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LO JLOS MOCSC

65q4' M<>(a

BIBLIOTECA
DELL INTELLETT)
0 SIA

SCELTA RACCOLTA
DI

OPERE ITALIANE E STRANIERE


ANTICHE E MODERNE
DESTINATE ALLA COLTURA DELLA MENTE

MANUALE M
DELLA

STORIA DELLA FILOSOFIA


DI

GUGLIELMO TENNEMANN
TRDOT'IO

DA FRANCESCO LONGI-IENA

CON NOTE E SUPPLIMENTI


DEI

PROFESSORI

GIANDOMENIGO ROMAGNOSI
BALDASSARE POLI

VOL. III
COKTIIINII I BUIPLUII'II

7 MILANO
PER ANTONIQ FONTANA
III.DCCC.XXXVI

1.4.

-o

.-_...

"

SUPPLIMENTI
MANUALE
\DELLA

STORIA DELLA FILOSOFIA


GU GLIELMO TENNEMANN
SAGGIO STORICO

BALDASSARE POLI

AL LETTORE
DEI

SUPPLIMENTI

lo ho accolta l occasione di scrivere questi


Snpplimenti al Manuale della storia della loso
a del Tennemann per due ragioni principalis

sime. L una per integrare il sopraddetto Ma


nua\e in ci che potesse apparire dimembrato
e difettivo. L altra per fare un tentativo qua
lunque nella storia dell Italianalosoa in quella
guisa che mi venne dato di concepirla. L'in

tegrare il Manuale del Tennemann non sem

brer temerit o presunzione a chi ben ne con


sideri lintendimento ed il modo. Il fare espe

rimento delle proprie forze in un lavoro cos


importante e difficile , qual la storia dell Ila
lica losoa, se mostra chio prendo pi auda
cia che vigore, se va a rompere la callaja ad

un campo troppo imprunato a miei passi, non


ne render almeno vano ed infruttuoso l'esem

.vm

AL LETTORE

pio, ove si guardi alle necessit della scienza


ed al voto dell universale.

Il Manuale di Tennemann, per quanto deb


basi tener in conto d un ottimo libro , mas

simamente dopo la traduzione francese, ben


lontano dal fornirne una cognizione di tutta la
filosofia. Anzi, in esso si scorgono tali lacune ,
che se non venisse riempiuto, renderebbesi assai
meno stimabile di quel che -, ponendosi al di

sotto dell uso al quale fu destinato. La prima di


queste lacune si avvisa nella losoa principal
mente Indiana, rispetto alla quale altro non si ha

in Tennemann fuor che le leggende volgari e.fa


volose sulle credenze di que popoli intornfalla
Cosmologia e alla Teogonia, piuttosto che i vermi
pensa.menti de sommi loro loso. La seconda ri
guarda alla losoa Inglese, la quale lasciata
dal nostro Storico al punto di Locke, n pi mai
seguita nella sua trasformazione colla scuoladi
Edinburgo. La terza rapportasi alla losoa Frn
case, che fu abbandonata al punto del Condil
lachismo col silenzio intorno a questi ultimi
trent anni, ne quali, siccome a tutti palese,

ha subito grandi mutazioni. La quarta.ed ul


tima spetta agli Imlianilostyi che per Terme
mann non_giungono se non a Vico ed a Ge
novesi, senza che tampoco si accenni alletanto
famose loro dottrine. Sicch. se il Tennemarm,

come tedesco e come conoscente tutta la lo

DEI SUPPLIMENTI

ii

sofia del proprio paese, ha giustamente soddi


sfatto al debito di patria coll esporre in tutta
la luce ed in tutta la loro pienezza i sistemi
losoci pi recenti d Alemagna, non avrebbe
ugualmente portata fede all uzio di storico
col trasandare pressoch tutti quelli delle altre
Nazioni. Laonde a far tutto ci chei non fece,

lungi da bastare i tre Supplimenti dal Tradut


tare Italiano gi annunciati , parvemi neces

sario aggiugnervene un quarto, intitolandoli sin


dora il primo dei loso Indiani, Chinesi e
Persiani, il secondo dei losofi Inglesi, Scozzesi
ed Irlandesi, il terzo dei losc Francesi ed il
quarto dei losiyi Italiani, ed assegnando i primi
tre per le lacune gi indicate, e l ultimo pel

Saggio gi proposlomi sulla storia dellltaliana


losoa. N il Pubblico vorr recarsi a male di
veder anche troppo attesa la promessa, mentre

ci torna a bene dell Opera che non si pu a


meno di non desiderare intera e compiuta. Pre
messe queste considerazioni, giovami chiarire lo

spirito ed i principi che dominano nel mio la


voro in generale, come pure quello che pi ri

leva d avvertire in esso lavoro in particolare.


In primo luogo questi Supplimenti dovendo
essere parte integrale dell0pera del Tenncmcuzn,
siccome il Traduttore Italiano ha prenotato ,
i V. Il Prefazione del Traduttore Ilaliano, voi. I.

AL LETTORE

adoperai in guisa eh essi si rattaccassero na


turalmente agli ultimi paragra del secondo
volume del Manuale: tal che gli uni vengono
ad essere un seguito od una continuazione de

gli altri. Rispetto per amiei Supplimenti non


disdico d essere stato pi largo e pi pro
lisso del Tennemann, e forse pi che non avrei
voluto, onde non venir accusato d oscurit e

dinsuicienza in un oggetto di somma im


portanza, qual la fedele e compiuta esposi
zione dei sistemi losoci meno conosciuti. Il
Tennemann per soverclxio amore di brevit rie
sce pi d una volta bibliografo e non istorico,

uno che dice le cose a met, e non per inle.

ro: sicch dopo lo studio del suo libro sentesi


pi che mai il bisogno di leggere le opere vo
luminosissime de loso, ch egli am di troppo
compendi-are. Io per lo contrario avendo in mente
di far conoscere sebbene al ristretto i veri siste
mi de loso moderni, e sapendo esser prima
rio dovere della storia quello di non sagricare
per nessun conto la verit, principalmente nella

scienza, sorpassai volontieri il contrasto'tra la


gretta ed arida concisione di molti paragrafi del
Tennemann e l abbondante frondura della mag
gior. parte de miei: tanto pi che mi veniva
fatto d allunga'rmi in.parole intorno alle opere
che mi sembrarono di maggior merito 0 di mag
gior estensione.

DEI SUPPLIMENTI

:h

In secondo luogo il Tennemann, sebbene ab


bia lintendimento di dare una storia generale
od universale della Filosoa, cionnonostante, in

contraddizione con s medesimo, va subordi

nando tutte le dottrine e tutti i sistemi allu.


nico e solo principio della cognizione a priori,
eh egli credette fondamentale nelle sue vedute
Kantistiche, e degno di dominare dal punto cul
minante dell Idealismo soggettivo , quale tipo
del pi grande progresso. Quindi egli con tale
spirito di partito, che trae a veder tutto con un
prisma unico e a delirare in una specie di utopia
losoca,mentre mostrasi troppo davvicino imi

tatore della Storia comparata dei sistemi dilosoa


del Degemna'o, spoglia il suo Manuale del doppio

carattere della generalit e dellimparzialit istorica


si per la mancanza di quell ampia esposizione
che abbraccia in pochi punti capitali tutte le for
me possibili del pensiero losoco, qualunque

sia il loro merito, si per quella prevenzione e

per quello studio di parti che impediscono la


moralit e la fede in qualsivoglia genere di te
stimonianza e di narrazione, e che sono tanto

pi pregiudiciali quanto certo che la storia


della losoa deve esser quella del vero per

eccellenza. Tale difetto per non poteva levar


ai, senza levare per intero lOpera, e l acco
modarvis sarebbe stato il medesimo che ricar
scare nel vizio vituperato negli altri. Perci .,

xu

AL LETTORE

considerato il materiale de miei Supplirenti

come subbietto ad una verace storia generale


od universale della Filosoa, venni ordinandolo
sotto i quattro pi grandi o capitali sistemi di
visati presso a poco dallo stesso Tennemann,

cio l'Empiriimo o Sensualismo, lla'ealismo o


Razionalismo, il Soprannaturalismo o Illstcismo,

e lEccletismo, presi tutti nella loro maggior pos


sibile astrattezza ed estensione, vale a dire nella

loro forma generale e non particolare. Questa


nomenclatura di sistemi, siccome manifesto,

imperfetta e manchevole non solo in Ten


nemann, ma in me ed in tutti ; n poteva es

sere di leggieri mutata o sostituita da un al


tra, perch reputasi comunemente tecnica , ed
era gi prescritta a chi veniva chiamato a se

guitare le altrui orme piuttosto che le proprie.


Ad onta di ci, siccome essa nella loro forma

generale comprende quasi sotto sommi capi tutte


le maniere possibili del pensiero losoco , e

nella loro forma particolare tutti i modi im


maginabili che al pensiero losoco stesso die
dero le varie scuole colle varie loro dottrine;

cos io non feci altro che contrapporre con


diverse parole al Sensualsmo di Tennemann

l Empz'n'smo, al suo Idealismo il Razionalismo,


al suo Msti'cismo il Soprannaturalismo, essendo

' questi tre sistemi pi estesi e pi generali di


quelli, ed ho richiamato in tutte le sue forme

DEI SUPPLIMENTI

I"!

o maniere l Ej'ccletismq, siccome sistema poste


riore o susseguente a tutti glialtri, e dal Tem
nemanrz affatto trascurato, n mai posto come

un sistema di concorrenza con quelli.


N-per tale aggiunta dell Eccletismo i miei
leggitori saranno cos ingiusti e precipitosi nel
loro giudicare da apporlo a me come un si
stema prediletto, piuttosto che alla storia co

vme un fatto genuino ed irrepugnabile. Tutti do


vranno acconsentire che nellewarie epoche della

losoa, oltre alle due grandi manifestazioni del


lEmpin'smo e del Razionalismo, ve ne fu un
altra non meno costante ed universale di quelle

intorno all unione od avvicinamento di questi


due principi o sistemi, e chela questa terza od

ultima fecesi sempre luogo, dopo chele altre


due furono per cosi dire. esauste e consunte

in tutte le loro forme possibili. Questo fat


to, qualunque sia la sua importanza od in
nanza al progredi'mento della losoa , cos
certo ed incontestabile, che bisogna o niegare
tutta la storia od assolutamente ammetterlo.
Quindi, come storico, era mio ~dovere non

che di indicarlo per supplire al silenzio del


Tennemann, ma di metterlo in quell aspetto
che potesse farlo conoscere e giustamente ap
prezzare tanto in s stesso, quanto in tutte le

sue relazioni. L'unica dfclt che mi si pa


rasse dinanzi, erasi quella di trovare un vo
1'zmumlm - m

'

'

, AL LETTORE

cabolo adatto a signicare adequatamente que


sto fatto 0 sistema, ed a non offendere in-_

nocentemente l amor proprio di quegli scrit


tori i cui pensa-menti per ragione d analogia
andavano sotto quello ad essere classicati. A

tutti noto che nella storia della Filosoa un


simile fatto, non nella sua forma generale od

universale, ma sibberie - particolare, fu appel


lato ora Eccletismo, ed ora Sincretismo, indi-.
canta 1 uno la scelta del veroda tutti i siste
mi p'el signicato della parola sv.ey<-:zv 0- sulle/o:
(scegliere od eleggere) , l altro il fortuito miscu

glio od accozzamento di tutti i sistemi pixrdi


sparati per ottenerne un unitqualuuque dalle

parole auv e Xengw (usare o mettere insieme). Siffatti


vocaboli, e molto pi il secondo che il primo,

presi nel loro senso grammaticale, mal si con.


fanno ad esprimere il fatto dell' ordinamento o
della giusta unione dellEmpirismoe del Razio
nalismo comein un sistema o principio solo, e

perch altro l'ordinare e il dimostrare, ed altro


lo scegliere, e perch in siffatta ordinazione nulla

si ammette_di vero per rispetto allErnpinlsmo


od al Razionalismo, considerati isolataxhente, e
perch l,Eceletismo ed il Sincretismo non sono che

due forme particolari ed imperfette colle quali


nelle diverse epoche losoche si tent la con.

ciliazione di questi. due principi, ma non mai


la loro invitta dimostrazione in una. forma di

DEI SUPPLIMENTI

xv

generale od universale sistema. Cionnondime


no non rinveuendosi nel dizionario losoco ala

tra parola pi accoucia, ne. essendo io da


tanto di poter introdurre novit nella lin
gua, senza espormi a pi acre censura, quasi
da necessit condotto, ritenni ancora il nome
di Eccletsmo, quantunque si improprio , tras-

portandolo dal suo senso particolare al generale,


dalla sua forma istorica o speciale alla razionale ,

ideale od universale, ed intendendo per esso il


sistema dei due principj dellErnpirismo e del Ra
zionalismo, ovvero 1 Empirismo-Razionalismo co
me sistema unico ed universale. Avendo cos di

chiarato una volta per Sempre il nuovo e pi


ampio signicato di questo vocabolo,' giustizia
vuole che non si possa piprenderlo in un altro,
ovvero nel vcomune Eccletismo particolare strana

mente tramutarlo. Ritenuto pertanto lEccletismo


come il sistema losoco unico ed universale del
1 Empin'smo-Razionalismo, esso sicuramente
anteriore alla losoa Greca ed Alessandrina nel

quale venne Particolarmente formulato, n


pi maraviglia 'scorgerlo auco tra i Pitagorici e
alle Indie, mentre divehta un sistema qualun
que al pari dell' Empin'smo e del Razionalismo,
capace di assumere nella.storia e nelle sue epo
che diverse forme 0 sensi particolari, siccome

avvenuto nella scuola d Alessandria colla con


cilazione del Pitagon'smo e del Platonismo, nel

xvi

AL LETTORE

medio evo coll unione di Platone e di Aristo

tele,e nella moderna scuola Francese colla scelta


di ci che v ha di meglio o di vero in tutti
i sistemi losoci. Ecco come anche lEccleti
amo ebbe le sue particolari manifestazioni nel
l0riente e nell Occidente, in Italia ed in Fran
cia, senza che per si confondan0 questo con

quello. Se si desse all'Eccletz'smo un signicato


diflerenteda quello ch'io ho espresso, sarebbe
assai ridevole, non trovandosi certamente l'Ec
cletz'sm0 Greco od Alessandrino alle Indie o

presso popoli estranei alla Greca letteratura.


Se si confondessero le sue forme particolari ed
istoric/ze colla sua forma universale od ideale,

sarebbe tanto irragionevole quanto lo il chia


mare materialista o sensz'sta l empirista, per
ch l Empirismo contiene sotto di s si il San
sisma che il Materialimo, sarebbe lo stesso che
attribuire alla specie tutto ci che spetta al ge

nere, e considerare il generale identico col par


ticolare. Queste dichiarazioni io le debbo non
gi alle lusinghe dell' amor proprio mortilicato

da quelli che non degnano l"Ecclelismo 'nenx-


meno del nome dun'veno losofale, poich
non c umiliazione in ci che si professa con
scienziosamente per vero, e poich le perso

nali opinioni debbono cedere al grande inte


resse della scienza; ma sibbeue a coloro i quali
per avventura credessero menomanza di merito

DEI surruinznil

un

e di fama lvapp'artenervi.vche se appo costoro


non'valessero simili dichiarazioni, varr certa
mente il riesso che la classicazione da me
usata- ne sistemi losoci arbitraria e pura
ment istorica , .e che pu essere agevolmente

retticata per ,s medesima col confronto delle


loro dottrine che mi feci coscienza di alterare, _ _

o di 'non rapportar sempre fedelissiinamentec


no alla lettera. Ci sia delto!affinh in tanta
irritazione di spiriti, non s abbia mal parte chi

non ha alcuna pretensione fuori che al vero, n


\si passi ad astiosit che eccitano al compianto

od ali indignazione. E qui , mentre ho giustifi


cato l'uso ed il senso amplissimo dellEccltiirmo,
non posso i1emmahcotacermi sulle accuse che
potrebbono essermi fatte e per aver distinto in
particolar modo il Sopmnnaluralz'smo dal Ras

zionalismo o Idealismo, i quali sembrano tut.


t uno, e per aver dimenticato del tutto lo Scet
ticismo, che altri, come Copusn, considerano ge- v
neralment un sistema isforico a s. Quanto
al Sopmnnatztralismojsebbene sia questo molto

aiiine cllldea_lisno o Razionalismo, massima


mente per la sua diretta opposizione col Sensi
.tm od Empn'smo, se ne discosta per assaissi
m0 pel differente principio del soprannatum

le, dal quale deriva tutte le cognizioni. D al


ironde la sua inuenza fu sempre grandissi

ma, il suo carattere cos marcato; che sarebbe


A.

xvnl

AL LETTORE

stata una grave omissione quella di non servar

gli un posto separato e distinto tra le epoche


della losoa. Quanto alle Scetticismo ne parl
cos diffusamente il Tennemann,'da rendere

vana ogni mia parola in ordine alla losoa


Orientale, Francese ed Inglese, ne poteva da

me esser annoverato nel Supplimento alla Ita


liana; poich in questa esso manca assoluta
mente. Da tutto ci si comprende com' io con

cepisca la storia della Filosoa nel senso vera


mente generale od universale, e non gi nel senso
del Platonismo o dellAristotelicismo, del Car
tesianismo o del Lockianismo, del Cousinianzsmo
o del Sansim0nismo, non essendo questi siste

mi che tante forme speciali o particolari di al


cuni generali principi , e che non possono pre
sentare se non che la parte positiva della sto
ria, la storia particolare del pensiero losoco,

ma non mai la storia generale od ideale di esso,


nella quale veggonsi i grandi sistemi assumere
_ diverse forme e andar tramutando e modican

dosi per cosi svariate cagioni , e con una legge


pressoch immutabile e necessaria. In tal modo
nella storia universale della Filosoa capiscono

tutte le storie speciali o'_particolari delle Varie


losoe del mondo, in guisache dal continuo

riprodursi o rinnovarsi di queste si possono pre


stabilire le leggi e: le vicissitudini di quella.
Ecco l'aspetto che per me viene dato alla sto

DEl SUPPLIMENTI

14x

n'a della Filstya, ben diverso da quello sotto


il quale la prese il Tennemann, quantunque

ambidue conveniamo ugualmente d esporla in


tutta la sua generalit l uno nel Manuale, e
l altro nei Supplz'menti.

In terzo luogo osservabile che esponendosi


per me i quattro sistemi capitali della losoa
in un ordine staccato e successivo, si viene

per una parte a rompere il lo della cronolo


gia ,_ ed a trascurare per l altra la contempo
ranea loro inuenza , tanto pi necessaria a
conserVarsi, quanto vero. che si presentano

tutti e quattro assieme in ciaschedunepoca


losoca. Ma anche tale difetto o non sussiste
in tutta l estensione, o nella parte in che sus

siste, mi studiai di ripararvi col compenso di


rilevanti vantaggi.'La~ cronologia de sistemi
losoci no ad un certo punto venne da me

rispettata e conservata colla giusta determina


zione delle varie epoche losoche , in ognuna
delle quali gurano i quattro grandi sistemi o
principi di qualsiasi scuola. La contemporanea
inuenza di questi sistemi vero che non si

offre all'occhio collesatto ordine sincronologi-


co; ma non per questo perduta di vista,- ove
si mostrino le cause onde da un sistema si tra
pass all altro , ed ove nel breve giro d ogni
epoca sia dato di rannod_arli e stringerli tutti
ad un Punto principale e comune. D'altra'parte

Il

' AL LETTORE

'

credetti preferibile di mostrare quasi in _un

colpo d occhio od in un quadro unico come


ciaschedun sistema o principio s andasse lo
per lo rattaccandoe.dilatando con altri pi
o meno omogenei inno alle ultime sue pro
paggini ed al punto di esaurire tutte le sue pos
sibili forme, e dintmdurre una nuova epoca
inaugurata o dal sistema me/desimo o da un

altro ben diverso. Oltraci nell, esposizione tute


toch separata e successiva dei sistemi loso
ci, accennai sempre alle cagioni ed ai fatti
della comune loro. azione 0 colleganza , e feci

cos breve il corso (1 ogni epoca , cos presto


e celere il succedersi dell"uno all'altro, che
assolutamente impossibile di non ravvisare ad
un tratto ed il loro ordine sincr0nologic0 e
la loro contemporanea inue'nza. Inne sarebbe
stato dannoso il divertire lattenzionerlal prin
oipale col divagarlonegli accessori ; edi miei

Supplimenti, mentre non'sono una vera-sto;


ria , tengono anche in questo lordi1'le servato
dallo stesso Tennemann, precisamente intorno

alla storia della moderna losoa.


In quarto luogo stimahdo anch io pregio esi
senzialissirno ad una storia la legittimit delle
sue fonti, non ho mai condato nell altrui pn

rola per gli estratti degli altrui sisteini;.ma= sono


sempre ricorso per me medesimoc per quanto

. mi fu ./possibile, alle opere originali, agli scritti

DEI SUPPIIMENTI

xx!

autentici di ciascbedun autore. Quindi il com

pendio per me dato delle varie teoriche e dot


trine spero che riuscir sincero e genuino, per

quanto fosse ad altro riguardo ~mauchevole e.


difettoso. Che se per lesorbitan te quantit delle
opere, massimamente straniere, mi fu tolto-qual

che volta di effettuare questo mio'bnton desi


derio , non sar certamente tutta mia la 001
pa. Cos se nella moltiplicit degli scrittori di ,

losoa, principalmente moderni, non gli avessi


nominati tutti, oppure tralasciato alcuno depi
degni, sar giusto il riettere che ci non av
venne mai per mal.talento, e che non da
vergognare il silenzio in un libro di Suppli-e

menti destinato a tutt altro che allalstorica'

immortalit. Ugualmente sei-fosse disdicevole la


critica parchissimamente stata a riguardo de

morti; ed all'atto ngletta a riguardo- de viven


ti, sappiano tutti eh io andr errato per'fal
sit di giudizio, ma non maidi coscienza; poi

ch rifugge il mio animo si dallo spirito di


partito , come dalla prevenzione dogmatica pe

miei principi e dalla. caponerianella Icontrads


dizione e nell errore.

Per ultimo se la storia della Filosoa dame


ideata e conceputa apparisse men grande e ma
gnifica di quel che potrebbeessere , riducen-.
dosi essa per ora ad una pura successione o vi
0ssitw/ine dei quattro grandi sistemiloisti0i colla

xxn
AL LETTORE.
kgge del loro corso e ricorso determinata dalle
circostanze esterne ed interne, non sar questa
una mia visione o fantasticheria; ma una verit

altamente storica comprovata dallautorit di


venti e pi secoli, forseuna necessit della scien

za e della acchezza della ragione umana, una


specie di fatalit del pensiero losoco , alla

quale non s posta giammai la debita atten


zione. Facciano i possenti ingegni d interrom
pere una volta questa necessit o fatalit, e.
di prepararvi una diversa legge , ed allora la
storia della Filosoa diventer sublime e gran-.

diosa al paridi quella delle altre scienze, per


notare i trion dellnmano intelletto -ele sco-f
parte di .ch esso avr arricchito il regno del
pensiero. Tutto questo sia detto de miei Sup
plime9ti in generale. Ora vengo a soggiungere
altre cose intorno ad ogni Supplimento in par
ticolare.

- E comune opinione di tutti gli storici. della.


losoa, e perci di Bruckero, di Stanlejo, di
Agabpisto Cmmaziano ed anche di Tennemann

che i popoli Orientali , come gli Indiani ed i


Chinesi, non siansi mai innalzati ad una lo

soa qual vera scienza. Quest opinione sac


crebbe di tanta autorit da rendersi omai in

oontrastabile ance tra noi e per la fama de

losofanti Greci che furono sempre messi alla


cima di quelli delle altre Nazioni, e pel difetto

**-.-'- "-ur"

DEI SUPPLIMENTI

un:

di monumenti dai quali si potesse ritrarre al


tro fuori che comuni leggende di cosmologia e
di teologia,e per la somma trascuranza degli
studi orientali. Quindi non da maravigliare
che il Tennemann vi si acconciasse per modo
da affermare con tutta asseveranza ch il vero
cominciameuto della losoa come scienza abbia '

la sua data dai.Greci, e che la losoa Orien


tale altro. non sia che un ammassotinforme di

popolari credenze intorno allorigine del m'ondo


e alla natura e agli attributi della Divinit, ri
vestite di tutti.i colori dell immaginazione e.
della superstizione. A smentire questa falsissi
ma opinione che rende cosi imperfetto il Ma
nuale di Tennemann, .com la storia di tutti

gli altri, m acoinsi al primo Supplim'nlo in


torno ai losolndian, Chinesi e Persiani, ate
tingeudo_a quelle fonti che il Tennemann ed
il suo continuatore Professore Wendt troppo

leggiermente hanno trascorse e neglette. Per gli


Indiani mi giovai de
sulla}losoa Indiana
del Presidente -Colebrooke,. peritissimo nella lin
gua Sanscritta, e pubblicati da Pauthier, da Blin

noufe da Abel-Rtmusat, ben persuaso clic que


sti valessero a mostrare la losoa Indiana
non solo come scienza, ma come dottrina di
visa in sistemi ed in scuole al pari della Gre
ca, Questi Sao , tanto metodici e ragionati per

parte del loro primo autore, sono cos esatti e

x:u7

AL LET'IQKE

fedeli che; fanno parlare gli stessi Indiani pen


satori; e, sebbene ristretti e succosi, sono pi
che. sullicienti a far conoscerci vari_sistemi.e
le varie scuole della losoa Indiana,e, quel

che pi, risplendono dun linggiaggio,cosl pre


ciao nel senso losoco e tecnico da approssi

mare ali intelligenza comune i profondi ed ar


pnsamenti
quellaavere
cos lontana
I dui
10 no_n_lio
potuto per
n tuttiNazione.
i.Saggi
di Colebfoolce, inseriti negli Atti della Societ
Asiatica di Londra, n tuttiqnelli che annun
ci il Paut/zier loro vampliat'oree promettitore
nell anno 1833 degli altri che mancavano sulla
scuola
Vedantaancora
e sullealla
scuole
che
i non uscirono
luce:etemdoss,
sicch pere tale

difetto fu duopo servirmi per ripiego della "Star:


clell.bzdiadi De Martes, delle Ricerchedsiatick
della Societ di Calcutta e di Bomba), del Gior

nale des Savans, del Codice di Manou ultima


mente tradotto da Loiseleur des Longchamps.

Quindi se. il mio Supplimento sui losofi In


diani_ sarehbesi ridotto a meglio , ove avessi
avuto a mio agio le opere soprammentvate,
pure non temo che non basti a dar conto della

losoa si teo'retica che pratica di quella Na


\ _.zi0ne. Agli Indiani tengono dietro e nella. scienza
.e nell antichit i Chinesi ed i Persiani; e co
meach la loro losoa s avvolge al pari dellln

diana in oscure leggende ed in ridicole Ore

W-

:v\

;v

DEIv SUPPLIMENTI

ny

(lenze, cionnondmeno non manca di monu


menti per essere raccolta come scienza. In tale
intendimento mi soccorsero e l opera del P. Halde
sulla descrizione dell Impero Chinese , e l ori

ginale traduzione del Tao-Te-Kz'ng dello stesso


Pauthier,v
ed alcune Memorie in inglese della
Societ Letteraria di Bomba] intorno a cotesti
losofi: e cos mi venne fatto di porgere un
saggio anche della scienza di questi coll esporre

le dottrine di Lao-Tseu riguardoai Clzinesi, e


di Tehzeebal-Mantilc e di Nasir per rispetto ai

Persiani. La lettura di questo primo Suppli


mento non potr a meno di cagionare ammi
razione, in veggendo che alle Indie particolar
mente esistono le scuole di Platone e di Ari

stotele, e collo stesso calore s agitano le grandi


quistioni e gli stessi sistemi sullEmpirismo, sul
Razionalismo, sul Soprannaturalismo e sull Ec
clelismo, o sia sui principi dellautorit e della
ragione. Ma da questa maraviglia si ricaver
unaltra prova luminosissitna di quella sentenza
che i sistemi losoci sono universali per la ra
gione umana, e ch'essi si dilatano quanto si

dilata la ragione medesima:/ laonde avvi non


solo una storia particolare, ma anche un altra
universale od ideale della losoa.
Al Supplimento primo sui losofi Indiani,
Chinesi e Persiani, succede il secondo, quello

cio sui loso della Gran Brettagna, divisi in


\
TIIWNBMAIN - I"

txvr

AL LETTORE

Inglesi propriamente detti, in Scozzesi ed in


Irlandesi, appunto -perch tutti questi popoli
formano quel vasto e ricchissimo regno. Egli
vero che il-Tennemarin discorre di Hobbes, di

Locke, di Hutches0ndi Raid, e particolar


mente d altri Scozzesi; ma nulla dice del ca

rattere e dei principi tanto uniformi della scuola


Scozzese o d Edimburgo , sottentrata a quella di
Locke, e nulla degli Irlandesi che hanno co
mune cogli Scozzesi non tanto la patria, quanto
l amore alla loro losoa. Il Tennemann poi ha
dimenticati tra gli Inglesi medesimi i nomi di

.Watts, di Pale), di Graham, di Palmer, di


Buthler e di Darwin, n poteva discendere sino
a tempi del moderno Benthamismo e del mo

derno Fisiologismo temperato dallo Spirituali


smo di Bmugham. Perci era conveniente che in
questo secondo Supplimento venissi a parlare in

primo luogo degli Inglesi loso trascurati dal


Tennemann, e secondariamnte dellonigz'ne, del
metodo, dei principj ede'll inuenza della scuola
Scozzese, come pure del suo progresso in Ir

landa ed agli Stati-Uniti, essendo quella che


porge il punto pi elevatoed esteso dell'In
glese losoa. Quindi si vedr in questo se
condo Supplimento con tutta ;chiarezza come

ed in che senso la scuola d Edimburgo siasi

appropriata il metodo sperimentale ed indut


tivo, ond essere proclamata gliuola legittimi:

DEI SUPPLIMENTI

XXVI}

di Bacone,~ com essa procacci di stabilire in


tutta la Scozia le sue dottrinedel senso co
mune e del senso morale, e comech uscita un
tempo assai felicemente dai.limiti angusti del

l'Empirismo, trovisi ora esposta alla violenta scossa


che minaccia a tutte le losoe del mondo, pi

che l Idealismo Alemanno o lEccletimoFran


cese o Cousiniar'zo, il bisogno d una vera ed as
saluta restaurazione loscjica. Compiuto il qua
dro della moderna losoa Inglese, veniva a ta

glio il. terzo Supplimento sui loso Francesi,


tanto pi necessario quanto meno il Ten'nemdnn
pot parlare delle scuole moderne che hanno
distrutta ed annientata la losoa sensuale ed
empirica nel secolo XVIII appo quella Na
zione.
Dopo i primi anni del nostro secolo, nella
losoa Francese sono avvenuti tre grandi ri
volgimenti, il primo dellEccletismo di R076r

Collard e di Cousin, il secondo del Sopranno

turalisrno o della scuola teologica, ed il terzo


del Sansimonismo o della scuola del progresso
che viene sino a di nostri. Siffatti rivolgimenti
naturalmente saccompagnarono con tutti isi
stemi d opposizione, cogli avanzi del Cona'z'l
laclzismo e con altre scuole minori pi o meno

contrarie: sicch la losoa Francese a nostri


giorni pu dirsi interamente rinnovata.Dal Ten
nemann, o meglio dal Wena't, che cerc di mi

uvm

AL LETTORE

gliorarlo, e che ne produsse una quinta edi


zione sino all anno 1825 , non si fa neppur

un cenno di questi grandi rivolgimenti. Il Cou


' sin, al quale dobbiamo la traduzione Francese

e quindi 1 Italiana, e che tra primi cui spet


tasse un vero diritto di parlarne, siccome que

gli ch ebbe la pi gran parte nel movimento


losoco della sua propria Nazione, s impose
un troppo modesto silenzio che venne per op
portunamente interrotto- dal Damimn col suo

Saggio sulla losoa Francese del secolo XIX,


nel quale porgesi all'uopo un libro che d con
tezza delle principali mutazioni ultimamente av
venute in quella losoa. Se da un canto io debbo

far grazie al Damiron d'aver preparato- col suo


lavoro un ben ordinato materiale al mio Sup

plimento sui loso Francesi, dall'altro vorrei


essere scusato di non avere seguito cosi dap

presso le sue orme ed il suo esempio. Prima


mente il Saggio del Damiron non giunge che
all anno 1828 , e dopo quest epoca la loso

a Francese and soggetta ad altri cambiamen


ti. Secondariamente, quantunque cotesto Saggio

sia profondo e giudiziosissimo, lascia per de


siderare nella stessa losoa Francese dell an
no 1828 una pi esatta classicazione_desuoi

sistemi e delle sue scuole, un indicazione pi


distinta del Fisiologismo di Cabanis e di Brows
sais, siccome una particolare applicazione del

DEI SUPPLlMENTI

x-xtx

Sensuzlismo di Coi'zdillac ed una diversione del.


lIdeologismo, come pure una notizia pi par

ticolare degli antecedenti della scuola Isbrica


derivata dal medesimo Eccletismo Cousiniano,
e di alcuni loso i quali furono estranei sin.
golarmente alle tre scuole Sensualista, Teo

logica ed Eccletica, nelle quali il Damiron di


vide tutta la patria losoa. lo feci modo di
riparare a queste omissioni che non potevano

sicuramente apparir tali a chi procedeva con


vedute affatto diverse dalle mie;e senza rinun

ciare menomamente al mio sentimento o giu

dicio, trassi protto dal libro del Damiron in


quella parte soltanto che mi parve quadrarvi

di pi. Il mio Supplimento sui loso Francesi


pigliando cominciamento dall Ideologismo di
Gara: e di Destutt de Trac), viene all Eccle
tismo Cousiniano ed alle particolari scuole o

losoe che ne sono procedute, e cbiudesi


colle scuole del Sansimonz'srno e del progresso
continuo che formano gli ultimi due stadi
della nuova losoa Gallica. Che se come sto
rico tenni per debito di notare gli errori prin
cipalmente di queste due ultime scuole, le
contraddizioni alle quali sottoposto l Eccle
'smo Francese , il tacito suo abbandono per

parte di coloro che dapprima v erano affezio


natissimi, la piega od il semplice movimento
in Francia ad una grande restaurazione lo

3.

xxx

AL LETTORE

soca, ad onta di tutti i sistemi con che l


si vorrebbe darla per gi avvenuta; non sar

questo l effetto (1 una critica troppo severa


ed incontentabile, ma piuttosto delle vere e

reali esigenze della scienza e della non giu


sta direzione che prendono in generale anche
le speculazioni deloso Francesi intorno al!
l oggetto della losoa ed ai mezzi pi con
ducenti a perfezionarla. N questo il male
soltanto della scuola Francese, ma della Tede
sca e dell Italiana, poich dappertutto in mezzo

ai trion ed ai clamori di sistemi vittoriosi


si riconosce continuamente la necessit duna
nuova restaurazione. Compinto nella massima
parte il mio progetto d integrare il Manuale

di Tennemann in que luoghi che mi poterono


suggerire'alla meglio e la conoscenza dell0pera
ed i progressi della scienza appo le Nazioni
pi colte d Europa, rimanevami la pi diffi
cile, quella cio del Saggio sull Italianaloso
ja : e questo il lavoro a dir vero nel quale
durai pi fatica, augurandomi maggiori forze
onde non rompere vergognosamente il volere.

Il Saggio sui filoso Italiani non pu es


sere che difficoltosissimo e pel difetto di nor
me o traccie duna losoa veramente Italiana
in tutto il Manuale del Tennemann, e per la
mancanza di acconci materiali ad onta di tante
storie dellltaliana Letteratura delle quali pos

DEI SUPPLIMENTI

xxx:

siamo gloriarci. D altra parte lidea vastissima


d una storia intera della nostra Filosoa ve
niva a contrariare ai limiti troppo angusti d'un

semplice Supplimento, ed al tempo Bravissimo


richiesto per compilarlo, alla necessit di at
taccare tutta questa storia come un appendice

agli ultimi paragrafi del Tennemann, che arri


vano soltanto a Vico ed a Genovesi, la quale an

dava a riuscire assai pi lunga e voluminosa di


tutta l opera, ed inne alla certezza di non poter

parlare degnamente nemmeno di questi losofi e


di quelli che loro susseguirono , senza rimon
tare alla primissima origine della nostra lo
soca dottrina. Quindi tenni alquanto l animo

sospeso tra il pensiero di non fare che qualche


aggiunta sui loso posteriori a Vico ed a Ge

novesi, e il proposito di ripigliare la storia de


nostri loso sino dai Pitagorici. Lamore per
della verit, il desiderio, anzi il dovere di ri

vendicare se non la propria, la sapienza deno


stri padri da un immeritata obblivione , ed il
divisamento che il Manuale di Tennemann, seb
bene in origine Tedesco e Francese, dovesse ser

vire ad uso principalmente degli Italiani, hanno


vinto in me ogni incertezza e ripugnanza, onde

nel pensiero sono venuto di anticipare nel quarto


Supplimento un Saggio della storia della Filo
soa Italiana, tuttoch men che favorevoli cir.

costanze potessero consigliarmi a tenerlo in


serbo ed a tempo pi opportuno.

xxxn

AL LETTORE

A mostrare questo saggio della storia del


I Italiana Filosoa mi sono fatto preliminar
mente queste domande, onde cavarne delle nor

me o principi regolatori : 1. Quali debbano es


sere le condizioni (1 una storia dell Italiana Fi
losoa'l a. Se giusta queste condizioni esista una
storia di tale Filosofia? 3. Come e con quali
mezzi si potrebbe delineare o compendiare sif
fatta storia? La prima domanda mi condusse
naturalmente ad indagare innanzi a tutto l'ins
(Iole e la natura della storia della Filosoa in
generale, non potendosi che per questa met
tere in chiaro le condizioni (1 una sua storia
qualunque in particolare. La storia della Filo
soa nella sua massima generalit non altro,
siccome avverte anche il Tennemann, che la

compiuz ed ordinata narrazione delle vicissilw


dirai, o sia del progresso e del decadimento della
bsoa come scienza, vale a diie dei sistemi delle
cognizioni umane intomo allo spirito o a ci che
oltre i sensi, cio ali anima, al mondo e a

Dio. Sono perci suoi essenziali requisiti 0 con


dizioni, a) la separazione dell' oggetto proprio della
losoa da quello di qualunque altra scienza ,
e dalle stesse opinioni 0 credenze popolari in
torno ad essa: onde la storia speciale della
losoa, distinta dalla storia kttcraria. civile od

universale, dalla filosrjia della storia o dalla sto


ria dell umanit, nelle qualLsoltanto per inci

DEI SUPPLIMEN'I'I

xxxui

denza pu parlarsi della losoa; 6) la serie


delle vicissitudini o de vari sistemi e pensa

menti losoci in generale intorno al proprio


oggetto della scienza: donde la generalit ola
materia interna di qualunque storia della lo
soa , considerato il pensiero losoco siccome
un elemento dell umana ragione; 0) la connes

sione di questi sistemi e pensamenti losoci

o della generalit collo spazio e col tempo, in


quanto essi debbono manifestarsi in una data

epoca e nella vita dell uomo posto in diffe


renti luoghi o circostanze; onde l individualit
o la materia esterna alla storia medesima, e la
distinzione necessaria tra la storia ideale 0 ti
pica della losoa, e la sua storia reale, posi

Iiva ed esperimentale, sia poi essa generale, op


pure particolare, cio di tutte le nazioni o di
una nazione soltanto, ovvero duna scuola od

anche d un losofo; d) la verit mediante Parte


critica, per depurare le legittime fonti e per
fare una valida ed indubitata testimonianza del

vero losoco: onde la storia della losoa non


solo generale e speciale, ma tecnica, o sia del

l'arte in senso strettissimo, risultante in parte


dalla particolare capacit o perizia degli stori
ci, come coltivatori della scienza, attesoch in
questa, a differenza della storia politica o civile,

occorre in certa guisa creare e non rapportare

i fatti, sottoponendoli al fatto pi generale e

l'xxlv

AL LETTORE

scientico, qual quello del reale progredimento


della ragione losoca,- ed in parte dall inte

grit o probit loro appoggiata alla niuna pre


venzione di scuole o di sistemi;e) l unit, onde
la forma ragionata e scientica della storia della
losoa per differenziarla dalle volgari leggende

o narrazioni, delle memorie, dagli annali critici


o polemici e dalle semplici biograe comunque
ragionate devarj loso. Trasportando queste

condizioni della storia generale od universale della


Filosoa alla storia particolare della Filosoa Ita

liana , evidente che anche questa 'debbessere


speciale 0 storia propriamente della V sola Fi
losoa generale ed individuale, od intera, per
comprendere non solo i sistemi losoci, ma
quel che pi i sistemi de loso Italiani;vri

dica ed unica e soprattuttotecnica nel doppio


senso di-riferir'si a tutta la losoa ed a nes-y
son sistema e di esser compilata da soli periti

imparziali osservatori in questa scienza , non


valendo ad essa l abilit comune per la storia
civile o letteraria, od un sistema preconcepnto
d opinioni losoche; e, nalmente, scienl'ica

per corrispondere all alto suo scopo ed alle gin.


ate pretensioni della critica odierna intorno alle

_ doti d una storia principalmente della losoa.


Il sapere pertanto se esista una storia. dell I
taliana losoa come sopra ideata , si fa su
bito vedutoI ove si confrontino le varie storie

DEI SUPPLIMENTI

un

che gi.conosciamo, colle condizioni gi anno


verate e proposte per quella.
Le Storie cos dette della Filosoa Italiana
si possono ridurre alleno-tizie che ne'forniscono
il Bruckeno, l/Igatopzlsto Cromaziano, il Tirabo
schi, il Corm'ani, il Mazzucchelli, lAna'zs ed
il Ginguene' continuato posteriormente dal Saz'.
Tutte queste storie , oltrech hanno lessen

zale difetto d essere generali od universali a


non tecniche per riguardo a quella della loso
a, non sono nemmeno incensurabili in ci
che sulla nostra losoa si fanno ad investigare
particolarmente. La Storia critica della losoa
del Bruckero, dichiarata meritameute monumen

tale da Hegel, da Cousin, e da quanti la co


noscono per la somma sua erudizione ed esten

sione ' , tuttoch parli de loso Italiani pi


che altri non abbia fatto, ha un metodo ami.

storico ,- perocch giudica i loso colla misura


del Wolanismo, non iscevera, anzi confonde

l antico Pitagorismo Italiano col mistico ed ar


cano de neo-Platonici, disperdendo nella sua
immensit le traccie particolari di qua nostri
sistemi che si legano insieme dalla pi remota
antichit , e/che attribuiscono ali Italica lo

, Revue Germanique, Aot 1855. Introdueton genrae


{El-aire de la philosophie per M. V. Cousn, P8- 15,
l90n 2-e'

"

xxxv1

AL LETTORE

soa un carattere proprio e nazionale. Il Brio


clceno inoltre come straniero, e posto solamente

al principio d un grande movimento losoco,


se da un canto usar poteva d una certa cri.
tica imparzialit per essere esente da preven
zioui o pregiudizi municipali, dall altro non
era l uomo che potesse aver il capo tutto tto
nella nostra losoa , ovvero abbastanza di cri

tica per sentenziarla.


L'Agafopisto Cnomaziano , o sia il Padre
Appiano Buonajde, che il solo vero storico
Italiano della Filosoa, avendo scritto due Sto

rie che si collegano a bello studio in una, cio


lIsloria dell indole di ogni loscjia a tutto il
secolo XV, e la Restaurazione d ogni losoa
ne secoli XVI, XVII e XVIII, quantunque ve

nisse in rinomanza per esse ppo gli esteri, e


possa aspirare ad un merito storico relativo,
avuto riguardo a suoi tempi ed allo stato in
che trovavasi in allora questo ramo di pa
tria letteratura; cionnondimeno non ebbe forse
n tutta la perizia, n tutto l amore al vero
per iscrivere una storia della Filosoa.Egli, pi

colto e letterato che pensatore versato ne mi


sterj della scienza , e, quel che peggio,du
mor satirico e troppo avverso alla losoa Gre
chesca o Gentile, tocca assai leggiermente della
losoa Etrusca, sparge di ridicolo quella de
Greci; ed anche quando discende alla loso

. DEI SUPPLIMENTI

xxxvn

a restaurata in Italia nel Panormita, nel Valle

e nel Giannozzo, per opera de Medici e di Al


fonso d Aragona re di Napoli, oppure in Ga
lileo ed in Vico atenipi pi vicini, non vi
si ferma quanto basta per illustrare le dottrine '
sapientissime desuoi connazionali, e porge delle
biograe e non la storia dei sistemi di Pico,
di Ficino, di Bruno, di Barbaro, di Acciajuoli,

di Oredi e di Agricola, dichiarando tutti que


sti servili settatori de Greci. Inne, quando
egli dopo costretto a confessare che Telesio,
Patrizio, Cardano, Campanella, Aconzio, Sarpi,

Tartaglia e Galileo si estesero a vedute ed a


scoprimenti magnanimi dalla logica no alle
sublimit matematiche senza pensar pure un
momento n a Londra, n a Bacone ,- e che il

Vico esponeva il suo sistema di Scienza nuova


per attestare con un documento cospicuo che
non i lransalpinl solamente sono i Sacerdoti di

Temi, ma che in Italia v era pure qualche tem


pio edcato sopra basi pijrme, viene troppo
in sospetto d entusiasmo e d amor di parte ,

e mostra di sentire poco rettamente col far


pruova di parole, ove si richiede il fatto o l e
sperienza.

Il Tiraboschi colla sua Storia della Lettera


tura Italiana, proseguita con lode dal Lombardi,
sebbene abbia mirato di fare non gi la storia
de letterati Italiani ,' ma sihbene la storia_del
TII(IBMAIU1- I"

txxvm

AL LETTORE

l origine e de progressi delle scienze tutte in Ita


lia, e vada ad ogni tratto frammettendo alle
notizie sulla sica, sulla giurisprudenza Ita
liana quelle sulla losoa e sulla matematica
ugualmente Italiana, cionnonpertanto trapassa

sotto silenzio molti nomi degni d essere cele


brati, allude a cagioni e ad avvenimenti che
spiegano non tanto i progressi o lo stato di de
cadenza della losoa nostra, quanto di tutte

le altre nostre scienze, disdegna di esaminare


profondamente il carattere e l inuenza dePe
iipatetici, augurando che i loro libri continuas

sere a godere per molti secoli della quiete che


avevano ottenuto nelle polverose biblioteche; e

quanto ricco e notevole per ragguagli anco


minuti sulle biograe de nostri loso, altret

tanto scarseggia nella parte che deve presen


tare i loro sistemi, siccome il rendono mani

festo principalmente i suoi ragionamenti su Leo


nico Timeo, Pomponazzi, N_ifo, Pico, Cardano,
Patrizzi, Telesio, Bruno, e sullo stesso Galileo.

Il Corniani nella sua opera veramente clas


sica sui secoli della Letteratura Italiana, ampliata

dall Ugoni ed ultimamente dal Ticozzi, non


giunge che alla losoa ed ai loso Italiani
posteriori al secolo XI, cio all aurora della
nascente Italiana Letteratura, n ci offre il to

tale dell Italiana losoa dopo quel secolo,


quand'anche sia vero eh egli ne suoi articoli

DEI SUPPLIMENTI

xxxtx

separati sui nostri loso faccia fedelissimi

estratti delle opere loro, ed esponga le dovizia


dellitaliano intelletto col cumulo delle nuove
dottrine e delle verit pi eminenti nella nostra
losoa.

Finalmente non avvi dubbio che anche le


opere celebratissime del conte Gianmaria Maz

zucclzelli, del P. Andrs e del Ginguene' sullo

rigine e sul progresso dell Italiana Letteratura,


non siano troppo vaste e generali per discen
dere in particolarit intorno a nostri loso

. LAndrs infatti discorre nell Introduzione

della losoa Platonica in Italia e dei vantaggi


che derivarono dalla metasica nostra al seco

lo XVII e XVIII, siccome il secolo losoco,


ma il suo discorrere lontano pi di quello
di tutti gli altri dall esibire anche in confuso

ed in breve un esatta notizia dell Italica

losoa. Quindi se dobbiamo acconsentire che


tutte queste storie letterarie ne somministrano Qt
timi e preziosi materiali ad una storia tecnica

e speciale della nostra losoa , dovrassi in

pari tempo conchiudere che una cosill'atta sto


ria assolutamente non esiste, e che non venne

nemmeno immaginata. Laonde innegabile la


sua necessit, quanto . certa la sua importan
za. Ma quali saranno mai i mezzi opportuni

per farla? Questi mezzi dobbiamo ritrarli dal


I indole e dallo scopo della storia tecnica dg}
lltaliaua losoa.

1:.

AL LETTORE

La storia tecnica e speciale dell Italiana


losoa deve tendere necessariamente allo scio

glimento di questo problema: Quale sia stato


il pensiero kzstjico predominante degli Italiani
nelle varie circostanze interne ed esterne tra le

quali si manstat? Alla risposta abbiso


gnano i seguenti mezzi: |. capacit nello sto
rico in ragione composta della sua scienza tec
nica e del suo amore a quella; 2. studio e ri

cerca delle fonti od opere originali ed auten


tiche della nostra losoa , o perch furono al

terate e guaste le vere e reali, o perch ven


nero trascurate le possibili. Tale studio deve
distendersi ed essere diligentissimo soprattutto

sui Pitagorici e sugli Scolastici; 3. pubblica


zione dei manoscritti dell Ambrosiana sugli Sco
lastici e delle altre Biblioteche italiane e stra
niere intorno a qualsiasi oggetto o parte della
nostra losoa; 4. separazione della losoa Ita
liana propriamente detta da tutte le altre scienze

siche e matematiche, che vengono comprese


sotto questo unico nome ordinariamente dagli
storici; 5. stabilimento delle epoche o et della
losoa Italiana tolte dagli avvenimenti interni
ed esterni di quella; 6. conoscenza della storia

della losoa anche straniera e per la reciproca


influenza tra questa e quella, e per l esatta no
tizia sui progressi o sul decadimento dell una me
diante l'altra;y. applicazione della storia civile,

DEI SUPPLEMENTI

xm

politica e letteraria Italiana, massime ali uopo di

valutare opportunamente le circostanze esterne


che operarono diversamente sulla nostra lo
soa. Sulle traccie della storia della Filosoa

Italiana compilata con questi mezzi o a questo


modo, potrebbesi rifare anche quella della Fi
losoa Orientale, Greca, e delle moderne Na
zioni, preparando cos il materiale ad una_stoa

ria veramente ideale 0 tipica della scienza, che

pur essa mancante, e che gioverehbe moltis-.


simo ali incremento del nostro sapere. Le vi
cissitudini ed il ritornoyfrequentissimo di uguali
sistemi losoci a tanta distanza di tempo e di
nazioni, fanno presumere una norma od una

legge necessaria al pensiero losoco , siccome


un prodotto dell umana ragione. La storia ideale
0 tipica della losoa consisterebbe nella sco
perta e nella giusta determinazione di.cosilfatta
legge o norma , e dopo tale scoperta essa p0
trebbe innoltrarsi nell'altro problema istorico
non meno rilevante e curioso, se e no a-qual

punto il pensiero filosofico abbia avuto sino a


giorni nostri gli stessi aspetti di ricerca e di dot
tn'na, trovando il come od il perch di questo
secondo fenomeno. Quindi la storia ideale 0 ti

pica, la quale dovrebbe naturalmente consegui


tare alle storie speciali o tecniche delle varie
losofie, avrebbe per iscopo di dimostrare , a) le

leggi necessarie del pensiero losoco nella sua


e"

'

xur

AL LETTURE

condizione si soggettiva che oggettiva,- b) la pos


sibilil o l impossibilit della storia della losoa
di elevarsi al grado di scienza, e d essere il tipo
o modello d'i- tutte le storie venture. Anche questa
storia semmamenle importante. Se si indaga
con tanta sollecitudine come e perch una Na
zione abbia potuto conquistare un altra; come

e perch l umanit possa cangiar di lingue 0


di costumi, con quanta avidit non dovr rin

tracciarsi la legge costante ed universale del


pensiero losoco a fronte_della quale sono
minute e_frivole quelle ricerche? Questa sto
ria ideale della losoa fu tentata dal Cou
sin,- ma non qui il luogo di dire con quid
esito. Largomento di tutto rilievo; il campo

. vasto ed abbondante, ed io non posso che

stimolare glingegni Italiani pi intraprendenti


I a_ farvi copiosa ricolta. A me, che sonomi ri

- stretto ad un saggio sulla storia tecnica della


losoa Italiana ed al lavoro dun puro Sup
.plim'ento, non dato che di accennare alcune

vedute che m ebbi nel farlo, onde si guardi

pi ali intenzione che alleseguimento. Le cose


pi importanti e ad un tempo pi intricato e
pi difficili nella storia tecnica della nostra

losoa, e perci anche in un suo saggio qua


' lunque, sono le sue epoche e la sua prima ori
gine; la separazione della vera materia losoca

da quella delle altrescienze; i monumenti della

DEI SUPPLIMENTI

In

losoa Italiana e le dottrine dominanti in cia

scheduna epoca; i punti, o sistenii capitali sotto


i quali tutte queste dottrine possono essere rac
colte; il vario procedimento ed il vario succe

dersi di questi sistemi o dottrine; il loro me


n'w particolare; il carattere ed il merito della

losoa Italiana in generale si proprio che com


parativo. Io ebbi in mente tutte queste cose e
tutta la loro difcolt, ma non sono cos pre
suntuoso da creder vinta luna o recate ad ef- '

fetta felicissimo le altre.


Le epoche della nostra losoa incominciano
per me dagli Etruschi; ma siccome non mi
venne fatto ancora di trovare monumenti di
losoa Etrusca veramente come scienza, cosi pas

sai pi presto a quella de Pitagorici, siccome la


prima e la pi antica, e siccome quella che si
presenta con un apparato magnico di sistemi

e di teoriche sino dalla pi remota antichit.


E qui, dopo aver esposto e chiarito ivarj si
ste'mi Pitagorici, o l antica scuola Itqlica, mi
posi ad indagare la primitiva origine della no
stra losoa, mostrando con indubitabili argo
menti di fatto da altri non avvertiti, che la

losoa Italiana procede~ dalla scuola Pitago


rz'ca od Italica, e non gi dalla Greca, sicco
me comune opinione degli Storici. N mi
sono contentato di studiare il Pikxgorismo nelle

sue prime origini, ma volli seguitarlo puranco


cl.

,.,-_.----.____r._ _. ___z_..x -_ ...-_V.. .-..-.. _ ---w.

( .

:uv

AL LETTORE

nell'ultimo suo stadio o progredimento , con


siderandolo ciogin tutte le vicissitudini ed in

tuttii sistemi che lo hanno accompagnato Sino


al quarto secolo dell Era, nel quale fu spento
interamente.
'

Bivendicata cos 1 origine od epoca prima della


nostra losoa, maceinsi alla seconda, cio alla
Romana, la quale lo apparve ottenebrata ed

oscura e per s e per la comune sentenza oh


essa sia al tutto Grechesca; ma, mettendomi a
frugare con Vico, che tolsi ad esempio, non che

nelle voci latine, nella stessa Giurisprudenza


de Digesti, siccome unico monumento auten

tico di quella, mi fu facile cangiar d'opinione,


trovando anche in quest'epoca una specie di
losoa Italica o Pitagorica, sebbene soperchiata
e confusa dalla grandezza e dal fasto della Gre
ca. La terza epoca, che quella della Scolastica
dispregiata e manomessa da noi medesimi, at
1

trasse particolarmente la mia attenzione, mas

simo perch avvisava siccome impossibile che


il pensiero uniformee' costante di tanti uomini

e di tanti secoli intorno alle principali quistioni

della losoa fosse cos futile e cos basso da


eccitare per tanto tempo l universale disprez

20. Ed in questo studio a dir vero, se non


erro, parmi d aver prottato moltissimo col
persUadermi istoricamente dnn vero nora sco

nosciuto che la Scolastica Italiana, cambiati i

..._IW,____V .

DEI SUPPLIMENTI

xx.v

nomi, altro non che una riproposta 0 continua


zione delle quistioni dell antico Pitagorismo com
(rinato colla Teologia o clla scienza della Re
Iigione. Passando dalla Scolastica all ultima epoca

0 all epoca nuova o moderna per me stabilita


coi grandi avvenimenti Italiani , e principal
mente co' loso del secolo XVII e con Gali
leo, pervenni alla losoa de nostri giorni, te
nendo conto in essa anca de pi tenui lavori
o scritti, all intento soprattutto di puricare la

nostra Nazione dalla macchia di indzlrente e


di servle, per non dire di nulla, in fatto di

losoa, di che con troppa liberalit la tacciano


gli Stranieri : e se vi sar riuscito, non deggio

saperne grado a me stesso, ma ai chiari inge


gni che colle loro opere mi porsero occasione
di Nella
farlo. descrizione
\
di tutte queste epoche, e
precipuamente nell esposizione de sistemi loro
relativi, io mi sono sempre industriato dan
dare immediatamente alle fonti. Il quale fer
mo proposito giovommi assaissimo alla noti

zia sui sistemi degli Scolastici Italiani, ed in


essa ho ducia che si leggeranno in succin
to le vere dottrine di Boezio, di Alcuino, di
Lombardo, di S. Anselmo, di S. Tommaso, e

di tutti gli altri Pepatetici Italiani pi fa


niosi. Nelle prime tre epoche ho esercitata a
quando a quando e dove mi sembr abbiso

un

AL LETTORE

gnare la critica istorica; ma come fui a nostri


viventi, mi posi in un riguardoso silenzio. E
chi mai dopo tanta disparit e mutabilit di
giudizi sul merito di Vico, di Gioja e di Ro
magnosi, chi oser pronunciare una sentenza

moderata e ragionevole sulle dottrine di coloro


che si dilungano da tanta fama ed altezza, 0 che
sono tuttavia sottoposti all odio de partiti, alle
esagerazioni e all entusiasmo per la conformit
delle opinioni? Il Vico da taluni posto alla
testa della grande restaurazione losoca mo
dama, mentre altri lo accusano d aver data

una falsa direzione persino agli studi isterici.


Il Gioja, reputato da un canto il primo tra Fii
loso ed Economisti de suoi tempi, fu detto
dall altron facitoredi zibaldoni, uno scrittore

in brani ed a tabelle e di pura erudizione. Il


Romagnosi, dichiarato vivente l uomo grande,

il pi profondo pensatore , il Newton del mondo


morale; dopo che fu morto, invece dell apo

teosi del Genio, eh egli pareva riservare per s


solo, non ottenne che l incerta lode dnn grande

ordinatore. Dopo questa terribile ma sapiente


lezione onde s apprende il disinganno della fa

ma letteraria o scientica anco a pi smanio


si, io non ho potuto ristarmi dal nominare
tutti indistintamente i loso viventi Italiani
si grandi come piccoli, e per l obbligo alla ve

rit istorica e per la persuasione che meglio

DEI SUPPLIMENTI

xr.vu

dall esposizione fedele degli altrui scritti, che


non dalle mie critiche, avrebbe potuto laccorto
leggitore collocarli ad uno ad uno nel posto
loro competente. Del resto il tempo e la ri

flessione e la pacata lettura dei veri sapienti


sono i migliori giudici delle opere losoche;

n la losoa eccellente abbisogna di commento


o di raccomandazione. Siccome per afne di
tenere un metodo unico in tutti i Supplimen

ti, anche in quello sugli Italiani loso mi sono


permesso di distribuirli e classicarli tutti sotto
i quattro grandi sistemi dellEmpirismo, del Ra-,
zionalismo, del Soprannaturalismo e dellEccle

smo; cos singolarmente da questi imploro be


nignit ed indulgenza, se mai fossero stati messi
sotto quel principio 0 sistema che disdegnereb
bero di professare- Questa mia classicazione,
siccome ripeto , non che istorica ed arbitra
ria, diretta soltanto a porgere la losoa Ita

liana sotto punti massimi o cardinali, e non


gi a giudicarla od a concedere la preminenza
ad un sistema sopra dell altro. Come istorico,
rammento tutti i sistemi e tutti li tengo inno
centi , ove siano esenti da Materialismo, da Saet
ticismo, da~ Ateismo e da contraddizioni colla

verit della Religione. Quindi niuno potrebbe


mai muovere un ragionevole lamento pel po
sto che potessi avergli assegnato, non essendovi
colpa dove v ha coscienza e buona fede, e dove

lht'lll

AL LETTORE .

possono sempre apparire intatti, siccome una


propriet inviolabile, gli altrui pensieri. L n
nico conforto che pu venirne a me in questo
lavoro sulla losoa Italiana, e che ardente
mente mi desidero, sarebbe quello daver messa

in tutta luce la celebrit della nostra scuola,


d aver riVendicate dallobblio le sue dottrine,
e quel che , pi d aver richiamata l'atten

zione sopra una storia della'nostra Filosofia che


ancora manca al compimento delle glorie nella
patria Letteratura. Ma il mio non che un.

debole saggio, ed un valente solo potr cogliere


la palma dun opera compiuta e ben riuscita.
Ai quattro Supplimenti de quali tenni di
scorso n qui, sagginngono alla ne ed a co
modo de leggitori due Indici copiosissimi , 1' uno
contenente la tavola cronologica della storia della
Filosoa da Talete sino a Reinhold, o sia al
1 anno 1823 , e l altro una tavola aUabetica dei
nomi de loso rammentati nel Manuale ed ag

giunti ne Supplimenti. Che se questa seconda

tavola apparisse pi estesadella prima per ri


spetto a quello che sono ambedue nella tra

duzione Francese, da accagionarne la pru


dente necessit di non cimentare la critica col

porre i nostri Italiani d una non ancora stabi


lita riputazione nel novero di coloro che col
1 altissimo ed incontrastabile loro merito hanno
gi segnato un epoca nella cronologia istorica

-.1.|.F

DEI SUPPIMENTI

xux

della Filosoa. Per lo contrario era d uopo che


anche questi comparissero nelllndice alfabeti
ce, onde si potessero prontamente rinvenirli;

n la menzione alfabetica pu attribnir loro


una fama od importanza maggiore di quella che
abbiano effettivamente.

Finalmente mio debito di ricordare col


Traduttore Italiano, rapportando qui a pi di
pagina la nota gi da esso aggiunta, che il
Tennemarm come non and immune dallo spi
rito di parte pel Kantismo inlosoa , cosi non

seppe preservarsi dalla prevenzione e da fallaci


opinioni per amore all eterodossia intorno alla
Religione. Sicch, dove egli parla della dot
trina a cagione d esempio de Santi Padri, ov

I lutorno alle dottrine di sant'Agostino sulla libert,


riferite dal Tennemann in tutto il contesto de 22 252-235,
si avverte: 1. che il Tennemann parla coi principi di uno
scrittore eterodosso', dei quali si professano ben alieni gli
editori del suo Manuale; 2. oh egli ha franteso e mal rap
portato il senso dei testi di quelle dottrine; 5. che negli
uni e nelle altre nulla v ha che possa essere contrario al
I ordine morale, preso questo anche nel suo pi innocente
signicato di naturale, siccome il prende il Traduttore fran

cese; poich santAgostino si appella sempre all autorit


della divinatradizione; 4- che se queste dottrine formano

il perno della scienza dogmatica in Occidente, egli ci na


turale, perch in esse avvi tutta la verit per combattere e
difendere la materia della Grazia contro gli errori de Pe
ligiani e Semipclagiani n. - Il Traduttore italiano.

1.

AL LETTORE DEI SUPPLIM'ENTI

vero deprincipi dominanti nella Chiesa Cat


tolica od Occidentale
232-233, voi. I), bi

sogna tenerlo in conto di protestante ed estra


neo alle nostre credenze. Dopo tutte queste di

chiarazioni, io non posso che conchudere ma


nifestando l onesto desiderio che gli Italiani ,
ai quali specialmente si dedica questo Manuale

della storia della Filosoa, apprendano da esso


a dubitare delle tanto vantate Restaurazioni

losoche, e a non cadere tra via nel punto


stesso che anelano ad effettuarle. '
Mn.uw , Aprile 1836.

ERRATA

pag. 169. lin. 3


109,

su

I '214,
I 445,

lv
I

5-27
2!

"
I
I
o
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I
I

677
734,
738,
751,
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836'.
838,

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I
-v
"
I
I

3
21
20
20-21

25
I

ivi ,

il Gente ed il Verna:
Spinoza
,
Carr
fu il primo
il P. Giovenale, il Magnani
Gravina
il Mario Pagano
preparata gi prima
ritrarne
si ha
si merita di Idealista

CORRIGB
il Richer ed il Verna.
Spinosa.
Carov.

fu traprimi.
il P. Giovenale.
Concinna.

il Pagano.
preparata.

ritrarre.
si buono.

si merita il nome di Idee


listm

31

come suo prediletto

come suo predicato.

I
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8

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SUPPLIMENTO PRIMO

F1'LOSOFI INDIANI, CHINESI r: PERSIANI


l! snourro u 55 67-68 BEI. vor.. [P

A. Fn.osom Innumr.
51.

La losoa Orientale in generale non pi cos


avviluppata nell oscurit delle tradizioni e dei calcoli
cronologici pi arditi, siccome era comune opinione,
La losoa Indiana poi in particolare conosciuta co
me scienza e con tutta la certezza della critica al pari

di quella di Platone e di Aristotele. Essa rappresenta


quasi tutto il sapere losoco dell Oriente, e vanta
scuole ortodossa ed eterodosse, secondo che queste sac
costano o sidilungano dalla teologia e dalla metasica
dei Vdas. Siffatte scuole, almeno le principali , sono
le due Sanlr/gye, l una deista e laltra atea,- le due
Mmans, 1 una pratica o morale e l altra teologi
ca, la prima pozirva e la seconda uttara o vdan

tu, e le altre due Nydya e Vaischika, colle altre


etemdosse, cio la Djanasid e la Bouddhm 0 dei

Djanas e dei Bouddhas; le quali si dichiarano ere


T'IIIKAIII " I

SUPPLIMENTO PRIMO

tiche dai pi stretti seguaci del Vdantismo I.PQueste


scuole ed i rispettivi loso si possono classicare
dai quattro pi grandi sistemi dogn losoa, cio
dall Empirismo o Sensismo, dall Idealismo o Razio
nalismo, dal Soprannaturalismo e dall Eccletismo

(6 57, 58, 59, vol. I). Per il che distingueremo


i loso Indiani, Chinesi e Persiani, come anche
gli Inglesi, Francesi ed Italiani in Sensisti od Em
piristi, Idealisti o Razionalisti, Soprannaturalisti ed
Ecclelici, seguitando in tal guisa le traccie dell 0

pera che vogliam integrare coi nostri Supplimnenti 2.

1 Sulla losoa Indiana , Memorie di Colebrooke nelle


Transazioni della Societ di Londra, an. 1824-1827.-10147

nal de: Savans, 1825-1826-1828. - Cours de lHistoire de


la Plu'losophie, par M. Cousin, Paris, x828-1 829, in 8., t. x. -

Essais sur la Plzilosophie des Hindous, par M. H. I. Colebroo


Ire, traduits de langlais et augments de textes Sanskrits, par
M. G. Pauthier, premire partie, Paris , 8.", 1853. -- Hi

stoire gnerale dc IInde ancienne et moderne, par M. De Mar


tes, tom. 6 , 8., Paris, 1828.

'

2 A scanso di equivoci sul signicato delle parole Sen


sualismo e Sensualisti adoperati dall autore e dal traduttore
italiano ne primi due volumi del Manuale del Tennemann,
noi vi sostituiamo una volta per sempre le altre due di
Sensismo e di Sensisti usate gi da alcuni loso Italiani.
Si detto che la losoa Indiana rappresenta tutta la
losoa dell'Oriente, perch nell Egitto 0 non ci fu una
vera losoa , 0 questa non conosciuta; perch nello Zend

Avesta de Persiani essa tuttavia misteriosa ed oscurissi


ma, e perch rispetto alla Clzinese non si hanno ancora mo

numenti legittimi ed abbastanza numerosi per esporla sicco


me un intra scienza. Si vuole da Ward che le scuole so

FILOSOFI INDIANI

I. Smvszsrz.
Kapila, o Scuola Sanlclzya Atea.
5 2.

La scuola Sa'nkhya o de Sa'nlchynni in generale


comprende tre scuole o sistemi. La prima quella di
Kapila, detta Alea, in cui il Sensismo ha toccato
prannominate degl Indiani orissero a tempi di Pitagora ,
e che quindi i loro scritti non abbiano preceduto che di 500
anni 1 era volgare, a motivo che Pitagora, il quale, secondo
lui , sicuramente visit 1 India, fu contemporaneo a G6.
lama, ed a motivo che in molti punti la losoa greca di
Platone e di Aristotele trovasi in concordanza colllndia

ma. Ma a quest opinione siyoppone primamente la cronolo


Igia Indiana; in secondo luogo il naturale supposto che i

Greci abbiano preso anche pi tardi dall'India le loro lo


soche dottrine; ed in terzo luogo 1 incertezza dei viaggi
di Pitagora. Sul passaggio della losoa Indiana nella Greca

esistono queste tradizioni: i. che il famoso Pirrone_ac


compagnasse Alessandro nell India traendo dai Bouddhisti
i suoi dubbi ed il Pirronismo; 2. che i Bramini comuni
cassero Calistene, nipote di Aristotele, un sistema tec
nico di logica, il quale fu trasmesso in Macedonia , e che
serv di fondamento alla dialettica dello zio; 5. che Pita
gara e Democrito viaggiassero nell India secondo che ne di
cono Diogene Laerzio, Clemente Alessandrino ed Eliano.
Si dice che quando Pitagora biasim Fespesione per la sua
parzialit per gli Egiziani, gli fosse risposto com egli ammi
ratore della losoa dell India , esitasse ad attribuirla agli
Indiani. Cos pure si dice che il Bramino Yarcka, interro

gato dal famoso Apollonio: che cosa egli pensasse sulla na

SUPPLIMENTO PRIMO

tutti i suoi estremi. La seconda quella di Patan


djali o dePatandjaliani, la quale giunse al sommo
del Soprannaturalismo. La terza quella degli Idea
listi, i quali reputano tutta la natura siccome una
semplice illusione. Il nome di Sdnkhya in sanscritto
signica numero od anche ragionamento. I pi pren

dono il nome di Sankhya in questo secondo signi


cato, e perci i Sa'nlchyani dell India in genere
altro non sono che qua loso, iquali si propon
gono la scoperta dell anima col mezzo d una distin

zione esatta, o sia col ragionamento. Essi tutti, qua


lunque sia la loro scuola, hanno per comune og
getto o scopo di cercare il sommo bene si nel mondo

presente come nel futuro, ma in modo assai diffe


reale. e con sistemi pressoch opposti. Il fondatore
della prima scuola Sa'nlchya o de Sensisti, da cui
incominciano i nostri Supplimenti, Kapila, che al
tri vogliono glio di Brahm, od uno de sette grandi
Richis o Santi, ed altri un incarnazione di Vichnou

o di Agni, o sia del fuoco, e quindi un personag


gio mitologico. Checch sia, esiste una raccolta di

Soztras o di Aforismi succinti sotto il nome di Sa'n


lchya-pravatchana attribuiti a Kapila, e di Tatwasa
mdsa, e che voglionsi il vero testo del Scinlrbya. l. S011.

tra; si partono in sei capitoli : ne primi tre si espone


la dottrina Scnlfhya, e nel quarto si istituiscono de
tura dell anima , replicasse: Noi pensiamo quello che voi
ne pensate dopo Pitagora. -V. Brukerus, Histor. Plu'losoph.,
tom. x. , p. 190."- Ricerche Storiche sull' India Antica di
Guglielmo Robertson , tom. 1.". Milano , 1827. v

FILOSOFI INDIANI

paragoni in relazione alla favola e all istoria; nel


quinto si confutano le opinioni delle altre sette; nel

sesto ed ultimo trattasi delle parti pi importanti


della dottrina. Il miglior testo per dalla scuola
Sa'nlrhya un breve corso in versi sotto il nome di
Kzirika, il cui autore IswaraJfrichna, il quale

ricevette la dottrina di Kapila per mezzo di altri


maestri dopo Pantchasilcha, il primo che venisse
istruito da Asouri scolare di Kapila. Quindi i Sori
tras ed il Ka'rikri sono le pi legittime fonti della
scuola Sa'nkhya deSeusisti.
5 3.
La scuola Scinkh_ya de Sensisti o di Kapila si pro
pone di evitare le pene future o il male, ed a ci
secondo essa si richiede la scienza 0 la distinta co
gnizione della verit. Questa cognizione per la quale
pu evitarsi ogni sorta di mali giusta il Ka'rilra, con

siste nel distinguere i principi percettihili (avyakta)


e impercettihili (ovyulctani ), e singolarmente quello

dellanima o il principio pensante ( pouroucha ). A


quest uopo ci sono mezzi temporali e visibili, i quali
si preferiscono al metodo rivelato 0 dell immolaziono
delle vittime, e sono i tre generi di dimostrazione o
certezza , la percezione o la direzione dei sensi verso
gli oggetti vicini (adhyavasa'ya) , che poi la sensa
zione, limluzione (anozimana ), larmazione (tipto
gama), che sarebbe la vera rivelazione, od anche la

ragione retta losoca. La sola sensazione o percezio


ne per ammessa da Tcharvalca, e Kapila stesso

non fa che un uso negativo della rivelazione; onde per


nulla essa contraddice al sistema del Sensismo preva
l.

SUPPLIMENTO PRIMO

lente nella scuola Sa'nlrkya di cui si ragiona. La per


cezione esatta degli oggetti non pu aver luogo per la

troppa distanza 0 pel troppo avvicinamento, per l im


potenza degli organi, per l incapacit dellorgano inter
no (nmnas), per la grande sottilit degli oggetti. L ap
prensione 0 percezione del principio primordiale della
radice-procrealrice (mula-prakriti) o sia della grande
intelligenza non pu farsi attesa la sua sottigliezza

od esilit. Ci che non esiste non pu per nessuna


causa o forza arrivare ali effetto 0 al prodotto esi

stenta. Il principio sciolto o sviluppato (u_yalrtam)


leffetto di una causa, non eterno, n incostan
te, non contiene nulla in s, attivo e mutabile ,
non semplice, non assorbente, ma assorbito, com

plesso e dipendente da un altro. Il principio avvi


luppato o non sciolto (avayalrtam) tutto il con
trario di questo. La causa primordiale il principio
indistinto o non sviluppato, il prakriti, o la radice

procreatrice.

9 4
L induzione di tre specie. La prima l indu
zione d un effetto da una causa. La seconda duna
causa per un effetto. La terza fondata sopra un

altro rapporto di causalit. La tradizione 0 la legit


tima affermazione la vera rivelazione, o sia i Ve
zlas ed i libri sacri. I principi percettibili o che si
possono conoscere secondo la scuola Sankhya deSen
sisti sono in numero di venticinque: t. la natura

( Pralcriti) che l origine plastica del tutto, la causa


materiale ed universale, indiscernibile, produttiva e
senza produzione, 2. l intelligenza (Boudd/zi o Illu

FILOSOFI INDIANI

hai) 0 il gran principio, prima produzione della na


tura increata e genitrice, ed essa pure produttrice

di altri principi; 3. la coscienza (Alzanluira) o ci


che produce il Me 0 il sentimento del Me, e che
ha per oggetto di determinare la convinzione in

dividuale (ab/zimana); 4.-8. le cinque particelle


sottili, o atomi, o rudimenti delle cose (Tanma
tra) percettibili agli esseri d ordine superiore , ma

incomprensibili ai sensi, derivati dalla coscienza, e


produttori dei cinque pi grandi elementi, la terra,

lacqua, il fuoco, l aria e lo spazio; g.-tg. gli


undici organi dei sensi e dell azione, che sono pro

dotti dal principio-coscienza, dieci esterni, cio cinque


delle-sensazioni, ecinque dell azione, e l undecimo

interno, organo che partecipa della doppia natura


delle due serie dei sensi, che giudica e che parago
na, vario e moltiplice, senso o sensorio comune,

detto manas, senso od organo ad un tempo della


sensazione e dell azione. Questi undici organi coi

due principi dell intelligenza e della coscienza for


mano i tredici istrumenti della cognizione o della

perfetta scienza, e stanno come settlinclle alle porte.


Gli organi della percezione, come loccbio , l orec
chic, sono sensi di azione. il mana:- o ii senso interno

un senso per afnit, moltiplice e vario. L oc


cupazione dei cinque sensi nel suono e nelle altre
cose esterne od oggettive della sensazione. La fun

zione (Wittih ) della triade, o sia l intelligenza, la


Coscienza e il senso interno, di una natura sua pro
pria. La funzione della triade s esercita nelle cose in

visibili, che non cadono sotto i sensi, ma che ven

SUPPLL\IENTO PRIMO

gono per sempre preceduti da una percezione sen


libile, 20.-24. i cinque elementi prodotti dalle cin
que particelle sottili ed elementari, che sono il uido
eterea occnpante lo spazio (zlusa) , e dotato della
propriet di condurre il suono, l aria che tangi
bile o percettibile al tatto e all udito, il fuoco che
possiede le propriet dell udibilit, della tangibilit
e del colore, l acqua che sensibile ali udito, al
tatto , alla vista ed al gusto, la terra che riunisce
tutte le qualit dell udibilit, della tangibilit , del
colore, del sapore e dellodore; 25. lAnna o Pou
roucha, Poumas, o Atman, che n prodotta, n

produttrice, ma molliplice, individuale, sensibile ,


eterna, inalterabile ed immateriale.
9 5.
Per contemplare la natura, o per separarsi col
pensiero da quella, l anima s unisce colla natura
stessa, e per quest unione si compie la creazione, o
sia lo sviluppo dellintelligenza e degli altri princi
pi. Il desiderio dellanima il godimento o la libe
razione: a questi due oggetti ella primitivamente

investita d una persona sottile, e questa persona o


forma sottile detta lz'nga, linga-sarz'ra, primordia

le, ha la coscienza, l'intelligenza, ed il sentimento


(manas ), gli organi attaccati alle cinque particelle
elementari , ed composta di diciassette principi. Essa
emana dalla natura originale, illimitata, sorpassa
nella velocit il vento, ed incapace d un vero go
alimento, nch congiunta col corpo. Il corpo
perisce; la persona sottile o latomo animato pi
durabile, passa per corpi diversi, e quindi tra la

FILOSOFI INDIANI

forma corporea e la persona ~sottile :avvi un inter


medio costituito di cinque organi, ma tenue e rafti

uato, il quale come il veicolo della stessa persona


sottile, 0 dell atomo animato.

5 6.
La creazione materiale o corporea (bhautika-sar
ga) consistente in anime fornite di corpi, comprende
otto ordini d esseri superiori, e cinque d esseri in
ieriori. Gli otto ordini superiori sono Brahmd, Prad

ja'patis, Irzdras ed altri semi-Dei o Demoni. I cinque


ordini inferiori sono i quadrupedi, gli uccelli, i ret
tili, i pesci, i vegetabili, e gli esseri inorganici, ed

anche l uomo che forma una classe da s. In alto


avvi il soggiorno della bont popolato dagli esseri
superiori; al basso l oscurit e l illusione: l uomo
ha il suo mondo fra questi due punti o mondi. Nel
mondo l anima patisce, nch non sia sciolta dalla
sua unione colla persona sottile. Oltre alla creazione
corporea e materiale dai Sa'nkhyani Sensisti o da
Kapikz, parlasi delle tre qualit (gouna) come so.
stanze o modicazioni della natura , della bont od es
senza dellessere, della passione ed impeto, e delloscu
rit. Kapila poi vuole che non ci sia un Iswara o

Dio, perch siffatta esistenza non n percepita coi


sensi, n indotta per raziocinio, e nemmeno rivela
ta, riconoscendo per altro un essere procedente dalla
natura, un essere che l assoluta Intelligenza, 801"
gente di tutte le intelligenze individuali, 1' origine
di tutte le altre esistenze successivamente prodotte.

Quest Essere per Lui Dio, o Iswara, creatore


dei mondi nel senso che viene a congiungersi con quel

io

SUPPLIMENTO PRIMO

li, ma non vero produttore di quelli, perch. gli ef


fetti dipendono dalla Coscienza e non da Iswara, e
tutto il resto deriva dal principio della Intelligenza.
Kapila appoggiato altres ai principi che ci che non
esiste, non pu esistere in verun moclo-7 che la natura
della causa la stessa che quella delleffetto, che avvi
una causa generale la quale non pu esser distinta

e compresa, si fa a niegare la causalit, almeno


come la si conosce comunemente colla massima, che
l effetto sussiste innanzi ali azione della causa, che

si possiede l effetto colla sua causa, e non la causa


col suo effetto, che l esistenza di questa causa in

dotta dall omogeneit degli effetti, e che questa


causa deve legarsi alltmiverso per produrre gli ef
fatti dellopera con tre qualit, colla bont, c0llim
peto e coll oscurit, e sempre in un modo mist0.
Inoltre Kapila insegna che la ;couoseenza degli og
getti sensibili s ottiene mediante la percezione, e

quella degli oggetti non pcrcettibili mediante la ri


velazione; che l esistenza dell anima dimostrata

dall" insieme degli oggetti-sensibili, i quali suppon


gono un altro uso, od un essere diverso da loro,
che l anima moltiplice e diversa, perch altrimenti
:tutte le creature come create,,sarebber nate allo
stesso tempo, e non avrebbero occupazioni si diffe

renti e nella qualit e nel tempo, che dal contra


sto tra lanimae gli altri principi, essa diventa un
testimonio, uno spettatore: onde la natura , sicco

me una danzatrice che mostrisi sul teatro , le si fa


innanzi end esser contemplata attentamente ed avi
damente; che tutto ci che passa nella coscienza

FILOSOFI INDIANI

II

e nell intelligenza viene ad esser riettuto dalla


nima, siccome l immagine nello specchio , senza
che questa a lei appartenga menomamente; che la

nima deve contemplare la natura: dopo di che la


natura si ritira, essendosi mostrata abbastanza, sic

come si ritira anno lo spettatore per averla abba


stanza contemplata; laonde il mondo non . pi ne.

cessario, sebbene continui ad esistere l unione tra


l anima e la natura. Allorch l anima abbia acqui
stata questa scienza spirituale, arriva alla verit dif
t'iuitiva, incontestabile ed unica secondo il Ka'rikci .
che non esistono n l Io sono, n qualche cosa che
sia mio, n l 10 o il Me medesimo. Dal che eviden

temente apparisce che la scuola de 8a'nkhyani sen


sisti o secondo Kapila, mentre parte dalla perce
zione o sensazione, o dal Sensismo, va al Materia
lismo in Psicologia, al Panteismo e al Fatalismo in

Cosmologia, ed all Ateismo in Teologia naturale ,


non niegando per altro ch essa porga i migliori pre
celti sul metodo sperimentale ridotto all induzione
od all osservazione della natura, e sulle cause degli
errori. Un ulteriore procedimento ed anche diretto
della scuola Stinlchya di Kapila o de Sensisti, lo si
ha nel Bouddhismo o nella scuola eterodossa deBoud
dhisti,, quantunque sia difcile asseguar con sicurezza

l epoca a questo procedimento nel difetto di crono


logia ne sistemi delle scuole losoche Indiane, men
tre essi si citano scambievolmente, e mentre tutti si

suppongono ad un tempo. Ci nondimeno per Pana


logia coi sistemi delle scuole greche, e pel naturale
andamento dello spirito umano, e\ certo chela scuola

SUPPLIMEN'I'O PRIMO

Sa'nlrhya di Kapila, quantunque ortodossa, deve


aver gittato lontanamente le fondamenta della Baud
dhista 1.
II. Bazxozr.4zzsh on Iomzzsrz.
Gtama, 0 Scuola Nyya.
Kanada, o Scuola Vaise'clzilra.

Vayasa, o Scuola Vdanta.

s7
La scuola Nydya, che propriamente la scuola dia
lettica o del ragionamento, venne fondata da Gtama,
c soccupa principalmente della logica e della metasi
ca. La scuola Vaischilta, da vaiseshika, distinzione,

ha per capo Kanada, e non altro che pna lo


soa sica atomistica o corpuscolare, che studia gli
x Il Cousin nel difetto della cronologia delle scuole In
diane stabilisce lordine loro dalla scuola Mzmdnsd pratica
o teologica , alla Vdanta, indi alla Nyziya e alla Vais
chika , siccome intermedie, e alle due Srinkhye, 1 una idea

listicae l altra materialista. V. Histoire de la Philosoplu'e ,


tam. 1._. leeon 5.. Il De Martes nella sua Storia dell In

dia (tomi n.) impugna che la scuola Sznkhya anche di Ka


pila professi il Materialismo, perch ammette due sostanze
eterne , 1 una Paurousch il maschio, 1 altra Pracrah' la fem
mina , o che Kapila abbia predicato l ateismo , affermando
che non le dottrine dello stesso Kapila, ma di altri loso
intermedj siano state quelle che diedero origine al Boudd/zismo.
Siffatte opinioni per non sussistono a fronte dei testi dai

quali sono tolti i principi della scuola Sznkhya di Kapila,


e a fronte dell autorit di Colebrooke e di altri suoi tra
dottori.

FILOSOFI INDIANI

13

oggetti sensibili e le loro qualit. Queste due scuole


sono come parti dello stesso sistema, e si suppli
scono mutuaxnente fra di loro. Perci ne collegi del
Bengal i giovani studiano ad un tempo il sistema di
Kanada e quello di Gt'ama. il testo di Gtama
una raccolta di Sovitras od aforismi divisi in cin
que giornate , e queste in sezioni od articoli detti

prakaranas. Il testo di Kanada si compone di


sei libri divisi ugualmente in due lezioni al giorno

e contenenti due Soritras od aforismi snccinti 1. Tali


testi di G'ta'ma e di Kanada hanno una triplice
serie di commentari col titolo di Bachya, _Vrftira
e Tt'k. L ordine ch' essi tengono nell esposizione
della scienza quello prescritto dai Vedas, cio le

nunciazione, o proposizione (ouddsa), la denizione


(lalcclzana ) e l investigazione ( pariltclui Ambe
due rappresentano il Razionalismo o Idealismo In

diano, perch tutta la loro dialettica, siccome an


che la loro sica e metasica, s appoggia all idea
dellanima distinta dal corpo o dalla materia, per
quanto abbiano diversi principi queste due scienze 2.
v

iI Sottras della scuola Nyz'iya furono stampati in San


scritto a Calicutta nellanno 1828 col titolo: Nyziyn~5utm
lritti , the logical aphorisms of Gtama with commentery
by Wiswamlh Bhuttatc/uzya.
a M. Colebroolce, Abel-Remusat e Pauthier comprendono

le dottrine delle due scuole Nydya e Vaischika in un solo


saggio al ne di evitare le ripetizioni. Noi invece le espo

Diamo partitament-e, procacciando altres di non incorrere in


questo difetto.

rusua.uut - tu

|4

bUPPLIMENTO PRIMO

g 8.

./

Gtama enumera sedici categorie, cio la prova,


1 oggetto della prova, il dubbio, il motivo, l esem
pio, la verit dimostrata, il membro dun argomento
regolare, o sia il sillogismo, il ragionamento per as
surdo, la determinazione o l acquisto della certezza,
la tesi 0 la disquisizione, la controversia, l obbiet
to, la ragione fallace, lo stratagemma o la frode,

la risposta facile e. la confutazione. Le quali catego


rie sono ben diverse dalle categorie propriamente
dette da altri autori, e riposte nel potere o nelle
nergia (sakti ), nella similitudine o rassomiglianza (sad
risya); giacch quelle di Gtama sono puramente
dialettiche.
Dopo la dottrina delle categorie e dei predicamenti

secondo Kanada e Gtama, gli Idealisti o Raziona


listi Nytyani vengono alla dottrina della prova 0 del
raziocinio, o sia dei mezzi di conoscere, che sono se

condo i seguaci di Kanada, la percezione, lindu


zione conseguente, antecedente ed analoga, la com

parazione od affermazione, contenente anche la tra:


dizione e la rivelazione. L induzione a priori con
chiude un effetto dalla sua causa ,I l induzione a po
steriori induce una causa dal suo effetto: un altra
fonte dell induzione si lanalogia. Linduzione per,
affinch sia compiuta, deve contenere lo sviluppo del
1 argomento in cinque termini, cio la proposizione
o la tesi di quello che vuolsi provare, la ragione o
il principio su cui fondasi l argomento, l esempio,
I applicazione e la conclusione: donde si trae il ra
gionamento per eccellenza, la somma arte della dia

FILOSOFI INDIANI

15

lettica di Gtama, o sia il regolare Sillogismo, qua


lora non si numerino sempre, come si suole in que
sta scuola, i cinque termini, ma soltanto i tre ul
timi. Ecco adunque che nell India troviamo la teo
rica delle Categorie e del Sillogismo di Aristotele e
di tutti i Peripatetici. La prova, secondo i losofi
Nyriyani (pramna), altro non che la causa ef
fettrice e speciale della conoscenza attuale; essa com
prende la nozione esatta, ed esclude l'errore, il dub
bio, l assurdo. La causa (lsrana) ci che effi
cace, ci che precede ad un effetto, ci senza cui
leffetto non potrebbe sussistere, leffetto ailincon
tre (lrrya) tutto quello che seguita necessaria

mente dalla causa. Tra la causa e l effetto avvi una


connessione (sambandha) o relazione duplice o di
semplice congiuugimento (sanjga), o di relazione
intima e costante (samawiya

9 9
L oggetto primo e pi importante da provarsi tra
i dodici oggetti di evidenza, secondo la scuola Ny
ya, si lanima, sede della conoscenza e del sen
timento, distinta dal corpo e dai sensi, differente
in ciasehednn individuo, innita, eterna, percepita
coll organo mentale e dimostrata pei suoi partico
lari attributi, cio dalla cognizione, dal desiderio ,
dallavversione, dalla volizione, dalla pena; e cote
sti attributi provano 1 esistenza dell anima, giacch

non sono universali, come la quantit e la sostanza,


ma caratteristici e speciali, e dimostranti perci un
substratum distinto e fuori dello spazio, del tempo
8 del sentimento onde si percepiscono, qual ap

16

SUPPLIMENTO PRlMO

punto l anima. L anima cosi difnita lanima vi


vente e moltiplice negli individui o in ciasclxeduna

persona, mentre l anima suprema (Param'titma')


una, la sede della conoscenza eterna , e. viene ad
essere come la creatrice di tutte le cose. L anima
dell individuo o individuale infinita, perch pre
sente in qualunque luogo esista il corpo, sopporta
essa solo il frutto delle proprie azioni, cio il piacere
e la pena, eterna perch innita, e quantunque
immateriale sostanza secondo Kanada, avendof

quattordici qualit, il numero, la quantit, l indi


vidualit, la congiunzione, il disg-iungimento, l intel
letto o intendimento, il. piacere, la pena, il desiderio,
lavversione, la volizione, il merito , il. demerito, e
la facolt dell immaginazione. Ecco. come la scuola
Nya'ya o sia di Gtama si sollevi allo Spiritualism0
pi puro in Psicologia, ben diverso dal Sensismo della
scuola Sdnkh_ya di Kapila, e come distingua lo spi
rito o l anima umana, posta come prima categoria
dallo spirito di Dio ,. a cui solo appartengono. la ve
rit e l intelligenza siccome eterni attributi. Di modov

che per gli Indiani losofi, nch l anima trovasi.


congiunta col corpo, . come in una. prigione e sotto
linuenza dell errore e delle passioni, e quantun
q,ue tocchi il soggiorno dell Essere eterno , ove sia.
arrivata con una profonda meditazione alla cogni

zione dei principi delle cose, non cessa per mai


dalla sua individualit e dalla natura. astratta. e defi
nita di un esistenza visibile.
5 IO.

Per meglio conformarsi nel retto suo Spirituali

FILOSOFI INDIANI

17

mc procede Gtama a considerare il corpo, siccome

il secondo oggetto della prova, un ultimo composto,


la sede del godimento dell anima, un tutto consi
stente in parti, una sostanza formata non iniziale e
primitiva, come la sede dello sforzo o del moto
(tchchta ), e singolarmente l organo pel quale la
nima prova il piacere o il dolore. Il corpo _ di ter
ra, essendo conosciute le qualit di questa l odore,
il sapore e la solidit, e consta di tre elementi:

terra, acqua, luce, e del calore: il che da altri si


impugna. Gli organi della sensazione non sono che
strumenti della conoscenza, unita al corpo-c imper
cettibile ai sensi: questi sensi 0 organi esterni sono

cinque di natura materiale, e formati ognuno da


gli elementi decorpiz, a questi cinque organi s ag
giugue un organo interno chiamato manas , organo

intelligente o sia lo strumento onde si effettua la per


cezione del piacere e del dolore o delle interne sen
sazioni, ed il quale colla sua unione coi sensi esterni
produce la cognizione degli oggetti esteriori. La prova
di questo senso od organo interno dedotta dallin
divisibilit della sensazione; poich. non possono na
scere. ad un tempo e nella medesima anima sensa
zioni diverse. Questo manas semplice ed uno per
ciascun anima, equantunque impercettibile alla vi
sta ed ai sensi, non innito, ma un puro atomo,
e deve avere uno strumento suo proprio e partico
lare, distinto da quelli della vista e degli altri sen
si. Ci che compie lo Spiritualismo o l Idealismo
della scuola Nyya, secondo Gtama, si , che se
condo esso ed i suoi seguaci, l anima o spirito,
2

18

SUPPLIMENTO PRIMO

oltre ad esser diversa dalla materia per la vita e per


il pensiero, mentre la materia inanimata e passi

va, quella senza il cui impulso la materia stessa


non ha n eccitamento, n moto. Laonde i Ny
yani pensano che il mondo non abbia esistito dalle

ternit nella presente sua forma, ma soltanto nella


materia prima, da cui fu tratta la materia orga
nica allorch la form cos l Essere supremo: sicch
la materia nel suo stato di atomi eterna, e nel
suo stato secondario e deperibile 1. Laoude per tutto
questo evidente che la scuola Nyya dal pretto Spi

ritualismo si trasporta direttamente al Deismo distinto


da questo Spiritualismo medesimo, e lontano dagli as
surdi dell Ateismo e del Panteismo accolti nella scuola
Stnklzya di Kapila, la quale . perci la sua vera
antagonista.
9 I 1.

Si gi detto che la scuola di Vaischilm fon


data da Kanada un riempitivo della Nyya
(5 7), e che deve essere risguardata siccome una
scuola corpuscolare-cosmologica piuttosto che meta
sica o idealista. Ci verissimo esaminando le sue
dottrine dialettiche ed i suoi principi sulla sica del

mondo. Kanada e per esso i Vaisclzilcaiani am


mettono sei categorie, la sostanza, la qualit, 1 a
zione, il comune, il proprio, 'laggregaziorie o re
lazione intima, a cui altri aggiungono la privazione

e la negazione. Tra le sostanze Kanada ammette


1 V. la nota a pag. 52 del secondo Saggio sulla Filoso
[in degli Indiani, di G. Pauthier gi citato.

FILOSOFI INDIANI
19
il senso interno, o il manas, e come tale esso il
sostrato di otto qualit, cio del numero, della quan
tit , dell individualit, della congiunzione , del dis
giungimento, della priorit, della susseguenza, e
della facolt. La sostanza poi, che la causa intima
d un effetto aggregato o d un prodotto, la sede

delle qualit e dellazione, abbraccia nove altre so


stanze: i. la terra, che oltre tutte le propriet co
muni alla maggior parte delle sostanze, dotata di
colore, di sapore, di odore e di temperatura eterna
nello stato degli atomi, e passaggiera nello stato di

aggregazione; 2. lacqua, che ha la propriet della


terra , eccetto l Odore, 3.2 la luce colorata e che
colora tutte le altre sostanze, che ha per carattere
distintivo il caldo, e che terrestre, celeste , inte
stinale e minerale, 4. laria non colorata, sensibile
al tatto, per s temperata, e comprovata nella sua
esistenza dal tatto, e contenente nell atmosfera gli

esseri organici aerei e i maligni spiriti (Pistchas)


che frequentano la terra , 5.a lelere (ka'sa), che ha
la propriet del suono, innito, semplice ed eterno,
e dedotto non dalla percezione distinta, ma dallin
elezione , 6. il tempo, che stabilito da una rela
zione di priorit e di posterit differente da quella
di luogo. La sua idea nasce dalle nozioni della ra
pidit , della lentezza, della simultancit , e dallas
sociazine di oggetti col rivolgimento del sole, ha
le propriet del numero, della quantit, delliodivi
dualit, della congiunzione e del disgiuugimento, e
si distingue in passato, presente e futuro relativa
mente alla sua azione; 7.3 il luogo o lo spazio, che si

ao

SUPPLIMENTO PRIMO

trae dal rapporto di priorit e di snsseguenza , e dalle


nozioni del qui e del l, e che ha tutte le propriet

comuni del tempo, essendo unico, eterno, innito;


8. l anima, che quantunque immateriale una so
stanza od un substratum di qualit, 9.2 il mana:
o il senso interno. Kanada considera le sostanze
materiali in uno stato primitivo di atomi e poi di
aggregazione, vuole eterni cotesti atomi semplici e
non composti, almeno i primi, per non procedere
ad una divisibilit innita , e ne assegna le succes
rive composizioni nello stato di aggregazione, indi
cando per prima composizione quella di due atomi,
per seconda quella di tre, a cui si ferma laggrega
zione primitiva, bastandoue tre a costituire la gran
dezza. In questo modo stata formata la terra, la
equa, l aria, la luce, dandosi perci atomi terrei,
acquei, aerei e luminosi. Lo scioglimento o sfacimento

delle sostanze procede in una maniera inversa di


questa.

6 [2.
La qualit, secondo Kanada, segretamente unita

alla sostanza, non come causa intima o d un gene


re, sebbene appartenga a questo. Essa indipendente
dalla congiunzione e dal disgiungimento, e comprende
in s ventiquattro altre qualit, diciassette enume
rate espressamente negli aforismi di Kanada, e le
restanti sottintese. Le principali di queste qualit sono
il colore percettibile soltanto alla vista, perpetuo ne
gli atomi primi della terra e dell acqua, ma non
nei loro prodotti, e perci variabile nella terra e di
stiate in sette, cio nel bianco, nel giallo, nel ver

FILGSOFI lNDlANI

su

de, nel rosso, nel nero, nell orange, e nel misto; il

sapore percettibile coli organo del gusto e residente


nella terra e nellacqna , l odore percettibile collor
gene dellodoratoed esistente solonella terra, lim
pressione della temperatura percettibile al tatto e pro
priet caratteristica dellaria; il numero o la ragione
di percepire l uno , il due sino all ultimo limite della

numerazione, e che comune a tutte le sostanze in


distintamente, la quantit, 0 sia la causa dellus0 o

la percezione della misura,lindividualit o lo stato


di separazione, o sia d un solo individuo, o d un
paio e d una triade, la congiunzione che una con
nessione passaggiera e transitoria , il disgiungimehto
che il contrario della congiunzione, la priorit e

la posterit che sono fra loro qualit opposte e coc


relative s di luogo, come di tempo 3. la gravit che
la causa particolare della caduta o discesa iniziale
e prima; la fluidit, causa dello scorrimento primo,
e discernibile alla vista ed al tatto; la viscosit, causa

dellagglutinamento; il suono proprio dell etere, e


distinto. in articolato e musicale; l intelligenza, il
piacere, il dolore, il desiderio e l avversione, luno

come brama della felicit, e l altra come assenza


della pena, e la passione come sommo grado o le
stremo del desiderio, la volizione che la determi
nazione ad un azione avente per oggetto la ricom
pensa o il piacere; la virt ed il vizio, cause rispet
tivamentc del piacere e del dolore, la jcolt come
frza attiva (wga) e cagione dellazione e del mo
rimento, come elasticit che una propriet parti
colare degli oggetti tangibili e terrestri, come imma

22

SUPPLIMENTO PRIMO

5inazione che una qualit particolare dell anima,


e la causa della memoria, I azione consistente nel
moto ed appartenente alla sola sostanza, il comune
o la condizione delle cose uguali e simili, la dWg

renza che la causa onde si percepisce lesclusione;


l aggregazione o la relazione perpetua ed intima. Da
questi cenni sulla scuola Nyrya e Vaisc/u'ka indu
bitatamente apparisce ch esse tendono al Raziona
lismo , sebbene questo sia pi esplicito e dimostrato
nella prima che non nella seconda, ch 1 una rap

presenta in certa guisa la Logica e la Psicologia Iu

diana, e laltra la Fisica 0 la Cosmologia di quella


nazione. Ambedue poi si fanno strada ali Idealismo
per l inuenza che attribuiscono alle idee o percezioni
sulle stesse sensazioni, per la coscienza o pel senso
interno che luminosamente riconoscono, e per l es
senziale differenza onde si dilungano dalla scuola

empirica dei Sensisti Szinkhyam'. Laonde pu stabi


lirsi n dora che il primo deviamento dal Sen3isrno
o Materialismo della scuola Sdnkh_ya di Kapila lo si
scorge nel Razionalismo o Idealismo delle due scuole
di Gtama e di Kanaela.
5 13.

In queste due scuole per non si tocc l estremo


del Razionalismo collldealismo esagerato al pari di

Era
quellocidi riservato
Berkeley ad
o unaltra
di Fichte scuola
(5 347-391,
denominata
vol. P'
II
danta o llz'mns teologica, la quale ha recato l I
dealismo Indiano agli eccessi del Sensismo. La loso
a Vdanta, che tutta fondata sui principi della
metasica propria dei Vdas, lIdealismo pi per

FILOSOFI INDIANI

23

letto dell India. Essa non altro , siccome dice Cole


brooke, che una psicologia ed una metasica ranata
che giugne persino a niegare l esistenza della ma

teria I. Ha per suo fondatore Vaya, e dicesi anche


scuola Outtara-Mma'ns, distinta dallaltra Pourva
Mmrns che la scuola delllislci 0 Soprannatura

lista Indiani, siccome si vedr in appresso, quantunque


ambedue abbiano una comune origine, derivando dal
1 interpretazione dei sacri testi o sia dei Vdas. Il
sistema distintivo della scuola Vdanta si quello
di considerare la divinit in due stati, nell uno co
me essenza pura , semplice, astratta , immobile ed
inerte , e nell altro attiva e che si manifesta nel moto
delle sue qualit. Questo sistema attribuito a Vaya
che il compose, secondo i Bramini, sulle istruzioni
date da Kn'schna al suo amico Azjooun. Schanca

ra-Aclxarya scrisse un commento di Vaya, e il San


yassi Adoucitananda compose per mezzo di questo
commento il Vdanla-Sava, che racchiude le seguenti
dottrine insegnate nelle scuole : Dio considerato nella
sua prima modicazione cbiamasi Brirnh 0 il gran
d Essere o Koutasth. Quegli che abita in alto nella
sua qualit di essere agente porta il nome di Isch o
Signore, od anche di Tz'v, anima. Brimh un es
sere consistente nella sola essenza, Isclx un essere
che mostra nel tempo la sua forza producendo tutti
i fenomeni; Koutasth esiste nelle creature sensibili,
ma in uno stato di pura essenza, mentre che Tiv

1 V, Pag. 212 Cours de Plailcsophie, par M. V. Cousin,


Iom. i..

a!;

SUIPLIMENTO PRIMO

abita in esse in una maniera attiva.I Vdantisti non

ammettono per la pluralit n di quest essere, n


di altri, pretendendo che tutti i fenomeni della na
tura e le sensazioni medesime non siano che acci

denti dell Essere innito, quantunque essi parlino di


questi fenomeni e di queste sensazioni siccome di tante
esistenze separate, ed aggiungano che tutto l uni
verso consiste in un essere indivisibile posto in mo

vimento. Il movimento , essi dicono, contiene l e


nergia e la sensazione, l energia ha prodotto il mondo
materiale, la sensazione comprende le facolt morali
e sensitive, come il piacere e il dolore. Tutte que
ste distinzioni ad altro non conducono che a far co
noscere una sola essenza, che penetra in tutto e in
cui si trovano tutte le modicazioni che danno luogo
alle distinzioni soprallegate. Finch noi le ignoriamo,
. lanima ignora la propria natura; essa sotto il do
minio delle illusioni, e si crede nita, individuale;
ma allorch ella intende bene siffatta distinzioni, sente
che , cio a dire, sente che innita ed eterna.
Lidea adunque predominante dellessenza pura, se
condo la scuola Vdanta, trae all assoluto Idealismo

nel senso di Ficlzte e di Berkeley '.

I V. Histoire gene'rale, par M. De Martes, tam. n.,


pa. 572-574.

FILOSOFI INDIANI

25 \

III. SOPRAIVNATURALISTI o Mszvcr.

-;
n:

Patandjali,
Dja'mini,o 0Scuola
ScuolaSnlr/zya-Deista.
Illimnsa'.
Bhagavad- Gita.
5 14.
La scuola Mzrnns si divide in teologica e prati
La
ca. La
seconda
primaquella
la Vdanta
che ha per
gi nominata
iscopo di determi
'13
nare il senso della rivelazione e di stabilire sopra di
essa la base dei doveri. Perci essa una scuola di
interpretazione dei Vdas, che sono i. libri sacri per
eccellenza , essendo stati rivelati secondo l opinione

degli Indiani, immediatamente dal Dio Braluna, una


scuola di morale casistica, nella-quale i doveri si mi
surano come puri atti religiosi,~ e-in cui la virt
(dharma) ora il merito mortale ed.ora il merito
acquistato mediante lesercizio della piet. Laonde la
scuola Ml'mzns mentre dicesi pratica. (Icarmamz'm'n
sa) per siffatto esercizio, anche teologica (brahma
mzmans) per-rispetto alla credenza o alla fede. Que
sta scuola ha per suo institutore lamini, e per suoi
monumenti dei Soutras od aforismi disposti in do
dici lezioni, e distribuiti in sessanta capitoli, ed i

capitoli in sezioni, e queste in casi (adhilrarana)


o esempi particolari. Simili aforismi sono estrema
mente oscuri ed enigmatici, dando perci a questa
scuola il carattere eziandio di mistica, appunto per
ch non possono essere intesi senza commentario.

Anzi, si crede che no nella loro prima origine fasi


numnsuc - in

a6

SUPPLIMENTO PRIMO

cero accompagnati da una spiegazione orale o scrit


ta, della quale si conservano frammenti d un epoca
antichissima. La loro esposizione per pi compiuta

si trova nel commentario perpetuo intitolato Saba


ra-Swami, a cui s aggiungono le annotazioni del ri
nomato scrittore Koumarila-Swami, il quale il dot
tore (bhatta) della scuola, lantagonista delle scuole
erotiche o 'eterodosse che rigettano i Ve'das, e che
visse mille anni fa circa.
5 15.

Il metodo della scuola Mima'nsa'. pratica 0 casi


stica che versa sempre sopra i casi o sugli adhilrarana
comprende cinque parti 0 membri, il soggetto da
spiegarsi, il dubbio o la quistione, il primo lato 0
l argomento a prima facie, la risposta o conclusione,

e I appartenenza o il rapporto. In questo metodo, di


retto a cercare i doveri, la prima cosa essenziale ad
esaminarsi si la prova, 0 sia lautorit, e ci la
materia della prima lezione in cui si apprende che
cosa siano il precetto o I obbligazione, laflerma
zioue o la narrazione, la preghiera ," la legge tradi
zionale o l uso e le regole particolari che consistono
in ingiunzioni dirette e positive. Il primo fonteper
della conoscenza del dovere, tra quelli della sem
plice percezione, dell induzione, della comparazione

e della presunzione, e che diventa veramente obbli


gatorio nella scuola Zllimansd, si la comunicazione

uerr'zale, che pu essere umana o soprannaturale , co


me un passaggio dei Vdas-; e questa pu essere in

dicativa o infperativa, come quando si dice: Bisogna


fare, oppure relativa, comeqniando si dice:-Biso
t.

'

FILOSOFI INDIANI E

27

gna fare alla tal guisa. A questi fonti altri aggiun


gnno la privazione, ed altri li riducono tutti sei ad
un solo, cio alla percezione, oppure a due unendovi
l induzione. Le prime sei lezioni versano sull ingiun
tiene positiva, sulle sue divisioni e differenze, sul suo

oggetto , sul suo ordine e sulle qualit. La settima


tende a spiegare le prescrizioni o ingiunzioni indi

rette. Le restanti trattano decambiamenti alle prati


che primitive, degli ostacoli e delle eccezioni allef
licacia dei doveri eseguiti, e del concorso di pi atti
allo stesso ne. Queste sono le materie principali delle
dodici lezioni di Dja'mini, e le altre secondarie ca

dono stillassociazione che lega un senso articolato ad


un altro, e che si conosce mediante l istruzione,
poich. il pronunciare un certo suono produce il sa
pere sull autorit o autenticit dei V'das, sulla pre

ghiera e sul precetto che formano-i Vdas stessi. E


siccome la scuola Mimrzsa mira alla giusta inter
prestazione dei Vdas, che sono la vera rivelazione,

il testo che va innanzi ad ogni tradizione, siccome


i d/rarma-shastra o. gli insegnamenti ammessi dagli
uomini virtuosi delle tre caste, cos essa fa delle ri
cerche acute e curiose sul senso delle parole nella lin
gua corrotta e nei dialetti barbari, ed inquesta guisa

la sua logica quella della giurisprudenza, alla. base


di tutte le interpretazioni dei regolamenti politici e
religiosi. .
e
5 16.
"
Se non che la scuola Sankhya di Patandjali emi
nentemente Deista o Teologica si eleva pi della Mi
mrns alla dottrina soprannaturale col pi strava

28

surruirnnro ramo

gante fanatismo. L opera Yga-sa'stra' di Patandjali


commentata cogli scoli (Ygavrtika) di Veidjnyana
Bhrclzou mendicante ascetico, consiste principalmente
nel supplire aci che manca nellopera di Kapila fon
datore dell altra scuola Snkhya Atea (g a, 3 ), e nel
dichiarare apertamente l esistenza di Dio. Essa si di
stribuisce in quattro capitoli 0 quarti (pada), conte

nendo il primo la contemplazione (samadhi); il


secondo i mezzi di innalzarsi a quella, il terzo le
esercizio della facolt trascendente (vibhoziti ), ed il
quarto I isolamento o lestasi spirituale (kaivalya ).
Il-eommento antico trovato su quasi. opera, e che
ha per titolo Patandjala-bzichya, viene attribuito a
Vedavyasa, il compilatore delle scritture Indiane e

il fondatore della scuola teologici; Vdnnta (5 13).


s

5 17.

." Le dottrinedella scuola di Patandjali sono presso

che identiche a quelle dell altra scuola Snkhya di


Kapila (S 3, 4, 5 Anche questa scuola si pro
pone di conoscere l anima, affine di ottenere 1 esen

zione dalla metempsicosi, dicendo Patandjali: Che


bisogna evitare le pene future .- Che a questo ne
occorrono la conoscenza distinta della verit ed i
mezzi per raggiungerla I. Anche questa scuola am
mette il sagricio o l immolzione delle vittime pre

scritta dai Vdas , la.medicina ed altri rimedi, e


soprattutto la vera conoscenza dimostrata colla per
nazione, coli induzione e cllaermazione, siccome

mezzi-a preservarci dalle pene. Anche Patarwljali ri


1 Fammi/2, a, 16, a6.

FILOSOFI INDIANI

29

conosce una forma corporale intermedia tra il corpo


e l anima che come il veicolo della persona sot
tile 0 dell atomo animato, il quale, secondo il te
sto Yga-sdstra, si distende a guisa di amma sulla
propria esca ad una piccola distanza al di sopra del

7 cranio. Egli poi in uno dei quattro capitoli del Y


ga-sa'stra, si trattiene a parlare singolarmente della
calma dei sensi 0 dell impassibilit, e della facolt
trascendente, prescrivendole regole per gli esercizii
dellanima e del corpo, consistenti in una profonda
meditazione sopra speciali oggetti, nella soppressione
del respiro e della pena dei sensi, e nel mantenersi
immobili in date positure. Per simili esercizi sacqui
sta la cognizione delle cose passate e future le pi
riposte , s indovinano i pensieri altrui, e si ottiene
la forza ed il coraggio del leone, si vola come il

vento nell aria, si entra negli abissi del mare e della


terra, e si contemplano duno'sguardo tutti i mon
di. Perci i Yogui' sono un immagine de moderni
magnetizzatori. Il modo per pi adattato e merito-_'
rio per ottenere la beatitudine sono la contempla
zione assorbente di Dio e la divozione a Lui ripo
sta nel mormorare ripetutamente la mistica sillaba
Ova , il qual Dio (Iswara), secondo Patandjalr',
unAnima o Spirito distinto dalle altre anime, inac
cessibile ai loro mali, indifferente alle buone e cat
tive azioni, onnisciente, creatore dei primi esseri o
delle divinit mitologiche, innito e non limitato dal
tempo I.

1 V. Yga-sdslrm I, 23, 26 , 29. - Il Yoguismo In


3

30

SUPPLIMENTO PRIMO

9 18.

Un altro monumento della dottrina de Sopranna


turalisti Indiani secondo lo spirito della scuola San
Irhya di Patapdjali, lo abbiamo nel Bhagavad-Gila,

o sia in un episodio di Ma/zdkrzita, grande Epopea


Nazionale Indiana dell anno millesimo avanti 1 era,

e signicante per la sua parola stessa un colloquio


tra Palmo Kricna e Ardjouna intorno alle cose di
vine I. c La contemplazione, dice linterlocntore o sia
)
diano rassomiglia moltissimo al Sujiismo Maomettano; anzi,
questo deriva da quello. Il termine di Sii/i vuol dire sapiente,
divoto, spirituale: donde lallra parola di Scfi in senso di
parit o di chiarezza. Il Su/iismo proprio una setta, ed un
sistema di sapienza religiosa , nel quale sinsegna a sciogliere

lo spirito da tutte cose umane , a mettersi in una corrispon

danza spirituale ed immediata col suo Fattore , a stare in


meditazione, rifuggendo dalle pratiche esterne religiose. Il
Suista Maomettano considera s stesso e tutta la natura sic
come unemanazione della Divinit , e l anima siccome un
raggio dell essenza divina oscurata, e l animazione e la ma

teria siccome un prodotto dell onnipotente volere. Egli con?


cepisce tutta la divina perfezione mediante la meditazione,
e quando assorto in quella pu raffigurare la Divinit ,
avendo cognizione dell essenza della natura , del passato ,
del presente e del futuro; ed in tal guisa passa ali ultimo
stato che quello dell assorbimento , dell estasi o della bea
titudine. V. A Treatise an Sufism , or Mahomedan Mysti

cism by James William Graham. Transactons of the Literary


Sociely al Bombay._London , 1819.

1 Il soggetto di questa Ep0pea intitolata Mahakratn una


querela dei Kourous e dei Pandous , due rami della stessa

famiglia , 1 uno scacciato dall altro. Dio per la famiglia


esigliata dei Pandous, e protegge il giovine Ardjouna, e che

FILOSOFI INDIANI

31

il misterioso Krcna, non ha bisogno delibri santi:


per essa sola si va alla devozione: a qual uso serve
mai un pozzo , quando le acque sopravvengono da
ogni dove? Gli insipienti non sanno godere che del
le parole de libri sacri. I sensi valgono , ma l ani
mo ha pi virt de sensi, siccome la mente ne ha

pi dell animo: chi ha virt per la mente, questi


o esiste: chi vede nell opera la quiete, e opera
nella quiete, e sapiente tragmortali: le opere sono in

feriori di gran lunga della vita divota o della con

accompagnandolo senza cbei sappia che il Kricna che seeo


lui sul carro, siccome uno scudiero, lo stesso Dio. L epi
sodio diBhagavad-Gita incomincia al momento in cui Ardjouna
arriva al campo di battaglia , nel quale si deve decidere la
sua sorte. In questo punto Arrljouna percorrendo collo sguardo
le fila de nemici, n vedendovi altri che fratelli, amici e pa
tenti , sattrista e cade in una profonda malinconia, dichia

rando odioso l impero e la vita acquistati al prezzo del loro


sangue. Il suo compagno misterioso lo vede incerto, afflitto;

ne lo rampogna, e per, deciderlo alla pugna gli espone un


sistema di Metasica in 18 lezioni. Il Bhagavad-Gita fu tra
dotto in inglese nel 1785 dal celebre Wilkins, e dall in

glese in francese dall Abate Parraud nel 1787. Nel 1825


fu ripubblicato il suo testo da Guglielmo Schelegel con una
traduzione latina letterale, ed il sig. Guglielmo Humboldt,

il quale pel primo facendone una profonda analisi abbia so


spettato che il Bhagavad-Gita sia un monumento della scuola
Sdnkhya di Patandjali. Esso rappresenta un sistema losoco
Indiano affatto diverso da tutti quelli che si conoscono per
mezzo di Colebrooke. V. Cours de Philosophie, par M. Cou
|Iin, tam. 1., pag.' 217-239. - V. Jaurnal des Savuns, Jan
vier, 1825, pag- 57

32

SUPPLIMENTO PRIMO

templazione. Il vero divoto sdegno in questo mondo


si le buone che le cattive opere: chi crede acquista
la scienza, e con questa perviene alla somma tran
quillit: se tu fossi contaminato da tutti i peccati
colla scienza universale fuggirai dall inferno: ricco.
me il fuoco converte le legna in? cenere, cosil fuoco
della scienza consuma ogni azione. lo sono uguale
con tutti gli esseri: nessuno mi caro od odioso:
quelli che mi adorano religiosamente, sono con me
ed io. sono con loro: anche il pi malvagio se mi

cole col vero culto, probo e si purica. Le opere


o le azioni di qualsiasi sorta avvengono per le qua
lit o le relazioni delle cose o della natura: quegli
solo che s inganna nella propria presunzione pu cre
dersene autore. Non dolertene: tu sei nato alla sorte
divina: sciolto da ogni opera e-da ogni cura, il mor
tale saggio o temperante siede in una citt munita
di nove porte (il corpo), ne egli l agente o lau
tore: ei non vacilla, n si scuote come una lucerna

posta lontano dal soffio del vento. La notte per gli


altri animali tempo di veglia per l uomo astinen
te. Il divoto cerca Dio: ci lo vede ugualmente nel
bue, nell elefante , nel cane e nell uomo. Egli eleg
gendo la sua dimora stabile nel puro acre , vi sta
sso coll animo , col pensiero raccolto , coi sensi e
colle azioni incatenate e compresse, sostenendosi il
capo e guardandosi immobile la punta del naso. lo
sono lautore della creazione e della dissoluzione del
I universo: ninna cosa v ha che sia pi grande di
me. Io sono il vapore nell acqua, la luce nel solee
nella luna, 1 invocazione nei Vdas, il suono nell'a

FILOSOFI INDIANI

33

ria, la vita degli animali, lo zelo nello zelo, il se


me eterno in tutta la natura, il Padre del mondo,
la dottrina segreta, l espiazione , il santo monosil.
labo, i tre libri di Vdas, la guida, la nutrice, il
condottiero , il padrone, il testimonio, il domicilio,
lasilo, larnico, il principio ed il ne di tutte le cose su.
Sicch nel Bhagavad-Gita comprendesi la dottrina pi
esagerata del Soprannaturalisn\zo o Misticismo Indiano
consistente in ci che la divozione o il Ioughismo
contemplativo preferibile alla scienza, che l ina
zione va innanzi all azione, la fede alla scienza e
all opere, che avvi una Predestinazione divina , un
Dio in tutte le cose, si nella materia come nello spi
rito; che l uomo, per mezzo della contemplazione,

deve deporre tutte 'le condizioni dell esistenza, as


sottigliarsi e impicciolirsi per modo da attraversare
tutti i corpi , e poi ingrandirsi come gigante per toc

care la luna e il disco del sole.


. IV. Ecczerzcr

Dja'aniani - Boudclhisti
0 Scuole Eterodosse I.

5 rg.
Le scuole eterodosse Indiane sono,moltez ma tra

le principali si distinguono la Dja'na e la Bouddlzi


sta o de Boucldhisti. Le loro dottrine vengono rac
colte pi che dalle opere e degli scritti originali dei
r Joarnal des Savans, Juillet, 1828, pag. 387-400, par
DI. Abel-Re'musal.

34

SUPPLlMENTO PRIMO

loro fondatori dai cenni e dalle confutazioni che ne


fa particolarmente la scuola Mmznsci Teologica ,
nella quale sono consacrate tre sezioni contro i DjaZ-'i

niani ed i Bouddlzisti. Queste dottrine di logica e


di metasica spoglie che siano della mitologia e delle
cerimonie religiose colle {quali s accompagna la loro
esposizione, formano tanti sistemi di vera losoa.
Inoltre queste dottrine sono d origine sicuramente
Indiana; perocch riconoscono ed ammettono la di

stinzioue delle quattro caste esistenti nelle tradizioni


antichissime de Religiosi dell Indostan. Inne alcuna

di queste due sette 0 scuole losoche rappresentano


il principio dell Eceletismo Indiano; poicbmentre ~
si discostano dal Vdas e dalla loro autorit, che
impugnano, accolgono dei principi sottoposti sempre

ad un raziocinio indipendente, ma basati ad un tem


po sul Sensismo e sull Idealismo delle altre scuole
gi conosciute I.

,
\

1 Le scuole eterodasse Indiane sono sei, secondo un


tuui, e sembrano essere ramicazioni dei Saougataso Baud
dhas, degli Arhalas o Djanas, e- dei Varhaspnuyas o Atei,
i quali niegano l esistenza di Dio e l immortalit, e altri.
buiscono la creazione ali aggregazione dei quattro elementi.

Il fondatore della scuola degliAtei rihaspali, e questa


incontra moltissime opposizioni, perch attacca direttamente
I autorit dei Vdas e le pratiche religiose dei Bramiru'.
Tutte queste scuole per sono veramente losoche, e si di
Itinguono dalle sette religiose, le quali si riducono a due
grandissime e divise in altre innumerabili, cio a quella

dei Va'shnavas, e a quella dei Sa'vas e dei Saktas. V. J0ur


nel de: Savans, un. 1829. -Lo spirito di queste scuole ete

FILOSOFI INDIANI

35

5 no.
I Djaniani o Arhats, chiamati anche Digamba
ras o sia persone svestite, come gli antichi-Gimnoso

sti, ammetterlo per causa dell universo gli atomi,


non distinti per come nella scuola Vaisclu'lra, ma
omogenei e propri a formare degli aggregati in dif

ferenti guise. Essi dividono gli esseri in animati (di'


va) e iuanimati (adjva ); i primi, come l anima
intelligente esensibile, sono eterni, ma provveduti

rodosse sopravvive anche ad nostri nell India modernis


rima. Si possono richiamare qui assai opportunamente, a
prova della scuola pi recente eterodossa dell India, le me
morie biograche sul Bramino Rammohun-Itoy, che nel 1832
visit 1 Inghilterra e la Francia per conoscere i costumi e le
leggi d Europa, e per istruirsi particolarmente nel vero in
mezzo ai contrasti delle sette d Oriente e d Occidente, e la

cui morte immatura fu annunciata nel i855 dai Giornali In


glesi. Egli era un uomo d ingegno straordinario: glio di
una famiglia Braminica; studi le opere di Teologia ed il

Sanscritto : poscia a sedici anni pubblic un opera colla quale


cominciava a mettere in dubbio la santit del sistema idola

trico degli Indiani ; e dopo i venti intraprese una guerra vi


vissima con altri scritti non contro il vero Braminismo, ma

contro il suo corrcmpimento , mostrando che i Bramini opera


vano contra ai costumi de loro maggiori, e contra ai principi

e l autorit dei Vdas, che vprofessano di venerare. Egli era


un Deista , e il suo grande scopo si era quello di stabilire

nella sua patria la dottrina dell unit di Dio, ed in parte

vi riusc , avendo fatto de proseliti alle sue dottrine, o sia


una setta in molti suoi parenti ed amici. Il che, secondo
egli disse in una sua lettera ad un amico prima di venire
in Europa , avvenne prima dell anno i850. V. le Magasr'n
pittoresque, tam. I. , Paris, 18.5.5.

36

SUPPLIMENTO PRIMO

di corpo, e quindi composti di parti capaci di go


dimento. I secondi sono materiali, e comprendono i
quattro elementi: la terra, l acqua, il fuoco e la
ria. Tra quelli lanima di tre specie: perjtta nei
santi, e per profonde meditazioni, liberata per la
dempimento dei doveri nella setta, legata oritenuta
nello stato precedente alla liberazione dalle opere o
dalle azioni. Tra questi si contiene tutto ci che
sso ed immobile, come la materia in generale
chiamata col nome di poudgala. A tali due catego
rie di esseri se ne aggiungono altre cinque, che

comprendono tutto ci che si deve fare per la libe


razione o per l assoggettamento : 1.Asrava, o sia
quello che dirige lo spirito unito al corpo verso gli
oggetti esteriori, e che procura le sensazioni del
tatto, del colore e dell odore, 2. Samvara, o sia
ci che arresta o trattiene, e che impedisce di co
mandare agli organi si interiori che esteriori, 3. Nir

djara, o sia ci che cancella i peccati, od anche la


morticazione che consiste nel digiuno _e nel silenzio

rigoroso, nell" adagiarsi su pietre bollenti, e nello


spiccarsi i capelli sino dalla radice, 4. Baddha, o
sia ci che lega lo spirito fornito di corpo , o che
un associazione, un incatenamento consistente in

una successione di vite e di morti, un risultato delle


azioni; 5. Moksha, o sia la liberazione o l affran

camento dellanima- dagli inciampi delle azioni o del


corpo, e che lo stato della perfetta cognizione , un
ascensione continua. Gli atti poi si distinguono dai
Djainiaui in puri ed impuri, ed in quattro per sor
ta. Gli atti impuri sono lerrore che fa riguardare la

FILOSOFI INDIANI

'

37

scienza come non produttrice della liberazione del


l anima, l errore onde si rigetta lo studio delle dot
trine degli Arhatas o Dja'niani, il dubbio e lop.
posizione contro gli insegnamenti de medesimi ten
denti ad ottenere la detta liberazione. Gli atti puri

all incontro sono la coscienza che ha ciascheduno di

ottenere questa liberazione; la coscienza del proprio


nome (mimika) o il sentimento del Me, la coscienza
della propria stirpe o legnaggio, o sia delle esistenze

anteriori; l associazione o il legame col corpo o


colla persona. Le sostanze porgono cinque specie 0
categorie , l anima o la vita, la materia, la virt,
il vizio, le due regioni, l una del mondo a diversi
piani, in cui abitano gli esseri non ancora liberati,
e l altra superiore a tutti i mondi, nella quale stanno
eternamente gli esseri liberati. Secondo altri Dja'niani
le sostanze invece sono l anima, la virt, il vizio,

la materia, lo spazio ed il tempo. Dal che si com


prende che questi Gimnososti, se non ci ha equi
voco, impiegano in un senso ben diverso dal comune
il nome di sostanze, allorch per esso signicano il
vizio, la virt, e i due mondi distixiti dagli atomi

della materia. Essi suppongono che le qualit ine


renti nella causa producano qualit simili nellcffetto.
Laonde per loro se un essere pensante il creatore

delluniverso, l universo pureuleve essere pensante,


e quindi nellindagare l origine del mondo non sono
eglino sfuggiti alle contraddizioni, in cui cade lo spi
rito umano, allorch vuole investigare il piccolo ed il
grande innitamente. Un punto assai importante nella

dottrina di costoro si quello delliuiluenza che hanno


ruuvmu.usl - m

ss

suprunauro ramo

i pensieri d un moribondo sul destino assegnatogli


in una nuova trasmigrazione, in guisa che se l no

mo morente pensa ad una donna diventa donna egli


medesimo I.
5 21.
I Banddhas o Boudd/zisti, chiamati anche Sanga

tas dai nomi di Bouddha e di Sougata, sono i capi


e fondatori della loro setta 0 scuola, e tenuti come

eretici perch abjurano l autorit dei Vdas, e si

1 Nel Giornale des Savans del novembre 1828 Abel-Re


musat rapporta in un terzo articolo una Memoria del Mag
giare J. Delamaine sui Djai'nas o Srawaks, nella quale si di
scorre di proposito I origine di questa scuola contemporanea
a quella dei Bramini e deBoudd/risti; e si parla dei Digambars
e dei Svvetambars coll appoggio sempre di scritti originali e
di leggende di indubitata fede. Le dottrine principali che
si trovano esposte in questa Memoria sarebbero di morale.
Secondo queste i Srawaks o Djaniani hanno dodici voti (vra
ras), per ridurre i quali ad effetto bisogna tralasciare tutte
queste azioni: di non credere a B/zagavan e a Dja'na, di fare

la carit pel sqlo vantaggio o interesse che pu derivarne, di


parlar male de suoi, di pensare ai piaceri sensuali. Essi per
la pi parte ammettono l esistenza eterna del mondo , e con

vengono nello stato di assorbimento coutemplativo o di estasi,


siccome la beatitudine denitiva. La maggior differenza che

si ravvisi tra l esposizione del Delarnaine e quella del Cole


brooke intorno alle dottrine dei Djanas riguarda lo stato
di assorbimento o di felicit contemplativa (man/eta): il che
accaduto particolarmente per le fonti diverse alle quali
';|mbidue le hanno ultime, mentre il Delamaine le prese da

un libro Indiano relativo agli otto Karmas compiti da Pane.


wanatha duminte la sua vita in terra, e CoIebrao/re dalle con

futazioni che ne danno le altre scuole (2 ag).


a

clilungano ancora FILSOFI


pi dei Djamani
INDINI dalBramiriismo.
Le loro dottrine per non si ricavano dalle confu-'
tazoni de loro rivali soprammdo interessati a scre-
ditarle, ma da una fonte pi legittima, quali sono

i Soutras attribuiti a Boudd/zamouni e citati in liti


gua Sanscritta necommentarj sui Vdas.- il siste
ma dei Bouddhisli si comprende pertanto nel libro.
Agama o Shastra composto da Fa. Questo libro
nella varia sua interpretazione ha prodotto quattro
sette 0 scuole diverse per la variet de suoi prin
cipj nelle varie epoche , e per la loro varia intel
ligenza pi o meno letterale. Alcuni Bouddhisti, se
guitanclo il testo letterale dei Soutras, affermano che
tutto vuoto. Altri, eccettuando la sensazione iu
terna o l intelligenza, riconoscono che tutto vuo

lo, e che il senso intimo o la coscienza esiste solo


dall eternit. Alcuni altri ammettono lesistenza delle
sensazioninsi interne che esterne, le unededotte dal
ragionamento e le altre percepite co sensi. Inne al
tri opinano che la percezione degli oggetti esterni
abbia luogo o immediatamente, o col mezzo di ima.
magini e forme intermedie. Questi ultimi pretendono
che gli oggetti sono conosciuti mediante l induzio
ne, ma non percepiti attualmente, e per questa loro

idea vengono a formare come una quinta scuola o


setta losoca.
, /
5 22.
.

I Bouddhisti che ammettono nel modo pi espli


cito l esistenza degli oggetti esteriori e interiori (e

questi sarebbero i veri Eccletici, raccostandosi gli al


tri, quali pi quali meno, o al solo Sensismo o al

40

SUPPLIMENTO PRIMO

solo Idealismo ), pongono tra i primi gli elementi,


gli organi e le qualit sensibili, gli elementi in nu
mero di quattro, ed i loro atomi costitutivi di so

stanze composte, duri nella terra, liquidi nell acqua.


Essi inoltre ammettono lanima non distinta dullim
tclligenza, avente una coscienza individuale, capace
di percepire, e sussistente per s stessa nel corpo.
Quelli de Bouddhisti che credono tanto alla perce

zione immediata dei corpi, quanto a quella col mezzo


delle immagini intermedie, convengono che questi og
getti cessano desistere dal punto che non sono pi

percepiti, onde la loro durata corta come il lam


po, e la loro identit momentanea. La classe poi
degli oggetti interni secondo i Bouddhisti sopranno
mirreti costituita dagli organi della sensazione e dai
,loro oggetti considerati tutti nella persona o nella

facolt seusitiva ed intellett-va, dall intelligenza o pint


tosto dalla coscienza della sensazione, dai sentimenti
del piacere e del dolore, dalla cognizione che nasce
dei segni, e particolarmente dalle parole, dalle pas
sioni di odio, di timore, di gioia. Questi Bouddhi
m altres descrivono il corso apparente, ma gon
reale degli avvenimenti esteriori ed interiori, sici,e
morali, come un ciclo o cerchio perpetuo di cause
e di effetti. Dalla semente, secondo essi, proviene il
germe; dal germe , il ramo; dal ramo, il getto, dal
getto, il ore, dal ore, il frutto. Ma siccome la
semente non sa che dovesse produrre, cos nella pro
duzione non avvi pensiero produttivo, come il mondo
non ha una provvidenza regolatrice. Lo stesso avf
viene nel mondo m0rale: dove ci ha ignoranza od

FILOSOFI INDIANI

errore, ivi ci ha passione e nullapi. Il sentimento

quello che d lappetito corporeo e l eccitamento


mentale, donde l errore e la passione. L uomo deve
desiderare un bene nale e senza ritorno. Questo
bene viene indicato con poche differenze da tutte

le sette Indiane colla parola moukti o molrsha, che


interpretata come uno stato di emancipazione o di

liberazione e di affrancamento dai legami del mondo;


ma i Bouddhisti lo signicanocol vocabolo nirvana,
che vuol dire calma profonda, compiuta apatia, estin
zione d ogni pensiero.
}
'
5 23.

Queste dottrine dei Bouddhisti sulla catena degli


avvenimenti, sulla non esistenza degli esseri esterio

ri, sullindipendenza de pensieri e degli atti dellin


telletto vengono aspramente confutate dei partigiani
dei Vdas , ma dalle stesse confutazioui apparisce che
non sono chiaramente comprese le ragioni allegate
dai Boudd/u'sti, oppure che le loro idee si sgurano

a bello studio o per ignoranza dai Bramini. Quel


che certo si che il fanatismo, l interesse e la
superstizione fanno s che nell India si dichiarano
tuttavia eretici i Bouddhist, e si persiste in quello
dio e in quell avversione, onde vennero perseguitate
e sbandite dalllndostan tutte le lorosette indistin
tamente. Il singolare di queste dottrine sta nellan

tichit o nel tempo, poich se lo scisma delle scuole


deBoudd/u'stt' anteriore ai tempi di Sankara-At
charya che le nomina espressamente, e cominci pri

ma della composizione dei Brahma-Soutras, sono esse


uno de monumenti pi antichi dell ardimento lo
4

4a
SUPPLIMENTO ramo
sotico, precedendo alle scuole degli stessi loro per
seeutori I.
_

1 Oltre alle sette eterodosse Indiane dei Dja'nas e dei


Bouddhas, ve n ha delle altre ricordate da Colebrooke, ma

poco conosciute, quali sono quelle dei Tchzrwkas e dei Loira


yatikas che non distinguono lanima dal corpo, e che credono
che gli organi dei sensi e le funzioni vitali costituiscano la
alma. Queste sono sette decisamente di Malerialisti. Le altre

derivate da Siva o Maheswara che riconoscono per causa ef


fettrice dell'universo un Creatore ed una Provvidenza che il
regge; quella dei Pantcharatras o Bluzgavatas adoratori de
Vishnou, iquali pensano essere falsa a bella posta la rivela
zione del Tanlra o del libro sacro , e che vogliono l Essere
supremo uno, primo, onnisciente , come causa nello stesso

materiale dell universo , sono sette di Panteisti , perch da


quest Essere sarebbe uscita immediatamente l'anima umana
vivente, indi la intelligenza e la coscienza. V. Journal des
Savana, Juillet , 1828,. da pag. 598 a pag. 400.-ll Baud

dlu'smo ora pu essere anche dedotto dai Testi Sanscritti e


nella sua forma genuina mediante i opera: Esquisse du Baud
dlzismc di M. Hodgson, che lo ha studiatoa Nipol, osia nel

1 Asia centrale, in cui questo sistema sorti la sua patria


per lo meno cinque secoli prima dell Era cristiana, e da
cui usci per istabilirsi nella Tartaria centrale dieci secoli
dopo. Secondo M. Hodgson pertanto il Boudd/zismo specu
lativo comprenderebbe quattro sistemi distinti fra di loro
intorno all origine del mondo, alla natura della causa pri

ma e alla natura dell anima. I Swabhdvikas niegano l esi


stenza d una sostanza immateriale , non ammettendo che una

sostanza unica avente due modi, Fazione (pravn'lti) ed il ri


poso (nirvritlz'); vogliono la materia eterna ed eterne le sue
propriet dell'attivit e dell'intelligenza , ed immaginano

un passaggio continuo dallazione al riposo, onde si creano

FILOSOFI INDIANI

43

V. MANOU e sue dottrine.

g 24.
Fin qui non abbiamo conosciuto che la logica e
la metasica, o sia la teoretica losoa delle scuole
Indiane, ed assai imperfettamente la loro morale. Le
massime o le dottrine contenute nel Illanava-Dhar
ma-Sastra, che vuol dire letteralmente il libro delle

leggi di Manna, porgeramso un idea pi compiuti!


di questa morale. Siffatto codice non tale nel si
gnicato comune: esso una raccolta di tutto quello
che riguarda la condotta civile e religiosa dell no
mo , contiene una cosmogonia, delle idee metasi
che aderenti a quelle della scuola Sa'nlchya, e soprab

tutto dei precetti sui doveri, sulla virt e sulla bea


titudine. Il nome di Manou in genere appartiene ai
sette personaggi divini che, secondo gl Indiani, hanno

e si trasformano le cose. Secondo essi gli uomini sono in


telligenti, e ciascuno l arbitro del proprio destino; il
male ed il bene aderiscono con legami indissolubili al vi

zio e alla virt. I mezzi per arrivare allastrazioue compiuta


sono i lupa: o sia l abolizione d ogni esterna impressione,
ed i dhyzruo la meditazione pura. IPradjni/cas considerano

_-.r-

"'.
=-0-

il riposo (nirvn'tti) siccome uno stato divino , onde l uomo


passa all' estasi o alla riunione di tutte le parti attive e in
tellettuali dell universo. Gli Aishwarikas ammettono nues

1u\na.

Senta suprema , innita _. immateriale ed intelligente chia


mm Jdi-Bouddlulj e per questi 1 estasi o l assorbimento

succede nello stesso Adi-Bouddha. -V. Journal dea Savans


In. 1830.

44

SUPPLIMEN'I'O PRIMO

governato il mondo; ma questo codice ha per au


toro il primo dei illanou surnomato Swryambhouva,
o sia il procreato dall essere esistente per s stesso,
ed tenuto come una rivelazione dello stesso Brah
m. altamente ortodosso, perch esprime il senso
intero di Vda, scritto in stanze o slocas a due

versi, ha molti commentatori per l estrema sua con


cisione, tra i quali il pi celebrato Coullotica

Bhatta, e se non rimonta per la sua antichit al se


colo xu. prima dell Era cristiana, siccome ha pre
teso Jones con argomenti del tutto ipotetici, sicu
ramente antichissimo I.

1 V. Joumal des Savans, oetobre , 1826. -- V. Lois de


Manca, traduites da Sanscrit , par A. Loiseleur Deslong

champs, Paris, 1855 , in 8. -W.Jones che nel 1794 pub


blic in una traduzione inglese il Manava-D/rarma-Sastra col
nome di lnstitutes q/Hindu Lovv, or the ordinances q/Memu
pretendendo che questo libro sia del secolo xu. avanti l Era
per dati cronologici sull epoca di Illanou, pel confronto dello
stile di Manna con quello dei Ve'das e dei Pouranas, i pri
mi dei quali dovrebbero essere stati scritti tre secoli prima
del codice; ma i suoi argomenti sono dichiarati del tutto
ipotetici e qualche volta frivoli.-Qualuuque sia poi lau
tore di questo libro, egli doveva essere seguace del Brami

uismo; poich attaccatissimo alle prerogative delle sue ca


ate , e imbevuto tutto nella lettura de suoi libri sacri. Da

ci potrebbe inferirsi che questo codice anteriore alla ri


forma di Bouddha, il quale visse mille anni circa prima di
Cristo. -' Ci che strano si che i testi di Vda, sui

quali si crede fondato il codice di Manca, fanno un elogio


magnico di Manca stesso dicendo : Che utile, salulevols

tutto quello che ha pronunciato Manca.

FILOSOFI INDIANI

45

5 25.

Il codice di lllanou anche secondo la recente sua


pubblicazione si divide in dodici libri 0 capitoli, ne
quali trattasi separatamente della creazione, dell e

ducazione, del matrimonio, dell economia domesti


ca, 0 dei principi di morale ad uso de particolari ,

della maniera di vivere, della puricazione delle don


ne, della divozione, del governo, delle leggi penali

e civili, delle classi commerciante e servile, delle


classi miste , delle pene e dell espiazione, ed inne
della trasmigrazione e della beatitudine nale. La Teo
logia e la Cosmogonia di 1k(anou sono spiegate da Ma
nou stesso in questa guisa:Questo mondo era piom'
bato nell'oscurit , impercettibile e privo d ogni di

stintivo attributo. Finito lo stato di scioglimento, il


signore esistente per s stesso, e che non visibile
a sensi esterni, dissip l oscurit rendendo percet
tibile il mondo con cinque elementi, e sviluppando
la natura (prakriti). Cosi quegli che lo spirito so
lo , senza parti visibili, eterno, lanima di tutti gli
esseri, che nessuno pu comprendere, spieg il pro
prio splendore. Produsse le, acque, in cui depose un
germe. Questo germe divenne un uovo risplendente
come loro, in cui nacque il Supremo essere stesso

sotto il nome di Brahm. Il Signore separ questuovo


in due parti, e d una di esse form il cielo e la terra
collocandovi di mezzo nellatmoslera le otto regioni
celesti e il serbatoio eterno dell acque. Indi trasse
dallanima suprema il sentimento (manas) che esiste

per sua natura, e non gi pei sensi, e prima del


|cumento, lqllruncdra o sia il Me, avvisatore e si

SUPPLIMENTO PRIMO

gnore sovrano, e prima del sentimento e della co


tcienzti cre il gran principio intellettuale (ma/sai) e
tutto quello che riceve le tre qualit e i cinque or
geni dell intelligenza destinati a percepire gli oggetti

esteriori, i cinque organi dell azione, e i rudi


menti dei cinque elementi, 0 sia gli atomi formatori
dell etere, dell aria , del fuoco, dell acqua e della
terra. Coli unione delle molecole impercettibli di que
sti sei principi dotati di gran forza, cio dei rudi
menti sottili dei cinque elementi e della coscienza colle
particelle di questi stessi principi tramutati e dive
nuti gli elementi de sensi, form tutti gli esseri.
LEssere supremo assegn a ciascheduna creatura in
particolare un nome, alcuni atti ed una maniera di
vivere dopo le parole di Vda. Il sovrano Padrone
produsse altres una moltitudine di Dei (Dvas),

< operanti essenzialmente, dotati d anima, ed una in-'


visibile moltitudine di geni (Sadhhyas), ordinando
no da principio il sagrizio. Dal fuoco, dallariae
dal sole espresse pel compimento del sagricio i tre

Vdas eterni,Rtch, Yadjous e Sa'ma. Egli cre il


tempo e le sue divisioni, le costellazioni, i pianeti,
i umi, i mari, le montagne, i piani ed i conti-i
nenti: la divozione, la parola, la -volutt , il detti
derio, la collera, e tutto questo per dar lesistenza ti
tutti gli esseri. Affine di stabilire una differenza tra
le azioni egli distinse il giusto dall ingiusto, e sot
topose le creature sensibili al piacere, alla pena 6
alle altre condizioni opposte. Tutto quello che esisl
stato formato successivamente con delle particelle
(matras) teuuissime degli elementi sottili, e che pe

FILOSOFI INDIANI
47
riscono o si trasformano nello stato di elementi gros
solani e materiali. Quando il sovrano Padrone ha
destinato un tale o tal altro essere animato ad una
Occupazione qualunque , quest essere compie il suo
destino tutte le volte che ritorna al mondo. Qua
luuque sia la qualit 0 natura ch'egli ha ricevuto al

momento della creazione, la malvagit o la bont,


la dolcezza o la rozzezza, la virt o il vizio,la ve
racit o la falsit, questa qualit viene a,trovarlo
spontaneamente nelle nascite successive. Per la_ pro
pagazone della razza umana, egli produsse dalla sua

bocca , dalle sue braccia, dalla sua coscia e dal suo


piede il Bra'hmano, il Khhatrya, il Vasya e il Sot-
dra. Avendo diviso il suo corpo in due parti, il so
vrano Signore divenne met maschio e met femmi
na.. ed unendoysi a questa parte femmina, gener Vi
r_dy. - Apprendete, o nobili Bramini, che quello che
il Divin Maschio (Pouroucha) chiamato Virady, ha
prodotto da s stesso abbandonandosi ad una severa
divozione, son io, Manou, il creatore di tutto lu
_ niverso. Son io che ha prodotto i dieci santi emi
stenti, signori delle creature, e quelli crearono sette
altri Manca, i gnomi, i giganti, i vampiri, le nin
fe , i dragoni, i serpenti, gli uccelli, e le diverse

trib degli antichi divini, i fulmini, le nubi ,-il tuo


no , le meteore, le stelle, le scimie, i vermi, ed

1 anche i diversi corpi privi di movimento. Fu cosi


/

che questi magnanimi saggi dietro il mio ordine crea


rotto nel potere, della loro austerit, l insieme degli

meri mobili ed immobili, regolaudosi sulle azioni.


compiuta la (creazione dell universo e di Mano, il

48

SUPPLIMENTQ PRIMO

potere incomprensibile disparve assorbito nell anima


suprema, sottentrando al tempo della creazione quello
della dissoluzione. Quando Dio si sveglia ', anche il
mondo compie le sue azioni: quando lo Spirito piomba
in un profondo riposo, anche il mondo si discioglie
lo riposa. Cos per via d un alternativa di veglia e
di riposo, l Essere immutabile fa rivivere e morire
eternamente tutto il mondo delle creature mobili ed
immobili. Tra tutti gli esseri i primi sono gli ani
mali, e tra gli animati quelli che esistono per la
s.

loro intelligenza: gli uomini sono i primi tra gli es

seri intelligenti, ed i Bramini primi tra gli uomini.


La nascita del Bramin lincarnazione eterna della
giustizia; il Bramino nato per l esecuzione della giu
stizia, destinato ad identicarsi con Brahrmi. Egli
sovrano Signore di tutti gli esseri deve vegliare alla
conservazione del tesoro delle leggi civili e religiose.
Questo eccellente libro fatto per ottenere ogni cosa
desiderata, accresce l intelligenza, procura gloria ed
una lunga esistenza, e mena alla beatitudine suprema.
5 26.

Dopo la spiegazione della creazione degli Dei e del


Mondo viene Manca a parlare delle passioni, dei do
veri, della trasmigrazione e della beatitudine. L ad
more di s non lodevole; pure a questo mondo
niuno ne esente. Dalla speranza d un vantaggio na
sce il desiderio o la sollecitudine. Gli stessi sagricj

e le pratiche dell austera divozione provengono dalla


speranza di ricompensa. Qualunque cosa si faccia dal
uomo, il desiderio ne . sempre il motivo. Se per
egli adempia ai doveri prescritti senza averne per mo

FILOSOFI lNDIANI

49

bile l aspettazione della ricompensa, perviene allim


mortalit, e compie in terra tutti i suoi desideri.
Ogni dovere prescritto da Manou si contiene nella
santa Scrittura: il saggio deve aver esaminato con
occhio pio il sistema compiuto di questa legge, deve
ammetterla e riconoscerla come autorit della Rive

lazione. Ogni uomo delle tre prime classi che ab


braccia le opinioni de libri scettici, disprezzando la
Rivelazione ( Vda) e la tradizione della legge (Dlzar
mwSastra), deve essere escluso dalla compagnia de
gli uomini dabbene come un ateo ed un empio. Il
Vda, la Tradizione, i buoni costumi, ed il conten

tamento di noi stessi sono dichiarati dai saggi i quat


tro fonti di tutti i nostri doveri. I doveri di Reli
gione sono la preghiera composta delle tre parole
precedute dal mistico monosillabo Aum, le obblazioni

di fuoco ed i sagricj, e le libazioni ai Santi ed ai


Mani. I doveri verso noi consistono nel saper do
minare gli undici sensi alla vista di oggetti attraen

ti, poich abbandonandosi alla sensualit non si pu


che falla-e , come sapendola contenere si arriva alla

somma felicit; nel volgere il desiderio al bene ulti-'

mo o supremo, e nel darci allo studio perseverante


della scienza sacra; nell avere un naturale buono ed
incorrotto, senza cui sono inutili i Vdas, i sagri
cj e le obblazioni; nell attendere a propri affari;
nel non parlare senza esser richiesti; nel temere o nel
disprezzare gli onori mondani; nellessere puri nella
lingua e nello spirito. I doveri verso gli altri si ri
pongono nellonorare i vecchi; nel rispettare pi il

padre che cento maestri ., e la madre pi che mille


'IlINEMANN - "l

50

SUPPLIMENTO PRIMO

padri, e l nstitutore o che d la santa dottrina pi


di tutti, nell essere buoni ed amorevoli codiscepo
li, nel non nuocere ad altrui nemmeno col pensiero,
e nell osservare con pi ti attenzione i doveri mo

rali che quelli di piet, mentre colla trascuranza de


gli uni si perde il merito anche nella pratica degli
altri. L uomo che governa e domina i sensi, che
rinunciando ad ogni specie d odio o di amore si

astiene dal far male alle creature, si prepara allim


mortalit.
_ 52;.
La retribuzione destinata a tutti coloro che sono
capaci della facolt di agire, esiste siccome ricompensa

suprema delle azioni. Ogni atto del pensiero, della


parola o del corpo, secondo che buono o cattivo,
porta un buono o cattivo frutto. Lo spirito (ma

nas) listigatore 0 motore di questatto legato col


l essere animato, e accade in tre modi si pel pen
siero, come per la parola e per il corpo. Il pensare
ad appropriarsi i beni altrui, il meditare un azione
colpevole, l abbracciare l ateismo ed il matel'ialismo,
son questi i tre cattivi atti dello spirito. Il dire delle
menzogne, il dir male di tutte ie persone, e il
parlare fuori di proposito, son questi i tre atti cat
tivi della parola. Limpadronirsi delle cose non da
te , il far del male agli esseri animati senza esservi
autorizzati dalla legge, il vagheggiare la donna al

trui, sono i tre atti cattivi del corpo. I dieci atti


opposti sono invece buoni allo stesso grado. L es

sere intelligente ottiene una ricompensa od una pena


per gli atti dello spirito nello spirito, per quelli

. A -'-V fW. _._f

FILOSOFI INDIANI

51

della parola nella parola, e per quelli del corpo nel


corpo. Per gli atti cattivi del corpo , l uomo dopo
la morte passa allo stato di creatura senza moto,
per quelli della parola veste laforma di uccello o di

bestia rossiccia, e per quelli mentali rinasce nella pi


vile condizione umana. Dopo la morte le anime degli
uomini che hanno commesso cattive azioni prendono

un corpo alla cui formazione concorrono cinque ele


menti sottili, e vengono destinate alle torture dell in
ferno. Se l anima pratica quasi sempre la virt ev
raramente il vizio, rivestita d un corpo tratto dai
cinque elementi gode delle dolcezze del paradiso
(Swarga Lanima ha tre qualit, la bont (satt
wa), la passione (radjas) e l oscurit (tamas),
rimanendo lintelligenza attaccata ali una 0 all altra

durante la vita. Il segno della bont la scienza,


dell oscurit l ignoranza, della passione l avversio
ne. Secondo queste tre qualit e la loro inuenza
ci sono tre specie di emigrazione. Le anime dotate
della bont acquistano la natura divina, quelle della
passione conseguiscono la condizione ,umana , e quelle
dell oscurit la natura degli animali. Quindi avvi la
trasmigrazione infriore, intermedia e superiore, in ra

gione di queste qualit e dei loro atti, e ciasche


duna di queste.tre specie di trasmigrazione . divisa in
altri tre gradi: p. e., i vermi ed i vegetabili formano
il primo grado o pi basso della trasmigrazione di
pendente dalloscurit, gli elefanti, i cavalli, le ti
gri il secondo, gli uccelli, i giganti, gli uomini in
gannatori il terzo o il pi elevato. Con ci si de

cide in qual corpo debba entrare l anima dopo

52

SUPPLIMEN'IO PRIMO

morte secondo le azioni che ha commesso nel mon


do. L uccisore del Bramino, passa nel corpo d un
cane o d un asino; il Bramino che beve liquori
spiritosi in quello d un verme o d un insetto; il
Bramino ladro dell oro ne corpi dei serpenti e dei
camaleonti; il ladro di grano diventa un cigno; di
vivande, una cicogna od un aivoltoio; di profu

mi, un ratto che spande museo. Lo studio e la com


prensioue dei Vdas, la direzione austera, il co
noscere Dio (Brahma), il frenare i sensi, il non

far male sono le azioni che conducono alla beatitu


dine nale. I doveri e lo studio dei Vdas debbono
tenderead acquistare la cognizione dellAnima su
prema, che la prima scienza. L uomo che fa de
gli atti interessati 0 del mondo, quantunque pii , co
me un sagricio per ottenere la pioggia, perviene

tutt al pi al posto degli Dei (Dvas); ma quegli


invece che disinteressato si dirige alla sola cognizione

dell Essere Divino, distaccandosi cos dal mondo ,


ottiene la liberazione dai legami del corpo, onde si
identica coll Essere, vedendo ugualmente lAnima
suprema in tutti gli esseri, e tutti gli esseri nellA
m'ma suprema. Questa per la sua felicit nel basso
mondo. Egli poi giugno allimmortalit. Questo li
bro xu. di Manou si chiude cc principi sullauto
rit interpretativa dei Vdas, e sulle leggi fondate
su quelli, onde si dichiara essere umani, fallaci ed
infernali tutti que libri che non posano sulla sacra
Scrittura; aver forza di legge la decisione dei Bra
mini sapienti senza veruna contestazione; tra i sei Bra

mini i quali pronunciano questa decisione, uno do

mosrr INDIANI

53

ver essere istruito nel sistema filosofico della scuola


Nyyaortodossa, un altro nella dottrina llfz'rnn

sa. Dopo questi principi viene uno schizzo sul Pan


teismo di Manca espresso nepreeisi termini: La
nima l insieme degli Dei; l" universo riposa nel
l anima suprema; l anima che produce la serie
delle azioni negli esseri animati. - Il grand Essere-
il sovrano dell universo, pi sottile che un atomo.
Egli questo Dio che involgendo in s tutti gli es
seri d un corpo formato dei cinque elementi, li fa
passare successivamente dalla nascita all accrescimen
lo , dall accrescimento alla dissoluzione, con un moto
simile a quello d una ruota.'Cosi luomo che rico
nosce nella sua propria anima, l Anima suprema
presente in tutte le creature, si mostra a tutti ugua
le , e ottiene la sorte felicissima d essere alla fine

attratto o assorto nel Dio Bralrmc l a.

1 La menzione nel Codice di Manna tanto antico delle

scuole Nyafya e Mma'nsci, prova la somma vetust di que


ste. Nel libro a. di Illanou trovasi altresi una classificazione

delle categorie secondo la scuola Sdnkhya. V. M. Lect. (Q 89,


go, gr, 92 ). Quest un argomento di pi per conve
nire che la scuoladnhkya era dominante innanzi alla re
dazione di questo Codice. Laonde le dottrine di queste due
scuole sono tanto autentiche, quanto antichissime. Non si
potrebbe sospettare il Codice di Manou di fattura anche
moderna ?

54

SUPPLIMENTO PRlMO

VI. Mozuusrz- INDIAN!

Il PamC/za-Tant'ra. -- La Filosofi .flvyar'.

S 28..

Oltre al Codice di Manou ci sono altri scritti In


diani che possono fornire un idea ancora pi chiara

della morale o losoa pratica di questa nazione. l


moralisti Indiani attingono in generale le loro dottrim
dai Pouranas e dai Vdas. Il Pan-Cha-Tantra per
. un opera originale scritta in forma di sentenze od

aforismi, e che fu composta dallo stesso Vischnou-Sc/zar


ma, autore dellHitopazi '. : Gli uomini non nascono
n amici, n nemici; l amicizia 0 l inimicizia viene

dalle circostanze. Quegli solo amico che assiste l a


mico ne giorni della sventura. Non legatevi cui mai
vagio; il carbone acceso o abbrucia o sporca. Te
mete la calma del malvagio pi che la collera del
l uomo dabbene. Il malvagio che possiede la scienza

un serpente che ha la testa ornata di gemme. Non


mai prudenza di unirsi col nemico, l acqua bol
lente spegne il fuoco. L amicizia dell uomo onesto

non si perde giammai, e se la si perde, torniam ben


presto ad acquistarla. Il cuore dell uomo onesto ras
sumiglia alla noce di cocco. Non abbandonate lan
tica dimora per la nuova senza avervi ben pensato.
Se voi trovate un luogo da cui sia sbandito il timore

del mal fare, fuggitene tosto. Il saggio non mai


I Hisloire gnrale de I'Inde, par
pag. 405-415.
'

De Martes, tom.n.,_

FILOSOFI INDIANI

55

capo di partito. Non disprezzato le cose piccole: pi


festuclze raccolte insieme arrestano l elefante. La vita

un nulla, se si perda l onore: un momento basta


alla morte; 1 onore eterno. Quegli che non teme la
morte nella sua vita, non se ne accorge quandessa

sopravvenga. Il far nulla per la propria riputazi0ne,


lo stesso che morire vivente. Il saggio non parla

n della sua et , n delle sue ricchezze, n delle


perdite, n dei difetti di sua famiglia. L uomo db
bene come il ore nascosto sottol erba , o che in
trecciato co capelli manda sempre i suoi profumi.
meglio far voto di tacere che mentire; essere povero
che arricchire colla frode; vivere solo ne boschi che
in societ degli sciocchi. Il bene o la felicit consi
ste nell assenza delle inquietudini. La benevolenza
verso le creature non altro che la Religione. La

Religione e la scala onde l uomo sale al cielo. Que


gli che sa domare le sue passioni trova la solitudine
auche nelle citt. Il soggiorno dell uomo sulla terra
rassomiglia ad un viaggio fatto nel corso d una not

te. La giovinezza , la vita , la belt, la fortuna , la


more sono come un fascio di paglia che la corrente
strascina con s. Il torrente che cade dalla monta

gna non torna pi indietro;i giorni e le notti della


vita umana sono le acque del torrente. Soffri mille
ingiurie piuttosto che venire ad una querela. La que
rela ove sia incominciata, non trascura pi nulla
per ottenere la vittoria. La scienza fa tutto cono

sccre, fuori che il cuore del malvagio. Voi non ri


gettate la bevanda salutare quantunque disgustosa' al

palato; cos conservate l amico ad onta de suoi di

56

SUPPLIMENTO PRIMO

fetti. Ci che possediamo oltre ai nostri bisogni ap


partiene agli altri. Perch vi mostrate cos sensibili

al piacere e al dolore? Il piacere e il dolore si toc


cano, si seguitano e si succedono senza posa. La
saggezza il miglior sostegno alla forza. Se voi guar

date al di sopra di voi, voi vi troverete assai gran


di: se voi invece guardate un po al di sotto di voi,
vi troverete assai piccoli. La ricchezza in mano del
l avaro come la forza che non basta a vincere il
nemico , come la scienza che non conduce alla vir
t. La vera grandezza non ist nella nascita: essa

il prezzo de nostri sforzi. Non disprezzate mai un


uomo: chi vi dice che il pi umile non possa di
ventare il pi grande? Le affezioni o gli odi non si
fondano mai n stilltt_bruttezza, n sulla bellezza:

il sentimento che li produce indenibile.


9 29.

La losofa Avyar del Malabar secondo alcuni sa


rebbe una divinit, oppure una delle mogli del Dio
Brahm. Essa compose sulla terra i suoi libri a be
mecio dell umanit, e viene posta tra i sette sa

pienti del Malabar. Vari sono i suoi libri risguar


danti tutti la morale, e tra gli altri i pi _famosi
quelli di Atistidi e del Kalwioluclram, o sia delle re

goledella sapienza '. Le dottrine di questa losoa


esposte in versi'si- cantano dalle fanciulle nelle scuo
le : Gloria, ella dice, ed onore alla Divinit. La
I Asiatici: Researches voi. seventh. - A summary ac
count of tbe life and writings ci Av_yar. - A Tamul fe

male Philosopher by the Reverend. Doct. Jolm.

FILOSOFI INDIANI

57

carit piacevole, ma non appassionata. Non mani

festa i tuoi segreti. Conversa soltanto con pacatezza,


n cessa mai dal progredire nella sapienza. Non dire
mai cosa che sia disonesta. Prenditi cura di quello

che . caro. Conosci il carattere innanzi di farti con


dente. Onora il padre e la madre. Non dimenticai
beneci ricevuti. Impara intanto che sei giovane. Non

dimenticare il meglio per il tuo corpo. Dimentica


lollesa, e cerca una felicit costante. Afferra salda
mente ci che bene. Non desiderare stolti piaceri.
Mettiti in compagnia de virtuosi.. Non parlar molto ,
e dedica te stesso a Tirumal o a Vishtuoo. Abborrisci
da ci che male. Non parlare mai irriverentemente

della Divinit. Usa termini civili cc tuoi concittadi


ni. Non disprezzare i tuoi maggiori. Non persegui

tare il tuo nemico. Sta al tuo posto, ed osserva le


leggi divine. Mantienti sempre fermo nel giusto. Non
palesa gli altrui falli, e sforzati di acquistare un buon
nome. Lo studio delle scienze accresce la felicit e

l onore. Di tutti i piaceri il pi piacevole si quello


del leggere e dello scrivere. Chi ignorante ve

ramente povero. Cerca in ogni cosa di conseguire una


chiara cognizione. Il vero ne della scienza quello
di distinguere il bene dal male. Il saggio non cessa

mai dallimparare. Tutto pu esser perduto fuori di


quello che abbiamo appreso. Chi ama l istruzione non
perisce mai. Chi conosce s stesso il pi sapiente.

Il saggio perfetto deve avvicinarsi alla perfezione della I


Divinit. L uomo religioso gode duna vera felicit.

Non ingannare nemmeno il tuo nemico. La verit


il meglio della dottrina. In ragione che si avanza

58

SUPPLIMENTO PRIMO

nella sapienza, si avanza anco nella virt. I Vdam


contengono la vera sapienza. Senza religione non ci
ha virt. : Da questi cenni ognuno comprende da

un lato l autenticit di queste dottrine per la loro


stretta relazione colla losoa Indiana , il cui scopo
e il cui mezzo sono la scienza, e dallaltro la loro
adesione specialmente nella losofa Avyar alle scuole

ortodosso, e tra le altre pi davvicino alla scuola de


Soprannaturalisti , o de Patandjaliani.

B. Frzosorr Camssx.

Men,,-Tseu e Lao-Tseu '.


5 30.
La losoa Chinesc pi oscura e tenebrosa del
I Indiana. Vol/o, dopo avervi meditato sopra molti
anni, confessava di non intendere il senso e le pa
role deloso Chinesi. Quest oscurit derivada mol
tissime cagioni, e tra le altre dal difetto di testi,
r Meng-Tseu , vel Mencium inter Sinenenses philosophos
ingenio, doclrina, nomlnsque clarlate Confucio proximum, edi
dit latina interpretatione Stanislaus Julien ; Lutetiae Parisio
rum,.1824, gr. in 8.. - Spe'cimcn duneedition et dune

lmduction critiques da Tao-Te-King de Lao-Tseu, colla ver


sione latina letterale, e colle osservazioni di Tching-Kiu, di
Kao-Chou-Tseu, e col commentario di Sou-Tseu-Ye'ou, e di
altri.--V. Journal dea Savana, su. 1825 , ed il Saggio sulla
losoa Indiana di G. Pauthier.

- FILOSOFI CHINESI

59

dalla poca conoscenza della lingua Chinese, dal fuoco


a cui condann i libri de loso l imperatore Hi
toaw-ti, persecutore della scuola di Conrcz'o, dal

l alterazione dei testi discoperti e tradotti. Quindi


non maraviglia che siaanche nel Tennemann
tavia ignota la Chinese losoa. In mezzo a ci
vasi reputar gran fortuna la recente traduzione
si fatta del libro di Meng-Tseu o Menco, e

tut
de.
che
del

Tao-Te-King di Lao-Tseu: due loso rcputatissi

mi della China, questo pi antico di quello. Si


mile fortuna tanto pi pregevole, quanto che per
essa si pu fare qualche confronto autentico tra
loso Chinesi e gli Indiani, ed osservare con cer
tema che mentre gli noi sono discordanti pi che
mai intorno alle dottrine psicologiche e cosmologi
Che a causa dello spirito di setta e del fanatismo re
ligioso, gli altri conservano maggiore conformit sui

punti fondamentali di quelle, anche perch le hanno


scritte con una specie di indipendenza di pensiero e

nel sistema dun apatia religiosa, mentre presso i Chi.


nesi la filosofia inseparabile dalla politica, ma non
cos dalla religione.
5 31.
Meng-Tseu o Mancia, siccome si suole chiamarlo

la Europa, fu seguace delle dottrine di Confucio,


ed quegli che per sapienza e per facondia fu ripu
tato degno di sedere dopo di lui, essendo stato (Il-v
chiarato Yawhing, o sia santo di secondo ordine. Il
libro di Mencz'o fu unito ai tre libri che contengono
nel famoso Tetrabiblion gli apotegmi di Confircio.

Esso ridonda di eleganza, di vivacit, di concisione

-- -.-w

60

SUPPLIMENTO PRIMO

e di energia, venne illustrato con venti e pi edi


zioni di critiche, ed ha quattro parti o argomenti:
|. la lode del modo col quale -governavano gli an
tichi Imperatori della China; 2. la disapprovazione

dei Re che stabiliscono la pace colla forza dellar


mi; 3 la dimostrazione in che consista la bont della
natura umana, 4. la confutazione degli errori di al
cune sette. Mencio nacque verso la fine del quarto
secolo avanti G. C. nella citt di Tseu, e mor lanno
3:4 avanti G. C. . Il suo libro diviso in sette ca

pitoli e come parte integrante dei Sse-Chu deve


essere appreso a memoria da tutti quelli che aspi
rana a gradi accademici. Il metodo con cui scrive
Mancia tra il Socratico e quello di Diogene, cio
interrogativo o dialogico, ad un tempo mordace
e frizzante, e versa singolarmente sulla politica e
sulla morale. Mancia dichiara degno di regnare co
lui che sapr amare veracemente il suo popolo; loda
molto la piet e la compassione per le bestie mo
strato da un piccolo Re della China , ed augura bene
dalla sua piet per gli animali a quella degli uomini,

P0icb il sentimento della piet mostraci degni dim


Pero. ACcenna inoltre che_il saggio non pu vedere
1 uccisione delle bestie, e meno poi pascersi delle
carni loro, allorch ne abbiaascoltato le grida ed i
lamenti. Parlando della bont dell umana natura egli

Pma che la vita non istia propriamente nel cono


sce_"a nel sentire e nel muoversi; nel che non dif
farli-ebbe l uomo dagli animali: ma 'sibbene nella

raglonea 0 sia nel principio della virt e dell equi


ta 2 le quali sono qualit inseparabili dell uomo. Inol

FILOSOFI CHINESI

61

tre ammette questa ragione uguale in tutti, e vuole


l uomo. sempre propenso per essa al bene, o sia alla
piet e_ alla compassione; ci riconosce composti di
due parti, 1 una noile, qual lo spirito, e l altra
pi bassa od ignobile, qual il corpo; laonde, se
condo lui, un assurdo che l uomo debba servire
alla parte ignobile piuttosto che alla nobile secondo

la natura. Ci non pertanto concede pi che alla na


tura al cielo una grande inuenza sulle azioni in guisa
che secondo Meng-Tscu l uomo destinato a grandi
virt , viene posto.auche dal cielo in circostanze gravi
e corrispondenti, come nelle sventure e nei pericoli
per mostrarsi grande e. forte. Finalmente egli comt
chiude il suo libro col dire che il servir bene il cielo
sta tutto nel seguitare la retta ragione I.

9 3a.
_
Lao-Tseu, signicante il vecchio bambino, nacque
600 anni circa avanti G. C. nella provincia di Hu
Kuang, o sia a tempi di Pitagora (5 89 , vol. I ),
con cui ha moltissima analogia. Insegnava egli pure

la metempsieosi, e pretendeva di risovvenirsi dei di


versi corpi che altre volte aveva animati col suo
spirito. Egli fu il riformatore della scuola di Tao
Sse, ed ebbe una visita di Confucio lanno 517 avanti
1 Era, a cui rimprover la sua adesione alle massi

1 Questi ultimi pensieri di Meng-Tseu sulla natura uma


na , si sono tolti - dall opera del P. Du Halde: Descrption
geographique de IEmpzre de la Chine. Paris , 1759 , tm. u.,

pag, 554, in cui si rapporta pressoch testualmente il li


bro di Meng-Tseu.
reumuuuut - in

62

SUPPLIMENTO PRIMO

me degli antichi ,-sdegnando perci di comunicargli


la sua dottrina :_onde Confucio ebbe a dire a pro
pri discepoli che aveva veduto L_ao-Tseu, e che lo co
nasceva tanto poco, quanto un, dragone. La sua dot

trina-era poco conosciuta anche/al presente, princi


palmente per le contraddizioni che trovavansi ne
suoi frammenti tradotti dai Missionari. Ora questa
verr in chiaro colla fedele traduzione del primo ca
pitolo del suo Tao-Te-King, che tratta della causa

prima , dellorigine e del destino di tutti gli esseri.


Lao-Tseu dovendo sprimermdelle nuove idee inco
mincia dalla denizione del Taortz0me Causa pri

ma non solo, ma anche come Intelligenza suprema

direttrice, Ragione primordiale, avente i soli attributi


dell eternit, dellimmutabilit e dell assoluto. a Se

il Tao, dice Lao-Tseu, come regola 0 via diritta


potesse essere frequentato, non sarebbe eterno: se.
potesse esser nominato, esso non sarebbe l eterno e

l immutabile; senza nome egli il principio del cielo


e della terra,e col nome la madre di tutti gli es
seri. Perci bisogna essere sempre spoglio ci affetti
onde coatemplarlo,'come bisogna essere cogli affetti

per contemplare la sua produttrice essenza corporea.


Queste due sue nature.nascono insieme, eppure si

denomiuano diversamente. Sono ad un tempo deru


lee, e si dicono ambedue cerulee: sono la porta delle

essenze mirabili i. I commentatori e gli scoliasti della


dottrina di Lao-Tseu dimostrano che il Tao senza
nome (wog ming) esprime il Tao in s stesso o

nella sua essenza, che il Tao col nome (yeou, ming)


il Tao [nel suo uso e nell esterna sua uianifesta
.

f_

FILOSOFI CHINESI

'

63

zione dalle cose, le finali sono parti 0 membri del


Tao stesso al dire di So-tseu-yeou, losofo della
scuola di Lao-Tseu. Essi poi vogliono l essenza del
Tao immateriale e vuota (7u'u) (-wou ). ~Il Tao .
uscito dell inc0'rporeo per esistere esteriormente; .
uscito dal non essere, ed essere. Il principio del
non essere o del vt procedette all origine del cielo
e della terra. L essere e il non essere sono due na

ture 0 modi dell Essere, cio la sostanza o l essenza


del Tao : onde l uomo spoglio d affezioni umane,
cio in tutta la profondit del pensiero, senza desi
derj signichi
ed inclinazioni
inerenti
natura deve
umana
(ecco
che
lessere
senza nella
Iq'ezoni),
contem
plare e conoscere queste due sostanze e nature. In

ne ci che ceruleo o blen (hiouan) dinota ci


che estremamente profondo, lontano, ci che non
pu essere discopcrto e conosciuto; sicch sono tali
le due-nature del Tao, 1 essere e il non essere, il
corporeo e l incorporeo, dichiarate ambedue cerulee

od oscure. Il sistema poi di Lao-Tseu pu essere rap


presentato nella tabella seguente:

64

SUPPLIMENTG PMMO

l.

11 TAO o il TCHNG TAO


mamma rimn, menu, surnam
Hiouan - BLEU

Hiouan_ ye'ou hiozan

oscuap un menu oscmto


o sia

r.toett'rrri PRIMORDIALB, r. van- assouns.

II.

Considerato il TAO
wou mmc
senza nome

non MING
con nome

'ntmt, un, cm

wem ma non

Principio del cielo

Madre di tutti

e della terra

gli esseri corporei

Natura inaccessibile
o incorporea
mio

Natura corporea
e materiale
mio

.'
UNITA I.

' In questa tabella sul sistema di Lao-Tseu ognuuo ravviser


le pi grandi analogie con quello della'dentil assoluta di Schel

li"s (S 399)

C. Fn.oson Pzznsrlmr.

Tehzeebul Manti7r, Alchlaulc-aNasiree,


o morale di Nasir.

5 33.
Il Telzzeebul Mantik non altro che l essenza
della Logica professata dai loso Mussulmani o Ara
bo-Persiani. Esso un libro od un trattato in Arabo,
e venne estratto dal Persiano da Francis Balfbur allo
scopo di dare un supplimento alla grammatica Araba.
e Persiana 1. In questo si contiene la dottrina dia
lettica di Aristotele; e perci serve anche di riprova
della traslazione che ne fecero gli Arabi nella propria

lingua per seguitare con tutta sommessione gli ora


coli dello Stagirita. Le materie del Tehzeebul Man
tik si dividono in due parti. Nella prima si compren

dono la definizione, l espressione, le idee formate


collintelletto, le'cinque idee universali o predicabi
li, e le differenti specie di denizioni. Nella seconda
sono notati i trattati della dimostrazione, della PIO!
posizione, del sillogismo, dell induzione, dell ana
logia e della divisione desillogismi. Incomincia la

prima parte dalla natura, dal ne e dal soggetto


della scienza, 0 sia dalla cognizione. La cognizione
I V. Val. the Eighth. Calcutta , 1805. - Eztracts from
the Telzzeebul Manti/s , or Essence ci logie proposed as a

small supplement toArabic end Persico Grammar by Fran


ct's Bal 01".
6"

66

SUPPLIMEN'IO PRIMO

o l idea acquistata coll intelletto di due sorta; l una


. la semplice impressione dell oggetto, l altra la pro
duzione d un idea per via di riessione. La prima
la percezione, la seconda il giudizio 0 lintellezione.
La percezione e I idea d un oggetto singolo, come
quella di Zeid, o di pi, come I idea di Zeid e di
Omar. C poi l idea d. un oggetto che sta in re
lazione con qualche cosa dimperfetto ,' come lo schiavo
di Zed, oppure con ci che perfetto, nel qual
caso essa deve congiungersi con un predicato, come

ezreb. L intellezione o il giudizio consiste nellassen


tire a qualche proposizione: Zeid alto. La perce
zione e l iutellezione poi si dividono in quelle che
s acquistano senza alcuna prova 0 argomento, e di
consi intuitive , ed in quelle che si ottengono me

diante il ragionamento, le quali chiamami dimostra


twe.

5 3[.
La denizione contiene 1 espressione la. quale con
siste nel segno e nella cosa signicata, ed ha sotto

di s sei modi 0 distinzioni: 1.lespressione deter


minata verbale, come la parola Zeid appropriata
ad un individuo, e. l espressione determinata non

verbale, come due linee od un segno qualunque,


3.3 l espressione naturale verbale , come linterjezione
oh! ah I, 4. l espressione naturale non verbale, co

me il battere del polso; 5.a lespressine intellettuale

verbale, come la parola Deiz sentita da lunge , la


quale comprova l esistenza di chi parla, 6. l espres

sione intellettuale non verbale, come il segno od il


numero 4 indicante intellettualmente l esistenza di

FILOSOFI rsasmv1 '

67

quattro oggetti ed individui. - L espressione verbale


determinata si regola da tre principi: dalla confor

mito analogia, in guisa che la parola corrisponda


a tutto il suo oggetto, come insizun, che. vuol dire
uomo, od essere vivente o parlantegdalla deduzione
in quanto l espressione non ha analogia o riferimenti)
che ad una parte del suo oggetto, come'insaun per

signicare l uomo qual animale, e dall associazione


come quando l espressione senza 9 fuori del suo
oggetto , come insaun per esprimere l arte di sbri

vere o la scienza, la quale non pu appartenere che


all uomo. In quest. ultimo caso i associazione altra
intellettuale od ideale, ed altra fondata sulla reale
conoscenza. E qui si parla a lungo come l espres
sione conforme o di confbrmit sia necessaria alle al
tre due specie, e come l espressione di parte o di
deduzione racchiuda parole composte, e queste per
fette od imperfette di cinque specie.
,
5 35.
L idea formata collintelletto distinguesi in parti
colare ed universale, la quale ha le relazioni di con
venienza o di ripugnauza, come l uomo e l anima
le, 0 lnomo e la pietra; oppure la connessione tra
il generale e il, particolare ad un solo riguardo, o
a nessuno, come l uomo e l animale , come lani-i
male e la nerezza. Quindi la base dell universale nella
prima si la congiunzione, nella seconda la disgiun

zionc da ambe le parti, nella terza la congiun


zione da una parte e la disgiunzione dall altra , e
nella quarta la disgiunzione in certi punti e la con
giunzione in certi altri. I_cinque predicabili od uni

68

SUPPLIMENTO PRIMO

versali poi sono quelli stessi di Aristotele , il gene-r


re, la specie, la darenza, il proprio e l accidente
(5 141 , voi. l). La denizione (mauvrif) di di
versa specie : I. denizione perfetta (Huddi Taum);
e. denizione imperfetta (Huddi Naukis ); 3. per
fetta indicazione (Resimi Taum ); 4. indicazione im
perfetta ( Resimi Naulcis). La proposizione una sen
tenza che contiene una verit od una non verit;
ed perci opposta ad un espressione che non rac

chiude verun affermazione, come Azreb. Essa af


fermativa o negativa: il soggetto dicesi Mozooey, il
predicato Muhmool e la copula Raubit. L assoluta
proposizione ammette varie specie dalla natura di

versa del Mozooey o del soggetto, e tra queste si


annoverano il sillogismo, l induzione e l analogia. Il

sillogismo (Keeause) quella dimostrazione nella


quale si trae una conseguenza da una classe gene
rale ad una classe o parte subordinata, od anche

ad un individuo partecipante al carattere e alla na


tura della classe generale. Questa specie dargomento
conduce alla verit e alla certezza. Il mondo mu
tabile, ed ogni cosa mutabile creata: dunque il
mondo non eterno, ma creato o. Questa sentenza 0

conclusione dicesi Netejeeh. Il primo termine come


materia della conclusione chiamasi Maddeh; il ter
mine medio Huddi Osit, od anche sit; l ordine 0
la gura Heiyet, e dalla varia collocazione del me
dio termine nascono le varie forme o gure del sil
logismo Ashuaul. L induzione il processo onde si
raccolgono dei particolari al ne di stabilire una re

gola generale a riguardo della natura di tutta una

FILDSOFI PERSlANI

69'

classe, Essa perfetta o_d imperfetta. La prima ri


colta dallesame di tutte le parti,'e produce la cer
tezza. La seconda quella in cui ,si esclude alcuno
degli individui o dellclasse, onde non si pu sla
bilire una regola generale. L analogia consiste nel

trovare un affinit o rassorniglianzatra due parti_su


bordinate della medesima classe in modo che da am- -

bedne si possa dedurre una regola generale. Il. suo

strumento
(lesi per la oforma
processo
in categorico
,l analisi.odIlasso'lutoe
,silldgianocondi
zionale, e per la materia in dimostrativo, casistica,

rettorico, poetico e sostico. Il dimostrativo'comprende


la" verito percezioni intuitive; le evidenze, e le espe
rienze, che sono le conclusioni. dai casi ripetuti; le
tradizioni fondate sulle relazioni del numero delle
persone :, le congetture, che sono le opinioni degli
effetti dietro un sup'posto principio di. causa, e le ge
nerali propriet dalla materia. Le prove o i ragiona
menti si,distinguono a priori (Ber/man Lemmi) e

a posteriori (Ber-'haun Anni

Ils_illogismo .casistico

o disputativo quello che s appoggia alle opinioni


correnti, o che convengono colle idee della moltitu
dine, il rettorico' composto di proposizioni fondate
sopra un,autorit rispettabile, il poetico fondato
sulla nzione; ed il sciistico sopra [un vago linguag
gio od anche sopra proposizioni false sottol appa-
ronza di vere. Da questo saggio della Logica Per-f
siam-Araba si pu dedurre che i loso di pque- .

sie due nazioni si appropriarono tutta la logica di


Aristotele , e quindi la espressione, siccomela pri
ma forma o regola del pensiero o della ragione; che

70

SUPPLUIENTO PRIMO

essi al pari di Bacone usano l induzione non4anto


come raziocinio, o di forma, quanto come mezzo di
scoperta e d invenzione , o sia di materia. Il che,

' secondo la comune opinione, li dilungherebbe al


quanto da Aristotele , mentre i pi sono d avviso
che questo losofo non abbia considerato l induzione

che _come uno stroment proprio a dare la forma e


non la materia delle nostre cognizioni (5 t4r, vol. I).
Simile opinione per altro, quantunque comune, non
pu essere cos facilmente accettata, qualora il Teh

zeebul.Mantik sia una fedele traduzione araba della


logica di Aristotele, e qualora in questa gli Arabi
non abbiano travisato il testo, siccome fama gin
sta alcuni Scrittori.
.

5 36.
- .
Il sistema della morale di Nasr un sistema di
etica,-di economia e di politica, che i Persiani ei
Macinettani dell India considerano d altissima impor
tanza. Esso fu scritto da Ma Mahoemed, gliuolo di
Hussun di Toos, chiamato generalmente Nasseerom
deen, nato nell anno 1201 e morto nell anno 1284.
L opera fu scritta dall autore nella sua residenza di
Cohistan, e dedicata a Nasseeroodeen Abdool Ru

zeen, principe di quel paese; e di l venne nomi


nata .dkhlauk-&Nasiree. L 4klzlduc-e-Nasiree 1 di

viesi in tre libri: il primo di morale, il secondo


di economia, ed il terzo di politica. Il primo libro
I I V. Account oftlxe Akhlauk-Nasir, or fiidrals ofNri
sir by Edwr'cl Farissehof tbe Bombay. -'- Transactions 'Of
the Literary Society of' Bomba], London , 18|g.

EILOSOFI PERSIANI

771

consta di due parti. Nella prima di queste subdivisa


in tanti capitoli si ragione del soggetto della mo
rale e de suoi principi, dello spirito dell uomo chia
mato anima ragionevole , delle facolt dellospirit0
e della loro_distinzione, dellanobilt delludmo su-,

periore a ,quella di tutti gli altri animali, della pen


fezione e della pravit, della quistione in che sia ri
posta la perfezione dello spirito, del bene o,della fe
licit come perfezione. La parte seconda versa sulla
natura dell uomo e sull immutahilit della morale ;
sulle virt cardinali e sulle loro specie; sulle qualit
opposte alla virt, olsia cui vizi; sull eccellena o
superiorit della giustizia; sulla maniera dacquistare
la virt e sui gradi corrispondenti di felicit; sulla
conservazione dello spirito posta nella pratica della
virt; sulla cura delle malattie dello spirito, le quali

dipendono dal predominio devizi. Nel libro secondo


di economia, che in tutta- relazione colla morale,
si parla della necessit della societ domestica e della

cognizione de suoi principi; del governo della pro


priet e della sussistenza; del trattamento 0 dell c
ducaziune deigli, degli schiavi, e dei loro rispet
tivi doveri. Il terzo- libro poi, che quello consa
crato alla scienza della politica, discorpe della neces
sit della societ politica, della benevolenza che
il suo ne, delle sue specie; come pure delle forme
di governo, del governo della patria, e-dei doveri del
sovrano e dei sudditi, dell eccellenza della probit,
e come convenga coltivare la buona volont di tut

ti. Chiudesi questo ultimo libro con dei precetti, i


quali 5 attribuiscono comunemente a Platone.

72

SUPPLIMENTO PRIMO

5 37.

Le facolt delle azioni o morali, secondo Nasir,


sono tre: i. la ragione, da cui derivano il giudizio
ed il desiderio, e. la fcolt dell ira o irascibilit,
onde il coraggio, l emulazione e l esaltamento , 3.a la
facolt del piacere, che cbiamasi anco l anima be
stale, e che d origine alla concupiscenza. Il numero

delle virt in ragione di queste facolt. Se gli atti

dell anima razionale sono regolati con moderazione,


e vengano diretti ad una cognizionecerta, cio alla
perfezione, nasce la virt della prudenza. Se gli atti
dell anima irascz'bile siano ben regolati e sottoposti
ali anima intellettuale, allora ne. viene la virt della
jartezza. Se gli atti dell anima bestiale siano obbe
dienti e sommessi ali anima razionale, ne procede la
virt della temperanza, da cui la liberalit con molte
altre. Ove tutte queste virt-siano unite insieme in

una giusta proporzione, ne sorge la virt della giu


stizia, la quale Pabilo o la perfezione di tutte le

altre. Nessuna persona degna di stima, se non qua


lora possegga queste quattro virt. Lo stesso onore
che si eredita dai maggiori, fondato sulla virt lo

ro. L anima ha due facolt distinte: l intelletto per


s stesso, e. l intelletto per impulso o moto degli or
gani. Ciascuna di queste facolt ha due parti. La pri
ma sta nella speculazione]: nella pratica, la seconda
nella ripnlsione del dolore e nell" attrazione del pia

cere. Queste facolt esercitate con moderazione sono


quelle che producono le virt ,soprannumerate. La

perfezione infatti della-facolt speculativa abbraccia


la prudenza. La perfezione della facolt pratica, la

FILOSOFI PERSIANI

73

giustizia. La perfezione della facolt irascibile, la for


tezza. La perfezione della facolt concupiscibile , la
temperanza. Queste virt per altro , onde rendere
l uomo stimabile, debbono spandersi sugli altri, pro
ducendo cos la speranza ed il timore. un grave
danno che non si conosca il sistema di losoa teo
retica di Nasir, il quale fu omesso dal traduttore;
perocch nel suo prospetto si scorgono l ordine e la
chiarezza non meno che la sanit delle dottrine. Que
st idea delle virt dedotta dalla perfezione e dalle
quilibrio delle facolt non comune, e reca al grande
principio applicato dallo stesso Nasz'r nell7 economia
e nella politica, che la morale deve prevalere alluna
e all altra: il che tanto pi da ammirarsi, quanto
che i principi di politica esposti da questo Persiano
losofo sarebbero in molta dissonauza con quelli che
seguita il governo Mussulmano.
5 38.
Per tutto quello che si esposto sulle dottrine dei
loso Indiani, Chinesi e Persiani, giusta lautorit

dei testi e delle pi sincere traduzioni, emerge che i


punti fondamentali della losoa Orientale, sono:

1. lassociazione della losoa colla religione, o sia


la losoa dautorit; 2. il pantei.rmo pi o meno
spirituale o materiale; 3. la metempsicosi; 4. l a
sceticismo, la contemplazione o l assorbimento nel

l Essere universale, siccome effetto necessario del


panteismo predominante ed universale; 5. la logica
formale e materiale, sebbene spesso unita alle sot
tgliezze della scolastica; 6. una morale da un lato
molto elevata , dignitosa, e sciolta dai pregiudizi e
nrumnnum - m

74

SUPPLIMENTO vanno

dalle superstizioni, e dallaltro molto proclive allE


picureismo, o al principio della felicit. Non man
carono gli eruditi di fare un riscontro o raffronto tra

isistemi delle scuole Indiane e Chinesi e quelli della


Grecia e delle Nazioni pi moderne, affermando di
trovarvi le pi strette analogie. La contemplazione
o la conoscenza del vero delle scuole Sanlshye il

ne della losoa di Pitagora e di Platone. I mezzi


di conoscere o i criteri della verit secondo i lo
so Indiani si trovano ne loso Greci, e special
mente nel Realismo o nel metodo sperimentale di
Aristotele. Il sistema tecnico di logica, e forse il sil
logismo di Aristotele quello che dai Bramini venne
comunicato a Callistenc. La percezione espressa dal
vocabolo sanscritto Sauls/zya-sozitras, identica col vi
sum ( (Patyrati'taz) di Zenone, e coll intuizione di Kant.
La natura (pralrriti) di Kapila, ha le stesse propriet
della 6M di Platone e di Aristotele, come l eterno

dualismo della passivit materiale e dell attivit in


telligente nella losoa Sanlchya, oltre ad essere ci)

Inune a tutte le losoe Orientali, rassomiglia ai due


primi principi di Anassagora, di Eraclito, di Par
menide e di Zenone. L organo o il senso intimo (ma
nas) de Sanlslzyani in tutta relazione con quello
immaginato dalle scuole de Sensisti per dar ragione
di fenomeni di essi non vogliono attribuire allintelli

genza. Lanima ne suoi tre stati distinti per arrivare


alla liberazione secondo la dottrina Sanlslzya, ana
loga ali anima triplice di Pitagora e di Platone rap

portata in un passo di Diogene Laerzio e di Cicerone.


La sede della persona sottile, posta da Patandjali in

FILOSOFI PERSIANI

75

piccola distanza al di sopra del cranio, quella stessa

che venne stabilita da Erasistrato nella parte superiore


del cervello detta Epikranicle; ed il Yoguismo ed il
Yogu magnetizzali di Patandjali ricordano lelernen

to imponderabile o magnetico, il sonno magnetico,


oppure l eccitamento cerebrale dei moderni, e tra gli
altri di Massias e il sesto senso del Dott. Gal]. Le
dottrine della scuola Sanlshya di Kcpila intorno al
I Intelligenza assoluta, sorgente di tutte le intelli

genze ed esistenze, sono identiche a quelle professate


nell antica scuola Jonia, come se ne ha prova in
quella di Parmepn'izle, e ne frammenti sul poema della
natura di Xenofanc e di Empedocle Pitagorico. LO

scetticismo nel Ka'rilai dichiarato nella scuola Sankhya


Ateista pi chiaro ancora di quello di Arcesilao,
di Carneade e di Sesto Empirico , come le categorie

dei Gtama sono quelle stesse di Aristotele e di Kant,


ed i prcdicamenti dei Boudd/u'sti e dei Vdantisti
identicati coll Essere universale imitano la teoria di
Platone e la visione in Dio di Malebranche. L anima
o il senso intimo percipiente gli oggetti esterni la
percezione di Raid, e di molti loso Francesi seguaci

della scuola Scozzese; le prime cinque sostanze di


Kanada corrispondono ai cinque primi elementi
di Empedocle, di Aristotele, di Pitagora e di Anas
sagome; il tempo, giusta lo stesso Kanada, co
me rapporto di priorit e di posteriorit, . conforme

alla dottrina di Sesto Empirico e di Platone, secondo


quello ch ci ne dice nel Timeo, edanche di Leib
nitz, che il considera non come sostanza, ma come

un ordine di successione. Finalmente leternit degli

76

SUPPLIMENTO PRIMO

atomi , la loro esistenza e la loro aggregazione se


condo lo stesso fondatore della scuola Vaschika non

sono altro che il sistema degli atomi di Leucippo, di


Democrito e di Epicuro, e forse anche il sistema delle
Monadi di Leibnitz. Finalmente le dottrine di que
sta scuola sui corpi non sono altro che presentimenti

delle propriet primitive e secondarie dei corpi, della


gravit o gravitazione universale di Keplero e di
Newton, od anche di Platone, che nel Timeo espone

l opinione Pitagorica sui corpi celesti dotati di due


forze opposte 1.
9 39.

Questo confronto tra la losoa Orientale ed Oc


cidentale o Greca non fu omesso anche per rispetto
ai Chinesi. Si pretende che il sistema numerico e mi
sterioso di F non sia altro che il sistema univer

sale delle scienze presso tutte le Nazioni, la scienza


dei numeri di Pitagora, l aritmetica bizzarra di Leib
nitz ; che il Tao nelle sue essenze, secondo Lao

Tseu, sia molto rassomiglievole al Panteismo di Spi


nosa, od anche all Identit assoluta di Schelling 2
1 V. Essnis sur la Philosophie des Hinrlous, par. G. Po
thier. Il Jones non esita a dire chela scuola Nydyfi la P6
ripatetica ; la Vaisc/zi/ra, l Ionia; la Vdanta e la Mimdnst
le sorelle della Platonica, e le Sankhye dell Italica o Pitagoric.
Sicch , secondo quest autore , pu paragonarsi Gtama ad
Aristotele , Kanada a Talete, Dia'mini a Socrate, Uyasa 1

Platone, Kzpila a Pitagora , Patandjali a Zenone-Km.


stoire de I [ade par M. De Marles, tam. u. in ne.
2 V. Leibnitz, Opera omnia, tom. xv.. Itecensio libri in

scripti. Novissima Siniea. - V. I saggi di M. Puntini

rxzosorr PERSIANI

77

Ma tutti questi punti di coincidenza o didentit tra


la losoa Orientale e l Occidentale, per quanto
esatti siano dopo i materiali pi precisi che si pos

seggono al presente, sono un sicuro e rigoroso ar


gomento della derivazione di questa da quella, seb
bene possano fornirne un grave indizio pi che i
supposti viaggi di Pitagora nellEgitto,le comunica

zioni aperte ai sapienti della Grecia coi Bramini del


lludia dopo la famosa spedizione di Alessandro?
(V. il Supplimento IV. I sistemi losoci deb
bono essere considerati nellistoria anche come pen

sieri necessari ed universali dellumana ragione. Per


questo motivo non si potr ammettere siccome as

solutamente dativa o tradizionale la loro diffusione


0 propagazione dall Oriente all Occidente, nch
non siasi trovato con evidenza il fatto o l anello
del loro successivo passaggio o congiungimento;
tanto pi che colla cronologia pu provarsi la con

temporaneit delle scuole e di questi loro sistemi presso


varie Nazioni. Tra queste difcolt sarebbe per un
gran bel successo per la storia losoca la scoperta
di questo anello o punto di comunicazione tra la

losotia Orientale e l Occidentale. D altra parte dimo


strato che la losoa Occidentale provenisse dall0
riente, ed in ispecie dall Egitto e dall India, dovreb

be scoprirsi ancora se l Egitto l abbia presa dallln


dia, o l India dall Egitto, stante le comunicazioxii
fra qua due popoli, oppure da una fonte comune.
Arrivati a questo punto si domanderebbc di nuovo, qual
sia questa fonte comune? Ecco la necessit di par

tire ance da un perfezionamento losoco proprio ol

78

SUPPLIMENTO PRIMO ne.

tre al tradizionale: se n si va ad un circolo inter

minabile 0 all infinito tramezzo alle quistioni d un


popolo primitivo e d una data pi antica di qual
siasi sistema di cronologia.

FINE DEL SUPPLIMENTO PRIMO

SUPPLIMENTO SECONDO

FILOSOFI INGLESI, SCOZZESI r: IRLNBESI


Il norme u. S 4x6 nu. vor.. n.

'.4. Fmoson INGLESI.

s 40
La losoa de moderni Inglesi non in tutto e
per tutto al punto di veduta di Locke, essendo stata
ampliata e variata nei fatti, nei principi, ed anche
nel metodo. Essa abbraccia punti.o sistemi distaccati,
e si pu a stento ridurla alla quistione fondamentale
sull origine della cognizione. Essa, considerata come
pura scienza dello spirito umano , limitata e cir

":1uv-E.irhm7bka'i~r2mei.-u;fd'l."

coscritta nelle sue ricerche, fedele pi che mai al

sistema di Bacone , ed alle vedute della pratica , e


ben lontana dal Razionalismo , a cui suppone il Ten
nemann vogliano condurla le opere di Brown. Il
suo carattere in generale quello d essere una
losoa essenzialmente empirica o sperimentale in lato
senso, di tendere soprattutto al positivo, d essere tanto
aliena dalle quistioni astratte e metasiche, quanto
lucida , piana, e temperante nella pi gran pari-e
desuoi sistemi e delle sue dottrine.

M*.Q=tm"f

80 V

SUPPLIMENTO SECONDO

54
La losoa moderna Inglese abbraccia gli Inglesi
propriamente detti, gli Scozzesi, i quali formano la
scuola cos detta Scozzese o di Edinburgo, la scuola

di Bacone , o della losoa induttiva dello spirito


umano, ed anche gli Irlandesi. I primi sattengono
pi o meno strettamente allEmpirismo di Loclse, o
anche al Materialismo siologico, siccome un appli
cazione di quello. I secondi aderiscono fedelmente se
non agli stessi principj, allo stesso metodo, e rap

presentano, per cosi dire, tutto il sapere losoco


della Gran Brettagna. Gli ultimi inclinano pi o meno
alle vedute degli Scozzesi. I loso Inglesi, per ci
che si detto al 5 I di questi Supplimenti, si par
tono anchessi in Sensisti od Empiristi, in Idealisti
o Razionalisti, in Soprannaturalisti ed Eccletici dai
fondamentali sistemi, relativamente ali origine della
cognizione (g 57, 58, 59, vol. I), o sia dal Sen
sismo od Empirismo, dall Idealismo o Razionalismo,

dal Soprannaturali.tmo e dall Eccletismo. Le prime


tre classi per sono quelle che singolarmente predo-_
minano in Inghilterra.
I. SENSISTI o Enrmzsrr.

Loclre, Watts, Bolinbrolce e Paley.


5 42.

Il libro di Loclce, e Locke stesso, dopo essere stati


proscritti dall universit di O.rjrd, divennero l i
dolo di molti loso Inglesi. li Loclcianismo ha inuito
cotanto sopra certuni, che le stesse scienze della P0

FILOSOFI INGLESI

8|

litica, dell Economia, dell Istoria e dell Estetica


furono atteggiate sui principi metasici di questo
grande scrittore. Tra i pi distinti seguaci di Lo

clre, possiamo annoverare Watts, Bolinbrolre e Pa


lry. Isacco Watts, nato nel 1674 a Southampton
e morto nel 1748 a Newington 1, riferisce l o
rigine prima delle idee ai due grandi principi di Lo
else, alla sensazione ed alla riessione; rigetta le ca.

tegorie di Aristotele , mentre seguita la teorica del


sillogismo; fonda tutto il sapere sul metodo natura
le, ovvero sopra quello di osservare l ordine della
natura composto d analisi e di sintesi, e riconosce
la percezione, o concezione, od appreensione, siccome

una semplice contemplazione delle cose offerta al no


stro spirito senza veruna negazione od affermazione,
e llea come la forma sotto la quale le cose stesse
appariscono allo spirito. Ci che mette in contrad
dizione Watts colle sue proprie dottrine si que
sto, che dopo aver attribuita la formazione di tutte .

le idee alla sensazione ed alla riessione ne rico

nosce alcune, le quali, in un certo senso, si po


trebbero dire

innate.

Cionnondimeno

il libro di

Watts letto e stimato in Inghilterra anche ano


stri giorni, siccome lo attestano le recenti edizioni

di Londra. Bolinbrolse, ne suoi Saggi, determina la


natura e l estensione della verit nella umane cono

1 Le opere di Watls furono pubblicate in sei volumi


in 4. , e le principali sono : Logic or the right use qf rea

son in the enquiry after trut'h. London, 1724 e. 1822. The improvement il the mind. London , 1751-1820.

82

SUPPLIMENTO SECONDO

scenze, vuole che l Empirismo sia il sistema pi pro


prio all umana natura , e considerando lo spirito quasi
come un oggetto sico, pretende che tutte le sue
cognizioni siano sperimentali. Sicch Bolinbrolre, men

tre il pi devoto apologista di Loclre, mostrasi il


pi esagerato nemico di Cartesio, avendolo tacciato

persino di pazzia tutte le volte che, trascurando le


particolari cognizioni, tent salire a principi gene
rali. Guglielmo Paley, nato nel 1743 a Peterborongh,
e morto a Sunderland nel 1805 l , seguit da lon

tana il Loclce nel dedurre la prova dell esistenza di


Dio dalla storia naturale , o dal solo fatto dell e.
sperienza, imitando forse in tal guisa la naturale Teo
logia di Cheyne 2, e nel modicare la dottrina dell in
teresse colla volont Divina e colle aspettative d una
felicit eterna, ed aspir al merito della popolarit,
avendo avuto tutte le sue opere l onore non meno
di dieci edizioni. Furono contradditori di Pale_y il
Gislvorne ne suoi Principi di morale , ed il Pearson
nelle sue Osservazioni sulla teorica della morale, senza

che per menomassero il suo credito e quello de


/

1 Opere di Paley : E7ements of moral and politica! plai


iosophy. The tuventy rst edition. London , 1785, vol. in
4.; 18t8 , tom. 2 in 8. - Natural Thealogy or eviden

ces of the existence and altribuzes qf the Deily collectedfrom


the appearances of nature. Lonclon , 1802, vol. 8..

2 Principj losoci di Religione naturale, ovvero Elementi


della Filosoa e della Religione , opera di Giorgio Cheyne ,
tradotta dell inglese dal cav. Tommaso Dereham. Napoli ,

i729, voi. in 4..

FILOSOFI INGLESI

83

suoi scritti, principalmente perch sostenuti dalla chia


rezza e dalle applicazioni I.

s 43.
Da questa decisa propensione allEmpirismo di
Loclre si scostarono alquanto Iacopo Harris, nato
nel 1709 a Salisbury, e morto nel 1780, il Com
pilatore dell opera degli antichi metasici, Caterina

Macanlay Graham, Giovanni Palmer e Giacomo


Bryant, sebbene questi ultimi particolarmente ten
dessero a confutare il Determinismo di Priestelcy
(5 372 , vol. II), e pi di tutti il Butler. Harn's,
non solo grammatico e lologo , ma grande meta
sica, s innalz alla divisione degli esseri in sostanze
ed in modi, rineg l assioma d Aristotele o degli
Aristotelici, che niente ci sia 'nell intelletto che non
fosse gi prima ne sensi , ed espose una metasica
che ricorda ad ogni tratto quella di Cudwort 2. Il
Compilatore degli antichi metasici 3, mentre ebbe
per iscopo di richiamare in vita la metasica degli
antichi, e singolarmente il Teismo di Platone e di

r Gisbame .- The principles of moral philosophy investiga


ted. -- Pearson: Remarks on the theory (J mora], 1820.

Annotalions on the praclical pact qf D. Paleys principles qf


moral and political philosophy, 1801.
a Harris: Ermete 0 Ricerche losoche sulla Grammatica
wziversale, in tre libri in 8. , 175:. L Ermete fu ristam
pato nell opera Collectanea critica di Londra, 1816.-Phi

Iosophical arrangements, 1775 , in 8. - Tutte le opere di


Harris furono pubblicate nel 1785 in ti. vol. 8..
5 Anticnt Metaphysics, or the Science 01' universals. Edic

burgb , i779 , vol. 5 in 4..

84

SUPPLIMEN'I'O SECONDO

Aristotele, divis di opporsi con tutta la forza del


raziocinio alla losoa fisiologica e meccanica de suoi
tempi, la quale per una parte fu la conseguenza in
diretta del Locltiam'smo, e per laltra unapplicazione
immediata cosmologica della naturale losoa di New
ton, e della direzione sperimentale del suo sistema do
minante nell Inghilterra
345, vol. II). Egli ri
sale al gran principio degli antichi di riguardare lo

spirito siccome il motore della materia, segue l os


servazione e l esperienza, ma vuole appunto per que
ste che non si debbano scoprire i fenomeni dello spi
rito a guisa di quelli della sica e della chimica. Nella
sua Metasica ridotta a tre parti, e considerata co
me scienza degli universali, tratta primamente dello
spirito in s. medesimo, poscia dell uomo in tutta la
sua estensione, e quindi si nella vita intellettuale,
come nella vegetabile, e per ultimo di Dio e della
natura, discutendo con molto acume gli argomenti

astratti del corpo e della materia, della mente 0 dello


spirito, del moto , dell abito, della potenza, della
zione, della causa, del tempo e dello spazio, e mo
strando l essenziale differenza o distinzione tra le
operazioni della mente, che forma le idee e l atto
della riessione o del loro paragone, che poi il di
scursus menti: di Aristotele. Quest opera commen
devole a tanti rispetti, e diretta singolarmente a pro
vare che Loclce ed i moderni avevano confuse le idee

co setfsi, offerto un trattato assai imperfetto delle fa


colt dell anima, ed esclusa erroneamente la meta

sica dalla losoa, non produsse l efletto che po


teva aspettarsene, essendo passata sotto silenzio nella

FILOSOF'I INGLESI

85

medesima Scozia in cui venne pubblicata. La Gra


ham, autrice d un trattato sullimmutabilit della ve

rit morale, se pot prendere di fronte lo Scettici


smo morale sopra alcuni punti, si ridusse al mistero
intorno alla spiegazione del male sico e morale, e
cosi Palmer e Bryant se seppero combattere vaIo
rosamente le armi di Priesteley contro la libert mo
rale, nirono loro malgrado ad una specie di deter
minimo, 1 uno colla prova assoluta della libert nella

coscienza, l altro coli immediato governo di Dio sul


mondo e sulle umane azioni I. Chi tra questi si al

lontan di pi dallEmpirismo di Locke, si fu Giu


seppe Butler, nato a Wantage nel 1692 e morto nel
1752. Egli fu tra i primi ad accorgersi che la lettera
le interpretazione del sistema Lockiano intorno alla
controversia delle idee innate poteva condurre a dan
nevoli conseguenze; perci su questo punto si diede
al partito di Cudworth. Inoltre rivolgendo le si
idee singolarmente alla certezza dell identit perso
nale, all analisi delle abitudini, all analogia tra la
religione rivelata e la naturale, venne a fondare la
certezza sulla percezione per mezzo della memoria ,
essendo, secondo lui, impossibile, anzi ridicolo il

1 Opere di Caterina Macanlay Graham: Treatise qf im


mutabilr'ly qf moral truth. -Letters on melaphysical subjects.
: Palmer: Tlze doctrine qf philosophical necessity illustrated
con un appendice all opera: Disquitions relating lo metter

ami rpirit. - Observations in defense qf lhe liberty qf man


a: a mora] agent. : Bryant: An adress to Priesteley upan
thc doctrine qf philosophical necessity.
l'lltltlAlll - m

86

SUPPLIMENTO SECONDO

chiedere la prova della percezione 1. Cos anche in


Inghilterra si venne in certa guisa a trapiantare uno
de grandi principi del Cartesianismoo Razionalismo.
Cos da questo deviamento dal Loclriam'smo trasse ori
gine indirettamente il famoso sistema dell Idealismo
0 degli Idealisti.

Il. Razzozuzzsrz o IDEALISTI.

Norris, Law, Hutton.

5 44
Quelli che cercarono di battere di fronte il Lo
cltianismo e con esso ogni specie di Empirismo 0 Ma
terialismo, sono i Razionalisti o Idealisti, i quali do
minarono in Inghilterra con un sistema ben diverso

da quello che hanno assunto i loso Tedeschi di que


sta scuola nell Idealismo critico di Kant, nel sistema
dell identit assoluta di Schelling, e nelle altre dot

trine derivate da questa losoa (5 379, 397, 413,


voi. Il ), mentre si sono accostati od hanno anche
aperta la viaal tanto rinomato Idealismo di Berke
le_y
347, vol. II ). Prima che Berkeley avesse
pensato che scacciando la chimerica realt dnn mondo
corporeo distinto ed indipendente dalle nostre idee
e dalle nostre sensazioni, si sarebbero discacciate con
essa tutte le opinioni scettiche, GiovanniNorris,
r Ballar: Trattato sul! analogia, i756 , in 8. - Sag
gio e Lettere al D. Clarlce contenenti alcune obbiezoni con

un le prove addotte da questo scrittore intorno allesistenza


di Dio.

ruosorr INGLESI

f.

e,

pieno d un talento originale, Laveva mostrata l inne


possibilit del mondo esteriore '. Seguitaronq questo
pensarnento, che quello di Berkeley, il D. Guglielmo
Law tanto celebrato per la sua traduzione e per le
note fatte all opera dell arcivescovo King sull Ori
gine del male, e per le sue Ricerche intorno alle idee
dello spazio e del tempo, o Iames Hutton, distinto
geologo e metasico, nato ad Edinburgo nel I726 e
morto nel 1797 2. Il primo dimostr con moltissima
sagacit che le idee dello spazio e della durata non
hanno in s alcuna idea esteriore io realit obbietti

va, essendo astratte ed universali in guisa da non


esistere che nello spirito sotto tale forma, e da co
stituire soltanto la prova che lo spirito pudar loro
una cos fatta forma. Il secondo invepeader ;pi stret
tamente alle opinioni di Berkeley, ma le sue idee
sono improntate talvolta della franchezza d un au
dace Scetticismo. L Idealismo Inglese per altro, ad
onta che fosse cos raccomandato dal talento de suoi
scrittori, non pot produrre un impressione molto
durevole e profonda. Pi di esso fa forteusempre il

Loclcianismo, generando per abuso il Esiologismoo la


losoa meccanica, cio un misto di metasica e: di
scolastica colle dottrine non meno stravagantied as

surde di quelle che si ammisero nella scuola: empi

: Saggio duna teorica del Mondo ideale di,Norris, 1,704.

2 Law : Ricerche sulla idee dello spazio e del tempo, 1754.


V. Hist_oire abre'ge des sciences metaphysiques, u. partie, di
Dugald Slewart. : Hulton : Ricerche sui principj della cano

Icenza e dei progressi della ragione, 3 vol. in 4,_, 1794.

88

SUPPLIMEN'PO SECONDO

rica francese del secolo XVIII (V. pag. 210, 5 373,

vol. II ).

'
III. Snzvszsrz - Fzszozocz.
Hoolce, Smith, Darwin.

5 45
I Senszsti-Fl'siologi si distinguono singolarmente
nella loro losoa , in questo, che vi hanno asso
ciato una o pi ipotesi siologiche, con delle vedute
cos sistematiche e generali, eh essa pu dirsi del
tutto siologica o meccanica. Essi sono pi o meno
arditi al punto d inclinare sino al Materialismo. Tra
questi si annoverano Roberto Hooke, nato a Frisb
water nel 1703 I, il quale vuole che la memoria sia
formata dai sensi e dell anima, siccome un ma
gazzino stante nel cervello, e che il cervello for

nisca i materiali delle idee, le quali si conservano


tutte in una specie di catena , e quindi ognuna di
esse pi o meno lontana dall anima , ed ascendono
in tutto a 3,I55,760,0005 il dott. Smith di Cam
bridge 2, il quale immagin che i sensi e le facolt
dellanima , siccome tutte le sostanze, debbano di
pendere dalle vibrazioni eccitate o negli organi stessi
0 nella volont, e il D. Erasmo Darwin, n'al0

I Hoc/re: Opere postume, Londra, 705, in foglio, rac


colta pubblicata da Riccardo VaIler.-Essai phlosophiqlle-t,
par M. Dugald-Slewart , traduit de l anglais par Charles
Huret. Paris , 1828, in 8..
a Smith: Dell armonia. Cambridge , 1749.

FILOSOFI INGLESI

nel 1731 ad Elston nella contea di Nottingham, e


morto a Derby nel 1802, il quale porge il sistema
pi ampio d una losoa meccanica e siologica ..-0

della materialit dell anima tra gli Inglesi I.


. f
5 46.

,.
Darwin pretende che l idea 0 le idee altro .non
siano che animali movimenti, una congurazione 0
contrazione dell organo immediato de sensi. Laon<le
per esso la percezione l azione dell organo congiunta

coll attenzione , l associazione una contrazione. di


bre connesse fra di loro, la causalit un congiungi
mento tra il moto sensorio e le contrazionidell or
gano. Perci , secondo Darwin, i sensi sono capaci

di far conoscere l essenza delle cose, la sola analo


gia pu far supporre esistente da s un agente, qual
l anima; ma quest anima altro non che lo spirito
danimazione, e quindi una pi na materia, non es
sendo,immatcriale che la causa prima di tutti inno
vimenti, o sia Dio. Il siologismo di Darwin e de

gli altri Seusisli siologi o meccanici rimonta nesuoi


primordi in Inghilterra ad un epoca assai pi lon
tana che non quella di Priestcley e di Harlley, ed
ha una diretta} ed immediata sorgente, pi che nel

1 Opere di Darwin: Zoonamia or the Iaws 0J organic


Ig] injur- volumes, 8., thirde edition. London, 1794-180r.
- Observations un the Zoonomia of D. Darwin by Thom.
BNwn. Edinburg, 1798- --Quatiime Essai par Dugald-Ste
wart : Des the'orz'es mstaphysiques de Hartley , Priesteley e!
Darwin. -- Zaonomia di Darwin, tradotta in Milano , 1805,

vol. 6 in 8..
8

96

SUPPLIMENTO SECONDO

Loclrianismu, nelle particolari dottrine consuonanti con


esso. Prima di Hoolre e di Smith infatti si ricorda
tra gli Inglesi Kenelm Digby, nato nel 1603 e morto

a Londra nel X665, il quale sostenne la materialit


delle idee nel suo Trattato della natura dei corpi, e
nei cinque libri delle Istituzioni Peripatetiche del

I anno 1651 , al punto di mescolare insieme colle


operazioni dell anima umana i fatti della stessa Al
chimia. La losoa per siologica o materiale, al pari
dellldealismo inglese, invece di raccogliere proseliti,
non fece altro che eccitare fortemente l attenzione
di alcuni giovani studenti ad Edinburgo e a Glascow,
per combatterla, e preparare le dottrine e le ricer
che d una scuola del tutto nuova, qual quella de
gli Empiristi o Sperimentalisti Scozzesi, fermenti
la scuola di Edinburgo o Scozzese, la quale ripete
per pura occasione la sua prima origine dall Ideali
amo e dal Fisiologismo, senza essere n dell uno n

dell altro.

B. Fu.osorr Scozzzsx, 0 SCUOLA Scozzese.

I. Raid, Beattie, DugaId-Stewart.

6 47.
L Empirismo della scuola Scozzese . ben diverso
da quello che si avverato in Francia nel secolo XVIII

(5 373, vol. II ). Esso assai pi largo e ragionevo


le, ha nulla del solito Sensismo, ed fondato sopra

FILOSOFI SCOZZESI

9!

altri principi e sopra altro metodo, in guisa che


come il punto intermedio tra lEmpirismo francese
ed il Razionalismo o Idealismo nella scuola Tedesca.
Esso poi, lungi dall aprire una porta allldealismo o
Razionalismo, siccome afferma il Tennemann (9 416,
vol. II), ne rifugge assolutamente, standosi fermo
ed immobile sulla sola esperienza , n potendo tras
viare per essersi proposto un campo di ricerche com

prese sempre in quella. Il principio della scuola Scoz


tese o degli Empiristi di Edinburgo, si quello della
Cwcenza o dello spirito umano, come campo di
osservazione, e come prova della certezza. Il suo me
todo quello dell Inalazione applicata al medesimo
spirito umano, 0nd essa, mentre si astiene da ogni
speculazione che non cada sui puri fenomeni, va
lungi tanto dalle seducenti ipotesi del Fisiologismo ,
quanto dalle quistioni avviluppate della Scolastica e
(lellldealism0. La scuola Scozzese, quantunque am
miratrice delle dottrine di Locke, se ne discosta as

sai colle teoriche del senso comune e del senso


morale; anzi da questo lato pu essere risguardata
come un altra reazione contro il Lockianismo. Il me- .

todo ed i principi de loso od empiristi Scozzesi


furono seguitati concordemente da molti, e perci
vennero eglino a formare una scuola nel signicato
rigoroso della parola.

9 48
La Scozia anche prima d essere unita allInghil
terra, fu rinomata nella losoa. Erano gi noti
presso di lei i nomi di Andrea Baacter, nato nel
1687 ad Aberdeen e morto nel 1750 a Whittin

91

SUPPLIMENTO SECONDO

gham, il quale si rese celebre pe suoi argomenti con


tro l Idealismo, per la prova dell immaterialit del
l anima e della divinit , siccome agente immediato
ne, fenomeni del mondo a miglioramento del sistema

di Malebranclze
33g, vol. II); di Giorgio Dal
garne, autore di due opere originali, 1 una soli arte
dei segni, e l altra sui sordi-muti; di Lord Stair,
scrittore d una siologia sperimentale piena d una
rara indipendenza di giudizio e di riessione; del
D. Arbuthnot, il quale nelle sue Memorie intorno
a Martino Scriblero censur gli errori de suoi con

temporanei con vera profondit di Metasica 1. Ma


ad onta di cos grandiosi principi non potevasi dire
che avesse fatto alcun notabile progresso la losoa
tra gli Scozzesi, e meno poi che ne fosse nato un
partito od una scuola. Questa scuola ebbe la sua
primissima origine da Hutcheson, nella parte della
losoa pratica, siccome quegli che fond la dottrina
del senso morale disinteressato e fornito d un au
torit si giudicativa che imperativa (g 348, vol. II),
e dacontradditori di Berkeley e di Hume (5 347,
37o, vol. II), come furono appunto il D.'Reid,
Beattie, Oswald, e parecchi altri (5 '371, vol. II).
Per il che tale scuola conta la sua esistenza dal
Panno 1764, ovvero delle opere di Raid,- poi
ch da quali epoca soltanto s incominci a profes
sare il suo metodo ed a seguire le sue dottrine.
r V. Histoire abre'ge des sciences metaplzisiques , mora
les, etc. , de Dugald-Stewart , ux. partie , sectiou xv. Nota

inne a pag. 128..

FILOSOFI SCOZZESI

93

Questa scuola non vanta molti seguaci. I veri tra


questi sono Raid, siccome il capo, Beattie, Oswahi,
Scott, Brown e Dugald-Stcwa, i primi due come
semplici proseliti, e gli ultimi due come illustratori
ed ampliatori. Sono esclusi pertanto dalla scuola Scoz
case e il Campbell; e il Gerard, e i due Gregory,
perch sebbene anche questi appartenessero in origine

all antichissima Societ losoca di Edinburgo, pure


non pubblicarono opere consonanti coi principi della
scuola Scozzese. Archibalclo Campbell, nato nel 1696

nella contea dArgyle in Iscozia e morto nel 1757,


ha sostenuto nel suo Trattato sulla virt morale I che
la virt fondata sulla natura delle cose, inalterabile
ed eterna, propugnando per ad un tempo i amor
proprio, siccome essenziale all umana felicit, contro

i principi di Hobbes e dello stesso Hutcheson, e


somministrando i germi del sistema di Adamo Smith
intorno alla simpatia come principio della morale
(S '572, vol. II Alessandro Gerard
372 , vol. II),
nato nel 1728 a Garioch nella contea di Aberdeen
e morto nel 1795, fu maestro a Beatte, pubbli
cando nel 1759 un Saggio sopra il buon gusto, e
nel 1774 un Saggio sapr l ingegno, ne quali diede
a divedere quanto fosse forte nella Psicologia. Gio

vanni Gregory, nato nel 1724 ad Aberdeen e morto


nel 1773, stamp nellanno 1755 Papera: Veduta
acolt dell uomo, Itf": ontato con quelle. da.

gli animali, la quale era l abbozzo d un altra gran

: Jr: enquirg inlo the original o] mora! virlue. London,


1754, v0L. in 8..

94

SUPPLIMENTO SECONDO

d opera, in cui ci sera proposto di ricercare sino


a qual punto I umana perfettibilit abbia contribuito

alla nostra felicit , e nellanno 1771 le sue osser


vazioni sulla maniera di procedere nelle ricerche

losoche. Giorgio Gregory, nato nel 1754 ad Eder


nin in Irlanda, e studente ad Edinburgo, si fece cos
noscere come acuto losofo colle due opere, l una
intitolata: Economia della natura spiegata ed illu

strato secondo i principj della moderna losoa


(vol. 3 in 8., t796); e laltra Dizionario delle
scienze e delle arti (vol. 2 in 4., 1806

s 49
Tommaso Raid (5 371, vol. Il) dopo essere stato
nella sua prima giovinezza appassionato Scettico ed

Idealista, attacc di fronte l ldealismo e lo Scet


ticismo colla dottrina del senso comune e de prin
primitivi, ridotti allirrefragabile certezza dell i
stinto e della convinzione 1. Il senso comune di Raid
una facolt indipendente dalleducazione , affatto

istintiva ed irresistibile, e che richiede il grado mi


nimo di ragione 0nd essere ben usato. Esso consta

di principi o di verit anche speculative gi date ed


indemonstrabili , ed alle quali non si pu contrad
dire senza cadere nel ridicolo. Questi principj, che
il Raid chiama aacioms, rst principels, princip'els of

common seme, common notions, se_leuident tmtlu,


ovvero assiqmi, primiepr1'clpi del senso comune,

s V. le opere di Raid ristampato ad Edinburgo e a Lon


(Ira nel 1814-1825-1827.-72 Biographical Memoirs o/Tho

mas Raid by Dugald-Stevvart. Edinbnrgh., 1811 , in 4..

FILOSOFI SCOZZESI

95

comuni nozioni, verit in loro stesse evidenti, e che


partono da un giudizio puramente intuitivo, sono

le seguenti: che tutti i pensieri e le sensazioni han


no per soggetto un individuo chiamato spirito uma

no :: che reale tutto quello di cui si ha una


chiara e distinta rime'mbranza L: che lidentit e la
continua esistenza nostra Sono reali appunto per
che distintamente si ricordano : che esistono fuori

di noi delle cose, le quali percepiamo co sensi :


che noi possiamo esercitare un potere sulle determi

nazioni della volont : che le facolt naturali, al


lorch ci fan no distinguere la verit dall errore, non

sono punto erronee:che per l analogia de fenomeni


negli esseri con cui couversiamo, pduopo ammet
tere in questi una vita senziente ed intelligente al

pari della nostra. Il Raid, a questa ricerca dei prin


cip} del senso comune, aggiunse un trattato delle fa
colt si intellettuali che morali, intorno a cui sta

bili l obbiettivit dei sensi 0 delle sensazioni, porse


una teorica della percezione, siccome prova imme

diata ed intuitiva dell esistenza degli oggetti o dei


corpi, e fece una scoperta negativa sulla vera per

cezione, distruggendo ed eliminando la comune teo


rica ideale delle scuole, onde da tutti e da Locke
stesso si pensava che noi non percepiamo le cose

esteriori se non per mezzo delle loro immagini, spe


cie o rappresentazioni. Questa scoperta negativa, che
Raid stesso chiama modestamente frutto pi del tempo
che del genio, pu aver fatto avanzare la scienza al
lontanando lipotesi pi feconda di errori nelle stesse
parole, e dimostrando come vera e certa l imme

96

SUPPLIMENTO SECONDO

diata intuizione degli oggetti. Il metodo che il Reid


applic a tutte queste materie, si fu quello sempre
della pi severa analogia ed induzione, onde per esso
la scuola Scozzese diede il nome alla propria scienza
di losoa induttivo, di losoa sperimentale o Ba
coniana applicata allo spirito umano.
5 50.
Fra tanti meriti di Raid, siccome vero fondatore
della scuola Scozzese per ci che riguarda tutto il

corpo della losoa, si scorgono alcuni difetti che


gli vennero imputati e da suoi avversari, e da quelli
stessi che sono addetti alle sue dottrine 1. Questi di
fatti consistono principalmente nell aver moltiplicato
erroneamente ed inutilmente i primi principi istin

tivi:, nell essersi arrestato nella ricerca losoca ai


puri fenomeni, siccome ultimi fatti indecomponibili;
nellaver assoggettata questa ricerca, che deve esser li;

berissima, all autorit de pregiudizi persino popolari,


siccome parti integranti del senso comune, nell es
sersi ripetuto e mal espresso particolarmente ne saggi

sulle facolt, nel non aver conosciuto abbastanza le


teoriche de suoi contemporanei e de suoi predeces
sori. Quelli per che con certa amarezza gli rinfac
ciano simili difetti, debbono convenire che il D.r Reid
d altra parte . uno de pi grandi e profondi ana
lizzatori dello spirito umano, un pensatore originale

1 V. Storia della losoa di Bulhe , pag. 5: , voi. 4._.


Memorie biograche di Dugald-Stewart. -- Compendio della
Storia delle Scienze Metqsiche, etc., di questo stesso autore,
parte 111., pag. 190.

FILOSOFI SCOZZESI

97

ed un modello di metodo losoco nella severit


della suainduzione. Questi sono i titoli particolari,
onde egli giunse e co suoi principi e col suo me
todo a fondare una scuola cotanto meritamente ce
lebrata a di nostri.
551-

'

Successori di Raid sono Beattie, Oswald e Scott,


senza che per avvantaggiassero le prime sue dot
trine. Giacomo Beattz'e
371 , vol. II ), nemico {per

sonale di Hume e perci anche del suo Scetticismo,


accolse con trasporto la teorica del senso comune
siccome fondamento alla verit istintiva ed immuta
bile, ma pi del maestro aggiunse fede ai sensi,

pretendendo eh essi siano capaci di fornire una pruova


superiore a quella della nostra esistenza. Ei pretese
che tutti i ragionamenti nissero al senso comune
siccome un principio dell"umana costituzione, ed una

legge di natura onde si deve credere senza pruova


o per istinto. Oltraci il Beattie ammise la facolt
della coscienza, non tanto nel signicato del senso
morale di Hutcheson, quanto come, regola di con

dotta e come supremo principio d ogni operazione


morale , attribuendole cos tutta la forza o limpero
d una legge morale. Giacomov 0swald, ecclesiastico
Scozzese, e laltro discepolo di Raid 0 della dottrina
del senso comune. Egli ne fece un applicazione pi
che alla losoa al cristianesimo nella sua opera Del
lAppello al senso comune (9372,m~11), ed ab
iurando le sottili speculazioni trascendenti la ragione
ordinaria dell uomo, procacci di stabilire le verit

fondamentali allappoggio puramente di quella. Indi


zeszsamann - III

93

SUPPLIME'NTO SECONDO

inoltrandosi nella dimostrazione del senso comune tent


di provare che chi lo impugna insensato e fuori

dell ordine; eh esso non punto contrariato dalla


variet delle opinioni, sebbene possa essere alterato

o compresso dalla cattiva educazione, dai pregiudizi


e dalle passioni, e concluse che non c bisogno di
argomenti losoci per gli scettici e per glincredu
li, i quali sono gi confutati da s stessi. Nello
pera_di Oswald adunque non si ha che una mag
giore dilucidazione o sviluppamento della identica teo
rica del senso comune, sostenuta per con troppo
entusiasmo e con troppa acerbit contro gli avver

sari della medesima. Il D. Scott,.autore degli ele


menti dell intellettuale losoa 1 , quantunque bra
masse con quest opera di riempiere il vto d una
logica, mancante alla scuola Scozzese, e desiderata
dal Reid, non seppe sollevarsi alla grandezza dellan
sunto, meritando per molto lode nell avere espo
sto con chiarezza i principi gi noti soli induzione

nella scienza metasica e nella matematica, e nella


ver ordinatamente presentato il sistema delle facolt

intellettuali secondo la scuola.


5 5 2.
Quelli che veramente contribuirono ali ingrandi
mento ed alla fama della scuola Scozzese dopo il
D. Raid, sono i due gi nominati Tommaso Brown

' I Elements ty iritellectual PhiIosophy oran analysis on


the powers of_ the hurmin un'derstandig tendtng to a ascertuin
the princples qf a rational logie. Edinburgh , 1816 , l0tll. a
in 8..
.
~. .

mosor: SCOZZESI

99

e Dugald-Stewart (g 416 , vol. II ). Il Br'0wn at


tacc con un trattato magistrale sulla relazione della

causa e dell etto, la dottrina della causalit di


Hume divenuta pressoch comune asuoi tempi in tut
ta la Scozia per gli scritti di questo rinomato scetti
cc. Intorno a questa celebre quistione egli incomin
eia prima di tutto ad istabilire il giusto senso di
ci che costituisce la relazione della causa e dell ef
fetto. In secondo luogo assegna come sorgente de

gli errori deloso su di essa labitudine 'dellastra


zione o la supposizione che il potere o la causa sia
alcun che di diverso e di separato dalla sostanza.
Per ultimo espone con critica sagace e fedelissima la

genuina leoriemdello stesso Hume, provando come


questa tragga ali assurdo. Nelle sue lezioni poi di
losoa sullo spirito umano , che contengono effet

tivamente un sistema di losoa speculativa e pra


tica (5 416, vol. II), parte dal principio che la
losoa della materia e la losoa dello spirito siano
perfettamente analoghe in ci, che la loro cogni
zioue del tutto relativa e ristretta ai rispettivi

fenomeni, donde egli stabilisce il suo metodo loso


co, siccome un analisi mentale o intellettuale di
retta a sentire la relazione tra uno stato dello spirito
e gli altri, tra i fenomeni antecedenti e conseguen
ti, e ad escludere perci come assurda ed impossi
bile ogni ricerca sull intima loro natura ed essenza.
Questi fenomeni, che secondo il Brown formano
,_tutta la scienza della losoa dello spirito, sono ri
chiamati e percepiti dalla coscienza non come facolt
differente e separata , ma integrante i singoli senti

| oc

SUPPLEMENTO SECONDO

menti di quelli. Essi sono di due sorta, 0 classi, e


_rappresentano due stati od affezioni dello spirito,le

une esterne, come le sensazioni attuali, e le altre


interne, come le emozioni dellanima. Le prime sono

cosi semplici che non ammettono verun altra divi


sione. Le seconde si partono in istati o affezioni in
tellettuali, quali sono il ricordare e l immaginare gli
oggetti in nuove situazioni, oppure in vere emozio
m, come quando ci sentiamo vivamente commossi da

ci che simmagina o si ricorda, donde lodio,la


more, il timore e la speranza. Con che il Brown,

mentre enumera partitamente tutti i fenomeni o fatti


della coscienza , si astiene dalla comune loro divi
sione in fenomeni dell intelletto e della volont, in
fenomeni contemplatlvi ed attivi. Egli per altro niega
che il Reid abbia confutato realmente l Idealismo,

mediante la scoperta della sua percezione, osservando


che per questa non bastantemente dimostrata le
sistema del mondo esterno; parteggia pel principio
sistematico ed universale del suggerimento (sugge
stion) delle idee, che sostituisce alla comune asso

ciazione, e che diverso dall associazione di Har


tley (j 370, vol. II), considerando un

siffatto

principio del suggerimento delle idee siccome causa


di tutti i fenomeni si intellettuali che morali; am
mette in morale una specie di obbligazione anteriore
alle azioni, dedotta da originali distinzioni niorali ma
nifestate per mezzo del sentimento di approvazione
e di disapprovazione, inalterabili ed uniformi, ma
che non sono il senso morale, cui confuta e rigetta
siccome insnssistente ed equivoco nelle stesse sue espres

FILOSOFI SCOZZESI

101

sioni. Il Brown, lungi dall aderire rigorosamente alle


dottrine della scuola, si fece forte sulle proprie, non
seguitando che il metodo di quella. Egli perci lo
dato come scrittore a vedute originali, e soprattutto
per la teorica del suggerimento delle idee, siccome
prova della sua potenza nell analisi, e siccome un
pensiero che si discosta da tutti quelli analoghi de

precedenti autori.
5 53.
Dugalcl-Stewart (5 416, vol. Il), morto ad Edin
bnrgo nell anno 1828, porge nelle sue opere un si

stema di losoa teoretica e morale trattate ambe


due coll unit del metodo sperimentale della scuola
Scozzese; un compendio della storia delle scienze me
tasiche, che serve ad illustrare moltissimo la lo
soa patria; delle memorie biograche e dei saggi so

pra varj argomenti, onde spiega con moltissima per


spicacit le dottrine della propria scuola, oppure
confuta quelle opposte di Hartley, di Berkeley e di
Darwin. Nella losoa teoretica il Dugald-Stewart

tenta un analisi compiuta delle facolt intellettuali,


che riduce alla percezione, all attenzione, alla con
oezione, all astrazione, all associazione, alla memo
ria, all immaginazione , ed in essa tratta la quistione
dellorigine delle idee e delle conoscenze, affermando
che tutte non derivano dalla sensazione, quantunque
le nozioni di tempo e di numero si riferiscano alla

memoria e allastrazione, e quantunque i sensi siano


le prime occasioni, onde lo spirito riceve la perce
zione delle qualit sensibili e tutte le modicazioni
1'

ma

SUPPLIMENTO SECONDO

delle quali suscettivo il pensiero 1. Nella logica ra

zionale il Dugald-Stewart risale alle leggi fondamen


tali dell umana credenza, determinando i conni del
1 evidenza intuitiva e dimostrativa, e rigettando la
dottrina del sillogismo come vana e diversa assai dal
1 induzione inventiva di Bacone. Egli, oltre a questa
logica razionale , ne ha proposta un altra a forma
di Manuale pi adattata allo stato, presente della
scienza e della societ, e tendente a compiere la dot
trina delle prove e della probabilit intorno agli af

fari comuni ed ordinari della vita. Si rese poi be


nemerito il Dugald-Stewart anche nella morale, si

pel trattatello che ne porge ad uso di lezioni 2, co


me anche per le grandi quistioni e per i facili ed
ordinati insegnamenti che vi ha introdotto. In que

sto trattatello si tocca la quistione sullorigine delle


idee morali in particolare, stabilendosi per queste la
facolt morale a guisa d una percezione sensitive o

I V. Elemem de la Philosophie de I Esprit humain, P


Dugald-Stewart, tom. 5 in 8. Ginevra , 1808-1825 , f

dotti i due primi da Pietro Prevost, e l ultimo da un suo


nimo.
'
2 Compendio di Filosoa morale, del signor DugahlSle
wart, tradotto dall'inglese sulla xv. edizione , 1818 , di!

Pompeo Ferrario, vol. in 8.". Padova , 1821. -- Principi di

Filosofia morale alluso degli Studenti d Universit. -- L


stessa opera di Dugald-Stewart, tradotta con note da M
cal Tommaseo. Lodi, 185: , vol. unico, |2. - '- 8"

che l opera Journal des Savans, anne 18x7 , ed il suppli


menlo al Compendio della Storia delle Scienze 1PIeta/isic/xct
ec., tradotto dall inglese da [I]. J. A. Bue/son.

FILOSOFI SCOZZESI

'103

del senso morale, ed aliena da tutte le affezioni in


teressate o dellutile. Cosi molta lode si deve at
tribnire a Dugald-Stewart pel suo compendio della
storia delle scienze metasiche, perch. in esso ha div
mostrato il sommo merito anche losoco di Baco
ne , perch ha esposto il vero sistema dell Empiri
smo di Locke, provando come vadano lungi da esso
e il Condillac e la empirica scuola Francese
373,
vol. II), e perch con questo si ha una sufficiente
cognizione della losoa Scozzese pressoch ignota.
Dugald-Stcwart sommamente distinto per la fe
delt del metodo, per la chiarezza e per la faci
lit nell osservare e nell esporre, e le sue opere
sono cotanto apprezzate in Inghilterra e fuori, che
nello spazio di tre anni se ne tirarono 7,500 esem
plari dai soli Stati-Uniti. Non bisogna tacere per il
suo difetto di essere un po prolisso e tedioso, e di
mostrare una specie di leggierezza o di abborrimento

alle grandi quistioni sull origine delle idee, o sulla


causalit : sicch a taluni parve certamente un po su
perciale, quanto perspicuo ed elegante scrittore.
g 54.
La scuola Scozzese pertanto pu dirsi meritamente
la scuola dominante nell Inghilterra, la-scuola pi
compiuta che vanti quella nazione. Essa esercita la
sua influenza sopra le altre scienze, e singolarmente
sulla Storia Naturale , veggendosi accolto il suo si
stema delle facolt dal Fleming 1, ed altamente
x losoa Zoologica del D. Giovanni Flenu'ng, vol. 5
in 8.. Traduzione dall inglese, Capitolo x1 , vol. I..

104

SUPPLIMEN'I'O SECONDO

raccomrnandata dalla sicurezza e dalla novit del suo


metodo fondato soli Inazione Baconiana, dai suoi
principi della coscienza, del senso comune e del senso
o della facolt morale disgiunto da ogni elemento di
utile e di interesse, dal talento dell analisi e della
riessione sui fenomeni della coscienza o dello spi
rito, dal suo avvicinamento alla pratica ed alle scienze
dell economia e della politica , e dall essere essa la
vera scuola istorica, descrittiva ed analitica dello spi
rito umano. I difetti che possono per esserle ragio
nevolmente imputati sono quelli in gran parte di cui
fu incolpato il Reid, di arrestare cio il metodo a
troppo brevi conni, 0nd essa non ha tentato si

nora che la scienza iniziale 0 primordiale dello spi


rito, o sia una semplice psicologia; di staccare an
che di soverchio lo spirito dalla materia o dalle ri
cerche siologiche; di essere incerta e di rovesciarsi

anch essa nell Idealismo e nello scetticismo, per aver


appoggiatostntta la certezza alla semplice percezione
o ai soli fatti della coscienza; di non aver provato
che implicitamente l immaterialit dell anima, e di
essere troppo avversa alla metasica, la quale pure
necessaria a confermare l immortalit dell anima e
l esistenza di Dio. Non per da dissimularsi che
ad alcune di queste accuse rispondesi assai bene con
quello che dice con molta sagacit Dugakl-Stewart

parlando dei difetti dello stesso 1). Reid I.


x 7. Biogmplucal Memoines by Dugald-Slewart. Edinb.,
1814 , voi. in 4..

FILOSOFI SCOZZESI

105

' II. Bentlzam, Gambe, ed altri pi recenti avversarj

della scuola Scozzese.

g 55.
Quantunque sia vero che la scuola Scozzese pre
dominante, e la verace rappresentatrice del saper
losolico degli Inglesi, pure deve dirsi che si devia
alquanto da essa collo Scetticismo od Empirismo di
Bentham, che assai in voga per la singolarit de

suoi paradossi, colle ricerche cranioscopiche di Combe,


colla scuola Fr'enologica di Edinburgo, colla dottri
na morale dell interesse di Maclu'ntosh, e coll Em
pirismo pi o meno esagerato di altri, ed anche con

una tendenza pi recente ed estesa al Soprannatum.


lismo. Questi fatti sono comprovati dalle opere de
viventi loso Inglesi, venendo sino adi nostri, e
dai pi accreditati giornali di quella nazione '.
9 56.
Geremia Bentham (nota a pag. 383, vol. II ) ,
morto nell anno 183:, tuttoch nelle sue opere ab

bis per iscopo di stabilire una scuola politica piut


tosto che losoca nel senso pi comune di questa
parola, pure rimonta ai principi losoci pi astrat
ti, che pel loro insieme assumono una forma ed il
carattere d un sistema empirico ne termini del Sen
sismo 2. Il Bentlzam vuole per principio universale a
I V. EdinbwghReview or Gritical JournaZ-Revuc Britan
nique. Paris.
a Oeuvres de J. Bentham, jurisconsulte Anglais. BruxeL

106

SUPPLIMENTO SECONDO

per luogo comune, com egli dice, in morale ed in


politica quello dell utilit ridotta alla forma del pia
cere, confutando con ci l ascetismo o il sistema
che ripone la morale nella privazione de godimenti,
la simpatia e l antipatia che formano il cos detto
senso morale disinteressato; e cos mentre egli pre
some di confondere ad un tempo lo Scetticismo e
il Dogmatismo, non si mette in sospetto dei gravis
simi inconvenienti che derivano dal suo sistema, tra
gli altri quello di ricadere ci stesso nello Scetlici
smo, o sia nell assoluta .incredulit sul giusto e sul
1 onesto. Il Bentham altres nella teoria delle prove
giudiziarie, che il suo capo (1 opera risguardata ani

che come lavoro puramente losoco, porge una lo


gica fondata tutta sulla prova isterica superiore alla
razionale e metafisica, ed esamina i fondamenti del.

1 umana credenza, l impossibile , l improbabile, le


cause psicologiche della verit e della falsit dal punto

di vista sempre empirico o dei sensi. Oltraci egli


ha una Crestomazia o classicazione delle arti e delle

scienze destinata a migliorare gli studi superiori, e


che pu mettersi a contrasto collalbero genealogico
di Bacone e di DAlembert. In questa Crestomaziu
mette innanzi un sistema di facolt non abbastanza

esatto e soverchiamente numeroso, e indi stabilendo


la sua classificazione. sul principio del bifrcamento

les , 1829 , tom. 5 in 4. -- Contro Bentlmm : Introduction

ge'nrale lHistoire da Droil, par M. E. Lerminier. Bruxel


les, 1829. -- Trait da Droit Pnal, per M. P. Rossi. Brn

xelle3 ,._1829, in 8.": Cbapitre xv.

FILOSOFI SCOZ'ZBSI

107

intero o compiuto (bi/urcation exhaustive), cio sul


principio a cagione d? esempio che il soggetto di una
data scienza dotato di queste qualit, il soggetto

della stessa scienza non dotato di queste qualit,


incomincia dallontologia, dividendola in ontologia ce
noscopica e idascopica,e venendo a ciaquantasette di
visioni espresse con un linguaggio difettoso per esser
poco conosciuto. indnbitato che Bentham anche nel
la losoa trasfnse quello spirito empirico o sensu'ale
che domina nelle sue opere politiche, e eh egli ha

omai conseguito e troppo biasimo e troppa lode per


non essere stato giudicato in ragione del verace suo

merito. Le sue innovazioni singolari, i suoi paradossi


anche pi strani allenano i men cauti anche nell im
possibilit dell applicazione.
9 57.
Giorgio Gambe, presidente della Societ Frenol0<
gica di Edinburgo , quegli che, seguace caldissimo

della Frenologia o Craniologia di Gall e di Spur


zheim, cerca di diffonderla e di perfezionarla, sicco
me parte della losoa pratica e conoscitiva dello spi
rito ', e siccome la sola legittima applicazione del
lInduzione. Egli favorisce oltremodo l osservazione

ed il presagio delle facolt e dei talenti dal punto


fisiologico, e pretendendo nella Frenologia ad un

vero metodo losoco, chiama falso quello degli Scoz


1 Opere di Gambe.- The phrenological Journal ami Mi
scel/nny, 1824. - Transactions of the phrenologcal Society
instituted, 1820 , vol. in 8. - Elements qf phrenology, 1824.

Edinbnrg., vol. 12.".

\ 08

SUPPLIMENTO SECONDO

zesi ed antiquata la loro scuola. Le sue idee sul nume


ro, sulla denominazione e sullo sviluppo delle facolt
umane non sono dissimili da quelle gi conosciute

dei fondatori della Craniologia. Il suo merito sta nel


lardore per questa scienza sduttrice e specios'a, nella

determinazionepositiva della sede di ciaschedun or


gano o facolt sulla supercie del cranio, e nellag
giunta d un craniometro, o sia (1 un istrumento mi
curatore di questa. Il Gambe adunque non avrebbe
comune con Bentham che il metodo empirico o pret

temente sensuale del fatto 0 dell esperienza , e per


soprappi indiretta avversione alla scuola Scozzese
nella pretensione di applicar meglio alla scienza dello
spirito lInduzione Baconiana. Giacomo Mackintosh
mentre si dichiara fautore del metodo della scuola
Scozzese 1, ne impugna il senso morale, o sia le af
fezioni benevoli, disinteressato su cui fondato, per
accostarsi direttamente al principio dell utilit di Ben
tlzam, affermando che tutte le
il carattere dell utile generale,
capace ad eccitare in tutti gli
Le ricerche per di Maclcintosh

morali azioni hanno


e che questo solo
atti il senso morale.
non mostrano troppa

profondit , e si volgono sempre alle viste della scuola


pratica.

5 58.
Il pi marcato ed il pi rilevante deviamento che
si abbia dalla scuola Scozzese, a fronte dei loso gi
nominati, si quello di alcuni modernissimi, i quali
1 Mlanges philosophiques de sir James Maclrintosh, tra
duits de l anglais par J. Simon. Paris, 1829 , vol. 8..

FILOSOFI SCOZZESI

109

seguitano le traccie d un pretto Sensismo sostenu


to dai principi del Fisiologismo, per non dire del
Materialismo. E cosi pare che riviva in Inghilterra
anche ai nostri giorni la losoa cos detta meccanica

di Hartley e di Darwin. Tra questi Sensisti-Fisio


logi ,
pi recenti sono Morgan, Godwin, Hope,
M11 ed Hibbert, i quali tutti convengono nel punto
o nel sistema di voler considerare e spiegare i feno

meni dello spirito come tanti fatti della sica o del


I organismo.

i 59-,

Tommaso Morgan, nello schizzo di losoa mo


rale dedicata a Destutt Trac_y I , deduce tutte le idee
morali dalle necessit siche e le forze dell uomo
dalla societ , e nell altra opera, che pu dirsi la
Filosoa della Fisiologia, dopo avere sciolti i primi

problemi risguardanti lorganizzazione e la forza vi


tale, si fa a difendere la siologia contro tutte le
sinistre prevenzioni, stabilendo il principio, che sic

come i corpi si organici che inorganici traggono tutti


origine da una sorgente comune, cos anche le leggi.
intellettuali debbono essere simili alle organiche. Dopo

questo principio egli procaccia inutilmente di arre-


starsi o di ricredersi, pretendendo che siffatta iden
tit tra la leggi organiche e intellettuali non tocchi
punto l immortalit dell anima , o gli altri dogmi

importantissimi della losoa, cui vorrebbe basare


non sulla ragione, ma sulla fede. Guglielmo God
e Opere di Morgan : Skelches of the Philasaplgy qf Mo
rals. London, 1822, in 8.-- Essai philosophique da la vie.
TBIEMAD'I -" III

IO

HO

SUPPLIMENTO SECONDO

win , autore del Caleb Villiams, si cimentato

anche nella losoa, favorendo il principio delle fa


colt o del genio particolare, e della sua innita va
riabilit a seconda dell individuo, e liniitando, anzi
escludendo del tutto l inuenza dell educazione. Egli,
se non espressamente, abbraccia implicitamente le

dottrine di Morgan, alle quali si accostano di pi


1 Hope, il M'll e l flibbert. Tommaso Hope, nel
suo libro sull origine e sulle aspettative dell uomo 2,
tesse uno sfacciato elogio del Materialismo, descri

vendo la vita nel tempo e nello spazio in una con


tinua gravitazione, e volendo la materia stessa sn
blimata nelle forme della Divinit. G. Mill, pi tem
perato di Hope nei principi e nelle espressioni, si
accontenta di risolvere tutti i mentali fenomeni nella
sensazione e nell associazione , le quali formano a
suo parere tutta l umana costituzione o dello spiri
to. La sua analisi comincia dai fenomeni pi seme

plici e perci dalla sensazione, e procede ordinata


mente ai pi composti , mentre prescinde dalla no
zione particolare dell apparato siologico sulla sensa
zione, a motivo che questo non pu far conoscere gli

ultimi fatti ed i precisi avvenimenti. Del resto in tutta

l Thoug/zts on Man, Iris nature, produclions and discove


rics by William Godwin. London , 1831. - Plzilosophie da

talent, de ses limites, de son emploi _. de son. abus et de la


dure'e de ses muvres.-K Revue Britannique di Parigi, n. 15.
Juillet , 1851.

a Ari Essay on the origine ami prospects q/ man. 5 vol.


in 8.. London, 185:.

FILOSOFI SCOZZESI

lIl

quest analisi del Mill, il principio o la facolt pre


valente quella dell associazione anche a petto della
sensazione e della nominazione (linguaggio), sicco

me si lo chiama , e si ha una serie di fatti psico


logici ridotti ad una specie di sica I . Finalmente

S. Hilzbert nel suo Saggio sulle cause morbose delle


apparizioni stabilisce che nello spirito avvi la legge

del tutto sica per cui i corpi danno tutta la forza


e tutta la vivacit alle immagini e alle idee in guisa
da farle apparire pi che reali. Sicch, secondo es

so, molte delle apparizioni, delle quali porge testi


monianza la storia, sarebbero dovute in parte alle
impressioni anteriori ed in parte allimmaginazione 2.
9 60.

In mezzo'a questa tendenza di alcuni Inglesi m0

derni al Fisiologismo e al Sensismo losoco biso


gna confessare che sorgono tra essi di tanto in tanto

degli scrittori di losoa, i quali sinnalzano sopra


silfatt sistemi, e penetrano nelle idee pi sublimi della
metasica , facendosi strada anche senza volerlo al
ll'ccletismo o al sistema intermedio tra il Sensismo
e il Razionalismo. Stewart Maslrenzie nel suo trat
tate sul Bello e sul Sublime, mentre confuta la dot
trina dellassociaizione di Alison, ripone il Bello nel

segno col quale noi esprimiamo la coscienza di certi

r Anal_ysis on the phenomen qf the human mimi, by G. '


Mill. - V. il Giornale dell Indicatore dei mesi di aprile e
il maggio , 185.). Milano.
a Sketches qf the philosophy qfapparition, by S. Hibberl.
Edinbourgh, 1826,, vol. in xa..

lm

SUPPLIMEN'I'O SECONDO

effetti piacevoli prodotti in grado altissimo dalla per


cezione di certe qualit inerenti negli oggetti I. En
rico Brouglzam, nel suo discorso sui vantaggi e sui
piaceri delle scienze, dopo averle divise tutte in tre
grandi classi secondo che si riferiscono al numero o
alla quantit, alla materia, oppure alla mente, de

nisce le facolt della mente come abiti o attributi,


riconosce l uomo costituito di due parti, corpo e
mente, essenzialmente differenti tra loro, sebbene con
nesse insieme, concludendo che l esistenza dellani
ma, come anche la sua immateriale natura sono
certe al pari di qualunque scienza, e che possono
dimostrarsi con prove indipendenti dal corpo, e colla
straordinaria ed immensa sproporzione che vl1a tra
la forza delle facolt mentali e la forza corporea o

naturale della materia 2. Cos seguitano queste trac


cie d una losoa tutt altro che sensuale o siolo
gica il Cory e l Abercromlu'e. Il primo, dandosi a
ricerche metasiche sopra i risultarnenti si dellan
tica, come della moderna. losoa, e confntando
le categorie di Kant al pari del sillogismo di Ari
stotele e le dottrine comuni anche de moderni sulla
causalit, viene a stabilire la differenza tra la causa
come azione e la causa come strumento colpito dal

x Essay on some subjects connected witl: taste, by sir G.


Stewart-Maclcenzie. London , 1817.

2 The objects, advanlages, and pleausures q/Sciences. Lon


don, 1827 , 2. edition, by M. Brougham.-La stessa ope

retta, prima versione italiana di F. P. . Torino, 1851, vol.


in 12.".
-

FILOSOFI SCOZZESI .

ti!

l azione. Il secondo, parlando dei sentimenti morali


con delle massime che s accostano allanalisi che ne
fecero Hutcheson e gli altri Scozzesi, introduce in-,

nanzi a tutto una dinrisione facile e,popolare delle

facolt intellettuali e morali appoggiata al principio


che debbono essere sempre in una perfetta armonia .
5 61.

Pi di tutti questi si discostano dalla scuola Scoz


zese alcuni altri, che possiamo chiamare Sopranno
turalisti, perch vorrebbono limitare tutta la lo
soa non solo allesistenza di Dio, la quale con

nata dagli Scozzesi nella morale e non nella meta


sica pel rigore del loro metodo puramente speri

mentale, ma anche alla pura Rivelazione. Tutti que


sti, mentre convengono nell unico aspetto del loro
Soprannatumlismo , discordano assaissimo intorno

al genere delle prove con cui vogliono sostenerlo:


in guisa che ci che luno d per dimostrato, lal
tro il niega come incerto e contrastato. Tra que- '

sti Soprannaturalisti Inglesi noi abbiamo De Han


6er, il quale ha per principio fondamentale _l idea
in noi abituale di Dio,F. Flockart, che dopo aver
fatto'un esame da psicologista dello spirito e delle

sue facolt, propone la Santa Scrittura come unico


mezzo a coltivare ed a perfezionare queste facolt
medesime; Alessandro Cambia, che dichiarando in

! Melaphysical Inquiry in to the objects and resullats qf


ancient and modem Philosophy, by J. P. Cory. London, 1855,
in 8. -- The Philosophy qf the Moraljclz'ngs, by J. Aber
crombie. London , 1835 , in 8..
il
M)

l 14

SUPPLIMENTO SECONDO

competente e ridicolo il metodo di applicare gli ar

gomenti meccanici ai problemi losoci, confuta ogni


argomento metasico di Clarlce e di altri sullesi
stanza di Dio , fondandola tutta sull ordine sico,
e mostrando come l uomo circondato dalla sola ma
teria sia dapprincipio materialista, e si sollevi a poco
a poco allo Spiritualismo; Roberto Morehead, che
riconosce lesistenza di Dio siccome un fatto, e per
ci assurda qualunque sua dimostrazione a priori '.
5 62.

Tra i loso Scozzesi ed Inglesi non a dimen


ticarsi il nome di M II. T. Colebrooke, benemerito
presidente della Societ Asiatica di Londra, pel be
necio che rec alla moderna losoa non collori
giualit de pensamenti, ma colla sapiente diligenza
de suoi lavori, e colla novit delle sue traduzioni
dal Sanscritto 2. Egli il primo che in alcuni Saggi
o Memorie pubblicate ne due primi volumi delle Tran
sazioni della Societ Asiatica ( 1824-1829) abbia fatto
conoscere in Europa le scuole losoche dell India
ed i principali loro sistemi, esponendoli con una
1 On natural Hislory as applied, vol. 6, by De Hunter.
Lonclon , 1818. -- Essays on inlellectual and mora! impra
vement, ami the social virtue, by J. Hoc/rari. London, 1822,

vol. in ra. - Natural Theology, or Essays on tlze e.zistence


of Deily ami o," Providencc on the immateriality of the soul,
by the Rev. Alearander Cambia, 2 vol. in 8.. Londou , 1829.
-- Dialogues on natural ami revelcd Religion, by the Rev. Ro
bert Marehead. Edinburg., 1850, in 8..

2 Oltre ai Saggi sulla Filosoa Indiana, ci sono altre


opere di Colebrooke.

rn.osorx SCOzZESI

..5'

lingua scientica e con idee attinte allefonti della

losoa propria di tutte le nazioni. Queste Memo


rie, oltrech sono modelli preziosi dellanalisi lo
soca, e servono a far conoscere delle dottrine che
sarebbero altrimenti ignote, mostrano il sommo ta
lento losoco di chi le ha distese, e il profondo
sapere che ha il loro autore nella scienza dello spi
rito. Quindi la dotta Europa debitrice a Colebroo
Ice, di poter ravvicinare la losoa Occidentale col
l Orientale, considerata come vera scienza; cosa af

fatto nuova in tutte le storie della losoa. Altri In


glesi, seguitando lesempio di Colebroolre, porsero ul
teriori saggi quale della losoa Araba, quale della
losoa Persiana o Maomettana ,- ma i lavori di Co
lebroolce superano nella certezza , nella precisione e
nell estensione quelli di tutti gli altri: 0nd egli a
tutta ragione denominato lIndianista per eccel
lenza, luomo non mai abbastanza lodato in questo
genere di saperes- (V. Nota al 5 I, Supplimen
to Primo sui loso Indiani).

C. Fmosor1 IRLANDESI.

S) 63. Cosi parlando de loso Inglesi e Scozzesi, non


si pu tacere degli Irlandesi, i quali non hanno n

l aria, n la pretensione d una scuola, come la


Scozzese, n s appresentano colla mole delle opere,

ma colla sagacit dell analisi e dell osservazione, e

I 16

SUPPLIMENTO SECONDO

colla tendenza ad una losoa piana , sperimentale e


pratica sopra vari punti interessantissimi di Psicolo
ga e di Estetica , ed anche di Antropologia in ge
uerale '. I nomi di questi loso Irlandesi sono 771'!
liam Preston, Giorgio Miller, Riccardo Kirwan, An

drea Carmchael, Matteo Young. Questi loso 1r


landesi aderiscono in complesso al sistema o al me
lodo sperimentale di Bacone, seguitano le dottrine

di Locke, e cosi nello spirito coufutano quelle di Hu


me, formando una continuazione della scuola Scoz
zese. Il Preston comincia ad esporre le.sue idee sulla
credenza o credulit umana , ponendo questo prin'
cipio in una inclinazione innata a credere, e neces

sarie perno ali esistenza; e lasciando su di esso le


investigazioni scientifiche per ravvicinarlo alla prati

ca , siccome una specie di senso comune secondo il


Raid.
5 64.
Il Preston altrcsi, nel suo Saggio sul Ridicolo e sullo
Spirito, indaga la natura del ridicolo, le sue emozio

ni, le sue cause e le sue sorgenti, dimostrando che il


ridicolo una parte del bello mimico; ch esso sta
nel rappresentare i vizi dello spirito e le imperfe
zioni corporee, e che la sua emozione costante ca

ratteristica si quella della gioia o allegria (miri/z)


confusa stortamente col riso (laughter) da Hutche
son e da Campbell. Cos parlando delle sue cause 8
delle sue sorgenti ci viene a provare eh esso . pro

I V. The Transactz'ons qfthe Ro_yal [rise/a Accazlemy, 1733.


Dubliu.
'
'

FILOSOFI IRLANDESI

i 17

dotto dai piccoli vizi e dalle piccole infermit, se


n ne nascono la compassione o il disprezzo, ed in
singolar modo dalle azioni dei bruti imitanti quelle

degli uomini, dai disastri che non hanno una se


ria natura , oppure dalla disconvenienza delle paro
le, dei gesti, dei sentimenti e delle azioni 1. Il lllil
ler cerca 1 origine e la natura del Sublime fram4

mezzo alle varie opinioni e denizioni di Kaims e


di Blair. Egli si pone ad indagare lindole del Su
blime dall analogia tra gli oggetti visibili e menta
li, ammettendo tre specie 0 classi di Sublime, e men
tre coml:iatte la comune dottrina sulla semplicit od
unit della sua emozione, stabilisce un principio pro
prio o particolare a ciasched una classe. Lo stesso Zlfil

ler, con una dissertazione sulla certezza e sulla pro


babilit, investe acremente lo scetticismo, tentando
di piantare i principi pi stabili dellumana credenza

colla stessa autorit di Bacone 2. L idea capitale per


tanto di ]V[iller in cotesta sua dissertazione si che

gli errori dei Metasici sono prove d un esperienza


negativa pi valida della stessa esperienza positiva.

Applicando pertanto quest idea alla determinazione


dei principi della fede o della certezza umana, dopo.
aver dimostrato il difetto di Loclre sull origine e

sullestensione di essa, distingue le sue ricerche in

I V. Essay on ridicule, wit ami rumour, by William

Preston, 1790. - An Essay on credulily, 1805.


a V. An Essay on the origin and nature. qf our idea of
the Sublime.- On the nature and limils qf certainty ami pro
bability, by George Miller, 1795.

n.8

SUPPLIMENTO SECONDO

tre classi, in quelle che comprendono le nostre idee


paragonate fra loro, senza verim riguardo alla re
lazione della causa e dell effetto , in quelle nelle quali
si considera direttamente o indirettamente siffatta re

lazione, ed in quelle che si riferiscono alla natura


delle cause o alla maniera di queste idee od opera
zioni. Nelle prime egli colloca la certezza dimostra

tiva, nelle seconde la probabilit, nelle terze ed


ultima lassoluta ignoranza. Con che si attiene stret
tamente al metodo sperimentale, escludendo tutto
l ideale 0 possibile. Il torto di questautore di aver
esclusa la cerlezza dalle idee morali e dalla testimo
nianza, ammettendo la sola probabilit per essere
troppo conseguente allo stretto Empirismo, come il
suo merito sta nel mostrare che coi sensi noi non

vegg'iamo che i cangiamenti del corpo nostro e de


gli oggetti circostanti, e il loro ordine analogico e

successivo, ma non mai la natura della causa, e che


ad onta di ci in siffatta conoscenza negativa scor

gesi una qualche scoperta che sta nel comprendere


una nuova analogia di effetti dapprima non cono
sciuta. Sono assai belle le sue osservazioni sulla co
scienza, come causa dell intellettuale e del mora

le, la quale, quantunque non ci dia veruna norma


per iscoprire la natura dello spirito e l azione delle
cause morali, pure conduce a stabilire con giusto
e sicuro fondamento un criterio delle cause e degli

effetti che si succedono, le regole pel regime delle


passioni, e l impero sulle cause medesime , onde
renderle utili ed importanti alla vita e alla nostra

morale condotte. Afne molto a queste idee del Ml

FILOSOFI IRLANDESI

l 19

ler_ il trattato sulla forza della testimonianza, di


lilatteo Young 1. Egli stabilisce il principio che lin

duzione della verit dei testimoni dipende dallesfe


rienza del passato , come le stesse indnzioni della
sica; confuta le dottrine de loso che la derivano
da una naturale ed organica tendenza ingenita o an
teriore allesperienza , o da un doppio istinto 1 uno
a dire la verit, e l altro alla credulit o creden
za, e conclude che la testimonianza ha dei gradi di

probabilit espressi da una frazione che dinota il va


lore dellaspettazione, e che proporzionale al nu
mero di previ esperimenti 0 casi simili. Ci che

singolare si che quest autore, dopo aver limitata


la testimonianza ai conni della probabilit, sostiene
eh essa capace d una convinzione superiore a qual
siasi altra esperienza, _a motivo che possono esservi

pi testimoni sulla verit d un fatto individuale, lad


dove non pu esservi che un testimonio solo per
molti fatti od esperimenti.
5 65.
Carmielzael non ha che un trattatello sullinuenza
dell abitudine e della novit 2, nel quale considera
cotesti due principi siccome opposti, quantunque ge

nerali e costanti nell umana natura, ed suo scopo


quello di tracciare con esattezza il graduale sviluppo
ed andamento loro nello spirito. A questo ne in

i 7. On thejbrce q/' Teslimony in- establishingjct con


trar:y lo analogy, by the Rev. Mathew Young, 1798.
2 V. _An Essa7 on the inuence qf Habil, considered in

canjunclion with the love qf noveliy, by Andrcw Carmichael.

mo '

SUPPLIMENTO SECONDO

daga la loro prima origine , mostrando come l abi


tudine nasca dalla novit , come la novit sia una
pena, e l abitudine un piacere, e come esse vadano
distendendosi ed applicandosi non solo nell intellet
to, ma anche nella volont, nelle sensazioni, e nello
stesso corpo, al punto di formare il pi intimo rap
porto nelle facolt morali o razionali, col bello, col
buono, colla virt e col vizio. Il losofo Irlandese
che ha abbracciato pi argomenti metasici, e che

prevale nella profondit metasica, ci pare essere il


Kirwan. Egli ha quattro trattati, il primo sulla li
bert umana, il secondo sur alcune proposizioni scet
tiche di Hume concernenti lumano intelletto, il terzo
sullo spazio e sulla durata, lnltimo sulla felicit, e
in tutti questi mostra la somma sagacit della sua men

te a fronte degli altri suoi connazionali 1. Intorno al


l umana libert ha delle viste acute per ci che con
cerne alla moltiplicit o innit dei motivi e. al modo
onde si porgono allo spirito o dalla sensazione , o
dall immaginazione, o dalla passione, 0 dal senso del
dovere, o dal rimorso, o dal morale istinto. I pri
mi tre modi formano la percezione de motivi , ed
in essa lo spirito passivo. Negli altri avvi la ri
essione , e lo spirito attivo. Anche nella perce
zione per ci vuole uno sforzo per rispingerla ed
allontanarla. Ci che si ricava di veramente fruttuoso
i V. Essay on human liberty. --Remarks on some scepti
eal posilions in M. Humes Inquiry concerning the human un
dgrstanding ami his treatse of human. nature-On space anzi
duration. Happiness, by Ri0/mrdKirvvan, I Soo- 1805-i805-1809.

FILOSOFI IRLANDESI

I)!

da questo primo saggio del Kz'rwan intorno alla li


bert umana si il veder ridotte tutte le obbie
zioni e tutti i cavilli contro di essa allinesattezza

di applicare la frza o la potenza ai motivi 0 alla


passivit dellanima.
5 66.
Il Kirwan prova contra a Hume con una specie
(li dimostrazione tutta d esperienza che non possono
esistere gli esseri senza una causa; che dalla cogni
zione di molte leggi o propriet generali sorge una
dimostrazione sperimentale a priori; che basta un

solo fatto ad accertare la costanza delle leggi della


natura; che la credenza comprende necessariamente
il congiungimento didue oggetti, n pu essere ri
(lotta alla percezione d un solo, e che lo Scettici
smo di Humeintorno alla testimonianza fondasi sul
doppio signicato equivoco della parola esperienza
ristretto ad un senso personale e nostra anche ne
gli altri uomini. Intorno allo spazio il Kirwan af

ferma eh esso non una mera capacit a ricevere


i corpi o la penetrabz'lit, n una sostanza , n un
modo di sostanza, n la negazione o l assenza della
materia secondo Berkeley e Law, ma si bene la re

lazione di due o pi corpi l uno distante dallaltro5


sicch. tutte le sue relazioni sono mentali, ma di 0g

getti reali, ed aventi il lor fondamento nell estensione.


Relativamente alla durata egli conviene eh essa suc
cessione o coesistenza per gli esseri creati, in guisa

che un essere esistente per un soloistante non avrebbe


durata, perch alla coesistenza vi vogliono pi istan

ti. Cosi soggiunge che la durata come una continua


TIIIN '-" "I

I I

122

SUPPLIMENO SECONDO

zone dellesistenza non ha che una denizione ver


bale, e non di senso o idea, che il tempo non ha
parti; che la sua durata 0 sospensione non che
la riessione posta alla successione, che leternit
noomprensibile, ma non assurda, che in essa non
c successione, e che positiva, e non gi nega

tiva o privativa soltanto, siccome pretendono alcu


ni. Rispetto allajlicit il Kirwan la pone nello stato
di piacere assoluto, cio non misto colla pena. Dopo
questo ci considera la felicit nella sua realt, o sia ne
gli stati diversi dell individuo, e allora trova ch

essa suscett<iva di gradi secondo il numero, 1 in


tensit, la durata e la complessione de piaceri.
5 67.
Una continuazione non lontana del metodo e de

principi della scuola Scozzese, ci viene. oll'erla (l-ll


genere e dalle tendenze degli studi anche di losoa
pura negli Stati Uniti al America. I dotti ed i
loso di questa nazione dirigono la loro applicazione

singolarmente alle scienze pratiche ed utili, quali


sono le siche, geograche e mediche. Essi, inglesi
d origine e di linguaggio, prediligono il metodo
Newtoniano applicato alla losoa dello spirito,

studiando con vero amore gli Elementi della losoa


dello spirito umano di Dugald-Stewart, ed appli
cando pi largamente e pi fedelmente il metodO
sperimentale Scozzese, o la losoa dell esperienza,
nelle pi diligenti ricerche intorno alle lingue ori
ginal-i o indigene. Se ne ha un bel saggio nellopera

di Poter S. Duporrceau nel suo rapporto a ml


, liam Filghman, segretario del Comitato lstoric0 1

FILOSOFI IRLANDESI

123

Letterario della Societ losoca americana. . Lau


toro avendo per iscopo collo studio delle lingue in
diane d America di porgere una collezione di fatti

per la, losoa , che valgano a distendere la storia del


1 umanit, si d tutto al metodo sperimentale che
tiene per il pi certo, e con questo crede d aver
trovato : I. che le lingue americane in generale sono

ricche di parole e di forme grammaticali, conser


vando il pi grand ordine nel metodo e nella re
gola frmmezzo alla loro complicata costruzione;
2. che queste forme complicate chiamate polisinteti
che, esistono in tutte le lingue americane dalla Groen

landia al Capo Horn ,- 3. che queste forme sem


brano essenzialmente diverse da quelle delle lingue
antiche e moderne dell antico emisfero: e tutto que
sto ali appoggio dei Dizionari e Grammatiche, o sia
ne termini del metodo sperimentale Scozzese 0 Be
~coniano.

9 68.
\
Da tutto ci agevolmente comprendesi che la fi
losofia recentissima Inglese 0 Scozzese molto ri

stretta e parca nella speculazione: il che dipende in


parte dal metodo Beioouiano accolto e fedelmente se
guitato dagli Scozzesi, ed in parte dal sistema delle
universit poco carenti dei progressi delle altre scienze,
e dalla superiorit o inuenza degli studi positivi e

1 Transactions (f the historical ami lilerary Comvzitee qf'


the American plu'losophical Society, vol. 1. in 4.". Pliiladel
phia , 181g.
'

124

SUPPLIMENTO SECONDO

pratici dominanti nella Gran Brettagna . Questo


per non un fatto cos permanente da decidere
della perpetuit del carattere e dell inclinazione del
l Inglese losoa. Gli sforzi di Nitsch e di Villich
(5 416 , vol. II) tendenti a far conoscere il Kan
tismo o l Idealismo germanico non sarebbero forse
ora cosi vani e cosi ridicoli. In Inghilterra si leg

gono e si ammirano le opere di Cousin e di altri


fautori del Platonismo e del Trascendentalismo. In

Inghilterra anca da pi liberi pensatori viventi si


sono posti fuori d uso 1 Utilismo e la losoa mec
tanica. Nell Inghilterra s insiste pi che mai nello
spirito di riforma anche nelle scienze, e l Universit
di Londra ha adottato un insegnamento pi esteso

e pi teorico in quelle. In Inghilterra tutto annuncia


un movimento di idee losoche. Ma a qual parte
mai o a qual sistema si volger siffatto movimento?
Ultimamente in Inghilterra e singolarmente in km

zia, cv la sede della losoa, si dichiararono ap


parizioni fosforiche, puri fantasmi gi passati, il Kan
tismo, il Ficlttismo, lo Schellingltianismo e l Hege

lismo, e si grida pi che mai ad una losoa pi


conforme ai bisogni della societ, alla losoa reli
giosa e pratica. Questa losoa religiosa , che il
risultamento dell assoluto o della losoa germanica

dell Identit, che modicata e diffusa gi in Fran


cia, e per l'armonia e per la comunicazione de loso

1 Ite/leclions on lhe decline qfscience in England, by Cluvis

Bnbbnge, 1850. - V. Edinburgh Beview.

FILOSOFI IRLANDESI

125

Francesi cogli Inglesi intorno a molte idee di giu-


risprudenza losoca, come anche pel desiderio de
gli Inglesi di conoscere la losoa Tedesca in tutti
gli ultimi suoi sviluppamenti, non sarebbe impossi
bile che avesse a metter radice anche in Inghilterra
ad imitazione del Soprannataralismo o dellassoluto
religioso di Krause, di Wronski e di S. Simon. Ma
questo 'non che un presagio, e i presagi a nulla

valgono in una storia della losoa. Cosi potrebbe


darsi, e questo ci pare pi probabile, che la pre
valenza della scuolalstorica che mira a creare a poco

a poco una specie di losoa civile o sociale, o del


progresso, non ignota neppure agli Inglesi, andasse
a stabilire tra essi una losoa pratica e sperimen

tale , assai diversa da quella'che si coltivata nora


dai Sensisti, dagli Idealisti e dai Soprannaturalisti

di quella nazione.
5 69.
Di quest ultimo nostro pensiero farebbe una certa
fede il discorso d un losofo sulle epoche di cri
tica e di creazione inserito nella Rivista Britan
nica ed in quella di Edinburgo I. In. questo di
scorso si fa la distinzione delle epoche critiche e
di creazione, non molto dissimili da quelle di Saint
Simon. In questo discorso si dichiara ammalata la

societ , perch vive di critica, in uno stato pas


sivo, pieno di curiosit e dincertezza, essendo pro

prio cieli ammalato di guardarsi intorno, di por


_____---,
i Re'vuc Britannique, n. 17 , novembre , 1851.
il

126

SUPPLIMENTO SECONDO

mente 0 attenzione, d essere inquieto e di interro


gare: laonde disseccandosi e decomponendosi la vita
coll analisi e colla critica, ci sono in esse tuttii
sintomi dimalattia e di dolore. Queste epoche cri

tiche o di critica si fondono, imitano, distruggono,


ed hanno la facolt meccanica del raziocinio. Le
epoche invece creatrici creano e fabbricano, non
sanno n conoscono la loro forza , la (loro sponta

neit, operando coll intuizione, potenza reale dello


spirito. Le une periscono come un sofo di vento,

le altre sopravvivono e traggono con s gli uomini.


Un sofo di vento ha disperso gli scolastici con tutti
i loro corollarj, dilemmi, divisioni ed argomenta
zioni: una parola di Dante ha strappato per sem
pre il velo che coprivala verit. Queste epoche sono
proprie tanto delluomo individuo, quanto delluo
mo nello stato civile di nazione. Dalle epoche di cri

tica o di debolezza e di malattia sorgono quelle di


creazione, o di vita: quindi per esseavvi un perfetto
contrasto tra l organismo e il meccanismo, tra la po
tenza vitale e la critica. Il nostro secolo tutto ana
lisi e critica. Lalosoa ha perduto il suo carattere
di creazione; non esercita pi uninuenza sulla vi

la, non regola le azioni, e si riduce a pure forrnole


logiche. La metasica la malattia cronica dellu
manit. Si vuol fare uscire dal dubbio la negazione
o il convincimento: e cosi cominciasi dal nulla e si
nisce al nulla. La metasica adopera un falso me

todo: essa pretende analizzare l intelligenza ed i suoi


fenomeni. lanatomico che porta lo scarpello,ma

invauo,sulle proprie bre. Il pensiero per essa non

mosor1 mr_.snmasr

127

"mena pi all atto. Non si domanda pi che cosa si


debba fare, n come; ma quale analisi convenga in

traprendere. Siamo piombati nel pi oscuro abisso


di questa metasica contraria all azione, e distrug
gitrice della forza operante cogli stessi risultati della

sua critica e della 'sua incredulit. Avanziamo nelle


tenebre, ma la forza potente della creazione si di
batte, non bisogna disperare dell umanit: il pro
grasso suo visibile. Tutto si trasmuta: poesia, ar

ti, non sono che una trasformazione continua, ed


un movimento inevitabile. Le stesse speculazioni di
metasiche oziose e multiformi apporteranno il loro
frutto. A forza di fondere.e di distruggere si rico
noscer il bisogno di creare e di edicare. Gli no
mini ballottati tra i sistemi e le teoriche, tra le
sterili negazioni e le analisi, ritorneranno inne al
1 azione, alla v\olont, alla vita reale. Ecco accarez

zata anche in Inghilterra la losoa del progresso,


la losoa sintetica o dellumanit, la losoa pra
tica, universale e sociale di S. Simon e de suoi se
guacL
A rinvigorire cos fatta tendenza potr forse con

correre il sistema morale del piacere 0 dell utile,


prodotto ultimamente dal Bowrz'rw
e collautort di
Bentham ' ? -In questo sistema si pretende di con

i V. Oeuvres de J. Bentham, tom. 4. -- Dentologie on


Science de la morale. Bruxelles, 1854. Quest'opera com

pilata da John Bowring, sugli scritti del Bentluzm, e tra


detta dall inglese da B. Lnrache.

128

SUPPLIMENTG SECONDO zc.

ciliare il dovere colla felicit, si riduce tutta la virt


a produrre il bene maggiore possibile. E un tale si
stema pu essere egli un indizio di perfezionamento
o di progresso nella losoa? Gli Inglesi e tutti gli
altri loso abbisognano ben d altri principi , onde

recar la scienza al punto d un elevata perfezione.

FINE

DEL SUPPLIMLNTO SECONDO

SUPPLIMENTO TE BZO

FILOSOFI FRANCESI MODERNI


u umano n. 5 4|7 ma. vol.. u.

s 10
Non vero che dopo Condillac tutto si muova
in Francia nella sfera dellEmpirismo e della sica
atomistica, o che l Ideologia e il sistema psicologico
di quell autore siano il perno della losoa Fran
cese a tempi nostri. Se ci poteva .esser vero sino

alla caduta dell Impero (i814) e all epoca della se


conda edizione del Manuale di Tenn6mann (1815),
non lo era pi all epoca della quinta edizione( 1820 ),
colla quale il sig. Wendt tolse ad integrare ed ai
ricchire lopera. Le mutate circostanze politiche sotto
la Ristaurazione, la dottrina losoca importata per
cos dire dall estero, il riaprimento in Parigi della
scuola normale di losoa , le incalzanti e ripetute
confutazioni della teorica della sensazione, il discre

dito del materialismo e de suoi sostenitori, gli sti


moli della discussionemccadecnica non pi ammuto
lita dal potere e dalla diversione degli spiriti ad al- _

tri studi, lo stesso spirito di libert losoca congiunto

|30

SUPPLIME'NTO TERZO

coll odio del passato, col desiderio di rinnovare il


presente, i nuovi avvenimenti politici, cambiarono

siffattamente il carattere e la tendenza della recente


losoa Francese eh essa omai vlta e tramu
tata in_altra od in altre colf assoluta defezione dal
Condillaclzismo, se si eccettuano alcuni avanzi di

questa dottrina conservati ancora in parte da un


principio di persuasione, in parte dallamor proprio
che non 'cosi facile a ricredersi , in parte da una

cicca deferenza al Sensismo od Empirismo dogma


tico. Questo cambiamento non fu repentino, ma

lento sulle prime, e dopo rapido nel suo corso; sic


ch in pochi anni ha potuto dar origine alle scuole
a) degli Empiristi o Sensisti, 12) dei Razionalisti od
Idealisti ,- c) dei Soprannaturalisti ,- d) degli Eccle
_tici ,- e) dei Filosofi del progresso, che la scuola ul
lima de giorni nostri [

t Continuando noi a classicare i filosofi moderni coi


soliti sistemi dellEmpirismo o Sensismo, del Razionalismo o
Idealismo , del Soprannaturalismo e dell Eccletismo,avver
tiamo primamente che queste formole o denominazioni di
sistemi sono assai inesatte ed imperfette. Per esse il Da

miron pone tra Sensisti il Destult de Trae), il Cabanis e


il Broursais tanto lontani nelle loro dottrine. Ma queste for
.molo o denominazioni sono date dal linguaggio losoco ,

dalla storia della losoa, dell opera a cui 5 aggiungono


siccome parte integrante i nostri Supplimenti; quindi era
impossibile per noi il correggerlo o il mutarle. In secondo
luogo vogliamo notato che al Sensismo o allEriapirismo

in generale, non ride appicoarsi lodioao signicato del


materialismo, siccome datroppo caldi Razionalioti e So

FILOSOFI FRANCESI

181

s 7'
Gli antecedenti del rinnovamento della losoa
Francese e della formazione delle presenti sue scuole
esistono nell insufficienza del Condillachismo alla
scienza dello spirito umano, e nella confutazione di
esso per parte di quelli che v erano aderenti. Il Con
dillachsmo per la sua facilit e popolarit, per lin
uenza ed estensione della sua autorit non pot di.
struggersi affatto ed in un momento. Anzi, esso sn
perstite ai primi anni del secolo decimonono, sicco
me rappresentatore il un pensiero 0 sistema loso
co , venne a formare lacldentelato tra la losoa del
secolo presente e quella del secolo gi trascorso. Il
Condillachsmo , siccome superstite al secolo i'g.,
siccome una losoa gi in voga , spieg una certa

forza o resistenza sino a di nostri nel Sensismo, nel


1 Ideologismo e nel Fisiologismo, siccome sue tre
forme pi o meno temperate, nch venne sover
chiato, se non distrutto, dalle scuole contrarie.

prannaturalisti si suol fare: tra l empirismo o sensismo in


generale, e il materialismo in senso proprio, ovvi uninnita
distanza, un essenziale differenza. Per ultimo dichiariamo che

collocando tra gli Eccletici tanti bravi uominir e tanti pro


fondi pensatori, nostra mente di parli non tra i Sincro
tisti od Eccletici antichi (2 ad: , vol. I) , ma si bene tra
quelli che professano il Sensismo e il Razionalismo , o il loro

composto (Dualismo, 2 59, vol. I).

132

SUPPLIMENTO TERZO

I. Smvszsr: od Enruusrz.

a) Msrenuuswr. - Condorcet, Volnqy e Game

5 72
Il Condllachismo o la dottrina della sensazione
con tulle le sue conseguenze, sebbene fosse gi per

venuta al sommo del Sensismo, anzi al prelto ma


terialismo, con La Mettre, con Elvezia, con Mira

beau, con Holbac (5 373, 374, vol. II), non si


rimase da altre prove in Condorcet, in Volney e

in Garat.-- Maria Giovanni-Nicola Cavinat, mar


chese di Condorcet, nato a Ribemant in Picardia nel

l anno 1743, e morto esule nel 1794 , uno di


qua loso, che quantunque nel suo favore esage
rato pei principi del Condillachismo non abbia dato
segno dun materialismo esplicito, pure lo ammise in
plicitamenle o dcdutlivamente nella sua opera pi ri
nomata e postuma d uno schizzo sui progressi dello
spirito umano 1. Egli stabil il principio, che noi
per Conoscere non abbiamo che i sensi 0 la sensa

zione, siccome principio di tutte le facolt; che luo'


mo nasce colla facolt di ricevere le sensazioni, di

percepirle, di dislinguerle, di combinarle e di espri'


merle con segni; che questa facolt si sviluppa me
/

r Condorcet: Esquisse dun tableau hislorque de: pr0


grs de l'esprit humain_. qualrime clition , vol. 1 , 12.". G
nes, 1798.

FILOSOFI FRANCESI

i 33

diante l azione degli oggetti esterni e la comunica


zione cc nostri simili, che le sensazioni sono accom
pagnate da piacere e da dolore, e che l uomo ha

pure la facolt di trasformare queste impressioni mo


mentanee in sentimenti durevoli dolci 0 disgustosi,

di provare questi sentimenti alla vista degli altri es


seri sensibili, donde le relazioni dinteresse o di do
vere, o sia la morale. Questa facolt della sensazione
combinata con tutte le altre secondo il ragionamento

e i fatti non ha alcun termine. Laonde la perfettbi


lita dell uomo realmente indenita, n pu essere
giammai retrograda o retrogressiva: con che il Con
dorcet viene a distinguere lo schizzo dei progressi dello

spirito dalla metasica, facendo consistere questa nel


conoscere i fatti generali e le leggi costanti dello svi
luppamento delle facolt, e quello in siffatto sviluppa
mento considerato nesuoi risultamenti, 0 rispetto alle
masse degli individui, di generazione in generazione.

Questo schizzo eccit lattenzione non per la dottrina


della sensazione materiale, esposta anche troppo gros
solanameute, ma pel nuovo punto di vista isterica e
sociale che dnvasi con esso alla losoa e alle impor
tanti quistioni sulla perftu'bilit umana, quistioni che
servirono di base alla nuova scuola de Sansimoni
sti. -- Costantino Francesco Casseboeuf, conte di
Volney, nato nel 1757 a Grana, e morto a Parigi

nel 1820, parti dal principio della sensazione o dei


sensi, facendone una mostruosa applicazione alla psi
cologia ed alla morale. Egli in questa and al mate
rialismo fondandola sul generale principio che la

nima altro non sia che un prodotto della materia


TBNI(BMAEN _' Il!

12

134

SUPPLIMEN'IO TERZO

organizzata; e dopo averla considerata siccome una .


sica dei sensi, divenne al principio che la conser
vazione sica la fonte di tutti i doveri e di tutti
i diritti I. E cosi Volney altro non fece che esten
dere edamplicare la morale dell interesse o del
I utile dei matcrialisti suoi predecessori-Non dissi
mili dalle dottrine di Condorcet e di Volriey sono
quelle di Garat, nato nel 1758, e conosciuto per la
sua Ideologia spiegata alle scuole normali. Egli in

segnava cbe noi non abbiam che la facolt dei sensi


0 di sentire, escludendo il senso intimo e la coscien
ma, ed ammettendo la sola percezione del mondo
sica. Con questo principio dovette trascorrere aller
rore che il vizio e la virt, il piacere e il dolore

siano percezioni non dissomiglievoli da quelle del co


lore e del suono.
'

'

5 7-3.
Queste conseguenze e queste assurdit non inerenti

nel Condillachismo, ma nel suo abuso e nelle sue

fallaci applicazioni, furono sentite ed evitate in gran


parte da alcuni seguaci di Condillac, sotto il nomadi

Ideologisti, donde l Ideologismo. L Ideologismo aveva


gi incominciato in Francia ali epoca del 17944795
collanalisi delle idee. Il suo principio fondamentale '
'mirava a cercare l origine e la natura delle idee col
sussidio dei sensi 0 della sensazione. Questa era la

dottrina non solo de losb e de professori alle scuole

normali, ma del Governo, della Sezione 0 Classe del


: Cale'clzisme de (ai naturelle, 1795. -Opere di Volrm':

1826, vol. 8 in 8..

FILOSOFI FRANCESI

n35

l Istituto delle scienze morali e della famosa Societ


0 Accademia di Auteuil, alla quale appartenevanoi
pi distinti ingegni di quella Sezione. Tra gli Ideo
logi o Ideologisti sono distinti il Destutt de Trac),
il Degerando, Lancelin ed alcuni altri.

la) Inzor.ocxsrn .-- Destutt de Tracy, Degerando.

9 74
Deslutt de Traoy, nato nell anno 1754, porge un
compiuto sistema di Ideologia, che pu risguardarsi
siccome il compimento della dottrina della Sensa
zione o del Sensismo. [l sistema ideologico del Destutl

de Tracy partesi nell ideologia propriamente detta,


nella grammatica, nella logica, nel trattato della volon

ta' '. L Ideologia di Tracy, come scienza della forma


zione, dell espressione, della deduzione delle idee, ri

duoesi tutta al pensare o al pensiero, ed il pensiero


con tutte le sue facolt alla sensibilit, e la sensi

bit alla memoria, al giudizio, alla volont. Qua


'

x Opere di Destutt de Tracy: ldmens dideolage, 3. cli


tion , 5 vol. in_8.. Paris , 18q.-Oeuvres compleles, 8.

Ideblogie, premire partie, vol. 1 , 1827.-Grammaire mi


wnne'e, deuxime partis , vol. x , 1825.- Logique, suivic da
pbuieurs ouvrages, 2 vol., 1825.-- Traile' de la volante, qua
tri.me et cinquime parlie, vol. : , 1826. - Elementi dl
Ideologia, per la prima volta pubblicati in italiano con pre

(azione e note del cav. Compagnoni. Milano, 1817,V01. II

in 8. - Commentario sopra lo spirito delle leggi di Man


Iaquieu , prima versione italiana , 1820. -- Opuscoli inediti,
vol. unico , 12. - Collezione de Classici metasici. Pavia,
18m

136

SUPPLIMENTO TERZO

sto sistema chiaro e semplicissimo, ma fallace ed


inesatto rispetto alla sensibilit o alla sensazione come
causa e forma di tulle le facolt dell anima, o del
pensiero, povero ed angusto nella psicologia o nel
1 analisi della coscienza , e ben lontano dal far so

spettare nemmeno il duplice modo di agire delle fa


colt , l uno istintivo, e l altro ressivo. Nella gram
matica , come scienza dei segni 0 dell espressione

delle idee ,procede il Traey all analisi del linguag


gio risolvendolo in un sistema di segni, ogni siste
ma di segni in un discorso, il discorso nella mani
festazione delle idee col giudizio, il giudizio nell atto

di sentire Ira un idea e l altra la relazione del con


tinentc al contenuto, e Vallo di sentire od espri
mere questa relazione nelle proposizioni composte
dei nomi, dei pronomi, delle interjezioni. Sicch
per Traqy la grammatica altro non che una con
Iinuazione~ dell Ideologia, il discorso un comincia
mento dei giudizi 0 delle proposizioni, o sia della
' logica. Nella logica, Tracy mostrasi avverso alla sco
lastica ed al suoformalismo, seguendo in ci il BLlf'
fier che pu dirsi il Padre o precursore della logica
moderna Francese , e venendo ad istabilire come
I Opere del P. Ba er: Les principes da raisonnement
cxpose's en deux logiques nouvelles. Paris , 1714 , in 8. Cours de sciences sur des principes nouveaux, in fol.. Paris,

1752. -- Il Padre Buer il primo in Francia dopo C


tesio che abbia riconosciuta l'insufficienza del Sillcgism0,
e ristretta tutta la logica ad una formula semplicissima, alla
scienza, cio, di connettere a legare due idee ridotte alli
dentit.

F'ILOSOFI FRANCESI

137

certezza primitiva il fatto del sentire o della coscien


za, propone, siccome criterio della mente sana 0
del vero, la jbrza della riessione, onde la mente
separa dall idea propria o presente tutte le altre
estranee impressioni, e due o tre regole per la far
nazione o deduzione dei raziocinj. Egli nella morale
non poteva che esser consenziente col suo Empirismo
o Sensismo ideologico , e {perci considerando la mo
tale siccome una pura storia delle affezioni, dei sen
timenti e delle loro conseguenze, ha posto il prinei<
pio della simpatia qual norma del bene e del ma
la. I meriti del Tmc)r stanno nella nezza e nella
chiarezza dellarialisi, nella forma sistematica o nella

comprensione della totalit d un sistema; siccome


sarebbe suo demerito la tendenza un posospetta di
certi principi e di certe conseguenze, ore non pro
testassero altamente contro di essi una conosciuta in
nocenza di intenzione, una vita piena di massime

oontraddicenti colla speculazione.

9 75

L Ideologismo propriamente detto , rivolto a tutto


le pi grandi quistioni sull intelligenza e sulle idee,
ml linguaggio , e quindi al principio della sensazione,
temperato colla riflessione, crebbe a fama colle due
opere del Degerando, l una sui sistemi comparati di

losoa, l altra sui segni o sull arte di pensare, e


coi principi pi larghi della sensazione, che vennero
professati da altri ldeologisti I. Nella prima, il De
1 Opere di Degeranda : Des signes et de l'art de pensar
wnsidue's dans Ieurs rapports naturels. Paris , 1800 , vol. 4
12''

138

SUPPLIMENTO TERZO

gcrando manifesta 1 opinione che non si pu aver


un idea tal qual al presente chiara e distinta,
senza aver sentito e riettuto. Il suo sistema isterico

si quello di giudicare tutte le dottrine losoche


col principio empirico 0 dell esperienza e della ries
sione, e quantunque ristretto, essendo limitato alla
semplice origine delle idee e delle conoscenze, pure
torna importante colla compiuta notizia d uno de pi
grandi problemi della losoa. La seconda opera fu
in risposta al programma anno 5. dell Istituto Nazio
nale di Francia: Determinare l inuenza dei segni
sullarmazione delle idee, proposto sotto l inuenza

di Garat e di altri Ideologisti o Condillachisti. L Isti


tuta Nazionale, 0 la sua Sezione degli Ideologisti, aspi
rava coll anzidetto programma ad aver delle soddisfa
centi risposte sul grado di genuina ed effettiva inuenza
del linguaggio o dei segni sulle idee, onde fu accolti

pagnato da queste subalterne quistioni: 1. le sensazioni


non possono trasformarsi in idee che per mezzo dei
segni, o sia le nostre prime idee suppongono essen
zialmehte il soccorso di quelli; 2. larte di pensare
sar dessa perfetta, allorch l arte dei segni sia pur
recata a perfezione?; 3.3 la certezza 0 verit delle
scienze, ammessa senza contestazione, dovuta alla

in 8. -- Histoire compnree des systmes de pbilosophie ne


lalivement auz ;:rincipes des connaissances humaines. Pars .
1805, vol. 5, 8.: e seconde e'dition, Paris, 1802-25, vol. 4,8."
Du Perctonnemenl moral, 1824 , 2 vol., 8., troisime edi

tiou. Bruxelles. -De l ducaton des sourris-muels de nai


sance. Paris, 1827 , tom. 2 , 8.

FILOSOFI FRANCESI

139

perfezione de loro segni, come al contrario le con


tinne disputazioni in queste dipenderanno dell ine
sattezza di quelli? avvi mezzo a correggere i segni

imperfetti, e a rendere con tal mezzo le scienze tutte


suscettive di una certa dimostrazione ?

s 76
Il Degerando rispose a queste quistioni affermando
che somma l inuenza del linguaggio sul pensiero

o sulle idee, e tentando delle nuove applicazioni.


Egli per queste sue opere appartiene essenzialmente
alla scuola degli Ideologisti nel senso di Condillac,

quantunque colle altre pi recenti abbia modicato


alquanto le sue prime dottrine al punto d essere an
noverato tra gli Eccletici (5 n05). Nell opera sul
perfezionamento umano, espone una losoa elevata
e di sentimento, mette il principio morale nellar
monia dell amor del bene collamor di noi stessi,
non isciogliendosi per mai interamente dal Sensi
smo teorico gi stabilito. I difetti che si attribui

scono generalmente a questo distinto losofo , sono


il pensar poco o la fretta nel comporre, la poca
precisione, la parzialit nel giudicare il Razionali
smo, ma in mezzo ad essi traluce un pensiero lo
soco esteso e talvolta profondo, un anima sempre
tenera e sensibile che vuole la morale del sentimento
pi che della riessione, la losoa pi pratica che
teorica.

9 77

All opera del Degerando sui Segni tenne dietro


quella di Lancelin sulllntroduzione all analisi delle
Scienze, e che merit un onorevole menzione nella

,40

SUPPLIMENTO TERZO

seduta 15 nevoso anno 5.0 nell Istituto Nazionale per


la relazione fattane dal Gara: I. P. F. Lancelin,
nato verso l anno 1770, e morto verso l anno 1804,
fu pi esagerato di tutti gli Ideologisti gi citati nel

Sensismo. Egli ammette la sensazione al punto di


credere che assurdo tutto quello che fuori di
essa; e vuole la wolt pensantecostitnita da quatb
tro elementi, dalla capacit della sensazione, dalla
capacit della reminiscenza, dalla capacit di combi
nere, dall arte dei segni subordinati tutti alla sen
cazione; e la volont, siccome la forza motrice dei

corpi , diretta dall amor proprio quale primo prin'


cipio motore della simpatia e della sociabilit. Ci
che osservabile in quest opera si la divisione di
tntte,.le conoscenze o scienze dedotte per una parte

dalla natura e dalle forze della facolt pensante, 0


per l altra da suoi prodotti regolari ed irregolari,

e la proposta (1 una metasica universale, 0 scienza


dei principi, come legislatrice delle nostre idee, onde
vengono indicati i problemi gi sciolti e da scioglier
si, e stabilite le variazioni secolari nel sistema delle
umane cognizioni.
'

5 78

Coerente pi coi principi del Sensismo che dellb


deologismo si fu anche La Place col suo Saggio '

r Inlroduction a lanalyse dea sciences, ou de la genn0


U0n, des fondemens, et des instrumens de nos connaissancen

Periti, un. IX (180: ), parti 5 , 8. -- Quest opera pre


cedetle la Memoria del Lancelin di pag. 250 , 8. , presenr

tata al Concorso o pel programma dell Istituto Nazionali,


anno W

vm.osom FRANCESI

141

bsoco delle probabilit '. Quantunque questo Sag


gin si volga ad una materia di applicazione loso
m, cionnonostante fu basato sul Sensismo o sulla sen
sazione di Condillac e sulle leggi o modicazioni del

sensorio, siccome principio dominante ed universale


pel calcolo delle probabilit nelle stesse scienze mo
rsli. La Piace considera la psicologia come una con
tinuazione della siologia visibile, supponendo che
siccome col senso interno si percepisce e si com

prende l esterno, cosi la teorica dell intendimento


possa esser ridotta alla medesima esattezza della
losoa naturale. Gli eccessi di questa opinione si rav
visano nel sottoporre il principio della credenza alla
disposizione panticolare del sensorio, nel voler ri

durre a calcolo gli oggetti morali che rifuggono dalla


numerazione delle vere quantit, onde per esso la
probabilit dell errore o della menzogna" netesti
meni tanto pi grande, quanto pi straordina
rio il fatto, nell annientare la fede o certezza isto

rica col riparla in un semplice probabilismo.


c) FISIOLOGS'II. - Cabanis, Gall, ed altri.

5 79
Il principio della sensazione fece una diversione

singolare dall Ideologismo al Fisiologismo nella stessa


Sezione dell analisi delle idee mediante il Cabanis.

Nellldwlogismo c era il principio della capacit


I La Placa: Oeuvres philosophiques. - Essai philosophi
fitte sur les probabilite's daprs la cinquime edition, vol. unico,
35. Bruxelles, 1829.

142

SUPPLIMEN'I'O TERZO

passiva di Condillac, assunto come puro , od asso


ciato colla riessione , siccome in Degerando
76).
Questo principio tramut nellattivit puramente /i

sica del cervello per alcuni siologisti , onde il Fi


siologismo divenne in generale un fratello carnale del
materialismo, un materialismo pi o meno esplicito
o velato. Nel Fisiologismo il principio della sensa

zione subordinato al principio animale o siolo


gico del cervello 0 dell innervazione, siccome una

funzione puramente animale nello stesso pensiero.


Quegli che assunse in tutte le sue estremildquesio
principio, e che lo divulg in Francia formandona
una scuola , si fu Pietro Giovanni Giorgio Cabam's,

nato nel 754 a Conac, e morto nell anno (808 l.


Egli, dopo aver accettato il principio di Condillac
che tutti i fatti dellanirna sono esplicahili colla se!
nazione, si spinse in cerca della natura e dellorigilw
della sensazione nelle relazioni tra il sico ed il mo
rale, tentando la spiegazione dei fatti o fenomeni
intermedi o misti d intelligenza e di organismo collo

leggi della semplice economia animale, onde ravviare

la losoa 0 psicologia sulla carriera dei fatti o del


1 esperienza. Il principio particolare del Cabanis si

che la sensibilit sica la sorgente di tutto l9


idee e di tutte le abitudini, di tutti i movimenti si

organici che animali. E siccome la sensibilit eser


dtata col mezzo dei nervi, cos i nervi sono la sede
di quella in due modi 0 tempi, 1 uno dalla esim
1 Rajuport da physique e! da mora! de lhomme. Parl5|
1802,, vol. 2, 8.": nouvelle dition , tom. 3, 12,", 1824;

, FILOSOFI FRANCESI

t43

mit dei nervi allorgano sensitivo o al cervello, lal


tro dall organo sensitivo o dal cervello al centro o

alla circonferenza dei nervi. Quindi per Cabanis il


pensiero una funzione intercram'ale, una specie di
secrezione del cervello, e tutte le morali determina

zioni tanti moti di sensazioni prodotte da impres


sioni esterne, od anche interne, come sono quelle

degli organi del basso ventre, o addominali, conside


rati dal Cabanis qual sede della pazzia, degli ap

petiti bizzarrie straordinari, dellesaltamento e del


l immaginazione all epoca della pubert o dei sogni.
Sicch la sensazione di Condz'llac venne trasformata di

posta dal Calzanis in attivit sica da capacit o


passivit psicologica che era, modicata colle seustr
zioni od impressioni interne sconosciute nel sistema
di Condz'llac, e fu considerata come operante non dal.

I estremit dei nervi o dei scusi, ma dal centro, o sia


dal cervello o dalla midolla spinale.
9 80.

Posti questi principi, era inevitabile la perdita del


Cabanis, anche nella bella e nuova ricerca chei si
propose sulle relazioni tra il sico e il morale del,

l uomo, e colla quale tent niente meno che di de


terminare l inuenza dell et, del sesso, dei climi,

sulle affezioni morali, e di dar ragione della simpatia,


del sonno, del delirio. Egli, per esser in accordo
coprincipj gi stabiliti, fece dipendere in massimo ed
assoluto grado questinuenza dal fisico, affermando che
non bisogna cercare nel corpo vivente tante cause,

quante sono le sue operazioni, che non si debbono


moltiplicare i fenomeni e le forze particolari e scono

144

SUPPLIMEN'I'O TERZO

sciate per mettere in movimento gli organi pensanti;

che negli organi stessi del pensiero e della volont,le


impressioni sono trasmesse dalle estremit senzienti al
centro del sistema; che sempre il cerebrale agente
ereagente per mezzo di simpatia con tutti gli altri.

Ad onta che la dottrina speciale sulle relazioni del


sico col morale contenga una serie importante di
fatti intorno ai fenomeni misti, o costitutivi di que

ste relazioni, il principio assorbente e preponderante


dell attivit sica del cervello la rende sospetta e
temibile a tutta ragione per gli Spiritualisti , sebbene il
Cubani: abbia posteriormente riconosciuto l organi
amo e la materia siccome cause occasionali o punti

d appoggio degli esseri intellettuali, e quindi l a


nima e Dio I.
S Si.

La dottrina del Cabanis od il principio dellat


tivit sica-cerebrale il perno del siologismo
Francese, e venne pi 0 meno amplicato 0 modi

cato dal Lamarl: col suo organismo indistinto, al

quale, siccome a loro causa, appartengono il senti


mento, le inclinazioni, le idee e le facolt intellet
tuali, e la sensazione medesima 2; dal Magendie col
: Lettre post/arme et indite de Cabanis, avec des note:
per F. Brard. Paris , 1824. V. Droz, de la Philasoplziem0

rale, nella nota 5., in cui cita i materiali dell opera: DM


pegfctionnement de lhomme physique et moral, la quale Ca

banis non pot compiere che a mezzo , e che era piena di


idee sullo spirito e sull immortalit.
2 Systme analytique des connaissances positive: da filo!
me, per M. le chevalier de Lamark. Paris, 1820 , vol. uni
co , 8.

mosorr FRANCESI

145

l intelletto umano considerato siccome il risultamento


dell azione d un organo, e coll anima risgua'rdata
siccome una credenza religiosa e non della scienza,
colla sensibilit e nella memoria prodotte dal cervel
b, e colla volont qual modicazione della sensibi

lit 1-, dell Alibert colla vita interna del sistema sen
sitivo, al quale si riferiscono tutte le facolt dell a
nima, siccome suoi attributi 2, dallAdelon collef
colt intellettuali e morali, dipendenti tutte dallor

ganizzazione e dal cervello, siccome funzioni pi ele


vate della sensibilit, e colla losoa in assoluta
relazione colla siologia 3:, dal Broussaz's colla sua
generale teorica dellinnervazione che produce i fe

nomeni islintivi ed intellettuali,e che allude alla co


scienza come un innervazione interno-craniale, onde
lanima un principio sopraggiunte ed inutile 4.
5 82.

Il sistema del Fisiologisrno, recato alle ultime con


\

t Compendio elementare di Fisiologia di F. Magendie, tra


duzione sulla seconda edizione francese, e seconda edizione
Pisana , vol. 2 , 8.. Pisa, 1825.

2 P/zysiologie des passions, on Nouvelle doclrine de: senti


mens moraux, par J. L. Alilzert. Paris, 1825. -- Riessioni
sulla siologia delle passioni, di J. L. Alibert, proposte da
Lorenzo Martini. Torino , 1825.

5 Physiologie de lhomme, per N. P. Adelon.- Seconde


dition , tom. 4, 8.. Paris , 182g.

4 De Iirritation et de la folle, par M. Broussais, vol. uni


co , 8. Bruxelles , 1828. -,- Dell irritazione e della pazzia , di

Bmus.mis, tradotta nell idioma italiano dal dottor C. R. C..


Lugano , 182g.
nrumus1i - 111

13

146

SUPPLIMENTO TERZO

segnenzedel materialismo, non fu accolto indiffe


Ientexnente o con plauso da tuttii siologisti.Aozi,
alcuni tra essi insorsero a combatterlo,e a ridurlo
a termini pi moderati, se non a correggerlo nel suo

errore fondamentale. Tra questi siologisti dissenzienti


od oppositori si distinguono Bartez l, Brard, Vi
rcy e Dzgur, che si possono dire Fisiologi Spitua
listi.
.
g 83.
.
Bartez, difensore del sistema vitale, confuta i ti:
siologisti che ammettono tutte le funzioni delle spi
rito siccome un prodotto dell azione dell orgm'smo.
Egli dimostra impossibile lai/supposta analogia tra la
forma dell organismo e il genere cl una funzione,
prova che un organo passivo non pu darsi da s
stesso quella data funzione che attiva, e che non
pu spiegarsi come una.serie o combinazione (li moti

sici possa esser causa dei fenomeni morali.Brard


oltre alla sensazione riconosce il senso intimo o la
coscienza, dotata di attivit, forza da s senza della
materia 0 dell organismo. Sicch. per esso gli organi
sici lungi dallessere le cause effettrici delle facolt
umane 0 dell anima, non ne formano che il mecr-i
cauismo; il cervello non quello che pensa, ma un,
a;

'

1 Bartez: Nouveaux e'le'men: de la science de Ihomme. -

>Virey: De la puissance vitale, vol. unico, 8., 1823. Doctrine des rapports da physique et du moral. Puris, 1825.
vol. unico , 8. - Mtaphysique nouvelle , prmire partie.
tom. 1., Paris, 1822. - Essai surltude-de lhomme, par
Pia. Dzy'our. Paris, 1853 ,,vol. 2 in 8.
_ l i

FILOSOFI FRANCESI~

4;

altro principio od elemento fuori delle molecole. Qua


sto principio il Me unico ed identico, la forza di:
stiate dalla materia , o l anima. Egli quindi nella psi-. _
teologia e nella metasica afferma che l anima tut-:

t altro che la vita; che l anima essendo unica la


produttrice delle proprie facolt come suoi attribu

ti, che il cervello non l organo unico nemmanco


della sensazione, mentre i nervi presentano dapper
tutto le sole apparenze organiche e vitali; che l a.
nima non n divisibile , n materiale, ma legata
soltanto nel suo esercizio colle condizioni siologiche
e vitali, ed una forma in armonia con altre di diversa
natura. Essa ha la potenza di sentire e di agire svi
luppando tutte le cognizioni per mezzo della sensa
zione in guisa che tutte le nozioni dell intendimento

derivano dalla percezione dei sensi. Perci il Brard,


mentre fedele al principio della sensazione di Con
Ilillac, sostiene anche con troppa ostilit e con troppo
vivo sdegno la pi aperta opposizione col siologi
smomateriale sotto i tre punti di vista capitali,
dell anima distinta dall' organismo, del cervello co
ne organo non unico ed esclusivo della sensazione e
del pensiero, dellinuenza del sico sul-morali: pro?
ponderante ed assurda,-siccme lo in Cabanis ed
in Broussais.
9 84.
Anche il Virey facendo rivivere con qualche m0
dicazione il principio del Vitalismo o dellapotenz'a
vitale, contrasta con Cabanis e co suoi seguaci. Lo

Spiritualismo di Virey non esatto in tutte le sue


parti, ma esposto conca aria di grande convinci

n18

SUPPLIMENTO TERZO

mento o persuasione. La potenza vitale di Virey


nella natura o celi uomo , quali attivit che un
essere eterno ed immutabile trae da s medesimo,e
che si produce nello spazio e nel tempo in mille for

me , in mille fenomeni, senza che sia giammai esau<


rita n nella generazione, n nella conservazione o
trasformazione degli esseri. Questa potenza non ,. che

la vita, o la sensibilit aiutata dagli organi nones


senzialmente sensitivi, ma dotati d una vita di sem

plico accidente. Laonde avvi una forza che siunisce


con questi per comunicar quella. Conseguentemente
per Vrey altro l organismo, ed altro la forza ec
citatrice del suo moto. Sebbene il P'irey lasci desi
dorare una maggior estensione di vedute psie0lggi
che, un concetto pi esplicito e pi'determinato
della forza o potenza animatrice, pure non d luogo
a dobitar del suo Spiritualismo. D altronde egli
combatte i siologi sul punto che se il morale pro
dotto dal sico , riesce per inesplicabile, come il mo
tale nelle passioni, ne diversi stati di meditazione o di
pensiero reagisca cos violentemente sul sico. Quindi
egli ammette per tal modo una forza vitale assolu
tamente distinta da quella del corpo.
9 85.
.
Dufour separa la vita animale dall intellettuale,

e dopo aver discorso dell istinto e delle sue deten


minazioni , discendea ragionare della vita intellet
tuale riferendola ad un principio diverso dal vitale,
e che si mostra indipendentemente dall organismo,
all anima 0 all intelligenza servita degli organi, e
distinguendo in tal guisa glilatti_ intellettuali dalli

FILOSOFI FRANCESI

149

aiuto. Parlando il Dufur della stessa sensazione,

dopo aver attribuito a Condillac il difetto della con


traddizione per l abuso de vocaboli nel confondere
l idea colla sensazione, nel chiamare indifferente
mente 1 una per laltra, dimostra che l idea non
la sensazione, che questa l essenza dell animalit,
e quella un operazione dell anima, che ambedue
hanno nulla di analogo o d identico. Ci che esa

gerato ed inammissibile in quest autore si che la


sensazione sia puramente animale, che gli animali
privi d apparato nervoso diano segni evidenti di sen
sazione. Nella sensazione procedono parallelamente
due fatti, 1 impressione o il moto degli organi ela
percezione. La sensazione il complesso di questi

fatti. Se si disgiunga 1 uno dall altro, non e pi


Sensazione. Ad onta di questi sforzi assai lodevoli de
nominati siologisti per togliersi alla taccia del ma
terialismo, o della sensazione vitale, certo che la
loro psicologia e. ancora tra le'angustie e pel vitm
lismo che non lascia ben distinguere l immaterialit
della sostanza pensante, confondendola colla forza sio
logica vitale, e per la dottrina della sensazione co

me facolt ed operazione primitiva che impedisce il


passaggio legittimo al puro razionale o alla meta
fisica.

__

5 86.
Il siologista che in Francia ha battuto una via
nuova, e che ha cercato di combinare il Fisiologi
smo collo Spiritualismo in un sistema singolaree
assai diverso da quello del Cabanis, si il famoso

60|.t. Gall , nato uell anno 1758 a Tiefenbriinn e


13

150

SUPPLIMENTO TERZO

morto a Parigi nell anno 1328 I. Dopo la prima 09


servazione ch ci fece sino nella prima et intorno
alla conformazione degli occhi de suoi compagni di
scuola , che il superavano negli esercizi di memoria
e nello studio, ebbe sempre in mente il principio
che dal cranio o dalla testa si potessero conoscerai
talenti o le disposizioni interne dell uomo. Con ci
ammise non solo le relazioni tra il sico e il mo
rale, ma anche l esteriore manifestazione di questo
per mezzo di quello.
5 87.
Il dott. Gall, allo stabilimento del suo sistema

( Craniologia o Cranioscopz'a dall ispezione od esplo


razione del cranio), pose cotesti principj: r. che le

facolt, disposizioni o talenti sono innati, o sia gi


formati e determinati; a." che la manifestazione di
queste facolt o talenti particolari dipende dallor
ganismo e singolarmente dal cervello; 3. che il cer
vello non d una sostanza unica od omogenea, ma
composto di tanti organi, quante sono le facolt od

I 0pere del dott. Grill: Anatomie et ph_ysiologie da sy


stme nerveu.re en gne'ral , et du cerveau en particulier.
Sur lorigine de: qualits morales et des _zcalle's intellectud
Ies de llzomme, et sur Ies conditions de Ieurs maniastalivn,
inox. 6 in 8.. Paris 1822-25. -- Observations sur la PIUM
nologie par G. Spurzheim, collaboratore del dott. Gall. Pa
ris, 1818 , vol. unico in 8. - T/ze physiognomical system
of doct. Spurzheim, 1815. - Essai philosophique sur la M
ture morale et intellectuelle de lhomme. Paris , 1820, vol. uniC
in 8..
'

FILOSOFI FRANCESI

I 5|

i talenti, 4. che il cervello allo svilupparsi e al rin.

forzarsi de propri nervi opera sopra il cranio, im


primendolo anche esternamente per mezzo di certe

protuberanze o sinuosit della forma o del tipo di


questi organi o nervi delle facolt o dei talenti, onde
dall osservazione di quelle si deducono questi, 5. che
le facolt fondamentali, 0 sia gli organi rappresen

tatori di esse sono ventisette, in parte comuni all no


mo e al bruto, in parte proprie soltanto alluomd,
6. che queste ventisette facolt od organi fondamen
tali cominciano dall istinto della generazione e dai

l amore della prole residenti 1 uno nel cervelletto,


l altro nella parte occipitale inferiore e superiore,
venendo sino agli organi della metasica, dellorgo

glia, del sentimento religioso, della fermezza e della


costanza; 7. che questi organi si scoprono e si co
noscono coli esplorazione craniologica' aiutata dalle
sercizio nel tutto della mano, 8. che queste facolt
od organi non possono operare se non in concorso
delle facolt generali della percezione, della memo
ria, siccome loro attributi, g. che queste facolt od
organi sono comprovati nella loro sede ed esistenza
sulla supercie del cranio dall esperienza, dalle re
plicate analogie ed osservazioni sugli uomini e su

gli animali, e'particolarmente sugli individui celebri


e segnalati per qualche talento o disposizione parti
mlare , e pi ancora dalle divinazioui e dai presagi
del Gall_. dello Spurzheim, e di altri cranilogisti
anche pubblicamente avveratisi.

5 88.
La craniologia del dott. Gall attaccata da un

152

SUPPLIMENTO TERZO

doppio lato: dall uno i siologisti impugnano le sue


dottrine sulla natura del cervello e del sistema ner
vaso, dall altro i metasici o loso la tengono
sospetta di materialismo, e come un sistema anti
mistico, ant-teologco, nati-sacerdotale. Nel cumulo
delle obbiezioni fatte contro la craniologia le ven
gono imputate ad errore la perdita della libert
nel fatalismo degli organi e del loro sviluppo, la
niuna inuenza dell educazione col principio dei ta
lenti particolari o gi determinati; la moltiplicit
indefinita di questi organi, onde si rendono inutili
le comuni o generali facolt de psicologisti, o non
mai determinata la scienza; l esagerazione nelle re
lazioni tra il sico e il morale colla manifestazione
esterna 0 nel cranio dellazione dei nervi; la nes
sana relazione o corrispondenza della pluralit dei
talenti colla pluralit degli organi cerebrali, essendo
il cervello d una sostanza unica , un organo unico,
la possibilit che gli organi o le protuberanze della

craniologia derivino da tuttaltra causa, fuorch dalla


compressione interna dei nervi contro le pareti del
cranio; l esistenza 0 sviluppo degli organi o delle
protuberanze nel cranio senza il corrispondente svi
luppo delle facolt relative; la facilit o disposizione
generale che tutti hanno a riuscire mediocri in qua
lunque arte 0 scienza, la quale contrasta coi talenti

particolari, e collesistenza degli organi particolari


relativi; la niuna novit del sistema gi conosciuto
dagli Arabi, la trascuranza in esso del legame o della
simpatia di tutti gli organi, persino di quelli dei vi

FILOSOFI FRANCESI

I 53

Eceri digestivi col cervello; la mancanza duna prova


rigorosa degli organi della craniologia I.
5 89.

Il dott. Gal! ha spiegata tutta la forza dell inge

gno per rispondere a queste obbiezioni , e per di


fendere specialmente il suo sistema dal fatalismo e
dal materialismo, cercando di stabilire con esso la
giusta idea della perfettibilit umana non meno che

il precetto d un illimitata tolleranza della variet


nelle opinioni, nei giudizi e nelle facolt prodotta
dalle leggi dell organismo 2; Ma se egli arriv a scol
parsi del'materialismo, mostrando che la stessa psi
cologia de santi Padri ammette l aiuto dell organi

amo o del cervello alle facolt dell anima, non per


questo va esente il suo sistema dalla taccia del fata
lism0. Alcuni per, acciecati dal prestigio di quello,
dall autorit dei fatti e delle diirinazioni craniologi

che pi che dalle stesse difese del loro autore, in;


sistouo tuttavia nel sistema della'craniologia al punto
di voler dimostrare con esso lesistenza di Dio e la

libert morale 3. Quel che certo, si che tale si,

s V. Physiologie de Ihomme par N. I. Adelon, l opera


di Broussais sull irritazione e sulla follia del dott. Deman
geon: Tubleau analytique et critique sur louvrage da cloct.
Gall. Paris, 1822.

a V. Revue critique da quelques ouvrages, par F. J. Gall,


tom. 6. Paris , 1825.

3 Lexistence de Dica et la libert morale demontre's par


da mgumens tirs de la doctrine da doct. Gall, par E. M.
Bailly. Paris , 1826 , vol. unico in 8.. ~

154

surrr.mauro TERZO

stema tra il contrasto stesso delle pi vive oppo


sizioni, tra la singolarit desuoi fatti e delle sue teo
rie, acquist fama clamorosa e perenne al suo fon

datore, essendosi subito dopo la sua morte stabilita


in Parigi la societ Frenologca destinata a studiare

ed a proseguire nelle ricerche della craniologia col


metodo e colle viste di chi l ha inventata '. E siccome
dagli errori o dal male deriva il bene, cos indubis
tato che si devono al dott. Gall lardore o'lo spls
rito d osservazione profonda intorno al sistema ners
voso e alle sue funzioni, le belle scoperte che si
vanno facendo sui nervi, e le opere sapientissimc
che in pochi anni uscirono in luce a convalidarle.
f

Il. RAZIONALISTI o IDEJLISTI.

Larsche, Ancillon, Turlcs, Mesnard,


ed altri.
1

o.

Il Sensismo o la dottria della sensazione, quanr


tunque popolare e predominante in Francia, fu attac
nata assai vivamente e quasi contemporaneamente da
alcuni pochi Razionalisti o Idealisti, e fervorosi,S

prannaturalisti , ma singolarmente dagli Eccletici. La


Francia , dopo Malelzranche, non sembra il P809?
del Razionalismo 0 dell ldealismo. Gli sforzi del Vilr
lers e del Gley, diretti a diffondervi il Kntism0
7 r Socie't Phraenologique de Pizn's.
periique, tom. 55., un. 185:.

Revue Enoyd0'
' s

'

rrxcosom FRANCESI

iss

(5 417, v'ol. Il),riuscirno vani, essendo troppo in


voga il Sensismo o i Sensisti I. 5010 in questi ul
limi anni, o pel maggior contatto colla Germania ,
0 pel disgusto del Sensismo, o per la reazione pi
animata degli Eccletici contro i Sensisti o Condil

lachisti, procacciarono alcuni di rivendicare in Fran


cia la memoria di Kant, di spargervi le sue dottrine
ed i suoi principi. Tra questi voglionsi citare il Lar
sche, sostenitore del metodo sintetico e della ragione
autonoma, considerata come facolt dei primi prin
0degli oggetti soprassensibili ,- l Ancillon col
suo sistema_del Me umano sviluppato nella coscien

zag il Turles colla sua vita ideale dell anima, ope


retta pi letteraria che losoca; il Mesnard col suo

saggio di losoa trascendentale; il Garve colle sue


meditazioni e colla sua arte di pensare tendenti ad
eccitare l entusiasmo del Kantismo senza involgere

nelle sue ruine; il Vegger colle sue ricerche intorno


alla possibilit di conoscere una lingua primitiva,
colle sue quistioni dirette ad introdurre nella teolo
gin naturale la distinzione tra Dio considerato in s
stesso __e tra Dio considerato nelle sue relazioni col-
l__uoir, e col principio che l anima umana non po
trebbe nemmeno esser conceputa senza della forma
umana; il Gene-e colle sue considerazioni 0 analisi
dei principi sulla cognizione umana ristabilita sulla
losoa razionale, nelle quali, alla maniera di Car
r Philasophie da Kant, on Principe: fondamentaur de la
philosophie transcendentale per M. Villers, 180:. -* Essai su!

le: e'lemens de la philasophje. Paris , 1817 , par M. Gley.

156

SUPPLIMENT'O TERZO

tesio, si ammette un principio attivo dellintelligeriza


e dell azione , separato affatto dai sensi 0 dalla sen
sazione; il Larroque col suo spiritulismo isolato da
ogni principio siologico e ridotto a pura metasi

ca '. Quella per cheba potuto pi di tutti pre


parare gli animi francesi ad accogliere iseveri pen
eamenti del trascendentalismo o idealismo Germanico
. stata la celebre Madama De Sta'l coi lumi del
suo cuore, coll eloquenza magica del suo stile, colla
forza della propria convinzione. Il suo spiritualismo
rivestito di tutte le formole scientiche, una spe
cie di teorica imponente ed irresistibile. L esposi
zione viva ed animata e nello stesso tempo fedeleed
evidente eh ella fece dei sistemi di Kant, di Fichte
e degli altri loso pi celebrati dellAlemagna ope
r per via di impressione, e pot trarre con s lo

Spiritualismo, e con-esso lo studio dellldealismo (li


-.n-np.pq-._.r_-__y-l

._.

r Essais philosophiques par Frderic Ancillon. Paris, i817


vol. 2 in 8.--Essai sur la raison considere'e principnlement
sous le rapport de son independance par M. de Larsche, Gir
nevc, 1822, vol. unico in 8. - Essai de psychologie 014

de philosoplzie trascemlanle par M. J. B. Mesnard. Paris


1852 , voi. in r8. - Garve et l'art de penser. - V. Biblio
the'que univcrselle, tom 45. - Altra opera di Ancillon: E
sai sur la science et sur la ;Ji philosophique. Paris , 1850.
vol. unico in 8..,Con questo egli stabilisce la certezzaoln
scienza sull' evidenza razionale, e la necessit dell infinito.

Dietionnaire de la langue de la nature. Paris, 1852 , in 3.",


par M. Vegger. - Analyse des principes de la connaissd'l
humaine par M. Genoa. Paris , 1828 in 8._.

FILOSOFI FRANCESI

| 57

Kant l. Questa scossa od impressione non fu per ad


un tratto decisiva e trionfante del Sensismo. Vi vole
vano colpi pi diretti per atterrarlo. Questi colpi ven
nero dati replicatamente colla combinata e contempo

ranea reazione dei Soprannaturalisti e degli Eccleti


ci, gli uni col principio della losoa ridotta all au

torit o alla rivelazione, gli altri colla_losoa sotto-,


posta all esame della riessione o della ragione.

III. SOPRANNATURALISTI o Mszvcr.

S. lilartz'n, Frayssinous, De Jtfaz'stre, Bonald,


La Illennaz's.

5 gr.
.
1 Soprannaturalisti francesi hanno per base del loro
sistema lo Spiritualismo sostenuto dallimrnediata au
torit di Dio o dalla Divina tradizione. Laonde per
essi la ragione umana per s nulla e sempre fal
libile, tutte le cognizioni e tutta la losoa derivano
soltanto dalla fede, e non esistono che nella Rive
lazione. Sicch Dio stesso a forza (1 intervenire nelle
cose umane, umana egli stesso, si rende misterioso

in un modo incredibile. Cos per l autorit si tocca


al misticismo. Il loso della scuola Teologca o de
Soprannaturalisti francesi, quale pi quale meno, si
sono appropriati nelle loro opere questi principi,

onde formarne un sistema generale o particolare. A


r lmeris de philosophie par Patrice Larroque. Paris ,
1850 , vol. unico in 8.".
IEENEMANN - 111

14

158

SUPPLIMENTO TERZO

questa scuola appartengono Bernardino di Saint


pierre e C/zaleaubriand, pi come artisti che come

losofi. Il primo, sempre grande co suoi quadri della


natura, tocca potentemente il cuore, insinua i sen
limenti religiosi; ma appunto con questi suoi qua

dri ei non riesce che ad esporre la fede e non la


scienza. Il secondo, colla potenza della parola, eccita
ali ammirazione e alla riverenza del Cristianesimo,
si oppone colla forza pi dell istinto che della ri
essione al Sensismo, comincia dalla coscienza e dal
1 immaginazione per venire alla dimostrazione. Il suo
Spiritnalismo tutto poetico, quantd grandioso e
sublime, ma non un vero sistema di losoa spi
.l'ituale diretta ad abbattere la sensuale.

5 92
La scuola de Soprannaturalisti propriamente det
la, quella che ha tentato di costruire questo si
Itema di losoa spirituale. Questa scuola trae lon
tanamente le sue prime origini da quella de Marti
nisti o di S. Martin (g 417, vol. II), vivente nel
secolo 18.". S. Martin, che taluni vorrebbero consi

derare come un semplice visionario, un servile pro


pagatore del misticismo o illuminismo Germanico,
ha una dottrina losoca da Teososta , quantunque
sia pi propria agli iniziati che non al pubblico I. Le

x Lilluminsmo, al cui stabilimento contribuirono come


codice le dottrine e le opere di 8. Martin d'Amboise; ha

per dogma fondamentale il Cristianesimo, il quale non pu


esser conosciuto nelle sue pi sublimi verit che dagli ini

ziati. Perci la dottrina degli Illuministi un misto di Pla

FILOSOFI FRANCESI

159

sue opere contengono due parti: la critica e il dog


ma. Colla critica attacca potentemente gli osserva

tori de suoi tempi cd i Sensisti, confondendoli colle


grandi quistioni su Dio, sull domo, sulla natura. Col

dogma dimostra un ontologia che tutta mistica. Il


suo sistema tende ad ispiegare l uomo. Ei vuole in
esso che debbasi cercare la verit nello studio del
l uomo; che noi non ci formiamo veruna idea, la
quale non sia preceduta da un immagine o rappre
mutazione creata dalla nostra intelligenza; che la no

stra facolt produttrice vasta ed inesauribile, ma


per creata e dipendente da una facolt superiore ,
qual Dio; che l uomo il tipo, Dio il suo pro
totipo, onde l uomo sente Dio in s stesso, e ne
diventa in certa guisa l immagine , allorch sia la
vato dalla macchia del peccato o del corrompimen
to. Il S. Martin inoltre pensa che l uomo nella sua
origine pura ed innocente, siasi degradato collo
staccarsi dal suo principio, onde non gli rimase che
di espiare la colpa; che quindi, mediante la pre.
ghiera , pu purificarsi, ritornare a Dio, e che se

tom'smo e di Origenianisma o di losoa Eremetca o Gnostica


sopra una base cristiana. In essa si ha per iscopo la cono
scenza delle cose soprannaturali , e si accostuma ad indicare

con nomi straordinari le cose pi triviali e conosciute. In


vece di dire uomo, si dice minore, peccato originale de
lilla primitivo, alti della Provvidenza benedizioni, sacerdoti o
culla, co ben. - V. Saire'es de Saint Plersbourgh, tom. 2,

pag. 552. Questa setta degli Illuminsti esisteva gi in Fran


eia per opera di Martinez Pasqualis e di Giacobbe Boe/m1,
de quali fu scolare il S. Martin.

160

SUPPLlMENTO TERZO

la societ piena di disuguaglianze, di schiavi, di


uomini liberi , inferiori e superiori, ci effetto della
prima caduta, o di questo stato di riprovazione.
Questo dogma lo insegna il S. Martin con parole
mistiche _o gnostche, chiamando lo stato d innocenza
un armatura impenetrabile, la prova a cui siam messi

in questo stato la fbresta formata di sette alberi,


con novanta rami per ciascuno I. Siffatta dottrina mi
stica o massonica non ha potuto a meno d incon

trare le pi gravi opposizioni anche per parte degli


stessi pi ben intenzionati, pel doppio principio del
bene e del male o del manicheismo, per l entusizr
smo e pel mistero d una losoa settaria, pel so
spetto d una ten&enza al non verace Cristianesimo,
per l ottimismo nei mali della vita. Questa prima

reazione del Soprannaturalismo contro al Sensismo


fu passaggiera e quasi non avvertita. Non cosi del

l altra dei Soprannaturalisti pi recenti , la quale in


cominci vigorosissiruamente dopo l anno 1814 con
un apparato di dottrine ben ordinate e d una elo

quenza-sentimentale, ma sostenuta sempre dalla po


lenza del raziocinio e da una forma veramente scien

tica. Tra questi Soprannaturalisti si annoverano,


siccome i pi distinti, Fmyssinous, De Illaistre,

Bonald, La Mennais,\ Ballanc/ze, d ECkSIGI, ed al


tri pi recenti, come Gerbet, Bautain.

1 Altre opere di S. Martin: Da Crocadile. Da ministre


de lhomrne. Erprit-e'clair sur lassociation humaine , post/rum,
mm. a in 8.. Tours, 180;.

ru.osom rasucesr

' e.

5 93
L opposizione al Sensismo di monsignor Frays
sz'uous fu preparatoria e poco risentita. Il Frayssi
nous nelle sue conferenze si mostr moderato Car
tesiano, ed ebbe ascoltatori pi frequenti e favore
voli, allorch nella chiesa di S. Sulpizio (anno 1810)
le recitava dal pulpito, di quel che ottenesse letto
ri, allorquando le recava colla stampa al cospetto di
tutto il pubblico.-Il conte Giuseppe De Mastre,
nato nell anno 1753 e morto nellanno 1821 , spieg
una metafisica riguardante tutta il governo tempo
rale della Provvidenza, o sia lo stato attuale delluo

tuo I. Egli si propose lo scioglimento delle pi grandi


quistioni losoche sull esistenza del male, sullori
gine delle idee e del linguaggio, pretendendo che i
mali nella vita siano sempre meritati 5 che la vita
presente altro non sia che una vita di riparazione

anche pel giusto, non essendovi uomo veramente


giusto; che il giusto soffra non come giusto, ma
come uomo; che la riparazione si ottenga colla pre
ghiera e colla reversibilit , o sia col sagrificio del

sangue dell innocente a pro del malvagio. Rispetto


all origine delle idee egli intende che alcune siano
veramente innate per l autorit stessa di Aristotele
e di Loclre, per lassurdo di renderle sensibili 0 ma

teriali col derivarle dai sensi, per essere il linguag


gio innato, primitivo e d immediata tradizione di
1 Opere di De Maistre : Da Pupe, par lauteur des con
siderations sur la France. Lyon , 1819, 2 vol. in 8.-- Les
soirees de Saint-Ptersbourg. Pari: , i821 , vol. 3 in 8.".
Il."

162

SUPPLIMENTO anzo

vino. Finalmente sull immortalit dell anima rigetta


l argomento cosmologico-morale tratto dalla man
canza della sanzione morale, essendo, secondo lui,
il malvagio carnece di s stesso, e la virt premio
a s. medesimo; ed ammette una coscienza intellettuale

ed infallibile, la causa non materialefitn essendovi


/ nella materia che moto odeffetto , e la prova del
lv esistenza di Dio tratta dai numeri. Non si pu nie
gare che sia forte e potente il raziocinio del De Mai
stre tra gli adornamenti dello stile; ma esso si ri
solve nell ispirazione o nell istinto, falla nel con
fondere i dogmi della rivelazione con quelli della
semplice ragione naturale , nel ridurre tutta la cre

denza 0 scienza ad una specie di intuizione o fede,


nel favorire il misticismo ed una specie di fatalismo
morale che non combina col vero e reale ordine
della Provvidenza.

>

5 94-

Sulle traccie del De Maistre cammina, ma con un


apparato pi scientico e pi metodico, e con ve

dute pi originali e pi profonde, il marchese di Bo


nald, nato verso lanno 1762, ed autore di opere
assai rinomate I. Il Bonald, partendo dal principio che
la losoa cos detta profana sia tuttora incerta,
diversa, contraddicente, e fatta per disunire gli 00

: Opere di Bonald: Oeuures de M. Bonald, tom. 8 in


8.. Paris , 1826-Rcherches philosophiques sur les premiers
objets des connaissances morales, tom. 2, seconde dition.

Legislatio'n primitive, 5 vol. -La Legislazione primitiva. Mo


dena, 18,18,, 5 vol. in 8..
'

FILOSOFI FRANCESI

163

mini nella verit e nella credenza, stabilisce il lin


guaggio primitivo ed originale, e dato all uomo ime
mediatamente da Dio. Sicch in questo linguaggio
ovvi un fatto certo, universale e vero per le-umane
cognizioni. A provare il linguaggio siccome dato im

mediatamente da Dio o rivelato, egli aduna tutte le


forze del raziocinio, tentando di provare che la parola
necessaria ad istabilire la parola; che impossibile
il passare dalla pura idea al concetto della parola;
che la parola necessaria alpensiero, anzi il pen
siero stesso, che le espressioni del pensiero sono due,
ilsegni e le espressioni, le quali, ammettendo una
scambievole traduzione, attestano il loro comune ed

unico istitutore; che i fanciulli ed i selvaggi hanno


immagini o linguaggio prima d avere pensieri; che

l uomo non parla se non ha sentito a parlare; che


tutte le lingue ance le pi diverse e lontane con
ducono all esistenza d una lingua primitiva; che la
loro perfezione originale esclude la possibilit dell in
relazione; che non da supporre che Dio volesse l'a
seiare l uomo nello stato miserabile di essere non
parlante per tutto il tempo necessario a trovar la

parola, il qual tempo di miriadi di secoli innanzi


che una lingua sia compiuta; che ci che neces

sario alla societ deve incominciare con essa; che la


parola anche trovata dell uomo non poteva essere
imposta ad altri.
i

s 95
Provato , secondo il Bonald, il linguaggio di tra
dizione immediatamente divina, ne conseguita che

con esso furon tramandate o comunicate all u'omo

164

SUPPLIMENTO TERZO

le prime idee o cognizioni d ordine e di giustizia


universali e necessarie, e quindi innate. Indi ve

nendo alla natura dell uomo e delle sue facolt,


afferma il Bonald eh egli un intelligenza servita

dagli organi ; che n colla decomposizione del pen


siero, n coll analisi delle idee sarriver giammaia
comprendere la natura o le facolt dell anima; che
l anima l immaginazione, l intendimento, la sen
sibilit avente per espressione di coteste tre sue fa
colt il linguaggio; che data limpossibilit nellno'

mo di trovare da s la parola , data l esistenza


d una causa intelligente e suprema, anteriore al ge
nere umano. Queste dottrine del Bonald, sostenute
anche dal prestigio dell eloquenza, eccitano fortemente
il sentimento; ma ad onta di ci incontrano gravi
opposizioni nel loro disprezzo della coscienza, come
strumento o metodo allanalisi psicologica; nella ne
cessit di provare le prove sull immediata rivelazione
del linguaggio, massime tra le incertezze d una lid
gua primitiva; nella contraddizione del linguaggio

come pensiero e strumento di esso; nel linguaggio


primitivo o rivelato ora della parola, ed ora dei ge
sti e dell azione; nella decienza di idee anche mo

rali veramente innate; in una psicologia ed in una


teologia anguste e ravvolte in mille difficolt per es

ser basate sul solo fatto del linguaggio; nella neces


sit d uscire dai limiti di questo fatto unico, al
lorch vogliasi dimostrare che l uomo un intelli

genza servita dagli organi, che l uomo non una

massa organizzata, che l uomo non nasce n dagli


animali, n dalla terra. Altri difetti s imputano al

FILOSOFI FRANCESI

165

Bonald, ma questi appartengono pi alle Sue dot


trine politiche che non alle losoche 1.

9 96
L abate di De La Mennais, nato nell anno 1780,

un altro Soprannaturalista o teologo banditore di


una specie di sistema losoco appoggiato al prin
cipio dell autorit o della fede 2. Egli combatte con
tutta l efficacia del ragionamento e con vero entu

siasmo i sensi, donde il materialismo, il sentimento,


donde l idealismo, il raziocinio, donde il dogmatismo,
per rifuggirsi nel senso comune o nel consenso uni
versale non istabilito da prove o da ragionamenti,
ma dal puro fatto, o come autorit. Da questo egli
vuol cavare un sistema delle umane conoscenze, ri
dotto a questi capi : che la verit non ci a cui

aderisce lo spirito o la ragione individuale, ma la


generalit degli uomini, che la fede consiste non
solo nel concepire, ma anche nel credere, dietro la
testimonianza d una ragione superiore, onde avvi

nell uomo due ordini distinti, lordne. della jde,


l ordine della concezione. Il primo certo, assolu
to, infallibile: il secondo controverso, relativo, fal
| V. Essai sur IHisloire de la philosaplxie en France ai:
19. sicle pur M. Darm'ron. V. Les rcht'ves, article de M La)
son propos dun recuezl de pense'es sur divers sujels et de
discount poliliques.
9. Opere di De La Mennais: Essai sur l'inde'rence en
matire de Religion. 'Cinquime clition, tom. 5 in 8.". Pa
ris, 1825. - Sommaire dun systme des connaissances hu
mcu'nes. Paris, 1829. - Oeuvres compltes, .tom. 5 in 4..
Bruxelles , 1829-50.

166

SUPPLIMENTO TERZO

libile. La perfezione d un individuo consiste nella


combinazione di questi due Ordini. Essi abbracciano
tutti i pensieri umani, Dio, gli esseri, i loro rap

porti, o sia tutti gli oggetti delle umane conoscen


ze. L esistenza di Dio e delle creature appartiene al.
1' ordine della fede. I rapporti degli esseri materiali
sono le leggi siche. I rapporti degli esseri intelli

genti e liberi colla materia bruta e passiva sono le


leggi che uniscono il mondo spirituale e materiale.
Cos l ordine della fede nella sua pi grande gene

ralit comprende tutte le scienze. Quindi anche nella


losoa bisogna partire dalla ede o dal senso co
mane per ritornare a questo, sotto pena di strava
ganza e di errore; quindi nella losoa bisogna ri
conoscere per vero ci che gli altri uomini credono

per tale. Oltre a queste idee fondamentali 0' siste


matiche, il De La Mennais ne ha espresse delle al
tre massimamente nelle M'scellanee intorno al suo
grande principio teosoco, o del senso comune.

g 97
Il sistema del La Zllennais trov de partigiani ar
dentissimi, come decontradditori assai valenti. Tra
i primi si distinguono il Gerbet, il quale tolse ad

illustrare la dottrina del senso comune con alcune


modicazioni 0 differenze, il Bonald, il Germania,
che mirarono alla difesa del saggio snll indifferenza
in materia di religione, dimostrando il vero senso

del principio del senso comune come semplice au


torit, e per s stesso non dimostrabile 1. Tra i se
o

x P. Opusculer t/ze'asoplziques. Paris,. 1822 , in 8.0 -'

FILOSOFI FRANCESI

|67

eondi si contano il Pagarel, campione della ragione


individuale , che si mise a provare che il sistema del

La Mennais arresta i progressi della ragione, condu


cendo ad un assoluto idiolismoz, il Rmusat ed il Da
rm'ron che gli obbiettarono l annientamento della ra

gione individuale, e perci lo scetticismo; lautorit po


sta come regola dei giudizi, siccome una prima scienza
nella ragione individuale di quelli che sanno le cose;
la cieca credenza che non ha in s alcun fondamento
del come e del perch; la nuova rivelazione della
stessa religione in un nuovo sviluppamento del senso
comune, e ci contro l infallibilit della Divina Ri
velazione nel Cattolicismo; la religione considerata
istoricamente o come un fatto umano nei tre gradi
o punti che deve percorrere; lincredulil o lo
scetticismo della religione cristiana, nch non av

venga il fatto del consentirnento universale su di es


sa, la distruzione dell autorit e d ogni fede col

lo spegnimento della ragione individuale, il Prote


stantismo o Deismo immancabili, ove si ammetta per

vero e certo nel Cristianesimo quello che ammettesi


soltanto dal consenso universale '. A tutte queste ob

Plu'losophie de Tours per M. G. GIey. Tours, 1822 , in in.


Le sens commun da M. Gerbet. Paris , 1827.

1 Conside'rations philosophiques, the'ologiques et poliliques,


ou Eramen critique des opinions de M. labb de La.Mennais
par M. labb Pagarel, seconde dition. Paris, 1825 , vol. 2
in 8. -- V. lEssai sur lHistoire de la philosuphie per M.
Damiron. - De Re'musnt : Arlicle da Globe, De la Religlvli
considere'e dans ses rapports aver: lordre politique et civil.

108

SUPPLIMEITIO TERZO

biezioni cercarono di rispondere lo stesso De La


Mennais ed i suoi pi caldi parteggiatori col distin
guere la verit delle idee in s. stesse dalla verit che
possono averne gli uomini; col pretendere di stabi

lire un autorit puramente di fatto, indipendente da


ogni raziocinio e senza veruna prova; col volere li.

dentit del metodo losoco e religioso; col mo


strare che in fondo tutte le scuole e la losoa sono

d accordo sul criterio della certezza posta nel con


senso o senso comune: ma ad onta di questo di
fase le dottrine del La Mennais furono confutate e
riprovate colla stessa Enciclica di Gregorio XVI 1.

5 98

Le opere di De Maistre, di Bonald, e. di La


Illennais sono quelle che stabilirono in Francia la
scuola Teologica o de Soprannaturalisti. Gli altri non

fecero che richiamare ed illustrare i grandi principi


e le grandi quistioni trattate da questi autori, come
il Barone d Eclrstein. col suo uomo ideale o frazione

dell umanit, o colla credenza stabilita puramente


sulla tradizione primitiva che poi la religiosa; il
Richer col suo sentimento religioso;il Gley cc suoi
giudizi teologici intorno a tutti i sistemi di loso

a; il Laurentie e il Doney colla loro applicazione


pi estesa del senso comune identicato o sostenuto
dalla rivelazione; il Lasalle colla sua massima che

tutto rimonta alla creazione, e col doppio suo prin.


I V. Il Giornale detto Dcjnseur, tom. r. - Oenvres

complles de M. Iabb De La Mennais: Defense de ZEssai


sur lindffrence en matire de Relgion.

FILOSOFI FRANCESI

169

cipio mascolino e fmminino subordinati ambidue


nel loro perfezionamento allinuenza immediatamente
divina; il Gence ed il Vernes, il primo colla sua
losoa religiosa, ed il secondo colla sua Deicea l.

Al di sopra di questi per siunalzarono, e con una


certa fama, Ballanche, Monllosier, Gerbet, Duboc,
Mcher, Bautain, Fabre dOlivet, sebbene quest ul

timo appartenga alla scuola de Soprannaluralisli in


una maniera affatto

diversa da quella dei soprain-

dicati.

s 99
M. Ballancke, nato nellanno 1776 3, quantun

que abba scritto pi da pubblicista che da meta


sico , cionnoudimeno appartiene alla scuola teologica
o desoprannaturalisti pel principio dell autorit o
1 Il Barone d Ecksteiu nato in Danimarca , ma dal
l'anno 1815 abita in Francia. Egli l estensore del Gior
nale Catholique, vol. 2 in 8. - De la philosophie religieuse
dans ses rapports par M. Richer. Paris , 1821, in 8. Ana
lyse des principes de la connaissance humaine rtablie d'aprs v
Descartes, par M. Gence. Paris, 1828 , in 8. conjectures

philosophiques, religieuses et politiques par M. Albert Fran


cois de Lasalle, 1853 , vol. unico in 8. La Deice'e, ou
Mditations nouvelles sur l'existence et la nature de Dieu. par
M. Ventes. Paris , 1825. Introduction a la philosophie, au

Trait de l'origine et de la certitude, par M. Laurentie. Paris,


1826, vol. unico, in 8. Nouveau: ele'mens de philoso

phie daprs le mthode dobservalion et la regie du sens com


man, par'M. l'abb Doney. Paris, 1829 , vol. 2 in 8..
2 Opere di Ballanche : Essai sur les Institutions sociales.
Paris, 1818. - Palinge'nesie sociale. _. Oeuvres de M. Bal

lanche, nouvelle dition in n.. Paris , 1835.


nunnmn lu

15

170

SUPPLIMENTO TERZO

della tradizione, e per un fondo di studio sullo spi


rito umano in relazione a cotesto principio. Egli

chiamato il profeta del secolo 19.; per cos dire


un altro artista o poeta della scuola teologica. llBal
[anche nelle Istituzioni sociali ha manifestato il pen
siero del perfezionamento graduale e successivo dello

spirito umano. A questo ne l uomo primo ricevette


per mezzo della Rivelazione organi e parole, e con
queste la fede e la verit , onde dopo divenne egli
stesso insegnatore o maestro per modo che lumau
genere . una serie di insegnatori e di apprendenti.
Questa primitiva tradizione che si diffuse in tante
tradizioni speciali o locali ebbe tre manifestazioni,
la orale, la scritta, la stampata. Essa fu dapprima sen
timento o intuizione o pura religione, poscia ragione

0 scienza. Ad onta di questi mutamenti non si estin


se, n si perdette, ma continu nella sua inuen
za , facendo che lo spirito si perfezionasse anco nella
sua vecchiezza per la legge dell indenito perfezio
namento. Cos l uomo o lo spirito non che p0
tenza , progredisce od perfettibile soltanto per la
societ, fatto per vincerec'oll sua ragionevolezza
ed intelligenza le-fore della natura; ma la Provvi

denza lo ha collocato in uno stato di misterioso ini


ziamento, afnch fosse pieno di merito nella fede
. e nella fatica. La Provvidenza combina colla libert,

il mondo sico e; il morale agiscono e reagiscono eter


namente fra di loro; il perfezionamento successi!
o la prova secondo i tempi e i luoghi, e. sempre
l espiazione o l uomo che si forma da s nellatti

vit sociale o individuale. Ecco la religione ola w

FILOSOFI FRANCESI

|7|

denza generale, il piano della Provvidenza, il cui di


segno compiuto, massimamente rispetto all uomo,
arcano e misterioso, n pu interamente svelarsi alla
ragione, quantunque ci abbia la certezza che una
creatura intelligente e morale non possa giammai es
ser condannata ad un ne ignobile e misero. Il Bal
lanc/ze ha comuni cogli altri soprannaturalisti le opi
nioni sullorigine del linguaggio e delle idee, il prin

cipio della fede o della tradizione, ma se ne dilunga


colla dottrina d una tradizione primitiva, collentu
siasmo e col mistero, collassociarvi la scienza 0 la

riessione che esclusa al tutto dall autorit o dal


consenso universale, siccome fatto, colla proposta
d una psicologia non individuale, ma sociale.
5 100.

, Anche Fabre d Olvet pi che metasico si pre


senta siccome il losofo del genere umano 1. Egli si
propone di sciogliere il gran problema della societ
umana e della sua legislazione colla tradizione 0 ri
velazione, ma non con quella soltanto Mosaica che
considera siccome un monumento irrefragabile, ma

con tutti i libri cos detti degli Ierofnti o santi


delle nazioni. Nella sua opera abbandona il metodo
didattico, e si d alla forma storica per essere pi
positivo e veridico. Lorigine dell uomo o della so
ciet ci vuole spiegarla, siccome una cosmogonia; ma
nondimeno premette la metasica dell uomo, o sia

r De I'lat socia! de l"homme, ou Vues philosophques sur


Plu'stoire da germe humaine par M. Fabre d'Oliva. tom. 2 in
.. Pnris , 182:.

l7s

SUPPLlMENTO TERZO

un trattato sulla costituzione intellettuale. Secondo


lui, l uomo ha una triplice natura, istintiva, animata
(animique ), ed intellettuale. La prima sviluppa gli

elementi del corpo, e sta nel grado (jyer) infe


riore. La seconda l anima , e sta nel grado me
dio. La terza lo spirito, e sta nel grado superio
re. Il punto
l anima. La
l istinto , il
sentimento,

0roco centrale si la vita animatao


sfera istintiva abbraccia la sensazione,
senso comune. La sfera dell anima, il
lintendimento, la ragione. La sfera in

tellettuale, l assenso, l intelligenza, la sagacit. Lo


rigine di tutte le facolt la sfera istintiva che si
trasforma successivamente in intendimento , in intel

ligenza. Nel centro della sfera 0 vita dellanima esi


ste un altro centro che d vita e moto sino agli 1d
timi pupti della vita istintiva ed intellettuale. Que

sta la potenza volitiva od eettrice emanante dalla


Divinit. Questa sfera opera dal centro alla circon

ferenza:, potrebbesi distendere sino agli spazi eterei,


e sarebbe innita, se non potesse essere che Dio

l ente innito. Questa sfera 0 vita produce dodici


facolt, sei primordiali e sei secondarie che vanno
dalle inferiori alle superiori, cio l attenzione, la
percezione, la riflessione, la ripetizione, la compara
zione, il giudizio, la ritenitiva. o ritenzione, la me
moria, il discemimento, la comprensione, limmagi

nazione, laereazione. Queste facolt variano al va


riare degli stati o delle epoche dell uomo non pres
come individuo, ma come l umanit. Queste facolt
hanno perci le loro epoche. Ncllinfanzia prepon
derante la vita o sfera istintiva. Dopo vi ha un gel"

FILOSOFI FRANCESI

73

{me della vita dell anima che si sviluppa colla vita


intellettuale nel pieno incivilitnento. L uomo una

delle tre grandi potenze del mondo, destino, provvi


denza, volont. Il destino una natura necessitante
o naturata. La provvidenza una natura libera e na<

turnte. La volont dell uomo fatta per opporsi al


destino, ma soggetta alla provvidenza. L uomo un
germe divino gittata o seminato dalla provvidenza

nella fatalit del destino. Il destino, la provvidenza,


la volont formano il famoso ternario dell universo

nell unit , o la triade degli antichi. Su questa tria


de, sulla mutua azione 0 reazione de suoi elementi deb
bono stabilirsi tutti i sistemi metasici, politici e reli

giosi. I loso sbagliano nel separarli. Obbes diede tutto


al destino, Bossuet alla provvidenza, Rousseau ed i
loso alla volont 0 alla ragione. Quest unit svi
luppata da Dioin tre modi 0 con tre forze. L u
u.il perfetta nella societ non pu ottenersi che col

concentramento di queste tre forze. Queste tre forza


si concentrano nel Sovrano Pontece come il rap
presentante della provvidenza, siccome quello che
raccoglierebbe tutti gli uomini in un sol culto, sotto
lo stesso Dio. Il Fabre d Olivet segue l idea di Bal
lanche nel ritrarre la verit o la scienza dalle tradi-.

zioni sacre dell umanit, nello stabilire una specie


di epoche o di successivo perfezionamento col germe
umano che si sviluppa nella societ colle tre forze o

vite. Cosi egli saccosta ai pcnsamenti degli altri So


prannaturalisti coli ammettere la tradizione Mosaica
qual primo monumento della rivelazione, lautoril

del Pontece come rappresentatorc dell unit delle


15"

v4
I

SUPPLIMENTO TERZO

forze, l immediato intervento della Provvidenza o


della Divinit nella stessa volont umana, ma se ne
diparte col suo destino o fatalismo, colla sua unit
delle tre forze o della triade che pu condurre al
pantcisxno spirituale, col cumulo delle tradizioni ezian
dio profana e bugiarde che non possono stabilire. un
testimonio storico infallibile di pura autorit 0 po
sitivo. Egli poi inesatto nell origine delle facolt,
nella successiva trasformazione della vita istintiva nel
l intellettuale, e propende di soverchio al mistero

col qualicare principi-principianti le forze gi 110


minate.

'
5 E01.

Alle dottrine di Fabre d Olivet s approssima il


conte di Montlvsier co'I suoi misteri della vita uma
na I. Egli pure ammette tre grandi forze: la cale
ste, la solare, la terrestre. La prima lo spirito di
Dio, la seconda lo spirito della terra , la terza il
corpo o la materia, che ugualmente una forza. Le

forze o gli spiriti della terra e del sole sono sotto


posti, anzi contengono lo spirito di Dio. Egli di
stingue altres un triplice spirito: il comune che
la vita animale comune , il necessario che quello

della materia, il soprabbondante che quello delle


funzioni intellettuali. Il necessario ateo. Il soprab
bondante pensa all avvenire, lo spirito celeste o
religioso. Questi due spiriti sono in guerra tra di

loro, e il necessario rimane come nell oscurit o


1 Des mystres de la vie humaine par le Corale de Monl
losier. Paris, 1829.

FILOSOFI FRANCESI

175

nel sonno. Da questi tratti avviser ognuno che qui

si riproducono molte idee platoniche sotto il velo


religioso dello spirito di Dio, che si tende al panteih
amo , e che si erra nel porre lo spirito delle intel
lettuali funzioni, come soprabbondante, mentre
esso solo il necessario o principale. Dal che nasce
anche il sospetto del fatalisxno o della dottrina della
necessit nei misteri di Montloser.
5 102.

La poca fortuna delle dottrine di De Maistre, di


Bonald e di La Mennaz's, quantunque ammirate pel
talento de loro autori, le gravi opposizioni che incon
trarono nel pubblico de loso, le fantasie di Fa
bre dOlivet e di Monllosz'er che non presentano un

sistema chiaro e vero nel senso cattolico, le preten


sioni, le novit, il plauso delle scuole nemiche, per
snasero altri Soprannaturalisti , come M'cher, Du
boc, Commequz'ers, Gerbet e Bautain, a prendere
una diversa via per ingrandire ed accreditare la pro
pria. Mcher non ha un sistema astratto o specu
lativo di losoa teologica o religiosa. Egli corre to
sto alla pratica, ponendo per appetiti morali il pen
sare e l amare, ed affermando che l uomo deve ~co

minciare da ci che necessario per finire a quello


che torna ad omaggio della Divinit, o alla pneghie

ra, e va tantoltre con questi suoi appetiti morali,


che snllamore di s fonda la prova dell esistenza di
Dio. Il principio suo universale si che la creazione
.__.__.M.,_______.

x Le livrc de l'homme de bien, par M. douard Michcr.


Nsntes, 1852.

_;"_,____',,__-._.W- .-_

71

176

SUPPLIMEN'IO TERZO

emana da Dio, e che tutto deve tornare a Dio. Du


boc l internandosi nella distinzione di Kant tra la
losoa e la religione, non la vuole come una vera
separazione, affermando che la losoa senza lin
tima unione colla religione non pu mai diventar

pratica e vivente. E con tale principio riconoscen


do tutte le morali losoche come puri mezzi pre
paratorj alla coltura o al perfezionamento, pone sif
fatto perfezionamento nell osservanza della legge di
Dio emanata dalla coscienza e dalla religione pel ne

della beatitudine eterna. De Commequiers 2 stabilendo


come le due facolt dello spirito la coscienza e la
fede pone la virt nella sommessione a Dio, am
mette che Dio agisce in noi e per mezzo delle n0
stre facolt, che l amore il mobile della sua vo

lont, che il bello ideale il presentimento della ce


leale bellezza, la religione la vera poesia, e che non
v e regno dnrable nella poesia, se non quando essa
sia in accordo colla religione.
g 103.

Pi vigorosi sono gli sforzi e pi dichiarate ed estese


nel vero senso della losoa teologica , le dottrine
di Gerbet e di Bautain. che si mostrano ora sicco
me i veri paladini della scuola de Soprannaturalisti

francesi. Questi autori pensano che le teoriche della

1 De la dignile' de lhomme et de limportance de son s


j0tu ivi-bus camme moyen dle'vnlion morale, par 'douard
Duboc. Bruxelles, 1827 , vol. unico, in 8..
2 v,lftzzdes p/zilosophiques, par C/t. de Commeqziiers. Paris,
1850 , in 8..

FILOSOFI FRANCESI

177

sensazione o della sterile ideologia non possano in


alcuna guisa corrispondere all insegnamento losoco
della nazione; che la scuola Scozzese anche natura
lizzata ed innestata nella Francese non colga che 0m.
bre ed allucinazioni ne fenomeni della semplice co
scienza; che la scienza de psicologisti di qualunque
setta fondata sul Me si risolva in un circolo vizio

so, nel circolo ristretto dellessere e quindi del dub


bio; che lo stesso senso comune di La Mennais
possa far temere la rovina della religione. In que
st intendimento incomincia il Gerbet I a considerare

la losoa siccome la scienza centrale o l unit di


tutte le altre, la scienza infinita, essendo la sapienza
innita il modello ch essa cerca d aggiungere. Tutte

le scienze dipendono da quella, come l essenza della


scibile. Perci nella losoa e nelle scienze avvi unit

e distinzione. Quest unit la cerca il Gerbet nelle


intime dottrine cristiane, nell unit delle loro tra
dizioni, da cui fa uscire la losoa della storia, la
quale la losoa secondo le vedute presenti del
l autore. La losoa della storia ha per oggetto il

libero esercizio dell umana attivit sul teatro del


mondo o nel tempo; e quindi essa tenta di ridurre

lo svolgimento 0 sviluppo di quest attivit a leggi


espresse. Egli nel moto dell attivit (moto dell 111nan genere, moto umanitario) riscontra tre modi 0

1 Opere dell abate Gerbel: De In cerlilade dans ses rap


ports aver: la The'ologie. Paris , 1828. - Introduclion a la
Philosophie de lHistoire. 1855. - Corgfrences de Philosophie

Calholique; 1855.

|78

SUPPLIMENTO TERZO

leggi : I. l evoluzione circolare o il ciclo ; a. il moto


progressivo; 3. il moto retrogrado. Il primo il
panteism0, il terzo un atto di disperazione, il secondo
il solo vero e ragionevole. Quest ultimo si verica
soltanto nel Cristianesimo che non mai retrogra

do, che col dogma della grazia stabilisce il governo


divino della libert umana, che ammette la fede nel

progresso dell umanit, il solo che abbia la ragione


complessa di quella. Dopo ci confuta il Gerbet lo
scetticismo, l eccletismo e tutti gli altri sistemi, i
quali si giudicano e si condannano reciprocamente
tra loro col contrapposto del limitato col limitato,
del dubbio col dubbio, mostrando che la sola re
ligione porge da s 1 unit universale. Al qual ne
va esponendo le categorie de singoli sistemi del pan
teismo che abbraccia il solo innito, dell ateismo
che comprende il solo nito, del dualismo che con
fonde l innito ed il nito come coeterni, e viene
per ultimo alla dottrina sistematica della religione, onde
si ha una losoa che mette in relazione l intendi
mento colla volont, colla societ e nella societ po
litica , coll ordine nel bello, nelle arti, nella let
taratura, collordine nell'ntile, nell agricoltura e.

nell industria. Dal che apparisce come il Gerbet


siasi appropriato le formale deloso/ del progresso
(9 138), onde adattarle alla scuola o losoa teo
logica, ed abbia tentato d imitarli nel sostituire alla
losoa del senso privato od a frammenti, siccome
essi dicono, la losoa della vita, la losoa del
l umanit.

FILOSOFI FRANCESI

179

(j m4.

Con ugual forza e collo stesso entusiasmo del Ger


bet procede il Bautain nell esporre 1 insegnamento
losoco necessario alla Francia nel presente secolo

19. 0. Il Bautain, stanco e non soddisfatto dellEc


cletismo del Cousin (S 107 ), dopo aver confutati tutti
i sistemi dell odierna losoa Francese, e quello stesso

di La Mennais nella parte che riguarda il senso co


mune,si diede ad una losoa del tutto teologica o

soprannaturale. III Bautain. conviene con La Men


nais e cogli altri Soprannaturalisti , che la ragione

umana non possa innalzarsi alla cognizione del primo


principio, n a quella delle verit fondamentali, che
essa non si svolga come ragione senza del linguaggio

necessariamente tradizionale, e che non le sia dato di


dedurre senza que principi ed assiomi eh ella non fa,

n pu vericare, ma che costretta ad ammettere


a rischio altrimenti di annientarsi. In relazione a que
sti principi, il Bautain considera la losoa come la
scienza che deve darci delle vert-principj sullultima
ragione dell uomo, sulla sua origine e sul suo ne.
Questa losoa non pu essere che la parola di Dio,
la Rivelazione, siccome quella dalla quale ha inco
minciato ogni cognizione o sapere, siccome quella che
colla parola l agente necessario all umano perfe

| De lenseignement de la philosophie au rg. sicle, par


M. labb Bautain. Questo discorso fu tiadotto in italiano

dal sig. Michele Parma- - V. Ricoglitare italiano e straniero.

Novembre, 1854. Milano. - Lettre la Revue uropenne,


vol. 6, pag. 649.

180

SUPPLTMENTO TERZO

zionamento. Che se l uomo un principio meta


sico e soprannaturale, oltre a tutti gli sforzi della
scienza umana , richiede una losoa che abbia gli
stessi principi della pura Rivelazione. Nella loso'
a bisogna ammettere sempre qualche cosa di au

tecedente , essendo altrimenti impossibile qualsiasi


spiegazione. Quindi d uopo ammettere la parola o
la tradizione come verit anteriore, la quale spiega
lorigine e la natura dell uomo, lapplicazioue delle
verit-pn'ncipj all istoria , al mondo, all umanit. Le
verit metasiche non sono conseguentemente diverse
dalle teologiche. La scienza dell uomo non chela
Scienza di Dio, la losoa la Teologia o la Reli
gione. La lealt e la forza dell ingegno e dellelo
quenza con cui il Bautain insegna questa sua lo
soa, si dice che gli assicurino un continuo trionfo

dalla cattedra in Strasburgo, ma anchegli and in


contro non ha guari alle censure ecclesiastiche. de
siderabile eh esca in luce il suo Manuale di 1050
a, da cui apparir pi ampiamente il suo sistema
Pei pochi cenni qui esposti si rinnovano natural
mente contro di lui queste difficolt proposte dagli
stessi Soprannaturalisti, che esiste una fede o dispo
sizione alla credenza prima del linguaggio articola
to , che impossibile dalla miscredenza passare alla
credenza, che la nudit originale dell uomo, o sia
l uomo che cerca nella rivelazione la certezza senza
averne alcuna, impossibile che la trovi in quella,
che il linguaggio sia causa d ogni scienza 0 certam

Cotali punti sono assai pericolosi, contrastano colla


realt, e danno luogo alle inquietudini, al dubbio,

FILOSOFl FB ANCESI

i8|

all opposizione . Inoltre il Bautain confonde l uo


m0 spirituale come soprannaturale coll uomo spiri
tuale puramente nell ordine naturale. Fatta questa
distinzione, non pi identica la losoa colla re

ligione n per il suo oggetto, n per il suo fonda


mento.
S) 165.

Ad onta di tanti sforzi generosi per parte della


scuola de Soprannaturalisti francesi, essa non ha avan
zato gran fatto , n. pu dirsi consolidata ne suoi
principi e nelle sue dottrine. I suoi seguaci sono as

sai pochi, e devono stare in guardia contro le cen


sure dello stesso Pontece. Le opere de suoi losofi
hanno eccitata lattenzione, l ammirazione, ma non
la persuasioneo la fede (1 un generale sistema. Que
sta losoa, tuttoch eminentemente spirituale, s a

datta di pi alla fede che non'alla riessione, pi di


sentimento che di ragione. In essa soverchio lentu
siasmo, soverchia la pretensione contro la ragione. La

losoa deve condurre alla religione, ma non identi


carsi con quella, meno poi distruggere la ragione, che
tanto necessaria alla fede medesima. Lopera umana
separata dalla divina. Sono possibili due credenze7
quando ne sia diverso il fondamento. La religione Ivi
guadagna col confronto delle angustie della sapienza
umana. Ci sono cose nella losoa estranee alluomo

o alla pura religione, che non appartengono allordine


soprannaturale, sulle quali si d una piena credenza,
e che non debbono , n possono spiegarsi colla religio
1 I". il Giornale I'Arm' de la Religion.
rannnmnn - in

16

182

SPPLIMENTO TERZO

ne. Non si possono taeerei lraviamenti di questa scuola


nel fondarsi tutta sulla sola autorit di fatto, coli an
nientamento della ragione individuale; nel supporre
con poca carit, e con troppa ingiustizia e presunzione
la miscredenza o il deismo in quelli che ammettono
il dogma cristiano religioso al pari de suoi difensori
combinandolo colla ragione; nellinclinare alla so
verchia severit col male , siccome di diritto nel mon
do e col mondo quale scuola di continua espiazio
ne, nel far intervenire troppo minutamente e quasi

personalmente la Divinit o la Provvidenza nel go


verno temporale degli uomini, onde una Teodicea
modellata sulle idee della potenza umana, un im
pero del Signore non concorde colla somma Bont
Divina, nella tendenza all indeterminato, ali inde
nito o al Misticismo, siccome conseguenza inevita

bile dell ispirazione ed unzione del sentimento, o


della poesia, ove richiedesi la pi severa riessione;
nella non concordanza cogli stessi dogmi della reli

gione, se ha potuto attirare lariatema del Ponte


ce sopra i suoi principali propugnatori.
IV. ECCLETICI.

Q m6.

Un altra reazione pi diretta e pi forte nacque


e fu proseguita in Francia, con felicissimo successo,
contro il Sensismo o la dottrina della sensazione dei
cos detti loso Eccletici o seguaci dellEceletismo.

Questa reazione degli Eccletici ha il suo fondamento


negli Ideologisti o nellldeologisrno (5 74 ) , quantun

FILOSOFI FRANCESI

183

que per le estrinsecbe circostanze non abbia avuto


principio che pi tardi o sia collauno 1811 e 1814.
La reazione degli Eccletiei contro al sensismo o alla
sensazione, ebbe effetto con tre modi 0 mezzi: col
l abbandono del Condillaclu'smo, coll attacco vivo e

diretto della dottrina della sensazione, collintroduzione


contemporanea in Francia della losoa Scozzese e
Tedesca particolarmente di Kant. Da questi stessi
modi 0 mezzi, onde si intraprese e si continu la
reazione eccletica contro il Sensismo ola sensazione,
sorsero tre scuole diverse non nel principio, ma nella
graduazione dello stesso Eccletismo: a) la scuola de
gli eccletici e dei Cousinisti propriamente detti; b) la
scuola dei psicologisti o spiritualisti scozzesi, c) la
scuola dei losofi istorici. Queste tre scuole furono
originate luna dallaltra, e tutte da una specie di
Eccletismo: hanno per principio comune lo Spiri
tualismo razionale pi o meno esteso, nel quale
vanno tutte ad unicarsi. La logica forte e la cri

tica potente di queste scuole combinate insieme, il


loro insegnamento diffuso dalle cattedre e dalla scuola
normale con somma eloquenza e col pi vivo ap

plauso, i nuovi bisogni della societ, i cambiamenti


politici, produssero un movimento filosofico cosi de

cisivo e cos forte nel senso degli Eccletici, che essi


trionfando sui Sensisti, poterono segnare col loro

Eccletismo un era novella, un vero rivolgimento nella

losoa Francese del secolo ig..

|Si

SUPPLHIENTO TERZO

a) Ecczmxcr propriamente detti. -- Laromiguire,


Maine de Biran , Royer-Collard, Cousin, ed
altri.
5 107.
L Eccletismo in Francia al secolo nostro ha un

doppio signicato od aspetto, l uno pi certo e pi


determinato dell altro. L uno negativo, lalU'o po
sitivo. Il negativo quello che consiste nella loso

n esposta come scienza fuori del principio della sen


sazione e della tradizione, 0 sia collo Spiritualismo

pi o meno razionale ed esplicito: in questo non vi


ha che il pensiero dellEccletismo implicito. Il posi
ti'vo consiste nella teorica duna losoa non sincreti
ca, ma ragionata sulla pi larga osservazione e ridotta
all unit coll assumere la verit o coll escludere l er
rore nei sistemi gi conosciuti ed esistenti: in que
sto l Eccletismo esplicito, ha una forma partico.
lare e determinata . Se non si ammette questa di

1 L Eccletismo Francese sl in senso negativo che posi


tiva cosi denito dal Damiron (Essai sur 1 histaire etc.

pag. 275): Esso assai diverso dallEccletismo con che noi


classichiamo i sistemi di losoa ed i loso che vi hanno
aderito a tempi nostri, massime nella scuola Italiana.ll no
stro lEccletismo universale ed essenziale alla ragione,
il Dualismo per essenza o per principio ( V. la nota al 2 70)
Il Francese una forma o specie, l Eccletismo in parti

colare. La forma di questo variabile, di quello immuta


bile e costante. Nell Eccletismo Francese si corse al Ra
zionalismo pi elevato , al Trascendeutalismo; nel nostro
non mai.

FILOSOFI FRANCESI

185

stinzione o doppia specie nellEccletismo francese,


non 5 intende pi come possano stare sotto la sola
denominazione degli Eccletici le tre scuole gi no

minate tra loro cotanto diverse. All Eccletismo ne


gativo appartiene il partito dell opposizione contro
il sensismo o la sensazione, come vi appartengono

le scuole dei psicologisti Scozzesi e dei losofi isto


rici. AllEccletismo esplicito o positivo sono arruolati
gli Eccletici in generale, e gli Eccletici propriamente
detti Cousinisti..
5 108.
I primi oppositori od eccletici negativi che si fe

cero a combattere la dominante dottrina del Sensismo


o della sensazione, si furono Laromiguire, Maine de
Biran, Royer-Collard, in una maniera per assai

diversa. Laromiguire, nato verso l anno 1756 ' ,


quantunque allevato alla scuola di Condillac, sotto
pose a critico esame la dottrina della sensazione con

vedute pi larghe, ammise dei fatti fuori ed oltre


ad essa, e mentre assumeva di difendere il maestro
dai paradossi che gli erano apposti, condotto da un
principio di Eccletismo implicito, venne ad ammet-
tera il Razionalismo o Spiritualismo in contraddi
zione di quella. Egli, nel trattato sulle facolt del
l anima , differisce di molto dal sistema di Condil
lac, ponendo per facolt prima o generatrice non

1 Opere di Laromiguire: Lepons de philosaphie, on Es


.1ai
sur
de lrime. de
Seconde
dition.
Paris, sur
1820la,
tom. 2 Ies
in 1culld:
8. - Paradoxesv
Condillac
: Discours
langue da raisonnement. Paris , 1825, vol. unico in 8.
16

186

SUPPLIMEITI'O TERZO

la sensazione, ma lattenzione, e quindi l anima at


tiva. -Sicch per Laromz'guire la sensibilit non
vera facolt, il sentire non pensare, ma una ca
pacit, laddove la facolt sempre attivit, ed esi
stono quattro specie o sorta di idee, le idee delta
sensazione, le idee delle facolt dell anima, le idee
di rapporto, le idee morali. Ad onta del suo Ec
cletismo implicito o negativo il Laromiguire sostenne
e predic colle parole e col fatto che non bisogna
essere n Carlesiani, u Loclristi, n Malebranchz'stz',
m: Leibniziam', ma seguaci della verit. Le dottrine

del Laromiguire, quantunque perspicue e pi prO-


fonde della scienza della sensazione, non andarono
esenti da taccia di difetto o di errore. In esse si
ravvisava ancora il discepolo di Condillac. In esse
veniva_esposto un sistema incompleto, non vero e

troppo articiale delle facolt, essendo impossibile


che la sola attenzione produca tutte le altre, e non
potendo le idee riferirsi ai soli sentimenti, senza con
fondere la distinta natura delle une con quella de

gli altri. Cionnondimeno servirono esse ad iniziare


l attacco o la reazione pi forte e posteriore contro
il Sensismo o i Sensisti, e poterono affezionarsi al
cuni. discepoli, tra cui il Flotta ed il Ferrol Perrard,
il primo de quali ne copiava fedelmente il sistema delle
facolt, ed il secondo pubblicava una logica classica
modellata sopra uguali principi I. I difetti delle dot
r Flotta : Leons le'mentaines de phlosophie; seconde di
tion. Paris, 1815 , tom. 2 in ra. - J. Ferre'ol Permrd:

Logque classique d'apns (es princpes da M. Laromiguia-e ;

.moon FAS

187

trne di Lmomguire _sono stati p9t al pubblico


dal Maine de Biran e particolarmente 8: Cousin .

' '

i5f9-

'

Data cos la prima spinta alfa Sprilualismo c'o"


ira al Senssmo per opera di Lafomi'iguin, vennero
altri a rinforzarlo. Maine de Bran, nato nehuo
1766 e morto nell anno 1824, thttoch fpepr'
ma addetto alla scuola dell Ideo'logim di Dqttift
de Tracy e al Fisiologismo di ICabanisl', pure ili
venne spiritualista eccletco snq alujo|nadismo di
Leibm'tz 2'. Egli medil la looa nel sxd__ ve'ro seni-150
o sia nella coscienza o nella percezione interna, qind
non {nei via n di ragionamento, n'"d"osservzo
ne, stabilenclo in tal modo il rhtodo ptdldgco

losoco. Da questa percezione [tasse il prncpq che


.X'

f. - ,
Pars, 1835 , vol. ix_1

8.", deuxime dixon adople' par

I Um'versl.
1 I. Examen des Iegons de M. Laromiguire par M. Maine
de Biran. - Fragmens philosophiques par Victor Coua'n; 1826,
vol. in 8. -_Journal des Savan.r, 1829.
2 Opere di Maine de Biran oltre alla gi citata dell E
same sulle lezioni di Laramiguire: Mmaireswur la decom
posilion de la pense'e, sur linuence de lhabitude. - Artide sur
Leibnitz. - Biographie universelle, tom. a5. - Nouvelles consi
ddrations sur les rapporta da phjsque et da mura! de llwm
me. -Ouvrage posthurrae puble per M. Cousin. Pari: , 1854,

vol. in 8. -In questo yolume 1. Rdponses nuziugumes


de M. Sla;ger contra. Iapperception immediatedfune liason

rivalion
causale entra
d'un le
principe
vouloi;universel
primitivee!et\la
ne'cessaire
motion,de
et_cantreln
causalit dg:
celle marce.

4"

'

[88

SUPPLIMENTO TERZO

l anima una pura forza, un principio essenzial

mente libero ed attivo, stabilendo sulla sua epper


cezione l idea della causalit, e dimostrando, massime
in un opera postuma, che agli organi motori non si

attribuisce la volont, che il Me che sente o perce


pisce tutto nello spazio, non pu giammai identi
carsi con quello : sicch la forza o la volont ha una
sfera pi estesa dei movimenti del corpo , 1 atti
vit propria dellanima o del Me. I pregi o meriti
di Maine de Biran consistono nella novit e nella
precisione del metodo losoco o psicologico disgiunto
affatto dallo sperimentale esterno e dal siologico;
nella somma profondit del talento metasico, nel
1 aver determinata la forza, 1 unit , la causa del
l anima con moltissima chiarezza e potenza di ra
ziocinio: siccome i suoi difetti stanno nel non aver

provata l immaterialit dello spirito col semplice prin


cipio della frza o dellam'mismo, mentre la forza
pu esser fondata anche sul materialismo, nella per
cezione o uellanima umana siccome quella degli ani
mali, noli impossibilit di passare dalla semplice in
tuizione o percezione all appercezione, al ragiona
mento; nel far derivare dalla forza universale o da
quella dell'anima l idea della causalit o di Dio, o

sia dal contingente l assoluto.

5 no.

Pi di Maine de Biran contribu al distruggimentt)


del.Seusismo francese il Ro_yer-Collard, nato verso lan
no 1768 , siccome quello che venne a preparare la via
all Eccletismo positivo che doveva abbatterlo intera

mente. Chiamato sino dallannd 1811 a dar lezioni

FILOSOFI FRANCESI

189

di losoa, ci seppe sottrarla al dominio del Con


dillachismo colla severit dell analisi, e colle dot

trine opposte del Raid 0 degli Scozzesi (5 47-49).


Il Royer-Collar'd l mostr che il puro sentire con
duce all idealismo, che la realit del mondo non
visibile o percepibile, qualora tuttdsi riduca al senso
o alla sensibilit diversamente modicata, che la cre
denza nel mondo esterno ingerita da una specie
d istinto o dall induzione, cui assume poscia sicco
me il metodo di losofare. Indi, passando a dimo
atrare sempre contro i Condillachisti o Sensisti che
le idee della sostanza, della causa, della durata,
dello spazio, dellelernit, dell immensit e dellin
nito non si spiegano con nessuno decinquescn
si, mentre nella sensazione debbonsi distinguere tre
cose, la percezione che noi ne_abbiamo, il rapporto

che ne facciamo a qualche cosa fuori di noi, il gin


dizio che si rapporta alle cose alle quali essa si ri
ferisce, ne trae la genesi dal sentire e dal ricordare che
fa l anima stessa e dalla facolt dellastrazione. Fi
nalmente Ro_yer-Collard, non contento d aver im
pngnata cosi vivamente e fortemente la dottrina della

sensazione s nella psicologia, come nella metasica,


venne a combatterla anche nella morale o nella

pratica, confutando l egoismo o linteresse, e spie


gando per tal modo la divisa dellEccletismo con

1 Fragmens da M. Royert-Collard publis clans la tradu


ction des ceuvres de Reid par M. Jouffroy. - Examen des
fragmens da M. Royer-Gollard et des principe: de philosoplu'e

de lcole cossaise, par le Barou Massias. Paris, 1829 in 8..

190

SUPPLIMEN'IO ramo

un insegnamento veramente segnalato e distinto nella


critica e nella dogmatica, colla percezione del tutto
razionale o dellanima, con una morale quanto lon

tana dall utile, altrettanto nemica_della morale tal


volta sentimentale o mistica di alcuni Soprannatu
ralisti.
5 r u.

Dopo l insegnamento di Royer-Collard venne a


formarsi in Francia la scuola degli Eccletici vera
mente positivi. Parte di questi sorsero con principi
propri, n parteciparono a quellinsegnamento, co
me sono Keratry, Massias, Bonestetten, Portalis,

Droz. Parte derivarono direttamente da quella scuola


mediante il Cousin, onde il Cousimsmo o il vero Ec

cletismo francese colle scuole minori dissenzienti


(g 107 Il Keratry, nato nell'anno 1769 1, quan
tunqua parlasse incidentemente del sentimento del
bello e del sublime , pure si occup principalmente
dellontologia. Egli ammette che in principio non
eravi che 1 essere intelligente, il quale penetrando
nel vuoto immenso della materia e dello spirito esi
stenti in istato possibile ab eterno, porse loro la
realt o 1 essere combinandoli in mille forme. Da
simili forme uscirono fuori tutti gli individui, on.
d . popolato l universo. Gli animali mostrano l al
leanza tra la materia e lo spirito, sono misti di

1 Opere di Keratry : Inductions morale: et physiologiques.


Paris, 1818, seconde ditiou , vol. unico in 8. -Eramen

phs'losophique de considrations sur le sentiment a'u sublime et


du beau dEmmanuel Kant. Paris, 1823.

FILOSOFI FRANCESI

191

forza e di materia. L anima che dapprincipio venne'},


unita col corpo , deve sciogliersene per ricomparire
sotto altre forme. Quindi sotto la legge di Dio avvi
la creazione, l unione, la separazione e la restitu
zione dell essere spirituale in altro mondo. Il Kam
tr_'y ha l ispirazione dello stile, un logico eloquente
ed appassionato, ma manca di profondit e di pre
cisione losoca. Egli pu essere anche accusato di
misticismo intorno all origine e all immortalit del

fanima , di equivoco sulla dottrina del bello e della


morale posta nell utile, se non fosse banditore delle
massime elevate e sublimi che la correggono e che
la allontanano dal sospetto dellepicnreismo o del
l utilismo.
5 112.

Carlo Bonesletten, nato a Berna nellanno 1745


e morto nell anno 1832 a Ginevra, amico di Bon
net, da considerarsi siccome eccletico, in quanto
egli non n Condillachista, n. Kanziano. Egli pel
metodo e per alcune dottrine sarebbe aderente a
Smith. e a Dugaldlewart (@ 53), e pu risguar
darsi soltanto come psicologista, quantunque tocchi
di logica, di metasica e di morale ne suoi studi

sul! uomo, che l opera principale I. Egli ammette

1 Opere di Bonestellen: Recherches sur limmagination,


2 vol. in 8.. Gnve , 1807. - tudes de lhomme. Paris,
1821 , tom. 2 in 8. - Essai analytique sur le plan0mne
de la sensalion. - Me'moire inedite. -- Sommaina de princi
pes de la philosophie rationelle. V. Bibliothque universelle,

tam. 59. Genve , 1828. - LHomhze da midi et I'Homme

Iga

SUPPLIMENTO TERZO

fuor' d ogni contrasto l anima spirituale ed imma


teriale, e limitandosi ad istudiarla nell intelligenza,
distingue la applicazione esterna ed interna di questa,
o sia la coscienza. L ordine delle facolt dell anima
per lui il seguente, cio essa comincia a sentire,

poi a riettere, indi a comporre ed a conoscere.


Dal sentimento o dalla coscienza dell anima sorge
il senso morale, disgiunto da ogni utilit (senso dei

bisogni), dal sentimento del bello e da ogni eleva


zione ascetica de Soprannaturalisti, e ripostosol
tanto nella sua armonia colla ragione e nella ten
denza al bene altrui manifestantesi col bisogno di
sentimenti armonici. Negli scritti di Bonestetten, che
si distingue assai nella nezza e nella chiarezza del

I osservazione, tutto rimane nello stato di germe,


tutto a tocchi, nulla avvi di nito o compiuto. la
essi si desiderano talvolta l esattezza e la maggior

precisione, qualche volta la verit che coperta 0


traviata dalla soverchia abbondanza del sentimento.
5 113.

,Seguace dellEccletismo alla maniera degli altri


due gi rammemorati si pure G. Portalis ,nato
a Bausset uell anno 1746 e morto a Parigi nellanno
1807. Egli scrisse da giovinetto le prime due ope

du nord, 011 fin/lucane da climat. Genve , 1824, vol. unico


in 8..

x Observations sur un ouvrage intitul: mile, va del?


ducatioru Chambeau , 1765. - Des prjuges. - De I16038
et de l'abuse de Iesprit p/zilosophique durant le 18. stls
par 1. E. M. Portalis. Paris , 1820 , vol. 2 in 8..

FILOSOF] FRANCESI

193

rette losoche l una diretta contra all Emilio di


Rousseau, e laltra contra ai pregiudizi della societ ,
e poi dato alle cure del Foro non attese quasi pi

mai alla pura losoa. Dopo, esule nella Svizzera e


nella Germania, avendo avuto famigliarit col losofo
Jacobi e con altri, pose lanimo esclusivamente alle
pi grandi quistioni di questa scienza , siccome lo
attesta l opera sull uso e sull abuso dello spirito
losoco pubblicata in Allena nell anno 1800. Il Por
talis, dopo aver dato in quell opera una specie di
quadro istorico intorno all origine e all inuenza

della losoa sino dalla sua prima et, viene a de


nirla e a distinguerla in speculativa e pratica, e
ad indicare precisamente il carattere eh essa assunse
nel secolo 18.". Ei parla con molto senno e con no
giudizio di Locke, di Leibnitz; ragiona delle idee e

della loro origine considerate come semplici od ele


mentari, e sottoponendo alla losoa non che la
metasica la stessa sica, stabilisce siccome unico
mezzo o metodo della scoperta, l osservazione con
dotta dalla ragione o'riessione, dopo aver rigettata
tanto le categorie
di Kant,
quanto
di
queloso
che vogliono
riferiri
tuttola alpretensione
meccanismo
dell universo. Finalmente, ammettendo l immorta
lit dell anima siccome dogma derivante da quello
sull esistenza di Dio, e confutando acerbamente il

materialismo si diretto che indiretto, viene ad ap


plicare lo spirito losoco alle arti, alla storia, alla
morale, alla religione. A Portalis manca un sistema

ordinato di losoa, per quanto siano estese le sue


vedute intorno allo spirito losoco, abbondante di
TENNI'.MLIIU - lll

l'7

igi',

SUPPLEMENTO TERZO

erudizione e talvolta profonda l esposizione. Il suo


stile sempre chiaro ed animatofe per la soverchia

chiarezza anche. prolisso. La sua opera pi critica


e polemica che originale, e mira a consolidare le
dottrine gi conosciute come vere coli esclusione e
confutazione delle false.
9 114.
G.- Droz, nato nell anno 1773 I , sebbene allevato
alla scuola del secolo 18., amico a Cabanis (5 79)
e partigiano d una dottrina esclusiva professata nel
suo libro sullalrte di essere felice, cionnondimeno
senti l inuenza del movimento delle nuove idee, e
si manifest col pi esplicito amore all Eccletismo
ne suoi Sistemi di morale losoa, opera che ebbe

l onore del premio. Il Droz, partendo dal principio


opposto alla dottrina o ai sistemi esclusivi, viene di
mostrando in tutto il corso della sua opera che il
difetto d ogni sistema di morale si l esclusiva, che
nulla v ha in essi di contraddicente, che tutti pos
sono conciliarsi insieme e ridursi ali unit del Gri
stianesimo. Sicch egli, mentre non fautore n del

l amor proprio , n del desiderio di piacere alla Di


vinit, n del principio della perfezione, n dellau
tonomia di Kant, presi questi sistemi ad uno ad
uno, viene a parteggiare per tutti nella loro unione
o combinazione col Cristianesimo, siccome il siste
ma complesso ed il pi atto a diffondere la pace e
la morale sulla terra.
1 Opere di Droz: Essai sur l'art dtre Izereuz. Paris,
1806, voi. in 12. - Oeuvres, vol. 2. Paris, 1826. - De

la philosophie morale. Paris , 1824, Vol. in 8..

FlLOSOFI FRANCESI

195

5 115.

Pi di tutti questi coltivatore ed ampliatore


della losoa e d ogni sua parte il Barone Massias
nel senso d un eccletismo implicito ed indipenden
te . Il Massias, nato nell anno 1764, nella sua
dottrina sui rapporti dell uomo abbraccia la sica,
la psicologia , la teologia. Egli considera l uomo nel
l istinto, nella vita intellettuale e nel libero arbi
trio e nelle sue relazioni con s stesso, cogli altri,
coli ordine universale. L istinto comincia l esisten

za, l intelligenza la sviluppa, la vita o 1 azione la


compie e la perfeziona. Nell istinto veglia la stessa
Provvidenza, la quale continua in siffatta sorveglian
za, ove non basti l intelligenza o la ragione. Nel
mondo o nella natura avvi l unit armonica combi
nata in guisa che la natura abbia in s la causa del
1 azione, i mezzi e gli effetti, e fuori di s lo sti
molo regolatore. Nel problema sullo spirito umano
il Massias dopo aver ammesso e determinato il fatto
del Me intelligente che conoscendosi o percependosi
si pone da s stesso, viene ad istabilire sovra esso,
1 Opere del B. Massias : Rapports de lhomme la n.

ture, vol 5 in 8.. Pris. - Problme de lesprit humain. Pa


ris, 1825 , vol. unico in 8. -- The'oridu beau ci da su
blime. Paris, 1824 , vol. unico in 8.- Leltre adresse'e au

Directeur de la Revue Encyclope'dique , 18 Aot 1825 , rias


sunto dell opera sur les rapports etc. -- Lellre il M. PII.
Damiron, 1828. - Ezamen desfragmens de M. Royer-Col

Iwd et de principes de philosophie de lcole cossaise. Pa


ris, 1829 in 8. - Principe de la psycho-philosophie SUI" le

quel repose la science de lhomme. Paris , 1829.

196

SUPPLIMENTO TERZO

siccome soli assoluto relativo, la realit della cogni


zione. Indi trapassando al Non. me, dal quale distin
gucsiil Me, che egli chiama Il, siccome l afferma

zione del mondo positivo, confuta i sistemi contrari


al suo dualismo, viene ad indicare quello che pu
conoscersi rispetto ai corpi e all anima o in noi,

non meno che il modo d arrivarvi, distinguendo


nelle cognizioni nostre la parte che vi poniamo noi
stessi dalla parte che in esse data o posta dalla
natura. Secondo il .Massias noi conosciamo d essere

qualche cosa , nell uomo troviamo 1 unit ternaria


ed il rapporto nell ordine minerale, vegetabile, ani
male, intellettualee morale. Secondo lui l10 e la
Natura sono procedimenti assoluti della ragione, n
dimonstrabili, senza de quali non ha pi luogo
veruna deduzione o ragionamento: il conoscere con
siste nell essere il Me e nel potersi intendere o per

cepire, e la cognizione nello sviluppo o nella so


praggiunta di ci che v' nellintelligenza o fuori
di essa, o sia lintelligibile. Sicch nella cognizione
stessa degli oggetti materiali non si percepisce che

quello. Cos al toccamento dei corpi si percepiscono


la causa e l effetto, le loro qualit o.forme, il tempo

e lo spazio. Dopo questo, il Massias dimostra che la


cognizione riduccsi a scienza 0 alle scienze, onde poi
tutte queste hanno fra loro la pi perfetta analogia;
che i gradi della cognizione sono da riporsi nella
percezione, siccome l atto primo e pi semplice del
1 intelligenza, nella riessione che ci distingue da

gli animali, e donde nascono la comparazione e il


giudizio, la sintesi, l analisi. Quanto all estetica egli

FILOSOFI FRANCESI

197

dopo aver assegnate le facolt alla percezione del


bello e del sublime, quali sono le facolt della sen
sibilit inferiore e superiore, discende ai particolari
sulle facolt loro produttrici della riessione, della co
scienza, dell immaginazione, e dei mezzi che queste

hanno nel linguaggio per crearlo e per esprimerlo,


conchiuclendo chenellc arti anche pi materiali cen
tra sempre l ideale a motivo che il bello ed il su
blime risultano in parte dell azione del nostro spia
rito, ed in parte vengono appropriati -al modo di
comprendere o percepire di quello. Il Massias in
negabilmente dotato d un talento losoco anche pro

fondo, ma egli troppo losofo per s stesso e


poco per il pubblico. Le sue dottrine non sono ab.
hastanza svolte, riescono talora oscure per la troppa
concisione, come quelle sull azione e reazione, sul
linguaggio come facolt o forza, n di tal difetto
giunse a scolparsi colla lettera diretta al Damon.
Ci che gli si potrebbe contrastare in fatto di dot
trine veramente capitali si il Me che ppne s
stesso e la natura, 1 antica divisione graca o delle

scritture, onde si fa procedere l alfabeto dal geru


glico degenerato, la tendenza allldealismo sog;

gettivo, dedotto singolarmente dal principio che


nulla si conosce fuori dell intelligibile, tuttoch ab
bia fondato il suo sistema sul dualismo, sul Me e
sulla natura; la precedenza della causa dalla pura
sensazione o percezione sensuale: Questi losofi,co
m manifesto, o perch precedettero' a Roytr-Cbl
boro
lanl ed
nella
a Cousin,
propria oriession'en'u
perch peasarono,
presentimento
da s ed'
17'

198

SUPPLIMENTO TERZO

o meno esplicito dellEccletismo, fanno casa da s,


e sono a tutta ragione eccietici indipendenti assai

diversi dagli eccletici positivi di Cousin o dai Cou


sim'smo, che, quantunque breve ed omai scaduto, fu
assai potente e produttivo per trapiantare in Fran
cia lo Spiritnalismo.
9 m6.
Vittore Cousin, nato noli anno 1791 , ailievo e
successore nellinsegnamento filosofico di Rqyer-Col<
lard, dopo aver vagato per la losoa Scozzese ed
anche per quella di Kant, pervenne alla propria o

a quella dell Eccletismo positivo, che dal suo no


me e dai|a particolare sua sionomia o individuaiit
pu dirsi Cousinismo. Le dottrine di Cousz'n, pre
scindendo dalla forma d un sistema eh esse vera

mente non hanno, e che 1 autore non si cur di


dare, riguardano il metodo e la direzione della 6
iosoa, i suoi principi e le sue applicazioni si in
generale che in particolare alla storia I. [\ metodo

di Cousin fondato tutto soli osservazione appli


cala ai fenomeni della coscienza, senza alcuna vista
sistematica ed esclusiva, anzi colla vista di scegliere

l- Qpere di Cousin : Fragmens philosophz'ques. Paris, 1896,


in 8.- Cours de lHistoire de la philosophie, vol. 5 in 8.
Paris , 1828-1829.-N0uueau1 fragmens philosophiques. Pa
ris, 1828, in 8. - Oeuvnes compltes de Platon, traduites

da grec, vol. 9 in 8. -- Prodi Platanici: Opera lectinnis


varietale et commenlariis, 6 voi. in 8. -- Oeuvres complm
de Descarles, voi. 11 in 8. -- Manuel de lliisloire de 10
p'u'losophie, traduit de Iallemand. Paris, 1824, vol. 2 in 8.".

FILOSOFI FRANCESI

199

dai vari sistemi il meglio, formandone una losoa


superiore a quelli. Questo lEccletismo diretta
mente contrario ai principi esclusivi del Sensismo e
dellldealismo. Questa la direzione che, secondo
il Cousin, deve prendere la losoa per perfezionar

si, per compiere la sua missione nel secolo 19.0. Le


dottrine di tal Eccletismo incominciano dalla psico
logia, siccome il vestibolo o la condizione a qualun
qua losoa.
5 n .

Il Cousin nella sua psicologia ravvisa tre ordini


di fatti o fenomeni nella coscienza, i sensibili, i vo
lontarj, i razionali, esponendo intorno a questi le
grandi quistioni , sulla libert, sulla ragione, sulla

sensibilit. La libert 0 la volont il Me come il


centro della sfera intellettuale, e consiste nel pre
determinare un fatto, nel deliberarlo e nello sae
glierlo mediante la risoluzione. L elemento della co
gnizione razionale, ed il fondamento immediato
alla coscienza. La sensibilit non che la condizione

esteriore della coscienza. La ragione di sua natura


impersonale, ovvero s poco individuale che ha in
s i caratteri della necessit e dell universalit. I

principi fondamentali e regolatori della ragione sono


la legge del": causalit e la legge della sostanza, a
priori, ed equivalenti ai categoremi di Kant. Sifi'atte

leggi esercitano un assoluta autorit l una nell or


dine delle conoscenze, l altra nellordine delle cose,
onde sono sicure e possibili tutte le deduzioni o
tutte le altre idee che ne dipendono per la scienza.

La ragione trova gi in s queste leggi, e cessa

aoo

SUPPLIMENTO TERZO

d essere assoluta o impersonale in quanto diventa


privata e individuale. Quindi il criterio della verit
presentato da Cousin siccome l appercezione ute

desima del vero mediante la ragione considerata nella


sua essenza o soggettivit pura. Quanto al fatto della
sensazione egli lo ammette reale ed esistente al pari
di quello della libert e della ragione. Solo che la
considera come un fatto che non pu stare da s

solo, ma subordinato alla causa esistente del Me,


e come un oggetto fuori del Me, secondo la re
lazione che ne fa la ragione con un autorit irresi

stibile. Presa sotto questo aspetto la sensazione,essa


non pi che una passivit opposta ali attivit del
Me. Quindi al variare della sensazione, la ragione
altro non fa che riferirla a propriet oggettive ca
paci di eccitare o sviluppare l idea della causalit:

sicch il mondo o la natura un complesso di cause


corrispondenti colle reali nostre sensazioni, e consta
siccome l umanit di leggi e di rze che hanno al
pari di quelle della ragione e della sua attivit due
. modi, cio l espansione ed il concentramento. Que
ate congetture recate al grado di certezza possono

rendere la cosmologia pi spirituale. I tre fenomeni


della coscienza cos esaminati nella volont 0 liber
. t, nella ragione, nella sensazione, sono contenr
, y,poranei nel loro esercizio. od ;apparimento, sotto la
. legge dell unit della coscienza; e siccome ali unit
, di. questo triplo bisogna che la ragione riferisca sem

pre per la legge di causalit ,l.azione della sensa


zione ad una sostanza esteriore ed estranea al Me,
cos oltre al [ile viene ad esistere e ad esser com

FILOSOFI FRANCESI

nor

provato anche il Non me, o sia la natura. La ra


gione per non si ferma a queste cause esteriori,
attesa la loro variabilit e contingenza. Essa cerca

1 assoluto, l universale, e perci conviene che ri


ferisca simile azione ad una causa unica e sostanzia
le, qual Dio. In tal guisa il primo fatto dellac0

scienza, 1' unit psicologica nella sua triplicit, sin


contra per cos dire a faccia a faccia coli unit on

tologica nella sua triplicit paralella. Questo primo


fatto ad un tempo psicologico ed ontologico, e
comprende in s le tre grandi idee: l uomo, la na
tura, Dio, non meno che il passaggio dalla coscienza

alla forma pi elevata o pi pura della speculazione


mediante un fatto di senso comune, qual appunto
la coscienza.
5 i18.
Posto che ogni fatto della coscienza contenga in

s tutte le facolt umane , la sensibilit, la libera


attivit e la ragione, il Il[e e il Non me, e che que
sto fatto sia sempre uguale a s stesso, assoluto, ne
conseguita che ogni uomo dotato di coscienza debba
avere tutte le idee necessarie a quella,cio della na

tura, di Dio,,di s stesso. Quindi ognun uomo, men


tre crede all esistenza propria, costretto a credere
al mondo e a Dio in guisa che ogni pensiero, ogni
proposizione umana esprime Dio: sicch lateismo
una formola vuota, una negazione senza realt, un

astrazione dello spirito che si distrugge da s mede


sima alla semplice sua affermazione. L ateismo l il
lusione di alcuni sosti. Il genere umano che non

rinega la ragione, conosce Dio e lo proclama so

201

SUPPLIMENTO TERZO

lonnemcole. Per tal modo dell osservazione della co


scienza il Cousin passa a proporre il programma 0
sistema d una metasica, d unontologia, d una lo
gica perfettamente analoghe e consenzienti tra loro.
Egli prima di tutto riduce tutte le quistioni della

metasica a tre: ai caratteri attuali delle conoscenze


umane, alla loro origine, alla lorolugittimit.
si H9.

Le conoscenze umane considerate nel loro sog


getto e nel loro oggetto conducono dirittamente a
cercare lo stato loro attuale e primitivo prima del
legittimo, per non dare un ipotesi, e perch non si
pu conoscere loggettivo innanzi del soggettivo. Tutte
le conoscenze nostre, siccome fatti di coscienza, lor
mano la psicologia o fenomenologia, che la scienza

del soggettivo primitivo ed attuale. Le stesse nostre


conoscenze oggettive relativamente al loro oggetto

sono esistenze reali esterne, e formano l ontologia


o il trascendentale, e quindi la determinazione de
principi legittimi, onde si riconosce l oggettivo. Tale
scienza la logica trascendentale. Il complesso di
queste scienze costituisce la metafisica. Dalla consi

derazione dell attuale e del primitivo nelle c000


scenze, si distinguono esse in contingenti e necessa

rie. Le prime sono principi che forzano alla credenza


senza contraddizione. Le seconde sono sempre tante
sintesi ridotte a questi due grandi principi: i. Ogni
qualit suppone un oggetto reale od una sostanza;

2. Tutto ci che comincia ad esistere ha una cau


sa. Il primitivo logico o psicologico secondo lor

dine logico o razionale, cronologico o psicologico di

Mosca: rasacssr

20a

deduzione. Le conoscenze contingenti particolari od


empiriche hanno un primitivo logico nei fatti indi
viduali determinati, a le contingenti generali in un
fatto individuale determinato. Le conoscenze necessa

rie hanno pure il loro primitivo logico che il le,


ma non hanno n possono avere alcun antecedente
logico, non potendo verun fatto individuale stabi
lire il necessario , l irresistibile. Le conoscenze con
tingenti perci hanno per fatto una materia con.

creta o la successione dei fatti particolari per pro


cesso, lastrazione, la comparazione o la generalizza
zione, l idea generale, o un certo numero di casi,

onde il principio generale. Le conoscenze invece ne


cessarie hanno per fatto un concreto composto d
una parte empirica individuale e d una parte asso
lutti, non ammettono veruna successione, trovano il
loro processo nell astrazione immediata , o sia nel
I eliminare la parte empirica, onde scioglierne las
soluta, e ottengono come per loro risultamento la
nozione pura assoluta, e quindi limpossibilit di non
applicare siffatta nozione a tutti i casi possibili. Donde

risulta il principio veramente assoluto.


5 no.

L anima o il Me reale e sostanziale oggettivo,


sebbene non cada neppure sotto l occhio della co
scienza. L anima si conosce coll applicazione del prin
cipio delle sostanze, ha un applicazione primitiva e
non logica, siccome quella soltanto che pu dare un
essere reale e determinato come il Me. L anima
una parola complessa, che comprende il Me reale e

sostanziale determinato, o la sostanza di questo Me.

ao

'

SUPPLIMENTO TERZO

Il Me il primo passo che si fa fuori della coscien


za. Esso identico ed uno, e per tale si manifesta
con un giudizio della memoria, mentre si manifesta
come Me mediante un giudizio alla coscienza. La

materia annunziata da tre principi , cio dal prin


cipio di causalit riferito alle cause esteriori inten
zionali; dal principio della percezione, che un giu
dizio istintivo; dal principio delle sostanze, che co
me principio assoluto suggerisce sempre e necessaria

mente il concetto d un essere indeterminato sotto


l estensione. Dio conosciuto per mezzo della can
salit e dell intenzionalit stessa della materia, le
quali ritirandosi per cos dire dalla materia , a cui
ripngnauo, si concentrano nell unit d una causa
suprema, la quale pel principio delle sostanze viene
conceputa siccome un essere reale e sostanziale, qua;
i Dio. Tutti,questi principi metasici ed ontolo
gici sull anima, sulla materia, su Dio,v sono legit

timi anche oggettivamente, perch per essi si crede


all assoluto, non gi per la fede nel relativo o sog
gettivo, ma si bene nell oggettivo od assoluto me
desimo.
g 12:.

Tutte le quistioni della morale secondo il Colui!


si risolvono in queste: nei caratteri attuali de prin
cipi morali, nella loro origine e nella loro legitti
mit. Le due prime formano la morale propriamente
detta , e la terza la religione. La morale consta di
principi contingenti e necessari. I primi sono gli

istinti della simpatia 0 dell espansione, 0 del con


centramento (amor proprio). I secondi sono i prin

"

'

' FILOSOFI FRANCESl

205

cipi del giusto e dellingiusto, del bene o del ma


le, fa il bene perch bene; ed questo il princi
pio o la legge morale. Tale principio essendo uni
versale in se e nelle sue applicazioni si risolve nel
1 impossibilit oh esso non sia una massima di le
gislazione universale. L uomo morale considera Dio
non solo come creatore del mondo sico, ma an
che come padre del mondo morale, donde l ideale
della bont e della giustizia divina , la religione. Que
_sto il prospetto delle dottrine losoche o di tutta
la losoa teoretica e pratica proposta nellinsegna

mento del Cousin. Egli per dar compime_nto al suo


Eccletismo fondato sul principio che la losoa esi

sta gi ne grandi sistemi delle scuole antiche e mo


derne, che ciascbedun sistema fallace e manche
7 vole nella pretensione all esclusiva, onde bisogna
conciliare insieme il vero di tutti, cio del Sensismo
e dell Idealismo, si volse altres alla storia.
1

5 122.

vI lavori storici del Cousin sono di due specie:


, gli uni riguardano la pubblicazione ed illustrazione
dei-monumenti della losoa, gli altri il corso delle
sue lezioni sulla storia della losoa tenute negli anni
1828-29. Con quelli ebbe lo scopo di far conoscere
i testi delle opere pi accreditate della losoa in re
lezione cosnoi principi e col suo metodo; con que
sti di dedurre dal solo fatto de grandi sistemi la
losoa, di stabilirne le leggi e le fasi colla succes
sione necessaria e costante di tali sistemi. Al pri

mo intento si volgono le belle traduzioni con note


importanti di Platone, di Procla, di -Olimpiodoro,
n1uinus1u1 - 111

18

206

SUPPLHI ENTO TERZO

di Cartesio, e del Manuale di Tennemann. Al se

condo intento serve singolarmente linlroduzione alla


Storia della losoa.
5 123.

La losoa, dice Cousin, un bisogno reale, un pro


dotto necessario dello spirito umano, l ultima forma
o la forma pi alta del pensiero. Essa ha un esi
stenza istorica nell Oriente, in Grecia , in Roma, nel
medio evo e ne tempi moderni, non essendomanctt
ta, n potendo mancare in qualsivoglia epoca dellu
manit. Essa quindivenne a formare una parte mag

giore o minore nella storia in queste epoche diver

se, e.all ultimo si porse come l ultimo grado del


progredimento interiore dello spirito. La storia della
losoa generale e speciale. Il suo metodo . lal'
leanza tra il metodo istorico od empirico e il me
lodo speculativo , il cui effetto lidentit dello svi
luppo interno della ragione e del suo sviluppo isto

rico , o sia l identit della losoa colla sua storia.


-Da questa storia apparisce che sono e furono sem
pre tre gli elementi della ragione, 1 innito, il
nito, e le loro relazioni. Questi tre elementi, sic
come leggi della ragione, trovansi in tutti gli uo
-mini , formando la coscienza del genere umano. Le
loro differenze procedono soltanto dal predomini
delluno su dellallro, venendo essi a formare le
epoche istoriche, che per corrispondenza non possono
.essere che tre: i. l epoca dell ispirazione, che la

. intuizione semplice, una vera rivelazione, la spontaneit

della ragione, lepoca dell innito ,- a. l epoca della


riessione nascente, l aurora della ragione , in cui si

FILOSOFI FRNCESl

207

chiarisce e si separa il Me dal Me, l'epoca del


m'zo; 3.1 l epoca della riflessione compiuta ed intera
pella quale distinguesi l innito dal finito, l epoca del
rapporto. La prima comprende la religione, le altre
due la losoa. La spontaneit o l ispirazione sappog

gia allantorit 5 la riessione indipendente da quel


la. Tali epoche non sono elementi della storia, ma

dell umanit, si seguitano coll ordine anzidetto: l una


serve di germe o di preparamento all altra, sino al
l ultima che il prodotto delle prime. Ognuna di
esse esaurisce per cos dire vari prodotti che hanno
in s i suoi caratteri. Questi prodotti sono l indu.
stria, lo stato, 1 arte, la religione, la losoa.
Ognuna d esse s aggira sempre sopra i quattro si
stemi del sensismo, dell idealismo, dello scetticismo,

del misticismo. Siflatti sistemi elementari della sto


ria della losoa si sono sempre vericati dall O
riente e dalle scuole greche sino ad nostri. Laonde
formano pel loro costante ritorno una specie di legge
della storia, un vero ciclo isterico-losoco.
5 124.

Le idee o i sistemi della losoa non si manife


stano che tra circostanze empiriche di luoghi e di
climi. L uomo sente l azione di queste circostanze,
e i suoi sistemi 0 pensieri e attemperano alla legge
sica del clima, hanno per mo di dire il loro pro

prio teatro. Oml che ogni popolo abbia la pro


pria missione per la scienza onde rappresentare un.

idea od un sistema losoco a preferenza dell altro.


La Francia e llnghilterra rappresentano il Seusismo,
e lAlemagna lldealismo o Razionalismo. I sistemi

208

SUPPLIMENTO TERZO

e le idee della losoa sono rappresentati e diffusi


dai grandi uomini, Platone e Aristotele, che sono
come i riassunti o gli organi dell umanit e delle

epoche della losoa. Queste idee od opinioni nella


storia della losoa furono applicate dal Cousin alle
scuole Indiane e singolarmente al secolo 18., e da
esse fu condotto a conformarsi vieppi nel suo Ec
cletismo, concbiudendo che la tendenza generale di
tutta l Europa losoca nel secolo rg. si verso
tale sistema.
v

5 t25.

Queste dottrine predicate dalla cattedra con uniuti


ma persuasione e con una splendida eloquenza, di cui
indubitatamente adorno lo scrivere del Cousin, insi
nuate nell animo e nella mente duna giovent fer
vida colla pacatezza della conversazione e colla con
dente discussione dellamicizia pi che colle confe

renze autorevoli della scuola, poterono acquistar iit<


ma e discepoli al loro autore, ed essere lo strumento
alla rinnovazione della losoa Francese, siccome
valsero a tirargli da ogni lato opposizioni e contrad

dizioni gravissime, massime pcl sistema dellEctleti


stno. Queste opposizioni riguardano lEccletismi) del
Coizsin in generale e le dottrine del suo Eccleti
smo in particolare. Si detto in generale chef-Ec
cletismo del ,Cousin non un sistema, ma la nega
zione o limpossibilit d ogni sistema, una pura nota
0 tessera di tutti isistemi pi contraddicenti fra loro,
una dottrina senza unit, che confonde il vero col
falso, una confusione ed un agglomeramento delle
cose pi strane ed opposte, un sistema senza vita,

,FILOSOFI FRANCESI

209

inetto a produrre una scienza feconda di principi e


di scoperte , tendente da un canto al misticismo o
idealismo germanico, dall altro allo scetticismo dii
Hume, e al panteismo di Spinoza, per la scienza fon
data tutta sulla sola coscienza, privo di criterio e
di metodo, non essendo l osservazione della coscienza
che uno spiritualismo contrario a s stesso, una
losoa a frammenti o di scioglimento, distaccata dal
l uomo, da Dio e dall umanit, una losoa senza

scopo e senza tradizione, la negazione della losoa


nel difetto (1 ogni sintesi e nella piena indifferenza
pel passato e per l avvenire 1.
9 m6.
In particolare poi, rispetto alle dottrine eccleti
che del Cousin, si soggiunto che la coscienza ge
neratrice della causalit anche esteriore o nella sen-.

sazione impossibile, che le tre idee intuitive o con


temporanee nella coscienza del Me, del Non me, di

Dio sono successive; che non avvi un legittimo pas


saggio col metodo della pura osservazione dalla co
scienza all ontologia, dalla realt allidea; che il si
steina delle sole forze mentre toglie agli inconvenienti
della cosmologia atomistica porge un insuperabile dif
colt. ad isp-iegare la materia estesa e la sua rela
zione, che la personalit 0 individualit della ra
gione congiunta colla sua impersonalit ed individua

1 Le Catholque. --Nouveauw e'Ie'mens oli: philosaphie par

Iabb Daney; - Rvue Enc_7clope'dique, un. 185:. _ V. il


Giornale da Producleur dei Sansimom'sti. --Lerntinien, articolo

Philosophie.
18

ale

SUPPLIMENTO TERZO

lit, se non ripugna nello stesso soggetto, non ha


una dimostrata origine 0 formazione in quello; che
- una pura sottilit da sofisla il distinguere la ragione
che non erra nesuoi sistemi dai sistemi erronci, per
ch non veduti compiutamente; che la losoa non
gi esistente o formata nella storia, perch allora
sarebbe inutile ogni studio ed ogni riessione; che
quest identit tra la storia e la losoa non pu veri
carsi se non che nelle verit pi evidenti o di senso
comune; che il dedurre la losoa dalla storia con
date epoche, con dati sistemi necessari, oltrech
arresta lo spirito di osservazione e di progresso in
quella, assoggetta l umano pensiero ad un fatalismo
pernicioso alla morale; che l assoluta emancipazione
della riessione dall autorit 0 dell ispirazione del

tutto impossibile per le varie credenze, poi fonda


menti e per le relazioni cstesissime del vero e del

certo scoperte colla pura riessione; che la loso


a invece di essere l ultima la prima forma do

gai prodotto dello spirito almeno per il metodo; che


la losoa dei Cousin. non ha un corpo di dot
trine effettuato, un eceletismo- ridotto alla realt. Il
Cousin ha cercato di rispondere eglistess0 a queste

opposizioni nella prefazione premessa alla nuova cdi


zione de suoi Frammenti '. Egli fa osservare che il
suo metodo parte dalla natura umana 0 dell osser

vazione, dirigendosi all induzione e al ragionamh


to, chei si distingue da Sclzelling e da Hegel per
a Fragmen.s philosophiques par Iii V. Cousin. Paris, 1855,
in 8. , pag. 405 , prface de la deuxime ditiom

FILOSOFI FRANCESI

2n

la costante
sua impronta
psicologica,
che ilperpassaggio
vdalla
psicologia
all ontologia
legittimo
la sco
parta d una ragione universale ed assoluta che si

percepisce mediante la coscienza, ma che non si li


mite a suoi conni; che nella sua teologia e nella
sua cosmologia distinto Dio dal mondo, che Dio
non l universo; che la losoa eccletica non n
francese, n tedesca, pi che non lo la matema

tica, essendo importante di guardare non alla sua


provenienza, ma si bene alla verit delle sue dot
trine; che lEccletismo fondato sulla ragione imper

sonale combina coli autorit della religione, col con


senso universale de Soprannaturalisti, in quanto
questo pure impersonale ed assoluto ; che lEccletismo
diverso ed opposto al Sincretismo, mentre, invece
di comporre e riunire, separa e discioglie i sistemi;
che dall Eccletismo si esclude ogni ombra di fatali

smo, poich per esso avanza la ragione nella critica


e nell intelligenza del vero; che lEccletisrno, lungi
dallessere la negazione dogni sistema, l applica
zione dun sistema che si suppone necessariamente il

tipo di quello; che lEccletismo tende a sostituire


ali azione violenta e sregolata dei sistemi esclusivi

una direzione ferma e moderata, e che non sagri


ca l ordine o la verit generale al fanatismo per

alcuno; che la storia della losoa una lezione per


petua , una vicissitudine continua dell Eccletismo.
5 17.

Ad onta delle opposizioni messe in campo qualche


volta con troppa bile e con ispirito d ira e di vilipen

dio dagli avversari del Cousin e della sua dottrina ,

SUPPLi-MENTO TERZO

innegabile
che l Eccletismo francese ha prodotto un
li
ila losoa , coli an
gran bene colla rigenerazione de
con un movimento

nieiatamento
del materialismo
di idee losoche
certamente ,nuovo per quella na
li profondit e di critica che non pu
che
riuscire
ad
zione, pieno 1 ottimo ne, ove sia ben regolato
e diretto. Furono frutto di tale Eccletismo la tra
duzione e la conoscenza delle scuole Indiane, delle
Opere di Herder, di Reid, del Gnosticismo di M. Mat
tef l e di tutta la losoa oltramontana, le produzioni
nazionali losoche pi distinte, la formazione di al
tre scuole che vanno allontanandosi dall Eccletism0.
N lEccletisrno francese stette solo in Francia, ma si
diffuse per riverbero nelllnghilterra e nella stessa Ger
mania , e per consenso si fece sentire anche in Italia,

onde eccitare agli studi losoci ivi negletti e presso


Cile abbandonati. Dal movimento potente dellEccleti

su: in Francia nacquero eccletiei non solo nella terra


nal''a ma anche altrove, sebbene con una divisa di
versa 1" Francia si distinsero come eccletiei ed allievi

della scuola normale Buutain gi ricordato tra i50'


prannaturalisti (g 04), Joumo,, e Damimn, che me.

Publes
Quletv.eplilstoire
Fa: 828de lhumanit
Geuvrespar
complles
Herder,detraduite
ThomaSparRGI

m-stol-re cri

Th-Joqffroy, vol. 6 in 8.. Paris, 1329-

Jacques MaZ"e 111 Gnosticismo et de son inuence par


la Philosopheee Paris 828 a 0111- 5 in 8. "' E55.-s 5".
paulher_ Pari A" Hindous traduits de langlaiS par M- G
V. Jounwl d: -* 1835. -- Gli stessi saggi par M. Bu5ni'

s SIIS, x825-26-28-5x.

Il'lLOSOF'I FRANCESI

2|3

nendone il metodo prediligono la scuola degli Scozzesi;


Fribault conosciuto per la sua Memoria sulla metasica
della geometriagDunoyer poscia professore a Marsi

glia; Tlzry che sostenne la tesi sulle forme diverse


del principio attivo; dAmpre che difese il princi
pio della causalit :, Paravey quello sulla legge mora.
le, e Carr le idee innate di sostanza e di causali
t. Altri eccletici susseguirono a questi non per 'ef-.

fetta dell insegnamento , ma del sistema. Tra que-.


sti sono da nominarsi Farc_y e Choisy che come

b_attond eramente la dottrina esclusiva; Alletz che,


ascende alle quistioni dell ontologia e della metasi
ca, specialmente nel suo schizzo sulla sofferenza mo
rale; Valette che pretende ad una losoa ancora da
farsi collo spirito n da Condillachzsta, n da Kantz'sta,
n. da Scozzese, ma col libero esame eccletico; la Da
dolle che piena d entusiasmo per lEccletismo 0 Corsi
psinismo vorrebbe dedurre la scienza dal sentimento

(Ydallamore; e l Amico col suo Manuale che una


classicazione di tutti i sistemi basata su ci che v ha

vero o di incontrovertibile in tutti .


l Manuel de philosophe experimentale , ouvrnge par M.
Amica. Paris , 1829. - Phosopiu'e Frangaise par M. Da
dolle, 1851., -- Apergu philusophiques des connaissances ha.
'maines auz dix-neuvime sicle par Charles Farcy. Paris, i817,
in 8. ._ Des doclriues escliasves en philosophie ralionelle
per J. D. Choisy. Genve, 1828 in 8. --Essai sur Ihomme,

On Accord de la phlosophie et de la religion par douard


Alletz; seconde dition. Paris, 1829 , vol. 2. in 8. - Esquis
es de la soufjiunce morale. Paris , 1828. - Discours d'au

vcrlure prononc per M. A. H. I. Valelle , profes'seur de

philosophie, 1829,

214

SUPPLIMENIO TERZO

5 1:8.

Dopo che si distese cosi in Francia l Eccletismo di


Cousin, esso venne pure proclamato e sostenuto nei
Paesi Bassi dal Re#fnberg con Opere e con giornali
nell identico suo spirito I, in Germania dal Carr 2,
in Inghilterra commentato e tradotto da alcuni avversi

al Materialismo e al Fisiologisnxo dominanti in quella


Scuola, ed in particolare da Harm'lton che mostr le
,differenze tra il metodo di Cousz'n e quello di Schel

liug e di Hegel 3. Ad onta di questi lusiughevoli trionfi


dellEccletismo francese esso non pot arrestare l u
mano pensiero a suoi conni, n tener fermi tutti

i suoi discepoli nelle sue dottrine. Alcuni, quantun


que allevati alla sua scuola , accarezzano la psicolo
gia Scozzese. Altri, appropriandosi soltanto il suo
principio isterico, si volgono agli studi positivi della
storia per esporla siccome una losoa. Ed altri,
prendendo contro di esso il partito della pi viva
opposizione, tentano di screditarlo e di supplantarl0
con una losoa ben diversa. Ecco come coll Eccleti
smo sorsero in Francia ed in tempo brevissimo i"

x Ecletisme, on Premiers princpes da phiosoplaie genmk


par Frd. Baron de Rei[fenberg. Bruxelles, 1827 e 1855
Jourrml pour la philorophe par M. von Hemert, Kie-lhl

Br0uwer.
a Dar Saint-Simonismus und die neuve Franzb'sr'che Philo
sophie von Frd. Wilhel. Cane. Leipsig, 185:. -- Reh'gi0ll
und- philosophie in Frankrech. Gtlingen , 1827.

5 V. The Edinburgk. Review or Critical Journalau 185m


7. Io stesso Giornale u. gg.

mosca: FRANCESI

;.5

altre scuole secondarie, quella dei psicologisti al modo


degli Scozzesi, quella dei loso-storici e quella dei
loso del progresso.
b) Pswor.ocxsn al modo degli Scozzesi.

Tlzurol, Joxgroy ed altri.

5 mg.
La stima ed il gusto sparso in Francia mediante
I insegnamento di Royer-Collard e di Cousn pel
metodo e per le dottrine della scuola Scozzese, la
tolleranza e la larghezza del loro Eccletismo nel

I ammettere tutti i sistemi, l osservazione psicologica


o della coscienza ereditata tra francesi loso dal
l immortale Cartesio, la necessit per alcuni di alte

nersi al fatto anche nella losoa, il qual fatto ri


splende lucentissimo nella psicologia o nellosserva
zione della coscienza secondo la scuola di Raid e di
Dugald-Stewart, vi produssero ben presto una spe
cie di psicologisti al modo degli Scozzesi. Era gi
conosciuta in Francia qualche opera di losoa Scoz
zese, mediante la traduzione che ne aveva fatto il

Prevost di Ginevra sino dall anno 1808 ';ma lin


clinazione preponderante al Condillachismo, il nes
son movimento delle idee losoche nel senso dello

Spiritualismo , la modestia e la sobriet dei loso

1 Opere di Prevost .- Essai: de philosophie, ou tude de

l'esprit humain _, tom. 2 in 8.. Genve , 1805. - lmens


de la philosophie de l'esprit humain par Dugald-Stewart,-tra

duits de l'anglais. Genve, tom. 2 in 8., un. 1808.

216

SUPPLEMENTO TERZO

Scozzesi , l antipatia forse [politica tra le duenazioni


pel famoso sistema del blocco continentale (e fan
tipatia pu molto si tra le nazioni, come tra glin
dividui anche nell oggetto delle scienze), lasciarono
ancora per qualche tempo in un assoluta obhlivioue
la losoa Scozzese. Ma all'voce possente delle lodi
impartite dalla cattedra e dai giornali a questa lo
soa, all entusiasmo che mostr taluno al punto di
volerla insegnata nelle scuole (Mauger I),sai1irua
rono parecchi a conoscerla e a studiarla, e tosto
vennero in luce le belle ed eleganti traduzioni di
Jouroy, di Buchon,di Huret, a cui susseguirono
gli scritti psicologici originali di hurot, di Gai
nier, di Jouf'oy, di Dam'ron, _di Carddllac, di
Caro addetti a quella 2. Questi psicologisti Francesi
al modo degli Scozzesi non sono in sostanza avversi

s Journal desSawms, septembr. 18|g. -- Vue sur l'ero

seignebs'ent de la philosophie par M. G. G. Mauger. Paris,


x8x8 , seconde dition.

2 Oeuvres complles de Thomas Rid, publies per M. Th.


Joqioy. Paris, 1829, vol. 6 in 8. .- Histoire abrge deS

sciences mtaphysiques , traduitet de langlais de Dugaldt


wart par J. A. Buchon. Paris, 1820 , vol. 5 in 8. -'
Esquisse de philosophie morale, per DugaId-Slewart, par M

Th. Jauffroy, vol. unico , 8.. Paris , 18a8. -Essais plu'lo


' sophiques per M. DugaId-Stewarl, traduils de lahglais par
Cltarles Huret. Paris , 1828 , vol. in 8.-De l'entendement

et de la rason. - Introduttion le'tude de la philosophie


per J. F. Thurot. Paris ., 1850 , vol. 2 in 8. -Pre'cis d'un
cours de philosophie par Adolphe Garm'er, voi. in 4.". Paris,
1854;). - Observalions sur le beau. I. Revue Enc_yclapdquei

n. 46, an. 1850.

'

FILOSOFI rasncasx

2.,

all Eccletismo di Cousin e degli altri, ch anzi in


origine derivano da quello, e ne adottano il meto
do; ma ne diversicano col limitarsi al puro Empi
rismo interno o della coscienza , e coll astenersi da
qua principi razionali ed astratti dell Idealismo ai
quali trascorse il Cousz'n. Essi poi diconsi a ragione
psicologisti, perch. tutta la loro losoa si ristringe
e si fonda sulla sola psicologia.
5 130.
Il Thurot, decisamente nemico alla losoa Ale

manna, massime nella parte del suo linguaggio lo


soco e del suo trascendentalismo, come pure alle
declamazioni appassionate degli Eccletici e dei So
prannaturalisti, si fa seguace ed imitatore della dot
trina e del metodo di Raid, singolarmente col prin
cipio della percezione o del senso comune. Egli am
mette la metasica come una semplice lologia, e
limitando la cognizione alla coscienza o percezione psi

eologica, appoggia a questa la realt stessa del mondo


esteriore. I caratteri distintivi di questo losofo sono
la chiarezza , la lucidezza dell analisi, e la propen
sione allo studio delle etimologia; cose molto lode
voli se non mostrassero soverchio attaccamento alle
dottrine di Raid anche in quello che non puossi so
stenere, e se i affezione alla lologia non andasse
tam. oltre da sostituire le parole alle cose. Anche il
Garnier escludendo le speculazioni sulla sostanza e
sulla causa , siccome pure il sistema di ridurre tutta
la conoscenza a mere rappresentazioni sensibili o ai

segni , si fa magnicatore della psicologia del Raid,

riconoscendo in ordine a questa tre specie di fatti,


-rrmimmun - m

19

218

SUPPLIMENTO TERZO

i razionali, gli intellettuali ed isensibili, e conchiu-


dendo che lo spirito per altro non pu acquistare la
cognizione de suoi propri atti. Quelli per che si di
Istingu0no di pi tra francesi loso,siccome Psico
logisti al modo Scozzese, sono Joufroy e Damiron.
N andiamo errati nel risguardare i loro scritti sic
come lavori eseguiti sul modello e sul sistema della

scuola Scozzese, per quanto da alcuni si pretenda che


il Padre della psicologia 0 dell analisi losoca della
coscienza in Francia sia Cartesio; poich questi sulla
coscienza fond il dubbio, laddove quella stabili tutta
la, certezza del senso comune. D altra parte la co
scienza di Cartesio la coscienza particolare o in
dividuale, e quella degli Scozzesi la coscienza del
genere umano 0 dell umanit. E poi un fatto che
non si rivoc in Francia lo studio delle Opere di
Cartesio,-s non dopo la pubblicazione che ne fece
ultimamente il Cousin (9 116), vale a dire dopo
che eravi gi s'parsa e diffusa con molto plauso la
dottrina degli Scozzesi.
9 131.
Il Jouoy, nato nell anno 1796, incominci a
dar saggio della sua predilezione alla scuola Scozzese

con una prefazione alla traduzione delle schizzo di


morale di Dugald-Stewart, e coll affermare che ci
sono i fatti interiori, che questi non ponno essere

attestati o dati da verun senso , ma che si dimo


strano al grado della maggior certezza colla possibi
lit e colla legge della coscienza , siccome una spe

cie dintelligenza o d un senso affatto diverso da


tptti gli altri. Il mezzo a ci, secondo il Jou/of,

FILOSOFI FRANCESI

219

si l osservazione non dei fatti particolari, ma ge


nerali o dalle masse, e il loro riducimento al prin
cipio comune od al Me ammesso tanto dei siolo
gisti, quanto dai metasici. E qui dove il Jotg
oy si fa a contrastare con forti e sottili ragiona
menti il principio dellapparato organico qual causa
de fenomeni psicologici, mostrando sempre con se
vera analisi che si esce fuori dell esperienza, ove
vogliasi attribuirgli una capacit ond destituto.
Il principio e il metodo di osservazione del Joxgf
fo_y costituito come criterio di verit o della scienza
psicologica non altro che il senso comune di Raid
0 dell umanit , sebbene sia illustrato da quella som

ma chiarezza ed abilit 0nd ci, da un idea la pi


astratta, sa cavar fuori una verit di senso comune.
9 132.

Fedele il Jotgfoy anche nel corso di losoa a


questo metodo di osservazione o del criterio della
coscienza, si propone in quello due analisi, 1 una
per sapere che cosa sia l uomo, l altra per distin
guerlo dagli altri, affermando che non v abbia che
una causa immediata, la quale possa essere imme

diatamente osservata, ciol identit tra l essere che


conosce e l essere che conosciuto: laonde lintel
ligenza, il sentimento e la volont, siccome atti 0.
fenomeni della coscienza , diversi dai siologici, ap
partengono a quello o sia al Me e non alla forza
vitale. Questo [ile superiore alla forza vitale, . il
principio pensante, pi perfetto dell animato. Il
principio pensante consta di due altri grandi prin
cipj, cio dell intelligenza e dellattvit, e trova il
...1

220

SUPPLIMENTO TERZO

suo compimento nell espansione 0 nella simpatia,


onde l uomo desidera d unirsi coll esistenza somi
glievole alla sua propria. Tale simpatia si differen

zia dai fatti ai quali si rapportano l intelligenza e


l attivit , non esprime nemmeno lamore di s stes

si, qualche cosa di pi del fatto estetico, diven


tendo iutensissima alla compiuta identit tra le due
nature. Siffatta simpatia altresi diversa e si con
fonde col senso morale degli Scozzesi, s pel suo dis
interesse, come per la totale sua separazione dal
1 intelligenza e dalla stessa attivit comune.
5 133.

A questo corso di losoa di Jonjjroy, annun


ciato dalla Rivista Enciclopedica, s aggiunsero ulti

mamente le [Miscellanea losoche ', ed anche in


quest.ultima sua opera egli manifesta maggiormente
il suo attaccamento alla losoa Scozzese, quan

tunque abbia delle materie sulla storia della lo


soa, che toccano non i principi, ma le quistioni

del Sansr'monismo e dei loso del progresso. Que


ste mz'scellanee comprendono dei trattati diversi sulla
psicologia, sulla morale, sulla storia della losoa,

sulla losoa della storia. Nella psicologia e nella


morale ei non fa che riprodurre le dottrine gi
note intorno al Me e al Non me distinti fra loro
mediante la coscienza, all amor proprio siccome et
.fetlo della sensazione, e al senso comune applicato
o identicato colla morale non meno che con tutta

r Me'langes philosophiques par Theodore Joqf-oy. Paris,


1835, vol. in 8..

FILOSOFI FRANCESI

221

la losoa; poich l umanit ascolta le discussioni

de loso, e non fa che tradurre ed esprimere le


loro idee e quelle della natura in quanto sono tutte
fra loro concordi e corrispondenti. Le cose che me
ritano speciale attenzione in queste miscellanea sono
il trattato delle facolt a compimento della psico
logia, le vedute sulla storia e sul destino dellu
manit. Le facolt dellanima sono distinte da quelle
che diconsi propriet. Le une sono esclusive dell no
mo o dellanima: le altre spettano al fuoco, ai me
talli , alla materia del corpo. Queste facolt vengono
esaminate dal Jouroy nella loro comune natura ,
nel loro numero e nella maniera di studiarle. Quanto
alla natura egli le considera siccome capacit natth

rali, ma per congiunte col potere o colla forza di


governarle e di dirigerle, onde sono facolt nel senso
di forze o potere. Il potere o la forza direttrice delle
facolt dell anima la personalit 0 l impero sulle

stesse forze, . quella che le evviva e che le fa agi


re, che spiega la continua loro azione nella veglia,
la loro sospensione nel sonno, e che porge l idea
di tre gradi o stati nelle medesime, la naturale in
subordinazione, il contrasto 0 il conitto, la dignit
personale o la sommessione, la quale altro non che
l impero della volont, il pi alto grado della loro
perfezione. Ogni facolt ha un doppio modo di svi
luppamcnto. Il primo sotto le leggi fatali della na
tura, o sia l istinto: il secondo sotto la direzione
del potere o della forza personale, o sia la ragione
0 la riessione. Da qui deriva che non bisogna pren

dere per due facolt distinte i due modi di svilup


19"

aaa

SUPPLIMENTO TERZO

parsi d una facolt unica ed identica. Da qui la ne


cessit di studiare 0 di osservare le facolt in que
sto doppio modo del loro sviluppamento,stabilendo
la loro legge naturale e la legge della personalito
del poter personale a cui sono soggette. Quanto al
numero, il Joujfroy riconosce come facolt primitive
ed irreducibili la facolt personale o la libert, le

prime tendenze, la facolt locomotrice, la facolt


espressiva, la sensibilit, le facolt intellettuali o 1 in

telligenza.
I
9 134.
Passando il Jouf/roy della psicologia alla losoa
della storia e del destino dellumanit porge una
teorica sul modo col quale niscono i dogmi, ac
cogliendo l idea della caduta del passato e della con
tinua trasformazione _e del continuo movimento del

-l uomo, ed assegnando come istituto della storia

quello di notare un tal fatto della mobilit umana,


onde riconoscere la causa o la legge della sua ma
nifestazione, la quale, secondo il Jou"roy, in altro
non consiste se non che nella mobilit delle idee 0
dellintelligeuza umana. Quindi per esso la storia
deve essere il racconto dello sviluppamento intellet
tuale si spontaneo che riessivo, s nell" individuo,
come nell umanit. Venendo egli inne al gran pro
blema dal destino dell umanit dedotto non solo dal

modo con cui essa cammina , ma da quello eziatr


dio col quale ha gi camminato, dopo aver com-'
provato contro lo scetticismo che tutti gli esseri
hanno il loro speciale destino imposto dalla natura,
lo ripone peli uomo nello sviluppameuto o nel pro

FILOSOFI FRANCESI

n.3

gresso dellumanit medesima e della ragione applicato


alla morale, alla religione, e singolarmente al Cristia
nesimo, qual prima ed ultima religione del mondo.
9 135.

Non mancarono anche contro il Jozyffroy delle


nti obbiezioni, massime per parte dei losofi del
progresso che aspirano ad annientare tutte le altre
losoe
160 Si pretende essere falso il suo si
stema' psicologico fondato sulla coscienza o sui senso
comune, perch la coscienza non continuativa, ma

mutabile ed interrotta, come si vuole vaga e priva


di applicazione l idea della sua certezza. Cos si ac
cosa di fallacia il metodo onde l anima osserva s
stessa e quel che peggio separatamente dal corpo , si
rigetta il movimento o il destino dell umanit ri
stretto alle pure idee 0 all intelligenza, siccome la base
del dottrinarismo, e dichiarasi tutta la sua losoa a

frammenti lontana pi che mai dalle pratiche appli


cazioni, senza vita e senza azione , e perfettamente

inutile ai bisogni attuali della societ. Alcune di que


ste obbiezioni possono sussistere, e tra le altre cer

tamente quella sulla ne dei dogmi che potrebbe


comprendere anche il cristiano, e quella sul sistema
delle facolt dellanma imperfetto , poco esatto e
determinato in mezzo ai lampi e a qualche vista
originale che lo raccomanda. Ma altre non solo sono
inammissibili, ma si rivrberano pi che sopra di lui
snllEccletismo o sul dottrinarismo pel quale parteg
gin. Ad onta per che tutte fossero vere e sussisten
ti, non verr mai meno il merito del Joxff/'oy, des

sere un chiaro e facile analizzatore dello spirito uma

ami

SUPPLIMENTO TERZO

no e delle sue forze, un losofo che ha cercato ili


stabilire la certezza losoca nel senso comune, dalla
quale sembra che gli Scozzesi stessi vogliano distac
carla. Nel che avrebbe avuto un certo progresso la
losoa Scozzese tra le sue mani.
9 I36.
Il Damiron, autore del Saggio sulla storia della

losoa ancese nel secolo xg., premiato dallAo


cademia francese, e d un corso di losoa pubbli
cato posteriormente , seguita egli pure il metodo
0 sistema dell osservazione psicologica al modo de
gli Scozzesi, appurandola e chia'rendola dal metodo
delle ipotesi tante volte necessario e felice, e subor
dinandola invece alla pura esperienza rivendicata da
gli obbietti che d ordinario si muovono contro di
essa. Nel saggio sulla storia della presente loso

a Francese, opera bella ed assai pregevole, non


mancano lacune intorno a certe graduazioni dei tre
grandi sistemi losoci in cui partonsi tutte le scuole
losoche, e avrebbesi a desiderare non di rado la
necessaria precisione congiunta con una tal quale

brevit. Cionnonditneno il Damiron s reuduto chiaro


anche fuori di Francia e per questo suo primo la

voro e per l altro contenente il corso di losoa.


In tal Corso, che una realit od effettuazionedcl
principio e del metodo prestabilito nel saggio isto
-----.-_Q.-___

r Opere di M. Ph. Damiron: Essai sur I'hisloire de 14


" philosap_hie en France au 19,e sicle, vol. in 8.. Paris , 185h
seconde dition: ouvrage couronne' par lAcademie. -Cof
de pkilosophie, vol. in 8.. Paris, 185:.

FILOSOFI FRANCESI

225

rico , il Damiron mostrasi pi aderente alla Psico


logia degli Scozzesi che non allgEccletismo 0 Con
sinismo che pareva tanto favoreggiare in sulle pri
me. Egli riguarda l Eccletismo come una semplice
condizione 0 preparamento alla losoa, ma non
come il suo procedimento ultimo o denitivo, il
quale non pu consistere , secondo lui, se non se
nel metodo della pi severa induzione. Fermo in
questo metodo, che il Baconano e quello perci
della scuola Scozzese, divide la psicologia in pura
ed applicata. Nella psicologia pura spiega i fatti prin
cipali del senso intimo o della coscienza, quali sono
l attivit, i intelligenza, l egtto e la libert, tro
vando in questi fatti 1 unit o la semplicit e con
seguentemente l identit 0 il Me, del quale essi non
sono che necessari ed essenziali attributi. Dall atti

vit ci passa all esame dell intelligenza, siccome na


turale antecedente dell affetto e della libert, espo
mando tutte le sue fasi 0 modicazioni nella cono
scenza, nella memoria, nell immaginazione, siccome
leggi dellntelligcnza, e ponendo la sensibilit come
facolt della gioia e del dolore nella simpatia e nel
I antipatia. Indi venendo all analisi della libert, ci
ragiona dediversi suoi atti nell impero di noi stes

si, nella deliberazione e nell esecuzione , e mette per


nale conseguenza l uomo denito come una forza

unica ed identica che ha il pensiero, lamore di s,


la libert ed una forza che poi lanima. Nella psi
cologia applicata il Damiron considera l anima in
relazione coli organismo, colla societ, colla natura ,
con Dio, ed alla dimostrazione di tutte coteste sue

226

SUPPLIMENTO TERZO

relazioni offre una specie di enciclopedia, una tee.


rica della dottrina sociale fondata sul principio pu
ramente psicologico. I meriti di questo corso di

losoa si ravvisano nella chiarezza e nella profondit


dellanalisi, nelle facolt dell anima identicate col
l anima stessa quali suoi attributi, nell estensione

data alla psicologia siccome un idea unica che parte


dal suo primo principio nella conoscenza del Me e
che va sino alle ultime sue conseguenze nella mora

le, nella politica e nella teologia. Ad onta di que


sti pregi il Damiron non pot sfuggire ad alcune

tra le censure date al Jotroy sulle cui orme si


gloria di trovarsi.

5 137.
Sono assai meno importanti di questi i lavori di
altri Psicologisti francesi che non si ristanno perci dal

correre sulle traccie degli Scozzesi. Questi lavori che


hanno pressoch tutti la forma di corsi, appartengono,
almeno i pi recenti, a Cardaillac ed al Caro '- il
s Cardallac persuaso della necessit di buoni elementi

di losoa a far cessare le sue interminabili quisti0ui

e a far progredire la scienza nella sua parte pi dif


ficile ed astrusa, vuole che la losoa tutta, siccome
studio dell uomo, consista nell esatta osservazione

r ludes e'lmcntaires de philosophie per M. De Cardail


Iac_,tom. a in 8.. Paris , 1850. -- Opere di Caro: Cours

ele'menlaire de philosophie destina auz collges Royaur, 1850,


vol. in 8. - Nouvelle Iogique deslinee la immesse fra!
EIISG, vol. in 12. - Documenla philosaphica studiosae mi
comodato juvenluli, correcla et emendala, vol. unico in 12-

FILOSOFI FRANCESI

217

degli innumerevoli fenomeni che passano entro di


lui, e che vengono rivelati dalla coscienza o dal sen
timento, ed espressi col linguaggio del senso comu
ne. Egli fa conoscere le difcolt a questa osserva

zione psicologica ed i mezzi a fuggirle, ed esponendo


la dottrina del senso morale lo colloca in una spe
cie di simpatia, o nel complesso dei sentimenti che
si provano nella comunicazione conostri simili me
diante l ordine della sensibilit, dell intelligenza e
dell attivit. Il Caro nulla aggiunse a questi insegna

menti del Cardaillac. Partendo ancb egli dal prin


cipio comune di ridurre tutta la losoa alla psico
logia, o sia al trattato delle facolt intellettuali, alla
loro direzione nella ricerca del vero e alla dipendenza
delle facolt intellettuali dalla morali, stabilisce per
criterio di certezza la coscienza, ovvero la facolt di
conoscere immediatamente le nostre sensazioni, i no

stri pensieri e tutto quello che passa entro di noi,


ed identicando il senso comune colla percezione o
coscienza alla maniera di Raid, non fa che esporre

in un modo pi ampio, ma consueto, le dottrine gi


chiarite degli Scozzesi.
5 138.

Le dottrine degli Scozzesi, e singolarmente la teo


rica del senso comune, piacquero tanto in Francia,
che noi le vediamo applicate alla legislazione crimi
nale e politica, siccome il provano gli scritti del Duca
di Broglio, il trattato del Diritto Penale del Rossi ',
1 V. Revue Frangaise n. 5 , 1828 , par M. Le Due de

Broglio. - Trnite' de Droit Pe'nal par M. P. Rossi. Bruxel


les , 1829, vol. in 8..

u8

SUPPLL\ENTO TERZO

il qua-le per incidenza mentre si fa a combattere il


principio dell interesse 0 dell utilismo, come pure il
metodo analitico di Condillac, accusandolo di non

aver egli provato innanzi alla dottrina della sensa


zione che tutto ci che v" ha nell uomo, direttamente
o indirettamente nasca da quella, passa ad istabilire
il senso comune o l umana coscienza siccome ori

gine non solo del diritto di punire, ma ben anco


come l espressione d un ordine morale, o di quello
che bene in s stesso, o di ci che giustizia m0

rale ed assoluta. Questa coscienza, secondo il Rossi,


formasi dal concorso dell intelligenza e della ragio

ne. Per la prima l uomo ha la rivelazione dei prin


cipj dell ordine morale: per la seconda ha il dovere
di ammettere e riconoscere le primitive e spontanee
indicazioni della nostra morale sensibilit. Da ci il

grido o il rimorso della coscienza, oppure la pace


siccome suo premio. Questa tendenza per alla psi
cologa Scozzese pare ora assai ristretta e quasi esau

rita. In Francia se ne spiega un altra pi potente


ed estesa, ed quella della losoa della storia, 0
della losoa dell umanit, donde i loso-storici ed
i losofi del progresso che segnano l ultimo stadio,
lo stadio dell odierna losoa presso quella nazione
e) Fuosorr-Swomcr. -- Constant, Guizot,
M'chelet, Quimzt, ed altri.
.
5 139.
Una nuova emanazione dell Eccletismo francese, seb

bene meno diretta dell altra poc anzi accennati, Sa

FILOSOFX FRANCESI

229

rebbe quella de [iloso-storici, che cos denominiamo

dall oggetto principale de loro studi associati colla


losoa. l loso-storz'ci in Francia sono tutti coloro
che studiano la storia sotto qualche aspetto losoco
o collo scopo di ridurla a forma scientica e di gio
varne la stessa scienza della losoa. Tra questi lo
so sinnalzarono a fama il Constant, il .Mchelet, il

Guizot, il Quinet e parecchi altri (pag. 2x2 Gli


uni abbracciano l Empirismo della storia per dedurne
la losoa: gli altri stabiliscono dapprima la losoa
per comprovarla poscia coll esperienza o colla storia.
Tutti poi identicano la storia colla losoa e la
losoa colla storia, seguitando pi o meno lo Spirituali
amo, sebbene si valgano ne loro studi principalmente
al positivo. Essi, quantunque abbiano un principio
comune, pure si discostano tra s per le diverse dot
trine. Alcuni, come Constant e Guizot, partono dal
principio dell umana perfettibilit ; altri, come il Illi
chelet, dalla dottrina della fatalit in contrasto colla
libert. Essi trovansi concordi nella vista istorca,
nell innalzare cio la storia alla dignit di scienza

mediante l esame desuoi rapporti e delle sue leggi.


Questi loso-storici poi hanno direttamente o indi

rettamente la loro procedenza dalla scuola eccletica


di Royer-Collard e di Cousin, e perch ne sosten

gono lo Spiritualismo, e perch combattono la dot


trina della sensazione e dell utile, e perch. l idea

della storia come scienza fin introdotta in Francia

dal Cousn e dagli Eccletici colla predilezione delle


opere di Vico, di If_erder_e di Hegel.
TEINEMIUI _ [il

20

230

SUPPLIMENTO TERZO

5 140.
Beniamino Constant 1 , sebbene s approssimi da

un lato a psicologisti al.modo degli Scozzesi (g 128)


in quanto ammette un sentimento intimo, diverso e

distinto dall interesse contro agli insegnamenti di


Elvezia e di Bcntham, pure appartiene essenzial
mente dall altro ai loso-storici per la sua teorica
sulla perfetlibilit umana e per la sua storia del sen
timento religioso. Egli accoglie l umana perfettibilit
siccome il mezzo pi atto ad ispiegare l esistenza
individuale e sociale, siccome un moto od una co
mnncazione progrediente tra noi e le future gene
razioni. Quindi per Constant tutto progressivo e

capace di miglioramento non nelle sensazioni, le


quali rimangono sempre quel che sono, ma nelle
idee. A questo progresso o successivo miglioramento
soggiace tra gli altri il sentimento religioso o la re

ligione che non pu essere ssa ed immutabile, ma


diversa nelle diverse epoche dell incivilimento. Il sen
timento religioso una legge fondamentale della Ml
tura , essendo comune a tutti gli uomini, e tale da

riprodursi in loro in qualunque luogo 0 posizione.


Siffatto sentimento diverso dalla sua forma, la
quale variabile, essendosi prima presentata come
Politeismo misto di Astrologia e di Feticismo, po

scia come Politeismo puro od Omerico e indipenden

1 Opere di B. Conslanl: De la Religion considere'e dans


sa snurce, ses f0rmes et ses dveloppements. Paris , 1830 ,
tom. 5 in 8. - Me'langes de Iilterature et de politique. Lou
vain, 1850, vol. 2 in 8..

FILOSOFI FRANCESI

2/3 t

te, ovvero sacerdotale, e nalmente come Tcismo


qual forma per ancb esso perfettibile e progredieute
s nei dogmi, come nei riti. Col progresso o con
tinuo cangiamento nella religione contraddicente alla
verit e alla divinit del Cristianesimo, considerasi la
religione come un istituzione umana, ed accomu
nandosi il sentimento religioso del Cattolicisnzo con
quello dell Ismalisrizo e del Buddismo, sapre la via

a tutti gli errori del Deismo e del Protestantismo.


Onde taluni non dubitarono di affermare che il li
bro del sistema religioso di Constant, ad onta del

suo merito nel dedurre il sentimento religioso dal


l umana natura e nel comprovarne la necessit e

luniversalit, pu fornire una dottrina sospetta e


contraria alla religione 1.

9 141.
Il Guizot 2, rinomato per le sue opere di storia
e pel corso che ne diede negli anni 1828-29-30 alla
Facolt delle Lettere in Parigi, aderisce anela egli

ali idea del progresso, ma tenta di esporlo e di


farlo conoscere nello stato del suo avveramento, o
sia nellincivilimento gi avvenuto, prendendo a mo
dello o a tipo la civilt della sua propria. nazione.
Secondo Guizot consiste la civilt o lincivilimento

per dettame del senso comune degli uomini nel fatto

1 Frammenti di una storia della empiet. Milano, 1854,

vol. in 8. , pag. r78.


2 Opere di M. Guizot: Cours dHisloire moderne. Paris,
1828-29-50.-Hi510ir6 de la re'volution dAngleter/es vol. 5,
in 8.. Paris, 1850.

53a

SUPPLIMENTO TERZO

simultaneo dello sviluppamento dello stato sociale


ed intellettuale, vale a dire nello sviluppamento della
condizione esteriore ed interiore dell umana natu

ra, ovvero nel perfezionamento complesso della so


ciel od umanit e dell individuo, nell unione inti
ma e rapida delle idee e dei fatti, dell ordine in
tellettuale e dellordine reale. Questa civilt procede
lentamente ora nell non ora nell" altro, e poi si col
lega e si unica in ambidue. La scienza fondata

presentemente sui fatti, ed il metodo losoco do


mina in tutto il mondo si nell ordine intellettuale

come nell ordine pratico, cio nel governo, nellam


ministrazione e nell economia. Laonde per Guizot

il principio dominante tra l odierna civilt sarebbe


la scienza 0 la dottrina, donde il Doltrinarismo che

una specie di sistema filosofico ed intellettuale ap


plicuto alla politica, e i Dourinarj che sono i se
guaci di tale sistema, e che hanno una parte cosi
diretta nel governo attuale di Francia. Da qui (le
riva che molti tra gli Eccletici francesi si chiamano

dottrinarj, e dottrinarismo il loro eccletismo, perch


ha per base o per programma la dottrina o la scien
za, o sia il movimento delle idee. Il metodo loso

co di Guizot si quello di far prevalere nellon


dine intellettuale di pi i fatti, e nell ordine stessa
dei fatti la ragione , contemperando le idee coi fat

ti, la scienza colla realt, il Razionalismo collEl


pirismo. Conseguentemente la sua dottrina istorica

implicitamente foggiata sull Eccletismo. Siffatta d0!


trina, come dice lo stesso Guizot, viene accusata di

egoismo, di mollezza, di traviamento e di freddezza

FILOSOFI FRANCESI

233

per la vita pratica, ma tali difetti debbono svanire


ai progressi della civilt, allacquisto delle idee ge

nerali, e quel che pi, di quelle credenze o di quei


principi che s impossessano di noi e della nostra
anima, ponendoci in quello stato di disinteressata
affezione e di perseverante fermezza che costituiscono
la santit morale.

_
g 142.

Il Guizot uell esposizione della sua dottrina sulla


civilt francese, frammette ad ogni passo le quistioni
losoche pi astratte intorno allanalisi e alla sin
tesi, alla necessit di studiare prima la societ del
luomo individuale; e passando da queste ad altre
pi importanti, viene a discorrere con molto inten
dimento della transizione dalla losoa pagana alla
teologica o cristiana; delle opinioni sulla libert,
sulla predestinazione e sulla natura dellanima; delle
differenze tra il Neoplatonismo e il Cristianesimo,

I non come panteismo, l altro come il teismo pi


perfetto, della certezza delle scienze morali non dis
simile da quella delle siche, ed inne dello stato
morale siccome il complesso delle relazioni esterne
ed interne, delle idee e delle azioni, del pensiero
e della libert.

(3 x43.

Altri lavori, sebbene di minor mole dei soprac


citati, si parano innanzi dai loso-storici, quali sono
i principj della losoa della storia di M. M'clzelet,
il quale pel primo fece conoscere in Francia la scienza
nuova di Vico, e che ammettendo il naturale pro

gresso dello spirito umano lo riscontra nella supe


no,

231

SUPPLIMENTO TERZO

riorit dello spirito sulla materia 0 natura mediante


la scienza e la libert, 0 nel trionfo delluomo
nella continua lotta tra la libert e la fatalit,- le
idee del Quinet intorno alla losoa della storia
registrate nella sua bella traduzione dell opera di .
Herder; lo studio dell uomo nella manifestazione
delle sue facolt di M. Goulianof; il saggio sull0ri
gine unica delle cifre e delle lettere di De Parvey;
le nozioni elementari di linguistica del Nodier, onde

si d l origine storica ed etimologica degli elementi


della parola e delle idee '. Ma simili lavori mi

nori deloso-storici, quantunque partano tutti dal


principio della losoa della storia proclamato in

Francia dall Eccletismo, non sono tutti ugualmente


stati eseguiti sotto l inuenza d un tale sistema. Le

traduzioni del Vico e dell Herder furono suggerite


dallo stesso Ceusn. Il Goulzanof ed il De Purvey in

clinano al positivo della storia, ed il Nodier pi al 50


prannaturalismoletterario che non allEccletismo (i
losofico. Ad onta di ci vengono tutti sotto la stessa

classe di loso-storici in quanto hanno tutti cavato


alcune luminose verit losoche dalla storia e col

metodo positivo di quella. Quelli per che pi degli


altri contribuiscono a determinare e a stabilire la
vera losoa della storia sono il Constant, il Gui

zot ed il Ikchelet. Essi non diversicano che nelle

x Essai sur lorigine um'que ci h_7<eroglyphique des chi'm


et des letlres de tous les peuples par M. De Parvey. Paris,
i826, vol. in 8. -- Notons e'lehzentaims de Linguisqlw
par Charlcs Nozier. Paris, 1854 , vol. in 8..

FILOSOFI FRANCESI

235

parti, ma nel tutto concordano nelle idee fondamen


tali del progresso dellumanit , e nel progresso sta
bilito sulla scienza 0 sulla dottrina. Dal che sivede
quanto si dilnnghino i losofi-storici dai losofi del

progresso, tuttoch abbiano analogia nel nome colla


loro dottrina (S 163 ).

s 144.
Queste scuole secondarie colla principale dell Ec
ciclismo, da cui in fondo derivano, per quanto ab
biano in Francia un buon ascendente, non giunsero

a mettere in silenzio le scuole opposte dei Sopran


naturalisti e dei Sensisti. I primi, quantunque po
chi, insistono pi che mai nel principio di veder
tolta la distinzione tra la losoa e la religione, es
scudo unica la verit e la sorgente di quella. Essi
cercano di propagare questo loro principio anche

coi giornali losoco-religiosi I, proclamando la mas


sima che la fede il punto donde deve partire la
losoa , allettando colle qnistioni intorno al pro
grasso dell umanit, ed appropriandosi perno lin
segnamento delle epoche critiche ed organiche e le

formule d una scuola (9 163), dalla quale dovreb


bero essere ben alieni. I Sensisti invece procedono
con minor clamore, ma non perci meno vigorosa

la loro resistenza allEccletismo, tutto che sia tacita


ed indiretta. Essi sono in numero maggiore dei 50
prannaturalisti, le loro opere sono moltiplici ed i

loro lavori assai estesi, e meritano perci una par


ticolare menzione.
I V. Mdx'talions religieuses: Annales de philasophie bre
fiume, 1853.

a36_

SUPPLlMENTO TERZO

V. SENSISTI pi recenti.
5 1.15.
Tra i Sensisti pi recenti noi annoveriamo tutti
quelli che pi o meno implicitamente od esplicita
mente continuano a perseverano nella dottrina della
sensazione. Essi si partono in psicologisti, in cosmo

logisti ed in genealogisti delle scienze giusta il vario


aspetto sotto il quale la vanno applicando, ed assu
mendo le quistioni intorno ad essa.I psicologist-sen
sisti sono coloro che trattano di preferenza delle fa
colt dell anima o di qualche materia loro relativa

in un modo sempre subordinato ai sensi 0 alla sen


sazione. I sensisti-cosmologsti sono quelli che par
tono dai sensi 0 dalla materia sensibile per la fon

mazione del mondo e per la spiegazione delle sue


leggi. I sensisti-genealogisti sono quelli che ad imi
tazione di Bacone e di DAlembert aspirano ad una
ragionata genealogia o classicazione di tutte le scienze

colle vedute sempre del Sensismo o dellEmpirismo,


siccome loro fondamentale sistema. Queste tre classi

di Sensisti danno un rinforzo od un rialzamento al


Sensismo o al Condillachismo che altrimenti sarebbe
distrutto.

a) Sansrsrx-Psrcomcrsrx. - Martillac, Virard,


Brun, Toussaints, Curel, Comte, ed altri.
5 146.

Tra i sensisti-psicologisti si distinguono pei primi


.Martillac, Virard, Brun, Toussaints, Bozzelli, Clie

FILOSOFI FRANCESI

237

vrier-Corcelles '. Gli uni attendono alla teorica in


particolare delle idee o delle cognizioni, gli altri a
quella della sensazione. Nessuno per di essi porge
un trattato veramente compiuto e soddisfacente di
psicologia. Il Marcillac considerando la_losoa sic
come la meccanica dell anima o delle idee, dimo

stra l azione dellanima sulle idee stesse, affermando


che le idee vengono prodotte dalle sensazioni, quan
tunque rimangano nello spirito anche dopo di quel

le; che le idee si legano, si fondono, si identicano


tra loro sempre per lazione degli oggetti o dei sen
si. Il Virard combatte eramente la metasica, as
serendo che l uomo ha delle cognizioni o sensazioni
gi conosciute; che queste sensazioni o cognizioni di

stendendosi a tutta l umana intelligenza, rendono


impossibile la cognizione fuori dello spirito. Egli

quindi condotto ad ammettere gli oggetti, la na


tura, ed il soggetto de nostri pensieri siccome tante
sensazioni intere o compiute. Laonde per lui tutte
le idee o cognizioni anco le pi astratte e le pi ge
nerali altro non sono che sensazioni, e la metafi
r Principes de In philosophie de lhomme mora! par M.
De Martillac. Paris, 1815 , vol. in 8. -- Me'moire dans In
quelle on pr0uve quo toute me'taphysique est impossible, par
M. Virard. Grenoble , 1817 , in 8. - Legons ide'ologiques
per M. Brun. Paris, 182t , vol. in m. -- Notice sur li
de'e par N. J. B. Taussaints. Paris, 1824 , in 8. - Essai

sur les mpporls primit_i qui Iient ensemble In philosophie et


la morale par le Chevalier Bozzelli. Paris , 1825 , in 8.
Essai sur les nbstractions par F. Chevrier-Corcelles. Bourg ,

1826 , in 8..

238

SUPPLIMENTO TERZO

sica una scienza impossibile, non potendosi dallo


spirito Conoscere n ima parte od elemento di sen
sazione, n ci che sia il sentire o la sensazione.

5 147
Non sono dissimili da queste le dottrine di Brun,
di Tussaints, di Bozzelli e di ChevrienCorcelles. Il
Brun. nella sua analisi d'altro non va in cerca se non

che dell origine delle idee fondata sui sensi. Il Tour


saints sostiene che lidea non che una collezione di
percezioni o sensazioni attaccate con un segno. Il Bcz

zelli ammette lo sviluppaznento dello spirito dalla


sensibilit alla sensazione, sottoponendola stessa n10

rale all impero delle sensazioni del piacere e del do


lore, e considerando l uomo come l essere che sente
l esistenza degli oggetti esterni. Il C/zevrier-Corcelles
mette in colmo la dottrina della sensazione col ri-'

negare l esistenza delle idee astratte, e col preten


dere che non esistendo altro che individualit ma
teriali, lo spirito non possa concepire se non quello
che reale ed esistente , come i sensi e la scusa
zione e gli oggetti esterni o sensibili.
5 148.
La dottrina della sensazione oltre a questi vanta

altri seguaci ancora pi recenti in Delarivire, Lau


rt-mt, Genty, Cure], Locade de Pierre, Geruzes,
senza per che possa dirsi eh essa sia pi avan
zata 0 pi perfetta di quel che fosse pci C0ndil
lachisti '. Il Delarivire riduce tutta la metafisica

r Sommaire dun cours de phlosophie par M. labb De


Inriw're. Paris , 1829 , vol. in m. - Re'sume' de l/iisloirf

FILOSOFI FRANCESI

239

a due parti, alla teodicea e alla psicologia, siccome

una storia naturale delle idee, rigettando qualunque


specie di ontologia, siccome quella che contiene og
getti non sottoposti alla vera osservazione o ai sensi
ed all esperienza. Il Laurent parteggia per la sensa
zione, senza farsi carico d alcuna delle gravi obbie
zioni che la contrastano: il che fa maraviglia tanto

pi in quanto che egli stesso riconosce la distinzione


tra il contingente e il necessario, e limpossibilit
che questo proceda dallesperienza. Il Genty attacca

violentemente le scuole di Kant e degli Scozzesi per


dichiararsi tutto in favore di quella di Condillac;

ma in lui traspira piuttosto lo spirito della polemica


che non la tendenza a viste grandiose ed originali
ne termini stessi del Sensismo. Il Curel un sensi
sta nel senso pratico, tendendo a guidare l intelli
genza nella vita per mezzo di esempi pratici, e nie
gando, pel principio preconceputo della realt nella
sola sensazione , che ci sia la facolt innata della co

scienza. Il De Pierre non fa che ripetere che le sen


sazioni sono le cause delle nostre idee. Quegli che
cerca di estendere forse di pi la dottrina della sen

de la philosophie per M. M. Laurent. Paris , 1826 , in 18. -

le'mens de philosophie par F. J. H. Genty, a. dition. Pa


ris, 1824, vol. 2 in 8. -- De la nature des science: mo

rales dans leurs rapports avec la


Curel. Paris, 1899, vol. in 8.
et la morale de lhomme par M.
1851 , in 8. - Nouveau cours

loi et le pre'cepte per T. M.


-- Essai sur- lentendement
Le'ocade de Pierre. Paris,
de philosophie par M. Eu

gne Geruzez. Paris, 1835 , vol. in 8..

240

SUPPLIMENTO TERZO

sazione, si il Geruzez che nelle quistioni stesse


della metasica s accampa su d una psicologia sen
suale, pretendendo che la logica sia impeccabile nel
materiale principio del ragionare riposto in un gin
dizio secondo contenuto sempre nel primo.

9 1/19
Per altro tra i sensisti-psicologsti n qui accennati
i due che abbiano tentato di far progredire e di dare
un aspetto piuttosto grande e luminoso, quantunque

falso, alla dottrina della sensazione, sono Carlo Comte


ed Augusto Comte '. Carlo Comte applicando il me
todo della rigorosa osservazione o del pretto Sensi
smo con tutte le sue morali conseguenze, venne al

punto del principio dell utile e dell interesse, e delle


scienze morali fondate nel loro stesso magistrale det
tame sulla pura esperienza 0 storia sempre incerta
e variabile e di sua natura arbitraria. Egli per altro

discorrendo intorno all indole delle facolt della


nima conviene che non si pu assegnare la loro dii
fernza n istoricameute, n col dato del solo or
ganismo: con che pare esser preso da lui in un si
gnicato assai largo o generale il Sensismo. Sicch

Carlo Comle pu esser risguardato come Condilla

1 Opere di Carlo Comte: Traile' de Le'gislation, ou Erp0


sition des Iois ge'nerales suiwmt lesquelles les peuples prosp
reni, de'perssert ou reslent slationnaires. Paris , 1827; V0l- 9
in 8. _ Traite' de la propriet. Paris, 1854 , vol. 2 in 8.

Discours dauverture da cours de philosophie positive par Ml

Auguste Comte. V. Revue Encyclopdique ; Nouvembre, 13551


Cours de p/zilosophie positive.

FILOSOFI FRANCESI

2!

chista in psicologia, e come Benthamsta in poli


tica ed in morale. Ci che v7 ha assai di pregevole
nelle sue opere, e particolarmente nel trattato di le
gislazione, indipendentemente per dalla verit delle

sue dottrine, _si' la numerosa raccolta dei fatti av


verati col Sensismo, o colla storia e coll esperienza
intorno alla vita delle nazioni, la quale il con
trapposto o la riprova delle teoriche che si sono sta
bilite a priori intorno a cos rilevante argomento.
5 150.
Pi esagerato favoreggiatore del Sensismo o della
sensazione di Carlo Comte, si Augusto Comte, an

tico allievo della scuola politecnica, col suo corso di


losoa positiva o sica colla quale si corre inevi
tabilmente al materialismo. Egli pianta questa sua

losoa sul principio o sulla legge costante dello spi


rito che tutti i rami o parti delle nostre cognizioni
passano per tre stati teorici differenti, per lo stato

teologico, per lo stato scientico e per lo stato po


sitivo, donde nascono tre metodi o sistemi di lo
soa. Il primo lo stato o il metodo iniziale, in
cui trionfa il soprannaturalismo, il secondo lo stato
di transizione che contiene il naturalismo, ed il terzo
lo stato denitivo che comprende il particolare ola
scienza dei fatti, la losoa positiva. Perci secondo
Augusto Comte la losoa positiva altro non che
lo stato denitivo dellumana intelligenza necessaria
mente legato coi primi due. Il carattere fondamen
tale d una tale losoa sarebbe quello di riguardare
tutti i fenomeni indistintamente siccome soggetti alle
leggi naturali ed invaabili ridotte al minor numero
TIZNEMAIN '- I"

2]

a4_a

SUPPLEMENTO TERZO

possibile, non signicando perci in essa in alcun


modo le cause. Sillatta losoa deve ricondnrrei le
nomeni astronomici, terrestri e siologici a teoriche

positive. Essa ha il suo spirito nella scuola di Ba


cane e di Galileo, si oppone alla Teologia e alla
Metasica, e segnitando il proprio moto di ascen
sione abbraccia omai tutte le singole specie dei fe

nomeni, eccetto i sociali che debbono pur entrare


sotto al suo dominio, formando una categoria a
parte col nome di sica sociale che il gran biso
gno dell umana intelligenza. In questa sica sociale
Augusto Comte considera le funzioni intellettuali nel
punto di vista statico e dinamico, determinando col
primo le loro condizioni organiche o la loro sio

logia propriamente detta, e col secondo il modo o


i mezzi che impiega lo spirito all acquisto delle co

gnizioni. Quindi egli dichiara illusoria ed insussistente


la comune psicologia , nullo e contraddicente il suo
metodo, a motivo, secondo lui, che tra le scienze
degli esseri organizzati comprendonsi tanto la siolo
ga, quanto la fisica sociale, ed essendo un assurda e
stranissima sottigliezza quella di pensare che l organo
osservato sia identico coli organo osservatore. Inol
tre riettendo egli che la coesistenza delle tre opp

Si3 losoe distoglie dal potersi rivolgere a qual


che punto veramente essenziale , conchiuda che la
losca positiva la sola destinata a prevalere, sic
come quella che contiene sotto di s, o sia nella 5
siologia
sica
sociale
vegetale,
considerata
animal'eed
nellaiutcllettiva,
sua introduzione,
anche la nel
suo metodo e nella sua scienza. Questa losoa p0

FILOSOFI FRANCESI

243

sitiva, oltrech contiene nel modo pi aperto gli


abusi del seusismo o a dir meglio il materialismo, con
traddice a s stessa neldiietto d una giusta e.severa
analisi dei fenomeni sociali, distrugge falsamente los

servazione psicologica stabilita sulla coscienza per so


stituirvi un osservazione grossolana e materiale, dis
convcniente alla natura di siffatti fenomeni, ed abusa
dei vocaboli e delle idee per ridurre a materia ed
a sostanza sica ci che non lo pu essere n in s
n in qualunque metodo della sua scienza. Questo
sistema di losoa positiva in analogia con alcuni

principi dei loso del progresso (S 163), colla no


tabile differenza, che dare questi per la maggior

parte seguitano decisamente lo Spiritualismo, quello


si perde tra gli errori e gli equivoci del sistema con
trario.

b) Sensxsn-Cosmor.oexswn - Azas, Aliz,


Gruyer, ed altri.
9 151.
Non meno insussistenti di questi sono in gene
rale i tentativi che fanno i sensisti-cosmologisti fran

cesi pi moderni, onde applicare il principio della


sensazione alla conoscenza e alla spiegazione della
gran macchina mondiale. Essi procedono con pi cau

tela e con maggior circospezione, ma fallano per


tale dottrina. Tra questi possiamo notare, sicco
me principali, Alia, za's, Bory de Saint-Vin
cent, Henry d0rbe, Monville, Courcelles-Seneuil
e Gruyer, sebbene non offrano tutti un cosmolo

244

SUPPLIMENTO TERZO

gismo ugualmente grande e compiuto. LAzal's signo


reggia su tutti. L ultimo mostra diverse viste ed un

diverso intendimento 1.
Q 152.
Il sistema di Alla, nato in Picardia nell anno
1776 , una cosmologia tutta sica, fondata sui due

principi della luce e del calorico, siccome i due ele


menti di tutta la natura sica. In esso non si risale

alla causa prima del moto, e le Accademie di Pa


rigi e di Gottinga sdegnarono di parlarne. Pi impo
nente e pi esteso di questo si il sistema 0051110

logico di Azas, e perci seppe attirare la pubblica


attenzione.

, ,
5 153.

L Azais, nato nell anno 1776, ammette che ln


niverso o l insieme degli esseri e delle loro relazioni
cangia e si rinnova senza posa, ond necessaria
una forza all esistenza e alla copservazione del mon

do. La materia, sostanza degli esseri, il soggel.l0

I Opere di Azns: Precis fu syslme universel, vol. in


8. - Explication universelle, vol. 4 in 8. - De: camper!
snlions. Paris, 1818 , vol. 2 in 8. _ Re'clamation par M.

Aza's a M. Ferry. V. Revue Encyclope'dique, tom. no. Teoria del! universo, o sia della cagione primitiva del moto,
di M. Alix. Milano, 1817 , in 12. - Peut-lre par M- le
Buon de Monville. Paris , 1825. -- De la malire par le
Colonel Bory de Saint-Vincent. Paris , 1826, in 8. -The'a

phron, ou turle des choses, de la nature et de la socie'le' per


M. Hemy d0rbe. Paris , |831. - Leltres douard pl'
J. G. Courcelles-Senetil, 1834. -- Essais philosophiques per

L. A. Gruysr. Bruxelles , 1852-53, tom. 4 in 8..

FILOSOF] FRANCESI

245

passivo dell azione universale: Dio imprime l azione,


e la materia obbedisce. L azione universale ba rice
vuto dal Creatore un modo unico, cio 1 espam
sione, per la quale ogni essere materiale per ci solo

che esiste, penetrato in tutti ipunti della sua so


stanza da un azione intima che tende a dilatarlo , a

dividerlo, ad aumentarlo innitamente nello spazio


che occupa , e quindi a scioglierlo. Ogni essere che

occupa un punto qualunque nello spazio circon


dato da esseri simili o diversi, i quali per al pari
di lui sono animali dalla stessa forza di espansione,
e vanno lottando contro lo scioglimento di quella. In
fatto la forza d espansione indenita di ciaschedun
corpo ritardata o repressa dall espansione concor
rente di tutti gli altri corpi: laonde la repressione
e la conservazione derivano dalluniversalc espansio
ne. Una tal forza espansiva che da un lato procede
da tutti i corpi isolati, e che dallaltro li circonda
e li comprime tutti uniformemente ed in tutti i
sensi, forma quella resistenza de corpi circostanti,
ognuno de quali non mai circonferenza, ma cen

tro, producendo quell equilibrio o quell uniforme


convergenza, donde risultano e la gravit s in ge

nerale che in particolare e tutti i fenomeni dellag


gregazione, della densit , della combinazione e della

coesione, nel punto stesso che l espansione propria


ed essenziale a ciaschedun corpo o globo costituisce

in s tutti i fenomeni della dilatazione, dellelasti


cit, del disperdimento e della temperatura. Il qual
doppio ordine di fenomeni contiene tutti gli atti [3
sica e rsiologici che sono continuamente in equilibrio
ai

246

SUPPLIMENTO TERZO

tra loro per una legge di mutua compensazione che

la legge dell universo. E_siccome uell universo non


avvi che un solo ed unico principio del moto, vale
a dire l espansione regolata dalla legge dequilibrio,
cos non avvi che un solo oggetto od elemento di

questo medesimo principio, cio la materia identica


sempre a s stessa e contenente in s tutti gli ele

menti semplici ed uguali fra loro nella forma e nella


grandezza , onde si generano i solidi, i liquidi, gli

aeriformi al diverso rapporto tra l espansione inte


riore e. la repressione esteriore, ovvero secondo che
uguale o maggiore 1 una dell altra.

g 154.
L Azi's pass ad applicare questa legge delle
spansione universale dal mondo sico al morale. Per
lui l uomo prova 1 espansione e la repressione in

un modo pi esteso di tutti gli altri esseri, siccome

quello che di una natura pi elevata e pi per


fetta della loro. Ogni uomo avido della propria fe
licit cerca di espandersi o dilatarsi, ma non rimane
soddisfatto, se non quando sappia temperare.e con

tenere questa sua espansione la quale incontra su


bito dattorno a s mille resistenze per la legge op

posta della repressione proveniente da suoi simili,


che ove sia contrariata od urlata, diviene violenta,
ostile ed oppressiva. Quindi che le leggi altro non
fanno che regolare e moderare la reazione dell al

trui espansione ed insieme la nostra, onde non tras


corra agli eccessi o al suo scioglimento. Quindi ogni
legge umana non che unaforma sociale della legge

universale delle compensazioni. Per questa stessa legge

FILOSOFI FRANCESI

247

delle compensazioni ripugna s il bene assoluto, co


me il male assoluto, essendovi tra questi due estre
mi una serie di stati intermedi che introduconblu

guaglianza , l equilibrio o il compenso tra l uno _e


tra l altro. Perci la sorte (1 ogni uomo si compone

d una somma uguale di beni e di mali, o d una


felicit uguale per tutte-le et, per tutte le classi e
per tutte le condizioni.
5 155.
La cosmologia universale di Azas, quantunque
raccomandata da un particolare talento nellelocu
zione e nella chiarezza, viene stintata piuttosto co,
me uno sforzo dingegno che co/ne un sistema vero

e provato. Essa incontr naturaimente delle forti op


posizioni ,per certe deduzioni di materialismo impli.
cite al principio dell espansione universale e all u
nicofelemento della materia; per la poca precisione
ed esattezza nelle nozioni siche ed astronomiche in

torno alla gravitazione universale; per la fallacia nel


l assoluta analogia o identit tra l espansione sica

e la morale, per l identit di Dio colla materia ,


l uno. come azione, l altra come passione, per
l imperfetta dimostrazione della legge dei compensi

massime nel mondo morale, e per l aperta insussi


stenza dell ottimismo che ne deriva. E questo op

posizioni sono cosi vere e cosi fondate, che. lo stesso


Azailr anche nella replica contro di esse col suo ri
chiama a M. Ferry non fece che confermarlo.
9 156.
Se Alia. ed Azas s allontanano colle loro dot
trine cosmologiche dalla sica atomistica, oppure

248

SUPPLL\IENTO TERZO

non la dichiarano abbastanza chiaramente, il Barone


di Monville la accoglie espressamente colla struttura
ipotetica dell atomo di forma tetaedra e dotato d una

forza, il Bory de SaintJincent la consacra colla


equa o colla materia pi semplice contenente tutti
i principi delle cose in istato di soluzione, o sia col
suo microgrqf. Questi cosmobgisti sono sensisti pi
nel senso sico che losoco. I sensisti-coSmologisti
in senso veramente losoco sono il DOrbe ed il

Corcelles-Seneuil.-ll D Orbe sensista nelle sue


vedute puramente pratiche sulla natura delle cose.
e sulla societ: il CorceIles-Seneuil immagina una
sintesi tra il mondo e I umanit, sottoponendo la

volont umana ad una forza fatale, e considerando


gli uomini quali macchine armoniche di questo pan
teismo materiale. Il Gruyer invece uno di quei

sensisti che al pari di Condillac adoper gli argo


menti degli Idealisti. Egli, dopo aver dimostrato
che tutti gli argomenti n qui conosciuti intorno alla

immaterialz't dell anima non possono che porla tra


le probabilit, che qualunque fenomeno semplice
in .s stesso, che le due sostanze spirituale e cor
porca ne formano una sola ed identica, che l anima
altro non che la riunione di tutte le propriet
affettive ed intellettuali, che la sensibilit intellettuale
e morale suscettiva del pi e del meno come la

sica, che il cervello lorgano dell anima non in


tutto,- ma nella parte pi interna o in una piccolis
sima glandola posta nel suo mezzo, onde gli spiriti
delle cavit anteriori comunicandcon quelli delle
posteriori, spiegandosi in tal modo le reminiscenze

FILOSOFI FRANCESI

249

ed una specie di vero inusso sico, viene a stabi


lire la sua cosmologia losoca coll affermare che

non si d vuoto nello spazio, perch si ha l iden


tica idea della materia e dello spazio , che lesistenza
delle cose materiali s appoggia alla certezza che Dio
ha il potere di produrle; che la propriet essenziale
ed unica della materia si l impenetrabilil, onde

per lui impenetrabilit e materialit sono perfetta


mente sinonimi, sicch l estensione non che una

accidentale propriet dei corpi, appartenente s al


vuoto che alla materia, che la durata non altro

che la maniera di essere delle cose le quali non


provano verun cangiamento, che l idea del tempo
0 della durata non pu derivare dal riposo o dal
limmobilit; che la durata continua o permanente
l esistenza continua delle cose, la sostanza una
durata permanente o senza successione; che tutto il
reale per noi cangia, mentre permanente nel suo

oggetto; che la durata non nemmeno essa una


propriet dei corpi, incominciando essa avanti noi e
finendo dopo di noi, che limpenetrabilit quella
sola che fa esistere i corpi, che tutti i principi della
materia o del mondo sono limpenetrabilit stessa,
il vuoto, gli atomi estesi, ma indivisibili. Per tali
cose evidente che i principi cosmologici e psicolo-
gici di Gruyer~ da un lato inclinano al Sensismo ,.
e dallaltro s innalzano allldealisrno persino nel

mondo sico. Sicch per essi ben facile trascor


rere ai difetti dell idealismo, o sia al dubbio e allo
scetticismo sulla realt delle cose e del mondo , pal
l identit tra il mondo materiale e spirituale, e
quindi al panteismo.

250

SUPPLlMl-IN'IO TERZO

c) SENSISTt-GENEALOGISTI DELLE SCIENZE.


Torombert, Larsche, Jullien, dflmpre.
5 157.

Il lavoro pi utile e pi positivo che abbiano ten


lato e con un certo vantaggio della scienza i 5611-.
sisti o Condillachisti francesi pi recenti si quello
della logica ed ordinata classicazione delle scien

ze, correggendo in gran parte i difetti di quella di


Bacone e di DAlembert. Questi sensisti che chia
mammo gi genealogisti delle scienze, per distingucrli

da quelli che applicarono il principio della sensazione


in altro modo, sono il Torombert, il Larsche, il
Jullien, il Farcy, lHepp e il DAmpre '. Il To

rombert insegna che le scienze altro non sono che


le naturali relazioni degli esseri riconosciute edimo;

strato per mezzo delle nostre facolt, che i rapporti


o le relazioni tra gli esseri sono determinate dalle '

1 Exposition des principe; et classications des Science:


par H. Toromberl. Paris, 1821 , vol. in 8. - Essai sur la

raisan par Hen. Fard. de Larsche. Genve, |S2.-Esquisse:


d'un essai philosophique des sciences, 1821. - Essai sur la
phasophie des sciences, ouvrage inedit. per M. Mare-An
toine Jullien. - Apergu philosophique dea connaissanccs hu
maines au 19.e sicle par Clzarles Farcy. - Revue Enqyclo
pe'dique, n. 55 , an. 1827. - Essai sur la theorie de la vie
sociale par M. G. PIL. Hepp. Paris _, 1833 , vol. in 8. Essai sur la philosoplu'e des sciences, 0a E.rposlion anab'ti
que d'une classi/icalion naturelle de toutes les connaissances
humaines per A. M. Ampre. P_aris , 1854, vol. in 8..

FILOSOF'I FRANCESI

25:

loro propriet; che tali propriet sono le cause ed


i principi di tutte le azioni le quali accadono nel
l universo; che tra siffatte propriet scorgonsi ana
logie e differenze, donde i fatti o fenomeni; che le

facolt si siche che intellettuali tendono a mettersi


in corrispondenza con gli esseri circostanti e coi loro
fenomeni: dal che nascono i bisogni e quindi i di

ritti, la libert, 0 sia iprincipi delle scienze mora


li. Lo studio dei corpi e dell uomo fondato sulle re
lazioni delle facolt intellettuali forma all~ invece la
storia naturale delle arti, o la fisica. Lo studio poi
del mondo fisico e del mondo morale stabilito sulle
relazioni dell ordine universale conduce al precipuo
risultamento d"ogni scienza umana.
5 158.
7
Sono atteggiate pressoch sullo stesso principio 0,,
gettivo del Torombert le classicazioni delle scienze de
gli altri autori gi soprannominati, se si eccettui il

Farcy, il quale non offre propriamente una ragio


nata e precisa classicazione di scienze, ma soltanto
una critica delle loro conoscenze dietro un loro si.

sterne gi preconceputo nell ordine stesso materiale


del Giornale della Rivista Enciclopedica. Per il che
le classificazioni che ora si accennano, si distinguono
essenzialmente dalle due di Bacone e di DAlembert
che vennero stabilite sulle facolt, e che sono sog
gettive. Il Jullien con un metodo veramente anali
tico comincia nel primo libro la sua classicazione

dallideologia venendo alla teologia, alla psicologia


ed alla storia. Nel secondo mette sott occhio un

quadro sinottico di tutte le umane conoscenze de

252

SUPPLIMENTO TERZO

dotte dai quattro gradi principali del progredi


mento dello spirito umano, cio dall osservazione,
donde le scienze descrittive, dalla distinzione, donde

le scienze distintive o meditative, dall investigazione,


donde le razionali o speculative, dall applicazione,
donde le pratiche. Se non che con questa classica
zione egli si espone naturalmente alla critica, e per

ch non esistono i quattro gradi di progresso al


meno separato da lui indicati, e perch la giu
sta osservazione non pu disgiungersi dalla distin

zione, e perch lapplicazione precedette nell ordine


stesso cronologico del perfezionamento umano alla
teoria o alla speculazione. Laonde le scienze pratiche
per l andamento naturale dellinvenzione dovrebbero
andare innanzi alle descrittive e alle meditative.

LHepp non toglie di proposito a tessere'lanalogia


delle scienze, siccome fa il Jullien: egli ne parla
solo per incidenza ed in relazione allargomento della
teorica sulla dottrina sociale. Cionnondimeno il colpo
docchio enciclopedico che premette intorno alle

scienze per le relazioni loro colla scienza sociale, le


vedute snll unit dello scibile in quanto esso tutto
si riferisce all uomo , la loro distinzione o divisione
in teoretiche e pratiche in quanto riguardano allin

tendimento, oppure alla volont, come pure i loro


quadri sinottici fondati sull osservazione e sul m
gionamento, siccome mezzi al conoscere in generale,

rendono assai stimabile il suo lavoro, che sarebbe


anche in maggior conto, ove non si sapesse che

l osservazione dell Hepp tutta esterna, e che la


certezza per quest autore va tutta a fondarsi sulla
realit delle impressioni dei sensi.

ru.oson FRANCESI

'

253

5 159.

Un trattato ampio, elaborato, e fatto anche con


nissimo intendimento intorno alla classicazione
delle scienze si quello di Ampre, gi allievo della

scuola normale, professore negli anni 1819-1820


di losoa, e poscia di sica sperimentale al Col
legio di Francia. Egli pens ad una classicazione
delle scienze sino da quando insegnava losoa, e
fu allora che in una lezione data al Collegio espresse

le prime sue idee intorno a siffatta classicazione


dedotta dalla facolt e dai fatti intellettuali 1. Se

condo Ampre ci sono tre metodi o sistemi per fare


questa classicazione: il metodo di classicare gli og
getthdelle scienze o conoscenze, come fanno i chi
mici ed i naturalisti. Il metodo di classicare le co
noscenze stesse. Il metodo di classicare i fatti in

tellettuali e le facolt dell intelligenza umana. Que


sti tre metodi sono differentissimi tra loro. Nel pri
tuo e nel secondo non si deve aver riguardo che
alla natura degli oggetti, ma nel terzo il punto di
vista sotto il quale si considerano gli oggetti, di
vanta il principale, e gli oggetti l accessorio. Per

ci analizzando egli l intelligenza o il pensiero uma


no, vide che questo si compone dijnomeni e di con
cezioni, che i fenomeni sono costituiti da tutto ci

che e sensibilit, e che le concezioni, distinte in


quattro specie, prnitive, oggettive, onomatiche ed
esplicative, hanno quattro punti di. vista diversi, onde
t V. Le Temps n. 22. Juillet, 1855} par M. cloct.
Roulin.
IBINEXANN - Il]

22

254

SUPPLIMENTO TERZO

formano quattro regni di conoscenze o cognizioni

separate e distinte fra loro. Per le prime si abbrac


cie o si comprende tutto ci che si conosce imme

diatamente. Per le seconde ci che nascosto die


tra le apparenze. Per le terze si confrontano e si
paragonano i fenomeni del corpo coi fatti intellet
tuali per istabilirne le leggi. Per le ultime si dedu

couo cognizioni fondate sulla mutua dipendenza delle


cause e degli effetti. .Su questi quattro punti di vi
sta, o su queste quattro maniere diverse di cono
score o concepire dello spirito 0 dell intelligenza,
che indicano meglio di quelli di Jullien i quattro
gradi del progresso dello spirito umano, costruita
la classicazione veramente naturale delle scienze se
condo Ampre, perch gli uni s accordano colle al
tre, o sia perch le conoscenze o scienze considerate
ne loro vari punti di vista corrispondono esattamente
coi vari gradi o colla natura prcgrediente dellumano
pensiero. La classicazione naturale di Ampre par

tesi in tre grandi quadri. il primo quadro contiene

le scienze dei due regni, 1 uno del mondo e lal


tre del pensiero: il regno del mondo formato delle
scienze cosmologzbhe, matematiche, siche, mediche;

il regno del pensiero dalle noologiche, come sono


le losoche, le politiche, le dialegmatiche e le et

nolbgiithe: tutte queste scienze sono di primo ordi


ne. Il secondo quadro abbraccia i rami e i sotto-ra
-\

mi delle scienze di primo ordine, come l aritmolo


gia, la geometria rispetto alle scienze matematiche,
l _uranologia, la sica perle siche, la tecnologia e
le altre per le mediche , e la psicologia, la meta'

FXLOSOFI FRANCESI

2'55

sica, la teleologia, la nomologia e la politica per le


noologiche. Nel terzo quadro vengono distribuite le
scienze si cosmologiche come noologiche in tre or

dini subalterni: sicch per le cosmologiche di pt-i


mo ordine l aritmologia , di secondo l aritmolo
gin elementare, e di terzo l aritmogra/a , come
per le noologiche di primo ordine la psicologia,
di secondo la psicologia elementare , e di terzo

la psicogra/a. In questa classificazione di Ampre,


sebbene si ammettano le concezioni distinte dai fe
nomeni , e le concezioni primitive dalle esplicative,
cionnondmeno le concezioni stesse non sono che

modi dell osservazione, e perci, lontanamente si, an


che Ampre propende al Sensismo. Se la sua clas
sificazione naturalee profonda per la vista di ve
lerla dedurre dai modi progressivi della ment.0

dell intelligenza, non per giustificata abbastanza


dall ordine effettivo e reale dell invenzione e della
varia coltura delle scienze , come pure va soggetta

a dubbi per l arbitraria intrusione o distinzione di


scienze di primo e di secondo ordine, che veramente
non esiste.
5 160.

Del resto da questi genealogisti, massime pel prin


cipio del Sensismo delle scienze, si discosta il Lar
sche nel quadro che ne fa col suo Saggio sulla ras
gione:, giacch, quantunque ci pure abbia afferrata=
l idea d una classicazione soggettiva, cionnonostante
la sua riesce tale che dalla cosmologia ascende alla

pura ragione. Il Larsche considera le scienze quanto


alla frma riferibili all intendimento, quanto alla

556

SUPPLEMENTO TERZO

materia alle diverse facolt dello spirito,quanto allo


scopo all istruzione e al diletto, quantoal conte
nuto alla sola ed unica scienza della cosmologia 0

scienza dell universo divisa in due grandi parti, nella


biologia 0 scienza della natura vivente , e nella [i
sica 0 scienza della natura morta. Egli, proseguendo
in questa sua classicazione anche troppo soggettiva

in quanto le scienze tutte sono un prodotto della


ragione, le divide in autonome, quali sono le loso
che, in eteronome, come sono le positive; in quanto

sono un prodotto dell intendimento le parte in quelle


che ammettono una specie di costruzione, come le
matematiche , ed in quelle che non la ammettono,

come la logica, la grammatica; in quanto sono un


prodotto della memoria, le distribuisce in storiche,

ed in quanto dipendono dalla sensibilit, le riduce


alle sperimentali.
'

'
g 161.
Da questo fatiche de genenlogz'sti delle scienze si

ha indubitatamente un notabile vantaggio per la loro


logica genealogia. Negli alberi di Bacone e di DA
lembert essa assai difettosa ed imperfetta. Con questi
invece si tentato di formarla sotto un aspetto nuovo

e veramente soddisfacente. Finch si classicano le


scienze delle sole facolt della memoria, dell intel
letto e dell immaginazione, non se ne ha che una
distribuzione incompleta, falsa, del tutto incerta 2
mutabile. Quando si passi ad una classicazione ve
ramente essenziale o naturale, allora soltanto essa
riesce stabile e sommamente istruttiva.

Fu.0sorr FRANCESI

>

I62f

=s;
il..

Ad onta di ci tuttigi lavori tanto dei semini,


psico_lpgisti, quanto dei sensistcosmobgisti passano
inosservati e negletti, -n giungono a darsi rino

manza contro l opposto _sisternaf dell Eccletistno:,

tanto lo scadimento aneo inFrancia_ della dottrina


della sensazione, e tanto il bisogno dei grandi si
stemi di losoa, per non occuparsi gran fatto da
suoi lavori parziali sebbene perfetti. L Eccletismo

per francese odierno, detto anche dottrinarismo in


quanto si applica alla politica, se non ha da temere
la reazione del Sensismo o dei Sensisti omni spenti,
se emerge quasi trionfante dalle detrazioni e dalle

accuse della scuola de Soprannaturalisti veramente


accaniti contro di quello, non pu essere indifferen
te , e sempre superiore ai colpi che gli mena ad

dosso la nuova scuola deijiloso del progresso, i


quali cantano anticipatamente l inno della vittoria,
come se l ora di quest.Eccletismo fosse gi battuta,
A dir vero non pu niegarsi che lEccletisrno fran
cese non abbia assai lati debolissimi. Esso da una
parte vuoto e non pu vantare un sistema intero
e compiuto , qual si conviene alla vastit della scienza

della losoa, . vestito di varie forme ed a vario co


loro, incerto ed ondeggiante nelle sue applicazioni,
se non lo nel suo principio, e quel che peggio,
abbandonato dal Cousin. e dagli altri che prendono
una parte troppo attiva e fruttuosa ~nellamministra?
zione pubblica per darsi a profonde meditazioni ed
a novelli studi, indispensabili alla costruzione duna

rigenerata losoa. Dall altra parte gli ultimi avve


n!

558

SUPPLIMENTO TERZO

nimenti politici che rendono

invisa una dottrina

quantunque buone ,ul'a che ha dominato all epoca


della ristorazione,- le antipatie personali e politiche
che prevengono si-nistrtimente- contro qualunque 'ot
timosistma, i nuovi bisogni della societ ai quali

noripn' rispondere una losoa troppo astratta e


speculativa,le simpatie per una scienza sociale che
sa pia'ggiare oonarte le passioni di alcuni pochi, e
che cot'run avvenire misterioso le lusinga e le sca
tna"ad
lampo, spiegano in modo abbastanza

chiaro come l Eccletisnio dapprima applaudito}: fe


sleggia'to, venga ora dai fanatici vilipeso e concnl

cato, e dai pi dtodditi,ltaitttttd e"lfancbe sup


plantato con un nuovo sistemi dl losoa. Da qui

ha principio il nuovo movimento"ntllla losoa Fran


cese dopo l ann'r3, iniziato dei losofi del pro
grosso, i quali'asp'irano allo stabilimento di una
scuola nazionale 0 francese,

Fzzsozv iwz Paoazussso.


S. Isimon,dlierlrniriierj uche'z, Lcrrouac,
I i i" ed altri,
..""

Li.'d

J..'

I
'.

-5

~.

"'
i631
_ " che'so

I filosofi del progresso


sono ' llitfwtig'cldro
stengono il continuo avanzamento dell umanit , o
sia i seguaci dell innito perfezionamento della so
ciet e dellponio. Essi, avversi tanto alla psicolo
'gia quanto .alla metasica, e quindi tanto allEm

pirism e al Razionalismo, quanto allEccletismo,

FILOSOFI FRANCESI

259

hanno per principio o programma della loro dot


trina il 'continumprogresso, lidea-progresso dedotto
dal passato o dal presente,l: vericabile in futuro.

La base o il metodo della loro dottrina la storia;


la lorosperaza o missione, pi che il presente, lav
venire; laloro losoa una rivelazione o tradizione; la
loro scienza la losoa sintetica, universale o sociale,o

sia la losoa e la religione identicate insieme, la


losoa della vita, dell azione 0 della societ, il loro
scopoo ne l associazione o la felicit universale.
Queste sono le formole quanto pompose e vane al
trattante non nuove, ma viete per chi conosce la
storia della losoa, onde si annunziano e si rac

oom'audano i loso del progresso, e che vengono


difese e proclamato col calore e col fanatismo anche
d una setta, che coli apparato de suoi sragionamenti
e de suoi assurdi si esposta al ridicolo del pub
blico, screditando la verit dell originale principio
sul quale pu essersi fondata, e detnrpando ogni
vero ist-itutodella losoa.
..1\

Gli.

Il loso del progresso si partono in due specie,


classi 0 scuole; La prima di quelli che seguono la
dottrina di"S. Simon o dei Sans'imonist, e che
anteriore agli avvenimenti politici dell anno 1830.
La seconda di quelli che derivano in fondo dal
Sansimonismo, ma che se ne discostano per alcune
essenziali modicazioni, e questa posteriore al
lanno i830 , ed una vera continuazione della San
simonismiana. I loso del progresso, quantunque
pel principio procedano da S. Simon o dal Simoni

260

SUPPLHIENTO TERZO

smo, quantunque siano nemici capitali dell Eccleti

smo che screditano e che deridono, vantandosi d una

scuola losoca veramente francese e pura dal ger;


marxismo a cui inclinarono gli eccletici, cionnono

stante vanno debitori alla losoa alemanna e si.


i eccletismo medesimo di alcune vedute nel sistema,

e della voga pel metodo isterico o per la losoa


della
noto infatti
storia,chedella
S. Simon
quale viaggi
hanno per
nella abusato.
Germania,
e che disse davervi trovato ancora bambina la scienza

generale, quantunque sperasse assai bene di quella


nazione. E noto che il Krause in Germania fa ri
cordare il Sansimonismo in Francia , come pure

noto che alcuni loso del progresso, tra cui il bar


minier e il Lerrouac, gi estensori del giornale del

Globo, furono allievi della scuola normale e disertori


dalle bandiere dellEccletismo. Con ci per altro non
vuolsi dire che gli errori e le assurdit dei loso
del progresso siano da attribuirsi o ai loso tede
schi o agli eccletici francesi, ch anzi per quelli gli
noi si distinguono essenzialmente dagli altri. D al
tronde il Germauismo e l Eccletismo francese o di
Cousin non avrebbero che prta uninnocentc occa
sione allo sviluppo della dottrina del progresso colla
losoa della storia, ma la scuola dei loso seguaci
di tale dottrina} e un diretto procedimento, una vero
ed immediata emanazione del Sansimonismo.

9 165.

La dottrina dell innita 4perzttibilit o del con


tinuo progresso dellu0mo 0 dell umanit non
nuova nel mondo losoco, come non lo nero

FILOSOFI FRANCESI

26!

meno tra loso Francesi. Essa venne presentita in


Francia da Turgot e da Pascal, ed espressa in una
vera
Questa
teorica
teorica,
nello
cheschizzo
forma la
del divisa
Condorcet
dei loso72del

progresso, quella per la quale credendo eglino che


lumanit cammini e 'sincoltri nel secolo nostro
al massimo suo perfezionamento, vanno annunziando
essere nita l epoca della losoa a frammenti (ag

mentaire ), di scioglimento o dellindiw'dualit, nella


quale si distingue la religione dalla politica , la scienza
dello spirito delle altre, e quindi esser caduto con
essa tanto leccletismo, quanto qualunque psicologia
ed ideologia, perch queste non sono n vere losoe,
n sistemi di esse, ma negazioni di sistemi, anato

mie dissolveriti -della ' vera scienza 0 sintesi. Sicch


per loro. indispensabile al secolo presente di innal
zare il sistema o l edicio d una losoa sintetica
universale che sia il centro di tutte le altre, d una
losoa sociale o della vita e dell umanit; ed
appunto a questa losoa sintetica e sociale che
hanno posta mano dapprima S. Simon ed in seguito
i Sansz'monisti e gli altri seguaci della losoa del

progresso, donde il Sansimonismo o la nuova scuola


de loso Francesi, che andiamo esponendo. Con che
si distinguono essenzialmente i losofi del progresso

(da qneloso moderati e sinceri che ammettono lo


spirito perfettibile e fatto pel progresso in tutto ci
che umano, come nelle scienze, nelle'iarti , nei

costumi e nelle leggi, ma non allinziito, e meno


poi nella Religione 0 nel Cristianesimo che gi per
fetta ed unico, come lo sono la parola divina e la

verit della sua Rivelazione.

262

SUPPLIMENTO TERZO

5 1 66.
Claudio Enrico conte di S. Simon 1, nato a Pa

rigi nell anno 1760 , contemporaneo nella sua in


fanzia di Voltaire e di Rousseau, e morto pure a
Parigi nell anno 1825 nella povert e nell abban
dono, quegli che ha dato l essere e l incremento

prima alla scuola del progresso del secolo 19.", di


visa, come gi si accennava, nei Sansimom'sti e nei

losofi del progresso propriamente detti. S. Simon,


ingegno Certamente di primo ordine , ma forse con
troppa esagerazione elevato da alcuni suoi seguaci
al merito di Galileo, di Bacone, di Newton e
di Cartesio, l uomo che dopo essere stato mi

litare, viaggiatore e fondatore d un grande stabili


mento d. industria, lo divenne pure d una scuola

scientica del perfezionamento. Postosi allo studi0

1 Opere di S. Simon: Introduclion auz: travata: scientif'


qua: da 19.2 sicle, 1807, vol. 2 in 4. - Leltres au Bu

reau d65 Longitudes. - Prospectus dune nouvelle Encyclo


pedie, 1807. ._ Mmoires sur la gravilation et sur la science
de lhomme, 1810-1815. -De la. reorganisation de la sociale
Eurpe'enne, 1814. -- L'Induslrie, 1817. -- LOrganisaleur,

1819. -" Le Politique, 1820. -- Syslme industriel, 1821. Des Boui-bons et des Stuarls, 185m. -- Catechisme des indu
striels; 1824. - Opimons Iitle'ruires, philosophiques et indu

stlielies:fLe nouveau Ckrisliani'sme, 1825. - Le Productrur,


vol. 4 in 8.-, Doclrine de 8. Simon. Bruxelles, 182 1, vol.:

in 12. Le opere di S. Simon si partono in tre classi 0


specie : 1.3 nella scientiche; o. nelle industriali e politiche;

5. nelle religiosa. -- V. anche l opera Philosophie da Drait


par E. Lefminier, tom. 2.".

FILOSOFI FRANCESI

263

della scienza, senti subito il bisogno d una nuova

losoa generale, adoperando eh ella prendesse il


suo incominciatnento od augurio nella scuola france
se. Egli diede principio alle sue meditazioni dal punto
di vista scientico, e venne a compierle nellz'ndu
striale e nel religiosa, o sia con una perfetta sintesi
delle tre idee: scienza, industria, religione, la pi

estesa e la pi generale_di tutte. Nella scienza ma


nifestandosi organizzatore , si mise a ricapitolare in
certa guisa la storia del genere umano col metodo

ad un tempo analitico e sintetico, mostrando che la


sintesi la vera scienza, che Loclce e Newton in
quanto s ottennero alla sola analisi, proposero un

principio d occasione, ed affatto particolare. Egli


senti altres il grande principio politico del lavoro,
insegnando che l uomo deve affaticare, che chi non
dirige personalmente le sue opere in guisa da ren.

derle fruttifere nella propriet, vive a carico degli


altri, e merita d esser punito colla disistima: laonde

la direzione della societ deve appartenere alla ca


pacit scientica ed industriosa. Inne, veggendo
che il Cristianesimo fondato sul principio che gli
uomini debbono trattarsi fra loro come fratelli, cer
cando di migliorare il pi che possono la loro con

dizione morale, intellettuale e sica , venne al som


mo errore eretieale d un Cattolicismo nuovo e ri

formato. Ecco le viste prime ed i principi fondamen


tali sui quali si costru il sistema del Sansimonismo
si teorico che pratica, il primo de quali forma la
scienza, ed il secondo la setta meritamente dcrisa.

Questa distinzione, oltrech vera, indispensabile

1164

SUPPLIMENTO TERZO

per non confondere insieme ci che appartiene alla


storia della losoa con quello che non pu regi.
strani neppure tra i fasti dei politici deliramenti.
@ 167.
Il sistema del Sansimonismo teorico rigetta tutte
le altre losoe insieme colle loro scuole, siccome

vecchie, parziali e doccasione,e siccome quelle che


non porgono dottrine conformi allo stato del pre.
sente incivilimento. Esso abbracciando o legando il
passato coll avvenire, siccome una successione non

mai interrotta, ma sempre progrediente dell umani


t, comprende in s ad un tempo i fenomeni del
lattivit sentimentale, che si spiega nellandamento
continuo delle scienze e dell industria, e ne forma

cosi una scienza della specie umana. Lo scopo di


questa scienza l associazione o fratellanza univer
sale tra gli uomini, la pace e l ordine che debbono
avverarsi mediante la scienza, 1 arte e l industria
collegate tra loro in..un epoca nuova , cio nel Cri
stianesimo o Cattolicz'smo nuovo o riformato. Il me

{odo di quella si l esperienza pi positiva , o sia


la storia che ha perufcio di raccontare mediante
il passato .1 avvenire dell umanit , dimostrando la

legge del progresso assoluto od innito in questa as


sociazione universale medesima. Questa scienza sinte

tica ed universale del Sansz'mom'smo parte dall insuf


cienza di teoriche e losoe compiute in tuttii si

eterni che si conoscono, dal bisogno di applicazione


e di realt della losoa, e basa su questi capitali
principi: x. che due sole sono le epoche grandiose
le quali formano i fatti antecedenti alla civilt a

FILOSOFI FRANCESI

265

cui appartiene la presente generazione, l antichit e


il medio evo, essendo la terza, o sia la nostra, una
conseguenza di quelle per la legge dell umana per

fettibilit, 2. che per questa medesima legge di per


fettibilit la storia ci presenta due stati alternanti

e distinti fra loro, l organico (tat organique) ed


il critico (tat critique), nel primo de quali tutti i
fatti dell attivit umana sono ordinati, preveduti e
classicati in una teorica generale che denisce chia
ramente lo stato sociale, e nel secondo avvi un tutto
agglomerato e confuso, nel quale non iscorgesi or
dine, e veggonsi tutti gli individui isolati e lottanti
l uno contro dell altro , onde da quello nascono le

epoche organiche, e da questo le critiche,- 3. che le


epoche critiche oii'eriscono due distinti periodi, il
primo di JISUUZOIIB, ed il secondo di ricostituzze
o ricreazione, ed ambidue ugualmente necessari, in

quanto le epoche critiche preparano le organiche;


4. che queste epoche critiche edorganiclte saggi

rano sui tre grandi organi od oggetti della.societ,


scienza, arte, industria, in modo che, mentre nelle
epoche- critiche avvi opposizione manifesta di senti

menti (egoismo od antagonismo per l universale es-i


sociazione), nessuna gran veduta teoretica n'ell scien

ze,\ un analisi 0 decomposizione di fatti sparsi e con


fusi, un industria avviata con procedimenti mera
mente pratici e personali, un deperimento nelle arti
ed un languore nella poesia, un difetto assoluto del
I unit sociale, un assoluta abolizione di tutte le

credenze e di tutti i sentimenti, nelle epoche orga


niche succede tutto il contrario; 5. che queste epo
'IEINEMAXII - m

'

23

266

SUPPLIMENTO TERZO

che dell umanit coi rispettivi stati organico e cri


tico vengono comprovate dalla natura dell uomo e
della societ, e pi decisamente dalla storia; 6. che
l umanit e un essere collettivo che si svolge e

che sentesi fatto pel destino sociale, onde l istitu


zione della societ politica non che le realt od
effettuazione di quello; 7. che l attivit umana e

quindi anche lumanita comprende tre modi,il sen


timenlo, lintelligenza, la fbrza o industria; 8. che

quest attivit progredisce al pari dell umanit inde


nitamente e rapidamente attraverso le epoche or
ganiche ev critiche, ed in modo continuo, dopo la
cessazione delle guerre e delle crisi violente proprie

a queste ultime; 9. che il cammino o il progresso


continuo dell umanit e della sua attivit si opera
_die.t,ro leggi iqvariabili; ro. che arrivato l avvenire

per l umanit, o sia lo stato di associazione uni


versale come stato denitivo, succede una combina
ZOR_BII quello di tutte le.forze umane. nella vita
paiciiica; ti," che questo avvenire o questo stato
dagsociazione universale ,{ come effetto delle epoche

GCIZQ ed organiche gi trascorse, e della continua


ed innita perfettibilit dell umanit, non pu veri

carsi che nella religione o nel Cristianesimo, ma


non nel Cristianesimo presente, sibbene in quello che
sin l espressione del pensiero collettivo dell, umani
sia, o sia in una religione qffatto nuova consistente nel

lammettere Dio ed un piano di provvidenza , nella


quale syidentichi o si manifestiyDio stesso pel prin

cipio che tutto legato nell universo , in una reli

gi_p_ne insomma. che domini tutta la politica e che sia

FILOSOFI FRANCESI

267

universale; 12. che ad ottenere questo stato d asso


citazione universale mediante la nuova religione o il

nuovo Cristianesimo e d'uopo dirigere la facolt


simpatica coli educazione per le arti, la razionale

per le scienze, la materiale per l industria, onde il


bisogno d un educazione generale e speciale o di

Professione , riposta per sempre nel predominio della


ragione sul sentimento e nel rigettare il principio del
l interesse anche ben inteso, siccome equivoco ed

insufficiente, ed ogni principio dell individualismo;


i3. che questo stato di organizzazione denitiva a

di associazione universale non pu essere'operato dal


Cattdlicisin, quale s insegna al presente, poich
questo perdette ogni sua forza ed ha cessato dalla
sua missione col secolo xv., 14. che questo stato
da aspettarsi nell ulteriore sviluppamento o nella
fusione ulteriore del dogma della generale fratellanza

prcdicata da Cristo, ed effettuata col precetto de


Sans'imonianz' - A ciascheduno secondo il merito, se

condo la capacit e secondo le opere, - onde la co


inunanza dei beni, il divieto della propriet eredita
ria, la perfetta uguaglianza tra gli uomini, 15. che
a quest uguaglianza di associazione universale occorre
una specie di gerarchia sacerdotale (il gran. livella
tore delle capacit) innalzata sulle basi del merito;
16. che in questo stato denitivo d organizzazione
sociale ci sar la somma perfezione, ilsommo amore
tra i dotti, gli -'artisti'e gl- industriosi viventi tutti
sotto il dominio o governo immedito-di-Bio, o sia

nella triplicit per 1 unit. Sicch evidente che col


Sansirnonismo teorico si pretende alla famosa legge

263

SUPPLIMENTO TERZO

della perfettibilit o del progresso continuo ed infi


nito, determinato dalla storia o da una siologia
sociale; all avvenire misterioso dun associazione uni
versale col principio della fratellanza d un nuovo Cri

stianesimo; alla dottrina d una sintesi universale o


ad una losoa complessa, pratica e religiosa, che
contenga in s non solo la scienza, ma anche le ar
ti , la politica e la letteratura; ad un triplice prin
cipio della natura umana conducente alla massima
unit; alle epoche critiche ed organiche siccome leggi

invariahili e necessarie della stessa perfettibilitz, ad


uno stato di assoluto perfezionamento in un nuovo
Cristianesimo, dal quale 1 umanit non possa pi
retrocedere o ritornare, o sia ad una riforma reli
giosa e sociale che cangi tutta la faccia non solo del
sapere, ma anche del mondo.
.,
9 168.
Questi stranissimi errori non si arrestarono tra las
surdo puramente speculativo. Essi hanno troppo re

lazione colla vita sociale e coi rivolgimenti politici


dell anno 1830 della Francia, perch non doves
sero trascorrere anche al ridicolo nella formazione

d una setta pratica. noto che alcuni fanatici e


veramente traviati, tra cui il famoso P. Enfantin
che si cre il Pontece ed il gran livellatore dei
Sansimonisti, tentarono formarne un istituzione re

ligiosa distinta . nell abito e nelle costumanze, la


quale va crrando senza tetto e senza speranze fuori
d Europa, dopo essere stata esposta alla meritata
proscrizone delle leggi, al disprezzo comune , alle
derisioni e ai mali trattamenti persino della plebe.

FILOSOFI FRANCESI

269

Questa la setta de Sansimonisti che assunsero il


sistema pratico della scuola, e che troppo scredi
tata , onde se ne parli nella storia della losoa.
Quindi tornando l attenzione ai principi o alle dot
trine del Sansimonismo soltanto teorico che tra i
gravissimi suoi errori sulla religione offusca anche le
verit che annuncia in losoa, non difficile a ca

pire cornessi acqnistassero lode e fama di capo


scuola al loro inventore, come per la legge del con
tinuo progresso non prima avvertito oppure non fog

giato sopra principi sociali e politici venisse questi


acclamato il genio scopritore d una nuova losoa,
(1 una losoa non mai trovata innanzi n da Vi
00, n da Herder, ne da Condorcet, e come dopo

tanto clamore assumesse un tale sistema il carattere


e l importanza duna scuola di losofi: tra alcuni
pochi visionari cl una nazione.

5 169.
Questa scuola infatti mentre assai limitata e ri
stretta in Francia, essendo pochissimi i suoi seguaci,
non potr aggrandire pi di quello che abbia gi fatto

per i troppo manifesti errori e per le troppo perniciose


conseguenze che ne derivano. Il Sansmom'smo teorico
se ha delle viste nuove e grandiose sulla sintesi univer

sale delle scienze, siccome compimento del loro me


todo, sulla legge delle epoche critiche ed organiche,
o sia di moto e di conservazione, se molto inge
gnoso e profondo nel proporre il vero scopo della
losoa come scienza della vita, e nel giudicare pi
acutamente delle altre scuole ilosoci sistemi, non

per questo andr mai assolto o scusato tlalle gravi


23

270

SUPPLIMENTO TERZO

accuse che gli si fanno tanto giustamente per l at


tentato alla santit del Cattolicismo con una nuova
Rifrma o con un nuovo Protestantismo, e col di
struggiinentt di tutti i principi fondamentali dogni

ben ordinata societ. Infatti il Sansnonismo che


con una legge d innito progresso tenta cambiare
come cosa umana la nostra religione, che promet
tendo un assoluta perfezione, o uno stato di asso
ciazione universale tra gli uomini, reclama come ne
cessaria l abolizione d ogni potere e della propriet,

della monogamia e della perpetua unione nel matri


monio , e che lnsingando le passioni col desiderio di
unavvenire mistico e religioso travolge e snatura
Ogni idea sulla realt del mondo e dell umanit. Ol
tre a questi suoi errori capitali esso viene maritti
mente redarguito della non sussistenza della legge

del continuo ed innito progresso dell umanit, della


mancanza d una prova isterica rigorosa intorno alla

t60rca delle epoche critiche ed organiche, d un pitm0


ai provvidenza ingiusta e parziale a pro della gene
z'azlne Presente la quale sarebbe destinata ad esser

felice colle crisi sempre disastrose del mondo passa


ti 6 una rivelazione umana e quel oh pi strano

avvenuta col ministero d un uomo, qual e S. Si


m0": (1 un uguaglianza impossibile ad ottenersi tanto

elldustria quanto nella scienza, come pure del


Pt0testantismo, del Deismo, del Materialismo e dei
Pfutelsm che immediatamente conseguitano allopi

moue d un Cristianesimo novello 1.


.
___\\__
' l-llre MM. 165 discples de s. Simon per M. UOIIIUIL

FILOSOFI FRANCESI

27|

5 170.

Ad onta di tanti assurdi e di tante stranezze che


si contengono nel Sansimonismo, taluni, anche di

buona fede, lo seguono, neutre altri se ne discosta


no, oppure cercano di correggerlo in alcune parti,

senza emendarlo nel suo fondamentale rrore. Il Lar


minier l,disertore dalla scuola di S. Simon, o sia dal
Sansmonismo teorico, per non ammettere , siccome

gli dice, la solidariet insostenibile della dottrina mi


stica ed a vari colori di Bentham e di De Maistne,
dopo essere stato il biografo o panegirista entusiasta

della vita di S. Simon, ne rigetta in massima i prin


oipj , sebbene ne ritenga ancora qualche traccia non
solo nella confutazione dell Eccletismo, ma nel pen
siero fondamentale della storia, tuttoch esposto con
qualche modicazione. Egli mette la vita nel pensare

e nel volere, e considerando luomo nella sua indivi


dualit siccome fornito di libert e di tre istinti, ond
un animale politico, scientifico e religioso, mira alla
losoa universale di pratica o di azione. In tale lo
sofia ci riconosce l intelligenza anteriore al ragiona
mento e alla concezione, la libert come la domina
trice di tutte le facolt, la vera forza costitutiva del

l uomo, innalzandosi per siffatto modo al dissopra


del Sensismo, e dopo avere stabilito per leggi del
1 intelligenza il destino e la provvidenza, viene a
1 Opere di Lerminier : Introdugtion ge'nerale l'lu'stoirc
da droil, vol. in 8. - Philosophieu droit, tom. 2 in 8..

Paris, 1851. - De linaence da la-philosophie da xg. si


de. Bruxelles, 1854, vol. in 12. - Lettres philosophiqnes
adresse'es un Berlinais, vol. in 8.. Penis, 1853.

ago

SUPPLIHENTO TERZO

conchiudere che luomo deve camminare e progre

dire colla sua libert e colla sua intelligenza, e che


ove sia libero e potente avr genio e virt, e an
dr a porsi per suo proprio volere sotto le ban
diere dell umanit e di Dio. Quesfi principi avvici
nerebbero il Lerminier pi che alla scuola de San
simonisti all Eccletismo o dottrinarismo; ma ve ne
ha degli altri pi espliciti che lo mostrano tuttavia

non diment'ico all'atto di quella. Ei vuole la scienza


progressiva quanto I umana societ, siccome nnen
ciclopedia che edica e che tende a generali risulta
menti; la losoa come la rappresentatrice del pen
siero innito, il movimento eterno dello spirito uma

no, il preparamento dell avvenire religioso, la pie


corritrice legittima del dogma; e la religione, e per
ci anche il Cristianesimo, il moto naturale o il
momento nel suo nome proprio dello spirito umano.
il Lerminier rinomato pi che per la profondit
depensieri pel calore dello stile, pi che perle
dottrine losoche per la scienza positiva del dirit
to. Egli detto poeticamente il Tribuno della l
so/ia, un
Graceo del pensiero, un Giove w
nante dell idealismo, un poeta che pensa, un pen
salare che poeteggia l 5 ma non sappiamo a quanta

lusinga possano tornare siffatto lodi per uno scrit


tore di legislazione e di losoa.

5 i 7|.

Con vedute pi larghe e pi sistematiche il BB


chez' quegli che ultimamente riproduce tutto: il
r i. Rame Encyrilope'dique. Juin, 1835,

FILOSOFI FRANCESI

273

falso del Sansimonismo nella sua Introduzione alla


storia, salvo che lo accresce di alcune applicazioni
sue proprie rispetto al mondo sico, mentre il San
simom'smo non che un erroneo sistema del mondo
morale I. L opera del Bicchez, basata tutta sul me
todo positivo delle scienze naturali e dei fenomeni
sociali, ha per iscopo di prevedere l avvenire me
diante l osservazione del passato, ed ha per sue idee

capitali il progresso dedotto eziandio dalla geologia,


dallembriogem'a, e dall anatomia comparativa, per
la quale vnolsi stabilire la siologia dellumanit,

come pure la sintesi, 0nd abbracciare in quella tutte le


scienze parziali od a frammenti. Il suo principio unico
e dominante si questo , che le societ nascono,

crescono, invecchiano e muoiono al pari degli in


dividui , muovendosi in un cerchio di fenomeni ri-.
gorosamente concatenati fra loro. Coll idea per del ,
progresso secondo il Buc/zez (ide-progrs) dimostrasi
che le nazioni avanzano, e che su questo loro avan
zamento d uopo stabilire la legge del progredi
mento umano. Siffatta legge, siccome un fatto gene

rale che esce fuori dal passato, comprovata a


priori e a posteriori, o sia nella sua forma assolu
ta , ed il verbo o la ragione dell universo. Dalla
legge generale di progresso e dalla sua formola tra
passa il Buchez a considerazioni generali sul senti<

mento morale, siccome un effetto dell attivit delle


1 Introduclion la science de lkistoire, on Science du de
vdoppement de Ihumanit, vol. in 81. Paris , 1855. La stessa
edizione, Bruxelles, x854 , vol. 2 in 8..
(
f

974

SUPPLIMENTO. TERZO

spirito ed uno stato materiale e nerveo,sulla simpa


tia come l ultimo periodo delle epoche critiche, sul
l attivit della logica, o sia sulle scienze le quali co
stituiscono il movimento razionale e intermedio a
quello del sentimento che il primo e a quello del
moto denitivo (motricit-terminale) che l ulti

mo , al quale succede lnmano perfezionamento. Dopo


di che venendo egli a stabilire le sue conclusioni sul

movimento e sulla conservazione, l uno come il pass


saggio o la trasmissione delle idee, e quindi del pro
gresso, l altra come mezzo ad effettuare il movi
mento medesimo in una maniera sempre progredien
te, ammette una spontaneit attiva o un altro prin

cipio reale ed effettuato, oltre ai due gi accenna


ti ,~ e perci in complesso tre esistenze, un esistenza

spontanea che spinge, un esistenza passiva che


forma, unesistenza intermedia che trasmette. Las
sociazioue o il complesso di queste tre esistenze do
minate dalle leggi del movimento e della conser

vazione o del progresso costituisce un enciclopedia


religiosa sotto l impero d una legge divina o della
volont di Dio. Questenciclopedia religiosa, dopo
aver percorso 1 Oriente , venne all Occidente me
diante il Vangelo, ed allora si ebbe una legge mo
rate tra i governanti ei popoli, cangi la scienza

teologica e sica, e il Cristianesimo divenne la con


danna del mondo antico, donde le persecuzioni , i
martiri, atti non solo a propagare la fede, ma
anco la scienza. Il Cristianesimo dopo tre-secoli di
lotta , di sforzi e di discussioni pass allo stato di con
vincimento nel quarto secolo, e si diffuse come la

FILOSOFI FRANCESI

275

legge del progresso 0 dell incivilimento universale


per opera di Carlo Magno e di Gregorio VII che

ebbero la missione veramente cattolica nel proprio


secolo. Il Cristianesimo ha percorso cinque epoche,
tre ecclesiastiche e due civili, alle quali deve suc
cedere una terza ed ultima, che porter con s la
realt della dottrina di Cristo, che sar il regno
dell associazione, nel quale l umanit avr compiuto
e raggiunto il proprio destino. Per quest. esposizione

dei principi anche del Buchez apparisce che egli,


pi del Lerminier, aderisce al Sansimom'smo, e con

una sostanziale differenza, che l uno vi aderisce


mediante l Empirismo o Sensismo, e l altro me
diante lIdealismo o Spiritualismo, del quale danno
a dubitare rispetto al Buchez le dottrine del senti
mento nerveo, dell apparato logico dipendente tutto

dalla memoria e dal cervello, della materialit della


stessa legge di conservazione, non meno che del me.
todo delle scienze siche applicato strettamente alle
morali.
g 173.

Se non che l insussistenza e la strana assurdit


di alcuni dei principi del Sansimonismo non riget
tati o corretti da suoi partigiani, come pure l a
parto suo contrasto colla politica e colla verit della
religione, l aria della setta e del ridicolo, onde si
rendette un oggetto di scherno alla Francia stessa

la societ deSansimonisti, indussero alcuni baso


del progresso a confutarlo da una parte, e dall al
tra a modicarlo e a racconciarlo in guisa che potesse
essere pi accetto, come una nuova apparizione. Que

276

soprixnsuro TERZO

stnltima variazione, o quest ultimo aspetto che as


sunse il Sansimouismo, opera dei losofi pi re.
canti del progresso; e per essi il Sansmom'smo
trasmntato nella losoa del progresso continuo, in
quella losoa che sostenuta e divulgate singolar

mente dal Leroux, dal Rqynaud e dall Emmanuel I.


5 173.
Questi recentissimi loso del progresso, che di
remo loso del progresso continuo per distinguerli
dai puri Sansmonisti, non hanno presentata la loro

dottrina al pubblico con opere, ma cogli scritti per


lo pi di Giornali, se si eccettni il Leroua: che ne

ha trattato pi distesamente. Le loro idee sembrano


modellate non solo su quelle di S. Simon, tutto
ch in alcuni punti ne disconvengano, ma sorrette
ed inspirate di tanto in tanto dal solo di alcuni So
prannaturalisti. Sono pochi i cenni che abbiamo in
torno ad esse, ma cionnondimeno valgono questi a
darne una sufficiente nozione.l tre soprallegati scrittori,
come si disse, ammettono la legge del continuo pro

gresso, e in ci sta la loro principale differenza coi

i Re'ge'ne'ralion sociale, un Traite' sur la possibilit de don


ner Iassaciation humaine de nouvelles bases, par M. P. L.,

1833. - Essai sur un Cate'chisme de moral. -- De la Phila


sophie ci da C/u-istianisme. Revue Encyclope'dique. Aot, 1 832.
De la philosoplu'e ecle'tique enseigne'e par M. Jouffroy per M.
Ler0ux. Revue elc., 185.5. -- De la Cosmogonie de Menou
par M. Jean Reynaud. lievue etc., x855.- Cours da M. Ler
mu'er. Arlicle par M. Charles Emmanuel. - De la doctriru:
da progrs cantina. Revue etc. Aot, 1854, tom. 60.": pre

mier trimestre, 1855.

FILOSOFI FRANCESI

277

Sansimonisti. Essi per conseguenza abborrendo dalla

scienza degli Eccletici, da ogni losoa e frammenti,


assumono come loro divisa una losoa essenzialmente
sociale (religiosa. Il loro progresso o perfezionamento

continuo non consiste nelle idee, ma negli uomini e


nelle generazioni, dipende da una forza innita e di
vina che anima con una creazione nuova e conti

nuata. Questo progresso o perfezionamento non pu

ottenersi che mediante la losoa e la religione


identicate tra loro, siccome in una sola scienza, e

siccome quelle che avendo lo stesso oggetto e ne,


possono condurre al gran principio dellamore ed
insieme dell uguaglianza 0 dell associazione univer

sale. Laonde per essi venendo considerato luomo ad


un tempo sico, morale, sociale e politico, si mira
ad una losoa che abbracci l individuo e l umani.
t , che abbia il sentimento sintetico del passato, del

futuro e del presente, e che formi una scienza di


fede e di ragione, un Cristianesimo novello. Le for

mole di questa loro losoa sono le seguenti: che

la losoa e la religione sono. due termini sinonimi;


che l umanit progredisce e non ritorna mai; che
l umanit non ha bisogno d alcun rivelatore, o sia
che si rivela a s stessa; che la losoa ha il suo
riassunto o compendio nelle tre grandi parole tra

dizione, progresso, progresso continuo. A prima giunta

paiono pressoch uguali queste formole con quelle


preconosciute nel Sansimonismo; ma entrandovi pi
addentro si veggono assai diverse. Le differenze tra

la dottrina dei loso del progresso continuo e quella


TINIIBMANN - III

24

178V

SUPPLIMENTG TERZO

dei Sansimonisti consistono singolarmente in queste


' quattro. In primo luogo il progresso continuo esclude

qualunque rivelatore individuale, qual si vuole 8. Si


mon; poich allora verrebbe interrotta la continuit,

e poich i rivelatori in sostanza altro non fanno che


richiamare in modo pi esteso e generale ci che

l umanit sente gi in s stessa. Secondariamente ap


punto perch il progresso continuo, tutte le epo
che sono buone, n v ha pei loso del progresso
continuo epoche critiche o di vera crisi o distruggi
mento, siccome appo i Sansimonisti. In. terzo luogo
il progresso continuo termina all associazione uni
versale non solo dell individuo, come nel Sonnino
nismo, ma eziandio della societ od umanit contem

poraneamente: sicch un tale progresso fondasi sul


dualismo o sulla sociabilit, e non sull individua
lismo. Per ultimo un tale progresso o perfeziona
mento consiste nella tradizione del presente, o sia
nella vita attuale manifestata dall esperienza e dal
consontimento collettivo non degli individui, ma

dell umanit (ecco il principio di La Mennais o (li


alcuni Soprannaturalisti), laddove nel Sansimoni
smo,si propone un avvenire misterioso e indeter
minato, e dedotto dalle leggi del passato. Cosi dai

losofi del progresso continuo con un nuovo Sami


monismo modicato si pretende ad una losoa so
ciale ed universale, ad una scienza di vita o di azio

ne, la quale non solo deve perfezionare la scienza,


ma assicurare e determinare il gran- ne dell uomo
si individuale che socialenell universale perfeziona
mento religioso.

ruosorx FRANCESI

279

5 174.

In verit che anche questa dottrina novella del


progresso continuo, oltrech racchiude gli errori del
Sansimonismo rispetto al Cristianesimo o nel punto

religioso, non pu esimersi dalle accuse di fantasti


ca, di ardita e di assurda nella promessa allnmanit
dun perfezionamento assoluto ed innito nel presente
in contraddizione colla legge di continuit in essa

stabilita, e con quella del ritorno per una necessit


anche istorica delluman0 nito; uellopinione delle
epoche sempre buone o di movimento; nella pos
sibilit d un altra rivelazione o di altre epoche
del Cristianesimo; nel considerare tutti i rivelatori,
e quindi anche Cristo, siccome destinati ad una mis
sione puramente umana, nel ripudio del Cattolici
.smo collnnnientamento della verit istorica o di
tradizione, e colla certezza posta soltanto nel con

senso universale presente di tutta l umanit. Che se


ad onta di tanti assurdi pu la dottrina del conti
nuo progresso illudere alcuni men che cauti colle ap
parenze del principio religioso, che il program

ma di tutta questa losoa, non fa per essa pre


sagire molto esteso o durabile il suo dominio, poich
non possibile n la durata, n l estensione dun
tanto abherramento della ragione. Laonde per chi

non vede le cose dalla supercie, potrebbe da que


sto abberramento medesimo argomentarsi un sicuro

ritorno al sistema moderato della losoa eccletica,


ove questa porgesse in Francia un sistema veramente

compiuto, e quale si richiede allEccletismo preso


nella sua forma universale, e non come una conci

280

SUPPLIMENTO TERZO

liazione impossibile tra Platone ed Aristotele, tra


Cartesio e Locke, tra Raid e Kant, come sinora si
fatto. D altra parte non deve niegarsi che lavver

sione alle speculazioni della pura dottrina, la neces


sit d una losoa sintetica e pi sociale, provano
in Francia una tendenza all istorico, al positivo e
ad una sapienza pi politica che losoca, presa questa
parola nel senso pi usitato. Qualunque siano i travia
menti di alcuni loso moderni francesi, i quali non

saranno mai da imputarsi alla massa, qualunque la


direzione verso cui muova lo spirito della loro lo
soa, non potr impugnarsi da chicchessia chessa

non abbia progredito nel presente_secolo, singolar


mente coll emanciparsi quasi del tutto dal materia
lismo e dal sensismo del secolo passato, col porgere

la scienza sotto aspetti grandiosi e nuovi, e con alcuni


principi talvolta sussistenti e veritieri, coli aver ten
tata la sua verit e lasuu certezza in tutti i ma

lodi possibili: i quali progressi sono dovuti diret


tamente o indirettamente al grande movimento del

l Eccletismo. Ci che da desiderarsi si che si


correggano in essa gli errori di alcuni intorno al

1 immutahilit e alla divinit del Cristianesimo, dac


ch tutti ravvisano in questo la religione dellum
nit, la religione del vero incivilimento, e daccb
certo che la losoa non potr giammai progre
dire, ove sia in contrasto colla religione '.
1 A tutta prima ci parve che si fosse messo a quest0
lodevole assunto l abate Alliot colla sua opera recentissima
La philnsophie des Sciences, ou videnticisme nouvelle doclrine

FILOSOF FRANCESI

281

philosophque (Paris, 1854, vol. 2 in 8.), perch in que


sta aspirandoegli nientemeno che alla denitiva fondazione

della losoa; tocca i primi principi della verit ocertezza


anco religiosa; ma la lettura dell opera ci ha deluso tra
cosi favorevole prevenzione. Egli colla solita polemica con.
futa la dottrina del consenso universale di La Mennais-g ma
dopo questa continuazione del consenso universale discende
anche a quella dell individuale , e allora che pi_ gli resta 7

A che vale la sua evidenza: ( videnticisme) copiata da Carle


sia e riposta come certezza in alcune verit indubitabili e pri
mitive che non si possono provare, e che non hanno con
nessione con altre? D altronde impossibile che sorga la
verit o la certezza nella stessa religione dalla ragione e dai
sensi uniti insieme , ove nell individuo, al pari che nell u

manit, siavi sempre l inganno o l errore. Lo scopo ulti


mo di questo Scrittore~ si di innalzare la dottrina deijtti

sulle mine della ragione particolare e generale. - Per rag


giungere un tale scopo egli combatte il consenso particolare
o individuale , mostrando che ci che vero, non vero
per la sola nostra adesione , la quale cade evidentemente

sul falso. Indi prova cbeinganna parimenti il consenso uni-l


versale per gli errori della divinazione, per la credenza nel
Politeismo , per la sua opposizione coi dogmi religiosi, non
essendo vero, giusta 1 autore, che tutti i popoli abbiano

ammessa 1 unit di Dio, o che i loso prima del Cristia


nesimo ri<:onoscessero un Dio spoglio di materia. Dopo ci
ei viene alla conseguenza che la verit o certezza deve
esistere, essendo impossibile il dubbio assoluto; che non
pu essere strumento a questa n la ragione individuale,
n la ragione universale, ma soltanto il testimonio uniforme
e costante delle jcolt riunite, o sia l unione dei sensi e
della ragione. La ragione deve esser congiunta cui sensi per
gli oggetti materiali, ed i sensi colla ragione per gli og
getti d ordine intellettuale. Sicch l uomo intero , o sia

tutto il suo essere, quello che deve testimoniare la verit.


Laonde la gran legge della certezza per l Alliot si e que
24

282

SUPPLIMENTO TERZO se.

sta: che in qualunque specie di scienza , noi non passim.


mo essere sicuri di qualsivoglia verit, se non quando essa
venga attestata , od anzi effettuata dal doppio ordine delle

nostre facolt. Dietro questo principio ci prosiegue a par


lare della certezza dell oggetto e della certezza del soggetto,
non sapendosi a dir vero no a qual punto sussista la cer
tezza dell oggetto o fuori del soggetto. D altra parte se il
vero ed il certo in losoa debbono risultare dai sensi e
dalla ragione, in che relazione o proporzione debbono stare
questi due principi per rispetto ai singoli oggetti ai quali
risguardano? I sensi sono applicabili al puro assoluto? in
che modo, sino a qual punto? Tra queste incertezze e
queste indeterminazioni manca la scienza,

pu essere
bili i sensi
venteranno
corrisponde

la quale non

che certa e determinata. E poi se sono falli


e la ragione per s o separatamente , come di
infallibili per la semplice loro unione? Il tutto
alle parti. Ci che non vale 0 non prova se

parato , non pu valere n provare anche unito. -- Final

mente la religione non ha pi un appoggio, ove ripugni


col senso comune, ove contrasti colla ragione individuale.

Ci vogliono altre idee ed altri principi per costruire una


losoa che sia nella debita corrispondenza colla religione.

FINE DEL SUIPLIMENTO

TERZO

SUPPLIMENTO QUARTO

FILOSOFI ITALIANI
IN SEGUHO AL S 418 DEL van. u.

9 175.
uali passi abbiano fatto gli Italiani nella lo

soa dopo Vico e Genovesi ed anche prima di loro,


cosa che si desidera invano dal Manuale di Ten
nemann. La storia poi di alcuni loso Italiani vi
cos frastagliata ed interrotta colla storia generale
della losoa, che impossibile persino ideare l esi
stenza d un Italiana losoa. Torna adunque a pro
posito con questo nostro Supplimento il tentare di
riempiere una tale lacuna; e siccome non pu com
prendersi la nostra losoa siccome in una storia da
s, se non rimontando anche al suo principio, cosi
noi andremo alle prime origini, alle origini anti

chissime di quella, additandone l intero quadro sino


a nostri giorni. Cosi fosse dato di rinvendicare alla
sto ria una verit di molto rilievo, qual quella della

losoa Italiana come la pi antica tra le scuole, e


come la madre della stessa scuola Greca, onde trarre
da tutt altra fonte i primordi di qualunque losoa.

28f,

SUPPLlMENTO QUARTO

5 176.

La losoa Italiana sino dalla pi remote antichit


distinta col nome di scuola o setta Italica o Pila
gorica ebbe un esistenza sua propria, un carattere
tutto suo, pi o meno rilevato, e che non si di

spers0 affatto nemmeno frammezzo alle pi contrarie


vicissitudini oh ella ha corso , o alla variet de sistemi
che ne diversi tempi ha adottato. Le sue tradizioni

sono belle e gloriose, ma poco curate e ricerche. La


sua inuenza fu grandissima sulle altre nazioni , la
sua origine e le sue scuole incerte ed oscure anche

per difetto di studio e di critica investigatrice. Egli


perci nostro scopo discorrendo deloso Italiani
di dimostrare, r. quale sia la primissima origine del
l Italiana losoa, 2. quali le sue epoche isteriche

ed il loro giusto stabilimento, 3. quali e quante le


scuole ed i suoi sistemi secondo il diverso suo pro
cedimento in tali epoche, 4. quale il suo carattere
e la sua inuenza; 5. quali i dati od elementi al
suo futuro progressoo miglioramento. Queste quistioni
non sappiamo perch non venissero nemmeno proposte

dagli stessi scrittori Italiani della storia della nostra


letteratura. Esse sono di molto momento, perch
toccano alla storia generale della scienza.

9 177
Difficile ed avviluppatissima si la prima origine
dellltaliana losoa e per la sua vetust che rimonta
alle prime epoche dell Italico incivilimento, e pel di

fetto di originali monumenti che si spensero dal


tempo e dal conquista, e per la continua contrad
dizione fra gli storici Greci e Latini che ne parla

FILOSOFI ITALIANI

285

rono, e per tutte le fantasticherie che vi mescola


rono la superstizione, il misticismo, l ignoranza,
l interesse e mille altre passioni. D altroude non si

pu prestar fede alla comune tradizione degli storici


che la losoa Italiana proceda dalla Greca per mezzo
della Ionio, o sia di quella di Tnlete e di Ferecizle,
maestri al rinomato Pitagora, fondatore supposto
della scuola Italica in Crotone 0 nella Magna Gre
cia (9 89, vol. 1). Da un canto la boria nazionale

de Greci che approdando_sulle coste d Italia in aria


di conquistatori nel modo che pretesero di far sor
gere le citt tanto famose di Crotona e di Taranto
per opera de loro Dei, avranno ambito eziandio di
costituire lltaliana losoa. Dall altro la mania gre
chesca degli stessi Romani massime sul cadere della

Repubblica, la loro brama sconoscente di spegnere


in s stessi la memoria di tutto quello che avevano
ricevuto dagli Etruschi dispersi e conquistati, il di
fetto di critica negli storici antichi, Onde, depurare

il vero dal falso, e riconoscere cc fatti alla mano il


tempo, il modo ed il luogo dellistitnzione della
scuola Italica, falsata da ridicole supposizioni e da
contraddicenti racconti, sono le cause che contri

buirono a tramandare sino a noi una cos fatta ori


gine o tradizione. Ma ben considerando alla prima
fondazione della scuola Italica, e quel ch pi ai
fatti che la precedettero e la accompaguarono, co
me pure alle vere e genuine memorie che tuttora
ne rimangono, si pu invece connare una simile

tradizione tra le favole di cui abbonda moltissimo


la storia antica e principalmente la Greca, pensando

286

SUPPLIMENTO QUARTO

invece che la losoa 0 scuola Italiana, lungi dal


1 essere un emanazione della Greca, tutta indi
gena e nazionale, e tale d aver iniziato come madre

e maestra questa stessa scuoladalla quale si suole


derivarle. Sicch se pare fuor di dubbio omai la pre
minenza od auteriorit delle arti Etrusche o nostre

sulle Greche, non pu mettersi in contrasto siffatta


anteriorit o preminenza nemmeno per rispetto alla
losoa.
6 178.
A rintracciare la prima origine della losoa Ita

liana noi non possiam rivolgerci agli Etruschi, sebbene


siano essi il pi antico e il pi colto tra i popoli an
tichissimi che fiorirono gran tempo innanzi alla 60

minazione de Romani nella nostra penisola, a motivo


che anche presso di loro avvi difetto di monumenti di

una vera losoa come scienza. Gli Etruschi, qualun


que sia la loro provenienza o dagli Egizi o dai Libi,
od anche dagli Orientali che vennero in Italia prima o
dopo la distruzione di Troia, giunsero a rinomanza
d altissimo sapere avanti i Greci, ove si guardi allo

stato de loro costumi e del loro incivilimento


poca nella quale gli Acbei del Peloponneso e
rici sbarcarono nella Magna Grecia: la qual
fa dopo i tempi Troiani 1. A tale epoca gli

alle
i Do
epoca
Etru

l I tempi Troiani certi o storici rimontauo all anno


1546 eventi G. C. o al re Scamandra, e terminano coll in

cendio di Troia succeduto nell anno 1184. Sulla venuta de


gli Achei e dei Dorici nella Magna Grecia avvi una ben di
versa opinione tra gli storici. Vico nella sua tavola crono

FILOSOFI ITALIANI

287

schi erano eruditi in ogni maniera di scienze e di


arti, al dire di tutti gli storici. Eglino avevano go
verno, leggi, religione ed una lingua propria e
nazionale, onde non meraviglia che fossero gi
stati maestri a Romani loro soggiogatori. Ad onta

logica messa al principio della Scienza nuova, pone le colo


nie greche in Sicilia ed in Italia a tempi di Sesostri, o sia
all anno del mondo 2949. Heeren vuole che le colonie gre
che dell Est o del mar Nero ed Egeo siansi trasportate per
la maggior parte in Italia tra l anno 650 e il 450 avanti
1 Era , e quindi tra il secondo e il terzo secolo di Roma

(754 avanti G-.


Il Miceli non va molto lungi da sif
fatta epoca , facendola cadere nell anno 654. Unepoca pi
lontana rispetto questa venuta de Greci tra noi improba
bile e favolosa, r. perch non sussiste la spedizione in

Italia di Enotro gliuolo di Limone re d Arcadia nella 17.


generazione innanzi alla guerra di Troia , essendo favolosa
persino quella degli Argonauti, ad onta che sia posteriore
di 450 anni ; o. perch le colonie di Sicilia sono tutte dopo
quel tempo; 5. perch Omero non nomina mai l Italia,
tuttoch edditi confusamente le parti meridionali del globo;
4. perch Tucidide accenna alle migrazioni di intere trib
Elleniche in Italia ed in Sicilia dopo la Caduta di Troia;
5. perch ne tempi anteriori ai Troiani eri: impossibile che
la Grecia barbara e selvaggia, come la dichiarano gli sto
rici , potesse provvedere alle numerose colonie italiane, o
comunicare con esse mediante un estesa navigazione "6. per
ch Erodoto parlando delle prime colon in Italia,d loro
un origine ben diversa dalla greca. mportante anche per
la filosofia conoscere l epoca precisa della venuta de Greci
nella Magna Grecia , per dimostrare l anteriorit dellinci
vilimeuto Italiano come quella della filosofia , e atale ve

aula e alla venuta supposta del famoso Pitagora.

288

SUPPLIMENTO QUARTO

(li ci non trovasi ancora il verace tenore della loro


losoa come scienza. Perirono i libri dell etrusca
sapienza che si leggevano a tempi di Varrone, ed
il passo stesso d un autore Etrusco, citato dal 801'
da, ed il solo che potrebbe far fede del loro 50

prannaturalistno, tuttavia sospetto e controverso.


Non si conosce la loro lingua, per quanti sforzi ab
biano fatto gli archeologi per deeilerarla. Gli storici

si distendono in esagerazioni sul loro sapere nella


politica, nella giurisprudenza, nella sica e nella me
dicina, nominando come loro divinatori o loso
Aquila, Tutilio, Musom'o, Umbn'co, Tarquinio, Ce
cina e Fabricio, mentre s ignorano persino i voca
boli della loro scienza aruspicina o fulgurale. Dun

que tutto oscurit ed incertezza intorno all ori


gine prima dellltaliana losoa ,-ove si voglia rin
tracciarla appo gli Etruschi, tanto pi che gli stessi
storici i quali procaceiarono di deliuearla , non po
terono alludere che e leggende ed a volgari cre
denze intorno alla teologia e alla cosmologia di quel

popolo, ma non mai ad una losoa veramente co


me scienza (veci. la nota al 5 20, vol. I). Il perch
desiderando il vero ed il certo soltanto della storia,

bisogna investigare una cosifl'atta, origine nel Pita


gorismo o nell antica scuola Italiana, le cui dot
trine, quantunque a frammenti, vennero tramandate

in modo sicuro ed autentico da Platone e da Ari


stotele sino a noi.

5 79
L antichissima scuola Italica o Pitagorica s acqui
st eterna fama e presso i Greci e presso i Romani

FILOSOFI ITALIANI

289

sotto il nome di retta 0 scuola di Pitagora, dePi

tagorici o dei Pitagoristi. Su questo punto s accor


dano tutti gli scrittori. Tale scuola fu certamente
antichissima; perocch Aristotele, che visse 343 anni
prima di Cristo, espone le dottrine dePitagorici pri
ma di lui, e gli storici fanno rimontare lo stabili
mento di lei a Crotona no allanno 540 prima del

1 Era. Anche su questo non avvi disperare. Nell or


dine cronologico seguito dall universale, rispetto alle
scuole losoche antiche, non v ha che la Ionica
(600), la quale si vorrebbe far precedere allltalica
o Pitagorica. Tutta la dubitazione per insorge nel
l animo, allorch si viene a determinare la prove
nienza di questa scuola , cdil personaggio o mae
stro che ne sarebbe stato il fondatore. Tale perso

naggio secondo il comune avviso il celebre Pita


gora di Sarno, nato nell anno 584, o 608 prima di
Cristo (9 89, vol._l), il quale dopo aver assistito
alle lezioni di Talete e di Ferecide, sarebbe sbarcato

a Crotona , erigendovi nell anno 540 avanti G. C.


una scuola normale, un istituto sacerdotale, scienti

co e politico sotto il nome di Pitagorici o del Pi


tagorismo. Laonde la scuola Italiana antichissima,
qual la Pitagorica, sarebbe in tal guisa d origine
o provenienza greca per mezzo dellIonia o di Ta
lete maestro a Pitagora. Questa l opinione comu
pernente adottata dagli storici ance a di nostri, e

Vico stesso, il quale fu tra i primi a dubitare mol


tissimo dei viaggi di Pitagora allelndie e allEgit
10, non esit a credere quello dello stesso Pitagora
a Crotone. Sicch nella serie delle scuole. losoche
I'IuntsiuAttir- III

25

ago

SUPPLIMENTO QUARTO

antiche stabilita da Bruclscro, dal Tennemann e da


tutti gli altri, servasi sempre per prima la Greca

o Ionica, per seconda la Pitagorz'ca od Italica, per


terza la Romana. Ma ad onta di autorit tanto
commendabili, stanno contro a siffatta opinione cosi

gravi difficolt e cos forti contraddizioni, che non


si pu a meno di non metterla alla pruova come
favolosa narrazione '.
5 180.

Non pu niegarsi lesistenza a Samo di Grecia d


un Pitagora, distinto sapiente o Sosta, siccome ac

cenna Erodoto 2. Ma ci indifferente alla presente


quistione. Ci che decisivo ed importante a mo
Girare la fondazione della scuola Pitagorica 0 Ita
I L. opinione che la scuola Pitagorica od Italica non de
rivi dalla Greca o Iam'a, se non nuova, per di pochis
simi. Il Cuoco nel suo Platone in Italia, ed il Romagnosi ne
Suoi Artico/z sullopera del Micali sono forse i soli che labbia
no appena toccata rispetto agli Etruschi. Nessuno ha fatto di
darne una vera e compiuta prova. Lo stesso Jlleiners, che
il pi accurato e giudizioso storico di Pitagora, non seppe
n anche sospettare la possibilit di contraddire allopi
ninna comune che Pitagora sia venuto in Italia , e che sia

stato egli l istitixtore del Pilagorismo.


2 Herodoti Halcarnassei, libri novena, interprete Lauren
tio Valla, Colonia, 1537, in 8. - L unico passo di Ero

dota su Pitagora il seguente: a Zamolxis hic homo fuit,


Samiique servitutem srvivit Pyl/zagorae Mnesarc/zi lio . . .
Qui cum animadverteret Thraces male viventes et inscite ,
ipse edoctus Jonicum vivendi genus et marea, ut qui con
versatus esset cum Graacis , cumque P_ylhagora non inrmt's

simo inler Gnecos svphista .

FILOSOFI ITALIANI

291

lica nel prefetto modo, si che il nominato Pitagora


di Samo venisse effettivamente in Crotona lanuo
540, e vi stabilisse pel primo la sovra mentovata
scuola. Ci va soggetto a moltissimi dubbi per le se
guenti ragioni: i. per l assoluto silenzio di Erodoto sul
viaggio o sulla venuta di Pitagora a Crotona, men
tre Erodoto parla delle colonie greche in Tuscia, di
Crotone e de Crotoniati, indicandone persino i fatti
pi minuti ed indifferenti, e mentregli era cos,istruito

delle cose della Magna Grecia e dell Italia, avenclovi


dimorato per tanto tempo, che da Strabone e da Ari
statale fu chiamato Erodoto di Turio. D altra parte

Erodoto essendo vissuto all anno 300 di Roma , non


s allontana che di 90 anni al pi dalla supposta ve
muta di Pitagora in Crotone. Inoltre Erodoto parlando
della Metempsicosi attribuita a Pitagora ed ai Pita
gorci, dice eh essa era ammessa da alcuni Greci che
gli ben conosceva, e non nomina tampoco Pitago
m (g 204). -- 2. per l autorit di Tito Livio, il qua.
le, mentre dichiara falso che Pitagora di Samo abbia
potuto essere maestro di Numa Pompilio, contraddice
alla sua venuta in Crotone nell anno 214 di Roma,
venendo cos indirettamente a provare che in Italia

prima di tal epoca esisteva una scuola di sapienza appo


i Sabini, la quale era forse 1 Etrusca, e in cui venne
istruito il medesimo Numa. Questa sapienza dei Sa
bini ricordata dallo stesso Tito Livio coi nomi di

disciplina tetrica et tristi veterum Sabinorum. InoL


tre Vico accenna che ai tempi di Numa non era
nemmeno conosciuto il nome di Pitagora a Roma:
tanto inverisimile la venuta di esso Pitagora a Cro

291

SUPPLIMENTO QUARTO

tona in quel torno. - 3. pel testimonio gravissimo di


Catone, di Cicerone, di Plutarco, di Giamblico e di
Scef/ro, i quali concordemente affermano che i Pi
tagorici furono detti prima Italici, come fa chia
mala Italica la loro scuola prima d esser nomata Pi
tagorica. Il che indizio dell auteriorit della scuola
Italica alla Pitagorica ed a Pitagora suo supposto
fondatore. Daltronde inconcepibile come i Greci
pieni di boria nazionale, intenti a grecizzare tutte
le citt d Italia, volessero chiamare Italica una scuola

che dal loro Pitagora fosse stata introdotta. certo


altres che il predicato di Pitagorica, oltre ad es
sere posteriore a quello di Italica, coincide coila ve.

nota de Greci in Italia (tra launo 650-450 avanti


G. C.), e fu forse adoperato per signicare o una

scuola di sapienti, cio di s0st, o un assemblea pub


blica di nobili e di sacerdoti che parlavano da ora
coli, come il dinota la stessa etimologia di 1113509
Apollo, oracolo, e yp orazione, discorso. La qual
induzione non affatto lontana dal vero, e perch
ci fu il costume dopo la venuta de Greci in llalia
di astrarre le qualit da subbiettivi , e perch i Greci
come vi sparsero i nomi del loro Ercole e degli al
tri loro Dei, donde il mehercule, invece del medius
dius pi antico, cosi avranno sostituito alla voce
Italica quella di Pitagorica. Dopo di essi, poi s ac
costumava in Italia di dire Ttarantino per indicare
il lusso, Cartaginese lo stratagemma militare; Greco
la astuzia e la poca fede: quindi non fuori di luogo
che si dicesse anche Pitagora per dinotare dei sapienti
od una scuola di sapienza. E poi nello stesso modo che

FILOSOFI ITALIANI

'

ag

si diceva la Pizia, potevasi dire Pitagora per esprimere


non un individuo, ma una societ o collezione di indie
vidui o sapienti che tenevano Oracoli di scienza.

Questa induzione pu crescere nel grado della sua


credibilit, ove si pensi che i primi istitutori di tutti
i popoli furono i sapienti od i sofisti, che i Pitagm
rici vennero cosi denominati in signicato di nobili,

come gli appella Cicerone (nobile: Pythagoreos), onde


essi rappresentavano il corpo aristocratico in tutte le

citt della Magna Grecia; che Pitagora per attesta


zione degli storici aspir alla tirannia in Metaponto,
tentando di riformare le leggi ed il governo anche

in Crotone :, che i Pitagorici in un corpo di trecento


o Seicento a Crotona ebbero il supremo reggimento
delle citt; che vennero a. guerre ed a congiure, in
una delle quali mori Pitagora, e furono trucidati e
dispersi tutti i suoi seguaci ed estinta la sua setta.
Tutti questi fatti concordano maravigliosamente col

l idea che il nome di Pitagora signichi non un in


dividno, ma una setta od un corpo politico di sa
pienti. -- 4. per le contraddizioni di tem'po e dilungo
intorno alla tradizione sulla venuta di Pitagora a Cro
tona, sulla sua nascita, sulla sua patria, sulla sua
vita,- su suoi viaggi, sulle sue dottrine, su tutta la

sua persona e sulla sua morte. Questa tradizione


sospetta nella sua prima origine come proveniente
dai Greci e ciecamente accolta dai Romani, in

terrotta sino ai primi secoli dell Era cristiana:,eri


prodotta a que tempi da scrittori interessati , esage
ratori e degni di poca o niuna fede. La venuta di

Pitagora in Italia da altri si vuole a Sibari e poi a


25

294

SUPPLIMENTO QUARTO

Crotona, da altri invece solamente a Crotona. I Pi


tagora sono molti, sino a dodici e meglio, e quel che

pi contemporanei. Il Pitagora che sarebbe ve<


noto a Crotona, secondo alcuni Samio,esecondo
altri Tirreno 0 Toscano, ed anche Filiasio 0 Me

tapontino. Questo Pitagora sarebbe vissuto per ta


luni 650 anni avanti G. C., e morto all anno 550, e
per altri sarebbe venuto al mondo circa l anno 600,

e morto all anno 509. La sua venuta in Italia sa


rebbe accaduta ora all anno 214 di Roma, o sia al
l Olimpiade 6o., ora alla Olimpiade 69. ed anche

alla 72.. Chi il pretende gliuolo di Mnesarco, e chi


di Mamarco o di Demarato. Il suo maestro sarebbe ora
Talete, ore Ferecide, mentre si sa che luno non c0

munic mai ad altri le sue dottrine, e l altro fu p0


steriore a Pitagora, e mentre al parere- di non pochi,
Pitagora avrebbe tirata la sua dottrina non dagli Ioni-~

ci, ma da Caldei , dagli Indiani e dagli Egizi. Pitagora


conosciuto ad un tempo per tutte le citt della Ma
gnu Grecia, all India, in Egitto, a Sarno, a Meta
pento, a Crotone, a Tarento. Le sue dottrine,per
confessione dello stesso Tennemann, non si possono

mai discernere da quelle de suoi discepoli. Aristotele


nomina parecchie volte gli Italici ed i Pitagorici, due
volte sole usa la parola Pitagora. Questo Pitagora non
lasci libri, essendo riconosciuti falsi i versi dorati

che gli si attribuiscono, insegnava da una mistica


cortina , nessuno de discepoli antichi vide la sua fac

eia; nessuno storico antico parla della sua persona,


mentre Senofonte ed altri fanno il ritratto di 50
crate. I suoi viaggi nella Persia, nella Tracia, al

FILOSOFI ITALIANI

295

1 India, in Egitto erano pressoch impossibili a quel


tempi in cui si dicono avvenuti, pel difetto di fa
cili comunicazioni, per lo stato incolto della Gre-v
cia, per la certa tradizione che tali viaggi furono
supposti ed inventati ne primi secoli dellEra, onde
dar credito al nuovo Pitagorismo mediante la sua ana
logia e concordanza colle dottrine degli Egizi e degli
Indiani e perno degli Ebrei. 1 primi storici di Pila.

gara incominciano due secoli dopo la distruzione della


setta Pitagorca. Essi non attiusero a pure fonti, ma
a quelle gi guasto e corrotte de Romani maniaci

pei Greci e per le loro favole.7 non consultarono


pubblici monumenti, ma vi aggiunsero anche quello
che suggerivano loro una scorretta fantasia, unigno'

tante credulit7 una dabbenaggine od una mala fede


senza pari. Tali sono Diogene Laerzio, Porrz'o, Giam
blico, e tali vengono stimati dal giudiziosissimo [lici
ners che fece pel primo un vero processo agli storici

di Pitagora, non accettando per autentici e degni di


fede che i ammenti sui Pftagorzbi di Aristotele e di
qualche altro, come sarebbe Platone. Perlocch cc.
- mune opinione sostenuta dallautorit del Bruckero che

sia omai impossibile una storia prammatica di Pita


gara e della sua vita, senza ricorrere ad Artot'ele. Sie
ch tutte queste contraddizioni e tutte queste falsit
intorno alla vita e alle gesta di Pitagora o smentiscono
la sua venuta a Crotona, o non si spiegano se non col

solo supposto che il nome di Pitagora- esprima una set


ta, un istituto, un corpo e non un individuo. - 5.a per
la niuna analogia, anzi per l aperta ripugnanza tra

le dottrine della scuola Pitagorica e quello dell Io

196

SUPPLIMENTO QUA RTO

Ma, la qual ripngnanza sarebbe assurda, ove l una


piocedesse dallaltra. La scuola Iom'a tutta mate
riale e sica, la Pitagorica tutta spirituale e meta
sica. La Pitagon'cn una scuola losoca legata colla
sapienza morale e civile. La Ionica una scuola
sica ed astronomica. La prima ammette come sim

boli od elementi delle cose i numeri, e la seconda


l acqua od un elemento del tutto materiale. Quella
propone e scioglie tutto il tema losoco sino al

punto della pi alta metasica : questa si rimane tra


i conni del cosmologismo e del panteismo sico o

naturale. La dottrina Italica supposta come glia o


generata, si espande in altre scuole sino al secolo

4. dell Era, e la-lom'ca, come madre, si disperde


e si estingue in un momento senza discepoli ed al

suo nascere. - 6. per lesistenza della scuola Eleatica


in Velia 0 Elea, citt della Magna Grecia all0litn
piede 6|., 0 sia contemporaneamente a quella di
Pitagora in (lx-olona eretta all'Olimpiade 61.: e quindi
senza che di fossi! il tempo materiale di far nascere
l una dall' altra, e meno poi di stabilirsi lEleatca
con dottrine proprie e sistematiche. Lo stesso Platone

ricorda che la scuola Eleatica incominci dai pi an


tichi di Seno/due, 0ndcssa avrebbe preceduto perno
alla cos detta Pitagoriea dalla quale si deriva '. I)al
'tra parte ihdulsitato che le scuole originate dalla
I V. Platone nel Sofisla de Ente .- Elaeatica vero apud
nos doctrina a Xeno/iure, immo et antiquioribns originem
dncens . Questi antiquidribus di Seno/lane, quali potevano

mai essere , se non gli Italici cosi chiamati da Aristotele?

mosorx ITALIANI

297

Pitagorca come scuola madre non si ebbero che nel


corso di ccntocinquant anni, e che le Socratiche non

incominciarono se non con Zenone, o sia dall0limpia

de 77. alla un. -- 7.2 per la precedenza delle stesse


scuole Ionica e Socratica dalla Pitagorica e non Vice
versa, perch. Talete non insegn ad alcuno, perch

Senofime e Parmenirle, fondatori della Eleatica, furono


Pitagorici, perch Parmenide insegn ad Anassagor'a

e agli altri fonici, come Eraclito apprese da Seno


fame, Enpedocle da Pitagora e da Anassagora, Eu
clitle di Mcgara e Zenone sofistico di Elea dagli El6tt<
tici, Gorgia da Empedoclc e da Prozlz'co Pitagorico,
onde le scuole d Elizle e d Eritrea sono ugualmente

Pitagoriche od Eleaticlze per la loro origine. Tra queste


scuole Pitagoriche si form la Socratica, essendo So

crate stato scolare di Polo d Agrigento, avendo sen


tito le dottrine di Zenone Eleatico, ed avendo con

versato moltissimo coi Sosti o Megarici in Atene. A


questo modo invertito lordine cronologico comune

delle scuole losoche antiche per un puro procedimen


to di fatto che comincia dalla Pitagorica o Italica e

non gi dallfonia 1. _ 8. per limpossibilit che il fa


1 Nel Parmenide di Platone si legge: .Divertisse im
tem illos, ait apud Pythoclorum extra moenia in Ceramica,
quo etiam adventasse Socratem, aliosque eum Socrate pluri
rnos scripta Zenonis audire cupientex; nam tunc prmum ab

illis iuvecta in eam urbem. Socratem vero eo tempora ad


modum juvenem extitisse, legisse autem liis Zenonem ipsum.
Verum lns auditisocratem dixisse: Quomodo id dicis , Ze
no?-Lib. 9 Parmenidcs vel de Uno . Nel Solista, Socrate
medesimo CllC di aver sentito anche Parmenide a ragionare

298
SUPPLIME'NTO QUARTO
muso Pitagora di Samo, come individuo, abbia potuto
operare tutto quello che gli attribuiscono gli storici,
in forma di dialogo: An potius interrogaudo, quemad
modum solebat Parmertides, quem ego adolescens audivi quarz
dam ila disputantem admdum senem, rationesque pulcber
rimas afferentem .. Se ci vero per rispetto a Socrate, lo

molto pi per riguardo a Platone o alla scuola Pialom'ca


che in fondo tutta Pilagorica. Platone, prima ci essere
scolare di Socrate, aveva raccolte le dottrine di Eraclito
dalla bocca di Cmlilo. Platone fece tre viaggi in Sici
lia , trattenendosi cc pi famosi Pitagorici, tra gli altricol
celebre Archla Tarenlino, con Filolao di Eraclea e con

Eurita di Metaponto. Platone, penmezzo di Ermogene, ap


prese il sistema di Parmenide, anzi egli stesso dice nel Tea

teto che cercava sempre di riunire e conciliare Eraclide con


Parmenide. Egli, mentre nel Cratilo enel Parmenirle imita
tutte le sottilit degli Elealici, nulla trasse da Socrate, fuor
ch il principio di combattere i sofisti: il che fu scopo dello
stesso Zenone e di Parmenide. Dopo la morte di Socrate ci si
ritir coMegarici a Megara, ove fu iniziato da Euclide nel
l arte dialettica , volle come i Pitagorici ammettere nessuno

nella sua scuola che non sapesse di geometria, e mentre


dai colloqui con Socrate attinse l ispirazione, 'non fece ne
suoi scritti che riprodurre o copiare le dottrine pi elevate
dell Eleatismo e del Pitagorismo. Il suo sistema delle idee
tutto Erach'tiano nel principio e nella sostanza; la suateo

rica sulla materia e sulla forma dei corpi tolta di posta


agli Elealici; la sua sica o cosmologia spetta a Parmenide.
Si vuole perno eh ei comperasse il Timeo ed il Parme
nide in Sicilia a caro prezzo per riprodurli come opere sue.
Se si ammette l opinione comune di Cicerone e degli Sco
lastici che Aristotele non sia cosi lontano nelle sue dottrine
da Platone, nulla manca per dire che il fondo di tutta la

losoa greca si Ionica o atomistica, come Socratica. in


tutto e per tutto Pitagorico.

FILOSOFI ITALIANI

299

ed essere sparso ad un tempo per tutte le citt della


Magna Grecia. La scuola Pitagorica di Crotona era
ununiversit od un accademia di medicina, di mu

sica, di matematica , di losoa, di giurisprudenza


e di politica. Da essa uscirono i matematici, i me

dici, i legislatori, i politici ed i guerrieri. Questa


universit 0 accademia Pitagorica non era solo a
Crotone, ma a Tarento, ad Agrigento, a Metapon

to, a Velia od Elea, a Siracusa, a Megara. Tutto


ci ripugna coli idea che il solo Pitagora abbia po

toto essere da tanto, per quanto fosse straordinario


il suo genio, e l impossibilit rende immeritevole
di fede qualunque pi aeseverante testimonianza o
narrazione. -- g.3 per la continua contraddizione nella

storia della losoa, qualora ammettasi il supposto


Pitagora di Sarno quei fondatore della scuola Pitago
rica o Italica, e per tutta la concordanza ed armo

nia all incontro, ove si riconosca anteriore, indi.


pendente tale scuola da quello. La contraddizione
risulta, a) dal dover ammettere Pitagora come indivi
duo a Sarno e in quasi tutte le citt d Italia , per
sino in Asia ed in Africa, e dal dovergli attribuire
tutta quella sapienza che non pot mai convenire a
qualunque genio del mondo, 1;) dal do'ver affermare
di greca origine il Pitagorismo, come si fa da tutti,

mentre, eccetto Pitagora, tutti gli altri famosi Pi


tagorici in ogni supposto sarebbero Italiani di Sici

lia, c) dal dover rinunciare alla tradizione comune


avvalorata da Tucidide, da Platone, da Strabone,

che i Greci Italioti pregiudicarono alla verit della


storia del nostro paese collintrodurvi il mirabile ed

300

SUPPLIMENTO QUARTO

il favoloso e per l indole loro nativa, e per la loro


propria leggierezza , e per la vanit troppo boriosa
di conquistatori; d) dal confondere le fonti istori
che legittime, come sono quelle di Erodoto, padre

della storia per la sua veracit, di Platone e di


Aristotele allevati al Pitagorismo e poco distanti da
quello, per attenerci alle narrazioni impure e sospette
de nuovi Pitagorici dominati presso che tutti dal
I entusiasmo e dalla superstizione, e) dal supporre

immediato ed istantaneo il pensiero losoco dePi


tagorici e diffuso in tante scuole, per tutta l Italia
e per la stessa Grecia in pochissimi anni, mentre il
fatto delle stesse scuole Greche prova essere lentis

simo e graduale il suo svolgimento, e mentre la


scuola Eleatica, come il sommo apice della meta
sica, presuppone necessariameute degli antecedenti in
una losoa meno elevata e sublime, la quale non

pu essere la Ionica per assoluto difetto di crono


logia. La concordanza invece o l armonia chiara

mente apparisce dall esclusione di Pitagora da Sa


mo come fondatoredella scuola Italica, in piena con

sonanza col silenzio degli storici e massime di Ero


dolo intorno a questo fatto di sommo rilievo pei

Greci, dalla preesistenza d"una scuola Italica ante


fiore alla venuta de Greci in Italia, combinata col
fatto certo della civilt in cui lItalia fu trovata da

Greci medesimi , e soprattutto della sapienza Etrusca


che si distese autichissimamente anca alle estremit
dell Italia meridionale, dal fatto incontestabile che

la losoa Greca ha i suoi primi rudimenti nell1


talica o Pitagorica. Sicch per tutte queste ragioni,

FILOSOFI ITALIANI

301

invece di dire la scuola Ionio o Greca, generatrice


e madre, dobbiamo dirla generata o gliuola; onde
la greca e non la nostra sarebbe una losoa di se
conda mano o di seconda formazione.
5 181.
L opinione intorno all origine Italica del Pitago.

risma acquista anche maggior fede dalla risposta alle


opposizioni che potrebbero nascere dagli accennati
ragionamenti per dimostrarla. Siffatte opposizioni sa
rebhero queste: a) Che com dovuta la civilt Ita

liana all antichissime colonie Greche, cos la stessa


nostra losoa dovrebbe prcsumersi Greca, quandan
che non fosse provato eh essa derivi immediatamente
da Pitagora. Siffatta opposizione potrebbe rinvalidarsi
dalla scoperta dei cos detti vasi Etruschi nella Ma
gna Grecia, che altri invece pretende essere Greci,
e perch, contenenti iscrizioni o leggende greche, od

allusioni alle Divinit e ai fasti di Troia e della Gre


cia , e perch pi perfetti nel disegno o nell arte

degli altri vasi riconosciuti come Etruschi, e per.


ch la Magna Grecia fu estranea al dominio del
l Etruria. L arrivo delle colonie Greche in Italia, per
quanto si vogliano antiche, non anteriore a tempi
Troiani. La stessa Cuma antichissima e la prima tra

le citt fondate nella Magna Grecia, non oltrepassa


il secondo secolo dopo l incendio di Troia. D al
tronde avanti le colonie Greche approdarono in Ita
lia le Fenicia o Pelasgiche e le Libiche, ed i nomi
stessi delle antichissiiue citt della Magna Grecia fu
rono dapprima orientali, e indi tramutati in greco
dei Greci ivi venuti: ch anzi nel greco stesso essi
TBNNEMANI - m

26

302

SUPPLlMENTO QUARTO

conservarono il signicato primitivo orientale. Il che


vien dimostro dal Bochart nella sua Geograa sa
era, e dal Mazzocchi . Inoltre l Osco, che fu la

lingua antichissima trovata dai Greci tra gli Italia


mi, ed il supposto che i Cretesi o Messapi , i Lidi
ed i Pelasghi siano stati i primi popoli venuti in
Italia, non essendo altrimenti Greci, ma d origine
Africana oppure Orientale, proverebbero che l an
tichissima civilt Italiana non Greca , ma Africana
od Asiatica, e perci sempre Orientale. Le meda
glie che si trovarono ne luoghi pi vetusti della Mes
sapia e della Lucania o con caratteri assolutamente
ignoti o con lettere da destra a sinistra alla foggia

Orientale; le denominazioni primitive delle citt ita


_ liane, come Peucezz'a, Messapia, Iapigia, che hanno

le loro radici non nel Greco, ma nell Ebraico, nel


Caldaico e nel Siriaco, e che i Greci si piacqutro di
convertire nella propria lingua; la medesima deriva
zione delle voci latine ed osche dalle lingue orien
tali; inne la tradizione degli stessi antichi che al
cuni Popoli chiarissimi, non di nazione Greca, ve
nissero nell Italia meridionale, parte dalla Tirrenia
e parte dalle corna d Italia , attesterebbero a chiun
que che la Magna Grecia fu innanzi a Greci visi
tata dagli Orientali 2. N fa contro a siffatta Opinione
1 Dlssertazoni Tineniche, rytx.- Commentari sulle la
vale di Eraclea, 1754.

2 Del! antico stato de popoli dell'Italia C'istiberi ria del


Rogadei. Egli insegna che furono i Greci i quali dissel'0
Metaponto invece di Brezia, Enotria invece di Chonn Z
cihani invece di Zanclei, Elea invece di Hyele.

FILOSOFI ITALIANI

303

il dubbio che i vasi Etruschi trovati nella Magna

Grecia siano Greci, come s avvisa il Lanzi, op


pure la fondazione per parte dei Greci di Cuma o
delle altre citt della Magna Grecia medesima, pe
rocch o per 1 una o per l altra difcolt non si
distrugge mai la prova che alla venuta de Greci
nella Magna Grecia non fossero gi inciviliti gli Ita
liani per altro mezzo fuori che per opera di Pita
gara da Samo. Primamente non ancor ben dichia

rato a favore de Greclzeschi che siffatti vasi siano


Greci, e perch la Grecia non fu eccellente nella
pittura , se non che quattro secoli dopo Romolo,
laddove questi vasi cos detti Etruschi precedono
nientemeno che di quattro secoli ad Apollo, e per
ch i Greci che magnicarono tutto quello che esi

steva al mondo,siccome opera del loro genio, non


si sono mai vantati come scopr'itori dell arte del di
pingere in terra cotta, e perch le lettere Etrusche
avrebbono la pi grande rassomiglianza colle Greche,
derivando e le une e le altre dalla lingua Pelasgica;
e perch i fasti d Enea e di Bacco e le cos dette
leggende ed allusioni Greche, sono memorie Pelas
giche, e si conoscevano gi in Etruria, allorquando

la Grecia era ancora barbara, e perch la maggior


parte delle iscrizioni di questi vasi supposte Greche
per la forma delle loro lettere riescono inintelligibili
a pi dotti Ellenisti; e perch nalmente se in Gre
cia si trovarono tre o quattro vasi somiglievoli a
quelli dell Etruria, laddove questi si rinvengono a
migliaia nellEtruria medesima, pi probabile che
l arte di farli sia nata col, dov essi abbondano,

304

SUPPLIMENTO QUARTO

anzi che dove penuriano. Sicch, andando da induzione


ad induzione, e partendo dal fatto incontrastabile del
1 anteriorit delle arti del disegno presso gli Etruschi
a petto de Greci, converr ridursi a questanteriorit

anche per rispetto alle scienze e quindi anche alla


losoa I. Secondariamente indebitato che la fon
daziono di Come nella Magna Grecia per parte dei
Greci fu preceduta da quella d un altre citt detta
Uffa per parte degli Orientali nella Campania, e
che la fondazione delle citt della Magna Grecia per

parte dei Greci in sostanza un esagerazione, non


avendo eglino fatto che un puro cambiamento ai
nomi delle citt medesime, e presa la loro usata di
mora in citt Italiche gi grandi e possenti, stabi

lite con un re o con un regno, con una lingua,


con delle leggi e con delle armate proprie, siccome
ricordano Erodoto ed Aristotele, e siccome il coni.

prova la spedizione dei centoventimila Crotoniati con


tro Sibari ncll anno 600 avanti G. C. .
g 182.

[1) Che in mezzo a tutte le favole e alle esagera


zioni o contraddizioni intorno a Pitagora, stata

per sempre concorde e non mai interrotta la tra


dizione della venuta a Crotone d un greco Sofista

o sapiente Sarnio d un tal nome. Al che si risponde


che prescindendo da tutti i vizi e sospetti intorno
alla veracit d una tale tradizione, essa non giusti
ca tutt al pi che il fatto della venuta in Italia
I Museum trusque da Luciano Bonaparte prince de Ca
nino. Foniiles, 1828-29; Viterbe, 1829: in 4.

FILOSOFI ITALIANI

305

dl un sapiente. greco di nome Pitagora, ma che il


fatto d una tale venuta ben diverso dal fatto della
fondazione del Pitagorismo, effettuata per parte dello
stesso Pitagora , che Pitagora sapiente greco, lungi

dal venire in Italia od a Crotona come maestro, po


trebbe esservi venuto come scolare, a modo di Pla
tone e degli altri sapienti o sosti della Grecia che
viaggiavano all India e all Egitto per istruirsi e non
per istruire. Daltra parte come i Greci furono sma

niosi di spargere dappertutto il loro Ercole fonda


tore delle citt e delle nazioni, di cambiare i nomi
delle citt Italiche gi esistenti per farle derivare da
loro, cos non fuori di luogo la congettura che

abbiano fatto altrettanto per riguardo a Pitagora/ed


al Pitagorismo, denominando da s e da un loro so

sta un Istituto Italiano che trovarono gi orente e


ben constituito.
g 183.
c) Che la denominazione delle scuole losoche
dal luogo o dal paese anteriore traGreci a quella

dal capo 0 maestro, come ne porgono esempio la


scuola Ionica_e la Socratica : laonde la scuola Pita
gorica fu detta prima Italica, o perch fu prima
mente stabilita da Pitagora in Italia , o perch il
. suo fondatore la tenne precipuamente in questo pae
se, che in ogni supposto la scuola di Crotone, co
munque_appellata Italica, sempre Greca, appar
tenendo alla Magna Grecia 0 sia a quel tratto di
paese che da Tarento a_Cuma fabbricarono i Greci.

Anche.cdntro a questo si presenta subito l osserva


,zioixe che la denominazione di scuola o setta Ita
26"2

306

SUPPLIMENTO QUARTO

Iica, indubitatamente anteriore a quella di Pitagori

ca, si riferisce non solo alla sua sede, ma ben ance


alla sua origine, e per questa essa Italiana e non
Ellenica. D altronde la scuola Ionia non fu detta
Ionica soltanto dal luogo, ma dalla nazione de suoi

fondatori e coltivatori, essendo Ioni Talete, Anas


simandro ed Anassimene. Quindi a parit di re
gionc la scuola Italica deve esser per questo riguardo
Italiana e non Greca. Per ultimo la scuola Pitago
rica fu detta prima Italica, ed Italica per antono
masia , perch si distendeva per tutta lltalia , e per
ch la sua prima sede fu sottoposta allinuenza del

1 Etrusco od Italiano incivilimento.


5 184.
d) Che Pitagora soltanto pu essere stato il fon
datore della scuola Italica pel carattere mistico ed
orientale di quella. Quest obbiezione cade alla ne
cessaria distinzione tra le dottrine della setta antica
Pitagorica, cio anteriore a Platone e ad Aristote

le, e quelle della setta de nuovi Pitagorici viventi


ne primi secoli dell Era 0 all epoca della scuola
Alessandrina. Le prime dottrine de Pitagorici an
tichi detti Itali nulla avevano del misterio orien

tale. In esse non si ravvisa che quella mistichit la


quale fu propria a tutti gli Istituti religiosi e sciem
tit'ici degli antichi, che parlavano da oracoli o per
bocca della Divinit. Le dottrine invece de nuovi Pita
gorici furono mescolate con tutte le tradizioni e su.
perstizioni della scuola d Alessandria in cui conven
nero anca tutte le nazioni e tutti i sapienti dell0rieu

te. Ecco come il supposto misterio orientale della

FXLOSOFI ITALIANI

307

scuola fondata da Pitagora si risolva in un puro ana


cronismo. Se non che, oltre a tale anacronismo, si
annienta ogni argomento sul soprallegato misterio,
derivato alla nostra scuola dal greco Pitagora, al
lorch si tengano impossibili i viaggi di Pitagora

alle Indie, in Egitto e nelle altre parti del mondo,


allorch sia vero che innanzi che Pitagora andasse

all Oriente, siccome vorrebbesi far credere, vennero


in Italia gli Orientali, dai quali prima che da Greci
poterono ritrarre gli Italiani il qualunque simbolo

della loro scuola o della vetusta loro sapienza.


5 185.
e) Che la dottrina de Pitagorici non mai distinta

da quella di Pitagora a nulla conchinde, perch an


che la Socratica fu confusa con quella di Platone,
senza che perci cessasse d esserne fondatore Socrate

diverso da Platone. Ma contra a ci si riette che


la dottrina di Socrate, tuttoch confusa con quella
di Platone, attestata da Platone medesimo e da altri

storici come Seno/batte. Quindi in essa pu vericarsi


perno quello che di proprio v aggiunse Platone.
Perci Socrate un fondatore di scuola distinto sem

pre da Platone. La dottrina invece di Pitagora, non


che mescolata e confusa, identica ed unica con

quella dePitagorici. D altronde Pitagora non la


sci opere o scritti. Gli storici, come anche Aristo

tele che la fonte pi legittima della dottrina Pi;


tagorica, parlano sempre dePitagorici e di Pitagora
come d un solo soggetto. Tutti poi gli autori am

mettono quest identit tra le dottrine di Pitagora


e quelle dei Pitagorici, e perch non avvi una si

308

SUPPLIMENTO QUARTO

cura norma a separarle, e perch veramente so


gnata la loro distinzione, non essendovi mai stati
che i Pitagorici fondatori e seguaci della scuola Italica.
5 186.

. f) Che gli Italiani della Magna Grecia non ebbero


corrispondenza che coi Greci, e nemmeno coi Romani

se non alla guerra di Taranto, o'nd la loro scienza


anco losoca non pot che provenire dalla Grecia,
tanto pi che i Pitagorici erano Italioti, cio Greci na
turati in Italia. Su questo giova osservare che la cor
rispondenza degli Italiani della Magna Grecia coi soli
Greci smentita dal fatto della dominazione antichissi
ma Etrusca che si propag a tutta la Sicilia ed alla
Calabria. La Magna Grecia distendevasi a tutto il re
gno di Napoli, e secondo altri dal mar Tirreno sino

a Coma. Se fosse poi vero, come vorrebbesi argo


mentare dalle pi recenti scoperte 1, che l antica
Etruria ne secoli Troiani signoreggiasse tutta lIta
lia e i due mari, con una superba capitale al cen
tro del regno appellata Vetulonia, non ci sarebbe

pi alcun dubbio che gli Italiani di Bruzia, di Lu


cania e di Sicilia non abbiano partecipato alla ci
vilt o sapienza Italica od Etrusca anche prima della
Greca. poi difficile il determinare se fossero nazionali
0 veramente Greci i celebri Parmenide, Zenone, Fi
lolao, Alcmeone, Are/afta e tutti gli altri celebri Pi

tagoricz'. Essi sono presunti Italiani e per la-loro pa


tria e per la loro edncazione:e se non lo fossero,
1 I. il Museo Etrusco gi citato del Principe di Ca
nino.
' .
- -

ru.osorr nsmsm
369
la losoa che appresero ed llustrarouo, era Italiana
ed esistente prima di loro.
9 187.

g) Che la tradizione di Pitagora fondatore della


scuola Italica in Crotone avvalorata dai Romani,
e soprattutto dall autorit di Catone e di Cicerone.
Su tale proposito per l autorit de Romani non
di maggior peso di quella de Greci. Essi, divenuti pa
droni della Campania sotto l inuenza del dominio
Greclzesco, ne accettarono ciecamente tutte le favole

e tutte le pi strane narrazioni. Inoltre a nulla vale


qualunque autorit contro una tradizione falsa e so
spetta nella sua origine ed impossibile ne fatti prin
cipali che la costituiscono. Che se per tutte queste
prove dirette ed indirette confermato che la lo
soa Italica o Pitagorica non altrimenti Greca o
Ionica, come si opina comunemente, pur forza
mutare o sconvolgere la serie o l ordine cronologico
delle scuole losoche antiche che ne porsero n
qui tutti gli storici, mettendo per prima l Italica
o Pitagorica , e per seconda la Ionia con tutte le
Socratiche, e poi la Romana, e ravvisando in tutte
queste una semplice continuazione o propagazione

della prima , o sia dell Italiana 0 Pitagorica.

g 188.
Ma se la scuola losoca di Pitagora o dePita.
gorici non deriva dalla Greca o Ionica, sar poi
essa veramente indigena e nazionale, o sia Italica

in tutto il rigore del termine? Non avr essa avuta


origine da altra fonte di straniera sapienza anche pel

principio delliucivilimento non proprio, ma dativo?

3m

SUPPLIMENTO QUARTO

Quale sar la scuola madre o creatrice della Pita


gorica o Italica? Le analogie tra la losoa Pita
gorica e l Etrusca sono certe e dimostrate anche

per quello che ne dicono Censorino, Varrone e Plu


tarco, e per quel poco che avanza della sapienza degli
Etruschi. La tradizione medesima che il celebre Pita
gara fondatore della nostra scuols_losoca fosse Tir
reno 0 Toscana, 0 per lo meno educato nellEtruria ,

darebbe un lontano indizio della procedenza del Pi


tagorismo dall_Etrnsca dottrina. Erodoto ricorda co
me simili i miti Egizi e Pitagorici, ed noto che

la civilt Etrusca conserva delle traccie di civilt Af


fricana od Orientale. Oltraci gli Etruschi orirono
gran tempo innanzi i Romani, il loro regno si di- _
stese da una parte sino all Adige e all Adria, e dal
l altra sino alla Campania , e vantano una sapienza
mistica, famosa per tutto il mondo, e tramandata agli
stessi Sabini e Romani. Per tutto questo non te
merit il riscontrare limmedz'ata provenienza od ori
gine del Pitagorismo nel sapere Etrusco. Siccome
poi la stessa sapienza o civilt Etrusca ha indizi o
derivazioni Fenicz'e, Atlantiche od Orientali, cos la
sua provenienza mediata sarebbe Orientale, Libica o

Fenicia, secondo il maggior cumulo delle proba


bilit o delle inclusioni, non uscendo perci nem
meno questa dal comune sentimento che la prima
dvilt delle nazioni sia venuta dall Oriente. Ma a
questo modo non ispiegasi tutta la luce e tutto lo
splendore di che s adorn la losoa Pitagorica o
Italica a tempi posteriori. Questa somma luce lo
soca crebbe tra la tanto rinomata coltura degli

FILOSOFI ITALIANI

3:!

Etruschi sostenuta da un ineluttabile tradizione, e


giunse a grandezza tra i Pitagorici pi distinti di

Elea , di Megara e di Agrigento. Che se la nostra


opinione intorno alla primitiva origine della nostra
losoa come Italiana nel Pitagorismo pure Italiano
non fosse recata a piena dimostrazione, anche co
me semplice probabilit avrebbe delle ragioni supe
riori a tuttequelle che si addueono intorno alla sua
derivazione dalla scuola Greca o Ionica per mezzo
di Pitagora di Samo, scolare di Talete o di Fe
recide.
5 189.

Stabilita o rinnovata come meglio pu tornare al


vero, l origine primitiva dell Italiana losoa,
duopo alla sua storia determinarne le epoche:
cosa non difficile, ma nemmeno tentata per l assoluto
difetto d una storia della losoa veramente Italia
ne. Le epoche istoriche anca nella losoa Italiana
sono formate dai grandi progressi della ragione o

del pensiero losoco, oppure dai grandi avvenimenti


si interni che esterni che hanno dominato su quello

(g 26, vol. I). Di questi grandi progressi e di que


sti avvenimenti l'condissima sino dasuoi primordi
l Italica losoa, le cui epoche pi notabili e prin
cipali sono: a) la Etrusca o degli Etruschi , b) la
Pitagorica o dePitagorici; e) la Romana o dei Ro
mani ,' d) la Scolastica o degli Scolastici, o del me
dio evo 5 e) la moderna. Ognuna di queste epoche

come principale ne contiene delle secondarie o su

balterne. In tutte queste epoche principali e secon


darie noi veggiamo pi o meno degli Empiristi, dei

3| 2

SUPPLIMENTO QUARTO

Razionalisti, dei Sopraunaturalisti e degli Eccletici.


In tutte queste epoche si svolge il pensiero losoco
italiano sopra questi quattro sistemi con una prevalenza
pi o meno decisa dell uno rispetto all altro. La
prima epoca degli Etruschi ancora incerta e priva

di monumenti alla storia d una losoa veramente


come scienza. La storia certa della losoa Italiana
come scienza comincia adunque dalla Pitagorica o da
quella de Pitagorici.
A. Epoca Panna.
PITAGORICI.

9 190.

Se il famoso Pitagora di Sarno non fu il fonda


tore della scuola Italica o Pitagorica, se Pitagora
esprime piuttosto che un individuo una setta 0 scuola
di sapienti o sosti, certamente impossibile distin
guere le dottrine Pitagorche del maestro da quelle
de discepoli. Coloro stessi che ammettono come certa
l origine di questa scuola per parte del greco Pita
gara non sanno segregare le dottrine dell uno da

quelle degli altri, e chi le disgiunge rischia di attri


buire ad un maestro ideale il sapere che fu tutto
proprio de discepoli (5 go, vol. 1). Ora prendendo
ad esame, com ben pi vero e pi utile, le scuole
o le epoche non di Pitagora, ma de Pitagorici,

facile vedere quali e quante esse siano , affine di por


gerne una storia la pi seguita e la pi compiuta che
sia possibile.

FILOSOFI ITALIANI

313

5 xgx.

Le epoche Pitagoriche o de Pitagorici si dedncono


dalla continuazione o durata della loro setta 0 scuola,

dei mutamenti ai quali essa soggiacque ne diversi


tempi. La durata della setta 0 scuola Pitagorica, ove
venga computata dallanno 584 avanti G. C., epoca
nella quale s incomincia dagli storici a parlare di
Pitagora, sino al quarto secolo dell Era cristiana in
cui sparirono del tutto i Pitagorici, sarebbe quasi di

dieci secoli. In tutto questo tratto di tempo iPita


gorici vantano tre epoche: a) dei Pitagorici anti
chi, o sia di quelli che vissero come contempora

nei 0 successori del famoso Pitagora supposto loro


maestro: questi sono quelli che precedettero all 0
limpiade xoa., o sia ai tempi di Aristotele (anni
372 prima di G. 0.); 6) dei Pitagorici medj, o sia
di quelli che vissero dall anno 372 avanti lEra sino
I

a tutto l ultimo secolo dell Era medesima; e) dei


Pitagorici nuovi o Neo-Pitagorici, o sia di quelli che

sorsero al principio dell Era e durarono per i pr'i


mi quattro secoli di quella. Laonde la prima scuola
Italica o Pitagorica regn con un tal nome anche

dopo che fu incorporata e trasfusa nelle Socratiche,


ed in quella singolarmente di Platone I.
x Il Meiners distingue i Pitagorici in quattro classi, se
parando quelli che furono propriamente contemporanei a
Pitagora e membri della sua societ , ed i quali vissero pri
ma dell Olimpiade 65.", da quelli che vennero dopo la cli
struzione della societ medesima , e che furono i successori

in alcune dottrine di pochi discepoli salvati dalla strage de


Pitagorici. Per tal modo egli fa sorgere i Pilagorici nuovi col

usnvssmm - m

27

314

SUPPLIMENTO QUARTO

I. Prr'scoarcx ANTICHI.

5 xga.
Il Tennemann nllesporre le speculazioni dePi

tagorz'ci antichi
88 , vol. I), r. non scerne le
legittime fonti delle false o spurie, mettendo allo
stesso grado di fede Aristotele, Giamblicoe Laerzio;
2. distingue le dottrine degli Eleatici da quelle de

Pilagorici, siccome due scuole diverse

97, vol.I),

mentre non ne formano che una sola ed identica si

per l origine come pei sistemi; 3.. aderisce alla falsa


opinione comune che i Pitagorici confondessero il

reale'coll ideale nella loro dottrina dei numeri presi


siccome principi delle cose

91, vol. I); 4. ap

pone ai Pitagorici il sistema dei sensi e dellespe


rienza, mentre essi sino dall antichit inclinaruuO
pi o meno al Razionalismo o Spiritualismo tempe
rato coll Empirismo. Perci il primo mezzo a retti

care cos gravi errori si quello di appurare le


mti legittime su Pitagora, o sia gli scrittori sinceri
e credibili intorno a siffatte dottrine I.
l ultimo secolo avanti 1 Era _. mentre il nuovo Pitagorixm0

non comincia che da Seslio e da Apollam'o nel primo secol0


di Cristo. V. Histoz're de l origine dei progrs et de la de
cadence des sciences dans la. Grce. Paris , an. vrr.

1 Questo lavoro di critica difficilissimo gi stato ese


guito dal Meiners nella sua Storia delle Scienze e della Gre'
ci; ml-n.. Egli ha fatto un vero processo agli scrittori

su Pitagora, ed ha preparato in tal guisa preziosi materiali


alla storia del Pitagarisrno.

FILSOFI ITALIANI

3|5

' 5 193.
.
Gli scrittori sul cos detto Pitagora si possono
partire in cinque classi. La prima _ di quelli che
precedettero ad Aristotele, quali sono tra poeti Jone
da Chio, Aristofane, Ami/are, tra i losofi Plato
ne, Aristippo, Eudosso, ,Metrodoro, e tra gli storici

Erodoto, Androne di Efeso, Anassimandro e Teo


pompo. La seconda di quelli a tempi di Aristote

le, come Aristotele stesso , Aristossene, Eraclide di


Ponto, Clearco, Dicearco, Ermippo, Zenone da Ci

zio e Cleante. La terza di quelli che furono nel


torno di Aristotele sino a tempi innanzi all Era cri
stiana , come Timeo, Sozione, Eraclide di Sempio
ne , Lica, Eratostene, Aristarco, Diodoro, Strabone,
Didimo, Filone, Cicerone ed i poeti Latini. La quarta

di quelli da quali s ignora l epoca, come Antifo


ne, Iosicrate, Ippoboto, Androm'co, Eudosso, Apol
lodoro l aritmelico e simili. La quinta di quelli
che vennero dopo la nascita di G. C., come Apol
Ionio di Tiane , Nicomaco, Moderato, Numenio, i
due Diogeni, Porrio, Giamblico, e lanonimo? di

Fazio. Tra tutti questi chi merita fede specialmente


Aristotele, siccome quello che espone le dottrine Pi

tagoriche da losofo, che fu riconosciuto per tale da


tutti gli scrittori, e che non ebbe mai alcun rimpro
vero di menzogna degli stessi Platom'ci suoi nemici.
Dopo vengono Platone ed Aristosserze,e singolarmente

il primo, e perch converso coi Pitagorici pi distinti


della sua et, e perch di alcuni riprodusse forse i
libri o le opere da esso acquistate. Tutti gli altri,
quale pi quale meno, sono sospetti di falsit o per

316

SUPPLIMENTO QUARTO

credulit o per mala fede. Aristotele poi la prima


fonte, la fonte legittima delle dottrine Pifagoriche, e
perch egli fu in caso pi di tutti di conoscerle ne loro
veri principi , potendole trarre dai Pitagorici contem
poranei, e perch le trasmise nella loro integrit e pu
rezza , anche quando le interpreta e suo modo pel
piacere di confutarle 1.
g 194.

Oltre agli scrittori o storici come fonti delle dot


trine Pitagoriche, abbiamo anche le opere originali
dePitagorici, la cui autenticit bisogna ristorare,
onde si prestino a tanto uilizio. Senza di che
falso e sospetto tutto quello che pu ricavarsi ezian
dio da queste. Le opere che si nominano come ori

1 Qui, com ben evidente, si suppongono intatte ed


autentiche le opere che corrono sotto il nome di Aristotele.
Il Meiners non cerca di legittimarle, lagnandosi solo che ne
siano andate perdute alcune. Nizolio, Francesco Pico e Pa
tn'zio le credono supposte per la maggior parte , ma Leib
nitz si fece a provare il contrario (V. Leibm'lz, Opera,
tom. 2."; e Agatopisto Cromau'ano, Della storia e dellindols

d ogni losoa, vol. 5. ). Sebbene non possano niegarsi la


dispersione e il disastro e alcune infedelt a cui soggia
cquero queste opere pel tempo , per le contraddizioni dei
traduttori Arabi e Latini e per l incuria de copisti, cion
nonostante non pu dubitarsi colle regole della critica eh
esse non abbiano il carattere dell autenticit. Questo carat
tere si deduce singolarmente dall impronta loro d un an
tico sapere, dalla loro concordanza colla storia e colle opere
di Platone delle quali parlano. Che se fossero anche apo
crife pel nome dell autore, sarebbero sempre autentiche co
me monumento antichissimo della Pitagon'ca losoa.

FILOSOFI ITALIANI

3|7

ginali Pitagoriche, sono: a) i versi dorati di Pitago


ra ,- 6) l opera di Ocello Lucano ,- c) ij'ammenti di
Epicarmo, di Timeo e di Arclzita , d) la raccolta
dei moralisti Pitagorici di Tommaso Gole dell an
no 1668. I versi dorati di Pitagora I non perven
nero a noi interi. Alcuni di questi versi apparten
gono sicuramente ad altri Pitagorici, poich. l indi
viduo dun tal nome non fu il fondatore del Pi
uxgorismo. Questi versi vennero in credito tra i su
perstiziosi iniziati ai'misterj e agli oracoli, massi
me negli ultimi secoli avanti G. C., e possono es
ser l opera di qualche Pitagorico di questi tempi.
La pretesa opera di Ocello Lucano non pu nem
meno appartenere ad un Pitagorico antico 2. Essa

I lo giuro per Colui che ha trasmesso alla nostra ani


ma il sacro quaternario. : Sorgente della natura e che ha

un corso eterno. : Tu conoscerai la costituzione degli Dei


immortali e degli uomini, n dove si estendono i vari es
seri , ci che li racchiude e li lega. : Tu conoscerai al
tresi, seguendo la giustizia, che la natura dell universo
ovunque simile a s stessa; che la razza degli uomini di

vina. : La sacra natura loro rivela i misterj pi recondk


ti. : Lasciati condurre sempre dallintendimento che viene
dallalto, e che deve tenere il freno . V. la traduzione di
Dacier nella Biblioteca degli antichi losofi, tom. 5.", p. 525.
a Opera di Ocello Lucano secondo la.traduzione della
bate Bulleux. Io chiamo universo o tutto il mondo preso
nella sua totalit. Esso chiamato cos , appunto perch

un composto regolare di tutto, un ordinato sistema perfetto


e compiuto di tutte le nature. Nulla fuori di quello. Se
avvi qualche cosa , compresa in quello: il tutto nel
tutto, il tutto col tutto , o come parte/o come produzio
27

3|5

SUPPLIMENTO QUARTO

pare scritta dopo Platone ed Aristotele. Limmu


tabilit dell universo dottrina dePlatonici. La de
rivazione della parola divino, il tutto sotto la luna
soggetto a perpetuo cangz'amento, la descrizione del
lordine del mondo dedotto dal moto dei corpi ce

lesti, sono insegnamenti che non potevano darsi, se


non da chi avesse letto dapprima gli scritti dAnas
sagora e di Platone. I ji'ammenti di Epicurmo non

sono Pitagorici, essendo incerto s egli fosse ascritto


a quella setta. Tutti gli altri jiammenli sono sospetti

pi o meno, oppure spettano a tempi posteriori agli


Eleatici, ad Eraclito e ad Empedncle. Quelli singo
larmente pubblicati dal Gala contengono dottrine
Aristoteliche e non Pitagoriche. Il Tmeo di Locri
credesi generalmente autentico, e non gi opera ori.

ne. Tutto ci che il mondo contiene ha relazioni necessa


rie con esso , ed il mondo non ne ha veruna con qualun

que altro essere. Tutti gli altri esseri sono costituiti in modo
da non bastare a loro stessi: eglino abbisognano d accor
darsi cogli altri. Ne hanno bisogno gli animali per respi
rare, l occhio per la luce, le piante per nascere e per mo

rire. Il sole, la luna , i pianeti e gli astri ssi, secondo le


loro particolari funzioni, sono subordinati all universale ar

monia. Posto che nell universo v ha generazione e causa


della generazione, e la degenerazione sta in quello che mu
ta , come la causa sta in quello che stabile in natura,
manifesto che il muoversi ed il fare convengono a ci che
causa della generazione, come 1 essere fatto o mosso
spetta a chi generato. Le divisioni stesse del cielo sepa
rano la parte impassibile del mondo da quella che muta
sempre. La composizione dei mondo comprende la causa at
tiva e la causa passiva .

FILOSOFI ITALIANI

3|g

ginale di Platone. La fonte legittima ed autentica


delle opere o degli scritti Pitagoric saranno sempre
i rammenti di Platone e. di Aristotele.
5 195.

A conoscere e ad esporre le vere dottrine loso


che dePitagorici non basta aver appurate le loro
fonti.
duopo altres distinguere le loro varie sette
0 scuole secondo le rispettive epoche; perocch tali
dottrine variarono in quelle. Leiscuole de Pitago
rz'ci o del Pitagorismo sono tre, al pari delle loro
epoche
191
La prima quella dePitagorici
primi 0 antichissimi, detti Itali, che si suppon
gono vissuti ai tempi di Pitagora e prima di Ari
stotele: questi diconsi Pitagorici antichi 0 primi
Pitagorici. La seconda di quelli che vennero dopo

Aristotele, e che toccarono agli ultimi anni pri


ma dell Era: e questi sono i Pitngorici medj. La

terza quella dei Pitagorici dopo 1' Era cristiana,


e viventi ne primi quattro secoli dopo G. C.: e
questi si appellano nuovi Pitagorici, neo-Pitagorici.
La prima scuola fu eccletica nel senso che abbracci
insieme il Razionalismo e l Empirismo. La seconda
inclin di pi all Empirism0 che non al Razionali
smo. La terza and al Misticismo o soprannatura
lism0. La prima comprende sotto di s, a) la scuola

de Pitagor'ici propriamente detta, e questa eccle


tica; 11) l Elcatica , c) I Empedoclea od Agrigen
tina ,' d) la So/istica o illegarica. L Eleatica e la

Sostica sono idealista , la Empedoclca sperimentale


od empirica. Ci che fa maraviglia si che la prima
scuola Pitagorica comincia con una specie d Eccle

310

SUPPLIMENTO QUARTO

tismo, il quale nell ordine cronologico comune dei


sistemi losoci dovrebbe essere l ultimo, e che insie
me a tutte le sue scuole contemporanee ha propo
sto ed esaurito tutto il tema della losoa sino ai
conni della pi elevata speculazione. Quanto al suo
Eccletismo dedotto dai frammenti che rimangono,

bisogna supporre degli antecedentialla scuola primis


cima Pitagon'ca. Questi antecedenti esistevano forse
nella losoa Etrusca o nei libri Pitagorici primis
simi che per la somma vetust andarono perduti.
Quanto alla proposta e all esaurimento di tutto il
tema della losoa, convien dire che la scuola Pi

tagorica antica fu molto profonda ed eminentemente


losoca. Del che si avranno prove nel vedere eh essa

imitato e riprodotta ovunque in tutti i secoli della


losoa. Questa supremazia eh essa ottiene non
dovuta soltanto allingegno acutissimo de primi suoi

istitutori, ma eziandio alla priorit del tempo. Chi


il primo a scoprire in ci che ha limiti nella sco
perta, deve necessariamente prevenire e tirare con s

tutti gli altri.


a) Iran 0 PITAGORICI ANTICHI. - Eccurrrcr.
g 196.
Il punto di vista fondamentale degli Itali 0 Pita

gorici antichi si quello dello Spiritualismo basato


sulle nozioni pi astratte intorno al principio o al
l essenza delle cose tanto corporee, quanto.int:orp0
ree. Donde poi il loro Eccletsmo, massime nel me
todo, pel quale dalle cose stesse sensibili cavarono

FILOSOFI lTALIANI

32|

fuori il pi alto Idealismo, siccome si osserva negli


Eleatici. Questa vista fondamentale o questo loro Spi
ritualismo si raccoglie principalmente dalle famose
dottrine: a) sui numeri ,- 1)) sulle contrariet , o) sul
l anima e sulla metempsicosi; d) sul mondo, sul
bene, sul male, sulla giustizia 0 sul tagliente. Que
ste dottrine formano come un saggio della losoa

si teoretica che morale degli antichi Pitagorici._Que


ste dottrine accompagnate dal simbolo o dal misterio

dei numeri stessi diedero origine tra i Pitagorici


alla distinzione tra la dottrina esoterica ed acron
matica della scuola di Pitagora. Se queste dottrine

siano in tutto od in parte de Pitagorici antichi, co


me debbano essere spiegate ed intese, ci che si
viene dichiarando neseguenti paragrafi I.
5 I97
Gli antichi Pitagonci, imbevuti com erano della
scienza matematica, considerando che i numeri sono
anteriori alle matematiche stesse, che hanno tutta

l analogia s colle cose gi create ed esistenti, come


con quelle che si fanno 0 si creano, che sono su
scettivi della passione e della ragione, al punto che
tutte le cose possono paragonarsi con essi, e che i

numeri primi i quali entrano come elementi in tutta

1 Qui si omettono le altre dottrine Pitagoriche sul nu

mero quadernario o ternarie, sui demonj, sui misteri e sulle


puri/icazioni _. poich queste appartengono alla morale asce
tica de nuovi Pitagorici. I passi di Aristotele, che ragguar
dano le dottrine degli antichi Pitagorici, verranno citati di
mano in mano al proprio luogo.

322

SUPPLIMENTO QUARTO

la natura, lo sono pur anco da7 numeri stessi,ven


nero nella sentenza che quelli fossero eziandio'gli
elementi 0 principj di tutti gli esseri, Onde tutto il
cielo era un armonia od un numero. Quindi gli an
ticlu' Pitagorici raccogliendo ed applicando tutto quello
che poteva esservi di consonante e di analogo tra i
numeri e le armonie e le passioni e le parti del cielo

e dell universo, porsero di quest ultimo un siste


ma compiuto e perfetto col loro Decennario o colla
Decade di Alcmeone : il Finito e lInnito, il Pari
_e l Impari, 1 Uno e il Pi, il Destro ed il Sinistro,
il Mascolino ed il Femminino, la Quiete ed il Mo
to, il Retta ed il Curva, la Luce e le Tenebre, il

Bene ed il llalc, il Quadrato ed il Pi lungo 11 uno


delati. Perci anche le umane cose venivano per essi

distinte in due contrariet, non ristrette alle sopral


legate, ma a tutte le possibili, siccome il Bianco ed

il Nero, il Dolce e l Amaro, il Piccolo ed il Gran


de. Il numero di queste contrariet era indetermi
nato , n potevasi comprendere che da tutti quanti
ne avessero scritto; come pure era assai indetermi

nato il modo col quale esso venivano applicate. Gli


antichi Pitagorici poi insistendo sempre nella loro
dottrina sui numeri come principi od elemeriti delle
cose, riferivano persino la virt e la giustizia a quel
li, dicendo che la giustizia era un numero pari,
che il male era l innito ed il bene il nito, che
il tagliano era il diritto, essendo giusto che ognuno
sofferisse quellev cose oh egli ad altri avesse fatto pa
tiro. Quanto all anima, taluno di essi la poneva in

alcune particelle sottilissime (ramenta) che sono nel

FILOSOFI ITALIANI

ana

l aria, ed altri, come Timeoed Alcmeone, in ci


che si muove da s. Alcmeone la riconosceva come

immortale, perch simile alle cose immortali le quali


muovousi continuamente. Rispetto alla metempsicosi
gli antichi Pitagorici nient altro affermarono, se non
che la semplice possibilit che qualunque anima po
tesse entrare in

qualunque corpo l.

r |. Dottrina dei numeri (AristoL, Melaphysic.,lib. l , ca


pul 5.): Inter ho: vero et ante istos qui appellati Pytha
goricia primi mathematicis operam dederunt, illos prpone
bant , et in eis nutriti, eorum principia enlium quoque cun

claram esse pularunt principio . . . Cum itaque ctera qui


dam viderentur in omnibus numeris assimilari, numeri vero

totius nalur primi numerorum elementa, quoque cuncto


rum elementa esse pulzziruuta totumque clum harmoniam
et numerum esse .

mo Dottrina sulle contrariel z

Fiuitum ,

innitum:

Impar .
Unum ,
Dextrum,
Meaculinum,

par t
plura :
sinistrum :
fmininumz

Quiescens ,

motum :

nactum ,
Lumen ,
Bonum ,

curvum :
tenebras :
malum z

Quadratum
longius altero latere.
quemadmodum etiam Alcmeo Crotoniates putasse vide
tur: et aut iste ab illis (Pilagorci ), aut illi ab iato hanc
mutuati sunt opinionem . . . Asseruil tamen islis similiter . . .
Pytllagorici vero quot etiam et quae sunt contrarietales a3
seruerunt. Ex ambobus igitur his tantum accipere est, quod
contraria principia entium sunt. quot autem et qu illa sint ,

ex cteris solum. Vernm quomodo illa ad dictas causas ap


plicemur , clare quidem ab eis non est determinatum: vi

324

SUPPLIMENTO QUARTO

g 198.
La dollrina dei numeri degli antichi Pitagorici non
dentur tamen et in materi specie ponere elementa. Ex his
enim, tamquam intrinsecis constare ac fingi substantiam.

5. Dottrina sul! anima. (ArisL, deam'ma, lib. 1, caput l I):


Timaeus naturaliter ostendit animam movere corpus . . . .
videtur autem et in Pythagoreis dictum eamdem habere senc
tentiam. Dixerunt enim quidam ipsorum animam esse qu
sunt in aere ramenta: alii autem has movens , animam esse

quod se ipsum movet. videtur hi omnes existimasse motum


maxime proprium esse anima, et alia quidem omnia mo

veri propter animam , ipsam autem a se ipsa. Alcmeo dicit

enim ipsam (aru'mam) esse mmortalem, propterea quod as


similatur immortalibus.
4. Dottrina sulla virt e sulla giustizia cArisLp Magn.

lilaralu lib. l et xv, caput 1 et 54) z Primum igitur Py


thagoras de virtute dicere adgressus est; sed non recte. vir
tutes siquidem ad numeros refereus, non convenientem vir

tutibus inquirendi rationem iniit. neque enim justilia est


numerus par, id est conflatus ex duobus paribus numeris ,
quoniam alter per alterum fuerit multiplicatus. . . Malum
enim est inniti, ut Pylhagorici conjectabant, bonum autem
niti . . . recte agere uno vero modo tautum liceL Est vero

etiam talia jusz non tamen ut aiebant Pythagorici; rati nam


que illi sunt iustum esse, ubi qu quis effbcisseb eadem es
sent tali-onis vicejrenda; quod erga omnes non est idem.
5.D Dottrina sulla melempsicosi (De anima, caput_1 et
5)=Hi autem solum conantur dicere quale sit anima , de

susceptivo autem corpore nihil amplius delerminant , tam


quam possibile sit secundum Pythagoricas fabulas quamlibet

animam quodlibet corpus ingredL similiter itaque dicunt at.


que si quis dicat Tectonicam in stulas ingredi: oportet
Aenim autem quidem uti nstrumentis, animam autem cor

pore. videtur enim unumquodque proprjam habere spe

ciem et formam.

FILOSOFI ITALIANI

335

cos facile ad essere intesa. La loro ordinaria inter

protezione porta all errore. Con siffatta interpreta


zione appoggiata alla pura corteccia delle parole usate
da Aristotele si pretende cheglino prendessero i nu
meri per lecose, lideale pel reale
9:, vol. I).
In verit che non si saprebbe come accettare una
tale interpretazione, 1. pel manifesto ed aperto as
sardo; z. per la poca ducia che devesi avere
in Aristotele non-come storico, ma come critico;
3. per I autorit di altri che danno una ben di
versa signicazione ai numeri Pitagorici. La confu
sione degli elementi reali delle cose coi numeri astratti

e puramente ideali un equivocamento cos ridicolo


e contrario al buon senso, un abbaglio cos materiale

e grosso, che non poteva cadere nella mente degli


antichi Pitagorici vcnerati per la loro sapienza dai
Greci e dai Latini, da Platone e da Aristotele che
va glorioso ad ogni tratto di citarli e di segnitare
le loro opinioni. E come mai i'nnmeri possono es
sere gli elementi 0 i principi reali delle cose mate
riali, essi che non hanno veruua realt? Egli ben
vero che nella natura delle cose entrano i numeri;
ma questi rappresentano la quantit non come ente
od elemento, sibbene come relazione. Le forme stesse
geometriche delle cose non rapportano che le- va
rie disposizioni o termini della loro gura. Dunque
assolutamente assurdo il prendere le parole di Ari
statale alla lettera, supponendo i numeri principi
ed elementi reali di tutte leose. Quando vi

assurdo nell interpretazione letterale, bisogna ricor


rere subito alla mentale o razionale. D altra parte
rennezvuum m

28

326

SUPPLIMENTO QUARTO

non questa la prima volta che Aristotele, dopo


aver fedelmente esposte le dottrine Pitagoriche, tolga
ad interpretarle assai stortamente per poterle confu

tare come gli talenta. Ch anzi alcuni passi di Ari-

stotele medesimo farebbero vedere eh tagli a bello


studio prese a sghembo' il sistema de nuineri Pita
gorici, onde poterlo accusare d errore. Questi passi
sono: Cum autem in numeris plnres sint simili

tudines tum ad existentia, tum ad ca quae unt. :


Cum itaque caetera quidem videantur in omnibus nu
meris assimilari.
Et illa quidem quae de numeris

et harmoniis consentanea passionibus et partibds caali


ac universi. : Dico autem velati, quoniarn denarius
perfectus_ esse videatur, totamque numerorum nato
ram coinprehendere, ideo et ea qua; in coelo for

mantur, alecem esse ajunt . L intero contesto di


questipassi neouali Aristotele parla dei numeri de

Pitagorici per bocca loro, mostra) apertamente che


essi ammettevano i numeri come elementi 0 prin-'

cipi delle cose per la semplice rassomiglianza o simi


litudine loro con quelle, ma non mai perch. li re
putassero per natura elementi 0 principi reali. Ci
afferma soltanto-Aristotele, allorch parla per pro

prio conto e come critico. Quindi stando anche


alle parole adoperate da Aristotele come espositore
della dottrina dei numeri Pitagorrici, non potrebbe

accogliersi la stranissima interpretazione, eh essi fos


sero proposti come principj od elementi reali di
tutta la natura anche sica. Oltraci Aristotele, al
lorch parla in un altro passo, come a ricpitolazioue
dell anzidetto sistema, dei due principi de Pitagorici,

EILOSOFI ITALIANI

327

cio dell Innito e dell Uno come sostanza delle


cose, aggiunge che quest Uno non il matematico

o il numero comune, ma l elemento generatore delle.


cose, che i numeri de Pitagorici non sono i mate-Y
matici, perch le loro Unit, fuorch il primo Uno,
avevano grandezza ed erano inerenti nelle. cose sen

sibili I. Perci secondo Aristotele medesimo sarebbe


vero che i numeri Pitagorici erano qualche cosa di
sussistente e di reale, e non di puro ideale, e con
seguentemente- diversi nell intrinseca loro natura dai

numeri comuni o matematici, ondegli li dice ideali


per distinguerli dai matematici. Per ultimo Aristotele
stesso in parecchi luoghi si contraddice apertamente
con sai-medesimo. Il primo luogo si quello nel
quale asserisce tutti i losofi che si posero a trovare
la causa o la sostanza del mondo, essere stati me
diocri usque ad Italicos 2. Il secondo . quello in cui
facendo il confronto tra il Sistema di Platone e. quello
dePitagonci, soggiunge che le cose per questi erano

enti, imitazione numerorum. Il terzo dove conferma


che i Pitagorici dicevano n pi n meno dei corpi
sensibili di quello che dicessero dei corpi matemati

ci. Il quarto quello col quale conchiude la tavola


di Alcmeone, affermando eh eglino sembravano porre
gli elementi in materia; specie, la; quale non poteva
essere certamente i numeri comuni o matematici.

I V. Arislotel., lib. xxu, caput 6 et 7.


a Metaphys., lib. xm , capnt 4: Usque ad Italicos igitur

et absque illis catari mediocrius de eis (cio degli clemen


ti) dixerunt .

3a8

SUPPLIMENTO QUARTO

9 199
.A questo s aggiunga lautorit di Platone, di Mo
derato, di Nicomco e di Gerdil, i quali mostrano
la necessit di dover intendere i numeri Pitagorici

non come principj od elementi reali delle cose, ma


come segni o simboli soltanto di quelli. L autorit

di Platone 'soccorre a tale intelligenza in due modi:


a) colla dottrina _delle idee; 6) colla giusta interpre
tazione del Timeo-e del Pannenide. Le idee di Pia
ione (1304; o _snw;) come esemplari, modelli 0 tipi
delle cose, paradigmi o monadi, specie o rme, in
quanto sono inerenti nelle cose stesse sensibili, e non

gi distaccate come supposero _Speusippo ed Aristo


tele, e con questi quasi tutti i Peripaftelici, nel qual
caso soltanto si possono dire con Aristotele, jvole,

vaniloquj, o metafre poetiche, non sono altro in

effetto che _i numeri Pitagoricz', essendo ambedue


immutabili, universali, oltre alle cose sensibili, ma
non vere sostanze. Quindi come tali venivano a guisa
di segni o simboli a rappresentare alcun che di reale
ed incorporeo che fosse sempre lo stesso, e che con
tenesse le causeod i principj delle cose 1. Inoltre
1 Che questa sia la genuina dottrina delle Idee secondo
Platone ed i Platqnici; antichissimi , pare cosa indubitata per
l autorit del Meiners e del Conti che s occuparono spe

cialmente della vera loro signicazione ed interpretazione.


Il Meinersdice che la dottrina delle idee come sostanze , e

come qualche cosa (1 intermedio tra l oggetto percepito ed


il soggetto percipiehte, non sembra essere n di Platone, n
de Plalonici antichi. Aristotele dichiara che

Platone am

metteva 1. i sensibili, a. le forme, 5. i numeri, 4. le idee

FILOSOFI ITALIANI -

329

nel Timo si vede che Platone adopera i numeri Pi


tagorici lineari, piani e solidi, come simboli o segni
delle cose, in quanto si pone il quadernario come

Corrispondente a tutta la pienezza del mondo, e tale


da riempiere' il decennario coll uno, col due , col
tre , di comprendere le consonanza musicali, la so
stanza, la qualit, la quantit ed il moto: laonde
Ficino nel compendio del Timeo ebbe a dire che
l autore dello stesso Timeo non prendeva queste cose
matematiche per s stesse, ma per le cose naturali
che sotto loro si nascondevano 1. Cos nel Parme

come modelli, tipi o specie, e perci dispogliate d'una real


natura ed esistenza. Il Meiners poi deriva la causa del
1 opinione sulle idee Platoniche come esseri o sostanze per
s stesse dalla falsa interpretazione delle parole aamz; raz
xar s; non !_8; opta; usate da Aristotele, colle quali egli

non volle
certamente
signicare
le sostanze,
ma alla
le idee
astratte
le le
loro relazioni.
V. Meiners
, tam. 4.
no
ta 146. - Labate Conti nella sua illustrazione del Parme
nide dimostra con molto intendimento che-il Fcino ed il

Serano svisarono di posta la dottrina delle idee di Platone


col supporle separate dalle cose , mentre Platone in questo
dialogo, lungi dal disputare a sostegno di queste , le riuta
manifestamente col combattere i sosmi e i dubbi di Socrate
in contrario. In questo dialogo dice Platone che supposte le
idee separate non si pu pi spiegare com esse partecipino
delle cose, e che con esse si va al progresso innito. V. Dis
sertazione preliminare all'llluslrazione del Parmenide. - Con
tale dottrina delle idee Plotoniehe, non s accorda punto
quella che espone il Tennemann al 2 152 , vol. I.
1 n Quoniam vero Pluto mathematica base non propter se

in ipse quidem, sed propter naturalia hic accepit. HA'S pt89


28

530

SUPPLIMENTO QUARTO

nide, che il vero trattato delle idee. 'Platoniche,

anzi che riconfermarsi l esistenza delle idee separate


delle cose, essa decisamente impugnata coll idea
dell Uno come segno o simbolo dell Essere o del
1 Ente in s-, sicch a tale rispetto indubitato che
alle idee, Platom'che accoslandosi i numeri Pitagori
ci, non possono a meno di essere segui o simboli

si quelle che questi. Se non che l autorit di Pla


tone somma su questo punto. Egli segu dappres
so, anzi s appropri. le dottrine Pitagorche, non
iscambiandone talvolta che il nome, come avvenne
per" riguardo aile idee. _Se egli adunque usa inumeri
e le idee come segni o simboli, egli questo un

grande. indizio che i Pitagorz'ci antichi noli confonde


vano per quelli il reale coll ideale ,_ la cosa espressa
col segno, la similitudine colla sostanza '.
termissis consideremus breviler quiz polissimixm natura: m)
steria per mathematic_as imagines subinlelligat . V. Ficino, opera
Platonis.
1 Il Parmenide si vuole opera Pilagorica, anzi del Pita
gorico d un tal nome. Nel Parmm'de come trattato compiuto
intorno alle idee si propongono e si sciolgono queste qui
slini: i. se esistano le idee ; 2. quali siano idee e quali
no; 5. quale la loro forza; 4. com esse partecipino delle

cose. Sull esistenza delle idee Parmenide parlando a Socrate


dice: Videntur ne tibi _. ut aiebas , species quaedam exi
stere et ca quum illis participant'? . . . Uuum ergo idem in

moltis seorsum positis totum simul unum erit, atque ila


ipsum a se ipso seorsum exislet? Utrum de iis eliam du

bitasti, Socrates: qua ridicula forte; quis putet . . . cujusque


separata specie: num ambigis utrum poneuda sit? Aliquando
me olim ea eogitatio perturbavit , ne quid forte si: de om

mosorx npu.um

33.

5 200.
Anche i nuovi Pitagorici, come Moderato ed al
tri, concorrono nell Opinione che i numeri Pitago
rici altro non fossero che segni o simboli. Mode

rato che fu tra primi ad ispiegare le idee,Platoniche


mediante l aritmetica, dice espressamente che i Pita

gorici si servirono de numeri, onde esprimere i loro


principi intorno alleessenze delle cose; poich. altri
menti siffatti numeri non avrebbero avuta alcuna signi
cazione. All opinione di Moderato soscrissero Plutar

00, alcuni Padri della. Chiesa, Nicomaco che estese i


detti numeri come segni a rappresentare le cose pi
dissomiglievli, Giamblico nella spiegazione dei numeri
di Ipp'asoe di Filolao, Jerocle nella dimostrazione della
Divinit da esso chiamata il numero dei numeri, Eu

doro che intende l v al modo diNicomaco, Gio


vanni Filossene il quale afferma che i nomi demoni,
anime da Pitagorici, bisogna prenderli in un senso
allegorico , e come .le favole de poeti '. Finalmente
l abate Conti, tanto stimato come illustratore del Par
menide, conviene che i numeri Pitagorici essendo uni

versali al pari delle idee, furono adoperati quali se


gni delle cose: laonde Pitagora affine di simboleg

nibus idem: postqriam vero paulisper institi , inde discessi,


meuens ne in prqfundnm delirationem nrersusjrte pen'nem u.
Queste parole provano quanto le idee PldlltiC/l siano lon
lane dalla supposizine che esistessero come separate dalle
cose. Se ci vero, ben intesa dall universale la dottrina

delle idee innate di Platone?


1 V. Marinara, tom. 1.", p. 356, e nelle note al mm. 11.".

332

SUPPLIMENTO QUARTO

giare i due principi dellecose, la materia e la'ir


za, i denot col numero due 1.
5 nor.

N collinterpretare i numeri
quai sem
vplici segni o simboli, e non giPitagorici
come principj
ed

elementi reali delle Cose, distruggesi l autorit di


Aristotele, sulla quale fondata principalmente la

storia autentica delle dottrine de"Pitagorici anti


Chi, oppure si va contro al senso chiar
o e pesi
tvo delle_sue parole, sulle quali non pu aver luo

go una diversa intellignza , o si contraddice all au


tot-it di Bruelcero, di Vico e di altri, i quali di

chiarano perle meno incomprensibile la vera dot


u-ina dei numeri Pitagorici. Aristotele qui contrad

detto non come storico, ma come critico; anzi tale


interpretazione cavata dal complesso delle parole

adoperate da lui medesimo come espositore della


dottrina dei numeri Pitizgorici. Che se egli pecca

come critico, ritiene per tutta la sua autorit co


me storico. Altro 1 essere fedele espositore d un
o il prenderlo a proprio ta
lento onde poterlo confutare. D altronde fermati

duci alle parole di Aristotele si-comprerzde eh egli


stesso dichiarando ideali i numeri Pitagorici, allude
a segni od asimlaoli di cose reali, ma non sensibi
li. Finalmente 1 allegata ~incomprensibilitar dei nu
meri de Pitagorici asserita e non provata ,

un

modo di dire che esprime soltanto la difficolt,

ma non gi i impossibilit di poterli deciferare: e


I
\

-\....\
I V, Illustrazione del Parmenide di Platone, pag. 18.

FILOSOFI ITALIANI

333

per quanta fosse l autorit alla quale vuolsi- appog


giarla, essa non pu sussistere n a fronte della da
tane spiegazione od interpretazione , n a fronte di
un altra autorit ben pi grave ,# qual quella di

Galileo, il quale non credeva in veruna maniera che

i misteri onde Pitagora e la sua setta avevano in


tanta venerazione la scienza de numeri , fossero le

sciocchezze che vanno per la bocca e per le carte


del valgo 1.
5 20:.

Posto che i numeri degli antichi Pitagorici non


erano che segni o simboli, essi dovevano naturalmente
esprimere qualche cosa, od avere il proprio oggetto

rappresentato. Tale oggetto dedueesi dalle analogie


dei numeri indicate espressamente da Aristotele, e
per le quali i numeri vennero assunti a signifieazione

degli elementi 0 prihcipi delle cose. Quest. oggetto


non pu essere che il primo, 17 anteriore 0 il_prin
cipio, l universale, l immutabile, il necessario, o-sia

l7 ideale oltre alle cose sensibili, sebbene inerente an


che in quelle, il soprassensibile, l incorporeo, l as
saluto. Quindi inumeri Pitagorici detti idee da Pla

torre non erano altro che i segni destinati a simbo


leggiare il Noumeno,.l Ideale o lAssoluto, o'sia
l Idealismo o Spiritualismo con forme non sensi

bili , che sono uttuanti e mobili, siccome diceva


Eraclito, ma necessarie, universali, ed astratte o idea
li, come sono i numeri. Quindi i segni o i simboli

erano in una perfetta correlazione coli oggetto rap


1 V. Galileo_Galilei, Opere , vol. u. Milano, 1811.

334

SUPPLIMENTO QUARTO

presentato o- signicato. Questo Idealismo o Sopras


sensibilismo de Pitagorici antichi era reale ed 0g
gettivo, e non totalmente soggettivo o separato dalla

realt, donde il carattere e la tendenza universale e


costante della scuola Italiana ad uno Spiritualismo
sostenuto dallEmpirismo e dal Razionalismo ad un
tempo, e perci senza gli inconvenienti delle mo
derne scuole Idcalistiche o Razionali.
5 203.

Non sono cosi difficili ad intendersi, come quella


dei numeri, le altre dottrine antiche Pitagoriche
delle contrariet, della .metempsicosi, del mondo a

della giustizia ode] giusto. La contrariet degli an


tichi Pitagorici non la vera contraddizione, onda
data una cosa si escluda necessariamente la sua op

posta. Allora siccome essi facevano entrare le con


trariel_ quali elementio principi nella formazione
delle cose, cos sarebbe stata impossibile una tale for
mazione. Per contrariet i Pitagorici antichi inten

devano pertanto quella per la quale uno contiene.ia


negazione o privazione dell altro : laonde, dato un

principio od elemento, venivasi subito a trovare


quello nel quale esso mancava. Perci dato per essi

il destro, veniva questo meno nel sinistro; data la


generazione, estinguevasi questa nella distruzione. Si
mili contrariet Pitagoriche non potevano mai _tro-'
versi ad un tempo nel medesimo soggetto. Esse erano
applicate ora come qualit e sostanze , ora come prin
cipi di creazione o composizione, ed ora come prima

cipj puramente dinamici o_si_a come forze , ed ora

come principi sici e materiali. I Pitagorici davano

FILOSOFI ITALIANI

335'

la pref'erenzaalla contrariet del Dispari, corn era

il Ternario od il Tre, ed al Finito piuttosto che al


l Innito, a cagione che lIn/inito era per s inde
terminato; e 'pare che eglino riponendo il principio

o l efficienza di queste contrariet medesime in una


specie di materiale stimassero suscettive. di quella
forza compositiva o distruggitrice della quale difet
tano per loro stessi i-contrari. Sicch. pare indubi-.
tato che per loro il sistema dell universo fosse creato

e diretto delle contrariet. Laonde prescindendo dalla


loro decade o classicazione delle contrariet ridotte

a dieci, nella quale pu esservi pi o meno darbi


trio, pi o meno-diversit'e giustezza, come pure dal
modo di applicarle e di definirle come enti reali. e.
sici,
sicuro chedelgliprincipio
antichi delle
Pitagorci
sono estati.
i primi iscopritori
direnze
dei
contrarj, che ebbe poscia una cos, estesa applicat
alone nella losoa ed in tutte le altre scienze.

s 204.

Gli antichi Pitagorici dopo aver denita l anima


come un moventesi da s e come un motore di tutte
le cose e del corpo col quale trovasi unita, dando
con tal moto un idea sublime e grandiosa della

somma attivit di quest essere nobilissimo , indaga


rono la sua creazione o destinazione o le metamor
fosi a cui va soggetto. Fu quindi opinione oh essi

fossero seguaci del sistema della metempsicosi anche


per la relazione ed analogia tra il Pitagorismo e-la
o

losoa Orientale od Alessandrina. Ma sopra ci ovvi

motivo gravissimo di dubitare. In primo luogo Erode


io, come si gi avvertito (5 180-197) parlando della

336

'

SUPPLIMENIO QUARTO

dottrina della migrazione- delle anime usurpata come


propria da alcuni Greci oh egli ben conosceva, non no

mina n Pitagora n i Pitagorici . Insecondo luogo


Aristotele, che riferisce i pensamenti de Pitagorici su

tale argomento, altro non dice se non che essi cre


devano essere create le anime umane allo stesso tempo
del corpo, e dover vagare dopo morte sotto forme
corporee per l aria : con che si escludeva per una
parte il sistema emanativo delle anime sul quale fon
dasi la metempsicosi, e per l altra) rendevasi im
possibile il loro passaggio da un corpo all" altro,
senza dei quale non poteva darsi migrazione o me
tempsicosi. In terzo luogo il passo stesso di'Arist0

tele nel quale egli cita le favole"Pitagoriche, sol


tanto ricorda che secondo tali favole un anima qua
lunque potevasi unire con qualunque corpo : il che
signica la pura. suscettivit o capacit delle anime

all unione col corpo, e non mai la loro metmpsi


cosi 2. In quarto luogo la metempsicosi della quale
si fa cenno nel Timeo, non altro che una vera

allegoria (lell immortalit, come avverte anche Bru


ckero 3. Per ultimo, egli certo che la metempsioo'
l Hanc rationem (metempsicosi) sunt e Graecis qui
USi'paverint tamquam suam ipsorum , alii prins .. ali P
stenus. Quorum ego nomina sciens,non dueo scribendl "

V. Erodot., Euterpe, lib. u..


"
2 De susceptivo autem corpore nihil amplius determi
mm , tamquam possibile sit, secundumfabulas Pylfaf''
l-F. quamliliet animam quodlibet corpus ingredi - Ari-L

de dm'mdu lib. I , caput 7.


3 V. Timeo di Platone. -Bruckera, voi. vx., Appendittde

FILOSOFI ITALIANI

337

al modo Orientale non appartiene ai Pitagorici anti


chi, ma ai nuovi, tra i quali venne innestata mediante
il mescolamento delle dottrine Egizie ed Alessandrino

colle loro. Perlocch devesi considerare come sospetto


di falsit tutto quello che vanno discorrendo Diogene
Laerzio e Porrio intorno alle varie trasmigrnzioni
Omo tempsicosi come sistemi di Senozne, di Eraclito,
di Dicearco e dell antico Pitagora.
5 205.

Le idee degli antichi Pitagoriti Eccletici intorno


al mondo o alla cosmologia, ovvero alla materia, si
ricavano particolarmente dal Timeo di Platone '.

Due sono, dice Timeo, le cause di tutte le cose, la _


mente ondesse nascono, e la necessit onde esistono

con date forze o facolt ne corpi. Il principio di


tutte esse per Dio. Tutte le cose si partono nel
l idea, nella materia, nel sensibile. Lidea o la mente

immutabile rma od esemplare delle cose sempre

Senta Italica nel quale cita S. Clemente Alessandrina, Simone


Pelloulerio e Gerdil come increduli nella metempsicosi cos
detta Pitagorica. Inoltre se fosse vero, come dicono alcuni,

che Pitagora cd i Pitagorici antichi ammettessero una palin


genesi dell anima , o sia una nuova vita , sarebbe stata as
solutamente impossibile per essi l idea della metempsicosi.
1 Nel Dialogo di Platone, Timaaus vel de Natura, Ti
meo stesso che fa da maestro intorno alle cose naturali , e
Socrate da ascoltatore: questo dialogo si crede un commento
di Platone sul trattato De anima mundi di Timeo Pitagori
cc, oppure lintero suo scritto pubblicato per cura di Pia
tone. H Serrano, traduttore e commentatore di Platone, lo
vuole autografo.
_
raunszu.tru - m
29

338

SUPPLIMENTO QUARTO

fluttuanti e mutabili. La materia innita e eter

ne. Il sensibile siccome il parlo della mente 0'del


l idea come padre, e della materia immobile e sem
piterna come madre. La forma, cio l idea, si cono
sce colla mente 0 colla scienza, la materia con una
specie di raziocinio, il sensibile o il fatto col senso

o coll opinione. Prima eh esistesse il cielo erano la


rma, la materia e Dio. Dalla materia egli trasse
la natura o il mondo, riducendolo all ordine o ad

una forma certa e determinata tra le innite sue mo


dicazioni: fece il mondo perfetto, perch lo sono
i corpi. Gli elementi del mondo si contemperano tra
loro in una giusta proporzione, i cui articoli sono
i numeri, e donde l armonia. Dopo la creazione del
mondo venne quella dell uomo con un anima in
parte razionale ed in parte irrazionale. Queste due
parti dell anima hanno la lor sede intorno al capo
0 al cervello, ed essa ha come la virt di passare
liberamente e spontaneamente in vari corpi. Laonde

in questo trattato dell anima del mondo si va dalla


natura a Dio, ed in esso la materia non che lo

strumento all azione 0 potenza della Divinit. Quindi


se in esso da riutarsi l eternit della materia ed
una specie di fatalismo, si scorge per l idea degli
antichi Pitagnrici di un Dio o duna prima Monad
creatrice ed ordinatrice (Deus opi/x) congiunta col
litnpossibilit della materia di ordinarsi da s, e
coll esistenza dell anima come intelligenza, e dell'ar
monia del mondo espressa dell armonia o propor

zione. Ci che difcile a capirsi, si la materia


sempiterna o prima di Timeo e degli altri Pitago

FILOSOFI ITALIANI

339

rici antichi detta M, per la quale non intendesi la


materia in s stessa, ma nella sua forma. Essa chia

mala da Timeo stesso ora simulacro o specie invi


sibile, ora seno informe e capace di tutte le jrme,
ed ora natura, potenza, madre del mondo, nutrice,
soggetto; ricettacolo, luogo delle forme .
5 206.

Gli antichi Pitagorici non s occuparono soltanto


dei numeri, dell anima e del mondo, ma sopram
modo della giustizia 0 delle cose morali. Aristotele
per, oltrech frantende la loro dottrina morale, fa
loro colpa di riferire le virt ai numeri. La morale
degli antichi Pitagorici non bisogna dedorla n da
-.gli opuscoli gi citati del Gala (5 205 ), n da
quelli che recentemente si conoscono siccome una
loro traduzione 2:, poich in tutti questi, lungi di
avere le morali dottrine degli antichi Pitagorici ivi
nominati Ipotamo da Torio, Enrico, Iparco, Tea
ge, Archita e Polo, non si rinvengono che opinio
ni e massime Aristotelichc avvalorate dalla poca
1 Timaeus, de Natura, lib. 5a.-Platanis, Opera. Non si
d il sunto del frammento di Ocello Lucano, de Universi na
tura, interprete Lodovico Nagarola, 1596 , e pubblicato tra
gli opuscoli di Tommaso Gale (Opuscula mythologica, phy
sica et ethica ), perch, secondo alcuni, identico col trat
lato di Aristotele, De orlu et interitu, oppure coincide colla

dottrina di Timeo sulla materia: perlocch si ebbe ragione


di dichiararlo sospetto per l autorit anche di Meiners

( I94 ).

2 L antica morale losoca. Opera raccolta e pubblicata


per cura di Giandomenico Romagnosi. Milano, 185: , in 8.".

340

SUPPLIMENTO QUARTO

fede che meritano in proposito Stobeo e Giambli


co I. Quindi, traendo invece tali dottrine morali da
Aristotele che si fa a combatterle, vedasi che i Pi
tagorici antichi reputavano il male tenere dell in

nito, ed il bene del nito, attesoch il bene non


pu operarsi che ad un modo ed il male in tante
guisa: onde l uno era per loro difficile , quanto era
facile l altro. Per la qual cosa, siccome i Pitagorici
nel loro sistema delle contrariet, preferivano il
nito ali innito , l unit come ne od elemento della
maggior perfezione, cos il bene era ai loro occhi il

perfetto od eleggebile. Per essi poi la giustizia 0 il di


ritto altro non essendo che la famosa legge del taglione

(re avn'rEpovaq, retaliatz'o dal verbo retalio, compen


sere) fondata sul principio : Si contra passus fuerit

quod fecerit, idem judicium piane rectum , : Ari


stotele si studi al solito di dimostrare tutta lin
convenienza tanto col diritto distributivo, quanto
col diritto emendatore e punitiva, sostitnendovi la
propria della mediocrit fra due estremi, ma egli o

ha franteso 0 non volle capire il grande principio


dell ugualit che formava una cos fatta giustizia,8
del quale il taglione non era che un applicazione,

sebbene mostr di appropriarsela in qualche pl"


te, quando venne a riporre la giustizia in un mazzo
equidistante dagli estremi, il quale non poteva sussi
stere, n idearsi senza dell uguaglianza 2.

x Meiners, tom. 11, pag. 22.


a Aristotel, de Moribus, lib- v, cap. 8. Videtur autem

nonnullis et retaliatiq absolute et simpliciter jus esse, q\lem'

FILQSOFI ITALIANI

341

5 207.

Queste famose dottrine dei Pitagorici antichi od


eccletici venivano espresse col simbolo o col mistero
secondo quel che ne dicono gli storici comunemente

Perlocch si parla da essi d una dottrina Pitagorica


esoterica o popolare, e d un altra'acroamatica ri
servata ai soli Pitagorici interni, genuini o cenobiti.

Giamblico in tale proposito rammenta tre modi d in


terpretare la losoa Pitagorica: il volgare o popo

lare, il simbolico o mistico, il medio tra l uno e


l altro. Da questo mistero derivarono le tante in
terpretazioni sul numero ternario, sulla triade e sui
simboli di Pitagora raccolti dallo stesso Giamblco.
Ma anche rispetto a questo simbolo o mistero del
Pitagorismo bisogna procedere con cautela, onde non

cadere negli anacronismi e ne pi grossolani errori.


L antica setta Pitagorica come oracolo di sapienti.
e come Istituto religioso o sacerdotale non avr po

toto sciogliersi da quel misticismo che fu proprio a


tutte le sette antiche di tal genere. Questo mistici

smo trapass dai corpi o dalle sette ai loro fon


datori e capi; e perci tutti isapien_ti dellanticbit
posteriori ai Pitagorici, come Socrate stesso, detta
vano le loro dottrine a forma di oracoli e di enig

mimodum Pythagorei dicebant :; Est vero etiam Talio ne,


non tamen ut ajebant Prthagoriczl: Secondo i Pitagort'ci u rati

namque illi sunt , justum esse ubi quaa quisque fecisset , ea


dem essent talionis vice ferenda . . . Jus enim absolute esse
retaliationem definiebaut ; verum retalialio neque ad distri

b.utivum, neq_ne ad emendativum accommodatur s


29,?

342

SUPPLIMENTO QUARTO

mi per involarle alla conoscenza del volge , o per


mettergliele in maggior venerazione. Questo misterio,
per cos dire naturale ai Pitagorici antichi, fu da

essi posto nel simbolo dei numeri 0 della materna


tica. Fuori di questo, null altro se ne ritrova tra loro.
Quindi il giuramento del segreto o del silenzio che
gli iniziati dovevano conservare a prezzo della vita,

e che era pronunziato per la sacra triadeo pel


quadernario, le purzcazioni, la mistica cortina, le
esplorazioni, le prove, le iniziazioni, sono tutte in
venzioni ed aggiunte de nuovi Pitagorici educati in
Egitto. Laonde se diventarono mistiche e sibilline le

teoriche di qua vecchi sapienti, non da accagio


narne tanto il loro primitivo misterio , quanto la

loro somma antichit, il difetto di autentici monu


menti , le ridevolifalsificazioni a cui andarono sot
iopostta ne primi secoli dellEra, e quel che peg
gin la comune consuetudine di attenersi ciecamente
alle tradizioni de pi sospettiscrittori.
> "
9 208.
.

Tali dottrine vaste e profonde degli antichi Pi


tagorici non rimasero solitarie traloro ,' masi dif
fusero per tutta laMagna Grecia, venendo a for
marvi le varie scuole Pitagoriche, a) Eleatica o di
Elea , la) Empedoclea o di Agrigento, c) Sostica 0
Megarica, le quali assunsero sotto un particolare

aspetto i vari temi della losoa, recandoli ad un


maggiore svolgimento col dipartirsi pi o meno dal
sistema dcllEccletismo o del doppio principio del
l Empirismo e del Razionalismo de loro predecessori.
Onde non meraviglia il vedere come anco tra gli anr
:

FILOSOFI ITALIANI

343

tichi Pitgoric'i per lo pi inclinati a questo doppio


principio sorgessero gli Idealisti quali soho'gliEleaticz',
e gli Empiristi, tra i quali: va distinto Empedoclg, ed,g
Dialettici ai qnaliappartengono Euclide di Etide ed

.i Megarici. Lalscuola Eleatica d-degli-Idealisti Pi


tagorici viene per la prima anche per ragione di

tempo e per grandezza di dottrine.


'

b) Prraoomm ELEATICI o Inesx.rszrr.


Senqfzne, Parmenizle, Zenone ed altri.

9 209.

La scuola Eleatica, pressoch contemporanea alla


Pitagorica di Crotone (an. 536 av. G. C. ), ebbe
la sua sede in Elea o Velia, citt della Sicilia. Essa

tutta Pitagorica pe suoi fondatori e per le sue dot


trine. Essa vanta Senofane come suo istitutore, Par

rnenide e Zenone di Elea come suoi ampliatori. Da


questa scuola furono originate ance l Eracliteana e
la Atomistica (g 103-104-105, vol. I), o sia con
tinuata la Ionica (9 106, vol. 1), si perch Era
clito d Efeso, inventore del sistema delle Idee, assai
prima di Platone, appartiene agli Eleatici, essendo
stato scolare non solo di Sencyane, ma ben anca di
ppaso Metapontino, come anche perch Leucippo,
inventore della dottrina degli atomi, fu scolare di

- Parmenide. La scuola Eleatica comprende i fisici ed.


i metasici, ma si per gli uni che per gli altri essa

rappresenta sempre il principio e sistema dellf Idea.


lismo o Razionalismo puro ed assoluto, avendo ten
tato con tale sistema di andare pi oltre dei Pitti;

344

SUPPLIMENTO QUARTO

gorici eccletici. Questi posero la sostanza spiritua


le, 0 l ideale dedotto e connesso anco coll espe
rienza. Quella volle fare un passo pi avanti, mi
rando alla spiegazione del come e del perch di que
sto ideale, e facendo sparire il multiplo nell unit
assoluta. Ecco perch essa eminentemente Ideali
stica o Razionalista. A ci si volgono i sistemi o le
dottrine principalmente di Seno/ano, di Parmenide

e di Zenone.
5 210.
Sebbene Senofane ammettes-se Dio siccome l es
sere pi perfetto
98 , vol. I), cionnonostante pel

suo principio nihil potest eri 6.1. nihilo, vuolsi che


andasse all assurdo del mondo o della materia eterna,
ammettendo eterno tutto quello che . Ci che esiste,
ci diceva, eterno, non potendo dal nulla esistere
qualche cosa. Se fosse stata fatta qualche cosa , al
lora tutte le cose, od alcune di esse, sarebbero state
create dal nulla: ci ripugna in tutti e due i sup

posti. Se ci che esiste eterno, . anco innito. Se


innito, e uno7 se una simile a s stesso; poi.
ch se fosse dissimile, sarebbe moltiplice nel dissi
mile medesimo. Ci che uno, eterno, simile, im
mense, immobile ed inalterabile , non potendosi muo
vere se non quello che procede innanzi, n potendo sof
frire dolore ci che innito. Egli perci evidente

che Senofane dall originale principio dal nulla non


si fa nulla, ricav essere lEnte- eterno, innito, una,

simile, inalterabile, immobile I. Molti, tra cui Ari


r Arislot, de Xenofne, Zenone et Gargt'm lib. unus. -_ H.

FILOSOFI ITALIANI

345

statale, fecero una critica severissima ai principi di

Senofane. Aristotele particolarmente in tale critica


riette che non bisogna tener per fermo tutto quello
che viene in mente; che a dubitarsi del principio
nihil potest fieri ex nihilo , che tra due opinioni
da scegliersi quella che la pi verisimile , siccome
questa: ex eo quasi non est, aliquid fieri , che da
un ente all altro possono generarsi altre cose sino
all innito; che, secondo molti, pu nascere un
mondo dal corrompimento d unaltro, laonde posto
anche per vero il principio: ex nihilo nilzil lit, non
ne discende mai siccome necessaria e legittima la
conseguenza oh esso sia ingenito ed eterno, oppure

che sia innito; che quello che ingenito ed eterno


pu essere pur nito o per le cose nite che in
s contiene, 0 per un altro principio fuori di quello
dsser creato e prodotto; che il mondo pu essere
uno , quantunque conterminato e circolare ,- che 1 in

nito simile a s stesso suppone un altro innito;


che ci che fornito di lunghezza e di larghezza
moltiplica, e se non lo , non pi innito; che
molte cose possono essere innite soltanto nella gran
dezza-7 che molti opinando pel vuoto escludono lim
mobilit per difetto di quello; che una cosa pu mu
Prof. Fullebom, in una Dissertazione stampata ad [lalla
nell'anno 1789, dimostr che i primi due capi di qpesto
frammento contengono la vera dottrina di Seno/"une. V. Hi
stoire compare'e de systemes de philosophie per. M. Degeranda
nota A, tom. 1..-Bruckero, senza addurre ragioni, non lo

ammette autentico che in parte. V. Historia critica Philoso


phite, tam. 1..

346

SUPPLIMENTO QUARTO

tare, sebbene rimanga inalterabile nella sua forma.


Sicch conchiudesi da Aristotele non essere necessa
rio n che tutte le cose siano eterne, u che tutte
siano 1 uno e lin/nito I.
5 su.
La critica di Aristotele giudicata difettiva in

logica assai pi che la dottrina di Senqfane. Ari


stotele prende un principio come falso dalle sole
espressioni, e lo. combatte conv argomenti pure fal
si,coucependo linnto o il monadismo di Senoja
ne, siccome il mondo o l universit delle cose si

che. Dal che si deriva la cagione onde tutti i critici


posteriori ad Aristotele incolparono Senofane d es
sere stato il precursore di'8pinosa (S 337, vol. Il)
con un panteismo materiale e sico, oppure psicolo
gico o spirituale, avendo posto Dio esistente in
tutte le cose , o tutte le cose esistenti in Dio. Ad
onta di ci non parrebbe inverisimile che Senozne
col suo Innito, Uno ed Eterno alludesse non gi
al mondo sico , ma intellettuale e morale, al vero
Ente 0 a Dio, ed allora il suo prinoipio che ci che
esiste eterno, si rapporterebbe a Dio solo, come su
prema cagione delle cose , come sola ed unica rea
lit od esistenza, il quale, quantunque esistente ,
impossibile che sia stato creato allappoggi0 dell'altro

principio: ex nilu'lo m'hil eri. Tale induzione opposta


a quella di Tennemarm che dichiara panteisti tutti gli
Eleatici (5 97 , vol. I ), non affatto lontana da ogni

probabilit, a) perch la scuola Eleatz'ca esclude la ve


: I. Aristotele nel citato libro de Xemjizne etc. .

FILOSOFI ITALIANI

'

347

rit e la certezza dipendenti dei sensi 0 dall espe


ricuza'7 rifuggendosi tutta nel mondo ideale 0 della
ragione: laonde contraddicente che Senozne, dopo
aver cosi chiaramente distinto il mondo ideali: dal
sico, se ne ricreda coll identicare l uno collal
tre; 6) perch Senome col principio che dal nulla

non pu farsi alcuna cosa, non poteva certamente


mirare alle cosesiclre, essendo ci in manifesta con
traddizione col senso comune; c) perch Senozne,
dopo aver determinato lfno, Ih/im'to ed Eterno, si

occup della materia, per quanto riferiscono Diogene


Laerzio e Sesto Empirico, riconoscendo tutto pro
veniente dalla terra: il che non combina pi col.
l Uno eteino qual sostanza universale dello stesso

mondo sico; cl) perch la dottrina dell Uno eterno


di Senoz-ne non pu a meno di non aver qualche
concordanza coll Uno degli altri Pitagorici, e mas
sime coll Uno di Parmenide suo scolare (g 212),
e quest. Uno non riguarda per nulla al panteismo ;

e) perch la stessa materia de Pitagorici chiamata


6M non era altrimenti la materia fisica, ma la forza
intrinseca, immateriale, che informe e vivifca 1 U
niverso; f) perch Se:wfane affermando il suo es
sere Uno, Eterno, Innito, lo spoglia in modo asso

loto d ogni qualit od esistenza materiale; g) per


che l essere Uno, Eterno, Innito,oniuto colla
materia, non trae necessariamente alla conseguenza
dell identit di quello con questa, potendo l una
essere aggiunta all altro soltanto come un affezione

o qualit, pi per relazione che per vera coesisten


za, o per intrinseca natura o sostanza; h) perch

348

SUPPEIMENTO QUARTO

anche nella dottrina Eleatica come gliuola della Pi


tagorica avvi un senso arcano o mistico che fuori

delle parole, per le quali facile il passare dal pan


teismo intellettuale al materiale.
9 212.
Pi che Seno/arte s industri Parmenide suo di

scepolo di unicare il mondo, trovando l Uno o lEs


sere causa di tutte le cose. Sicch la dottrina del
lUno ridotta da questo ad un vero trattato teo
logico. Quindi dai Pitagorici antichi a Parmenide si
ha un effettivo progresso nella dottrina sul primo

principio. I Pitagorici videro lo spirituale una e mal


tiplica. Gli Eleatici come Parmenide andarono alla
maggiore simplicazione possibile di questo spirituale
collUno assoluto. Laonde la dottrina vdellU'no o della
Monade pi degli Eleatici che non dei Pitagorici.
5 213.
La dottrina dell Uno di Parmenide I e ben di
versa da quella di Melissa. Quegli ammettel Uno
secondo la ragione o ideale, e questi l Uno fisico o
materiale. Parmenide denisce 1 Uno per opposi

1 La dottrina dell Uno di Parmemde si raccoglie dal li

loro i. Metaphysic. e Physic. di Aristotele, e pi ancora del


dialogo Parmem'des di Platone. Questo dialogo, secondo an
che Sermrlt'), opera non di Platone, ma del Pitagorso Par
nzenide. In esso Parmenide che insegna , e Socrate fa la
parte di ascoltatore. La dottrina dell Uno di Pdrmenide
chiarita da quella dell Ente nell altro dialogo di Platone
intitolato il Sastm Nel So/sta, Melissa, dietro le precedenti

dottrine di lSenq/ane e di Parmenide suoi mastri, dichiara


pi esplicitamente la teorica dell Uno sotto quella dellEnte.

FILOSOFI ITALIANI '

349

sifone ai molti, niegando eh esso sia tutto, principio,


parte, mezzo, ne, figura, luogo, moto, quiete, lo
stesso, diverso, simile, dissimile, uguale, maggiore, .e

mentre lo spoglia d ogni relazione o differenza di


tempo, di essenza, di sostanza, di nome e di sen- '
so, lo piglia in una signicazione cosi ampia ed

astratta, che non riferibile nemmeno a s stesso,


per non esser conceputo come due o come molti.

L Uno non n tutto, n parte. Se i Uno tutto


ha parte: se 1 Uno parte, un tutto rispetto a
s. medesimo. L Uno non n principio , n mez
zo, n ne: altrimenti sarebbe un tutto e quindi
moltiplice. Se l Uno non ha n principio n fine,
egli innito. L Uno non ha gura , perch allora
avrebbe principio, mezzo e ne, secondo che la <
gara fosse retta o rotonda. L Uno non ha luogo,

giacch altrimenti essendo in s od in altrui, sa


rebbe o continente o contenuto, e quindi due o pi.

L Uno non ha moto, perocch il moto suppone che


una cosa fermisi nel mezzo, e che le altre si vol
gano intorno al mezzo stesso. L Uno non n lo
stesso n il diverso, perch sostituito a s medesi
tuo uno, e pi uno dopo tale sostituzione, e per
ch convocando esso con tutte quante le cose, non

pu esserne diverso. L Uno non simile n ugua


le, mentre 1 Uno esclude tanto quello cui rassomi

glia, quanto quello da cui dissomiglia, e mentre


non partecipando n dello stesso n del diverso,

non pu dirsi nemmeno uguale. L Uno non nel


tempo, altrimenti diventerebbe diverso nelle diverse

misure di quello. L Uno non essenza ,, n attua


rntsrnmszsn 111

30

350

SUPPLIMENTO QUARTO

le, giacch non nel tempo n possibile, giacch


la possibilit come principio della realit ha con s
qualche relazione. L Uno non sostanza, appunto
perch non ha essenza; non ha nome perch. manca

di essenza, e perch di esso non pu aversi n ra


gione, n scienza, n opinione, n senso. Ad onta

di questo 1 Uno identico ed inseparabile dallEn


te, in guisa che tutto ci che si predica dell Ente,
pu predicarsi dellUno; ma non per altro in senso
opposto o al tempo medesimo, ma a tempi diffe
renti e a differenti rispetti. Quindi l Uno, come
Ente contrapposto al Nonente o al nulla, genera li
dea del NOHIUZO, il quale attribuito alle cose le tras
forma in fantasmi od in puri segni di estensione,
di massa, di moto e di quiete. Cionnondimeno l Uno
considerato come essenza e tale per rispetto alle cose
sensibili o singolari, ugualmente che l Uno tenuto co
me i molti, quale il porge il dialogo del Filebo, po
steriore a quello del Parmenide, non signica gi IUno
moltiplice, il che sarebbe un errore troppo grossolano

e puerile, ma sibbene laforza che lUno comunica


alle cose singolari e materiali le quali sono per loro
natura varie e moltiplici. Per la qual cosa mani
fasto quanto l Uno di Parmenide sia diverso dell u
nit o dall Uno matematico il quale sempre una
relazione, laddove l Uno Pitagorico od Eleatico
qualche cosa in s, o lEnte' in s stesso senza ve
run riferimento.
.

5 213.

Aristotele fa la critica della dottrina dell Uno di


Parmenide e per averne egli fatto un argomento di

FILOSOFI ITALIANI

35|

sica, e per essere 1 Uno necessariamente continua


tivo o moltiplice siccome sostanza e siccome ente.
Tale critica per non il proposito, e perch da
un canto era intendimento di Parmenide d innal
zarsi alla pura ontologia, affine di trovare la ra
gione suprema delle cose, e perch dell altro la dot
trina metasica dell Uno affatto diversa dalla co
smologia oh espone Parmenide stesso sugli elementi
della materia. Ma che cosa era egli mai quest Uno

di Parmenide, se non Dio ? A qual essere possono


appartenere, se non a Dio, l unit, l indivisibilit,
la niuna rassomigliauza, il nessun limite del luogo
e del tempo, la mancanza d ogni essenza e d ogni
parte Il Il merito della dottrina di Parmenide non
mostrasi tanto nello sforzo sommo della specula
zione per appurare nel miglior modo possibile l i
deale o l assoluto da tutte le qualit siche ed ester
ne, quanto nello svolgere ed applicare in una ma
niera evidentissima i tre famosi argomenti 0 razio

cinj del principio di contraddizione, del progresso


all innito e dell anuullazione di Dio colla nega
zione o privazione supposta d alcuno de suoi attri
buti. Laoude se i Pitagorici antichi signicarouo co
loro numeri tutte le cose incorporee, o il sopra

sensibile o l ideale vagamente ed in genere, il Par


menicle colla sua dottrina dell Uno ha la gloria di
averlo determinatamente specicato.

1 Anche il Serrano considera il Parmenide come un trat

lato Teologico. - V. Opera quae extant Platonis, tom. 1: in


foglio.

352

SUPPLIMENTO QUARTO

5 214.

Oltre a Sencgane e a Parmenide si distinsero tra


gli Eleatici Zenone di Elea, Empedocles, Giorgia tutti
sommi metasici, sebbene il primo e l ultimo siano
conosciuti pi particolarmente come dialettici, ed il
mezzano come naturalista I. Le dottrine di Zenone

vertono singolarmente su Dio o sull Uno, sui punti


e sulla dialettica. Tra queste dottrine, quella dei pun
ti mal esposta da Tennenmnn (5 101, vol. I),

e frantesa dal Vico medesimo, per quanto egli ab


bia procacciato di purgarla degli errori che le at
tribuisce Aristotele 2. Zenone, parlando di Dio, dice
che se v ha qualche cosa , questo non pu essere

stato fatto. Ci che fatto, lo dai simili o dei


dissimili. Non dai simili, perch. due simili conven
gono e s identicano tra loro: non dai dissimili,
perch dal pi imbecille non pu derivare il pi
robusto, come del minore non pu derivare il mag

giore, oppure dal peggiore il migliore, dal non ente


l ente. Quindi Dio eterno. Se Dio eterno su
che unico. Se egli fosse in due, questi due sono si

mili, ed ecco ancora 1' unit: se sono dissimili, essi


allora sono superiori ad inferiori a Dio. Se inferiori
non possono aver pi il titolo di Dio: se superio

ri, Dio allora non pi negli inferiori, ma solo 110


superiori. Dopo diche Zenone ammette Dio come
eterno, uno, circolare e rotondo, perch simile da

1 Libro gi citato de Xenzj'ane, Zenone et Gorgia.


2 De antiquissirna Italorwn sapientia. De punctis mela

ph_ysicis et conatibus.

FILOSOFI ITALIANI

353

ogni parte, non innito, n finito. Non innito,


pieh sarebbe non ente, non,avendo per linnit
n principio, _n mezzo, n ne. Non nito, poi

ch l ente unico non pu essere come sono molti


enti, n pu come uno terminare o riferirsi ad al
cuna,cosa. Questa dottrina di Zenone intorno av Dio
ha dato luogo a moltissime censure: alcuni vi tro
vano lo Spinosismo; altri il mondo divino e non

corporeo; altri il niente o il non ente. Aristotele


la crivella dalla semplice irregolarit del razioci
nio, ma non dall intrinseca natura. Aristotele in
questa critica cade nellerrore fondamentale che dal
non ente possa prodursi lente, e che le parole
usate da Zenone debbans_i prendere in senso mate

riale. Pare impossibile che Zenone dopo aver im


maginato Dio come uno ed eterno lo voglia sica

mente circolare e rotondo. Il cerchio o la roton


dit non potrebbe essere il simbolo dell eternit e
dellonniveggenza? La dottrina di Zenone su Dio
ben esaminata non diversica da quella dell Uno di
Parmenide o degli Eleatici. D altronde allorch egli

dice che 1 Uno esistente e non esistente, nito


ed innito , mobile ed immobile, divisibile e indi
visibile, affernia tutto questo per rispetto soltanto
alle cose siche o al mondo dei sensi, perocch egli
afne di combattere gli Ionj che impugnavano l 14
nil- degli Eleatici, si pose nel sistemaod ipotesi
della pluralit, r'nos-trando e:r: absurdo che nel mon

do sico impossibile assolutamente avere lUno


o Dio. Dunque egli col mettere in manifesta con

traddizione il sistema della pluralit, ad altro non


30"

354

SUPPUMENTO QUARTO

intese che ad istabilire e raffermare quello dell u


nit 1. Il suo errore piuttosto s tarebbe nel dubbio
sull esistenza dell ente o delle cose. (a Non posso
eri, si quid est, id factum fuerit . Ma anche que
si. errore non pu ammettersi si presto, mentre era

in perfetta contraddizione coli opinione degli Elea


tici che ritronobbero dogmaticamente l'essere 0 Ponte
c quindi Dio, e mentre la stessa dialettica di Zeno '

"e, in apparenza scettica , t'n impiegata come argo


mento di confutazione contro il sistema della plu
ra'lit.

5 2.15.

La dottrina dei punti di Zenone malamente in


terPelaia da Aristotele e richiamata a profonda di
samina dal nostro Vico 1 , deriva da un supposto

1 Dialogo del Parmenide di Platone nel quale dicesi che


?enfmc si Pse il leggere a Socrate e agli altri ascoltatori

1 1bf0 primo de suoi scritti in difesa di Parmende suo


maestro.

nauzusnenanti'pussima Itulumm Sdpientia. De. punctis et ca:


,inistri' a
ca Cllce d aver sincerati i punti
Zenone dai
i quali c"~;menti loro dati da Aristotele e da suoi seguaci
Punt m2; 0tldon0 il punto geometrico, che e un segno del
che i punuf'w9s. col pnnto metalismp medesimo. Egli crede
m-SJ qua, u; z.em.m. sumo qua:dam individua virtus exlensio

nur. ha fa Individua est, in sutgulcs eztensis

eque ster

dei punti di 2040 Vacd colpisce certamente il giusto senso


emmc _; ma egli va errato a questi riguardi,
. I. jjd crede? \_ punti dottrina della stoico Zenone e non

gi
z
,
,
ionedi def'"
hleatico;
a. nel credere in sua_ interpreta
|'ece Ariu;{ Punti essenzialmente diversa da quella che ne

10.; 53 nel supporre che Zenone ammetlesse ve

mosorx ITALIANI

' 355

nichilismo, o sia dall argomento dell infinita divisi

bilit della materia che adopera Zenone, onde con


fondere gli avversari dell Uno Pitagorco od Elea

tico. Egli per confutare il principio della pluralit


opposto a quello dell Uno della sua scuola, si pone
nel campo de suoi avversari, accoglie il loro prin

cipio della pluralit, e lo combatte acremeutz, mo


strando i gravi assurdi che ne scaturisconoiQ'ustd

il vero senso dello scritto di Zenone ricordaio nei


Parmenide, nel quale appunto riscontrasi la dottrina
dei punti tracciata da Arislotele. Esso una specie

di argomento ad hominem, il quale, ove sia ben


compreso, rende inevitabile la conseguenza del ni
chilismo. Nell ipotesi che non ci sia l Uno, log
getto esteso si pu dividere in varie parti. Queste
sono semplici o composte. Se sono semplici, non
hanno punto grandezza e sono innite (5 101, vol. I).

ramente i punti per ispiegare l origine delle cose, mentre


di essi non si servi che per confutare gli Ionj o il princi
pio della pluralit; 4. nel credere i punti di Zenone somi

glievoli ai numeri Pilagorici, ne quali sussisteva 1 unit e


1 Uno assolutamente escluso dall innit dei punti,- 5. nel.
I affermare che la dottrina dei punti possa essere stata pro
fessata dagli antichi sapienti d Italia. An igtnr anliqui
Italiae sapientes in placitis habuerunt , virtutem esse quam
dam individuata extensionis et motus? Et. haac doctrina ab
Italia trans mare, uti__et alias multata in Grzeciam trajecta,

a Zenone postea interpolata'! . . . Etenim de bue individua


extensio'nis ac motus virtute nulli rectius, quam Sloici sen
sisse mihi videntur , qui de ca per hypothcsim punoti me
laphysiei disseruere .

356

SUPPLIMENTO QUARTO

Ecco i famosi punti metasici di Zenone combattuti


da Aristotele, ehe sono tante monadi non esistenti

_ per_nel senso di quantit ed estensione materiale ,


onde possano crescere o diminuirsi , formando per
tal modo lesistenza. In tal senso potrebbe,dirsi che
la monade o lunit non nemmeno secondo la frase
couservataci da Aristotele. Essi consistono in una ispe

cie di virt del moto dell estensione,- una specie di


virt o sostrati del distaso..Zenone per, t. tanto lon
tono dallaccettare questa doltrinadei punti o mana.

di. come propria , quanto _ certo eh essa conduce


all innita divisibilit della materia, e da quesla (alla
non esistenza o al nichilismo; e quanto xeno e pro.
_vato, che Zenone si fa ad impugnare ,coll esempio e

coll ipotesi dei punti il sistema della pluralit, il


quale era diametralmente opposto al sistema dell Uno
della sua_scuola '.

.
. ~ 5 216.
v
La dialettica di Zenone Eleatico generalmente fa

mosa pe suoi argomenticontra al moto e allo spa


zio, i quali argomenti ci vennero tramandati da Ari

statale e da Diogene. Zenone, volendo provare che


la divisibilit ali infinito procedente dal sistema della
pluralit, rende impossibile il moto, onde, supposta
_la pluralit e non 1 unit, vengono ad un medesi.

mo il moto e la quiete, impiega questi quattro, ar


gomenti accennati appena dal Tennemann (S 101,
vol. I). i. Non pu esservi moto, perch ci che
: Biograa Univers_nle, vol. un, 2, all articolo Zenone di
steso dal Cousin.

f731-twu

-f f

-_-._I-_nl-f

FILOSOFI ITALIANI

357

in moto deve pervenire alla met o al mezzo pri


ma d arrivare al ne: ci impossibile, ove siavi
I innita divisibilit dei punti dello spazio, o sia
nessuna continuit. 2. Ci che corre pi lento, non
pu essere mai raggiunto da ci che corre pi veloce,
perocch bisogna che questo arrivi quello nel luogo dal
quale egli gi partito. Suppongasi la tartaruga davanti
ad Achille, e la proporzione del rispettivo loro moto
di uno a venti. Intanto che Achille fa venti passi,
la tartaruga ne fa uno, e cos essa avanza sempre

rispetto a lui d un passo. Intanto che Achille far


il ventesimo passo primo, la tartaruga progredir
alla ventesima parte del ventesimo secondo passo, e
cos allinnito. Questo il famoso argomento detto

IAchille. 3. La freccia mentre si muove in quie


te. Ci che si muove uno spazio uguale al moto,

o sia vi nel momento che vi . Ora se si sem


pre dove si , la freccia quando si muove e immo
bile od in quiete. 4. Due corpi si muovano in di
rezione opposta in un dato spazio e colla stessa ce

lerit. Questo si muova da un estremit, e quello


della met dello spazio dato. L uno non avr tras
corsa che la met, quando l altro I avr gi inte
ramente nita. Dunque lo stesso spazio percorso

da due corpi eguali e d uguale celerit in un tempo


in cui la met sembra uguale al doppio. Zenone per
argomentare contra allo spazio impiega le solite ca

villazioni. Se lo spazio reale, ci dice, deve essere


in qualche parte ed in qualche luogo. Questo luogo

. un altro spazio, questo spazio ne richiede un al


.\

358

SUPPLIMENTO QUARTO

tro, e cos ali innito I. Questi argomenti di Ze


none sono apertamente sciistici e falsi, come il di
mostrarono Aristotele e Cartesio 2; ma non prova
no , siccome comune opinione( 101., vol. I), che
Zenone aprisse la via allo scetticismo, quando si ac
colga la massima che egli ad altro non mirava con

essi, se non a combattere la pluralit collassurdo del


nichilismo, e ad istabilire iucontrastabilmente lunil

assoluta del suo maestro. Se non che la dialettica di


Zenone quanto acuta , perfino al sofisma nelloppu
8"afe gli avversari, fu altrettanto ne ed avventu

rata nel trovare 0 perfezionare la forma del dialo

go, siccome lo attesta Aristotele 3, e nell introdurre


la deduzione stabilita sul principio o sulla forma geo
metrica di supporre le due proposizioni contrarie,

cftando da ambedue i corollarj, siccome fossero ve


l'_e- Dicesi che da questa unica forma il fertile e sot
hle ingegno d Zenone sapesse~ trarne altre venti
quattro del tutto diverse, siccome riferisce Proclo.
C_)nde Per esse egli intese a costruire la sua diame

t'f:aa 0 sia l arte di ben pensare, la quale, con


:g:?yf: colla dialettica o col metodo della disputa,
logica ugtlralhlente ad esaurire tutto il soggetto della
crate ' p; e conseguita non essere stati n So
todo cos d ione gli inventori del dialogo o del me<
e0 Socratico, e dovere diminuire la sta
\

l. Sopbi;t. Elench. m. Physic., lib.i w, cap; 5,


Arlstote
6 et 9,

il Renali D
_
escartes, Epistolze , pars prima.
5 4rrstot. de Reprens. Sophist. lib. r , cap. 9.

._ ,,.=_,Jnnl_~

FILOSOFI ITALIANI

359

ma almeno per riguardo alla novit della famosa dia


lettica di Aristotele.
5 217.
Alle dottrine degli Eleatici possono aggiungersi

quelle di Empedocle e di Gorgia, 1 uno maestro e


l altro scolare, il primo appartenente ai Pitagorici
antichi qual discepolo di Pitagora e di Anassagora,
ed il secondo prima ad Empedocle e dopo al Sosti
108-110, vol. I). Il sistema di Empedocle per
quanto rassomigli a quello di Eraclito (g 103, vol. I),
ne diversica per moltissimo e pel metodo e pel
principio di cercar sempre la denizione della cosa.
Egli considerava la natura o la sostanza come la
ragione o proporzione, ed ammettendo collindivisi

bilit in qualche punto la divisibilit innita sol


tanto col pensiero e non col fatto, fermavasi in certa
guisa ali Uno degli Eleatici, all On, per non tras
correre ad una materia sensibile e priva di qualit

o alla creazione possibile dal nulla. Egli altres, ri


conoscendo i due contrari principi dell amicizia 0
concordia e dell inirnicizia o discordia, qual pro
duttrice del moltiplice, ravvisava nelle. cose un corso

ed un ritorno perenne , od una specie di cer


chio che si revolve in virt dell azione continua e.
necessaria dei due soprammentovati principi. Per la

qual cosa scorgonsi in Empedocle a tutta evidenza


1 applicazione delle contrariet, dell amore e dello
dio, del bene e del male di Alcmeone, la distinzione

della materia dallo spirito, l indivisibilit od unit


del principio 0 dell essere creatore, l unit stessa
combinata colla moltiplicit , ovvero Dio colla ma

360

SUPPLMENTO QUARTO

(aria. I principi dell amicizia e dellinimicizia di Em


pedocle vengono interpretati assai diversamente. Al
cani vi ravvisano sotto la Divinit e la materia, al

trile affinit chimiche,oppure anche la forza attrizt


liva e ripul.siva della nostra sica 1. Qest ultima

interpretazione non parrebbe gran fatto in analogia

n col sistemasico 0 dell universo delineato daPi


tagoriciJ sulle cui orme si pose certamente anche Em
pedocle, n cogli altri principi dello stessoErr'zped
cle intorno alla separazione del mondo sensibile dal
l" intelligibile, n col modo enigmatico e quasi poetico

col quale egli va esponendo le sue proprie dottrine.


g 218.

Gorgia da Leonzio, allievo di Empedocle (5 x 10,


vol. I), poich. da esso apprese le rettorica insegnata
primamente come due arti 1 una losoca e laltra
volgare, sforzossi di provare nel suo libro sull ente o
sulla natura che non avvi nulla di reale. Non esse
quidpiam: et sisit, cognosci non posse: et si cognosci

possit, esse tamen ejnsmodi,ut nequeat manifestari 2 .


Egli comincia dal Pirronismo assoluto col dire che nulla
v ha di reale; poich se l ente , esso deve essere
uno o moltiplice, generato od eterno: le quali cose
non essendo vere, vero soltanto lopposto.Daltron
de il noneme essendo il nonente nella stessa guisa che
l ente l ente, cos torna il medesimo il dire per
converso che l ente il nonente, e che il nonente

1 Memorie sulla vita e losoa di Empedocle Gergentino


di Domenico Scin. Palermo , 1815 , tom. 2 in 8..
a Arslotelis, de Xeno/ano, Zenone et Gorgia, liber unus.

FILOSOFI ITALIANI

361

. l ente. Di pi, siccome le cose esistenti debbono


pensami come tali, cos pu esistere od esser anche
vero che si corra col cocchio sul mare. Se tutto

ci sussiste, soggiunge Giorgia, sussiste anche che


non si sa, se quel che si pensa sia vero o falso.
Per conseguente se esiste anche qualche cosa, ne

affatto impossibile la cognizione. Se non che con


ceduta ancheuna tal cognizione, quello che si cono
sce, non pu manifestarsi od esser compreso; poi
ch quegli che sento a narrario non pu percepire

che i suoni, e chi narra, parla e dice, ma non


parla e dice la cosa ne con segni, n con parie.
Chi non vide o conobbe la cosa da s stesso, non

pu pi conoscerla. Inoltre l udito come non pente


pisce il colore, cos non pu percepire questa cosa

estranea ai suoni. Inne chi ascolta, conchiude Gor


ga, non pu conoscere le cosedette n assieme n
separatamente, non essendo simili od uguali nel mo
do , ma diverse nel tempo e nella maniera di com

prenderle e di percepirle. Certamente che Gbrgia

non poteva fare di pi per'recare il suo dubbio al


I assoluto Scetticismo o Pirronismo. Stando a questi
suoi sosmi non ci sarebbe pi la verit. di comu

nicazione, e quindi con essa verrebbe a distraggeisi


ogni verit o certezza istorica-o morale non mm

che sica o metasica, aliaquale abbisog'ni linse


signamento
vede per
o l"che
altrui
Giorgia
attestazione.
dedcevaIn lomez1.'a
scetticismo dal
scusiamo

dall esperienza o dalla materia, che .pq

nera la verit uell essere oinell esistenza realendelle

cose, la quale non pu darsi nel mondo. esterno


t'ettttmnstm - m

31

365

SUPPLIMENT'O QUARTO

o sensibile, e che riduceva la verit o certezza tutta


alla ragione" individuale e non sociale. Aristotele
confuta gli argomenti di Gorgia, massime intorno
all equivoco che il nonente l ente , poich tal as

serzione da prendersi in senso diviso e non com


posto:_onde pu accadere che il nonente divenga
ente. Chiunque ben ,esamini questi stessi argomenti
dal loro fondo eque] ne a cui possono essere diret
ti, vedr che contengono un vero abuso dell Idea
lismo Eleatico, pel quale nel desiderio di dare tutta
la certezza al mondo reale, si cadde necessariamente
nello Scetticismo rispetto all ideale. Cos in tale abuso
0 eragionamento di Gorgia noi abbiamo un eccesso
del dogmatismodegli ldealisti Pitagorici, lldealismo
vizioso anche come oggettivo. _ - . ' '
.
5 2l9.
Esposta e chiarite le vere e genuine dottrine de
gli antichi Pitagorici e degli Eleatici, non cos t'a
cile determinarne Il merito. Sul merito di queste dot

triue. si esagera moltissimo e si tocca agli estremi da

tutte punti l. Tale merito da misurarsi dalla loro


1 Sono note le esagerazioni massime sulle scoperte at

tribuite ai Pitagonici in tutte le scienze. V. i primi due vo


lumi della Storia della Letteratura Italiana del Tiraboschi;
e Galileo, vol. n. Milano, 1811, - Pitagora ad (i Pitagorici
si voglionopdiscopritori del quadrato delljpotenusa e di tutta
la geometria , dei pesi e delle misure, della musica, della

legge , della vgravitazione universale, del moto , della terra.


della distriluzione della sfera celeste , del sistema Ippocra

ticoe di tutto il sapere che per noi si venere e presso i


Greci 9 [Nlth0 tutte leallre nazionh
i .

'

FILOSOFI ITALIANI

363

qualit e dalla loro inuenza. Nella qualit le dot


trine Pitagoriche sono veramente nuove od originali
e per la ragione del tempo, e pel confronto che se

ne pu fare con quelle degli Ionj edelle scuole So


cratiche, e per la concorde testimonianza di tutti gli

storici e critici. Questa novit od originalit si un


sce alla vastit e alla profondit dei sistemi, alla

grandezza del metodo, se non a tutta la/ verit de


gli nni e dell altro. La profondit si ammira nelle
continue ricerche del perch delle cose, nella dot
trina dell Uno 0 dell Ente, nella disposizione della
mente a sollevarsi all ideale per venire al sensibile ,
o ad andare da questo a quello, siccome due mondi
o due esseri affatto distinti. Il metodo di simboleg.
giare od esprimereglideale per mezzo dei numeri
tuttaltro che ridicolo: e. un signicare le cose astratte
con segni ugualmente astratti, un porre la mas
situa relazione tra i segni rappresentatori e loggetto
rappresentato. Egli per questo che iPitagorici

hanno
una0 scuola
Spirituali
sta
col-I creata
principio.
sistemaeminentemente
del Razionalismo
o Idea
lismo combinato collEmpirismo. Le dottrine al

tres dei Pitagorici sono da riputarsi vere e com


piute per ci che riguarda la teorica dell Uno as
sociato un po confusamente da essi colla pluralit,

ma ridotto in seguito a tutta la chiarezza e distin


zione da Senofime, da Parmenizle e da Zenone. Si
pu dire che queste dottrine ci porgono un intero
sistemadi losoa in una metodologia fondata sul

lEcletismo universale o sul complesso sistema della

ragione e dell esperienza, in una metafisica 0 co

364

SUPPLIMENTO QUANTO

smologia generale contenente la teorica dell Uno 0


dell Essere supremo, in una morale stabilita sui

grandi principi che il diritto sta nel taglione o nel


1 uguaglianza, cire'il bene unico ed assoluto , ed
il male vario e moltiplice , ed inne in una dialet
tica che conosce tutte le vie, persino il sosma,
onde raffermarsi nelle verit o ne principi di cui vuol
farsi sostenitrice. Che se i sosmi e le cavillazioni
di Zenone, di Gorgia e di Stilpoue poterono con
tribuire a fondare lo Scetticismo, questo fu assolu
tamente fuori del pensiero o della mente degli antichi
Pitagorici e degli Eleatici. Ch anzi eglino hanno
sempre combattuto pel dogmatismo, e forse un tale
Scetticismo non fu che un apparenza in coloro mo

desimi che lo usarono per essere vieppiii dogmatici.


Il che se fosse fatto di poter rendere pi chiaro colla
scoperta di altri scritti di Zenone o di Gorga, bi
sognerebbe rifare i molti giudizi che si proferirono
n'ora su questi loso. Con ci viene ad essere di

scolpata o sensata in qualche modo l antica nostra


scuola dagli errori che le si affibbiano per alcuni

traviamenti ed abusi forse nemmeno imputabili a suoi


discepoli.
( .

5 uno.

Un sistema o, complesso di dottrine cosi splendide


e cosi profonde coe quello dePitagorici antichi, e
che conteneva ins stesso tutto il tema od og
getto della scienza vastissima della losoa, mentre

diffondeva tanta luce in Italia o nella Magna Gre


cia, era impossibile che non esercitasse tutta l im

uenza e sui contemporanei (1 ogni nazione e sin-s

FILOSOFI ITALIANI

365

golarmente della Greco, e sui futuri che non pote


vano a meno di non ricalcare quelle orme e ridursi
a quelle stesse ricerche, a quei medesimi insegna

menti. L inuenza del Pitagorismo fu grande, co


stante ed universale. Tutte le scuole Greche anche
Socratche partono da quello, perch. i loro fonda
tori sono immediatamente o mediatamente scolari de
Pitagon'ci. Quel che si dice e che si gi prova!
rispetto ai fondatori di tali scuole, d uopo ripe

terlo rispetto alle loro dottrine. il famoso sistema di


Eraclito intorno al perpetuo trascorrimento delle cose e
ai cangiamenti mediante la discordia e la concordia
(5 101 , vol. I) tutto Elentico e singolarmente di
Senozne, del quale fu scolare Eraclito. Il sistema

degli atomi di Leucippo


104, vol. I), lungi dal
1 essere Ionio, appartiene agli Eleatici, e per essere
stato Leucippo discepolo di Parmenide, e per essere
l atomismo una copia fedele dei punti di Zenone
(g 215). Laonde la famosa scuola Atomistica invece
vi essere Ionia o di Tiziete, una vera continuazione
dell antico Pitgozismo. Cos nel famoso sistema di
Anassagora, che fu uno de pi grandi pensatori del

lantichit intorno alla natura si in generale che in


particolare, spiccano i tre principi Eleatici o Pitago
rici, che dal niente non pu venire che il niente;

che la materia allo stato di caos formata di parli


sempre unite esimili, od omologhe, e che 000 P"'
sono essere divise o composte; che la testimonianza

de sensi non pu condurre alla verit. obbiettivi!


(5 106, vol. I).
31

366

SUPPLIMENTO QUARTO

5 221.
Non solo la scuola Ionia, o sia

Eracliteana ed

Alomistica, trae i suoi sistemi dalla Pitagorca e. dal


lEleatica, ma eziandio tutte le scuole Socratche po
steriori prendono i loro insegnamenti da queste: sic
ch se non soverchio l affermare , potrebbesi asserire
che Platone ed Aristotele furono pi presto scolari de

Pitagorz'ci che di Socrate. Socrate si mostr Pitago


rico nell uso del dialogo che fu trovato da Parme
nide e da Zenone Eleatici, nello studio delle mate
matich. e nelle idee della giustizia 0 d un diritto
naturale, d un essere supremo razionale ed invisibi

..le, dell immortalit dell anima. Quindi Socrate se


ha il merito sommo col suo retto giudizio condito
dall ironia d aver confuso i Solisti, e ridotto queste

idee a verit popolaresche e proprie della vita pratica,


non pu per altro aspirare alla.loro invenzione. Lo
stesso principio dell esperienza od osservazione che
guid Socrate nelle sue ricerche e ne suoi precetti,
fu predicato prima di lui dal Sofista Polo
rog,
vol. I), il quale affermava che dall esperienza pro
viene l arte, e dall imperizia il caso: e l arte per
gli antichi era la vera scienza I.

| Erper'ientia enim , ut recte ait Polus, arlem efcit,

imperitia vero casum. Fit. autem ars cum e multis experi


mentalibus conceptibus, una de similibus universalis opinio
.al. . Arislot., Metaphysich., lib. 1, cap. I. - E non qui
adombrato nell esperienza o nell arte di Pola il metodo spe
rimentale di Galileo, quello dell induzione di Bacone, quello
dell analisi 0 dell osservazione dei moderni Empiristi?

FILOSOFI ITALIANI

367

5 222.
Le dottrine di_Platone e. di Aristotele sono an
eh esse Pitagoriclze o della prima scuola Italica. La
distinzione tra la dottrina acroamatca ed esoterica
di Platone, la forma desu0i dialoghi, il fondo del

suo Spiritualismo, la ricerca dell7 assoluto nel _vero,


nel bello e nel buono, la sua passione perla geome
tria non sono altro che tante riproduzioni del PilaI
gorismo. La sua sentenza che le cose sensibili sono

uttuanti ed incerte, che la scienza comprende lu


niversale o l assoluto . espressa perno coi termini
di Eraclito e di Cratillo co quali Platone convers
moltissimo . La teorica delle idee non separate dalle
cose stesse sensibili, come tipi 0 modelli delle cose ,
il principio dell Uno o della Divinit nel Parme
\

1 Ecco le autorit che giustificano come Platone nelle sue


dottrine seguisse assai dappresso i Pitagorici e gli Eleatici.
Post dictas vero philosophias disciplina Platonis superve
nit, in plerisque quidem istos secuta , quredam autem etiam
propria , ultra Ilalicorum babens philosophiam . Am'stot. ,

Melaph. , lib. 1, cap. v. - Team: nella sua aritmetica: a: P)


thagorici vero quos passim Pluto secutus est. -Apulejo nella
sua apologia di Platone: Quapropter inventa Parmenidisac
"@noru's studiosus est secutus, ita omnibus quae admirationi

sunt singula, suos libros explevit . . . Nam quamvis de di


versis q/Icinis haec ci membra philosophiae suscepta naturah's
ab Ileracliteis, intellectualis a P_ylhagareis etc. . -Ficino nel
compendio del Timeo: Quemadmodum in Purmenide cun
cta divinorum genera pro viribus comprehendit, sic etiam

in Timzeo complectit naturalia , et utrobique plurimum R)


tluzgoricus est. . V. anche Stanlejo , Historin phiIosophize.
Veuetiis, 1751 , tom. 1.

368

SUPPLIMENTO QUARTO

nide e nell Ente di Melisso, il sistema sulla natura


dell universo nel'Tirneo, quello sulla scienza nel Tee

tete non sono altro che opere Pitagoriche, oppure

composizioni nelle quali Platone si serv degli scritti


di Epicarpo, secondo narra Alcinoo. - Aristotele
stesso che, secondo Cicerone, non cos lontano da

Platone, come si pensa (5 140, vol. I), attinse an


ch egli alle fonti Pitagoriche antichissime rispetto a

quelle dottrine nelle quali scambiati i nomi seguit


Platone, e rispetto a molti principi che espose come
propri. Il sistema delle idee o specie che Aristotele
confut come cose distinte e staccate dai singolari

( queste sono le idee di Speusippo ), la materia prima


od ultima eh egli distingue dalla secondaria, il suo
metodo naturale di procedere dal generale al par
ticolare per una giusta dimostrazione scientica, la
scienza da esso posta negli universali, e non nei par
ticolari, ne quali avvi semplice opinione, la sua arte
di assalire la conclusione piuttosto che le conseguenze
mediante la negazione od opposizione dell elenco, il

doppio principio della generazione e della corruzio


ne, sul quale basata tutta la sua cosmologia , la
rma e la privazione come principi semplici delle
cose, la dottrina degli estremi 0 dell uguaglianza co
me elementi del diritto e dell onesto, sono precetti
cavati immediatamente dal Pitagorismo, e che in

parte s assomigliano alle contrariet de Pitagorici, in


parte all amicizia e allinimicizia di Empedocie, ed in
parte alle massime di Zenone Eleatico e della scuola
de Megarici. Sicch se Aristotele diversica_da Pla

ione e dai Pitagorici, ne diversica soltanto nel tras

FILOSOFI ITALIANI

369'

portare, 'comei fa, la metasica nella fisica, nei dubbi


in cui lascia sulla spirilualilc sullimuiorlalit del-l
lanima e su Dio, della dottrina sulleieruit della ma?

teria. N altrimenti poteva accadere di Aristotele,


siccome quello che era f profondamente versaio nello
studi da libri Pitagorici, che adornavano la ric
hon'siima
sua libreria, che fu scolare d un Pitagm
ricco sia di Platone, e che preceduto in tanti inse

- gqainedli.da Pitagorici' medesimi non poteva che mlIe-,


lrnei'uomi o fals'arue iiutelligenza, per az:rogarsi
un qualche dirillo alla novit 0 all invrizine.

9 223.

'

-,

Anche nelle altre scuole Socratich'cQ codm palla


Gira/mica, della Stoz'ca, nella Pirrom'cd e nell_ Epica.
r-ea,*si acorgono aperte le traccie del Pi!agorsmq,

poich in questa trapassarono le due dottrine 0 co


ma una scienza P reconosciuta de
P redecess'ori o 00
me vedute sistematiche d un nuovo ixisegnameuto.

I principi de Cifenaic_i e degli Stoici di vivere fu_ori


della dipendenza delle cose esterne, di cercare la som
ma Perfeziona nel bene, ed un criterio del vero nella
sola ragione o in una perczioe che sia vericata
dal suo proprio oggetto, sono una consg'uenajxix

mediata- della cognizione assoluta: o del Razion'aliam't)


Pitagorco. Il dubbio c}l eseme di Pirrone pass
dalla rgionevolczza della dialettica Pitagon'ca all,a;
baso di Timone nella scuolePigrbrzia e Scettica. La

sica degli atomi di Epicuro, come pure la teorica


della rappresentazione basata dagli Epcunci_sullipo.
tesi delle emanazioni sottili ed invisibili dacurpi
(9 152453 , vol.-_l ), ricordano la materia prima

310

SUPPLIMENTO QUARTO

de Pitagorici, i punti di Zenone, e gli atomi di Leu

cippo. Il Pitagorismo altres si distese colle sue su


blimi speculazioni nella scuola Orientale e partico
larmente Alessandrina, producendovi la scienza er
metica o arcana'degli Egizi; prevalse nella scuola
Romana per generarvi un nuovo sistema di giuris
prudenza, se non pot. crearvi un nuovo sistema di

losoa, eiattraversando i secoli ~giunse al medio


evo e ai tempi moderni, Le forme e le specie degli
scolastici, la materia ultima o prima ,gli universali,
la entelechie o sostanze, la quiddit, l ente, l 6:
senza, lindividualit e l occeit dei Tomisti e degli
Scotisti Italiani, non sono che tanti termini nuovi
sotto i qualisi riassunsero le antiche quistioni Pita

go'riche sul'l assoluto, sulll uno, sull ideale innito e


cagione del mondo e degli esseri
lEpoca terza
de losofi Italiani). Quindi i intelletto che cerca

Dio di S..Anselmo

247, vol. I) sassomiglia al

1 Uno di Parmenide e degli Eleatici, il principio


dell individualit di S. Tommaso basato sulla ma

teri prima o segnata (@ 264, vol. I), termina a


combinare assieme l unit colla pluralit de Pitag -

rici; l innitamente grande di Cusano

284, vol. II),

1 intelligenza attiva universale di Cesalpini,-conside

rata come sostanza unica (5 ago, vol. II), il natu


ralismo puro di Telesio (5 295, voi. Il ), l emana
zione del Patrizj
296 , voi. Il ), l unit di Dio
. e del mondo di Bruno (5 298 ,vul. Il), i sensi co

me criteri di oggetti apparenti, ma non reali di


Campanella (5 318 , vol. II), sono tante quistioni
e tante dottrine o gi prevedute o gi sciolte nel

: 1m.osor1 ITALIANI

371

l antica losoa Pitagorica'. Ugualmente pu affer


merci che il cogito di Cartesio (5 333, vol. 11), tut
toch un argomento del fenomeno, e non gi la ra

gione dell essere, ci torna verso il realismo spirituale


o soggettivo de Pitagorici o Italici antichi, mentre

i suoi cubi o vortici richiamano alla mente gli atomi


di Leucippo; che la sostanza non individuale di Spi
nosa, ma che forma il fondo d ogni individualit

(g 33:, vol. II), si modella sull unit produttrice


della pluralit secondo Zenone Eleaticoz, che Dio
immaginato da Malehranch come l innito dallo

spazio e del pensiero o del mondo intelligibile , il


luogo degli spiriti
33g, vol. II) , in sostanza
I Uno di Parmenide , che il monadism0 di Leib
nitz, 0nd egli si condusse alle ultime basi della co

gnizione reale
335, vol. II), si risolve per una
parte nelle idee di Eraclito e per l altra nei punti
di Zenone e negli atomi della scuola LPitagorico-Ato

mistica combinati coll Uno sopraddetto di Parma


nide; che lidea sistematica della perfezione di Wolf
(S 362, vol. II ) non s allontana punto dall Uno o
dall assoluto nel bene al quale aspirarono e i Pitago
rici e Platone; che lldealismo formale o soggettivo
di Kant e lld<di .Fs'chte (5 380-381, vol. II) non
sono che una traduzione del soprassensibile assolu
to, dellI/no o della Monade de Pitagorici , che
l identit assoluta di Schelling e di Hegel, onde con

sta l:assoluto o l essere o l unit (9=39x-397,


voi. Il), va dirittamente ali unit congiunta colla

pluralit di essi. Pitagorici. Finalmente il corso e ri

corso delle nazioni ,onde si vanta come inventore il

'37'1

I SUPPLIMENTO QUARTO

Vico, e prima di esso Plutarco (5 240), coincide


col cerchio che si revole di Empedole (g 217 ). Lacu
de tale e tanta si fu l in'uzin'zadelle dottrine degli

untichi-Pitagorici sulla losoa anche moderna, che


non puonno dir'si' pi originali le nostre scuole pel
correre che fanno sulle traccie del Pitagot'ismo senza
avvederse'ne od anche loro malgrado.

'
g 224.
Le cause di tanta inuenza del Pitagorismo an
tico necessariamente procedono, a) dalla priorit 0
anteriorit di tempo, In) dalla verit e dalluniv
salit de suoi sistemi o delle sue dottrine. La prio
rit di tempo prepara come una tradizione il Si"
pere futuro. Le forme posteriori dell umano pensielt)
intorno alla losoa, si legano per un nesso neces
sario colle antecedenti. Sebbene queste .fbrme Si0

essenzialmente libere, sono per necessarie in certi


comuni concetti o in certe verit che costituiscono
le loro leggi o i loro conni per.mod0 , che dati
"oppure scoperti certi grandi principi, questi non poun0

a meno di non correre e ricorrere nella mente di

tutti i losofi ad ogni et, ad ogni tempo. Chi psi


primo scuopre un trovato qualunque anche nel mondo
speculativo, impedisce che gli'altri il iveggano da s,
e impone loro la necessit di riconoscerlo e di pre

supp'ovlo. Oltre alla ragione del tempo che. sareb.bl


per s momentanea o passa'ggiera , le dottrine Pili

goricbe hanno un intrinseca verit- ed universalit,


ove vengano tolte a quelloscurit pi apparente.bb

reale, in cui peravviso di alcuni elleno -si'giaccio


-nmQuesta verit per altro non esiste in tutte, n

FILOSOFI ITALIANI

375

noi Italiani possiamo menar trionfo dogni pensiero


del Pitagorismo. In esso ci furono errori ed abn
si, come in tutti i pi grandi sistemi losoci.
Quello che torna a sua gloria si il metodo corn
plesso ed unico della ragione 0 dell esperienza, ou

de si passa dal fenomeno al noumeno, dal uto o


dall effetto alla causa, e viceversa, per comprendere
tutto il soggetto della losoa , e per dinotare il le
gittimo passaggio dall uno allaltra senza cadere ne
precipizj o del solo Empirismo o del solo Razionali
amo. Che se gli Eleatici si rendettero sospetti di
Panteismo, bisogna prima spogliare il loro sistema
di quel mistero di parole che il circonda, e poi si
vedr che in mezzo al loro errore, possiamo rico
noscerli d aver confermato il rapporto tra l ideale
e il reale, di aver ridotto l unit e la pluralit ad
una verit di fatto, non meno che a termini della

pi rigorosa dimostrazione. D altra parte non pic


colo pregio del Pitagorismo amico I aver trovato e

professato pel primo il pi pretto Spiritualismo con


una potenza di dialettica quanto nuova, altrettanto

meravigliosa, recandosi con questo al puro Teologi


smo, o alla dottrina dell Uno o di Dio, siccome ne

fanno fede l Uno di Parmem'cle e gli stessi punti


di Zenone, dal quale necessariamente ricavasi que

51, Uno. N ci voleva meno, affinch l antico Pita

gorismo diventasse la scuola o il sistema d una fi


losoa universale. Ma tutta questa gloria e questa sa
pienza de Pilagorici antichi vennero meno nelle due
epoche posteriori, cio tra iPitagorici medj e nuo
ruummm - m

3z

374

SUPPLIMENTO QUARTO

vi, sebbene il Pitagorismo antico sopravvivesse pi


che mai onorato nella sua trasformazione in Platone

ed in tutte le scuole Greche.


II._ Pxncomcr un: on Emmsrr.

Ennio, Porcio'-'Catone, Egidio Figulo.


_ 9 225.

L epoca degli antichi Pitagorici termina ad 41:1"


stbtele o meglio ad Eudosso (380-364 av. G. C.),
che fa l ultimo Pitagorico tanto rinomato, amico a
Platone, e che si distinse soprammodo nella geome

tria e nell astronomia. Dopo quest epoca vi in se


non il vero estinguimento dePitagorici, un grande

scadimento nella loro scuola e nelle loro dottrine. Ci


avvenne o perch queste furono scredittte dalle arguzie

deSofisti derisi da Socrate,o perch con nuovo splen

dore appariva in Italia la scuola Greca per opera di


Platone e di Aristotele a soperchiarle, o perch l et e
linvidia ne rapirono i monumenti, od anche perch,
quando il pensiero losoco consumato ed esaurito,

ha bisogno di riprodursi sotto altre forme, o perch


inne la spedizione di Alessandro alle Indie, ed il go
vrno generoso deTolomei Lagidi nell Egitto richia
marono in Alessandria i pi distinti Pitagorici, tra i
quali vi'accorsero Eudosso e Diodoro Aspendio, Div
doro Grone Megarico, tenuti in moltissima grazia di!
- Tolomeo Lagide successore di Alessandro. Checch fos
e. '58 fatto che dopo Eudosso no all Era cri

Sllll non si contano pi celebri Pitagorz'ci: |\0lld

FILOSOFI ITALIANI

375

l epoca seconda del Pitagorsmo o dei Ptagorz'ci me


dj, fu unepoca di vero decadimento per questa'scuola
tanto famosa. Non noto quali dottrine precisamente
seguitassero iPitagorci medj. Solo si pu presu
mere che come Pitagorici s attenessero a quelle de
loro predecessori. Ne prova lo studio di Eudosso

principalmente nella geometria. Noi in tutto questo


tempo perci non riconosciamo come Ptagorici che
Ennio, Catone il Vecchio ed Egidio Figulo ricordato

da Cicerone.
i -

'

*
G 226.
Parlando dei Pitagorici medi fa Italia soltanto nella

relazione di losofi Italiani, e fuori dargomento il r_


cordare quale fortuna e quale importam... esse i|
Pitagorismo Italico e Greco in Alessandria 0 nonq
scuola Alessandrina, ove form quella scuola Eccle

tica che diede il nome a tutte le altre della medesima


natura. Questo punto di storia del Pitagorismo es
sandrino si rattacca pi naturalmente all'epoca terza
di essi Pitagorz'ci Italiani, 0 sia dei nuovi Pitagorci
che vennero dall Egitto in Roma a portarvi l Ec

cletismo ed il Gnosticismo (g 230 ). Noi dobbiamo


qui indagare piuttosto che facessero tra noi questi
Pitagorz'ci medi in un epoca di obblivione e di an
nientamento, quale si fa la loro. Egli certo che la
losoa Greca non cominci ad esser conosciuta in

Roma se non alla conquista della Grecia- fatta dai


Romani sotto il console Flaminio colla presa di Corinto
(il). 146 av. G. C. ), e eh essa principi ad aver
qualche favore, allora quando vennero in Roma alla
ne del sesto secolo dalla sua fondazione i tre celebri

376

SUPPLIMENTO QUARTO

loso ateniesi Carneade, Critolao e Diogene (5 173,


V0l- 1)- Egli certo che i Romani non conobbero
la Magna Grecia, durante il dominio dei Re ed an
che "i P"m tempi della Repubblica. Per tutto que
sto tempo se ne stette se non in bando in una vera

Oscufil il Plagorismo in Roma, e perch i Romani,


guerrieri ed agricoltori, repugnavano naturalmente ed
in generale agli studi di somma riflessione, e perch

la losoa principalmente Greca era sospetta ed odiata


a primi tempi della Repubblica ., come il prova il

bando invocato da Catone il Vera-Id J- mv\l ureci


col venuti, tal paura che quegliuo non ammnllis

ser0 ed isnefvassera la giovent Romana cc loro in


gegmlmenti. Cionnondimeno la losoa Pitagoriea ac
cn"- e protetta tra Sabini nella loro scienza tetrica

1 fritte, diede a Roma un Re in Nwna Pompilio


Siccme un suo sapiente , e i cui libri mistici tro

ti 00" agro di Enea Terenzio furono abbruciati,


e Pi tardi un Ennio Calabrese suo vero seguace, dal
quale comincia istoricamente il Prtagorismo medio.
9 22".

Q- Ennio, nato in Calabria nell'anno 514 di Ro


ma, e 240 av. G. C., essendo vicinissimo ai luoghi
d0'e esistevano , siccome coperte sotto (la cenere, le

grandi memorie dell antico Pitagorismo, si mise al

lP"l'tl di conoscerlo e di propagarlo anco tra BO


mani - Dai frammenti di Ennio sulla storia degli Dei
-_-\'Q_-.

' Q- Enii. poeta: vetustissimi , Fmgnienla qua super


sunt ab Hierone Columna conquisita. di-Pvsiu Pucam' Am.

stelaedami , 1708 in 8..

amosorr ITALIANI

377

e da suoi annali, tuttoch mahchevoli ed imperfet


ti, e giudicati da Cicerone puramente poetici, men
tre Seneca ne trovava alcuni pieni d altissimo sen
so ' , si possono raccogliere i suoi principi Pitago

rizri. Egli, giusta questi frammenti, avrebbe esclusa


la Provvidenza per non'ammettere la dottrina dei
due principi, avrebbe posto, come Empe-docle, quali
elementi del mondo lacqua, la terra, l anima, il sole

e la mente sempiterna nel suo principio del fuoco,


e considerate la giustizia, la temperanza , la fortezza
e lumanit' quali virt, mostrando come la vera
virt non istia nel cercar l oro, 0 nel satisfare alle
cupidit, ma nel disprezzare la vita, nellessere uguali '
s: nella vita che nella morte, e fantasticando che
l anima d Omero per mezzo d altri corpi fosse tra
passata in lui 1'.

5 228.
La dottrina Pitagorica di Ennio si comunic a

M Porcio Catone detto il Maggiore 0 il Vecchio,


morto nell anno 149 prima di G. C., il quale gli
fu scolare nelle lettere, mentre era Pretore nella Sere
degna , e che era stato istruito ance da giovinetto

r Seneca apud Agd~ lib. xu , cap. 2'. Quidam sunt


tam magni sensus
Ennii, ut lice.t scripti sint inter hircp
306 , passant tamen in-ter unguentatos piacere .

a Ennii, agmenta ex lib. Annal. - Fragmenta ex Epi.

charme: n Ego Deum genus esse camper dixi et dicam coe


li terra. Sed eos non curare opinor, quid agat geuus imma
num. Nam si curent' bene bonis sit , male maleis , quod mmc
abest . . . Terra corpus est; al menlis ignis est .
Sa?

378

SUPPLXMENTO QU .-\RTO

nelle scienze da certo Nearco Pitagorico. Catone non


ha lasciato per che alcuni arnmenti I, che uniti alle
tradizioni di qualche storico possano dare un qual

che lume sulle sue Pitagoriche dottrine. lframrnenti


di Catone, Dc re rustica, nulla contengono di lo
soco. Nel libro sulle origini , menti? ci discorre

della tnillanteria deGreci nel vantarsi fondatori dl


talia, nulla per accennando di Pitagora o di Cro
tona nel punto stesso che nomina Elea o Velia (nel
che si ha un altro indizio che Pitagora non fu l isti
tutore della scuola Italica), mostra tuttoil rispetto
per la losoa Pitagoriea e per l austerit de suoi
costumi, e per la persuasione chegliaveva esser desse
tutta nazionale od Italiana; insinua al suo gliuolo di
guardarsi da tutto quello che v era di squisito nelle
lettere in Atene, essendo fatti i Greci per corrompere
ogni cosa: e gloriandosi della severit e della durezza
dcsuoi costumi, va dettando che gli uomini nulla

apprendono nel far male, che lebriet - una specie


di volontario furore, che la soverchia cura nel cibo
e nella vita una riprovevole incuria; che molti
hanno pi sapore nel palato che non nell anima,
. che chiunque deve stimare s stesso, onde non si
pu mai essere od esistere senza di noi stessi, clw

1. M. Porcii Catania, De re rustica Izber. Fragmenta qua!


supersunt. Ausonia: Popma F0rsius ilerum 'recensait, colle
note di Mearsio. Franlserne , 1620 , in 8;- Fragmenla ve
tustissimarum. auctorum. Basilea, r55o. -- V. anche la Vita

di Cornelio Nipote. - Plutarco l. e. - T. Livio, lib. mm;


cap. 40. -- PiirL, lib. vu, cap. 27.

mosor: ITALIANI

379

le leggi sono il nervo delle citt; che amare sono le


radici delle lettere , quanto ne sono dolci le frutta;
che l avarizia ha tuttii vizj-7 che la vita umana
come il ferro, il quale non usato arruginisce 1.
g 229.

P. Mgidio Fr'gulo, contemporaneo a Cicerone, e da


esso chiamato il vero restitutore o ripristinatore della
sapicnza_Pilagorica, visse nell anno di Roma 696.

Egli era stimato grande specialmente nella matema


tica o nell empirismo della sica. Si ricordano con
molto onore i suoi libri perduti de animalibus, de
extis, de auguriis, da venti: 2:, ma le sue dottrine
losoche non si possono dedurre in verun modo e
nemmeno dall elogio pomposissimo che ne fa Cicero
ne, poich questi altro non dice se non che Nigidio
Figulo disputare sopra- molte cose Carneado more
e: modo, e che fu investigatore sottilissimo delle cose

naturali. Sicch vedesi, almeno per le memorie che ne


resta-no, che il Pitagorz'smo nella sua seconda epoca

cess le alte speculazioni sull Uno e sull" ideale, ri


stringedosi ad un puro Stoicismo in Ennio ed in
Catone, e ad un vero Naturalisrno in Mgidio E'gulo,

col termine all Empirismo della vita pratica. Il che


era conforme alla necessit de-tempi o della Romana
Repubblica, alla crescente fama o prevalenza della
losoa Greca anche in Roma. Laonde avvenne che

1 M. Porcii Catoru's dieta seu apophlegmata. Carmen de


mon'bus.

2 V. Brno/cero, tom. n. Philosoph. Romanorum. - V. .0s


Ab. Fabricii: Bibliotlxeca latina. Lipsia: , 1774.

380

supruxuauro QUARTO

lo stesso Pitagorsmo nuovo o la terza epoca di esso,


mediante i nuovi Pitagorici, fosse illustrata dagli stra
nieri cogli avanzi del Pitagorismo Egiziano o Ales
sandrino.
III. Nuovi Prrteoarcx

o
Puteocucx Mt5'119! e SOPRLNNIIT'URALIS'I'I.

S 230.
La setta denuovi Pitagorici abbraccia quasi per in.
toro i primi quattro secoli dellEra cristiana , dopo i
quali si distrusse ogni traccia del Pitagorismo tra noi
Italiani. Questa setta non fu che una continuazione in
Italia, e particolarmente in Roma, del Pitagorismo
Egizio 5 poich quello della Magna Grecia v era presso
che estinto con Ennio e con Egidio Figulo, e col

loro Empirismo naturale e pratico


zag ). Questa
setta era composta quasi tutta di stranieri, ma avendo
prldominato a Roma , divent Italiana. Essa prescelse
Roma come campo della sua gloria novella, e fu ivi

appunto eh" ella si mise a contendere la celebrit alle


altre scuole emulatrici. I nuovi Pitagorici si distin
guono dei neo-Platonici pi che nelle dottrine nella
loro immediata origine; peroccb i primi discendono

direttamente dai due Pitagorici Sestio ed Apollo


nia, ed i secondi da Platino e dalla scuola Eccleti
co-Alessandrina. Essi si partono in tre sette 0 scuole,

a) dei nuovi Pitagorici propriamente detti; 6) dei


neo-t/Platorzici , c) dei Gnostici. Le loro dottrine sono

piene di curiosit e di stranezze, costituendo come

FILOSOFI ITALIANI

38:

una specie di Pitagarmo Religioso. Il Tenncmann.


s accontenta di dire eh esse tendono al Misticismo e
alla divinazione associati col Pitagorismo e colla scienza

dei numeri (5 184, vol. I), ma non fa aperto quali


fossero queste dottrine ridotte alla loro forma siste

matica, quali le loro vicissitudini e quale la loro in


uenza sui modi pi recenti dell umano pensiero.
al Nume-i huoomc1.
5estio, Sozior_zc, Apollonia, Moderato ed altri,

5 23|.

La setta de nuovi Pimgorici ebbe il suo principio


con
Sesto che ori in Roma verso il secondo
anno di G. (1.. Si contcnde dagli storici sulla vera na
tura della setta di Scstio, pretendendo alcuni che in

vece di Piiagorica essa l'asse stoica I. Le dottrine di


Sestz'o e degli altri bastano a far rigettare siffatta opi
nione. Sestio, uomo grande ed illustre appo i Romani,
anche perch rifiut generosamente il principato per

poter losofare, fond una setta che argomentasi es


sere stata Pitagorica, massime perch tale setta fu di

chiarata nuova. Egli insegn, come raccogliesi da Se


neon, il quale afferma d aver letto gli scritti di lui,
che la virt e. necessaria alla beatitudine della vita ,
e che la sua altezza o difficolt accessibile a mol

ti, quantunque sia somma, che lanimo destinato


a riettere e a dar conto ogni giorno di s a s me
: Agatopr'sto Cmmasiano: Delhz storia e della indole d'o
gru losoa, tam. xv. , capit. 54.

382

SUPPLIMENTO QUARTO

desimo :, che bisogna astenersi delle carni,causa del


I? abito

alla crudelt e forte stimolo alla lussuria.

Cos Suzione Alessandrino maestro di


Seneca
che
ori verso l anno 16. dopo la nascita
di G.e (1,

fa anch egli Pitagorico al modo di Sestz'o, predcnd0


l astinenza dalle carni, e l amore al Pitagorism
Egli lautore del libro intorno alla successione de
losofi, ricordato da Laerzo e da
Eunapo, ed am
mise una specie di ruolo
'"rl'uosi per la quale repu
tava che le anime passa
ssero da un COl'pw Ud-hm,
onde la morte per lui
graaioue. La qual mete non era altro che una mi
mpsicosi
egli, ma
come
d1'500 , 000 tolse dai vecchi
Pitagorici,
dagliAlessan
Orien
ali' Questi nuovi Pitagorici per non uscirono nep
P"e essi dai limiti dellEmpirismo pratico dei Pila

gambi medj- Pare cheglino seguitassero di preferenza


la losoa pratica o lo stoicismo necessario a ri
mnlal' i Costumi assai rilassati de Romani a quei
tl"np DPO il nuovo Pitagorz'smo sinnalz a tutte
le [un strane speculazioni del misticismo Orientale

mescolato col Pitagorz'smo antico , e cos si ebbe


Quella setta misti
_
ca de nuovi Pitagorici che venne
pnrntlxnent_e stabilita a Roma dal famoso Apollonia.
5 232.
, 1P0110m0 Tianeo, distinto da altri dello stesso no
_me e Pal'lcolai

1
_
altro Apollonia
lsl;lale
8mente
tempidall
d Adriano,
siccome Tianeo,
attesta
tu a, ori Ve1130 l anno 70 dopo la nascita di Cl'f
\

l I ' Seneca E ' 5 6


oh- mitologici
stamplsati
d9-1 4.
G. D
l'exfa
- ' h b ' m
.
)
P
t.

_ ,

'
(,P'l

FILOSOFI ITALIANI

383

sto. Egli fuscolare di Eusseno da Eraclea oriondo


di Ponto, e venne in tanta fama come Pitagorico, clic
con falsi miracoli e con pratiche superstizioso pot

farsi credere l antico Pitagora di Samo e perno


il Salvatore 0 il Messia del cadente Politeismo.
Egli, o per proprio impulso o per quello de lo
sofi Alessandrini, servi di pretesto all ultima ra
zione del Paganesimo contro la nascente Religione
de nostri Padri; oda lui presero principio, colore
ed apparenza di veiotutte quelle stranezze e ridi
colaggini che si attribuirono per anacronismo alla
persona del supposto Pitagora o de Pitagorici avuti-'
chi. Questo nuovo Pitagorismo di Apollonia asso
lutamente diverso dall antico pel sistema di mistici
smo e di asceticismo al quale fu recato. Apollonia
era entusiasta ed ambizioso : venne a Roma ad onta

del divieto di Nerone, col quale ne erano stati sban


deggiati tutti i maghi o matematici, ed approt
tendo della superstizione che vi regnava, cominci a
dettarvi le proprie dottrine, le quali per altro fu
rono svisate dall inganno e dalla frode, dalla credtu
lit e da altre pi turpi passioni 1. Le dottrine di
Apollonia, per quanto si pu raccogliere da suoi
biografi .e da alcune sue lettere creduta autentiche,
I

1 V. Philoslratus, vita Apollon. --Cudworth: Srslem. in


tellectuale, cap. xv. -- Eusebii Pamphili .- Animadversianos in
Philostrati de Apollonia Tyanensi Commentarios. Epistolae
Apollonii Tyanei nunc primum editae grave simul ac latine
per Eillzardum. Lubiuum , ex officina Commenliana, 1601 -,
illi 8-0

Il

'

'

3s4
surrunattro QUARTO
consistono principalmente in queste: 1. che bisogna
essere in amicizia co losofi e non gi coi sofisti c

grammatici o con altra simile gente, a. che la virt


s acquista per natura , coll istruzione, coll uso, col
possesso; 3.2 che la ricchezza da stimarsi, allorch
abbia una nobile meta: chi era ricco ieri, oggi di
-venta misero, 4. che l anima muove tutto il cor
po; 5. che colla divinazione non si possono pr'e
vedere le cose sconosciute e future, non essendo le
cito al losofo ci che lice a Dio, 6. che la ra

gione scopre la verit, e la verit la causa di ti.


- vlosofare'a 7 . che . im P ossibile che o 8 ai P arola sia

utile: ed essendo una la parola, non pu esser detta a


tutti; 8. che gli uomini abbisognano in tutte le cose
degli Dei , e dopo delle citt; 9. che impossibile
trovare una retribuzione assolutamente uguale: quello
che secondo, non pu esser primo nella natura
delle cose; io. che la virt non mai serva ad al
cono, t i. che sono maghi o sapienti Pitagora, Orfeo,
ml anche Giove, come pure tutti quelli che passano per
amatori del giusto e delle cose divine; la. che luo
mo per natura ragionevole, come disse Eraclito:
perci deve vergognarsi chi si lascia strasciuare dit

tro ad una vana opinione; 33. che i caratteri nel


discorso comune sono cinque: il losqf, lo storico,

il giureconsulto, l interprete ed il letterato, tra que


sti diventando primo quello che conviene alla pl'0'

pria natura ed alle proprie potenze; 14. che se ti


ha il potere, devesi avere anco la prudenza; 15. che
dicevole essere povero come eroe (ut virum),

e ricco come uomo (ut kominem); 16. che larte

FILOSOFI ITALIANI

385

medica giudicata divina da Pitagora . quindi dopo


il corpo importa aver cura dellanima; 17. che

gli Dei non hanno bisogno di vittime, essendo loro


grato
chi prudente e chi beneca a suoi simili;
18.-cbe i sacerdoti lordano le arie di sangue: e
poi maravigliano come le citt savvolgano in ca

lamit supreme, 19. che senza mente e senza legge


non esistono n lapidi, n scritture, n passeg
gi, n teatri, no. che nessuna cosa perisce, se
non nella specie, 21. che il passaggio dallo stato di

essenza a quello di natura la generazione o la vi


te, ed il contrario la morte, 22.2 che l essenza
sempre uguale e sempre la stessa, 33. che la ma
teria non ha ne origine, n distruzione; 24. che
nessun modo delle cose visibili negli individui, ma

modo d una sola cosa singolare, 25. che quell es


sere che fa da solo e che soffre che tutto si faccia

in tutte le cose, Dio eterno ; 26.al che l uomo


che muore, diventa Dio, mutando modo, ma non
natura, 27. che lungi dal temere o lamentare la
morte , devesi desiderarla e venerarla. Nel qual sag
gio di lettere o sentenze di Apollonia delineato
il sistema de Pitagorici antichi sull Uno e quello
di Eraclito sullimmutabilit e perpetuit dellessenza
e della materia. Egli poi ammettendo quest essenza
(amar) eterna ed incommutabile, altro non fece che
tradurre in termini la teorica dei numeri di Pitagora e
le idee di Eraclito e di Platone, e risonoscendola co
me unica e sola rinnov apertamente l Uno di Par

menide. Tutte queste dottrine di Apollonia risguar


darebbero per ai principi degli antichi Pitagor'ici;
:rzsuezvmnn m

33

SUPPLIMENTO Qll All'l0

appropriato alcune p
386
ma
egli
pois
cune massime per le quali
massime nuove di

forma e colla celebrit


ascetica. Queste pratiche e queste del nuovo Pitafa

Apollonia,
sono il distintivo
risma o del che
Pitagorismo
della terza epoca , consistono
singolarmente nel misticismo-7 nell uso dei sagrificf;
nel costume sacerdotale e religioso, nel ssterxia delle

emanazioni, col quale

0 unico e primo
' tervallo disgiunto da quel

li, interprete
degli
esseri, e buono
di pocointunoi , e mente che non ab
bisogna d altro strumento ,
cie di ordine riposto in un
di tutti in uno, nella divinazio
concatenamento;

dell anima; nel di


a e nella libert del
prezzo
delle
ricchezze;
nella
fortezz
33880 0 losofo; nella tranquillit o pazienza. M

uoscenza di questo ordine o

pnmoue del corpo come carcere


\

ste massime non sono assolutamente una

, ma una

copertura del Pitagorismo onentale deg


tl0, ed un accozzamento con alt
m0:l-G_e etniche esistenti anche

cm v ,Vene Apollonia, e seguite priucipa m


lt0 dello stoicismo da alcuni Pimgorici noi
9 I_ar.ra se la scuola d Apollonio v a '
eg 5 "l ben presto da Roma per andar '

'

I)etxvm Egitto, atteso il bando intimato '

Nef0ne, ovvero pi verisimi


__ .' lciis
USCbLO in un frammento sulli oper a d1
.________*________
De
ma

I V E

FILOSOFI ITALIANI

387

penuria de discepoli e degli ammiratori della sua


sapienza. Gli altri nuovi Pitagorici, Moderato, SG
condo e Nicomaco, si educarono a questa scuola in

dipendentemente da Apollonia. ,
5 233.

Moderato da Gadi, vissuto nel primo secolo del


l7 Era cristiana, e precisamente a tempi di Nerone,

non applic altrimenti il Pz'tngorismo allo studio della


natura, siccome afferma il Tennemann
184, vol. I),
ma sibbene alle cose pi astratte della metasica. Egli

fu eloquentissimo , e si fece molto merito per aver


diseppellite le sentenze de Pilagorici. Le sue opere
ricordate da Por/irio e da Stefano sono gli undici
libri sui Pitagoriei e gli altri cinque sulle scuole Pi
tagoriclze I. In questi trovasi singolarmente la dot
trina aritmetica o matematica di Moderato esposta
da Por/irio. Quivi rieordasi che Moderato ricono
scava i numeri Pitagorici come parole o termini ne

cessarj ad esprimere i principi delle cose difficili ad


ispiegarsi co vocaboli comuni
207-208 Quindi
i numeri per essosono note oforme di questi, sono
come le gure geometriche che signicano le varie mo

dicazioni o maniere di essere dell estensione conti


nua. Quindi [Moderato fu tra i Pitzigorici nuovi quello
che si diede alla giusta interpretazione denumeri de

gli antichi Pitagorici, laddove Nicomaco di Gerasa,


vissuto nel secondo secolo dopo G. C. Ira Trasillo

Platonico ed Apulejo, o sia tra gli Imperatori Ti


l Pythagora , vla Gmece a Male/x0 seu Porphyrio con
scripta.

388

SUPPLHIENTO QUARTO

berio e gli Antonini, si appropn questa scienza dei


numeri de Pitagorici antichi per farne una a suo ta

lento e capriccio.
5 234.
La dottrina dei numeri di Moderalo verte sullu
nit sino al- dieci o alla decade. L Uno ci che
per una sola forza e per una consensione unica di

parti si tiene in modo in s da partecipare alla pri


ma causa. La ragione di ci che dispari e diverso,
divisivo o divisibile e che va soggetto a varie mo

dicazioni, si il numero binario, sicch, quantun


qua ci sia una propria natura in ognuno dei due,

ci non pertanto essa la natura di due e non di


un solo. Non ci sono soltanto queste due nature. (li

numeri: v ha delle cose fornite di principio, di


mezzo e di fine, e a queste devesi attribuire il nu
mero ternarie o la triade. Sil'fatte ragioni dennmeri

si contengono in una tal quale specie e facolt di


essi, che dicesi decade o decennario, e che il nu
mero perfettissimo '. La dottrina invece dei numeri di
Nicomaco ben diversa nellesposizione che ne fanno
Giamblico e Fazio 2. Nicomaco non si ristrinse alle

1 Pyllzagorne, Vita di Por/irio, pag. 54-59.


2 Jamlzlichus Clmlcidensis in Nicomachi Geraseni arithme
ticam inlroduclionem et de zlo , mmc prmum edilus in la
tinum scrmonem conversus notis perpetuis illustratus a Samuele

Tennuh'o. Arnhemiae, 1768 , in 8. -- Plwlii, Mjriobiblon


sive Biblici/reca Oliva Pauli Slephani, 16m , in fol. . Alcuni
credono che i due libri aritmetici e teologici letti da Folio
siano veramente di Nicomaco, e che l'arilmetica di Nico

maco cosi intitolata da Giamblico, sia di questo e non di

FILOSOFI ITALIANI

389

sottili speculazioni sui primi dieci numeri Pitagora


ci, i quali pure come in Moderato potevano aver
una qualche applicazione come segni o simboli; ma

abbandonandosi alla sua immaginazione piuttosto che


alla severit del raziocino matematico, and fantasti
cando che tutte le cose sussistenti si riferiscono al
lessenza dei nuineri, che non solo le cose, ma ezian

dio le Divinit sono numeri, che i numeri meri


bnno omaggio e venerazione, che gli Dei perci

hanno una data quantit che s accresce o si dimi


nuisce: donde venne che la teologia aritmetica di
Nicomaco fosse una scienza arcana, piena di com

menti e di simboli, una mistagogia fatta per quelli


che erano versati in questa discipline e per trarre a?
pi strani delirarnenti. Nicomaco, cos continua Fo
zio, ammise l unit come la mente, l uomo femmi

na, Dio e la materia, la recettrice di tutte le cose,


il chaos, la confusione, il contemperamento, loscu
rit, le tenebre , il tartaro , lo slige, l errore, il ha
ratro sotterraneo, la letea vergine , l atlante. Quindi
per Nicomaco l unit che tutta signicativa degli
Dei, tornava ora a loro onore ed ora a loro infa

mia. La diade o il numero binario era l audacia e


la materia , la causa dei dissimili, l interstizio tra

l unit e la pluralit. Essa sola formava luguaglian


zag ma risultando dalla composizione , era perci
uguale e disuguale, informe , imperfetta indenita.

Il due era fonte d ogni concento, Ermo tra le muse


quello. Noi preferiamo l esposizione che ne fa Fazio, come

la pi autentica. .
33'

390
SUPPLIMENTO QUARTO
e nello stesso tempo armonia, tolleranza e radice,
sebbene destituito di potere. Pel due immaginavasi
equo Giove, la giustizia Diade ed Isi, Natura e
Rea, madre di Giove e fonte della distribuzione,
e come Rea Frigia e Lidia, Dindimene e Deme
tra, Eleusina e Diana: laonde il due veniva a

rappresentare ad un tempo i ignoranza e limpru


danza, il falso, il dissidio , il fato e la morte. Il tre
o il ternario primo di tutti, impari nel atto, era
per Nicomaco il numero perfetto, il medio, la pro
porzione. Esso era la prima collezione od aumento
delle unit applicabile alla siologia , signicante la
mente, la causa della Sapienza e dell intelligenza,
la cognizione, la podest dogni armonia o musicil,
l astronomia. La Triade era Saturnia , Latonia ed
Amalica. Il quattro o quadernarz'o era moltiplice, un
nuovo, anzi un Dio moltiplice od omnigeno (om
ndeus). Esso non era altro che la natura collaeua
variet, Ercole e la somma forza, oppure Bac

co, Vulcano, Sorita e Maiade. Il cinque o quinti


rio era il medio ottimo, il pi naturale per la sua equi
distanza dagli estremi. Come unit costituiva il prin
cipio del numero o della decade , come ne il suo

compimentofEsso rappresentava la quiete delle ris


se , l alterazione, lo splendore del sole e la giusti

zia , etl il minimo della facolt della vita. Esso si


predicava come Nemesi, Diana, Bubasta, Venere,
Gamelia. Il sei o il senario era il solo numero ac<
concio ali anima, l articolazione dell universo, la
causa del vitale appetito, lnrmoni'a e luniversa
natura, e pi propriamente Venere nuziale e An

/
rn.osor1 ITALIANI

391

droginea. Il sette o lebdoma era auch esso intere


medio tra l unit e il dendrio, esprimendo la for

tuna, l occasione, Minerva, Marte, Acreote, Age

lia, Alritone. L otto o lottonario, sebbene non cos


laudabile come gli altri, cionnondmeno era Dio ,

veniva adorato come somma armonia, come Cad


meia madre, come Rea, Cibele, Gibebe, Dindime,
come amore, amicizia, prudenza, intelligenza. Il nove

o novennario era in
l antecedente. Esso
Perseo, il Sole, la
dieci o il decennario

grado prossimo di divinit col


era Prometeo o la concordia ,
quiete e la rasso-migliahta. Il
era l universo, Dio, il Dio

degli dei, avente dieci piedi e dieci mani. In esso si

comprendevano il mondo, il cielo, il fato, l et, la


potenza, la fede, la necessit. Esso ora I Atlante,
il Dio indefesso, Pane, Sole, Urania, Memoria 0
Mnem0sine. La dottrina conseguentemente di Nico

muco che al dire di Fazio dovette essere comune


anche ad Ammonio, e perci alla scuola Eccletica
dAlessaudria, discorda assolutamente da quella de
gli antichi Pitagorici, tuttoch in origine ne fosse
una derivazione. La scienza dei numeri degli anti

chi Pitagorici era destinata ad esprimere le forme e


le analogie delle cose, e non a creare un linguag
gio arcano e mistico, come presso i neo-Pitagorici.

La dottrina dei numeri degli antichi Pitagorici non


fu mai applicata che alle cose naturali o sopranna'

turali ma vere. Quella de nuovi si rifer in tutto alla


mitologia. La dottrina dei numeri degli antichi Pi<
tagorici fu eminentemente matematica in s stessa e

nelle sue applicazioni, siccome il provano le sco

391

SUPPLEMENTO QUARTO

perle nella meccanica celeste e terrestre loro altri


baite, laddove quella de nuovi, appunto per la sua
mescolanza colla favola e colla superstizione, divenne

ridicola ed inutile. Ed appunto per tale oscurit


e per tale scempiaggine che non pot sopravvivere
la dottrina aritmetica de neo-Platonici , abbench

Giamblico tentasse rinnovarla. Por/irio e Fazio il di


cono apertamente. In questa aritmetica ci aveva 1 o
scurit e il misterio non solo rispetto alle cose, ma ben
anco alle espressioni. La parte pi fruttuosa e pi
vera del Pitagorismo antico s era gi immedesimata
col nuovo platonismo ,- sicch ai neo-Pitagorici non
rimasero pi che l entusiasmo e il corrompimento

delle antiche dottrine. Quindi non mataviglia che il


tempo , il quale non perdona nemmeno alle cose utili
e serie , disperdesse ed annientasse quelle che erano

cos frivolee piene di derisione. Il perch n tra i


neo-Pitagorici, n tra i neo-Platonici posteriori a

Nicomaco trovasi pi alcuno, fuori che Giamblico,


che professasse la scienza de numeri ad imitazione
di quelli '.
'
5 235.

L ultimo tra nuovi Pitagorici- che si ricorda al prin


cipio dell Era, si Secondo Ateniese vissuto in Ro
ma verso l anno 120 di G. C.. Egli nelle sue rispo
ste alle quistioni dell imperadore Adriano, e regi

strate nello specchio istorico di Vincenzo Bellora


cense, mostrasi seguace del nuovo Pitagorismo per
1 V. Bibhalh. Graec. vol. xm, pag 565. - S/Jtl-llt'lt,
1h.u~ lib, n~, caP. 70.

4FILOSOFI ITALIANI

393

le seguenti sentenze cosmologiche: I. che il mondo


con complesso di cose incomprensibili, una mac-_
china inaccessibile all uman guardo, una multiforme
rappresentazione, un olmo etere, uno spirito molti

plice, un circuito che comprende il sole, la luna ,


il giorno, le stelle, le tenebre , la notte, la terra,

il fuoco, l acqua, laria, a. che Dio il bene ori


ginale o nativo, l immagine del multiforme , 1 al
tezza invisibile, l occhio vigilante, il lume, la mente,
il potere, l anima che persdade il mondo, e dalla
quale ricevono l essenza tutte le cose; 3.a che l un
mo la mente vestita di carne, il vaso spirituale,
il domicilio sensibile, il ristretto abitacolo o l ani

ma nata alla fatica,


che la morte il sonno
eterno, la terra la base del cielo, il ginnasio della
vita. Queste sentenze di Secondo, mentre si dilun

gano dalla scienza dei numeri di illoderat0 e di Ni


comaco, convengono con quel linguaggio simbolico

od allegorico de Pitagorici che da Porrio, nella vita


di Pitagora I, si volle afbbiare ai Pitagorici anti

chi, onde poi si disse eh essi per le lagrime di Saturno


intendevano il mare, per le due orse le mani-di
Rea, per Pleiade la lira delle muse, pel cani di
Proserpina le stelle erranti e simili. Le quali allego

riche espressioni non sono altrimenti degli antichi,


ma dei nuovi Pitagorici. Non possono aversi argo
menti pi decisivi del decadimento del Pitagorismo
in Italia nella setta de nuovi Pitagorici: cosa pr_

di poca importanza,mentre esso viveva nel Pla


l I. P_ytlzagone, Vita, pag. 46.

394

SUPPLIMENTO QUARTO

lonismo. Se non che anche in questo esso erasi mesco

lato col Misticismo orientale, onde gli succedettero al


tre due sette in Roma, quella deniao-Platonici e

quella deGnoslici. Questa nuova produzione o trasfor


nzione del Pilagorismo novello nelle due sette sopran
nominate non accadde in Roma per opera immediata
dei nuovi Pilagorici soprallegati, ma si bene pei loro
principi preesistenti e gi trasfusi nella scuola Eccletica
d Alessandria. Perlocch i nuovi Pitagorici, i neo-Pla

tonici ed i Gnostici d Italia o di Roma formano


una continuazione dell antico e nuovo Pitagorismo
Alessandrino, o del novello Pitag0rismo d0rienle,
siccome si gi detto (9 230).
b) Neo-Panama.
Trasillo, Tcane, Albino, Platino, Porrio,
GriamblioJ ed altri.
|

5 236.

I neo-Platonici abbracciano la stessa epoca dei


nuovi Pitagorici, cio i primi quattro secoli dell Era.
Essi sono distinti in due specie (5 185-203, vol. I):

in quelli che nacquero da Trasillo da Mendi, da


Teone Sxnirneo e da altri, ed in quelli che proven
nero da Ammonio Sacca e da Platino, cio dalla
scuola Alessandrina. I primi si dicono neo-Platonici
ed i secondi Eccletici, derivando questi ultimi im

mcdiatamenle dalla scuola di Ammonio e di Pola


mone

185-203, vol. 1). Ma questa distinzione

non molto esatta,'n sussiste a tutto rigore, poi


ch anche tra i nea-Platonici prima di Augusto, Si

FILOSOFI ITALIANI

395

veggono scolari di Ammonio, come lo fu Albino


maestro di Galeno (5 185, vol. 1), si trovano presso
che tutti di nazione orientale, e dominati tutti dal
l impulso della scuola Orientale o Alessandrina'e
dal nuovo Pitagorsmo, avendo tutti il comune prin

cipio eccletiq di fondere nello stesso Sincretismo le


dottrine di Pitagora e di Platone. Il distinguere i

neo-Platonz'ci Primi dai secondi, 0 sia da quelli di Plo


tino, reca moltissima confusione, oltrech contraddice

in certa guisa alla storia, essendo due rivoli che pro


cedono dalla stessa sorgente 0 scuola, e che non
differiscono tra loro se non di alcuni anni e nel
grado di celebrit. Anche i neo-Platom'ci apparten
gono alla scuola denuovi Pitagorici, anzi\ non sono
che una continuazione di quella, e perch il fondo

o la base principale delle loro teoriche si il Pita


gorismo in parte antico ed in parte Orientale, e
perch la loro losoa essenzialmente mistica ed
immaginosa intorno a Dio, allassoluto e alla so
stanza reale delle idee, e perch moltissimi tra loro,

come Por/irio ed altri, anzi che Platonici,. furono


detti Pitagorz'ci, come fa essenzialmente Pitagorico
Plo'no per la qualit delle sue dottrine.
5 237.
I primi neo-Platonici, cio quelli che vissero al
primo secolo dell'"Era , come Trasillo e Terme in

sieme agli altri, non vero, siccome dice il Tenne


marm (5 185, vol. I) che fondessero in un sinora
lismo la losoa di Pitagora e di Aristotele. Essi
furono del tutto Platonici-Pilagorici, e'perci estra

nei ad Aristotele tanto nella losoa teoretica, quanto

396

SUPPLIMENTO QUARTO

nella morale, per quel tanto che Aristotele deve essere.


distinto da Platone. La prevalente opinione a tempi
de primi Imperatori romani che la losoa Plato
m'ca fosse legittima glia 7della Pitagorica; la co
stante e giusta estimazionc che si ebbe sempre in

Roma della losoa Platonica s per la celebrit


desuoi losofi, come per la grandezza della sua

eloquenza e delle sue dottrine, la tema d alcuni


d essere clti come matematici professando il Pita
gorismo sotto un tal nome, poich i Pitagorici ai
tempi degli Imperatori chiamavansi maghi o male
matici; la protervia e lincalzante guerra che muo
veva il losofare non degli Accademici gii'avvi
liti e repressi, ma degli Scettici ai tempi de Cesa
ri, furono le cause che fecero risorgere la vera

losoa Pitagorica sotto il nome di quella di Platone


della quale componesi singolarmente la prima schiera
o specie de neo-Platonz'ci formata da Trasillo, da
Teone, da Alcinon, da Albino, da Plutarco, da Cal
visio Tauro, da Lucia Apulejo, da lassimo. Da questi
per debbonsi escludere Trasillo, Albino, Tauro, e
perch non se ne ha le opere, e perch la loro
dottrina non cos compiuta come quella degli altri.
.
9 238.
Terme Smirneo, distinto perci dal Teone Samib,
Peripatetico, Alessandrino o Stoico, Sidonio, An
tiocheno , e la cui et non pu essere incohtrover
tibilmente denita, sebbene si sappia che fosse pi

giovane di Trasillo, del quale egli fa lelogio (Tra


sillo visse nel 1. secolo dell Era), rammemorato
come grande matematico, e scrisse otto libri intorno

FILOSOFI ITALIANI~

397

alle cose utili nella lettura di Platone, ne quali ci

illustra dapprima la P1tagorica losoa, siccome


aiuto all intelligenza della Platonica. Il che dimo
stra sempre pi il legame tra i neo-Platom'ci e i
nuovi Pitagorici I. In questi libri, ma in particolare
in quelli ne quali parla dell aritmetica, e che non
andarono dispersi, mostra Teone l uso generale che

facevano i Pitagorici della matematica, non come


ora strumento alle scienze siche , ma come una vera
metasica, o sia come un linguaggio signicante le
cose astratte ed incorporce. Nell aritmetica egli in
segna la somma necessit di questa per conoscere
tutte le scienze ed anche la stessa losoa, non po

tendo salire alle cose astratte, se non chi abbia


eccitato lintelletto dall uno e dal numero, onde per
lui la matematica era quella che menava allo studio
o alla contemplazione del bello e del buono , para
gona la losoa, e quindi anche l aritmetica ad una

specie di iniziazione ai veri sacri ed alla tradizione,


demisterj, e ricordando le cinque specie di gradi o
d iniziazione, cio la puricazione (prima purga
tio pravia ), la tradizione delle cose sacre (sacro

rum traditio, idest initiatio ), l ispezione (inspectio ),


l imposizione della corona o la jercgnzia (capitis re

1 Theonis Smymei Plalom'ci. -- Expasitio earum qme in


arithmeticis ad Platonis lectionem utilia sunt. - Bulladi, in

lerpretationem Iatinam, Iectionis diversitalem suamque annota


tionem addidit J. J. De Gelder. Lugduni Batavorum , 1827.

Nella vita preposta dal Gelder a questopera di Teone Smirneo


egli lo fa nascere dopo i tempi di Tiberio.
reamamann - m

'

34

398

SUPPLIMENTO QUARTO

legatio sive daduchia vel hierophantia), la felicit o


il consorziojamigliare, vuole che larmonia del mondo
non possa comprenders innanzi d aver studiata o
compresa quella de numeri, essendo questi, siccome
presso i Pitagorici antichi, la fonte e la radice di
tutte le cose; ragiona delluno e dell unit, richia

mando all impossibilit della divisione materiale e


corporea delluno, poich per tale divisione tor
nerebbe a rampollare il multiplo dall uno; la co
noscere le propriet dell uno o della manuale, com
provando ch essa dicesi monade appunto perch
immota, n pu dividersi in parti maggiori di s
stessa, onde non trapassa mai i propri conni, e dif
ferenza del numero o del numerato che sempre
maggiore o minore: sicch per Tcome la monade
intelligibile, e come tale non ammette divisione,

mentre luno soltanto come sico o sensibile pu


esser diviso all innito. Finalmente, ricordando le se

rie dei numeri Pagorici fondate sulla monade e


sulla diade, sul pari e sull impari, accenna che Ar
chita e Filolao prendevano indistintamente l uno e
1 unit, mentre altri, pure Pitagorici, ammettevano

un unit prima od anteriore alle altre, e questa unit


era la forma intelligibile di tutte le cose; e conchiude
il suo trattato con un lungo discorso sopra tutte le

relazioni e propriet dei numeri primi ed incomplet


si, dei pari coi pari, dei dispari coi dispari e vice
versa , dei numeri parallelogrammatici, quadrati,

Oblunglzi, piani, triangolari, poligoni, simili, sferica,


solidi, piramidali e diagonali, perfetti ed imperj"etti
Pare che con Tcane cessasse o s interrompesse il mi

FILOSOFI ITALIANI

399

sticismo Orientale de nuovi Pitagorici. Vennero in


fatti Alcinoo, Plutarco ed Apulejo a rinnovare il

Pitagorsmo ed il Platonis'mo Greco o puro. '


6 239.

'

'Alcinoo, vissuto probabilmente l principio del se

colo secondo dell Era, non porge alcun che di chiaro

intorno alla propria vita. Pare certo chei fosse Pla


tom'co pel saggio che ne lasci di tale losoa 1, e
per la conoscenza profondissima che mostra in quel
la. La losoa, dice Alcinoo, secondo Platone .
l appetito della sapienza, o sia lo scioglimento del
l anima dal corpo, il rivolgimento dellanimo al vero

intellettivo o mentale. La sapienza la scienza delle


cose divine ed umane, ed il losofo che coltiva la

sapienza , deve aver l animo ben preparato alla co-t


gnizione di quelle essenze che si percepiscono colla
mente, dirigendo il suo studio a tre oggetti, alla con

templazione delle cose, alla pratica della virt, alla


considerazione nel disputare. La prima la cogni
zione contemplativa. La seconda la vita o la cogni
zione attiva e pratica. La terza la dialettica, e que

sta distinguesi in apodittica ed in epichirematica se


condo che versa su raziocinj necessari o soltanto pro
babili. La vita o cognizione pratica riguarda prima

mente i costumi, in secondo luogo la famiglia , e


per ultimo la repubblica. La cognizione contempla
tiva si riferisce ad una parte immobile e prima, qual
r Alcinoi Philosophi: Inlroduclionis in Platonicam plu'lo
sophiam latina interprelalio cum Grzecis codicibus collala a

Daniele Heinsio. Lugdnni Batavorum , 1607 , in 8..

_ 400

SUPPLIMENTO QUARTO

quella che consiste nellinvstigare le cagioni delle

cose, detta teologia, e ad un altra mobile, come


il moto degli astri, il giro e il ritorno de corpi o

la cnstitnzione del mondo: questa dicesi geometria


0 matematica. Nella dialettica ci discorre del giudi
zio, e quindi dell intelletto come suo strumento o
facolt, e poscia della ragione, distinta in due, l una

vera ed incomprensibile, l altra in quella che non


falla nel conoscere. La prima di Dio , la seconda
dell uomo. Quella dell uomo si riferisce come dop
pia ancb essa all intelletto ed al senso. La intellet
tuale forma la scienza 0 la ragione generatrice della
scienza , e con essa la certezza e la verit. La sen

suale produce l opinione, non essendovi scienza nelle


cose sensibili, essendo il senso una passione della
nima mediante il corpo, e risolvendosi 1 opinione
nella pura memoria congiunta col senso. Dopo di
che considerando siccome ucii della dialettica quelli
di avvertire in primo luogo la natura di qualsiasi cosa,
ed in secondo lungo tutto quello che in lei accade,
riduce Alcirzoo le funzioni logiche alla divisione, alla

denizione, alla risoluzione, alt induzione e al ra


ziocinio, ammettendo le proposizioni negative epo
sitive, come pure tutta la dottrina del dialogo, e le

tre gure categoriche dell argomentazione di Pla


tone, le une consistenti nelle voci e le altre nelle

cose,- ed allargandosi col discorso sul Cratilo dello


stesso Platone, va indagando in esso, se i nomi
siano posti dalla ragione o forza della natura o dal
1 arbitrio , e soserive alla prima opinione a mo
tivo che non mai retta l imposizione del vocabo
t

FILOSOFI ITALIANI

401

lo, se non qualora eorrisponda colla natura della


cosa. Quanto alla losoa contemplativa riconosce
Alcinoo di somma utilit i numeri a meditare le
cose divine, ed a premunirci dagli errori del senso,
e di tanto rilievo la matematica 0 la geometria da
attribuire il nome di vera scienza alla dialettica

soltanto , siccome quella che dalle ipotesi geometriche


ascende ai primi principi delle cose. Inoltre considera
la materia come il ricettacolo o lef/igie, la madre,

il luogo 0il soggetto delle cose, e quindi le idee


che rappresentano il Padre e lautore di quelle. Li
dea poi per riguardo a Dio la nozione stessa di
Dio, e per riguardo a noi lo stesso intelligibile,

e per riguardo alle cose sensibili l esemplare, l es


senza; mentre tutto ci che nell intelletto deve
riferirsi a qualche cosa. Per ultimo ammette i primi
intelligibili ed i primi sensibili, ed il mondo compo
sto di corpo e d anima. Quello visibile e corruttibile,
e questa invisibile ed intangibile: laonde la forza e

la consttuzione dell uno diversicano assai da quelle


dellaltr. Sicch Alcinoo avrebbe il merito tra
huovi Platonici d aver raccolto come in una forma

od unit sistematica la pi gran parte delle genuine


dottrine Pitagon'che e Platoniche, che erano state

disperse e mal intese dagli altri aderenti al Pita


gorismo e al Platomsmo novello.
5 240.

Plutarco da Cheronea, orente ai primi anni del


secondo secolo dellEra, appartiene anch egli ai neo
Platonci per le sue opinioni e per le sue dottrine
non solo morali, ma eziandio teoretiche o speculati

34

on

SUPPLIMENTO QUARTO

ve, sebbene "pidi quelle che non di queste ri


dondin le arie opere I. Alle dottrine teoretiche di

Plutarco spettano il Coni1ivio dei sette sapienti, lin


terpretazione della parola EL scritta sulle porte del
tempio di Delfo, e degli oracoli di Pizia, i trat
tati sul diftto degli oracoli, sul fato, sui placiti dei
losofi, sulle quistioni Platonicbe, sulla procreazione
dellanima secondo il Timeo di Platone, sulle con

traddizioni o ripugnanze degli stoici, e contro il


Colata di Epicro 2. Appartengono alle dottrine morali

propriamente dette tutti gli altri scritti cosiddetti


losoci. In queste dottrine, tuttoch Plutarco ora
confuti i Prronisti e gli Stoici, ed ora gli stessi
Accademici, mostrasi per sempre seguace del Pla
tonismo novello. Egli negli oracoli trovava tutta la

p0ssanza della dialettica, ravvisando nella congiun


zione si, comune modo 0nd erano essi interroga

ti, lenunciazione pi conforme di qualunque altra


alla mente umana, considerava luomo soltanto ca

pace della nozione e connessione tra l antecedente


e il conseguente, e la dimostrazione come la luce
della verit e della losoa: laonde per lui il tripode
non era altro che la ragione della verit, e lora
r Plutarchi Chaeronensis omnium quze e.rlant operum to
mus secnndus continens moraiia Golichno Xilandro interprete
Lutetiee Parisiorum , 1624, tom. 5 in fol..

a Il Calata, che cos chiamasi con voce diminutiva,


il libro di Epicuro detto Cololarum et Cololarium. L iscri
zione di questo libro era questa: Secundum aliorum philoso
phbrum decreta ne vivi quidem passe. V. le Opere giacitate
di Plutarco , tom. ul. adversus Colollzem liber.
'

FILOSOFI ITALIANI

403

colo una deduzione della conseguenza percepita od


antiveduta con ragioni o cause naturali dietro la

rappresentazione o la materia che forniva il senso


alla ragione. Ancb egli apprezzava moltissimo il nu
mero come il principe o il principio delle cose di
vino ed umano, dando per la preferenza al qui
nario, n ammettendo o i cinque mondi di Pla
tone in numero determinato, od i moltiplici mondi
all innito con altri, ma soltanto la materia divi
\

sibile e senza unit, la quale fu separata o sper


perata da Dio medesimo. Plutarco voleva l anima
immateriale e oltre ad ogni senso , diversa nei di
versi uomini comc l uomo che rappresenta una per

sona tragica diverso da quello che ne rappresenta una


comica,dotata dingcgno qual lume divino,e capace
, di passare in altre anime e di avere con ci una

certa immaginativa del futuro, non essendovi ra

gione cb essa dovesse. perdere unita al corpo il dono


che aveva di presagire disgiunta da quello, quan

tunqi1e fosse vero per Plutarco che l anima mista


col corpo acquistasse un nuovo temperamento che
dianzi non aveva, e le cui propriet non potevansi
esprimere con parole I. E qui Plutarco si distende

con rara sapienza sulla dottrina dei temperamenti o

1 Cum mundus constet e duabus partibus, corpore et


anima Corpus quidem non geuuit Dus, sed a materia exhi
bitum conformavit ac concinnayit. Anima autem mentis,
rationis, coucentusque particeps, non opus modo , sed pars
Dei est, neque ab ipso ~facta , sed de ipso et ex ipso exti

tit . V. Platonicze quwstiones.

454
sulla relazione
l origine della
siasmo, della

surruwrexvro QUARTO
tra il sico e il morale, per ispieg'are
divinazione , del presagio, dellentu
baccazione e del furore con una

capienza non inferiore a quella de moderni. Egli ri

sgnarda il fato sotto un doppio aspetto, come


azione, 0 sia legge, e come sostanzia. Il zto come
legge era il compagno di tutto l universo, la legge

della natura sulla quale dovevano modellarsi e cor


rere tutte le cose. Il fato come sostanza era per

lui l anima universale del mondo tripartita in una


parte immobile, in una parte mobile e vagante, ed
in un altra parte che stavasi tra il cielo e la terra.
Il,zto col suo orbita o circolo (cum suo Orbe) ab
bracciava tutte le cose che innite vengono fatte

dell innito, ma che era pernito . . . Quindi lo


stato del cielo e per s e per riguardo della terrae
delle cose terrene era tale che dopo lunghi giri di
tempo tutto doveva rivolgersi e ritornare . ma
nilesto per ci che il fato in apparenza innito non
lo era in realt: onde si pu comprendere di leggieri
che esso era una specie di circolo. Imperoccb es
sendo circolare il moto circolare il tempo che lo
misurava, cosi la ragione delle cose che accadono
in questo circolo, dovevasi risguardare siccome un
cerchio. Dopo di che egli studiasi di conciliare que
sto fato o cerchio delle cose umane colla natura,

Colla provvidenza , colla legge e colla libert: al qual


intento distingue con molta-acutezza ci che il fato
da ci che conseguita al fato stesso, dicendo pel pri
mo che tutto nel ato, e pel secondo che non tutto
accade secondo il fato, mentre non si fanno tutte

su.osorx ITALIANI

465

le cose secondo la legge, n tutte quelle che si con


tengono in essa. Laonde per esso il possibile precedeva

al contingente, senza che questo fosse necessario, od


avesse una ragione assoluta nelle cause antecedenti. A
~Plutarco appartengono altres molte dottrine morali,
e tutte quanto giuste altrettanto sagaci, sulla vita, sul
dovere, sulla virt morale, come la ragione unica
ed occupata in varie cose ed azioni, e quindi co

.me facolt od abito.


g 24:.
Lucio Apuleio di Medauro in Africa, orente verso
l anno X60 di G. C., ed autore della famosa me

tamorfosi o giuqco dell asino ', fu seguace illustre


delle dottrine Platom'che, e perci anche per epoca
della setta dei neo-Platonici. Ei venne accusato di

magia, come apparisce dalla sua apologia a Massi


.mo Claudio, forse per la sica che professava assie
' me colla losoa, ma si distinse in particolar modo

come coltivatore della losoa 0. La sua losoa si

argomenta dalle sue operette sul mondo, sul Dio di


Socrate, e sull abitudine alle dottrine di Platone,

I Lucii Apule} Madaurensis Platonici philosophi, tomus al


ter. Parisiis , 1688, in 4..

a Le accuse fatte ad Apulejo erano d essere egli lo


sofo, d essere bello di persona ed eloquentissimo, d'a

vere in uso lo specchio. Accusamus apud te Pliiloso


phurn fo_rmosum , et tam graece quam latine disertissi
mum . . . Habet speculum philoscphus, possidet speculum
pbilosophus.u. Cosi nell accusa fatlagli da Emiliano. Tutti
questi erano segni di magia. Apulejus magus: dicit ipse
qua: sentit et patitur: quid vnltis amplius? u.

406

SUPPLIMENTO QUARTO

onde le sue dottrine morali. Il mondo consta del<


l unione del cielo e della terra e delle rispettive loro
nature, l ordine ordinato o il bello di Dio. In esso

ci sono prima gli Dei,


coi poli, coll asse ., ed
menti , e da un quinto
l essenza. La concordia

dopo il cielo cogli astri,


formato da quattro -ele
, che . di genere divino, o
in questi produce la sua ar

monia. Il suo rettore o reggitore supremo non

quello che lo riempie, o che si presti allazione'


sica, ma quello che indicato coi nomi dei Con
soli e dei Re, che siede in un peuetrale sacro ed
inaccessibile del cielo, che informa del suo potere e
del suo nome tutte le cose, senza penetrarne mate
rialmente o in particolare alcuna, il Padre e il Re
di tutti, che soltanto veduto cogli occhi dell a

nima. Anche Apulejo parla del fato Greco, dicendo


che per esso intendesi ci che determinato e de

nito nel mondo per mezzo d una serie di cause


che si contengono le une colle altre 0 reciprocamen
le, e simboleggia i tre fari in Atropo come fato del
tempo passato, in Lachesi come fato del futuro, in
Cloto come fato del tempo presente. Parlando del Dio
di Socrate egli confuta il Politeismo, e gli stessi tre
Dei sommo, medio , inmo di Platone, insistendo
pi che mai sulla distinzione tra i Numi che non
veggiamo se non colla mente, e tra quelli che si
presentano al nostro sguardo. -- Inne discorrendo

della morale propone siccome bene sommo e felicit


i primi beni, cio il Dio sommo, la mente 0 il Wv,
e le virt dipendenti della prudenza, della giusti
zia, della pudicizia e della fortezza, mentre considera

FILOOFI ITALIANI

407

come beni accidentali quelli che vengono dalle cose

estrinseche e sensibili, che non hanno costanza ed


universalit.
g 242.

Massimo Tirio (anno 180 dopo G. G., o sia sotto


Comodo ed Antonino), ebbe fama anch egli tra nuovi
Platonici, siccome apparisce dalle sue quarantuna
Dissertazioni, checch si dice in contrario per farlo

credere Stoico oppure Scettico I. Egli dichiarato tra


Platonici o nellAccademia sapiente, fecondo ed ame
no. Gli argomenti delle sue dissertazioni risguardano
Dio, l ingiuria, la divinazione, l amicizia, la vita

attiva e contemplativa, l amore secondo Socrate, la


virt, il ne della losoa, il bene ed il piacere,
e nalmente la scienza; sicch essi vengono a formare

nel loro complesso di losoa un trattato di morale e


teoretica. Il ne della losoa lo trova Massimo nella
beatitudine, il maggior diletto ne ragionamenti della

losoa, pi che in tutti gli altri, quantunque il


piacere non sia per esso il ne delle umane azioni,

la convenienza della losoa a qualunque soggetto.


Per quello che spetta alla scienza in generale, ci la
considera come il distintivo tra l uomo e il bruto,
tra l uomo e Dio, colla sola differenza che Dio ha
una scienza innita anche nel tempo, mentre lno
mo lha nita ad ogni rispetto. La scienza da lui
posta come gli altri Platonici o Pitagorici nella ragio
3 Marina Tyrii philasophi Platonici, Disserlaliones 31.1, in
terprete Daniele Heinsio. Lugduni Batawrum, 1607, in 8..

I. Bruckero : De philosophis Platonicis, tam. n., pag. 178.

408

SUPPLIMENTO QUARTO

ne, non dando ai sensi che lesperienza, o sia nella


frma ragione che procede sempre per cose uguali,

e che ha per iscopo di investigare le cose affini, di


distinguere le dissomiglievoli, e di congiungere le
proprie o simili. Quanto alle dottrine morali si

riconosce un Dio unico Padre e Re di tutti, come


Apulejo, e gli altri Dei come gliuoli o compagni,
insegna che la virt altro non che unarte, non

potendovi essere virt che non sia arte, per quanto


sia diversa l istituzione dell una da quell._altra. La
scienza per di Tirio assai leggiera e superciale ed
anche troppo adorna, 0nd egli pi che ai lnso ai
retori deve essere ascritto. -- Oltre a questi vhan

no altri Platom'ci juniori di non minor fama e della


stessa epoca dei soprammentovati, fra quali Nu
menio, Platino , Porrio e Giamblico, che vissero
tutti e tre in Roma, e che alcuni ripongono tra gli

Eccletici od Alessandrini della Scuola di Potamone


e di Ammonio, ma che in sostanza sono nuovi Pi

tagorici per il fondo medesimo delle loro dottrine 1.


5 243.

Platino di Nicopoli nell Egitto, nato nellanno 205


e venuto in Roma ali et di 40 anni sotto llmpe
ratre Galieno (g 203-2x6, voi. I), commise il pla
gio delle sue dottrine ne libri di Numenio,i quali,
per quanto si narra, aveva letti e studiati 2, e, pi

I I Brno/cero ricorda in pi luoghi che la setta Platom'ca


O identica colla Pitagon'ca. I. tom. 11. De philosophis PIA

tonc-i'; pag. 176.


2 V- Bruclrero nel luogo citato , ove si ricorda che un

FILOSOFI ITALIANI

409

che Platonico, si manifesta Pitagorico nella sua


teoria sull Assoluto, soli Ente 0 soli Uno, e nel

conseguente sistema delle tre emanazioni delleterno,


cio 0 dell intelligenza assoluta, dell anima e del

lanima del mondo, o della triade, nel suo doppio


mondo dell intelligenza e dei sensi, dell unit e
della molliplicit. Egli celebre non solo per questi

sistemi che riuniti insieme ne formano un solo, sic


come avverte egregiamente il Tennemann, ed i quali

valsero per la loro novit e pel loro entusiasmo a sor


prendere e a fargli alcuni fervorosi discepoli, ma lo
ancora per le sue opinioni di astenersi da tutto ci
che rassomiglia all uomo, di considerare lanima chiusa
nel carcere del corpo come in pena de suoi errori,
e di desiderare oh essa torni al suo principio, essendo
memorabili le parole da esso preferite al punto che
moriva: Equidem jam annitor, quasi in nobis divi
num est, ad divinum ipsum, quod viget in universo,

adjungere. Le sue dottrine particolari che qui si ag- 4


giungono al grande sistema soprallegixto (5 204-205 ),
hanno sempre il colore del Pitagorismo e del Plato
nismo, e versano sulla natura ed immortalit dell ani

ma, sull essenza dell anima, sulla virt, sulla triplice


ascensione al mondo intelligibile, sulla dialettica, sulla
felicit, sul lucro, sulla materia, sull essenza, sul [il

M, sulla provvidenza, sul demone proprio, sulle so


certo Amelio Tosco difese il suo maestro Platino dal plagio
imputatogli anche dei Greci e da Por/irio stesso col parti
colare opuscolo: Dc direntia doctrime Platini ad Numcnii
disciplinam.
trauma m

35

410

SUPPLIMENTO QUARTO

stanze conoscenti. Dal che apparisce chiarissimamente


non esservi argomento di losoa speculativa o mo

rale che Platino non abbia toccato con moltissima


sagacit e penetrazione '.

9 244
L anima secondo Platino distinguesi da ci clzc
all anima, altrimenti essa sarebbe composta. Essendo
una forma semplice, non composta, e senza pas
sione, viene ad essere immortale. Ci che , sem
pre, ad onta che non senta pi le passioni. L a
ninna poi vive in s stessa, quella che vivica il cor

po, non inerente, ma presente a quello. Quindi


l anima sente 0 noi sentiamo, perch non siamo
mai divisi dal corpo vivente. La sensazione . succede
per una pura percezione ,' o sia per mezzo delle

specie, dalle quali si ricevono le opinioni ed i pen


sieri. L anima non ha l abito dellintelletto, ma

l intelletto stesso, e questo anche al di sopra di noi.


L intelletto comune e proprio. Il comune uni
co, indivisibile e sempre lo stesso. Il proprio quel|0
che ha ognuno nella propria anima. Quindi v lian

no le specie per una doppia ragione nellanim


sparse e segrgate, nell intelletto unite esimultanee.

Dio sta come sopra la natura intelligibile, la vera


essenza; sicch noi siamo come terzi tra lindivitltl
e superna natura, e la natura del divisibile. Siccome
per noi siamo 1 anima nostra, cos avviene che
l

anima patisce con noi, e faccia quello che a noi

| Platini, Divim' libri un in Enneades se: distributt, M


1540, vol. unico, in fol. .

FILOSOFI ITALIANI

4lt

piacedi fare. Lanima una immagine di Dio, e


perci essa vuol fuggire dai mali, e questa fuga si

opera colla scienza 0 prudenza del giusto e del san


to , ovvero colla virt. La virt come simile , cio
come conveniente ad un primo, unica ed univer

sale, maggiore e pi perfetta della civile.


9 245.

In tal modo prsiegue Platino a ragionare della


triplice ascensione al mondo intelligibile per mezzo
della musica, dell amore e della losoa. Ogni pro
cedimento dell anima verso le cose alte e supreme

e doppio , l uno di quelli che avanzano o progre


discono, laltro di quelli che hanno gi toccato alla

loro cima. I primi vanno innanzi o s alzano dalle


cose inferiori: i secondi dalle cose superiori alle prime
o alla Prima. Si incomincia ad innalzarsi dalle cose
inferiori col bello o colla musica, e dallamore col
trasporto verso i suoni, i numeri e le gure. Si
perviene alla massima altezza col mostrare che que
sti oggetti d ammirazione non sono il punto mas
simo, al che non basta qualche bello, ma richiedesi
il bello in s, il bello medesimo, 0 sia il razionale
od il vero. A questo si perviene colla~ matematica,
_e per gradi, poich la matematica insegna a con
capire-ed a credere le cose incorporee. La dialettica

quella che usa dei primi, quella onde pu af


fermarsi ci che qualunque ente o cosa,

una

vera metasica, la dottrina dell Ente. In essa si di


sputa che cosa Pente,dov , se , che cosa, e

quanto . In essa si discorre dello stesso bene, delle


sue specie, del suo contrario, del sempiterno e di

zfl'l

SUPPLIMENTO QUARTO

ci che non lo , della scienza disciolta dagli errori

del sensibile.| delle specie e delle idee, e della de


nizione di qualsiasi oggetto. In questa metasica o

dialettica ci sono principii perspicui dell intelletto,


un abito di riettere sulle cose che sono in noi,
cio sull ente e su ci che superiore all ente.
f

9 246.

Platino nelle sue idee sulla felicit tende a consi


derarla come uno stato in cui si vive bene, e que
sto stato che non pu aversi senza sentire , mentre

estraneo alle bestie ed alle piante, sta pell uomo


nel possedimento del vero, nel bene intellgibile. Cos
egli ripone il bello in un principio al di sopra dei
sensi, delle azioni e rappresentazioni delle arti,cio
nella rma superante la materia in tutte le cose e

nell anima stessa, o sia in una perftta proporzione


o grandezza, distinguenddgli oggetti che sono belli
perpartecpazz'one, da quelli che lo sono in s o
per s,- la materia in un composto nell'ordine per
intellettuale, e non a guisa dei corpi, o sia come le
specie e le idee: la qual materia, unica in s, pos

siede sempre la stessa forma, ingenita e sempiter


na, riferibile agli altri oggetti, sempre di diversa
specie, l essenza nell ente , poich ogni cosa uno;
il zto nella serie delle cose che sono e che ven

gono fatte, e non gi nella opinione di tutte le cose


necessariamente connesse fra di loro; la provvidenza
nella causa del mondo antecedente non nel tempo,
ma nellordine della causa stessa,e nel sistema delle
cose distribuite con un uguaglianza geometrica, ed

il demone proprio nel puro genere di vita eletto da

rn.osorr ITALIANI

4.3

noi stessi, e non gi per qualche principio che preoc

cupi od investa i viventi. Passando Platino a par


lare delle sostanze conoscenti, propone la quistione
se ci che intende s stesso sia in s vario, od uno,
in modo che essendo semplice ed unico non possa
._ripiegarsi sopra s stesso, e conoscere qualche cosa.

Intorno a tale quistione ci prova che non si pu


conoscere noi stessi, se non ci conosciamo nel tut
to ,. altrimenti non si percepisce s. stessi o si perce
pisce qualche altra cosa. Sicch mentre . certo che
l essere conoscente s stesso unico, certo del
pari che l intelletto non solo conosce s stesso, ma

le cose eziandio che conosce. Relativamente alle cose


intelligibili ci le colloca nell intelletto o nella men

te, perch l anima deve averle sempre innanzi, non


per dimostrazione o per raziocinio, ma per intui

zione o per la loro stessa intrinseca notizia. Quindi


le cose intelligibnli o conoscibili da lui si distinguono
in quelle che sono note naturalmente o per s stes
se, ed in quelle che sono note per altre od acqui
,eiteronde la verit nella mente, n pi vi sa

rebbe, ove le cose intelligibili venissero ,al di fuori


di quella. Finalmente ragionando dellintelletto, delle
idee _,e dellente, il Platino vuole che essendo intimo
ali intelletto tutto ci che si conosce o l intelligi
bile, lo siano purele specie, le idee, e l ente ; laonde
l intelletto non eo altro che l idea, e quest idea

l ente .- sicch lente o l idea prima del! intel


letto medesimo, poich altrimenti i intelletto nel pen
sare genererebbe gli enti o lente. Perlocch l ente
deve essere inerente pel primo nell intelligenza o

35"

4.4

SUPPLIMEN'I'O QUARTO

nell intelletto, e l atto dell intelletto non pu che


accedere all ente, come il fuoco al fuoco, in modo

che l intelletto ha per proprio atto lente; e lente,


l atto dell ente e l intelletto altro non sono che la
stessa ed unica cosa. L ente poi, qualunquesia la

sua specie, si risolve sempre in uno, mentre tutto


qualche cosa in s stesso, ossia ente. Esso unico,
necessario, uguale dovunque, Dio 1. Per la qual
cosa manifesto a chiunque che Platino ove sia

l autore di queste dottrine, prepar con esse le pi


alte ricerche degli Scolastici ed anche de moderni

Idealisti o Razionalisti. Il che fu una conseguenza


,necessaria del suo Pitagorismo.

'

5 247

Discepolo immediatamente di Platino fu Porn'o,


detto anche Malcone
215 , vol. I), il quale ne
corresse e ne compil con tanto amore le opere, con

quanto ne fu intimo e fedele settatore. Porrio Si


curamente inferiore dingeguo e di sapere al SUO

maestro, non lo fu dentusiasmo per la dottrina di


lui. Egli alcune volte era agitato come da furore,

parlava da inspirato, e sembrava un ossesso nell


smania di sciogliere l anima dal corpo e di tornare

al suo Divino. Por/rio espresse le sue opinioni nel


libro delle sentenze (intelligibilia ), ed in quello sul
1 astinenza, come pure nella. vita di Pitagora, Per

la quale pi che nuovo Platonz'co si mostr nuovo.

Pitagorico 2. Nel libro delle sentenze, al trattato (le


1 Platini, Enneads v. - Liber xx De ntellectu, ideis et mie

2 Porphyrii plu'losophi Pfthagorit:i , libri xv , ex Gnecv

FILOSOFI ITALIANI

V415

Occasionibus, ci pone il corpo nel luogo, e lincor


porco in nessun luogo, onde questo pi prestante

di quello, e pu individualmente essere ovunque;


considera le cose incorporee come sostanze, dichia
rando che le sostanze non intervengono nella forma
zione de corpi, sebbene comunichino una certa forza

a quelli; colloca lanima siccome in un posto medio


tra la sostanza individua e dividua, dichiarando per

la mente individua, e le qualit de corpi dividne 0


divisibili; mette la natura come quella che lega la
nima col corpo e che ne la discioglie, e la morte
de loso , quella in cui lanima si separa dal cor
po, mentre nella morte del volge il corpo che
si separa dall anima. Secondo Porrio le sostanze
incorporee discendeudo ai corpi ,'si dividono, si mol
tiplicano , ed ascendendo si uniscono e si congiun
gono coll Uno: ogni cosa generata prodotta da

qualche altra, sebbene la mente non sia il principio


di tutte: la mente il moltiplice, e innanzi al mol.
tiplice bisogna che ci sia l Uno.
5 248.
Por/irio altres insegna che l anima specul , ed .

il medesimo colle cose speculate, alle quali abbisognano


il senso , l immaginazione, l intelletto; che le cose
per spcculate non sono unite al senso se non come

eremplarifacta versione latina per F. De Fogevolles, toni.

in 8.. Lugduni , 1620. - Lucas Holstenius Hamburgen la


ne vertit. Roma, 1650. - Porphyn'i, Epislola ad Arnabo

nem Egyptium nel libro di Giamblico de Mysteriis pubblicato


da Tommaso Gale. Uxonii , 1688.

4I6

SUPPLIMENTO QUARTO

immagini, le quali si ricevono dal loro contatto con


quelle: laonde loggetto che l occhio vede non pu
essere unico, n uguale a quello che veduto:,che
limmaginazione si riferisce sempre alle cose esterio

ri , non porgendo che simulacri ed apparenze, in


guisa che la loro comprensione, o sia la compren
sione del sensibile e dell insensibile, non mai la

percezione d una vera specie, che l intelletto per


converso non percepisce se non se le cose gi con

vertite in s stesso, e non si volge mai al di fuori,

nemmeno per rispetto alle cose esterne, come i corpi


e le loro qualit, poich le trova gi in s medesimo,
non potendo entrare in lui in veruna guisa. E sicco'

me le cose intelligibili sono molte, cos l intelletto


o la mente moltiplice: onde prima di essa deve
esistere l Uno. Siccome per la mente 0 l animati

eccitata ad operare o da s stessa e delle ragioni


che ha in s, oppure da cose esteriori suggerite dal
senso e quindi dall immaginazione, cosi, secondo

Por/irio, il fantasma conseguente . come l intelletto


in quella. Lanima poi a suo avviso un essenza
senza grandezza, esistente per s stessa e tale da ot

tenere per s sola il suo essere vitale. I corpi pa


tiscono mutandosi. Le affezioni o passioni dellani
ma sono tante sue operazioni. Le cose, incorporee e

l anima stessa si denominano dalla privazione. La


sostanza intellettuale cosi simile a s stessa, che
esistono in lei enti si universali che particolari. Le
emanazioni e il progredimento nelle sostanze incor

poree si fanno prime colle prime tra loro ferme ed


immobili, n perdenti alcun che del loro.,_ri mu

FILOSOFI ITALIANI

417

tanti la sostanza nemmanco nel producimento delle

inferiori, talch, mentre le superiori non si rivol


gono alla loro progenie, le irgeriori riduconsi sem
pre al loro autore. Cos l anima si volge alla men

te, la mente al primo principio. Dio ovunque, per


ch in nessun luogo, e nemmeno tra le cose che
sono dopo di lui. Tutti gli enti e non enti sono da
Dio e in Dio, mentre Egli non in quelli. Cion
nondimeno questi enti sono da lui diversi, perch
egli non in verun luogo.

5 24.9
Le virt, prosiegue Porrio, sempre nelle sue
sentenze, altre sono politiche, altre contemplative, o
puramente mentali. Le prime consistono nel mode

rare le passioni, nel dirigere gli nfcj.o le azioni


della vita; e queste sono la prudenza e la frlezza.
Le seconde si ripongono nella separazione o nel di
stacco dalle cose inferiori, e quindi hanno il nome
di puricazioni, di astinenza dalle affezioni ed azioni
corporee. Queste ultime sono virt dell animo che
si eleva al vero Ente. Il bene, che lo scopo di

queste virt , sta nel congiungimento col nostro an


tore. Il vero Ente non n grande n piccolo, ma
sorpassa l uno e laltro , al di sopra del massimo,
,ed 1 uno, lo stesso. Non uno come il corpo ,

non uno come il composto o moltiplice ridotto


all unit, ma identico ed uno per essenza e senza ve
runa relazione I. Dopo queste cose Por/irio specula sui
I Porrio in un altro libretto De antro Nimplmrum spiega
la favola di Omero intorno all isola di Itaca, mostrando

4:8

SUPPLIMENTO QUARTO

gradi delle cose intelligibili, allontanandosi dai Pita


gorici antichi che ammettevano l altro come causa
del moltiplice. Egli riconosce questa dottrina come
vera, nch si concepisce la sostanza in s. stessa

ed inesauribile nellinnita sua potenza, contenta di


s, insuperabile, indefessa, non richiedente nullaal
di fuori. Ma quando , egli dice, si pensa la sostanza
in qualche relazione, non per questo essa diminui
sce. Da qui egli trae i gradi delle cose intelligibili.

Nel libro sull astinenza, dopo aver confutata lopi


nione degli Stoici e de Peripatetici che s oppone
vano al divieto Pitagorico di uccidere le bestie,sti
mola l uditore alla contemplazione coli innalzarsi dai
sensi alle cose intellettuali, dallappetito alla ragione,

da quelle cose che offendono il corpo a quelle che


il fortificano e conservano, rinnovando con tale inse
gnamento la sua dottrina sulla virt contemplati.
Finalmente nella lettera ad Anebone Egizio propone

i dubbi sulla miglior qualit 0 natura degli Dei,


sulla loro impassibilit, e quindi sulla necessit dei
demoni. Data 1 esistenza di questi, chiede perch egliuo

che'qnesto antro non una mera nzione poetica, come


crede il valgo , ma una consacrazione simbolica dell'anno
stesso agli Dei. Questo costume di interpretare le favole co
me cose vere, o dalla natura delle cose , usatogi dai nuovi

Pilgnrisi che trovavano tutta la relazione tra i numeri eia


mitologia , indicato da Platone nel Filebo. Sarebbe mai
stato questo un nuovo lo dArianna per la scoperta di tutta
la sapienza poetica del nostro Ico ?Por/rio poi aveva scritto
un libro che and perduto, quod una sit Platonis et Arista
telis sesta.

FILOSOFI ITALIANI
4.9
siano buoni e cattivi, come avvenga il presagio ola
divinazione, l estasied il vaticinio; se il vaticinio di
penda dall" immaginazione o dalla passione. Conchiude
cercando di conoscere, Be gli Egizi pensassero es

servi la [Mente e qualche cosa sopra di essa: se una


o moltiplice, se corporea od incorporea , che cosa
fosse il proprio demone, se qualche anima; quale in
uenza avesse sulla vita; se esistesse altra felicit fuori
del vaticinio e della teurgia. Pozrio tacciato di un
miserabile sincretismo e di poca istruzione nella storia,
mentre l. antichit lo pose tra i principi della lo
soa col predicato antonomastico dilosofo. Ad onta
per di queste accuse, pu dirsi a lode di Pogirio,
ch ci fu nissimo e sottilissimo Pitagorico, che ri
scbiar varie dottrine incerte ed oscure, e che ha

contribuito al pr0grediment0 del nuovo Pitagorismo


di Platino suo maestro col dedicarsi alla contempla
zione delle cose ucorporee , alla temperanza e alla
sobriet Pitngorica.
'
g 250.
Giamblico, discepolo di Por/rio, ed annoverato
anch esso tra pi famosi neo-Platonici o Pitagorici,

and pi oltre nel misticismo de suoi antecessori.


Egli fu un vero teurgico, ed ebbe a lottare, quan

tunque con infelice successo, col Cristianesimo, nel


punto che la gentilesca superstizione riparava com

battuta e proscritta alle ultime trincere del Platani


:m0 0 Pitagorismo orientale. Egli autore d una
vita di Pitagora, d un libro sul! anima, d un al

tro sui misterj Egiani, dei sermoni protreptici, di


una disciplina sulla matematica comune, e d un in

410

SUPPLIMENTO QUARTO

traduzione alle Istituzioni aritmetiche di Nicomaco I.

Nel libro sui mister) d Egitto , nel quale Gamblico


sotto il nome di Abammone maestro si fa a ri
spendere alla lettera di Por/irio scritta ad Anebone
profeta Egizio sugli Dei e sulla diversitd dei de
mani, si fa a spiegare le proprie opinioni per rispetto

ai dubbi proposti da Por/rio


248.249), ovvero
sui demonj, soli anima e sulla divinazione, sicco
me ne convengono Ficino, Scutelio, Petavio e Vos

sio. In questa risposta Giamblico sostiene che in noi


innata l idea degli Dei; che il primo loro attri
buto la bont, il secondo 1 unit, il terzo il
miglior modo di esistere; che ci sono gli Dei e le
anime, e tra questi i demonj, in modo che le so

stanze inferiori tendono sempre alle superiori; che


la provvidenza di Dio non circoscritta in veruu
luogo; che i demonj veramente reggitori del mondo
non patiscono, sebbene sia in loro spontanea la ten
denza al far bene e si lascino quasi commovere

dalla preghiera; che gli Dei si distinguono dai de


tuoni non solo nella pura intelligenza , mentre che

il male non dal cielo, ma dalla materia soltanto (le


riva,che i due mondi si legano col nesso dellu
nit, sicch gli Dei celesti s uniscono cogli incorpov

' 1 Jamblichus Chalcidensis e: Caele - Syria in Nicomachi Gr


ra.teni arilhmeticam introductione et de Fato a Samuele Ten

nulio. Arnhemiaa , 1568, voi. in 8. - Jamblichi Chalcil'*


sis: De vita P_ythagone protrepticre orationes ad Phz'losaphi'b
Jaanne Arcetio Theodoreto Frisio nuotare et interprete. Al
1598 , in 8,.

FILOSOFI ITALIANI

il

rei mediante il mondo intelligibile; che le cose di


vine -non possono misurarsi col raziocinio; che le
differenze tra le anime, i demonj e gli eroi dipen

dono dalle nature diverse, dalle forze e dalle ope


razioni, ed anche dalla materia rispetto alle anime;
che la divinazione non opera umana, che l ani
ma nostra ha una doppia vita, 1 una corporea, lal
tra divina e separata dal corpo; che i mali non pro
cedono dagli Dei, ma dalla nostra ignoranza :, che il

principio universale nel mondo l amore; che i sa


gricj sono utili e santi ; che Dio avanti tutti, I o
rigine, il ne ed il mezzo di tutte le cose; che il
nostro libero arbitrio non sottoposto al fato,- che
non avvi strada alla felicit fuori della religione;

che l uomo caduto al basso nella vita mortale, sar


felice, allorch possa restituirsi nel primo stato; che
la teurgia prepara ed assuefa l anima alla divina
unione, ed i gradi onde si arriva al Demiurgo, al
I eterno Logos. Non si pu dire alcuna cosa intorno
all aritmetica di Giamblico, senza cadere in una uo

josa ripetizione per quello che fa gi detto di Mo


derato ( 5 233 ). Giamblico inoltre nelle sue erezioni
protreptiche, le quali, pi che un puro commento alle
cose scritte dai Pitagorici, contengono alcune massime
di Giamblico stesso intorno allo studio della loso
a, dimostra come chi ha lanimo dedito alla virt
e alla sapienza non possa cercare la volutt che nelle
_cose divine, e farsi perito in quelle, come alla
losoa convengano le sentenziose similitudini, anche

volgari, e non le misteriose parabole de numeri 5 co


me nella losoa debbasi cercare la sapienza o la
'rsiuuzsuzm - m

36

422
SUPPLIHENTO QUARTO
virt diretta alla contemplazione della natura edelle
cose celesti ed oneste, perocch ci che onesto e.
bene e fa parte di noi stessi, come dalla vita o ti
losoa attiva debba passarsi alla intellettiva o teore
tica, mentre il bene stesso non si limita alle cose
che sono al presente, ma si distende all innito. A
Giamblico succedettero molti scolari, e tra gli al
_tri Proclo, il quale sparse e riprodusse il nuovo Pi
tagorismo o Platonismo, o la scuola mistico-Plato

nica orientale. Dopo Giamblico furono deboli gli


sforzi anche della scuola de nuovi Pitagorici e neo
Plat0nici in Italia, ed essi vennero messi in dimen
ticanza al cadere del secolo 4. dellEra nostra, pre

parandosi a risorgere sotto altro nome, ma colle stesse


dottrine, nel Razionalismo e nel Misticismo scola

stico, oppure nel nuovo Platonismo del secolo 15."


c 16. siccome una potente reazione contro la dot
trina predominante di Aristotele o dei Peripatetici
(5 281-292, vol. 11
c) Gnosrrcr
o Soratmxvnnsunszr e MISTICI Prrsnontcr

g 251.
Parlando dei Gnostici, che sonoi Soprannaturalisti
fra i Pitagorici, ne soli limiti della losoa Italia

na, non lecito distcnderci, quanto vorremmo,sul


l origine, sul carattere e sull inuenza di questa
famosa scuola. Essa pure non ben conosciuta dal

Tennemann, e nemmeno da altri 1. Egli la dichiara


.

i V. Agalopisto Cromaziano: Storiadi ogni losoa. tvl. V-:


Cap. LXX.

FILOSOFI ITALIANI

423

un miscuglio di dogmi religiosi Persiani, Caldi,

Greci e Cristiani, col quale si aspirava alla cogni


zione segreta o soprannaturale
[99, vol. I In
questi cenni del Tennemann sul Gnosticismo o sui
Gnostici taciula la loro relazione cc nuovi Pita
gorici e Platonici d Oriente, mentre questi concor

sero principalmente ad istabilir quelli. I recenti ed


accurati lavori sopra la scuola Gnostica, non per

mettono pi di conoscerla con supercialit e leg


gerezza. La losoa Gnostica non . Italiana che nella

sua primissima origine. Essa una losoa profes


sata dagli stranieri in Italia I.
5 252.

Il nome di Gnostici o di Gnosticismo deriva dal


7miirls, facolt di conoscere. I Pitagorici ed i Plato
nisti davano alla Gnosi il senso particolare della
contemplazione o studio dell eterno e dell innito.
I Gnostici perci sono antonomasticamente i cono
scitori o i contemplatori per eccellenza. La loro |scienza
o la scienza del Gnosticismo non altro che un
sistema di cognizione contemplativa e mistica degli
oggetti soprassensibili introdotto nel Cristianesimo.
Il Gnosticismo storicamente non procede n da una
setta esistente in Asia, detta Gnoslica, versoi tempi
eccletici , e. poi tramutata collo stesso nome in una
combriccola di eretici, poich si conosce anche il

Gnosticismo apostolico; n da una losoa soltanto


Orientale, siccome affermano Moslzeim, Bruclrero e
I V. Histoire critique da Gnosticisme et de son inuence,
par M. Jacques Matter, tom. 5 in 8..,Faris , 1828.

524

SUPPLIMENTO QUARTO

Walsch, non essendo abbastanza provato, se prima

de progressi in Oriente del Pitagorisrno e del Pla


tonismo, esistessero dottrine losoche ridotte alla
vera forma d una scienza. Esso un seguito della
scuola Alessandrina, e quindi del Pitagorismo e del
platonismo che si associarono colle speculazioni co
smologiche e teologiche dell Oriente. In questo senso
pu dirsi che il Gnosticismo ebbe vita coll incon

tro dell antico Oriente e dell antico Occidente me


diante il Cristianesimo. Esso pertanto si diffuse dal

1 Egitto a Roma , ove venne preparato ed elaborato


singolarmente dai nuovi Pitagorici e Platonici. Per

la sua origine losoca esso nacque dalla libert ec


cletica, o sia dal concorso nelle scuole d Alessan
dria di tutte le opinioni si losoche che religiose;

dalla contemporaneit del cadente Platonismo e del


nascente Cristianesimo, Onde non si sapeva deporre
le antiche idee, mentre sentivasi la necessit di ac
coglierede nuove, dallo spirito immoderato di co
noscere i limiti del mondo sensibile, il quale spirito
il distintivo del Pitagorismo e del Platonismo il

antico che nuovo, dall esistenza della Cabala e del


misterio che sorse appunto ne primi secoli dopo

G. C., e dalla scoperta fatta dai Cristiani Giudaizzan


dei libri apocri di Zorastro cdi Ermete, non meno
" che dalla necessit di trovare un sistema losoco

nuovo e di transizione, il quale soddisfacesse ad un


tempo alle pretensioni della ragione e della religione
recate al grado dell esaltamento ed anche della su
perstizione. Per locch il Gnosticismo proviene per
una parte dalla condizione de, tempi, e per laltri

FILOSOFI ITALIANI

415

dal contrasto e daiteaviamenti della losoa e della


religione. Queste cause operar0no efficacemente sulla
prima origine del-Gnosticismo Orientale o dellEgit
to, e singolarmente in Roma, ove serano avverate
le moltiplicate per cos dire tutte le circostanze atte
ad accrescerne l inuenza.
9 253.
Il Gnosticismo, considerato nella sua indole ena

tura e nel complesso delle sue dottrine, tuttaltro


che un puro e semplice sincretismo. In esso non solo
scorgesi la copiae il fondo del nuovo Pitagorismo o
del nuovo platonismo misti colla Cabala o col Giu
daismo e col Cristianesimo , ma benanco una certa

tal quale originalit e forza di pensiero o di siste


ma. Il Gnosticismo antico e moderno: lnno il
gentile e antiapstolico, l altro il cristiano od apo
stolico. Credesi generalmente che anche il moderno

desse luogo nella stessa Cristianit alle eresie: il pel


ch san Paolo declamando contro alle profane no
vit e alle antitesi della pscudonima scienza, allu

dcva alla Gnosis accolta da coloro che erano deca


duti per essa dalla fede 1. Il Gnosticismo appunto
perch. gentile e cristiano vanta diverse scuole. Le

principali sono: I. la Siriaca, 2. lAsiatica, 3. l/l


lcssandrina dellEgitto, donde anche quella d Ita
lia. Queste scuole spuntano verso lanno mo dellEra
nostra; ma lAlessandrza, come la pi ricca di scuole
Greche e Giudaiche, quella che porge il mo
dello di tutte le altre. Le sette. gnosticlze si sogliono
....

l V;~ Epist. ad Timoth., ad Titum, ad Coloss. .


36

5426

SUPPLlMENTO QUARTO

distinguere in giudaiche, in anti-giudaiche ed in ec<


cletiche; ma questa divisione viziosa, mentre in:
possibile in qualunque setta gnostica di non trovare
alcun principio di Cabala o di Giudaismo. Quindi
tutte le sette gnostiche, comprese le cristiane, furono

giudaizzanti, sebbene non avessero queste il nome


di gnostche, ma s bene del capo che le aveva sta

bilite. Qualunque sia il nome ed il luogo di queste


scuole, esse convengono fondamentalmente intorno

ai dogmi, 1. della scienza Arcana o Superiore de


positata nella Cabala giudaic, e nei libri di Zo
roastro e di Ermete; :x. dell emanazione degli es
seri spirituali dal seno di Dio detti Eons, e della
degenerazione progrediente di queste emanazioni;
3. della redenzione o parit , e quindi del ritorno
verso il Creatore; 4. del ristabilimento della prima

armonia di tutti gli esseri; 5. della vita divina in


seno al Creatore. Tutte queste dottrine venivano
espresse con un linguaggio gurato ed allegorico,

bnde sembrarono mistiche ed inspirate, e diedero


origine a quei riti e a quelle superstizioni , per le
quali i Gnostci stessi cristiani passarono giustamente

per eretici. In queste dottrina del Gnosticismo si


rendono manifesti i primi principi del Pitagorismo
e del nuovo Platonismo. Il principio delle emana
zioni sotto il nome di Eons, che altro egli mai
se non il sistema delle idee Pitagorche e Platoni
che? Le degenerazioni delle emanazioni, ed il loro

allontanamento da Dio, siccome in una specie di


esiglio o di prigione nel corpo o nella natura, ras<

somigliano alla metempsicosi dennovi Pitagon'ci. La

|. FILOSOFI ITALIANI

417

conoscenza della verit come una scienza superiore,


come uno sforzo dell uomo per riunirsi a Dio, la
rigenerazione o redenzione degli esseri col ritorno
alla Divinit , formano larmonia o la musica de'Pi
tagorici. Inne il linguaggio mistico ed allegorico imita
la dottrina acroamatica o segreta del Pitagorismo e

del platonismo.
5 254.

Conosciuto il Gnosticismo in generale nella sua


origine storica e losoca, nel suo carattere e nelle
sue dottrine, necessario vedere in particolare confesso

venne a far parte dell Italiana losoa, ed a ma


tarare fra noi a danno del Cristianesimo. I Gnostici
ed il Gnosticismo nacquero anche in Italia e singo
lamenta in Roma per opera degli Orientali e pri
mitivamente dei nuovi Pitagorici e Platonici della
scuola dAlessandria. Il primo a portare in Roma il
Gnosticismo si fu Simone Samaritano ( 5 [99, vol. I),
detto il Mago 0 Taumaturgo, che fu un falso giu
dea ed un falso cristiano. Egli famigliare coni. era

alle dottrine dell'Oriente e della Grecia, testimonio


delle maraviglie e degli insegnamenti degli Apostoli,
chiamato in Samaria la gran potenza di Dio,e for
nito del privilegio di comunicare idoni del Pneuma

secondo la credenza de suoi ciechi discepoli, fu forse


pi entusiasta che impostare. Che

Simone fosse in

Roma, fuori di dubbio, poich Eusebio ricor


da che sah Pietro lo confuse ne suoi prestigi I. La
dottrina di Simone dettata dal suo spirito siucre
1 Hist. Eccles. , 1:, H4.

18

SUPPLIMENTO QUARTO

tico , non meno che dai principi della Cabala,


della Persia c della Grecia mescolati indegnamente
col Cristianesimo, ni al pi mostruoso Politeismo,

alla pi ridicola idolatria. Egli muovendo dal prin

cipio orientale divenuto quasi popolaresco anche tra


le regioni dal mediterraneo, che Dio come origine
e causa di tutto quello che esiste, al di sopra di
tutti gli esseri, si rivela a tutti quelli che lo cer
cano, e quindi anche ai Giudei ed ai Cristiani, pens
che le manifestazioni dell Essere Supremo come Pa
dre Jehovalz, come Figlio e Cristo, e come Spirito

Santo altro non fossero che virt differenti dello


stesso Dio. Nella pienezza poi di Dio, o sia nel pie.
roma, egli riconosceva otto Eoni, tra quali l Essere
Supremo (Ennoia ), la projndita, il silenzio, ed il

verbo, non dubitando di divinizzarlo coi nomi di


Dio o Verbo di Dio, di prima immagine del per
fatto, di paracleto, e di raccogliere in lui tutte le
qualit e gli attributi dell0rmuzd e dell Hanno

ver, di Zoroastro od Ensoph dei Cabalisti , e del


Logos di alcuni PlatonicCristiani.
9 255.
Alle dottrine di Simone corsero- dietro i Simoni

sti insegnando l immutabile e permanente identit.


Questa per loro rappresentava da un canto lo sta
bile (g); ), il permanente veduto gi da Pitagorici
e dagli Eleatici, e riprodotto anche dai hemPlatonici,
e dallaltro il usso perpetuo delle cose, 0nd esse
cambiano continuamente. Oltraci eglino ammette

vano Dio come un fuoco, attribuendogli una doppia


serie di effetti, col nome di creazioni altre mate

FILOSOFI ITALIANI

429

riali ed altre intellettuali, che si operavano tutte

in virt di tante emanazioni di questo fuoco cen


trale o di questa primitiva sorgente della luce. Sif
fatte dottrine di Simone e de Simonsti che non si
possono distinguere tra loro, come non distinguousi
quelle di Platone da quelle de Platonici, passarono

dalla teorica alla pratica. I Gnostici in pratica aspira


vano a divenire immutabili e perfetti come lEssere
Supremo, o come la radice dell universo, riconosce

vano nel governo del mondo il dualismo dipendente


secondo Simone non da due principi immediata
mente superiori e poteuti,o sia da un Dio buono
e cattivo, ma dall invidia degli spiriti creati per la
prima volta da Dio, e posti a governare il mondo
stesso. Questi Dei fattisi gelosi della sua superiorit,
sotto la quale sentivansi umiliati, risolvett,ero di li
berarsene, distaccando il mondo inferiore dal supe
riore, e rilegando lEnnoia ne corpi umani, onde
non tornasse al suo primo dominio. Sicch pei
Simonisti il male era accidentale e passaggiero, e
limitato al mondo inferiore. Essi per. trascorsero
in morale a rigettare qualunque idea di bene ne

gli atti esterni, e ci per effetto delle cattive leggi


date da qegli spiriti malvagi fuori dal Pleroma

delle perfezioui. -- Laonde Irneo dichiar la scuola


de"Gnostici Simoisti empia e criminosa, quantun
que sia vero che la loro morale in origine fosse
pura e rigorosa come la stoica, e che questo mas
sime corrotte venissero loro ispirate dopo il tristo
esempio di Simone il quale si pose ad amare Ele
na, tolta al lupauare, ed a rappresentare il doppio

430

SUPPLI EN'IO QUARTO

personaggio di Ennoia-Elena, nella quale ei si di


cava trapassato con una ridicola trasmigrazione.
9 256.

Simone fu il precursore dei grandi Capi del Gno


sticismo, che vennero a Roma ed altrove. La setta

per de Snonisti v ebbe. nnesistenza brevissima, e


ben presto si sciolse nelle altre. Sicch al nire del
secondo secolo non se ne contavano pi che alcuni

in Palestina. Dalla scuola de Simonisti uscirono le


altre pi o meno Giudax'che e Pitagoriche de Cleo
biam', de Gor'tem'ani, de Masboteani, degli Adria
niti, degli Eutcheli, dei Dositeani, e dei Menari
drz'ani coustituiti da Menandro scolare di Simone,

che giunse ad offuscare la gloria di tutti i Simoni


m e del suo maestro, non gi colla novit delle dot
triue, ma con un nuovo modo di iniziare, collim
mortalit e col privilegio di vincere le potenze intel
lettuali o gli spiriti cattivi. Se non che a Roma ed
in Italia pi che la scuola Gnostica Simoruarm pre
valso la scuola Gnostica sporadz'ca, o sia apparte
nente a vari paesi. I suoi fondatori furono l uno di

Siria e l altro dellAsia minore , e la sua culla fu


propriamente Roma, da dove si sparse per tutte le
altre parti del mondo, Questa scuola Gnostica ha
il suo carattere noli aperta opposizione col Chilia

sisma e col Giudaismo, ed riguardata come una


scuola di Ascelismo elevato e rigidissimo. I suoi capi
o fondatori sono Cardano di Siria e Marciana da
Sinope.- Cerdone venne a Roma sotto il regno dA'
tonino o verso l anno 140 dopo G. C.. Forse la
causa della sua fuga dalla patria si fu labborri

FILOSOFI ITALIANI

431

mento del Giudaismo. Egli insegnava che lEssere


Supremo non altrimenti il creatore del mondo im
perfetto; che lEon Cristo mandato dal Dio scono
sciuto e nemico della materia, non e confuso col
corpo; che il corpo dell'uomo essendo tratto da una
sostanza nemica a Dio non pu raggiugncre mai
l anima destinata a rientrare nel Pleroma della lu
ce. -- Marcione, venuto pure a Roma e legatosi in
intima amicizia con Cerdone, cominci a diffondere

lo stesso odio o la stessa antipatia contro al Giu


daismo. Egli, allevato nel Cristianesimo, accolse la
sua morale come una. rivelazione nuove e non mai

avvenuta nelle tradizioni Greche od Orientali, e


dandosi quindi allinteipretaziout: letterale del'nnovo
Testamento creduto come cosa tutta diversa dallan
tico od ebraico, cadde nellcresia di credere lJeho

vah diverso dal Dio Salvatore. Marciana per sem


bra che sdegnasse le speculazioni degli altri Gnosti

ci, ed anche quando fu nella necessit di difendere


le proprie opinioni in una forma di sistema , mise

innanzi Itali massime pratiche che valessero a soddi


sfare a bisogni religiosi del suo cuore. Ad onta di
ci pare indnbitato che egli seguitasse i due prin
cipi gnostici d una materia eterna, come principio
del male, ed un Dio supremo perfetto e distinto da

quella, non lasciando che una lacuna intorno al terzo


principio dell intelligenza nita , la quale egli non
volle
al sistema
delle lacuna
emanazioni
per non
aderiresottoporre
val Giudaismo.
Questa
fu riempiuta
da suoi discepoli o scolari, e fra gli altri da Apelle
che insegn essere il Demiurgo un angelo, od una po

432

SUPPLIMENTO QUARTO

lenza del Dio perfetto, e creatore del mondo imper


fette. Il Gnosticismo poi di Marcione, al pari di quello

di Simone e di tutti gli altri, era una specie di culto


che comprendeva la parte dottrinale e la disciplina,
sebbene 1 una e l altra non si conoscano perfetta
mente dopo la condanna deloro libri. Si sa che un
tale culto cominciava dell iniziamento per mezzo
del battesimo, che ammetteva l unione col Salvatore
per mezzo della cena, le feste, i simboli e i riti,
come i discorsi, le omelie, gli inni, le preghiere,

l imposizione delle mani, l estrema anziane, i tali


smani, il silenzio, e le rappresentazioni od immagini

simboliche. Laonde questa scuola losoca fu teoso


ca e religiosa ed eminentemente teurgica. Collepoca
per deMarcionisti cess ogni spirito Pitagorico od

Orientale in Italia, e la losoa Occidentale mo


dicata dalle nuove idee religiose assunse un carat
tere tutto proprio, diverso da quello dell antichit.
5 257.
Che la losoa de Gnostici abbia una doppia re
lezione col nuovo Pitagorismo e per l origine e per
l indole, oltrech provato dalla fatta esposizione
del sistema de Simonisti e de Marcionisti, diventa

pi certo per l inuenza che il Gnosticismo eser


cit su tutte le scuole losoche, ma soprammodo

su quello de nuovi Pitagorici e de neo-Platonici,


colle quali era intimamente legato. Basilide, quale
capo della scuola Gnostica dell Egitto, fu scolare
de nuovi Pitagorici , e adott i gradi ed il silenzio
dei cinque anni del nuovo Pitagorismo. La teugia

e la taumaturgia cos generalmente diffuso tra i Gno

FILOSOF'I ITALIANI

'

433

stici, e che possono dirsi principi dominanti ovun


que ne primi secoli dellEra, non sono altro che i
prestigj co quali seppe eccitare allammirazione Apol

Ionio Tianco. La dottrina degli Enios de Gnostici


tutta _Pitagorica e Plalonica, come la loro teosoa
non altro che la teologia dell Oriente congiunta
col Pitagorismo e col Platonismo dAlessandria. Pa
riinente l ispirazione o rivelazione immediata di Dio

in Simone come forza o potenza di Dio, o come


4Ennoia, una semplice imitazione di quella di Apol

lonia e di Pilagora,che i loro seguaci vollero di


vinizzare come Taumatnrghi e come potenze divi
ne. D altra parte era gi corsa la voce anco tra
Cristiani che Pitagora e Platone avessero appresa la

loro scienza da Mos, che Platone era presso che


Cristiano, che Filone platonizzava, e che Platone

loso/izzava. Con ci si venne naturalmente a pre


parare l unione del Gnosticismo col nuovo Platani

smo e col Pitagorismo di Filone Ebreo (5'197, vol. I)


e della scuola (1 Alessandria. Sicch nel modo stesso
che i Pitagorici nuovi generarono i nuovi Platonici,
cos i nuovi Platonici insieme co Pitagorici vennero
a produrre i Gnostici. Ad onta di questa naturale
e comune origine, i nuovi Platonici Ammonio, Plo
tina e Porrio (S 216, vol. I) furono gli avversari

pi accaniti del Gnosticismo. celebre il trattato di


Platino contro i Gnostici I. Egli combatte il dua
: Platini divini: De rebus philosaphicis , Libri mv , in
Enneades sex distribuli a Marsilio Fwino. An. 1540. Lib. 1x
contra Gnosticos.__
'rmmzmssn m

37

434
SUPPLIMENTO QUARTO
lismo Gnostico coi tre principi del bene, della co
gnizione e dell anima, distingue lanima del mondo

da quella dell uomo; prescrive l opinione che il


mondo avesse origine colla caduta dell anima stessa

umana, affermando che lungi dallessere lanima nostra


cattiva, fosse limmagine di Dio; confuta il sistema dei
cattivi demoni con argomenti sottilissimi, e mentre
procaccia di espugnare il misticismo de Gnostici,

s innalza ad un altro che non inferiore a quello


(5 203 , vol. I ). Ad onta di questa confntazione e
delle altre pi vigorosa che fecero del Gnosticismo

Irneo e san Clemente Alessandrino, per gli errori


e per le eresie che port nella Chiesa , bisogna
convenire che ad un tale sistema si prefisse la su

blime missione di annobilire il Sincretismo o la fu


sione di tutte le scuole o sette losoche-e religiose
colle rivelazioni superiori non interrotte, e che se
non vi si pot riuscire, egli fu perch la rivelazione

vera e divina unica, e non e che la nostra. Con esso


poi in particolare si stabil in psicologia la dottrina
delle intelligenzee delle anime elevate al di sopra della

materia, come emanazioni e raggi della divinit, ede


stinate a rientrare nel suo seno, non essendo la loro
unione col corpo che un temporaneo esig'lioz, ed in
morale la necessit di nutrire -'e rischiarare lo spi

rito, dielevarsi a.-Dio,, d>llllilrl0, ed il culto di


retto al doppio ne dell istruzione e delledi/caziw

ne. Siccome peri suoi principi s teoretici.clw pra


~tici attaccano direttamente il dogma cristiano,
possono seguitarsi per la loro assurdit e pel "l0f0

deviamento dalla vera murale, cos il Gnosticism0

FILOSOFI ITALIANI

435

non pu essere considerato istoricamente se non


come un altro aberrameuto della ragione. Cos il
Pitagrismo Italiano dopo I antica sua gloria e sa
pienza corse la sorte di tutti gli umani pensamcnti
o sistemi, poich le sue grandi verit furono cor
rotte e travisate, servendo di base alla fallacia ed

alla superstizione. Cos esso n nella losoa nuova


Platonica, e cadde con quella nel quarto secolo
dell Era. Che se nel secolo XV e XVI si riunov
col Platom'smo, ed anche colla Scolastica che nel
fondo delle sue dottrine fu tutta Pitagorica o Pla-.

tonica, non per questo pu dirsi _ch_esso ricevesse

un era propria od una novella esistenza. Colla ca


data del Pitagorismo nel quarto secolo_delllilra com

piesi la. prima epoca dell Italiana losoa. A questa


prima epoca succede naturalmente la seconda, quella
de Romani filosofi, non per ordine cronologico ma

logico, o sia per quello della sua trattazione '.


B. EPOCA SECONDA.
FILOSOFI ROMANL.

5 258.
La storia dei losofi Romani

generalmente

mutilata ed alterata dagli scrittori nelle epoche e


nell indole della loro losoa. Anche il Tenne
mann, seguitando il costume di tutti gli altri stori
' I Brukero ammette una nuova epoca del Pilagorismo nel
secolo xv e xvx,--ma senza veruu buon fondamento.

436

SUPPLIMENTO QUARTO

ci, mentre rifugge dal sostare alle prime epoche di


questa losoa per vedere almeno se nulla vi sia
dimportante o di nuovo , salta a pi giunti allul
lima. Le epoche della Romana losoa, siccome
venne gi stabilito (V. la nota al 5 178, voi. i),

sono tre, contenenti lo spazio di mille e pi .anni


o sia tutto il tempo della Repubblica e dellimpero.

La prima quella dei tempi primissimi della Re


pubblica. La seconda quella della Repubblica orente
e conquistatrice. La terza quella della Repubblica

cadente e delllmpero sino a Costantino (V. la nota


al 5 179, vol. I). La prima e la seconda si disten
dono sino al sesto secolo di Roma, o a 200 anni
prima dell Era. La terza comprende gli ultimi due
secoli prima dell Era cristiana ed i primi quattro
secoli susseguenti dellEris stessa. Gli storici andando

a dirittura alla terza, dicono che Roma dedita dap


principio alle arti della guerra e dell agricoltura non
pot applicare n alla losoa, n alle scienze in

generale; che tard assai ad avere una lingua con


formata a quelle; che in essa abbruciaronsi i libri

losoci di Nume, e che ai tempi di Catone il Cen


sore della Repubblica vennero perseguitati e sbanditi
i loso: tanto era laliisnamento de primi Romani
dalle discipline losoche. Sicch francamente si pro

nunzia la data della Romana losoa dal secolo se


sto di Roma, o sia dalla conquista della Grecia,

' o meglio dalla famosa ambascieria in Roma dei tre


loso Greci Critolao, Carneade e Diogene (5 173,

vol. I) avvenuta nell anno 599 di Roma. Cos dal


I universale degli storici, non iscorgernlosi neR0

FILOSOFI ITALIANI

437

mani che l inclinazione ali operare e nessuna allo


speculare, s avvisa non essersi perci qneglino in

nalzati alla grandezza della losoa, essere stata la


loro scuola losoca eminentemente pratica, ed in
silltta scienza al tutto Greca s per l origine co

me per l indole I. Quanto vada lontana dal vero


una cos fatta opinione, il dimostrano non tanto i
cenni de nostri storici sui loso Romani , quanto
le pi semplici congetture e le pi ragionevoli pre
sunzioni intorno a quella. Se egli certo che i

Romani, al pari di qualunque altra nazione e for


r Gaudentius Paganinus .- de Philosophia Ramanorum. Bruclr'ero, tom. II. - Agalopisto Cromaziano, vol. xv. Delh
losoa de Romani. - M Tullii Ciceronis: in Plzilosophiam
ejusque partes merita, auclore Raphaele Kuehner. Hamburgi,
1825, in 8.- Tennemann: Manuale della Storia della filo
Jo/ia , vol. I , capitolo m. DelIa losoa presso i Romani
(2 175-179 ).p-- Bruckeno, con tutti gli altri storici, stabili
scc la prima et della Romana losoa da Lucullo e da Ci
cer0ne,-o sia dull anno 620 di Roma. - Tennemann assi
cura che i Romani non conobbero la losoa Greca stoica,
peripatetica ed accademica, se non dopo la conquista della

Grecia, 0 sia 150 anni prima di G. C.. Agalopislo Croma


ziano cita come un segno d avversione dei Romani alla
losoa prima del secolo VL di Roma il bando in tal epoca
dei retori e dei loso sotto il consolato di C. Fannio Stra
bone e M. Valerio Messala , a motivo che la losoa era

ancora un nuovo genere di disciplina contrario alle loro con


suetudini. Ma egli dimentica che questo bando fu cagionato
in parte dall odio implacabile che aveva Farcia Catone alla
sapienza e boria Greca , ed in parte dal comune timore che

la giovent Romana non si corrbmpesse alla scuola di Car


mrade e degli altri losol venuti a Roma (2 245 ).
37"

438

SUPPLIMEN'IO QUARTO

s anco di pi, al primo sorgere dellaloro Repub.blica furono aspri e eri di costumi, dediti alla guer
ra, e quindi di tutt altro bramosi che della loso-
fia ;egli pur certo che, presto dovettero cessare.
questa loro rozzezza e questa loro barbarie alle no-'
zioni del diritto o della giurisprudenza che sentirono
e professarono cosi solennemente al commercio cogli
Etruschi e co Latini coltissimi e sapientissimi, al re-'

[aggio dnna lingua gi pulita e sapiente che ricevet


tero da altri come la latina, al contatto in cui si mi

sero- dopo la guerra di Taranto colla Magna Grecia,


tutta risplendeute della luce del Pitagorismo. Da que
sti fatti pu adunque argomentarsi che la data della
losoa Romana sia pi lontana di quel che si pensa,'.

o sia_prirna del secolo sesto di Roma (600 anni avanti


lEra cristiana Ugualmente se si ricorda che tra Ro-
mani vi fu una giurisprudenza antichissima ignota ai

Greci e propria solo de Romani; che lesistenza dePi


tagorici medi, come Eriru'o e M'gidi'0 Figulo (an. 514

avanti G. C., 5 242 ), fa presupporre altri Pitago


rici pi antichi di loro; che Cicerone stesso ram
menta alcuni antichissimi che pretendevano al nome
di loso , e i cui libri dicevansi latini 1, bisogner

convenire che in Roma, oltre alle scuole Greche, ve


:t V. Bruckero, tom. n., nel quale rapporta le stesse pa
role di Cicerone: Qui voluerunt se philosophos appellsri,

quorum dicebatnr esse Latini sane multi libri . Il Bruckero


vuole che questi libri losoci latini de quali parla Cicerone
apparteuessero tfiloso~ Epicurei, perocch questi soli scris
sero in latino; ma la- sua induzione fondata sul falso sup

posto che in Roma non abbiano esistito che le scuole Greche.

__ k-'__v_r

.v

ru.0sorx nuusm

439

ne fosse quellchedunaltra loro anteriore, qual era ap


Punto la Latina 0 Roma'na. Non par vero che gli sto-t ,
rici. rifuggano dal rintracciarla. Il nostro Vico que

gli che vi si cimentato, e noi ci proponiamo di


seguitarlo. Quindi per noi i loso Romani vengono
distinti in due specie 0 classi, in Latini ed in Gre
cheschi o a modo de Greci. I primi sono quelli che
ebbero una losoa Romana 0 Latina , ma propria.
I secondi sono quelli che adrirono interamente alla
Greca. Quelli occupa-ud le prime due epoche, o sia

si distendono dai primi tempi di Roma sino ai 600


anni avanti IEra. Questi cominciano dopo gli anni

600, e giungono sino al quarto secolo dell Era. Gli


noi sono in sostanza loso Pitagorici, sicch a tale
rispetto la losoa Romana nelle sue prime'origini
non fu che una pura

e semplice continuazione

della scuola Italica o Pitagorica. Gli altri sono i se


guaci delle Varie scuole Greche, i quali per altro si
segnalarono anco con propri pensieri. Per gli uni e
per gli altri si fa manifesto che la scuola Romana

losoca fu certamente pi pratica che teorica, non


tanto originale e famosa come la Pitagorica, anche

per ragione del tempo odell sua posterit, ma di


altissimo merito , singolarmente nella parte della giu
risprudenza che il pi bel frutto della sua losoa.
a) Fu.osorx ROMANI ANTICHI.
5 25g.
Fuori che Ennio, Nigidio Figulo ed il Pitagorico
Nearco che fu maestro al vecchio Catone (5 243 ),

nessun altro si nomina tra losofi Rinnani prima del

440

SUPPLIMENTO QUARTO

secolo sesto di Roma. Perci ledue prime epoche


della Romana losoa sono innominate rispetto agli
individui che le onorarono. Il che pi che degli sto
rici deve essere difetto dei monumenti e dei libri.
Il racimolare pertanto da queste due prime epoche
una losoa particolareggiata anco nesuoi nomi,
cosa al tutto impossibile, quantunque sentasi tutta
la ducia ch' essa abbia esistito. Quindi dnopo
ricorrere a due monumenti generali che hanno per

tutta l autenticit, cio alla lingua ed alla giurispru-\


denza de Romani, afne di raccoglierla. La ricerca
o deduzione della prima losoa de Romani da sif
fatti monumenti in perfetta conformit col carat
tere pratico o positivo della loro scuola, ed legit
tir'na per la relazione tra la lingua e le idee , per
l analogia tra il giusto e l onesto, per la necessaria
dipendenza del parlare e del pensare rispetto al giusto,
come pure della vita pratica dalla losoa. Con que

sta deduzioni: o ricerca non potr conseguirsi un si


stema od un tutto ben ordinato della prima scienza
losoca de nostri padri; ma si avranno preziosi
frammenti che varranno a farci conoscere le loro

idee capitali intorno agli oggetti soprassensibili. Riem


piuta questa lacuna nella storia della Romana loso
a,gsi comprender meglio la continuazioneed il par
saggio dalla losoa Romana alla Greca, e quindi dalla
Greca alla Mistico-Religiosa o neo-Pitagorica negli
ultimi tempi dell Impero, la cui storia venne gi
narrata '.

I Al Vico dovuta l illustrazione del primo monumento

FILOSOFI ITALIANI

44!

g 260.
I Romani o Latini ebbero giustissme nozioni in

torno al primo vero; al sommo Dio, e alle-menti


umane,- ed eglino perci conobbero una metasica

lologico o della lingua latina , per l antica losoa Ila


liana col suo libro.- De anliquissima Italorum sapientia. Noi
non conosciamo altri che abbia pensato a commentare il
secondo, quello cio della Giurisprudenza: anzi, siccome

tutti pensano che la losoa degiureconsnlti Romani fosse


stoica, cosi in ci porgesi un ostacolo gravissimo a siffatto
commento. A Vico fu gi opposto che volendo egli ricer
care qual fosse l antichissima losoa dell Italia o de Ro
mani, non doveva rintracciarla tra le origini e i signicati
d'e latini vocaboli, la qual via incertissima e soggetta a
mille contese. '-- Egli non rispose direttamente a quest op
posizione, accontentandosi di dire che , essendogli venuto
dinanzi un gran numero di latini parlari pieni di pro
fonda sapienza , e che non avevano per loro autori i Gre
ci, slim esserglisi aperta una nuova e sicura via di rine
tracciare questa losoa. Egli non vuole per derivarla n
dalla Jonia, n dalla Pitagorz'ca , ma da una pi antica di
quelle , cio dall Etrusca. - V. Animadversiones in primum 1|
brlun de Antiquissima Italorum sapientia quze in Ephemeride
valgo Giornale de Lelterati d Italia. Venetiis, 171 I. - Opere
di Giambattista Vico, vol. n.-Ancbe noi , quantunque ci
facciamo a dedurre la losoa dalla lologia, non possiamo
credere d averla intera in questa, mentre nella lingua non si
trovano depositate che le verit di senso comune. Ci per
altr'ol basta a costituire la lingua antica latina un autentico
monmento della prima losoa Romana. Se non che attenen
doci al libro di Vico, ne vogliam estrarre fuori solo quel tanto
che proprio de vocaboli latini, e non gi quello che forma
l'a' nietahica lpeciale dello stesso autore. Sicch per noi il

libro 06 anliquisdima Itplorum sapientia . contiene la meta

441

SUPPLIMENTO QUARTO

ed una psicologia a rigore del termine, sebbene


non le recassero alla forma sistematica di scienze.
Essi ammettevann il fatto ed il vero come termini
convertibili; il verbo intelligere come leggere per.
fettamente, o sia conoscere con evidenza; il cagi
tare come pensare o andar raccogliendo, Dio il

vero perfetto, quello al quale si rappresentano gli


elementi s intrinseci che estinseci delle cose. Dopo

venendo eglino alla scienza umana, mostravano co

me l uomo proceda in essa per via'soltanto di di-

visione, e ricavi da quella l ente e l uno, la cui


scienza si la metasica. Posta la scienza e con'
essa la cognizione di molte verit, i Latini 0 R0"
mani distioguevano il genere come forma, e la,sp@~
_cie come quello che le scuole appellano. individuo,
simulacro, apparenza. I genei petci' come forme
erano inniti non nell estensione, nia nella perfezio
ne, e conseguentemente raccolti tutti nel solo Dio.
Le specie ali incontro, come i simulacri, o le appe

renze, erano le cose particolari o singole modellate


su" quelle forme. Laonde- per essi considerato il vero
come l'atto, i generi erano tutt altro che gli uni
versali delle scuole. Inoltre per essi il certo signi
I

lx

sica degli antichissimi Italiani ed insieme quella. di Vico.


Sarebbe pur desiderabile e fruttuoso che nel rendere un gin-

sto omaggio alla gloriosa memoria di Vico colle /_moltiplici


edizioni di tutte le sue opere , si.pensnsse,u,na volta a met
tere in chiaro o a liquidare quel che e di nuovo, di.
vero e di certo in questo nostro Celbt'lii6itllt) losei'0, onde
non venga a Inviare il giudizio 0 colla ;I:.iecg ami-azione
coli aspettativa d una restaurazione liloso_ca_impossibile

FILOSOFI ITALIANI

443

cava e ci che . indubilato e ci che corrisponde

al comune, il vero 1 equo, la causa il negozio,


donde leetto, l essenza la forza ed il potere, i
sapienti gli Dei immortali, il luogo il tempo, il re!
io lo stesso, l anima il vivere, 1 animo il senti

re, l aria, siccome lanima mobilissima, il vei


colo della vita , i bruti le cose inam'mate o im

mobili , il cuore la sede dellanima ed anche della


mente, la mente il pensiero, il pensiero le idee, le
zcolt la facilit 0 modo spedito di fare, il senso
una cosa anche interna, la memoria la remz'niscenza
e l.immaginativa,' o sia l immaginare, il rammento
race,l ingegno la facolt di congiungere in una le
cose disseminate e diverse, la ragione 1 argomento.
Eglino nalmente riconoscevano il Nume come Dio
Ottimo Massimo, il fato come un ordine eterno di
cose, il caso ci che era inopinato rispetto al fato,

la jbrtuna dell uomo buono '. Questi pochi cenni


intorno ai pensieri losoci deLatini o Romani dc
dotti dalle loro voci antichissime, li dimostrano per
:indole -e per carattere , come anche il origine vera
mente Pitagorz'c. Essi se hanno un affinit e rasse

lniglianza con qualche losoa, non la possono avere


che col Pitagorismb siccome quello che insegnava la
spiritualit degli esseri o gli enti metasici, Dio ,"

1 F. De anliquissima Ilalorum sapientia. peccato che

manchino gli altri due libri dellajisica e della morale, tratti


ugualmente dalle antiche voci latine. Allora si avrebbe la
scienza intera della losoa de primi Romani ricavata dalla
loro stessa lingua.

4&4

SUPPLYMENTO QUARTO

l uno, le specie o forme, lanima distinta dal cor


po. Daltronde tra la losoa antichissima deLa
tini o Romani e la Pitagorica avvi, la relazione di
madre e di glia, tanto se vogliasi derivarla degli
Etruschi, quanto dai Sabini, mentre probabile che la
sapienza o losoa Etrusca fosse quella stessa che do

minava nella Magna Grecia, e mentre la scienza mi


stca e tetrica de Sabini, alla quale fu allevato Nu
ma Pompilio, non era altro che la scienza 0 loso

n Etrusca.
_) 261.
Meglio ancora che per le antiche voci latine, per
la giurisprudenza Romana si possono raccogliere i veri

pensieri e le vere opinioni losoche de primi Ro


mani, o sia delle prime due epoche della loro lo
soa. Ci che curioso si che tali pensieri espressi
nella giurisprudenza s accordano meravigliosamente
con quelli gi estratti dalle voci latine. Laonde sif
fatto accordo una riprova pi che soddisfacente
della loro autenticit. La giurisprudenza Romana

altamente losoca , una vera losoa essa stessa:


laonde Cicerone diceva un emporio di sapienza la sola
legge delle dodici Tavole, e tutto il mondo accolse

la legislazione Romana come l ideale del diritto o del


giusto positivo, come il diritto medesimo naturale
o losoco. D altra parte indubitato che all anno
600 di Roma, o prima della terza epoca della losoa
Romana, la giurisprudenza di quel popolo era gi

compiuta non nella sua forma dei Digest e del CO


dice, che acquist soltanto all epoca di Giustiniano,
ma nella sua sostanza colla pubblicazione delle 60

FILOSOFI ITALIANI

445

dici Tavole, colla legge Regia , doride il diritto Pa

piriano tutto nazionale 1, colle forme segrete delle


azioni divulgate da Flavio,- donde il diritto Flavia
no, e colle altre ancora pi misteriose e nuove fatte

conoscere da Elio, donde il diritto Eliano; collE


ditta Perpetuo o de Magistrati contenente le leggi
o le correzioni de Pretori al diritto civile, donde
il diritto Pretorio od Onorario. L'e quali colle
zioni tutte formano la giurisprudenza Romana an
ca o a tempi della Repubblica, ed il materiale
delle posteriori cOmpilazioni , e di quel corpo di
diritto Giustinianeo che si conosce da tanti secoli
1/

1 nota agli eruditi nella Storia del diritto Romano la


celebre controversia sull origine della legge famosa delle
Dodici Tavole. Il pi degli storici le vuole Ateniesi, es
sendosi all'uopo inventato che nell anno 500 di Roma fos
sero mandati Spurio Postumio, Sesto Sulpicio ed Ance Man
lio a cercarlo ed a raccoglierle in Atene o nella Grecia.
7. De aria e! progressu Juris civilis Ioan. Vincentt'i Graw'me,

tom. 1, cap. Sax-Leggi delle dodici Tavole di Lodovico Va


lariana, vol. 1. Milano , 1802. - Il Vico fu il primo a con
trastare questa legazione dei tre ad Atene , mostrando con

un confronto tra la stessa legge delle dodici Tavole e il di


ritto Attico , che quelle sono per lo pi opposte a questo.
Oltraci certo che i Romani avevano una legge propria
prima della legge delle dodici Tavole; che alcuni ordinamenti
o capi di questa legge vigevano in Roma avanti la sua
compilazione , tra gli altri il jusnezi; che la libgua delle
dodici Tavole latina e non greca; che si contraddicono

gli storici sulla spedizione o legazione dAtene , e che Ci

cerone le chiama Diritto nostro e preferibile a tutta la _Greca


Sapienza. V. Vico: De Constantia Pht'lologt'ze, cap. xxxv.
naumurlr - in

38

446

SUPPLIMENTO QUARTO

in tutta l Europa, come pure delle controversie


sulle quali si esercitarono a tempi meno lontani gli
ingegni mirabili delle sette degiureconsulti Capitone
e Labeone, dei Proculejani e dei Sabim'ani. Ci che

importa per innanzi si di vericare se la loso


a contenuta ne Digesti o nella giurisprudenza an
tica Romana sia dorigine veiamente Romana od
Italica, oppure 't'orastiera. Senza di che si torna ad
un tratto ali epoca terza od ultima della losoa
Romana,
siccome fanno5 tutti
v
262. gli scrittori '.
L opinione comune si che i giureconsulti lio
mani fossero addettiblla scuola Stoica, e che la
giurisprudenza Romana sia perci d origine e din
dolo al tutto Stoica o Greca. Anche il Bruckero ed
il Tennemann stanno su quest avviso 2. Il Vico fu

tra primi ad opporvisi, e a suoi argomenti se ne


Iggitlngono de nuovi per confermarci nella sua sen
tenza. Tali argomenti sono i seguenti: t. L anterio
_f;__

"

r Leilmila, Gravina, Malquisia, e pressoch tutti gli sta

rici e: Critici reputano stoica la losoa de Romani giu're


co'nsulti , e perch la scuola stoica era pratica e morale, sol

tilt: e tenace nella signicazioue denomi al pani de"giure


consulti: Romani, e perch molti tra questi furono seguaci
di quella setta , e perchle opinioni degli stoici ne ven
gono preferite. Quest opinione si fonda sopra il pi mani
festa auacronismo. V.- Gravina .- De orta et pregressa ete~,

cap. xuv. - De Jurv'sconsultorum philosophia. - Vico : De


universi Juris uno principio et ne amo cnxxrxv e seguenti
2 Bruckerv , tom. n., pa-g. x4. -. Tennenmnn,
182,

vol. I.

m.osor1 ITALIANI
447
rit della giurisprudenza Romanaantica allesistenaa
in Roma delle sette Greche e qnindi della Stoica.
Queste sette non si conobbero tra Romani se non
dopo la famosa spedizione a Roma di Critolao, Car

neade e Diogene, nellanno cio 599 di Roma, men


tre erano gi esistite dall anno 303-400 la legge
Regia e quella delle dodici Tavole, mentre i giare
consulti Romani che aderirono ai principi stoici od

Epicurei, e che diedero origine alle sette dei Ca:


sz'am' e dei Proculejani, furono Altejo, Capitano ed
Antistio Labeone, i quali vissero sotto Augusto , e
mentre sino dallanno 450 eravi in Roma il famoso

giureconsulto Corucano di Toscolo7 il quale inse


gnava lantica giurisprudenza con propri responsi od
oracoli. z. Il mistero od oracolo della giurispru

denza Romana antica, pel quale come una specie di


scienza augurale, di diritto Ponticale e sacro, cou
ferivasi il titolo di Ponteci e indi di Patricj ai primi
giureconsulli, e che trae la sua origine dagli Etruschi

o Sabini, vale a dire dai Pitagoricie non gi dagli


Stoici. 3. La niuna relazione od analogia tra l an

tica giurisprudenza Romana e la losoa Stoica;


quando invece avvi tutta la conformit tra essa e la
losoa Pitagorica gi conosciuta, siccome si com
prende dalla sua propria esposizione , e quando al
cuni vorrebbono derivare la giurisprudenza Romana
piuttosto dalla Epicurea che non dalla Stoica. 4. La
scienza degli etimologi, cio delle formale della men
te, o sia la signicazione delle parole dalla natura
delle cose tanto usata da Romani giureconsulti an
tichissimi, e che dai Pitagorici e dai Platonici e

448

SUPPLIMENTO QUARTO

non dagli Stoici fu introdotta. 5. Le molte sentenza


del diritto Romano che convengono non tanto colla

setta Stoica , quanto con tutte le altre, cio eollE


picurea , colla Peripatetica e coll Accademica. 6. il
fatto che gli Stoici o non erano quelli che prendes
sero parte allamministrazione della repubblica ed
alla formazione delle leggi, onde non potevano es
sere legislatori o giureconsulti , oppure vi prende
van parte nella guisa di tutte le altre sette. 7. La

denizione stessa della giurisprudenza Romana, quale


scienza delLe cose umane e divine, come pure al
tre sentenze che si attribuiscono agli Stoici, ma

che derivano dall antica giurisprudenza la quale


era composta per la maggior parte di disposizioni
relative alle cose sacre, alle arie, ai sepolcri, al
culto pubblico. 8. Le molte massime de giurecou

sulti Romani reprignanti colle dottrine conosciute


degli Stoici. A cagione desempio il furto diml
parte di un acervo di frumento non uguale al furto
del tutto contro al principio stoico: Omnia pee
cata esse wqualia; le usure fuori di natura secondo
Seneca, mentre si percepivano a tutto diritto se
condo i Romani giurenonsulti; il feto nemmeno esi
stenta come animale, secondo gli Stoici , mentrera
causa d un vero omicidio nell uccisione delladonnl

v gravida, secondo i Romani giureconsnlti. Se tull0


questo . indubitato, la giurisprudenza Romana ll
monumento autentico della losoa de primi Rom
ni, e quel che pi d una losoa essenzialmele
Picagorim, non solo 'per origine, ma ben ance Per
natura.

ruosorx ITALIANI
'
449
5 263.
Le idee losoche de primi Romani, che si rica
vano dalla loro giurisprudenza , riguardano princis
palmente l uomo, le cose, le parole e le principali
massime sul giusto e sull onesto, sono idee perci

di psicologia, di cosmologia, di metasica e di mo


rale; L uomo, essi dicono , qualunque essere fot
nito di ragione nel corpo umano, e la persona
l uomo col proprio stato. Lo stato dell uomo . na
turale o civile, quindi lo schiavo e uomo, ma non
persona quanto allo stato suo

naturale. La libert

dell uomo il potere di fare tutto quello che non


proibito dalla forza o dal diritto, n pu egli che
contro natura assoggettarsi all altrui dominio. Laonde

per essi l uomo era naturalmente ed essenzialmente re


gionevole e libero. Ad onta di ci illumini ammet
tevano la schiavit per diritto civile , e consideri
vano civilmente lo schiavo privo di capo ,.e come
cosa (ras mancipi ), attribuendo sopra quello il di
ritto jus vitae et necis, diritto per altro che fu tolto, I
non essendo lecito di uccidere lo schiavosc non per
legittima difesa, o per altro simile motivo. Gli uo
mini nascono maschio femmine. Il maschio si

di

stingue per ragione di dignit , la femmina di fragi


lit o debolezza. Perci quello era capacedella pa

tria podest, dei pubblici impieghi, e questa dei pri


vilegi , sebbene anche la donna potesse essere.ancell

(alieni juris ), allorch passava allo stato di moglie.


Il glinolo e quegli che nasce dal marito e dalla mo-.
glie, o delle nozze giuste. Laonde i Romani abbor
rivano dall adulterio e dall incesto, dalla poligama
38"

450

SUPPLIMENTO QUARTO

e dal concubito, o sia dalle nozze puramente natu


rali , denendo il matrimonio o l unione del tilt!
schio e della femmina per la procreazione della pro

le, 0 il consorzio della vita e la comunicazione


d Ogni diritto umano e divino. L uomo pei Ro

mani era atto al matrimonio, ai contratti o ai di


ritti. A ci richiedevansi la ragione e la libert, 0
sia il consenso. Il consenso non cera nel pazzo, nel
urioso e nel minore, in chi era ingannato o violen
toto ad acconsentire. Il prodigo stesso era tenuto un

furioso, e privo perci d un plaeito proprio e ra


giouevole.
'

5 264.

Passando i Romani dalluomo o dalle persone alle


cose, consideravano queste per tutto ci che pu

cadere nei beni, ed ildanaro per tutto ci che era


effettivamente in dominio, o sia in atto. Tra le cose
essi comprendevano i diritti e tutti gli oggetti in

seivienti auostri ni, e che non erano attualmente


persone. Le cose erano da loro partite in corpo
rali o tangibili, incorporali od intangibili, riferendo

a queste i diritti: sicch il diritto non constava di


corpo, era molto somiglievole alle idee Pitagoriche
o di Parmenide. Il diritto, godendo dell unit o
individualit, era l Uno:per eccellenza. Esso per

ci come incorporeo, unico ed indivisibile, non se


paravasi n distraevasi o corrompevasi, n si poteva
sciogliere od estinguere nel tempo, salvo il caso del

1 usucapione o prescrizione estranea del tutto alla na


tura propria a quello, era superstite anche quando
si distruggeva o si corrompeva il corpo o l oggetto

FILOSOFI ITALIANI

5 I

sul quale cadeva; distendevasi tutto in ogni punto 0


particella del campo 0 del fondo soggetto a propriet

ed a servit; era unico nell eredit come _un tittt0=


che sussisteva indipendentemente dagli Oggetti eredi
tarj, che non cresceva n- diminuivaal' crescere o
al diminuire di questi. Laonde [rei-Romani , atteso
l,unit e iudivisiblit del dirittoereditaiio, nonpo
teva essere la stessasuccessine parte testata e parte
intestata. Il diritto inne era alcun che d immor->
tale in s stesso, non acqnistavasi n si perdeva che
colla volont'io col consenso: conseguentemente tutti
i giureconsulti Romani convcnivano sulle tre grandi
massime
jura animo
parri,
consivari,
ani'
mo alienri.
'
- ahi/no

' I

'
5 265.
Anche le parole pci giureconsulti Romani erano
un oggetto di profonda losoa, donde il loro seni
polo e la lorb esattezza nelledeuiziouyi(Essi parti
vano da una nomenclatura metodica e l'ondata sulla
natura delle cose, 9 dal principio del Cratilo di Plth'
tone elle i nomi non sono arbitrari, tua signicativi

delle essenze e delle nature (nomini: appellationc


ram sign/icari Proculus ait )._ Da ci nacque nella
giurisprudenza Romana quella che dicesi scienza de
gli etmologi o formale della mente 1;- onde il testa
mento a cagione d esempio chiamavasi menti; testa
tio , lusucapz'one alie'nalio, perch chi patisce di
essere usucatto, fa la cosa propria daltrui; la selva
l_Vico: Da uno universi Jurs etc. cxxx. - De Elymis
lxeroicis.

.
~ " "
'

52

SUPPLIMENTO QUARTO

che si taglia crmlua, dal verbo credere o tagliare;


il mutuo, ex eo quod meum tunhz /it, il creditore dal
credere,- il pagare dal sqlvere o sciogliere; l eredit
dallae: o dall herus, la petizione dal pelare o chia
mare e simili. Dove per risplende ancora di pi la
losoa de Romani in fatto di morale, si . nelle
leggi antichissimo e nelle regole di diritto. Essi
nelle leggi delle dodici Tavole ssociarono il diritto

colla religione, considerandolo come una cosa divi


na , e sanli<iando le azioni della legge col mistero
delle parole, coli apparato degli auguri e dei riti

ponticali; determinafono colle dodici Tavole o de


cemvitali il culto degli Dai, il diritto giudiziario, la
patria odest e la tutela, il matrimonio, la santit

del connubio, il diritto di patronato, la santit delle


mura e dei conni.=Si offrano spoglie opime a Giova
Feretrio e a Giano Quirino. Non si tocchi che da
gli auguri l.uomo fulminato da Giove. La concubiua
non a accosti ali ara di Giunone. I termini o con

ni come sono stati descritti da buoi, siano sacri


ed inviolati. Chi chiamato in giudizio , vi Ivada:
se no venga preso e l condotto a forza. Chi non

in caso d andarvi, _vi venga tratto su (1 un car


ro. Se non si transige per la via, il Pretore decida
la causa: sia egli vindice assiduo, e la decida o la

conosca. Quando le parti provano , siano ambedue


presenti. Il ladro notturno clto nel furto venga uc
ciso, e sia costretto dar la cosa sua al derubiO
..\

I V. Gravina: De Jure naturali e! gentium, al XII Tabll'

Iarum.-V. Dig. lib. 50, lit- xvu: De diversi: regali: JIII'"

FILOSOFI ITALIANI

453

Chi si difende, uccide con giustizia. Non si pu usu

capire la cosa furtiva. Il patto sul furto impedisce


di procedere ulteriormente. Chi ha l altrui deposi

te, ne paghi come pena il doppio. Chi fa usura ol


tre alloncia, sostenga la pena del quadruplo. Chi
non paga entro trenta giorni, venga preso colle mani
e tradotto in giudizio. Il glio nato nel decimo mese

legittimo. Il padre ha il diritto di uccidere il mo


stro. Sui gli legittimi esso acquista il diritto di
vita e di morte. Ci che ha disposto il padre di fa._
miglia delle cose suo, di legge, giusto. Se si

muore intestati, se non v erede, raccolga la f.


miglia o l eredit l agnqzto o il gentile. Lobbliga
zione, come leredit, si divida ugualmente tra pi
eredi. Se alcuno furioso o prodigo, abbiasi per
curatori gli agnati o in lor vece i gentili. Ci che
stabilito col nesso o col contratto, sacro e giusto
per la legge. Non s acquisti il diritto dal compratore,
-se non quando paga. Si diano le vindicic o la ri

vendicazione a quello che possiede. Se si fa danno


0 ingiuria , devesi pagarne la stima. Se alcuno ab

brucia con dolo la casa altrui, sia agellato ed ab


bruciato col fuoco. Se romper ad altri qualche mem
bro , venga assoggettato al tagliano. Chi fu presente

come testimonio all,ultima volont , e dopo ricusa


di parlare, sia dichiarato infame. Se air detto il
falso testimonio, sia gettato dalla rupe. Se avr fatto
-incantesimo o magia, sia dichiarato parricida. Il pa
trono che fa ingiuria o frode al cliente, sia sagri
cato. Non si conferiscano privilegi. I giudizi sul

. capo de cittadini siano preferiti ne comizi centu

454

' SUPPLIMENTO QUARTO

.riati. Il ribelle, il nemico della patria sia dannato


a morte. Non si tolga alcun membro a cadaveri.

Siano proibiti i banchetti ne funerali. Siano tolti il


rogo ed ogni dispendiosa aspersione de morti. Lul
tima legge fatta dal popolo . quella, che vale. Le

nozze o i matrimoni si facciano tra padri e tra ple


bei. Non si consacrino al culto degli Dei le cose
controverse o che sono in lite. :
5 266.

Dopo queste prime massime un po rozze, a dir


mero, dell antichissima Romana giurisprudenza, vi si
rinvengono la denizione del diritto, la sua distin

zione dall onesto, i caratteri della giustizia ed una


serie di regole cos delle di diritto, che sono piene
di- sapienza losoca. Il diritto di natura secondo
i giureconsulti Romani quello che la natura stessa

insegna a tutti gli animali. Esso distinto da quello


delle genti che proprio e particolare a ciascbc
duna nazione. ll diritto delle genti primario

quello cui introduce la ragione naturale tra tutti


gli uomini , ed il secondario quello che stabilito
dalla necessit. Queste specie di diritto diversi
cano dal civile o da quello che ogni popolo si
costituisce, e che differente in ogni citt, da
quello che non s attiene in tutto al diritto natura

le, ma che vi aggiunge o ne detrae qualche cosa. ::


La giustizia la perpetua volont di dare a ciasche

duno il suo. La regola quella che dicebrevemente


ci che sono le cose. Chi pu volere pu anche non

volere. Sono cose repugnanti naturalmente fra |0r0


il testato e l intestato. secondo la natura che toc

FILOSOFI ITALIANI

455

chi il vantaggio a chi sopporta l incomodo. Il tempo


non determinato in tutte le obbligazioni sempre il
presente. Ci che si deve senza prescrizione di giorno,
lo si deve subito. Chi ha l azione al ricupero duna
cosa, tanto come se avesse la cosa stessa. Chi fa con

tratto con uno, non deve essere ignaro della condi


zione di lui. A chi pu il pi, non pu essere inter
detto il meno. Chi pu alienare contro la volont
d altri, molto pi lo pu in caso ti assenza o di
gnoranza. Ci che vii'loso nellasua origine, non

pu rinvalidarsi col tratto del tenpo. Niente pi


naturale che sciogliere le cose nello stessomodo con
cui si sono fatte ed unite. l furiosi non hanno el-

cnna volont. Ci che si fa o si dice nel calore del

l-ira, non si tiene per fermo ,' se non quando ap


parisca dalla perseveranza che v intervenne un vero
giudicio dell animo. Non ha colpa chi sa, ma non

ha il potere d impedirl. Nessuno pu trasferire in


altri pi diritto di quello che abbia in s stesso. Non
opera con dolo chi usa del proprio diritto. Chi non

proibisce di intervenire in suo nome, si crede che


acconsento a "un tale intervento. La cavillazione o il

sorite si commette, ove dalle cose evidentemente


vere, trapassi la disputa con insensibile mutamento
a cose evidentemente false. Non c benecio per
chi non vuole esser beneficato. A tutte le cose che
debbono farsi con intenzione dell animo, occorre
una vera e certa scienza. La frode si misura non
dallieoento, ma dalVintenzioae dall animo. Sembra
donare quegli che d senza esservi costretto da alcun

diritto. Non perde-la cosa quegli che non la tiene come

456

SUPPLIMENTO QUARTO

padrone. Le cose superue non viziano le scritture.


Chi si difende paga. Nessun pu sembrar improbo,
ove ignori che debba pagare. Le cose stabilite con
un diritto, vengono a perire in virt del diritto op

posto. La liberta e una cosa inestimabile. Nel tutto


si contiene la parte. Col consenso repugnano la forza
ed il timore. Non vende od aliena chi dimentica
soltanto il possesso. Dove necessaria non la voce,
ma la presenza , il muto , ov abbia intendimento,
pu sembrare che risponda. Lo stesso del sordo.

L imperizia ascritta a colpa. Le cose impossibili


a darsi, o le cose che non esistono in natura, non
si hanno per aggiunte. La buona fede giova al pos
sessore quanto la verit. Dopo il fatto non cresce il

grado del delitto. Chi tace non confessa veramen


te , ma sembra per non niegare. Ci che con

tra alla ragione , non pu esser prodotto aconse


guenti. Non tutto ci che lecito, perci solo
onesto. Le cose speciali sono sempre inerenti nelle
genera-li- Non vi danno se non quando non si ab
bia diritto di fare il gi fatto. A ciaseheduno' nuoce

il proprio fatto. A chi ha l azione, si concede a


maggior ragione l eccezione. Si riferisce all univer

sale quello che si fa pubblicamente nella maggior


parte. Le cose che si operano per necessit, non
debbono tirarsi in argomento. Chi difende la cosa
altrui, non stimato ricco per s medesimo. Nelle

cose impossibili non v ha obbligazione. Nelle con


venzioni devesi guardare sempre non solo a ci che

lecito, ma a ci che anche onesto. Ogni de


nizione in diritto pericolosa; poich per poco pu

amosor1 ITALIANI

4;,

essere sovvertito. Che nessuno arriccbisca col danno


altrui. :
5 267.
Oltre a queste regole di diritto che annunziano
ne giureconulti Romani la pi profonda cognizione

sul principio della causalit , sulle contrariet, sulla


giusta inuenza del tempo, sulla natura incorporea
o morale del diritto, di cui seppero determinare con
nissimo intendimento le pi riposte relazioni, si
ha un trattato filosofico intorno alle prove e alle

presunzioni, nel quale mostrasi quanto eglino fos


sero addentro anco nella materia della certezza isto
rica o morale '. Allorch si cerca se alcuno sia del
genere, o della stessa gente, devesi provarlo: La prova

spetta a chi assume_e non a chi uiega per la ra


gioue del negativo. I monumenti ed i censi sono
preferibili ai testimoni, o sia la prova scritta pi
sicura della orale. Sui fatti passati devesi ricorrere
alla memoria degli uomini. Se vuolsi provare esi

stere le traccie d un opera fatta, bisogner vedere '


se alcuno si ricorda del giorno, del console sotto il
quale essa fu eseguita. La scrittura prova, quando

solo sia autentica , e. non dall indice o da un suo


esemplare. Se essa venne stesa a prova di ci che
fu fatto, il fatto pu esser contestato con altri mez

zi, ove non esista pi la scrittura. L uso dei testi


monj frequente e necessario, e deve cercarsi tra

coloro la cui fede non vacilla. Nessuna legge pu


1 P. De probationibus et preesumplionibus, Dig. lib. xxn,
tit. un
n1umumr m
39

458

SUPPLEMENTO QUARTO

scusare dal dire la propria . testimonianza. Ne testi


mani si guarda alla dignit,_alla fede, ai costumi,
alla gravit. Devesi investigare assai diligentemente
qual fede meritino i testimoni. NessnuO' idoneo te
stimonio_nelle cose proprie. Due testimoni bastano

alla prova, poich la pluralit costituita da due.


Non si deve apprezzare ugualmente l ignoranza di

diritto e_ l ignoranza di fatto. Il diritto nito, e


deve esserlo. Il fatto indefinito, e pu ingannare i
pi sapienti. Quindi l ignoranza di diritto nuoce a
chiunque, e non cos l ignoranza di fatto. Nelluno
e nell altro ci vuole la scienza, e questa mentre
esclude la supina ignoranza, o la_ troppa sicurezza
0 ducia, non richiede nemmeno la scrupolosa in

quisizione, la curiosit d un delatore. La volont


mutata non si presume, ma deve provarsi. La pre

sunzione dispensa dalla prova. La presunzione uua


congettura della legge 0 dell uomo. Essa cede al
fatto e ammette la prova in contrario , allorch sia

puramente di diritto e non juris et de iure.


_
5 2.68.
Simili dottrine sulla natura astratta del diritto e

sulle. principali. nozioni del vero o certo legale non


furono naturalmente ridotto ad una forma scienti

ca ,che dai dottori ed insegnatori del diritto. Tut


toch i giureconsulti Romani conoscessero la forma
e l espressione dei principi, essi non le usarouo.
Le leggi antiche dei Digesti consistono perci quasi

tutte in tante risposte a casi particolari. Ma in


tali risposte avvi implicito sempre il principio, 8

vi si vede naturalmente preconceputa l idea della

FILOSOFI ITALIANI

7 459

scienza del giusto e dell onesto fondati sulle re

lazioni dell individualit e dellincorporeit, e quali


3 avvisano nella losoa Pitagorx'ca. Inoltre in
dubitato che a questi due oggetti si assegn il
carattere dell assoluto si per rispetto alla natura e

all essenza, come per rispetto alla ragione colla


quale vengono stabiliti e dedotti. Tanto . vero che essi poterono sopravvivere dopo tanti secoli, ed es
sere gli incomrnutabili elementi della scienza giuri

dica di tutto il mondo. D altronde queste dottrine


intorno al giusto o alla giurisprudenza sono antis
chissime, sapendosi dalla storia che Adriano nelle sue .

Pamlctte o ne suoi Digesti, distribuiti in cinquanta


libri, fece raccogliere come il ore o il midollo della
giurisprudenza antichissima. Sicch mentr esse, -an
che per ragione di antichit, s accostano pi al-Pi-.
tagorismo che non alle Stoicisn'w', mostrano con que
sto le pie'ssenziali differenze, in guisa che non poi
trassi mai dire le une derivanti dall altro. Basta ri

chiamare i grandi principi stici di vivere secondo


la natura, di considerare le nozioni astratte e ge
nerali, o chi: non vengono dai sensi, siccome un

prodotto od una collezione di quelle che vengono


dai sensi, di credere gli esseri immateriali tante chi

mere, il criterio della verit o certezza non altro


che il senso comune o il puro reale, i quali prin
cipi presso a poco sono quelli che si professaron0
nello Stoicisino anche deRomani, salvo che questo
iegI),uneppoi
o disarnio
i. alla
raticacht(a perno
I60-161-182
iiol.
coninti
assurdo,

il voler far procedere la giurisprudenza Romana dalla

460

SUPPLIMENTO QUARTO

losoa stoica. N per


consulti Rutilio, Rufo,
non fossero addetti ad
avvenne per, allorch

questo si niega che i giure


Tuberone, Scevola, ed altri,
una tale scuola losoca. Ci
la giurisprudenza Romana si

era gi coustituita. E poi noto che lo Stoicismo,

singolarmente in Roma, fu rivolto tutto. alla pra


tica .o allet'npirismo, mentre lo spirito della giu
risprudenza Romana tendeva alla teorica o alla ra
gione. Collo Stocismo non si poteva salire allin

-dividualit 0 all universalit del giusto o del dirit


10. Colle idee o coli uno de R'tag0rici erano gi pre
conosciuti i suoi caratteri -e la sua essenza, sieco
me d un ente assoluto. Per le quali cose dimo

strato che la losoa de.Romani giureconsulti non


fu gi Stoica, ma sibbene Pitagon'ca, e che nepri

mi secoli della losoa Romana, applicata singolar


incute al diritto, ad altro non si mir che ad una
continuazione pratica dell antico Pilagon'smb. Dopo

per la venuta in Roma de Greci loso, s accese


cos caldo e cos fervido lamore' alle scuole. Greche
tra Romani , cheglino giunsero a dimenticare il Pi

tagorismo. Laonde subito dopo sorsero dappertutto


i Seusisti od Empiristi coi Peripatetici, cogli Stoici
e cogli Epicurei, i Razionalisti od Idealisti con Pla
tene o colla Accademia. -- I loso che rappresen
tano questi sistemi o queste scuole Greche in Roma,
sono arrone, Cicerone, Seneca, Lucrezio ed altri,

appena citati nel Manuale di Tennemann.

FILOSOFI ITALIANI

46'r

b) Fu.osorx ROMANI SEGUACI DEI GRECI.


Cicerone, eneca, ed altri.
9 269.
comune sentenza che la Romana losoa7 an

che di quest. ultima 0 terza epoca , nulla abbia ag


giunto di nuovo alla scienza, e che nemmeno siasi

data a disquisizioni di grave momento, massime a


cagione che pass in tal tempo a Romani la loso
a Greca gi perfetta I. Se ci sia vero, lo mani
festeranno i cenni intorno ai citati loso Romani.
Cicerone, Seneca, Lucrezio si possono mettere co
me i rappresentatori della losoa di quest epoca ,
e perch di questi sono i principali scritti losoci
che tuttavia rimangono, e perch Terenzio Varrone,

che procedette a Cicerone co suoi frammenti, non

1 M. Tullii Ciceronis, in philosophiam ejusque partes me


rita. Auclore Raphaele Kuehner, pag. 22, cap. xv. --Animad
versiones qmedum de philosojzhiw studio apud Romanbs. ..
Quost autore cita come cause della mediocrit della loso
a in Roma I imitazione, la gravit dc Romani, onde ad
essi ripugnavano ed una certa agilit d ingegno, affine di

penetrare nelle pi sottili ricerche, e l uso della lingua gre


ca. Tali cause non sussistono, meno poi la seconda, smen

lita apertamente dal fatto delle sottili distinzioni usate dai


ginreconsulti Romani e della scuola Pilagorica che fu tutta
Italica ed insieme Romana- Esse sono giustificate soltanto
dal desiderio di lodare di pi Cicerone come losofo ed in
confronto degli altri dotti della sua nazione.
39.

(ta
suerunesro QUARTO
pu che dar lume sulla lingua latina letterariameute
considerata , e perch non pu dedursi la losoa
come dalla lingua e dalla giurisprudenza , cosi dalla

poesia e dalla storia. Quindi non appartengono stret


tamente ai loso Romani di quest epoca n Quin
tiliano, n Virgilio, n Tacito, n Orazio, n Sal
lustio, n Ovidio, i quali, quantunque ridondanti
di sapere losoco , pure mancano d ogni rigore
scientico atteso il loro scopo diverso. I soli due

Plinj trattano di cose scientiche, ma Plinio mag


giore discorre del mondo e del fato semplicemente
naturale e per mera incidenzatlib. il, cap. I , a, 3).
Perci i loro pensieri sono estranei alla vera scienza

della losoa 1.
5 270.
Cicerone, eminentemente losofo, da celebrarsi non

tanto per la sua t'acondia, quanto pel suo sapere


intorno allo spirito umano, presenta nelle varie sue
opere un trattato pressoch compiuto di losofo

I A Brno/cero (de philosophia Ramanorum) piacque porre


tra toso anco i poeti, esponendone i principi secondo la
varia setta a cui erano ascritti; ma questo divisarnento non
cos utile alla storia della scienza , siccome pens il suo
autore. Anche nella storia delle applicazioni della losoa

bisogna guardar a quelle materie che formano parte della fi


losoa medesima. Anche noi pensiamo che sarebbe utile il
fare un sunto storico della losoa de grandi poeti; ma sa

rebbe questa sempre la storia d una losoa tradotta dal


sentimento e dall immaginazione, pi prossima al senso

volgare che allo scientico, pi un parto della fantasia che


della dottrina o della riessione.

i,

FILOSOFI ITALHNI

463

teoretica e pratica, ove vengano distribuite nel loro


nesso od ordine naturale I. Cicerone non fu ascritto
ad alcuna scuola Greca in particolare: egli le percorse

tutte, e fu in una certa guisa eccletico con un fondo


o principio prevalente di platonismo o della setta
nuova Accademica nelle cose speculative, e di Stai
cismo nelle pratiche o morali. Egli cominci a trat
tare la losoa in latino ad esempio di Varrone,
dividendola in 'morale, fisica e dialettica; e.muo
vendo singolarmente dalla morale all intento di il
lustrare la losoa antica nata con Socrate, mostrossi
propenso a questa come

pratica, e che pu essere

applicata ai costumi,-e mentre parla della losoa in


generale come scienza dall origine del vocabolo, ci
addita la sua dignit ed eccellenza , ed il merito di
madre di tutte le arti e di tutte le scienze, di emen
datrice dei costumi , e di medncatrice dei mali dell a

nima. Quanto alla losoa teoretica si parte dal prin


| Le opere losoche di Cicerone si partono neil'or
dine seguente. Alla-metasica, propriamente della siologia
o cosmologia, appartengono i tre libri de natura Deorum , i
due de Divinatz'one et Fato, il sogno di Scipione, e de Re
publica. Alla morale spettano i cinque libri de Finibus,i tre

libri de Ojcio, le questioni Tusculane, i dialoghi de Sene


ctute et Amics'tia. Alla dialettica i libri accademici sul vero

e sul falso , che formano la Tapica di CICBIOIC. Egli non


ha proprio fondata , siccome vuole Bruckera, una vera lo
gica o dialettica. Cicerone stesso dice : Si vero Academiam
veterem persequamur , quam nos ut sci: probsmus. Totum

igitur illud philosophiae studium milii quidem ipse sumo,


et ad vine constantiam , quantum possum et ad delectatio

nem animi n.

464

SUPPLIMENTO QUARTO

cipio che l uomo consta danima e di corpo in una


perfetta corrispondenza tra loro , ma colla suprema
zia di quella su questo; che oltre alla mente egli
. provveduto dei sensi , siccome nunzj 0 satelliti,
o parte dell anima, in guisa che talvolta nelle ma

lattie abbiamo intera la vista, aperte le orecchie,


eppure non vediamo , n. sentiamo. Intorno ai sensi
e alle sensazioni va indagando come colla mente si

percepiscao tante cose diverse, il colore, il sapore,


il calore ; come il volto e gli occhi eretti nell no

mo siano indizio de nostri reconditi costumi; come


le cose stesse che eccitano cos acremente al piacere,
con altrettanta facilit generino la nausea o saziet;

come sia pi dilettevole la vista degli oggetti nuo


vi, anzich usati, come gli oggetti pi mobili o

leggicri rispetto ai sensi, siano quelli che vanno


meno sottoposti ad una tale saziet. Egli riconosce
chiari e certii giudizi del senso, tuttoch sottoposti
ad illusioni, come nel remo piegato o nascosto nel

l acqua , oppure nel collo della colomba immersa


in quella 5 ragiona della loro forza e perfezione me

diante l abitudine, facendo la distinzione sottile tra


le cose che si. percepiscono veramente co sensi e
quelle che non si percepiscono se non a modo de
sensi, e costituisce la memoria come giudice delle cose
vere o di quelle che corrispondono colla natura delle
cose, o che rimangono in noi impresse dopo l a
zione de sensi , non dandosi a suo avviso memoria
del falso. Ad onta di ci pare che Cicerone in

clini di pi alla sentenza de Socratici, pel princi


pio che il giudizio assoluto della verit non pu

FILOSOFI ITALIANI

465

consistere nei scusi, ma nella mente, 0 sia nelli


dea colla quale non vedesi che l uno, il semplice,
lo stesso. Con che indubitato che Cicerone ader

nella losoa speculativa tanto ali Empirismo che al


Razionalismo, tanto ad Aristotele, quanto a Plato
ne, e pi che a quello a questo nella parte che ris

guai-da il criterio della verit e i mezzi della co


gnizione.
@ 271.

_ Dopo ci, Cicerone discende ad investigare la na.


tura dell anima, della sua sede e della sua origine.

Egli cita le discordanti opinioni di quelli che pon


gono l anima nel cuore o nel sangue, nel cervello,
nel fuoco, nellaria e nel numero, nella mente, nel
I atomo o nellentelechia, che, secondo Aristotele,

voleva esprimere quasi il continuo e perenne rimovi


menlo, ponendola poi con Platone nella ragione
come suo principio, nel capo come sua sede o roc

ca, ed al quale ubbidiscono l ira che risiede nel


petto, e lacupidil sotto ai 'precordj. Ed anche qui

egli cita Aristotele, siccome il pi prestante tra


losofi dopo Platone (Platonem semper caccipio ).
Venendo ali origine dell anima, egli non ne trova
indizio sulla terra, ma la vuole il origine divina ,
d una singolare natura o sostanza, una forza di

stinta da tutte le note e comuni, qualche cosa


di celeste o di divino, e quindi di eterno. L ani
ma, secondo Cicerone, non pu vedere se stessa;

ma pu vedere come l occhio le altre cose, a mo


Rivo che ci che tenuissimo non pu scorgere la

propria forma. Le cose che_vede lanima sono le

466

SUPPLlMENTO QUARTO

grandi, le divine, le sempiterne, la sagacit, la me


moria,il moto, la celerit, Dio, che non guarda ,
ma che deduce o ricorda dalle sue opere ed inven
zioni. L anima risiede nel capo: essa di una na
tura tutta sua , quindi non aerea, non ignea , ma

qualche cosa di semplice, che non pu n divider


si , n separarsi, n perire. La parte o facolt prin

cipale di lei la mente, ed ha due specie o ge


neri di virt.- alcune che nascono e si generano da
loro stesse, e queste diconsi involontarie, altre che

sono volontarie,\e che meritano propriamente il


nome di virt, formando l eccellenza dell anima.
Alle prime appartengono la docilit, la memoria,

etutte le propriet dell ingegno. Alle seconde la


prudenza, la rlezza, la giustizia e le altre virt di

simil genere. La causa per di queste virt della


nima-, certamente non- n il cuore,-n il sangue,
n il cervello, n il fuoco, non vergognandosi di

dire anche Cicerone, come gli altri,di sapere quello


che non sapeva.
9 272.

A compimento della psicologia, Cicerone parla della


memoria naturale ed arti/icz'osa, della sua forza ed

estensione, della memoria delle parole , delle imma


gini e delle cose, dell intelligenza e della ragione,

dell appetito o della naturale inclinazione, rigetta


i sogni ed in essi la divinazione che, per una con
seguenza delle anime eterne , cra accolta~ da tutti i

Platonici _e Pitagorici, appunto perch ai sognatori


possono apparire molte cose false per vere. Se iso

gni sono veri vengono da Dio. Se falsi, dagli uomi

FILOSOFI ITALIANI '

467

ni, perch l animo quando nel sopore, non pu


usare delle membra del corpo o dei sensi, e s aggira
in tanti oggetti incerti ed in tante reminiscenze im

perfette della veglia, dal cui perturbamento sorgono


le specie dei sogni.iLa causa dei sogni unicaiessa
non consiste nelle immagini esterne che esistono dap
pertutto, e che si presentano alla mente dedor
miranti, questa una spiegazione veramente nulla;
ma in ci che ci formiamo entro di noi e nel no
stro pensiero, giacch nulla v cui non si possa
pensare , e giacch la forza dell anima. tale che
si pu pensarenella veglia senza un impulso o moto
esterno ed avventizio. Nel che vedasi come Cicerone
sapesse concepire da s, scstandosi per tal modo e
da Platone e da Aristotele, le. cui specie, immagini
0 idee va anzi confutando. Nel che Cicerone avrebbe
~presentito forse pel primo tre moderne dottrine, la
prima dell associazione delle idee come causa de. sogni,
la seconda della vita propria o indipendente dell a
nima, o. sia del pensiero durante il sonno indipen

dente affatto dal corpo, la terza dell immediata in


tuizione degli oggetti, o sia la scoperta negativa della
percezione senza idee o le specie almeno esteine de
gli oggetti, la quale scoperta si ascrive a merito im

mortale dello
.
scozzese
Raid
9 273.

49

Cicerone non dimentica nella losoa teoretica


anche la metasica .e la cosmologia. Co suoi libri
de natura Deorum, egli afferma che non v ha p0

polo che prima ti ogni cognizione non abbia sicco


mc anticipata. quella degli Dei, ponendo questa co
i

468

SUPPLMENTO QUARTO

gniziou'e anticipata come un inirnzazione(frpslmlnv)


n prenozione necessaria a poter cercare o disputare,

e un siffatto consenso come un principio di vero':


nel che Cicerone precede a Vico ed agli Scozzesi; di
Y chiara la natura come fabbricatrice dell uomo , il

tempo che difficilmente pu denirsi, una parte del

l eternit, i corpi quelli che non possono intendersi


senza luogo o spazio, la causa quelle cose che sono
effettrici di altre, come il luogo stesso, distinguendo
per nella causa quella che per forza propria pro
duce l oggetto a lei sottomesso da quella che manca

di tal foria effettrice, ed il cui concorso per altro


necessario a produrre l effetto. Oltrci egli di
scorie del fato non come necessit, ma come un

ordine o serie da cause, onde la causa congiunta


colla causa genera qualche cosa; vuole che niente
possa farsi senza della causa ; amtnette come causa
la ragione e come effetto la materia, pretendendo

il mondo eterno, innito, tutto in tutto , anzi il


tutto esso solo, l opera della natura o la natura
stessa , spinto da eterno moto, mentre confessa che
c Dio o qualche Nume prestantissimo che governa
tutte le cose, e la cui prova massimamente risulta
dall esistenza delle quattro nozioni o prenozioni nel
1 intelletto, cio dal presentimento delle cose futu
re , dalla grandezza e da comodi delle cose celesti

e terrestri, dal terrore alla vista defulmini, dalle


quabilit del moto e dell ordine della natura.
'

9 274.

Quanto alla dialettica, che un altra parte di


losoa teoretica, e che Cicerone denisce l arte 0
.}

FILOSOFI ITALIANI

469

scienza di cercare e di disputare, egli insegna, con


tro ad Epicuro che distrugge ogni logica col crite
rio esclusivo dei sensi, che la dialettica deve collo

carsi soprattutto nella


e del falso, che non
l , ma soltanto per
ci sono l assioma,

ricerca del criterio del vero


vi arte per trovare la veri
giudicarla :, che fondamento a
la quistione e la ragione del

couchiudere, per non assentire al falso, n essere ac


calappiati da un probabile ingannevole, che a co
noscere e a distinguere l ente o il M or ci sono sei

modi, e tra questi la divisione, donde il genere e la


specie , e con essi le cose corporee ed incorporee.

Cicerone poi si diffonde nel dare chiarissima con


tezza del genere prima o supremo, cio delle idee
Platoniche, mostrando la differenza tra l5iiio: e l i

dea. L idos . l esemplare, l idea l imitazione o la


copia. L idos nell opera e prima dell opera , e

l idea fuori dell opera, e se non dopo l opera.


Tali sottilit secondo le parole di Cicerone debbono
attribuirsi non a lui ma a Platone. Quanto al vero
egli lo pone nei beni, nella virt, nell onesto e nel
giusto, concbiudendo che alcuni di questi veri non

abbisognano che dell avvertimento, ed altri della


prova, da cui discendono i decreti e i principi de
dotti coll argomentazione. Dal che apparisce la di
stinzione oh egli faceva tra lintuitivo e il dimostra

tivo, attribuendo il primo ai sensi, ed il secondo


alla ragione siccome quella che non s appaga delle

cose manifesto, ma occulte. Finalmente, denendo il


raziocinio, lo colloca nel discorso con che si trae

qualche conclusione da alcuna cosa probabile, se


.nuumunn- m

4o

470

SUPPLIMEN'IO QUARTG

gue 1 opinione di Aristotele e di Teoasto nel vo


lerlo composto di cinque parti, e adopera la pro
posizione ora divisa dalla prova ed ora no , pas
cando subito all assunzione, alla complessione, e
quindi all argomentazione. Questo metodo di razio
cinio fuori delle aggiunte fattevi da Aristotele, , se
condo Cicerone, l induzione di Socrate. Termina la
logica o dialettica di Cicerone colla dottrina della

conclusione, dei vari modi della disgiunzione, e del


modo di resistere al sorite che capziosissimo, per
ch con un solo grano si forma un cumulo od am

masso; coli esposizione dei sosmi contorti ed acuti


che hanno luogo singolarmente come piccole con
clusioni o conseguenze, e con un compiuto trattato
della denizione difettosa applicata all onesto , alla

legge , alla giustizia e al diritto, e il cui difetto con


ciste singolarmente nel descrivere cose comuni, nel
nominare la parte per il tutto o viceversa.
9 275.

Venendo Cicerone alla morale, parla del sommo


bene eh egli considera come il sommo o l estremo

delle umane appetizioni, come quello senza cui si


gnora la ragione o la regola della vita, ovvero la
morale medesima; e rigettando la dot-triua del pia

cere, della scienze, dell uno e del simile , dell a


patiti, del vivere secondo la natura, In pone nella
virt o nell onesto, ovvero in tutto ci che e lodevole

in s stesso, delrattane ogni utilit. 0nd egli distingue


I onesto dall utile pella pugna dell uno coll altro,
sebbene l onesto sia sempre utile, fonda tutta la
sanzione della morale sulla coscienza per la qual!
\
'

FILOSOFI ITALIANI

471

le scelleraggini non possono essere mai sicure, of

fre la teorica ed anche lapplicazione del dovere


e della virt; colloca il dovere in ci che fatto

rettamente, nel qual caso il dovere perfetto, op


pure in ci che fatto in guisa che se ne possa ren

dere sempre una ragione od un motivo probabile ,


nel qual caso il dovere soltanto medio e non per
fetto, e deriva la virt da vis, o sia dalla fortezza

come natura perfetta e ridotta al sommo di essa


perfezione. I doveri o gli uffici secondo Cicerone ri
guardano noi, i nostri simili, gli Dei o la Religio

ne. La natura ci ha fatti per declinare da ogni ma


le. La natura ci ha fatti non solo per noi, ma anca
pe nostri simili, laonde se obbligo nostro quello
di difenderci e di rifuggire da tutto ci che no
cevole, pure nostro dovere il dare ad altrui ci
che non nostro , ed il benecare agli altri per
quanto in nostro potere. Le virt sono quat

tro, e scaturiscono come quattro fonti da un u


nica sorgente, cio dall onesto. Queste virt sono
le quattro comuni, in relazione alle quali ha luogo
il trattato sul vizio o sulla viziosit. Ci che im

portante nella moraleydi Cicerone si anche la ca


sistica, nella quale si discutono la pratica de vari
casi di morale e le rinomate quistioni sui paradossi

degli stoici, sull utile pugnante coll onesto, soli o.


nesta pi onesto dell altro. A tutto ci ponno ag
giungersi i due trattati de Amicitia et de Senectute,
nel primo de quali Cicerone, con raro intendimen
to, addita l indole e i doveri dell amicizia, e nel

secondo si mette con una dialettica un po troppo

472

SUPPLIMENTO QUARTO

sottile a dimostrare che la vecchiezza non ha mali,

che la vecchiezza sempre un bene. A fronte di


tutte queste materie losoche esposte e trattate con

tutta l estensione, con una rara profondit e chia


rezza di raziocinio , non si sa se a buon diritto possa

chiamarsi mediocre nella losoa, ovvero semplice


plagiario il loro autore. Questa mediocrit potrebbe
essere invidiata anche da noi. Il fabbricare sistemi
in losoa non era cos facile nemmeno ai tempi
di Cicerone.
9 276.
L. A. Seneca, nato in Cordova al principio del
1 Era e morto nellanno 65 di G. C. (5 182, vol. I),
quantunque Spagnuolo, appartiene e per educazione
e per principi alla scuola Romana. Seneca assai
lodato per la sua losoa morale d indole stoica ,
ma egli non ha minor merito per rispetto alla 6
losoa speculatica o teoretica I. Seneca pure fu ec
cletico a riguardo delle scuole Greche, e perch da
un canto inclin allo Stoicismo, e perch dall altro

favor lEmpirismo o Sensismo. Le sue quistioni natu


rali formano la parte speculativa; e gli altri suoi scritti

della Provvidenza, dei beneci e delle lettere morali,


la parte pratica o morale. Quanto alla losoa specu
lativa, Seneca, dopo aver rimprocciato coloro che non
si sollevano sulla corporea natura onde speculare in
torno alle cose celesti, e dopo aver discorso con mol
tissima sapienza, per quanto il comportavano i suoi
1 L. Annaei Seneca, pars prima sive opera plailasophica
qua: redognovit M. N. Bouillet. Parisiis , 1827, vol. 6 in 8.".
D

FILOSOFI ITALIANI
4,;
tempi, delle meteore, dei fuochi elettrici, dell arco
celeste, delle comete, del moto della terra, colla ri
sposta alle obbiezioni contro di esso, discende a par

lare dell unit, della materia o del mondo, e di


quasi tutti gli altri argomenti della sica , non
meno che della celebre quistione intorno allesi
stanza de mali, data la Provvidenza Divina 1. Egli
prova l esistenza di Dio dalla costanza del mondo,
dall ordine delle leggi della natura, e dall impossi
bilit eh esso derivi dall accpzzamento degli atomi
o dal caso per la ragione delle cause, le quali vi ap

pariscono ad ogni punto. Dopo ci stabilisce il prin


cipio che per natura delle cose i beni non possono
nuocere a buoni, che nulla pu accadere di male 0
di sinistro a questi, essendovi una certa amicizia tra
gli onesti e Dio, potendo il buono vincere ,_ mo
derare come pi potente tutte le cose esterne, ed
essendo mali quelli che si stimano per tali. Egli per

ammette che anche il bene succede per una legge o


necessit del fato, poich Dio stesso non pu per
mettere che dal male sia percosse il buono, e che
non tocchi a lui il bene. Ad-onta di ci pare quasi
contraddire con s stesso allorch dice esser fatti

tutti gli esseri in una buonapcondizione, ed ognuno


poter rendersi beato da s medesimo; ma questa
contraddizione bentosto disparisce, intendendo il fato
1 Non si sa se questo trattato fosse il preludio ola con
clusione d unaltr opera di Seneca sulla Provvidenza. Egli
dice : u Hoc commodius in cohteat:tu opcrr's redderetut', q1ium
prmesse uni'versis Provdenliam probaremus a.

414

SUPPLIMENIO QUARTO

-a modo degli antichi. Seneca inne ragiona della

causa e della materia (Epist. mv), deducendo che


la causa quella unde aliquid at, e leffetto deincle

a quo at, che l effetto la materia , che l arte


qualunque non che un imitazione della natura,
che la turba delle cause ammesse da Platone e da

.' Aristotele altre sono superue ed altre poche, e


che non giova contemplareiqueste cause medesime,
se non allo scopo di salire dalle cose terrestri alle ce

lesti in cerca del bene.


'
5 277
Le dottrine morali di Seneca sono esposte con
molta chiarezza , forza e precisione, ed questa la
parteove spicca*sitigolarmente il suo merito. Egli
chiama l ira una breve insaria , e per lesue abi

tudini, e pe suoi effetti sempre dannosi; ricerca


nella clemenza i segni, onde sceverarla dai vizi che

talvolta assumono il carattere di virt, pone la tran


quillit dell animo in quella stabilit-'ondlesso
sempre nell ugual posto o corso, sempre uguale e

propizio a s stesso; considera il cattivo modo tanto

di conferire, quanto di ricevere i beneci, onde


rampolla lingratitudiue: e mostrando i doveri si
dall uno de lati come dell altro, prescrive la re
gola che deve darsi il benecio, a quel modo col
quale vorremmo accettarlo. Venendo poi al partico
lare delle lettere di Seneca, parlasi in queste del
buon uso del tempo, siccome il primo bene il quale

sia in nostro potere, lodasi l amico che applica fer


vorosamente alla_losoa, massime allo scopo di

emendare i propri costumi e di non farne gi una


a.

m.osom ITALIANI

'

475

vana ostentazione, si applaude al principio stoico di


vivere secondo la natura, ammettendosi l utilit della
losoa, quaud anche fosse vero che il fato sussi
stesse come una legge inesorabile, e per la'quale nulla
pu cambiarsi di ci che deve succedere, parlasi del
l anima dichiarata inscindibile e formata diqnalche
cosa tanto tenue, che non si pu n prenderti n.
schiacciare: ed intorno alla denizione del re cv di
Platone, si accennano le sei maniere di esprimerlo c di

classicsrlo, siccome avvert gi Cicerone (5 25), sic


ch tutto il sensibile essendo sfnggevole e vano, ne
viene per Seneca la morale conseguenzaimportantissi
ma della vanit dedesiderj, e della necessit di raffre
nare i piaceri al prolungamento della vita. Rispetto al
paradosso stoico sull uguaglianza del bene e della vir

tir, ci lo fa intendere chiaramente nel senso che il


bene primo o supremo _ quello che non dipende
dall'opinione, ma che attribuisce il pregio a tutti
gli altri, o sia la virt. Ad onta di tutto questo,
Seneca non pu contendere n aspirare al sommo
merito di Cicerone, il quale lo supera nella vastit
ed anche nella profondit del pensiero._
5 278.

L opera di Lucrezio Caro intorno alla natura


delle cose, tuttoch sia reputata somma nella sua
forma didascalica e poetica
18:, vol. I), ap
partiene cionnondimeno alla losoa, siccome lespo
sizione d un sistema cosmologico antico d un R0

mano 1._ Lucrezio non. fu seguace, come si pensa, di


4 1 T. Lucrctii Cari: De Rerum natura, librisex- Lugdu
ai, 1725, vol. 2 in 4..

476

SUPPLIMENTO QUARTO

Epicuro, n in questa sua opera riprodusse pro

priamente latomisnto, poich ammette ilfbto o una


forza
segreta
delle cose Egli
, oppure.
fortuna
sicco
me loro
igovcrnatritie.
in laparte
Pitagorico
e aderente al sistema di Senofane e di Zenone Elea

tico, ed in 'parte Epicureo e materialista. Lucrezio


infatti comincia il suo poema dall invocazione di Ve
nere, o sia dal principio dell amore o dellanuicizia
di Empedocle qual generatore di tutte le cose, qual
principio che regge i universo '. Dopo nel libro pri
mo viene a provare in nihilum nihil reverti posso ,
che ci sono corpi od atomi che non cadono sotto

i. sensi , ma concepibili colla mente e col pensiero;


che di questi atomi si compongono i corpi stessi, e

che oltre al corpo non c che linane, sicch


tutte le cose che sembrano essere peso, calore, notr

sono che accidenti de corpi, avvenimenti o cose


congiunte fra loro. Insegna pure in questo primo li
bro che i primi corpulscoli sono perfettamente soli
di , indivisibili (insecalzilia ) e minimi, non poten
dosi icorpi dividere all innito, confutando con
questi Eraclito e gli altri cosmologisti o metasici
antichi che parteggiavano.pel toco o per gli altri
elementi. Dopo di che passa Lucrezio a dichiarare
il mondo innito, essendo innito il numero di que
sti corpuscoli , e non potendo l inane limitarsi con

r Quaa quoniam rerum uaturam sola gubernas,


Neo sino te quidquam dias in Iuminis horas
Ex'oritur , cc . . . . .

FILOSOFI ITALIANI

in

vel-uno spazio. Chiude il libro primo col deridere


coloro che ammettono un qualche centro della terra I.

1 T. Lucrclii Cari, lib. 1.


Principium hinc cujus nobis exordio sumet ,
nullam rem e nihilo gigni divinitus umquam.
Quas ob res , ubi viderimus , ul posse creari
De nibiloz tum , quod sequimur , jam rectius inde
Perspiciemus g et unde queat res quque creari,
El quo quque modo fiant opera sine divum.
nam si de nihilo erent, ex omnibus rebus

omne genus nasci possetg nil semine egeretz ec.


Nunc age, res quoniam docui non posse creari
De nihilo: neque item genitas ad nil revocari.
Accipe prterea , qu corpora tute necesse est

Conleare esse in rebus , nec posse videri.


Quaa lamen omnia corporea constare necesse est
Natura: quoniam sensus impellere possunt

i."

Tangore enim et tang, nisi corpus, nulla potest res.

Neo tamen undique corporea stipata tenentur


omnia natura; namque est in rebus Inaue.
Quod tibi coguosse in multis erit utile rebus:

nec sinet orrantem dubitare , et qurere semper


De summa rerum et nostris diffidere dictis.
' quapropter locus est intaetus, Inane, vacansque
Quod li non esset, nulla ratione moveri

Bee possent . . 4. .
I

li

Contra autem natura manet sine pondere Inaus.


Ergo quod magnum est acque, leviusque videtur ,
Nimirum plus esse sibi declarat lnanis.
'

/\ .

478

SUPPLIMENTO QUARTO

S 279
Negli altri libri insegna Lucrezio quale sia la na
tura dei sensi e degli atomi, dimostrando che questi ul
timi non sono altrimenti gurati, che non hanno veruna
qualit sensibile, e che volano in numero per cos dire

innito nell innito. Dal moto di questi atomi egli


cava il mondo e tutte le cose. Quindi strano as
sai, come Lucrezio, dopo aver cos assottiglialo il

mondo, pretenda materiale l anima. Egli vuole la


nima unita ali animo come una sola natura, unar
mania; la sede dell anima nel corpo , mentr essa
domina col suo consiglio tutto il corpo, siccome un
Nume capace d essere commosso in s, e che d se
gno del suo commovimento per tutto il corpo. Quindi
l anima non pu essere per lui corporea, se non per
ch soggiace alle impressioni corporee I; Quindi l\ani
ma per Lucrezio composta di semi minntissimi e\ te
nuissimi e rotondi, soggetta alla sensazione tanto nella
veglia, quanto nel sonno per mezzo dei simulacri 0
fantasmi sottilissimi che volano per l aria e che non

I Quapropter quoniam est animi natura reperta,


Atque anima, quasi pare hoxninis; redde Harm0nin
Nomen

Hac eadem ratio naturam animi alque animali


Cc-poreem docet esse: ubi enim propellere membri,
Conripere ex somno corpus , mutareque voltum ,
Atque hominem totum regere ac versare videtul'

(Quorum nil eri sino tactu posse videmus,


Neo tactum porro sive corporea) nonne fatendum i
Corporea natura animum censure animamque?

T. Lucretii Cari, lib. m.

-m~

FILOSOFI 1rsusm

479

cadono sotto i sensi. Lucrezio a questi gravi errori

del pi esagerato Sensismo e Materialismo, innest


alcuni precetti intorno alla sapienza , alla modestia
e alla virt: ma siffatte cose tornano vane, dopo
che egli deriva la religione dal timore , o dall i
gnoranza delle cause naturali, i matrimoni, la so
ciet e gli stati dal puro accidentale passaggio della
vita selvaggia alla civile. Il poema di Lucrezio ni
sce colle lodi di Epicuro, al quale , secondo lui, gli

uomini dovevano pi che non a Bacco, a Curare e


ad Ercole: onde Lucrezio quegli che ha pro
mosso tra Romani pi ti ogni altro il Sensismo o
Materialismo. Da tutto il gi detto si raccoglie, che
se si eccettua la losoa di Lucrezio, anche la lo
soa Romana fu nelle prime epoche Pitagorica; e che

nellultima eziandio tuttoch Greca, si mostr ec


cletico, Platonica o razionale, consolidando anche in

s quel costante carattere di Spiritualismo fondato


sui due principi dellEmpirismo e del Razionalismo,
onde lItaliana losoa si sempre distinta da tutte
le altre. Alla losoa Romana succede la Scolasti
ca, 0 la losoa Italiana del medio evo. Ecco la

terza epoca della nostra losoa.


C. EPOCA TERZA.
Frzosor: Scoz.rsrzc: ITALIANI-

~.

5 280.
La Scolastica, o la losoa del medio evo, costi
tuiscc la terza epoca della storia della losoa Ita

480

SUPPLIMENTO QUARTO

liana. Essa la losoa che si lega con quella de


Romani al cadere dell Impero . ed ha un doppio si

gnicato l uno generale e l altro particolare. Nel


generale vuol dire la losoa del medio evo, qua
lunque siano i suoi sistemi e le sue dottrine. Nel

particolare signica la losoa Aristotelica 0 Pa


rpatetz'ca. Quali furono i principi o l origine, quale
l indole e la natura, quali i grandi principi o le
dottrine fondamentali della Scolastica Italiana, presa
come losoa del medio evo , ecco le ricerche o le
domande a cui devcsi rispondere con questa storia
della terza epoca della losoa nostra. La risposta

che suol darsi a queste domande d ordinario questa,


che anche la nostra Scolastica si in una losoa me
ramente dialettico-teologica, una losoa argula e
sottile colla quale si cerc di mettere in onore ed
in seggio Per tutta lItalia le dottrine del Peripalo.
Questa risposta non accreditata da un esame ab

bastanza profondo, ma da un autorit tradizionale,


n concorda colla verit delle fonti, o sia delle
opere scolastiche originali. Noi invece ci accingia

mo a provare, essere la nostra losoa del medio


evo, o la Scolastica Italiana , e forse la Scola
stico tutta ; poich l Italia fu la sede o il tipo delle
altre7 ben lontana quanto alle intrinseche e l'onda

mentali sue dottrine dalla Pen'patctica od Aristote


lica, come si pensa pressoch da tutti '.

1 un voto di Bruckero quello d una storia legittima


della Scolastica , siccome egli la chiama parte non ignobile
della storia di tutta la losoa. Dolendum autem nemi

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