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Bei Dao

Zhao Zhenkai nasce il 2 agosto 1949 a Pechino da una famiglia della media borghesia; il
padre è impiegato e la madre medico. Frequenta una delle più prestigiose scuole, ma la
sua formazione si interrompe nel 1966, a diciassette anni, a causa della Rivoluzione
Culturale. Entra a far parte delle Guardie Rosse ed è mandato nelle campagne, dove
lavora per undici anni come operaio edile. Rendendosi conto che la realtà rurale è diversa
da ciò che l'ideologia maoista descrive, matura disillusione nei confronti della Rivoluzione
Culturale che lo spinge ad avvicinarsi alla filosofia e alla letteratura occidentali. Dal 1970
inizia a dedicarsi alla letteratura e a frequentare gruppi segreti di letterati tra i quali
circolano opere occidentali tradotte. Tra queste, quelle che più lo colpiscono e accelerano
la sua disillusione nei confronti dell'idealismo maoista sono Le metamorfosi e Il
processo di Kafka. L'arresto dell'amico e letterato Zhao Yifan nel 1975 lo spinge ad
utilizzare degli pseudonimi per mantenere nascosta la propria identità. Il 23 dicembre del
1987, nel pieno della Primavera di Pechino, con il collega Mang Ke fonda la
rivista Jintian 今天 (Oggi), attorno alla quale si raccolgono i più importanti poeti menglong.
Il linguaggio oscuro e polivalente di questi letterati fa sorgere nella critica un'accesa
controversia sul movimento, che porterà nel settembre 1980 alla chiusura della rivista.
Negli anni successivi lavora per la Foreign Languages Press di Pechino dove conosce la
traduttrice Bonnie McDougall e il sinologo svedese Göran Malmqvist, che promuovono le
sue opere, lo aiutano a farsi conoscere a livello internazionale e lo introducono negli
ambienti diplomatici occidentali. Nel 1983 Bei Dao incontra in segreto il poeta
americano Allen Ginsberg, che costituirà il suo passe-partout nell'ambiente letterario ed
accademico occidentale. Dal 1989 inizia a viaggiare in Europa in qualità di scrittore ospite.
Nonostante non si trovi in patria, le autorità cinesi lo accusano di aver incitato attraverso le
sue opere la Protesta di piazza Tiananmen e lo condannano all'esilio. A Stoccolma, nel
1990, riprende la pubblicazione di Jintian, rendendo la rivista una piattaforma di
espressione per letterati cinesi esiliati e rafforzando la sua fama in Occidente. Dal 1995 si
stabilisce in California, dove ottiene una cattedra alla University of California. La
lontananza dalla Cina e il rifiuto da parte del governo cinese di concedere il visto alla
moglie Shao Fei e alla figlia Tiantian per ricongiungersi con lui, portano nel 1992 al
divorzio della coppia. A Bei Dao è consentito rientrare in Cina solamente nel 2001, con un
visto turistico, per visitare il padre malato. Nel 2003 si risposa con Gan Qi, immigrata
cinese negli Stati Uniti, e a partire dal 2007 ottiene una cattedra all'Università cinese di
Hong Kong, dove insegna ancora oggi.

Pseudonimo
L'utilizzo di pseudonimi nasce dall'esigenza degli scrittori dissidenti di sfuggire al controllo
e alla censura delle autorità governative, espediente diffuso in Cina dagli anni Settanta.
Lo pseudonimo "Bei Dao" gli è stato attribuito dall'amico e collega Mang Ke. “Bei Dao”
letteralmente significa "Isola del Nord" ed indica non solo la provenienza settentrionale
dell'autore, ma anche il suo carattere solitario: Mang Ke gli aveva suggerito questo
pseudonimo, paragonandolo ad un'isola che, nell'oceano rumoroso, simboleggia il
silenzio. L'autore inizia a firmarsi "Bei Dao" con la pubblicazione della rivista Jintian e le
sue opere, grazie alla critica letteraria, acquisiscono da subito grande popolarità. Tuttavia
il clima di incertezza politica degli anni Ottanta e il timore di poter essere riconosciuto dalle
autorità, spinge l'autore a fare ricorso anche ad altri pseudonimi, quali Aishan e Shimo.
Questi ultimi si riferiscono a due eventi importanti della sua vita: Shimo, omofono di
"silenzioso come una pietra" è probabilmente collegato alla condanna a morte del suo
amico e critico della Rivoluzione Culturale Yu Luoke (1942-1970), mentre Aishan,
omofono di "amare Shan" fa riferimento alla morte della sorellina Shanshan. Bei Dao
rimane comunque il nome con cui l'autore firma più spesso le sue opere.

Bei Dao e la menglongshi


Bei Dao è uno dei maggiori esponenti della poesia menglong. Inizia a scrivere dagli anni
Settanta, agli inizi della Rivoluzione Culturale, quando l'isolamento nelle campagne e la
malinconia che ne deriva fanno emergere in lui l'esigenza di esprimere i propri sentimenti.
Diversamente da molti altri scrittori della sua generazione, le iniziali intenzioni di Bei Dao
non sono di fare della scrittura una professione, ma di usarla come personale mezzo di
sfogo spirituale. Prima della fine del decennio si afferma sulla scena letteraria soprattutto
come poeta. Le sue prime poesie e i suoi primi racconti vengono pubblicati su Jintian.
All'interno della corrente letteraria della poesia "menglong", oltre a Bei Dao, si distinguono
Mang Ke, Shu Ting, Gu Cheng, Jiang He e Yang Lian. Si raccolgono attorno alla
rivista Jintian, venendo così denominati, oltre che "poeti oscuri", anche "gruppo poetico
di Jintian". Tratto comune è la ribellione alle norme poetiche contemporanee e al
conformismo ideologico. Il termine "menglong" non fu coniato da questi nuovi poeti, ma fu
loro attribuito dalla critica letteraria con un'accezione negativa, a causa dell'astrusità e
difficoltà delle loro poesie, che dal punto di vista ideologico e artistico apparivano troppo
distanti dal realismo socialista. I critici accusarono i poeti menglong di eccessivo anti-
realismo, di smisurata emulazione del modernismo occidentale e di individualismo, un
attributo cancellato durante la Rivoluzione Culturale. Ciò che questi poeti ricercano e
rivendicano sono gli stessi valori che avevano ispirato il Movimento del Quattro Maggio,
ossia l'importanza dell'individuo, l'umanesimo, la democrazia e, nell'ambito letterario, il
valore della soggettività poetica, elemento che riemerge prepotentemente nelle
opere menglong. Parallela alla ribellione ideologica è la ribellione del linguaggio: la lingua
viene rovesciata, i simboli che prima erano positivi diventano negativi e viceversa. La
poesia menglong apporta una vera e propria rivoluzione nell'immaginario e nelle modalità
creative.
Gli anni Settanta e Ottanta
In quanto principale esponente di questa poesia, le opere di Bei Dao vengono duramente
colpite dalla critica con l'accusa di essere incomprensibili, a causa del suo stile soggettivo
contrapposto all'oggettività e al realismo imposto dall'ideologia maoista degli anni
precedenti. Esse tuttavia vengono premiate da critici più all'avanguardia che ne colgono il
carattere rivoluzionario ed innovativo.
Il forte individualismo delle sue poesie degli anni Settanta e Ottanta non ne esclude il
valore politico: nella poesia di Bei Dao scompare l'asservimento ad un modello politico-
ideologico, mentre permangono il ricordo della Rivoluzione Culturale e un senso civico ed
umanistico di impegno morale attraverso cui il poeta dimostra di riconoscere il proprio
debito con la società. Bei Dao percepisce il poeta come un eroe disposto a soffrire per
l'intera umanità, che si è "risvegliato" dal conformismo ideologico e cerca la strada per la
rinascita individuale e collettiva.
Le principali caratteristiche della poetica di Bei Dao tra gli anni Settanta ed Ottanta sono
evidenti nella poesia Huida 回答 (Risposta), considerata un manifesto della menglongshi:
(ZH) (IT)
«卑鄙是卑鄙者的通行证, «L’abiezione è il lasciapassare dell’abietto
高尚是高尚者的墓志铭。 la nobiltà è l’epitaffio del nobile.
看吧,在那镀金的天空中, Guarda, in quel cielo indorato
飘满了死者弯曲的倒影。 sventola il riflesso ricurvo dei morti.
冰川纪过去了, L’epoca glaciale è passata,
为什么到处都是冰凌? perché ovunque c’è ghiaccio?
好望角发现了, Il Capo di Buona Speranza è stato scoperto,
为什么死海里千帆相竞? perché nel Mar morto mille vele contendono?
我来到这个世界上, Sono venuto a questo mondo

只带着纸、绳索和身影, portando solo carta, corda e ombre,

为了在审判之前, per potere prima del processo

宣读那些被判决了的声音: proclamare quella voce già giudicata:


Te lo dico, mondo
告诉你吧,世界,
io - non - credo!
我——不——相——信!
Anche se ai tuoi piedi ci sono mille sfidanti,
纵使你脚下有一千名挑战者,
那就把我算做第一千零一名。 contami quale millesimo primo.

我不相信天是蓝的, Io non credo che il cielo è azzurro;

我不相信雷的回声; io non credo all’eco dei tuoni;


我不相信梦是假的, io non credo che i sogni sono falsi;
我不相信死无报应。 io non credo che la morte è senza giudizio.
如果海洋注定要决堤, Se l’oceano è destinato ad aprire una breccia
nella diga,
就让所有的苦水都注入我心中;
possano tutte le acque amare riversarsi nel mio
如果陆地注定要上升, cuore;
就让人类重新选择生存的峰顶。 se la terra è destinata a sollevarsi,
新的转机和闪闪的星斗, possa l’umanità scegliersi una nuova vetta
正在缀满没有遮拦的天空, dell’esistenza.
那是五千年的象形文字, Nuove svolte e stelle brillanti
那是未来人们凝视的眼睛。» ora decorano il cielo sconfinato,
sono i pittogrammi di cinquemila anni,
sono gli occhi degl’uomini del futuro che fissi
guardano.»

Già dalle prime strofe è evidente il linguaggio "oscuro" della poesia e la critica alla
Rivoluzione Culturale. Le strofe centrali, con l'anafora dell' "io", manifestano l'importanza
attribuita all'individuo. I simboli cui l'autore ricorre (ghiaccio, carta, corda, ombra) non sono
così chiari ed espliciti nella tradizione poetica cinese, e rappresentano sentimenti
contrastanti e il conflitto tra individuo e società. La ripetuta dichiarazione "Io non credo"
dimostra la volontà di non credere più alle verità apparentemente incontestabili ("Io non
credo che il cielo è azzurro") ed è un chiaro segno di protesta contro il positivismo e
l'idolatria imposti da Mao Zedong.

Influenze e stile
Bei Dao inizia a scrivere durante la Rivoluzione Culturale, quando la circolazione di opere
occidentali è sottoposta ad uno stretto e rigido controllo governativo. La disillusione nei
confronti della Rivoluzione Culturale lo spinge a cercare un'alternativa ideologica nella
letteratura e filosofia occidentali: inizia a procurarsi illegalmente letture censurate e
bandite, a partecipare a circoli letterari "sotterranei" e a scambiare i propri esperimenti
letterari con altri giovani scrittori, facendo riferimento a quella letteratura occidentale
tradotta prima della Rivoluzione Culturale. Tra i primi autori occidentali con cui Bei Dao
entra in contatto, oltre a Kafka, ci sono Sartre, Salinger e Lorca. Le influenze di Bei Dao
sono da ricercare anche nella tradizione letteraria cinese (poesia cinese classica e autori
cinesi moderni), in particolare per il verso libero e il linguaggio ermetico e privato.
Tra i principali rappresentanti della poesia menglong, la poesia di Bei Dao è caratterizzata
da: verso libero, sintassi irregolare, linguaggio oscuro ed immagini polivalenti. Ritenendo
che il fine ultimo del genere poetico sia l'espressione dell'individualità, Bei Dao crea una
poesia fortemente soggettiva, dando voce a sentimenti individuali di amarezza, afflizione e
ribellione, tuttavia condivisi da molti. Disillusione, inquietudini e aspirazioni della
generazione cresciuta negli anni della Rivoluzione Culturale diventano i sentimenti al
centro di questa forma poetica.
Dalla metà degli anni Novanta il suo stile diviene più maturo e filosofico, perdendo i
connotati romantici ed eroici della fase iniziale ed assumendo una tendenza fortemente
surrealista, derivata dall'influenza di Lorca e Kafka; è probabilmente una conseguenza
della scelta di evitare il tema politico e di ripiegare su una riflessione più soggettiva.
L'oscurità rimane comunque un tratto distintivo della sua lingua e la simbologia criptica
continua ad essere lo strumento con cui esprime la complessità e le contraddizioni interiori
dell'individuo.

Il ruolo di Jintian
Quando Bei Dao nel 1978 fonda con Mang Ke la rivista a Pechino, il suo scopo è quello di
dar voce a scrittori esiliati, o ad autori cui è posto il divieto di pubblicare le proprie opere in
Cina. Jintian fu la prima rivista letteraria non ufficiale nella Repubblica Popolare Cinese a
partire dagli anni Cinquanta. Viene pubblicata dal 1978 al 1980, anno in cui viene
censurata. Le prime pagine di Jintian vennero affisse nei luoghi che costituivano i centri
vitali della cultura e della politica. Questo modo di pubblicare le poesie, affiggendole ai
muri piuttosto che pubblicarle nelle riviste letterarie ufficiali, suscitò grande scalpore e
venne considerato un gesto rivoluzionario.
La riedizione moderna della rivista, pubblicata a Stoccolma a partire dal 1990, si colloca
invece in un contesto più ampio e interculturale, e si rende intermediaria di un dialogo tra
la Cina e l'Occidente, al punto tale che Bei Dao è ampiamente considerato come la "voce
dei poeti esiliati".

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