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Zhu Wen

L’AUTORE CHE “AMA I DOLLARI”


In cinese si intitola “Wo ai meiyuan”, letteralmente “Io amo i dollari”,
il racconto che apre il primo libro tradotto in italiano di Zhu
Wen, scrittore e cineasta (premiato a Venezia e a Berlino) tra i
più noti e discussi in Cina. La dichiarazione inquadra non soltanto
la vicenda narrata nel racconto, ma anche il nichilismo che
accomuna i personaggi delle altre cinque storie contenute nella
raccolta (Dollari, la mia passione, Metropoli d’Asia 2010).
È una Cina sovraffollata e fissata con il denaro quella ritratta nei
racconti di Zhu Wen. Nonostante la violenza, la suspence e le
situazioni paradossali della sua narrativa, il tono di Zhu Wen si
mantiene sempre distaccato: l’assurdità del mondo che racconta e
l’impotenza degli uomini di farle fronte è quasi normale, tanto che
non sembra ci sia ragione di scomporsi.
La carriera di Zhu Wen, che fino al 1994 ha lavorato come
ingegnere in una centrale termoelettrica, è iniziata proprio con il
racconto “Io amo i dollari”. Da allora è diventato una delle figure
centrali del panorama letterario cinese. Nel 1998 è stato tra i
promotori del movimento di “rottura” (duanlie) che, da Nanchino,
tentò di dare voce al malcontento degli scrittori nei confronti
dell’establishment letterario cinese e di spingere le nuove
generazioni alla ricerca dell’originalità.
Zhu Wen è autore di poesie, raccolte di racconti e di un romanzo
(Shenme shi laji, shenme shi ai, “Cos’è spazzatura, cos’è amore”).
Ha diretto tre film: Seafood, che nel 2001 ha vinto il Gran Premio
della Giuria al Festival del Cinema di Venezia, South of the Clouds,
che nel 2004 ha ottenuto il Premio NETPAC al Festival di Berlino e
un terzo appena terminato.

Una raccolta di racconti che offre un ampio spaccato della Cina


degli anni '90 e 2000, un'epoca di transizione in cui la società
appare sempre più segnata dallo sviluppo del capitalismo che è
subentrato all'economia pianificata dell'era maoista. Individui
sradicati e inconcludenti, ossessionati dai soldi, si aggirano sullo
sfondo di scenari urbani della Cina contemporanea, fra ristoranti a
buon mercato, fabbriche sull'orlo del fallimento, strade sovraffollate,
stanze anguste condivise da più inquilini. Bassezze e meschinità di
un'umanità confusa e variegata sono oggetto della spietata satira
dell'autore: mafiosi di provincia, operai sfruttati, dipendenti di
cliniche private che seguono ancora i dettami comunisti, un figlio
che cerca una prostituta adolescente per il padre... Le storie di Zhu
Wen dipingono con umorismo e schiettezza la tragicomica realtà
quotidiana in una società in continuo cambiamento, intrappolata fra
capitalismo e comunismo, caratterizzata da un febbrile
individualismo e da improvvise esplosioni di violenza.
Cosa pensano, come si comportano gli abitanti di un paese che
cambia? In questi racconti di straordinaria scrittura c'è un
protagonista tanto smarrito quanto determinato a trovare una sua
strada nel momento in cui le tutele svaniscono, ogni forma di
protezione e di costrizione evapora in un contesto di incertezza e
stupore. Il suo sguardo ricorda quello di un Buster Keaton,
comicamente affondato nel nonsense.

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