Rinascimento italiano
Il Rinascimento italiano quella civilt[1] culturale ed artistica, nata a Firenze e diffusasi poi in tutta Europa dalla
met del XIV secolo a tutto il XVI secolo, che ebbe come obiettivo primario il recupero e la rivalutazione della
classicit antica come modello della naturalit dell'uomo e dei suoi valori terreni, mettendo in discussione la visione
religiosa che aveva influenzato la cultura di tutto il periodo medioevale. Secondo gli umanisti del periodo, le opere
classiche durante il medioevo avevano subito forti alterazioni interpretative, dalle quali dovevano essere liberate.
L'intellettuale del rinascimento non si limit, come nel precedente umanesimo, a uno studio teorico dell'opera
classica, ma volle invece trarne esempio per volgerlo alla sperimentazione pratica.
Il Rinascimento un momento di particolare fioritura delle arti e delle lettere, caratterizzate le prime dallo sviluppo
di alcune forme e tecniche come la prospettiva e la pittura a olio, e le seconde dalla filologia e dal culto per le
humanae litterae (da qui il termine umanesimo) liberate dalle incrostazioni delle divinae litterae medioevali.
L'epicentro dell'Umanesimo-Rinascimento Firenze, da dove arriver alla corte napoletana aragonese di Alfonso I, a
quella papale di Pio II, il papa umanista, e di Leone X, e a quella milanese di Ludovico il Moro.
Politicamente l'Umanesimo in Italia si accompagna alla trasformazione dei Comuni in Signorie. L'umanesimo infatti
l'espressione della borghesia che ha consolidato il suo patrimonio e aspira al potere politico.
Gli sviluppi dell'umanesimo rientrano nella formazione delle monarchie nazionali in Europa.
Rinascimento italiano
L'umanesimo ha alla base una nuova visione dell'uomo, non pi legato solo alla divinit ma come essere naturale,
che si muove liberamente nell'ambiente in cui vive e agisce. La natura, campo d'azione privilegiato dell'uomo, non
pi corrotta dal peccato: si pu quindi ben operare nel mondo e trasformarlo con la propria volont.
[Nel Rinascimento c'] una visione della natura assai lontana da quella del
neoplatonismo ficiano. La natura retta da un ordine meccanicistico e necessario:
un ordine istituito da Dio, ma fondato esclusivamente su cause naturali. La
conoscenza della natura pu ottenersi solo liberandosi dal principio d'autorit,
tanto laico quanto religioso, che, come dice Leonardo da Vinci, rende gli uomini
[4]
Lorenzo il Magnifico
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Questo non vuol dire semplicemente che la morte eguaglia tutti gli uomini senza tener conto della loro condizione
sociale, ma vuole far intendere soprattutto che la vita sullo stesso piano della morte.
La vita e la morte si danno la mano e insieme ballano perch tutto futile e senza senso come una danza dove si
procede senza una meta precisa, senza uno scopo se non quello di danzare. La vita come un ballo, una giravolta
vertiginosa che finisce quando la musica tace e si spengono le luci.
I moderni
Gli uomini del '400 sono coscienti di essere diversi da quelli del passato: essi sono i moderni rispetto agli uomini del
medioevo, gli antichi, da cui vogliono distaccarsi ma a cui in realt sono ancora legati.
in questo periodo che nasce la considerazione del Medioevo come di un'et oscurantista a cui i rinascimentali
oppongono la loro et moderna.
L'uomo del Medioevo sta con i piedi sulla terra ma guarda al cielo, c' una dimensione verticale dell'uomo,
nell'Umanesimo la dimensione diventa orizzontale.
C' in loro un senso della concretezza, dell'azione decisa, che del resto era presente anche in uomini del passato ma
non era mai stata teorizzata come lo sar adesso.
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La visione realistica della storia per esempio era gi presente come attestano le cronache del Villani che rappresenta
realisticamente le condizioni negative di Firenze, ma il tutto era inserito in una prospettiva teologica: per lo storico
medioevale i mali di Firenze sono da riportare ai peccati dei Fiorentini; ora invece la considerazione della storia per
alcuni tutta umana, la prospettiva teologica non ci sarebbe pi: per Machiavelli, storico moderno, infatti le cause
delle sciagure di Firenze non sono pi religiose ma esclusivamente politiche.
Nel Rinascimento ci fu una reviviscenza del sentimento religioso
medioevale con Gerolamo Savonarola, l'autore del famoso fal
delle vanit il 7 febbraio 1497 a Firenze. Egli fece proclamare
Ges Cristo re del popolo, organizzando la repubblica fiorentina
sul modello di quella veneziana con una pi ampia partecipazione
dei cittadini al governo politico. Istitu aiuti per i poveri e predic
un rigido moralismo:
Padri, togliete dai vostri figli tutti quei giubbetti. Io non ho mai trovato Evangelo che raccomandi le crocette d'oro e le
pietre preziose; bens ho trovato: Io ebbi sete e tu non mi desti da bere, ebbi fame e non mi desti da mangiare... Se volete
essere liberi, Fiorentini, amate Dio prima di tutti, amate il prossimo e amatevi l'un l'altro; amate il bene comune; e se avrete
questo amore e questa unione fra voi medesimi, avrete la vostra libert
(Savonarola, Prediche)
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tesa a mettere ordine l dov' il caos della politica italiana del '500.[10]
Non mai sazio di sapere e approfondire, gli sfugge la totale e perfetta sapienza che ormai non appartiene pi solo a
Dio ma pu essere anche dell'uomo:
et fu valentissimo in tirari et in edifizi d'acque, et altri ghiribizzi, n mai co l'animo suo si quietava, ma sempre con
l'ingegno fabricava cose nuove.[12]
Ma la perfezione irraggiungibile e la natura si ribella ai suoi tentativi. Vuole rendere eterno il suo affresco
celebrante la battaglia d'Anghiari, ma lo ha appena terminato e i nuovi colori sperimentati non si asciugano, il suo
lavoro gli si scioglie sotto gli occhi.
et oper di scultura, et in disegno pass di gran lunga tutti li altri. Hebbe
bellissime inventioni, ma non color molte cose, perch si dice mai a s
medesimo avere satisfatto...[13]
Impiega mesi per realizzare il Cenacolo, che ritocca e cura con maniacale
ossessione, ma quando finalmente compiuto appaiono le prime crepe
sull'affresco.
Porter sempre con s fino al suo ultimo viaggio in Francia alla corte del re, il
piccolo dipinto della Gioconda, che sino all'ultimo ritoccher: un'opera anche
questa mai compiuta, mai perfetta.
Leonardo disperde in mille rivoli il suo genio e progetta grandi opere per il
bene dell'umanit ma nello stesso tempo offre ai principi nuovi crudeli
meccanismi di guerra da lui progettati.
L'Uomo vitruviano di Leonardo da Vinci
dalla natura per suo miracolo esser produtto dire si puote: la quale non solo
della bellezza del corpo, che molto bene gli concedette, volse dotarlo, ma di
molte rare virt volse anchora farlo maestro.[14]
Il suo stesso corpo appare perfetto: si racconta della sua forza straordinaria ma Leonardo verr accusato di non essere
un uomo.
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L'Uomo vitruviano il simbolo di questa perfetta proporzione del corpo maschile ma rappresenta, a mio parere,
anche la solitudine dell'uomo nel cerchio del cosmo a cui aspira con tutto il suo corpo, quasi volendone toccarne gli
estremi infiniti confini. L'uomo naturalisticamente finito che aspira al possesso dell'infinito. L'uomo che vuole farsi
Dio. Questo il dramma di Leonardo.[15]
L'uomo microcosmo che si sovrappone al macrocosmo, il grande universo che agisce e influenza con i movimenti
celesti la vita degli stessi uomini, come insegna la scienza occulta dell'astrologia.[16]
Il saper medioevale se da una parte non era esente da errori e superstizioni[18] dall'altra era enciclopedico, armonioso,
coordinato e orientato verso Dio inteso come culmine della verit, quadro che tiene assieme i vari saperi. Ragione e
fede procedevano assieme.
Nel M.E. il papato e l'impero costituivano dei punti di riferimento ben saldi, e per alcuni, come per Dante, speranza
d'ordine e di legalit universale.
Dopo Occam filosofia e teologia divengono autonome e anzi si contrastano.
L'idea di costituire un impero universale cristiano abbandonata; salta il quadro di riferimento religioso, la cornice
che tiene assieme il mosaico del sapere e della vita. Si smarrisce il senso della stabilit culturale e politica.
Le scienze diventano autonome e specialistiche, si perfezionano ma non comunicano pi tra loro.
Il sapere e il gusto del bello appartiene ora a un'"lite" d'intellettuali che vivono alla corte del principe lontani da
ogni contatto con la plebe rozza e ignorante alla quale, sostiene Bruno, bisogna nascondere una verit che non potr
mai capire e che rischioso elargire.
Tutto si risolve nel singolo, nella individualit. Non a caso si diffonde nel Rinascimento la pedagogia di Comenio,
una nuova scienza che mira a dare al bambino uno sviluppo completo della sua personalit.
Ogni uomo del Rinascimento tender a fare della sua vita un capolavoro, un pezzo unico, dalle proporzioni
gigantesche come far Michelangelo nella scultura e pittura, Il Principe di Machiavelli nella politica, Leonardo con
il suo genio incompiuto.
Rinascimento italiano
Il Rinascimento italiano quindi una mescolanza di progresso culturale ed artistico, ma anche un'epoca di forti
contraddizioni. La nuova storia sempre legata al passato. Ogni rivoluzione il risultato di una lenta evoluzione che
porta con s le scorie di un tempo ormai trascorso da cui non ci si pu completamente liberare.
Note
[1] Cfr. Enciclopedia Treccani alla voce corrispondente (http:/ / www. treccani. it/ enciclopedia/ ricerca/ Rinascimento/ )
[2] Cfr. Jacob Burckhardt, La civilt del Rinascimento in Italia, Sansoni, 1958
[3] Cfr. Konrad Burdach, Riforma, Rinascimento, umanesimo, G.C. Sansoni, 1935
[4] AA.VV. I filosofi e le idee, ed. Bruno Mondadori, Milano, 2007, pag. 34
[5] Lorenzo de' Medici, Canti carnascialeschi, Canzona di Bacco
[6] Cfr. Alberto Tenenti, Il senso della morte e l'amore della vita nel Rinascimento: (Francia e Italia), ed. G. Einaudi, 1977
[7] Cfr. Pietro Vigo, Astorre Pellegrini, Le Danze macabre in Italia,Istituto italiano d'arti grafiche, 1901
[8] Ph. Aris, "L'uomo e la morte dal medioevo a oggi", tr. it. Bari 1980.
[9] Cfr. Jacob Burckhardt, Il ritratto nella pittura italiana del Rinascimento, Bulzoni ed., 1993
[10] Cfr. Garin Eugenio, "L'umanesimo italiano. Filosofia e vita civile nel Rinascimento", Bari 1993
[11] Dimitri Mereskovskij, Leonardo da Vinci. La vita del pi grande genio di tutti i tempi, Giunti Editore Firenze, 2005 p.34 e sgg
[12] Anonimo Gaddiano, 1542
[13] Op.cit. ibidem
[14] Op.cit. ibidem
[15] Cfr. Milena Magnano, Leonardo (collana I Geni dell'arte), Milano, Mondadori Arte, 2007
[16] Cfr. Annalisa Perissa Torrini (cur.), Leonardo. L'Uomo vitruviano fra arte e scienza, Marsilio, 2009
[17] AA.VV. Storia del pensiero filosofico, ed. SEI, Torino 1975, pag.13
[18] cfr. G. Reale / D. Antiseri, "Il pensiero occidentale dalle origini ad oggi" (vol. 1), pp. 270 - 273
Bibliografia
Voci correlate
Umanesimo
Rinascimento
Arte rinascimentale
Architettura rinascimentale
Filosofia rinascimentale
Musica rinascimentale
Teatro rinascimentale
Scultura rinascimentale
Firenze
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