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Inglese antico è il nome che si assegna alla lingua parlata nell’Inghilterra del periodo
anglosassone; spesso ci si riferisce all’inglese di tale periodo con il nome del periodo
stesso, cioè con anglosassone.
Nel V secolo, Angli, Sassoni e Juti, insediandosi sul territorio britannico,danno inizio
al periodo anglosassone della storia dell’Inghilterra. In questo periodo si affermano i
4 dialetti insulari delle popolazioni germaniche:
northumbrico: gli Angli a Nord del fiume Humber fino all’estuario del Forth,
tranne la zona costiera occidentale (Strathclyde), dove si continuò a parlare
celtico;
merciano: Angli che occupavano la parte centrale dell’Inghilterra tra Tamigi e
Humber, tranne il Galles (ai Celti); essendo dialetti anglici, northumbrico e
merciano sono, molto simili/affini;
sassone occidentale: tribù sassoni che occuparono il territorio a Sud del
Tamigi, tranne la Cornovaglia (ai Celti) e il Kent, nella parte sud-orientale
dell’isola;
kentico: gli Juti si insediarono in questa regione (il Kent) e sull’isola di Wight.
Fine XII-XVI secolo: inglese medio, il periodo in cui l’Inghilterra subisce l’influenza
della Francia e del mondo scandinavo.
ANNOTAZIONI STORICHE
Nel corso del VI secolo, gli Anglosassoni rafforzano la loro conquista suddividendo
l’isola britannica in sette regni, dando vita alla cosiddetta eptarchia: il regno del
Kent; i tre regni sassoni del Sussex, Essex e Wessex; e, a Nord del Tamigi, la Mercia,
l’Anglia orientale e la Northumbria.
Nello stesso periodo, nei territori rimasti celtici e soprattutto nella vicina Irlanda, si
consolida la tradizione cristiana e si diffonde una particolare spiritualità monastica
fondata su:
La conversione al Cristianesimo
Il monachesimo irlandese
Ardore missionario e ascetico: i monaci irlandesi già nella seconda metà del VI
secolo e, soprattutto, poi nel VII iniziarono la loro peregrinatio penitenziale verso
l’Inghilterra e il continente. I monaci irlandesi operarono fra i Picti e fra i
Northumbri, fra i Franchi e gli Alamanni, e nell’Italia settentrionale (dove Bobbio –
città in provincia di Piacenza in Emilia-Romagna – verrà fondata nel 612 da
Colombano).
Il monachesimo irlandese, inoltre, con l’opera missionaria di Columba (Columcille),
che nel 563/565 fonda il monastero di Iona in Scozia, e con quella di Aidan, monaco
di Iona che nel 635 fonda il monastero di Lindisfarne, aprì le porte alla
cristianizzazione della Northumbria anglosassone.
Nel secolo VII i monasteri di origine irlandese dimostrano una notevole vivacità
culturale nell’Inghilterra settentrionale (conservazione e approfondimento della
tradizione biblica e agiografica; insegnamento del latino; diffusione della scrittura
irlandese o insulare, tratta dalla semionciale latina e adattata alle caratteristiche
dell’anglosassone).
Il monachesimo benedettino
599: re Ethelbert del Kent, che aveva sposato una principessa cattolica di origine
francese, si converte al Cristianesimo ed autorizza il monaco Agostino, inviato da
Roma con 40 monaci missionari, a predicare presso il suo popolo.
VIII secolo
Alcuino, educato nel monastero di York (735), scrisse in latino opere in versi,
manuali grammaticali e filosofici di carattere didattico, che ebbero grande
diffusione nell’Alto Medioevo; nel 781 fu chiamato alla corte di Carlo Magno per
realizzare il suo vasto programma di riorganizzazione scolastica – rinascita
culturale in tute le regioni dell’impero franco.
Contatti culturali tra continente e mondo anglosassone: già nel corso di tutto
l’VIII secolo i missionari inglesi (Willibrord, Pirmino, Bonifacio) avevano raggiunto
i Paesi Bassi e la Germania (->conversione, riorganizzazione, fondazione di molti
monasteri).
Solo nel 1016 il Re danese Canuto (Knut) il Grande riunisce sotto la sua corona
l’Inghilterra, la Norvegia e la Danimarca, ma il suo regno finisce con la sua morte nel
1036 e l’Inghilterra torna ad una dinastia inglese.
Nel corso del IX secolo il baricentro della vita politica e culturale inglese si sposta
nel Sud, dove i re del Wessex riescono ad opporsi alle invasioni vichinghe.
Le iniziative di Re Alfredo
Nel portare avanti questo programma di traduzioni, Alfredo invitò tutti ad usare
l’inglese nella vita culturale e civile, una lingua che egli stesso e i suoi collaboratori
contribuirono a rivalutare creando, attraverso la traduzione anche di difficili opere
filosofiche, una prosa ricca e duttile, adatta all’uso letterario oltre che pratico.
La rinascita benedettina
Al periodo intorno all’anno 1000 risale la redazione dei quattro codici che
contengono i 2/3 della poesia anglosassone rimastici e la composizione dei carmi
eroico-encomiastici che traggono ispirazione da avvenimenti storici.
La Scuola di Winchester
Con l’omelia e con l’agiografia, grazie a Ælfric, la prosa inglese entra nell’uso
letterario sostituendo quella latina, raffinandosi e perfezionandosi fino a
raggiungere notevoli livelli di stile nella curata prosa ritmica di Ælfric.
LA LETTERATURA ANGLOSASSONE
Non vi è mai stata una frattura profonda tra mondo/cultura inglese e tradizione
latina (Beda, Alcuino). Si osserva, tuttavia, che l’inglese antico entra nell’uso scritto
piuttosto precocemente rispetto alle altre lingue germaniche antiche e con varie
modalità:
Con un alfabeto epigrafico di origine runica, modificato per la resa dei suoni
inglesi (VI-VII secolo);
Nell’VIII secolo anche la grafia latina di origine irlandese viene adattata
all’inglese e modificata per esprimere correttamente il sistema fonologico
anglosassone.
I più antichi documenti di poesia epica in inglese antico sono due brevi inni:
1. Il primo è un inno attribuito da Beda a Cædmon (VII-680) (uno dei primi poeti
inglesi e pastore presso il monastero di Whitby) e canta in nove versi la gloria
del Creatore, originariamente in dialetto northumbrico, come appare in 4 dei
17 manoscritti che lo tramandano; la versione più antica risale probabilmente
al 737 – non si sa se Cædmon fu il primo ad utilizzare concetti ed espressioni
volgari/profane per la poesia dedicata al Creatore, per esempio metod “fato,
destino, morte”, drihten “signore, regnante” [Beda narra di Cædmon].
2. Il secondo inno è il canto di morte dello stesso Beda, in cinque versi,
conservato in 29 manoscritti, molti dei quali in northumbrico.
Tra i primi documenti in inglese antico vi è anche l’iscrizione runica incisa sul
cofanetto Franks (scrigno in osso di balena del 700 circa ed ora conservato al British
Museum), le cui prime parole sono: fisc flodu ahof on fergen-berig “la marea
scaraventò il pesce sugli scogli”.
I quattro codici
Temi
Poemi cristiani del manoscritto “Junius XI” attribuiti a Cædmon (in base a quanto
riferito da Beda): la materia biblica veterotestamentaria entra a far parte della
poesia anglosassone e viene espressa con schemi narrativi e stilistici tipici della
poesia pagana germanica: Dio-re vittorioso; Mosè (in “Esodo”) come condottiero
germanico; espressioni poetiche legate all’epica germanica (“Genesi” e “Esodo” sono
datati all’inizio dell’VIII secolo).
Poesia di ispirazione laica. I componimenti dell’Exeter Book; Elegie tra cui L’errante,
Il navigante, Il lamento di Deor (o semplicemente Deor); affrontano i motivi della
lontananza e della nostalgia del passato e fondono moduli poetici dell’epica con la
tradizione liturgico-religiosa.
Un verso lungo diviso in due emistichi, legati da allitterazione; ciascun verso lungo è
costituito da due tempi forti e da due tempi deboli (sillabe non accentate o
debolmente accentate), ed il primo tempo forte (sillaba accentata) del secondo
emistichio detta l’allitterazione rispetto ai due accenti del primo emistichio; il
secondo accento del secondo emistichio non allittera. Esempio ne è l’iscrizione
runica in proto norreno presente sui “Corni di Gallenus”, scoperti in Danimarca:
emistichio A // emistichio B
In questa iscrizione gli accenti cadono su quattro sillabe, di cui le prime tre
allitterano su <h> (/x/).
Þēod-cyninga // Þrym-gefrūnon
(“Ecco. Noi dei Danesi delle lance / in giorni lontani, // dei re della nazione; ci è nota
la gloria // che quei principi grandi cose [imprese di coraggio] compirono//”).
Termine norreno usato nei trattati di poetica per definire un tipo di circonlocuzione,
di traslato. Si tratta di una costruzione a base prevalentemente metaforica,
considerata tipica dell’antica poesia germanica, in cui un nome composto, formato
da due elementi (un nucleo ed una determinazione) uniti in una relazione genitivale
o anche solo giustapposti, sta per un’altra parola che costituisce il referente del
composto.
Esempi:
ofer hron-rāde “oltre la via delle balene” (la via delle balene=?)
ofer ganotes bœð “attraverso il ‘bagno della sula(?)’ [uccello acquatico]”
heofones gim “il gioiello del cielo” (?)
ingl. a. bēag-gifa “donatore d’anelli”, sass. a. bōg-gebo “distributore di
anelli”, norr. baugskydir “distributore di anelli”: kenning tipica per “principe”,
“colui che distribuisce anelli” (nel comitatus descritto da Tacito).
Variazione
wæg-hengest
sæ-hengest
Dal momento che la filologia studia tutti i testi a prescindere dalla loro “bellezza”
letteraria, occorre precisare che le leggi, le carte e le glosse, pur essendo fuori dalla
sfera della letteratura vera e propria, costituiscono i primi passi che hanno portato
allo sviluppo della prosa.
Quando gli Angli, i Sassoni e gli Juti invasero la Britannia portarono con sé delle leggi
consuetudinarie tramandate oralmente. Alcune leggi furono consegnate alla
scrittura in volgare già all’inizio del VII secolo nel Kent (influsso del Cristianesimo –
leggi kentiche sopravvissute grazie ad una copia realizzata all’inizio del XII secolo).
Beda (Historia Ecclesiastica gentis Anglorum): re Æthelberht del Kent (560-617).
Molte leggi mostrano tracce della loro genesi orale (come l’allitterazione,
l’assonanza) che rivelano l’affinità tra la declamazione delle leggi e la recitazione di
versi poetici. Le prime leggi sono molto essenziali ed asciutte. Si consideri ad
esempio il testo dei decreti 4 e 5 delle leggi di re Æthelberht del Kent:
(“Se un uomo libero dovesse derubare il re, egli deve pagare per nove volte.”)
(“Se un uomo dovesse ammazzare un altro nella tenuta del re, egli deve pagare 50
scellini per risarcimento.”)
Evoluzione dei testi delle leggi
Poco meno di un secolo dopo emerge una prosa più ricca nelle Leggi kentiche di
Hlohthere ed Eadric (673-685?); entro la fine del VII secolo le Leggi di Wihtred (695)
sono dotate di un prologo e di una sintassi più complessa:
Gif Þæs geweorÞe gesiÞcundne mannan ofer Þis gemot, Þæt he unriht hæmed
genime ofer cyngæs bebod ond biscopes ond boca dom, se Þæt gebete his dryhtne C
[hundred] scill’an ald reht.
(“Se dopo questo incontro qualche uomo nato nobile sceglie di entrare in una
unione illecita nonostante l’ordine del re e del vescovo e del decreto del libro, egli
deve pagare al proprio signore 100 scellini secondo la legge antica.”)
La tradizione glossografica
Esempi:
L’influsso latino
Rispetto alla poesia, che dipende molto dalla tradizione germanica, la prosa
anglosassone nasce più tardi nel tempo ed è fortemente influenzata dal latino. nel
corso del tempo si evolve, passando da una prosa semplice con prevalenza di
coordinazione e di correlazione (Þa…Þa; Þonne…Þonne; Þæt…Þæt) alla prosa più
elaborata (con subordinazione) della tradizione omiletica.
Il lessico:
1. molte parole latine entrano nel lessico inglese perché erano giunte sul suolo
insulare con i Romani, prima dell’arrivo di Angli, Sassoni e Juti: stræt “strada”,
pund “libbra” (lat. pondus “peso [di una libbra]”), wīn “vino”;
2. termini legati alla tradizione cristiana: cirice “chiesa”, abbod “abate”, mynster
“monastero”, prēōst “preste”;
3. calchi per riprodurre termini cristiani: Þriness su lat. trinitas, gli astratti in
-dom, -scip e –nes.
L’influsso scandinavo
Toponimi scandinavi: molto diffusi nel nord-est della Gran Bretagna (Danelaw); i
toponimi scandinavi sono riconoscibili dalla seconda parte del nome, che
solitamente è un elemento lessicale relativo alla modalità di stanziamento, come
dan. by “fattoria, città”, Þorp “villaggio” (Austhorpe), toft “appezzamento di terreno”
(Nortoft, Eastoft), nes “promontori” (Lochness, Inverness).