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Lettera e Lucilio.

Tema= rapporto fra giovani e massa: omologazione.


Divagazione= il valore del pensiero critico
La massa ha un modo di pensare generalmente negativo: per noi, ora, questo cambia le cose.
Serve una maggiore consapevolezza fra i giovani.

La tesi è quella dei giovani devono essere tenuti fuori dalla massa o da persone che possono
influire in maniera negativa su di loro.
Allo stesso tempo non bisogna assumere un atteggiamento snobbistico: tutti i filosofi fanno dei
ragionamenti contro la virtù: l’uomo politico deve rimanere distaccato ma non completamente, il
filosofo è uno, ma la massa sono tanti. Non bisogna perdere il senso della comunità.
Non si potrà dare agli altri quello che si impara nel proprio genio, non tutti lo capiscono: allo stesso
tempo, ma non isolarti. Questo è il discorso che può fare un conservatore.

Abbiamo: recedente ipse (cosa vorrà dire?)


Fai le prime 9 righe.

Recedere inte ipse= ritirarsi in se (in realtà in gergo militare significa ritirarsi dal campo di
battaglia): qui l’accezione è positiva= ci si può astenere da un eccessivo contatto con gli altri, per
concentrarsi su di noi e sull’animo.

Analisi:
1
Subduciendus= perifrastica passiva.
Populo è dativo d’agente.
Recti= radicato nel bene.
Ai più= facilmente si passa ai più= la massa: è l’omologazione: i giovani facilmente sono indotti a
pensare come pensa la maggioranza: manca a loro un pensiero critico: se frequentano persone
scorrette si abituano a pensare che il vizio sia la normalità- e questo vale in tutti i tempi.
Tener animus= ancora non formato e poco radicato nella rettitudine in quanto più facilmente
possono essere deflessi contro la virtù.
Nessuno di noi è in grado di reggere l’urto e l’assalto dei vizi che arrivano di conseguenza, in
confronto a Socrate Catone e Leilio= sono grandi saggi, un greco e poi due romani, catone uticense
(che si diede alla morte per la repubblica-modello presso più stoico) e poi Lelio= era uno della
cerchia degli Scipioni, del circolo, e fu uno studioso di filosofia e di letteratura, rappresentando
l’ideale dell’humanitas. Anche loro con degli strumenti maggiori tuttavia sarebbero stati messi a
dura prova dalla moltitudine.

2
Qui è pleonastico.
Troviamo l’elemento della concinnitas= accordare lo spirito ai principi migliori. Noi ci troviamo
indifesi rispetto all’assalto della moltitudine.
Il qui non lo consideriamo, valorizziamo piuttosto il cum: per quanto noi cerchiamo di accordare il
nostro spirito ai valori più alti, tuttavia non è possibile eccetera

3
Tesi= le brutte caratteristiche delle persone sono infettive= inducono al vizio. Il ricco fa nascere il
desiderio di denaro.
L’esempio della ruggine lo ha usato anche Dante: “gli altri si sfreghino della loro rogna”.
Un compagno cattivo può essere distolto dalla retta via.
I buoni principi vengono attaccati.
Mores= caratteri più delicati, ingenui e semplici che tralignano se inquinati.

4
Abbiamo anche un richiamo a leopardi= se uno fa parte per se stesso non si influisce con la propria
virtù sugli altri: non c’è senso di condivisione dei proprio valori: sarebbe una conoscenza priva di
senso.
Neve= non

5
Bisogna ritirarsi e rendere migliori coloro che possono migliorare. Stare con le persone che sono
migliori di noi ci fa tendere al miglioramento. L’importante è elevarsi spiritualmente. Seneca dice
che è giusto tuttavia anche circondarsi di persone che sanno di meno.
La figura dell’insegnane è essenziale: gli insegnanti traggono a loro volta beneficio dagli studenti
stessi, ma allo stesso tempo dovrebbero stare non solo tra loro, ma con persone che da un punto
di vista intellettuale e spirituale siano vantaggiose, da cui possono trarre linfa, miglioramento.
La non-libertà di parola al tempo di Seneca è essenziale fonte di isolamento per gli intellettuali.

Gloria=ambizione
Recitationes= forma di leggere ed esternare le opere che si scrivevano. Lui dice= non c’è motivo
che tu spenda la tua ambizione nel mostrare quanto vali con persone che non sono in grado di
apprezzarti.

7
Azione del docere = visto come un mezzo per formare le persone e renderle in grado di formare le
persone.
Il docere e il discere sono cose che devono essere mutue, reciproche.

8
Ma allora per chi ho imparato queste cose? E seneca dice che l’importante è imparare al fine
proprio, per sé stesso, prima di desiderare di esibirsi.
Il tema centrale del passo è legata molto all’educazione dei giovani= devono essere istruiti e
allontanati dalla massa che può corromperli, e allo stesso tempo bisogna evitare di farsi
corrompere dai costumi dei più ma allo stesso tempo non odiare gli altri perché questo
porterebbe ai margini della società. È importante non conformarsi ma non disdegnare la società.

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