Sei sulla pagina 1di 58

PICCOLA BIBLIOTHIKI 13

Dallorfismo alla canzone


Il percorso poetico (1947-2009)
Prefazione di Pino Roveredo

Alda Merini

Riccardo Redivo

Asterios Editore
Trieste

Prima edizione: novembre 2009 Asterios Editore un marchio editoriale di Servizi Editoriali srl Via Donizetti, 3/a 34133 Trieste tel: 0403403342 - fax: 0406702007 e-mail: info@asterios.it www.asterios.it I diritti di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale o parziale con qualsiasi mezzo sono riservati. ISBN: 978-88-95146-32-4

Perch la pazzia, amici miei, non esiste. Esiste soltanto nei riflessi onirici del sonno e in quel terrore che abbiamo tutti, inveterato, di perdere la nostra ragione. Il manicomio stato un formidabile punto di osservazione. Scrivere e credere un modo come un altro per morire. Il volume del canto minnamora: come vorrei io invadere la terra con i miei carmi e che tremasse tutta sotto la poesia della canzone. Alda Merini

Indice
Prefazione di Pino Roveredo, 11 Nota dellautore, 15 Introduzione, 17 Merini rifiutata Archivio Corti e incontro con la poetessa: esperienze, riflessioni, apporti, 31 Biografia, biografie Biografia, 40 Autobiografia, 46 Cronologia, 54 Il primo periodo, 59 Il silenzio e il secondo periodo, 83 Il terzo periodo e loralit 1. Un lento e sotterraneo procedere, 105 2. Loralit, 134 Conclusioni, 157 GUIDA BIBLIOGRAFICA Opere di Alda Merini, 170 Articoli, interventi, presenze in antologie, 187 Altri materiali meriniani, 200 Bibliografia critica, 209 Sitografia, 233 Bibliografia generale, 234
CAPITOLO V CAPITOLO IV CAPITOLO III CAPITOLO II CAPITOLO I

Prefazione
Ho letto il corso, percorso, ricerca e lavoro di Riccardo Redivo, e ho infilato le sue righe dentro gli occhi del mio non sapere, guadagnando una conoscenza che ho infilato nella mia mente profana, e dentro una referenza di chi, nonostante i volumi scritti e pubblicati, consapevole di avere poca esperienza e nessun titolo letterario da vantare. Ho letto il percorso di Redivo, concedendomi il piacere di entrare nella vita di quella che io ritengo, per forza emozionale, la pi grande poetessa, artista e musicista della parola che io abbia mai incrociato, e cio, Alda Merini. Innanzitutto, sin dalle prime righe, nato in me il dubbio contradditorio del Ma se Alda Merini avesse vissuto lanonimato della massaia, la tranquillit di un benessere nobiliare, o lansia della donna in carriera, ecco, noi lettori ed estimatori della sua scrittura, avremmo potuto godere lo stesso della sua poesia? O per assurdo dobbiamo ringraziare la sua sofferenza che ha poi partorito la maestosit della sua opera?... Io, come la signora Merini, il manicomio lho conosciuto, vissuto, subito, ed era un manicomio con le mura alte, i portoni pesanti, le bastonate dellinfermiere, i farmaci potenti come un martello, e con tutte le infamit di chi esercita un mestiere e potere, scordandosi il cuore fuori dalla coscienza. In quel luogo tragico, ingiusto, orrendo, ho incontrato uninfinit di voci e scritture, e tutti indos-

12

ALDA MERINI

savano langoscia stretta di Alda Merini. Cera chi scriveva nel delirio, chi declamava poesie senza musica dai letti di contenzione, chi ingiuriava lesistenza soffocato dentro le camicie di forza, e chi rinunciava al rammarico e al muscolo pisciandosi la vita addosso. S, perch in quel luogo senza Cristo e senza cielo, si entrava con lagitazione della vita, e si usciva, se si usciva, con la tristezza della morte. Nel manicomio, o nella casa dei matti, sono passato io, passata Alda Merini, e sono passati milioni e milioni di ingiusti internamenti. Siamo passati ed abbiamo attraversato la rivoluzione della Libert Terapeutica, qualcuno cha ballato sopra, altri, tanti, troppi, hanno continuato a frequentare la strada pesante dellindifferenza. E passato anche Franco Basaglia, portandosi dietro due colpe imperdonabili: quella di essere nato troppo tardi e di essere morto troppo presto. Un percorso, quello di Alda Merini, che Redivo racconta con grande rispetto, estrema educazione e sensibilit, toccando le tappe e gli inciampi del tragitto umano e artistico. Si racconta della Merini rifiutata, perch la sua scrittura viene inizialmente giudicata di scarsa qualit o scarso interesse artistico in favore di una comunicabilit terapeutica utile alla poetessa ma non al lettore. Mai annotazione fu pi maldestra! Ma per fortuna il talento non simpara, perch un dono della vita, spesso assegnato per una legge di compensazione a quelli che la vita, la devono sopportare col peso dellingiustizia. No, il talento non sinventa, e lo sanno bene i vari Pasolini, Spagnoletti, Manganelli, David Turoldo, Giorgio Raboni, Salvatore Quasimodo, che per primi hanno avuto il piacere di sorprendersi gli occhi e lanimo, per quella scrittura trattata come il muscolo indispensabile per aggrapparsi alla vita. Scritture che iniziano con un premio ricevuto a soli dieci anni da Maria Jos del Belgio, che la riconosce come la miglior piccola poetessa italiana, gratificandola anche

PREFAZIONE

13

con un Libretto della Cassa di Risparmio di mille lire, e che poi continuano, respirano, e si mantengono con i morsi di una vita che si ribalta, si rialza, ribalta ancora Scritture di amori effimeri, mariti ingrati e distratti, compagni veloci, che riempiono i fogli chiusi dentro le serrature che sorvegliano il divieto di vivere. Scritture che attraversano i tempi e le correnti cantate e decantate dalle bocche buone dei critici, e che io qui non descrivo (lo fa molto bene Riccardo Redivo), perch io posso parlare unicamente di emozione, emozioni Parlare di quella emozione, emozioni, che passano allincasso quando consumano le poesia della signora Alda Merini, questa donna che sembra avere una mano baciata da quel Dio che non riconosce, e che quando ti entra ti accende il cuore, ti segna il brivido, ti scuote il pianto, ti sospende il fiato, ti firma lumore, e ti ripulisce glangoli bui dellanima con la bellezza di un amore. Pino Roveredo Se mai scomparissi presa da morte snella, costruite per me il pi completo canto della pace! Ch, nel mondo, non seppi ritrovarmi con lei, serena, un giorno. Io non fui originata ma balzai prepotentemente dalle trame del buio per allacciarmi ad ogni confusione. Se mai scomparissi non lasciatemi sola; blanditemi come folle!

Nota dellautore
Il presente lavoro ha avuto i suoi primi passi nella ricerca universitaria e, dopo ampliamenti, migliorie e correzioni approdato alla veste attuale. La sua gestazione lunga ha compromesso alcuni elementi che, da originali o non ancora sollevati, sono stati evidenziati da altri: ci un bene perch significa che qualcosa nei confronti della poetessa milanese si sta muovendo. Naturalmente, oltre agli elementi noti, indicati con le molte citazioni, in questa ricerca sono state evidenziate soprattutto le zone meriniane non ancora espresse o poco segnalate. Esistono pochissimi libri che affrontino una seria ricerca sullopera della poetessa (attualmente non pi di due); contribuire al moltiplicarsi degli studi un buon motivo per scrivere: pochi paletti fanno una via, e se si percorre una strada non vedo perch non segnalarla. Questa grave mancanza aumenta se si tiene presente il grande successo (mediatico, editoriale, commerciale) che la poetessa sta da un po di tempo a questa parte vivendo. Inoltre, mia volont mettere un po dordine nel caso e nel mistero Merini, di cercare in questa figura qualche costante, qualche punto certo o parzialmente certo (e in questo una piccolissima garanzia la offre lAccademia bench asserisco che tutte le colpe e i pregi siano di chi scriva). Ad esaurire questi generali motivi ne lascio per ultimo il pi importante, quello della mia ricerca nel pi ampio universo della poesia contemporanea italiana affinch possa capire il presente e almeno avvicinarmi al futuro culturale di questa nazione. In fin dei conti un saggio critico una prova damore; e il motore di questa ricerca il mio amore verso la poesia che, in questo momento storico, sincarna in Alda Merini, una donna che ha amato

16

ALDA MERINI

tanto e che tuttora tanto ama, senza forse ricevere ci che ha sempre dato e ancora da. P.S. Durante la preparazione per la stampa del presente saggio, Alda Merini deceduta. Mi parso giusto, nei confronti della poetessa e nei confronti della mia ricerca, non toccare alcunch del testo e continuare a considerare presente una figura che non dovrebbe morire. Inoltre, non interrompendo o modificando la stampa, mi permetto di far di questopera lultimo libro su Alda Merini vivente e il primo su Alda Merini scomparsa. Gli unici dati da integrare sono nella biografia: la poetessa deceduta il primo novembre del 2009, proprio il giorno dei Santi Giuliano Grittini mi disse il giorno dopo: la Merini non cessa di scherzare nemmeno dopo la morte.

Un ritratto esauriente della vita della poetessa milanese quasi impossibile. Difficile il reperimento dei dati biografici come luoghi, tempi e nomi (rintracciabili solo nelle poche e brevi introduzioni ai suoi libri); difficile discernere, nelle dichiarazioni della stessa Merini, ci che veramente stato da ci che lei ha reinventato poich parla della propria vita come fosse leggenda. Da questo motivo, il mitizzare la propria vita, le proprie esperienze distorcendone i fatti e la realt, deriva unaltra difficolt: separare la vita dallarte o larte dalla vita, per la poetessa dei Navigli, cosa del tutto impossibile. Lintera opera meriniana autobiografica, e ci che nellarte della Merini cantato non si sottrae mai alla sua presenza, alle sue esperienze, alle sue emozioni, alle sue impressioni sul mondo che la circonda. La vita si confonde nellarte e viceversa: ci che viene cantato in verit la vita stessa, con gli amori e le sofferenze che questi le hanno provocato. La Merini, parlando della propria vita, si comporta da artista; dal dato reale passa ad uno artificiale, e questo passaggio avviene per svariati motivi: dallautocelebrazione alla poca memoria, dalla voglia di stupire alla volont di colmare un vuoto con limmaginazione e, spesso, con la fantasia. Tutto questo porta la poetessa a vedere i ricordi sfumati e pieni di unaura mitica immaginata da lei e poi da lei creduta reale. Cos narra della propria vita in modo non veritiero. Le carte dellArchivio Corti confermano la problematicit biografica. A questo Centro di ricerca sulla tradizio-

Introduzione

18

ALDA MERINI

ne manoscritta di autori moderni e contemporanei dellUniversit di Pavia la Merini spediva un eclettico e cospicuo materiale personale. I numerosi invii si spiegano col fatto che tale centro era stato voluto dalla semiologa Maria Corti, grande amica della poetessa e, a volte, sua mecenate. La Merini riuniva poesie non riviste, poesie scritte di getto, o trovate chiss dove, in buste che mandava poi alla Corti; questa situazione si ripeteva anche quotidianamente (Maria ebbe giorno dopo giorno carte e poesie della mia vita1). Qualche volta, quando la Corti reputava fosse giunto il momento, faceva pubblicare o aiutava a far pubblicare le poesie da lei ritenute pi valide, ma non tutte. Non tutte per due importanti motivi: il primo perch la Merini incontr, come scrive la Corti, la madama follia, e il secondo perch, per uscire da tali incontri, su suggerimento dei medici, dovette iniziare a scrivere per guarire. Ecco perch poteva accadere che di centinaia di testi poetici [] solo per un certo numero arrivi[asse] lora della poesia2. Alla Corti veniva in mente limmagine del terreno di una solfatara: immergi il bastone qui e spruzza fuori il gas solforoso; lo immergi pi in l e non viene fuori niente. Per tale motivo ho chiamato il capitolo dedicato alla ricerca e allo studio dei manoscritti meriniani al fondo pavese Merini
1. In limmaginazione n.195, febbraio 2003, ora in Antenate bestie da manicomio, Manni, pretesti n.348, settembre 2008, p. 77. 2. Nella Nota introduttiva di Maria Corti presente nella prima edizione de La Terra Santa, AllInsegna del Pesce dOro, collana Acquario n.128, Milano 1984 [ma 20 febbraio 1983, come si legge nel colophon], pp. 64, tiratura 1000 copie numerate. Nella Nota dellEditore si legge: Le prime trenta poesie sono state pubblicate sul n.4 de Il cavallo di Troia (inverno-primavera 1982-1983); la silloge poetica stata pubblicata anche nellintrovabile La Terra Santa e altre poesie, a c. e intr. Giacinto Spagnoletti, Laicata, 1984 [con alcune modifiche] e in Vuoto damore, a c. e intr. Maria Corti, Einaudi, Collana di poesia 224, 2002 (I ed. 1991), pp. 136. Ora raccolta in La Terra Santa, Libri Scheiwiller, Poesia n.60, pp. 172, III ed. giugno 2003 (I ed. maggio 1996), da cui dora in poi far riferimento nelle citazioni. La frase cit., come la successiva, a p. 163.

INTRODUZIONE

19

rifiutata, perch molte poesie non sono state accolte in alcuna pubblicazione e probabilmente mai lo saranno, per la succitata scarsa qualit o scarso interesse artistico in favore di una comunicabilit terapeutica utile alla poetessa ma non al lettore. La suddivisione del percorso poetico di Alda Merini da me individuata, e che proporr tra breve, ha il pregio di essere piuttosto evidente: dal percorso artistico si evince chiaramente la presenza di una cesura netta dovuta allinternamento manicomiale del suo modus operandi. Nessuno, finora, ha mai delineato tale percorso in maniera chiara e significativa, e il motivo non lo conosco ancora. Pu darsi che questa mancanza sia dovuta alla scarsa attenzione critica che la Merini ha ricevuto, poich pochi libri su di lei, qualche breve introduzione ai suoi libri o pochi accenni nelle antologie non bastano ad approfondire unautrice come lei, densa di religiosit, autobiografismo, erotismo, ricca di metafore, contraddizioni e di cos grande successo. Bench queste ultime tematiche menzionate siano le caratteristiche principali della poetica di Alda Merini, la poesia meriniana in fondo principalmente poesia damore3: a dire ci la Corti, che ha sempre ben compreso luniverso poetico dellautrice, grazie allacutezza dingegno ma anche grazie alla conoscenza personale che aveva di lei. In altre parole e in fondo, quella della Merini, nuda poesia damore4. La maggior parte delle poesie di Alda Merini gravitano attorno allamore, ma un amore vario e multiforme: esso astratto, simbolico, sessuale, amicale, divino; insomma un amore che copre tutto, generale. Sebbene la produzione artistica degli esordi sia intrisa
3. DallIntroduzione di Maria Corti allantologia meriniana Fiore di poesia. 1951-1997, a c. e intr. Maria Corti, Einaudi, Tascabili n.519, 1998, p. X. 4. Dalla prefazione di Benedetta Centovalli presente in La volpe e il sipario. Poesie damore, disegni di Alberto Casiraghy, a c. Bendetta Centovalli, postfazione di Simone Bandirali, Rizzoli, Piccola Biblioteca La Scala, p. 6.

20

ALDA MERINI

di religione cristiana, a parlare non una fedele, nel senso pi comune del termine, bens una persona che semplicemente riflette sul divino e soprattutto una persona che a questo divino si oppone, alterandone lidentit cristiana per una religione personale. In questa personalis religio molti hanno visto la prova di un misticismo straordinario che per nessuno ha mai approfondito veramente e che pi avanti si cercher di chiarire. Per ora basti dire che un misticismo molto discutibile e pi in potenza che in atto. I toni di questa prima produzione sono s religiosi, ma sono espressi in modo sibillino, enigmatico, oscuro. Tale caratteristica verr individuata da Pasolini, nel lontano 1953, come la principale della Merini e inserita in quella linea orfica di cui lei lultima esponente preceduta dai poeti Comi e Pierri. Il primo periodo terminer bruscamente a causa dellinternamento psichiatrico della poetessa. La degenza manicomiale la segner terribilmente e in tutto, compreso la poesia. La nuova pesante esperienza le impedir di scrivere per quasi ventanni (1962-1980), e il suo rifiorire artistico, era quasi inevitabile, subir significativi cambiamenti. Allaurorale religiosit la Merini sostituir una forma poetica narrativa. Il nuovo cambiamento, che piuttosto una trasformazione personale poich non tutto si perde, si palesa sotto una forma epica che la poetessa stata costretta spontaneamente a utilizzare. Come forma epica meriniana intendo la narrazione del proprio vissuto manicomiale in ricordi e sensazioni mitizzati, in fatti vissuti dalla Merini e trasformati in leggenda, in una sorta di epopea dellavventura del manicomio (con personaggi che ritornano medici e degenti , leitmotiv la sofferenza come quella di Cristo e la legge mosaica , bene e male, e insomma tutta quegli eroi e quelle avventure degne di essere ricordate proprio per la loro eccezionalit). Questa particolare epicit confermata dalluso epitetico di non pochi aggettivi ricorrenti nelle stesse raccolte. Questo secondo periodo inizia nel 1980 e con il passa-

INTRODUZIONE

21

5. Nove se si considera il libro che raccoglie cinque di queste opere, Mistica damore, Frassinelli, collana Poesie, ottobre 2008, pp. 300. 6. Essendo tali composizioni poche, le segnalo qui ununica volta: Il Maritozzo ovvero Il matrimonio combinato. Atto unico, a c. Giuseppe DAmbrosio Angelillo, Acquaviva, ottobre 2008, pp. 16 (milanese maccheronico); Sunt una dona senza resistenza, in Ds Cartes (Descartes), con uno scritto di Camillo de Piaz e immagini di William Xerra, Edizioni Vicolo del Pavone, dicembre 2003, p. 19 (milanese maccheronico); La mia visina, Lettera a Franco Loi, Ai Carabinieri, in Le zolle dacqua, a c. Luigi Maino, Montedit, I Gigli (poesia), maggio 1993, pp. 33-37 (milanese); La sorcire, Adieu, in La volpe e il sipario, op. cit., pp. 89-90 (francese); non poche frasi in milanese si trovano in La scopata di Manganelli. Romanzo, a c. Giuseppe DAmbrosio Angelillo, Acquaviva, maggio 2009, pp. 93. 7. Tale concetto stato qualche anno fa confermato (il 23.05.05 in MCS.

re degli anni subir un cambiamento, molto meno radicale di quello precedente. Per ci non si pu parlare propriamente di un terzo periodo, ma di un periodo in cui alcune caratteristiche si esasperano e in cui altre si allontanano. Tuttal pi il periodo in questione pu esser chiamato terzo periodo solo se si tengono presenti alcune recenti opere. Ad eccezione degli otto libri5 (su undici) della collana I libri di Arnoldo Mosca Mondadori (usciti dal 2001 al 2009), laumentata e ora sterminata mole produttiva della Merini non ha avuto molte modifiche, semmai ha avuto riusciti ampliamenti; inoltre dal 1986 ha iniziato la produzione in prosa. Lopera in prosa non sar oggetto di questa ricerca, ma verr segnalata sporadicamente per motivi chiarificatori, che alle volte aiuteranno a disbrogliare alcune questioni e altre a complicare ulterioremente lanalisi, e motivi di completezza (novit letteraria, interpretazioni dellautrice, etc.); allo stesso modo non saranno presi in esame le poche composizioni in dialetto o in francese6. Si deve ora affrontare una delle problematiche pi importanti e pi spinose: la follia. Il concetto di follia, che ne racchiude in s molti altri, , mi sembra ovvio, di difficile definizione. Per la poetessa follia sinonimo di libert7: con questa pi volte ripetuta affermazione si protegge

22

ALDA MERINI

per permettersi atteggiamenti, forme, posizioni che sarebbero molto pi che audaci. La Merini cos pu scegliersi il terreno che vuole e operare senza alcuna barriera. La follia come libert, per, non solo un escamotage inventato, o suggerito da altri, per poter dire quello che le viene in mente: essa data anche dalla sua patologia. Se, in ci che si definito primo periodo, la follia fondendosi con la religiosit, col potenziale mistico, perde di chiarezza identificatoria, nel terzo e con qualche traccia nel secondo tale follia emerge in tutta la sua singolarit. Lanacoluto, lirrazionalit logico-sintattica, gli errori grammaticali e soprattutto il deragliamento semantico che sposta o addirittura cambia il significato che una frase, un verso aveva inizialmente (si inizia con A per arrivare a C senza passare da B) sono prove stilistiche di questa presenza. Tali prove si disseminano, a mio parere, senza essere avvertite consapevolmente dalla poetessa. In pi, nel terzo periodo sicuramente e in generale anche nel secondo, questa componente di scorrettezza stata favorita nel suo manifestarsi da unaltra componente, quella orale. Questa sua speciale oralit porter la Merini ad improvvisare poesie, alle volte anche eccellenti, in qualsiasi posto e a richiesta (cosa che ha sollevato, ovviamente, molte critiche). Per quanto riguarda il carattere autobiografico desidero evidenziare nuovamente che tutta la sua produzione artistica la proiezione del suo stato danimo e dei suoi vissuti che rivivono nella sua arte. Ogni sua poesia riferita alla propria esperienza e, anche laddove sembri inventare, il riferimento alle esperienze personali di facile individuazione: la poesia di Alda Merini [] non fatta per rappresentare lanima altrui, ma la propria8.
Il diario speciale - Smemorie, conversazioni con Alda Merini e altre vite, Canale 5, 23:40/01:20) in unintervista televisiva di Maurizio Costanzo dalla seguente dichiarazione: per me folle significa libero. 8. Da Giuseppe De Marco, Le stagioni dellepifania poetica di Alda Merini, Ed. Ripostes, gennaio 1995, p. 35.

INTRODUZIONE

23

9. Op. cit. pp. V-X; ma lamentele di ci si hanno anche in La poesia luogo del nulla. Poesie e parole con Chicca Gagliardo e Guido Spaini, Piero Manni, Pretesti 65, luglio 1999, p. 13; in La fisica del senso, Andrea Cortellessa, Fazi, Le Terre/Scritture, giugno 2007, (che parla di bibliografia [] incontrollabile, p. 610) e in molte interviste. 10. In Antologia della poesia italiana 1909-1949, a c. Giacinto Spagnoletti, Parma, Guanda, 1950, cit. come testimonianza allinterno de Le satire della Ripa, Edizioni Laboratorio Arti Visive, Taranto,

Della copiosa mole di opere meriniane affronter, come gi accennato, solamente lopera in versi e non toccher quindi ci che verso non . Questa scelta motivata soprattutto da due fattori: il primo che, non solo per chi scrive, la poetessa riesce meglio in poesia che non in prosa, credo soprattutto perch in questultima si dimostra piuttosto infantile, cio con una scrittura elementare e, ad eccezione del Diario (forse spiegabile con laiuto degli amici letterati), con una evidente leggerezza, per quanto riguarda composizione e sintassi, che molto spesso conduce ad esiti contradditori e divergenti; il secondo che prolifica nel modo pi estremo (un centinaio di libri e quasi mille libricini); quindi, delle prose, degli aforismi, delle lettere e, insomma, di tutto il materiale prosastico non verr detto niente se non alcune particolarit o caratteristiche pertinenti alla presente indagine. Molti critici e molti curatori si sono lamentati di questa iperproduttivit, come ad esempio Maria Corti nella sua introduzione a Vuoto damore,9 che lascia un po tutti interdetti perch non sempre la qualit si percepisce in tutta questa quantit. In pi, se a questa mole produttiva si affiancassero anche gli interventi della poetessa in altri libri (introduzioni, prefazioni, postfazioni, nate soprattutto dalla notoriet mediatica e non certo dalla capacit critica) ci sarebbe spazio per molti altri saggi, anche se di dubbia utilit. Da questa considerazione abbastanza negativa passer ad unaltra, sempre negativa, ma importante per comprendere il suo universo: la Merini non di scarsa cultura ma non ne di molta. Se ne accorse gi Giacinto Spagnoletti nel 5010 e se ne accorgeran-

24

ALDA MERINI

marzo 1983 e ora nella Nota bibliografica presente in La Terra Santa, Scheiwiller, op. cit., pp. 165-166. 11. In un articolo apparso su Paragone, V, 60, dicembre 1954 e ora raccolto in Saggi sulla letteratura e sullarte, Pier Paolo Pasolini, a c. Walter Siti, intr. Cesare Segre, Mondadori, i Meridiani, 1999, Saggi giovanili, p. 580; per completezza riporto la frase, che per deve essere contestualizzata, nel senso che Pasolini si riferiva al primissimo periodo poetico della Merini: Ch di fonti per la [] Merini non si pu certo parlare: di fronte alla spiegazione di questa precocit, di questa mostruosa intuizione di una influenza letteraria perfettamente congeniale [Campana, George, Trakl], ci dichiariamo disarmati. 12. In Antologia della poesia italiana 1909-1949, op. cit., ora in La Terra Santa, Scheiwiller, op. cit., p. 166.

no in molti pi tardi; ma forse proprio questo lelemento che ha aiutato la Merini, assieme alla sua follia, a rompere gli schemi, ed a creare il caso Merini, in cui lo stesso Pasolini si dichiara disarmato11, poich ci che importante fermarci al dono dellessenza poetica12. Solitamente per un buon poeta ci vuole buona cultura, ma per la Merini diverso; lei un unicum. Ci che aiuta, ed ha aiutato la Merini in questo quadro di cultura generale, loralit, larte o solamente il respiro e lintonazione della parola che le esce dalla bocca; e in questo la Merini molto potente. La maggior parte della sua cultura la deve alla cerchia di intellettuali e letterati da lei frequentata, da adolescente in poi, a Milano. Lorecchio, cio la capacit di ascoltare e assorbire in toto il parlato altrui, le ha aiutato la voce, cio la capacit orale in cui lei si ora specializzata, consapevolmente o inconsapevolmente. Non un caso che spesso faceva, e continua a fare, reading di poesia, registrando anche, e con ottimi risultati; questo non esula da noi, poich crea un legame inscindibile col ruolo di mistica della parola, soprattutto per la Merini degli ultimi tempi, pi orale che mai. A queste due note negative se ne deve aggiungere unaltra negativa, lultima: la Merini non ha senso critico. Questa puntualizzazione non solo mia, ma viene anche dalla Corti, che parla addirittura dellutilit di un lavoro di selezione che deve essere proprio non dellautrice ma

INTRODUZIONE

25

di un critico serio13. Questassenza di senso critico, dovuta alla sua indole, al suo carattere e al suo vissuto, qualche volta scompare lasciando testimonianza di enorme razionalit e riflessione. Ma questa rara testimonianza si manifesta sempre a sprazzi e mai in tutta unopera, se non forse nelle sue prime opere dopo linternamento, quelle degli anni 80, e in rari altri casi (un esempio notevole e lampante di lavoro critico, o comunque di una sorveglianza linguistica per asciuttezza e contenuto il libretto Anche la donna pu avere un pensiero14, una raccolta di aforismi, dettati via telefono in tre quarti dora ad un amico, talmente ben fatti, impeccabili, che non possibile escludere una riflessione a monte della composizione e della stesura orale). A complicare ulteriormente il quadro lincomprensibilit, a detta di editori, curatori e mia, della sua grafia che causa errori di trascrizione che generano non-sense non voluti dallautrice ma dovuti alleditore, per scelta o per sbaglio: ci sono molti esempi in cui il soggetto, in prima persona, maschile ma lintenzione dellautrice era al femminile; oppure poesie che, scritte a penna o a macchina, non hanno i punti finali o hanno le virgole nel posto sbagliato, che la poetessa non ha corretto e che gli editori hanno lasciato, oppure corretto (riuscendo addirittura a escludere o dimenticarsi? un verso, oppure ad alterare la composizione metrica di una poesia rifiutando endecasillabi ritenuti brutti per trasformarli in versi liberi). Ma non basta. Un altro elemento, che complica il labirinto procedurale della stesura finale, la grande e confusa quantit di varianti che si hanno di una stessa poesia, in tutti i periodi tranne lultimo, poich in quello ci che viene detto una volta non viene ripetuto pi n pi rivisto: gi nel 1987 la poetessa milanese scrisse che la poesia canto senza ripensamenti15.
13. Nellintr. a Vuoto damore, op. cit. p. X. 14. A c. Giuseppe DAmbrosio Angelillo, Acquaviva, febbraio 2002, pp. 87; la cit. seg. a p. 87.

26

ALDA MERINI

Insomma, spesso il merito o demerito della struttura delle poesie meriniane va alleditore, che sovente il curatore: quasi tutte le opere dal secondo periodo in poi che il lettore conosce non sono altro che una serie di campionature [] arbitrarie, che non recano tanto limpronta della volont dellautrice quanto quella del gusto, delle predilezioni, del punto di vista critico di chi le ha messe insieme a partire da un materiale enorme e non di rado poco decifrabile16. E, ovviamente, lo stesso problema sussiste quando non scrive su carta ma detta a voce, poich lordine dei versi dipende non dallautrice ma dal trascrivente; una caratteristica, questa delloralit, che raggiunger esiti straordinari in quello che ho individuato come terzo periodo (che in fondo lesasperazione del secondo periodo). Asserisco che, dopo la religiosit mistica e lerotismo, dopo lesperienza manicomiale e la follia che infonde lintera poetica meriniana, loralit la caratteristica pi forte, e la pi attuale. Molto del successo che lei ha conquistato dopo essere comparsa al Maurizio Costanzo Show nel 92, dovuto al modo di porsi e soprattutto proporsi con la voce. In fondo questa particolarit era gi presente quando veniva accostata, negli anni cinquanta, alla Pizia. La sua capacit oracolare di una volta si trasformata nella capacit di improvvisare, persino a richiesta, poesie complesse, anche sconclusionate, ma in grado di accattivarsi luditorio, le persone vicine o il pubblico, con sorprendenti metafore, con accostamenti inaspettati o vocaboli inu-

15. Dal testo intitolato La mia poesia e inserito alle pp. 7-9 de Fogli Bianchi. 23 inediti, nota di Elio Bartolini, Ed.Biblioteca Cominiana, Nuovi testi di poesia, a c. Bino Rebellato e Enzo Mazza, Cittadella (PD), 1987, pp. 40 (tiratura non indicata), ora in La Terra Santa, Scheiwiller, op. cit., p. 167. 16. Da Un urlo nel silenzio Poesia non venirmi addosso, articolo di Giovanni Raboni, Corriere della sera, 22 settembre 2001; ora in La poesia che si fa. Critica e storia del Novecento italiano. 1959-2004, Giovanni Raboni, a c. Andrea Cortellessa, Garzanti, Collana Saggi, 2005, pp. VII + 415.

INTRODUZIONE

27

suali. Non stupisce, come approfondir pi avanti, che la straordinaria e attuale oralit sia stata compresa, a volte carpita, da molti musicisti e cantautori. Per comprendere luniverso meriniano necessitano ancora ulteriori delucidazioni. La poetessa ripropone, specie nei saggi e nelle interviste, numerose contraddizioni. Accade qualche volta che le sue affermazioni risultino non vere, ma credo senza che ne avesse avuto intenzione; come se mescolasse i ricordi con il sapere e linvenzione. A causa delle molte interviste e delle sue molte presenze in diversi ambiti, strettamente culturali o di intrattenimento televisivo, far un solo esempio. In Reato di vita17 lei afferma: Leggo nel suo Nuovo commento [opera di Manganelli] uscito postumo una confessione straordinaria. Manganelli mi chiese virtualmente di entrare in possesso della mia cartella clinica e parla di questo brivido di disonore: se si legge il libro di Manganelli, non si trova neppure un riferimento o una lontana allusione a ci; tale falsa affermazione fa pensare, almeno a me, ad una mescolanza tra ci che ha letto e ci che ha sentito, forse, da qualcun altro o da Manganelli stesso. Comunque una mia illazione e non mia volont smascherarla nelle sue dichiarazioni, ma rendere chiaro che anche questa, la mescolanza tra ricordi e invenzione, una caratteristica che, assieme ad altre, forma quel caso unico che Alda Merini. Lopera meriniana, in tutte le sue manifestazioni ma maggiormente nella poesia, si pu suddividere in tre parti. una suddivisione resa necessaria dallagire della poetessa e dal suo entourage: in tutti gli scritti si possono distinguere libri che chiamo completi, in cui lautrice ha scritto e rivisto ci che ha pubblicato o stata consigliata (ma una mia conclusione) a rivedere, se non addirittura corretta, dagli amici, editori e curatori; la seconda parte composta dagli scritti che chiamo incompleti, dove lincompletezza data dal prevalere del contenuto sulla
17. Reato di vita. Autobiografia poetica, a c. Luisella Veroli, Associazione Culturale Melusine, Milano 1994, cit. a p. 47.

28

ALDA MERINI

forma, cio dove unidea, unimmagine o un concetto sono stati espressi in maniera immediata ma senza un bench minimo controllo finale, senza un qualche rimaneggiamento della materia grezza; il risultato sono poesie non rivedute, non levigate e, appunto per questo, incomplete e poco soddisfacenti. In questa seconda parte, sebbene in minor grado, pu trovarsi anche il prevalere inverso, cio quello della forma sul contenuto; comunque sta a significare un risultato, una poesia esplicitamente non rivista. Esiste infine quella parte di mezzo che consiste di scritti che chiamo semicompleti, in cui la mano dellautrice, o del curatore o delleditore, ha creato parti complete che si alternano a quelle incomplete, dando un risultato sconcertante: in questultima parte le vette sono accompagnate dalle pianure e anche dai dirupi. In altre parole, nella produzione artistica meriniana, lalto, nel senso di buona riuscita dellarte, sia separato dal basso sia alternato ad esso. Se i primi scritti, in cui lautrice non era ancora stata sconvolta dalla malattia oppure ne era appena uscita e si faceva in qualche modo aiutare, fanno parte del primo gruppo, gli ultimi suoi scritti possono invece rientrare nel terzo. Certo, tutto ci con le dovute eccezioni e precauzioni. Poi, quel che mi preme sottolineare che tale tripartizione si delineata per una sorta di evoluzione della follia, o comunque di un suo divenire: una follia artistica, nel senso di artisticamente controllata, dove le poesie sono chiare, ovverosia univoche, o perlomeno guidate o, insomma, per usare un concetto caro a Thrlemann, in qualche modo in grado di suscitare la modalizzazione del soggetto18 leggente; sono composizioni in qualche modo
18. Da Il compianto di Mantegna della Pinacoteca di Brera o: il quadro fa losservatore, di Felix Thrlemann, in Leggere lopera darte, a c. L. Corrain e M. Valenti, Esculapio, 1991, p. 82. Thrlemann parla per di arti visive e di opere costitutive dellosservatore, che sono quelle opere che sono in grado, con mezzi interni al quadro, di suscitare, o per lo meno di contribuire a suscitare, la modalizzazione del soggetto osservante, necessaria per unadeguata ricezione (ibi.). In questo caso, ovviamente, il quadro, inteso come opera artistica, la poesia.

INTRODUZIONE

29

razionali nella loro irrazionalit. Tale razionalit sorprese anche il docente di psicopatologia delluniversit di Milano Stefano Fiorelli (presso cui la Merini era in cura da oltre cinque anni) che lo disse nella prefazione a Destinati a morire. Poesie vecchie e nuove19 del 1980, lopera che ruppe il suo ventennale silenzio: quando mi ha consegnato le bozze del suo volumetto io sono rimasto sconcertato: come aveva potuto redigere un libro, con quale lucidit di pensiero? Io sono psicologo e posso comprendere certo come da un caos interiore possa nascere la linea purissima della poesia, ma il fenomeno Merini mi ha sempre sconcertato (vale insomma il vecchio aforisma niciano: bisogna avere in s il caos per partorire una stella che danzi). Si possono usare anche le parole di Vittorio Strada a proposito di Delitto e castigo20: La follia (loscuramento della ragione di cui parla Raskolnikov) deve uscire dalla prigione della propria solitudine e, facendosi responsabile della propria verit, si riscatta nel suo opposto, cio in ragione, nel massimo di ragione, per la Merini, una follia razionalizzata dalla ragione (il parallelo tra Dostoevskij e la Merini sarebbe fecondissimo ma anche facondissimo, e farebbe uscir di tema, anche se i parallelismi mi tentano: Pietroburgo/Navigli, Golgota, sofferenza prima e dopo il delitto/lamore). Ebbene, da questa follia controllata si passa ad una semicontrollata che arriva alla volte al non-sense, alla sconclusione, sia grammaticale che logica, allirrazionalit dellirrazionale21. Questa involuzione di cui ho appena parlato per in generale, non netta n cos drastica, e non prevede le-

19. Destinati a morire. Poesie vecchie e nuove, Alda Merini, pref. Stefano Fiorelli e una Lettera a Gentilucci di Alda Merini, Antonio Lalli Editore, novembre 1980, pp. 64; cit. in La Terra Santa, Scheiwiller, op. cit., p. 160. 20. Il problema di Delitto e castigo, in Tradizione e rivoluzione nella letteratura russa, Einaudi, 1980, p. 45. 21. In unintervista riportata su un libro a lei dedicato (Nata il 21 marzo, a c. Lorella De Bon, Terresommerse, marzo 2006, p. 5) la Merini riesce a dire che sicuramente ne capirete pi voi che mi leggete, anche perch la Merini non si capisce mica

30

ALDA MERINI

sclusione dellautocontrollo critico della poetessa per le sue ultime opere, quelle lontane dal suo esordio e a noi contemporanee. Per concludere, credo opportuno riportare una risposta datami da Grittini22, il suo fotografo di fiducia che, alla mia constatazione che non esistevano fino ad allora saggi sulla Merini (perch avevo iniziato a chiedergli della Merini e lui continuava a darmi dettagli della sua vita o di possibili incontri con persone che la conoscevano) rispose: Beh, ma rendo la frase pi libera, la poetica della Merini interpretazione; a questa affermazione pu accostarsi la frase che la Merini stessa mi disse nel dicembre 2003, a proposito del segreto della sua poesia: come capire, voler sapere perch gli occhi azzurri sono cos. Per, se linterpretazione personale, io affiancherei, non tanto per smentire queste frasi ma per non perdere lintento scientifico del presente studio, oltre al gi menzionato Thrlemann, una frase di Eco23: Interpretare un testo significa spiegare perch queste parole possono fare varie cose (e non altre) grazie al modo in cui vengono interpretate, altrimenti risulta vero il pensiero di Todorov (che sta citando Lichtenberg a proposito di Bhme), secondo cui un testo sarebbe solo un picnic dove lautore porta le parole e i lettori il senso.

22. Incontro avvenuto attorno alla seconda settimana del dicembre 2003; la stessa data vale anche per la successiva frase della Merini. 23. In Interpretazione sovrinterpretazione, Umberto Eco, Bompiani, 1995, p. 34.

Merini rifiutata
Archivio Corti e incontro con la poetessa: esperienze, riflessioni, apporti
Al mio arrivo al Fondo Manoscritti del Centro di ricerca sulla tradizione manoscritta di autori moderni e contemporanei dellUniversit di Pavia, fondato dalla semiologa e critica letteraria Maria Corti, mi sono trovato di fronte a un vero e proprio mare di scritti della Merini. Tali scritti, sotto forma di dattiloscritti, manoscritti, carteggi, libretti e opuscoli, e non sempre su supporti cartacei normali, quelli adatti cio alla scrittura, ma anche per esempio su fazzoletti di carta o su poster, hanno fatto s che, allinizio, mi smarrissi e temessi che i dieci giorni24 da me richiesti per lapprofondimento della tesi non bastassero, anche per il semplice motivo che gli scritti non avevano un ordine, se non vagamente cronologico. Poi per, dovendo in qualche modo immergermi in questo mare, mi decisi, comera abbastanza ovvio, di iniziare dalle cose che apparivano pi importanti, quali pubblicazioni rare, opuscoli e le prime poesie manoscritte che si potevano reperire. Bench il numero delle ore non fosse ingentissimo per quella mole cartacea, e grazie allaiuto del funzionario e delloperatore di biblioteca, ne venni fuori con una buona veduta dinsieme, sebbene ad alcune cartelle, zeppe di lettere, abbia dovuto rinunciare.
24. Ridottisi a sette per i giorni di chiusura. Il periodo del mio soggiorno pavese e della frequentazione del Fondo Manoscritti dellUniversit di Pavia va dal 28 marzo al 6 aprile 2003.

CAPITOLO I

32

ALDA MERINI

Allinizio ho incontrato, negli svariati tipi di foglio, poesie che non testimoniavano tanto un poeta, quanto una persona che, con il foglio, avesse una condizione di colloquialit, alle volte pi riflessiva che artistica, e ci minsospett, facendomi arrivare a pensare che la Merini fosse una costruzione fatta da critici esperti. Ma gi dalla fine del primo giorno riconobbi che in mezzo a queste riflessioni poetiche, alle volte dei veri e propri deliri, cerano le poesie, o meglio, le varianti di poesie che poi sarebbero state pubblicate nelle raccolte meriniane, e pi ancora altre, per ora inedite, che erano alla loro altezza. Da ci conclusi che cera stata unopera di selezione e di aiuto da parte di critici, soprattutto da parte di Maria Corti. Giunto a questa conclusione e tornato nella stanza dove venivo ospitato, mi misi alla ricerca delle prefazioni e delle introduzioni che mi potevano spiegare qualcosa, o segnalare almeno una traccia di comprensione. E ci riuscii, e ovviamente grazie alla Corti, della quale trovai una segnalazione a proposito dei manoscritti meriniani:
La mia scelta [a proposito della raccolta La Terra Santa], concordata con lautrice, avvenne su un dattiloscritto di oltre un centinaio di testi, non tutti alla stessa altezza, a dire la verit. Ma questa unaltra caratteristica delloperazione poetica della scrittrice, spinta dagli stessi medici, per ragioni terapeutiche a mettere tutto su foglio, donde lopportunit della selezione ai fini artistici25.

La semiologa amica della Merini continua chiarendo ancora meglio la problematica e parlando proprio della raccolta dei manoscritti pavesi:
Le poesie inedite di questo volume [Vuoto damore] si trovano in manoscritti o dattiloscritti del Fondo Manoscritti []; ma probabilmente anche nei cassetti di

25. Dall intr. Maria Corti a Vuoto damore, op. cit., p. VIII. Le due cit. ss. sono a p. X.

CAP. 1. MERINI RIFIUTATA

33

vari scrittori e amici della Merini, data la sua tendenza a distribuire abbondantemente, anche via postale, i propri testi prima della stampa. A volte il processo si complica in quanto a diverse persone sono offerte diverse stesure dello stesso testo. [] Capita che la Merini a volte non migliori i suoi testi toccandoli a freddo, dato il tipo di poesia istintiva ed epifanica in lei frequente.

E ancora, arrivando al nocciolo della questione:


Va segnalato che nel Fondo pavese molti, anzi moltissimi sono ancora i testi poetici inediti [] Per anni la Merini si abituata a scrivere di getto a scopo liberatorio: ne nascono testi ora di alto valore, ora di carattere comunicativo. Di qui lutilit di un lavoro di selezione che deve essere proprio non dellautrice ma di un critico serio.

Quindi la mole si giustifica con la terapia, e non solo quella ma anche la scrittura narrativa affiorata dopo linternamento manicomiale, che ancora oggi si mostra. Il consiglio della cura _ la scrittura come terapia _ diventata unabitudine a scrivere poesie, e si accentuata in questi ultimi tempi, dando risultati eterogenei e molto alterni in fatto di qualit. Va segnalato per che gi a quindici anni si sent dire dai medici di leggere, e sempre per curarsi26. Questo vuole dire che ha sempre scritto per stare bene? Forse; pu essere che lo scrivere abbia in lei sempre agito come sfogo, ma ai primi tempi, quelli del pre-internamento, la poesia si sviluppava chiaramente nella sua particolare religiosit, mentre in un secondo tempo, quello del post-

26. Che leggere non sia scrivere lapalissiano, ma leggere non significa annullare la possibilit di scrittura (che forse le stata comunque consigliata in quegli anni); dalla seguente dichiarazione, misteriosa ma lunica su questo fatto, non si pu rinunciare a credere che lei non abbia cominciato a scrivere su consiglio dei medici: Afflitta da una tremenda cecit isterica, un giorno il dottor G. alle Molinette ebbe una pensata: mi mise in mano un libro e mi ordin brutalmente di leggere. Lo guardai negli occhi e nacque dentro di me La presenza di Orfeo, da Reato di vita, op. cit., p. 22.

34

ALDA MERINI

internamento, la poesia si sviluppata in volont di comunicazione eliminando le precedenti oscurit. Tutto, o quasi, il notevole materiale che la Merini inviava aveva a che fare con la propria produzione artistica o con la propria vicenda personale: poesie, prose, librettini, edizioni private, corrispondenze varie, articoli, recensioni su alcune sue opere o di alcuni suoi amici. Non cera un ordine che venisse rispettato: si poteva trovare in una busta degli anni novanta poesie del secondo marito, il poeta Michele Pierri, degli anni cinquanta; oppure uno scambio epistolare con Quasimodo negli anni cinquanta in buste degli anni ottanta; si potevano trovare libretti o poesie edite o inedite senza indicazioni di data se non quelle del timbro postale che, per le ragioni appena viste, dicevano ben poco. Lingentissimo materiale composto pi da lettere che da poesie: nelle lettere trapela una Merini amica, sempre grata a chi le scrive, ma vi si pu scorgere anche una Merini infantile o adolescenziale. Infantile soprattutto perch molte lettere possono avere toni dolci ed elogiativi e tante altre possono averne di amari e dinvettiva. Molto del materiale presente al Fondo pavese quindi inedito per volont della Corti. Abbiamo visto che la semiologa aveva sempre auspicato un lavoro critico e di selezione nei riguardi di questa sterminata produzione privata. Il materiale privato, dopo la morte della Corti avvenuta nel febbraio 2002, non ha trovato pi un centro di raccolta, ed finito in mano a una grande quantit di editori e tipografi pronti a pubblicare qualsiasi cosa della poetessa, senza un bench minimo senso critico o un piccolissimo lavoro intellettuale nella sua presentazione. Una constatazione piuttosto ovvia che la suddetta proliferazione di opere, operette, librettini, libercoli et similia della Merini, dal gusto alle volte quasi volgare imposto da certi editori, dovuta al successo mediatico che la poetessa ha acquistato da quando, nel 1992, comparsa per la prima volta alla nota trasmissione televisiva di Maurizio Costanzo. Stando ai media televisivi la poetessa

CAP. 1. MERINI RIFIUTATA

35

risulta essere quasi lunico poeta italiano, e non a caso molto spesso stata chiamata la pi grande poetessa italiana (alcune volte seguito da contemporanea altre da del 900). Non che non si possa essere daccordo, ma questo merito a me sembra essere stato messo dai media pi per mancanza di altri nomi noti a loro che per qualit comprovate. Il vero problema, che qui solo si solleva, che se i media parlano troppo, la maggior parte dei critici letterari tace. In questo senso deve intendersi laffermazione di Giancarlo Majorino a proposito della poesia meriniana che pu disturbare gli esperti e sedurre gli inesperti27: limpossibilit che spesso si avverte, di separare lAlda Merini delle cronache la singolarit della sua poesia e del suo personaggio dallAlda Merini della poesia28 fa si che la maggior parte dei critici di professione tendano a non rischiare e quindi a non prendere posizione. una specie di secondo rifiuto, opposto al precedente. Insomma, Limpressione generale che [] manca un reale interesse per i testi29. Ritornando alla questione della proliferazione delle opere, essa risulta problematica soprattutto per il fatto che in queste discutibili pubblicazioni possano trovarsi poesie che valgano lacquisto e siano di una perfezione strabiliante o di unintuizione profonda. Per fortuna la questione ha le dovute eccezioni: alcuni, pochi, amici (intellettuali o editori) sono riusciti a preservare le qualit migliori della poetessa e a farle emergere in certi suoi libri. soprattutto a questi che noi guardiamo. Lultima cosa da dire riguarda il mio incontro con la poetessa. Parlare del mio colloquio con lei non significa certo
27. In Poesie e realt 1945-2000, Giancarlo Majorino, Marco Tropea Editore, Le Querce, novembre 2000, p. 242. 28. In Il multiforme universo della poesia di Alda Merini, Silvia Dipace, Prospettiva Editrice, maggio 2008, p. 37; e ancora: Esiste, insomma, un caso Merini, che inceppa lanalisi critica e crea un po di confusione (p. 39). 29. In Roberta Alunni, Alda Merini Lio in scena, Societ Editrice Fiorentina, monografia 1, dicembre 2008, p. 114.

36

ALDA MERINI

parlare di intervista, se per intervista sintende una domanda seguita da una risposta almeno parziale o comunque inerente largomento richiesto. Con la Merini non si pu dialogare, poich fa monologhi (non so da quanto tempo, ma sicuramente gi dal 1994, anno in cui venne pubblicato il libro Reato di vita30), e sente le domande in un modo tutto suo. come se rispondesse ad una seconda domanda presente nella domanda appena posta, e sconosciuta al richiedente. Probabilmente a questa caratteristica che Ambrogio Borsani si riferisce quando afferma che Chi conosce e frequenta Alda Merini sa che ogni momento della vita viene da lei vissuto due volte. Prima nella realt, poi nella sua proiezione fantastica31: lo scarto tra questi due mondi breve. Non n un glissare n un travisare, bens come avere un orecchio che alteri la domanda. Per spiegare questa particolarit pu forse essere utile una frase, che utilizzo come suggerimento, di Giorgio Manganelli, personaggio a lei caro e da lei ricordato pi volte come grande maestro: Essere distratti quando si cattura una parola che sembra illuminante, e deviare stranamente il discorso, cos che chi ci intrattiene non capisca che mai si abbia in mente.32 Alle volte per tracce di lucidit logica nella risposta alle domande fatte ci sono, ma sono molto sporadiche e comunque brevi. Non esiste, che io sappia, unintervista chiara e logica, cio con tutti i crismi consueti, che vada dallinizio alla fine. Questo un problema, che io preferisco chiamare caratteristica, sollevato da molti; quando non sollevato salta naturalmente agli occhi di chi non si fa depistare dalla riposta orfica, misterica, o semplicemente sbagliata della poetessa. Lamentele di ci si hanno in molti autori; un esempio per tutti in Paolo Mattei, il quale afferma che
30. Op. cit. 31. Dalla Nota di Ambrogio Borsani in Delirio amoroso, il melangolo, Nugae 40, gennaio 1997 (I ed. 1989), p. 109. 32. In La notte, Adelphi, Biblioteca Adelphi n326, settembre 1996, p. 25.

CAP. 1. MERINI RIFIUTATA

37

Nella vita di Alda Merini bisogna entrare in punta di piedi. Anche perch, se sospetta che vuoi rubarle il segreto, il suo segreto di poeta, pronta a innalzare le sue barriere33, e riporta alcuni versi della poetessa: Se qualcuno cercasse di capire il tuo sguardo/Poeta difenditi con ferocia/il tuo sguardo sono cento sguardi che ahim ti hanno/guardato tremando34. Continua poi cos:
La Merini riesce infatti a reinventare anche un genere tutto sommato vecchio come quello dellintervista. Tu [] vuoi parlare della follia [] come forma di esilio; lei, dopo averti ascoltato con calma, ti risponde chiedendoti se per caso hai qualcosa da mangiare [] E se provi di nuovo a seguire la tua logica - spieghi, ti affanni, lasci capire che hai letto i suoi libri e vorresti fare un po dordine fra tante, opposte, sollecitazioni - la vedi appannarsi e farsi sempre pi distante. un pessimo segno, se continua cos nel giro di pochi minuti si perde la sua attenzione. E allora la fine. Molto meglio assecondare i suoi ritmi un po illogici -ed ci che fanno tutti- e proprio per questo, a tratti, geniali. Poi si pu sempre rimettere ordine a posteriori, in quella rete di caos e disordine che sono le sue risposte. Un labirinto allinterno del quale non sempre agevole orientarsi. Pu accadere di tutto [] intimando: Ma questa unintervista oppure, con tutte queste domande, lei vuole rubarmi il mestiere?35.

33. Da Esuli. Dieci scrittori fra diaspora, dissenso e letteratura, presentazione di Gustaw Herling, Paolo Mattei, minimum fax, maggio 1997, p. 185 (nel capitolo Alda Merini: la pazza della porta accanto) [saggio apparso anche nella rivista Poesia n.107, giugno 1997 col titolo Prigioniera della libert]. 34. Da Lo sguardo del Poeta, In Vuoto damore, op. cit., p. 3. 35. Da Esuli, op. cit., pp. 189-190.

Dove non deraglia dai consueti canoni, rispondendo cos alla domanda, la poetessa risponde spesso con brevi incisi, che suonano come sentenze e che tagliano qualsiasi ulteriore sviluppo di comunicazione; succede spesso quando le domande siano da lei considerate sempre le

38

ALDA MERINI

stesse o risultino scottanti. Questi quasi apoftegmi sono di vario tipo: si va dallo scherzoso allo schernevole, dal serio al tragico, dal delizioso al volgare. Quattro brevi esempi: 1) D: Cosa dice ai nuovi poeti? R: Non scrivete! D: Ma cosa devono fare? R: Suicidarsi!36 2) D: Di fronte a un obiettivo si mette subito in posa, si diverte R: Sono una donna dal clic facile37. 3) D: Allora crede nellal di l? R: Mio marito ce lha un al di l. Io no.38 4) Una per strada mi chiede: Che cosha lei pi di me?. Ho detto: Signora, il seno. Infine, unaltra caratteristica, anche questa comprovata da me, la sua enorme generosit, testimoniata da pi o meno tutte le persone che sono andate a trovarla. La sua generosit si manifesta nellelargizione di doni, di tutti i tipi: si va da una tastiera a una fotografia, a innumerevoli poesie. Chi scrive, per esempio, ha ricevuto da lei una gigantografia (47x65cm), fatta dal suo fotografo di fiducia Grittini, che la ritrae assieme ad un mastino, fuori da un bar. Comunque, i suoi doni sono oggi soprattutto poesie, e oggi un periodo che vede accentuata la caratteristica orale, espressa principalmente attraverso telefonate39.

36. Dal mio incontro con lei avvenuto a met dicembre 2003. 37. Da unintervista trovata sulla rete, ora irreperibile, che non riporta n il nome dellintervistatrice n la data (comunque stimabile, da vari indizi, attorno la fine del 2004). 38. Dallintervista fatta il 16 settembre 2002 da Silvia Dipace, in Il multiforme universo della poesia di Alda Merini, op. cit., p. 100 (la cit. ss. a p. 102). 39. In pi parti dei fogli pavesi si trova testimonianza delle ingenti bollette telefoniche e della difficolt a pagarle; si parla pure di chiusure del telefono e di bollette di milioni di lire (il fatto stato anche riferito in pubblico dalla poetessa durante la gi cit. trasmissione di Maurizio Costanzo MCS. Il Diario speciale).

Biografia, biografie
Essendo la poetessa vivente, biografie su di lei che siano in qualche modo complete non esistono. Alcune tracce biografiche sono riportate nei suoi libri ma, ad esclusione delle due introduzioni di Maria Corti a Vuoto damore (1991) e a Fiore di poesia40 (1998), sono insufficienti; risultano non solo insufficienti ma anche fuorvianti i dati e le vicende biografiche, rintracciabili nelle interviste o negli articoli che la riguardano, soprattutto a causa della superficialit di molti giornalisti o critici, che confondo i nomi delle figlie, i luoghi, le opere e le date. Le introduzioni della semiologa, bench affidabili, non sono per molto estese e la biografia seguita in parallelo alle opere della poetessa, per un risultato biobibliografico. Per cui sar costretto ad estrapolare dalle introduzioni della Corti le notizie utili ad un quadro generale della vita della Merini. Per comprendere ancora meglio la vita della poetessa sar utile, in un secondo tempo, vedere come lei stessa vede o ricorda la propria vita, raccontandola come fosse leggenda41. Seguir in ultimo uno specchietto bio-

CAPITOLO II

40. Nella seconda introduzione la Corti ripropone spesso le stesse parole della prima; c per da segnalare che questa seconda affronta opere cronologicamente posteriori e quindi non affrontate in quella precedente. 41. Come si vedr al punto II del presente cap., mi riferisco alle sue due opere Reato di vita, op cit., e Sono nata il ventuno a primavera, a c. Piero Manni, Manni Editore, Pretesti 225, marzo 2005, pp. 101. Giustamente Andrea Cortellessa parla di Legenda Sanctae Alda (La fisica del senso, op. cit., p. 161) e la Alunni di ricordi teatralizzati (in Alda Merini L io in scena, op. cit., p. 27).

40

ALDA MERINI

grafico che, se non avr la completezza (la poetessa viva e i dati disponibili oscuri e contradditori) avr almeno laffidabilit e la rigorosit cronologica. La particolare anormalit della Merini sembra divenire normale (cio voluta e decisa chiaramente) quando constatiamo che conosciamo di lei solo quello che lei vuol farci sapere: La cosa a cui bisogna stare attenti, quando uno si confessa in pubblico, quello che non sta confessando42. Non ci sono veri testimoni che raccontino (tranne le accennate sporadiche dichiarazioni di qualcuno) i vari aspetti della sua vita. lei a tessere le trame della sua biografia che diventa cos (quasi) sempre autobiografia per bocca e penna di altri.

1. Biografia

Alda Merini nata a Milano il 21 marzo 1931 da una famiglia in cui il padre lavorava alle Assicurazioni Generali Venezia e la madre era casalinga. Nella famiglia cera gi una sorella maggiore e arriver un fratello minore. La Merini ha frequentato le scuole professionali allIstituto Laura Solero Mantegazza, cercando poi inutilmente di farsi ammettere al liceo Manzoni perch respinta in italiano. Attorno a questo periodo incomincia a studiare il pianoforte e a quindici anni a scrivere le prime poesie: Silvana Rovelli, cugina di Ada Negri, pass qualche poesia ad Angelo Roman, che a sua volta le pass a Giacinto Spagnoletti, giustamente considerato il vero scopritore della Merini (Corti, 1991, p. VI). La futura poetessa cominci a frequentare nel 1947 la casa di questultimo diventando cos parte della sua cerchia di amici, che comprendeva scrittori, poeti, letterati fra cui: Giorgio Manganelli, Luciano Erba, Davide Turoldo, Maria Corti ed altri ancora. Proprio durante il 1947 venne internata per un mese a Villa Turro, una clinica psichiatrica priva42. Da Alzate larchitrave, carpentieri e Seymour. Introduzione, J.D.Salinger, Einaudi, Nuovi Coralli 382, 1998, p. 140.

CAP. 2. BIOGRAFIA, BIOGRAFIE

41

43. Op. cit. 44. Poetesse del Novecento, Scheiwiller, 1951. 45. La presenza di Orfeo, Schwarz, quinto quaderno della collana di poesie Campionario, gennaio 1953, pp. 36 (tiratura 1000 cp. num.); ora in La presenza di Orfeo, Libri Scheiwiller, Poesia n. 50, giugno 2003 (I ed. settembre 1993), da cui dora in poi citer. 46. Nozze romane, Schwarz Editore, XIII volume della collana Dialoghi col Poeta, 1955; ora in La presenza di Orfeo, Scheiwiller, op cit. 47. Paura di Dio, AllInsegna del Pesce dOro, collana Serie Letteraria, 21 marzo 1955; ora in La presenza di Orfeo, Scheiwiller, op cit. 48. Tu sei Pietro. Anno 1961, a c. Mario Costanzo, Vanni Scheiwiller, AllInsegna del Pesce dOro, Lunario, 21/03/1962, pp. 52 (tiratura 500 cp. num.); ora in La presenza di Orfeo, Scheiwiller, op. cit. 49. Op. cit.

ta, poich incontr le prime ombre nella sua mente (ibi.). Alla sua uscita trov alcuni amici, soprattutto Manganelli e Corti, che le consigliarono dei medici. Nel 1950 Spagnoletti pubblic, per la prima volta, due sue poesie nellAntologia della poesia italiana 1909-194943 che divennero quattro nel 1951 in Poetesse del Novecento44. Dopo la partenza di Manganelli da Milano, nei primi anni 50 la Merini intrattenne rapporti di amicizia e di lavoro con Salvatore Quasimodo. Nel 1953 spos Ettore Carniti, proprietario di alcune panetterie milanesi (ivi p.VII). In quello stesso anno esce il suo primo volume, La presenza di Orfeo45, che sar seguito, nel 55, da Nozze romane46 e da Paura di Dio47; lo stesso anno vedr la nascita della prima figlia, Emanuela. La raccolta successiva Tu sei Pietro48, del 1961, dedicata non allapostolo ma al medico curante della figlia, Pietro appunto. Dal 1965 ha inizio linternamento al manicomio Paolo Pini di Milano che prosegue fino al 1972 con alcuni brevi ritorni in famiglia che vedono anche la nascita della seconda figlia, Barbara. Segue unalternanza di malattia e salute fino al 1979 quando, a detta della Merini stessa, lei torna a scrivere e soprattutto d lavvio ai testi poetici pi intensi (ivi p.VIII), quelli raccolti ne La Terra Santa49. Nel 1981 le muore, dopo una lunga e

42

ALDA MERINI

penosa malattia, il marito Ettore. Rimasta sola, la Merini affitta una camera ad un pittore, Charles, e cominciano le interminabili telefonate al poeta tarantino Michele Pierri, ammiratore della sua poesia (ibi.). Dopo due anni di tribolazioni in questo labirintico triangolo: il marito morto, il pittore presente, il poeta tarantino lontano (ivi p. IX), sposa, alla fine del 1983, il poeta Pierri e si trasferisce a Taranto. Poco prima, grazie allaiuto della Corti, che pu testimoniare la generale ottusa indifferenza degli editori (ivi p. VII), riusc a pubblicare una parte delle poesie che poi formeranno La Terra Santa sulla rivista Il cavallo di Troia. A La Terra Santa, che racconta in versi lesperienza manicomiale, si possono accostare per tematica il diario Laltra verit50 del 1986 e il Delirio amoroso51 del 1989, che raccontano la stessa esperienza ma in prosa. Al periodo tarantino (ottobre 83 - luglio 86) risalgono alcune poesie che appaiono prima in autoedizioni, a volte introvabili (come Rime petrose52, Le pi belle poesie53, La gazza ladra, Per Michele Pierri54), poi quasi tutte vengono raggruppate in diverse raccolte. Nel luglio 1986, la Merini ritorna a Milano dopo aver trascorso a Taranto un periodo alquanto oscuro, soprattutto perch lei poco ne parla, in cui rivisse ancor pi terribilmente gli orrori del manicomio. A Milano va in cura dalla dottoressa Rizzo e riprende pian piano la vita normale, grazie anche alla pubblicazione, su interessamento di Scheiwiller, de Laltra verit. Per sua fortuna e nostra letizia Alda Merini negli ultimi anni Ottanta e nei primi anni Novanta riprende quota, scrive, avvicina gli amici di un tempo (Corti, 1998, p. XIV) e affianca la prosa alla
50. Laltra verit. Diario di una diversa, Libri Scheiwiller, Prosa n.2, maggio 1986, pp. 128. Alcuni passi di questo libro uscirono, prefati da Giorgio Manganelli, nel settembre 1983 sulla rivista Alfabeta. 51. Op. cit. 52. Autoedizione, 1983, pp. 38, ora in La Terra Santa, Scheiwiller, op. cit. 53. Autoedizione, 1983. 54. Queste ultime due opere compaiono in Vuoto damore, op. cit.

CAP. 2. BIOGRAFIA, BIOGRAFIE

43

poesia con Laltra verit, Delirio amoroso gi menzionati Il tormento delle figure55, La pazza della porta accanto56 e altri libri ancora. Laffiancamento dei due generi aumenter per la presenza di entrambi nella stessa raccolta (si veda ad esempio Ipotenusa damore, La palude di Manganelli o Il monarca del re, Unanima indocile57). Per la stessa casa editrice di queste ultime tre opere, La vita felice, esce nel 1993 Titano amori intorno, in cui si celebra luomo di questo periodo, Titano appunto, un barbone che la poetessa ospita in casa. La frequentazione al caff-libreria Chimera, nellarea dei Navigli, con amici letterati, intellettuali e artisti, la porter ad elargire loro molti dattiloscritti tormentati graficamente perch scritti su una oramai vecchia macchina da scrivere priva di nastro (Corti, 1998, p. XVII). La raccolta Ballate non pagate58, che contiene poesie composte dal 1989 al 1994, si ricollega a questa atmosfera difficile e insieme indimenticabile, che era gi desto[a] nel secolo XIII con Bonvesin da la Riva (ibi). Queste poesie sono lo specchio delle esperienze della Merini e in loro vi si canta langoscia per la morte di cari amici (Manganelli, Titano, Pierri e Roberto Volponi). La Corti termina il resoconto introduttivo dando conto dellopera La volpe e il sipario59 in cui si rivela [] costantemente applicata la tecnica della poesia che nasce di getto per via orale e altri trascrivono (ivi p. XVIII). Io posso aggiungere solo due cose ancora. La prima la scomparsa di persone a lei molto care, dalla grande amica Corti al grande amico Scheiwiller. La seconda che, dal 9260 in poi, la Merini
55. il melangolo, nugae 6, 1990, pp. 87. 56. A c. Chicca Gagliardo e Guido Spaini, Bompiani, Tascabili Bompiani n.375 Romanzi e Racconti, 1995, pp. 158. 57. Tutte opere pubblicate presso leditore La vita felice, le prime due del 1992 e la terza del 1996. 58. Einaudi, collezione di poesia n.252, 1995, pp. 112. 59. Girardi Editore, 1997, con una tiratura di 333 copie fuori commercio; la raccolta sar ristampata con lo stesso titolo solo nel novembre 2004 presso la Rizzoli, Piccola Biblioteca La Scala, pp. 103.

44

ALDA MERINI

diventer un fenomeno mass-mediatico che la far essere, dal 2000 al 2005, il poeta pi venduto in Italia61. In questarco di tempo (dal 1992 a oggi) tutti la vorranno e tutti o quasi lei accontenter: dalle apparizioni in televisione (in primis con Maurizio Costanzo, che la fece conoscere al grande pubblico, ma anche con Gigi Marzullo e con Vincenzo Mollica) alle innumerevoli interviste apparse sui quotidiani pi importanti dItalia. Non credo sia per utile fare un elenco delle persone celebri che lei ha conosciuto perch spesso non le frequenter pi dopo gli incontri. Questo prestarsi al pubblico, salvo nei periodi in cui la salute cagionevole le fa disdire gli impegni, ha come conseguenza un aumento esponenziale delle opere. Questa sorta di invasione meriniana, gi accennata nellIntroduzione, si spiega con un fatto molto importante e solo parzialmente nuovo (poich alcune tracce possono vedersi nelle opere del passato): mi riferisco alla caratteristica delloralit e della conseguente facilit di poetizzare il parlato, che gi la Corti aveva segnalato come caratteristica di questi ultimi tempi. A questo fatto si aggiunga la pressione di amici editori (da Nicola Crocetti a Giuseppe DAmbrosio Angelillo, ai microeditori) nel pubblicare qualsiasi foglio o parola della poetessa. Un caso limite si pu vedere in La poesia luogo del nulla62, in cui una poesia non ha un inizio n una fine e pare veramente un delirio. Con la conoscenza acquisita del materiale cartaceo al Fondo Manoscritti
60. Anno in cui apparsa per la prima volta al Maurizio Costanzo Show per presentare la seconda edizione de Laltra verit. 61. Dato ricavato dalla tabella di una articolo di Enzo Golino intitolato I cantieri della poesia e apparso su La Repubblica il 24 marzo 2005. In un sondaggio pi recente (Topo ten della poesia. Leopardi meglio di Dante e Alda Merini batte Petrarca, in www.panorama.it, Cultura e societ, 18.04.08, fatto dalla Societ Dante Alighieri) si riscontra che Alda Merini al 10 posto come poeta pi amato dagli italiani e lunico vivente. 62. Op. cit.; la poesia in questione ha nel suo incipit una prova di ci: e non bastasse debbo anche lavare (p. 32).

CAP. 2. BIOGRAFIA, BIOGRAFIE

45

dellUniversit di Pavia posso asserire che la poesia in questione incompleta e molto probabilmente uno dei tanti fogli volanti che la poetessa era solita regalare e che un critico letterario serio, quale la Corti, avrebbe sicuramente rifiutato per una pubblicazione o almeno avrebbe caldeggiato lautrice a rivederla. Segnalo qui di seguito alcuni nomi di amici, che spesso si confondono in amanti, che lei cita nelle dediche o ne parla alle interviste: Giuliano Grittini, il gi citato fotografo personale delle poetessa nonch suo amico, Giuseppe DAmbrosio Angelillo, amico scrittore che diventer anche un piccolo editore, Acquaviva, dei suoi fogli (piccolo solo perch non conosciuto e che con lei ha pubblicato gi pi di una ventina di libri), J. Manuel Serantes Cristal, che, come lei dice, mi assiste durante le mie bestemmie e le mie preghiere, che diventato il secondo volto di Alda Merini63, Alberto Casiraghi, scrittore, editore, disegnatore ed amico, con cui condivider i libriccini pregiati (vicini a quota mille!) delle edizioni Pulcinoelefante e altri libri che lui illustrer64, e tutti gli amici a noi sconosciuti che forse mai conosceremo ma che hanno orbitato e orbitano attorno alla sua casa.

63. Dalla pref. dellautrice stessa a Ds Cartes (Descartes), op. cit., p. 5. 64. Si veda ad esempio Lanima innamorata, Frassinelli, I Libri di Arnoldo Mosca Mondadori, 2000, Titano amori intorno, op. cit., ma anche Aforismi e magie, Rizzoli, Bur La Scala, 1999 (opera che sceglie alcuni brani dalle Edizioni Pulcinoelefante).

46

ALDA MERINI

2. Autobiografia
La Merini parla spesso, se non esclusivamente, di s, e le notizie della sua vita sono rintracciabili nelle opere di prosa e nelle molte interviste da lei rilasciate. Per un solo libro nato chiaramente come autobiografico, ed Reato di vita65 che qui di seguito sintetizzer. Come accennato nel capitolo precedente, non ci si dovr stupire se si troveranno dati contradditori, mancanze e aporie (tralascio le informazioni gi date come ad esempio la data di nascita e dei matrimoni, e cercher di seguire un ordine cronologico). Il passato e i vissuti vengono molto spesso da lei mitizzati, poetizzati e trasformarti in una vita da leggenda66. La madre, figlia di insegnanti di Lodi, non aveva voluto studiare ma aveva avuto gran buon senso e buona cultura. Il padre, intellettuale molto raffinato e buon tenore, era un assicuratore ed era figlio di un conte di Como e di una contadina di Brunate; egli sapeva educare i figli e fu il primo maestro della Merini (le insegn a leggere, a scrivere e, pi avanti, i segreti della matematica). Da ateo il padre si convert al cattolicesimo per sposare la madre di Alda. A cinque anni, sotto insistenza della figlia, il padre le dovette regalare un vocabolario e a otto aveva mandato a memoria lintera Divina Commedia, facen-

65. Op. cit. Va inoltre ricordato che da poco uscito il libro Sono nata il ventuno a primavera. Diario e nuove poesie, op. cit., che purtroppo un ottimo esempio di come la Merini sia diventata agli occhi delleditore un grande affare: il libro quasi un collage di vecchie dichiarazioni, o affermazioni non nuove, e poesie gi edite che si spacciano per pubblicabili perch seguite da nuove poesie che in totale sono 19. Sullonda del nome si fanno tante cose e non credo allinsaputa dellautrice. Per un esempio peggiore si veda nella mia bibliografia finale il libro Canto Milano (2007), non a caso dello stesso editore. 66. Due gli esempi dove esplicitamente parla di ci: La poesia leggenda specie in et giovanile (in La presenza di Orfeo, Scheiwiller, op. cit., p. 8) e, riferendosi ai suoi cambiamenti, Cos luomo diventa leggenda e la leggenda uomo (Reato di vita, op. cit., p. 38).

CAP. 2. BIOGRAFIA, BIOGRAFIE

47

dosi colpire dalle illustrazioni del Dor, e anche tutta la Delly [] ma il mio entusiasmo era rivolto a Tolstoij, Dostoevskij, Victor Hugo e Andr Gide (cosa che, chi scrive, dubita fortemente, vuoi per let e vuoi per la testimonianza di parecchie contraddizioni). La madre era molto restia nel permettere a questa figlia di leggere; per questo motivo la futura poetessa dovette leggere di nascosto, ma soffrii terribilmente di questi sforzi mentali e soprattutto cominciai a sentire i primi sensi di colpa. Questa madre era una madre fascista, dedita alla disciplina e allordine, era molto bella e per questo motivo ammirata e invidiata dalla Merini. Nel periodo adolescenziale nasce un blocco forse derivante dai veti tremendi della madre ad amare gli altri invece che il Fascio Littorio. Nonostante che la madre fosse stata felicissima a dare la sua fede al duce, il padre non accett di aderire al fascismo e fu mandato al confino. A dieci anni67 la Merini riceve da Maria Jos del Belgio [] il premio per la miglior piccola poetessa italiana68, che consisteva in un libretto della Cassa di Risparmio di mille lire. Cos la Merini descrive se stessa in quegli anni: Di natura malinconica, sempre un po vile nei confronti della prepotenza dei coetanei, mi ero creata la mia immaginazione segreta e una inveterata solitudine che pi tardi avrebbe generato la mia nevrosi, e ancora: Mi mancava leffusione degli altri bambini e finii per adagiarmi in una vita contemplativa, quasi sacrificale. A nove anni sinnamora del coetaneo Roberto, figlio di un violinista della Scala, con cui voleva scappare di casa; ma il fatto venne scoperto e la vigilanza della madre, per evitare lo scandalo, aument. A questo ragazzo furono dedicate le prime liriche scopiazzate, come lei stessa dice, dal Corrierino dei Piccoli, imparando cos lendecasillabo dalle didascalie dei vari Corrierini69, sebbene i
67. Che sono otto in Sono nata il ventuno a primavera, op. cit., p. 14. 68. In ibi. parla di diploma di poeta.

48

ALDA MERINI

modelli di cultura [rimanessero] pur sempre i libri del padre. Nel frattempo continuava ad avere amori e a sedici anni scapp con un fornaio. Disgraziatamente tutti i miei amori si risolvevano in una frode romantica perch le mie compagne riuscivano sempre a portarmi via i ragazzi e cominciai a soffrire di quelle strane crisi di abbandono di cui ancora soffro. Durante il primo bombardamento su Milano nasce il fratello e dopo il secondo bombardamento (ottobre 1943) la famiglia deve lasciare la citt per riparare nel novarese (Fu quello stato di cose che decise poi della mia nevrosi70) dove la Merini alterner il lavoro di mondina con lo studio del pianoforte. Bench Gli spaventi provati, noi senza dimora, il sovraccarico di mio fratello [] fecero s che mincupissi sempre pi e anche se Noi, nella casa di fortuna di Trecate, accampati in qualche modo in ununica stanza, ci arrangiavamo alla meno peggio, tuttavia, per loramai dimostrata contraddittoriet della poetessa, furono anni felici. La famiglia ritorna a Milano a piedi e approda sul Naviglio71, in uno scantinato accanto
69. Una segnalazione a esempio delle sue molteplici contraddizioni: a otto anni aveva detto di aver mandato a memoria lintera Divina Commedia, ma ora afferma di aver imparato lendecasillabo dal Corrierino dei Piccoli, che in realt in ottonari; come se non bastasse, in Sono nata il ventuno a primavera, op. cit., dir di aver imparato a memoria la prima cantica (p. 16). Inoltre, in Antenate bestie da manicomio, op.cit., p. 52, citando gli ottonari del Corrierino afferma: memorizzavo quegli endecasillabi; lerrore metrico contagia anche i critici (ad es. la Alunni non se ne accorge, in Alda Merini. Lio in scena, op. cit., p. 11). E ancora: lo scopritore ufficiale, Giacinto Spagnoletti, scriveva in unanalisi su di lei che ha letto finora pochi e non sempre buoni libri, e ignora del tutto, per esempio, la Divina Commedia (in Antologia della poesia italiana (1909-1949), op. cit., ora in La Terra Santa, Scheiwiller, op. cit., pp. 165-166). 70. Molteplici, contradditori e non affidabili sono i motivi indicati dalla poetessa di Milano per la sua malattia, una malattia che molto spesso divenuta unentit, unidea, un concetto subito idealizzato 71. Per tutta la vita la Merini abiter sul Naviglio, ad eccezione del periodo manicomiale e di quello tarantino. Nonostante ci, lei ricuser

CAP. 2. BIOGRAFIA, BIOGRAFIE

49

alla casa di Giacinto Spagnoletti. L rimase fino a sedici anni. Proprio grazie a Spagnoletti entrer a far parte della prima societ poetica:
Spagnoletti, pieno di premure, mi apr la sua casa [] Io ero la pi giovane di quei poeti e la meno istruita, e mi fu data la Storia della letteratura del De Sanctis. La scelta dei testi da leggere fu dunque influenzata dalle indicazioni di Manganelli, Spagnoletti, Erba, Camillo De Piaz, Turoldo, Quasimodo che, di volta in volta, mi raccomandavano le loro letture preferite. Potei cos interiorizzare la cultura di quei grandi personaggi e conoscerli nellintimo.

assieme ad altri importanti personaggi milanesi dellepoca, come Anna Banti, Violetta Besesti, le sorelle Maruccelli, le sorelle Fontana, Maria Luisa Spaziani. Segue poi una segnalazione importante: Se vero che Spagnoletti fu il primo a scoprire la mia poesia (andava leggendo le mie liriche per i salotti letterari con oh di meraviglia), fu la contessa Borletti a pagare sessantamila lire ad Arturo Schwarz per la prima stampa. Oltre a riuscire a viaggiare per tutta lItalia grazie al padre, la Merini veniva ospitata per tre mesi allanno a Meana di Susa, in Val dAosta, dagli zii. Lo zio, tenente colonnello e spadaccino, aveva tenute da caccia grandi e alla sua casa convergevano i duchi dAosta, i blasonati, Hemingway, Dogliotti, Mangiarotti, mia cugina alla lontana Nanda Pivano72, la nota americanista da poco scomparsa.

pi volte la definizione di poetessa dei Navigli e non solo perch non mi garba proprio. Il Naviglio non quello di una volta (da Confessione di un poeta. Racconti, a c. Giuseppe DAmbrosio Angelillo, Acquaviva, dicembre 2006, p. 61). A questo proposito si segnala un suo libro (Le zolle dacqua, op. cit.) che riporta sotto il nome la dicitura: poetessa ai Navigli e in unintroduzione (Baldanza della cenere, Zanetto Editore, aprile 2007, p. 5) definita: la musa dei Navigli. 72. In Sono nata il ventuno a primavera, op. cit., p. 14, afferma passasse anche Croce.

50

ALDA MERINI

73. In ivi pp. 17-18 c unaltra sua variante che riporto perch importante: ho fatto una poderosa cura dimagrante a base dinon mangiare, per cui mi sono guadagnata un esaurimento nervoso e sono caduta in unanoressia potente che poi ho curato con lo shock da insulina. [] Mi venuta la grande cecit isterica, non ci vedevo pi; per circa tre anni sono stata cieca e ho girato per tutti gli oculisti []; qui si dubita di un periodo cos lungo di malattia oppure va riferito ad anni precedenti, ma ulteriori tracce non se ne trovano.

A quindici anni era stata mandata a Torino per una grave anoressia, iniziata durante la guerra a causa della vera fame che si era provata ed aggravatasi per il dolore causatomi dallinterruzione degli studi ordinati dalla madre, poich era nato il fratello e non cera da mangiare per tutti. I miei zii mi fecero curare dai migliori neurologi di Torino, ma non volevo guarire. Afflitta da una tremenda cecit isterica si riprese dopo un mese circa73. In questo periodo incontra Manganelli, che malgrado fosse gi sposato [] aveva paura di toccarmi e non sapeva come dirmi che mi voleva bene. Manganelli laffid alle cure di Fornari; ma i tre poi litigarono e Manganelli, non riuscendo ad ottenere un divorzio consensuale dalla moglie e vedendosi portar via la figlia, fugg da Milano. Per consolarmi della fuga di Manganelli finii tra le braccia di Quasimodo che, riuscendo ad amare tre o quattro donne alla volta, era pi permissivo. Le parole che usa in questa autobiografia per descrivere la sua cerchia di amici di quel tempo sono particolari e contraddittorie se accostate ad altre sue. Non voglio segnalare il confronto con questi contradditori giudizi ma riporto semplicemente qualche frase a loro dedicata: David Maria Turoldo [] come me fu un avido sognatore. [] dopo vari miei tentativi di piegare David a sentirsi santo, quel mio continuo chiedergli grazia fin per irritarlo. Non voleva assolutamente essere considerato un uomo diseguale, diverso; Pasolini era scattante, simultaneo, apparentemente duro di cuore [] era fattivo, volitivo, tempestoso [] segue una frase che la coglie in flagrante ma forse involontaria invenzione: Pi tardi

CAP. 2. BIOGRAFIA, BIOGRAFIE

51

Nelo Risi gli propose [a Pasolini] la messa in scena del Diario, ma non se ne fece nulla; invenzione poich Pasolini mor nel 1975 e a quel tempo la Merini frequentava ancora il manicomio di Milano e il suo libro non era ancora uscito. Successivamente, per volont soprattutto della madre, sposa Ettore Carniti bench il suo proposito fosse quello di entrare in convento. Il marito, spesso ritenuto da alcuni il fautore del suo internamento, viene qui difeso dalla poetessa, sebbene in alcune dichiarazioni ne parli molto male74; anche qui i suoi giudizi sono contradditori. Con la frase seguente, considerata da me fra le pi adatte alla conoscenza del mondo merinano, la poetessa inizia a parlare del suo internamento: per me il manicomio stato un formidabile punto di osservazione; e continua: malgrado tutta la mia preparazione culturale, ci che mi ha salvata stato lo stupore, la capacit di stupirmi, pi che arrabbiarmi, di fronte alla perdita di dignit dellessere umano. Poi si trovano asserzioni che sollevano ulteriori dubbi, come ad esempio: Ho accettato il manicomio perch mio padre non credeva in Dio, non credeva negli uomini e Quando mia madre mor trovai un sostituto alla sua protezione nel manicomio, che divenne la mia seconda casa, la mia seconda madre. Non stata una frattura, ma una continuit della mia vita reale. Pi che dubitare, poco si capisce e forse proprio non le si crede; infatti alcune righe dopo riesce a dire Tutto sommato ero una bambina felice, talmente felice che spesse volte piangevo e pregavo Dio di castigarmi, per terminare con Quando mi ritrovai in manicomio, ogni tortura mi sembrava adatta al caso e chiedevo soccorso solo quando rischiavo di morire. Grazie a Spagnoletti la poetessa conobbe Michele
74. Tra le varie dichiarazioni segnalo una sicura poich sentita in prima persona (nella conferenza tenutasi a Trieste il 22 aprile 2002 al Circolo Culturale S. Caterina da Siena): mio marito era un alcolista che mi ha sempre maltrattata.

52

ALDA MERINI

Pierri, un poeta di Taranto, fondatore dellAccademia Salentina e amico di Maria Corti, Ungaretti, Quasimodo, chirurgo valentissimo, che diverr, dopo la morte di Ettore, suo secondo marito. La futura coppia si era sentita per telefono per quattro anni e per telefono i due decisero di sposarsi bench non si fossero mai visti. A far s che i due si sposassero fu lo stabilirsi in casa sua di Charles, uno sciupafemmine che non pagava laffitto e mangiava a sbafo: Pierri, saputa la cosa, mand un telegramma con scritto ti sposo subito portandola via da Milano. Tramite un padre G. i due futuri coniugi si confideranno il reciproco amore e grazie a lui riuscir a convincere Ettore a rassegnarsi alla morte e a lasciarla andare sposa a questo grande vecchio, che poi mi accompagn per lultima parte, la conclusione, della mia seconda ricaduta della follia. Scesa a Taranto, per quattro anni fu sposa felice bench Michele fosse gelosissimo: con un gesso faceva cerchiolini intorno alle sedie per vedere se qualcuno era venuto a trovarmi [] e io languivo nella pi nera solitudine. Il marito tarantino continuava a fare il paragone tra me e la povera signora Pierri, sicch un giorno, malata di nevrosi e di nostalgia di Milano, me ne tornai nella mia casa sul Naviglio, trovando giovani che la amavano per la sua poesia e vecchi che si ricordavano del suo internamento. Il Portinaio una figura che viene spesso citata dalla Merini come mostruosa ma non mai definita chiaramente75. In unautobiografia, come il libro in questione, lecito pensare di poter trovare una descrizione in qualche modo chiara, ma non cos: Ho durato fatica in tutti questi anni a cercar di capire se il Portinaio intrigante e Padre R.76, avessero visitato il mio corpo oltre che la mia
75. Di lui ne parla con i suoi soliti modi: accenni allusivi, sottintesi sconosciuti, parole forti e parole oscure. 76. Pi di una poesia indirizzata a questo uomo di chiesa. Padre Riccardo, questo il suo nome completo, non corrispose allamore della poetessa, almeno non nel modo che lei avrebbe voluto.

CAP. 2. BIOGRAFIA, BIOGRAFIE

53

mente, ma non ho avuto risposte soddisfacenti, solo derisioni e ammiccamenti e ci fa subito capire che molte questioni e moltissimi dubbi rimarranno sempre irrisolti (Se allora potevo scrivere pagine ispirate era perch il Divino, di cui nel delirio mistico facevo esperienza, io lo vedevo incarnato in padre R. e il turpe individuo che di notte mi violentava si incarnava nella figura del Portinaio). Ecco comparire accanto a me Titano [] barbone di accezione parigina che lei ospiter, amer, odier, gli lascer per un po la casa e gli dedicher molte poesie. Lautobiografia qui termina77. Altre e successive tracce (auto)biografiche sono sparse nelle poesie, nelle interviste, nelle prose seguite a Reato di vita e formano un labirinto che non ha uscite o che al contrario ne ha troppe: la schematicit del paragrafo successivo, che confido faccia un po di chiarezza sul materiale incandescente della Merini, stata creata per questo motivo.

77. Va precisato che lautobiografia solo la prima parte del libro Reato di vita, op. cit.; a questa sezione seguono delle poesie, poi degli atti di un seminario e si conclude con due interviste.

54

ALDA MERINI

3. Cronologia
Da queste due biografie e dai dati biografici sparsi, disponibili nelle molte opere della poetessa milanese, ho tratto la seguente sintesi che agevoler la consultazione biografica. 1931 Il 21 marzo nasce a Milano Alda Merini da Nemo Merini e [?]. Ha una sorella maggiore di nome Anna. 1943 Durante il secondo bombardamento su Milano, avvenuto il 14 ottobre, la famiglia Merini costretta a lasciare Milano e recarsi a Novara assieme al fratello Ezio nato da poco (1942). Anni quaranta. A guerra finita, la famiglia Merini rientra a Milano. La Merini frequenta le scuole professionali allIstituto Laura Solero Mantegazza, tentando, senza riuscirci, di entrare al Liceo Classico. Attorno ai quindici anni comincia a scrivere le prime poesie che vengono notate dallinsegnante di latino Silvana Rovelli e che, con una catena di conoscenze, arriveranno a Giacinto Spagnoletti, suo ufficiale scopritore. 1947 Da questa data comincia a frequentare la casa di Spagnoletti e le persone che vi circolano, fra cui Giorgio Manganelli, Luciano Erba, Davide Turoldo, Maria Corti e altri. In questanno si manifestano i primi sintomi della malattia mentale che la porteranno ad un ricovero di un mese. Alla sua uscita trova alcuni amici (soprattutto Corti e Manganelli) che la aiutano e le consigliano dei medici. Con Manganelli lamicizia si trasforma in amore (fino al 49). 1950 Esce grazie a Spagnoletti lAntologia della poesia italiana 1909-1949 che vede pubblicate due poesie della poetessa. Lanno dopo, queste due poesie pi altre due saranno pubblicate dalleditore Scheiwiller in Poetesse del Novecento. Anni 50 La cerchia degli amici di Spagnoletti, ora amici

CAP. 2. BIOGRAFIA, BIOGRAFIE

55

anche della Merini, si allarga comprendendo Carlo Betocchi, Camillo De Piaz, Pier Paolo Pasolini, Giovanni Raboni e altri. Instaura un rapporto di amicizia e di lavoro con Salvatore Quasimodo che durer fino al 53. 1953 Sposa Ettore Carniti, proprietario di alcune panetterie di Milano. Esce La presenza di Orfeo. 1954 Muore la madre. 1955 Muore il padre, nasce Emanuela ed escono Paura di Dio, Nozze romane. 1958 Nasce la secondogenita Flavia. Quasimodo inserir alcune liriche della poetessa nel volume Poesia italiana del dopoguerra. 1961 Esce Tu sei Pietro. 1965/72 Viene internata al manicomio Paolo Pini di Milano e, nei parziali ritorni in famiglia, d alla luce altre due figlie, Barbara e Simona. 1972/79 Questi anni vedono un alternarsi di periodi di malattia e salute fino al 1979, anno in cui la poetessa ricomincia a scrivere poesie, successivamente raccolte in Destinati a morire (1981), La Terra Santa (1983), Il volume del canto (1991), Lettere al Dottor G (2008). 1980 Esce Destinati a morire. 1981 Il marito Ettore Carniti muore il 7 luglio dopo una lunga agonia. Affitta una camera al pittore Charles e inizia una comunicazione telefonica, che si protrarr per due anni, con il poeta tarantino Michele Pierri, che infine sposer. 1983 Escono La Terra Santa (febbraio) e alcuni passi, prefati da Manganelli, de Laltra verit (settembre); sposa in ottobre Michele Pierri, anche lui al secondo matrimonio, e si trasferisce a Taranto. Le poesie di questo periodo saranno raggruppate in Rime petrose e Le pi belle poesie, che usciranno nello stesso anno, e in La gazza ladra e Per Michele Pierri (raccolte successivamente in Vuoto damore, 1991). 1984 Esce La Terra Santa e altre poesie. 1985 Vince il Premio Cittadella (per La Terra Santa).

56

ALDA MERINI

1986 Torna a Milano dopo un periodo di internamento passato a Taranto, ben peggiore di quello gi subito. A Milano si cura con la psichiatra Marcella Rizzo e ricomincia a scrivere e soprattutto a frequentare gli amici di un tempo, fra cui Scheiwiller che le pubblica, nello stesso anno, Laltra verit, il suo primo testo in prosa. 1988 Il 24 gennaio muore il marito Michele Pierri. Esce la raccolta poetica Testamento, curata da Giovanni Raboni. 1989/90 Durante linverno frequenta, nellarea dei Navigli, il caff-libreria Chimera dove era solita offrire dattiloscritti agli amici e agli avventori. Le poesie saranno poi raggruppate nelle Ballate non pagate (1995) che le far vincere il Premio Viareggio nel 1996. Due prose saranno presto pubblicate: Delirio amoroso (1989) e Il tormento delle figure (1990). 1990 Esce Il tormento delle figure. Giorgio Manganelli muore il 28 maggio 1990; questa esperienza sar allorigine de La palude di Manganelli o il monarca del re (1992). 1992 Compare per le prima volta in televisione al Maurizio Costanzo Show per le presentazione della seconda edizione de Laltra verit (il conduttore sar poi ricordato nella Lettera a Maurizio Costanzo, 1995). Questo fatto avr notevoli ripercussioni nella vita della poetessa (altre volte comparir in televisione) e in qualche modo anche nella sua opera. Nasce (gennaio) un fiume editoriale (900 libriccini!) per lamico scrittore e disegnatore Alberto Casiraghi nelle sue Edizioni Pulcinoelefante che si protrarr per almeno due lustri. Esce La palude di Manganelli o il monarca del re. 1993 Esce Titano amori intorno, opera dedicata al clochard Titano che ospita a casa, che amer e da cui verr abbandonata. Le assegnato Il Premio LibrexGuggenheim Eugenio Montale per la Poesia. 1994 Muore Paolo Volponi, grande amico delle poetessa. Esce Reato di vita.

CAP. 2. BIOGRAFIA, BIOGRAFIE

57

1995 Escono Ballate non pagate, Lettera a Maurizio Costanzo, La pazza della porta accanto. Riceve il vitalizio Bacchelli. Lattrice Licia Maglietta adatta e porta in scena Delirio amoroso. 1996 Escono La vita felice. Sillabario, Unanima indocile. Vince il Premio Viareggio con Ballate non pagate. 1997 Assegnazione del Premio Procida Elsa Morante. 1998 Maria Corti cura lantologia Fiore di poesia. 1999 Assegnazione del Premio della Presidenza del Consiglio dei Ministri Settore Poesia. Nellottobre muore lamico editore Vanni Scheiwiller. 2000ca Le comparizioni in televisione vanno scemando a causa della salute della poetessa ma vanno aumentando, in verit gi da fine anni 90, i libriccini fatti con le poesie dettate al telefono o i fogli da lei donati agli ospiti della sua casa. 2000 Esce Lanima innamorata e Superba la notte. Riceve lonorificenza di Commendatore del Lavoro. 2001 Esce Corpo damore. candidata dal Pen Club al Nobel per la Letteratura. 2002 In febbraio muore Maria Corti. Esce Magnificat. 2003 Esce La carne degli angeli. Riceve lAmbrogino doro da parte della citt di Milano. 2004 Nel marzo ricoverata allOspedale San Paolo per dolori allanca. Da questa esperienza nasce Il poema della croce, che esce nel novembre dello stesso anno. Riceve lonorificenza del Presidente della Repubblica ai Benemeriti della Cultura. 2005 Escono Uomini miei, Le briglie doro (giugno), Nel cerchio di un pensiero (ottobre). Esce il CD Poema della croce di Giovanni Nuti, con cui la poetessa avvia un sodalizio che dura ancora, partecipando a volte agli spettacoli. 2006 Escono Canzone dellultimo amore (febbraio), Alda & io (aprile) e limportante Cantico dei Vangeli (ottobre). 2007 A gennaio viene esclusa dalla 57esima ediz. del Festival della Canzone Italiana di Sanremo la canzone

58

ALDA MERINI

Sullorlo della grandezza, scritta dalla poetessa per Giovanni Nuti. Escono Canto Milano, il CD Giovanni Nuti canta Alda Merini. Rasoi di seta (Maggio), La nera novella (agosto), Francesco (settembre), Colpe dimmagini (novembre). LUniversit di Messina le conferisce la laurea honoris causa in Teorie della comunicazione e dei linguaggi. 2008 Continuano a susseguirsi i reading ai concerti di Giovanni Nuti. In aprile intervistata nella trasmissione televisiva di Paolo Bonolis Il senso della vita. Escono Sonetti damore e angeliche pene (marzo), Lettere al dottor G (agosto), Antenate bestie da manicomio (settembre), Mistica damore (ottobre). 2009 Durante la serata inaugurale della 59esima ediz. del Festival della Canzone Italiana di Sanremo (febbraio), viene letta dal presentatore Paolo Bonolis la poesia Caro Sanremo. Sempre a febbraio escono i brani Il regno delle donne (musicato da Nuti) e Il nero e il bacio (di Niki Nicolai e Stefano Di Battista). In aprile ospite su Italia 1 al Chiambretti Night e in maggio esce La scopata di Manganelli. A settembre esce Padre mio, si costituisce a Milano il Comitato Pro Nobel Alda Merini Pronome e alla 65a Mostra Internazionale del Cinema di Venezia viene presentato il documentario Una donna sul palcoscenico di Cosimo Damiano Damato. stato annunciato Memorie di una donna felice (Acquaviva) e a novembre, oltre a ricevere il Premio Trieste Poesia 2009 assegnatole a settembre, dovrebbe uscire Mi chiamo Alda Merini (Manni).

La produzione poetica iniziale di Alda Merini religiosa. Le prime poesie si presentano come un colloquio con unentit che solo poche volte ha a che fare con la religione cattolica. Pi in generale, la religione che si palesa un cristianesimo personale, alterato dallinterrogarsi sullesistenza e da un modo quasi colloquiale di interagire e porsi col divino. Soprattutto per questultimo fattore, la poetessa stata avvicinata spesso, ma grossolanamente, al misticismo, che ora si affronter per chiarire e per dissipare, ove possibile, gli eventuali dubbi. Lapproccio di vedere Alda Merini una mistica un approccio superficiale che non rende giustizia alla verit seppure, nel cercare di dare una definizione alle prime poesie meriniane, soprattutto a una lettura poco attenta, si tentati di inscriverla nel filone mistico. A mio parere, la Merini della prima produzione, e in maggior grado in quella della seconda, non rientra nella corrente del misticismo, ma tuttal pi se ne avvicina. Ora si vedr il perch. Marco Vannini, uno dei pi autorevoli studiosi di mistica speculativa, nel definire che cosa sia la mistica afferma due cose. La prima cosa di
riportare il termine mistica al suo senso greco originario, nel quale esso non era sostantivo, ma aggettivo di teologia, e indicava perci una scienza di Dio, un discorso su Dio [] chiuso, riservato, riguardo al quale sono opportuni il silenzio, la quiete. La segretezza, il silenzio, la quiete, cui la teologia mistica rimanda, non sono per affatto da intendersi nel senso di esoterismo, o di rivelazioni private; tutto ci , anzi, negato dalla mistica78.

Il primo periodo

CAPITOLO III

60

ALDA MERINI

quindi un discorso di principio filologico, sempre utile e spesso obbligatorio per la ricerca del significato vero, originario. La seconda cosa dare una vera e propria definizione: Intendiamo [] per mistica lesperienza dellUno, ossia dellunit profonda [] tra uomo e Dio; questa breve ma centrata definizione allontana la poetessa milanese dal misticismo poich ella, con il Dio cristiano o con il divino pi in generale, non ha ununit profonda, un legame proprio. La Merini non spartisce niente con Dio, poich interrogarlo, parlargli e lodarlo non la rende unita a lui. Il rapporto sempre quello di un soggetto che comunica con un Dio senza che questultimo contraccambi in qualche cosa. Insomma, non c unione non c scambio. Vannini, pi avanti, approfondisce ulteriormente: Nella rimozione della volont personale, nellestinzione di ogni desiderio e contenuto, il mistico sa che la sua volont diventata volont di Dio, il suo intelletto diventato lintelletto di Dio, dunque il suo io diventato lio di Dio79, ma la poetessa non rimuove la propria volont, anzi, la afferma prepotentemente, arrivando a volte ad un rapporto conflittuale. Vero che moltissime sono le possibili definizioni di mistica e misticismo: qui si voluto seguire quella originaria, bench chi scriva crede che in qualche modo un certo misticismo le si possa rintracciare, ma un misticismo assai diverso da quello originario, e pi in potenza che in atto. Mi spiegher tra breve. Tutta la produzione meriniana scaturisce da ci che la poetessa vive, dalla sua esperienza concreta, mentale e soprattutto dal suo specifico stato danimo, che le fa da lente in ogni occasione; e loccasione per lei la vita stessa, la sua sola fons autentica, la vita vissuta e sofferta80. Gi dalla prima poesia, che compa78. DallIntroduzione a Storia della mistica occidentale, Mondadori, Oscar Storia n.373, febbraio 2005 (I ed. ottobre 1999, ma col titolo Il volto del Dio nascosto, Mondadori, Civilt e religione), p. 9 (corsivo dellautore). La cit. ss. a p. 10. 79. Ivi p. 11.

Potrebbero piacerti anche