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di Carlo Sini
1 Cfr. Diario del '71 e del '72, in Tutte le poesie, a cura di G. Zampa, Milano, Mondadori,
1997, pp. 421-520; e Quaderno di quattro anni, in Tutte le poesie, cit., pp. 521-643.
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Il soggetto poetico in Montale
Questa lirica del Diario del '72, col suo titolo emblematico (La
caduta del valori) esibisce da un lato la nota ironia montaliana nei
confronti della «cultura della crisi» che discetta a vuoto e in realtà
compiaciuta sulla «decadenza»; ma più in profondo è dato cogliere
un sano gesto viscerale di rifiuto, che spazza, come un colpo di ven
to benefico, la chiacchiera dei ripetitori «culturali» per ricongiungersi
alla pulsazione dell'attimo vivente, ignaro di categorie e di gerarchie.
Come diceva Nietzsche (che qui sembra persino riecheggiato), non
hai più né alto né basso, né sopra né sotto: slanciati e vola. Proprio
la vita, con la sua presenza immemore, dissolve nell'attimo tutte le
maschere del tempo, là dove gli «esistenzialisti» alla moda pretende
vano di leggere la «costituzione del valore».
Su questa decostruzione del tempo (ed è un secondo grande
tema) Montale è tornato a più riprese. Si ricordi la celebre chiusa di
Annetta:
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Ogni età, infatti, è fuori del tempo, poiché vive nell'attimo eterno
di un presente senza tempo. La giovinezza dell'attimo non è quella
che passa, per cui illusoriamente ci diciamo vecchi o giovani. L'età
ha la contemporaneità eterna dell'evento, quella contemporaneità che
è propria della natura: la «immobile solitudine delle marmotte» e lo
«squillo d'allarme delle ghiandaie»9•
L'evento in natura, lo strappo dell'istante, il suo «stacco», non
sono in successione:
8 Sorapis, 40 anni fa, in Diario del '71 e del '72, cit., p. 514.
9 Ibidem.
10 Cfr. In un giardino 'italiano', in Diario del '71 e del '72, cit., p. 492.
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[...] Io ch'ero
il Tempo lo abbandono. Ed a te che sei l'unico
mio ascoltatore dico cerca di vivere
nel fuordeltempo, quello che nessuno
può misurare [ ... ] 13 .
Della vecchia pendola non resterà che <<la sua traccia nell'intonaco»14•
Il fuordeltempo non è però da intendersi come fuga, rinuncia o
evasione. Esso è piuttosto la concentrazione dell'istante: soglia dell'at
timo che ha l'intemporalità del «frammezzo», come direbbe Heideg
ger. Ecco che alla tartaruga e alla pendola fa eco la figura, fuori da
ogni tempo, del vecchio giardiniere, che «si ciba di funghi prataioli»:
14 Ibidem.
15 Intermezzo, in Diario del '71 e del '72, cit., p. 528.
16 Quaderno di quattro anni, cit., p. 567.
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[. ..]
[ . . ,]
Si ritiene
che il Re dei pescatori non cerchi altro
che anime.
Io ne ho visto più d'uno
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Il soggetto poetico in Montale
Spenta l'identità
si può essere vivi
nella neutralità
della pigna svuotata dei pinòli
e ignara che l'attende il forno.
Attenderà forse giorno dopo giorno
senza sapere di essere se stessa20.
È allora decisivo per noi intendere bene la lirica del Diario del
'71, A questo punto:
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Il soggetto poetico in Montale
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Il tutto, si potrebbe dire, della pigna svuotata dei pinoli, cioè del
le ragioni e delle controragioni. Il tutto della terra, amata e non trat�
tenuta, la cui verità varca ogni muro del sapere e del volere, ogm
astratta alternativa tra senso e non senso.
E ora non più che qualche riflessione, conclusiva del discorso,
non del tema. Se leggiamo Montale sotto il profilo, certo anche im
proprio, di un itinerario di pensiero, scopriamo che in realtà la su.a
poesia scandaglia e insieme fronteggia, con costante impegno, le radi
ci di quella «insensatezza» del vivere che ci caratterizza come con
temporanei. La sua poesia ne coglie ad esempio il punto nella nostra
evidente impossibilità e incapacità di vivere il tempo, individuale e
collettivo, storico e psicologico, come luogo di realizzazione compiuta
dell'umano. Attorno a noi prevalgono il vuoto fragore, la cieca vio
lenza, la dispersione nichilistica, sicché la vita di ognuno ristagna
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31 Il trionfo della spazzatura, in Diario del '71 e del '72, cit., p. 459.
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