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ÆLFRIC

Ælfric di Eynsham è uno dei personaggi più rappresentativi della Rinascita


Benedettina nell’Inghilterra anglosassone del X-XI secolo. Si formò presso la scuola di
Winchester, dove fu allievo di Æthelwold (nella sua Vita Sancti Æthelwoldi si definisce
“Wintoniensis alumnus” e nella sua Grammatica fa un chiaro riferimento alla scuola
wintoniense di Æthelwold), e da tale centro si spostò nei monasteri di Cernel (987) e di
Eynsham (1005), facendosi portavoce attivo dei principi della Rinascita Benedettina. In
particolare, si dedicò alla scrittura di omelie e di testi didattici in volgare e in latino per
sostenere la divulgazione della corretta dottrina cristiana.
Ælfric raccolse le sue omelie in tre volumi o serie. Le prime due serie sono note
con il titolo di Omelie Cattoliche, la prima edita da “Clemoes” e la seconda da
“Godden”; la terza serie, nota come Vite dei Santi, è edita da “Skeat”.
Egli aveva notato che nell’Inghilterra anglosassone del suo tempo (fine del X
secolo) circolavano informazioni e nozioni religiose e scientifiche non ‘corrette’, contro
le quali era necessario proporre un percorso formativo finalizzato al recupero della
‘norma’, del sapere conforme alla tradizione cristiana. Nella prefazione alla prima serie
delle Omelie cattoliche, Ælfric scrive: “forÞan Þe ic geseah and gehyrde mycel gedwyld
on manegum Engliscum bocum, Þe ungelærede menn Þurh heora bilewitnysse to
micclum wisdom tealdon” (poiché ho visto e sentito grandi errori in molti libri inglesi,
che uomini non istruiti, data la loro semplicità, hanno considerate di grande saggezza).
Tutta la produzione ælfriciana è caratterizzata da un chiaro intento didattico, dal
desiderio di riportare ‘ordine’ nella divulgazione della dottrina cristiana e dal desiderio
di fornire al suo pubblico gli strumenti utili a comprendere il sapere cristiano, ossia di
insegnare la grammatica latina e i primi rudimenti di computo, fondamentali per il
calcolo della data della Pasqua. In particolare, Ælfric scrisse quattro testi in qualità di
maestro degli oblati di Eynsham: la Grammatica latina, il Glossario, il Colloquio e il
De Temporibus Anni, quest’ultimo solo in inglese antico, mentre gli altri in inglese
antico e latino.
Le Omelie sono la base da cui Ælfric partì per insegnare in inglese, lo strumento
per veicolare contenuti ‘ortodossi’. I motivi per cui decise di scrivere in inglese
ricordano quelli indicati da re Alfredo il Grande un secolo prima: porre riparo al declino
culturale del tempo.
Ælfric, tuttavia, non si limitò a rendere disponibili concetti cristiani in inglese,
ma si preoccupò di rendere più forte lo studio del latino mediante opere di carattere
pedagogico, come la sua Grammatica, che presenta il titolo manoscritto Excerptiones de
arte grammatica anglice. Probabilmente scrisse la Grammatica subito dopo le Omelie
(989 e 992).
La ‘grammatica’ è la prima delle cosiddette arti liberali (il trivium –
grammatical,retorica e dialettica – e il quadrivium – aritmetica, geometria, astronomia,
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musica), il fondamento della cultura testuale medievale.
La grammatica latina di riferimento nel Medioevo era l’Ars maior di Donato (IV
sec.), ma nel X secolo erano disponibili in Inghilterra anche altre opere, tra cui in
particolare le Institutiones grammaticae di Prisciano (VI sec.) e alter opera dello
studioso di Costantinopoli.
Le Excerptiones de Prisciano (seconda metà del X secolo, forse di Ælfric) sono
una versione abbreviata della grammatica di Prisciano e più agevolmente fruibile. Si
tratta di una grammatica in latino basata sulle Institutiones grammaticae di Prisciano.
La Grammatica tratta le otto parti del discorso nell’ordine di Donato (nome,
aggettivo, pronome e verbo; avverbio, preposizione, congiunzione e interiezione); e dà
grande spazio alla morfologia. Ælfric tradusse anche tutti gli esempi.
La Grammatica di Ælfric rappresenta la prima grammatica della lingua latina
scritta in un volgare europeo. I destinatari del testo erano i monaci delle scuole
monastiche, i quali, mediante la grammatica, avrebbero appreso il latino e avrebbero
riflettuto anche sull’inglese antico. Il testo in inglese antico, l’eliminazione di numerose
particolarità della lingua latina e l’introduzione di esempi di paradigmi verbali e di nomi
e aggettivi hanno permesso a Ælfric di offrire ai suoi studenti una grammatica facile da
utilizzare. Per agevolare lo studio dei suoi studenti, Ælfric adattò gli esempi della
grammatica latina, sostituendoli con altri in inglese antico, ad esempio egli sostituì i
nomi propri Roma, Tiberis (esempi chiari per studenti di madre lingua latina) con
Eadgarus, rex, Æðelwoldus, episcopus (esempi più adeguati a studenti che parlavano
inglese antico).
Le opere di Ælfric (le Omelie e la stessa Grammatica) si aprono con una
prefazione dell’autore. Le Prefazioni di Ælfric sono significative poiché, in un periodo
caratterizzato da opere in gran parte anonime (si pensi ai componimenti poetici), esse
sono lo strumento con cui Ælfric si identifica come l’autore delle proprie opere. Nelle
Prefazioni, inoltre, Ælfric fa una dichiarazione di intenti, esplicita i motivi per cui ha
cominciato a scrivere ed espone lo scopo delle sue opere. Nel caso della Grammatica
egli dice molto chiaramente che essa è lo strumento (la chiave) indispensabile per
giungere alla comprensione dei contenuti di tutte le opere in latino legate alla fede
cristiana. In particolare, nella Prefazione alla Grammatica, Ælfric si rivolge ai copisti,
invitandoli a svolgere con attenzione il loro lavoro e a correggere gli errori presenti nei
modelli da cui essi stavano copiando i testi.
Il manoscritto principale della Grammatica di Ælfric è il ms Oxford, St John’s
College 154, che è possibile vedere al link: http://image.ox.ac.uk/show?
collection=stj&manuscript=ms154
Ælfric expands upon subjects which his audience is likely to have difficulty
with, such as possessive pronouns (“a particular difficulty for speakers of a language in
which agreement takes place only with the possessor and not, as in Latin, with the thing
possessed”).

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Ælfric produced other works to complement the teaching function of the
Grammar, particularly the Colloquy and Glossary. The Colloquy is an appealing
hypothetical Latin dialogue intended to give students practice in using a Latin
vocabulary. The Glossary provides lists of Latin words by subject matter which could
be memorized by students. Thirteen manuscripts of it survive, which account for over
half the manuscripts containing grammatical texts copied or owned by Anglo-Saxon
England from the end of the tenth century on. Its usefulness, however, came to an end
when Old English ceased to be understood in the twelfth thirteenth centuries.

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