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Prime opere
I primi versi scritti da D’Annunzio si rifanno allo stile di Carducci che il
poeta ammirava molto, questi sono:
Primo vere
Canto novo
Mentre in “Terra Vergine” e in le “Novelle della Pescara” opere
pubblicate rispettivamente nel 1882 e 1902 imita perfettamente lo stile
del Verga di “Vita dei campi”.
In queste novelle viene descritto l’Abruzzo come una terra di contadini
sacra e mitica. Il verismo D’annunziano è chiamato infatti “verismo
magico” perché non è un verismo di denuncia sociale come lo era per
Verga o Flaubert ma appunto D’Annunzio rappresenta un mondo mitico
e favoloso.
Le laudi
Le “laudi del cielo del mare della terra e degli eroi” rappresentano
l’opera poetica di D’Annunzio in cui il poeta sviluppa il concetto di
superuomo. Il poeta intende celebrare la rinascenza eroica dell’Italia,
“rinascenza latina” andando ad esaltare il paese e il coraggio degli
italiani.
Le laudi dovevano essere formate da 7 libri ognuno dei quali avrebbe
rappresentato le costellazioni pleiadi tuttavia ne furono scritti solo 5
ossia:
Maia o Laus vitae: Maia o lode della vita è il primo libro delle laudi,
dove il tema principale è la comunione con la natura e la sua forza
vitale che permette di raggiungere la felicità. D’Annunzio esprime
quindi il suo modello di superuomo che deve basarsi su nuovi
valori “Volontà, Voluttà, Orgoglio, Istinto”.
Merope
Asterope
I pastori
“I pastori” è una delle liriche contenute nell’Alcyone, il sentimento del
poeta è un sentimento di nostalgia, l’estate infatti è ormai giunta al
termine e settembre porta con sé tanta malinconia che spinge l’autore a
desiderare a ritornare nei luoghi della sua infanzia descritti in questa
poesia.
I pastori protagonisti della poesia nel mese di settembre ricominciano
l’antica usanza della transumanza (d’inverno portano i greggi sulle coste
e d’estate sui monti). D’Annunzio celebra questi gesti antichi come se
fossero sacri e li riconduce ad un’unione con la natura che si ripete ogni
anno.
In questa poesia possiamo trovare un lessico onomatopeico che si rifà a
quello pascoliano, tale lessico permette l’evocazione dei sentimenti.
La pioggia nel pineto
“La pioggia del pineto” è forse la lirica più famosa di D’Annunzio ed è
contenuta nell’Alcyone. Nella poesia il poeta e la sua donna amata
Ermione (Eleonora Dose) si trovano a passeggiare in una pineta sotto la
pioggia estiva, man mano che i due innamorati si addentrano nella
foresta vivono una vera e propria metamorfosi panica diventando un
tutt’uno con la natura.
Tuttavia i due protagonisti non sono i reali protagonisti bensì è la pioggia
il personaggio principale della lirica la quale emette un suono diverso in
base al posto in cui cade. La pioggia del Pineto è quindi una poesia della
sensazione
(Il Dio Pan è il dio dei boschi e il suffisso pan indica il tutto)