

ma
,

Istruzio-

Cos penso

Per
,

la

qual cosa
,

un bene

le ricchezze

se a coloro

come saranno che le hanno non

giovano per divenir migliori?

Ci manifesto


Se

N
no

giova ad alcuni

1'

arricchire

quando non sappiail

far uso delle ricchezze

Tale

mio avviso
vero

Come

potr

altri

stimar
?

un bene

ci

che sovente

non giova averlo

~
,

Questo

altres

alcuno dunque sa bene e saviamente servirsi


ricchezze
,

delle

vivr bene

altrimenti vivr

male

Tu

74
dici la verit

la una parola

il

pregiar queste cose,


,

come beni
che turba

e averle a vile

come malvage

ci

gli

uomini
,

e nuoce loro qualunque volta

ne fanno conto
venga

e credono che da queste sole pro:

la felicit
si

laonde tutto fanno per lor cagione,


.

bench

reputi scellerato
il

che avvien loro


,

per-

ch non conoscono
dal male
ti

vero bene
il

ed ignorano
si

che

non pu nascere
,

bene. Ora

vedon mol,

per turpi

e ree opere acquistar ricchezze


,

come
,

per tradimenti

saccheggi

uccisioni

calunnie

rapi-

ne

ed
,

altre

parecchie iniquit
,

Cos

Se dunil

que
ne
,

come

ragion vuole
fatti

dal male

non nasce
,

be-

e se da iniqui

vengono

le ricchezze

neces-

raria cosa , che le ricchezze

non

siano
le

un bene

le

Ci manifesto
la saviezza

si
,

Parimente per
,

malvage opere
,

non

acquista

la giustizia
;

n per

buone

1'

ingiustizia

o
.

la stoltezza

n possono stare
,

insieme queste cose


sere in alcuno e
altrettali

Niente v'ha poi


,

che

vieti es,

ricchezze e gloria

e vittorie
.

ed

cose

ma

con molta malvagit


,

Siffatte cose
la

dunque non sono n bene


za sola
l'hai a

n male,

ma

saggez-

un bene

e la stoltezza

un male

Tu

mio

giudizio bastevolmente dimostrato.

FINE

ANNOTAZIONI

Pag. 55
1*

Sacrato. Cos traduco


sig.

la

greca voce hcroii, seguendo


i
.

opinione del eh.

cav.

Ciampi nel suo Puasania T.


,

p. 488.

Era un recinto sacro a qualche Dio o Eroe


il

in cui

oltre al tempio o edicola era sovente

luco sacro

teatro, sta-

tue

ed

altri

ornamenti

Pag. 56.
tatore
.

DegU

instituti

di Pitagora e di Parmenide imi,

Cebete essendo Tebano

pare

probabile

al

Volfo

che questi fosse Liside precettore d* Epaminonda e

di

Filippo
sia
.

Macedone

Pi probabile a
,

me
il
.

pare

che questa non

che

una finzione

e finto sia pure

filosofo qui indicato

Pag. 59. Intemperanza

Altri

traducono

incontinenza

ma

seguendo
,
.

la

voce lussuria ho stimato dover dire


del testo ha ancora

intempe-

ranza
ficato

che

la parola greca

questo signi-

Pag. 6f

Edonici
Cirenaici

Con

questo
il

nome furono
Bruckero
,

chiamati gli
Phil.

Epicurei e
I.

Si veda

Hist.

T.

p.

609.

Pag. 66.

Come

se stesse nelV antro


9.

Concio

Dell' antro

Coricio

si

veda Strabone Lib.

PaUsania Lib.
il

-IO.

Pomponio
che

Mela Cap.
p.

<3. e principalmente si veda

Salmasio Disq. Plin.


si

344. e segg.

Da

questo passo di

Cebete

raccoglie
i

, ,

stare nelV antro Coricio era

un proverbio presso
sicuro
.

Greci

che

significava stare in luogo molto

Di questo proverbio
,

per non fanno parola

Greci scrittori di proverbi


raccolsero

ne Paolo
s

Manuzio o Erasmo
greci che latini
.

che molti ne

con

diligenza

Pag.

67.

Come

quelli
,

che

sono

stali

morsi

dalla vipera
per
i-

ce. Difficile questo passo

ne trovo mezzo probabile

76
spiegarlo bene
retto
,
.

Si

crede comunemente
evidente ;
.

che

il

testo sia scor-

e ci

mi pare

ma non
.

si

pu indovinare, co,

me

si

debba correggere

Il

traduttore

Arabo spiega viperai


i

e perci deve aver letto altamente

Anche

moderni che mi
,

sono venuti

sotto

gli

occhi

traducono
il

viperarum venatores

quantunque non cos richieda


de' viperai
,

testo

Ma come
,

si

pu dire

che non sono morsi dalla vipera

perche

hanno
biso-

questo contravveleno ?

poi perch
)

il

paragone regga,

gna

come
,
,

osserva

il

Volfio

che la persona sia morsa dal-

la vipera

e quindi

non ne

resti

pi offeso
le

Se

vi fosse

stato

un tempo
ta
,

in cui si credesse
,

che

persone morse una


alla stessa

vol-

se guarivano

non soggiacessero pi
.

disgrazia ,
si

la spiegazione sarebbe chiara

Ma

fra tanti errori, che

so-

no

detti

non trovo vermi


:

indizio di questo presso gli antichi.

Solamente leggo in Plinio


ictus
,

constat contra
,

omnium serpentium
coctum house
29. Cap.

quamvis insanabiles
,

ipsarum serpentium exta imposita


viperai jecur

auxiliari
rint
,

eosque qui aliquando

nunquam

postea feriri a serpente,

H. N. Lib.

4. Si

potrebbe forse dire, che quelli che erano morsi dalla vipera

usassero

comunemente

il

rimedio indicato da Plinio, e a ci allu,

desse Cebete ? Confesso per

che difficilmente posso indurmi


si

a crederlo
in

perch in questa supposizione


oscuri ssimo
.

sarebbe

espresso

un modo

ed

egli in tutto il

rimanente del suo

dialogo chiarissimo

Pag. 70. Le quali anche Platone


7

ec.

Si

allude

al

Libro

delle Leggi.

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/?
J>

MANUALE
TRADUZIONE
DI

LZZARO PAPI

E LA TAVOLI

DI

CEBETE
TRADOTTA

DAL

M.

CESARE LUCCHESINI

LUCCA
TIPOGRAFIA DI GIUSEPPE GIUSTI

1829.

DAI TORCHI DELL EDITORE

Milton

--

il

Paradiso Perduto tradotto


'

da L.

Pa r

...
L.

Paoli

12

Lettere sulle Indie Orientali di


Voi. 2

Papi

,,

Al

Visione di 'Amarilli Etnisca in morte del


Cav. Vinceuzo Monti
i

Visione di Amarilli Etnisca in morte della


Principessa

Rospigliosi

,,

Annali Pisani del Can. Paolo Trofici


Voi.
11

4.

i2

Mannaie
Cebete

d' Epitteto

e la

Tavola

di
,,

2
.

Le

anzidette opere sono

tutte

in

ottavo

L' Editore

autorizzato con special

benignissimo

Decreto di S. A. R. prossimo a dare in luce un

nuovo Almanacco
giato
dej,

di Corte per

1*

anno <830
,

fre-

ritratti degli
,

Augusti Sovrani
oltre alle
la

incisi

da

valente

buliuo
,

e che

consuete tavole
genealogica
delle

astronomiche

conterr
in

serie
t

famiglie regnanti

Europa

le

cariche della R.
,

Corte

le
,

principali dignit
tutti
i

ecclesiastiche

le

ma-

gistrature

Funzionar]

civili e militari del

Ducato,
si

e varie altre interressanti notizie, per cui

lusinga che questo Javoro, eseguito con ogni elee

ganza
il

precisione

tipografica, sar per incontrare


.

pubblico aggradimento

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