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POETICA
-D’Annunzio si avvicina poi all’estetismo europeo (Arte per il bene dell’arte), e incarna
l’eroe decantante ra nato e amante del bello (dandy), che si distanzia dalla mediocrità
della massa. Ovviamente la gura dell’esteta presentava i suoi limiti, e si rivela essere un
perdente destinato a fallire. Tramite la gura di Andrea Sperelli (il suo alter ego), infatti
D’Annunzio smaschera le menzogne e evidenzia la fragilità dell’uomo dominato dalla
solitudine, tramite un’attenta analisi psicologica.
La poesia del vate è fortemente evocativa e il linguaggio assume un ruolo centrale, “la
poesia è un mistero di cui il lettore deve essere la chiave”. Risente delle in uenze di
Boudelaire, Mallarmè e Verlaine.
-D’Annunzio si appassionò alle opere dei poeti russi (Dostoevskij e Tolstoj), e vive una
fase transitoria dove ricerca la purezza e la moralità, tramite ideali quali la fratellanza.
Ricerca delle sensazioni più ra nate, non solo legate alla sensualità, D’Annunzio stesso ci
parla di “bontà”, ma sempre attraverso un’indagine psicologica considera fortemente
l’aspetto interiore.
-sulla base di quello che era il pensiero di Nietzsche, D’Annunzio, inoltre, pone la
contraddizione tra lo stato dionisiaco (l’esaltazione dei sensi e dei piaceri) e lo stato
apollineo (il dominio della razionalità). In D’Annunzio l’equilibrio tra uomo e natura si ha
nello stato di panismo dove troviamo una fusione dello stato umano con quello vegetale e
viceversa: la natura subisce un processo di personi cazione in divinità e questo permette
all’uomo che si unisce con essa di elevarsi. L’opera più emblematica sono le Laudi
suddivisa in sette parti come le stelle che formano la costellazione delle Pleadi; ognuna
tratta un argomento in particolare (gli eroi, le città d’arte, la guerra….). Il libro più famoso è
Alcyone che tratta del rapporto dell’uomo e della natura, e in cui troviamo la poesia “La
pioggia nel pineto”, dove D’Annunzio immagina di: trovarsi in una selva e camminare nei
boschi con ermione e trasformarsi con essa in parte integrante del bosco.
-in seguito ad un incidente aereo, D’Annunzio subì un danno permanente all’occhio che lo
costrinse a letto per lungo tempo con le cure della glia. Questo fu un periodo di
ri essione e meditazione in cui il poeta si abbandonò ai ricordi che scriveva su striscioline
di carta per sforzare meno la vista. Questo periodo de nito notturno proprio per la sua
condizione di cecità momentanea, gli permise di fare uno scavo introspettivo e
un’autoanalisi.