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D’Annunzio

È uno pseudonimo, lui si chiamava Rapagnetta, ed era di origine abruzzese.


Nella prima produzione, si ripercorre la strada tradizionale della poesia. Siamo negli anni del fine
70 inizio 80: il poeta che ha preso il testimone da Manzoni è Carducci, ce impersona la poesia più
tradizionale. D’annuzio è in linea con i modelli dell’epoca all’inizio.
Intorno agli anni 80 si avvicina alle posizioni degli esteti e nell’86 escono delle novelle : novelle
della pescara, che sono una linea di evoluzione rispetto al verismo.
Nell’89 c’è il piacere, ossia l’emblema dell’estetismo italiano.
La sua vita è molto avventurosa. Ha abbandonato sua moglie dopo aver consumato tutta la sua
dote. Scappa in francia perche in mano ai creditori. In Francia conosce la sua musa, a cui fa ispirare
il piacere.
Intanto torna in italia ed entra nel mattino di Napoli, fra cui conosce Matilde Serao. Nel 92 segue la
pubblicazione dell’Innocente: un romanzo costituito da citazioni di altri romanzi per lo più francesi
e russi.
Il suo primo capolavoro è il poema paradisiaco, visino a posizioni simboliste. Poi viene denunciato
dalla moglie di adulterio, e viene condannato per questo, ma ormai la sua è una figura di spicco…

Legge con interesse Zola, è appassionato di Nietzsche, e diventa un grande fan di Wagner. Scrive
poi altri romanzi di successo.
La sua produzione ha molto successo, e lui stesso è una figura amata dal popolo: intuisce che
giocare su elementi di bellezza e ricchezza richiamano molto il grande pubblico.
Incontrerà una grande attrice: Eleonora Duse, e nasce una relazione fra due icone.
E durante il delirio del rinascimento lui investe tutte le sue entrate nella tenuta della Caponcina,
dove si atteggia da signore rinascimentale.
Tenta la carriera politica: candidato della destra, e poi con grande disinvoltura passa alla sinistra.
Ricordiamo poi il fuoco, dove interpreta il mito del superuomo. Della stessa annata è la raccolta di
liriche che si chiama Alcione.
Essendo un uomo di spettacolo, intuisce che deve spingersi in un altro verso, e diventa autore e
regista di teatro, e lavora con la Duse, e scrive la Francesca da Rimini. Poi abbiamo la figlia di Ioio.
D’Annunzio è uno dei primi showman della sua epoca.
Ebbe un’intuizione, lasciatosi con la duse, e decise di darsi al cinema, ed è primo autore di cinema,
e il suo primo film si chiama Cabiria.

Nel 1915 torna in Italia da interventista, arruolandosi da volontario. Dirà di essersi ferito e in realtà
non era un’audace impresa ma un errore di manovra del suo veicolo.
Ricordiamo di lui l’impresa di fiume nel 19 (Giolitti lo farà tornare). Lui si presentava come un
poeta soldato.
Progressivamente il suo rapporto col fascismo diventa conflittuale. Lui non si ritrova più nel
programma di mussolini e anche perché rincorre visionari desideri di potere e di fama. Voleva
essere un eroe e diventa scomodo per il governo. Il governo mussolini gli finanzia un terreno sul
lago di garda, un mausoleo, un parco e un teatro (megalomania), tanto che mussolini un giorno
andò di persona ad incontrarlo e fu lasciato persino ad aspettare. Il vate nazionale durò per un
certo periodo e ottenne un vitalizio statale.
Faceva molto uso di droghe, e morì d’infarto.

TEMI
Un tema importanTE è l’amore e la figura della donna.
Amore è avventura per lui, ed è espressione di quel vitalismo di Nietzsche, in cui l’uomo deve
spendere tutta la sua energia vitale nell’amore. Il poeta spesso lo usa per dare scandalo.
La donna è una figura che si oppone alla tipica madre di famiglia. È una donna lussuriosa, fatale,
erotica, e crudele. L’amore ha come contropartita della morte.

Altro tema importante è quello dello sportman e l’immagine estetica della persona. Aveva creato
intorno a sé un vero e proprio mito, e lui era il personaggio eroico. Inoltre viveva come se avesse
un patrimonio infinito. Ai suoi due figli ha lasciato un sacco di debiti. I figli e i nipoti hanno lasciato
l’eredità. Il suo modello da imitare era HEMINGWAY. D’annunzio si lanciava le sfide oltre i limiti
umani. Lui vuole dimostrare di essere attivo su più fronti. Lui fra l’altro è stato uno dei primi
creatori della pubblicità (esempio rinascente). È attratto poi dai progressi tecnologici ingegneristici
(es auto da corsa, aerei…).
Bazzicava anche in politica, cercando di ottenere l’appoggio di mussolini. Fu un grande promotore
di se stesso.
Simulò persino la propria morte.

Mito dell’eterna giovinezza. Il suo motto era: “memento audere semper” .


Tutto questo si configura con la figura dell’esteta, e una visione aristocratica della vita: si circonda
di lusso, e cerca di vivere la vita come un’opera d’arte.
Il culto della bellezza è antidemocratico. Lui ha un rapporto col popolo molto distaccato: lontano
dalla massa

Lui cerca di relazionarsi alla corrente degli scapigliati col culto della bellezza.

EROS E THANATOS

Lui descrive nel vittoriano la camminata per arrivare alla sala da pranzo: spiritualismo francescano:
lungo tutto il corridoio ha fatto scrivere in latino “sei stato polvere e tornerai polvere” ,e alla fine
del corridoio ha una statua di un frate che rappresenta la coscienza.
C’è un’idea ambivalente: superuomo e leggerezza da un lato e misticismo e spiritualismo dall’altro,
con una grande paura della morte, della morte della BELLEZZA CLASSICA.
Nel piacere c’è un’angoscia continua di veder crollare il mito della bellezza.

Siamo in un periodo in cui in germania si celebra la antica civiltà greca, e si celebra il fatto che
d’annunzio abbia riportato la ricelebrazione del mito di roma al governo fascista. L’idea dei fasci, la
rappresentazione iconografica che viene ripresa dal fascismo.
D’annunzio dominava tutta la cultura: trova in nietzsche il conflitto fra dioniso e apollineo: lui va
contro la REALTà INDUSTRIALE: è molto ambiguo come personaggio: da un lato cavalca le novità
(macchine ecc), dall’altro è nostalgico del passato.
COSI’ PARLO’ ZARATHUSTRA: d’Annunzio si ritiene un fedele seguace di nietzsche? In realtà no…
lui aveva un talento spiccato di prendere da tutte le persone molto significative del suo tempo ciò
che gli era confacente. Spesso faceva un copia e incolla, una contaminatio di molti autori francesi.
Lui qui usa il superuomo e lo pone in una polemica antidemocratica: parla della stirpe e ammicca
alle teorie di spencer. A questi esseri superiori è permesso ogni tipo di cosa: sono sopra la morale,
a loro è concesso qualcosa in più. Il protagonista, Tullio Ermille, una persona moralmente
spregevole, dice di tradire in tutti i modi la moglie e questa doveva accettarlo perché lui era
superiore in tutto e per tutto. Questo da un punto di vista politico è pericoloso: ci sono delle stirpi
con una virtù maggiore rispetto alle altre e che possono imporvisi ad altre.
Gli uomini possono opporsi alle masse, come Mussolini, perché si sentono difesi da un’ideale.
Questa tendenza ha anche fatto giustificare la sua propensione bellicistica.

Leggi due brani sul piacere e un brano sull’innocente.

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