Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
1
Con affetto,
2
Introduzione
cammino del filosofo dal buio della caverna, in cui con altri uomini
domande:
3
secondo momento procederemo a un'analisi critica di alcuni termini
completezza.
Migliori, Bompiani, Milano 2006; il Gorgia, a cura di Giuseppe Zanetto, Rizzoli, Milano 2007; l' Ippia Maggiore, a
cura di Hans Krämer e Maria Teresa Liminta, Rusconi, Milano 1998; le Lettere, a cura di Margherita Isnardi
Parente, con traduzione di Maria Grazia Ciani; il Politico, a cura di Giovanni Giorgini, Rizzoli, Milano 2005; il
Sofista, a cura di Bruno Centrone, Einaudi, Torino 2008; il Timeo, a cura di Giovanni Fronterotta, Rizzoli, Milano
2006.
2
Ci siamo avvalsi a tal fine del lessico di Roberto Radice, Lexicon Plato, Biblia, Milano 2003.
4
Capitolo I
Trasimaco.
Egli, che, durante il dialogo con Cefalo prima e Polemarco poi, era
5
discorso in prima persona, senza ambiguità, di esporre quanto ha da
precisione (in modo da mettere in luce le cose con cura)4”; infine gli
che, se non avessi guardato io lui prima che lui me, sarei divenuto
privo di voce”.
pretende di distruggerlo
4
Safw=j, avverbio di safh/j, è formato dal prefisso rafforzativo sa- e fa(oj, luce.
5
Cfr. Aesch., Prom. 360.
6
2) ancor più importante, Platone paragona implicitamente
parola6.
tralasciato.
come la questione della giustizia sia così elevata, che non dovrebbe
6
Cfr. Verg., Buc. 9, 53-54.
7
banalità.
tratta della famosa sentenza secondo cui “il giusto, altro non è se
7
Così Trasimaco apostrofa Socrate in Resp. 340d. I sicofanti erano coloro che denunciavano il furto dei fichi sacri,
ma successivamente l'accezione del termine si allargò ad indicare chiunque sostenesse accuse false a scopo di lucro.
8
In modo particolarmente chiaro nel dialogo degli ateniesi con gli abitanti dell'isola di Melo, narrato da Thuc., Storie,
V, 84-114.
9
Cfr. G. B. Kerferd, I sofisti, ed. it. Il Mulino, Bologna 1988. In particolare si consultino i capitoli secondo (I sofisti
come fenomeno sociale, pp. 27-36), quarto (I protagonisti del movimento sofistico, pp. 59-78; Gorgia, pp. 61-62;
Trasimaco, p. 69; Callicle, p. 70) e nono (La controversia <NOMOS-PHYSIS>, pp. 143-178).
8
leone o denigrare Trasimaco?”).
Colui che sbaglia, nel momento dell'errore, non può certo essere il
si cura del proprio guadagno personale invece che della salute del
pastorizia al gregge.
detiene.
cura del gregge in vista del suo vantaggio finale (il ricavo di
10
Sull'argomento delle tecniche in Platone, vedi G. Cambiano, Platone e le tecniche, Einaudi, Torino 1971.
9
trattenuto da Socrate e Glaucone e il dibattito prosegue.
Socrate gli fa dunque notare come sia necessaria una distinzione tra
giusto solo sul nemico, è evidente che l'ingiusto avrà molti più
10
immagini contrapposte evocato fino a questo momento da Platone
infine lo ammansisce.
forse sosterrebbe che lo sono proprio tutti coloro che sono esclusi
11
Nietzsche, Così parlò Zarathustra, Fabbri Editore, Milano 1996, “Delle tre metamorfosi”, pp.43-45.
11
leone”.
Socrate.
12
uomo che trova al dito di un cadavere di proporzioni sovrumane un
finzione, tanto più grande sarà il suo successo in ogni campo: come
sostenere, quindi, che gli dèi stiano dalla parte del giusto?
questi dimostri davvero che quanto sostiene sia la verità. La sua non
13
ovviamente Socrate non impiega molto tempo a riconoscere in lui
Glaucone, nell' Atene del IV sec. a.C. avrebbe mai potuto esimersi
soltanto quel poco che possiamo desumere dalla lettura del Gorgia
esistenza effettiva.
14
legge della natura. Come afferma Scarpelli, “sono questi elementi
come lui alla ricerca della verità. Egli non è in grado di sostenere un
14
G. Scarpelli, La scimmia, l'uomo e il superuomo. Nietzsche: evoluzioni e devoluzioni, Mimesis , Modena 2008,
capitolo “L' Anti-Socrate”, p. 23.
15
Ad esempio vedi Nietzsche, Genealogia della morale, Adelphi, Milano 2004, I, 11, pp. 29-32.
15
discorso sulla superiorità della giustizia, per cui afferma che
I.3 GUARDIANI
stesso):
16
Per approfondire la storia delle diverse letture della Repubblica attraverso i secoli, si consulti M. Vegetti, <Un
paradigma in cielo> Platone politico da Aristotele al Novecento, Carocci, Roma 2009.
17
Arist., Politic., 1261a - 1264 b.
16
nemici”18, opera in cui accusa Platone di aver posto le basi del
pensiero totalitario.
sul quale viene a basarsi l'intero impianto delle Leggi, gli altri tre
sull'argomento.
17
ordine banalmente pratico, indegno di un'attenzione tale da
444e), infine dipinta nella sua forma più vivida nel IX libro (Resp.
19
Ancora il leone!
18
convivenza civile e nessuno travalichi il proprio limite. Ecco da
importanza.
20
In effetti il vocabolario platonico è in quest'ambito straordinariamente ricco, come a suo tempo è stato osservato da
Ross a conclusione del suo capolavoro Platone e la teoria delle idee (vedi W.D.Ross, Platone e la teoria delle idee,
ed. it. Il Mulino, Bologna 1989, pp. 294-296), ma a noi interessa in questa sede soltanto individuare il nucleo
semantico espresso dai diversi termini, piuttosto che analizzare nel dettaglio l' intera varietà terminologica.
21
o(moio/thj è il termine che serve a spiegare il rapporto esistente tra l'idea del bene e il sole in Resp. 506e. Diverrà
poi termine tecnico della geometria euclidea (si pensi alla nozione di triangoli “simili”).
19
o(moi/wsij)22.
leone può prestare la sua forza tanto all'uomo quanto al mostro, così
22
Si osservi che lo stesso discorso vale anche nel caso in cui il soggetto imitante sia un ente inanimato, poiché un
osservatore esterno può rintracciare nel rapporto di imitazione il criterio razionale su cui si basi. Ad esempio,
potremmo ipotizzare che una montagna sia un'imperfetta imitazione dell'idea di tetraedro o cilindro.
23
Per quanto riguarda la presenza, ai fini della distinzione tra razionale e irrazionale, è ugualmente irrilevante se il
soggetto preso in considerazione sia il soggetto o l'osservatore della parousi/a di un'idea. Ad esempio, non
sappiamo spiegare la ragione della presenza dell'idea di sfera nel sole meglio di quanto possiamo spiegarne il motivo
nei nostri stessi occhi.
24
E' il celeberrimo argomento contro l'arte, in particolare pittorica e drammaturgica, presentato in Resp. X 597d –
598d.
20
la partecipazione può muovere tanto dalle idee verso le cose, quanto
guardiani in ogni aspetto della vita, fino ai più privati, tanto nel
dei pasti e nelle unioni sessuali, sia cifra simbolica atta in primo
a b
aritmetico c1 2
, un numero tale che sia maggiore di a tante
21
momento che sulla base di esso è possibile costruire la proporzione
a : c c : b 26.
c2 a b.
2a b
definisce come c3 a b
.
26
Scrive G. Cambiano, op. cit., p. 193: “Durante gli anni di composizione della Repubblica era indubbiamente
avvenuta una svolta metodologica nelle ricerche matematiche. E' difficile dire se essa era opera di una sola persona
o di un gruppo di matematici, ma è abbastanza probabile che le ricerche di Eudosso di Cnido sulla teoria delle
proporzioni abbiano dato l'impulso decisivo alla costituzione della matematica come edificio assomatico autonomo”.
27
Il cui rapporto reciproco e la cui interpretazione sono a dire il vero molto discussi, da almeno un secolo a questa
parte. Per approfondire, oltre al succitato Cornford, cfr. R.S. Brumbaugh, Plato's divided line, The Review of
Metaphysics, Vol. 5, No. 4, (Jun. 1952), pp. 529-534; Corinne Praus Sze, EIKASIA and PISTIS in Plato's Cave
Allegory, The Classical Quarterly, New Series, Vol. 27, No. 1 (1977), pp. 127-138;.J. E. Raven, Sun, Divided Line
and Cave, The Classical Quarterly, New Series, Vol. 3, No. 1/2 (Jan. - Apr., 1953), pp. 22-32; R. G. Tanner,
DIANOIA and Plato's Cave, The Classical Quarterly, New Series, Vol. 20, No. 1 (May 1970), pp. 81-91.
28
R.S. Brumbaugh, op. cit., p. 531 n. 8.
22
3 4
c1 c2 2 c3 .
2 3
3 4
Si verifichi: d2 c1 c3 2 c2 .
2 3
ottiene:
3 4
3 4 17 2
2 c1 c3 2 3 4 24 .
c1 c3 2 3 6 17 d3
d1 c1 c3 3 4 17 17
2 2 2 12
2 3 6
3 4
c2 2 1,414213... c1 1,5 c3 1,333333...
2 3
17 24
d2 2 1,414213... d1 1,416666... d3 1,411764... .
12 17
23
geometrico e armonico le tre mediazioni esistenti tra idee e cose
un tentativo di sintesi:
Tipo di Oggetto
Parti Classe
Enti Simbolo mediazione della
dell'anima sociale
operata mediazione
Idee Razionale Uomo Re-filosofi Imitazione Divinità
Anima Animosa Leone Guardiani Partecipazione Dèmone
Bestia
Cose Concupiscibile Popolo Presenza Uomo
policefala
24
demonico29, quale possiamo rintracciare tanto nel dai/mwn -
I.4 DEMONI
mito31.
il cammino del filosofo dal buio della caverna, in cui con altri
25
tralasciato. Abbiamo detto che gli uomini sono incatenati nella
sul fatto che Platone stesso non ritiene necessario che Socrate
Potremmo magari dire, con Diderot, che la sfilata delle statue sia
26
tutta la genìa dei mercanti di speranze e paure34”. E' una buona
Ecco dunque lungo questo muretto uomini che portano oggetti di ogni
tipo, che sporgono dal di sopra, e statue di forma umana e di altri
viventi, in pietra e in legno, e in ogni modo foggiate. Come conviene alla
similitudine, alcuni dei portatori producono suoni, altri tacciono35 (Resp.
VII 514c - 515a).
Per iniziare a orientarci, ci risulta indispensabile consultare l' antica
modo: “Nel Timeo, i veri fenomeni della natura sono attribuiti agli
34
D. Diderot, L'antro di Platone, Edizioni ETS, Pisa 2009, p. 27
35
o)/ra toi/nun para\ tou=to to\ teixi/on fe/rontaj a)nqrw/pouj skeu/h te pantodapa\ u)pere/xonta tou=
teixi/ou kai\ a)ndria/ntaj kai\ a)/lla zw=a li/qina/ te kai/ cu/lina kai\ pantoi=a ei)rgasme/na, oi=/on
ei)ko\j tou\j me\n fqeggome/nouj, tou\j de\ sigw=ntaj tw=n parafero/ntwn.
36
Republic, with translation, notes and commentary, a cura di Jowett – Campbell, Oxford, Clarendon Press 1894,
Vol.3, p. 16. La traduzione, a cura nostra, ricalca fedelmente il testo originale: “3. In the Timaeus, the true
phenomena of nature are attributed to the created gods, who are said to make and set in order the living creatures in
whom soul and body are temporarily combined (Tim. 43). Similarly, the parafe/rontej, who are clearly
dai/monej, exhibit the skeuasta/ here”.
27
Avevamo in precedenza nominato il Demiurgo del Timeo37, poichè
partecipativo38.
37
Vedi supra, p. 25.
38
Già il Dodds notava come, ad esempio, nell' Agamennone “c'è perfino un momento in cui Clitennestra sente la
propria personalità umana perduta e sommersa nella personalità dell' alastor, che si serve di lei come operatore e
strumento (Aesch., Agam., 1497 sgg.). Quest' ultimo mi sembra un caso, non precisamente di <possessione> nel
senso corrente, ma piuttosto di quel che Lévy-Bruhl chiama <partecipazione>, cioè il sentire che in una data
situazione la persona o la cosa sono non soltanto sé stessi, ma anche qualcos'altro” (Dodds E. R., op. cit., p. 55). Un
altro esempio di partecipazione demonica può ricavarsi da Sophocl., Aed. Tyr. 1258-1259, 1329-1332.
39
E' il fraintendimento che travia la Weil, la quale per l'appunto fa dei portatori, per definizione una pluralità, un
singolo. E quale singolo, poi? Neanche a dirlo, si tratta “(...) del presentatore di marionette. (non ci viene detto nulla
di lui... Principe di questo mondo?)” (S. Weil, La Grecia e le intuizioni precristiane, Borla, Roma 2008, p.58).
40
Esemplificativo è il fatto che nella tragedia greca si trovi un caso, di cui manca del tutto un analogo nella concezione
cristiana. Si tratta di quella che, ovviamente in un'ottica comparativa, potremmo considerare “redenzione” dei
dèmoni: le Erinni mutate in Eumenidi. Nel tribunale di Atena, la dea dice loro (la traduzione è a cura nostra):
“Datemi ascolto, non comportatevi così gravemente; infatti non siete state vinte, ma in verità la sentenza è stata
emessa con giustizia, a parità di voti, senza alcun disonore per voi. Da Zeus chiare testimonianze erano giunte, e il
testimone stesso aveva dato responso che Oreste, compiendo questi atti, non doveva ricavare alcun danno. E voi
dunque, non scagliate su questa terra grave rancore, non infuriate, emettendo stillicidi demonici, lance spietate che
corrodono i semi. E io, dal canto mio vi prometto in tutta giustizia che riceverete sedi e santuari in terra di giustizia,
assise su altari di troni fulgenti, onorate dai cittadini” (Aesch., Eumen. 794-807). Infine, una delle Erinni risponde:
“Accetto di condividere la dimora di Pallade, che Zeus onnipotente e Ares posero come baluardo degli dèi, fulgido
presidio dei dèmoni ellenici. Per questa terra io effondo benedizioni con lieti presagi, sorti feconde di vita sprigioni
dal suolo il raggio splendente del sole” (Aesch., Eumen. 916-926).
28
abituati a tenere sempre distinte tra loro, come quelle di diavolo
D'altra parte, per capire questo, più che il Timeo dovremmo leggere
41
Si dice preda di un cattivo dèmone l' Apollodoro di Symp. 173d. Interessante anche la contrapposizione
eu)daimoni/a - kakodaimoni/a, nel discorso tra Creso e Mida in Her., Storie I 87.
42
Emp. fr. 9 DK “quando si separano, chiamano ciò dèmone infausto (di morte)”.
43
“Cassandra vede le Erinni come una schiera di dèmoni, ebbri di sangue umano” (Dodds E. R., op. cit., p. 54, a
proposito di Aesch., Agam., 1188 sgg.). Solo l'intervento di Atena potrà infine mutarle in Eumenidi, vedi supra, p.
27 n. 40.
44
Per l' a)la/stwr, vedi supra, p. 28 n. 38. E' da osservare che, mentre a)la/stwr ed e)rinu/j sono termini entrambi
attestati in Omero prima ancora che nei tragici, kakodai/mwn e dusdai/mwn probabilmente non furono coniati
prima del V sec. a.C. Cfr. Dodds E. R., op. cit., p. 59.
45
Ricordiamo che pa/n a)/ponon daimoni/wn (Eur., Supp. 100).
46
Termine “antico quanto Esiodo” (Dodds, op. cit., loc. cit.). Vedi anche supra, n.41.
47
Così ad esempio Dodds, op. cit., p. 17 n. 4: “(...) il dai/mwn in origine era non soltanto indeterminato, ma anche non
personalizzato, una semplice <manifestazione di potenza>; ma a questo proposito (...), mentre moi/ra si evolvette da
<parte> non personalizzata a Destino personalizzato, dai/mwn si evolvette in senso opposto, da uno <spartitore>
(cfr. dai/w, daimonh= ) personalizzato, a fortuna non personalizzata. Esiste un punto in cui le due linee si
intersecano e le due parole sono virtualmente sinonimi”.
29
- Come si è detto prima. - disse - E' qualcosa di intermedio tra mortale e
immortale.
- Che cos'è, Diotima?
- Un gran dèmone, Socrate: tutto ciò che è demonico è intermedio tra il
dio e il mortale.
- E quale potere ha? - domandai.
- Ha il potere di interpretare e di portare agli dèi le cose che vengono
dagli uomini e agli uomini le cose che vengono dagli dèi: degli uomini le
preghiere e i sacrifici, degli dèi, invece, gli ordini e le ricompense dei
sacrifici. E, stando in mezzo tra gli uni e gli altri, opera un
completamento, in modo che il tutto sia ben collegato con sé medesimo.
Dall'opera sua procede tutta la mantica e l'arte sacerdotale che riguarda i
sacrifici e le iniziazioni, gli incantesimi e tutta la divinazione e la magia.
Un dio non si mescola all' uomo, ma per opera di questo dèmone gli dèi
hanno ogni relazione e ogni colloquio con gli uomini, sia quando
vegliano, sia quando dormono. E chi è sapiente in queste cose è un uomo
demonico; chi, invece, è sapiente in altre cose, in arti o in mestieri è
uomo volgare. Tali dèmoni sono molti e di molte specie; e uno di essi è
Eros. (Symp. 202d – 203a)
48
Daimo/nioj è un termine ancestrale, pre-omerico. Cfr. Dodds, op. cit., p. 21.
30
nella Natura49”, è anche possibile che, come ogni altra figura del
considerazione.
49
Jowett – Campbell, op. cit., loc. cit. E' la nostra traduzione di: “1.Plato is engaged in bringing out a two-fold
distinction, (1) between Nature and the Ideas, (2) between Appearance and Reality in Nature”.
50
Inoltre ricordiamo che i dèmoni hanno molte forme (cfr. Symp. 203a, e inoltre uno dei famosi versi a chiusura di
diverse tragedie di Euripide: pollai\ morfai\ tw=n daimoni\wn, cfr. Alc. 1159, Andr. 1284, Bacch. 1388). Un
esempio ci viene presentato da Plut., Gen. Socr. 591e-594a, che considera dai/mwn l'intelletto (591e), dai/monej le
stelle fisse (591f), dai/monej le anime liberate dal ciclo delle nascite (593d, laddove tralaltro Plutarco cita Hes., Op.
Di. 121-123, per il quale vedi infra, p.33, n.53). Tutti e tre i significati possono essere ritrovati in Platone.
51
Rivolto a Socrate (Crit. 44b5, Hipp. Ma. 293d6...), al di là del passo citato del Simposio, ci fa inevitabilmente
pensare al dai/mwn – coscienza, ma l'invocazione viene rivolta ad esempio anche ad un allievo come Protarco (Phil.
12e3), a Callicle (!) (Gorg. 489d1, 513a5) e a Ermogene (Crat. 415a1).
31
contemporaneamente, vi è la lettura dello stesso VII libro della
divenuti re-filosofi:
52
To\n dai/mona Darei=on a)nakalei/sqe, “invocate il dèmone Dario”, esclama la regina di Persia in Aesch., Pers.
620.
32
buoni, difensori dal male, custodi degli uomini mortali53".
ERM. E allora?
SOCR. Io credo che la dicesse "generazione d'oro" non nel senso di
"fatta di oro", ma nel senso di "buona e bella".
Del resto, ne è per me prova il fatto che dice pure che noi siamo
generazione di ferro.
ERM. Dici il vero.
SOCR. E, allora, pensi che anche dei contemporanei, se qualcuno è
buono, direbbe di lui che appartiene a quella generazione d'oro?
ERM. E' verosimile.
SOCR. Ma i buoni sono altro che ragionevoli?
ERM. Sono ragionevoli.
SOCR. Proprio questo, a quel che mi pare, intende dire in primo luogo
con dai¿monej: poiché erano ragionevoli e dah¿monej (esperti), diede
53
Hes., Op. Di., 121-123, citato anche in Resp. 469a (!). Un' ulteriore prova del ruolo di primo piano che la
mediazione demonica riveste nel pensiero platonico.
D'altra parte, le citazioni esiodee in Platone rivelano come il filosofo considerasse il poeta un'autorità, forse ancor
più di Omero, così sovente criticato (cfr. il finale del II libro della Repubblica e la prima metà del III libro; in
particolare Resp. II 379c-e; Resp. III 386c-387a, 388a-d, 389a-b, 389d, 391a, 391e).
A chi obietterà che Platone attribuisce ad Esiodo proprio la colpa maggiore (Resp. II 377e – 378a), consistente
nell'aver divulgato il mito di Urano, Crono e Zeus (Th. 147 sgg.), si può rispondere tuttavia che il reato esiodeo, e il
conseguente divieto di narrazione imposto, siano in questo caso dovuti, piuttosto che alla falsità, all' eccessiva
veridicità del mito. Un mito tale, secondo Platone, da risultare incomprensibile e fuorviante per gli adulti non
iniziati, e finanche pericoloso per i giovani fu/lakej da educare.
33
aiutarci nella nostra indagine sulla natura dei portatori.
34
Capitolo II
PARAFEROMENOI
della sua esposizione (Resp. 506d): dire quale fosse il Bene in sé.
travolti e sbattuti quà e là dal riflusso delle tre ondate54 del discorso
ondate stesse.
54
Così (vedi supra, p. 17) in Resp. V 457b, 472a, 473c erano state definite le tre proposte scandalose di Socrate:
1. identità di occupazioni tra i sessi Resp. V 453e
2. comunanza di donne e figli Resp. V.457c-d
3. governo dei filosofi Resp. V 473c-d.
35
Sostenere che i tre passi da sempre ritenuti centrali nella
può sembrare una tesi molto forte, ma nondimeno non si può fare a
siano stati travolti dall' eloquenza traboccante dalla fonte del suo
55
Si veda a tal proposito M. Vegetti, L'idea del bene nella Repubblica di Platone, <Discipline filosofiche> 1, 1993,
pp. 207-230; J. Krämer, Epekeina tes ousias. Zu Platon, Politeia 509b, <Archiv für Geschichte der Philosophie>, 51
(1969), pp. 1-30.
36
all'attraversamento di un fiume in piena. Citiamo testualmente
di alcuni termini):
37
Il nome di Poseidone mi sembra gli sia stato dato [da colui che per primo
lo nominò], perchè la natura del mare lo trattenne, mentre camminava, e
non gli permise di andare avanti, ma fu per lui un legame dei piedi
(desmo\j tw=n podw=n). Allora al dio che governa quella forza diede
nome Poseidon, come se fosse Posidesmos (legame per i piedi) (Crat.
402d-e).
loro situazione sia quella di chi si trova con l'acqua alla gola.
57
kai\ parenexqei/j g' au)= ta/x' a)\n w(j e)/sti tinw=n poime/nwn e)/rgon to\ kaqorw/menon a)/galma
prosei/poi.
38
riferimento del tutto incidentale, o per lo meno viene fatto passare
possibilità menzionate.
58
Vedi supra, p. 8 e pp. 10-11.
59
Vedi infra, pp. 41-42 e p. 41 n. 61.
39
mai di avere qualsiasi cosa o d’acquistarla60 (Phil. 60d).
di più, è forse così certo che sia bene sforzarsi di farlo, o, ancor più
suddette domande.
60
ei) de/ ge parhne/xqhme/n ti to/te, nu=n o(stisou=n e)panalabw\n o)rqo/teron ei)pa/tw, mnh/mhn kai\
fro/nhsin kai\ e)pisth/mhn kai\ a)lhqh= do/can th=j au)th=j i)de/aj tiqe/menoj kai\ skopw=n ei)/ tij a)/neu
tou/twn de/cait' a)/n oi( kai\ o(tiou=n ei)=nai h)\ kai\ gi/gnesqai.
40
quanto il verbo ricorre esattamente nello stesso modo, tempo,
anche in questo rilievo l' essere travolti e l' essere portati fuori
di qualche pastore”.
un lato l'insistenza con cui ricorre il termine in forma sia verbale sia
41
tempo, quello che apparteneva al periodo inverso e perciò abbiamo
indicato un dio invece che un mortale: in questo senso siamo andati
completamente fuori strada (parhne/xqhme/n). In quanto invece lo
abbiamo presentato come colui che governa la città nel suo complesso -
senza tuttavia specificare in quale modo - in questo senso ciò che è stato
detto è vero, ma non è stato certo esposto nella sua interezza né con
chiarezza, per cui abbiamo sbagliato pur meno che nel primo senso62
(Polit. 274e-275a).
a)pokri/nasqai
b. segue prosei/poi
c. segue ei)pa/tw
62
o(/ti me\n e)rwtw/menoi to\n e)k th=j nu=n perifora=j kai\ gene/sewj basile/a kai\ politiko\n to\n e)k th=j
e)nanti/aj perio/dou poime/na th=j to/te a)nqrwpi/nhj a)ge/lhj ei)/pomen, kai\ tau=ta qeo\n a)nti\ qnhtou=,
tau/th? me\n pa/mpolu parhne/xqhmen: o(/ti de\ sumpa/shj th=j po/lewj a)/rxonta au)to\n a)pefh/namen,
o(/ntina de\ tro/pon ou) diei/pomen, tau/th? de\ au)= to\ me\n lexqe\n a)lhqe/j, ou) mh\n o(/lon ge ou)de\ safe\j
e)rrh/qh, dio\ kai\ braxu/teron h)\ kat' e)kei=no h(marth/kamen.
42
Arrivati a questo punto, però, occorre riprendere le fila del discorso,
fosse o, per dire ancor meglio, come se fosse un dio omerico sotto
43
Capitolo III
PARAFERONTES
attribuzione a Platone.
44
discorso che deve riparare alle dicerie messe in giro da tali
dicendo:
45
darebbe modo di avanzare ragionevoli argomenti per sostenere
46
2) E, riportatasi un' altra menzione (andato fuori strada -
illuminante.
47
contingente nello specifico del corso dialogico.
significato diverso e ideale. Con ciò non vogliamo dire altro se non
68
Ancora Friedländer, che preferiva non pronunciarsi in merito alla paternità platonica della lettera, nondimeno
osservava con stupore come si fosse potuta anche soltanto ipotizzare l'attribuzione della lettera allo stesso Dionisio!
Cfr. P. Friedländer, op. cit., p. 327.
48
capire chi sia ad operare in questo modo. Per farlo, ci troviamo,
49
significare? In realtà è piuttosto evidente. Se, come abbiamo già per
risposta che trapela da questo passo è niente meno che: essi amano
Per questa ragione qui ci vien detto che amano portare fuori strada
gli disse. Una volta che questi curiosi a)/nqrwpoi abbiano deciso di
quello che faccio. Infatti essi amano stare tra te e me, e narrare la
69
Vedi supra, p. 45, n.65.
50
tu hai ragione, questo fatto mi rende infelice a mia volta, ma non
posso farci niente. In fondo, io sono come te.” Più fuori strada di
nostro obiettivo!
stesso modo tutti gli interlocutori coinvolti nel noi (in 3) e 4)),
70
Si veda il lavoro molto accurato di Michael Erler sui dialoghi aporetici di Platone (in particolare Lachete, Ippia
minore, Eutifrone, Carmide, Eutidemo): M. Erler, Il senso delle aporie nei dialoghi di Platone. Esercizi di
avviamento al pensiero filosofico, trad. it. Vita e Pensiero, Milano 1991.
51
presenza del verbo all'attivo, con tanto di soggetto esplicito: oi(
a)/nqrwpoi.
Che di uomini si tratti, è quindi palese, ma forse c'è di più. C'è una
depistare?
sempre immune.
Per trovarla ritorniamo ancora una volta alla Repubblica, alla fine
52
a esaminare se è vizio e ignoranza o sapienza e virtù. Quando poi si finì
coi dire che l’ingiustizia offre maggior profitto della giustizia, non ho
saputo trattenermi dal passare da quell’argomento a questo.
E così, dopo tutto il nostro grande discorrere, mi succede ora di non
saperne nulla; e se non so quello che è la giustizia, ancora meno saprò se
è o non è una virtù, e se chi l’ha in sé è o non è felice71 (Resp. I 354a-c).
premurosi?).
71
- tau=ta dh/ soi, e)/fh, w)= Sw/kratej, ei(stia/sqw e)n toi=j Bendidi/oij.
- u(po\ sou= ge, h)=n d' e)gw/, w)= Qrasu/maxe, e)peidh/ moi pra=?oj e)ge/nou kai\ xalepai/nwn e)pau/sw. ou)
me/ntoi kalw=j ge ei(sti/amai, di' e)mauto\n a)ll' ou) dia\ se/: a)ll' w(/sper oi( li/xnoi tou= a)ei\
paraferome/nou a)pogeu/ontai a(rpa/zontej, pri\n tou= prote/rou metri/wj a)polau=sai, kai\ e)gw/ moi
dokw= ou(/tw, pri\n o(\ to\ prw=ton e)skopou=men eu(rei=n, to\ di/kaion o(/ti pot' e)sti/n, a)fe/menoj e)kei/nou
o(rmh=sai e)pi\ to\ ske/yasqai peri\ au)tou= ei)/te kaki/a e)sti\n kai\ a)maqi/a, ei)/te sofi/a kai\ a)reth/, kai\
e)mpeso/ntoj au)= u(/steron lo/gou, o(/ti lusitele/steron h( a)diki/a th=j dikaiosu/nhj, ou)k a)pesxo/mhn
to\ mh\ ou)k e)pi\ tou=to e)lqei=n a)p' e)kei/nou, w(/ste moi nuni\ ge/gonen e)k tou= dialo/gou mhde\n ei)de/nai:
o(po/te ga\r to\ di/kaion mh\ oi)=da o(/ e)stin, sxolh=? ei)/somai ei)/te a)reth/ tij ou)=sa tugxa/nei ei)/te kai\ ou)/,
kai\ po/teron o( e)/xwn au)to\ ou)k eu)dai/mwn e)sti\n h)\ eu)dai/mwn.
72
Vedi supra, p. 9.
53
ma...73” (Resp. I 344d), in cui ora possiamo leggere anche il
Politico
VIII 559b)74
Adimanto.
73
au=ta ei)pw\n o( Qrasu/maxoj e)n nw=? ei)=xen a)pie/nai, w(/sper balaneu\j h(mw=n katantlh/saj kata\ tw=n
w)/twn a(qro/on kai\ polu\n to\n lo/gon: ou) mh\n...
74
Cfr. anche Phaed. 80d-81d, Phaedr. 248c.
54
dall'intervento di Socrate nel corso del dialogo.
platonico.
55
quattro dèi, l’ispirazione profetica ad Apollo, quella iniziatica a Dioniso,
quella poetica alle Muse e un quarto tipo che abbiamo definito il più
nobile, delirio d’amore, ad Afrodite ed Eros.
E, non so come, traendo un' immagine (a)peika/zontej) dalla passione
amorosa, abbiamo forse raggiunto qualche verità, ma, probabilmente per
altri versi siamo andati fuori strada (parafero/menoi), e componendo
un discorso non certo privo di efficacia persuasiva, abbiamo innalzato un
inno mitico, misurato e benedicente, al mio e tuo signore Eros, educatore
dei bei giovani, o Fedro.76
76
ei)j de\ tou\j e(te/rouj lo/gouj i)/wmen. h)=n ga/r ti e)n au)toi=j, w(j dokw=, prosh=kon i)dei=n toi=j
boulome/noij peri\ lo/gwn skopei=n. Fai=droj: to\ poi=on dh\ le/geij; Swkra/thj: e)nanti/w pou h)/sthn: o(
me\n ga\r w(j tw=? e)rw=nti, o( d' w(j tw=? mh\ dei= xari/zesqai, e)lege/thn. Fai=droj: kai\ ma/l' a)ndrikw=j.
Swkra/thj: w)/imhn se ta)lhqe\j e)rei=n, o(/ti manikw=j: o(\ me/ntoi e)zh/toun e)sti\n au)to\ tou=to. mani/an
ga/r tina e)fh/samen ei)=nai to\n e)/rwta. h)= ga/r; Fai=droj: nai/. Swkra/thj: mani/aj de/ ge ei)/dh du/o, th\n
me\n u(po\ noshma/twn a)nqrwpi/nwn, th\n de\ u(po\ qei/aj e)callagh=j tw=n ei)wqo/twn nomi/mwn
gignome/nhn. Fai=droj: pa/nu ge. Swkra/thj: th=j de\ qei/aj tetta/rwn qew=n te/ttara me/rh dielo/menoi,
mantikh\n me\n e)pi/pnoian )Apo/llwnoj qe/ntej, Dionu/sou de\ telestikh/n, Mousw=n d' au)= poihtikh/n,
teta/rthn de\ a)frodi/thj kai\ )/Erwtoj, e)rwtikh\n mani/an e)fh/same/n te a)ri/sthn ei)=nai, kai\ ou)k oi)=d'
o(/ph? to\ e)rwtiko\n pa/qoj a)peika/zontej, i)/swj me\n a)lhqou=j tinoj e)fapto/menoi, ta/xa d' a)\n kai\
a)/llose parafero/menoi, kera/santej ou) panta/pasin a)pi/qanon lo/gon, muqiko/n tina u(/mnon
prosepai/samen metri/wj te kai\ eu)fh/mwj to\n e)mo/n te kai\ so\n despo/thn e)/rwta, w)= Fai=dre, kalw=n
pai/dwn e)/foron .
56
un'esortazione, a)pei/kason. Anche lì si doveva trarre l'immagine
quattro divinità. Ma, in effetti, notiamo che gli dèi menzionati sono
mediazione.
compimento.
77
Vi è una precisa corrispondenza tra amore e conoscenza, tra gnoseologia ed “erotologia” in Platone. A proposito del
nesso che collega il mito della caverna anche con il discorso di Socrate-Diotima nel Simposio, vedi infra pp. 62-64.
78
La quale in Phil. 10b6 è detta essere un altro nome di h)donh/, piacere.
79
Da a- privativo e polloi/, come ha osservato G. Reale, Per una nuova interpretazione di Platone, Vita e Pensiero,
Milano 2003, pp. 338-339. In effetti è da precisare che il Reale, in merito a questa interpretazione, si rifà
esplicitamente a Plot., Enn., V, 5, 6, il quale a sua volta cita come fonte i Pitagorici.
57
Abbiamo dunque il principio e la fine, i due estremi di qualsiasi
alla messa in evidenza dell'ultima parola del brano, quella con cui
Abbiamo tradotto il termine con educatore per una buona resa nella
L' e-ducatore, l' e)/-foroj, è colui che conduce fuori. Chi? I bei
caverna!
Uno degli aspetti che colpisce di più del mito della caverna è infatti
80
E' la tematica ricorrente nel corso di tutto il Filebo.
58
la narrazione della liberazione del prigioniero, esposta tutta
C'è dunque qualcuno (per l' appunto notiamo che tij ricorre due
81
Scrive Léon Robin: “L' Amore non è forse proprio il mezzo per mettere in relazione il sensibile e l'intellegibile, un
dono che proviene dall' intellegibile, uno sforzo che parte dal sensibile?” (L. Robin, La teoria platonica dell'amore,
Celuc, Milano 1973, p. 238).
59
e il fulgore lo rendesse incapace di scorgere alcuno degli oggetti di cui
prima vedeva le ombre. Cosa pensi che risponderebbe, se qualcuno gli
dicesse che, mentre prima vedeva vacuità, ora invece qualcosa di gran
lunga più vicino a ciò che è e, rivolto a enti più reali, vede meglio? E per
di più, se gli si mostrasse ciascuno dei passanti e lo si costringesse
(a)nagka/zoi) a rispondere che cos'è? Non ritieni che si sentirebbe in
difficoltà e stimerebbe più vere le cose che vedeva prima, piuttosto che
quelle che gli vengono ora mostrate (deiknu/mena)?
- Di molto, rispose.
- Se poi fosse costretto (a)nagka/zoi) a fissare la luce stessa, non gli
farebbero male gli occhi e non fuggirebbe rivolgendosi ancora verso le
cose che può vedere in basso, e non si rimetterebbe all'uso di ritenere
queste più manifeste nell' essere rispetto a quelle che gli sono state
mostrate (deiknume/nwn)?
- E' così, disse.
- Se, d'altra parte, feci io, qualcuno lo trascinasse con la forza via di lì,
lungo l'aspra e irta salita, e non lo lasciasse prima di averlo condotto alla
luce del sole, forse soffrirebbe e si irriterebbe per essere stato trascinato
(e(lko/menon)?82 (Resp. 515c – e).
82
Sko/pei dh/, h)=n d' e)gw/, au)tw=n lu/sin te kai\ i)/asin tw=n te desmw=n kai\ th=j a)frosu/nhj, oi(/a tij a)/n
ei)/h, ei) fu/sei toia/de sumbai/noi au)toi=j: o(po/te tij luqei/h kai\ a)nagka/zoito e)cai/fnhj a)ni/stasqai/
te kai\ peria/gein to\n au)xe/na kai\ badi/zein kai\ pro\j to\ fw=j a)nable/pein, pa/nta de\ tau=ta poiw=n
a)lgoi= te kai\ dia\ ta\j marmaruga\j a)dunatoi= kaqora=n e)kei=na w(=n to/te ta\j skia\j e(w/ra, ti/ a)\n oi)/ei
au)to\n ei)pei=n, ei)/ tij au)tw=? le/goi o(/ti to/te me\n e(w/ra fluari/aj, nu=n de\ ma=llo/n ti e)ggute/rw tou=
o)/ntoj kai\ pro\j ma=llon o)/nta tetramme/noj o)rqo/teron ble/poi, kai\ dh\ kai\ e(/kaston tw=n pario/ntwn
deiknu\j au)tw=? a)nagka/zoi e)rwtw=n a)pokri/nesqai o(/ti e)/stin; ou)k oi)/ei au)to\n a)porei=n te a)\n kai\
h(gei=sqai ta\ to/te o(rw/mena a)lhqe/stera h)\ ta\ nu=n deiknu/mena;
- polu/ g', e)/fh.
- ou)kou=n ka)\n ei) pro\j au)to\ to\ fw=j a)nagka/zoi au)to\n ble/pein, a)lgei=n te a)\n ta\ o)/mmata kai\
feu/gein a)postrefo/menon pro\j e)kei=na a(\ du/natai kaqora=n, kai\ nomi/zein tau=ta tw=? o)/nti
safe/stera tw=n deiknume/nwn;
- ou(/twj, e)/fh.
- ei) de/, h)=n d' e)gw/, e)nteu=qen e(/lkoi tij au)to\n bi/a? dia\ traxei/aj th=j a)naba/sewj kai\ a)na/ntouj,
kai\ mh\ a)nei/h pri\n e)celku/seien ei)j to\ tou= h(li/ou fw=j, a)=ra ou)xi\ o)duna=sqai/ te a)\n kai\
a)ganaktei=n e(lko/menon.
60
III.6 EFORO
di sorta.
esperienze terrene”83.
anacronistico, viene del resto indicato dallo stesso mito della nascita
stessa, e nasce, come qualsiasi mortale, da un' unione fisica (si badi,
non dalla testa di Zeus, come Atena), sebbene nel caso specifico si
83
E. R. Dodds, op. cit., pp. 264-265.
61
un'esperienza soltanto ed esclusivamente intellettuale: perfino un
e a conciliarli l'uno con l'altro. Inoltre esso è ciò che l'opinione non
movimento verso una mèta alla quale giunge pur restando quello
che è. E' per questo che l' Amore verrà giustamente chiamato
Repubblica.
un'altra cosa, senza che faccia posto alla scienza che ne è l'opposto.
sintesi”85.
62
fisicità, il corpo, il sesso)?
Vagina dimenticata”86.
86
L. Irigaray, Speculum. L'altra donna, Feltrinelli, Milano 1989, p. 228.
63
Paradossalmente, nota la Irigaray, proprio quella caverna, “luogo
64
ha la funzione generale di congiungere l'umano al divino, w)/ste to\
introdotto dal passo della linea divisa e dalla similitudine del sole
(vedi supra, p. 35), nella quale il sole viene invece detto to/koj tou=
Infatti, il sole del VI libro della Repubblica era detto non solo fonte
65
generare un frutto nel Bello.
diversi usi del termine e il suo impiego nel mito della caverna, e di
66
4) In Polit. 275a abbiamo riscontrato la presenza del verbo
67
7) In Phaedr. 265b abbiamo trovato conferma che Eros stesso è
68
Conclusione
Socrate).
69
Elenco delle abbreviazioni
70
Oed. Tyr. Oedipus Tyrannus Edipo Re
71
Bibliografia
Fonti antiche
72
- Platone, Simposio, a cura di G. Reale, Fondazione Lorenzo Valla / Arnoldo
Mondadori Editore, Milano 2001.
- Diderot D., L' antre de Platon, in Oeuvres Complètes, Vol. 10, Librairie
Garnier Freres, Paris 1961, pp. 397-407; trad. it. L'antro di Platone,
73
Edizioni ETS, Pisa 2009.
- Dodds E. R., a cura di, Plato, Gorgias, Clarendon Press, Oxford 1959.
- Dodds E. R., The Greeks and the Irrational, Univ. of California Press, Los
Angeles 1951; trad. it. I Greci e l'irrazionale, La Nuova Italia, Firenze
1978.
- Erler M., Der Sinn der Aporien in den Dialogen Platons, Übungsstücke zur
Anleitung in philosophischen Denken, De Gruyter, Berlin 1987; trad.
it. Il senso delle aporie nei dialoghi di Platone. Esercizi di avviamento al
pensiero filosofico, trad. it. Vita e Pensiero, Milano 1991.
- Figal G., Das Untier und die Liebe. Sieben Platonische Essays, Metzler,
Stuttgart 1991; trad. it. Il mostruoso e l'amore. Saggi su Platone,
Edizioni ETS, Pisa 2006.
- Findlay J.N., The transcendence of the cave, Humanities Press, New York
1967; trad. it. Il mito della caverna, Bompiani, Milano 2003.
- Krämer J., Epekeina tes ousias. Zu Platon, Politeia 509b, <Archiv für
Geschichte der Philosophie>, 51 (1969), pp. 1-30.
- Nietzsche F., Also sprach Zarathustra, Eine buch für allen und keinen,
74
Schmeitzner, Cheimnitz 1883; trad. it. Così parlò Zarathustra. Un libro
per tutti e per nessuno, Fabbri Editori, Milano 1996.
- Popper K. R., The Open Society and its Enemies, Princeton University
Press, Princeton 1962; trad. it. La società aperta e i suoi nemici,
Armando, Roma 1986.
- Praus Sze C., EIKASIA and PISTIS in Plato's Cave Allegory, The Classical
Quarterly, New Series, Vol. 27, No. 1 (1977), pp. 127-138.
- Raven J. E., Sun, Divided Line and Cave, The Classical Quarterly, New
Series, Vol. 3, No. 1/2 (Jan. - Apr., 1953), pp. 22-32.
- Ross W. D., Plato's Theory of Ideas, Clarendon Press, Oxford 1951; trad.
it. Platone e la teoria delle idee, Il Mulino, Bologna 1989.
- Shorey P., a cura di, Plato, The Republic, in two volumes, Harvard
University Press, Cambridge 1969.
- Stenzel J., Platon der Erzieher, Meiner, Leipzig 1928; trad. it. Platone
educatore, Laterza, Bari 1966.
- Tanner R. G., DIANOIA and Plato's Cave, The Classical Quarterly, New
Series, Vol. 20, No. 1 (May 1970), pp. 81-91.
- Van der Horst P. C., DAIMWN, Mnemosyne, Third Series, Vol. 10,
Fasc. 1 (1941), pp. 61-68.
75
- Vegetti M., Guida alla lettura della Repubblica di Platone, Laterza, Roma
- Bari 2007.
- Weil S., La Grecia e le intuizioni precristiane, trad. it. Borla, Roma 2008.
76
Indice
– Introduzione pag. 2
– Conclusione pag. 69
– Indice pag. 77
77