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LA VITA
L’esteta
Secondo i principi dell’estetismo bisognava fare della vita un’opera d’arte. Durante la sua vita d’Annunzio puntò
sempre a questo obiettivo.
Nacque nel 1863 a Pescara da una famiglia borghese, studiò in una delle scuole più aristocratiche dell’Italia del
tempo. Ebbe un primo successo con un libretto di versi, Primo vere, che suscitò una certa risonanza. Raggiunta la
licenza liceale, a diciotto anni, si trasferì a Roma, per frequentare l’università. In realtà abbandonò presto gli studi e
andò a lavorare per redazioni di giornali.
Per alcuni anni esercitò la professione di giornalista. All’inizio degli anni Novanta si trasferì a Napoli e scrisse per il
giornale “Mattino”.
In campo letterario si fece subito notare sia attraverso una produzione di versi di contenuti erotici, sia per la sua vita
scandalosa caratterizzata da avventure, lusso, duelli. Si rifugiò in un mondo di pura arte e che rifiutava la mediocrità.
Il superuomo
Durante la fase estetizzante, d’Annunzio attraversò una crisi dovuta alla svolta degli anni Novanta. Lo scrittore così
trovò una nuova soluzione nel mito del superuomo.
Nella realtà, d’Annunzio voleva vivere una vita eccezionale e non una vita comune. I borghesi erano affascinati
soprattutto dalla villa della Capponcina dove lo scrittore viveva da principe.
Attraverso le sue esibizioni clamorose ed i suoi scandali, d’Annunzio attirava l’attenzione delle persone, e così
facendo riusciva a vendere meglio la sua immagine e i suoi prodotti letterari. Gli editori li pagavano ingenti somme,
ma il denaro non gli bastava mai per la sua vita lussuosa.
Il culto della bellezza ed il “vivere inimitabile”, andava in contraddizione con il mostrare denaro e le esigenze del
mercato: disprezzava il mondo borghese e le persone comuni, ma ne aveva bisogno per distinguersi e arricchirsi.
Il superuomo e l’esteta
Il nuovo personaggio creato da d’Annunzio, aggressivo, energico, vitalistico, racchiude anche l’immagine dell’esteta.
Per elevarsi è fondamentale il culto della bellezza, in questo modo l’estetismo diventa strumento di dominio sulla
realtà.
Lo spirito affaristico, la follia del lucro, distrussero le ville più belle di Roma e a loro posto vennero costruite nuovi
orrendi edifici. Lo scrittore afferma che questa follia non influenzò solo gli imprenditori, ma anche i discendenti delle
antiche casate aristocratiche che invece di proteggere il loro patrimonio e il loro passato splendido, pieno di arte,
presero parte, insieme ai muratori, alla speculazione.
D’Annunzio rimpiange per le bellezze del passato che vanno scomparendo. Accanto ai resti delle ville e al posto dei
terreni fioriti, sorgono le case dei borghesi.
Gli nuovi edifici vengono definiti degli orrori, sono addirittura paragonati ad un tumore che cresce sul fianco della città
e ne assorbe la vita.
Questa battaglia condotta da D’Annunzio fu motivata e meritoria, poiché oggi siamo noi a pagarne le conseguenze.
LE LAUDI
Durante il periodo caratterizzato dall’ideologia del superuomo, d’Annunzio scrive alcuni romanzi che però non
porterò mai a termine.
Scrive “Laudi del cielo del mare della terra e degli eroi” , che fu un progetto di celebrazione totale del reale. Nel 1903
pubblicò tre libri “Maia”, “Elettra”, “Alcyone” ma non riuscì a terminarli, successivamente scrisse un quarto libro
intitolato Merope.
Maya
Il primo libro Maya è la trasfigurazione mitica di un viaggio in Grecia realmente compiuto da D’Annunzio. Il viaggio
costituisce la ricerca di un paesaggio mitico, di un vivere divino, caratterizzato dalla forza e dalla bellezza. Dopo
questa prima fase il protagonista si reimmerge nella realtà moderna, nelle «città terribili», nelle metropoli
industriali che nascondono delle potenzialità. Il mito classico va a trasformare questo orrore della civiltà industriale in
nuova forza e bellezza, e coloro che erano mal visti diventano entità mitiche.
Il poeta quindi rimane affascinato da aspetti tipici della modernità come il capitale, la finanza internazionale, i capi
d’industria, le macchine. Si sofferma in particolar modo sulle macchine dicendo che esse possiedono energie utili a
fini eroici ed imperiali.
ALCYONE
Alcyone è il terzo libro delle Laudi, comprende 88 componimenti, è come se fosse il diario di una vacanza estiva.
Le liriche sono ordinate secondo un disegno organico, si va dalla primavera piovosa fino a settembre. La stagione
estiva viene vista come unico periodo in cui si ha la pienezza vitalistica: l’io del poeta viene identificato attraverso le
presenze naturali, animali, vegetali.
Dal punto di vista formale si ha la ricerca della musicalità.
L’opera è sostanzialmente una manifestazione del superomismo: solo al superuomo è concesso di cambiare al
contatto con la natura, quindi di vivere oltre il limite umano.