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CELIO APICIO

DELLE

VIVANDE E CONDIMENTI
O VVERO

DELL’ ARTE DELLA CUCINA


VOLGARIZZAMENTO CON ANNOTAZIONI

GIAMBATISTA BASEGGIO

VENEZIA
NEL PRIV1L. STABILIMENTO NAZIONALE
DI G. ANTONELLI EDITORE
t 85a
CE L I O A P I C I O
PREFAZIONE
DEL V O L G A R I Z Z A T O R E
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S e nelle opere amane si dovesse considerare solamente la necessità, cioè sol-


tanto qaello che strettamente abbisogni alla vita, molto sarebbe da togliere siccome
superfluo, anzi dannoso : laonde rivolgendo il pensiero all’ argomento del presente
libro, che per certo non risguarda il bisogno ma più presto V eccesso, quasi che
sembrerà a'giorni nostri una inutilità, considerando che adesso si comanda poco
riguardo ai sensi e molto allo spirito. Ma, per vero dire, le parole sono magnifiche;
le quali però poco appresso sono smentite dai fatti : imperciocché, siccome di pre­
sente si dettano leggi severe per la castità della poesia, e molte opere pure vi sono,
che imprecando V abuso della pittura, imperano si rivolga la mente e la mano a
Giotto ed al Bealo Angelico, e con tutto ciò si veggono ogni dì poesie idropiche e
strani e tisici dipinti ; così a dispetto di tutte le maledizioni contra il soverchio nei
cibi, contra le indulgenze alla gola, non sono rari gli Apicii ; anzi per contrapposto
ai precetti si fanno continuamente di pubblica ragione opere che la gola favorisco­
no a meraviglia.
Che se i propugnatori dello spirito trovino quasi che una perversità quest'ope­
ra, ed ei la lascino chela da un canto, e seguitino le contumelie conira ciò che é,
non conira quello che fu ; ché noi staremo contenti del loro oblìo e del loro di­
sprezzo.
C elio à p ic io i
Per lo contrario, agli amatori delle leccornìe sarà di conforto, perché troveran­
no per mezzo del confronto, che le preparazioni della cucina moderna sono più
semplici di quelle degli antichi ; che oggidì si apprestano cibi più leggieri, e che
si appaga la gola bensì, anzi la si appaga assai, ma si dice farlo senza scapito
dello stomaco ; e perciò grideranno con gioia, che i nostri sono tempi di sobrietà
messi dinanzi a quelli dei Romani ; senza badare però, che se gli antichi correvano
fdle libidini delle mense, ei però non avevano manco di virtù di animo e di corpo.
Ma fra i primi ed i secondi vi sono genti le quali amano i monumenti dei tem­
pi che già furono, perché in essi studiano gli uomini e le modificazioni in ragione
dell1 accrescimento successivo dell' amore di famiglio, di città, di popolo : in som­
ma in ragione del progresso della civiltà. E per questo nobile e generoso affetto
non ispregiano mai qualsivoglia reliquia della veneranda antichità, nè credono, sic­
come pare che adesso alcuni si credano, che quello che è sarebbe, dove i vecchi
non avessero studiato e fatto assai. A quelli dunque non riuscirà sgradevole la
nostra fatica ; e se ad essi, come è pur facile, il volgarizzamento sia inutile, tutta­
via non {sdegneranno rivolgere 1’ occhio alle nostre annotazioni, con le quali abbia­
mo procurato di chiarire nomi e cose 6 no adesso non bene chiarite, od (almeno
tult’ ora in dubbio.
Premesse queste poche parole generali, vogliamo spenderne alcune altre intor­
no il libro, e particolarmente intorno il nostro lavoro.
L 'opera alimurgica che passa sotto nome di Apicio é una compilazione fatta
da più libri di Cucina, cioè da quelle note che d’ordinario scarabocchiano i cuochi,
per tenere memoria o di manicaretti da se inventati, od apparali da altri : e debbe
averla fatta tale, che nemmeno doveva essere cuoco di professione, imperciocché
qua e colà si trovano lacune che un Cuoco non avrebbe lasciate. Mancano quasi
che sempre le proporzioni fra gl’ ingredienti delle composizioni, locchè dimostra,
che ai cuochi scarabocchiatori delle note bastava la denominazione degl’ ingredienti
medesimi per operare di pratica, accomodandosi nel resto al gusto de’loro signori.
Per la qual cosa, colui che trascrisse, raffazzonando in questo luogo e in quello il
linguaggio delie cucine, né sapendo proporzionare le sostanze, ammucchiò cose so­
pra cose, ed ignorando affatto le manipolazioni, ha non di rado interpolato col
suo, talché ne uscì di tratto in tratto una mirabile confusione.
Il nome di Apicio apposto al libro, evidentemente é una gherminella del com­
pilatore. inventata per dar fama all*opera. Infatti quale altro nome più celebre fra i
ghiottoni di quell’Apicio che visse regnando Tiberio? Supponendola dunque sua
fattura, meritava il rispetto di tutti i golosi, e diveniva il codice irrefragabile di tutti
i cuochi. Nè s'ingannò colui, imperciocché la menzogna passò felice per piu secoli,
finché fra gli studiosi si trovarono critici acuti i quali dalla inegualità dello stile,
dalla volgarità dei modi e dalle voci straniere introdotte, conobbero il vero, e rite­
nendo T opera siccome monumento prezioso di antichità, non vollero perdere ulte­
riormente il tempo cercando fra le tenebre il nome del compilatore.
Ma in qual tempo fu fatta questa compilazione? A tale domanda crediamo che
nessuno possa rispondere assolutamente. 11 Lister la suppone fatta a mezzo l'im pe­
ro Romano, e promulgala per copie più tardi, allorché le buone lettere erano
scadute assai dalla primiera eleganza. Ne determina V epoca, che per suo avviso
sarebbe dopo Eliogabalo, traendone indizio da ciò che costui vi si appella non col
proprio nome ma con quello infame, appostogli, di Vario. Osserva che Ateneo,
vissuto regnando M. Antonino il Filosofo, facendo menzione d’ infiniti libri di cuci­
na, di questo non parla; e conchiude che si abbia acquistato celebrità soltanto re­
gnando Valeriano. Esaminiamo adesso quanto possa tenere la opinione del Lister.
Lo stile9 come piu sopra dicemmo, é ineguale, perché la collocazione delle parti
varia spesso, anzi diremo tanto quanto variavano le note, dalle quali il compilato­
re toglieva e raffazzonava. Alcune fra le manipolazioni si conoscono essere state
descritte anticamente assai, trovandovi vocaboli obsoleti, come in Palladio. Altre si.
chiariscono posteriori, altre noi crediamo più recenti, appunto perché nella descri­
zione vi sono meschiate parole greche e barbare in buon dato. Anzi é assai proba­
bile che la compilazione sia antica di molto, e vi si sieno aggiunte formolo, mano
mano che s’ inventavano ed erano celebrate novelle preparazioni per le mense.
Supporre che il compilatore fosse Africano, come per alcuni fu creduto, appunto pei
vocaboli greci e specialmente pei titoli greci dei libri, è supposizione senza fonda­
mento, come pure é queiraltra che tutto il libro fosse quasi una traduzione dal gre­
co. E forse che non si sa che ai tempi degl1 imperadori di Roma erano saliti in
gran fama e quindi superbissimi i cuochi della Grecia e della Sicilia? Noi leggia­
mo in Ateneo come un cuoco greco rispondesse a tale che il dileggiava :

......................... . . nescis cum quo verba


Facias ? perm ultos novi ex accumbentibus
Meà qui caussà bona sua dilapidarunt.
Qual meraviglia, se copiando le forinole delle manipolazioni dei greci, e voltandole
in latino, si ritenevano qoa e colà parole asale da coloro ? A' nostri giorni in che
godono del primo onore i Cuochi di Francia, gl' Italiani si vergognerebbono di non
usare nelle cucine le parole di quella nazione. Ciò basta, crediamo, perché dalla
mescolanza del greco col latino, non si possa determinare che i( compilatore fosse
un forestiero, e la età della compilazione. Concludiamo dunque non potersi asserire
col Lister che il libro non fosse bene conosciuto innanzi Valeriano, perché manca­
no valevoli documenti a provarlo ; che l'età delle formole non é una, ma molte ^ che
dopo la prima compilazione altre formole debbono essersi aggiunte, e questo forse
fino alla caduta dell’ Impero d'Occidente 5 che in somma riuscire con onore in que­
sta ricerca è, se non impossibile, almeno estremamente difficile, e che al postutto
sarebbe -anche inutile, come più sopra dicemmo che molti hanno pensato.
Tutto ciò in riguardo alla compilazione, cioè in riguardo alle parole. In quanto
si spetta alle cose, aggiungiamo quello che segue. Sono accasati non senza buona
ragione i Romani di sterminata ghiottornia, e Seneca, Petronio, Marziale, Giovenale
hanno schizzato abbastanza di veleno contra i loro contemporanei. Nè il posteriore
Macrobio gli ha risparmiati, accasando e l ' oratore Ortensio ed il console Metello
ed altri per troppa concessione alla gola. E noi non iscenderemo a difendere le
somme cure di coloro per nutrire quadrupedi e pesci o in quel paese od in quel-
1' altro per averli squisiti, e le enormi spese per trarne da lontane regioni ; ma sol­
tanto diremo che fatta eccezione dagl'individui, la loro cucina in massima era meno
lontana dalla nostra di quanto forse taluno si crede. In fatti, ciascuno può osservare
nelle salse di .Apicio, che tolte le troppe erbe aromatiche e sostituite le droghe di
che usiamo presentemente, sono simili quasi che in tutto a quelle de’ nostri cuochi.
Non si costumano piu porcelli, lepri ed agnelli ripieni, ma quant' é che in Francia
si costumavano ancora ? I ghiri e le gru non sono piò per noi cibo squisito, ma ai
tempi del Boccaccio le gru comparivano pure in sulle mense dei doviziosi, e ne fa
prova la novella di Chichibio. Ciascheduno ride degl' imbandimenti di lingue di
pappagalli, ma pochi sanno che Agostino Chigi nel i 5 i 8 offerì a Leone decimo in
un convito più che un piatto di quelle lingue. Le ortiche di mare si apprestavano
eziandio ai giorni dell' Aldrovandi, cioè correndo il secolo XVI medesimo. Il libro
del Platina de honcsta voluptate mostra come con leggiere modificazioni le imban-
digiorii di Apicio si accomodavano ai tempi suoi, e ciascuno che voglia guardarvi
vedrà, che con altre ugualmente leggiere sono le stesse de' nostri giorni.
Alcuni, e fra questi anche il Lister, credono, e '1 credono con buona ragione, che
nei tempi delle irruzioni dei barbari V apprestamento del cibi siasi mutato, ma non
già per quella causa eh' egli estima, cioè perchè questi si nutrivano di formaggio e
carni mezzo crude, ma sì veramente perché ira i saccheggiamenti, gl'incendi e le stragi
il lusso delle cucine non aveva più luogo, nè poteva averlo. Perché in quei giorni di
somma miseria più non bisognava che un tozzo di pane, e pure averlo era difficile.
N one già che i signori influissero col proprio esempio nel gusto de'loro schiavi,
ma la necessità spingeva questi in qualche modo ad imitarli. E che la sola neces­
sità forzasse gl' Italiani a mangiar male non potendo meglio» si dimostra con ciò,
che appena tornò la pace nelle nostre contrade, appena il commercio nelle città,
V agricoltura nei campi, ripresero i loro diritti, si trovano nelle storie narrazioni di
sontuosi banchetti che per nulla invidiavano quelli dei Romani durante ancora l'im­
pero. L a cucina non si è essenzialmente mutata, soltanto che noi mangiamo meno
e chiaccheriamo assai piò.
Pel volgarizzamento, essendo finalmente tempo di parlarne, ci siamo attenuti
al testo pubblicato dal dotto Humelberg nella edizione data dal Lister eh' è, credia­
mo, la più stimata ; soltanto che, non di rado ci avvenne trovare che la puntazione
non conveniva per la esatta espressione della idea : quindi dovendosi riprodurne il
testo medesimo, qua e colà ci permettemmo mutarla collocandola là dove ci è pa­
rato più ragionevole. I commenti dell'Humelberg medesimo sono per la maggior
parte assai ragionevoli, e se talvolta ha dato in fallo, fu perché nulla sapendo di sto­
ria naturale toglieva ciecamente da altri : ma alquanti strafalcioni al Lister medico
e naturalista assai riputato non si possono perdonare. Noi avendo procurato nelle
nostre annotazioni di chiarire il testo, specialmente in ciò che a naturale istoria si
spetti, abbiamo ugualmente tentato di rettificare quelle che ci sono sembrate ine­
sattezze tanto dell' Humelberg come del Lister.
Spesso, come si doveva, ricorremmo al Lessico del Forcellini, particolarmente
nei passi oscuri, sperando trovarvi le opportune dichiarazioni, ma pur troppo quasi
che sempre trovammo o che il passo riportato si rimaneva nella medesima oscurità,
o che la interpretazione mutava la idea. Credevamo che il Furianetto nella sua ultima
edizione del Lessico medesimo, siccome nel Frontispizio pomposamente dice corre-
cium et auctum, avesse veramente corretto e cresciuto ; ma con nostro dolore, ci
siamo convinti, che alle parole non corrisposero i latti, almeno per Apicio nostro. In
questo luogo e in quello si troveranno accennate le nostre osservazioni in proposito.
Agli animali e vegetabili mentovati in quest1 opera abbiamo apposta nelle anno­
tazioni la nomenclatura Linneana. Le sinonimie venate dopo, abbiamo tralasciale,
credendo bastasse la prima a far conoscere Tanimale od il vegetabile di cui si favel­
la. Onde assicurarci nel caso di dabbio, abbiamo avuto ricorso pei primi al Ronde-
let, al Salviani, alFAldrovandi, al Klein, al Brisson ec. Pei secondi, al Teofrasto del­
lo Stapel, al Plinio dell1 Ardaino, al Mattioli, al Dodoneo, all1 Alpino, al Clusio, al
Lobel, ài Pinax del Baahin, a Garcia dell1 Orto, al Morison, ec.
Se supponessimo di aver fatto sempre bene col nostro lavoro, sarebbe superbia
imperdonabile ; questo diremo soltanto : cioè, di averlo sempre coscienziosamente
desiderato.
APICII COELII
L IB E R I.

QUI E P I M E L E S D I C I T U R
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CAPUT I. CAPO 1.
CoNDITOM P a RADOXLM. C o n d it o ( i ) M ir a b il e .
C o n d it i P a r a d o x i C o m po sit io . C o n POSIZIONE DEL CONDITO MIRABILI.

lU e llis partes XV. in aeneum vai mitluntur, V e r s a in vaso di bronzo quaranta once (a) di
praemissis vini sex tari is duobus, ut in coctura vino e quindici parti di mele, perchè cuocendo il
mellis vinum decoquas: quod igni lento, et ari- mele il vino si scemi. Scalda a fuoco lento di le­
dis lignis calcfactum, commotum ferula dum co- gna ben secche e diguazza con bastoncello finché
quitur, si effervere caeperit, Tini rore compesci- cuoce ; che se leva il bollore, spruzza vino e fer­
tur, praeter quod subtracto igni in se rediL Cum malo ; senzachè, a farlo posare, basta sottrargli il
perfrixerit,rursus accendilur. Hoc secundo ac ter- fuoco. Raffreddato che sia, riponilo al fuoco, e ciò
tio fìat. Ac tum demum reraotum a foco postridie per due e tre volte. Finalmente toltolo, nel dì
despuinatur. Tum addcs piperis uncias IV. jam vegnente lo schiuma. Quindi vi aggiungi quattro
tri tas, mastiche! scrupulos tres, folii et croci dra- once di pepe (3) trito, tre scropoli di mastice (4b
chroas singulas, ductylorum ossibus lorridorum una dramma di malabalro (5) ed altrettanto di
quinque, iisdemque daclylis vino mollitis, inter- zafferauo (6), cinque ossicelli torrefatti di dat-

(i) Condito, cioè vino condito. (4) La resina prodotta dalla pianta nominata dal
(%) Nel ragguaglio fra i pesi antichi ed i moderni, Linneo P istacia Lentiscus.
io ini sono sempre attenuto air opera del Beverini: (5) Bene considerato ciò che dice Plinio intorno il
S in ta g m a de ponderibus et m ensuris antiquorum , 8. Joliurnì m i attengo al Bauhin: Pinaac 4. Basilea e 1671,
Ncapoti 1719. e quindi ritengo che sicuo le foglie della Cannella
(3) Piper nigrumy Linneo. In tutto il libro, ap­ del M alabar , ossia del L aurus Cassia di Linneo. I l
pongo una sola volta, per non cadere in vane ripeti­ Mattioli, che spesso è critico assennato, in questo caso
zioni, la denominazione sistematica del Linneo sì agli va tentennando, e crede il Jo liu m lo spiconardo , ma
ammali che ai vegetabili mentovati dall’ autoap. Mi si è ingannato. Una peregrina definizione à t\J o liu m y
attengo soltanto al Linneo, senza aggiungere sinoni­ foglia, si trova nel Furlanetto. E i dice: Folium, cioè
mie posteriori, Iucche mi sarebbe stato anche facile, gem m a dell’ albero. I naturalisti stupiranno, ma pure
perchè in quest’ opera mi è paruto inutile erudizione. la è così.
E d’ altronde la nomeuclatuia Linneana è, per cosi (6) Crocus saln’tts Lin.
dire, volgare.
cedente prius suffusione vini de suo modo ac nu­ Ieri, e pure cinque datteri (i) ammollati nel
mero, ut tritura lenis habeatur. Uis omnibus pa­ vino tanto, quanto basti perchè riescano teneri
ratia, supermittcs vini settaria X V 11I. Carbone» a dovere. Compiuta la operazione, versavi tren­
perfecto aderunt duo millia. ta libbre di vino delicato. Consumati due mila
carboni (2), la cottura sarà perfetta.

CAPUT l i . ca po n.
CoNDITDM MELIZOMUM. C o n d it o d i s c il o pp o d i m ele (3 ).

Yiatorum condilum melizomum perpetuum, Questo si g condito che si conserva, e si


quod subministratur per viam peregrinanti. Pi- porge per istrada ai viaggiatori. — In luogo del
per tri tum cum melle despumato in cupellam mit- condito precedente, per questo farai così. Metti
tis. Conditi loco, et ad roomentum, quantum sit in una scodella pepe tritato con mele a cui sia
bibendum, tantum aut mellis proferas, aut vini tolta la schiuma, e nel momento in che si vo­
misceas. Sed suaserit, non nihil vini melizomo glia berne, quanto ne sia bisogno, altrettanto
mitlas adjiciendum propter mellis exitum solu- aggiungi di mele 0 di vino. È (4) però bene
tiorem. mescolare un po' di vino al mele perchè scorra
meglio.

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CAPUT n i . ca po n i .

A b sin t h ia t u m R omancm . V in o d 'A s s e n z io R o m a n o (5 ).

Absinthiatum Romanum sic facies. Condilo II vino d'assenzio Romano così farai. Se ti
Camerino, rcceplo ulique prò absintbiato, cessan­ manchi il condito di Camerino, che suole usarsi
te, in cujus vicem absinthii Romici purgati tun- per fare il vino di assenzio, in quella vece pren­
sique unciam Thebaicam dabis, roasliches, fo- di una oncia (C) di assenzio Pontico ben netto
lii, scrupulos tres, costi scrupulos senos, croci ed ammaccalo, di mastice e malabaIrò tre scro-
scrupulos tres, vini veteris sextarios decem et poli, di costo (7) sei acropoli, di zafferai*) tre
odo. Carboncs amari!udo non exigit. scropoli, di vino vecchio trenta libbre. Non è
bisogno di cottura, perchè amaro abbastanza.

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(1) P hoenix d a ctjlifera Lin. dito. K clic ci ha a far qui la conservazione ? Vanità
(a) Bisogna credere che i Romani vendessero il delle vanità.
carbone per numero e di grandezza determinata, e (5 ) 11 vino di assenzio accennato dal nostro cuoco
qui in verità non saprei trovarne il ragguaglio. Mi doveva servire per aguzzare maggiormente 1* appetito
sembra però che dodici 0 quindici libbre di carbone ai ghiottoni Romani, cliè io non credo in tutto questo
potessero bastare per tutta la operazione. libro pensasse mai alla salute, beasi alla gola dei
(3) Cosi volto il M elizom um , che letteralmente si ricchi.
dovrebbe tradurre brodo di m iele , perchè mi sembra (6) Metto semplicemente una oncia, senza aggiun­
che meglio convenga. gere Tebaica, perchè generalmente 1’ oncia si consi­
(4) Il Lister al vocabolo suaserit fa P annotazione derava dagli antichi, come dai moderni, composta d ì
seguente : P iperatum tam en ex melle sic despumato otto dramme, ciascuna delle quali uguale nel peso
per se melius conservatili -, guani cum crudo vino all’ antico dauajo, cioè al Consolare.
com m issutnì ina tutto questo perchè ? L ’ autore dice, (7) Cosius arabicus Limi.
che il vino si aggiunga allorché si voglia bere del con-
CAPUT IV. CAPO IV.
R o sa tu m et V io l a c iu m . V ir o d i ro se b di v io l e ( i ).

Rosatum sic facies. Folia rosarum, albo sub­ Il vino di rose farai cosi. Prendi foglie di
lato, lino inseres et sutiles facies, et vino quara rose, a cui taglia P unghia biauca dei petali, o
plurimas infundes, ut seplem diebus in vino sint. cucile in tela di lino, ed infondine assai nel
Post septem dies, rosara de vino tollis, et alias vino, tenendovele per sette dì. Trascorsi che sie-
sutiles recentes simili ter mittis, ut per dies se­ no, toglile e sostituiscine altre fresche, ugual­
ptem in vino requiescant, et rosam eximis. Simi- mente cucite, e vi rimangano altrettanto tempo
liter et tertio facies, et rosam eximis, et vinum quanto le prime. Così fa per la terza volta ; quin­
colas. Et com ad bibendum voles u li, addito di cola il vino. Allorché vorrai nsarne per bere,
melle, rosatum conficies. Sane custodito, ut rosam aggiungendo mele comporrai il vino rosato.
a rore siccam et optimam mittas. Bada di valerti di rose bene asciutte dalla ru­
giada.
Similiter ut supra et de viola violacium facies, Come il precedente, con le viole farai il vino
et eodem modo melle tempera bis. violato, che nello stesso modo tempererai con
mele.
Rosatum sine rosa sic facies. Folla ci tri viri­ 11 vino rosato senza rose farai come segue.
dia in sportella palmea in dolium mosti mittes Metti biglie verdi di limoni (a) in una sporti-
antequam ferveat, et post quadraginta dies exi­ cella di foglie di palma (3), ed immergile in un
me. Cum necesse fuerit, mel addes et prò rosato barile di mosto anzi che fermenti, e cavale dopo
utere. quaranta dì. Allorché bisogni, aggiungi mele,
ed usane in iscambio del rosato (4).

--- «0»---

CAPUT V. CAPO V.
O leum L ib u r r ic u m . O lio di C r o a z ia .

Oleum Liburnicum sic facies. In oleo His­ L'olio di Croazia farai così. Infondi in olio
pano mitles helenium et cjperum et folia lau­ di Spagna elenio (5), giunco odorato (6) e foglie
ri non vetusta; tuusa omnia et cri beilata, ad di l'auro (7) nou vecchie ; ogni cosa pesta e stac­
levissimum puNerem redacta ; et sales frictoa et ciata e ridotta a polvere sottilissima. Aggiungi
tritos ; et per triduum, vel plus, perroisce diligen- sale addatalo e fino; quindi per (re giorni ed
ter. Post haec altquanto tempore patere rcquie- oltre va diguazzando. Ciò fatto, lascia riposare
scere, et Liburaicum omnes putabunL per qualche tempo; e tutti Pestimeranno vero
olio di Croazia.

ca pu t vi. CAPO v i.
VlflUM EX ATEO CARD1DUM. V ino n er o sc o lo r a to .

Vinum, ex atro, candidum sic facies. Loraen- Per iscolorare il vino nero opera come segue.
tum ex faba factum, vel ovorum trium albo- Prendi farina di fave (8), ovvero P albume di tre

(1) Rosa Gallica» Viola odorata Linn. (4 ) H Palladio de re rustica lib. X I ordina (preci­
(a) Citrus medica Lim on Linn. I Romani acco­ samente lo stesso pel vino rosato senza rose.
stumavano anch’ essi di tenere nel verno gli stanzoni (5) Inula tìelenium Linn.
per gli agrumi. I l Palladio de re rustica lib. 3 , dice : (6) Cyperus longus Linn.
citreta teg u m en ti dejendanturfrigore. (7) Laurus nobilis Linn.
( 3) Chamaerops humilis Linn. Credo che Apicio (8) Vicia Jìiba Linn.
in questo caso accenni a questa palma, perchè comune
in sui colli di Roma.
C e l io A pic io
r e m i l i la g c n a m m it lis , e t d i u l u s i m e a g ita s . A lia u o v a , e v e r s a lo i n u n o r c iu o lo d i v in o e d ig u a z z a
d ie e r ìt c a n d id a tu. E t c in e r e a v it is a lb a e id e m p e r lu n g o tr a tto . N e l g io r n o v e g n e n t e sa rà s c o ­
fa c iu n t. lo r a t o . L e c e n e r i d e lla v ita lb a o p e r a n o il m e d e s i­
m o e ffe tto ( i) .

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CAPUT VII. CAPO VII.


D b L iq u a m i * » em endando . F e E BACCUBCIABl IL SAVOIE (a ).

L iq u a m e n s i o d o r e m m a la m f e c e r it , v a s in a­ S e il s a v o r e a b b ia a c q u is ta to o d o r c a t t iv o , r o ­
n e in v e r s u in fu m ig a la u r o e t c u p r e s s o , e t i n h o c v e s c ia u n v a t e e fa v v i e n t r a r e f u m o d i la u r o e
liq u a m e n f o n d e , a n te v e n tila lu r a . S i s a ls u m f u e - c ip r e s s o (3 ) ; q u in d i in f o n d iv i i l s a v o r e , il q u a l e
r i t , m e llis s e l l a r m in m ille * e t m o i e s p ic a : e t p e r lo in n a n z i a v r a i e s p o s t o a ll'a r ia . S e p iz z ic h i
e m e n d a s ti. S e d e t m u s tu m r e c e n s id e m p r a e s la t. d i tr o p p o sa le , e tu v i u n is c i v e n t i o n c e d i m e le ,
e d ig u a z z a c o n la v a n d a (4 ) . C o s i sa rà r ia c c o m o ­
d a to . C o l m o s t o r e c e n t e o t t e r r a i l o s t e s s o e f f e t t o .

----- 4 > ------ — 4 » ------

CAPUT V ili. CAPO V ili.


U t CANNES S1NE SALE QDOTIS TEMPORE Comi si possano a v e n e in o g n i t e m po

S1NT BBCERTES. CANNI FRESCHE SENZA SALAI LE.

C arnes r e c e n te * , q o a le s v o lu e r is , m e lle te­ L e c a r n i f r e s c h e , q u a li s i s ie n o , s ’ in tr id a n o d i


ga n t u r , s e d vas p e n d e a t, et q u a n d o v o lu e r is , m e le , e d il r a s e c h e le c o n t e n g a , s o s p e n d i, e d
•ile r e . H o c h y e m e m e liu s fit. A e s la te , p a u c is d ie - u s a n e a t u o p ia c e r e . N e l v e r n o a v r a i m ig lio r e e f ­
b u s d u r a b it. E t in c a r n e c o c ta iti (lem fa c ie s. f e tto . N e lla s ta te si c o n s e r v e r a n n o p e r p o c h i d ì .
P o tr a i o p e r a r e n e llo s te s s o m o d o c o n la c a r n e
c o tta .

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CAPUT IX. CAPO IX.


C allum pon cir um v e l lum bulum e t un gella b C ome si co n tea v in o b e n l u n g o t e m p o l a coscia

COCTAE, UT D1U DUBENT. DEL POBCO OD IL LOMBOLO B GLI ZAMPBTTt


COTTI.

I n s in a p i e x a c e to , sa le e t r a e llc fa c to , m it - I m m e r g il i n e l sen a p e co m p o sto c o n a c e to ,


t is u t t e g a n t u r ; e t q u a u d o v o lu e r is u t i, m ir a - s a le e m e le , ta lc h é n e s ie n o c o p e r t i . Q u a n d o v o r ­
b eri* . rai u s a r n e , s t u p ir a i d e lla lo r o c o n s e r v a z io n e .

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(t) Ciascuno comprenderà che col metodo del in una pasta, tolte le reste, che si conservava e si
nostro Autore non si otterrà ciò eh’ egli promette. La aveva sempre alla mano nelle cucine dei Romani, mi
Vitalba è la Clem atis V italba del Linneo. Non cre­ piacque applicargli il nostro vocabolo complessivo. In
derò che Apicio intendesse le ceneri della vite che dà quanto alle sue specie, vedi più innaozi.
uva bianca, come vollero alcuni. ( 3) Cupressus sempervirens Lino.
(a) Volto il vocabolo Liquam en nel nostro Savo- . (4 ) L avandola spica . Linn. Così volto la spica ,
re, imperciocché essendo il Liquamen una salsa di senza più, dell’ autore.
pe»ci d’ ogni sorta mcschiati con sale, e poscia ridotti
CAPUT X. CAPO X.
Ut c a ih o i u u m du lc em f a c ie s . C om e p o t r a i r a d d o l c ir e l a c a r i e s a l a t a .

Camera talsaro dalcem facies, si prìus io la- Raddolcirai la carne salata, ove da prima la
cte coquas, et postea io aqua. cuoca nel latte, poscia nell'acqua.

CAPUT XI. CAPO XI.


P iscia FIICTl UT DIO OURIHT. C ome s i c o is b m v is o a l o e g o i pe sc i f r i t t i .

Eoilera momento quo fri guatar et le vantar, Nello stesso momento in che si friggano e si
ab aceto calitlo perfundantur. tolgano dalla padella, s1 immergano nell1 aceto
caldo.

CAPUT XII. CAPO XII.


OsTBEA ut OIU OUIERT. .C ome s i c o v s e e v ir o p e r l u i g o t em po

LE OSTRICHE ( l ) .

Vas ab aceto, aut ex aceto VASCulum pica- Piglia nn va se da aceto, oppure lava eoo «ceto
tum lava, et oatrea compone. un vasnccto impeciato, e vi componi le ostri­
che (a).

CAPUT Xffl. CAPO XIII.


U t una a l a s e r i * t o t o t e m po r e u t a b is . Come p o t r a i usar se m pr e d i u v a so la

OVCIA 01 LASER (3 ).

Laser in spatiosnra doliolum vitreura raittis, Metti la gomma-resina in un orcioolo spa­


et pineos, ut pufa viginti. Cumque uten­
d u c I cos zioso di vetro, e con essa pinocchi ; per esempio

ti) Ostrea eduli* Lina. E bria Bajano veni modo salamoja che le conservava come fresche, e che il no­
concha Lucrino. Nobile nunc sitio luxuriosa garum , stro autore non dice, perchè forse a lui sconosciuta.
scriverà Marziale lib. xm. epig. lxxxil I Romani erano (3) Da quale pianta provenisse il vero Laser (che
ghiottissimi delle ostriche. Sergio Orata, di coi favel­ cosi Tappelleremo sempre), non solo fa soggetto di
leremo più innanzi, fu il primo che ordinò vivaj per disputasene fra i vecchi, ma fino a' giorni nostri. La
le ostriche a Baja ; primo che mise in grande onore per maggior parte ritenne che sia da riportarsi alla assa
lo gusto squisito quelle del Mar morto, fra Pozzuoli e fetida \ altri, ed i moderni in ispezieltà, noi credono,
Baja. Vedi Macrobio Saturnali, lib. secondo cap. xn. ed io sono con questi ultimi \ imperciocché non posso *
(a) Qui i commentatori discutono se le ostriche si supporre che i delicatissimi Romani usassero di que­
collocassero nel vase col guscio o senza, ma mi sem­ sta sostausa nelle loro cucine ; anzi credo che sia stato
brano inutili queste discussioni. L* autore dice vas un errore di coloro che T hanno supposto. I primi
aut vasculum che significa un vaso di poca capacità *, furono tratti in inganno da Plinio, come ciascuno sa,
dunque col guscio no. E d’ altronde se Apicio Secondo compilatore poco felice delle notizie trovate negli scrit­
mandò a Tiberio, che guerreggiava contra i Parti, ostri­ tori che T hanno preceduto e specialmente nei Greci,
che fresche, acconciate secondo sua invenzione, in dei quali nemmeno bene intendeva la lingua. Egli nel
grandissimo vase, come sarebbe stato necessario per libro xix, cap. xv, scrive... clarissimum lA xserpitium ,
ispediene in quantità conveniente, non è probabile: yuod Graeci Silphion vocant, in C irenaica provin­
dunque le avrà spedite senza il guscio, ma in trfle cia repe riunì, ^u/u* succum voqant Laser ; magni-
dum fu eri t laaere, nucleo* conteres el in cibo* Tenti. Allorché ti bisogni usarne, leva quei pi­
miscelila et in sapore*. Et tantum nuraerum nocchi, ammaccali e li mischia coi cibi o nelle
micleorum doliolo resercntur. salse. Tanti pinocchi, quanti hai levato, sostitui­
sci nell'orciuolo.

Jicu m in usu m e.licam entum , et a d pondus argentei quella fosse già elevata onde conoscerle, e perchè non
denarii pensunu M ultis ja m anni* in ea terra non trovandosi in alcun angolo della terra le piante spon-
in ven itu r .... dìuque ja m non aliud ad nos invehitur unec tutte fiorite o con frutta mature a un tratto,
L aser , quam quod in P er side a u t Media et 'Armenia appunto strappandole, o da questa o da quella se ne
n a scitu r large .... id quoque m dulteratum gum m i sa ­ scuotono necessariamente le sementi, le quali come
gape no a u t J a b a J r a c ta ..... H ujus J o lia m aspetum tutti sanno, per qualunque avvenimento non andando
vo cubani, apio m axim e similia. Semen erat J o lia - mai tutte perdute, anche dopo più anni, riproducono
c eu m ,J o liw n ipsum vero deciduum. Lasciamo stare la pianta madre. Nè vale ciò che dice Strabone ( lib. 1,
il magnifico medicamento, e veniamo alla perdita del verso la fine), cioè che il Laser Cirenaico non si tro­
▼ ero Laser avvenuta, come dice Strabone lib. 7, per­ vava in Africa se non che in una lingua di terra lunga
chè irrompendo » Barbari nella Cirenaica ne avevano un miglio e mezzo circa, e poco oltre quattro'miglia
divette tutte le piante. L ’ asserzione di Plinio, cioè di larghezza, spazio però allargato da Teofrasto : per­
della perdita da m olti anni , fu una bugia, o per lo chè è noto a tutti i botanici che sebbene una pianta
meno un tratto d’ ignoranza. Dioscoride, che secondo ami una stazione particolare, qualche tempo anzi che
Suida, visse con Antonio e Cleopatra, perciò non mol­ giungervi e qualche tempo dopo trapassata, alcuni in­
to innanzi Plinio, lasciò scritto nella sua m ateria m e­ dividui si trovano sempre. E da un' altra parte è pure
dica libro terzo cap. 94 : Co/ligitur liquor el e radi­ un fatto universalmente conosciuto che i veuti portano
ce et caulibut incisis. P racjertur is madie* rnber, le sementi delle piante dal luogo natale a lontani e
atque traitslucens , m irrhae aem ulus, odoreque va- lontanissimi luoghi, e che se queste vi trovino le con­
tene, m inim e porracea* a u t terrenu * , ncque sapo­ dizioni necessarie, germogliano. £ pure fatto notissimo,
ri* immiti* et asperi: qui denique cum liquescit che gli uccelli portano seco da una in altra contrada,
ac dilui tur, facile albescit. A t Cyrenaicus * etiam si da una in altra regione, fino da un continente all’ altro
ta n til/um qui* ipsum degustaverit , madorem toto le sementi, le quali spandendo poscia con gli escremen­
corpore ciet , esfque odore blandissimo : adeo u t ne os ti, seminano intere, talché non di rado avviene di tro­
quidem g u stanti , n ifi paullum spiret. Medieus vero vare fra le piante comuni di un paese, qualcuna pianta
et Sjriacu* virìbus minu* valent et m agis virosum straniera affatto a quel luogo. E questo specialmente
reddunt odo rem. Porro liquor orniti* antequam cic­ accade a riva il mare in quelle situazioni ove gli u c­
ce se a t, addito sagapeno , a u t Jabae lom ento adul- celli emigratori riposano dopo il passaggio. Il caso
tera tu r : quod m alejicium gustu , odore , ac visu, ac dunque della perdita del Laser Cirenaico per colpa
diluendo quoque deprehensum. Mi servo della tradu­ degli uomini, secondo che Plinio ha sbadatamente as­
zione dello Stapel eh'è esattissima. Dioscoride {non fa serito, forse anche sulla semplice fede di Strabone, non
menzione della perdita del Laser; e in fatti non poteva è un fatto confermato, ma un semplice detto popolare.
farla, se ne aveva avuto fra le mani e gustato tanto Ora, ritenuto che il vero Laser non siasi perduto, cioè
da poter darne i segni caratteristici, onde dividere il la pianta da cui si otteneva quella gomma resina
Cirenaico dal Partico. Sarà stato raro, si sarà pagato (imperciocché cosi bisogna chiamarla sciogliendosi se­
a caro prezzo, ma perduto no. Fra Unto, che non condo Dioscoride con la saliva, locchè non avviene
fosse la nostra assa-fetida lo mostrano ad evidenza le con le resine) ; cerchiamo se sia conosciuta anche pre­
stesse parole di Dioscoride, dicendo egli, che il Laser sentemente, ed a quale fra le conosciute possa appar­
non sentiva m enom am ente di aglio ; e basti cosi in tenere.
quanto al Laser vero, imperciocché queste sole val­ Prima che tutto, vogliamo rifiutare ciò che alcuni
gono centra ogni opinione avversa. £ nemmeno gli meno che instruiti botanici vollero sostenere, cioè che
altri Laser provenienti dalla Media ec. si può credere il Laser Cirenaicò fosse il belzitino, perchè questa è
die fossero la nostra assa,' perchè Dioscoride questi una resina, che si ha dal L avrus Benzoin Linn. nè
Laser sostituiti al legittimo dice bensì che viribu* si potrebbe mai scambiare il prodotto di un albero
minu* valent et magis virosum reddunt odorem , con qnello di una ombellifera : una gomma resina con
ma non già che avessero odore affatto nauseante, nè una resina.
che puzzassero d' aglio ; caratteristica che avrebbe ba­ 11 Mattioli ( ediz. del Valgrisi, Venezia i j f ì 8 ,
stato per distinguere il Cirenaico dal Partico senza pag. 845 ) vedendo che il Laser non poteva convenire
più, e che certamente egli non avrebbe dimenticato. con Tassa fetida, cercava a quale pianta potesse appar­
£ tornando sulla perdita assoluta della pianta del L a­ tenere, ma tentennò e nulla decise.
ser Cirenaico annunziaU da Plinio, aggiungeremo Gasparo Banhin nel suo celebre P itta r alla pag. 493
ch'egli doveva sapere come fosse impossibile ai bar­ cade nello sconcio di credere il Laser T assa fetida, e
bari distruggere tutte le radici, perchè bisognava che fin qua avrebbe soltanto seguitata la opinione di m olti,
c a p u t ,x iv . CAPO XIV.
Ut d u l c ia d b ii b l l b diti d u b e r t . Coaft LB CHICCHB FATTB COR A * LE SI POSSANO
CORSBEVAEB L0RGO TEMPO.

Accipiei quod Graecì dicunt Nechon* et facies Prendi ciò che i Greci appellano Nechon (i)
farinarn. Àdraisces cum raelle co tempore, quo e fanne farina. Allorché Invoglia comporne chic­
dulcia facturus es. che, mesci quella farina col mele.

ma il male si è che confuso dalle ambagi di Garcia quod vel Syria, vel Armenia, vel in Media olim
dall' Orto, che immaginò un’ asse fetida ed un’ asse neucebatur etc...... Da qnesta descrizione, che mi è
dolce, preéipitò nello sproposito di asserirla come bel- piaciuto trascrìvere intera, si conosce con tutta proba­
zuino. bilità che l’ Alpino ba veduto la pianta del Laser Afri­
Riteniamo con gli antichi che il Laser Cirenaico cano, e soltanto sono da eccettuarsi le foglie eh’ ei dice
provenisse da un’ ombellifera fra le ferulacee: che i di prezzemolo, e che lo Stapel ne’ suoi coment! a Teofra-
frutti sieno piano-alati : che le foglie sieno somiglianti sto dando la figura dell’ Alpino, corregge con altra più
quelle del sedano, e vediamo ciò che ne pensarono i esatta tolta pure da lui da pianta vivente, la quale ba
moderni, quelli cioè che noi credettero, bene giudi­ precisamente le foglie del sedano. L’ Alpino dunque fra
cando, l’ assa fetida. i moderni fu il primo a riconoscere il vero Laser ; e
Prospero Alpino, botanico a’ suoi dì celebre, a' no­ quantunque con somma modestia non voglia decidere
stri riputato osservatore freddo, acuto, diligentissimo, se quello che aveva dinanzi gli occhi fosse l’Africano o
nel suo libro de P iantis carotici*, ( Venetiis 1656} alla l’Asiatico \ nulladimeno, non trovandolo di odore disgu­
pagina a u , dice di avere veduta in Padova nell’orto stoso nel succo, si può ragionevolmente supporre che la
di un Bon la pianta del Laser, e la descrive con le sua pianta appartenesse al primo. Ned è da credere
parole seguenti : Cum ....Jerre .... caulem in umbella che, dove avesse sentito d’aglio, l’ avrebbe dimenticato.'
semen latum , foliaceu m , et particulatim , u t de la - Fa meraviglia però che ned il Linneo ned i botanici
serpitio erpressit Theophrastua, quale est atriplicis posteriori, almeno per quanto mi è venuto sott’ occhi,
Aortensi*, pestea viderimus ; atque etiam , quod laser- abbiano citato l’ Alpino a proposito del Laser, e fa
p ila proprium esse videbatur, per aestatem (quo lem - anche più meraviglia che, non badando alla caratteri­
pore casu eam plantam offendi) et caulis et radia stica del Semen foliaceu m , fo liu m vero deciduum
copio sius lacteum succum odorai um fu n dere vidis- data dagli antichi alla pianta, alcuni fra i più recenti
semus, sponteque ex caule, reumis et radice copio- l’ abbiano voluta un laserpitium, come per esempio
som emanarci ( quod lac prim um colore vero lacteo il Desfontaines nella Flora A tlan tica ed il Pacho nel
cernebatur, posteaque collectum , et aliquandiu ser- Voyage dans la Martinique pubblicato nel 1827. Il
vatum , colore fulvescebat, et est odoratum alicujus Vi via ni in una pianta, col solo frutto però, eh’ ebbe
ejccalefactionis non expers) ; fune quippe ex iis fra le mani, credette riconoscere il vero Laser, e la
signis observatis, eam plantam laserpitium esse nominò Thapsia Silphium. Non so s’ egli abbia avuto
Theophrasti, Dioscoridis et P lin ii fa c ile animad- riguardo alla descrizione ed alla figura dell’ Alpino e
vertimus ; quod certe, si Theophrasto, Dioscoridi at­ dello Stapel, ma è sicuro che non si è ingannato ri­
que Plinio ( q u i soli ex veteribus laserpitii plan­ portandola al genere Thapsia abbastanza sicuro per
tam descripserunt ) credendum sit, a rat ione non la deficienza d’ involucri generali e parziali, e per le
ab hor rebit, ut omnibus p e rsu a d e re te verum cum ali del frutto. In ogni modo, io crederei che la vera
plantam esse laserpitium , neque im m erito ita nos pianU descritta dall’ Alpino secondo i caratteri dati
ipsam plantam nominasse, cum praesertim eorum dagli antichi, pianta che i botanici debbono osservare
vele rum testimonio constet, olim laserpitium fuisse nell’ Algeria ove senza dubbio dee pure trovarsi, fosse
plantam Jerulaceam , caulemque habuisse longitu­ da nominarsi Thapsia antiquorum.
dine et crassitie ut fe ru la , in cujus cacumine pro- Che Apicio favelli in tutto questo libro del Laser
ducebatur semen latum et foliaceu m , questis in hor- legittimo, non del falso, si vuol credere assolutamente,
fensi atriplice (auctore Theophrasto) visitur, fo lio - perchè si trattava della cucina dei ricchi, e perchè
que habuisse itidem apii fo lii* sim ilia, et radicem appunto in questo capo fa conoscere come si tenesse
' crassam, ex qua et ex caule erom perei succus la- in sommo conto, locchè non si sarebbe fatto di quello
cteus odo ra t us. Quae singola cum in nostra pianta di Media allora assai comune.
recte animadverterentur, m irum haud crii, si nos ( 1) Che cos’ è questo Nechon? I commentatori ci
ipsam plantam laserpitium vocaverimus. A n vero dicono: hoc peculiare genus fu isse operis pistorii ;
Cjrenaicum sit non audemus affi r m ar e, et f a r tasse e sarà così, quantunque mi resti molto da dubitare.
CAPUT XV. CAPO XV.
Ut m e l m alu m bonum f a c i a i . C ome f a b a i eu o e o i l m klb c a t t iv o .

Mei malam bonum facies ad vendendola, si 11 mele cattivo tornerai buono per essere ven­
imam partem mali et duas borilsimal mitpueris. duto, unendo al guasto due tanti di buono (1).

-----■ &-----

CAPUT XVI. CAPO XVI.


Mal cobeuptum u t feo bbs. CoMS CONOSCERAI SE IL MELE SIA GUASTO.

Helenium infundes in nelle, et incende: Si in- Infondi elenio nel mele, ed appiccavi il fuo­
corTuptura est, lucet. co. Se sia incorrotto, arderà (a).

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CAPUT xvn. capo xvn.
CvAB UT DIU SBBVENTUB. C ome s i c o b seev in o t e e l u n g o t em po

LE UVE.

Aecipias uva» de vite itile***'. <et aquam plu­ Cogli 1’ uva, che sia sana, dalla vite : e fa bol­
viale» ad tertias decoquas^et mittis in vas, in lire acqua di pioggia finché si riduca al terzo, e
quo et uva» mitlij. Vas picari et gypsari facies, versala in vase, nel quale getterai pur l'uva. 11
et in locum frigidair!, ubi sol accessnm non habet, vase farai impeciar bene, e fermarvi il coperchio
reponi facies : et quando volueris, uvas virides con gesso, e lo collocherai in luogo fresco ove
invénies. Et ipsam aquam prò hydromeli aegris non penetri il sole: e quando ti piaccia, troverai
dabis. Et si in hordeo obrues, illaesas invenies. le uve fresche. L ’ acqua medesima, in cui furono
tenute, potrai dar a bere ai malati in luogo d' idro­
mele. Le troverai pur sane se tu ne accomodi i
grappoli entro farina d'orzo (3).

---- ❖ ----

caput xvm. CAPO XVIII.


U t MALA GRANATA D1U DURBNT. C ove s i co n ser v in o p b e l u n g o tem po

LE MELE GRANATE (4 ).

In calidam fer?entem raerge, et stalim leva Immergile nell' acqua bollente, ma levale su­
et suspende. bito e sospendile.

---- 4»---- ----- «fr-----

(t) Indigna f r a u s , dice V Hnmelbergio. Birbante­ (3) Il primo metodo non vale. Il secondo può es­
ria solennissima, diciamo aoi, ma pur troppo acco­ sere accomodato.
stumata in tante cose anche a* tempi nostri. (4) Punica granatum Linn.
(a) Anche questo è da tenersi come molti fra i
segreti di Frate Alessio Piemontese.
CAPUT XIX. CAPO XIX,
Ut m a l a cy do hià d io sr r v b n t u * .

Eligis mala siue ▼ ilio cuoi ramulis et follia, et Sceglile senza macchia con gambi e foglie, ed
condita in vas, et suffundes mel é t defrulum, et accomodale in rase,* e cuoprile con mele e sapa,
diu aervabis. e le conserverai per lungo tempo.

-----<►------ ----- ♦ -----

CAPUT XX. CAPO XX.


FlCUM RECENTE*, V iL A , PRUNA, PIRA, CERASI* P ii CONSERTAR! FICHI FESSOTI (l), VELE (3),
• UT DIU SERVE*. PRUGNE (4), PERB (5), CERASE (6).

Omnia cum pèliolis diligenter legito, et in Cogli diligentemente le frutta col proprio pic­
melle ponilo, ne se contingant. ciuolo, ed immergile nel mele, badando che non
si tocchino.

----- ---------- — * ------

CAPUT XXI. CAPO XXL


C ita la ut d iu durent. C ome ai c o n ser tin o l u n g a m e n t e i c e d r i ( 7 ).

In vas ci tram mitte, gypsa, sospende. Metti un cedro per ciascun vase, ferma il co­
perchio con gesso e sospendi.

----- ♦ — ----- * —

CAPUT m CAPO XXII.


M ora ut d iu du r en t . C ome si co n ser v in o l e m orb ( 8).

E t moria saccaia ferito, et cum aspa rnisce, et Spremi le more, ed unisci il sugo con sapa, e
in vitreo vase cum moria mitte. Custodies multo versalo in vaso di vetro mettendovi le more. Così
tempore. le conserverai lungo tempo.

CAPUT xxm. CAPO XXLU.


O l ir à ut d io sb r v e n t u r . P er g o n ssr t a r b m o l t o t e m p o g l i e r b a g g i .

Olera electa non aatia matura io vas picatum Scelti gli erbaggi non affetto maturi, chiudili
repone. io rase impeciato.

(i) P yrus Cydonia Lina. qui si trattasse di un popone, non di nn cedro ; ma


(al Ficus carica Limi. rivedremo in appresso la opinione del Lister intorno
(3) P yrus m alus Lina. i cedri.
(4) Prunus domestica Lina. (8) M ori albae et nigrae Jru ctu s Linn. Potrebbe­
(5) Pyrus communis Linn. ro anche essere le frutta del rovo (Jiubus Jruticosus
(6) Prunus cerasus Lina. Linn.), le quali, essendo subacide, sarebbero state più
(7) Citrus medica Linn. Il Lister vorrebbe che ' accostevoli ai Romani.
CAPUT XXIV. CAPO XXIV.
R a PAB UT DIU SERVEHTUR. Come s i c o nservino l u n g a m e n t e l e r a p e ( i ).
4

Anle accuralas et corapositas, perdes myrthae Purgale che sieno, accomodale e cuoprile con
baccis cura melle et aceto. — Ali ter.— Sinapi tem­ un miscuglio di coccole di mirto, mele ed aceto.
pera roelle, acelo, sale, et super corapositas rapas — In allro modo. — Tempera senapa con mele,
infonde. aceto, sale; ed infondi sopra le rape già inva-
sellale.

------ « ------- — ►—

CAPUT XXV. CAPO XXV.


T uberà u t d iu se r v e s t u a . CoMB SI CONSERVINO I TARTUFI (a).

Tuberà, quae aqua non vexaverit, componi! Colloca in tm vase, strato sopra strato, i tar­
in vas : allemis allernis scobem siccam miltis, et tufi, che non sieno guastati dalla pioggia. Fram ­
gypsas, et loco frigido pones. mezzali con segatura di legno ben secca ; ingessa
e colloca il vase in luogo fresco.

CAPUT XXVI. CAPO XXVI.


D u r a c in a p e r sic a u t d i u d u r b b t . ' C ome si c o n sb r v in o lungam ente le pesch e

DURACINE (3 ).

Eligito oplima et raitte in muriam. Posterà Sceglile fra le migliori ed infondile in salamo­
die exime, et spongiabis diligeuter, et oollocabis ia. Nel dì appresso cavale e puliscile bene con ispu-
in vai, fundens salem, acetoni, saturejam. gna, e collocale in vase cuoprendole con mistura
di sale, aceto e peverella (4).

CAPUT XXVII. CAPO XXVII.


S alrs co rd iti ad « u lta . Sali a c c o n c ia t i v a l e v o l i a m o l t i u s i .

Sales conditi ad digestionem, ad ventrem * Questi sali acconciati sono giovevoli alla d i­
tnovendum ; et omnes morbos, et peslilentiam, et gestione, per isciogliere il ventre, a fugare tutti i
omnia frigora prohibent generari. Sunt autem mali (5) ; e la peste e febbri d’ ogni maniera vietano
soavissimi ultra quani speras. •— Salis communis ingenerarsi. D'altronde, riescono più che tu non
fricti lib. i . — Salis ammoniaci frìcti lib. a. Pi- ùperi, soavissimi. — Prendi una libbra di sale c o ­
perù albi unc. 3 . Zingiberù unc. a. — Ammeos mune torrefatto — due libbre di ammoniaco p u r

(i) B ras sica R apa Lino. (3) A m ygdalus Persica Linn.


(a) Lisicoperdon Tuber Linn. Il miglior modo di (4) Satureja hortensis Linn.
conservare i tartufi ai è quello di affettarli assai sot­ * (5) Sono sicuro che i nostri medici rideranno di
tili e quindi esporli all'aria sopra carta succhia, tal­ questo lassativo; nulladimeno considerando bene i com ­
ché si disecchino prontamente. Si ripongano in vasi ponenti, non merita di essere affatto schernito. Il m o­
di terra cotta e verniciata ben chiusi. Allorché se ne do enfatico però del nostro cuoco nell'annunziarlo,
voglia usare, basta immergerli in acqua tepida per move veramente a festività,
un'ora, e riusciranno come fossero appena raccolti.
unc. i. semi*. Thymi unc. i. semis. Apii seminis torrefatto. Tre oncie di pepe scortecciato. Due
unc. i semis — Si apii semen mitlere nolueris, oncie di zenzero (i). Una onda e mezzo di ani­
petroselini mittU unc. 3. — Origani onc. 3 . Eru- mi (a). Una oncia e mezzo di timo (3). Una oncia e
rae seminis unc. i semis. Piperis nigri unc. 3. Onici mezzo di semi di sedano (4) ; e se non vuoi semi
seminis unc. i. semis. Hyssopi Crelici unc. a. di sedano, metti invece tre oncie di semi di prez­
Folii unc. a. Petroselci unc. a. Anelhi unc. a. zemolo (5). Oncie tre di maggiorana (6). Una oncia
e mezzo di semi di ruchetta (7). Tre oncie di
pepe comune. Una oncia e mezzo di semi di za-
frone (8). Due oncie d'issopo di Creta (9). Due
oncie di malabatro. Due oncie di prezzemolo.
Due oncie di anici (io).

--- «q»---

CAPUT XXVIII. CAPO XXVIII.


O l iv a s v i r id e # s e r v a r e , r t q c o v is t e m po r e C om e s i c o n s e r t ir o v e r d i l e o l iv e ( 11 ) , x come

OLEUM FACIES. HE POTRAI SPREMBRE OLIO IR OGNI TEMPO.


e
Olivas de arbore sublatas in muriam mittis, et Colte le olive, immergile in salamoia, e sa­
erunt talea quovis tempore, quasi mox de arbore ranno sempre, come fossero appena spiccate dal-
demptae. De quibus, si volueris, oleum viride l’ albero. Da esse, ove ti piacda, potrai avere
facies. P olio verde (la).

CAPUT XXIX. CAPO XXIX.


CuMlHATUM IR OSTERÀ ET COHCHYLIA. S a l sa d i comino p f r o st r ic h e b c o n c higlie ( i 3).

r i per, ligusticum, pelroselinum, mentham Pepe, ligustico (14), prezzemolo, menta sec­
siccam, foliura malabalbrum, cuminum pluscu- ca ( i 5), malabatro (161, comino (17) un po'piò,
lum, mel, acetum et liquamen. mele, accio e savore.
Aliter — Pipcr, ligusticum, petroselinum, In altro modo — Pepe, ligustico, prezzemo­
mentham siccam, cuminum plusculum, mel, ace­ lo, menta secca, cornino un po' più, mele, aceto,
tum, liquamen. savore.

( I) Am om um Gingiber Limi. vela stare fino al giorno appresso, in che si dehbe spre­
(а) Sìsort A m m i Limi. mere. Catone de re rustica cap . L X V . dice : Q uam
(3 ) Thymus vulgaris Linn. acerbissima olea oleum fa c ie s , ta m oleum optim um
<4> Apium graoeo/ens Linn. erit.
(5) Apium Petroselinum Linn. ( 1 3) Suppongo, e forse non senza buona ragione, che
(б ) Origanum M ajorana Linn. il vocabolo conchiglie non si debba intendere che
(7) Satureja hortensis Linn. per poche altre oltre le ostriche. Pare che i Romani
( 8) Carthamus tinctorius Linn. non accostumassero che qualche tellina, il Cardium
(9 ) H ysso pus officinalis Linn. rusticum , la Pentts Chiotte, il M yfilus eduli*, la
(10) Pim pinella Anisum Linn. M actra stullorum , il Lepas P alanus.
( I I ) Oleae Europaeae J ru etu s Linn. 0 4 ) L igusticum L evisticum Linn.
(la) I Romani stimavano a m i delicato Polio che (1 5) Mentha viridis Linn.
si aveva (falle olive verdi. Palladio de re rustica (16) Credo che ilfo liu m qui debba stare unito al m a-
lib. X I, prescrive, che si colgano le olive nel mese di labathrum . L ’ Humelbergio vorrebbe che per fo liu m
Ottobre e che non si lascino ammucchiate, perchè non l’ autore intendesse VAndropogon Nardus ; ma non è
fermentino; che, se alcuna fra esse sia putrida o secca, vero, perchè, quando P autore voglia usare di quest’ ul­
ai getti ; che in duecento libbre di olive si meschino timo, il nomina propriamente. Il Malabatro è il L aurus
sessanta libbre di sale, e tosto si passino alla macina ; Cassia Linn. come ho già detto.
che quindi la pasta si collochi in canestri, lasciando- (17) C um inum C ym inum Linn.
C e l io A pic io 3
CAPUT XXX. CAPO XXX.
L aseratum . S alsa d i laser (r ).

Laser Cyrenaicum vel Partbicura tepidi dis­ Laser cirenaico (a) o parlico sciogli in acqua
solvi* ctìm aceto, liquamine temperatimi. tepida con aceto, e tempralo con savore.
Vel piper, petroselinura, mentham siccam, Ovvero pepe, prezzemolo, menta secca, radi­
laseris radi cera, mel, acetum, liquamen. ce di laser (2), mele, aceto, savore. #
Ali ter — Piper, careum, anelhutn, pel roseli- In altro modo — Pepe, carvi (4), anici (5 ),
nani, mentham siccara, silphium, folium malo- prezzemolo, menta secca/silfio (6), malabatro (7),
bathrura, spicam Indicam, costura raodicum, mel, spigo d'india (8), poco costo arabico, mele, aceto,
acetum, liquamen. savore.

---- «q»— > ----«0*----

CAPUT XXXI. CAPO XXXI.


\) enogarum a d t u b e r à . S alsa co n s a v o r e p e r tartufi ( 9 ).

Piper, ligusticum, coriandrum, rutam, liqua­ Pepe, ligustico, coriandro (io), ruta (11), sa­
men, mel et oleum modice. vore, mele ed olio moderatamente.
Aliter — Thymura, «atureiam, piper, ligusti­ A ltrim e n ti — Timo, peverella, pepe, lig u ­
cum, mel, liquamen et oleum. stico, mele, savore ed olio.

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CAPUT XXXII. CAPO XXXII.


O x ypo r o n . E l ETTUARIO D1GEST1BILB ( l a ) .

Cumini uncias a. Zingiberis unc. 1. Hutae Due oncie di cornino. Una oncia di zenzero.
viridis uuc. 1. Nitri scrupulos 6. Dactylorum Una oncia di ruta verde. Sei scrupoli di sale
pinguium scrupulos la. Piperis unc. 1. Mei lij ammoniaco ( i 3). Dodici scrupoli di datteri fre­
unc. 9. Cuminum Aethiopicum, aut Syriacum,aut schi e succosi. Una oncia di pepe. Nove once di

( 1) Del Laser ho detto più sopra; soltanto aggiungo (liquam en). Aggiungi che fra caviale e garum dovea
quanto appresso. pur correre qualche differenza ; poiché il garo, p e r
(а) Bisogna dunque credere che allora, quando si è testimonianza di Plinio, fu liquido.
preso nota di questa salsa, il Laser Cirenaico, che P li­ (10) Coriandrum sativum Linn.
nio dice perduto da gran tem po , fosse ancora comu­ ( 11 ) R u ta graveolens Linn. Da prima stetti d u b ­
ne, nè per la cucina differisse gran fatto dal Partico, bioso se la Ruta dell* autore appartenesse veramente
se il cuoco si mostra indifferente tanto per uno come al genere Linneano ; ma, considerandone il sapore acre
per T altro. ed amaro, credo che vada bene. Soltanto i Romani n e
(3) E qui si vede che non si usava soltanto la gom­ mascheravano P odore nauseoso con altri aromi.
ma-resina del Laser, ma anche la radice, forse perchè (ta) Elegante rimedio, dice il Lister, trovato da
meno cara della gomma-resina. qualche medico per rinforzare lo stomaco. Ma che il
(4) Carum Carvi Linn. nostro autore cuoco avesse pensiero di dar qui un com ­
(5) Pim pinella A n isu m Linn. posto medicamentoso, è cosa da non credersi. L a voce
( б ) Nome greco del Laser. 0'%tÌHrofQ{f acuto , o pronto a passare , s' applica d e l
( 7) Vedi più sopra a f. 34 la nota 16 . pari a* sapori acidi, penetrativi, ed a’ cibi di facile d i­
(8) Ecco che f A . nomina l’ Andropogon N ardus gestione. Columella (X II, 59 ) fa equivalere oetyporon
Linn. e questo contro la opinione dell1 Humelbergio, ad o xyg a ru m , detto qui (c. 34) digestibile .
il quale poteva vederlo, essendo anche sì d* appresso. (i3) Gli antichi non conoscevano il Nitro propria­
(9 ) Volto così P Ocnogarumì benché letteralmente mente detto ( D eutonitrato di P otassio ), e il lo ro
par che significhi caviale con vino ,* perchè a formare vocabolo N itru m bisogna voltarlo per Sale A m a to -
la presente salsa non entra caviale (garum ), ma savore niaco , cioè Idroclorato <f A m m oniaca .
Lybicum aceto infundes, siccaa et sic tundes, po- mele. — •Il cornino, sia Etiopioo, Siriaco o Libi­
stea raelle coraprehendis. Cujn necesse fuerit, co, infondi in aceto, il disecca e pesta ; appresso
oxyporo uteri*. impastalo col mele (i). Quando sia necessario usa
dell’ elettuario.

CAPUT XXXIII. CAPO XXXIII.


H y p o t r im m a . I n t r is o (a).

Pipe*-, ligusticum, mentham aridam, nucleos Pepe, ligustico, menta secca, pinocchi (3),
pineos, avara passam, caryotam, caseum dulcero, uva passa (4), cariote (5), formaggio dolce, mele,
mel, acetum, liquamen, oleum, vinum, defrutum, aceto, savore, olio, vino, sapa (6).
aut caraenura.

CAPUT XXXIV. CAPO XXXIV.


OxYGARUM D1GESTIB1LE. S a v or b a c id o p e r la d ig e s t io n e ( 7 ).

Piperis semunciam. Silis gallici scrupulos tres. Mezza oncia di pepe. Tre scrupoli di siler gal­
Cardamomi scrupulos sex. Cumini scrupulos sex. lico (8). Sei scrupoli di cardamomo (9). Sei scru­
Folii scrupulum unum. Menthae siccae scrupulos poli di cornino. Uno scrupolo di raalabatro. Sei
sex. Tunsa, cribrataque raelle colligis. Cura opus scrupoli di menta secca. — Ogni cosa, pesta e stac­
fuerit, liquamen et acetum addis. ciata che sia, impasta col mele. Quando ti biso­
gni, aggiungi savore ed aceto.
Ali ter — Piperis unciam unam. Felroselini, A ltrim e n ti — Una oncia di pepe. Una oncia
carei, ligustici uncias singulas. Melle colligis, et di prezzemolo, di carvi (10) e di ligustico. Impasta
cura opus fuerit, liquamen et acetum addis. col mele ; ed allorché voglia usarne, uniscivi sa­
vore ed aceto (11).

( 1) Dico E lettu a rio , perchè i composti con dro­ durre la sua uva passa col nostro Fassola, e 1 suo
ghe e mele, ec. si conoscono generalmente con questo P assum solo, per Vino d’ uva passola.
nome, ed il presente po’ più, po’ meno somiglia a (5) Frutto della palma detta Caryota urens dal
quelli. M’ immagino che il signor cuoco romano avrà Linneo.
inteso che anche le altre sostanze sòde, come pre­ (6 ) D ejru tu m , Caraenum , ec. Io volto sempre
scrive del cornino, si dovessero pestare prima d’ im­ Sapa ; perchè essendo costantemente mosto cotto, e
pastarle col mele.* Ma siccome quella ruta verde mo­ non differendo se non che nel minore o maggiore
verebbe qualche difficoltà; cosi, peste tutte le altre grado di concentrazione, nè sapendosi più misurare,
cose, si ripongano nel mortaio appunto con la ruta, e ho stimato meglio valermi del solo vocabolo Sapa,
così triturando, essa prenderà corpo con esse. A 1 no­ senza più.
stri di, sostituendo il nitro al sale ammoniaco, questo ( 7 ) O xygarum vorrebbe significare Caviale (Garum)
elettuario sarebbe cosa buona per certe malattie dello acido ; ma siccome di caviale in questo capo non si fa
stomaco. uso, ma bensì di savore ( Liquamen ), così ho voltato
(a) H ypotrim m a è voce greca, derivata da Jnro- come sta.
'T fi/ìitv, soppestare. Un antico glossario la fa equiva­ ( 8) L aserpitium Siler Linn.
lere a m oretum , cioè torta, agliata ; ma qui non è (9 ) A m o m u m Cardam om um Linn.
ebe una salsa ; e fra i condimenti lo pone in fatto (10) Carum Carvi Linn.
Giulio Polluce. Esichio e Suida lo dicono composto ( 11 ) Perchè i Romani usavano assai della salsa, da
di datteri, mele, cornino e d’ altrettali ingredienti. loro conosciuta con la denominazione di Ossigaro, più
(3) L ’ A . alle volte scrisse Nucleos pineos , e più che uno ne ha lasciate formole. Columella dè re ru ­
spesso Nucleos senza più. Intendo sempre Pinocchi. stica lib. xn, cap. 59 , ne dà le seguenti : Pesta in
(4) Quantunque l’ A . forse intenda nva diseccata, mortaio peverella, menta, ruta, coriandro, sedano,
non propriamente la passola, nuli adime no si può tra­ porro segaticcio, oppure cipolla verde, foglie di lat-
CAPUT XXXV. CAPO XXXV.
Mo&btaria. PlCCATlGLIO ( t ) .

Menthani, rulani, coriandrum, foeniculufii, Menta, ruta, coriandro, finocchio (a), verdi.
omnia viridia. Ligusticum, piper, rael, liquamen. Ligustico, pepe, mele, savore. Se bisogni, ag­
Si opus fueril, acetum addes. giungi aceto.

tuga, foglie di ruchetta, timo verde o nepeta, e pu- do vuoi servirtene, diluisci con savore ad aceto. —
-
leggio verde e formaggio fresco e salato. Uniscivi Oppure in modo più semplice : Togli una oncia di l i ­
quante noci ben nette ti paja, e sesamo abbrustolato ; gustico, due oncie di uva passola mondata da’ graspi,
quindi bagna con aceto pepato. Messa ogni cosa in quattro once di pepe sgusciato o nero. Meschia tutto
una guastadetta, (6 ) versavi sopra olio. — Oppure : con mele, conserva ed opera come sopra. •— Q uesta
Sminuzza e pesta formaggio Gallico o di qualunque salsa sarebbe ottima anche a’ nostri dì.
sorta ti piaccia, e se ne liai copia, pinocchi, od avella- (6) Una volta per sempre: adopero le parole p a ­
ne abbrustolate e rimonde, o mandorle dolci. Meschia d d i ay pentola , pignatta , tegame , applicandole ai r e ­
con gli erbaggi sopra mentovati, bagna con aceto pe­ cipienti da cucina dei Romani, i quali ne avevano
pato, poi versavi olio. Se tu non abbia erbaggi freschi, tanfi con nomi appropriati che non conosciamo più , e
pesta col formaggio puleggio secco, o timo, o mag­ che sarebbe stata inutile fatica il cercare per l ' opera
giorana, o peverella. Anche una sola fra queste erbe presente.
può bastare. Oppure : Se lo hai, una oncia di pepe (i) Metto la parola Piccatiglio per M oretaria. S a ­
;
sgusciato, altrimenti osa del nero due once di semi rebbe impossibile voltare sempre le varie e capricciose
di sedano, una oncia e mezzo di radica di laserpizio, denominazioni date dai cuochi alle diverse imbandi­
due oncie di formaggio. Ogni cosa pesta e stacciata, gioni.
impasta con mele e conserva in pignatta nuova. Quan- (a) A nethum Foenicuìum Linn.
A P ie n COELII
L1BER n.

QUI SARCOPTES APPELLATUR Ó


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CAPUT I. CAPO I.
IsiC lA . P o lpette.

laida front, maria*, de cammtris et astaris, Le polpette marine si fanno di aliuste (i) e
de loligine, de sepia, de locusta, lsicium condies gamberi, di calamai (a), di seppie (3). Condirai le
pipare, cumino, laseris radice. polpette con pepe, cornino, e radice di laser.
Isicia de loligine — Sublatis crinibus, in pul­ Polpette d i calam ai — Tagliati i piedi, pe­
ii)entum tundes, siculi assolet pulpa, et in mor­ stali e fanne polta, come si accostuma con la polpa
tario et in liquamine diligenter fricator: et exin­ della carne, e soffrega diligentemente in mortaio
de isicia plaasantur. con savore: quindi forma le polpette.
laida de squilli*, Tel de cammaris amplia — Polpette d i squille (4) o gam beri gra n d i (5)
Cammari vel squillae de sua testa eximuntur, et —• Si tolgono dal guscio e si pestano in mortaio le
in mortario teruntur cum piperà et liquamine polpe con pepe ed ottimo savore. Quindi si for­
optimo pulpae. Isicia plaasantur. mano le polpette.
Omentata ita fiunt. Assas jecur pordnum, et L e polpette involtate nell1 omento si fanno
tum enervas. Ante tamen teras piper, rotano, li- cosi. Arrostisci fegato di porco e quindi togline
quamen, et sic superimmittis jecur et teres et rai- le fibre. Innanzi però pesterai pepe, ruta e savo­
sces (6), sicut assolet pulpa, in omentum, et lingula re, e vi getterai sopra il fegato e triterai ; poi la

(*) Sarcoptes, da carne, e x ó v w * taglio, Ho lasciato il Locusta* perchè non è che un sinonimo
▼ale a dire delle carni battute. dell' Aliusta detu più sopra.
(i) L’ A. qui, certamente per errore, mette come (4) Caneer Squilla Linn.
marittimi Unto l’ AliusU, Caneer Cammarus Linn. (5) Cam m ari am pli, non possono essere che le Alia­
quanto il Gambero, Caneer A etacue dello stesso. Ha ste. Si vede chiaramente, che tutto questo libro non è
il Gambero non vive che nell'acqua dolce. che una compilazione. Ripete con più nomi le stesse cose.
(a) Sepia Loligo Linn. (6 ) Credo che qui dovrebbe stare m ittes, e non
(3) Sepia officinalis Linn. Anche qui forse uniràmisces, quando non si voglia intendere appunto il
quesu specie col Polpo, o Sepia octopodia Linn. — misces per unisci, am m ucchia.
involutautur folia lauri, et ad fumum suspendun- mistura involgerai nell'omento, come si suol fare
tur, qaam diu voles. Cum manducare volueris, della polpa ; involterai ciascuna polpetta in una
tolles de fumo, et denuo assas, et siccum adjiciea foglia di lauro, e le sospenderai al fumo per
in roortarium piper, ligusticum, origanum; fri- quanto tempo ti piaccia. Quando vuoi mangiar­
cabis. Suffundes liquamen, adjìcies cerebella co- le, toglile dal fumo e ricuoci (1). Getta in mortaio
età, leres diligenterne assulas habeat. Adjiciea ora pepe, ligustico e maggiorana, secchi. Bagna con
quinqne et dissolves diligenler, ut unum corpus savore, ed aggiungi cervella cotte, e trita dili­
efficias. Liquaraine temperas et in patella aenea gentemente, che non resti nulla di tiglioso : met­
exinanies, coque*. Cum coctum fu eri t, versas in ta­ tivi anche cinque uova (a), e sciogli bene, perchè
bella manda ; tesseilas concides. Adjicies in raor- ogni cosa s’ incorpori ; tempera con savore, rove­
tariura piper, liguaticuro, origanum; fricabis in scia in padella di bronzo e cuoci. Quando è cotto,
se ; commisces in cacabura ; facias ut ferveat. Cum versa su un tagliere netto, e taglia a dadi. Metti
ferbuerit, tracia confringes, obligas, coagitabis et in mortaio pepe, ligustico, maggiorana, e trita ;
exinanies in bolctari. Piper asperges et apponis. indi meschia in pignatta, e fa che bolla. Allora
pesta faldelle di pane, e condensa ben rimestan­
do (3) : poi vota nel catino, impepa e d i in
tavola.
Isicia ex spongiolis — Elixatos spongiolos P o lp e tte d i spugnole (4) — Lessa spugnole,
con teres, et nervos eorum eximes. Deinde cum iis sbriciola e togline le costole. Poscia pesta insieme
alicara elixatam et ova con teres et piper, et in con esse spelta (5) lessata, uova e pepe : involgi in
omento assabis. Oenogaro perfundes, et prò isiciis omento, e arrostisci, bagnando con savore acido,
inferes. e servi per polpette.
Isicia omentata — Pulpara conci sano teres cum P o lp e tte in om ento — Trita polpa (6) tagliuz­
medulla siliginis in vino infusi. Piper et liqua­ zata con mollica di pane di siligine (7)*ammollato
men; si velis, et baccam myrlheam exenteralam, nel vino. Pesterai insieme pepe e savore e, se vuoi
simul conteres. Pusilla isicia formabis, intus nu­ anche, coccole di mirto (8), tolti i semi. Fanne
clei! et pipcre positis. Involuta omento subassabis polpettine con entrovi pinocchi e pepe ; coprile
curo caraeno. d'omento, e cuocile con sapa.

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CAPUT II. CAPO II.
HvDROGARATUM, ET APODKRMUM, ET AMYLATUM. P olpette cor sa v o r e a l l u n g a t o con a c q u a ; con
PINOCCHI O MANDORLE PELA TE ; CON AMIDO.

Isicia piena — Accipies adipes phasiani recen- P o lp ette piene — Prendi grasso fresco di fa­
tes. Praeduras, et facis ex iis tessellas: cum.pi- giano (9). Induralo (10) e fanne dadi che, insieme
pere, liquamine, caraeno, in isicio includes ; et con pepe, savore e sapa, inchiuderai nelle pol­
hydrogaro coques, et inferes. pette : poi cuoci in savore allungato e servi.
Hydrogarata isicia sic facies. Teres piper, L e p olpette con savore acquoso f a r a i co m e
ligusticura, py re ih rum minimum. Suffundes li­ segue — Trita pepe, ligustico, e pochissimo di p i­
quamen. Temperas aqua cisternina duro induces. retro (11). Versavi savore; e al momento stesso
Exinanies in cacabo. Tum isicia ad vaporera ignis che ve lo introdurrai, tempralo con acqua di ci­
pones, et caleat : et sic sorbendum inferes. sterna. Poi vota in pignatta, e scalda a fuoco lento
con le polpette, e così il darai da sorbire,

( 1) Q ui par finito, e che si passi ad un'altra sorte (5) T riticu m Spelta Linn.
di polpette. Forse et siccum nacque dal nuovo titolo (6 ) Stimo che T A . volesse badare ad arbitrio d e i
A lia isicia , o Item isicia. cuochi lo scegliere la polpa di quell' animale che s t i­
(a) E curioso che T A. bene spesso determina un massero più opportuna alla circostanza.
numero od un peso in una composizione, senza aver ( 7 ) S i Ugo qui è per pane di siligine.
nulla determinato intorno la quantità degli altri com­ (8) M yrtus com m unis Linn.
ponenti. (§) Phasianus Colchicus Linn.
(3) E questa una salsa per regalarne le polpette (10) Cioè nell’ acqua calda.
sopra descritte ? Vedi 1. I V , c. 3. ( 1 1 ) A n th em is P jre th ru m Linn.
(4) Phallus esculentus Linn.
In isicia de pullo — Olei floris lib. i. Liqua­ P e r le polpette d i pollo (1 ) — Una libbra di
minis quartarium. Piperis semuncia. fiore di olio (2). Tre once di savore. Mezza oncia
di pepe.
Aliter de palio — Piperis grana 3 i. conteres. In altro modo , e pure d i pollo — Trita tren­
Mittis liquaminis optimi calicem. Caraeni tantun- tun grani di pepe. Metti un bicchiere di ottimo
dem. Aquae ir. mittes; et ad vaporem ignis savore. Altrettanto di sapa. Di acqua mettine un­
pone*. dici bicchieri. Cuoci a fuoco lento.
Isiciam simplex — Ad anum liquaminis ace- Polpette sem plici — Per una misura di savo-
tabulum aquae septem mittes. Modicum apii vi- re, mettine sette d’ acqua. Un po' di sedano verde.
ridis. Trìti piperis cochleare. Isiciola incoques, Un cucchiaio di pepe trito. Cuoeivi le polpette,
et sic ad ventrem solvendum dabis. Hydrogaro e così apprestale per isciogliere il ventre. Al sa­
sales condito* addes. vore allungato con acqua aggiungerai sa li ac­
conciati (3 ).
Isicia de paro primam locam habent, ila si L e polpette d i pavone (4) tengono, il primo
fricta fuerint, ut callum vincant. Item secundum luogo, dove sieno frìtte in modo che perdano la
locam habent de phasianis. Item tertiam locam durezza della carne. 11 secondo laogo hanno quel­
habent de cnniculis. Item quartum locum ha­ le di fagiano. Il terzo, quelle di coniglio; 11 quarto,
bent de pullis. Item quintum locam habent de quelle di pollò. Il quinto, quelle di porcello (9).
porcello tenero.
Isicia amylata sic facies. Teres pi per, ligu- L e polpette con amido farai come segue.
sticum, origanam modicum, silphium, zingiber Trita insieme pepe, ligustico, un po'di maggiora­
minimum, mellis modicum. Liquamine tempera- na, laser, un tantino di zenzero, un po' di mele.
bis, misces, adjicies super isicia, facies ut ferveat. Tempera con savore, meschia, e versa sovra le
Cum bene ferbuerit, amylo obligas spisso, et polpette. Fa che si alzi il bollore ; allora condensa
sorbendum feres amylatum. con amido, ed appresta da sorbirsi la composi­
zione.
Aliler — Piper teres pridie infusum, cui sub­ In altro modo — Trita pepe messo in molle
inde liquaraen suffundes, ita ut bene tritum ac il dì innanzi, a cui poscia aggiungerai savore, sì
lutulentum facias piperatum ; cui defrutum ad mi­ che ne venga un intrìso bene stemperato ed al­
sces, quod ht de cotoneis, quod sole torrente in quanto liquido: vi unirai cotognata ridotta a
mellis substantiara cogitur. Quod si non fuerit, spessezza di mele al sole cocente. Se non P hai a
vel carica rum defrutum mittes, quod Romani mano, sostituisci sciloppo di fichi (6) che i Ro­
colorerà vocant. Accipe deinceps arnylum infu­ mani appellano Colore . Prendi poscia infusione
sum, adjicies rei oryzae succum, et lento igne di amido, o sugo di riso (7), e fa che il composto
fervere facias amylatum. cuoca a fuoco lento.
Aliter — Ossidila de pullis expromas ; deinde In altro modo — Spremi il succhio da ossicini
mittis in cacabum porros, anethum, salem. Cum di polli ; quindi metti in pignatta porri (8), anici,
coda fuerint, addes piper, apii sernen. Deinde e sale. Allorché queste cose sieno colle, aggiungi
orindam infusam teres, addes liquamen et pas- pepe e semi di sedano. Poscia trita orinda am­
sum vcl defrutnm. Omnia misces, et cum isiciis mollata (9), aggiungi savore e vino d'uvapassola,
inferes. o sapa. Meschia tulto, e servi con le polpette.
Apodcrmum sic facies —■ Alicam elixatam, A m m orsellato con pinocchi e m andorle—*
nuclcis et amygdalis depilalis et in aqua infusis Cuoci spelta lessata con pinocchi e mandorle da

(i) Phasianus Gallus Lino. Lessico dellyEsichio *, ma con tutto ciò non si viene a
(а) L ’ olio che primo stilla dalle olire con moderata sapere che cosa sia questa Orinda. Io crederei che
pressione. dovesse stare O ryza, se non Olyra. Il Barbaro ne' suoi
(3) Vedi cap. a? del lib. i. conienti a Dioscoride, (Yen. i5 i6 , pag. 44 ) dice : Or-
(4 > Favo cristatus Linn. nides ab O ryza, sive ab sem ine qiiodam A elhiopico
(5) S u t Scrofa Linn. ta m sim ili Sesam o , u t diffìcile possit inlernosci. Or-
(б ) F icus Carica Linn. nides per Orinda non mi fa meraviglia \ ma si conviene
(?) O ryza saliva Linn. al mio pensiero quanto alla Oryza. Che cosa sia poi
(8) A lliu m P or ru m Linn. quel seme di Etiopia tanto simigliante a quello del
(9 ) Orinda. Il Fnrlanetto riporta a questo vocabolo Sesamo da potersi difficilmente distinguere, in verità
il presente passo di Apicio, e copia parola a parola che noi saprei.
r annotazione dell’ Hnmelberg, che questi tolse dal
et lotis ex creta argentari», ut ad candorem pa- prima mondati ed ammollali in acqua e lavati
rìter perducaotur. Cum jatu miscebis, uva in pas- con creta da argentieri (i), perchè nello stesso
sani, caraenuin, rei passum desuper contractum tempo si riducano candide. Nel mescere spargivi
asperges, et in boletari infere*. sopra sapa o vino di ava passola assai conden­
sato, e servi (a).

CAPUT in . CAPO III.


VuLVOLAB. BoTELLI. Ammoesellati k Salsicciotti.

Vulvulae isiciatae sic fiunt. Piper tri tuoi et Gli am m orsellati a mó* d i vufoette farai
cuminum, capita porrorum brevia duo a mote così (3). A polpa battuta e sminuzzata, mesci pepe
purgala, ruta, liquaraen, admiscentur pulpae tun- trito e cornino, due capi di porro senza cipolla
sae et fricatae. Denuo ipso subtrito ita ut com- e ruta e savore. Soppesiate di nuovo il composto,
misceri possit, mittas piperis grana et nucleos, et perchè s1 incorpori, mettivi grani di pepe e pi­
calcabis io mortario bene foto, et coquuntur ex nocchi, e batti in mortaio ben netto, e cuoci con
aqua, oleo, liquamine, fasciculo porrorum et acqua, olio, savore, un mazzetto di porri ed anici.
anetho.
Bolellum sic facies. Ex ori vitelli* coctis, I l salsicciotto farai come segue. Con torla
nucleis pineis concisis: cepam addes, porrum d'uovo cotte e pinocchi tagliuzzati, unisci cipol­
concisum, jus crudum : misces piper roinutum, et la (4) e porro tagliato e brodo crudo (5) : mescivi
sic intestinum farcies. Adjicies liquamen et vi­ pepe tritato ; e di queste cose ineschiate empi n n
mini, et sic coques. pezzo di budello. Aggiungerai savore e vino, e
così cuocerai.
— —

CAPUT IV. CAPO IV.


L ccabicab. L ccahichb ( i ).

Lucanicas simili ter, ut supra scriptum est. Le Iucaniche similmente come di sopra si è
Lucanicarum confectio — Teritur piper, cumi­ scrìtto — P e r fa r e le Iucaniche — Si trita pepe,
num, satureja, ruta, petrosclinum, condimen- cornino, peveretla, ruta, prezzemolo, condimen­
tum, baccae lauri, liquamen ; et admiscetur pul- to (6), coccole di lauro, savore ; e si meschia ogni
pa bene tunsa, ita ut denuo bene cum ipso sub­ cosa con polpa sminuzzata, pestando poi di nuo­
trito fricetur, cum liquamine admixto, pipere in­ vo il composto, insieme con savore, pepe intero,
tegro et abundanti pinguedine et nucleis : farcies molto grasso e pinocchi : insacca in un budello,
intestinum perquam tenualim productum ; et sic allungandolo quant’ è possibile, e così sospendi
ad furaura suspenditur. al fumo.

— ♦ ----

(i) Cioè un’ argilla bianca. (4) Questo brodo crudo, o salsa cruda, la tro v e rai
(a) La lezione comune è vel passum desuper con - al cap. ix del libro vi.
J r a c tu m asperges . Ho sostituito contractum , cioè rè* (5) Ritengo anche ih italiano il vocabolo Lucanie a ;
strettoy condensato , per trarne qualche senso con perchè, essendone pervenuto dalla Lucania (Basilicata)
piccola mutazione. Del resto panni che debba leggersi 1*inseguimento a Roma, è dovere onorare, m antenen­
t>el passum , et piper (o desuper piper) cotifractum done il nome, gl’ inventori delle cose utili.
asperges. (6) Questo condimento sarà stato un miscuglio di
(3) A lliu m caepa Linn. droghe, come i nostri cuochi appellano altro m iscu ­
glio simile spttierie dolci.
F àrcim inà . R ip i e n i .

Ova et cerebella teres, nucleos pineoi, piper, Trita uova e cervella con pinocchi, pepe, sa­
liquamei), laser mediconi ; et his intestìnum ira- vore, poco laser, e con ciò empi un budello.
plebis. Elixas, postea assai, et inferes. Lessa, quindi arrostisci e servi.
Aliter — Coc la ni alicam et tritam cum pulpa In altro modo — Cuoci spella e tritala ; ag­
concisa et trita una cum pipere et liquaraine et nu- giungi polpa sminuzzata e pesta con pepe, savore e
clcis. Farcies intestìnum et elixabis; deinde cum pinocchi. N’ empirai il budello, e lesserai : poscia
sale assabis, et cum sinapi inferes, vel sic conci- arrostirai con sale, e servirai con senapa (1). Op­
sum in disco. pure servirai il salsicciotto semplicemente taglia­
to, sur un piatto.
Aliter — Alicaro purgai, et cum liqunmine In altro modo — Purga spelta, e lessa in
intestini et albumine porri concisi minutatilo si- brodo d'intestini, col bianco di porri sminuzzati.
mul elixas. Etilato tolles pinguedinem ; concides Prendine poi la poltiglia ; taglia inoltre briciolini
et copadia pulpae ; in se omnia commisces ; teres di carne, e meschia tutto insieme (a). Pesta ligu­
piper, ligoslicum, ova tria : haec omnia in moria- stico, pepe e tre uova. Mescola tutto in mortaio
rio permisces cum nucleis et pipere integro. Li- con pinocchi e pepe intiero. Bagna con savore,
quaraen suffundes, intestinum imples, elixas et erapine un budello, lessa e arrostisci ; o lessa sol­
subassas, vel elixura tantum appones. tanto, e dà in tavola.
Aliter — Circellos isiciatos — Reples intesti­ In altro modo — C erchietti d i ammorsella­
num impensa isicii, et circellum facies rotundum. to. Empi F intestino con composizione di ammor­
Fu mas. Cum fumaverit, subassas, exornas ocno- sellato, e quindi volgilo a cerchio, ed asciugalo
garo phasiani ; profundes, sed cuminum addes. al fumo ; poi (3) arrostisci, e regala con salsa acida
di fagiano : largheggia di salsa, ma aggiungi co­
rnino (4).

(i) Sirtapis nigra Limi. verbo ; benché il secondo uso, che sarebbe asciugarsi
(a) Copadium è spiegato da Papia e da amichi svaporando , è regolarissimo, e nuovo H primo che è
glossari! per briciola di carne , dal greco x o ir r fir , in senso attivo.
ta g lia re , onde xeVcnov, pezzettino , e x a v a v i^ iiv , (4) Ho levato la posa dopo exornas , e P ho tras­
sm in u zza re col pestello. Non so adunque perchè nel portata innanzi a profundes ; perchè exornare dicesi
P orcellin i si spieghi come una corruzione di cupe- propriamente di salse aggiunte (V . lib. vii, c. i 4), come
d in e . Un codice ha qui compadia , che fu mutato è qui P enogaro ; e perchè profundere col sesto caso
scioccamente in compendia . non sembra stare. Forse profundes è una chiosa di
(3) Pare che debba leggersi cum Jum averis, per exornas, intrusa fuor di luogo.
n o n avere cosi da vicino due usi diversi dello stesso
APICII COELH
LIBER III.

QUI CEPUROS APPELLATUR


IDEST HORTELANUS

CAPUT I. CAPO I.
Db o l b e ib c s . Ut o o e «lui sm a b a g d ir u m FIAT. Degli e r b a g g i. Come ogbi erbaggio a faccia
DEL COLORE DELLO SMERALDO.

Omne oidi smaragdinum fiet, si cam nitro co- Ogni erbaggio muterà il colore naturale in
quatar. quello dello smeraldo, se cuocasi con sale ammo­
niaco (i).

ca pu t n. c a po n.
PuLMBlfTARIUM AD VB1VTRBM. POLTA PEL VERTER*

Belas minuta* et porro* requietos elizabis. In Lessa bietole (a) sminuzzate e porri avvizzi­
patina compone*. Teres pi per, caminuro. Suffun- ti. Poi metti in tegame. Trita pepe e cornino.
de* liquamen, passimi, ut qnaedam d ulcedo sit. . Bagna con savore e vino d* uva passo!*, perchè
F acili a i fierveat Gum ferbuerit, infere*. vi abbia un p o'di dolce. Fa alzare il bollore.
Quando bolla, servi.
Simili ter polypodiam in tepidam mittis. Ubi Similmente, infondi polipodio (3) in acqua
mollierit, rade* ; et minutum, cam pipere et cu­ tepida. Quando sia ammollato, raschialo (4) : e
mino trito, in patinasi ferventem miltes, et uteri*. tagliuzzato, mettilo nel tegame bollente, con pepe
e cornino pur triti : poi usane.

(i) Che ciò sia Tero, almeno sempre, tatti i chi­ (3) Polfpodium volgare Linn.
mici diranno che no. (4) Credo che il cuoco vorrà accennare alle radici,
(s) Beta vulvarie Linn. non alle frondi del Polipodio.
A li ter ad venlrcm — Facies hetaoeorum fasces, A ltr a p e l ventre — Appresta più fasce Iti d i
deterge*, laves. In eorum medium nil rum asper­ bietole ; pulisci e lava. Nel mezzo di ogni fascetto
ges, et adligas singulos fasces. Mittes in aquam. inetti e ferma, legando, sale ammoniaco : poi les­
Cum coieria, condies patinata : cum eadem pas­ sa. Lessato che sia, metti in tegame con vino d’ uva
soni ve! caraenum, et curainum et piper asperges pastoia o sapa, cornino, pepe, e un po' d*olio. A l­
et oleum modicum. Obi ferbuerit, polypodiom lorché bolla, pesta polipodio e bricioli di noci con
et frusta nucum cum liqoamine teres, iu ferven­ savore, e getta nel tegame bollente; cuopri, to g li
te m patinam fandes, coopcries, statim depones et subito dal fuoco, e te ne servi.
uteris.
Aliter— Betaceos Varronis— Varrò : Betaceos, In a ltro m odo — B ietolacei d i V a rro n e —
sed nigros ; quorum detersas radices et mulso de- Così insegna Varrone. Piglia radici di bietole
coctas cum sale modico et oleo, Tel sale, aqua et nere (i) ; mondale, e falle disfare al fuoco iti v in o
oleo, in se coques. Iusculum facies et potabis. Me- melato con poco sale ed olio, od anche in acqua
lius erit si iu eo pullus sit decoctus. con sale ed olio. Ne farai un brodo grosso c h e
berai. Se il vuoi migliore, consumavi anche u n
pollo.
Aliter ad ventrera — Apios viride*, cum suis A ltr a p el ventre — Laverai e quindi disecche­
radici bus, lavabis et siccabis ad solem. Deinde al­ rai al sole sedani verdi con le loro radiche. Q u in d i
ba men et capita porrorum simul elixabis in cac- , ne lesserai in pignatta nuova il bianco, insiem e
cabo novo, ita ut ad terlias deferveat. Postea teres con capi di porri, finché l'acqua si riduca ad
piper, li qua men, et aliquautulura nielli* humore un terzo. Poscia triterai pepe e savore, e tem pe­
temperabis, et aquam apiorum decoctorum cola- rerai con on tantioo di mele liquido, e vi colerai
bis in mortario, et superfundes apio. Cura siraul sopra nel mortaio Y acqua dei sedani. Poi versa
ferbuerit, appone* : et si libitum fuerit, apios tutto insieme sopra nuovo sedano, e metti a b o i
adjicies. lire : quando ha bollito, da in tavola. Se volessi,
puoi continuare ad aggiunger sedani.

ca pu t m . CAPO III.
Asparagi. Asparagi (a).

Asparagos siccabis : rursum in calidam sub­ Disecca gli asparagi ; e, quando ta voglia usar­
irai tes. ne, falli rinvenire nell'acqua calda.

— <•— ---- *0»----

CAPUT IV. CAPO IV.


Cucurbita. Zucca (S).

Callosiores reddes cucurbita* ad guslum — Cu- Per render le zucche un po' callose e g ra te al
curbilas coctas, expressas, in patinavo compones. palato, tien questo modo. Cotle e scolate che sia­
Adjicies in mortarium piper, cuminum, silpbion no, mettile in un tegame. Poi getta nel m o rta io
modicum, rutam modicum; liquamine et aceto pepe, cornino, poco laser, poca ruta, e tem pera
temperabis; mittes defrnti modicum, utcoloretor. con ìicelo e savore, aggiungendovi un po’ di sapa
Jus exinanies in patinam. Cum ferbuerit iterum perchè dia il colore ; e questa cóncia versa n e l
ac tertio, depones, et piper minutom asperges. tegame: poi Inetti a bollire. Dopo dde e tré b o l­
liture, leva dal fuoco, ed impcpa.

(i) B eta cicla. Linn. (3) Cucurbita Pepo Limi.


(a) A sparagli* officinali* Linn. ‘
Aliler — Cucurbita» jure colocasiorum — Cu­ In a ltro m odo — Z u cch e a m ó * d i coloca -
curbitas coquas ex aqua ju nodiun colocasiorum. sia (i) — Cuoci le zucche nell’ acqua, come si
Teres piper, curai»uno., rutam ; suffundes acetum ; cuoce la colocasia. Trita pepe, cornino, ruta, e ba­
liqnaraine temperabis in cacabum, cui adjicies; et gna con acelo; getta nella peptola, dose concierai
eas cucurbitas incisa*, espressa*, in jus mittes, ut con savore : in questo intinto metti a bollire le
ferrea» t. Amylo obligas, piper asperges et inferes. zucche tagliate e spremute. Condensa con amido,
cospergi di pepe e servi.
A li ter— Cucurbitas more Alexandrino— Eli- In alt^o modo — Z u cch e secondo il costum e
xatas cucurbitas exprimis, sale asperges, in pati­ A lessa n d rin o — Spremi le zucche dopo averle
na compone*. Teres piper, ciitpinura, coriandri lessate, cospergi di sale e preparale nel tegame.
seroen, raentham riridem, laseri* radicelo. Suf­ Trita pepe, cornino, semi di coèiandro, menta
fundes acetum. Adjicies caryotam, nucleum ; te­ verde, radice di laser. Bagna con aceto. Aggiun­
res. Mei le, aceto, liquamine, defruto et oleo tem­ gi cariote (2), pinocchi; e trita. Concierai con
perabis, et cucurbitas perfundes. Cura ferbuerint, mele, aceto, savore, sapa ed olio ; quindi verse­
piper asperges et inferes» rai tutto sovra le zucche. Allorché bollano, co­
spergi di pepe e servi.
Ali ter — Cucurbitas elisatas ex liquamine, In a ltro m odo — Le zucche lesse concia oon
oleo et mero. savore, olio e vino pretto.
Al iter — Cucurbitas frictas oenogaro simplici In a ltro m odo — Le zucche fritte concia con
et pipere. savore acido semplice e pepe.
Aliter — Cucurbitas elixatas et frictas, in pa­ In a ltro m odo — Prepara nel tegame le zuc­
tina compones. Cuminatum superfundes, modico che lesse o fritte. Bagna con salsa di cornino (3),
oleo superadjecto. Fervere facies et inferes. aggiuntovi poco olio. Fa che bollano e servi.
Aliter — Cucurbitas frictas tritar — Piper, li­ In a ltro modo — Z u cch e f r i t te trita te (4 ) —
gustica!», cuminura, origanuro, cepam, rioum, li- Pepe, ligustico, cornino, maggiorana, cipolla, vino,
quameo et oleum. Amylo obligabis in patina, et savore ed olio. Condensa con amido nel tegame, e
inferes. servi.
Aliter — Cucurbitas cum gallina — Duracina, In a ltro m odo — Z u cch e con pollan ca —
tuberà, piper, caraeum, cuminura, silpbion ; con- Pesche duracine, tartufi, pepe, carvi, cornino, la­
dimenta viridi», mentham, apiura, coriandrum, ser; condimenti verdi (5), menta, sedano, corian-
pulegium, cala mentham ; rael, vinum, liquamen, dro, puleggio, calaminta (6) ; mele, vino, savore,
oleum, acetum. olio, aceto.

( 1) A rum Colocusia Lino. I Romani facevano uso (3) Vedi libro 1 . cap. xxix.
grandissimo della Colocasia, a cui sapevano togliere (4) Forse tritas è qui verbo da unirsi con piper
r acrimonia. La mangiavano allesso ed apprestata in ec. quantunque il verbo tritare si creda barbaro.
più modi. Da prima 1* avevano dall' Egitto, paese suo (5) Che cosa intenda per condimenti propriamente,
naturale; ma poi la coltivavano anche nei dintorni di ned io il so, nè seppero indovinarlo tutti i passati com­
Roma. Palladio de re rustica lib. 3. Februarius dice : mentatori. Qui pare che sieno l’ erbe aromatiche che
H oc mense Colocqsiae bulbos ponemus. A m a n t séguooo dopo la parola condim enti verdi , e forse sa­
humidunt tocum , pinguem, m axim e irriguum . Circa rebbe da aggiungere, cioè menta, sedano, ec. È pro­
f o n te s laetantur e t rivos, nec de soli qualitate cu­ babile però che presso i cuochi Romani il vocabolo
rante s i perpetuo Joventur Immore. Fróndere prope predetto significasse un miscuglio d 'erb e aromatiche
sem per possunt, ai, tanquam c itrtta , tegumentis de- universalmeute conosciuto. I nostri cuochi con la pa­
J en d a n tu r a frig o re. L e parole in modum coloca- rola m azzetto senza più, intendono generalmente un
s io rum mi paiono sospette, e nate forse da una chio­ fascetto composto di timo, maggiorana, dragoncello e
sa del precedente iure colocasiorum. Tutto il più cipolla.
riterrei coquas e x aqua colocasiorum, (6 ) Melissa Calamintha Linn.
(a) C a rio ta urens L in a .
CAPO v.
ClTEINI. C e d b id o li ( i ).

Sii montanina, silphium, mentham siccam, Siler montano (a), laser, menta secca, aceto,
acetum, liquamen. satore.

CAPUT vi CAPO vi.


CUCUXBBBS. Cooomexi (B).

Cucumeres rasoi, site ex liquamine, ave ex I cocomeri scortecciati, se gli appresti con
oenogaro, sine ruota et gratitudine, teneriores satore, o con satore acido, ti riesciranno più
senties. leggieri, talché non ti produrranno nè nutazio­
ni, nè flatuosità.
Aliter — Cucumeres rasos elixabis cum cere- In a ltro modo — Lesserai i cocomeri da p ri­
bellis elixis, cumino et melle modico. Vel apii ma scortecciati con cervelli già lessati, cornino
semine, liquamine et oleo elixabis; obligabis, pi- e poco mele. Oppure, con semi di sedano, satore
per asperges, et iuferes. ed olio; Condenserai il sugo con amido, cosper­
gerai di pepe e sortirai.
AKter cucumeres — Piper, pulegium, mel tei C ocom eri in a ltro m odo — Pepe, paleggio,
passum, liquamen et acetuui. Interdum et silphium mele o vino d’ uta passa, attore ed aceto. Q u al­
accedit. che tolta puoi aggiungere laser.

CAPUT VII. capo vn.


P kpohbs et Melonbs. P oponi (4).

Piper, pulegium, mel tei passum, liquamen, Pepe, paleggio, mele o tino d 'u t a passa,
acetum. Interdum et silphium accedit. savore, aceto. Qualche tolta anche User.

ca pu t vm . capo vm .
Ma lva s. M u ti.

Malvas minores, oenogaro et liquamine, oleo Malta minore (5), con satore acido, savore
et aceto. semplice, olio' ed aceto.
Malvas npjores in oenogaro, pipere, liquami­ Malta maggiore (6), con savore acido, p ep e,
ne, caraeuo tei passo. savore semplice, sapa o tino d'uva pasta,

(i) Cucum is sativus Lina. Credo che i citrin i (а) L aserpitium Siler Linn.
dell* autore debbano interpretarsi pei nostri cedriuoli. (3) Cucurbita Citrullu* Linn.
D el resto, è assai curioso questo cuoco. Per esempio, (4) C ucum is Melo Linn.
nel capo presente ordina una salsa pe’ cedriuoli, ma (5) M alva rotundifolia Linn.
non dice se dovessero essere lessati o crudi ; se la salsa (б ) Lavatera arborea Linn.
dovess’ essere calda o fredda, ec. ec :
C tmàB ' BT. COLICELI. T alli b B b o c c o li ( i ).

< (Cyrnss Curoinnm, «dem*, vinosa te la i, I talli acconcierai .con sale, vino «.vecchio ed
obÉ n. Si lo lfli^ 'id d esifip « et ligastkain, meo- olio, Se vnoi, aggiungi pepe, ligustico, menta,
tham, ruta*»* oormodvarili (olia ooliculorum, li- rota, coriaodro, fogliuzxe di broccoli, savore,
qnamen, vinoni, oleum. vino ed olio. . •>
▲ iter** Galtados»eliXAto*medinbi*4 stimma A ltr im e n ti — Taglia u o m o sbroccoli les­
foliorum! terti asm ooriandro, eepn, cumino, sati , e trita le sommità delle foglie con conandro,
pipere, perno vel ceraeoo, et oleo modico. cipolla, cornino, pepe, vino d’ uva passa, o sapa, e
poco olio.
▲liter — Colicoli elixati, in palina composi li, A ltrim e n ti — 1 broccoli lessati, messi in teg-
condinntnr liqoaniùle, Jleo* i»ert>, camino. Piper ghia, si acconcitatr con? savore, olio, vin pretto,
asperges. Porrum, cnminum, corìandrnm viri- cornino. Cospergi di pepe. Affettavi sopra por­
dem saper coiicides. > / ro, cornino, coriandro verde.
Aliter — Colicoli conditi, a l sapra, cnm elixis A ltr im e n ti — 1 broccoli conditi come sopra,
porri# coquantur. : cnoci con poni lessati.
Aliler *r Coliculos, con dice, n i sopra; admir A ltr im e n ti— Condisci,i broccoli come sopra,
sces oliva* viride*, et sim ol ferveant* . meschiavi olive verdi, e bollano insieme.
Aliler — Coliculis conditi*, ut sopra, super- A ltr im e n ti — Conditi i broccoli come s’ è
fundes alicam elixam cóm nuclei*. Et uvam pas- detto, giItavi sopra spelta lessata e pinocchi. Spar­
sam super a s p e # ^ ^ r ^ givi anche ava passa.
./ t
— •>—

CAPUT X. Ca p o x.
■ P o u f. Po m i. , ,

P o m a maturo* fieri — Pugnami salis, aqoam Come s *inteneriscano (a) i p o r r i — Fa un


et oleum : mixtum facies, et ibi coques, et eximes. miscuglio con un pugno di sale, acqua ed olio ;
Cum oleo, liquamine et mero infere*. cuocivi i porri, e quindi li togli. L i servirai con
olio, savore e vino pretto.
Aliter — Porro* opertos folli* colicnlorum in In a ltr o m odo — Cuoci i porri, involti in
pruni* coqnas, et ut saprà infere*. foglie di broccolo, sotto le brace, e servili come
•a i •, sopra. *
Aliter — Porro* in cacabo coctos, ni sopra In a ltro m odo — Cuoci in pignatta i porri, e
infere*. , i servili come sopra.
Aliter — Porri cum elixati erunt, fabae non- In a ltro m odo — Lessati i porri, mesci al
dum condi tae plnrimom admlsce conditorae, in condimento, con cui li vuoi, mangiar e, molta fava
qna eos manduca turo* es. non condita.

». 'Arti

*f . *.. ' .. /.m i4. i»'


(x) Distinguo, per buona intelligenza, i talli dai broc­ (a) Anche questo uso di m a ttiti* Alàggi Patten-
coli. Tallo dico al fiore ancora chiuso fra le foglie; eiOfte del Porcellini e del Fdrtafcetto.' A llo «Sceso
Broccolo, allorché il fiore, non aperto^ hutladimeno è modo Pallàdio disse m aturare o tto * m aria (xm, s s ) ;
già uscito dalle foglie. L a pianta è la B ta ttic a olera- e Dame scéme eh* la pioggia non pareva m a tu ra r
c ta del Linneo. Capaneo.
C É & V ttJ E L a m w j

! • B it AB. ‘ BttTDfLK; />

^ * «Conchic»‘ pornam, coriandrum, cumibum, Tagliuata poevò^ corandm^ éoiMno/oTa pas­


nvamHpemm, (farinam) j et omnia in medullam sa ( i); metti ogbicosg.%i fiò h d U aK aayeiid ttò i
milieu Obltg«biiv«t ila inferes e» liquamiiie, a un o o d ^ è rù n ilv a é itiim reliiilio e d
oleo, aceto. aceto (2). .«uri* .rnnuiv ,i j h i m |
' Aliter à Betàeelisae ex smapiy oleo modico In a ltr o m odo -4* Le ttetele, potrai « c o ir le
«t kocfto bene inferuntnr. > lesse* ^acconciate con senapa, poco ofcio»fed«oeto.
‘‘i . ■ ...................... ■ ' *4 •

! t>ir i i ■ Ir U r
CAPUT XII. CAPO, X IL„
' ; ' ' 1
Olvsatba. ‘ Smih sio o Macero** (3)j ;

Olusatra in fascicalura Tedacta, mano, ex li» Lo smirnio si serre bene fattó afaseetti c o s i
q damine, oleo el mèro, bene infenlntar ; rei cum crudo, acconciato cbn<savoreyoHoe rmo p re tto ;
piscibus assist oppure con pesci arrostiti i? 1 • ''ri:
f ,
' 1 *I I :

ca pu t xm . CAPO X ltì.
R a p a e s i t e ^*a p i . Rape ^4), oppure savori (5).
- ir i , ; / a '-’/ i J . K *
Rapas, sire napos e lix ato s exp rim es ; deinde Spremi P acqua dalle rape o navoni lessati ;
teres cum inum p lu rim u m , ru tam m inus, laser quindi pesta molto cornino, ruta meno, laser
parth icum , m el, acetura, liq u am en , defrutum , et partico (6), mele, aceto, savore, sapa e poco d1 o -
òleuba raodièe. P e rr e r e facies et infères. ' lio. Fa che bolla ogni cosa insieme, e secviw !
A lite r — Rapas sive napos elixas e t infères. In altro.modo — Lessa rape O'DsToni, e sferri.
O leum superstitlabis. Si voles, acetum addes. Vi stillerai sopri olio. Se vuoi aggiungi aòeto. «

— * ----- - ’----

CAPUT XIV. CAPO XIV.


R aphaki. Rafani (7).

■ Rapfoanos cum piperato, ila ut piper cum li­ 1 rafani acconcia con pepe tritato con savore.
quamine teras.

( 1) Ometto la voce Jarin am , non tanto perché 4 > : ma non è probabile che qni solo prescrivasi u n a
disconviene al verbo concides , quanto perchè la cre­ specie di passola particolare.
do una chiosa di m edul/amy entrata poi nel testo. (а) Questo manicaretto paté una salsa dense d a
Certo, meditila sa lp a re che qui significhi J ior d ifa - fornirne le bietole ; giacché di queste non si fa cen n o
,rana,, come io Plinio :N ;H . xvnr, no, e forspin Apicio fra gl' ingredienti., ’
stesso n, i y A credo sognare gl' interpreti,c h e la pi­ (3) È m ^rnium O lusatrum X^uur.
gliano, chi i a ,s ^ f 9 di m assa in g e n t ile , chi di in­ (4) B rustica fià p a Linn. r ^
tin to o di budello ; nè sembrami necessario, j}è con­ (5) B tossica N apus Linn.
veniente il sostituirvi trullam col Reinesio. Chi non (б ) Questo laser partico, lo metterà per econ om ia.
osasse escluder dal testo la voce Jarinam , , potrebbe ( 7) R aphanus sativus Linn.
leggere uaam passam phariam (V , Plin. N. H . xiv,
O lus molle . POLTA d’ ERBAGGI.

O lu s m o lle ex ol usa Irò co clo ex aqua nitrata . P o lla d i sm irn io cotto nell ’ acqua con sale
— E xp ressu ra, concides rninutatim . X eres p ip er, am m on iaco— Sprem ilo;' q u in d i sm inuzzalo. T r i­
ligu sticu m , saturejara siccara cum cepa sicca, li- ta pepe, ligu stico , peverella q cipolla secche, con
.q u a m é n , oleum e t vinu m . savore, olio e vin o .
A li ter olus m olle — A piu ni coques e x aqu a In a ltr o m odo — P o \ta cT erbaggi — C u o ci
n itrata. E x p rim e s, et concides m inutati!». In raor- sedano in acqua con sale am m oniaco. S p rem i e
tario teres p ip er, liguslicuna, origan uro, cepam , tagliuzza. Fa u n tritu m e d i p epe, ligu stico , m ag­
v in u m , liq u am en e t oleum . C o qu es in p u lta rio , gioran a, cip olla, v in o , sa vore ed o lio. C u o cilo in
et sic apium perm isces.. pentola p oi m ischiavi il sedano.
A li ter — O lu s m olle e x foliis lactucarura cura In a ltro m odo — P o lla d i fo g lie d i la ttu ­
c e p is — C o qu es ex aqua n itrata. E xp ressu m , con­ ga (i) con cipolla — C u o cile in acqua con sale
cid es rninutatim . In m ortario teres pip er, lig u sti- am m oniaco ; sprem i, e tagliuzza. F a lo ro u n tr i­
cura, apii sem en, m entham siccara, cepam , liq u a - tum e di pepe, ligu stico , sem i d i sedano, m enta
m en , oleu m , vinum . secca, cipolla; sa vore, o lio , v in o .
(Aliter) — O lu s m olle ne arescat, sumraa q u ae- P erch è la p olta d 'e r b e non in alidisca (a), ta­
q u e am p u ten lu r, et pu rgam en la et caules m ade- glian e via tu tte le cim e, e trita le n ettatu re ed i
factos in aqua a b sin lh ii con ter ito. gam b i am m ollati in acqua d ’ assenzio (3 ).

----- «C—

CAPUT XVI. CAPO XVI.


U erbae eusticae . E rbe silvestri.

Liqu am in e, oleo, acéto, a m anu ; vel in patina, C o n savore, o lio , aceto ; cru d e. C otte, con
p ip ere , cu m in o, baccis lentisci. pepe, com jno, b acche di lentisco (4).

— 4 »—

CAPUT XVII. CAPO XVII.


U rticab . O rtiche (5).

U rticara foem inam , sole in ariete posito, ad - M angia V o rtic a fem m in a, a llo rch é i l sole è in
v e r s u s a egritu din em sum es, si voles. a rie te, se vuoi p reserva rti d a ' m alori (6).

(i) L actuca saliva. Limi. se ne pigli solo la parte di mezzo, come prescrive
(a) Pare un avvertimento soggiunto, non un altro espressamente altrove delle malve e delle bietole (li­
m o d o di polte; sicché 1* A lite r sia stato premesso da bro iv, c. a, n. i3); i gambi poi e le nettature si mettano
q u alch e copista.L’ Humelbergio ad arescat sostituì ace- in acqua assenziata, e si tritino.
jsc a t ; ma non sembrami punto migliore. Io tenni in (3) A rtem isia A bsinthium Linn.
q u esto la lezione del codice vaticano \ e mi sono in vece (4) Pisfacia L entiscus Linn.
perm esso, su ’1 line del capìtolo, di mutare contesilo in (5) P itic a dioica Linn.
c o n te n to . Spero che questa licenza mi sarà perdonata, (6) Questo è 1’ unico capo, in cui si trovi an p o'd i
ottenendosi a questo modo un senso ragionevole ; men­ astrologia giudiciaria. u L ’ ortica, dice Plinio, in pri­
t r e , stando alla lezione comune, non so qual senso si mavera, su '1 mettere, è cibo non disgrato, e per molti
possa trarne. Il precetto d ’ Apicio, secondo il mio av­ anche religioso, credendo di preservarsi con esso da
v is o , è questo che, acciò le polte d’ erbe non riescano malattie per tutto 1' anno (X X I, 55). »*
tig lio se ed alide, si taglino via le cime delle foglie, e
C elio A picio
CAPUT x v m . CAPO XVIII.
I n tu ba ac la ctu ca e. C i c o r i a ( i ) b l a t t u g h e s e l v a t i c h e (a ).

Intu ba ex liquam i ne et oleo m odico, m odice L a cicoria acconcia con savore, poco o lio e
eepa concisa. P ro la c tu d s vere, h vem e in tuba, ex un po' di cipolla tagliata. P e r le la ttu g h e in p r i ­
em bam m ate, v c l m clle et aceto. m avera, e la cicoria nel v ern o , concia con s a ls a ,
o vvero con m ele ed aceto.
A g rila c tu c a s cum o x y p o ro et aceto et m odi­ L a lattu ga condisci con elettuario d ig e s t ib ile ,
co liqu am in e. , aceto c poco savore.
A d d igeslion em et iu flalion em , eì ne lactucae E lettu a rio p e r la digestione e V e n fia m e n ­
laedan t —- C u m in i unc. a. zin g ib e risu n c . i. ru la e to , e perch è le lattughe non fa c c ia n o m a le
v irid is unc. i . d actyloruin pin gu iu m scrupulos ia . — C ornino, o n d e d ue zen zero , o n d e una;
piperis unc. i . m ellis u n c. 9. C u in in u m , aut A c- ruta verd e, o n d e u n a ; datteri p olp u ti, s c r u p o li
th iopicu ra, aut S yria cu m , aut L y b icu m . T u n d is d o d ic i; pepe, o n d e u n a ; m ele, o n d e n o v e . Il
cam in u m , et postea in fu n d ij in aceto. C u iu sieca- cornino sia pu re 0 E tiop ico, 0 Siriaco, 0 L ib ic o . P e ­
v e r it, postea m elle om nia com preb end is. Cum sta prima il cornino, e infondilo in aceto. Q u a n d o
necesse fu erit, d iin idiu m cochlearium accio et li- n ’ è im b evu to , impasta tutto con m ele ; e a llo r c h é
q u am in c m odico m isces. E t post coenaru d iin i- ti occorra, stem prane m ezzo cucch iaio n e ll’ a c e lo
diura cocbleare accipics. con un po’ di savore. A n ch e dopo il p ran zo p o t r a i
pigliarne m ezzo cucchiaio (3 ).

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CAPUT XIX. CAPO XIX,


C AR D U I. C a r d i (4).

C ard u os, liquam ine, oleo et ovis concisis. I card i a cconcierai con savore, o lio e d u o v a
tagliale.
Ali ter c ird u o s — U n tato, m cntliam , corian- In a ltro modo — F a un tritu m e d i ru ta,
d ru m , foeniculum , om nia v irid ia , teres. A d d es m en ta ,coria n d ro, fin o cch io ; ogn i cosa v e r d e . A g ­
pip er, ligu sticu in , m el, liq u am en et oleum . g iu n g i pepe, lig u stico , m ele, savore cd o lio .
A lite r carduos clix o s P ip cr, cuininum , li­ In a ltro modo c a r d i allesso — P e p e , c o rn i­
quam en et oleum . no, savore cd olio.

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CAPUT XX. CAPO XX.


S P O N G IO L I SIV E F U N G IL I. S p u g n o l e (5).

S pon gioli fricli ex oenogaro sim plici. L e spugnole m angiansi fritte con sa v o r e a c i d o
sem plice.
A lile r — Spongioli elixi ex sale, oleo, m ero, I n altro m odo — Le spu gn ole m a n g ia tisi a l­
corian dro v irid i conciso et pipere integro. lesso, concie con sale, olio, vino p re tto , c o r i a n ­
dro verd e sm inuzzato e pepe in tero.

(1) Cìchorìum Infybus Linn. nitro, 0 sale ammoniaco, c rivoltò f ordine nell* i n f o n ­
(a) l,actuca scariola et virosa Linn. dere in aceto e poi tritare il cornino.
|3) Questo elettuario è re^btruto quasi con le stesso ('j) Canata Canluncuhts Linn.
paiole al cnp. X X X II «lei 1. 1 . c qui Ibi se fu intrudo da * (j) Phallus esculcntus Limi.
un copista, che shadatjmeim ombe i sei sciupali di
A lile r — S pon giolos elixos pcrfundes arri) lato 7 /i altro modo — Bagnerai le spugn ole lessate
infrascrìpto. A p ii sernen, ru ta n ^ n ic l, pip er le re s; con la seguente salsa di am ido. T r ita semi di se­
pass uro, liquam en et oleum raodice. A in y lo o b li- dano, ru ta, m ele e pepe, con vino d ' u va passa,
gas, pip er asperges, et inferes. savore e poco olio. Condensa con am ido, aspergi
di pepe, e servi.
A lite r spongiolos — T c rc s cum inum , rutam , In altro modo — T r ita cornino, ruta, savore,
liq u am en , caraenum m odi ce, oleum , corian drum poca sapa, olio, corian dro v erd e e porro. Così
v irid em et porrum ; et spo n giolos inferes prò servi le spu gn ole in cam b io di salsum i.
salso.
A lite r — S pon giolos elixalos praed urabis. M it- , In altro modo — Lessa le spugn ole ; poi so­
tes* in cacabum oleu m , liqu am en, pip er. P asso dale. M etti in pignatta olio, savore c p e p e ; dà
colorabis, et ob ligas. co lo re con vino d ’ u va passa, e condensa con
am ido.
A lite r — S pon giolos elixalos con tcrcs, et n er- In altro modo — Am macca le spugn ole lessa­
vos eorum exirnes. D einde cum iis alicam elixa- le ^ togli loro i n ervolin i. Poscia triterai con esse
tam et ova conteres, liquam en, pip er. Isicia ex spelta lessata ed u ova, savore, pepe. F an n e pol­
h is facies cu m nucleis et pip ere in om ento. As~ pette con pinocchi e pepe, in vo lgen d ole in om en ­
sabis, oen ogaro con tin ges, et p rò isicia inferes. to. A rrostisci ; sp ru zza con savore acido, e servi
in lu o g o di a ltre polpette.

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CAPUT XXI. CAPO XXI.


C arotae site P astinacae . C arote b P astinache ( i ).

C a ro lac seu pastinacae frictae oenogaro infe- L e carote o pastinache si servon o fritte con
ru n tu r. . savore acido.
A lite r — C arotas,.sale, oleo p u ro , et aceto. In altro modo — L e carote, con sale, olio
pu ro ed aceto.
A liter — C arotas elixatas, concisas, in cum ina- In altro modo — C u o ci le carote, prim a les­
to, oleo m odico coques, et iu feres. Cum inatum sate e tag liu zza te, in salsa di cornino, con poco
colora tum facies. o lio, e servi. D à colore alla salsa.

(i) Pastinaca sai iva Linn.


A P ien C0EL1I
LIBER IV.

QUI PANDECTER (<) APPELLATUR


— m e ***—

C A P U T I. CAPO I.
S alacaccabia . R i freddi (2).

Salacaccabia — P ip e r , m enthara, apium , pu - T rita pepe, m en ta, sed an o, p u le ggio secco,


legiu m a ridu m , cascarli, nucleos pineos, m el, ace- form a ggio, p in occh i, e stem pera con m ele, a ceto,
tum , liq u am en , ovoru m vitella, aquam reccn tem , •savore, tu o rli di u o va , acqua fresca. Passa p er lo
con teres. Panera ex posca m aceratim i exp rim cs. staccio pan e m acerato nella posca (31. C on esso
Caseum bu h u lu m , cucum eres in cacabulo com ­ disponi nel pen tolin o form aggio Taccino e c i-
pone*, in le rp o siiis nuclei*. M iltes concisas cepas triuoli (4), sem inandovi pin occh i. A g g iu n g i fe lto -
aridas m m ulim , jccuscula gallinarum ; jus profon ­ line di cip o lle secche, e fegatelli di pollan ch e.
de* ; su per frigid am collocab is, e t sic appones. V ersavi sopra P in tin to. M etti il pentolino n e l-
P acqua fredda ; e così se rv ilo .
A lite r salacaccabia apiciana — A d jicie s in tnor- A ltr o rifreddo apician o (5 ) — M etti in m o r­
tario apii scnien, pu legiu m a rid u m , m entham taio semi di sedano, p u leggio secco, m enta secca,
aridam , zin zib er, eorian d ru m virid cm , uvani pas- zen ze ro , corian dro v erd e , uva passa senza v in a c­
sam e n u cleatala, m el, a cetan i, oleum et vinum . ciu oli, m ele, aceto, o lio e vino ; fanne uh tritu m e.
C onteres. A d ijcies in caccabulo p a n i*v ic e n tin i tria G elta nel pen tolin o tre fe lle di pane p ice n li-

(i) P andecter , 'rravJiXTiip, da <rdr, tu tto , e comc s’ usava in quel giuoco. II titolo adunque potreb­
d i ; c o m p r e n d e r e , è quanto dire universale . be essere anche KaXel xorret/3/et, o Salsa cottabia ,
(a) I testi a penna hanno Salacatlabia , o Galucat - o qualche e o o di simile. Ho voltato rifreddi , senza
tabia ; donde 1' Humclbcrgio formò con qualche pro­ curarmi d« Ih parola, per una larga somiglianza.
babilità Salacaccabia , vedendo che i manicaretti qui (3) Posca è aceto inacquato, cosi detto con vocabo­
indicati si servono in un pentolino, xaxxet/3/o». Ma il lo generale che suona bibita , da *wóe» o polo , perch’era
composto è voce nuova, c non meno strana dell’ altre. la bibita ordinaria della plebee de’ soldati. A llo stesso
Forse cattabia accenna a quelle torte, dette cottabia , modo i Veneziani chiamano bevanda il vino inacquato.
che davansi per premio al gioco del collabo ne’ con­ (4) Qui intendo, non cocomeri, ma citriuoli.
viti ( F. Polluce V I , 19 ). A questa opinione acquista . (5) Certamente così detto dal famoso ghiottone Api-
fede il vedere il pentolino immerso in acqua fredda, cio, non già dal nostro cuoco.
frusta. In lerp ou es pu lp as p u lii, gianduia* haedi- no (1), tram ezzandovi polpa di pollo, g h ia n d o le
nas, ca$eum veslinum , nucleo* pineos, ciicum eres, di capretto (2), form aggio veslinale (3 ), p in o c c h i,
cepas arirlas m inute concisas. Jus stiperfuudes. c ilriu o li, cipolle secche sm inuzzate. V ersavi s o p r a
ln su p er nivem su b ora asperges, et in feres. il tritu m e. Im m ergi il vase nel gh iaccio p e s to , e
servi (4).
A lite r salacaccabia — Panem alcxa m b in u in A ltro rifreddo — Sm idolla un pane a le ssa n ­
( xcavabis, in posca m acerabis. A d jicie s in m orta- drin o, e m ettilo a m acerare nella posca (5 ).' T r i t a
riq m pip er, m entbam , alb um , corian drum v iri- in m ortaio pepe, m enta, aglio (0), c o ria m b o v e r ­
dera, caseura b u b u lu m sale con d ilu m , aquaui, de, fo rm a g g io vaccin o salato, con acqua, o l i o ,
oleum , in su per vinu ra ; et in fere*. v iq o ;e s e r v i.

CAPUT li. CAPO II.


P atinae piscium, glerun et p orum. T orte di pesce, erbolati e melate .

Patin a cotidiana — C ereb ella elixata teres ; Torta giornaliera (7) — T r ita c e rv e lla le s ­
tum pip er, eum inura, laser cum liq u am in c, carae- sate, con pepe, cornino, laser, savore, sapa, l a t t e
num cum lacte et ovis. A d ign em len cn i, vel ad ed uova. C uoci a fu o co lento, o v v e ro in a c q u a
aquam cnlidam coq u es. , calda (8).
A lite r — Patina v ersatilis — N ucleos, nuces Torta soda da arroeesciare (9) — A b b r o -
fractas, to rrts eas, et teres cum m ele, pipcre, liq u a- slisci pin occh i e gh e rigli di n oci, e trita li c o n
m iu e, lacte et ovis. O lci m odicum . m ele, pepe, savore, latte ed uova. P o co d ’ o lio .
A lite r palina — T h y rsu m la clu cae teres cum A ltra torta — T rita fusti di lattuga con p e p e ,
pip ere, liq u am in c, caraen o, aqua, oleo. C o q u e s; sa vo re, sapa, acqua cd olio. C u oci ; fa r a p p ig lia ­
ovis ob ligabis ; p ip er asperges, et inferes. re con uova ; im pcpa, e m anda in tavola.
A lite r — Palina fusibs — Accipies olusatra, Torta semiliquida (10) — P ren d i s m ir n io ;
pn rgas, lavas, coques. lle frig e ra b is, et friges. A c ­ netta, lava e cu oci : lascialo raffred d are, e p o i
cipies ccreb ella iv , en ervab is, coques. A d jicies in frig g ilo . Snerva e cu oci quattro ce rv e lla. M e t t i
m ortario piperis scrupulns v i; snlfundes liq u a- in m ortaio scrupoli sei d i pepe ; bagna con s a v o r e ,
inen ; fricab is. Postca adjicies c c re b e lla ; frica- e trita. U n iscivi le ce rv e lla, e di nuovo t r it a : in d i
bis itcru m : adjicies olusatra, et sim ul conteres. a g g iu n g i Io sm irnio, e pesta lu tto in siem e. F a t t o
Postea franges ova v n i; adjicies cyalhu m liq u a ^ ciò, schiaccia o tto u o v a ; m escivi un b ic c h ie r .di
m inis, v in i cyallm m , passi cynthum . C o n trita si­ savore, uno di \ ino. uno di passo ; e con qu est»

(1) Il picentino era un pane di spelta spugnoso, leg­ (7) 1/ antica patina s* è conservata, e per h parola e
gierissimo, che s1 usava nelle cucine, perchè facile ad per la forma, nel veneziano piadena ; non però in te ra ­
imbeversi e gonfiare ( M arziale X I I I , 47). Plinio ci de­ mente per 1’ uso. I Latini se ne valevano per cu ocere e
scrive il modo, in cui si faceva ( N . II. X V I I I , 27). servire guazzetti, migliacci e torte più o meno sode ; e
(2) Capra Jlircus Lino. 10 stesso nome passò naturalmente presso di loro, an­
(3 ) I l cacio vestinate è ricordato anche da Marzia­ che a tutti i manicaretti che si cocevano e servivano in
le (X I II , 3 i) e da Plinio (X I, 97). Ma in ambedue quella specie di vasi.
questi luoghi gli eruditi leggono a buona ragione ve- (8) Qui apparisce F uso della stufa umida, eioè d e l
scinus in Juogo di vestirmi. H o detto a buona ragio­ bagnomaria. v
ne, perchè Plinio lo dice provegnente di presso Roma, (9 ) Q u o to manicaretto, crede il Barthio che sia d e t ­
e ne loda segnatamente quello della pianura Cedizia , to versatile quasi fosse d* nn3 natura media, da p o te r
eh’ egli stesso poi colloca nel territorio Falerno (X IV , comparire in più serviti; il Lister, perchè debba d im e­
8). Anche qui leggasi adunque caseum vescinum. narsi e voltar di cóntinuo, finché si rappiglia. Io , le g ­
(4 ) D ell”1uso del ghiaccio per fluidi e solidi presso gendo nel seguente titolo patina Ju silis, contrappongo
i Romani gli e'sempii sono frequentissimi in Ateneo, versatilis z J u silis. Nel n. 1 del c. V di questo lib r o ,
Petronio, Macrobio ecc. Vedi l ì ut ii de pota antiquo - che s’ intitola Gustum versatile, prescrivesi espressa­
rum apud Graevium T . xn. mente palinam versas in lancem.
(5) Q ui, e forse anche nel fine, sembra mancar qual­ (10) Tengo J u silis, com’ è nel codice vaticano c ita to
che cosa •, se pur Fautore non intende che in tutto quel­ dalF Humelbergio : gli altri codici hanno J risiliS j p o ­
lo, che non è qui indicato, sia da tenere il modo del co diverso nella scrittura. Né solo più lontano, m a a n ­
rifreddo precedente. Che anche qui, in luogo di in ­ che me» ragionevole mi pare il J r ictilis sostituito p e r
super vimini, non debba leggersi insuper nivem ? conghiettura dall* Humelbergio, non essendovi di fr itt o
(f>> Questa è la prima volta che il nostro autore che lo smirnio ; mentre la copia de’ liquidi aggiu n ti, e
nomina l1 A lliu m sativum del Linneo. 11 ripetuto tritare d’ ogni sostanza soda, fa credere eh**
il composto abbia a riuscire alquanto liquidò.
m u l tem perabis. Patinarti peru n ges. Im pones in liq u id o tem pera il tritum e fatto. U n gi ben b e n e
th erm osp odio . P oslea qoam coctam fu e rit, pip er la teggh ia, e fa cu ocere su la cin igia . .Q u an d o è
a sperges, e t in feres. . c o lto , im pepa e servi.
A lite r — P alin a de asparagis frigid a — A cci- Erbolato freddo di asparagi — X o g li aspara­
p ies asparagos p u r g a lo s ; in m oriario fric a b is; gi rin cttati, e b attili in m ortaio ; bagna con acqua,
aquara suffun des; p e rfrica b is; p e rc o lu m oolabis, . e seguita a tritare ; poi slaccia. S b u zza e cuoci d ei
e t m iltes fìcedutas cu ralas. T e r e s in m ortario p i- beccafìchi (1). T r ita in m ortaio sei scrupoli d i
peris scrupulos sex ; adjiciés liqOam en ; fricab is: pepe ; versavi savore, c stropiccia ; poi un b icch ie­
v in i cyaihum 1. passi cyath u m 1. olei u n c ia s m : re di vino, uno di passo, tre onere d 'o lio ; e m etti
m iltes in c a cab u m ; illic ferveant. P eru n ges pali­ in pentola a b ollire. C iò Fatto, q n gi la teggh ia ;
nam . In ea ò>a v i cum oen ogaro m isces. C u m gettavi sei u ova con sayore a c id o ; m esci il su go
succo asparagi im pones cioeri calido. Misces im - d eg li asparagi, e n ie lli a cuocere su la cin ig ia .
pensam suprascriptam . T im e ficcdulas com pones. V ersavi il tritum e, ed allora uhiscivi anche i b ec-
C o q u e s; p ip er asperges, et inferes. cafichi. C u o ci, cosp ergi di pepe, e servi.
A lite r — P atin a de asparagis — A d jiciés in A ltro erbolato d i asparagi — M etti in m or­
m orta rio asparagoru ni praecisuras, q u a e p ro jic iu n - taio q u ei frastagli d egli asparagi che si gettan o.
tu r. X eres, suiFundes vinum , colas. Xeres pipe»*, T r ita , bagna con vin o , e cola. T r it a pepe, lig u s ti­
ligusticriin, corian drum virid em , saturejam , ce- co , corian dro v erd e, peverella, cip olla, vin o , sa­
pan i, rin u m , liq u a m e n e t oleum . Succum Iransfe- vore ed olio, e versa il su go n ella te g g h ia, prim a
res in patellam perunctam*. E t si volu eris,' ova ben unta. Se vu o i, scioglivi uova rim estando a l
dissolves ad ignem , ut o b lig e t. P ip e r m inutum fuoco, p erch e il tutto si tenga bene insiem e.
asperges. A sp e rg i di pepe p o lv e riz z a lo .
A lile r — Patinam e x ru slicis, sive cym is, sive A ltro erbolato — A llo stesso m odo farai e r­
sinapi v irid i, sive cucum ere, sive colicu lìs, ila bolati, o di talli, o di senapa v erd e , o di cilriuoli*
facies. Si volu eris, substcrncs pulpas p isciu m , vel o di b ro cco li. Se v u o i, sten divi sotto p o lp e di pesci
pu lloru m . o di polli.
A lite r — P alin a de sam buco calida et frigid a — Torta sambucata calda o fredda — P r e n d i
A ccipics sem en de sam buco ; purgabis ; ex aqua sem i di sam buco (2) ; netta, e disfa in acqua ; p oi
d ecoq u es;su ccu m p e rc o lu m colab is.P alin am per­ passa il su go. U n gi la leggin a , e rip o n v i il su go.
u n ges, et in patinam com ponès. A d cerebella iv P ren d i (3 ) q u attro cervella ; a ggiu n gi sei scrupoli
adjiciés piperis scrupulos v i ; suffundes liq u a- di pepe ; bagna con savore, e trita . Q u in d i versavi
m cn ; fricabis. Poslea adjiciés liquam inis cyathum un bicchier di savore, Uno di v in o , uno di passo,
• u n um , v in i cyath u m , passi cyathum ; teres un a; e stropiccia in siem e (4) ; poi gelta nella tegghia :
tum in palinam m iltes : olei un c. ìv . Pones in d ’ olio vi p o rrai oncie q u attro. C o llo ca la te ggh ia
therm ospodio, et facies ut ferveat. Cum ferb u erit, sovra ceneri calde, e fa che bolla. A llo ra rom pi
frangas postea ova v i ; agitabis, et patinarti sic sei u ova, d igu azza e condensa la com posizione.

(1) Gli ornitologi moderni hanno unite le due specie (a) S am lu cus nigru Linn.
di motacille del Linneo, cioè la hortensìs e la Jlcedula, (3 ) I codici hanno A d surcellum adìlcles etc. don­
perchè non bene determinate, quantunque alla Jlcedula de l’ Humdbergio trasse A d succum illuni adiicies
egli avesse citata la figura della pagina undecima della etc. la sconvenevolezza della qual mutazione apparisce
uccelliera dell' Olina ; e vollero col Bechstein appel­ chiara dalla natura delle cose che qui si prescrivono,
lare il Beccafico, Sylvia horlensis. Io però avrei rite­ e dal riscontro con le altre composizioni simili, che si
nuto P aggiunto Jlcedula, perchè più consono ai costu­ insegnano in questo medesimo capo.
mi dell' animale, e vi avrei apposta la determinazione, (4 ) L ' Humelbergio legge teres tantum , in pati-
e quindi soppressa la specie hortensìs. nam mittes etc. che non dà alcun senso conveniente.
Mi si perdoni questa digressione, e vengo ad Api- La correzione di questo luogo è connessa con quella del
cio. Il testo mi par qui difettoso, non potendosi cre­ passo antecedente, A d surcellum adiicies etc. D el re­
dere nè che i beccafìchi s'introducano crudi, nè che sto chi leggesse teres totum o teres iterum, non avrei
si gettino prima in quel sugo freddo ; tanto più che in che opporre ; purché abbiasi come errore il tantum ,
fine, dopo versato nella tegghia il . sugo ed anche il e si conceda che .1’ in patinam mittes non dee riferir­
tritume, prescrivesi, come di cosa separata, funeJice- si soltanto alF olio, di cui parlasi dopo, ma a tutto il
dulas compones. Credo adunque che l' et mittes sia condimento preparato ; giacchè'non può supporsi che
un errore, o ci manchi alcun ch e; sicché in questo si triti il pepe dentro alla tegghia col sugo di sam­
luogo si comandasse di far cuocere intanto i beccafìchi, buco.
o già colti'di tenerli pronti in caldo.
o b liga b is. C u m obligaveris, p ip er asperges e t ip - C o m e sia densa a d overe, co sp erg i d i p e p e , e
feres. .servi.
Patina de rosis — A cci pie» rosas e t exfoliabls. T o r ta rosata — P ren d i rose e le sfoglia. T a ­
À lb u m tolles, m ittes in rn orlariu m , sufiundes li- glia P u n gh ie dei petali, gettale in m ortaio, b a g n a
q u am en , fricabis. Postca m ittes liquarain is cya - con savore, e trita. Poscia vi a ggiu n gi un b ic c h ie r e
thum unum sem is, et succum per colim i colabis. e m ezzo di savore, e feltra il su go. T o g li q u a t t r o
A ccip ies cerebella iv. en ervab is, et teres piperis cervelli. S n erva, e trita con òtto scrupoli d i p e p e ;
scru p ulos vtu . suffundes ex succo, fric a b is.P o sle a bagna col su go, e stropiccia. D op o ro m p i o t t o
ov a octo franges : vin i cya th u m unum sem is, et u ova , e m ischia un b icch iere e m ezzo d i v in o , u n
passi cyathum unum i olei tnodicum . Poslea pati­ di passo, e un po’ d ’ o lio . Appresso u n g i la t e g -
narli peru n ges, et eam ioip ones cin eri calido, et gh ia, m ettila su la cin ig ia , e gettavi il c o m p o s t o
sic im pensam suprascriptam m ittes. C u m cocla soprascritto. Q u an d o sia cotto, sp o lv e riz z a c o n
fu e rit in therm ospodio, pip eris pu lvcrem su per- pepe, e servi.
asperges, et inferes.
A lite r — Palin a de cu cu rb itis — C u cu rb itas A ltr o p ia tto , d i zucche — M etti in t e g a m e
elixas et frictas in patina coinpones. C u m in atu m zucche lessate e poi fritte. Bagna con salsa d i c o ­
superfundes, m odico oleo superadjecto. F e rv ere rnino, aggiu n to poco o lio . F a che bolla, e. s e r v i.
facias, e t inferes.
P atin a de apua — A pu an i lavas, ex o leo m ace- A c ciu g a ta — L ava P acciuga (i), P a m m o lli­
ras, in cumana coin p on es; adjicies oleum , liq u a - sci n e ll’ o lio, preparala in testo, a g g iu n g i o li o ,
m en , vin u m . A lligas fascieulos rutae et origau u m , savore, v in o . F orm a m azzetti di ruta e m a g g io ­
e t su b in d e fascieulos cura apua elixabis. C u m rana, c lessali con P acciuga. A llo rch é sia c o t t a ,
cocla fu erit, projicies fascieulos, et pip er asperges, getta via i m azzetti, sp o lve rizza con p e p e , e
et inferes. servi.
A lile r. Patina de apua sine apua — Pulpas A c c iu g a ta senza acciughe — S m in u zza p o l­
piscis a ssi,v el e lix i, rainutalim facies, ita abundan- pa di pesce a rrosto od allesso, q u an to b asti p e r
te r, u t patinano, q ualein voles, a dim plcrc possis. em p iere q u ella teggh ia ch e ti b isogn i. T r ita p e p e
T e r e s pip er et raodicum rutae. Su lfu n des liq u a - ed un p o ’ d i ru ta. Bagna con q u an to d i s a v o r e
m en q u od satis eri t, et olei m o d icu m ,e t coinm isces sia sufficiente, e con un po’ d 'o lio ; p o i m e s c h ia
in patina cuid pu lp is ; sic et ova cruda con fracta, n ella teggh ia con le p olpe sop rad d ette, e c o s i
u t u n um corp u s fiat. D esu p er le v iter com pones p u re coti uova cru d e sch iacciate, p e rch è t u t t o in­
u rticas m arinas, u t non cum ovis m isceantur. Im - siem e s’ in co rp o ri. A ccom od a le g g ie rm e n te alla
pones ad vaporem , ut cum ovis ire possint ; et su perfìcie o rtich e d i m are (2), badando c h e n o n
cu m sicca verin t, su perasperges p ip er tritura, et si m escolino con le uova. M etti a scaldare, p e r c h è
in feres ad m ensam. N em o aguoscet q u id m an- con le u o va possa pren d ersi il tu tto ( 3 ). Q u a n d ’ è
«lucet. preso, sp o lverizza co n pepe,, e p orta in ta v o la .
• N essuno conoscerà ch e cosa m angi.
P atin a ex la cle — N ucleos in fun des, et siccas. L atteru o lo — M etti in m olle dei p in o c c h i, e
E c h in o s recentes praeparatos h abebis. A ccip ies poi scin gali. T e r ra i p rep arati dei ricci d i m a r e
patinam , et in eam com pones sin gu la in frascrip ta : freschi (4 )- T o g li la te ggh ia, e d assettavi a m a n o
m ediana m alvarum e t b e la r o m ,e t p orrosm atu ros, a mano le segu en ti cose : la p a rte ,d i m ezzo d e l l e
apios, olus m olle, et virid ia e lix a ; pu llu m raptum fo g lie di m alva e bietola, c p o r ri m atu ri, s e d a ­
et ju re coctu m , cerebella elixa, lucanicas, ova dura (i)*3
4 n i, polta d ’ e rb e (5 ) ed orta g g i le s s i; fr u s t i d i

(i) Clupea E ncrasico/us Lino. Siccas eos recentes praeparatos habebis. L a c o r r e ­


(a) Dal contesto credo poter determinare che la zione da me introdotta mi sembra molto p ro b a b ile ,
Medusa accennata dall* Autore sia la M edusa A u rita perchè dà a questo passo un andare più franco e c o n ­
del Linneo. forme al solito, e perchè corrisponde a ciò che p r e -
(3 ) Ne’ codici sta così, cum ovis ire possint; ne vi scrivesi su ’1 fine, tchinos recentiores .... a sp e rg es ;
era ragione che t* Humelbergio sostituisse di suo ca­ prescrizione che riesce ivi strana ed insolita, se n o n
priccio bollire ad ire ; giacché del senso qui non si siasene fatto alcun cenno prima. L ’ essere stato s c r itt o
può dubitare, e questo ci è offerto bene dalla frase echinos ili abbreviatura, o la vicinanza di s c rittu ra
ire cu m ovisy che è qnanto dicesse coire cum ovis . I l con siccas , può aver fatto nascere 1’ errore. R ic c i f r e ­
dir bullire cum ovis in questo senso mi parrebbe più schi equivale a non salati,
strano. (5) V edi lib. tu. cap. xv.
(4 ) La lezione comune è, N ucleos infundes et
per medium incisa mittes; longanones porci- pollo cotto nel brodo, cervella lesse, lueaniebe,
nos ex jure tarcotino farlo*, coctos, concisos ; je- uova toste divise a mezzo ; salsicciotti di porco
cinora paHoram, palpai piscia aselli fricti, urticas alla tarantina (1), cotti e tagliati; fegatelli di
marioas, pulpas ostreorura, caseos recenles. Alter- polli, polpe di merluzzo (2) fritte, ortiche di mare,
nis corapones ; nucleos pincos et piper. integram polpa d* ostriche, formaggio fresco. Componi a
asperges. Jus tale perfundes: piper, ligusticum, piani alternando. Spargivi pinocchi e pepe intie­
apii semen, silphiura. Coques, et ubi cocta fuerint, ro. Bagna con la salsa seguente ; pepe, ligustico,
la i colasi cui ova cruda commisces, ut emana cor­ semi di sedano, laser. Cuoci, e poscia yevsavi
pus fiat, et sopra illa omnia perfundes. Cuna- co­ latte ed uova crude, perchè s'incorpori bene
cta fuerint* echino* recto tiores, piper aspergesse! ogni cosa. Cotta la composizione, mettivi i ricci
infere*.' di mare (3) freschi; spolverizza Con pepe, e sèrvi.
Patinam apiciniam sic facies — Frusta sumi- I l pasticcio apiciano comporrai così — Frusti
nis codi, pulpas piaciuti», pulpas pulii, ficedulas, di poppe di troja, polpe ì i pesci, polpe di polli,
Tel pectora turdorum cocta, et quaecumque opti- beccafìchi, o petti di tordi (4), ogni cosa cotto, e
ma fuerint. Haec omnia concides diligenter, prae- checché altro ti troverai avere di delicato. Smi­
ter ficedulas. Ova vero cruda cum oleo dissolvis. nuzza, eccettuati i beccafìchi. Sciogli in olio uova
l'eres piper, ligusticum ; suffundes liquamen, vi­ crude. Trita pepe e ligustico ; bagna con savore,
riuro, passum, et in cacabum mittes ut liquefiate vino e passo ; metti a struggere m u n to la , e ad­
et amylo obli gas. Autea tamen pulpas concisas densa con amido. Prima però vi farai bollire
universas illue mittes,et sic bulliat. At ubi coctum quelle varie polpe sminuzzate ; e cotte che siano,
fuerit, levabis cum jure suo, et in patella alternis ne le trarrai col loro sugo, e le riverserai, un ra­
de trulla refundes cum piperis grauis iutegris, et maiuòlo per volta, in una easserola, con grani in­
nucleis pineis, ita ut per lingula coria substernas tieri di pepe e pinocchi, sopra ogni suolo di pol­
diploidem in laganum. Simililer, quotquot lage­ pe stendendone uno di pasta in isfaglia (5). Si­
na postierla, tot trullas impensae desuper adjicies. milmente, quante sfoglie porrai, altrettanti ra­
Unum vero laganuin fìstula percuties, et superim- maiuoli gettavi sopra di condimento. Una di quel­
pones. Piper asperges. Ante tamen illas pulpas le sfoglie, spianala bene col matterello, e stendila
ovis obligabis, et sic in cacabum mittes ; tum im­ sopra per coperta : poi spolverizza con pepe. Nel-
peli sain. Patellam aeneam qualem debes haberc, l1uova sbattute intriderai le polpe prima ancora
infra oslcnditur. di metterle in pentola; e dopo vi getterai il con­
dimento. La forma della casserai», «he dei avere,
è indicata più sotto (6).
Patina colidiana — Accipies frusti suminis Pasticcio giornaliero — Prenderai frusti di
coda, pulpas piscium coctas, pulpas polli coctas: poppe di sorofa, polpe di pesci, polpe di polli,

( 1) Di salsa ttrentina parlasi anche nel c. 7 del poscia viene via via descrivendo ampiamente le gab­
1. vni, n. 1 ; ma non si trova descritta « a i. L* Humelber- bie per contenervi uccelli da ingrassare, i cibi al pro­
gio soppone che sia quella stessa che è poi prescritta posito, i modi ecc.
su ’l fine di questo capitoletto per concia del latterai, (5) Il Furlanetto suggerisce qui la correzione, sub­
lo ,*ciocché non parali probabile. Egli stesso, senza au­ sternas diploiJcm ,'inde laganum . Ha non mi par
torità di codici, trasportò qui l’ ordine delle parafe a necessaria ; perchè, interzandosi a suoli gl' ingredienti
questo modo: L onganones p o te i nos Jartos^ e x ju r e alla sfoglia, ogni cuoio d' ingredienti è veramente un
taren tin o coctos. Ha, non sapendosi nulla di quel soppanno (diplois) che stendesi sotto (substernitur)
brodo o salsa, non era da toccare il testo ; perchè nul­ per la sfoglia che il dee coprire (in laganum ). Altri­
la vieta che, nel comporre le salsiccie, alla carne battu­ menti all* inde laganum convien sottintendere ponis ;
ta si mescolasse brodo con varii condimenti ( F edi il giacché substernes non può riferirsi Convenevolmente
l. II ). La vera scrittura pare longavones. che al suolo di sotto. Io, benché nel tradurre ho se­
(a) Gadus M erlucìus. Linn. A questa specie cre­ guito la lezione, de* codici, credo però che sia qui in­
do riportare 1*A se llu t dell'A. vertito 1* ordine delle parole, e che debba scriversi
(3) E ch in u s esculentus. Linn. substernas laganum in diploidem ; ciocché permette­
(4> T urdus m usicus Linn. I Romani dottissimi, in rebbe anche, se si volesse, di dare a diplois il suo più
gastronomia avevano magnifiche nccelliere per ingras­ ▼ero senso di panno Joderato o doppiato ; e d* inten­
sarvi molte specie di uccelli. Varrone de re rustica dere che la prima sfoglia dehba essere stesa su *1 fon­
lib. 3. cap. 5 dice ; M. L a en ii Strabonis , q ui B run- do stesso, e rivestire la easserola, come prescrivesi nel
d u sii hospes noster , p rìm u s in peristylo habuit e fe ­ seguente capitoletto, e sembra più naturale.
d ra conclusas aver, quas pascerei subjecto rete ; sed (6) Di questo rase aggiungevasi forse la figura.
etia m in T usculano m agno aedificio L u c u lli ecc. e
C e l io A f ic io 6
baco omnia concides diligenter. Àcci pie» palellam ogni cosa cotto $ e tagtiuxxerai tutto diligente­
aeneam. Ova confrmges in cacabum, et dissolTes. mente. Prepara nn,a casserola. Schiaccia delle n o ­
Adjicie* in mortarium piper, ligosticnm, origa- va in un pignaltOve diguazza. Metti in m o rta io
nnm; fricabis; suflundes liqoamen, vinoni, par­ pepe, ligustico, maggiorana; trita ; bagna con ase-
simi et oleum modice; reexinanies in cacabum; vore, vino, passo e poco olio ; versa nel pignatta, e
facies Mt ferveat; cura ferbuerit, amylo obligas; fa che bolla ; poi addensa con amido, e getta l e
pulpas qua* subentrasti in jus miltis. Sub*ter­ polpe sminuzzate in quel sugo. Cuopri il fondo
ne» diploide» patinano aeneam, et trullam plenam della casserola (i) con una sfoglia di pasta, e v e r ­
pulpae, et dispergesoleum, et lagannm poni». Si- savi una cazza di quelle polpe ; stillavi olio, e p o i
militer, qaotquot lagena posueris, tot trulla» im- mettivi un altro suolo di pasta. Similmente, q u a n ­
pensae adjicie». TJnumlaganom fistola percuties; ti suoli fai di pasta, altrettante cazze della co m ­
a superficie versa* in discum; in superficiem po­ posizione vi versa. Una sfoglia assottiglia con lo
ne». Piper asperges, et infere». spianatoio, e stendila arrovesciata in un piatto, e
adattala pet coperta al pasticcio. Spolverizza oon
pepe, e servi.
Patina versatili» vice dolci» — Nucleo» pinco», T o rta soda da arrovesciare (a) in lu o g o d i
noce» fractas et purgata», attorrebi» eas: teres chicche — Abbfostisci pinocchi e noci schiaccia­
cum snelle, pipere, liquamine, lacle, ovi», modico te e rimonde ; poi trita con mele, pepe, savore,
mero, et oleo modico. nova, poco vino pretto, e-poco olio.
Patella tyrotaricha — E x quocumque, pisce T o rta d i pesce salato e fo rm a g g io ‘— Di
salso volueris, coque» ex oleo, exossabi» ; et cere­ qualunque pesce salato tu voglia farla, cuocilo in
bella cocta, pulpas piscium, jecuscula pullorum, olio, togli le spine ; e cervelli cotti, polpa di pesci,
ova dura, caseum mollem excaldatum, haec omuia fegati di polli, nova toste, formaggio tener? lava­
calefacies in patella. Teres piper, ligusticum, ori- to in acqua calda, tutte queste cose scalda in te­
ganura, rutae baccam, viuum, mulsum, oleum. game. Trita pepe, ligustico, maggiorana, coccole
Patellara ad lentum ignem, ut coquatur. Ovi» cru­ di rata, vino, vino melato, olio. Metti il tegam e
di» obligabi»; adordioabis; cuminum minutnm a cuocere a fuoco lento. Addensa con uova c ru d e ;
aspergi», et infere* governa (3) a dovere; spolverizza con cornino tri­
tato, e servi.
Patella sfoca <— Isicia de torsione— Enervabis, P ia tto secco . Polpette d i pesce porco (4) —
concides minutatim. Teres piper, ligusticum, ori- Snerva il pesce, e tagliuzzalo. Trita pepe, ligusti­
ganum, petroselinum, coriandruro, cuminum, ru­ co, maggiorana, prezzemolo, coriandro, cornino,
tae baccam, mentham siccam, ipsum tursionem : coccole di ruta, menta secca, e il medesimo pe­
isicia deformabi». Vinum, liquamen, oleum. Co­ sce, con vino, savore, olio. Fanne polpette (5 ), e
que»; Ooetum iu palellam collocabi». Ju» in ea cuocile. Cotte che sieno, versale in tegame. Fa

(i) Pare ohe il tru llam plenam pulpae sia retto (3) & P unico luogo, in cui trovisi il verbo a d o r -
anch’ esso dal seguente ponia, sicché 1* e t disperge» dinare. Che debba leggersi adom abir, cerne in altri
oleum sia quasi una parentesi. Ma neppur questo ba­ passi simili ?
sta a togliere ogni difficoltà. Come può stare cotesta (4) I vecchi Ittiologi corrono in grandissime a m ­
forma di dire, Substernee diploides patinam aeneam ? bagi a proposito del Tursio dei Latini. L ’ Aldrovasadi
Che debba leggersi diploide ? o che diploide* sia ver­ riporta varie opinioni nella sua Opera intorno i p e s c i,
bo, come il dediploidat supposto dal Bothe in Plau­ • con un pelago di erudizione non decide positivam en­
to, e che sub*terne» ne sia una chiosa malamente in­ te a quale fra quelli presentemente conosciuti aia d a
trodotta nel testo ? o che il patin am aeneam sia retto riportarti. Alcuni vollero che fosse un Delfino, e d il
anch9 esso dal ponix, come mostrano d’ avere inteso. Delphinus Pkocaena di Linneo. Ma la carne dei D e l ­
1* Humelbergio ed il Lister, collocando la posa dopo fini è pessima*, dunque questa no. Altri il credettero u n o
diploide»? In questo caso checosa significherebbe il Squalo, e lo Squalo* centrino dello «tesso tL in n e o :
snbsterne* diploide» ? e come potrebbe sopponi che ma anche di questo la cerne appelliamo P orcelletta^ e d
nell' ordine de9suoli si annoverasse per primo il fon­ è pesce delicatissimo.
do stesso della casserola? (5) Credo che qui sia rivoltato F ordine d elle p a ­
(s) Vedi il secondo capitoletto di questo capo, do- role, e d ie debba leggerai, iipsum tursionem , vsisasm,
v* è insegnato lo stesso manicaretto, senonchè vi man­ liquameny oleum, isic ia dqformabis ; coqnes ec.
ca il vino. Anche qui leggevasi modico melle, e fi»
T Hutoelbergio che, secondo il suo codice, vi sostituì
modico mero.
facies; piper, ligusticum, saturejam, cepam, vi­ loro una salsa di pepe, ligustico, peverella, cipol­
mini, ace tu m (alias liquame n), oleum : in patella m la, vino, aceto (o savore), olio. Addensa con uova,
pones ut coquatur ; ovis obligabis ; piper asperges, cospergi di pepe, e servi.
et infere».
Patella ex olusalro — Elixas ex aqua nitrata ; Erbolato di smirnio — Lessalo in acqua con
exprimis in paIellam. Xeres piper, ligusticum, sale ammoniaco, e spremine il succhio in un te­
coriandrum, saturejam, cepam, vinum, liquamen, game. Trita pepe, ligustico, coriandro, poverella,
ace tura, oleum. T ransferes in patellam, et coques ; cipolla, vino, savore, aceto, olio ; versa il tritume
araylo obligas ; thymum et piper roinutum asper­ nel tegame, e cuoci. Addensa con amido; spolve­
ges. Et de quacumque berba, si volueris, facies rizza con timo e pepe. Lo stesso potrai fare con
ut sap rai qualunque erbaggio ti piaccia.
Patina de apua fricta — Àpuam lavas. Ova Torta d’ acciughe fr itte — Lava le acciughe.
confringes,etcum aqua commisces ; adjicies liqua- Rompi uova e diguazzale con acqua. Aggiungi sa­
men, vinum, oleum ; facies ut feryeat, eteum fer­ vore, vino, olio. Fa che bolla, e poi mettivi le
buerit, mittes apuam.Cum duxerit, subtiliter ver­ acciughe. Allorché il lutto abbia fatLo buon cor­
sa*; facies ut coloret; oenogarum simplex per- po, rivoltalo con diligenza. Fa che prenda colore.
fundes. Piper asperges, et jnferes. Bagna con savore acido semplice. Cospergi di
pepe, e servi.
Palina ex lacertis et cerebellis — Friges ova Torta di sgomberi (i ) e cervelli— Friggi uo­
dura; cerebella elixas et enervas; gigeria palio- va toste ; lessa e sfibra cervelli ; cuoci ventrigli di
rum coques ; haec omnia divides, praeter piscem ; polli ; frastaglia tutto, fuorché il pesce ; versa la
coro pones in patina praemista ; salsum coctum in mistura nel tegame ; metti nel mezzo lo sgombero
medio pones. Teres piper, ligusticum ; sutfundes salalo, cotto. Trita pepe, ligustico; bagna con vi­
passum vel mulsuro,ut dulcis sit; piperatum rait- no d'uva passa o con vino melato, perchè sia dol­
tes in patinam; facies ut ferveat. Cum ferbuerit, ce. Versa il sugo nel tegame, e fa che bolla. Allo­
ramo rutae agitabis, et amylo obligas. ra diguazza con un ramoscello di ruta, e addensa
con amido.
Patina mullorum loco salsi — Mullos rades ; P iatto di triglie (a) in luogo di salume (3).
in patina manda compones! adjicies liquamen ut Scaglia le triglie, e preparale in un tegame netto.
ferveat. Cum ferbuerit,nujlsum mittes aut pas­ Mettivi savore, e fa bollire. Allora versavi vino
sum ; piper asperges, et inferes. melato, o passo; aspergi di pepe, e servi.
Patina piscium loco salsi. — Pisces qualeslibet Piatto di pesci in luogo d i salume — Friggi,
curatos, friges; in patinam compones. Adjicies dopo sventrati, qualunque specie di pesci ti piac­
olei quod satis est, et salsum in ter pones. Facies cia. Accomodali nel tegame. Aggiungi quanto ba­
u t ferveat. Cum ferbuerit, mittes zpulsum, et jus sti d'olio, e frammetti salume. Fa che ogni cosa
agitabis. bolla. Allora versavi vino melato, e diguazza il
sugo.
Patina piscium — Pisces qualeslibet rades, et Piatto di pesci — ■ Scaglia e sventra pesci di
curatos mitlcs. Cepas siccas ascalonias, vel alte- qualunque specie. Sminuzza scalogne secche, o
riu s generis, concides in patinam, et pisces supra di altra sorte, nel tegame, e collocavi sopra i pesci.
compones. Adjicies liquamen, oleum. Cum coctum Aggiungi savore ed olio. Quando tutto sia cotto,
fuerit, salsum coctum in medio pones. Addendum mettivi in mezzo il salume pur cotto. Spruzza
acetum: asperges et cunilam bubulam. aceto, e cospergi di santoreggia (4). M
Patina lucretiana — Cepas pallacanas purgas ; Piatto lucreziano (5) — Purga scalogni (6) ;
virid ia earum projicies; in patinam concides. Li­ gettane la parte verde ; alfe Itali nel tegame, e ba­
ei uaminis modicura, oleum et aquam. Dum coqui- gna con poco savore, olio ed acqua. Mentre si
t u r , salsum crudum in medium ponis. At ubi cum cuoconor metti nel mezzo salume crudo. Allorché
sa lso prope cocla fuerit, mcllis cochleare asper- sia quasi che colta ogni cosa col salame, versavi

(i) Scomber Colias Lina. bulamycome sta nel testo; perchè Coronam non avreb­
(a) M ultus Surmuletus Lino. be significato di sorte alcuna. Riporto la pianta alla
( 3) La voce Salsum, sostantiro, manca nel vocabo­ Satureia montana del Linneo.
l a r i o del Furlanetto. (5) Uno de'tre famosi ghiottoni di Roma regnante
( 4 ) Adotto la correzione del Humelbergio, cioè so­ Angusto.
s titu is c o Cunilam bubulam in luogo di Coronam bu- ;6) A lliu m A scalonicum Lino.
ges ; aoeti el de fruii pusilluro. Gusla! : si fatuum una Cucchiaiata di mele, un tantino di aceto e
fuerit, liquamen adjicies ; si salsum, mellis modi- di sapa. Assaggia : se sia insipido, aggiungi s a v o ­
eum, el cuniiam bubulim asperges, ut bultiat. re ; se troppo salato, un po’ di mele, e m ettivi ar
bollire della santoreggia (1).
Patina de lecertis — Lacertos rades, larda ; P ia tto d i sgom beri — Scaglia e lava gli sgo m ­
ova confringes et cum lacertis cornmisces; adji­ beri ; rompi.uova, e meichiale coi pesci ; a g g iu n g i
cies liquamen, vinum, oleum ; facies ut ferveat. savore, viuo, olio; fa bollire, e, quando bolle, b a ­
Cum ferbuerit, oenogarum simplex perfundes. gna con savore acido semplice. Aspergi di p ep e,
Piper asperges, et iuferes. e servi.
Patina pisciuro zomoleganile — Crudos quos- P ia tto d i pesci nel proprio sago — A ccom o­
libet pisce* in patina compones. Adjicies oleum, da nel tegame qualunque sorta di pesci. A g g iu n g i
liquamen, vinum coclura, fasciculum porri, co- olio, savore, Sapa, un mazzetto di porri e di c
riandri. Dum coquitur, teres piper, ligusticum, riandro. Mentre cuoce, trita pepe, ligustico,
origani fasciculum } de suo sibi fricabis ; suffundes mazzetto di maggiorana ; stropiccia' a secco ;
jus de suo sibi; ova cruda dissolves; temperai; bagna col sugo stesso del tegame ; diguazza uo
exinanies in palinam; facies ut obligetur. Cum crude ; mesci, e versa nel tegame. Fa rappigliar
tenuerit, piper asperges, et inferes. poi aspergi di pepe, e servi.
Patina solearum — Soleas battues, et cura- P ia tto d i sogliole {2) — Batti le*sogliole,
tas compones in patina. Adjicies oleum, liquamen, governate accomodale in tegame. Aggiungi ol
vinum. Dum coquitur, teres piper, ligusticum, savore, vino. Mentre cuocono, trita pepe, ligus
origanum ; fricabis ; suffundes jus, ova cruda, et co, maggiorana; stropiccia; bagna con b rodo
unum corpus facies. Super soleas refundes; lento uova crude, riducendo tutto a un corpo. Ver
igni coques. Cum duxerit, piper asperges, et in­ sopra le sogliole, e cuoci a fuoco lento. Q uan
fere*. ha preso il colore, aspergi di pepe, e servi.
Patina de piscibus — Piperis unciam, carae- P iatto d i pesci — Un'oncia di pepe, sei bi
ni hcminara, conditi heminam, olei uncias un- chieri di sapa, sei bicchieri di vino condito, u
decim» dici oncie d'olio.
Patina de pisciculis — Uvam passam, piper, P ia tto d i pesciolini . — Trita nva passol
ligusticum, origanum,- cepam, vinum, liquamen, pepe, ligustico, maggiorana, cipolla, vino, savo
oleum. Transferes in patellam. Cura cocta fuerit, ed olio : t rat asa in tegghia, e cuoci ; poi gettav
adjicies in ipsam pisciculos coctos. Amylo obli gas, pesciolini pur colli ; addensa con amido, e serr
et inferes.
Patina de piscibus dentice, aurata et mugile— P ia tto d i pesci, dentice , orata e cefalo (3)
Aocipies pisces; curato* subassabis; poslea eos Prendi i pesci ; e, governati, arrostiscili a mez
in pulpas carpes. Deinde ostrea curabis. Adji­ cottura; poscia sminuzzane la polpa. Sgusc
cies in mortarium piperis scrupulos sex ; snffun- quindi delle ostriche. Trita in mortaio sei scrup
des liquamen ; fricabis. Postca adjicies liquaminis di pepe, bagnando con savore; poscia a ggiu n
cyathum unum, vini cyathum unum. Mittes in vi un bicchiere di savore ed uno di vino. Inolt
cacabum et olei uncias tres, et ostrea. Oenoga­ metti a cuocere le ostriche con tre oncie d 'o li
rum facias fervere. Cum ferbuerit, palinam perun- Fa bollire il tritume; e, quando ha bollito, u n
gis, et in pulpam supra scriptara mittes et in con- il legame, e gettavi il tritume sopra la detta pol
diturain de ostreis.
v Facias ut ferveat. Cum fer- e la concia d'ostriche. Fa bollire il tu tto ;
buerit, frange*ova xi; infundcs super ostrea. Cum schiaccia undici uova (4), e versale sopra le o s t
strinxerint, piper asperges, et inferes. che. Quando vi bau fatto crosta, impolvera c
pepe, e servi.
Patina de pisce lupo— Teres piper, communi, P ia tto d i pesce lupo (5) — Trita pepe, cor
petroselinum, rutam, cepam, mel, liquamen, pas- no, prezzemolo, ruta, cipolla, mele, savore, pas
sum, olei guttas. poche goccie d' olio.

(1) Ripetasi ciò che ho detto alla nota 4, della (4) La lesione comune e franger ova X L ; qu
p. 85. tità incredibile. È facile il vedere donde potesse nas
(a) Pleuronectes Solca Linn. P errore.
(3) Sparii* Dente * — Sparut A u ra ta — Mugil (5) Perca punctata Limi.
Cephalu* Linn.
Pàtina de sorbii callda et frigida — Accipie* T o rta d i torbe (1) calda o fr e d d a — Prendi
sorba ; purgas ; m mortario fricabis ; per colora sorbe, poliscile, pestale in mortaio, e feltra il sago.
colabis. Cerebella enervabis qoatuor cocta. Mittes Sfibra qua Uro cervella cotte. Metti in mortaio otto
in mortario piperis scrupolo* octo ; su floodes li- scrupoli di pepe; bagna con savore, edrita. Ug­
quamen ; fricabis ; adjicies sorba ; in se contem- givi il sugo delle sorbe, e roescbia. Rompi otto
perabis. Franges ora ocfo; adjicies cyathura li* nova, e aggiungivi un bicchiere di savore. Ungi
quaminis unum. Patinam mundam perunges, et nn tegame netto; mettilo sn la cinigia, e versavi
io tbermospodio pones, et sic eam iropensam la composizione suddetta : abbia la cinigia sotto
mittes ; ac subtus sopra thermospodium habeat. e sopra. Cotta la torta, spolverizzala di pepe, e
Cum cocta fuerit, pi per minutura asperges, et in­ mandala in tavola.
fera. *
Patina de persicis— Persica duriora purgabis ; T o rta d i pesche — Rimonda pesche fra le più
frustatim concides ; dixas ; in patinam compones ; dure ; tagliale in pezzetti, e lessale. Poi mettile in
olei modi cum saper instillabis, et com cuminalo tegame ; stillavi poco olio, e servile con salsa di
infera. cornino.
Patina de pyris — Pyra elixa et porgala e me­ T o tta d i p ere. — Lessa le pere, gittane i tor­
dio teres com pipere, cumino, melie, passo, liqoa- si, e trita le polpe con pepe, cornino, mele, passo,
mine, oleo modico. Ovis mix li* patinam facies ; savore e poco olio. Fanne noa torta, mischiando­
piper super asperges, et infera. vi nova. Spargi, sopra del pepe, e dà in tavola.
Patina nrticarum calida et frigida — Urticam E rbolato d i ortiche {2) caldo ofreddo — Pren­
accipies, lava*, cola* per colum, exsiccabis in ta­ di ortiche, lavale e lasciale sgocciolaresul colatoio.
bula, eam concides. Teres piperis scrnpnlos de­ Seccale, e quindi le taglia. Trita dieci scropóli di
cera; snffundes liqnamen; fricabis; postea adji­ pepe $ bagna con savore ; stropiccia ; poscia ag­
cies liquaminis cyathos duo*, olei nncias sex. giungivi due bicchieri di Savoie e sei once d'olio.
Cacabos ferve*t. Cùm ferbuerit, coctum tolles ut Metti ogni cosa a bollire in pentola ; e, quando è
refrigescat. Postea patinam mondam perunges; cotto, leva e lascia freddare. Poi nngi il tegame,
franges ovaocto, et agitas; perfondes: subtus so­ e versavi, sopra il composto, otto uova schiacciate
pra cinerera calidnm habeat. Com coctom fuerit, e sbattute. Cuoci sotto testo; e,quando sia cotto,
piper miootom asperges, et infera. spolverizza di pepe,.e servi.
Patina de cydoniis — Mala cydonia, cum por- M elata d i cotogne — Cuòci e sèrvi le coto­
ris melle, liquamine, oleo dedicato, coques, et in­ gne con un tritarne di porri, mele, savore ed olio.
fere! ; vel elixata ex melle. Allesso, cuocile col mele.

i— d»—

CAPUT III. ca po n i.
M lB U T A L DB PISCI BUS VBL IS lC tlS . M lB O T O DI PISCI O D I PO LPB TTff.

Minutai marinum — Pisce* in cacabom mittes; M inuto m arino — Metti pesci in una pento­
adjicies liqnamen, oleum, vinum, cocloram ; por- la, con savore, olio, vino, e brodp (3). Sminuzza

( 1) Sor bus domestica Lino. ra porrorum la prima volta, sicché potesse supporsi
(a) Urtica dioica Lian. che le altre volte*fosse poi detta semplicemente coctu»
(3) La voce coctura, non è ricordata dal Furlanetto ra per irnore di brevità. A questo modo, il vocabolo
nel senso che debbe avere in questo capo. La riposta generale adoperato in. senso particolare, dee prendersi
bensì il Du Cange, e la spiega per ju s , sor bit io, cioè della specie più comune, cioè di èrodb, o consuma­
brodo, brodetto ; il qual senso calza bene ai vani pas­ to di carni. Lo stesso uso potè osservarsi nella voce
si da Ini riferiti. Laonde ho creduto di tradurla per liquamen, la quale ; comechè abbia il senso generale
brodo anche in questo luogo d’ Apicio. Il Lister in di co la to ; se non le si aggiunge la determinazione
vece, vedendo nel capitoletto sesto (se pure non vi si della specie, intendesi del colato d* interiora di pesce
dee legger p o r rum ) particolarmente accennarsi coctu- macerate con sale, perch’ era questa la specie più comu­
ram porrorum , conghietturò che anche negli altri luo­ ne (Isid. Orig. X X , 3, io ; Gloss. Plac. Cetari» etc.).
ghi s’ avesse ad intendere un consum ato di p o rri ; Anche in italiano chiamasi cuocitura, o bollitura,
la quale interpretazione perchè potasse passarsi, c o ­ quell’ acqua, in cui ha bollito e carne o tal altra cosa.
verebbe almeno che si dicesse cosi pienamente coctu-
rot capitatola coriandrnm, mixmtaUm concides ; porri capitoti, e corìandro. Fa polpettine di pesci,
isiciola de piscibus minata facies, et palpas pisciae frastaglia le polpe del pesce cotto. Gettasi orti­
cocti concerpis ; artica! marina* bene lotas rait- che di mare bene lavate. Cotto'che sia tuttociò,
tes. Haec omnia cum coda fuerint, téres piper, trita pepe, ligustico, maggiorana; stropiccia; ba­
ligusticum, originano ; fricabis; suffundes liqua- gna con savore e col sugo stesso della pentola ;
men, jus de suo sibi ; ex inanie* in caca bum. Cam poi versa tutto nella pentola. Allorché b o lla ,
ferbuerit, IracLam confringes, obligas, agitai. Pi­ rompi una sfoglia di pasta, e con questa addensa,
per asperges, et infere*. diguazzando. Cospergi di pepe, e servi;
Minutai tarentinam — Concides in cacabam M inuto tarantino — Tagliuzza in pignatta
albamen de porris minutatimi adjicies oleum, la parte hjanca de1porri ; aggiungi olio, savore,
liquanqen, coctoram, isiciola minata, et sic tem­ brodo, polpettine, e tempera in modo che i l
pera! nt lenerum sii. Isicium tarentinam facies ; composto sia alquante liquido. Le polpettine, falle
inter isicia confectionem invenies.Jus tale facies: all’ uso di Taranto : ne troverai il modo nel cap o ,
Piper, ligusticnm, origanom fricabis ; suffundes ove è detto delle polpette. Vi fa la salsa seguente :
liquamen, jus de suo sibi ; vino et passo tempera- trita pepe, ligustico, maggiorana^ bagna con sa­
bis. Mittes in cacabam. Cum ferbuerit, tractam vore e col sugo della pignatta ; tempera con vin o
confringes, obligas. Piper asperges, et inferes. e passo. Vena in pignatta. Quando bolla, rom pi
una sfoglia di pasta, e con essa addensa. Cospergi
di pepe, e servi.
Minutai apicianum — Oleum, liqnamen, vi- M inuto apiciano — Olio, savore, vino, p o rri
num, porrum capitatum, roenthara, pisciculos, capitoti, menta, pesciolini, polpettine, testicoli di
isiciola minata, testicnlos eaponum, glandulas capponi (i), ghiandole di porco, tutte queste cose
porcéllinas ; baec omnia in se coquantur. Teres si auocano insieme. Trita pepe, ligustico, corian-
piper, ligusticom, coriandrum viridem vel semen ; dro verde, o semi del medesimo ; bagna con sa­
suffundes liqnamen; adjicies nielli# raodicnm et vore ; aggiungi un po' di mele e sugo della pi­
jus de sao sibi ; Tino et raelle temperabis. Facias gnatta; tempera con vino e mele. Fa che bolla.
ut ferveat Tractam confringes, obligas, eoa gita*. Rompi una sfoglia di pasta, e con essa addensa,
Piper asperges, e t intere*. ben tramestando. Cospergi di pepe, e servi.
Minutai matiapum — Adjicies in cacabam M inuto m azianó (a) — Metti in pignatta
oleum, liquamen, coctnraro ; concides porrum, co­ olio, savore, brodo, porro e corìandro sminuz­
riandrum, isicia minata ; spatulam porcinam co- zati, e polpettine ; aggiungivi spalla di porco (3),
ctam tcssellatim concides, cam sua sibi tergilla ; cotta con la sna cotenna, e tagliata a dadi. Fa
facies ut simili coqnantar media coctara ; mala che ogni cosa si cuoca iosieme a mezza cot­
matiana purgata intrinseco*, concisa tessellatim tura, e uniscivi anche mele raaziane, mondate
mittes. Dnm coquitur, teres piper, cuminum, co­ dal torsolo, e tagliate a dadi. Mentre la composi­
riandrum TÌridera yel gfemen, mentham, laseris zione cuoce, trita pepe, cornino, corìandro verd e,
radicero ; suffundes acetum, me], liqnamen, de- o semi dello stesso, menta, radice di laser ; bagna
frntaro modice, et jos de suo sibi $ aceto modico con aceto, mele, savore, poco di sapa, e con V in­
temperabis. Facias ut ferveat. Cam ferbuerit, tinto della pignatta ; a tempera con nn po' d’ ace­
tractam confringes, et ex ea obligas. Piper asper­ to. Fa che bolla. Allora rompi sfoglia di pasta, e
ges, et infera. con essa addensa. Cospergi di pepe, e servi.
Minutai dolce ex citriis —• Adjicies in caca- . M inuto dolce d i cedri (4) — k Metti in un a

(i) Soa curiosi questi testicoli di cappone ! Che tore avrebbe scritto Cucumis. Poi dice che i C ed ri
per castrare i galli i Romani si accontentassero di furono conosciuti assai tardi, sensi rammentare il pas­
bruciar loro gli sproni, come dice Varrone de A . Jt. so di Virgilio Georg. lib. v 9 ver». ia6 e seg. o v e
lib. i//, cap. 9 , mi pare impossibile. dice :
(a) D r quel Macào rammentato da Plinio lib. xn,
cap. xv? Media J e r t tristes succos tardunufue saporam
(3) Spatola, o mèglio spath u fa e poi anche spa­ Felicis m ali etc. ....
d a io , spudla e spaila, si trovano usati, anche assola­
tamente senza P aggiunto porcina, nella bassa latinità^ e quelli di Plinio lih. xn, cap. vn, che suonano cosi z
per ispalla d i porco. Veggasi il glossario del Du Cange. MalUs A s s y r ia ....fo liu m eju s est u nedonà, i n te r -
(4) Qui il valente commentatore Lister ha dato in currentibus spinis ... A rbor ipsa omnibus h oris p o -
ciampaneUe. Prima vuole il vocabolo Citrium riguardi m ifera est, a lia cadentibus, aliis m atu rescen tibu s 9
aonhil Cedro, me «1 Cifrinolo : e in questo caso l’Au­ aliis vero subnascentibu*. K lib. xv, cap. xrr. J fu -
barn oletun» liqatmeB, coetnrm t pbrrum capita­ pentola olio, savore, brodo, porro capitato, eo-
tala, coriandrom ; conoide* minutatim spatulam rìandro; e tagliuzzavi spalla di porco cotta, e
porcinam coctam, isiciola minuta. Dum coquitur». polpettine; Mentre ogni cosa si cuoce, trita pepe,
teres piper, communi» coriandrum vel semen, cu- cornino, coriandro o semi dello stesso, rata verde,
tatù viridem, laseris radicem ; auffundet acetoni» radice di laser ; bagna con aceto, sapa, e sago
defrntum, jus de suo libi ; aceto temperabis. Fa­ ""delia pentola ; tempera con aceto, Fa che bolla.
cies ut ferveat. Cuoi ferbuerit» citrium purgatura Allóra metti nel vase un cedro scortecciato e
intro forai, tessellatim condsum et elizatum, in pulito dai temi, tagliato a dadi e lessato. Rompi
cacabum mittes. Tractam confringes, et ex aa obli- sfòglia di pasta, e condensa. Cospergi di pepe, e
gas. Piper asperges» et inferes. servi.
Minutai ex praecoqoia — Adjicies in cacabum M inuto d i pesche prim aticcie — Versa in
oleum, liquamen, Tinura ; concides cepam aspa- pignatta elio, savore, vino; aggiùngivi fettoline
loniam aridam ; spatulam porcinam coctam tessel­ di scalogno aecco, e spalla di porco cotta, tagliuz­
latim conddes. Èie omnibus coctis, teres piper, zata a dadi. Cotto tatto ciò, trita pepe, cornino,
cnminum, mentham siccam, anethum; soffonde* menta secca, anici ; bagna con mele, savore, vino
mel, liquamen, passoni, acetum modice; jns de d’ ava pastoia e poco di aceto ; meschiavi intinto
suo sibi temperabis. Praecoqua enucleata mittes; della pignatta. Gettavi pesche snocciolate, e fa
facies ut raferveant, donec percoqaantctr. Tractam bollire a intera cottura. Rompi una foglia di pasta,
confringes ; ex ea obligai. Piperasperges, e( in­ e addensa con essa. Cospergi di pepe, e servi.
fere*.
Minutai ex jecinoribus et pulmonibus lepo- M inuto d i fe g a ti e p o lm oni d i lepre (1) —
ris — Invenies inter lepores quemadmodom fa- Troverai al capo, io coi si favella delle lepri,
des. Adjicies in cacabum liquamen, vinura, oleum, coca’ abbi a tare (a). Metti in pignatta savore, vinov
cocturam porrororo, et coriandrum condsum, olio, consumato di porri (3), coriandolo tagliato,
isicia minuta, spatulam porcinam coctam tessel­ polpettine, spalla di porco cotta e tagliata a dadi.
latim condsam, et in eundem cacabum mittes. Mentre o gn ivcosa cuoce, trita pepe, ligustico;
Dum ooquitur, teres piper, ligusticum, origa- bagna col sugo della pignatta, e tempera con vino
num, jus de suo sibi ; Tino et passo temperabis. e passo. Fa che bolla. Allora frangi una sfoglia
Facias ut ferreat. Cura ferbuerit, tractam confrin­ di pasta, e con essa addensa. Cospergi d! pepe,
ges, et ex ea obligas. Piper asperges, et inferes. e àervi.
Minutai ex rosis — Eodem jure suprascripto, . M inutò d i rose — Usa la stessa concia che
sed passum plus adjicies. «’ è detta sopra ; ma largheggia più nel vino d’ uva
passola.

CAPUT IV. CAPO IV.


PTISAHA TEL SUCCUS. T isaxta, OVTESP 01 la t a .

Ptisanam sic facies — Ptisanam tarando fricas, L a tisana fa r a i cosi — Stropiccia, lavando­
quam ante diem infonde*. Impone* sopra ignem la, la farina d’ orzo (4) che avrai messo e macerare

lo ru m pìura su n t genera. D e citreis cum tu a arbo­ che la confezione di questo manicaretto è poi descrìtta
r e diximus. Medica autem G ratei voeani patriae distesamente anche qui.
n om in e. Sono i limoni, si o no? Ita Virgilio nè Plinio (3) Ho già avvertito che U Lister vorrebbe inferire
so n o nati u n to tardi, mi pare. I reocbi ben» confon­ da questo luogo che per coctura si dovesse intende­
devano i limoni coi cedri propriamente detti. re universalmente in Apicio un consumato di porri.
( 1) L ep u t tim id u t Linn. Ma erti in vece di che sospettar fortemente che anche
(a) A fare il minato di sangue, fegato e pol­ qui debba leggersi cocturam , por rum et coriandrum
m o n i di lepre insegna Apicio nel n. 4 del c. 8 del concisum . Così sta in fatto nel citato luogo V i l i ,
1 . V i l i 5 e il condimento della pentola è presso a poco 8, 4, che quanto al condimento della pentola convie­
i l medesimo ; la salsa però è quasi in tatto diversa. Io ne con questo. Aggiungi P indirlo della congiunzione
cred o adunque che queste prime parole, Invenies e t premessa a coriandrum , la quale sembra ripugnare,
i n t e r lepores quem adm odiun fa c ie s, si debbano a se non sia per riferì re il concisum anche a porrum .
qualche chiosatore, piuttosto che ad Apicio ; tanto più ( 4) H ordeum volgare Linn.
95 APIC1I COEL1I LIB. IV. 96
caliduro. Cum ferbuerit, mittes olei salii, el ane- nel giorno innanzi. Mettila a fuoco allegro. Q uasi-
tki jnodicum fasciculum, cepam ficcare, sature* do bolla, aggiungivi olio qnanto basti, nn mazze Ir­
jam et colocasium, ut ibi coquantur. Pcopter su o ti no d'anici, cipolla secca, peverella e colocafia,
cum, mittes coriandrura viridem et falera simul perche vi bollano insieme. Per dar sapore al s a g o
trituro, et facies ut ferrea!. Curo bene ferbuerit, gettavi coriandro verde e sale triti insieme ; e fa
tolles fasciculum, et transferes iu alterum caca­ che alzi il bollore. Dopo che abbia bollito a d o ­
tura plisanam, sic oe fondura tangat propter com­ vere, passa in altro vaso la tisana, badando n o n
bus tura m. Lyas et colas in cacabo sopra acronem tocchi il fondo* perchè non abbia a sentirne <T a r­
colocasium. Xeres piper, ligusticum, pulegii aridi sicciato^ Perciò disciogli e cola sovra il fo n do
modicum, cuminum et sii frictum, ut bene tega- capi di caucasia ( i) .tTrita pepe, ligustico, un
tur ;'suffundis acetura, defrutum, liquamen ; re- po’ di puleggio secco (a), cornino e siler monta­
fundis in cacabum ; sed colocasium acronem fa- no (3) fritto, quanto basti a coprir bene il fondo
cias ut ferveat super igoero leu tura. del vase medesimo : bagna il tritume con aceto,
sapa e savore, e gettalo nella pignatta : m a bada
che i Capi della colocafia (4) bollano a fuoco
lento.
Àliler — Plisauam taricbam infundis, cicer, A ltr a tisana ,— Infondi orzo (5), ceci (6 ) len­
lenti cu la ni, pisa. Defricas ptisanara et cum legu- ticchie (7), piselli (8). Stropiccia in mortaio V orzo,
minibus elixas. Ubi bene bullierit, olei satis rait- e lessalo coi legumi* Dopo che abbia ben bol­
tis. Insuper viridia concidis, porruro, corian- lito, uniscivi òlio quanto basti. Sopra, frastagliavi
druro, anethuni, foeniculum, betam, maWaro, erbaggi verdi, cioè porro, coriandro, anici, (inoc­
coliculum mollem; et viridia, minutatim concisa, chio (9), bietola, malva, broccoli teneri. L essa i
in cacabum mittes. Coliculos elixas, et teres foeni- broccoli, e trita il bisognevole di seme d i finoc­
culi seraen satis, origsnum, silphjuro, ligivsti- chio, maggiorana, siler, ligustico. Dopo ch e avrai
cum. Post quam triveris, liquamine teroperabis, et tritato, tempera con savore, e versa sovra i legu­
super legumina refundis, et agitai. Coliculorum mi, e diguazza. Sminuzzavi sopra fraslaglium e di
minutias super concidis. broccoli. ,

CAPUT V. CAPO V.
Gustum. Antipasto.

Gastura versatile^- Alba* bela* minutai, por­ A n tip a sto da arrooesciare — Q u o ci ad


ro! requie tos,apios bulbos, cochleas elixas, gigeria brodo bietole bianche sminuzzate, p o rri stantìi,

( 1) Conserto la lesione e l’ interpretazione dell* Hu- (5) La lezione de* codici é p lisa n a m beurrteam ,
melbergio, ancorché poco felice, per rispettare il pos­ che 1* Humelbergio mutò in p iisa n a m t a r i c h a m , cioè
sesso, dove manca altro titolo. I codici, e qui, e nel orzo conservato col sale s a la to J . F a per
L v c. 5, che ripete la stessa tisana, hanno ligas, non lui il vedere che, mentre nella tisana p r e c e d e n te si
l j a s 9 e poi coloesium, o coledìum , non colocasium . prescrive di tritare coriandro e tale, in questai d i sale
Forse potrebbe lasciarsi ligas e legger poi coliocas in non si tocca punto. Me nel 1. v, c. 5, n. », d o v e ripe-
luogo di colas. Così per acron (dxfaw) potrebbe in­ tesi questa tisana con le medesime parole, le g g e s i pu­
tendersi il fondo stesso della pignatta : nè ci sareb­ ramente P lisanam it\fundis, cicer , l e n t i c u i a m , pisa
be bisogno di prender colocasium per co/ocasiorum. etc. bensì, nel titolo del capo, a p lisa n a a g g ìu n g e si
Ha è tal labirinto^ eh* è impossibile uscirne, se qual­ alìca; onde nasce il sospetto che anche q u i d e b b a leg­
che nuovo codice non ne dia il filo. gersi ptisanam vel alicam , o vero p l i s a n a m , h a ti *
(a) M cntha P ulegium Lino. cam ; ché così pure usò scriversi. Nè a l i c a p u ò pi­
(3) L aserpitium Siler Linn. , gliarsi nel c. 6 del 1. v per salata (aXfxw), ai e h * e q u i­
(4) Da questo luogo parrebbe che la voce coloca­ valga a taricha ; perché vi si dice, P li s a n a m v e l ali­
sium , o colepium , coliphium , checché voglia leggersi cam lavando Jrica s, • però vi significa p ro p ria m e n te
dovesse legarsi con acronem come s* avvisò 1* Humel- spelta , la qual già sappiamo quant* era in u s o pct
bergio. Notisi però il duro andare di ques* ultimo pe­ tisane.
riodo, Sed colocasium etc . che fa sospettare di erro­ (6 ) Cicer arietinum Linn.
re. A ogni modo io leggerei almeno R efundis in caca - (7 ) E rvu m L ens Lina. •
bum supra colocasium. ( 8 ) P isu m sativum Linn.
(9) A p iu m F oeniculum Lina.
p u l lo rum , avicellas, isicia, coquas ex ja r e . P e r* castagne di terra (i), chiocciole lessale, ventrigli
u n gis pati nani, e t folia m alvam m i su b ite m i? , et di polli, uccelletti, polpette. Ungi un tegame, c
p rae m ix ta o le ra com poni?, sic u t laxa pern ii- cuoprine il piano con foglie di malva ; poi gettavi
sees b u lb os inverso? ; dam ascena, cochleas, isicia, il miscuglio latto, seminandovi in mezzo le ca­
lucanicas b reves concidis ; liq u am in c, oleo, v in o , stagne di terra rovesciate, prugne damaschine,
a ceto , ponis u t ferveat : cu in fe rb u e ril, teres pi* chiocciole, polpette e lucaniche corte tagliate.
p e r, ligu sticu m , zin g ib e r, p y relh ru m m o d icu m ; Metti a bollire con savore, olio, vino ed aceto.
fricab is, stiffundis, et facias u t b u llia t patina. O r a Allora trita pepe, ligustico, zenzero, poco pire-
p lu ra con frin gis, et ju s m ortarii re liq u u m c o m * tro ; stropiccia, regalane il tegame, e fa bol­
in isces; patinam o b ligab is. D u m d u cit, óen oga- lire. Schiaccia molte uova ; meschiale col ri­
ru m ad eam sic facies. T e re s p ip e r , ligu sticu m ; manente sugo del mortaio, e versa nel tegame,
fricabis ; sufiun dis liquam en et vinum ; passo, v e l perchè il composto si tenga insieme. Finché pi­
v in o d u lci tem perab is in cacab u lo ; olei m odicu m glia corpo, apprestavi la salsa seguente. Trita
roitles ; facies u t ferveat ; cum fe rb u e rit, am ylo pepe» ligustico ; stropiccia ; bagna con savore e
ob ligas. P atin am versas in lancem ; folia m alva* vino ; poi tempera in un pignatto con passo od
ru m ante tollis ; oenogaro perfu n d is ; in su p e r altro vino dolce, e aggiungivi un po* d’ olio ; fa
pi p e r a sperges, e t inferes. che bolla ; e, quando bolle, addensa con amido.
Rovescia il tegame in un piatto (2) ; togli prima
le foglie di malva ; poscia versavi la salsa ; co­
spergi di pepe, e servi.
G u stu m de olerib u s — C o n d ie s b u lbos liqu a* A ntip a sto d i erbaggi — Condisci le nocciole
m in e, o leo, vin o . C u m cocti fu erin t, jocin ora por* del bulbocastano con savore, olio e vino. Come
c e lli et gallin aru m , et un gcllas e t avicellas d ivisas, sieno cotte, metti a bollire con esse fegato di poi -
b u ec om nia cum b u lb is fervean t. C u m ferb u erin t, cello, fegatelli di galline, peducci ed uccelletti ta­
te re s p ip er, lig u stic u m ; su flu n d is liqu am en, vi* gliati. Quando staccano il bollore, trita pepe e
n u m et passum , u t d ulce fia t; ju s de suo sibi suf* ligustico ; bagna con savore, vino e passo, affin­
fu n d is ; revocas in b u lbos. C u m ferb u erin t, ad chè riesca dolce ; versavi del proprio sugo, e ro­
m om entum a m ylo obligas. vescia sovra le nocciole. Allorché han bollito, in­
spessa con amido al momento.
G u stu m d e c u c u rb itis farsilibus — C u cu rb ifa s A ntipasto di zucche ripiene — Taglia sottil­
a la le re su b lilite r ad m odum tessellae ob lon gae mente per fianco alla zucca un tassello bislungo,
(lecid is, et excavas, et m iltis in frig id a m . Im pen * e per esso votala ; poi mettila a lessare con acqua
aaro ad eas sic facies. T e r e s pip er, ligu sticu m , fredda. 11 ripieno farai come segue, 'frila pepe,
o rig an u m ; sulTundes liq u am en ; cereb ella cocta ligustico, maggiorana ; bagna con savore ; pesta
t e r e s ; ova cru d a dissolvcs et m itles, u t corpus cervella colte ; diguazza uova crude ed uniscile
u n u m effìcias; liqu am in e tem perab is, et cu cu rb i- al tritume, perchè tengasi insieme ; tempera con

(1) Credo non ingannarmi se riporto alle castagne Plinio nel lib. xix. cap. 3o, dopo avere favellato
di terra (B unium B ulbocastanum Linn.) i B ulbi del- della sedia che fra i bulbi qualifica come soltanto
1* Autore. Nè saprei perchè il Lister, dubitativamente, è m edicam ini nata, si spiccia degli altri dicendo : fìe-
vero, supponga che appartenessero a qualche orchidea : liqua lu lborum genera differunt colore , m agnitu­
forse, perchè lo stesso autore li accenna come afro­ dine , suavitate .
disiaci in altro luogo, egli ingannato dal S atyrium Si sa che le castagne di terra, non solo sono assai
credette si potessero noverare in questa famiglia. piacevoli, ma per ancora sono tenute siccome afrodi­
Anche dai seguenti passi di Ateneo, mi sembra di siache.
accomodare al Bulbocastano i B u lb i — Bulbos sub Se del resto si voglia che nella denominazione com­
cin ere edomitos , suavique rigatos — P ost condimen­ plessiva di bulbi gli antichi mettessero quelli della co-
t o , m ultos ede: corpora Jirm a n t. Lib. 1.— Sterilii locasia, della tulipa Gesiieriana, del gladiolo comune,
d o m u s est , nec e projundo cervicem exerens — A c della cipolla, dell’ agliporro, del porro senile, sia pure,
Cereris coniubernalis, terra procreatus bulbus ami- benché io noi possa credere.
c o r u m , — Cum elixu s est, adjutor , huic m alo suc- (a.) Da ciò apparisce perchè siasi prescritto di col­
c u rre rit . — D iphilus scribit bulbos aegre cogiti, locare i bulbi arrovesciali, e perchè questo antipasto
m u ltu m ale re, utiles esse vcntricuto, abs tergere, siasi detto versatile. Sicché parmi certificato il senso
visu m hebetare, incitare V enerem . — A ccen d u n t di questo aggiunto versatilis anche per gli altri ma­
P 't ne rem ii quos Regios vocanl, atiis praestantio- nicaretti, a cui P abbiamo trovato più volta attribuito
re s . Lib. 11. in questo libro medesimo (c. I V , n. a, e n. iti).
C elio A pici o 7
tas suprascriptas noD piene coctas ex ea impensa savore: di qnesto ripieno infarcisci le iu c c h e ,
imples, et de tessella sua recludis, surclas, et co­ non cotte affatto ; rimetti il tassello, e in caviglia­
ctas eximis, et frigis. Oenogarum sic facies. Teres lo. Cotte che sieno, toglile dalla pignatta, e f r ig ­
piper, lignsticum ; suffundis \inum et liquaraen; gile. Farai loro la seguente salsa. Trita pepe e
passo temperabis ; olei modicum mittis in eaca- ligustico ; bagna con vino e savore ; tempera c o n
bum, et facias ut ferveat. Cum ferbuerit, amylo vino d'uva passa ; versa nel pignatto un po1 d*olio,
obligas, et cucurbitas frictas oenogaro perfundis, e fa bollire : allora addensa con amido, e v e rsa
et piper asperges, et inferes. questa salsa sopra le zucche fritte: spolverizza
con pepe, e servi.
Gustano de praecoqais — Duracina primotica A n tip a sto d i pesche prim aticcie — Rim on­
pusilla praecoqua purgas, enucleas, in frigidam da e disossa pesche primaticcie,delle più piccine:
mittis, in patina componis. Teres piper, mentham mettile in acqua fredda ; poi assettale nel tegame.
siccam ; suffundis liquamen ; adjicies mel, passum, Trita pepe e menta secca; bagna con savo re;
'vioum, acetum ; refundis in patina super praeco­ aggiungi mele, vino ed aceto ; versa sovra le pe­
qua. Olei modicum mittis, et lento igni ferveat. sche. Uniscivi un po' d'olio, e fa che bolla a fuo­
Cum ferbuerit, amylo obligas, piper aspergis, et co lento. Quando ha bollilo, addensa con amido,
inferes. cospergi di pepe, e servi.
APICII COELII
LIBER V.

QUI OSPRIOS (Q APPELLATUR

C A P U T I. C A P O I.
P cLT E S. F a r in a t e .

Pultes julianae sic coquuntur. Alicam pur­ Le fa rin a te giuliane (a) si cuocono come se-
ga tara iufondi* ; coques ; facies ut ferveat. Cum gue — Infondi in acqua spelta purgata; poi met­
ferbuerit, oleum mittis. Cum spissaverit, leviga* tila a cuocere ; e, quando bolle, versavi olio. Tosto
diligenter. Accipies cerebella duo cocta, et seli- che comincia a inspessarsi, stropicciala con dili­
bram pulpae, quasi isicia, liatae ; cum cerebellis genza (3). Piglia due cervella cotte, e mezza lib­
teres, et in cacabum mittis. Teres piper, ligusti­ bra di polpa sminuzzata (4) come per polpette ;
onai., foeniculi semen ; suffundis liquamen et vi­ pestala insieme con le cervella, e getta in una pi­
no ra modico; mittis in cacabum supra cerebella gnatta. Trita pepe^ ligustico, semi di finocchio ;

(i) ¥Oanr?iov significa legum e , ed è facile vedere Xc/'e/K, sciogliere , non pareva almeno meritare d’ es­
perchè siasi intitolato così questo libro. sere aggiunto dal Furlanetto, senza avvertirne nè an­
(a) Questa farinata suppone 1* Huraelbergio eh’ ab­ che dell’ incertezza, al vocabolario della lingua latina.
bia avuto il nome dall’ imperatore Giuliano, di cui Abbiam già veduto al 1. I V , c. I V (p. q5, nota t) che
narra Ammiano Marcellino X X I, 9 , che si contentava l’ csservisi introdotto questo verbo non fu per testimo­
d i scarso e vii cibo. I l Lister crede in vece dall’ im- nianza di codici, ma per una congettura poco felice
. pe rato re Didio Giuliano, di cui scrive E lio Sparziano dell’ .Humelbergio ; mentre potea ritenersi ligas , o so­
c . 3, ch’ egli nsava spesso di soli erbaggi e legumi. stituirvi levigas. Qui pure è incerta la lezione de’ co­
(3) I codici hanno ligas, non levigas. Tuttavia dici. Aggiungasi che da Xtiste dovrebbe formarsi luere ,
parm i che fosse maggiore ardimento quello dell’ Hu- non lyare ; e che il significato di sciogliere non qua­
n e lb e rg io che vi sostituì obligas ; tanto più che obli- dra a puntino. Potrebbe anche in questi due luoghi
g a s ripugna interamente al contesto. Nessuno ignora sostituirsi levigatae e levigas: ma, giacché i codici
c h e levigare vale anche sm inuzzare, polverizzare , qni non offrono indizio della lettera g } ho scritto lia­
a m m o rb id ire. Chi più il credesse probabile, legga tae é lias, dal greco \ t t n r che ha il medesimo uso
i i a s , di cui veggasi la nota seguente. e senso del latino levigare , compreso anche quello
(4 ) L ’ Humelbergio legge lyatae, come poi perm i- di sm inuzzare , e am m orbidire pestando e stropic­
s e e s et Ijras su ’l fine del capitoletto. Questo ignoto ciando. Vedi tiare , e liacnlum ne* vocabolari!.
e strano verbo lyare, ch’ ei suppone tratto dal greco
lt>3 ▲ PICI! CO ELII LIB. V. io 4
et palpar». Ubi «alia ferbueril, cara juro rnisces. bagna con savore e poco vino, e versa nella p i­
Ex hoc paalatim alicam condies, et ad Irollam gnatta sopra le cervella e la polpa : quando ha
perroisoos, et lias, ut quasi succus vidcatur. bollito abbastanza, rimescola. Con questa salsa
condisci a poco a poco la spelta, e ad ogni r a ­
maiuolo tramesta e stropiccia, sì che paia o n
sugo.
Pultes cum jure oenogari codi — Paltes oc- F arin a te con brodo d i savore acido c o tto —
nogari bene codi jure condies (copadia, similara, Son buone (i) le farinate condite con savore acido
sive alicam coclara hoc jure), et cum copadiis por- cotto (2) ; e le darai a mangiare con pezzi di
cinis apponis oenogari codi jure condilis. carne porcina, condita con lo stesso savore acido
cotto.
Pultes tractogalalae — Laclis sextarium et F arin a te d i p a sta e d i latte — Metti in un
aqaae modicum raittes in cacabo novo, et lento pignatto nuovo venti oncie di latte e poca acqua,
igni ferveat. Tres orbiculos tractae siccas et con- e fa che bollano a fuoco lento. Disecca tre girel-
fringis, et partibus in lac surumissis, ne uratur, letle (3) di pasta ; rompile e gettale a p ezzi nel
aquam nascendo agitabis. Cum cocta fuerit, ute- latte, che rimesterai, mescendovi acqua, perchè
re ; et super agnam raittis. Melle ex musteis cum non prenda d'arsiccio. Quando la farinata è cot­
lacte sirailiter facies. Salem et oleum minus raittis. ta, servila sopra carne d'agnello (4). L o stesso
farai con mele e latte per li presciatti (5), metten­
dovi però meno di sale e di olio (6).

caput n. C A P O II.

L x h t ic u l a , L e n t ic c h ie .

Lentìcula ex spongiolis sire fungulis — Àcci- L en ticch ie con spugnole o f u a g h e tti —


pies cacabum raundum ; raittes; coques. Àdjicies Prendi una pentola netta j mettivi le lenticchie,
in mortariam pi per, cuminum, semen coriandri, e cuocile. Getta in mortaio e trita pepe, cornino,

(i) Riferisco l’ avverbio bene a condies , benché sia c. 4, e c. 8, e c. 9 , e c. 3», ec.). Cosi lo stesso co­
fuor di luogo. Confrontisi la frase bene in feru n tu r , dice alcune volte ha liq. in lnogo di liq u a m e n , ed
più Tolte usata nel libro I I I (c. n , n. », e c. 12 ). altrettali abbreviature. A ogni modo potrebbe levarsi
(») Ometto le parole copadia , sim ila m , sive ali­ T et seguente, e supporre che utere si fosse mutata
ca m coctam hoc ju re , che nel testo latino ho chiuso in u t et. Ho poi cangiato ignem in a g n u m , perchè
dentro a parentesi ; perchè le credo due note margi­ sembrami che ignem non possa stare, ed a g n u m in
nali, entrate poi nel testo, quasi un prospetto del ca­ vece offre una giusta corrispondenza con ciò c h e segue
pitolo con la spiegazione del pultes. Simili chiose, o di una simile farinata per li prosciutti, e con c iò che
note marginali, abbiamo più Tolte osservato*, e più fu detto della farinata precedente, consigliandola per
altre ne avremmo potuto osservare, se non fosse stato la carne porcina tagliata in pezzi. Concie non molto
il desiderio di lasciare il testo, quant’ era possibile, diverse si prescrivono per J’ agnello nel capo 6 del
intatto. libro V i l i .
(3) Crede il Lister che questi orbiculi siano quei (5) L ’ Humelbergio riferisce le parole e x m u s te is
globuli descritti da Catone De re rust. c. L X X X . a m elle , intendendo m ele um ido e fr e s c o ; il Lister
Ma a quelli non converrebbe il nome di tra c ia ,* e in vece le riferisce ad orbiculis , e intende p a s t a f r e ­
riempiti, coro’ erano, di formaggio, non pare che sca e tenera , per contrapposto alla precedente, d i cui
avrebbero servito all’ uopo. Non so perchè non s’ ab­ fu prescritto che si diseccasse. La mia interpretazione
biano a credere semplici stiacciate, tirate in rotelle. è legata con la sostituzione di agnum ad ig n e m . D el
(4) La lezione de’ codici riferita dall’ Humelber- resto, quanto al senso di m ustei , reggasi il capo 9 del
gio è : Cum cocta J u e r it u t et super ignem m ittis ; libro V I I , dove anche trovcrannosi prescritti p e i pro­
ed egli vi sostituì est ad e/, lasciando intatto il resto. sciutti condimenti Ornili a questo.
Ma non so qual senso conveniente al luogo ei a* av­ (6 ) Dopo questa farinata segue ne' codici la de­
visasse di ritrovarvi. Io credo che 1’ ut. sia un’ abbre­ scrizione d’ un’ altra, che fu omessa anche d a ll’ H u­
viatura dell’ ulere così spesso usato da Apicio, quando melbergio, perch’ è una ripetizione della prima.
si tratta di salse, onde dotare qualche cibo (F ed i /. I,
mentine, rutae, pulegii ; fricabis; sufiundis ace- semi di coriandro, di menta, di ruta, di puleg-
tura ; adjicies mel, liquamen et defrutum ; aceto gio ; bagna con aceto ; aggiungivi mele, savore e
temperabis ; reexinanies in cacabum. Spongiolos sapa ; stempera in aceto ; poi versa nella pentola.
eli iato* teres, et raittis ut ferveant. Cura bene T rite spugnole lessate, e mettile a bollire. Quan­
ferbuerint, obli gai. Adjicies in boletari oleum do hanno ben bollilo, condensa. Nel servirle poi,
viride. aggiungi nel catino olio verde.
Lenticula de castaneis — Accipies cacabum Castagne a modo d i lenticchie (\ ) — Togli
novum, et caslaneas purgatas ililigenter raittis ; una pentola nuova, e mettivi le castagne rimon­
adjicies aquam et nitrum raodice ; facias ut co- date diligentemente; gettavi acqua e un p o 'd i
qualur. Cum coquitur, raittis in raortario pi per, sale ammoniaco, e metti a cuocere. Mentre cuoce,
cuminum, seraen coriandri, rutae, laseris radicein, pesta in mortaio pepe, cornino, semi di coriandro
mentham, pulegium ; fricabis ; sufiundis ace tu m, e di rata, radice di laser, menta, puleggio ; spruz­
mel, liquamen ; aceto temperabis, et super casta- zavi aceto, mele, savore ; poi stempera in aceto, e
neas coctas refundis ; adjicies oleum ; facies ut versa su le castagne cotte. Aggiungivi olio, e fa
ferveat. Cum bene ferbuerit, tudiculabis; ut in bollire. Quando ba ben bollito, sfarina lutto ri­
mortario teres. Gustas ; si quid deest, addes. Cum mestando, come se tritassi in mortaio (a). Poi
in boletari miseris, addes oleum viride. assaggia se è giusto di concia ; altrimenti mettivi
ciò che manca. Dopo aver travasato nella catinel­
Ali ter — Lenticulam coques. Cum dcspuma- la, aggiungi olio verde.
veris, porrum et coriandrum viridem supermittis. In altro modo — Cuoci le lenticchie. Allorché
Coriandri semen, pulegium, laseris radiccm, se- le avrai schiumate, gettavi sopra porri e corian­
men mentbae et rutae fricabis; sufiundisacetum; dro verde. Trita semi di coriandro, puleggio,
adjicies roel, liquamen, acetum ; defruto tempe­ radice di laser, semi di menta e di ruta; bagna,
rabis ; adjicies òleum ; agitabis. Si quid opus fue- con aceto; aggiungi mele, savore, aceto; tem­
rit, raittis. Araylo obligas ; insuper oleum viride pera con sapa ; metti olio, e diguazza. Se alcun
mitlis ; piper aspergis, et inferes. che bisogni, sopperisci. Addensa con amido ; stil­
lavi sopra olio verde ; aspergi di pepe, e servi.

CAPUT m . ca po in .
P isa. P iselli.

Pisum coques. Cum despumaverit, porrum, Cuoci i piselli, finché si schiumano ; poi get­
coriandrum et cuminum supra mittis. Teres pi­ tavi sopra porri, coriandro e cornino. Trila pepe,
per, ligusticuro (careum, hoc est caravim), ca- ligustico, carvi (3), anici, basilico verde (4) ; ba­
rcura, anethura, ocymum viride ; sufiundis li­ gna con savore ; tempera con vino c savore ; poi
quamen ; vino et liquamine temperabis. Facies metti a bollire, e quando leva il bollore, rimena.
ut ferveat ; cum ferbuerit, agitabis. Si quid de- Se manca qualche cosa, aggiungi, e servi.
fuerit, mittis, et inferes.

(i) Il Lister vorrebbe che in questo luogo si do- pò careum , hoc est ca reotam , careum ,* e suppose
▼ esse intendere Lenticchie con castagne : ma io più che per careota debba intendersi la radice del carvi,
presto credo che 1' Autore intendesse castagne frante e pel secondo careum il seme. Il codice, com 'egli
cotte da simigliare lenticchie. stesso avverte, diceva carovita in luogo di careotam ;
(a) I codici hanno tu tunclabis , o tutunilabis u t ; sicché io credo che debba leggersi semplicemente <.*a-
donde 1’ Humelbergio trasse tudiculabis , et. Io ri­ reum , e che l'altro careum con l ' hoc est carovita
tengo u t ; perchè non panni probabile che la farina­ ( cioè caravim , o carvim , come leggo io ), sia una
ta, dopo lunga cottura, si trasporti per disfarla in chiosa marginale introdotta poi nel testo. Spero che
mortaio, bastando rimestarla nella stessa pentola. An­ il lettore si verrà sempre più persuadendo che anche
che il tudiculabis non panni a bastanza sicuro. L e in Apicio, come in tanti altri autori, una delle prin­
parole u t in m ortario teres paiono una chiosa del cipali fonti di corruzione è 1' essersi intruse nel testo
tudiculabis , o t u t uno liabis. alcune chiose marginali.
(3) L ’ Humelbergio (e così ritenne il Lister) stam- (4 ) O cym um B asilicum Lino.
107 ÀP 1C 11 CO E LI 1 L lfi. V. I 08

Pisa farsilis — Coques; in oliano mittis abdo- P iselli con ripieno — Cuocili. Metti in
men ; et mittis io cacabnm liquamen et porrum on’ olla pancia di porco (1) ; e nella pignatta m etti
capii atum, coriandnira viride: imponi» ut co- coi piselli savore, porri capituti, coriandro v e rd e,
quatur. Isicia minuta facies quadrata, et coques e fa cuocere. Fa polpettine a quadrelli, e con esse
simul turdos vel avicellas, vel de pullo conciso, cuoci insieme tordi, od uccelletti, o pezzi di p o llo ,
et cerebella prope coda. Cimi juscello coques lu- e cervella guascotte. Cuoci io umido lucaniche
canicas assaft. Petasonem elixas. Porros ex aqua prima arrostite. Lessa presciutto. Cuoci porri in
coques. Nucleonica heminam lrigis. Xeres piper, acqua semplice ; e friggi dieci oncie di pinocch i.
ligusticum, origanum, zingiber; jus abdominis Trita pepe, ligustico, maggiorana, zenzero ; b a ­
fundis ; lias. Angularem accipies, qui versa ri po- gna col sugo della pancia di porco, e stro p ic­
test, et omento tegis; oleo perfundis ; deinde cia (a). Togli una forma (3) che possa arrovesciar­
nucleos aspergi», et supra pisam mittis, ut tegas si, e coprila d'omento ; versavi olio ; poi sp argivi
fondura angularis ; et sic coroponis supra petaso­ i pinocchi, e stendivi sopra piselli, quanto è il
nem, pulpas, porros, lucanicas concisa!. Iterura largo della forma ; similmente sovrapponi a su o li
pisam saperroittis: item alterni! aptabis opsonia, presciutto, polpe, porri, lucaniche tagliate. P o i
quousque impleatur angularis. Novissime pisam stendi nuovamente un suolo di piselli, e rip eti la
mittis, ut inlus omnia conlineat. Coques in fumo, stessa vicenda d'ingredienti, sin che la form a sii
vel lento igni imponi*, ut ducat ad se deorsum. piena. Chiodi coi piselli, sicché rivestano ta tto il
Ova dura facies ; vitella ejicies ; in roortario mit­ ripieno. Cuoci in forno, od a fuoco lento, sicché
tis cura pipere albo, nucleis, melle, vino candido i piselli passino sotto ad incorporarsi. Cuoci nova
et liquamine modico ; teres, et mittis in va» ut sode ; gettane i tuorli, e pestane in mortaio g li al­
ferveat. Cura ferbuerit, pisam mittis in lancera, bumi eoo pepe bianco, pinocchi, mele, vino bian­
.et hoc iure perfundis. Hoc ius candidum appel­ co, e un po1 di savore : poi metti in un vaso a
lali^. bollire. Quando ha bollito, rovescia il pasticcio in
un piatto, e bagnalo con questa salsa. Essa chia­
masi salsa bianca.
Pisura indicura — Pisum coques. Cum despn- P ise lli in diani (4) — Cuoci i piselli. S ch iu ­
maverit, porrum et coriandrum concides, etmit- mati che siansi, taglia porri e coriandro, e m et­
tes in cacabum ut ferveat; et accipies sepia» mi­ tili a bollire in una pignatta ; togli piccoli cala­
nuta», sic quomodo sunt, cum atramenlo suo, ut mai (5), cosi come sono, col loro inchiostro, e
simul coquantur; adjicies oleum, liquamen et gettali con essi nella pignatta ; per condimento,
vinum, fasciculum porri et coriandri $ facies ut mettivi olio, savore e vino, un mazzetto di porri
coquantur. Cum coctum fuerit, teres piper, ligu- e coriandro, e fa che si cnocano. Quando son cot­
sticum, origanum, carei modicum ; suffundis jus ti, trita pepe, ligustico, maggiorana e un p o ' di
de suo sibi ; vino et passo temperabig ; sepiam mi­ carvi ; bagna col brodo della pignatta, tem pera
nutatine concides, et in pisum mittis ; piper asper­ con vino e passo; tagliuzza i calamai, e versa tut­
ges; pisum coques; agitabis, et mittis in frigi­ to sa i piselli ; aspergili di pepe; rimettili al fu o ­
daii] : cum refrigerar^, deinde agitabis. Conci­ co, e rimestali : poi tuffa la pignatta in acqua fre­
des cepam minutatine, et albamentum ovi; oleo sca. e quando è freddala, rimesta di nuovo. T ag lia
et sale condies ; aceti modicum adjicies. In bole- sottilmente cipolla e chiara d’ uovo ; concia co n

( 1) La lezione data dall’ Uumolbergio è : Coques , comune k conversari potest, non qui v. p . S crivo q u i
cu i oleum m ittis , abdomen. Ma che il coques debba per legare il discorso, e togliere un verbo ign oto in
intendersi de' piselli, fu già notato anche dal Lister ; questo senso. D el resto questo inciso sente di ch io sa .
e che la pancia di porco debba cuocersi in disparte, <4> H Lister tu oi dato il titolo di piselli i n d i a n i
n’ è indizio P esser poi prescritto di bagnare il tritume a questo manicaretto pel color nero che piglia d a l-
col brodo di essa pancia. Potrebbe fors1 anche legger­ P inchiostro delle seppie; perocché, com* è n otissim o,
si : Cum oleo m ittis abdomen . i Latini chiamarono spesse volte In d i anche gli E t i o ­
(a) Anche qui 1* Humelbergio stampò tja s. Vedi pi ; onde Virgilio disse del F ilo : Vsque c o lo r a iL s
la nota 4 a P* *0 1 . am nis devexus ab Indis. Forse è la specie stessa d i
(3) Apicio è il solo autore, in cui trovisi questo piselli che così chiama vasi (come pisa a fra tro v ia m o
▼ aso detto angularis , che suppongono così chiamato in Palladio), ed appartenevano alla G lic in e A b r u s
perchè fatto ad angoli. Che non debba leggersi ancu - del Linneo.
luris, od anclabris ? Veggasi Pesto, ed i suoi com­ (5) Sepia Loligo Lina.
mentatori, alla seconda di queste due voci. La lezion
lari vilellum ovi codi colas ; insaper oleum viri­ olio e sale ; aggiungi un po'd'aceto. Nel catino
de mittis, et inferes. poi nielli anche tuorla d'uovo stacciate, e stilla
sopra olio verde ; poi servi.
Pisa vitelliana, sire faba — Pisam coques, P is e lli v ite llia n i (1) o fa v a — Cuoci i pisel­
lias. Teres pi per, ligusticum, zingiber ; et super li, e stropicciali. Trita pepe, ligustico, zenzero ; e
condimenta mittis vitella ovorum, quae dura co- sopra queste spezie metti tuorla il' uova sode, tre
xeris, raellis uncias tres, liquamen, vinum et ace- oncie di mele (a), savore, vino ed aceto. Ciò tutto
tum. Uaec omnia mittis in cacabum, et condimen­ metti in un pignatto con le spezie tritate ; aggiun­
ta, quae tri visti. Adjecto oleo, ponis ut ferveat. givi olio, e fa bollire. Ne condirai quindi i pi­
Condies pisam, lias : si aspera fuerit, mel mittis, selli, e stropiccierai bene. Se terranno d'aspro,
et inferes. mettivi mele ; e servi.
Aliter pisa, sjve fava — Ubi despumaveris, P is e lli , o fava , in a ltro m odo — Dopo averli
teres liquamen, mel, caraenuro, cuminum, rutam, schiumati, trita savore, mele, sapa, cornino, ruta,
apii scmen, oleum et vinum. Tudiculabis cum pi- semi di sedano, olio e vino. Stropiccia (3) con pepe
pere .trito, et cum isiciis inferes. tritalo, e servi con polpette.
Aliter — Pisam, sive fabam despumatam, sub- In a ltr o modo — Schiumati i piselli, o le
trito lasere parthico, liquamine et caraeno con­ fave, condiscili con laser parlico soppesto, savore
dies. Oleum modice superfundis, et inferes. e sapa. Stillavi un po' d'olio, e servi.
Pisa adultera versatilis — Coques pisam. Ce­ P is e lli m a rita ti da rovesciare (4) — Cuoci
rebella, vel avice lias, vel turdos exossa tos a pecto­ i piselli. Metti in una pentola cervella, o uccellet­
re, lucanicas, jocinora, gigeria pullorum io caca­ ti, o tordi cui sia levato l ' osso del petto, lucani-
bum mittis, liquamen, qlenm ; fasciculum porri che, fegatelli, ventrigli di polli ; concia con savore
capitati, coriaodrum viride concides, et curo ce- ed olio; tagliuzza un mazzetto di porri capiluti
rebellis coques. Teres piper, ligusticum et li­ e cori audrò verde, e metti a cuocere con le cer­
quamen. vella. Trita pepe, ligustico e savore.
Pisa, sive faba, vitelliana — Pisam, sive fa­ P is e lli o f a v a a lla vitellian a — Cuoci pisel­
bam, coques. Cum despumaverit, mitles porrum, li, o fava. Quando han finito di schiumarsi, met­
coriandrum, et llores malvarum. Dura coquitur, tivi porri, coriandro e fiori di malva (5). Mentre
teres piper, ligusticum, origanum, foenicult se- cuoce, trita pepe, ligustico, maggiorana, semi di
raen ; suflundis liquamen et vinum ; in cacabum finocchio, e bagna il tritume con savore e vi­
adjicies oleum. Cum ferbuerit, agilas. Oleum vi­ no (6). Nella pignatta aggiungi olio ; e quando
ride insuper mittis, et inferes. stacca il bollore, rimesta. Nel servire, stillavi so­
pra olio verde.

— —

( 1) Il Torino sostituì, non senza probabilità, Pisa (3) Anche qui il tudiculabis fu introdotto dal-
vitellina, supponendo che il manicaretto sia così chia­ T Humelhergio. Il codice vaticano ha tutanilabis.
mato pei tuorli d 'uovo (vitelli) che v’ entrano. Cosi (4) Pisa adultera , cioè pisello J'also , potrebbe
vi sarebbe una distinzione tra questo ed uno dei se­ dirsi la ruhiglia, o P isu m arvense : ma è legume poco
guenti manicaretti, intitolato anch’ esso P isa , siv ejìtb a mangereccio. Oltracciò notisi che, ne' titoli, pisa, come
vitelliana , senza che gli preceda neppure un aliter . prima lenticula, indica, non tanto il legume, quanto
Altrimenti dirassi e 1’ uno e l’ altro cosi nominato dal- il manicaretto fatto con esso. Quanto poi all' aggiunto
l ’ imperatore V itellio, celebre ghiottone. di versatilis , panni d' averne detto abbastanza altrove.
(a) Il testo è : M ellis uncias tres , teres, liqua - (5) M alva rotundifolia Linn.
in en , etc. Ne ho levato il teres, perchè rompe scon­ (6 ) La lezione comune è : Suffundis liquam en et
ciamente il filo del discorso, nè corrisponde alla di­ vinum in cacabum : adjicies oleum . Forse tlev’ es­
stinzione che si fa poi, Haec om nia m ittis in caca­ sere, M ittis in cacabum . A ogni modo il bagnare con
b u m , et condim enta quae trivisti. Qnesto teres po­ liquam e e vino dee farsi anche qui, come in tutti gli
teva nascere facilmente dal tres che precede. altri luoghi, nel mortaio. L ’ olio, è molte altre volte
prescritto di aggiungerlo poi nella pentola.
I APIC 1I CO ELI 1 L 1B. V. 112

CAPUT IV. CAPO IV


Corchigli. C o iC H IG L I IT T B .

Conditela cum faba — Coques ; teres pi per, C on d iig lietta con f a v a (1) — Cuoci favi.
ligusticura, cuminum, coriandrura viride ; suf- Trita pepe, ligustico, cornino, curiandolo verde;
fundis liquamen ; vino et liquamine teroperabis ; bagna con savore; tempera con vino e savore;
mittis in cacabum ; adjicies oleum ; lento igni poi getta in pentola : aggiungivi olio ; fa bollire
ferveat, et infere*. a fuoco lento, e dà in tavola.
Concbicla apiciana — Àccipies cu ma nani mun- C onchiglietta apician a — Prendi una pen­
daro, ubi coques pisum ; coi mittis lucanicas con­ tola netta, e vi cuoci piselli : mettivi lucanica ta­
cisa*, isiciola porcina, pulpas, petasouem. Teres gliata,'polpettine di porco, carni, prosciutto. Trita
piper, ligusticum, anelbum, cepam siccam, co­ pepe, ligustico, maggiorana, anici, cipolla secca,
riandrum viride; suffundis liquamen; vino et coriandro verde ; bagna con savore ; tempera
liquamine temperabis. Mittis in cumanam ; cui con vino e savore ; poi getta in pentola, ed af
adjicies oleum. Perungis ubique, ut combibat o- giungivi olio. Ungi bene d’ olio tuttoall'intorno,
leum ; igni lento coques, ita ut ferveat; et inferes. sicché se ne imbeva ; cuoci a fuoco lento, tanto
che bolla ; e servi.
Conchicla de pisa simplici — Pisam coques. C on ch iglietta d i p is e lli s e m p lic i — Cuoci
Cum despumaverit, fasciculum porri et coriandri piselli. Cessato eh' abbiano di spumare, mettivi
mittis. Dum coquitur, teres piper, ligusticum, un mazzetto di porri e coriandro. Finché cuoce,
origanuro, fasciculum de suo sibi ; fricabis ; suf- trita pepe, ligustico, maggiorana, un mazzetto di
fundis liquamet: ; vino et liquamine temperabis ; porri e coriandro ; stropiccia (2) ; bagna con sa­
mittis in cacabum. Superadjicies oleum ; et lento vore ; tempera con vino e savore ; e versa nella
igni ferveat. Inferes. pignatta. Aggiungivi olio ; fa bollire a fuoco len­
to ; poi servi.
Conchicla coinmodiana— Pisam coques. Cum C onchiglietta com m odian a (3) — Cuoci pi­
despumaverit, teres piper, ligusticum, anethum, selli. Schiumati che siansi, trita pepe, ligustico,
cepam siccam ; sufiundes liquamen ; vino et li­ anici, cipolla secca ; bagna con savore ; sciogli io
quamine temperabis; mittis in cacabum, ut com­ vino e savore, e metti in pentola, perchè i piselli
bibat. Deinde ova quatuor sol ve s ; in sextarium sene imbevano. Poi sbatti quattro uova, e gettale
pisae mittis ; in cumana ad ignero ponis, ut du- su venti oncie di piselli. Metti al fuoco in un testo,
cal ; et inferes.(i) perchè i piselli si prendano con V uova ; poi serri.

( i) Per conchicla intende 1*Humelbergio, e con bergio, ho interpretalo, Stropiccia a secco. Tuttavia
lui tutti gli altri, lino i vocabolaristi, fa v a col g u ­ non so in qual modo quella frase latina possa tirarsi
scio, cioè conchis, Ma qui, non v’ ha dub- a questo senso. Aggiungasi che si darebbe un precetto
hio, è nome di pietanza ; nè di baccelli si parla mai ; 0 inutile, o contraddittorio, seguendo immediatamen-
di fava solo una volta. Potrebbe credersi che questi te, come tutte le altre rolte, suffundes ju s , e qui
manicaretti fossero così nominati perchè ai servissero suffundes liquam en. Io credo adunque che nella fra­
in conchettc, o catinelle, siccome altri per simile ra­ se, terere, o fr ic a r e , de suo sibi (se pur così fosse),
gione abbiam veduto chiamarsi patinae . Ma, conside­ sottintenderebbesi aliquid , come in coques .... de putto
rato tutto il capo, parmi piuttosto che questi manica­ conciso (V , 3 , n. 2) ec. e però dovrebbesi interpre­
retti si dicano conchicla , cioè concitigliene , perchè tare in modo simile all* altra frase che qui spesso in­
formati d’ una materia molle vestita d’ altra più dura, contrasi, suffundes ju s de suo sibi : cioè alle cose
a modo delle conchiglie. Ciò apparisce chiaro nel più che tr iti aggiungi qualche poco della materia stessa
di queste pietanze : nelle altre non insegnasi che il che hai messo a cuocere. Ma, giacché nell’ uno e nel-
ripieno, lasciando libera la copertura, come dichiarasi l’ altro caso troviamo messo prima nella pentola un
- apertamente nella penultima pietanza. mazzetto di porri e coriandro, parmi che in ambedue
(a) La lezione data dall’ Humelbergio è : Origa - 1 luoghi s’ abbia a intendere di dover tritare col resto
num ; fa sc ic u lu m de suo sibi fr ic a b is ; e crede il anche un mazzetto di porri e coriandro, e ebe s’ ab­
Lister che vi si ordini di tritare un mazzetto di bac­ bia a leggere: Teres p ip e r .... , origanum , fascicu­
celli teneri e freschi di piselli. I l passo stesso trovia­ lum de suo sibi ; fr ic a b is etc.
mo nel l. I V , c. a , n. 27 , così scritto : D u m coqui­ (3 ) Da Commodo imperatore virtuoso e sobrio,
tu r , teres piper , ligusticum , origani fa s c ic u lu m ; come è noto a ciascheduno?
de suo sibi fric a b is etc. dove, per ìeguire l’ Humel-
Ali ter conchi clam eie facies. Conoide* pollam A ltr a co n ch iglietta f a r a i così. Tagliuzza
ìninutatim ; liquamine, oleo et viuo ferreat. Con­ un pollo (i), e fallo bollire in savore, olio e vino;
cidi* cepam ; coriandrum minatane, cerebella mettivi per condimento fettoline di cipolla, co-
enervata mittis in enndem palloni. Cam coctas riandro sminuzzato, e cervella sfibrate. Quando
fuerit, leva* et exossas. Concides mina ta ti m ce­ è cotto, levalo e disossalo. Taglia sottilmente ci­
pam et coriandrum; colas ibi pisani eoctam, non polla e coriandro, ed aggiungivi piselli cotti, non
conditam. Accipies conchiclara ; prò modo com­ conditi, passati per lo staccio. Piglia ciò che hai
poni* varie. Deinde teres pi per, cuminam ; saf- destinato per nicchio (a), e disponivi variamente,
fundis jas de sao sibi. ltem in mortario ora duo secondo eh' esso è, le dette cose. Trita pepe e co­
dissolve*; tempera* jus de sao sib i; soffondi* rnino ; bagna col sago stesso del pollo. Similmente
piste integrae elixae, rei nuclei* adornabis, et len­ sciogli in mortaio dae aora, allunga col medesimo
to igni fervere facies, et infere*. sago, e versa so i piselli interi lessati. Guemisci
anche di pinocchi (3), e fa bollire a fuoco lento ;
/ poi servi.
Aliter conchicla — Conchiclatus pullus, rei A ltr a conchiglietta — P o llo o porcello con
porcellus— Ezossas pullura a pectore ; femora ejus ripien o — Disossa un pollo dal cassero ; commet­
jungis in porrectum ; surculo alliga*, et impensam tine le cosci e distese, e fermale con uno stecco ;
para*, et farcies alterni* pisani lotaro, cerebella, appresta il ripieno (4h ed alterna piselli lessati e
lucanicas et caetera. Xeres piper ligusticam, ori- schiumati (5), cervella, lucanica ed altrettali cose.
ganura et zingiber ; liqaamen suffundis ; passo et Trita pepe, ligustico, maggiorana e zenzero ; ba­
vino temperabis ; facies ut ferveat, et, cura fer- gna con savore ; tempera con vino e passo ; fa
buerit, mittis modice ; et pisam, cum condieris, bollire ; e quando ha bollito, versane, non però
alterni* in palio componi* ; omento tegis, et in troppo, su i piselli. Conditi che li hai, riempine
operculo deponis, et iu farnum mittis ut coqnan- alternatamente il pollo ; vestilo d’ omento, metti­
tur paulatim, et infere*. lo sotto coperchio, fa cuocere lentamente in for­
no, e dà in tavola.

CAPUT v. capo v.
P t ISABA I T ALICI. S u g o d ’ o a z o (6) o d u p e l t à .

Alicam rei succum ptisanae sic facies. Ptisa- 11 sugo di spelta o <T orzo farai così. Stropic­
am rei alicam lavando fricas, quam ante diem cia lavando l'orzo o la spelta, messi in molle il

a
(i) Ho restituito la lezione de1 codici, massima- le due parole, conciala (cioè conchicla) fa r s ilis , che
ente del vaticano, non vedendo sufficiente motivo V Humelbergio a buona ragione levò ; senoncbè tras­
er alterarla, o almeno modo abbastanza probabile portò il fa r s ilis nel titolo del capitoletto, che presso
er racconciarla. LT Hnmelhergio sostituì di suo capo : di lui è : A lite r conchicla fa r s ilis , sive conchicla­
ullnrn lacas, exossas : concidis m in u ta iim cepam , tu s eie. aggiuntovi anche il sive, non dato dai codi­
orian d ru m , cerebella enervata : m ittis in eundem ci. Io, secondo le osservazioni fatte molte altre volte,
u llu m ; liquam ine , oleo et vino J ervea t ; cu m ca­ credo in vece di dover sapporre che questo conchi­
tu s fu e j-it, concidis m in u ta tim cepam etc. cla fa r s ilis sia nna chiosa, o nota marginale, entrata
(a) Ho detto nicchio per conservare la similitudi­ poi nel testo, e che però s'abbia ad omettere inte­
e delle conchiglie: intendi o pollo, o porcello, o ramente.
iselli interi incorporati ccn uova, od altrettali cose (5) L otus ed elotus è aggiunto che troviamo dato
he servano quasi di corteccia, come prescrivesi negli più volte anche da Celso a legami, ed eziandio a me­
ltri capitoletti. L e parole seguenti, prò modo com­ talli, che si schiumano e purgano col farli bollire. Q ui
oni* carie , paionmi notabilissime per definire il senso prescrivesi infatti espressamente d'introdurre i piselli,
i conchicla. soltanto dopo averli cotti e conditi \ poiché soggiun-
(3) P el in questo luogo parmi equivalere ad et, gesi : E t pisam cum condieris , alternìs in putto
om1 è uso frequente della bassa latinità. C f V I, a componis. Questo uso di lotus ed elotus avrebbe
. a ec. meritato un qualche cenno più aperto n e ' t o c » boiarii.
(4) I codici, fra im pensam e para* , inseriscono {6) H ordeum vulvare Lino.
C elio Aricio
115 APICI! COfcLII LIB. V. 1

infuodis. Inipouis super ignern calidura. Cura bul- di avanti. Sovrapponi a fuoco gagliardo (1) ;
lierit, miltes olei satis, et anethi modicum fascicu- quando bolle, gettavi a cuocere olio quanto
lura, cepam siccara, salurejara et colocasium, ut sta, un mazzolino d'anici, cipolla secca, p e v e r
ibi coquanfur. Propter succum mittis coriaodrum e colocasia. Per dar sapore al sugo (a), m ettivi
viridera et salem siraul tritura, et facies ut ferveat. che coriandro verde e sale trìti insieme, e fa b
Cura bene ferbuerit, tollis fasciculum, et transfers lire. Quando ha ben bollito, levane il m azzo li
in alterum cacabum ptisanara. Sic, ne fundura ten­ e passa in altro vaso la tisana. Così (3) perchè,
ga t propter combusturara, lias bene et colas in cando il fondo, non prenda di bruciaticcio, s t
cacabo super acronem colocasium. Teres pi per, piccia bene e cola sopra il fondo della p ig n a
ligusticum, pulegii aridi modicum, curainum, sii capi di colocasia (4) ; e trita pepe, ligu stico,
friclum, ut bene tegatur; suffundis roel, acetum, po' di puleggio secco, cornino e silermontano f
defrulura, liquamen. Refundis in cacabum ; sed to, sicché resti ben coperto il fondo ; e b a gn
colocasium acronem facies ut ferveat super ignera tritume con mele, aceto, sapa e savore. P o i
lenlum. vasa nuovamente la tisana nella pignatta sopr
colocasia, e guarda che bolla a fuoco le n to .
Aliter — Ptisanara infundis, cicer, lenticulam, In a ltro m odo — Infondi orzo, ce ci, len
pisani ; defricas ptisanam, et cum leguminibus eli­ chie, piselli ; stropiccia l'orzo, e lessalo c o i le
xas. Ubi bene.bullierit, olei salis railtis; insuper mi. Dopo che abbia bene bollito, versavi ol
viridia concidis, por rum, coriandrum, anethum, sufficienza ; inoltre tagliuzza il verde «li po
foeniculum raollera : baec viridia minutalim con­ curiandoli, anici, fi nocchio tenerello ; q u e l
cisa in cacabum mittis. Coliculos elixas, et teres dume tagliuzzato getta nella pentola. 1 gam bi
foeniculi semen salis, origanum, silpliiuni, piper, lessali. Trita semi di finocchio in discreta d
liguslicum. Postquara triveris, liquaraine tempe­ maggiorana, silfio, pepe, e ligustico; tem
ra*, et super leguroina refundis; agitas; colicu- con savore , poi versa sopra i legumi, e trame
lorum minutias superconcidis. Al di sopra mettivi i gambi tagliati in pezzett

CAPUT VI. CAPO VI.


F A B A C IA E V IR ID K S E T B A IA N A E . G am bi e b a c c e l l i v e r d i d i f a v e c o i t o s i ,
E D I B A IA ( 5 ) .

Fabaciae viridcs ex liquamine, oleo, corian- 1 g am bi e baccelli v e r d i d i f a v a si serv


dro viridi, cumino, et porro conciso coctae infe- cotti con savore, olio, coriandro verd e, corn
ruulur. porri sminuzzati.
Aliter — Fabaciae frictae ex liquamine infe- In a ltro m odo si servono fritti nel sav o r
runtur.
Aliter — Fabaciae ex sinapi trito, mcllc, nu­ In a ltro m odo si apprestano con senapa
clei*, ruta, cumino et aceto inferuntur. ta, mele, pinocchi, ruta, cornino ed aceto.
Baianas elixas minutatim concidis ; ruta, apio L e baiane, dopo che le hai lessate, tagliu
viridi, porro, aceto, oleo, liquamine, caraeno vcl le, e servile con ruta, sedano verde, p o r r i, a
passo foodico inferes. olio, savore, sapa o passo non molto.

-- ----- (i)*3

(i) Jgnis calidus pare contropposto ad ignis Icn- le, transfers (ptisanam ) in alterum c a c a b u m .
tus. Ma perchè non legger piuttosto super ignem sta m u U z i o u e i n t r o d u c a s i anche nel c. 4 d e l
validum ? Vedi Ovidio M etam . V I I , 9 , e de art. dove leggonsi le stesse cose. Q u est'u so d e l s i c
am. I l i , 543. Senonchè le cure raccomandate poi per­ quente i n Apicio.
che la tisana non prenda d’ arsiccio, paiono consigliare (4) Veggasi ciò che s' è detto, su 1* in ce rte z
super cinerem calìdum . questo passo, al c. 4 del 1. IV . Di qua n asce V
(a) Forse con più ragione il Toriuo unisce le pa­ rità dell' intero capitoletto.
role propter succum col periodo precedente. (5) Così spiego queste fìa ia n a e con r H n m e
(3) Ho messo il punto dopo ptisanam ; perché gio ; ma non saprei dire se fossero fave d ’ un a
sembrami domandarlo il contesto, qual è dichiarato propria, o singolari solo pel luogo, in c u i ver
massimamente dalla corrispondeuxa del re/'undis in meglio che altrove.
cacabum con ciò che è prima prescritto con le paro­
CAPUT VII. CAPO VII.
V ' O S N D M G E A E C U M. E e b a M E D I C A (l).

Foenum graecum ex liquaraine, oleo et vino. V e rb a m e d ic a cuoci in savore, olio e vino.

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— ♦ —

CAPUT Vili. CAPO Vili.


P baiboli e t cica e . F agiuoli k ceci.

Phaseoli virides et cicer ex sale, cumino, oleo, / fa g iu o li verdi ed i ceci si apprestano con

et mero modico inferuutur. sale, cornino, olio, e un po' di vin puro.


A li ter phaseolus sive cicer — Frictos ex oeno- Fagiuoli o ceci in altro modo — Fritti con
garo et pipere gustabis. Et elixati, sumplo semi­ savore vinoso e pepe, usali negli antipasti (2). Les­
ne cura lobis, in patella foenicnlo viridi, pipere, sati poi, grani e gusci insieme (3 ), si apprestano
liquaraine, et caraeno modico prò salso inferun- per salsumi, acconci in tegame con finocchio ver­
tur ; vel simpliciter et soli. de, pepe, savore e un po’ di sapa ; od anche sem­
plicemente senza salsumi (4).

(i) Il Lister, e con lui molti altri, confondono il (a) Parmi che gustare debba qui prendersi nel suo
J o e n u m graecum degli antichi con quello dei moder­ stretto senso corrispondente a quello di gustum nel
ni ; sicché nota il Lister a questo luogo che il fie n o c. 5 del 1. IV .
greco non s’ usa più come vivanda, ma solo come me­ (3 ) I codici hanno cum ovis ; e la sostituzione
dicina per cavalli. E vero, se intendasi della T rigo­ fatta dall’ Humelbcrgio non è abbastanza sicura.
nella F oenum graecum. Ma io credo che la pianta, <4 > I codici hanno et solet , che P Huaaetbergìo
di cui qui trattasi, sia piuttosto la Medicago saliva mutò in u t solet.
Linn.
APICII COELII
LIBER VI.

QUI ÀEROPETES(Q APPELLATUR


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CAPUT ! CAPO I.
IR I T 1 D T 1 I O R B . C O R D ITU RA DBLLO STRUZZO ( a ).

In stralhione eliso — Piper, menthem, cu- P e r lo stru zzo allesso — Pepe, menta, co­
minura asrom, apii seraen, dactylos Tel caryotas, rnino abbrostito, semi di sedano, datteri o cariote,
mel, acetato, passum, liquamen, et oleum raodice ; mele, aceto, passo, savore, ed olio discretamente.
et in cacabo facies ut bulliat : amylo obligas, et Fa bollire in pignatta ; addensa con amido ; ver­
sic partes struthionis in lance perfundis, et desu­ sa in piatto sopra lo strozzo tagliato in porzio­
per piper aspergi». Si autem conditurara coquere ni (3), e spargivi pepe. Se vorrai cuocere il con­
volueris, alicam addi*. dimento, aggiungivi spelta (4).
Aliter in struthione eliso — Piper, ligustico no, A ltra salsa per lo stru zzo allesso — Pepe,
ihymum aut sa turej am, mel, sinape, acetum, li­ ligustico, timo o peverella, mele, aenapa, aceto,
quamen et oleum. savore ed olio.

— ❖ —

(■ ) volatile; perchè in questo libro 33; A p u l . % ec.J. Anche Orazio ci dipinge i servi
trattasi della cottura desolatili. M a z o n o m o .... m a g n o d is c e r p ta J è r e n t e s M e m b ra
(a) S t r u fh io C a m e lu s Lino. E noto come il folle g r u is (II S a t. S, 86).
o sorso Eliogabalo consumasse in un solo pranzo un (4) Il Lister da ciò raccoglie che s' osassero alcuna
numero sterminato di strussi, e fonasse gli Ebrei a volta salse crude sopra carni cotte. Può essere *, ma
mangiarne, appunto perchè li aborrivano, come carne non so come possa inferirsi da questo passo d'Api-
impura. Egli medesimo in altro pranso fece apprestare cio, perchè dice prima, in c a c a b o f a c u t b u llia t.
le sole teste di secento strassi. Solunto è da noure la differetixa tra il semplice b o l­
(3) lir e ed il c u o c e r e : quello può indicare anche un solo
P a r t e r, cioè p a r t ii dicevansi anche da* Latini
le porzioni che dittribuivaoii a* commensali (P e tr o n . bollorino \ questo vale finanche d is fa r e , c o n s u m a r e .
CAPUT n . CAPO IL
I r grde et arate. CONDITURA DELLA GRU ( l ) B DELL1 ANITRA (a).

Gruem vel anatem lavai, ornai, et includi! in Lava ed acconcia la gru o T anitra, e mettila
olla ; adjicies aquam, salem, anethum ; dimidia in olla chiusa, con acqua, sale ed anici. Bislessala,
coctura decoques, dum obduretur ; levai, et ite- finché s1 induri ; poi levala (3), e rimettila in pi­
rum in cacabum mittii cum oleo et liquamine, gnatta con olio, savore, e un mazzetto «li maggio­
cum fascicolo origani et coriandri ; prope coctu- rana e coriandro ; e quando è quasi cotta, versavi
ram defrutum modice mittis, ut coloret. Terei un po1 di sapa per dar colore. Trita pepe, ligusti­
pi per, liguiticum, cuminum, coriandruro, laseri! co, cornino, coriandro, radice di laser, ruta, sapa,
radicem, rutam, caraenum, mel ; aufl'undis jua de e mele ;bagna col sugo della pignatta; scio gli
i u o libi; aceto temperai; in cacabum reexinanies, in aceto ; metti in pignatto a scaldare, e addensa
ut calefìat; amjlo obligabis; imponi! in lancero, con amido. Poi colloca in piatto la gru od anitra,
et jus perfundis. e venale sopra la salsa.
In grue, in anate, vel in pollo — Pi per, ce- P e r g ru , a n itre e p o lli — Cuocili con pepe,
para aiccam, liguiticum, cuminura, apii senien, cipolla secca, ligustico, cornino, semi di sedano,
prona vel damascena enucleata, mustum, acetura, prugne damaschine (4) cui sia tratto I1 osso, m o­
liquaraen, defrutum, oleum ; et coquei. Gruem sto (5), aceto, savore, sapa ed olio. Nel cuocer la
cum coquii, caput eiui aquam non contingat, gru, guarda che la testa non tocchi l1 acqua, ma
sed sit foris ab aqua. Cura cocta fuerit, labano ne resti fuori (6). Quando è cotta, involgi la g ru
calido involves gruem, et caput ejus trahe: cum iu un tovagliuolo caldo, e strappane la testa che si
nervi! lequetur, ut pulpae ve! ossa reman eant ; tirerà dietro anche i nervi, lasciando la carne e le
cum nervi* enira manducari non potest ossa : coi nervi non si può mangiare.
Aliter, gruem vel anatem ex rapii — Lavai, In a ltr o m odo , g ru od a n itre con r a p e —
ornai, et in olla elixabis cum aqua, mie et anetho, Lava, acconcia, e lessa in olla con acqua, sale ed
dimidia coctura. Rapai coque. Ut explumari pos­ anici, a mezza cottura (7). Cuoci delle rape. L eva
siti levabii de olla, et iterum lavabis, et in caca­ T anitra dall1 olla per poterla pelare (8) ; lavala di
bum mittii auatem cum oleo et liquamine et fa- nuovo, e mettila in pignatta con olio, savore, e un
aciculo porri et coriandri ; rapano lotam et minu­ mazzetto di porri e coriaudro ; gettale sopra rape
tatilo concisam desuper mittii ; facies ut coqua- lavale e tagliuzzate ; conducila quasi ad intera col­
tur modica coctura ; mittis defrutum ut coloret. tura ; poi versavi sapa, perchè dia colore. L e ap­
Ios tale parabis. Piper, cuminum, coriandrum, presterai la seguente salsa. Trita pepe, cornino,
laseris radicem; suflundis acetura et jus de suo(i)*35
4 coriandro, radice di laser ; bagna con aceto e con

(i) A rdca G rus Linn. A* nostri giorni la gru non il veder prescritto per condimento il mosto. I o per
comparisce più su le mense : ma all’ età del Boccac­ me credo che debba leggersi pruna m u sica , v e l d a ­
cio era ancora in onore, come ci mostra la novella di mascena enucleata , cioè susine Jresch e o s e c c h e .
Chichibio. Sotto Augusto alle gru si preferivano le cavato r osso ; e che il copista, confondendo m u s te a
cicogne ; ma poi le cicogne si abbandonarono, e le con m u stu m , abbia creduto quella parola In o ri d i
gru furono ricercate come uccello de’ più squisiti luogo. Avevamo già notato che il vel sovrabbonda, se
(Plin. N . H . X , 3o ; Hor. II Sai. a, 49 ). non vi si unisca qualche altra cosa.
(a) A n a s Boscas Linn. (6 ) La ragione, per cui è ordinato che la testa n o n
(3) Altri codici hanno leva i , altri lavas ; ondechè tocchi l’ acqua, si fa palese per ciò che segu a ; a l t r i ­
1’ Huroelbergio pensò d’ introdurli ambedue. menti non avrebbe potere di tirar seco i nervi.
(4) Qui il vel sovrabbonda, perchè le altre volte ( 7 ) Ciò deve intendersi della gru od anitra, c o m e
troviamo in Apicio pruna dam ascena enucleata , o apparisce dal nnm. 1 d i questo capo.
semplicemente damascena. P ru n o , dice Palladio X I I , ( 8 ) La lezione data dall’ Hnmelbergio e s e g u it a ,
7 , sìccantur in sole per crates loco sie d o re dispo­ senza alcuna osservazione, dal Lister, è questa : R a -
sila : haec su n t quac damascena dicuntur. Questo pas quoque u t erp ro m n ri possint leva bis de o lla e tc .
nome trassero dalla città di Damasco, donde fu por­ aè so vedere qual senso ne cavassero. Il lessar p r im a
tata la pianta (Isid. X V I I Orig. 7 , io ; P lin. N . H . con le- piume è prescritto anche delle pernici al c . 3 ;
X V , IR). e generalmente d’ ogni uccellame al c. 7 , n. a. C h e *«•
(5) È vero che Catone (R . R . tao) insegna a con­ explum are è vocabolo nuovo, è almeno ra g io n e ro li« -
servare il mosto per tutto T a n n o; ma non di meno sim o; mentre exprom are non solo è n u ovo, m a e
sembra qui strano, perchè affatto insolito in Apicio, anche privo d’ ogni probabilità.
sibi ; reexinanies super anatem, et fenreat. Cam l1 intinto della pignatta ; rersa sopra V anitra, e
ferbuerit, aroylo obligabis, et super rapas adji- fa lerare il bollore ; quindi addensa con amido, e
cies ; piper aspergi*, et apponis. di sopra metti delle rape : aspergi di pepe, e dà
a mangiare.
Aliter in gruem rei anatem elixam — Piper, A ltr a sa lsa p e r gru o d a n itre lesse — Pepe,
ligusticum, cuminura, coriandrum siccum, men- ligustico, cornino, coriandro secco, menta, mag­
thara, origanum, nucleos, caryotam, liquamen, giorana, pinocchi, cariote, sarore, olio, mele, se­
oleum, mel, sinape et vinum. napa e rino (i).
Aliter in gruem rei anatem assam — Cas de in a ltro m odo , g ru o d a n itre a rro sto —
hoc jure perfundis. Teres piper, ligusticum, ori­ Dotale della seguente salsa. Trita pepe, ligustico,
ganum, liquamen, mel, aceti modicum et olei : maggiorana, sarore, mele, un po' d’ aceto e d’ olio.
ferveat bene ; mi Iti s amylara, et sopra jns rotulas Bolli bene ; poi meltiri amido, e sopra la salsa
cucurbitae elixae rei colocasiae, ut bulliant. Si gettari girellette di zucca lessa o di colocasia, e dà
sunt et ungellae, coques, et jocinora pulloruro. loro un bollore. Cuociri anche, se n* hai, peducci,
In boletari piper rninutum aspergis, et inferes. e fegatelli di pollo. Impepa in catino, e serri.
Aliter in grue rei anate elixa — Piper, ligu- In a ltr o m odo p e r g ru od a n itre allesso —
slicura, apii semen, erucam et coriandrum. men- Pepe, ligustico, semi di sedano, ruchetta e corian­
tham, caryotam, mel, acetum, liquamen, defru- dro, menta, cariote, mele, aceto, sarore, sapa e se­
tum et sinape. Idem faciet et si in cacabo assas. napa. Lo stesso condimento andrà bene anche ar­
rostendo in casserola.

ca pu t in. CAPO III.


In PBED1CB ET ATTAGBBA BT TOBTOEB. PsBHICB, FBAHCOLIVO B TOBTOEB (a).

In elixis — Piper, ligusticum, apii, semen, A lesso — Trita pepe, ligustico, semi di se­
mentbaro, myrteara baccam rei uram passano, dano* menta, coccole di mirto (3) o parsola, mele,
mel, rinum, acetum, liquamen et oleum. Uteris rino, aceto, sarore ed olio. Usane a freddo.
frigido.
Perdicem cum piuma sua elixabis, et made- Bislessa la pernice con le sue piume, ed am­
factam depilabis. Captar* occisa perdix potest ex mollita che sia la pelerai. S’ è uccisa in caccia può
jure coqui, ne indurescat; si de area fuerit, elixa cuocersi eoo salsa, perchè non si smunga : ma s1 è
coqui debet. di cortile, dee cuocersi allesso (4).
Aliter in perdice et atta gena et in ta r a r e — A ltr o condim ento p e r la p ern ice > i l fr a n c o ­
Piper, ligusticum, mentham, rutae semen, liqua- lino e la to rto ra — Trita pepe, ligustico, menta,
men. raeruni et oleum. Calefacies. semi di ruta, savore, rino ed olio. Metti a scal­
dare (5).

— ♦ —

(■ ) Questo capitoletto fu omesso nell’ edizione del tando e trasportando a suo senno, stampò : P erdicem
Lister, credo per disattenzione dello stampatore, che cum p iu m a sua elixabis , et eoctura m adefactam
uni il titolo di questo col capitoletto seguente. Leggesi depilabis perdicem (dura ripetizione), concisa p erd ix
però nell'edizione dell’ Humelbergio ( l ig u r i iS^a), potest e x jure coqui dum indurescat , si iferum J e r -
che fu ricopiata dal Lister, e nella ristampa del Bern- buerity elixa condiri debet. Se dopo tante mutazioni,
hold (M arcobraitae 1787 ). ne uscisse almeno un concetto chiaro ed un andare
(a) Tetrao P erd ix — T etrao Lagopus — Co- spontaneo, lo ringrazierei. Ha io non so raccapezzarne
lu m b a T u r tu r Lino. alcun senso. Avrei restituito volentieri la lezione de’ co­
(3) L a lezione coniane è m yrth a m et bacctu. Cf. dici, lasciando libero il campo alle congetture, se non
I. I I, e. 1 , ». 6 ec. fosse stata la necessità del tradurre. E già noto l’ an­
(4) La lezione de’ codici e del Lan ciotto è t E lU tico uso di allevare anche le pernici nelle uccelliere
arar ibi : et m adefactam depilabis perdices eoctura t e ne’ cortili ( M arziale I I I , 58), che però, essendo
occisa p erd ix p o test e x ju re coqui ne (L* Humel­ ingrassate, stavan bene allesso. Del resto, chi può in­
bergio legge non) indurescant : s i dierum f e u e r it dovinare che cosa avesse scritto l’ autore ? Io stesso
( L 1 Humelbergio e il Lancilouo leggono Jerbuerit) : avrei in pronto più altre emendazioni forse egualmen­
e lix a coqui : debet (o coque). L ’ Humelbergio, mu­ te probabili che questa.
ÀPICI! CO ELII L 1B. VI. taS
,a 7

CAPUT IV. CAPO IV.


IN PALUMB1S BT COLUMBI8 ALT1LIBCS. P a l o m b i, b c o l o m b i d o m i s t i c i ( i ).

In assis —■ Piper, ligusticum, coriandrara, ca­ A r r o s to — Pepe, ligustico, coriandro, c a r v i,


rrara., cepam siccam, mrathara, ori vitelloni, ca- cipolla secca, menta, tuorli d’ uova, cariote, m e le ,
ryotam, mel, acetum, Hqaaraen, olcara et vinum. aceto, savore, olio e vino.
Ali ter, in elixis — Piper, careura, apii semen, A lle ss o — Pepe, carvi, semi di sedano, p r e z ­
petroselinnra : condì menta mortaria, caryotam, zemolo ; condisci in mortaio (a) con cariote, m e le,
mel, acetum, rimiro, oleum et sinape. aceto, vino, olio e senapa.
Aliter — Piper, ligusticum, petroselinum, apii In a ltro modo — Trita pepe, ligustico, p rez­
semeu, rutara, nucleos, caryotam, mel, acetum, zemolo, semi di sedano, ruta, pinocchi, ca rio te,
liquaraen, sinape, et oleum modice. mele, aceto, savore, senapa, ed olio non troppo (3 }.
Aliter — Piper, ligusticuro, laser, vinura ; snf- In a ltr o m odo — Trita pepe, ligustico e vi­
fundis liquamen ; vino et liquaraine temperabis ; no ; bagna con savore ; tempera con vino e s a v o ­
et fundis super colombum rei palumbum. Pipe- re ; poi versa sopra il colombo o palombo. Spol­
re aspersura inferes. verizza di pepe, e servi.

— ^ —

CAPUT V. capo v.
In divbbsis avibus , tubdis , ficedulis , FAro, Pe i altbi uccelli, cioè tobdi, beccaficmi,
FHASIANO, AIVSBEB. FA V O SI, FAGIANI ED OCHB ( i ) .

Ius in dirersis aribus — Piper, cuminum fri- Salsa p er a ltri uccelli — Pepe, cornino frit­
ctum, ligusticum, mentbam, urani passam enu- to, ligustico, menta, uva passa purgata da9 vinac­
cleatam aut damascena, mel modice ; vino myr- ciuoli, o prugne damaschine, e mele in discreta
teo temperabis, aceto, liquamine et oleo ; calefa- dose ; tempera con vin mirtino (5), aceto, savore
cics, et agitabis apio et satureja. ed olio. Metti a scaldare, e rimena con sedano e
peverella.
Aliter jus in aribus — Piper, ligusticum, pe- A ltr a salsa p er uccelli — Trita pepe, ligu­
troselinum, mentham siccam, anethi flores; vi- stico, prezzemolo, menta secca, fiori d’ anici ; ba­
num suffundis ; adjicies ponticam rei amygdala gna con vino; aggiungi nocciuole o mandorle
tosta, mel modicum; rino, aceto et liquamine abbrostite, mele non troppo ; tempera con vino,
temperabis ; oleum in pultarium super jus mittis ; aceto e savore ; Polio, ve *1 metterai in p ign atte

( 1) Columba P alum bus Linn. — Columba Oenas santa mila sesterzi! (P Iin . N . H . X, m3 ; P 'a jr r .
Linn. i l. il. I l i , 6). « Dell'oca poi la parta prediletta era
(a) Leggo m o rta ria , non m oretaria ; e intendo il fegato. Plinio, dopo aver parlato dei vani pregi d e l-
anche qui per cotesti condim enti quelli stessi che si l ' oca, soggiunge ( iv i e. *6 ) : •» Ma i nostri furono as­
vien poi noverando, cotte al cap. 4 del 1. I l i , n. 8. sai più savii, i quali seppero conoscere il merito d e l
L'aggettivo m oretarius è nuovo al pari di m orta - fegato d'oca. Ingrossa assai nell* stie, e più ancora
rius ; senzaché può leggersi m ortarii. cresce, dopo tratto del corpo, mettendolo in latte e
(3) Questo capitoletto nell'edizione del Lister fu T in o melato. Non senza ragione si disputa chi sia stato
posto ultimo, forse per rimediare alla sbadataggine 1* autore di si bel trovato, se Scipione Metello ch e fu
dello stampatore che l'a re a saltato. già console, o il cavaliere M. Saio contemporaneo d i
(4) T urd u s m usicus — Favo cristatus — P ha- lui. Certo è che Messalino Cotta figlio dell* oratore
sianus colchicus — A n a s A n ser Linn. w L 'o ratore Messala fu il primo ad arrostirne le palle de* p ie d i,
Ortensio fu il primo in Roma a uccidere i pavoni per e condirle in manicaretti con le creste de’ polli. «»
mangiarli nella cena pel suo ingresso al sacerdozio. (5) Come tacciasi il v in o m ir te o , cioè condito e o a
Quanto poi all* ingrassarli, il primo che prendesse a mirto, ce lo insegnano Catone A . il. ia5, C olarn e!-
farlo fu M. Aufidio Lurcone intorno al fine della la X II, 38, Palladio II, 18. Altri legge m j r r h e o .
guerra piratica \ e con ciò si fece un' entrata di ses-
calefecies ; agi 1abis jux apio viridi et nepeta : avem sopra la salsa.. Scalda, ed agita la salsa con sedano
incharaxas, et perfundis. verde e nepitella (i). Apparecchia l1 uccello ta­
gliato, e versagli sopra la salsa (2).
lus candidum in avem elixam — Piper, ligu- Salsa bianca p e r u ccelli allesso — Pepe, li­
slicuro, cuminum, apii semen, ponticam vel amyg- gustico, cornino, seroi di sedano, nocciuolc o man­
daJam tostam, vel nuces ckpilatas, mel modicuro, dorle abbrostite, o noci rimonde, un po’ di mele,
liquamen, acetum et oleum. savore, aceto ed olio.
lus viride in avibot — Piper, carenm, spicam Salsa verde p e r u c c e lli— Pepe, carvi, spigo
indicaro, cuminum, fblium, condimenti viridia nardo (3), cornino, malabatro, condimenti verdi
omne genus, daclyluro, rael, acetom, vinum mo­ di qualunque sorta (4), datteri, mele, aceto, vino
ti ice, liquaraen et oleum. discretamente, savore ed olio.
lus candidum in ansere eliso— Piper, careuro, S alsa bianca p e r oche allesso — Pepe, carvi,
cuminum, apii semen, thyraum, cepara, laseris cornino, semi di sedano, timo, cipolla, radice di
radicero, nucleos toslos, mel, acetum, liquamen laser, pinocchi abbrosliti, mele, aceto, savore ed
et oleum. olio.

-•fi*

CAPUT VI. CAPO VI.


I n a v e s b ir c o s a s . P er u c c e lli c h i san d i le zzo (5).

Ad aves bircosas omnigenas — Piper, ligusti- P e r u ccelli che san d i lezzo , f o g n i m anie -
curo, tbymum, mentham aridam, salviam, caryo- ra (6) — Pepe, ligustico, timo, menta secca, salvia,
taro, mel, acetum, vinum, liquamen, oleum, de- cariote, mele, aceto, vino, savore, olio, sapa e se­
fruturo, sinape. Àvem sapidiorcm et altiorem fa­ napa. Farai che l’ uccello riesca pià saporito e pin­
cies, et ei pinguedinem servabis, si eam farina gue, e gli conserverai il suo grasso, se il metterai
oleo subactà contectam in furnum miseri*. in forno, coperto di farina impastata con olio.
Aliter in avero — In ventrem ejus fractas oliva* In a ltr o m odo — Introduci nel ventre del­
novas roittis, et consutam sicelixabis; deinde co­ l’ uccello olive fresche infrante: cuci il taglio, c
rta* olivas eximes. lessa : colto che sia, levane le olive.

CAPUT vn. capo vn.


In p h o e n ic o p t b r o e t p s it t a c o . P er f e n ic o t t e r i e p a p p a g a l l i (7).

Phocnicoplerum elixas, levas, orna*; includi* Lessa il fenicottero, levalo, acconcialo ; poi
in cacabum ; adjicies aquam, salem, anethum et chiudilo in pentola con acqua, sale, anici, e un

( 1 ) Melissa Nepeta Lina. quale disattenzione F Humelbergio, credendo emen­


(a) L ’ Humelbergio spiega in charaxas, o incara- dare il testo, lo guastò col sostituire' condimenta vi-
aras (come trovasi spésso erroneamente scritto — F edi ridia , om ne genus dactylorum .
D u Cange in Caraxare), nel senso di punzecchiare (5) Crede il Lister che con F aggiunto di hircosae ,
e scalfire F uccello, perchè succi la salsa e mandi cioè che p uton di becco , si vogliano indicare gli uc­
fu o ri il suo succhio. Meglio il Lister lo intende dèi celli di riva e dì acqua, come V A rdea Grus e Bo-
tagliare in parti, secondo l'n so che s’ è già notato al taurus, la F ulica atra, il R allus aquaticus ec.
ca p o I di questo libro, dove prescrivesi et sic partes (6 ) Ne’ codici omnigere ,* F Humelbergio sostituì
stru th io n is in lance p trju n d is . Questo verbo chara- om nis generis.
jeare è il greco x a fà o o ’ttv che vale scalpere , inci- (7) Phoenicopterus ruber — P sittacus A lexa n -
d e re , sulcare , scribere : nella bassa latinità è fre­ dri Linn. Leggiamo in Plinio N. H. X , 68 : Phoeni-
quente nel senso di scrivere . Cf. /. V I, c. 9 , n. a. copteri tinguam praecipui saporis eise A picius do-
(3) Andropogon Nardus Linn. cnitf nepotum om nium altissim us gurges. Pure nel
(4 ) E questa la vera lezione de’ codiri. Non so per nostro Apicio non ne troviamo nulla.
C elio A picio 0
aceti modicum. Dimidia cocturà, alligai fasciculum po' d’ aceto. A mezza cottura mettivi bolli a
porri et coriandri, ut coquatur. Prope coctaram sieme un mazzetto di porri e eoriandro ; e
defrulum mittis, coloras. Adjicies in mortariam il fìne colora con sapa. Getta in mortaio pep
piper, cuminum, coriandrum, laseris radicene rnino, eoriandro, Vadice di laser, mento, r
; ;
mentham, rutam fricabis suffundis acetum ; stropiccia; bagna con aceto, aggiungi ca
;
adjicies caryotarn jus de suo sibi perfondis ; versarvi intinto della pentola; vóti in nna pi
reexinanies in raundum cacabom; amylo obli- netta (1), e addensa con amido versa la s ;
;
gas jus perfundis, et inferes. Idem facies et in servi. Altrettanto farai anche col pappagallo
psittaco.
Aliter — Assas avena. Xeres piper, ligusticum, In altro modo —
Arrostisci P uccello.
apii senaen, sesamum defrictum, petroselinum, pepe, ligustico, semi di sedano, sesamo (2)
mentham, cepam siccarn, caryotarn ; mele, Tino, prezzemolo, menta, cipolla secca, cariote te ;
liquamine, aceto, oleo et defruto teroperabis. Aves con mele, vino, savore, aceto, olio e sapa.
omnes, ne liquescant, cum plurois elixare omni­ gli uccelli, perchè non si smungano, sarà
bus melius crii : prius tamen excnterantur per lessarli con tutte le loro piume ma p :
guttur, vel a navi ac sub latus. sbuzzino prima pel collo, 0 pel ventre e s
fianco (3).

----— — ----

CAPUT V ili. CAPO V ili.

InàNSERl Peh le och e .

Anse re in elixum calidum e jure frigido api- O ch e allesso calde con salsa a p icia n a
ciano — Xeres piper, ligusticum, coriandrum, da — Trita pepe, ligustico, eoriandro, men
;
mentham, rutam refundis liquamen, et oleum ;
ta versavi savore, e tempera modera taroeu
roodice teraperas. Anserem elixum ferventem sa- olio. Asciuga con un tovagliuolo n etto P o
;
bano mundo exsiccabis jus perfundis, et inferes. ;
sata ancora bollente versale sopra la sals
in tavola.

---- «6*-----

Par maraviglia a molti, non senza ragione, che i men exenterantur per g u ttu r, vel in a v i a s s
ghiottoni romani non di rado apprestassero so le il qual passo V Hamclberg credette di corre
mense grandi catini di lingue di pappagallo. Tuttavia questo modo: A ves omnes, ne liq u e s c a n t , c
Agostino Ghigi, gentiluomo sanese e mercatante ric­ m is elixatae , priusquam exenterantur- p e r
chissimo, in un pranzo da lui imbandito a Leone X meliores cru n t: vel in ambigas su b la ta e . M
nel x5 18, tra le altre squisitezze fece apprestare an­ emendazione si dilunga troppo dal testo, e p
ch’ egli più piatti di cotesto lingue. Vedi gli Opusc. più parti. Che si lessi P uccello senza prima s
di Paolo Colomesio- Ultraj. 1699—a p. 60. lo, non par naturale 5P aggiungere p e r g u t
(1) Il trovar poi di nuovo ju s per/undis , fa so­ P exenterare, in questo luogo sarebbe super fl
spettare errore nella lezione comune in eundem ca- probabile ; la locuzione in ambigas s u b la ta e
cubum. Ad eundem ho sostituito m undum , poco insudiciente a indicare il cuocere a vapore,
diverso nella scrittura, e adattato al luogo, e confor­ pur vogliono 1’ Humelbergio e il Lister. La lo
me all’ uso d’ Apicio. ex enterare a navi , ritornerà più volte ne’
(a) Sesam um orientale Lino. guenti : ma fin qui essendo nuova, potea di
(3) I codici dicono : A ves om nes, ne liquescant , trarre in inganno il copista. Sub la tu s panni
cum plum is elixate omnibus m elius crii, prius ta • preciso. A chi non piacesse, leggi j i b l a n t u r .
CAPUT IX. CAPO IX.

Ib POLLO. P er p o l l i.

. in pullo elixo jus crudam — Adjicies in mor- Salsa cruda p e r p o lli allesso — Getta io
rium anelhi semen, menlham siccam, laseri* ra­ ritortalo semi d’aneto, menta secca, radice di laser;
cene ; «uffundi* acetnm ; adjicies caryotam ; re- bagna con aceto ; aggiungi cariote ; versavi savo­
ndis liquamen, sènapi* modicum et oleata ; de- re, un po' di senapa ed olio ; tempera con sapa (1),
uto tempera*, et sic mittis in pallimi anelhatura. e senza più dota il pollo di questa salsa anetina.
Aliler pullo* — Mellis mod ice ; liqaartiine tem- P o lli in a ltr o m odo — Mele, non troppo,
erabis. Leva* pullum coctum, e\ sabano mondo stemperato in savore. Leva il pollo colto (a), ed
caa, cbaraxas, et jos scissaris infundis, at com- asciugalo con on tovagliuolo netto : solcalo con
bat ; et, cum combiberit, assabis, et sao sibi jare tagli, e per essi fa che beva il condimento ; poi
rtangiv Piper asperges, et infere*. arrostiscilo, e bagnalo col proprio'sugo (3). Asper­
gi di pepe, e servi.
Pullus parthicus -7 Pallimi aperies a navi, et P o llo p o r tic o — Sbuzza il pollo pel ventre (4),
quadrato orna*. Teres, piper, lignsticuro, carei ed acconcialo su'l tagliere (5). Trita pepe, ligusti­
odicara ; suffundis liquamen ; vino tempera*. co e un po' di carvi ; bagna con savore ; tempera
mponi* in cumana polloni, et conditorara sn- con vino. Assetta il pollo in on tegame, e gettagli
r pullom facies. Laser et vinoni in tepidà dis­ sopra il condimento (6). Sciogli in acqua tepida (7)
lvi*, et in polloni mittis simal, et coqnes. Piper laser e vino, e versa insieme su '1 pollo, e cuoci.
pergi*, et infere*. Impepa, e dà in tavola.
Pullus oxyzorao* — Olei acetabolum majo- P o llo acetoso — Un bossolo (8) d'olio, un

( 1*) codice ratinano : S in a p is m o d ic u m a d d e , (6) Forse su p e r p u llu m fa c ie s .


ateo d e jr ic to tem p e ra b is. * * (7) I codici hanno: L a s e r e t v in u m in te r id a s d is ­
(a) (Comunemente L a v a * p u llu m c o c tu m . so lvi*. L* Humelbergio da in te r id a s formò in t e r M a r ,
(3) I codici, in luogo di p e r t a n g is , hanno qui che nell* edizione del Lister fu poi mutato in in il*
n n is to n g is , o p in n is *lo n g is . L'emendazione fu la s. Ma non so vedere a che possa riferirsi 1*illa s ;
gerita all’ Humelbergio dal n. 1 del I. V ili, c. 8, onde ho sostituito in te p id a , perché non é lontano
e dicesi o lc o p e r ta n g ito ; quantunque del verbo nella scrittura, e perché nel c. 3o del 1 .1 prescrivesi
r t a n g e r e , che dovrebb* essere regolarmente p e r t in - anche ivi di sciogliere il laser con aceto in acqua
r e , non si conoscano altri esempli che questi. £ tepida.
rò noto questo uso del semplice ta n g e r e , e dcl- (8) Il veder poi stabilita precisamente la dose del
ltro composto c o n tin g e r e , in senso di b a g n a re , pepe farebbe credere che anche a c e ta b u lu m s*avesse
r e , non pure in Apicio, ma anche in altri scrit­ a prendere in tutto rigore come misura, cioè per un
sebbene alcuni critici abbiano voluto sostituirvi quarto di e m in a , o XV dramme attiche, equivalenti
re. in volume a due oncie e mezzo d’ acqua, secondo il
4 ) Questa locuzione a p e r ir e , o e x e n le r a r e a n a v i, computo del Beverini. Così la distinzione fra aceta­
abbiamo introdotto per congettura anche nei n. a bolo maggiore e minore, benché nessuno ne parli,
c. 7 di questo libro, e che ritornerà altre volte potrebbe forse giudicarsi fondata su la differenza fra
presente capo, è nuova e non conosciuta da altra la libbra romana e 1*attica. Ma, quando prescrivesi di
rte. Tuttavia dall* uso che ne fa Apicio, universal­ aggiungere u n a c e ta b o lo m o lto m in o r e d i a c e to , pae-
ente inferiscono, che per n a vis intendasi la parte mi dichiarato a bastanza che a c e t a b u lu m dee qui pi­
eriore del ventre. Certo è che vediamo applicato gliarsi al di grosso per b ic c h ie r e o c a lic e senza più.
i Latini questo nome a indicare ogni cavità di figura Nell* edizione del Lister, credo per la stessa disatten­
rva ; e nel gergo furbesco dinotava propriamente zione dello stampatore che abbiamo altrove notata,
trice ( P la u t o M e n . I I , 3 , 5 i ; A u d . II, 3 , *4 » df«- furono omesse le parole a c e t i a c e t a b u lu m p e r q u a m
o b . II S a t. 5 ). « m in o r e m , tanto necessarie che danno anzi il nome di
(5 ) Così intendo con THumelberg, nel senso di o x j M m u s al pollo così condito. Furono poi restituite
a d r a ; benché ci manchino esempii. Se risguardasse dal Bernhold. Osservisi qui a c e ta b u lu s di genere ma­
figura quasi quadra da dare al pollo, acconciando­ schile, non registrato ne* vocabolari! ; se pure non è
, col ripiegarne il collo e raccoglierne le coscie, pare error di copista, giacché più volte, dove abbialo posto
meno che si dovrebbe dire in q u a d r a tu m o rn a s. c o r ia n d r u m viride, leggetesi v ir id e m , ed altrettali
otisi la corrispondenza con ciò che vien dopo, c o m ­ strafalcioni.
n i* in cu m a n a .
35 APIGÌI COLLII L1B. VI. i

rem, salis modico, liquauiinis aoetabulum mino- po' di sale (1), un bossolo più piccolo di sav
rera, aceti acctabulum pcrquam minorem, pipcris un altro molto più piccolo d'aceto, sei scrupol
scrupulos sex, pctroselinum, porri fasciculum. pepe, prezzemolo ed un mazzetto di porri.
Pallus uumidicus — Pullum caras, lavas, lase- P o llo num idico (a) — Acconcia, lessa e l
re et pipere aspersam assas. Teres pipcr, cumi- il pollo ; poi arrostiscilo, spolverizzandolo co n
num, coriandri seraen, laseris rad ice ni, rutam, ser e pepe. Trita pepe, cornino, semi di coriand
caryolam, nucleos ; suffundis acetum, mel, liqua- radice di laser, ruta, cariote e pinocchi ; bagna
men, et oleo temperabis. Cum ferbuerit, amylo aceto, mele e savore, e tempera con olio. Bol
obligas, pullum perfundis, piper asperges, et in- eh' abbia il tritume, inspessalo con amido, dot
fcres. il pollo, impepa, e manda in tavola.
Pullus laseratus — Aperies a navi, lavabis, or- P o llo con la ser — Sventra, lava, acconci
nabis, et in curaana ponis. Teres piper, ligusticurn, assetta in tegame. Trita pepe, ligustico, laser e
laser, vinum ; suffundis liquaraen ; vino et liqua- no ; bagna con savore ; tempera con vino e savo
mine temperabis, et mittis pullum. Coctussi fuo­ e mettivi il pollo. Quando è cotto, aspergi di
ri t, pipere aspersum infcres. pe, e servi.
Pullus paroptus — Laseris modicum, piperis P o llo a r r o s to — Un po' di laser, sei scrup
scrupulos sex, olei acetabulum, liquaruinis acela- di pepe, un bossolo d'olio, un altro di savor
bulum, petroselini modicum. un po' di prezzemolo.
Pullus elixus ex jure suo — Teres piper, cu- P o llo lessato nel suo brodo. — T rita pe
minum, thyrai modicum, foeniculi scmen, men- cornino, un po' di timo, semi di finocchio, me
tham, rutam, laseris radicem ; suflfundis acetum; ruta, radice di laser; bagna con aceto ; aggiu
adjicies caryotam, et teres ; melle, aceto, liquami­ cariote, e trita ; tempera con mele, aceto, sav
ne et oleo temperabis. Pullum refrigeratum et sic- ed olio. Mettivi il pollo, freddato e rasciutto
catum mittis, quem perfusum infcres. sia, e con questa salsa mandalo in tavola.
Pullus elixus cum cucurbitis elixis — Iure so­ P o llo allesso con zucche lesse— Bagnalo
pra scriplp, addito sinape, perfundis, et inferes. la salsa suddetta, aggiuntavi senapa, e servilo
Pullus elixus cum colocasiis elixis*— Supra P o llo lesso con colocasie lesse — • Bagn
scripto jure perfundis, et inferes. Facit et in eli- con la detta salsa, e servilo. Essa è bnona an
xum cum olivis colymbadibus non valde, ita ut per polli lessati con olive di salamoia. Nel riemp
laxamentum habeal, ne dissiliat dum coquitur in d’ olive lasciavi un po' di largo, perchè cocend
olla. Subraissum in sportellam, cum bullierit, fre­ non iscoppino: a questo fine li metterai an
quente r levas et ponis, ne dissiliat. neir olla chiusi in una sportella, per p o te r, m
tre bollono, levarli e ritiiffarli di frequente.
Pullus varianus— Pullum coque* jure hoc : P o llo variano (3) — Cuoci il pollo in que
liquamine, oleo, vino ; fasciculum porri, coriandri, condimento : savore, olio e vino; un mazzett
salurejae. Cum coctus fueril, teres piper, nucleos porri, uno di coriandro, ed uno di pevere
cyathos duos, et jus de suo sibi sullundis, et fa- Quando sia cotto, trita pepe, e due bossoletti
sciculos projicies ; lacle temperai, et reexinanies di pinocchi ; bagna con l 'intinto del pollo, e g
mortarium supra pullum, ut ferveat ; obligas cum via i mazzetti ; tempera con latte, e versa il
albamentis ovorum tritis; ponis in lance, et jure tume (5) sopra il pollo, perchè vi bolla; adde

(i) Comunemente sutis modice , che non so comeFaraone furono introdotte in Europa soltanto n e l
regga. Sarebbe locuzione più regolare salis m odi- (O rnitol. Tose. T . II — P isa 1829 ).
cum ; ma anche 1* altra, che abbiamo introdotto, non (3) Ne' codici vardanus. L ' Humelberg, c h e
è rara in Apicio. Nè paia strano che insieme col li- stituì varianus , crede venuto questo nome d a ll ' i
quam e, di per sè salato, aggiungasi un po' di sale ; ratore Vario Eliogabalo celebre in ghiottoneria
perchè più volte in Apicio si fa lo stesso. Tutto sta men fermo appoggio troverebbe ne' vizii di E lio V
nella quantità del liquam e rispetto al resto. chi volesse invece legger verianus.
(e) I l modo tenuto negli altri titoli fa credere (4) Il ciato era la dodicesima parte d el se sta
che l’ aggiunto di num idico (o num idum , che così e conteneva un'oncia e due terzi d’ acqua. Non è
leggesi nelle vecchie stampe) risguardi la qualità, non ciò che alcuni affermano, che fosse misura u sata
del pollo, ma della cottura. Del resto Gallina N u- per liquidi : ne è prova questo luogo d ’ A p ic i
m idica , o A frica n a , è quella che noi diciamo Gal­ qualche altro d’ altri autori (Plin. N. H . X I V , 9 ,
lina di Faraone (N um ida Melcagris Linn.). Vedi Colum. V i l i , 4).
Columella 1. V i l i , c. a*, Plinio 1. X , c. 67 ec. Fa (5) Comunemente reexinanies in m o r la r i u m
maraviglia4vcdcre il Sari affermare che le galline di pra pullum ; donde il L i'tei imaginò che c o l n
sapra scripto perfundis. Hoc jus candidum appel- con bianco d' uoyo tritalo (ì), e metti il pollo
latar. in piatto con la detta salsa, chiamata bianca.
Pallut frontonianus —- Poli una praedura : con­ P ollo fro n to n ia n o (a) — Indura il pollo (3) ;
dici liquanaine oleo misto; cui mittis fasciculum quindi condiscilo con savore mescolato con o-
anefhi, porri, satarejae et coriandri viridis, et co- lio (4), aggiungendovi un mazzetto d'aneto, di
qaes. Ubi coctus fuerit, levabis eum, in lance de- porri, di peverella, di coriandro verde ; e cuoci.
fruto perunges, piper asperges, et inferes. Allorché sia cotto, levalo, e nel piatto stesso ba­
gnalo con sapa, impepalo e servilo.
Pullug tractogalatas — Pulì uro coqaes liqua- P o llo con p a sta e la tte — Cuoci il pollo con
mine, oleo, vino ; cui miltis fasciculum coriandri, savore, olio, vino, un mazzetto di coriandro, e
cepam. Deinde, cum coctus fuerit, levabis eum de cipolla. Quindi, cotto che sia, il toglierai dal suo
juresuo, et mittis in cacabum novum lacet salera intinto ; e metterai in una nuova pignatta latte e
modicum, mel et aquae minimum, id est tertiam sale discretamente con molto meno di mele e d’a­
partem : ponis ad ignem lentum ut tepescat ; tra- cqua, cioè con una terza parte soltanto ; e porrai
ctum confringis, et mittis paulatim ; assidue agitas, a scaldare a fuoco lento. Frangi una sfoglia, e get­
ne uratur ; pullum illic mittis inlegrum vel car- tavela a poco a poco, riraenando di continuo,
ptum ; versa bis in lance ; quem perfundis jure perchè non prenda d'arsiccio : poi mettivi il pollo
tali : Piper, ligusticum, origanum ; suilundis mel, o intiero o tagliato a pezzi; rovescialo in piatto,
et defrulum modicum ; et jus de suo sibi terope- e dotalo della seguente salsa. Trita pepe, ligustico
ras in cacabulo ; facies ut bulliat ; cum bullierit, e maggiorana ; bagna con mele e sapa moderata-
amylo obligas, et inferes. mente; tempera in pignatto con l'intinto stesso
del pollo ; fa bollire, e quando bolle, inspessa con
amido, e servi..
Pullus farsilis — Sicilicula acuminata a cervice P o llo in fa rcito — Sbuzzalo con uno stiletto
expedies. Teres piper, ligusticum, zingiber, pul- appuntato dalla parte del collo (5). Trita pepe,
pam caesam, alicam elixam ; teres cejrebellura ex ligustico, zenzero, polpa tagliuzzata, spelta lessa,
jure coctum; ova confringcs et commisces, ut cervella cotte in brodo ; schiaccia uova, e mescile
unum corpus efficias ; liquaraine teraperas, et al tritume per ridurlo a un corpo ; tempera con
oleum modice mittis, piper integrum, nucleo* savore ; aggiungivi un po' d' olio, pepe intero, e
abundantes ; fac impensam, et imples pullum, vel pinocchi in buon dato. Con questa mistura infar­
porcelium, ita ut laxaraentura habeat. Similiter et cisci il pollo, lasciandole qualche respiro. 11 simile
in capo facies, ossibus ejectis. Coques. farai nel cappone : ma il disosserai (6). Poi cuoci.
Pullus elaeozomus — Acci pi es pullum, et or- P o llo o lia to (7) — l ogli il pollo, ed accon-

di m o rtarìum si chiamasse anche un vaso da cuocere. bus ejectis , coques : ma non cessa per questo d’ es­
Ma questo solo passo non mi par bastare a volerne sere improbabile e guardata in sé, e raffrontata alla
inferire tal conseguenza. La in probabilmente è do­ scrittura de* codici.
vuta alla disattenzione del copista avverso sempre a (6 ) Così sta ne* codici. L* Humelbergio tramutò
scrivere adjicies in m o rta riu m , rcexinanics in ca - di luogo le parole ossibus ejectis coques , formando
cabum ec. un nuovo capitoletto a questo modo : S im iliter et in
(t) Welle salse bianche d’ Apicio troverai spesso capo Ja cies — A ccipies p u llu m , et ornas u t su-
albumi d’ uova sode tagliuzzati; sicché la voce tritis p ra : aperies illu m a pectore , et om nibus ejectis ,
dee prendersi anche qui nel suo proprio senso. coques ; dove il cappone si trasforma in pollo, e alla
(a) Così chiamato da qualche ignoto goloso di fin fine non si dice nulla. Nè parmi che si dovesse
questo nome. mutare V ossibus ejectis in quella dura frase om ni­
(3) Dà nna mezza lessatura, ciò che i cuochi db bus ejectis ; perchè anche altrove, insegnando a cuo­
cono ora sbianchire. cere polli e porcelli con ripieno (l. V , c. 4i n .b e 6 ),
<4> Forse m u sto , non m ix to , secondochè pre­ prescrive Apicio di levar loro il catriosso; e cosi
ferì vesi nell’ antecedente e nel seguente capitoletto : s’ usa fare anche adesso.
Coques liquam ine , oleo , vino. <7 ) L e vecchie stampe ed i codici leocozimus o
(5) leocox.um.is ; donde V Humelberg formò teucozom us ,
La lezione de'codici è : S icu t alique ( o ili-
q u e ) cu m in a tu m acervi et (o a cervice) expedies ; cioè con salsa bianca. Ma qui trattasi d* olio ; onde
ch e 1* Humelbergio mutò nel seguente modo : P u llu m ho sostituito elaeozomus che accasca bene pel senso,
s i c ne aliquid in eo rem aneat, a cervice expedies. nè si dilunga troppo nella scrittura. Del resto il tito­
L a locuzione, sic ne aliquid in eo rem aneat, forse lo P ullus teucozomus si fa comunemente seguire al
g li fu suggerita da altra simile che troviamo, secondo primo periodo A ccipies pu llu m eie ....... a pectore.
c b ' ei legge, poco dopo, aperies a pectore et. om ni­ Ma, trattandosi di un titolo, V ho tramutato di luogo
•39 AP1CII COELII L1B. VI. QUI A ERO PETES APPELLATUR *4o

nas, ut supra : aperie* illum a pectore. Accipies dalo come s’ è detto sopra, sparandolo dal petto.
aquam et oleum hispanum abundans ; agitatur, ut Prendi acqua ed olio di Spagna in abbondante :
ex se aroylet et huraorem consumai. Postea cum si sbatte, finché si rappigli (1) ed assorba V acqua.
coctus fuerit, quodcumque olei remante ri t, inde Poi, qnando il pollo è cotto, se resta qualche po'
levai ; pi per asperges, et inferes. d1 olio (2), il levi ; aspergi di pepe, e servi,

francamente, perch* è probabile che fosse scritto in lare o am ulare e x se a modo chiaro e nat
margine. significando J a r da $e stesso le veci dell* a
(i) Comunemente u t e x se ambulet. Anche al­ usato per inspessare.
trove i copisti arcano mutato am ylas od am ulas in (a) I codici e le recchie stampe h a n n o
ambas. La frase am bulare e x re, per indicare l*in- non o/ei, che fu sostituito dall* H um clbergio.
spessarsi dell* olio sbattuto con acqua, parmi, non manca qualche cosa.
solo nuora, ma anche strana ; mentre in rece am y-
APICII COELII
LIBER VII.

QUI POLYTELES (Q APPELLATUR


--------**»*♦ *>-------

CAPUT I CAPO I.
V U L V A E S T E R IL E * , C A L L U M , L U M B E L L », V ulve s t e r il i, callo , lom bo , cotenna

C U TIC U L A B E T UN GELLAE. E PED UCCI ( 2 ) .

Vulvae sterile* — Laser cyrenaicum, vel par- Vulve sterili — Laser cirenaico, o parlico,
thicuro, aceto et liquamine temperatura. Appone*. temperato con savore ed aceto. Così servirai.
In vulva sterili — Piper, apii semen, roentham P e r vulve sterili — Pepe, semi di sedano,
siccarn, laseri* ra (licerci, mel, ace tura et liquamen. menta secca, radice di laser, mele, aceto e savore.
Vulvae sterile* — Piper et liquamen cum la- V ulve ste rili — Pepe e savore con laser par-
sere parthico. Àpponis. tico. Servi così.
Vulvae slcriles — Pipere, liquamine et con­ V ulve ste rili — Servi con pepe, savore, e un
dilo modico apponis. po’ di vino condito (3).

( 1) Poly telex , 'roXursX’Kv vale costoso , squisito , chiaro : chi vuole il lombo, chi il lardo. Ma da lombo
moltiplìce. La più parte de’ cibi qui ricordati erano Plinio il distingue.
stati nominatamente proibiti da leggi censorie. I codici, e le vecchie edizioni del Lancilotto hanno
(a) Tutte queste parti intendi del porco. La vulva libelli , che l’ Mumelbergio mutò in lumbelli. Ma no­
della troia fu boccone ghiotto pei Romani! « Niente tisi che de’ lombi parlasi dopo nel capo ottavo, e che
di meglio, diceva Menio presso Orazio (I E p. i5 , 40 ), lum beltus è voce nuova; in vece della quale Apicio
d ’ un tordo grasso ; niente più bello d’ un* ampia vul­ stesso, come tutti gli altri, nel detto capo ottavo usa
va. » Ottima si tenea quella della scrofa primaiuola lum bulus . Aggiungasi che qui sembra tra tu r si di mi­
eh ’ avesse sconciato alle altre si mettea innanzi quella nuzzami.
di scrofa, anche vecchia, che non avesse figliato mai Cosi pure i codici hanno coticula in luogo di cu-
( P lin. N. H . X I , 84). Che anzi qualcheduno prefe­ ticula. L ’ Humelbergio era in forse se legger co tica -
riva questa a qualunque altra (S ta rt. X I I I, 5 6). Il la , cioè coda , o cuticola.
lor condimento, anche presso i Greci, fu silfio, cioè • (3) Per condito , sena’ altra determinazione, anche
radice di laser, ed aceto forte, aggiuntovi cornino i Greci intendevano vino condito . Vedine alcune spe­
(A teneo III, 5q). cie nel libro I. La più comune fu con mele e pepe
Per callo qual parte intendessero non è abbastanza (Plin. N. H. X I V , 16 ).
i 43 A P 1C 11 C 0 E L 11 L 1B. VII. >44

Callom, larobelli, cuticulae, ungellae — Piper, C allo , lombo , cotenna e peducci — Pepe,
Jiquamen, laser. Apponi*. savore e laser. Servi così.
Vulvanti ut tostano facias — in canlabro in- P e r f a r e la vulva a rro sto , rinvolgila nella
volvc, et postea in muriam mille, et sic coque. crusca, e poi menila nel savore di tonno, e cosi
cuocila.

CAPUT II. CAPO II.


SUMER. P o ppa di t r o ia ( i ).

Suroen elisas, de cannis surdas, sale aspergis, Lessa la poppa, raccoglila con istecchi (2),
et in furnam raittis, vel in craticola subassas. aspergila di sale, e mettila in forno,* o arrostiscila
Teres piper, liguslicuro,liquamen,mernm etpas- su la gratella. Trita pepe, ligustico, savore^ vino
sum ; amjlo obligas, et samen perfundis. pretto, e passo; inspessa con amido; e e o a que­
sta accompagnatura copri la poppa.
Suroen plenum— Teri tur piper, careum, echi- P oppa rip ien a — Tritasi pepe, carvi, e ricci
nus salsus: consuitur, et sic coqailur. Manduca- salati. Se ne riempie la poppa, che appaiatala fi
tur cum alece, sinape. cuoce. Mangiasi con salamoia e senapa.

«0» —

ca pu t m. c a po in .
F ic a t d m . F egato (3 ).

■ In bealo oenogarum — Piper, thymuro, ligu- Salsa p e r fe g a to — Pepe, timo, ligustico, sa­
slicuro, liquamen, vinum modice, oleum. vore, vino temperatamente, ed olio.
AUter — Fica turo praecidis ad cannam; in- In a ltr o m odo — Taglia il fegato a baston­
fundis in liquamine; piper, ligusticura, baccas celli (4) ; infondili in savore con pepe, ligustico e
lauri duas ; involvis in omento, et in craticula due bacche di lauro ; rinvolgili in o m en to ; ar­
assas, et inferes. rostiscili su la gratella, e servi.

( 1) Ottima tenevasi la poppa di troia uccisa un <rux«tro¥%che a poco a poco fu esteso a tu tti gli ani­
giorno dopo il parto, purché non avesse lattato ; pes­ mali. Qui pare che debba intendersi del fegato d i troia.
sima, se avesse abortito (Ptin. N . H . X I , 84). (4) Praecidere a d cannam è modo n u ovo ed os
(2) Per canne crede qui P Humrlberg ebe s’ ab­ ro. L'Hum elbergio se ne passa via ; il L ister suppone
biano a intendere S capezzoli, e che si prescrìva d’ in­ che indichi il fare alcuni solchi, per cu i il fegato
cavigliarli perchè non si smungano, scorrendone il possa succiare il liquam e . Io traduco francam ente ta­
latte. Ma canna in questo senso è nuovo e stravagan­ gliare a bastoncelli, cioè a pezzetti grossi u n dito,
t e ; senzachè dovrebbe» dire almeno canna* surctas. perchè quello che s'insegna qui è modo n o to e co­
Aggiunge egli un'altra congettnra che s'abbia a leg­ mune anche adesso per cuocer ex fegato di p o r c o rin­
gere de cannis purga x, cioè purga da* sifo n cin i sparsi volto in omeoto, o rete. Ma non saprei d ir e se per
per la poppa. Io sto al senso ovvio, perchè non veggo canna s'intenda il regolo usato per andar d iritto nel
cosa che il v ieti; tanto più che arundines e Jerulae tagliare, o la figura da darsi ai pezzi ta g lia ti, o se
diconsi anche le stecche usate da'chirurgi nelle fa­ finalmente non s'abbia a leggere : A lite r ^ J ìc a tu m ad
sciature d* ossa rotte o disovolate (xaXafAÒvv). cannam — Praecidis etc. sicché dicasi J ì c a t o n i ad
(3 ) £ noto l ' uso romano d* ingrassar 1' oche con cannam , perchè mettasi sa la gratella in filz a to in
fichi secchi, per averne fegati grossissimi. Il simile in­ istecchi. In fatto, nell'edizione del Torino a d c a n n a m
segnò Apicio delle troie (Plin. IF. H . V i l i , 77 ). Da è premesso a praecidis .
ciò venne il nome di J ic a tu m , cioè jecu r J ica lu m y
Ofellae. Braci cole (r).

Ofellae ostiense* — (lo offìllam) designas ofel­ B ra d ito le a uso <f Ostia — Segna le bra-
las in cutem, ila ut culi* sic remaneat. Xeres ciuole tagliando fino alla cuticola, sicché questa
pi per, liguslicum, anethura, cuminum, silphium, resti (2). Trita pepe, ligustico, aneto,cornino, silfio
baccani lauri unam ; suffìindis liquamen; fricas; ed una coccola di lauro ; bagua con savore, e stro­
in angularem refundis simul coni ofellis. Ubi re- piccia ; poi versa in una legghia insieme con le
quia veri! in condimenlis biduo vel triduo, ponis braciuole. Quando avran riposalo nel condimento
surclos decussatira, et in furnum mittis. Cura co- per due o tre giorni, fermale con islecchi posti
xeris, ofellas, quas designaveras, separabis ; et te- a traverso, e così mettile in forno. Gotte che sia ­
res piper, ligusticum ; sufiundis liquame», et pas­ no, separa le braciuole già segnate, e fa loro la
simi modicum, ut dulce fiat. Ciim ferbuerit jus, seguente salsa. Trita pepe c ligustico ; bagna con
amylo obli gas, ofellas satias, el inferes. savore, c un po1 di passo, perchè faccia dolce ;
poi, quando bolle, addensa con amido ; accom­
pagna alle braciuole, e dà in tavola (3).
Ofellae apicfanae — Ofellas exossas, in rotun- Braciuole apiciane — Disossa le braciuole,
dura complica*, surclas, ad furnum admoves; po- ripiegale in tóndo, incavigliale, accostale al for­
stea praeduras, leva* ut huraorem exspuant, in no ; dà loro un bollore, sicché s1 indurino ; poi
cràticula igni lento exsiccabis ila ne urantur. Teres levale e, perchè mandino fuori P umidità, asciu­
piper, ligusticum, cyperin, cuminum ; liquamine gale su la gratella a fuoco lento sì che non si
et passo temperabis. Cum hoc jure ofellas in ca- bmeino. Trita pepe, ligustico, cipero (4b cornino;
cabum mittis. Cum coctac fuerint, levas et sic- tempera con savore e passo. Metti le braciuole in
cas: sine jure, piperò asperso, infcres. Si pingues pignatta con questo condimento ; e, quando son
fuerint, cum surclas, tollis colera. Potei et de colle, levale e sciugale : le servirai così ascinllc
ubdomine hujusmodi ofellas facere. con un po’ di pepe. Se siano grasse, nell1 accon­
ciarle scotennale. Tali braciuole si possono fare
anche di ventraccio.
Ofellae aprugineo more — Ex oleo et liqua- Braciuole a m ó ‘ d i cinghiale (5) — Cuocou-
mine coquuntur ; el raitlitur cis coiidiraenluin, si in olio c savore ; c, quando son cotte vi si met­
rum coctae fuerint ( supcradjicilur bis, cum in te per accompagnatura inde, savore ed amilo, e
foco fuerint conditura ), piper trilum, mel, liqua- si fan bollire di nuovo. Anche senza olio e savore
men, amylum; el denuo bulliunt. Et sinc liqua- si possono lessare, c poi bagnansi col detto con­
mine et oleo elixanlur (coquuntur), et super dimento, c con esso si fan bollire (6).
perfuudunlur jurc suprascripto, et sic bulliunt.

( 1 ) E x ubdom ine e/us ( sueris) qffiila, dieta ab più volte. Uo poi sostituito in culem ad in cute j e la
ojffa m inim a in suere. Così jVarrone, secondo la cor­ ragioue spero apparirà chiara a chi legga attenta­
rezione del Miiller (L . L . V , n o ) ; dove abdomen s’ ha mente.
da pigliare nel suo più largo senso, sicché estendasi an­ (3) Satias ha il codice vaticano; c panni da pie*
che al di sopra dell’ umbilico; perchè apparisce altrove Uriie a fa c ie s dato dall’ Humelberg.
dallo stesso Varrone (a i l. JI. 4 ) che V offula, od oJ'eU <4) Cyperus rotundus , o longus Limi.
la , era aderente alle costole ; e qui Apicio la distingue (5) Il Lancilotto ed i codici aprogeneo m ore; il
espressamente dall’ addominc (n. a ) preso iu istretto Torino prò genuino m ore ; l’ Humelberg aprugneae ,
senso. omesso more.
(a) Ometto le parole I n oJJUlam^ perchè le credo (6) Non a torto l’ Humelberg dice corrottissimo
il titolo stesso del capo, ripetuto in margine, e intruso tutto questo capitoletto. I l Lancilotto stampò : E x
poi nel testo. Cosi nel principio del c. 1 di Questo me­ oleo et liquam ine condiuntur : et m ittitu r eis con-
desimo libro le vecchie stampe ed i codici hanno: dim entum . C um co c ta e fu e rin t et superadjicitur bis
V u lva e sterile* L aser vulva* et apices P o ljteles lib. cum in fo c o f u e r in t conditura et denuo bulliunt et
n i cy renaio um vel pa rlh icu m eie. dove è facile il sine liquam ine et oleo elixa n tu r : coquuntar et sic
vedere che fu intruso Vulva*, titolo del capo; ed A p i - pipere perfunduntur ju s suprascriptum : et sic bui -
c ii Potytelex lib. V I I , titolo del libro; ciocche dovette Unni. 11 Torino che, oltre l’ edizione del Laucilotto,
provenire dall’ essere ripetuti in margine questi due ebbe l ' aiuto d’ un »uo codice, quantunque lacero, c
titoli. Simili errori sgorgati da siinil fonte abhiam notato molto cangiò a suo capriccio, consertò il primo pcrio-
C elio A picio 10
À liter— Ofcliae recle friguntur, ut pene assac In a ltro modo Le braciuole stanno bene
reddantar. Liquaminis sumis cyalhura, aquae anche fritte, da parer quasi arrosto. T o g li un
cyathum, aceti cyathum, ole) cyathum. Simul bicchier di savore, uno d1 acqua, uno d’ a ceto , uno
mixtis et tromissis in palcllara fìctilem, frìgia, et d'olio: mesci e versa nella padella di terra cot­
infcres. ta (1) ; frìggi e dà in tavola.
Aliter ofellas in sartagine — Abundanli oeno- In a ltr o modo braciuole in p a d e lla — F rig ­
garo : piper asperges, et inferes. gi con savore vinoso abbondante: im p e p a , e
servi.
Àliter ofellas — Ofeliae, prius sale et cumino B raciu ole in a ltro m odo — U braciu o le
infusae in aqua, recte friguntur. stan bene infuse in acqua con sale e cornano, e
poi frìtte.

CAPUT V. capo v.
A m atcaae. A rrosti .

Assaturam — Assam a fumo simplicem, sale /.I r r o tto — Servilo così semplice, arrostito io
multo cospersam cum melle, inferes. forno con molto sale e mele.
Aliter assaturas — Petroselini scrupulos t i . la­ A rr o sto in a ltro modo. — Prezzem olo, la­
seri* scropulos t i . zingiberìs scrupulos vi. lauri ser (2), zenzero, d’ ogni cosa acropoli sei ; bacche
baccas t . condimenti, laseri* radicis scrupulos t i . cinque di lauro in composta (3), radice di laser
origani scrupulos vl cyperi scrupulos vi. costi acropoli sei, maggiorana altrettanti, cip ero altret­
modice, pyrethri scrupulos uv. apii seminis scru­ tanti ; un po' di costo, tre acropoli di p ire tro , ae­
pulos vi. piperis scrupulos z ìi . liquaminis et olei rai di sedano acropoli sei, pepe acropoli dodici,
quod sufficit. savore ed olio quanto basii.
Aliter assaturas — Myrtae siccae baccani esen­ A r r o s to in a ltro m odo. — Trita coccole di
terà tam cum cumino, pipere, melle, liquamine, mirto secche, levati i semi, con coniino, pepe,
dcfruto et oleo teres, et fervefacluro amylas : car­ mele, savore, sapa ed olio ; bolli, poi inspessa con
neo) elixam sale subassatam perfundis, piper asper­ amido, e versa su la carne prima lessata, poi ar­
ges , et inferes. rostita con sale : impepa, e dà in tavola.

do, poi soggiunse : Ubi c o cta efu erin t , super ad}icitur ( 1 ) Forse pateilam fr ic tiìe m , cioè f r i x o r i u m , pa­
his i n f o c o positis haec conditura ( e t denuo bui- della da frig g ere.
liu n t) piper tritu m , condim enlum , m el, liquam en, (a) Il confronto di questa conditura con la quarta
am ylu m : q uum / am bulliunt , et sine liquam ine et di questo capo, e il vedere prescritti poi nuovam ente,
oleo elixa n tu r, pipere p e rfu n d u n tu r et ju re prue- con un intervallo in mezzo, sei scropoli di ra d ic e dì
scripto , et sic bulliant. L ’ Humelberg finalmente, gui­ laser, fa sospettare che, in cambio di la se ris, a* abbia
dato, die’ egli, parte da na antico codice «parte dal qui a leggere asari,
suo giudizio, acconciò il testo nel seguente modo t E x (3) Supporre che la voce condim enlum , in qu e
oleo, liquam ine coquuntar, et m ittitu r eis condi­ e in qualche altro luogo d’ Apicio, indichi una specie
rneu t um . Cum coctae f a e r in i , super ad}icitur his, particolare non conosciuta di condimento, è p rete n d ere
cu m in fo c o su n i , conditura, P iper tr itu m : condi- di portar luce con le tenebre ; senzachè in q u e s to
m en tu m , m e !, liquam en , a m y lu m : e t denuo bul­ luogo converrebbe anche imaginare un error d i co p i­
liu n t : cu m ja m buUiernnt , sine liquam ine e t oleo , sta che avesse omesso la dose di questo ignoto in g re ­
elixas et siccas , pipere asperso inferes. Ma certo non diente. Non parmi adunque che ben facesse l ’ H u m e l-
fu buon giudizio che gli dettò quella distinzione fra bergio aggiungendo a condim enti la dose, s c r u p u lo s n ,
conditura e co n dim enlum , oltre al bel consiglio di non data da nessun testo. Il solo passo, da n o i tro ­
lessar le braciuole senza alcun condimento, quando vato finora, in cui la voce condim entum o fi risse una
sono ormai cotte. Del resto, bench’ egli non dica qual qualche difficoltà, a volerla interpretare nel sno senso
parte abbia preso dall’ amico codice, parmi chiaro che noto e generale, fu al c. 4 del 1. II : in tu tti gl» a ltr i
debba essere la specificazione del condimento, aggiunta luoghi, in cui pure l ’ Humelbergio trovò in cia m p o , c i
anche dal Torino, che non è probabile l’ abbia sognata. parve di potercene cavare agevolmente. V e ro è c h e in
Ho credulo adunque di dover conservare questa ag­ quel passo, per non provocare contrasti tro p p o p e r
giunta : del rimanente ho chiuso tra parentesi que’ rad­ tempo, ho seguito aneli’ io nella traduzione e n e lla
doppiamenti che mi paion nati da chiose. nota ( n. 6 1 f . /)8) 1’ opinione dell' H u m elb ergio : ina
A li ter assalim i — Piperis scrupulos vi. ligu­ A rrosto in altro modo — Pepe, ligustico,
stici scrupulos vi. petroselini scrupulos vi. apii prezzemolo, semi di sedano, aneto, radice di laser,
seminis scrupulos vi. anethi scrupulos vi. laseris asaro (i), d’ ogni cosa acropoli sei; piretro mode­
radicia scrupulos vi. asareos scrupulos vi. pyre- ratamente, sei acropoli di cipero, sei di carvi, sei
thri raodice, cyperi scrupulos vi. carei scrupu­ di cornino, e sei di zenzero ; quattro acetaboli (a)
los vi. cumiui scrupulos vi. zingiberis scrupulos vi. dì savore, ed uno d'olio.
liquaminis heminam, olei acctabulum.
Assalura in collari — Elixatur ; et infunditur Carne d i collo arrosto — Si lessa ; poi le si
in fretali piper condimentum, m d, tiquamen , et versa sopra nella padella (3) condito di pepe (4)?
atlorretar in olibano, quonsque ooqualur. Eli- mele, e savore ; e si arrostisce al fornello, finché
xum vero collare, si voles, sine conditura assas, et sia cotta. Se ti piace, lessata che tu abbia la carne
succuin calidum perfundis. di collo, puoi anche arrostirla senza condimento,
e poi bagnarla col sugo caldo.

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CAPUT VI. ca po v i.
Il SLQ A BT COPADIIS. S a LSB PBR ALLESSI B CARNI TAGLIUZZATE (5 ).

lus in elixam oranem « Piper, ligusticum, Salsa per allesso df ogni sorta — Pepe, ligu­
origanum.» rutara, silphium, cepam siccam, vinum, stico, maggiorana, ruta, silfio, cipolla secca, vino,
caraennm, mel, acetoni, olei modicurn : persi cca- sapa, mele, aceto e un po’ d* olio. Asciugato P al­
tam et sabano expressam elixam perfundis. lesso e spremutolo con un tovagliuolo, bagnalo
con la detta salsa.
lus in elixam — Piper, petroselinum, cepul- A ltra salsa p er allesso — Pepe, prezzemolo,
lam, caryotaro, liquamen, acetoni, olei modicum : cipolla, cariote, savore, aceto e un po’ d'olio. Ba­
perfundis calido jure. gna con questa salsa calda.
lus in elixam — Teres piper, ruteno aridam, Salsa p er allesso — Trita pepe, ruta secca,
focniculi scraen, cepam, caryotara, liquamen et semi di finocchio, cipolla, cariote, savore ed olio.
oleum.
lus candidum in elixam —- Piper, ruteni, ce­ Salsa bianca per allesso — Pepe, rota, ci­
pam, nudeos, liquamen, vinoni, conditura, modi­ polla, pinocchi, savore, vino, condito, un po' di
cum de buccellis maceratis ut destrragat, oleom : biscotto macerato per addensare, ed olio. Cuoci,
cum coxerìs, jos perfundis. e bagna.
Aliter jus candidom in elixam — Piper, ca- A ltr a salsa bianca per allesso — Pepe, car­
reum, ligusticum, thymom, origanom, cepullam, vi, ligustico, timo, maggiorana, cipolla, datteri,
dactylum, mel, acetora, liquamen, oleum. mele, aceto, savore ed olio.
In copadiis jns album — Piper, cominum, li­ Salsa bianca per c a rn i tagliuzzate — Pepe,
gusticum, rutae semen, damascena ; infnndis ti- cornino, ligustico, semi di ruta, susine secche;

panni ornai luogo da dichiarare francamente il mio debba essere interpretato questo vocabolo nell' altimo
avviso. Io per me osservo che, tanto in questo come capitoletto del presente capo, sicché condimentum vi
nell'altro passo, alla voce condimentum vanno da si unisca a piper per indicare piperatum , o condito
presso bacche di /auro, e che le altre volte a coteste di pepe ; e così pure nel c. % del 1. V i l i .
bacche s'aggiunge la determinazione di secche. Que­ (i) Asarum europaeum Linn.
sta distinzione mi sembra corrispondere alle due ma­ (a) Non conoscendosi il peso specifico del liqua­
niere diverse di conservar quelle bacche* vale a dire me, mi basta conservare la proporzione, e riferirne la
o seccandole, o tenendole in condimenio, cioè in com­ quantità all' acetabolo già dichiarato a faccia x34 n, 8.
posta. Altrettanto potrebbe dirsi delle coccole di mirto ; (3) Fretale, vocabolo non conosciuto da altra parte,
onde al c. 4 del /. V I, n. a , in cambio di condi- si (a equivalere a sartago, Jrixorium . Forstjr ic tiii.
menta moretaria , o mortaria , potrebbe forse legger- Vedi la nota i a faccia tifi.
visi condimento martoria, o m yrtaria , se non discon­ (4) Vedi ciò che ho detto nella nota 3 a faccia
venisse questo plurale. Nella stessa guisa credo che (5) Veggasi la nota a a faccia 49.
num ; oenomeli el aceto temperali*; thymo ci bagna con vino ; tempera con vitto melato e d
origano agil,»bis. to ; diguazza con un mazzetto di timo e di
giorana (i).
Aliler jus candidum in copadiis— Piper, thy- A ltra salsa bianca per carni ta g liu z z a t
mum, cuminum, apii semen, foeniculum, rutam Pepe, timo, cornino, semi di sedano, finoc
(a lia s meulharn ), baccam myrtae, uvam passam : ruta ( o menta ), coccole di mirto, uva pass
loulso temperabis ; agilabis ramo saturejae. Tempera con vino melalo, e diguazza con u
moscello di peverella.
lus in copadiis — Piper, ligusticum, careum, Salsa per carni tagliuzzate — Pepe, lig
raentham, nardostachyon, folium, ovi vilellum, co, carvi, menta, spigo nardo (3), malabatro, l
mel, mulaura, acetura, liquamen et oleum : agita- la d'uovo, mele, vino melato, aceto, savor
bis satureja et porro; amyla jus. olio. Diguazza con un mazzetto di peverel
pcrro ; inspessa con amido.
lus album in copadiis — Piper, ligusticum, Salsa bianca per ca rn i ta g liu z z a te — P
cuminum, apii semen, thyraum, nucleos infuso*, ligustico, cornino, semi di sedano, tim o, pino
nuces infusas et purgatas, mel, accturo, liquamen macerati, noci macerali e rimonde, m ele, ac
et oleum. savore ed olio.
lus in copadiis — Piper, apii semeu, careum, Salsa per ca rn i tagliuzzate — P e p e ,
saturejam, alici flores, cepullam, ami gdala tosta, di sedano, carvi, peverella, fiori di la d ro n e , ci
caryotam, liquamen, oleum, sinapis roodicum : la, mandorle abbrostite, cariote, savore, o lio
defiuto coloras. po’ di senapa. Dà colore con sapa (4).
lus in copadiis — Piper, ligusticum, petrose- Salsa per carni tagliuzzate — P e p e ,
linura, cepullam, araygdala tosta, dactylum, me), stico, prezzemolo, cipolla, mandorle abbros
acetum, liquamen, defrulum, oleum. datteri, mele, aceto, savore, sapa ed olio.
lus in copadiis — Ova dura incidis ; piper, cu- Salsa per carni tagliuzzate — U o v a
roinum, petroselinum, porr uro coclum, myrtae battute, pepe, cornino, prezzemolo, porri cott
baccas plusculum, me), acetum, liquamen, oleum. bacche di mirto un po' più, mele, aceto, sa
ed olio.
In elixam anethaluro jus crudura — Piper, Salsa anelino cruda per allesso —
anelbi semen, menlam siccaro, laseris radicem : pepe, semi d'aneto, menta secca, radice d i la
suffundis acetum; adjicies caryotam, mel, liqua­ bagna con aceto ; aggiungi cariote, m ele, sav
men, sinapis modicum ; defrulo, oleo temperabis: un po' di senapa ; tempera con sapa ed olio .
et hoc in collari porcino. ve per carne porcina di collo.
lus in elixam alecatnm — Piper, ligusticum, Salsa d i salamoia p er allesso — T r it a p
careum, apii semen, thyimim, cepullam, dactylum, ligustico, carvi, semi di sedano, timo, cip o lla,
alecem colalum : melle et vino temperas ; apium teri, salamoia passala allo staccio ; tem pera
viride incisum super aspergis; oleum millis, et mele c vino ; spargivi sopra sedano verd e
infcres. nuzzalo ; mettivi olio, e servi.

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(l) La parola agitabista aggiunta dall'Humelberg nato nella prefazione, che la presente opera sia
con buona ragione, come apparisce dalle salse seguenti. compilazione di forinole tratte da varii autori e
(a) L e vecchie edizioni, me/sMam, baceam m yr- partenenti a diversi tempi.
tae u n a m , p assum . La lezione da noi seguita è del (4) Forse è il dejrutum ca rica ru m , cioè scil
Torino e dell* Humelberg. di fichi, detto colore. Vedi 1. I I , c. a , n. 8 .
(3) A ndropogon N ardus Linn. Da orerie/* *P*- (5) I l Torino ed il Lister riferiscono il p fr e s c t
ga. Altre volte Apicio lo dice spica indica: ma non a m e l ; 1' Humelbergio a m yrtae baccas, cu i s o l o
è da maravigliarsi di questa incostanza nei nomi, per­ convenire. Vero è però che le bacche di m ir t o
chè medesimamente ora scrive tilphium , ora radix par ragionevole che siano prescritte in dose a lq u
laseris, e in questo capo medesimo il vino melato maggiore che i porri cotti. Ma ciò solo che s e n e
una volta è detto oenom eli, e/W/ulX*, e l’ altra m ul- inferire è questo, che la lezione non è s a n a , e
su m , usando così indifferentemente il nome greco e probabilmente in luogo di cocftim dee s o s titu ir s
il latino. Ciò fa per l’ opinione, che abbiamo già accen­ stum .
V erteiculi . V en trssca .

Ventrem porcinnm — Bene exinanies ; aceto V entresca d i porco — Votala bene ; lavala
et sale, postea aqua lavas, et sic bac impensa ira- con aceto e sale, poi con acqua, e riempila col se­
ples. Pulpara porcinam tansara, tritura, ita ut ener­ guente miscuglio. Fa un intriso di polpa di porco
vata coramisceas cerebella Ina, et ova cruda ; cui battuta, mescolandole tre cervella ed uova crude,
nucleos infundis, et piper integrum mittis, et hoc seminandovi pinocchi e pepe intero, e temperan­
jure lemperas. Teres piper, ligusticum, silphiura, do con un tritume di pepe, ligustico, silfio, ani­
anisum, zingiber, rutae luodicum, liquamen opti­ ce (i), zenzero, poca ruta, savore del più fino (a),
mum, et olei modicum. Reples aqualiculum sic ut e un po' d’ olio. Con questo intriso riempi la ven­
laxameotura babeat, ne dissiliat in coclnra. Sur- tresca, non troppo tesa, perchè nel cuocere non
clas, amylas, et in ollam bullientem submittis; iscoppi. Chiudi con istecchi, luta con amido, im­
levas, et pungis acu ne crepet. Cura ad dimidias mergi in olla bollente ; poi leva, e pungi con uno
coclns fuerit, levas, et ad furoom suspendis ut spillo, perchè non crepi. Quando è mezzo cotta,
coloretur, et denuo eum pereti xabis, ut coqui togli e sospendi al fumo, sicché prenda colore ;
possit deiude liquamine, mero, oleo modico ; et poi compi la lessatura (3), per poterla poi cuocere
cultello aperies, et cura liquamine et ligustico con savore, vino, e poco olio. Colta che sia, aprila
apponis. con un coltello, ed apprestala con savore e li­
gustico.
Ventrem ut tostum facias, in cantabro invol­ P e r fa r e la ventresca arrosto , involgila in
te , postea in mariano mittis, et sic coques. crusca, poi mettila nella salamoia, e così cuocila.

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(i) Pim pinella anisum Lino. guisa che il garo propriamente detto si traea dallo
(a) Anche de questo luogo apparisce che v* erano sgombro, e fin anche a quello che si cavava da pescia-
più qualità di liquam e , lasciando pure da banda il telli d* ogni maniera. Un* elegante descrizione di tutte
senso generale di questo vocabolo. u C ’ è un liquore queste confezioni ci lasciò Manilio verso il fine del
m olto squisito, dice Plinio N . H . X X X I , 43, che si quinto libro : ma il monumento più preciso e pieno
chiama garo, il quale si fa degl* interiori di pesce e di quest* arte è nell* autore delle Geoponiche ( 1. X X .
deli* altre cose che s* avrehbono a gettar via, macerate c. ult.J. m II garo, die* egli, chiamato liculm en ( stor­
c o l sale \ « però si può dire che sia la sanie di quelle piatura di liquam en ) y si fa così. Si mettono in un
cose putrefatte. Questo licore si faceva già di quel vaso intestini di pesci, e si salano: aggiungonsi special­
pesce che i Greci chiamarono garo _ Ora si fa loda­ mente acciughe, trigliette, menole, lupi, insomma ogni
tissimo del pesce sgombro nelle pesche di Cartagine pesce minuto, e tutti medesimamente si salano, e si
d i Spagna: chiamasi de9sociiy e vale da cinquecento lasciano infracidire al sole, spesso voltandoli. Quando
sesterzi: il congio; nè alcun altro licore, salvo gli sono ormai fracidi, sene cava il garo a questo modo.
unguenti, sali in maggior prezzo anche presso i popoli Sopra il vaso dei detti pesci si pone un corbello Ion-
p iù chiari. Piglinosi eziandio gli sgombri in Maurita­ go, e vi si fa entrare il garo, che così passato pel cor­
nia e in Carteia nella Betica, all* uscir che fanno dal- bello dicesi liculm en . La parte densa che resu nel
1* Oceano, nè servono ad altro che a formarne garo . vaso, forma la salamoia chiamau alee . » Aggiunge poi
S en e loda anche Clazomcnc e Pompei e Lepti ; come l'autore il modo tenuto da*Bitinii; la sostituzione da
p e r la m u ria Antipoli e Torio ed anche la Dalmazia.... alcuni u sau , del fuoco al sole; l ’ uso di accogliere
S i giunse anche a ridurre il garo del colore del vin con gl* intestini anche il sangue del tonno per fare il
m elato vecchio, e d* una soavità cosi temperata, che gare da ciò detto a ip o r to v i cd altrettali particolari­
s i può bere. Ce n*è u n'altra specie, la quale s'u sa tà, che basterebbero per guida a chi volesse rinovare
n e i superstiziosi riti di Cerere casta, e nei sacrificii quest* arte, siccome vantasi in un suo epigramma d* aver
de* Giudei; e questa si fa di pesci che non abbiano fatto Francesco Rabelais. Per testimonianza del Belloni
scaglie, *» L o stesso nome di liquam e , cd anche di ne continuava tuttavia 1* uso a Costantinopoli.
g a r o , troviamo alcune volte allargato eziandio alla (3) A perelixabis 1* Humelbcrgio sostituì perla-
m u r ia , o liquore che si traeva dal tonno nella stessa ra b is , che non sembrami punto migliore.
L umbuli et rekes . L ombi bd Alinovi.

Luminili et rene* assi ila fìunt. Àperiuntur in 1 lombi e gli arnioni si fanno arrosto cos
duas partes, ita ut expansi sin! ; et aspergitur eis aprono in due parti, sicché siano tutti spasi,
piper tritura, nuclei, et coriandrum concisura mi- si sparge sopra pepe trito, pinocchi, e coria
nutatim faclum, etsemen foeniculi tritura. Deinde tagliuzzato, e semi di finocchio pesti. Ciò fatt
lumbuli revolvuntur (a lia s secluduntur, corr. due parti si ripiegano (i) nuovamente l'im
recluduntur ) in se, et consuuntur, et inTolruntur P altra, e si fermano insieme, e s’ involgon
in omento ; et sic praedurantur in oleo et liqua- omento ; e così bollonsi in olio e savore, poi
mine ; inde assantur in clibano ?el craticula. rostiscono in fornello, o su la graticola.

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CAPUT IX. CAPO IX.


PtRIIA. P rosciutto .

Pernaro, ubi eam cum caricis plurimi* elixa- Dopo lessato il prosciutto con molti fich
veris et tribus lauri foliis, detraete ente, tessella- chi • tre foglie di lauro, scotennalo, fora a tas
tira incidi*, et melle coraplebis. Deinde farinam e riempi di mele. Ciò fatto, impatta della f
oleo snbactam con te re», et ei corium reddis; et, con olio, e rivestine, come <T una nuova pe
cum farina cocla fuerit, exiroas fumo, et infere*. prosciutto. Quando è cotta la pasta, caval
forno, e servilo.
Pemae cocturam — Ex aqua cum caricis coda ; Cottura del prosciutto (a) — Cuocesi in
simpliciter, ut solet, illata cum buccellis, caraeno, con fichi secchi ; c servesi, come s’ usa (3)
vel condito : melius si cum rousteis. plicemente con pezzetti di pane, e sapa,
condito : riesce meglio con mostacduoli (4)*

(i) Coimtnememe assi, che il Torino mutò in os­ petasones — E x m usteis p e ta s o n e m e lixa s ei
su ti sensi ragione, perchè Terrore sta nel concetto. sachè riuscirebbe strano quel d op p io uso d’ uM
Ho sostituito in se, che non è lontano nella scrittura, a così breve intervallo, e sarebbesi maggiormen
e accasci benissimo pel senso. rata la lesione de’ codici, la q u a le è : S icu t
(a) Così su ne'codici e nell’ antica edizione veneta petasonem e t m usteis p etasonem eliaca» eie. C
questo capitoletto; senonchè va unito, senza alcuna adunque fon questi m u stei ? L ’ Humelbergi
divisione, al segntnte, e in cambio di si cu m vi ai Lister, seguiti dal Porcellini, l i credono pro
legge sicut. Il senso apparirebbe più chiaro, se dices­ fr e s c h i ; e con loro s u pare il recen te raccoglit
se coquitur , e poi in fe r tu r : ma anche questa forma frammenti poetici di Terrone, F ra n ce s co Oehle
non è nuova in Apicio. L* Humelbergio premise no mentendone un passo conservatoci d a Homo,
A lite r $ tolse via il cocta ; ad illata sostituì in lance , dice t E t pueri in aedibus sa e p iu s p e d ib u s ott
e chiuse il capitoletto con m elius, omettendo il sicut, dum recentes m usteos in c a r n a rio flu ita n te *
e trasportando il m usteis al principio del capitoletto c ia n i . I l Turnebo in vece li in terp reta pe
seguente. fr e s c o . Ha nè l’ ano, nè l ’ altro sen so pu ò oo
(3) Forte et sola in luogo di u t solet. Confrontisi a questo luogo d* Apicio ; perchè q u i debbo
il c. 8 del 1. v. cosa facile ad imbever la salsa, a n ch e senza
(4) Che cosa sono questi m u s te i? Ancorché si bollimento ( C um sorbuerint e i e . > ; ciò c
levasse di qua questo oscuro vocabolo per legarlo col farebbero nè carni, nè cacio* A ggiu n gasi In atr
principio del seguente capitoletto, siccome fe c e l’ Hu- che avrebbe tutto il discorso, se w nusteu s f
melbergio ; non sarebbe tolta, ma solo differita la cosa con peloso . Q ui trattasi m anifestam ente
difficoltà. Perocché quando dicesi buccellas m usico- compagnatura pel prosciutto ; nè p u r n atu rale
ru m fa c ta s p trfu n d is, il m u stei vi tiene in tutto na­ sta possa essere nuovo prosciutto. C o n sid erat
tura di nome, e però nulla avrebbe giovato il ridurlo passi, in cui ritorna questa voce p resso d ’ Api
prima aggettivo, scrivendo con T Humelbergio : M ustei rai che debbano essere una qualche specie d
Pebsonem et rausteos — Petasonem el i n i cura P rosciutto con m ostacciuoli — Lena il pro­
Lilibre bordei et carierà xxv. Cuna elixatus fuerit, sciutto con due libbre d'orzo e venticinque fichi
decoriaijet arvillam illius candenti ballilo uria, secchi. Quand'è lessato, scotennalo (1), e con un
et nelle contingrà : qaod melius, m im m in far- mazzuolo rovente vanne crostando la superficie,
nam melle obligaj. Cum colora?erit, mittii in ca­ ed ungila con mele ; o, che sarà meglio, intriso
catami 'passum, piper, fasciculura rutae ; raerum di mele mettilo in forno. Com'abbia preso il colo­
tempera. Cam faerit temperatura, dimidiam io re (a), metli in una pentola passo, pepe e un maz­
petasonem profundis, et aliam pariera piperati zetto di ruta, e tempera con vino-pretto. Quanti’ è
buccellas musteoram factas perfundis. Cam sor- incorporala, metà della salsa versa sul prosciutto,
bueriot, qaod mastei recusaverint petasoni re- e con l'altra parte (3) bagna dei mostacciuoli fatti
fundis. iu bocconcini. Ove ban finito di bere, ciò che so­
pravanza rifondilo sul prosciutto.
Laridi coctura — Tee tura aqua cum multo C ottura del lardone — Cuocilo immerso uel-
anelbo coques ; olei raodicum dràtUlabis, et modi- l ' acqua con molto aneto. Stillavi sopra poco olio,
cura salis. e sala moderatamente.

CAPUT X. ca po x.
I o C M O IA S I ? 8 PULMONES. F e g a t i o p o l m o n i.

lociiiora haedina pel agnina sic coques. Aquam il feg a to d i capretto o <f agnello cuocerai
inulsam facies; et ova, et parlem laclis admisces oosì. Fa mulsa ; mescivi uova e quanto occorre di
eis, ut incisa jociaora sorbeaut. Coques; et oeno- btte (4h sicché il fegato tagliato se ne imbeva.
garo, pipere asperso, infere*. Cuoci, e dà in tavola con accompagnatura di sa­
vore vinoso e pepe.
Ali ter jocinora et in pulmonibos. Ex bete la­ Fegato o polmone in altro modo (5) — Lava
va* pulmones, et cola* quod capere possunt; et i polmoni nel latte, ed instilla vene quanto ne pos-
infringi* ova duo cruda; salis grana pauca, radlis sou tenere. Sch iacciavi due uova crude; mettivi

poiché nel c. t del I. v, n. 3, a’ introducono a far le pii per provare che fu costume il sospendere a' ram-
veci di quelli che sono ivi detti orbicuti traetae ; e piceni nelle dispense ( co rn a rla ), non solo carni, ma
q u i pure, nel primo luogo, sostittaisconsi alle buccelle. anche fratte e lecconerie d’ ogni maniera custodite m
Secondamente, dovendo per qualche parto contrap­ canestri ; e per altra parte dovrà sembrare troppo piò
porsi a quelle due specie, e ciò non ostante sostener­ naturale che i fanciulli inciampino per tener gli occhi
n e le veci ; ne segue che, siccome quelli erano biscot­ levati a ciambelle • chicche, ansichè a cacio o pro­
ta ti e crostosi, e per mspessare s* usavano o macerati sciutto.
o franti, cosi questi in vece fossero teneri e spagnosi, ( 1) Comunemente decornar, et arm ittam etc. Ha,
a tti sena’ altro ad imbevere e disfarsi. E poiché questi levata la carne, a Che poi tante cure pel nudo osso?
« raccomandano coma migliori, non é neppure fuor di A rm itla poi, che é quanto dire sm aniglia, cerchietto,
ragione il credere che fossero cosa un po’ ghiotta e qual cosa potrebbe qoi significare ? Con le mutazioni
condita con qualche spesie. Ora queste coochiusioni, in vece da me introdotte tutto va co* suoi piedi; poiché
a cui conduce V esame dell’ oso fatto da Apicio della arvina, di cni argilla od arbilla é un diminutivo già
v o c e m usici, son por le medesime, a cui feriscono riferito da Pesto, si definisce appunto da Svetonio
t u t t i gli altri indizii. Perocché, se guardisi l’ etimolo­ ( presso Servio VII A en, 6*7 ) per quel grasso che è
g ì a , suona appunto fre sc h i, teneri, m ortosi ; se cer­ f r a la cu te e la carne,
c a tisi parole affini, s’ offrono tosto i m ustacci ( C f (a) Nel testo del Lancilotto coloraveris.
p 'ab ae, fabacia e ; betae, betacei e c .) descritti da Ca­ (3) L’Humelbergio sostituì alia pa rte, e poifr a c ta s
t o n e ( il. R . ìa i), che sono una pasta condita, di eoi in luogo diJ a cta s, Né l’ una né l’ altra mutazione mi
« o tto forma diminutiva s’ è conservato il nome nei par necessaria.
n o stri m ostacciuoli ; né vnolsi dimenticare le m ietile, (4 ) Comunemente e t ova, partem lactis etc. Il To­
(AÓ?TiXeUy de’ Greci, péxxi di pane concavi ( così rino emendò et ova fra n g er. Almeno 1* aggiunta d’ un
l e definisce Giulio Polluce T I , 87 ) p e r assorbire e t, o b trasposisione dell’ e t precedente par necessaria.
b r o d i o salse. Se si considera finalmente il passo di (5) L e antiche stampe ed » codici : A lite r jecinora
V a i rone riportato da Nonio, non ci mancheranno esem- in pulmonibus. L ’flumelbergio omise jecinora.
ligulam ; et simul commisces, et iroples pillinone* ; pochi granelli di sale e un cucchiarino di m
elixas et conciilis. Teres pi per; suffundis liqua- tramesta, e riempine i polmoni (t); poi les
men, passtim, raerum; pulmones confringis, et affetta. Trita pepe; e bagnalo con savore,
hoc oenogaro perfundis* e vin pretto : sminuzza (a) i polmoni, e servil
questa salsa.

— ❖ —

CAPUT XI. CAPO XI.


D U LC IA DOMBSriCA EX N E L LE . D o l c iu m i c a s a l in g h i co n m e l e (3 ).

Dolci a domestica —• Palmato, Tel daetylos D olcium i casalinghi — Togli d atteri


exceplo semine, nuce Tel nuclei*, tei pipere trito o disossane di già maturi (4), e riempili di o
infarcies; sale fori*contingi*; frigia in raelle cocto, pinocchi, e pepe tritato; di fuori sala, e fri
et inferes. mele cotto, e dà in tavola.
Aliter dolci* — Musleos apios optimos rade*, A lt r i dolcium i — Raschia e infondi ne
et in lacle infundis. Cum biberiot, in fnrnum nati­ sedani freschi dei più belli (5). Quando ha
ti*, ne arescant, modice; eximes eos calidos ; inelle vuto, mettili in forno, ma poco, perchè n
perfundis ; compungi*, utbibant; piper aspergi*, secchino (6) ; levali caldi ; intriditi di m ele ;
et inferes. zecchiali, perchè lo succino ; aspergili di m
servi.
Aliter dulcia — Siligineos rasos frangia, et A lt r i dolciumi — Frangi in bocconi
buccellas majores facies ; in lacte infuodis ; frigia setti pan di siligine prima raschiato ; info
in oteo, et roel superfundis, et inferes. nel latte, friggili in olio, bagnali con m
servi.
Aliter dulcia — Mittis mel, me rum, passum, A lt r i dolcium i — Mescola (7) m ele,
rutam ; eo mittis nudeos, nuces, alicam elisatam ; passo e ruta ; mettivi pinocchi, noci, spelt
concisa* noce* avellana* tosta* adjicies, et infere*. o la ; aggiungi nocciuole abbroslite tagliuzz
servi.

( 1 ) Le parole inchiuse tra questo e l'altro pulm o­ (4) A lii (dactyli)y dice Isidoro O rig. X V I I ,
nes y nota P Humelberg quasi fossero da lui aggiunte appellanlur palm ufae , sim iles m yro b a la n o $ o l
pigliandole da un antico testo. Ma osserva a ragione il baici , q u i e t nicolai ; a lii nucalesy q u o s
Listar che comparivano anche prima nell* edizione del ttu fo u r d f vocant . Sicché palm tdae , cioè p icco
Torino : u sicché l’ Humelberg intendeva forse, dice il teri, secondochè «nona il nome, dicevansi propri
Listar, di doverle aggiungere a qualche altra edizione te quei datteri *d’ Egitto verdi e sen z'o sso ,
anteriore, forse alla veneziana.»* Ma il fatto è t h è com­ cólti immaturi, di cui parla Plinio N. H . X I I ,
parisce anche nella veneziana. {Lo stesso dicasi di qual­ altrove. L 'in ciso excepto sem ine si deve a d u n
che altra aggiunta che, stando alle note dell'Humelberg, ferire soltanto a daetylos : nè v* è difetto di ripet
potrebbe credersi fatta per la prima volta da lui. nel dire palm ulasy vel daetylos. Nelle p a ro le s
(a) Questo confringis ripiglia senza più il conciài* ; ti, in luogo di vel pipere , panni probabile e t p
perchè non c' è in mezzo che l ' apparecchio della salsa. (5) Ne'codici e nelle stampe del L an cilotto
Così da prima Y imples pulm ones par mi ripetere il Torino : M usleos aphros , od a jros ; non a p io
cola.s quod capere possunt ; e le uova con sale e mele fu sostituito dall'Hum elberg, non so con q u an
si debbono intendere aggiunte al latte, prima d'instil­ babilità. Forse i m usici anche qui son p a n i,
larne ne'polmoni quanto ne posson capire. I l Lister siliginei che seguono.
crede invece che, dopo aver tagliato i polmoni e appa­ (6 ) Così è nelle antiche stampe e ne' c o d ici.
recchiata la salsa, si debba sminuzzarli di nuovo più rino sostituì ne acescunt ; l'H um elbergio u t a r e
sottilmente. Il mutare confringis in contingis rende­ legando con esso il modice. Non veggo ragi
rebbe inutile il p erfu n d is, a cui si sostituirebbe una mutar nulla.
voce men propria, trattandosi di salsa. ( 7 ) Sembra mancar qualche cosa. I l c o d ic
(3) Sembrano detti dolcium i casalinghi per con­ cano, il Lancilotto e il Torino prem ettono
trapposto a quelli che venderansi nelle botteghe de' dui- piperata.
ciarii.
Oulcia piperata — Pi per, nuclcos, rael, rutam D olcium i pepati — Trita pepe, pinocchi, me­
pastoni teres cura lacle, et tracia cogcs: coa­ le, ruta, e passo; sciogli nel latte, |einspessa con
latimi coque cum modici* ovis perfusura ; melle pane a sfoglia (1). Inspessato.che sia, cuoci il dol­
ertum inferes. ciume, bagnandolo con poche nova. Aspergi di
r
mele, e servi.
Aliter dulcia — Accipies similam, et coques in A lt r i d o lciu m i— Prendi fior di farina, e cuo-
ua calida, ita ut durissimam pultera facias; cilo in acqua calda, sicché riesca una polla duris­
i mi e in patellara expandis: cura refrixerit, con- sima ; poi la distendi in una padella ; e, quand' è
dii quasi dulcia, et frigis in oleo optimo; levas, freddala, la tagli a mo’ di dolciumi, e la friggi in
rfundis mel, piper aspergi*, et inferes. Meliti» olio del più fino (2). Quindi la levi, la bagni con
ceris, si Iac prò aqua miseria. mele, la impepi, e la mandi in tavola. Farai me­
glio se, in cambio d’ acqua, metterai latte.
Tyropatina — Accipies Iac adversus quod pa­ T o rta d i latte — Prendi latte, secondo che
nati) aestimabis : tempera bis lac cum melle, quasi vorrai la grandezza della torta (3),; tempera il latte
lactantia; ova quinque ad sextarium mitri», con mele, come »' usa pei lalticinii; per venti
d ad heminam ova Irta ; in lacle dissol vis ita ut oncic di latte mettivi cinque uova, ma per dieci
num corpus facias ; in cumana colas, et igni lento tre (4) » sciogli bene, sicché riducasi a un corpo;
ques. Cum duxerit ad se, piper aspergis, et in- versa io nna catinella (5), e cuoci a fuoco lento.
res. Quando il lutto è' è ben preso insieme, impepa e
servi.
Ova sphongia ex lacte — Ova quatuor, lactis F ritta ta con latte — Sciogli insieme, sicché
minam, olei unciam in se dissolvis, ita ut unum facciano un corpo, quattro uova, dieci onde di
rpus facias. In pulellam sublilera adjicies olei latte, ed una d’ olio (fi). Getta in una padella sot­
odicura ; facies ut butlial, et adjicies impensata tile (7) un p o 'd ’ olio, e fallo bollire ; poi mettivi
atn parasti. Una parte cumfueritcodimi, ver- la composizione che hai preparato. Quando é cotta
s. In disco melle perfundis, piper aspergis, et da una parte, rivoltala (8). Bagnala in piatto con
eres. mele; aspergi di pepe, e servi.
Mei, cnscuni, piper et liquameii; vel sale, oleo Mele, cacio, pepe e savore; o con sale, olio e
coriandro. coriandro (9).

( 1 ) Comunemente et tra c ta m coques, che non dà sestario e Vernina, avverta che, ove la giusta pro­
nso. Soltanto avrei potuto conservare coques , leg­ porzione portasse parti d' uovo, volendo tenersi agl' in­
n d o cum lacte et tracia coques : ma ho creduto teri, sarà meglio stare nel più che nel meno.
n e schivare la ripetizione del coque così da vicino. (5) Così emendò 1* Humelbergio : la lezione era
rse m elle p er/u su m , pipere aspersum inferes. in cum inuta.
(a) O leum optim u m , come m u stu m optim um , m ei (6 ) Quest* oncia d' olio, appartenendo all' antico
tim u m è forse quello che dicesi anche acetum , peso romano, soderebbe un poco. Ma non parmi luo­
stilla da sé innanzi alla pressione (P lin io N. H. go da tener conto di queste piccole differenze.
I , i5). Esichio spiega dxnror per n fó r ta r o s j cioè ( 7 ) Forse fr ic tile m , in luogo di subtilem ; come
tim u m . ci parve di dover congetturare anche altrove in vece
(3) Nel codice vaticano: A dversus patinam quan­ di Jictilem e /r e ta li. Vedi la nota 1 a faccia 148 , «
a te m aestim abis ; nell1 edizione del Lancilotto : A d - la nota 3 a faccia i5o.
rsu s p atin a m aestim abis. Il senso è sempre il me­ (8) Comunemente in disco vertes.
s im o ; e fa maraviglia che 1* Humelbergio V abbia (9 ) Così è ne' codici e nelle vecchie stampe. L* Hu­
inteso, come se adversus quod indicasse adversus melbergio sostituì : M tl castum — Pipere et liqua-
e , cioè secondo la qu a n tità dei latte. m in e: vel sale, oleo et coriandro ; e il Lister, in
(4> In quantità così piccola, panni inutile tener Inogo di ca stu m , propose coctum . Ma credo meglio
n t o della poca differenza di peso fra V acqua e il lasciare il luogo com 'è, non perchè sia sano, ma per
te . Del resto nou è fuor di ragione che l'autore, non mettersi a rischio di guastarlo peggio.
n d o per la quantità del latte misure intere, cioè il
CAPUT XII. c a po xn.
B ulbi . B ulbi ( i ).

Bulbos oleo, liquaroine, aceto infere*, modico 1 bulbi appresterai con olio, savore e
cumino adsperso. aspargendoli con un po' di cornino.
A liler— Bulbos tandis, atque ex aqua coques; In altro modo — Ammacca i bulbi,
deinde oleo frigis. lus sic facies : Thymum, pule- nell'acqua ; poi friggili in olio. Farai lo
giuro» piper, origanum, mel, acetum modice et, si guente salsa : Timo, puleggio, pepe, mag
placet» modice liquamen. Piper aspergis, et in- mele, un po' d'aceto (a), e se Tuoi anch
feres. discretamente. Aspergi di pepe, e servi.
Aliter — Bui bis elixis, in pultarium pressis, In altro modo — Lessati i bulbi e c
mittis thymum, origanum, caryotam, mel, acetum, in un’olla, mettivi timo, maggiorana, cario
defrutum, liquamen, oleum modice. Piper asper­ aceto, sapa, savore, e un po' d'olio. Spohe
gi*, et infere*. Varrò sic quidem bulbos dici in- pepe, e dà in tavola. Dice Varrone che ib
quit, quia Veneris ostium quaerunt. Deinde et così chiamati, perchè tirano alla porla d
legitimis nuptiis in coena ponuntur ; sed et cum re (3). Si danno però a cena anche nelle
nuclei* pineis, aut cum erucae succo, et pipere. gi ttime ; ma con pinocchi, o con sugo di r
e pepe.
Aliter — Bulbos friclos oenogaro infere*. In altro modo, — Appresterai i bu
con savore vinoso.

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CAPUT XIII. CAPO XIII.


F ungi pa rrei et b o l e t i. F unghi di f a b g n a ed lo voli (4 )

Fungi farnei — Elisi calidà, exsiccati. in garo, \ fu n g h i diJa rgn a , dopo lessati in a
pipere accipiuntur, ita ut piper curo liquarnine da (5), e rasciutti, si mettono in savor
teras. tritati insieme (f>).

(i) Vedi ciò che ho detto kit i bulbi al capo 5 del (4) Il codice vaticano, I’ edizione milanes
libro IV . la veneta del i 5o 3 e quella del Totino, in
(a) Lasciamo ai cuochi lo stabilire, quanto si tro­ sto capo hanno sempre J a m e i. F u capricci
vano unite le due voci m el ed acetum , se debbano melberg il sostituirvi Ja g in ei ; poiché Jarnu
pigliarsi insieme, o separatamente ; poiché m el ace - nota che serba ancora volgarmente il suo
tn m , secóndo Plinio N. H. X I, i 5, era detto quel che la quercus la tifo lia \ sicché questi fanghi
stillava da sé senza pressione, e però s’ aveva per ottimo. bene coi boleti, i quali ( dice Plinio N. H,
(3) Comunemente: V arrò, S i quid de bulbis d ixisolitamente nascono dalle radici degli albe
(al. d ix it) in aquam (a l. in iq u u m ) q u i Veneris feri, n ed ottimi dalle quercie ( X V I , n ).
ostium (a l. ho stiu m ) q u a eru n t: passo manifesta­ (5 ) Comunemente ca/idi. Ciò che dice
mente corrotto. La frer-e V eneris ostium parmi che Q. I V , .3 ), *« che i boleti si mandavano
non possa essere che un giro di parole per nominare fumanti, tuffati rapidamente nel lor condime
velatamente le vergogne della donna \ e però, citandosi parmi aver che fare con questo luogo. Lessa
un etimologo, qual fu Varrone, il primo sospetto è calda è tuffare quando l’ acqua* è ormai c
questo che si citi perchè traesse il nome bulbus da (6) Ecco liquam e e g a r o fatti equivale
vulva , o bulbu, per P efficacia venerea de’ bulbi, onde m en però non è vocabolo d1 antico uso ; co
i Latini li hanno detti spesso salaces . D el resto i modi sonio scriveva a Paulino ( E p . ai ) che i v
di racconciar questo luogo potrebbero esser varii \ e non aveano alcun nome pel greco g a r o .
forse sin da principio sarebbe piu naturale, se si leg­ che liquam en, come ho detto altrove, ha
gesse : V arrò secando, o V at ro in quinto ec. più generale.
In fuogis farneis — Piper, caraenum, acetuni P e r f u n g h i d i fa r g n a — Pepe, sspa, aceto
et oleum. ed olio.
Aliter — Fungi farnei elixi ex «ale, oleo, me­ In a ltr o m odo — I funghi di fargna si servono
, coriaudrò conciso inferuntur. lessati, e poi conditi con sale, olio, vino e cenan­
ti ro battuto. *
Bolctos fungos— Caraeno, fasciculo coriandri U o v o li— S\ cuocono con sapa ed un mazzetto
idii, ubi ferboerint esempio fascicolo, inferes. di coriandro verde : ma, quando han bollito, il
mazzetto si leva.
Boletos aliter — Calyculos eorum liquamine U ovoli in a ltr o m odo — Se ne servono le
l sale asperso! inferunt. voi ve (i) nel savore, asperse di sale.
Boletos aliter — Thjrsos eorum concisos ; in U ovoli in a ltr o m odo — Tagliuzzane i gam­
tellam ova perfundis, addito pipere, ligustico, bi, e mettili in un tegame con uova (a), pepe, li­
dico melie ; liquamine temperabis: oleum mo­ gustico e un po’ di mele : tempera con savore, ed
ca. aggiungi olio moderatamente.

---- » —

CAPUT XIV. CAPO XIV.


T obeba. T a r t u f i (3 ).

Tuberà radia, elixas, sale aspergls, et surculo Raschia i tartufi, lessali, aspergili di sale, in­
iges; subassas : et mittes in cacabum oleum, li- filzali in uno stecco, ed arrostiscili. Metti in pi­
amen, caraenum, vinum,piper et mel. Cum fer- gnatta olio, savore, sapa, vino, pepe e mele ; e
erit, amylo obligas, tuberà exornas, et inferes. quando bolle, addensa con amido, versa su i tar­
tufi, e dà in tavola.
Aliter tuberà — Elixas et, asperso sale, in sur- T a rtu fi in a ltr o m odo — Lessati è saleggiati
is affigis et subassas : et roiltis in cacabum li- infìggili in uno stecco, e arrostiscili. Metti in pi­
amen, oleum viride, caraenum, vinum modice, gnatta savore, olio verde, sapa, poco vino, pepe
piper confractum, et mellis modicum ; et fer- franto, e poco mele. Fa bollire : quando bolle,
t. Cum ferbuerit, amylo obligas ; et tuberà, inspessa con amido, e versa sui tartufi, punzec­
pungens ut combibant illud, exornas. Cum chiandoli, acciocché imbevano (4). Quando han
e ferbuerint, inferes. Si volueris, eadem tuberà bollita abbastanza, dà in tavola. Se vuoi, involgi
ento porcino involves, et assabis, et sic inferes. anche i tartufi in rete di porco, arrostisci, e servi
così.
Aliter tuberà — Oenogarura, piper, ligusti- T a rtu fi in a ltro m odo — Savore vinoso, pe­
m , coriaridrum, rutam, liqoamen, mel, vinum, pe, ligustico, coriandro, ruta, savore, mele, vino
um modice : cale facies. ed olio moderatamente. Metti a scaldare (5).
Aliter tuberà — Piper, mentham, rutam, mel, T a rtu fi in a ltr o m o d o — Pepe, menta, ruta,
um , vinum modice : calefacies, et inferes. mele, olio e vino moderatamente. Scalda, e servi.

11 ) Leggo ealicu li o ealycu li col codice vaticano, (3) Lycoperdon Tuber Linn.
ch è colieuli non potrebbe indicare che gli stessi (4) L* Humelherg trasportò exornas dopo cum bene
b i detti th yrsi nel capitoletto seguente. I l dimi- Jerb u erit , secondochè legge egli \ e stampò com pun -
v o calyculus è opportunissimo a indicare la volva ges. Ha compungens ha il codice vaticano; e V exo r­
boleto, cioè quell’ invoglio bianco che lo copre da nas è premesso nella milanese del 1^90, nella veneta
a interamente, e poi rotto per lo sbocciar del del i 5o 3, e in quella del Torino ; e premesso lo vuole
p e llo ne lascia cinto d*un anello il gambo. « N on il contesto.'
o r favore che il boleto stesso, dice Plinio !t. H (5) L* Humelberg aggiunge et inferes. Manca in tutti
I I , ' /|6, ha tra i cibi la tonaca del boleto teste nato, w gli altri. In questo e negli altri condimenti che seguo­
(a) A ltri, nota THum elberg, novam in luogo di no sottintendesi F apparecchio e la cottura precedente
. H a chi può dire donde traesse questa varia lezio- de’ tartufi. Oenogarum è forse il titolo detta salsa,
Certo non dal codice vaticano, non dal Lanci- entrandovi liquame e vino.
o , non dal Torino. Thyrsis .... concisit darebbe al
o r s o un andare più gioito.
Aliter tuberà — Elixa curo porro ; dernde sale, T a r tu f i in a ltr o m o d o — Lessali co n
pipere, coriandro conciso, mero optiroo inferes. e poi servili con sale, pepe, coriandro b a t
vino ottimo (i).
Aliler tuberà — Pi per, cuminum, silphium, T a r tu f i in a ltr o m o d o — Pepe, cornin
mentham, api uro, rutaro, mel, aceturo vel vinum, menta, sedano, ruta, mele, aceto o vino, s
salem Tel liquameii, et oleum roodice. vore, e poco olio.

----- 4 »-----

CAPUT XV. CAPO XV.


COLOCASIOM. Coto casi a (a).

In coloeasio piper, cuminum, rulam,rael, li- L a c o lo c a s ia acconcia con pepe, corni


quamen, olei modicuro: cum ferbuerit, aroylo mele, savore e poco olio. Quando b o lle ,
obligas. con amido.

-----* —

CAPUT XVI. CAPO XVI.


CoCBLBAB. Chiocciole (3).

Coohleas lacte pastas — Accipies cochleas ; C h io c c io le p a s c iu te c o l l a t t e — T o


spongizabis ; membranam tolles, ut possint pro­ chiocciole, nettale con la spugna, e lev a n e
dire. Adjicies in vas lac et salem uno die : caeteris colo, perchè possano uscire. Metti loro in
diebus in lac per se, et omni hora mundabis ster- latte e sale il primo giorno, e latte schi
cus. Cura pastae fuerint, ut non possint se retra- appresso, e purga ad ogni ora dagli escr
here, ex oleo friges. Mittis oenogarum. Siiniliter Quando son pasciute in modo da non p
et pulte pasci possunt. ritirarsi nel guscio, friggile in olio, ed a
gnale con savore vinoso (4). Si possono si
te pascere con polla (5).
Cochleas sale puro et oleo assabis : lasero, li- Arrostirai le chiocciole con sale
quamine, pi pere, o le o sufiundis. olio : poi bagnale con laser, savore, p ep e
Aliter cochleas assas — Liquamine, pipere, In a ltr o m o d o — Arrostisci le chi
cumino sufiundis assidue. aspergendole di continuo con sapore,
cornino.

(i) Questo capitoletto fu aggiunto dall’ Humelbcrg e la proporziona del vino verso la quantità
pigliandolo, die' egli, da un antico testo, certo a penna, con cui roetcolavasi, secondo il greco a u t
perchè non comparisce in nessuno degli stampati. Sa­ Geoponiche ( l, X X c. u lt.) fu questa i d u e
rebbe a desiderare eh' egli avesse dato almeno qualche cioè tre libbre e un terzo di vino, per ogn i
notizia de* codici da lui consultati, e avesse dichiarato pesci, cioè per ogni misura corrispondente
distintamente ciò che pigliava da’ codici e ciò che mu­ ventisei e due terzi d'acqua. « Le chiocciole,
tava di proprio capo. Quanto poi al Lister, nè con­ nio ( N , H . X X X , i 5 ), sono ottime per lo
sultò codici, nè ride alcuna delle edizioni anteriori a l facendole prima bollire in acqua così com e
Torino* arrostendole senz' aggiunger nulla sulle b ra g i
(a) A rum Colocafia , ed esculentum Linn. arrostite acconciandole con vino e garo \ sop r
(3) Intendi chiocchole terrestri, come l 1H elix po- africane. »
m atia, eiuctOy lucorum 9 tu p trsa , hortensis, arbu- (5) A pulpisy come leggevasi, 1* H u m elb er
storum ec. del Linneo. giustamente pulle. Quanto al modo d 'in g r
(4) EnogarOy come abbiam veduto, chiama Apicio chiocciole, scrive Varrone ( I I I il. M. 14 ) : *
più volte qualunque condimento, in cui primeggi vino ingrassarle, mettendole in un' olla fornita d i
mescolato anche al momento stesso con garOy o liqua­ pel passaggio d ell'aria, che incrostano co l
me. Tuttavia questo mescuglio di vino e garo compe- misto alla farina, affinchè abbiano c o n c h e
ravasi anche preparato nella confezione stessa del garo ;
Àliter — Cochleas vivente» in lac siligioeam In altro modo — Immergi le chiocciole vive
infondi* : obi pastae fuerint, coques. in una infusione di siligine ; e, quando sono ben
pasciate, cuocile.

■ 0—

ca pu t xm CAPO XVII.
O va. Uova .

Ova frisa — oenogaro. Le uova in padella s1 acconciano con savore


vinoso (1).
Ora elisa — liquamine, oleo, mero; Tel ex li- Le uova affogate, con savore, olio e vino ; 0
qa amine, pipere, lasere. vero con savore, pepe e laser.
In otìs apalis — piper, ligosticom, nndeos in­ Per uova tenere (D pepe, ligustico, pinocchi
fuso» ; soffundis mel, acetoni ; liqoamine tempe- ammollati : bagna con mele ed aceto ; tempera
rabis. con savore.

(1) Varii modi di cuocere le nova, e i molli usi (a) 'AvctXóf equivale a m olle , delicato . Marcello
che se ne facevano in medicina, possono vedersi in Pii* Empirico, Celio Aureliano e Scribonio Largo nomi*
nio 9 . H. X X IX , i l . nano anch’ essi coleste ova apala $ma non par chiaro
che cosa fossero: cello non uova da bere.

#
APICII COELII
LIBER Vili.

QUI TETRAPUS APPELLATUR (*)


— —

CAPUT I. C A P O I.
In ÀPIO. C ig n a l e ( 2).

Aper ita conditur. Spongiatur, et sic aspergi- 11 cignale si condisce così. Si lava con la spu­
tur ei sai, cuminum tritura; et sic manet. Alia die gna ; poi si asperge di sale e cornino trito, e si
raitlitur in furnura. Cum coctus fu eri t, perfundi- lascia cosi. 11 giorno appresso si mette in forno ;
tur piper tritum. Condimentum aprinum : roel, e, quando è colto, si spolverizza con pepe. Il suo
liquamen, caraenum et passum. condimento sarà mele, savore, sapa c passo.
Aliter in apro — Aqua marinà cura ramulis Cignale in altra m aniera — Lessalo in acqua
lauri aprum elixas quousque madesca t ; corium salsa con ramicelli di lauro, finché intenerisca :
ei tolles ; cum sale, sinapc, aceto inferes. quindi scotennalo, c servilo con saie, senapa e
aceto.
Aliler in apro — Teres piper, ligusticum, ori- Cignale in altra m aniera — Trita pepe, li­
ganum, baccas myrlae excnteratas, coriandruro, gustico, maggiorana, bacche di mirto snocciolate,
cepas; soffonde* roel, vinum, liquamen, oleum coriandro, cipolla ; bagna con mele, vino, savore
modice : calefacies, amylo obligas, aprum in fumo e poco olio ; metti a scaldare, addensa con amido,
cocturo perlundes. Hoc et in orane genus carnis e versa sul cignale colto in forno. Questa salsa è
ferinae facies. buona per salvaticine d' ogni maniera.
In aprum assura pira ferventia facies sic. Pi­ Salsa bollente p e r cignale arrosto — Pepe,
per, cuminum frictum, apii semen, mentham, thy- cornino fritto, semi di sedano, menta, timo, peve-
mum, saturejam, onici (a lia s anelhi ) flores, nu- rella, fiori di cariamo f o d 1 anelo ) pinocchi ab-
clcos tosios, amygdala tosta, mel, vinnm, liqua­ brosliti, mandorle abbrostite, mele, vino, savore,
men, acetum, oleum modico. aceto, ed olio moderatamente.
Aliter in aprum assuro jura ferventia — Piper, A ltr a salsa bollente p er cignale arrosto —
ligusticum, apii semen, mentham, thymuro, nu­ Pepe, ligustico, semi di sedano, menta, timo, pi­
cleo! tostos; vinum, acetum, liquamen, oleum nocchi abbrostiti ; vino, aceto, savore, ed olio di­
modice. Cum ju i simplex bullierit, tane tritume scretamente. Metti prima a bollire il semplice

(i) Tetrapusy cioè quadrupede , è intitolato questo (a) Sus J e ru s Lino.


libro,1 perchè tratta della cottura de' quadrupedi.
globum mittes, et «gitas cepae et rutae fascicolo. liquido ; e quando ha levato il bollore, gettavi in
Si volueris pingue jus faccre, obligabit albo ovo- mucchio il tritume, e diguazza con un mazzetto
rum liquido ; moves paulatim. Aspergi» piper tri­ di cipolla e di rota. Se vuoi la salsa più densa,
tura, et inferes. inspessala con chiara d’ uovo liquida, e va rime­
stando pian piano. Spolverizza con pepe e servi.
Ius in aprnm elixum — Piper ligusticum, cu- S alsa p e r cign ale allesso — Pepe, ligustico,
rainura, silphiura, ori gami ra, nucleos, caryolam, cornino, silfio, maggiorana, pinocchi, cariote,
mel, sinape, acetum, liquamen et oleura. mele, senapa, aceto, savore ed olio.
Ius frigidum in aprura elixum — Piper, ca­ S alsa f r e d d a p e r cignale M e s s o — Pepe,
renili, ligusticum, co rian dii seraen friclum, anethi carvi, ligustico, semi di coriandro fritti, semi di
seroeu, apii seraen, thymuro, origanuro, cepullam, aneto, semi di sedano, timo, maggiorana, cipolla,
mel, acetum, siuape, liquamen, oleum. mele, aceto, senape, savore ed olio.
, Ali ter jus frigidum in apruro elixum — Piper, A ltr a sa lsa fr e d d a p e r cign ale allesso —
ligusticum, cuminum, anethi semen, thyroum,ori- Trita pepe, ligustico, cornino, semi d'anelo, timo,
ganum, silphium modicum, erucae seraen pluscu- maggiprana, poco silfio, semi di ruchetta un po'
lum ; suffundes merum ; condimenla viVidia mo­ più; bagna con vino; aggiungi qualche po'di
dica, cepam, pontica, vel araygdala fricla, dacly- verzura, cipolla, nocciuole o mandorle fritte, dat­
lura, mel, acetum, merum modicum ; coloras de- teri, mele, aceto, e vino moderatamente ; dii co­
fruto : liquamen, oleum. lore con sapa ; metti savore ed olio.
Aliler in apro — Teres piper, ligusticum, A ltr a sa lsa p e r cignale — Trila pepe, ligu­
origanum, apii semen, laseris radicem, cuminum, stico, maggiorana, semi di sedano, radice di laser,
foeniculi semen, rutam, liquamen, vimini, passoni ; cornino, semi di finocchio, ruta, savore, vino e
facies ut ferveat : cum ferbuerit, araylo obligas ; passo. Fa bollire; e, quando bolle, inspessa con
aprum intro foras tanges, et inferes. amido; bagnane il cignale dentro e fuori (1), e dà
in tavola.
Perna aprina ita implelur recens. Per articu- 11 presciutto fresco di cignale si riempie cosi.
lum pernae palum mittes, ita ut cu lem a carne Per la giuntura del presciullo introduci un legno
separes, ut possit condimentum accipere per cor- aguzzo, e con esso stacca la cotenna dalla carne,
nulum, ut universa implealur. Teres piper, bac- sicché possa infondervisi per un imbuto (a) il
cam lauri, rutam ( si volueris laser adjicies ), li­ condimento, e sene riempia lutto. Trita pepe,
quamen optimum, caraenum et olei viridi» guttas. coccole di lauro, e se vuoi anche laser, savore ot­
Cum impleta (uerit, constringitur illa pars, quà timo, sapa ed alquante goccie d'olio verde. Riem­
implela est, ex lino ; et raitlitur in zcmam : elixa- pitone il prosciutto, si stringe con lino quella par­
^ur in aqua marina cum lauri lurionibus et te, per cui fu riempito (3) ; e si mette in pignatta.
anetho. Si lessa in acqua salsa con vettoccie di lauro ed
aneto.

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caput n. CAPO II.


la CERVO. C ervo (4).

Ius in cervoni — Teres piper, ligusticum, ca- Salsa p e r cervo — Trita pepe, ligustico, carvi,
reum, origanum, apii semen, laseris radicem, foe­ maggiorana, semi di sedano, radice di laser, semi
niculi seraen; fricabis ; sulfundes liquamen, vimini, di finocchio ; stropiccia ; bagna con savore, vino,

(1) Aggiungo tanges, perchè mi par necessario, doveva essere notato dichiaratamente ne’ voca
boia rii.
sfuggito solo per disattenzione al copista. Confrontisi L o stesso significato ha pure corniculum .
il n. 1 del capo seguente. Il Torino, per rimediare al (3) Leggo qua im pleta est , non quae im pleta
difetto, mutò intro fò r a s in intrq/eras. est\ e la ragione panni evidente.
(a) Questo uso di cornulum per itfu n d ib u lu m (4) Cervus E laphus Linn.
passano, oleam modice. Cum ferbuerit, amylo obli- passo, e un po' d'olio. Quando ha levato il bol­
g is ; cervum coctam intra forai tanges, et inferes. lore, addensa con amido ; bagnane il cervo, cotto
In platycerote similiter, et in omne genus vena- che sia, dentro e fuori, e servi. Là stessa cottura
tionis, eàdcm cocturA utcrij. userai per daini (1) ed ogni altro selvaggiurae.
A liler— Cervum elixabis et snbassabis. Teres In a ltro m odo — Lessa il cervo ; poi arrosti­
pi per, ligusticum, careum, apii semen ; suffundes scilo. Trita pepe, ligustico, carvi,semi di sedano;
mel, acelum, liquaraen, oleum ; calefactum amylo bagna con mele, aceto, Savore ed olio (2) ; scalda
obligas, et carnem perfundes. P intriso, poi addensa con amido, e versa su la
carne.
Jus in cervo — Piper, ligusticum, cepallam, S alsa p e r cervo — Pepe, ligustico,* cipolla,
origanum, nucleos, caryotas, ine!, liquamen, si- origano, pinocchi, cariote, mele, savore, senape,
nape, acetum, oleum. aceto ed olio.
Cervinae conditura — Piper, corainura con- Salsa p e r carne d i cervo -» Pepe, cornino da
dimentum, pctroselinoro, cepam, rutam, men- condimento (3), prezzemolo, cipolla, xuta, menta,
tham, mel, liquamen, passum, caroenum, et oleum mele, savore, passo, sapa e poco olio. Quando ha
modice. Amylo obligas cum jam bulliit. staccato il bollore, addensa con amido.
Iura ferventia in cervo — Piper, ligusticum, Salsa bollente p e r cervo — Trita pepe, ligu­
petroselinum, curainum, nucleos tostos aut amyg- stico, prezzemolo, cornino,' pinocchi abbrosliti o
dala. Suffundes mel, acetum, vinum, oleum rao- mandorle ; bagna con mele, aceto, vino, poco olio,
dice, liquamen ; et agitabis. savore ; e rimescola.
Embamma in cervinam assam — Piper, nsr- Salsa (4) p e r carne d i cervo a rr o stita — Pe­
dostacbyum, folium, apii seroen, cepam andana, pe, spigonardo, malabatro, semi di sedano, cipolla
rutam viridera ; mel, acetum, liquamen; adjectam secca, ruta verde, mele, aceto, savore; aggiuntevi
caryotam, uvam passam et oleum. cariote, passola ed olio (5).
Aliter in cervum assum jura ferventia — Pi­ A ltr a sa lsa bollente p e r cervo a rro sto —
per, ligusticum, petroselinum, damascena mace­ Pepe, ligustico, prezzemolo, susine secche mace­
rata, vinum, mel, acetum, liquamen, oleum mo­ rate, vino, mele, aceto, savore, e poco olio. Ri­
dice : agitabis porro et salureja. mescola con un falcetto di porri e di peverella.

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CAPUT III. ca po n i.
la c a p is a . C amoscio (6).

Jus in caprea — Piper, ligusticum, careum, Salsa p e r cam oscio. — Pepe, ligustico, car­
curaiuum, petroselinum, rutae seroen, mel, sina- vi, cornino, prezzemolo, semi di ruta, mele, se­
pc, acetum, liquamen et oleum. napa, aceto, savore ed olio. *
Aliter jus in caprea assa — Piper condiroen- A ltr a sa lsa p e r cam oscio a rro sto — Pepe
lum, rutam, cepam, mel, liquamen, passum, oleum da condimento, ruta, cipolla, mele, savore, passo,
modice. Amylas cum jam bulliit. poco olio. Stringi con amido quando bolle.
Aliter jus in caprea — Piper condimentum, A ltr a sa lsa p e r cam oscio — Pepe da condi-

(1) Cervus D a m a Lina. (5) Re' codici adjeclum , che V Humelbergio mutò
(a) Comunemente ca lefactum si lega ad oleum. in adjectas ; onde il vocabolario latino fu arricchito
Ma è cosa solita in Apicio V inspessare la salsa con d* un nuovo verbo, adjectare, non difeso da alcun al­
farina soltanto allora ch'abbia staccato il bollore. tro esempio. Farmi che, essendo retto il periodo dal
(3) Vedi la nota 3 a faccia 148. sottinteso teres, possa stare adjectam , od anche adje­
(4) L ’ edizioni vecchie, in cambio di em bam m a, ctas, considerato conte participio passivo. La forma
hanno embemam ; il codice vaticano emhabam. Il T o ­ naturale e piena sarebbe : Teres piper etc . ... sujfun-
rino corresse in em bam m a , e 1* Hnmelbergio conservò des m el etc ..... adjicies caryotam etc.
la correzione del Torino, unendo però em bam m a con (d) A ntilope rupicapra L uto.
V agitabis del capitoletto precedente.
C elio Aneto 12
petroselinura, origanum modicum, rutam, liqua­ mento, prezzemolo, un po1 di maggiorana, ruta,
raen, mel, passum et olei raodicuro. A ni ylo obli- savore, mele, passo e poco olio. Addensa con
gabis. amido.

— « • - ---- <0»-----

CAPUT IV. CAPO IV.


I n OVl FERO. P ecora selvaggia ( i ).

• Jus in ovi fero fervens — Piper, li gusti cura, Salsa bollente per pecora selvaggia — T ri­
cuminum, mentham siccam, tbymum, silphium; ta pepe, ligustico, cornino, menta secca, timo e
suffundes vinum ; adjicies damascena macerata, silfio; bagna eoa vino; aggiungi susine secche
mel, vinum, liquamerf, acctum, passum ad colo- macerate, mele, vino, savore, aceto, passo per
rem, oleum ; agitabis fasciculo origani et men- dar colore, ed olio : mesci con un mazzetto di
tbae siccae. maggiorana e menta secca.
Jus in venationibus omnibus eliiis et assis — Salsa per qualunque selvaggina lessata t d
Piperis scrupulos vm. rutae, ligustici, apii se­ arrostita — Pepe acropoli otto ; ruta, ligustico,
mini*, juniperi, thymi, menthae aridae scrupu­ semi di sedano, bacche di ginepro, timo, menta
los senos ; pulegii sdrupulos ni. Haec omnia ad secca, d’ ogni cosa acropoli sei ; puleggio acropo­
levissimum' pulvercm rediges, et in unum com- li tre. Riduci a polvere sottilissima, mesci insieme
misces, et teres. Adjicies in vasculum mel quod e trita. Aggiungi nel vaso (2) quanto mele occor­
satis erit, et his uteris cum oxygaro. re, e tene varrai all* uopo con savore acetoso.
Jus frigidum in ori fero — Piper, ligusticum, Salsa fred da per pecora selvatica — Pepe,
tbymum, cuminum frictuu), nucleos tostos, mel, ligustico, timo, cornino fritto, pinocchi abbrosliti,
aeetum, liquaraen et oleum. Piper aspergis. mele, aceto, savore ed olio. Cospergi di pepe.

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CAPUT V. CAPO V.

I r BUBULA SITE VITELLINA. M arzo b v it e ll a .

In vitellina fricla — Piper, ligusticum, apii P e r vitella fr itta — Pepe, ligustico, semi di
semen, cuminum, origanum, cepam siccam, uvam sedano, cornino, maggiorana, cipolla secca, uva
passano, mel, acetura. vinum, liquaraen, oleum, passa, mele, aceto, vino, savore, olio e sapa.
defrutum.
In vitulinam sive bubulam cura porri*, cydo- P e r vitello 0 manzo con porrU cotogne (1),
niis, cepis, vel colocasiis — Liquamen, piper, la­ e cipolle , 0 cclocasia — Savore, pepe, laser e
ser et olei raodicum. poco olio.
In vitulinam elixam — Teres piper, ligusti­ P er vitello allesso — Trita pepe, ligustico,
cum, careum, apii semen ; sufìfundcs mel, acetura, carvi, semi di sedano; bagna con mele, aceto,sa­
liquamen, oleum ; calefacies, amylo obligas, et vore ed olio; metti a scaldare, poi addensa con
cameni perfundes. amido, e versa su la carne.
Aliler in viti.lina elixa — Piper, ligusticum, A ltra salsa per vitello allesso — Pepe, li­
foeniculi semen, origanum, nucleos, caryolam, gustico, semi di finocchio, maggiorana, pinocchi,
mel, acelum, liquamen, sinapi et oleum. cariote, mele, aceto, savore, senapa ed olio.

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(i) Ovis Ammon Linn. detti in cambio di sedivi, 0 sectiles• Ma questo uso
(a) Pare una salsa serbi vole da tenersi in vaso, e di succidaneus sarebbe nuovo, nè questo luogo gli
adoperare all’ uopo, coni’ è detto poi, con ossigaro, offre alcun appoggio. Sul fine del c. a del 1. I V , dove
cioè con garo misto ad aceto. Così intende anche il s ' insegua a fare la tort i di cotogne, si uniscono pa­
Lister. rimente insieme cotogne, porri, savore cd olio : sol­
( 3) A. cjdoniis 1* Humelhergio sostituì di suo capo tanto vi si aggiunge mele.
succiJaneisy supponendo ebe / arri succidanei siano
C A P U T VI. CAPO VI.
In haedo t * l agno . C apretto od aghbt. lo.

Copadia haedina live agnina pipere, liquami- In tìn go lo d i c apretto o d'a g n ello — Cuoci
ne coqucs; cuoi phaieolis farctariis liquamine, la carne tagliala in pezzi con pepe e savore; ac­
pipere, lasere: cuoi imbracto buccellas pania oleo compagnale fogiudi (1) disfatti in sarore, pepe e
modico. laser, e bocconi di pane con poco olio (a).
Aliter haedinam, sire agninam excaldatam — C apretto o agnello stu fato in a ltra m anie­
Miltes in cacabum copadia ; ceparo, coriandrura ra •— Mettilo in pignatta tagliato in bocconi, con
minulim succide». Xeres pi per, ligusticnra, cu- cipolla e coriandro sminuzzalo. Trita pepe, ligu­
miuum, liquaraen, oleum, vinum. Coqucs, exina- stico, cornino, sarore, olio, rino. Cuoci, rersa in
nies in patina, amylo obligas. piatto, inspessa con amido.
Aliter haedinam, sire agninam excaldatam — C apretto o agnello stu fato in a ltr a m anie­
Agnina cruda trituram a roortario accipere debet ; ra «r- La* carne d’ agnello dee ricevere P intriso
caprina autem cura coquilur accipit trituram. dal mortaio tuttavia cruda: quella di capretto in
rece lo riceve mentre cuoce (3).
In haedum, sire agnum assum — Haedi co- P e r ca p retto o agnello a rro sto — C ottu ra
cturam — Ubi eum ex liquamine et oleo coxeris, del capretto — Dopo averlo cotto con savore ed
incisura infonde» in pipere, lasere, liquamine, olio, sforacchialo e infondilo in savore con pepe
oleo modice; et in cralicula assabis; eodem jure e laser e poco olio ; poi arrostiscilo su la gratella,
continges ; piper asperges et inferes. bagnandolo con lo stesso condimento. Impepa> e
serri.
Aliter baedus, sire agnus assus — Pi perii C apretto o agnello a rro sto in a ltr a m anie­
semunciaro, asareos scrupulos ri. zingiberis roo- ra — Mezza oncia di pepe, sei scropoli d1 asaro,
dicum, pelroselini scrupulos ri. laseris modicura, un p o 'd i zenzero, sci scropoli di prezzemolo,
liquarainis optimi heminam, olei acetabulura. poco laser, quattro acetaboli di sarore fino, ed
uno d’ olio (4).

(1) L* Humelbergio mutò di suo capo questo ca­ avvertì forse che V ultimo capo del libro I X è intitolato
pitoletto scrivendo : Copadia haedina sive agnina. Pi- em bractum baianum \ dal qual luogo non si può to­
pere, liquam ine , coqucs cu m phaseolis paratariis : gliere questa voce, ond’ egli medesimo si contentò ivi
sqffundes liquam e», piper, laser, cum inum tritu m , di mutaria in em phraetum derivato da ifjiQfdaettW)
buccellas panie oleum m odice ; mentre ne’ codici e otturare, infarcire. In ambedue i luoghi può rite­
nelle vecchie edizioni sta scritto come l’abbiamo offerto, nersi, senza alcuna muUzione, em bractum o imbra-
salvo che vi* si legge fa r a ta r iis in «vece ài fa rc ta r iis. c tu m , il quale anzi convien meglio al contesto. N* è
Parventi dovere restituire il testo, perchè la mutazione origine il greco bagnare , onde i /u/3 p f'* fir
è ardita e improbabile, e in gran parte non necessaria. intingere, ed succo, in tin to , fo m e n to , e
P aratprius è voce ignota ; e il supporre che siasi cosi /SpSxroV che spiegasi per zuppa di pane e cece, e il
chiamata una specie di fagiuoli, qui um hrae conci - latino brectam entum ed embrocare. Che anzi la stessa
liandae su n t pa ra ti , panni cosa vicina al ridicolo. Con voce im bractum s* è conservata nell’ iuliano im bratto
più senno il Lister suggerì parietariis dal rampi carsi che è una specie di broda, e nel verbo im brattare cioè
in pergolati e m uri: ma anche questa congettura è imbrodolare, cui malamente il Menagio volle dedurre
poco febee. F aratariis mi sembra accennare piuttosto da brutto, quasi imbruttare.
a fa r c ta r iis , o fu r ta r iis che, sebben voce nuova, è (3) Ne’ codici e nelle vecchie edizioni — ^ crudo
sostenuta dall’ analogia, e conviene al contesto. Nulla tritu ra m ortorio accipere debet. L ’ Humelberg sosti­
d i meno resu a desiderare qualche cosa di meglio. La tuì — A g n in a cruda tritu ra m in m ortario eie. Pare
forma intera sarebbe : Cum em bracto m ittes buccel­ che tritu ra significhi in questo luogo, non P atto di
la s panie aspersas oleo modico. triure, ma la materia tritau ; il qnal senso non fu
(a) Im b r o d o , o im bralo hanno i codici e le vec­ avvertito dal Forcellini, nè dal Furianetto ; benché non
chie sumpe. Il Du Cange ne ritrasse il verbo im brare lasci luogo » dubbio su *1 fine di questo capo, ove di­
che spiegò per bagnare , come disceso da im ber , al cesi : Super tritu ra m colas lactis se rta rio s duos \ e
modo stesso che i Greci da o fififo f fecero ò fififitr nel c. I di questo medesimo libro, n. 5, ed altrove.
ed L* Humelbergio in vece, come si è (4) U Lister (non so perchè, se non fu sbaglio dello
veduto, lo credette in tutto un errore. Ma egli non stampatore ) omise le parole petrosclini scrupulos vi,
. Ilaedus, live agnus syringatus — Gxosaalar Capretto od agnello votato (5) — Si disossa
Jiligenter a gula, sic ul uter fiat ; et intestina ejns diligentemente dalla parte della gola, sicché di­
integra exinaniuntur, ita ut in caput intestina venti come un otre; e sene fanno uscire enfian­
sufflentur; et per no vissi mam partera stercus e x i- doli gl’ intestini interi verso il capo, tratta la fec­
nànitur: aquà lavantur diligcntcr, et sic implen- cia per l’ ano; e si lavano ben bene con acqua, e
lur admixto liquamine, et ab hurneris consuitur, si riempiono mescolandovi savore (6) : poi sì cuce
e| mittitur in clibanum. Cura coctum fuerit, per- il.taglio, e si mette in forno. Cotto che sia, gli ti
funditur jos bulliens: Lacte, piper tritum, liqua- versa sopra la seguente salsa bollente : Latte (7),
men, caroenum, defrutura raodice, sic et oleum pepe tritato, savore, sapa, vin colto (8) in discre­
etiaxn; bullienti vnittis amylum. Vel certe raitli- ta dose, e così por l ’ olio: quando bolle s’ adden­
tur in retiaculo, Tel in sportella, et diligenter sa con amido. Si può anche mettere (9) V agnello
constringi tur, et bullienti zeroa cum modico salis o capretto, qual eh’ esso sia, in un sacco di rete
submitlitur. Cum bene illic tres undas bullierit, o in una sporta, e si stringe bene, e s’ immerge in
levalur, et denuo bullit cum humore sopra scri­ una pentola bollente con quanto basti di sale.
pto : bullienti conditura perfunditur. Dopo tre bollori si leva di là, e si mette a bollir
di nuovo con l’ umore sopra descritto, e si serve
con lo stesso intinto bollente.
Aliler haedus, sive agnus syringatus — Laclis Capretto o agnello votato in altro modo —
sextarium unum, meUis uncias qualuor, pi peri* Oncie venti di latte, quattro di mele, una di pepe,
unciam unara, salis modicnm, laseris modicurn. un po’ di sale, un po’ di laser. La salsa sarà (10)
Jus in ipsum : Olei acetabulura, liqua minia accta- un acetabolo d’ olio, uno di savore, uno di mele,
bulum, mellis acetabulum, dactylos trìtos oclo, otto datteri tritali, quattro acetaboli di vino buo­
vini boni hemmam, amylum modice. no, amido quanto occorre.
Haedus, sive agnus crudus— Oleo, pipere fri- Capretto od agnello — Si frega crudo con
cabis, et asperges foris Salem purum multo cum olio e pepe, e si asperge di fuori con sale paro e
coriandri semine. In furnum mitlis : assatum in­ molto seme di coriandro. Si mette in forno, ed
fere*. arrostilo si serve.
Haedus, sive agnus tarpeianus — Antequam Capretto o agnello tarpeiano (7) — Prima
coquatur, ornatus consiiitur. Piper, rutam, satu- di cuocerlo, s’ acconcia e si cuce, con ripieno di
rejam, cepam, thymum modicum ;.et liquaraine pepe, ruta, peverctla, cipolla e un po’ di timo, ba­
collues. Haedum macerabis in fumo in patella gnati con Savoie. Poi metlesi a macerare in forno
quae oleum habeat. Cum percoxerit, perfundes dentro a un tegame con olio ; e, quando sia cotto,
in palella impensam.Teressaturejam, cepam, ru­ gli si versa sopra nel tegame la seguente salsa :
tam, dactylos, liquamen, vinum, caroenum, oleum. Trita peverella, cipolla, ruta, datteri, savore, vino,

to serà m ndicum , che pure esistono nel codice vati­ caroenum quando il vino, cuocendolo, è ridotto a due
cano, nell* editione veneta, in quella del Torino, ed terse parti ; sapa , quando è ridotto a una terza parte
anche in quella dell’ Humelbergio. soltanto. Così insegna Palladio : ma Columella e Plinio
(t) Nelle vecchie stampe a syringladus, o syrin ­ dissentono e da Palladio e fra loro.
g atus ^ soggiungevi idest m am m ocestis , che 1’ Humel­ (5) Questo certe tiene assai dello stentato. Se non
bergio omise giudicandola uoa chiosa. Syringatus pen­ fosse troppo diverso, leggerei curatus.
sa il D u Cange che voglia dire la tta to , ed a m am ­ (6) L 1 Humelberg e le antiche stampe : J u s in
mocestis sostituisce m am m otreptus, ip>ius olei ucetabulum ; il Torino ju s ipsius , olei
per tirarlo al medesimo senso. Ma con più ragione il ticetabulum. Panni di veder descritto prima il ripieno,
Forcellini spiegò syringatus per votato, f a t t o bugio poi la salsa da versare su V agnello già cotto, come
come una canna , o o f t y y d d n f ; u n to più che s y rin x , nel capitoletto precedente, da cui dee pigliarsi accon­
<rufty%, dicesi per rimilitndine qualunque cavità, e ciatura e cottura.
r v p i) yo vv vale incavare . I l m am m ocestis poi sareb­ L ’ Humelbergio, senza appoggio di codici, trasportò
be forse am nocistis , dal cuocersi in una sportelli? dopo laseris m odicum le parole dactylos tritos octo ,
(a) I l ripieno da mescolarsi con liquam e sarebbe per non mescolare solidi e liquidi. Secondo me, sono
quello che si prescrive nel capitoletto precedente ? due confezioni diverse.
( 3) Comunemente ju s bulliens ( o bullies) lacte . (7) Confrontisi il penultimo capitoletto del capo 8
P iper etc. L a cte per toc ba esempi i d’ ogni età. di questo libro. Perchè poi il capretto od agnello aia
( 4) D efru tu m è vino cotto, fortemente condensato j detto qui tarpeiano, panni inutile V indagarlo.
i 85 QUI TETRÀPUS A P P E L L A T A *86

Curo bene duxerit irapensaro, in disco pones \ pi- sapa ed olio. Quando avrà imbevuto bene la
per asperges, et inferes. salsa (1), lo porrai in un piatto, e spolverizzato
di pepe lo darai in tavola.
Haedus, si ve aguus pasticus — Mille* in fur- Capretto 0 agnello bagnato (a) — Mettilo
num. Teres pipcr, ni tara, ceparo, saturejam, da­ in forno. Trita pepe, ruta, cipolla, peverelta, su­
mascena enucleata, laseri* raodicum, viuuro, li- sine secche snocciolate, poco laser, vino, savore
quaroen et oleura. Vinura fervens colluitur in di­ ed olio. Bagna in piatto con vino bollente. Man­
sco : ex aceto sumitur. giasi con aceto.
Haedus laureato* ex lacte — Haeduro cura*, Capretto laureato con latte (3) — Netta e
exossas, inleranea ejus curo coagulo tolles, lava*. disossa il capretto, cavane gli entragni col presa­
Adjicies in roortariuro piper, ligusticum, laseris me, e lavali. Getta in mortaio pepe, ligustico, ra­
radicera, baccas lauri duas, py re ihri roodicum, dice di laser, due bacche di lauro, poco piretro,
cerebella duo vel trìa. Haec omnia teres ; sufftin- due 0 tre cervella. Trita tutte queste cose, bagnale
des liquamen ; teroperabis ex sale ; super trituram con savore, temprale con sale, e sopra il tritume
colas lactis sexlarios duos, mellis ligula* duas. Hac versa sedici acetaboli di latte e due cucchiai di
impensa intestina reples, et super haeduro com- mele. Con questo intriso riempi gl’ intestini, e
poni* in gyro ; et omento, charta cooperies, sur- avvolgili in giro sopra il capretto (4), e copri con
clas ; in cacaburo vel patellam compone* haeduro ; omento 0 carta, e ferma con istecchi (5) ; quindi
adjicies liquamen, oleum, vimini. Cum ad mediani assetta il capretto nella pignatta, 0 nella tegghia
cocturam veneri t, teres piper, ligusticum, et jus con savore, olio e vino. Quando è giunto a mezza
de suo sibi suffiindes, rnittes defruli modicum, cottura, trita pepe e ligustico, bagna con l'Intinto
teres, reexinanies in cacahum. Cum percoctus fue- del capretto, aggiungi un po' di sapa, e rimena,
rit, eiornas, amylo obligas, et inferes. poi versa nella pignatta. Finito eh' abbia di cuo­
cersi, racconcialo, inspessa con amido, e servi.

ca pu t v n . C A P O v u .

Ir p o r c e l l o . P orcello.

In porcellum farsilem duo bus generibus — Porcello con due specie d i rip ien i — Pu­
Curai, a gulture exenteras, a cervice ornas. An- lisci il porcello, volalo dalla parte della gola, ac­
tequam praedures, subaperies auriculam sub cu- conciane il collo. Prima che si bislessi, aprì la
tem ; mit Ics impensam la reti Imam in vesicam bu- orecchia sotto la cute ; metti salsa tarentina (6) in
bulam, et fistulam aviarii rostro vesicae alligabis, una vescica di bue, e lega al collo della vescica un
per quam exprimes in aurem quantum ceperit; cannello (7), e per esso schizza dentro all' orec-

(i) Comunemente : C um bene duxerit^ im pensam gyro 0 in giro , come hanno i codici e le vecchie stam­
in disco pones. pe, sostituì di suo capo in zirbo , che mi sembra pes­
(a) £ P unico esempio di pasticus. Porcellini in­ sima mutazione ; giacché il capretto così acconciato
terpreta agnello spoppato , da p a sc i ; ciocché sem­ par detto laureato appunto per questo che l’ intestino
brami poco probabile e per la forma della parola, e attorto gli fa corona. Aggiungi che il super haedum
perchè i titoli risguardano qui tutti il modo della cot­ non si saprà come intendere; e che sarebbe stranis­
tura. L o prendo adunque dal greco nraoottv asper­ simo quel mutar vocabolo così da vicino sostituendo
gere^ giacché questo agnello si dà a mangiare asper­ subito om entum a zirbus.
gendolo in piatto con tino bollente. (5) Nelle vechie edizioni et omento carta ; il T o ­
( 3) Prima dell' Uumelhergio leggevasi H aedo lau- rino et om ento ch urtàque\ 1’ Huroelberg et om entum
ru m e x lacte. Il codice vaticano aggiunge sic fa c ie s . chartà. Qui sarebbe ovvia la sostituzione di sarta che
Confrontisi il n. 9 del capo seguente. verrebbe a dire : Copri di rete la cucitura . Ha charta
(4) L e parole H a c im pensa intestina reples , che ritorna più volte ne' capi seguenti.
r Humelbergio nota d* avere aggiunto secondo un an­ (6) Questa salsa tarentina abbiamo veduto ricorda­
tico testo, mancano nell’ edizione milanese*, leggonsi ta altrove, ma non mai spiegata! Vedi 1. I V , c. 2, n. i 3.
però nella veneta procurata dallo stesso Lanciotto, e (7) L'H um elbergio, non so perchè, mutò aviarii
in quella del Torino. Lo stesso Humelbergio ad in in astenia rii.
poslea chartà praccludci et infiblabis, et praedu- cbio quanto riceverà di salsa : poi tura il foro con
rabia. Àliam impensati) sic facies. Teres pi per, carta e lega, e bislessa il porcello (i). L 'altro ri­
ligusticum, origanum, laseris radicem modicum ; pieno farai così. Trita pepe, ligustico, maggiora­
suflundes liquamen ; adjicies cerebella cocta, ova na, poca radice di laser ; bagna con savore ; ag­
cruda, alicam eoetara, jus de suo sibi ; si fueriut, giungi cervella cotte, uova crude, spelta cotta,
avicellas ; nucleo*, piper integrum ; liquamine brodo del porcello ; uccelletti, se n’ bai (a) ; pinoc­
tempera*, imples porceli uro, charlà obturas et chi, pepe intero ; tempera con savore ; riempi il
fìbula*, miltii in furnum. Cum coctus fuerit, porcello; tura con carta, e lega; poi mettilo in
exornas, perunges, et inferra. forno. Quando è cotto, acconcia, ungi bene, e dà
in tavola.
Aliter porcelloni — Salem, cuminura, laser. . P o rc ello in a ltr o m odo — Sale, cornino e
laser.
Porcellus liquaminatus — De porcello ejicis P orcello con savore — Cava dal porcello il
utriculum, ita ut aliae pulpae in eo remaneant. ventricolo, lasciandovi però tutte le altre parti
Teres piper, ligusticum, origanum ; soffonde* li­ molli (3). Trita pepe, ligustico, maggiorana ; ba­
quamen ; adjicies unum cerebellum, ova duo; mi- gna con savore ; aggiungi un cervello (4) e due
sces in se, porcellana praeduratum imples, fìbla- uova ; mesci insieme. Con questo tritume riempi
bis, in sportella ferventi ollae submittis. Cocto il porcello già bislessato, stringi con fermagli, e
fi bla* lolle*, ut jus ex ipso manare possi t. Pipere chiuso in una sportella immergilo in olla bollente.
aspersola infere*. Quando è cotto, leva i fermagli, perchè ne possa
scorrere il sugo. Aspergi di pepe, e servi.
In porcelloni elixara farsilem — De porcello P orcello allesso con ripieno — Cava il ven­
utriculum ejicies ; praeduras. Teres piper, ligu- tricolo ; e bislessa, sicché si sodi, il porcello. Trita
* ti cum, origanum ; soffonde* liquamen : cerebella pepe, ligustico, maggiorana ; bagna con savore ;
cocta quod sali* sit; similiter ova dissolve*, liqua- aggiungi cervella cotte quanto basta, e così uova
raine temperabis, farcimina cocta integra praeci- schiacciate ; tempera con savore, e tagliuzzavi fal­
des. Sed ante porcellum praeduratum liquamine sicele cotte intere. Ma prima lava con savore il
delavas ; deinde imples, infìblas, in sportella fer­ porcello sodato ; poi riempilo, stringi con ferma­
venti ollae submittes. Coclura spongizas: sine gli, e chioso in ana sporta immergilo in olla bol­
. pipere inleres. lente. Colto che sia, puliscilo con la spugna, e
servilo senza pepe.
Porcellus assus tractomelitus— Porcellum cu­ P orcello a rro sto con p a sta e m ele — Accon­
ratum a gulturc exenteras, siccas. Teres pipcris cia il porcello, volalo pel collo, ed asciugalo (5).
unciam, mel, vinum ; impone* ut ferveat; tractam Fa un intriso con un’ oncia di pepe, mele e vino,
siccatam confringes, et partihus cacabo permisces ; e mettilo a bollire ; frangi sfoglia di pasta disec­
agitabis surculo lauri viridi* ; tandiucoques, do- cata, e gettala a pezzi nel pignatto, rimenando
nec lenis fiat et impinguet. Hac iropensa porcel­ con nn raroicello verde d'alloro ; e lascia cuocere,
lum imples, surclas, obturas charta, in furnum finché n'esca una polla morbida e densa. Con
miltis, exornas, et infere*. questa riempi il porcello ; ferma con istecchi, tura
con carta, ed inforna; poi acconcia, e servi.
In porcellum lacte pastum, elixum, calidum, S alsa f r e d d a cru da apician a p e r porcello
jus frigidum crodutn apicianum — Adjicies in p a sciu to con la ti e, allesso , caldo (6) — Metti in
mortariuni piper, ligusticum, coriandri senien, mortaio pepe, ligustico, semi di coriandro, men­
roenlham, rutam; fricabis, suflundes liquamen, ta, ruta ; stropiccia, bagna con savore, aggiungi

(1) Comunemente; E tp ra ep a ra b is aìiam im p tn - (3) I codici e le vecchie stampe : I ta u t aliquae


/am , sic fa c ie s . pulpae ; T Humelbergio ad u t sostituì ne.
(a) I codici e le vecchie stampe : Jus de suo sibi (4 ) La veneta e il Torino : V in u m cerebellum .
f u e r it a u cella s\ l ' Humelbergio sostituì con poco sen­ (5 ) Forse exenteras , lavas , siccas \ o è da leggere
n o : Jus de suo sib i%fe r v e a t ; cum fe r b u e rìt, avi­ exenteras sica.
eri la s. Ho continuato a scrivere avieellas per non (6) La lezione de* codici e delle vecchie stampe è
variare troppo spesso ortografia ; tanto più che panni ju re fr ig id u m crudo apiciànoy o apicianum . L ’ Hu­
cosa di poco momento. Del resto ancella è forma nota melbergio sostituì calidum sive fr ig id u m ju r e crudo
e probabile, forse anche più di avicelta. apiciano. V a non panni stare, perchè si chiude col
dire : P orcellum ,~ ferventem perfundes.
adjides mel, vinum et liqaamen. Porcellam eli— mele, vino e savore (1). Versa tal porcello allesso
xum ferventem, sabano mundo siccalum, pcrfun- bollente, dopo averlo asciugato con un canavaccio
des ; et infere*. netto ; e dà in tavola.
Porcello* vitelliauus—-Porcellana orna* quasi Porcello vitelliano — Acconcia il porcello a
aprura, sale asperges, in fumo assas. Adjicie* in modo di cignale (a) ; aspergilo di sale, e mettilo
roortarium piper, liguslicum ; sufTundes liqaa­ ad arrostire in forno. Getta io mortaio pepe e li­
men ; vino et Spasso temperabis. In cacabo cum gustico. spargivi savore, tempera con vino e pas­
oleo pnsillum ferveat; et porcellnra assum jure so. A questo intriso da un bollorino in pignatta
asperges, ila nt sub cale ]us recipiat. con olio ; poi versalo sopra il porcello, si che vi
penetri sotto la pelle.
Porcello* flaccianns » Porcellam orna* in Porcello fiacchino (3) — Acconcia il porcello
modulo apri, sale asperges, et in fornara mille*. a modo di cignale, saleggialo, e mettilo in forno.
Dura coquitur, adjicies inraortariam piper, ligu- Mentre cuoce, getta in mortaio pepe, ligustico,
sticuro, careura, apii semen, laseris radicem, ru- carvi, semi di sedano, radice di laser, ruta verde ;
tam viridem ; fricabis, sufifundes liquaraen, vino stropiccia, bagna con savore, tempera con viuo e
et passo temperabis ; in cacabo cum oleo modicam passo, dà un bollorino alla salsa in un pignalio
ferveat ; amylo obligas ; porcellum eoe tura ab os- con olio ; poi addensa con amido, e versa su ’1
sibus tanges. Apii semen teres, ila al fiat pulvis ; porcello aperto (4), cotto che sia. Trita semi di
asperges, et infere*. sedano sì che riducansi in polvere ; aspergi, e dà
in tavola.
Porceli us laureato*— Porcellum exossas, quasi Porcello laureato (5) — Disossa il porcello,
oenogaratum orna*, praeduras, laurum viridem preparalo in tutto punto (6), bislessalo, mettivi in
in medio frangi*, sali* in forno assas : et mi He* mezzo pezzi di lauro, e arrostiscilo a intera cot­
in morlarium piper, liguslicum, careura, apii se­ tura io forno (7). Getta in mortaio pepe, ligusti­
men, laseris radicera, bacca* lauri ; fricabis, suf- co, carvi, semi di sedano, radice di laser, bacche
fundes liquamen, vino et passo temperabis; adji- di lauro : stropiccia, bagna con savore, tempera

(1) L ’ Humelbergio sostituì et Uquamine , legan­ fine del presente capo e verso la metà dell’ altro : nè
dolo con ciò che segue. L e parole : P orcellum elix u m può venir dubbio ad alcuno che non significhi versar
eie . sino al fine, mancano nelle vecchie stampe e in la salsa sopra il dorso . Alcun che di simile, ma in
quella del Torino: non però nel codice vaticano che qualche parte opposto, dev’ essere adunque il tangere
ha pure perfundes , come ho stampato ; non p r r fu n ­ ab ossibus, che letteralmente suona bagnar dal lato
der, come legge P Humelbergio. del? ossa, cioè dal di dentro, secondo che panni. A
(1) Il cignale fatto arrosto salasi prima abbondan­ comprendere pienamente la forza di questo modo è
temente; allesso cuocesi in acqua salsa ( L V i l i , c. da considerare che nei due casi, in cui è prescritto di
1 , rt. 1 e a ). Quanto poi alla prima acconciatura non versar la salsa dal lato dell’ ossa, il porcello è spara­
trovo prescritto nulla, se non di lavarlo con la spugna. to ; e quando bagnasi su *1 tergo, l ’ animale par cotto
Hon prescrivasi però mai che si disossi. ^ intero.
(3) L ’ indagare da qual Fiacco sia dedotto questo (5) L au reato, perchè cotto con lauro.
nome, mi parrebbe opera gittata. Dicasi il simile d ’ al­ (6) L ’ Humelbergio ed il Lister legano quasi oeno­
trettali nomi tratti da persone. garatu m con exossas , e credono che con ciò si man­
(4) Che vuol dire, dimanda il Lister, questo tan ­ di il lettore al capitoletto che s'intitola P orcelin i
gere ab ossibus, o ab oste, come su piò sotto ? F or­ oenococtus , ovvero (com’ essi leggono di lor conget­
se, risponde, bagnare il porcello dopo disossato, • tura sena’ altro fondamento che questo) Porcellus
bagnarlo con bollitura di ossa? I l secondo senso mi oenogaratus . Ha fatto sta che in quel capitoletto non
parrebbe naturale, se la salsa da versare non fosse a’ insegna nulla di particolare su *1 modo di trar l’ ossa
manifesumente quella che è descritta prima, e se fosse ed acconciare il porcello. Senzachè non è probabile
prima ordinato di levar V ossa al porcello per poterle che in un’ opera senza alcun filo di ragionamento,
cuocere. Quanto poi al primo senso, non pare che siccome è questa, si mandi il lettore a ciò che verrà
r ab possa aver quella forza, se non ne'composti ; sen- dopo. Traduco preparalo in tu tto punto , per fuggire
sachè non sarebbe luogo nè forma per ordinare che le difficoltà, e perchè quasi oenogaratum orn ai può
si disossi il porcello. Che anzi la stessa frase troviamo in fatto significare acconcia come Josse orm ai con­
anche nel capitoletto seguente, dove il porcello è di­ dito con la sua salsa, ed in pronto p er esser dato
sossato fin da principio, e però sarebbe inutile e dura in tavola.
ripetizione il dire : Leva dal porcello t alloro, e bar (7) Forse salir, i n f a m o a ssa i , cioè sala e ar­
gu aio senz’ osso con la salsa . Un modo analogo a rostisci in fo r n o .
questo è tangere a dorso , in cui ci avverremo su ’1
cìet in cacabo cam oleo modicum a i fervei t ; con vino e passo ; metti un poco a bollire in un
obligai. Poroellam lauro exiines, et jore ab osse pignatte con olio (1), ed insipida. Leva dal por­
langes, et inferes. cello il lauro, versagli su '1 cassero la salsa, e dà in
tavola (a).
Porcelini frontonianus — Porcellnm exossas, P o rc ello fron ton ian o — Tu disossi il por-
praeduras, ornai ; adjicies in cacabum liquamen, cello, lo bislessi, lo acconci, lo metti in pignatta
vinum ; obligai faicicnlum porri, aneihi ; medià con savore e vino, vi sospendi un mazzetto di porri
eoe tura mittei defrutum ; coctum levai, et sie- e d1 aneto, e a mezza cottura vi metti sapa ; poi,
coro mittei ; piper asperges, et inferes. quando è cotto, il levi (3), e lo servi asciutto. Spar­
givi pepe, e così mandalo in tavola.
Porcello* oenococlus— Porcellnm praeduras, P o rc ello cotto con vino (4) — Bislessa e ac­
ornai ; adjicies in cacabura olenro, liquamen, vi- concia il porcello ; mettilo in pignatta con olio,
num, aqnam ; obligai fasciculnm porri, coriandrì; savore, vino ed acqua ; immergivi penzolone un
medià eoe tura colorabii defroto. Adjicies in mor- fascette di porri e coriandro ; a mezza cottura, d à .
tariuro piper, ligosticum, careum, origanum, colore con sapa. Getta in mortaio pepe, ligustico,
apii lemen, laseri* radicero ; fricabi* ; suffundes carvi, maggiorana, semi di sedano, radice di la­
liquamen, jos de ino libi ; vino et passo tempera- ser ; stropiccia, bagna con savore e con sugo della
bis, exinanies in cacabnm, facies nt ferveat ; eum pignatta, tempera con vino e passo ; poi versa in
ferbuerit, ara y lo obligai. Porcellum composilum pignatta, e fa bollire. Quando ha bollito, dà cor­
in patina perfundes ; piper asperges, et inferes. po con amido, e regalane il porcello posto su ’1 ba­
cile. Spolverizza con pepe, e servi
Porcellos celsinianns — Ornai ; infnndes pi- P orcello ceIsiniano( 5) — Acconciato che sia,
pere, ruta, cepa, satnreja, succo suo ; et ora in­ mettilo a cuocere nel proprio sugo con pepe, ru­
fluì de* per auriculam ; et ex pipere, liquamine, ta, cipolla, peverella ; schizzagli uova per l’ orec­
vino modico in acetabulum temperai, et sumes. chia ; e così il mungerai, temperatone il sugo con
pepe, savore e non più che un acetabolo di
vino (6).
In porcellnm assum —■ Teres piper, rutam, P e r p o rcello a rro sto — Trita pepe, ruta, pe­
saturejaro, cepam, ovorura coctorum media, li- verella, cipolla, tuorli d’ ova sode, savore, vino,
quamen, vinum, oleum condimentum ; bulliat ; olio per condire ( 7). Bolli, e con questo condimen­
conditura porcellum in boletari perfnndes, et in­ to bagna il porcello nel catino, e mandalo in ta­
feres. vola.
In porcellum hortulunnm — Porcellus hortu- Porcello ortolano (8) — Il porcello ortolano
lanus exossatur per gulam in modum utris. Mil­ si disossa per la gola, e riducesi a guisa d1 otre.
li tur in eo pullus isiciatus parliculatim concisus; Poi vi si mette pollo battuto ; vi si aggiungono (9)

' (i) Cosi ha il codice vaticano, secondo il modo rio di Placido come già latina. L 1 Hnmelbergio sostituì
usato nel capitoletto precedente, in cacabo cu m oleo o en o g a rd u s, e ho già detto il perché (n. 6 a p . 190).
m odicum fe r v e a t. L ’ Hnmelbergio legge col Lancilot- ( 5) I l cod. vatic. e il Lancilotto cesinianus ; il
to, adjicies in cacabum o ld m odicum u t fe r v e a t. Torino caesianus ; l’ Hnmelbergio e il Lister celsi-
(a) Forse Porcello laurum exim es. Quanto alla nianus per una supposta relazione con Celsino, no
frase ab oste tanges , vedi la nota 4 * f • 189. Conta­ dei sette, da cui é soscrìtto il giocoso testamento di
mente ju s in luogo di ju re. Ma questo insolito uso M. Granaio CorocotU Porcello (Brisson. de FormuK
del tangere trasse sempre in errore anche il Torino, L V I I p. 677).
mentre credeva emendare. (6) L ’ Hnmelbergio crede che acetabulus non sia
(3) Comunemente lavai. qui misura, ma nome di vaso, in cui s* abbia a fare
(4) Oenococlus è strana voce mezzo greca, mezzo la salsa.
latina : ma così ce l’ offrono i codici, il Lancilotto, il (7) Prendo unitamente oleum condim entum , come
Torino e qni e su ’l fine di questo capo. A lle quali altrove piper condim entum , baccae la u ri condim en­
testimonianze s'aggiunge quella di Petronio in due tu m , per apposizione secondo dicono i grammatici.
luoghi (c. 47 e c. 74)* V ero è che, in ambedue gli Così nel capo seguente al n. 5 troviamo oleum coctu -
autori, l’ Heinsio ed il Burmann vorrebbero leggere ra , che è forse lo stesso, cioè olio cotto preparato ad
àeno coclus : ma questo titolo sarebbe troppo gene­ uso di condire, come costumasi ancora. C onditum ha
rale. O enochytus , c/VÓ£t/T0£, bagnato con vino, di­ il Lancilotto e il Torino *, P Humelberg co n d im en tu m .
rebbe quasi lo stesso che oenococlus , e sarebbe voce (8) O rtolano , perchè riempito con molti ortaggi.
tutta greca : ma basti averlo notato, poiché da altra (9) A d jic ia n tu r è omesso dall’ Humelberg : è nel
l»artc oenum per vinum c voce registrata nel glossa- cod. vatic. e nel Torino.
djiciantur tordi, ficedulae, isicia de polpa sua, tordi, beccafìchi, polpa del porco stesso smi­
canicae, dactyli exossati, fabrilet bulbi, co- nuzzata, luganica, datteri disossati, bulbi fabri­
leae exemptae, malvae, belae, porri, apiuro, li (1), chiocciole sgusciate, malva, bietole, porri,
liculi elisati, coriandrum, piper in legruro, nu­ sedano, cavoli lessati, coriandro, grani di pepe,
ei ; ova quindecim saperi» fon don tur, liquamen pinocchi ; bagnasi il tatto con quindici uova e sa­
peratum, ova mittantor trita ; et consuitur, et vore pepato ; vi si mettono anche uova tritale (a).
aedoratum in fumo assator. Deinde a dorso Riempito così il porcello, si cuce, si bislessa, poi
inditor, et jure hoc perfundilur : Piper teritur, s1 arrostisce in forno (3). Quando è cotto, si taglia
ta, liquamen, passum, mel, oleum modicum ; dalla parte della schiena, e si copre con salsa di
m bullierit, amylura mitlitur. pepe, ruta, savore, passo, racle e poco olio, falla
bollire, poi inamidata (4).
Jus frigidum in porcellum elixum ila facies. Salsa fre d d a p er porcello allesso — Trita
eres pipermea reo m, anethum, origanum modice, pepe, carvi, anelo, un po'di maggiorana, pinoc­
ucleos pineos ; suffundes aceturo, liquamen, ca- chi ; bagna con aceto, savore, sapa, mele, senape,
enuro, mel, sinape factum ; superstillabis oleum ; stemperati insieme; stillavi sopra dell1olio, spol­
iper asperges, et inferes. verizza con pepe, e servi.
Porcellum traganum sic facies. Exossas por­ I l porcello salato (5) farai così. — Disossa il
ellum, et aptabis sicut oenococtum, et ad furaum porcello, apparecchialo come cotto in vino (6), e
uspendes. Tantum sai in ollam millis, et elixas sospendilo al fumo. Metti nell’olla soltanto sale (7),
t coquatur, et siccum in lance inferes prò salso e lessa il porcello finché sia cotto. Servilo asciutto
ecente. per salsume fresco (8).
In porcello lactcnte — Piperis unciara unam, P e r porcello d i latte — Pepe oncie una, ace­
ini heminam, olei optimi acetabulum, aceti ace- taboli quattro di vino, uno d'olio finissimo, aceto
abulum minus. alquanto meno (9).

— —

(i) B u lb i Jabriles credette il Lister che fossero lotto, e del Torino. A d ogni modo converrebbe alme­
etti, come uva fa b r ilis , perchè diseccati al fuoco. no interpretarlo alla grossa, sicché intendasi di dover
on nominati fra le specie maggiori nell' editto di Dio­ proporzionare il sale al peso del porco, non ugua­
leziano ; e se n1 era già apposto l’ Humelberg, giudi­ gliarlo ; e non di meno resterebbe strano l1 uso d’ ap­
andoli gli eriofori di Teofrasto e di Plinio (X IX , io), pendeas per appendas . I l Forcellini lo spiega nel
etti fa b r ili dalla lana che sene svolgerà per calzari senso d’ appendere, senz’ altro esempio che questo,
resti, da cui ebbero anche il greco nome. Forse è certo insufficiente. L e vecchie edizioni hanno ta n tu m
Scilla hyacinthoides del Linneo. salis ollam m ittis ; l’ Humelbergio ad ollam premet­
(а) Comunemente tria , non trita. te la in e conserva salis. Potrebbe forse il salis aversi _
( 3 ) Comunemente p ra ed u ratur. come verbo, e tradurre : soltanto sala ; m e tti i l por-
(4) Forse il m odicum è da legare col bullierit, cello in olla, e lessalo.
econdo il solito precetto di inamidare dopo un boi- (8) Aggiungo la p rò , che parmi dimandata dal con­
orino. testo. Il codice vaticano, il Lancilotto, il Torino danno
( 5) T raganus , secondo il Forcellini, sarebbe detto efferes ; l ’ Humelbergio inferes.
a T f ayofy becco, quasi irsu to . Credo più probabile (9) Così ha il codice vaticano, il Lancilotto, il
he debba leggersi tarich a n u m , o per abbreviatura Torino. L ’ Humelbergio sostituì olei optim i acetabu­
a rc h a n u m , da carne o pesce salato. lum m a ju s , liquam inis m in u s \ ma non dice donde
(б) In che sta questa acconciatura ? No *1 saprei abbia tratto questa lezione. Che per olio ottim o si
ire, perchè nel capitoletto undecimo, ove insegnasi a debba forse intendere quello che cola dalle olive in­
are il porcello cotto in vino, non trovo nulla di par­ nanzi alla pressione, ho già notato altrove (a fa c c ia
icolare rispetto a questo. L'H um elbergio sostituì oeno- 161, nota a). Ho pur toccato altra volta che questa
ara tu m di sua congettura. Vedi la nota 6 a faccia 190. distinzione di acetabolo maggiore c minore, se pren­
(7) L'H um elbergio, dopo suspendes , aggiunge : Edasi
t come misura, ci è ignota. Ma forse anche qui non
ppendeas ; et qu a n tum appendeas, ta n tu m salis in è da intendere che per bicchiere o bossolo. Vedi la
llam m ittis ; ma non dice donde il traesse : manca nota 8 a faccia 134*
el codice vaticano, nelle antiche edizioni del Lanci-
CAPUT Vili. CAPO Vili.

IlV 1.E PO B E . * L epbb ( i ).

/
In leporem madidum — Io aqua praecoqui- L e p r e in um ido — Cuoccsi un poco nell1 a-
tur modice ; deinde componitur in palina, ac co- cqua ; poi me Itesi in un tegame con olio a cuocere
quilur oleo in fumo ; et, cura prope sit coctus, ex in forno ; e, quando è quasi cotta, si unge con
alio olio pertangito et de conditura infra scripta : altro oboe col seguente condimento : Trita pepe,
Tcres piper, salurejaro, cepam, rulam, apii se- peverella, cipolla, ruta, semi di sedano, savore,
men, liquamen, laser, vinum et raodicura olei. Ali- laser, vino e uà pò1 d* olio. Volta la lepre più fia­
quoties versatur: in ipsà percoquitur conditura. te, e lascia che finisca di cuocere in quel condi­
mento (a).
Item alia ad eam impcnsam — Cura prope A ltr o condim ento aggiun to a l precedente
folli debeat, teres piper, dactylum, laser, uvam — Quando la lepre è per levarsi dal forno, trita
passam, caroenum, liquamen, oleum. SufTundes; pepe, datteri, laser, uva passa, sapa, savore. Versa
et, cura bullierit, piper asperges, et inferes. su la lepre, e dopo un bollore impepa, e dà in
tavola.
In leporem farsura — Nucleos integro*, amyg- L ep re con ripien o — Riempi la lepre con
dala, nuces juglandes concisas, piperis grana soli­ pinocchi interi, mandorle, noci tagliate, grani di
da, palpano de ipso lepore et ovis fractis. Obliga- pepe, polpa della stessa lepre, intrisa con uova
tur de omento porcino in furno. Sic iterum im- schiacciate (3) ; poi mettila in forno involta in rete
pensara facies : Rutam, piper satis, cepam, sature- di porco. Un nuovo condimento le farai cosi :
jara, dactylos, liquamen, caroenum Yel conditura ; Ruta, pepe quanto basta, cipolla, peverella, dat­
din combulliat donec spisset, et sic perfunditur. teri, savore, sapa o vino condito ; bolli un pezzo
Sed lepuj in piperato liquaraine et lasere maneat. finché stringasi ; poi versa su la lepre. Ma prima
lasciala cuocere <nel savore con pepe e laser.
Jus album in assura leporem — Piper, ligusli- S alsa bianca p e r lepre arrosto — Trita pepe,
cum, curoinum, apii semen, ovi duri medium. ligustico, cornino, semi di sedano, rosso d'uovo
Triturano colli gì s, et facies globum ex ea. In ca- sodo : raccogli il tritume, e fanne una pallottola.
cabulo coques liquamen, vinum, oleum, acetum Metti a cuocere in un pignatto savore, vino, olio,
modice, cepullam concisam : postea globum con- poco aceto, fettoline di cipolla ; poi gettavi entro
dimentorum miltes, et agitabis origano vel satu- la pallottola, e tramesta con maggiorana o peve­
reja. Si opus fuerit, araylas. rella. Se occorre, inspessa con amido.
Aliter in leporem — Ex sanguine et jocinore Cibreo d i sangue, fe g a to e p o lm on i d i lepre
et pulmonibus leporis minutai — Adjicies in ca- — Getta in pignatta savore ed olio cotti (4), ta­
cabum liquamen et oleum cocturam ; porrum et* gliuzzavi porri e coriandro, e mettivi a cuocere i
coriandrum minutatila concides; jocinora etpul- fegati e i polmoni. Cotti che siano, trita pepe,corni­
mones in cacabum mittes. Cum cocta fueriut, te­ no, coriandro, radice di laser, menta, rata, paleg­
res piper,cuminum, coriandrum, laseris radicera, gio ; bagna con aceto, mettivi il sangue di lepre
raentham, rutam, pulegium ; suflfundes acetum, e i fegati cotti, e stropiccia ; aggiungi mele e sugo
adjicies jocinora leporum et sanguinem, teres; della pignatta, tempera con aceto, e versa in pi­
adjicies roel, jus de suo sibi ; aceto temperabis, gnatta ; mettivi insieme anche i polmoni di lepre,

(t) In te r quadrupedes gloria p rim a lepus, dicea (a) L ’ Humelberg distingue cosi : Caroenum , li­
Marziale. I ghiottoni romani ne tenean grandi serra­ quam en, oleum suffundes.
gli, donde le toglievano eli' uopo per ingrassarle in ( 3) Forse o va fra cta ; o, levato il punto, ovis f r a -
gabbie (F a rr. R . R. I l i , la). L 'u so di condirle con ctis obligatur eie.
varie spezie c cacio cd olio, è toccato dal mangione (4) L'H um clbergio divide cocturam da oleum ;
Archestrato, presso Ateneo 1. IX*, il quale, mettendo ed a questo modo coctura dovrebbe spiegarsi per bro­
innanzi ad o^ni altra salsa quella della fame, le chia­ do (a f n. 3). Ma forse anche negli altri luoghi,
ma scherzosamente superfluità e porcherie, c dice che in cui s 'è trovata questa parola, dee pigliarsi per ap­
la morte della lepre è mangiarla arrosto, senza con­ posizione a ciò che precede. £ probabile il frequente
dimento, guascona e se vuoi anche stillante sangue. uso del liquame e dell'olio cotti.
eiinaniei in cacabum, pulraonea leporum minu­ ma prima tagliali sottilmente. Ciò fatto metti a
tatili) concisos in eundem cacabum mille*, facies bollire; e, quando ha bollito, condensa con ami­
ut ferveat. Cum ferbuerit, amylo obli gas, piper do, aspergi con pepe, e dà in tavola.
asperges, et inferes.
Aiiter leporem ex suo jure — Leporem curai, L epre condita col p ro p rio sugo — Cura, di­
exossas, ornai, mittes in cacabum ; adjicies oleum, sossa, acconcia la lepre, e mettila in pignatta con
liquamen ( cocturam ), fasciculum porri, co rian­ olio e savore cotti, un mazzetto di porri, corian-
drai!), anethum. Dum coquilur, adjicies in raor- dro, aneto. Mentre cuoce, getta in mortaio pepe,
tarium piper, ligusticura, cuminum, coriandri ligustico, semi di coriandro, radice di laser, ci­
semen, laseris radicem, cepara aridam, raentham, polla secca, menta, ruta, semi di sedano ; stropic­
rulam, apii semen; fricabis, suffundei liquamen ; cia, bagna con savore, mettivi mele e sugo della
adjicies mel, jus de suo sibi ; defruto, aceto tem- pignatta, tempera con sapa ed aceto ; fa bollire,
perabis ; facies ut ferrea t : cum ferbuerit, amylo poi addensa con amido. Metti in punto la lepre,
obligabis. Exornas, jus perfundes, piper asperges, versale sopra la salsa, aspergila con pepe, e servì.
et inferes.
Lepus passenianus — Leporem curas, exossas, L epre passen ian a (1) — Acconcia la lepre,
extensum ornas, suspendes ad fumum. Cum co- disossala, sospendila distesa al fumo. Quando ha
loraverit, facies ut dimidià cocturà coquatur : le­ preso colore, lessala fino a mezza coltura ; poi là
vai, asperges salem, assai, oenogaro tanges. Adji­ levi (a), la sali, la arrostisci (3) e la bagni con la
cies in mortarium piper, iigusticum ; fricabis ; seguente salsa. Getta in mortaio pepe e ligustico,
suflundes liquamen, vinum, et liquamine lenipe- stropiccia, spruzzavi savore e vino, tempera con
rabis ; in cacabo adjicies oleum modicum ; facies savore; nel pignato metti un po' d’ olio; fa bol­
ut ferveat; cum ferbuerit, amylo obligas. Lepo­ lire e, quando bolle, inamida. Con questa salsa
rem assum a dorso tangit ; piper aspergis, et in­ bagni la lepre su ’1 dorso, la spolverizzi con pepe,
feres. e la mandi in tavola.
Lepus isiciatus — Eàdem cocturà condies pul- L ep re in polpette — Condisci la polpa nello
para; nucleo* infusos admisces; omento teges, stesso modo (4) ; meschiavi pinocchi ammollati ;
vel charta ; colliges lacinias, et surdas. copri con omento o carta (5) ; raccogli i lerabucci,
e fermali con uno stecco.
In leporem farsilem — Leporem curas, ornai, L epre con ripien o — Acconcia la lepre e ap­
quadrato imponi*. Adjicies in mortarium piper, parecchiala sopra un tagliere (6). Butta in mortaio
Iigusticum, origanura ; sulfundes liquanf n ; adji­ pepe, ligustico, maggiorana; bagna con savore;
cies jocinora gallinarora coda, cerebella coda, aggiungivi fegatelli di gallina colti, cervella colte,
pulpam concisam, ova cruda tria ; liquamine tem- polpa battuta, e tre uova crude ; sciogli in savore.
perabis. Omento teges et charlà, etsurclas: lento Riempitane la lepre, copri con rete e carta (7), e
igni subassas. Adjicies in mortarium piper, ligu- incaviglia ; poi arrostisci a fuoco lento. Butta nuo­
sticum ; fricabis, suffundes liquamen, vino et li- vamente in mortaio pepe e ligustico ; stropiccia,
quaraine temperabis, facies ut ferveat ; cum fer­ bagna con savore, tempera con vino e savore ;
buerit, amylo obligas, et leporem sobassatum per­ poi fa bollire e, quando leva il bollore, incorpora
fundes. Piper asperges, et inferes. con amido, e versa su la lepre arrostita. Spolve­
rizza con pepe, e servi.
Aiiter leporem clixum — Ornas ; adjicies in L epre allesso — Apprestata che sia, guerni-
lancem oleum, liquamen, acetum, passum ; cepam scila io piatto di questa salsa : olio, savore, ace­
concides et rutam viridem, thymum siibcultra- to, passo, fettoline di cipolla, ruta verde e limo
tum ; et sic apponis. tagliuzzato ; e cosi dà in tavola.

(i) Forse peteenniana , dice il Lister, da Pescen- (4) Nel cod. vatic. to n d itu ra in vece di cocturà.
nio Migro. (5) P ’e l charta ha il Lancilotto e il Torino : l’ Hu-
(a) Comunemente lavas, come tante altre Tolte, in melberg e t charta colliges lacinias.
luogo di levas. (6) Anche qui quadratum ha manifestamente il si­
( 3) La lezione comune è m assam in vece di as­ gnificato di quadra. Vedi 1. V I , c. 9, n. 3. Comune­
s a i ; e il Lister s* adopera a prora re che, essendo mente quadratum .
disossata la lepre, potea dirsi massa. Ma il contesto (7) L* Hmnelbergio aggiunge qui di suo, dopo
panni domandare assas . o assum . charta , colliges lacinias, pigliandolo dal capitoletto
precedente.
Leporis conditura — Tcritur pi per, ruta, ce- C ondi tura p er lepre — Tritasi pepe, ruta,
pulla et jecur leporis, liquaraen, caroenum, pas- cipolla, il fegato della lepre, savore, sapa e passo ;
sum ; olei modicum ; amylura cum bulliit. rilettesi un po' d1 olio nel pignalto, e, quando la
salsa ha staccato il bollore, s'inamida.
In leporem sicco sparsum — Et hnne prae- Lepre asciutta spruzzata (1) — Anche que­
condies sicut haedum tarpejanum. Anteqqam co- sta si condisce prima come il capretto Urpeiano ;
quatur, ornatus suitur : piper, rutam, saturejam, cioè, prima di cuocerla, lesi fa un ripieno di pepe,
cepam, thymurn modicum ; liquamine collues. Po- ruta, peverella, cipolla e un po' di timo, bagnati
stea in furnum mittes, coques, et impensaro talera con savore ; e si cuce (2). Poi s' inforna, e si cuo­
circumsparges. Piperis semunciam, rutam, ce pam, ce, e si spruzza intorno con questo condimento :
saturejam, daclylos iv. uvam passam ( jus tantum Pepe mezz' oncia, ruta, cipolla, peverella, datteri
coloratnm super vatillam ), vinam, oleum, liqua- quattro,uva passa, vino, olio, savore e sapa ; messo
men, caroenam. Frequenter tangitui , ut condi- soltanto a pigliar colore sopra un padellino (3).
turam suam omnem lollat ; postea ex pipere, sicco Con esso condimento bagnasi di frequente la le­
in disco, sumitur. pre, acciò se lo incorpori tutto ; poi mangiasi
spolverizzata con pepe, così asciutta.
A li ter leporem conditura — Coques ex vino, Lepre condita — Cuocila in acqua con Tino,
liquamine, aqua, sinape modicum, anetho, porro savore, poca senapa (4), aneto, porri con le loro
cum capillo suo. Cum se coxerit, condies. Piper, radici. Cotta che sia (5), condiscila con la seguente
saturejam, cepe rotundum, daclylos, damascena salsa : Pepe, peverella, cipolla rotonda, datteri,
duo, vinum, liquaraen, caroenum, oleum roodice ; due susine secche, viuo, savore, sapa, poco olio,
slrìngatur amylo; modicum kulliat ; condilur le- ed amido perchè strìngasi. Si fa bollire un poco ;
pus ; in patina perfunditur. poi si condisce la lepre : bagnasi in piatto.

— ❖ —

CAPUT IX. CAPO IX.


G l ir k s . G hiri (G).

Glires — lsicio porcino, pulpis ex omni mem­ G h iri — Fa loro un ripieno con carne bat­
bro glirium trito, cnm pipere, nudeis, lasere, li­ tuta di porco e di qualunque membro del ghiro
quamine farcies glires; et sutos, in tegula posilos stesso (yllrp0* cuci, «d inforna in testo, o cuocill
mittes in furnum, aut farsos in clibano coques.(i)*3 accumulati (8) in fornello.

(i) Nell* edizione del Lister ti legge succo in luogo tura. Ma ad ogni modo, se ▼ ’ ha errore in questo luo­
di sicco , e così ha pare il Lanci lotto e il Torino. Pa­ go, è certo leggiero, nè fa lodevole ardimento quello
rimente sa ’l fine di questo capitoletto il Lister diede dell' Humelbergio.
to llitu r in cambio di su m itu r ; e questa mutazione, (4 ) M odicum avverbialmente, come altrove m odi -
non so donde nè perchè fosse introdotta : 1’ Humel- ce. Parrebbe più naturale sinape , o sinapi, modico.
bergio area consertato sicco, e su m itu r , che mi sem­ (5) La forma solita In Apicio sarebbe cum per -
brano convenir meglio. coxerit , senza il se.
(z) Confrontisi il n. 9 del c. 6, 1. V i l i . (6 ) Mjroxus Glis Lino. Anche dei ghiri furono
(3) Il cod. vatic. ju s ta m coloratum super vatit- ghiotti i Romani, e li ingrassavano, stipati in dogli al
lam ; il Lancilotto ju s cum coloratum super vati/- buio, con ghiande, noci, castagne (F a rr. il. il. I l i ,
lu m ; il Torino ju s concoloratum super vatìltum \ i 5). Nella famosa cena di Triraalcione, presso Petro­
1* Huraelberg, di sua congettura, ju s , cum coloratur , nio X X X I , son portati in tavola conditi con mele e
sttperfundes in patellam . Pare che il Grapaldo leg­ papavero.
gesse qui ju scu m unitamente; poiché, insieme con (7) V Humelberg sostituì tritis ; ma non mi par
ju sc u lu m , riporta anche ju sc u m siccome voce usata necessario. Egli stesso comprese malamente nel titolo
da Apicio. F a tilla poi è roce definita da Papia per isicio porcino.
pa la , qua aqua pro jicitu r e navi. Qui parrebbe star (8 ) Traduco Jarsos per a ccum ulati , perchè il dirli
meglio vatiola o batioia , roce però d'incerta scrit- in fa rciti mi parrebbe una ripetizione fuor di luogo.
A P ie n COELII
LIBER IX.

QUI THALASSA APPELLATUR <*)

CAPUT I. CAPO I.
I* LOCUSTA BT CAMMABO. A l i u s t a o g a m b e b o d i m a b b ( i ).

Jus in locusta et cammaro — Inlusam cepam Condimento per aliuste o gam beri d i mare
pallacanam concisam, pi per, ligusticum, careum, — Trita (3) scalogni tagliuzzati, pepe, ligustico,
curainuro, caryotam, mel, aceturn, vinum, liqua- carvi, cornino, cariote, mele, aceto, vino, savore,
men, oleum, defrututu. Hoc jus adjicito sinapi in olio (4) c sapa. Aggiungi a questa salsa anche se­
elixaturis. napa, quando li fai allesso.
Locustas assus sic facies — Aperiunlur locustae, Le aliuste farai arrosto così. S* aprono, se­
utassolet, cura testa sua, etiofunditur eis piperà- condo T uso (5), col loro guscio ; c vi s’ infonde
tum coriandratum, et sic in craticula assantur. savore condito con pepe e coriandro, e così s’ar-
Cum siccaverint, adjicies eis in craticula, quolies rostiscoiio su la gratella. Quando hanno asciugato
siccaverinl, quousque assantur. il condimento, danne loro di nuovo lasciandole
su la gratella ; e così segui a fare, finché siano
colle.
Locustam elixam cum cuminato bene inferes. I,' aliusta allesso (6) si serve benissimo con
Teres piper, ligusticum, pelroselinum, mcntham la seguente salsa di cornino : Pepe, ligustico, prez-

(i) T hatassa , $ etX a ro a , cioè m are , perchè trat­ (4) Il Lancilotto oleum d ejrictu m , come molte
tasi de'cibi dati dal mare. altre volte ; forse a ragione. Così leggerei A d hoc ju s ,
(a) Canceb C am m arus Lino. La lezione offerta o I n hoc jus.
da' codici e dalle vecchie stampe è cappari , non cam ­ (5) Scriverei volentieri u t ussenfur cum testa sua.
maro. L* Humelbergio sostituì carabo , equivalente nel (6) Così sta ne'codici e nelle vecchie stampe, se-
senso. Cf. I. I I, c. i , n. i. nonchè vi si legge locusta elixa che non disdirebbe
(3) Il cod. vatic. et cappari indusam eju s ìigu - al tutto. Non so perchè l ' Humelbergio chiuse in vece
sticu m , careum eie. Il Lancilotto et cappari indura il capitoletto precedente soggiungendovi bene et in fe­
cepam pallacanam concisam ejus piper , ligusticum , res ^ e riservò per titolo di questo I n locusta elixa
careum etc. Il Torino s'attenne all’ indura. L* Hu­ cum cum inato.
melbergio finalmente lesse et carabo induta. Cepam
pallacanam concisam , piper etc.
siccam, cum in uni plusculum, mel,acetum, liqua­ zemolo, menta secco, cornino un po’ più abbon­
me!) ; si voles, foli uro et malabalhrum addes. dante, tritati insieme; mele, aceto, savore. Se
vooi, aggiungi anche foglia di malabratro (1).
Aliter locusta— Isicia de cauda ejus sic facies. A liu sta in altro modo — Farai polpette di
Foliurn noci uvam prius demes, et elixas: deinde code d' aliusta in questa maniera. Leva prima il
pulpam concides, et cum liquaraine, pi pere et guscio e l’ ovaia (2), e lessa : poi batti la polpa, e
ovis isicia formabis. fanne polpette con savore, pepe ed uova.
In locusta elixa — Piper, cnminum, rulam, P er aliusta allesso — Pepe, cornino, ruta,
mel, acetum, liquamen et oleum. mele, aceto, savore ed olio.
Aliter in locusta — Piper, ligustico»), cumi- A ltro condimento p er aliuste — Pepe, ligu­
nnm, roentharo, rutam, nucleos, mel, aceturo, li- stico, cornino, menta, ruta, pi aocchi, mele, «ceto,
quamen et vinum. savore e vino.

C A P U T H. C A P O il.

I l TO RPED IN E. T o r p e d in e (3 ).

In torpedine — Terilur piper, ruta, cepulla P e r le torpedini — Tritasi pepe, ruta, cipolla
arida, mel, liquamen, passum, vinum mod ice, secca, mele, savore, passo, poco vino, alquante
olei boni gutlas. Cum bullire coeperit, araylo goccie d’ olio buono, b1 aggiunge amido per in-
obligas. spessare quando ha levato il bollore.
In torpedine elixa — Piper, ligusticum, petro- P e r torpedini allesso — Pepe, ligustico, prez­
selinum, mentharo, origanum, ovi medium, mel, zemolo, menta, maggiorana, rosso d1 uovo, mele,
liquamen, passum, vinum, oleum. Si voles, adde savore, passo, vino ed olio. Se vuoi, aggiungi se­
sinape, aceturo. Si calidum volueris, uvam passam napa e aceto ; e se arai la salsa calda, mettivi an­
addes. che uva passa.

----«q»----

CAPUT III. C A P O III.


Ili L 0LIG 1N E. C al a m a io (4 ).

In loliginc in patina — Teres piper, rutam, Condimento p er calam ai in tegghia — Trita


mel modicum, liquamen, cnrocnum, olei gultas. pepe, ruta, poco mele, savore, sapa ; olio, alquan­
te goccie.
In loligine Tarsili — Piper, ligusticum, corian- P e r calam ai con ripieno — Pepe, ligustico,
drum, apii semen, ovi vilelluro, mel, acelum, li­ coriandro, semi di sedano, rosso d* uovo, mele,
quamen, vinum, oleum; et obligabis. aceto, savore, vino ed olio. Inamida.

---- «C*— ----<<► ----

(i) Qui J o liu m e m alabathrum paiono cosa di- thrum addes , sarebbe naturalissimo per sè e per 1* oso
tersa, come anche nel c. 7 di questo libro. Ha è pur d* Apicio.
tero che Apicio distingue eziandio il J o liu m dallo (2) Ho lasciato nel testo la lezione de'codici e
spigo tT In d ia (l. IX , c. 8, n. 2 ec.) ; e le ragioni, delle secchie stampe, comechè guasta ; perchè la so­
da cui molti e graodi scrittori di cose naturali furono stituzione di nardi a noci, fatta dall’ Humelberg, non
indotti a giudicare che il Jo liu m , $ u \\o v , sia il m a - è probabile ; nè veggo correzione che mi contenti. Uva
la la tro , sono certo gratissime ; nè può farsi gran ca­ anche in Plinio pare che sia chiamata l’ ovaia ; e que­
pitale di un et interposto nei testi d’ Apicio scorret­ sta nelle aliuste suol gittarsi via.
tissimi, come sono. Vedi a faccia 14 la nota 5 , e a (3) R aja Torpedo Linn.
faccia 34 la nota 16. Si voles , et J o liu m maluha- (4) Sepia Loligo Linn.
CAPUT IV. CAPO IV.
I l SEPIIS. S eppie ( i ).

In sepia farsili — P iper, ligusticum , apii se- Seppia con ripieno — Scalda pepe, ligustico,
m en, careum , rael, liquam en, vinum ( conti imeni» sem i di sedano, carvi, m ele, savore, vin o; apri la
eoe li va ) cale facies ; et sic aperies sepiam , et per- seppia, c cuoci la con questi condim enti (2). Colla
l’undcs. Sic farcies esra sepiam coctain : Cerebella che sia, falle questo ripieno : Trita cervella lesse
elisa enervala teres cura pipere ; cui commisces sfibrate, e pep e; m escivi uova crude quanto oc­
ova eroda quod satis erit, piper in tegru m ; isicia corre, pepe infero ; e fanne quasi piccole polpet­
m inuta; et sic consues, et in bullienlem ollam tine. Poi cuci la seppia, e tuffala in olla bollente,
in illes ila ut coire iropensa possil. perchè il ripieno 1’ incorpori.
Sepias elisa s ab aheno in frigidA m ittes cum Le seppie lessate in p ig n a tta (3) in acqua
pipere, liquam ine, nucleis, ovis ; et condies cum fr e d d a (4) le manderai in tavola con pepe, savo­
oti voles. re, pinocchi ed uova ; e le condirai ai m om ento
che le darai a mangiare.
Aliter sepias — P iper, ligusticum , cum inum , Salsa p e r seppie — P epe, ligustico, cornino,
coriandrum viride, mentham aridam, ovi vi lei Iuro, coriandro verde, menta secca, rosso d ’ uovo, m ele,
«nel, liquam en, vinum , acelum et oleum m odi- savore, vino, aceto, ed olio discretam ente. Quando
cum ; et, obi bullierit, amylo obligas. alza il bollore, inspcssa con am ido.

CAPUT V. CAPO V.
Ilt POLTPO. P olpo (6).

In polypo — Pipere, liquamine, lascre iute i cs. C ondim ento d e l polpo — Servilo con pepe,
savore e laser.

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CAPUT VI. CAPO VI.


la OSTABIS. O striche .

In oslreis — P ip er, ligu sticu m , ovi vitellum, P e r le o s tr ic h e — P epe, ligu stico, tuorli di
acelum , liquam en, oieuui et vinum . Si volueris, uova, aceto, savore, olio e vino. Se vuoi, aggiungi
et mel addes. anche mele.

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(i) Sepia officinali s Linn. rino aheno ; l’ Humelberg am ylo. Così pure I’ Hu-
(a) Condimento eoe Uva, secondo 1’ Humelbcrg, melberg lega questo capitoletto col precedente ; il
sono condim enti cottoi , cioè di facile cuocitura ; nè Torino ne lo divide.
qui saprebbesi quali. Io credo che siano i medesimi (4) Comunemente in fr ig id a m — E lìx a re in f r i -
già specificati ; e che si dicano coetiva per distinguerli gidà , per contrapposto all' elirare in calidà , è lessare
da quelli, con cui si dovrà riempire la seppia, e per­ propriamente mettendo la cosa al fuoco in acqua fred­
chè con questi la seppia si cuoce. Certo la seppia, per­ da, perchè si scaldi e bolla con essa — M ittere per
chè non riesca dura, dee cuocersi prima di darle il itf erre , appo nere, s’ è già veduto più volte. Conser-
ripieno*, ed Apicio soggiunge apertamente Sic fa r c ie s vossi nell'italiano messo usato per servito. I l Lanci-
enm sepiam coctam — Il cod. vatic. e il Lancil. vini lotto ha misces io cambio di m iites.
condim ento. (5) Comunemente e t condies u ti (o ut) voles.
(3) I codici e le vecchie edizioni ab alieno ; il To- (6) Sepia octopus Linn.
CAPUT VII. CAPO VII.
In OMNE G E N C l CONCHYLIOBUM. C o n c h ig l ie d ' o g n i m a n ie b a .

In orane genus conchyliorom — Piper, ligu- P e r conchiglie <V ogn i m an iera — Pepe, li­
sticum, pet roseli nuni, mentham siccam, cuminum gustico, prezzemolo, menta secca, cornino un pò*
plusculum, me), liquamen. Si voles, foliura et ma- più, mele, savore. Se vuoi, aggiungi anche foglia
lobathrura addes. di malabatro (1).

c a p u t v r a . c a p o v r a .

I n e c h in o . Riccio di mabe (2).

In echino— Accipies pultarium no?una; oleum P e i r ic c i d i m are — Piglia un pignatte nuo­


modicum, liquamen, ?inum dulce, piper minu- vo : mettivi olio discretamente, savore, vino dol­
tum ; facies ut ferveat : cum ferbuerit, in sin- ce, pepe polverizzato, e fa bollire. Quando ha
gulos echinos rnitles; agitabis; ter bulliat. Cura bollito, dà di questo condimento» ciascun riccio,
coxeris, piper asperges, et inferes. e mescola. Dopo tre bollori (3), che sarà già colto,
aspergi con pepe, e dà in tavola.
Ali Ieri n echino— Piper, costura modice,men- A ltr o condim ento p e r r ic c i d i m a re — Pepe,
tbam siccara, mulsura, liquamen, spicam indicara un po' di costo arabico, menta secca, vino melato,
et foliura. savore, spigo d'India c malabatro.
Aliter eehinura — Totum raittes in aqua ca- R icc io d i m are in a ltr o modo — Mettilo in­
lida, coques, levas, in patella compones. Addes tero (4) in acqua calda, e cuocilo : poi ne lo levi,
foliuro, piper, mel, liquamen, olei modice, ora ; e lo poni in una teglia con malabatro, pepe, mele,
et sic obligas. In ihermospodio coques, piper savore, poco olio ed uova, e fai pigliar corpo.
asperges, et inferes. Cuoci su la cinigia, aspergi con pepe, e servi.
In echino salso — Echinum salsum cum liqua- P e r ric c i s a la ti — Tempera il riccio salalo
mine optimo, caroeno, pipere teraperabis, et ap- con savore finissimo, sapa c pepe, e così servilo.
pones.
Aliter echinus salsus— Liquamen optimum R ic c i sa la ti in a ltr a m aniera — Mescolavi
adraisces, et quasi recentes aptabis, et ila ut a savore finissimo, e governali (5) come fossero fre­
balneo surai possint. schi, sicché si possano mangiare anche nell'asciol­
vere dopo il bagno (6).

---- ❖ —

(1) Vedi la nota 1 a f. ao 3. N ell'edizione del Li- (4 ) L'edizione veneta del i 5o3 ha eolum in vece
ster mancano le due parole m el , liquam en , che furono di totum . Roto questo, perchè la lezione comune ha
poi rimesse dal Bernhold, leggendosi in tutte l’ altre certo alcun che di duro. Forse totum .
edizioni, non esclusa quella delPHumelberg. (5) I codici e le vecchie stampe aptabiat ita u t
(a) E ch in u s esculentus Linn. etc. il Torino aptabis , ita u t etc. *l ' Humelberg ap»
(3) L ’ Humelbergio a ter sostituì ileru m , panni parebunt, ita u t etc. Ma non veggo ragione, per cni
senza ragione ; poiché nel c. 6 del 1. V i l i troviamo non s'abbia a conservare F aptabis.
similmente: Cum bene tres undas bullierit, levasi (6) Cosi suonano letteralmente le parole latine. Ma
e il determinare a questo modo nel cuocere il numero non posso non sospettare che balneum abbia qui un
delle bolliture, vale a dire delle ondate che successi­ senso non avvertito da'vocabolaristi, per coi vengasi
vamente si formano su la superficie del liquido che a dire: A cco n cia i ricci com efossero fr e s c h i e leva ti
bolle, per noi è uso comune. allora dotta caldaia , p rim a di stivarli in barili.
CAPUT IX. CAPO IX.
I n M 1RUL1S. M erli di m are ( i ).

In merulis — Liqoamen* porram concisum, P e i m erli d i m are — Fa una mistura quasi


corninoli), sature j am, passato, vinnra. Mix tu in fa­ liquida con savore, porri tagliati, cornino, peve-
cies aquatios, et ibi merulos coques. rella, passo, vino; e cuoci in essa i merli di
mare (a). °

CAPUT X. CAPO X.
In sarda et cordula . S arda (3) b cordila (4).

In sardis — Sardam farsilem sic facere opor- La sa rd a con ripien o si vuol fare cosi. Sene
tet. Sarda exossatar ; et teritur pulegium, curai- traggono le lische ; e si trita paleggio, cornino,
num, pi peri* grana, roentha, nuces, mel. Imple- alquanti grani di pepe, menta, noci e mele : si
tur, et consuitur ; involai tur in charta, et sic so­ riempie la sarda, e si cuce, e s’ involge in carta, e
pra vaporem ignis in operculo componi tur. Con- così cuocesi sotto testo a fuoco gentile. Si condi­
ditur ex oleo, caroeno, alece. sce con olio, sapa e salamoia.
A lite r sarda ita fit. Coquitur sarda, et cxos- La sarda si fa anche così. Si cuoce e si disossa.
salar ; teritur piper cum ligustico, thymo, origa­ Tritasi pepe con ligustico, timo, maggiorana,
no, ruta, caryota, raelle ; et in vasculo ovis incisis ruta, cariote, erode; nel piatto vi si mettono per
orna tur. lmpensa vinum mod ice, acetum, defru- accompagnatura uova tagliate ; si condisce con
tum et oleum viride. vino in discreta quantità, aceto, sapa, ed olio
verde.
Jus in sarda — Piper, origanam, raentham, S alsa p e r le sarde— Pepe, maggiorana, men­
cepam, aceti modicum et oleum. ta, cipolla, un po’ d’ aceto, ed olio.
Jus in s a rd a » P ip e r, ligusticum, mentham A ltr a salsa p e r sarde — Trita pepe, ligusti­
aridam, cepam coctam, mel, acetum, oleum. Per- co, menta secca, cipolla cotta, mele, aceto ed olio.
fondes ; asperges ovis duris concisi*. Versa su la sarda, e spargivi sopra uova sode ta­
gliuzzate (5 ).
Jus in cordula assa —- Piper, ligusticum, apii S alsa p e r cordile a rro sto — Pepe, ligustico,
semen, mentham, rutam, caryotam, mel, acetum, semi di sedano, menta, ruta, cariote, mele^ceto,
vioum et oleum. Convenit et in sarda. vino ed olio. Conviene anche alla sarda.

CAPUT XI. C A P O XI.


I h b u g il e . M u g g in e (G).

Jus in mugile salso — Piper, ligusticum, cu- Salsa p e r m uggine sa la to —- Pepe, ligustico,
minurn, cepa, mentha, ruta, salvia, caryota, mel, cornino, cipolla, menta, ruta, salvia (7), cariote,
acetum, sinape et oleum. mele, aceto, senapa ed olio.

(1) L ab ru s M erula Lino. ( 5) Nota l ' Humelbergio d 'a v e r aggiunto questo


(a) L ’ Humelbergio unisce m ìstu m con vinum . capitoletto pigliandolo da un antico testo. Manca in
(3) Seomber T rachurus Linn. « Sarda, dice P li­ fatti nell' edizione milanese •, fu però aggiunto dallo
nio X X X I I, 53, chiamasi la pelamide lunga che vien stesso Lancilotto nella veneta.
dall'Oceano. n (6) Più specie di muggini hanno i nostri mari, cioè
(4) Seomber P elam is Linn. « Cordile, dice P li­ il Cephalus , il Capito, il Cheto ec.
nio I X , >8, sono i tonni giovani che accompagnano (7) Così corresse 1’ Humelbcrg \ le vecchie edizioni
la madre, quando l'autunno ritorna nel Mediterra­ hanno fu lva , non salvia , tanto qui che nc' seguenti
neo. « Aristotele le dice a n ófduX at. luoghi.
C e l io A r m o > .4
Aliler jus in mudile salso — Piper, origanum, ‘ A ltr a salsa p e r m uggine salato — Pepe,
eruca, meni ha, ruta, salvia, cairota, me], oleum, maggiorana, ruchetta, menta, ruta, salvia, cariote,
acetum et sinape. mele, olio, aceto e senape.

— ^ — —

CAPUT XII. CAPO XII


la SILURO, la PELAMIDEtfT IR THYRNO SAL5IS. S i l v i o ( i ), p a l a m i t a b t o r n o s a l a t i .

Piper, ligusticuro, cuminum, cepam, men- Pepe, ligustico, cornino, cipolla, menta, ruta,
tham, rutam, salviam, caryotara, me!, acelam, si­ salvia, cariote, mele, aceto, senape ed olio.
nape et oleum.

— ❖ ---- — -fr —

CAPUT XIII. ca po xm .
la MULLO. T r i g l i a (a ).

Jus in mullo taricho — Pipcr, rutam, cepam, Salsa p e r trig lie sa la te — Mescola pepe, ru­
dactylura sinapi trito coromisces, echino, oleo; ta, cipolla, datteri, con senapa trita, ricci di mare
et sic perfundes piscem frictura vel assatum. ed olio ; e con questa salsa condisci il pesce o
fritto od arrosto (3 ).
Salsum sine salso — Jecur coques, teres, et Salum e fin to (4) — Cuoci del fegato, tritalo,
mittes piper et liquamen et salem ; addes oleum. mescivi pepe e savore e sale (5) ; aggiungi olio.
Jecur leporis aut haedi aut agni aut pulii ; et, si 11 fegato (6 ) sia di lepre o di capretto o d’agnello
volueris, in formella piscem formabis : oleum vi­ o di pollo ; e se vuoi, metti questo tritume in for­
ride supra adjicies. ma, e foggiane un pesce : gettavi sopra olio verde.
Ali ter vice salsi — Cuminum, piper, liquamen Salum e fin to in a ltr o m odo — Trita cornino,
teres ; et passum raodice vel caro eni, et nuces tri­ pepe, savore; meschiavi poco passo o sapa (7 ), e
ta* plurimas misces, et simul conteres, et salsa noci peste in gran quantità ; poi trita nuovamente
redde. Liquamen fundes, oleum modice super- insieme, ed insala. Bagna con savore, stillavi so­
stillabis, et inferes. pra un po’ d’ olio, e dà in tavola.
Aliter salsum in salso — Cuminum tantum Salsa p e r sa lu m i — Trita nn pizzico di co­
quan^m quinque digitis tollis, piperis ad dimi- rnino, pepe la metà, e uno spicchio d’ aglio ri­
dium ejus, et nnam spicam allii purgatam teres; mondato ; bagna cou savore ; stillavi sopra nn po’
liquamen superfundes ; oleum modice superstil- d’ olio. Questa salsa è ottima per confortare lo
labis. Hoc aegrum stomachum valde reficiL et di- stomaco, e giova alla digestione (8 ).
gestionem facit.
---- & — — ^ —

(i) Secondo l’ Aldrorandi, il Stlurus è V A cipen- Torino; e par mi giustissimo. L ’ Humelberg sostituì
ser Sfurio di Linneo. Altri son d’ altro arriso. in salso. Confrontisi il titolo del n. 1», 1. I V , c. a,
(a) M ullus Surm uletus Linn. Il titolo di questo e quello del capitoletto che Tien qui presso, cioè A li-
capo non pare a proposito ; poiché della triglia non te r vice satsi.
parlasi che sa ’l principio. Nelle recchie edizioni dal (5) Comunemente a u t liquam en a u t salem.
capo X sino al fine del libro è un capo solo. (6) Comunemente addes oleum , je c u r leporis etc.
(3) Il Lister distingue cosi : . . . , trito commisces come il fegato di lepre 0 d’ altro sia nuora cosa da
echino , oleo e t sic perfundes. Ma tali trasposizioni aggiungere, dirersa dal primo fegato cotto e tritato.
sono dure per sè, e contrarie all’ uso d’ Apicio. L ’ Hu- (7) Forse et passi m odicum vel caroenì. Tuttaria
melberg s’ era tratto d’ impaccio omettendo ogni segno la forma salis modice, olei modice ec. in Apicio non
di distinzione. Mi parre anchè necessario 1’ aggiungere è rara.
al fine di questo capitoletto le parole piscem fr i c t u m {8) Probabilmente ad digestionem , 0 digestioni ,
vel assatum , che l’ Hnmelbergio e il Lister traspor> Ja cit. Anche nel titolo di questo capitoletto crederei
«ano nel principio del seguente. che s’ avesse a leggere sine salso , anziché in salso.
($) Sine salso hanno qui i codici, il LancUotto, il
CAPUT XIV. CAPO XIV.
E m b i a c t d i b a i a n u m . ' I n t in g o l o b a ia n o ( i ).

Enibractum baianum » Oslrcas minulas, Intingolo baiano — Metti in pentola ostriche,


sphondylos, urticas in cacabum mittes ; nucleo* spondili (a), ortiche di mare, sminuzzati ; pinoc­
tosto* conciso*, rulam, apium, piper, coriandrnin, chi abbrostiti, ruta, sedano, pepe, coriandro, co­
cuminura ; passura, liquamen, caroenum, cleum. rnino tritati ; passo, sarorc, sapa ed olio.

(i) Ad em bructum THumelbergio sostituì emphra- famosi Tirai, dorè impinguaransi, a Baia nel lago L u ­
ctu m . Veggasi la nota a a faccia 181. Questo intin­ crino. Forse era anche usitato ivi a Baia.
golo è detto baiano , siccome fatto di ostriche, pei (a) Spondilo* Gaedaroptu Linn.
APICH COELII
LIBER X.

QUI HALIEUS (I) APPELLATUR


— —

CAPUT I. C A P O I.
I r p is c ib u s d iv b b s i s e t v a b i i s . P er m o l t e b d iv e r s e s o r t a d i p e s c i.

Jas diabotanon in pisce friso— Piscem quem- Salsa ef erbe per pesce fr itto (a) — Qualun­
Hbet uiras, salias, friges. Teres piper, curainum, que sia il pesce, lo apparecchi, il sali, lo friggi.
coriandri semen, laseris radicem, origanum, ru- Triterai pepe, cornino, semi di coriandro, radice
lam ; fricabis, suffundes acetam ; adjicies carjro- di laser, maggiorana e ruta; stropiccierai, bagne­
tam, mel, defrutum, oleum ; liquamine tempe- rai con aceto ; aggiungerai cariote, mele, sapa (3)
rabis, refundes in cacabum, facias ut ferveat; ed olio ; tempererai con savore, poi verserai in
cura ferbuerit, piscem frictum perfundes, piper pignatto e farai bollire. Quando abbia bollito, ne
asperges, et inferes. accompagnerai il pesce fritto, vi spargerai pepe,
e darai in tavola.
Jus in pisce elixo— Piper, ligusticuro, cumi- Salsa p er pesce allesso — Pepe, ligustico, co­
nurn, cepullara, origanum, nucleos, caryolam, mel, rnino, cipolla, maggiorana, pinocchi, cariote, mele,
acetum, Hquamen, sinapi, oleum modice ; jus ca­ aceto, savore, senapa, olio discretamente. Se vuoi
ndirai si velis, uvam passam. questa salsa calda, aggiungi uva passa. (4)
Àliter in pisce eliso — Teres piper, ligusli- A ltr a salsa p er pesce allesso — Triterai
cum, coriandrum viride, salurejam, cepam, ovo- pepe, ligustico, coriandro verde, peverella, cipolla,
rnm vitella coda, passum, acetum, oleum et li- torli d’ nova cotte, passo, aceto, olio e savore.
quamen.

( i ) Halieus, aktuiiy rade pescatore: la ragione di (4) Comunemente ju s calidum si unisce alle pre­
questo titolo è piana. cedenti come nna nuova roba da tritare. Confrontisi il
( a ) D iabotanon pare aggettivo con uscita greca, n. % del c. a, 1. I X , dove pure soggiungesi : S i cali­
form ato da //ei fieretvùvy cioè p er mezzo di erbe. dum volueris , uvam passam addes. Il Torino sosti­
( 3) E qui e molte altre volte, in luogo di d^fru- tuì ju s candidum .
t u m introdotto dal Torino e dall’ Hamelberg, legge-
vasi d efrictum . Forse non doveva esser toccato, sic­
com e ho già detto altrove.
Jus in pisce elixo — Pisccm curabis diligen- Condim ento p e r pesce stufato — Pulisci di­
ter. Mittes in mortariam salerà, coriandri semen; ligentemente il pesce. Butta in mortaio sale e semi
conteres bene, volves euro, adjioies in patinano, di coriandro; pestali bene, e rinvoltavi il pesce ;
cooperies, gypsabis, coques in fumo ; cura coctus poi mettilo in tegame sotto coperchio bene inges­
fuerit, tollcs, aceto acerrimo asperges et inferes. sato, e cuocilo in forno. Quando c cotto, il levi,
10 spruzzi con aceto fortissimo, e lo mandi in
tavola.
Aliter jus in pisce eliso — Cum cnraveris pi- A ltr o condim ento p e r pesce allesso —Pulito
scem, adjicies in sarlaginem coriandri semen, 11 pesce, mettilo in padella con semi di coriandro,
aquam, anethum viride et ipsura piscem. Cum aneto verde ed acqua. Gotto che sia, spruzzalo di
coctus fuerit, asperges aceto et inferes. aceto, e servi.
Jus alexandrinum in pisce asso — Piper, ce- Salsa alessandrin a p e r pesce a rro sto — Pe­
pam siccam, ligusticuro, cuniinum, origanum, apii pe, cipolla secca, ligustico, cornino, maggiorana,
semen, pruna damascena enucleata. Mitlisacelum, semi di sedano, susine secche disossate. Mettivi
liquamen, defrutum, oleum, et coques. aceto, savore, sapa, olio ; e cuoci.
Aliter jus alexandrinum in pisce asso— Piper, A ltr a salsa a lessan drin a p e r pesce arrosto
ligusticnm, coriandrum viride, uvam passam enu­ — Pepe, ligustico, coriandro verde, passola snoc­
clea tana, vimini, passum, liquamen, oleum; e t ciolata, vino, passo, savore ed olio. Cuoci.
coques.
Aliter jus alexandrinum in pisce asso— Piper, A ltr a salsa alessan drin a p e r pesce a rro sto
liguslicum, coriandrum viride, cepam, damascena — Pepe, ligustico, coriandro verde, cipolla, su­
enucleala, passum, liquamen, oleum, acetum ; e t sine secche disossate, passo, savore, olio ed aceto.
coques. Cuoci.

--- — ---- -

CAPUT .II. C A P O II.


In COSGBO. GBORGO (l).

Jus in congro asso — Piper, ligusticuro, cu­ Salsa p e r grongo a rro sto — Pepe, ligustico,
niinum friclum, origanum, cepam siccam, ovorum cornino fritto, maggiorana, cipolla secca, tuorla
vitella cocta, vinum, mulsuro, acetum, liquamen, d’ uova cotte, vino, vin melato, aceto, savore e
defrutum ; et coques. sapa. Cuoci.

-------- ---- «*.-----

CAPUT III. ca po n i.
IlV C O B N C T A . B azza cobhuta (2).

Jus in cornutam — Piper, ligusticuro, origa- S alsa p e r ra zza cornu la — Pepe, ligustico,
nuro, cepam, uvam passam enucleatam, vinum, maggiorana, cipolla, passola purgata da’ vinac­
me), acetum, liquamen, oleum ; et coques. ciuoli, vino, mele, aceto, savore ed olio. Cuoci.

---❖ ---

(1) Muraena Conger Limi. (*) B a ti* Idnn. * * cornai cI^ ,e attribuisce
P lin io X X X I I, 11 e I X , »6, s o n o a c u l e i , e n o n a l t r o .
CAPUT IV. CAPO IV.
In m ullo. T r ig l ia .

Jus in mullos atsos — Piper, ligusticum, ru­ S alsa p e r trig lie a rro sto , — Pepe, ligustico,
ta m, nucleos, me), acetum, vimini, liquamen, ruta, pinocchi, mele, aceto, vino, savore, e un
oleum modice. Calefacies, et periundes. po’ d’ olio. Scalda, e versa su la triglia.
Aliter jus in mullos assos — Rutam, mentham, A ltr a salsa p e r trig lie a rro sto — Ruta,
cor iand runa, foeniculum (omnia viridia), piper, menta, coriandro, finocchio ( tutto ciò verde ),
ligusticum, mel, liquamen, et oleum modice. pepe, ligustico, mele, savore, ed olio discreta­
mente.

— ❖ —

CAPUT V. CAPO V.
In p e l a m id e . P a l a m it a .

Jus in pelamide assa —* Piper, ligusticum, ori- Salsa p e r p a la m ita a rro sto — Pepe, ligu­
ganum, corìandrura viride, cepam, uvam passara stico, maggiorana, coriandro verde, cipolla, uva
enucleatam, passuro, acetum, liquamen, defru- passa snocciolata, passo, aceto, savore, sapa ed
lum, oleum ; et coques. Hoc jus convenit eliam olio. Cuoci. Sta bene anche per palamita allesso.
in elixa. Si vis, et mel addes. Se vuoi, aggiungi anche mele.

--- * --- ----«Q.----

CAPUT VI. CAPO VI.


In perca. P er sic o ( i ).

Jus in percam — Piper, ligusticum, cuminura Salsa pel persico — Pepe, ligustico, cornino
frictum, cepam, pruna damascena enucleata, vi- fritto, cipolla, susine secche disossate, vino, vin
num, mulsura, acetum, oleum, defrutum ; et melato, aceto, olio e sapa. Cuoci.
coques.

---- -------

CAPUT VII. C A P O Yt t
In bcbeluonb. F r a g o l in o ( 2).

Jus in pisce rubellione — Piper, ligusticum, Salsa p e r fr a g o lin i — Pepe, ligustico, carvi,
careum, serpilluro, apii semen, cepam siccam, vi- serpillo (3), semi di sedano, cipolla secca, vino,
num, passum, acetum, liquamen, oleum. Amylo passo, aceto, savore ed olio. Addensa con amido.
obli gas.

---- *3*-----

(i) Perca flu viatili* Lino. Ausonio lo dice delizia <») S parut erjth rin u s Lino.
delle m ense , non inferiore alle triglie . (M ot. 1 15). ( 3) T h y m u t Serpillum Lino.
CAPUT vm. c a po v ra .
IN MURARNE. * M o r e n a ( 1).

Jus in moraena assa — Piper, ligusticum, *a- S alsa p e r m orena a rro sto — Trita pepe, li­
turejam, crocomagma, cepam, pruna damascena gustico, peverella, feccia di croco (a), cipolla, su­
enucleata, vinum, ronlsum, acetum, liquamen, de­ sine secche disossate, vino, via melato, aceto, sa­
frutum, oleum ; et coques. vore, sapa, olio ; e cuoci.
Ali ter jus in muraena assa — Piper, ligusti- A ltr a sa lsa p e r m orena a rro sto — Pepe, li­
cum, pruna damascena, vinum, mnlsum, acetum, gustico, prugne secche, vino, vin melato, aceto,
liquamen, defrutum, oleum ; et coques. savore, sapa ed olio. Cuoci.
Aliter jus in muraena assa — Piper, ligusti- A ltr a sa lsa p e r m orena a rro sto — Pepe,
cura, nepetam montanara, coriandri semen, ce- ligustico, nepitella montana (3), semi di corian­
paro, nucleos pineos, inel, acetum, liquamen, dolo, cipolla, pinocchi, mele, aceto, savore ed olio.
oleum ; et coques. Cuoci.
Aliter jus in muraena elixa — Piper, ligusti­ Salsa p e r m orena allesso — Pepe, ligustico,
cum, anethum, apii semen, rhun syriacura, ca- aneto, semi di sedano, sommacco (4), cariote,
ryotara, mel, acetum, liquamen, oleum, sinape, mele, aceto, savore, olio, senape e sapa.
defrutum.
Aliter jus in muraena elixa — Piper, ligusti- A ltr a sa lsa p e r m orena allesso — Pepe, li­
cum, careum, apii semen, coriandrnm, roentham gustico, carvi, semi di sedano, coriandro, menta
aridam, nucleos pineos, rutam, mel, acetum, vi- secca, pinocchi, ruta, mele, aceto, vino, savore,
num, liquamen, oleum modice. Calefacies, et amylo olio in discreta quantità. Scalda, poi stringi con
obli gas. amido.
Jus in muraena elixa — Piper, ligusticum, ca­ S alsa p e r m orena allesso — Pepe, ligustico,
reum, cuminum, nucleos, caryolam, sinape, mel, carvi, cornino, pinocchi, cariote, senapa, mele,
acetum, liquamen, oleum, defrutum. aceto, savore, olio e sapa.
Jus in pisce elixo — Piper, ligusticum, petro- Salsa p e r lo stesso pesce allesso — Trita
sclinum, origanum, cepam aridam, mel, acetum, pepe, ligustico, prezzemolo, maggiorana, cipolla
liquamen, vinum, oleum modice. Cum bullierit, secca, mele, aceto, savore, vino e un po’ d’ olio.
amylo obligas, et in lance inferes. Quando bolle, inamida, e servi in piatto.

CAPUT IX. CAPO IX.


In lacer to s. S g o m b e r i.

Jus in lacertos elixos—- Piper, ligusticum, cu­ . S alsa p e r isgom beri allesso — Pepe, ligu­
minum, rutam viridem, cepam, mel, acetum, li­ stico, cornino, ruta verde, cipolla, mele, aceto,
quamen, oleum modice. Cum bullierit, amylo savore e un po’ d’ olio. Quando bolle, inspessa
obligas. con amido.
Jus in pisce asso — Piper, ligusticum, thy- S alsa p e r isgom beri a rro sto — Pepe, ligu­
mum, coriandrum viride, mel, acetum, liquamen, stico, timo, coriandro verde, mele, aceto, savore,

(1) M uraena H elena Linn. (3) M elissa C alam intha Linn.


(a) Il cod. vatic. e il Torino hanno qui crocom a - (4) R hus coriaria Linn. Scribopio Largo e Celio
gm a ; le vecchie edizioni croco m agna , donde 1’ Hn- Aureliano ricordano anch’ essi P a so di condire col
melhergio formò crocum m agnum , mostrandosene sommacco le mòrenc e le anguille, perchè ne fosse
però dubbioso egli stesso. Crocomagma , per testimo­ temperata la troppa loro virtù lubricativa. Vedi i con­
nianza di Plinio X X I, 82, chiamavasi la feccia che dimenti per le anguille nel capo X I V di questo libro,
rimaneva del croco dopo averne tratto 1’ unguento, ed ove pure si prescrive il sommacco.
avea virtù di riscaldare più che il croco medesimo.
aa5 QUI HAL 1EUS A PPELLATU R i»6

vmum, oleum, ilefrutum. Calefaciei, et agitabis vino, olio, sapa. Scalda, e diguazza con un rami-
rutae surculo, et obligabis aroylo. cello di ruta, e fa rappigliare con amido.

----- «0»----- ' -----«*■ ----

CAPUT X. CAPO X.
1» THTNNO. T onno .

Jus in thynno — Pi per, cuminura, thymum, Salsa p e r tonno — Pcpe? cornino, timo, co-
coriandrum, cepam, uvam passani, acetum, mcl, riandro, cipolla, passola,accio, mele, vino, savore,
viiium, liquaraen, oleum. Calefacies, amylo obli- olio. Scalda ed inamida.
gabis.
Jus in Ibvnno clixo — Piper, ligusticurn, thy- Salsa p e r tonno allesso — Pepe, ligustico,
imim ; condimenta mortaria, cepam, caryolam, timo: condisci in mortaio (i) con cipolla, cariote,
mcl, acetum, liquamen et oleum et sinape. mele, aceto, savore, olio e senape.

CAPUT XI. CAPO XI.


I n DENTICE. D e n t ic e .

Jus in dentice asso — Piper, ligusticurn, co­ S alsa p e r den tice a rro sto — Pepe, ligustico,
riandrum, mentham, rutam aridam, raalum cy- coriandro, menta, ruta secca, cotogne colle, mele,
douium coclum, mel, vinum, liquamen, oleum. vino, savore ed olio. Scalda ed inamida.
Calefacies, amylo obligabis.
In dentice eliso — Piper, anethura, cu mimmi, P e r dentice allesso — Pepe, anelo, cornino,
thymum, mentham, rutam viridem, mcl, acetum, timo, menta, ruta verde, mele, aceto, savore, vino,
liquamen, vinuro, oleum modice. Calefacies, et olio misuratamente. Scalda, e addensa con amido.
amylo obligabis.

-----«0»----- ----- 4 »-----

CAPUT XII. CAPO XII.


In aurata . O rata .

Jus in pisce aurata — Piper, ligusticurn, ca- Salsa p e r o ra te — Pepe, ligustico, carvi, mag­
reum, origanum, rutae baccani, mentham, myrtae giorana, coccole di ruta, menta, bacche di mirto,
baccani, ovi vitcllum, mel, acetum, oleum, vinum, rosso d'uovo, mele, aceto, olio, vino, savore.
liquamen. Calefacies, et sic uteris. Scalda, e te ne servi così.
Jus in pisce aurata assa — Piper, coriandrum, S alsa p e r o ra te a rro sto — Pepe, coriandro,
mentham aridam, apii semen, cepam, uvam pas­ menta secca, semi di sedano, cipolla, passola,
sato, mel, acetum, vinum, liquamen et oleum. mele, aceto, vino, savore ed olio.

— «a»—

(i) Leggo anche qui col Torino condimenta mor- descritti nel c. 35 del 1. 1, che s'intitola appunto mo­
taria, non moretaria, siccome ho fatto al c. 4 del retaria, Ma cinque di quei condimenti sono già in­
1. V I *, ed intendo che si fatti condimenti siano quei trodotti nominatamente in questa salsa ; nè è da cre­
medesimi che son poi nominati ; sicché delibasi prima dere che si lasci alla volontà del cuoco raggiungere
tritare insieme il pepe, il levistico e il timo*, poi ag- quali voglia degli altri, perchè questa salsa andrebbe
giungerò Caaueri, c tvrupuivurc^uuaimcoK »wuiwuuv...
cipoua « datteri, e stronicciaret finalmente
fMiintrer* «-innila —*•>*vi.«UVu
a confondersi con alcune altre che non disferenxiansi
bagnare con mele, aceto, ec. Altrimenti per condimen - da questa elle per qualche ingrediente.
tu m o retaria1converrebbe intender quelli che son
C e l io A p ig io 1^
CAPUT XHI. c a po x rn .
I lf SCORPIONE. S corpione.

Jus in scorpione elixo — Piper, careum, pe- Salsa p e r scorpione allesso — Pepe, carvi,
troselinum, caryotam, mel, acetum, liquamen, si- prezzemolo, cariote, mele, aceto, savore, senapa,
nape, oleum, defratum. olio e sapa.
In pisce oenogarum — Teres piper, rutara ; S alsa con savore e vino p e r lo stesso pesce
mel commisces, paasura, liquamen, caroenum ; et — Trita pepe, e ruta ; meschiavi mele, passo, sa­
igni mollissimo calefacies. vore e sapa ; scalda a fuoco gentile.
In pisce oenogarum — Ut supra facies : cum A ltr a sa lsa p e r lo stesso pesce — Fa come
bullierit, amylo obligabis. sopra ; e, quando bolle, incorpora con amido.

-----<•----- ---- .> ----

CAPUT XIV. CAPO XIV.


In a n g u il l a . A n g u i l l a ( i ).

Jus in anguilla — Piper, liguslicum, apii se- Condim ento p e r anguille — Pepe, ligustico,
men, anelhum, rhun syriacum, caryotam, mel, semi di sedano, anelo, sommacco, cariote, mele,
acetum, liquamen, oleum, sinape et defrutum. aceto, savore, olio, senape e sapa.
Jus in anguillam — Piper, ligusticum, rhun S alsa p e r anguille — Pepe, ligustico, som-
syriacum, mentham siccam, rutae baccas, ovorum macco, menta secca, coccole di ruta, torli d’ uova
vitella cocta, mulsum, acetum, liquamen, oleum. cotte, vino melato, aceto, savore ed olio. Cuoci.
Coques.

(1) M uraena A n g u illa Linn.


DELLE EDIZIONI
DEGL’ ILLUSTRATORI E DELLE VERSIONI
DI CELIO APICIO

-----------t f f © ’***-----------

I l testo di Celio Apicio fu primamente scoperto, insieme con gli scolii di Porfirione
ad Orazio, da Enoc d’Àscoli nell’isola di Megalona presso a Montpellier, sotto il
pontificato di Nicolò V. Ma da quel tempo corse poi mezzo secolo prima che fosse
pubblicato per via di stampa. La prima edizione fu fatta nell’anno
1498 in Milano da Biagio Lancilotlo (o Lanciloto, come vi è scritto), coi tipi
di Guglielmo Le Signerre, in formato di quarto. Di questa edizione v’hanno due for­
me, la cui differenza sta però solo nei due primi fogli. In una il titolo è Jppicius
C ulinarius; nell’altra Àpicius in re quoquinaria j quella è corredata da una lettera,
con cui il Lancilotto la dedica a Bartolomeo Merula; l’altra in vece è da lui medesimo
offerta a Giovanni Mollo segretario ducale, ed ha soggiunti alla lettera alcuni versi
d’Antonio Motta e di Bernardino Mollo. Da qual testo a penna traesse il Lancilotto
questa edizione, non credo che si conosca; essa discorda nella lezione del codice vati­
cano, di cui toccheremo fra poco, quanto basta per mostrare che usci da altra fonte ;
e nello stesso tempo concorda con esso quanto è sufficiente a dare argomento della
bontà d’ambedue i testi, e ad assicurare per molte parti la lezione. Anche in Venezia
nella libreria del Canonici esisteva un codice membranaceo d’Apicio, il quale, per
testimonianza del Morelli, conveniva in tutto con la lezione data dal Lancilotto: era
però scritto nel secolo XV. Probabilmente conserverassi ora in Oxford insieme con
le altre ricchezze di quella libreria. Due ristampe dell’edizione milanese d*Apicio
furono fatte di la a non molto in Venezia. La prima usci nel
4500, o in quel torno, per cura di Bernardino (de Vitali ) Venetoy in 4.° senza
indizio d’anno. Vi compariscono unite con Apicio le due operette di Svetonio sui cele­
bri grammatici, e sugrillustri retori. Il Bernhold giudicò questa l’edizione originale
d'Apicio: ma, per avviso del Panzer, dello Schweiger, del Brunet, ec. essa non dee
* riferirsi che al 4500, o in quel torno. E qui dobbiamo notare un altro errore, in cui
cadde il Bernhold nel registrare le varie edizioni d’Apicio. Ricordò egli e minuta­
mente descrisse un’altra edizione milanese, cui riportò all’anno 4490. Questa edizione
in tutto non esiste, come mostrò diligentemente G. Gottlob Lunze (Decada Moniment.
typograph., Lipsiae 4799, 8 .° p. 27), e fu giudicato dal Panzer e da tutti i moderni
scrittori di bibliografiche cose. Quindi è che le varie lezioni registrate dal Bernhold
siccome tratte da questa edizione, appartengono in vece all’edizione milanese del 4498,
a cui conviene eziandio la descrizione da lui offertaci di quel libro. L ’errore fu, per
quanto pare, del Goezio che fece que’riscontri e li donò al Bernhold; nè è gran
maraviglia che quegli, atteso a collazionare accuratamente il testo, siasi poi fidato
d’una sola occhiata quanto alla data; ed abbia riferito, come numero de’giorni, al
mese ciò ch’era da aggiungere al numero degli anni, ma n’era disgiunto nella stampa
da insolito intervallo.
4503’— Apicii Caelii de re coquinaria libri X — Venetiis per Joannem de
Cereto de TridittOj 4503, in 4.° E' questa la seconda ristampa di Apicio, secondo
il testo lancilottiano. Non è però una semplice ripetizione dell’edizione originale mila­
nese: fu diretta anche questa dal Lancilotto medesimo, il qual forse la collazionò
nuovamente col testo a penna, e tolse alcuni errori, e riempì qualche vano. Anche
in questa manca sovente l’interpunzione.
J 4544 — Caelii A pitiij stimmi adulatricis medicinae artificio> de re culinaria
libri Xrecens e tenebris eruti et a mendis vindicati typisque stimma diligentia excusi
(cura Albani Torini) — Basileae 4544, 4.° min. Ad Apicio s’aggiunge in questa edi­
zione il trattato di Giovanni Damasceno su i condimenti, e quello di Paolo Egineta
su le virtù de9cibij tradotti dallo stesso Torino, e l’opera del cremonese P. Platina,
De tuenda valetudine3 natura rertim et popinae scienlia. In questa edizione il testo
fu sformato a segno che in vano vi si cerca Apicio. Narra il Torino nella prefazione
che dodici anni prima, essendo egli nell’isola di Megalona presso a Montpellier, gli
era venuto a mano un antico testo a penna di Apicio, ma guasto in modo che ogni
parola era mostruosamente sfigurata ne’suoi lineamenti; sicché quanto fu grande in
lui a primo tratto il piacere della scoperta, altrettanto fu poi il dolore e lo sconforto
vedendone disperata la lettura. Venuto intanto a sapere che da cinquant anni innanzi
s’era pubblicata la stessa opera in Venezia, ne cercò un esemplare; ma trovatolo, lo
vidi, scrive egli, più guasto ancora nella lezione che il codice mogalonese, tanto che
può affermarsi che nè l’uno nè l’altro dei due che hanno trascritti quei testi ne inte­
sero sillaba. Io per me, conchiude, avrei deposto il pensiero di ristampare Apicio: ma
ha dovuto cedere agli stimoli.de’curiosi; sicché l’ho emendato (e potea dire quasi rifat­
to) alla meglio ed in fretta, spesso senza l*appoggio d'alcun testo.
4544 — Coelii Apicii, eie. Lugduni apud Sebaslianum G ryphium, 4544, 8.®
E ' semplice ripetizione delledizione precedente di Basilea secondo la correzione del
Torino.
4542 — Apicii Coelii de opsoniis et condimentis* sive arte coquinaria, libri X.
Item Gabrieli$ Humelbergii medici physici Isnetuis in Apicii Coelii libros X anno-
tationes — Tiguri in officina Froschoviana, 4542, 4.° min. E ' questa l’edizione
originale dell’Humelbergio, il cui testo fu poi costantemente conservato in tutte le
edizioni seguenti insino ad ora. « Essendo, dic'egli nella prefazione, ì libri d'Apicio
corrottissimi di sorte che non v’è faccia nè verso che non sia guasto mostruosamente,
da non potersene cavare alcun senso, ho posto mano ad emendarli : veggo però re­
stare ancor molto all*ingegno e alla diligenza altrui. Il Barthio (Advers., p. 45J6),
che non sapea forse quant’oltre fosse andata l'audacia del Torino nel mutare la lezione
de'codici, biasimò l'Humelbergio d’ essersene troppo allontanato; il lodò tuttavia per
alcune felici congetture. E questa lode e quel biasimo sono in parte giusti, non in
quanto lasciò la scorta del Torino, che non doveva seguirsi, ma in quanto si dilungò
anch'egli più volte da'codici e dalle vecchie edizioni senza alcuna necessità nè conve­
nienza, molto però emendando con sano giudizio. Sarebbe stato bene eh’ egli avesse
indicato gli aiuti, di cui giovossi nel suo lavoro, perchè delle mutazioni da lui intro­
dotte si potesse almeno sapere quali partivano dall'autorità de'codici e quali dalle sue
congetture. Ma egli non nominò mai alcun testo nè a penna nè a stampa, e contentossi
di notare qua e là, che, secondo un antico testo o manoscritto o stampato, si dovea
emendare od aggiungere cosi e cosi; e ne'luoghi più guasti, confondendo l'autorità
sua con la fede dei testi, dichiarò solo che parte per fede d'antichi esemplari e parte
per giusta congettura si dovea leggere secondo ch'ei proponeva. Delle edizioni prece­
denti, non so se vedesse quella del Torino ; ma vide certamente la milanese, di cui
riempie i vóti, e la veneta, con cui li riempie. Parla eziandio qualche volta di testi
a penna, ma non dice quali. Nè Tessersi adoperato per emendare il testo è il solo ser­
vigio che THumelberg abbia renduto ad Apicio; poiché v’aggiunse copiose note, nelle
quali però si manifesta medico, siccome egli era, più che filologo. »
4705 — Apicii Coeliij eie. libri X ctim annotationibus M artini Lister e medicis
domesticis Ser. Maj. Reginae Annaey et notis selectioribus variisque lectionibus inte-
gris Humelbergii, etc. — Londini Bowyer 4705, 8.° Di questa edizione non furono
tratti che cento e venti esemplari ad uso della reale famiglia, sicché fu sempre raris­
sima. Dichiara il Lister d' aver conservato il testo dato dalTHumelberg; ed effettiva­
mente le differenze sono lievissime, in gran parte errori tipografici, non emendazioni
introdotte. Confessa egli, lontano da ogni iattanza, di non aver veduto alcun testo a
penna di Apicio, nè alcuna antica edizione, neppur la veneta del 4503, ch'ei falsamente
credette la principe. Ciò non ostante corresse per congettura nelle note qualche
errore, in cui era scorso THumelberg, e all'erudizione medica aggiunse qualche
osservazione filologica intorno al senso, comechè rarissima.
4709 — A picii Coelii, etc. libri X a m annoi. M artini Lister . . . . et notis sele-
ctior. variisque lect. inlegris Humelbergiiy B arlhiij Reine$iiy A . van der Linden et
aliommy ut et variarum lect. libello — Amstelodami ap. Janssonio — ìVaesber-
gios 4709, 8.° — La grande rarità della precedente edizione del Lister, indusse il
Janssen a questa ristampa che dedicò allo stesso Lister, e corredò di molte aggiunte,
per modo che andò a far parte della collana de*Classici cum notti variorum, ed è tut-
tavia la più ricca edizione d’Apicio. In fatti vi fu proseguito lo spoglio degli autori
che qua e là nelle loro opere aveano corretto o spiegato qualche luogo d’Apicio; fu
arricchito 1’indice, e, ciò che più importa, vi si aggiunse il riscontro del testo con un
vecchio codice che fu un tempo dei duchi d’Urbino e passò poi nella biblioteca vati­
cana, scritto in caratteri somigliantissimi a quelli del codice fiorentino delle Pandette.
Il celebre Giovanni Alberto Fabbrizio aveva fatto sapere (e il pubblicò in una nota
alla sua Biblioteca Latina) ch’ei possedeva un esemplare dell’ edizione lionese d’Api­
cio, donatogli da Enrico Volcmaro Scherzer, in cui erano notate le varie lezioni del
detto codice vaticano; e dichiara vasi pronto a farne parte a chi avesse voluto intra­
prendere un’edizion nuova del latino scrittore. Ondechè rivoltosi a lui Teodoro Jansson
potè arricchire di questo importante ornamento la propria edizione. Cotesto codice
vaticano concorda, come ho già notato, in gran parte col testo del Lancilotto; e, dove
discorda, il più delle volte migliora: sicché meriterebbe che se ne facesse più conto
di quello che se n’è fatto sin ora. Peccato che anche questo sia mal concio e guasto!
4787 — Marcobreitae (Markbreit) ed. Joa. Mich. Bem hold. typ. J. F a i Kuen-
lein, 8.° min. — E ' un eccellente compendio, non senza qualche miglioramento, della
edizione olandese. Fu collazionato il testo con l’edizione originale dell’Humelberg, e
tolti cosi alcuni errori e riempite alcune mancanze della olandese; le varie lezioni
del codice vaticano vi si diedero riscontrate di nuovo da Andrea Goezio di Norim­
berga; a queste s'aggiunse il confronto con l’ edizione principe* e tutte le mutazioni
introdotte daH’Humelbergio e dal Lister ridotte in due tavole; fu premesso un elenco
delie edizioni d’Apicio; e fu nuovamente arricchito l’indice delle cose e dei vocaboli
d’Apicio, raccogliendovi tutto ciò che, di buono ed utile per l’intelligenza del testo,
trovatasi sparso qua e là per le note: la vana erudizione medico, di cui riboccavano
le note deH'Humelbergio e del Lister, fu levata affatto. Il merito principale di questa
edizione, confessa il Bernhold che è dovuto al Goezio, il quale partecipò a lui tutto
ciò che avea preparato per una nuova edizione d’Apicio.
4791 — B arulhi et Lubecae 4794, 8°. E ' una ripetizione della precedente.
4800 — Ansbachii ed. Haueisen 4800, 8.° E ' nuova ripetizione dell* edizione
di Markbreit.
Oltre agl’interpreti d’ Apicio che furono raccolti dal Lister e dal Jansson,è da
ricordare un’ operetta stampata nel 4534 dall’Egenolfo in Francoforte col titolo di
Schoìia Àpiciana Poìyonymi Syngrapheij e un certo libretto di cucina, stampato
auch’ esso in Francoforte dal medesimo Egenolfo nel 4534, col titolo: Fon Speisen.
Natilrlichen und Kreiterwein aller Ferstandt. Uber den Z usati viler bewerter
Kiinst, insonders fleissig gebessert und corrigirt am Àpitio* Platina* Patrone*
Bapt. Fiera cet. Nulla di meno ciò che può trarsene a illustrazione d*Apicio é pochis­
simo. Assai più importante è la Flora Àpiciana di J. H. Dierbach (Heidelberg 4834,
8 .° g r.9 in cui si offrono aiuti per meglio conoscere i cibi usati dagli antichi Romani*
con ispeciale considerazione dei libri di Celio Apicio.
Quanto poi a versioni di questo autore, non se ne ricordano che due in lingua
italiana. Una, secondo scrive il Mafie! (Osservai. Leller. , T. II, p . 454 ), fu stampata
in Firenze; « ed altra, aggiunge egli, assai più antica di quella se n’ebbe già; »
con le quali parole crede il Paltoni che fi Mafie! abbia voluto accennare a quella
vecchia traduzione d’Apicio che l’Arisi nella Cremona Litterata f J . I,p . 348), e su
la fede di lui il Maittaire negli Annali Tipografici ( I . II, P. I, p. 286), dicono
stampata, insieme col Platina, in Venezia da Giovanni Torino da Trivio nel 4546,
in 4.° Ma n i dell’ una nè dell’altra versione l’Argelati e il Paitoni hanno potuto
raccogliere altre notizie più accertate di queste.

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