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Gabriele D’Annunzio

Gabriele D’Annunzio era un esteta, interventista e proclamato sostenitore del movimento


fascista in Italia (poeta vate). La sua vita fu nalizzata sulla ricerca del bello, dei momenti
di piacere anche e mero, e fu in uenzata da innumerevoli donne. La più importante fu
certamente la celebrità del teatro Eleonora Duse, che si innamorò del vate e nì alla ne
quasi per essere sfruttata per la sua fama e per il suo cash. Insistette molto sul concetto
di “vittoria mutilata”, accusando la classe dirigente italiana di non aver sfruttato
adeguatamente la vittoria. Organizzò e guidò anche la famosa occupazione di Fiume, che
riuscì a tenere per oltre un anno, no a quando gli fu ordinato dal governo di ritirasi per
non vaiolare i trattati internazionali.

POETICA

-I componimenti giovanili sono in uenzati dalla poetica di Carducci e dal verismo


(racconta scene della vita abruzzese), presentano temi molto liberi e sono caratterizzati
dalla forte sensualità ed erotismo. La natura viene personi cata ed è simbolo di energia
vitale, oltre ad essere un tema centrale nelle opere del giovane D’Annunzio. La realtà
rappresentata è violenta e selvaggia, dominata dagli istinti primordiali, tuttavia al contrario
di Verga non troviamo in nessun modo l’impersonalità, e l’autore esprime il suo punto di
vista.

-D’Annunzio si avvicina poi all’estetismo europeo (Arte per il bene dell’arte), e incarna
l’eroe decantante ra nato e amante del bello (dandy), che si distanzia dalla mediocrità
della massa. Ovviamente la gura dell’esteta presentava i suoi limiti, e si rivela essere un
perdente destinato a fallire. Tramite la gura di Andrea Sperelli (il suo alter ego), infatti
D’Annunzio smaschera le menzogne e evidenzia la fragilità dell’uomo dominato dalla
solitudine, tramite un’attenta analisi psicologica.

La poesia del vate è fortemente evocativa e il linguaggio assume un ruolo centrale, “la
poesia è un mistero di cui il lettore deve essere la chiave”. Risente delle in uenze di
Boudelaire, Mallarmè e Verlaine.

-D’Annunzio si appassionò alle opere dei poeti russi (Dostoevskij e Tolstoj), e vive una
fase transitoria dove ricerca la purezza e la moralità, tramite ideali quali la fratellanza.
Ricerca delle sensazioni più ra nate, non solo legate alla sensualità, D’Annunzio stesso ci
parla di “bontà”, ma sempre attraverso un’indagine psicologica considera fortemente
l’aspetto interiore.

-Successivamente venne a contatto con il pensiero di Nietzsche, dando una propria


interpretazione e identi cando la gura del poeta creatore, un uomo superiore capace di
rappresentare al meglio il mondo, di a ermare il proprio dominio sulla massa mediocre.
Questo si con gura in D’Annunzio con la presenza di una politica aggressiva e una forte
ideologia nazionalistica (Salinari ci parla della realizzazione del popolo italiano attraverso
la gloria militare). Anche il superuomo è fragile e le sue vicende si concludono spesso
tragicamente ( in D’Annunzio il nemico è solitamente una donna). Opera simbolo di
questo suo periodo è “Il trionfo della morte” dove il protagonista Giorgio Aurispa per
quanto si de nisca superuomo, è in realtà un inetto che si sottrae alla vita suicidandosi e
spingendo alla morte anche la sua donna amata che era percepita come una sorte di
nemica per il raggiungimento del piacere.

-sulla base di quello che era il pensiero di Nietzsche, D’Annunzio, inoltre, pone la
contraddizione tra lo stato dionisiaco (l’esaltazione dei sensi e dei piaceri) e lo stato
apollineo (il dominio della razionalità). In D’Annunzio l’equilibrio tra uomo e natura si ha
nello stato di panismo dove troviamo una fusione dello stato umano con quello vegetale e
viceversa: la natura subisce un processo di personi cazione in divinità e questo permette
all’uomo che si unisce con essa di elevarsi. L’opera più emblematica sono le Laudi
suddivisa in sette parti come le stelle che formano la costellazione delle Pleadi; ognuna
tratta un argomento in particolare (gli eroi, le città d’arte, la guerra….). Il libro più famoso è
Alcyone che tratta del rapporto dell’uomo e della natura, e in cui troviamo la poesia “La
pioggia nel pineto”, dove D’Annunzio immagina di: trovarsi in una selva e camminare nei
boschi con ermione e trasformarsi con essa in parte integrante del bosco.

-in seguito ad un incidente aereo, D’Annunzio subì un danno permanente all’occhio che lo
costrinse a letto per lungo tempo con le cure della glia. Questo fu un periodo di
ri essione e meditazione in cui il poeta si abbandonò ai ricordi che scriveva su striscioline
di carta per sforzare meno la vista. Questo periodo de nito notturno proprio per la sua
condizione di cecità momentanea, gli permise di fare uno scavo introspettivo e
un’autoanalisi.

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