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Svevo

Breve spiegazione della Mittel Europa. Trieste aveva un ruolo importante, perché era un porto, e
gravitava in un forte ambiente culturale dell’impero asburgico, che però all’inizio del 900 è ormai è
nel momento del suo tramonto.
Mittel europa significa civiltà asburgica, in cui Trieste era molto immersa. E fra l’altro a trieste
siamo molto nostalgici.
(in questo periodo ricorda scrittori come kafka, singer, canetti, Schember e SVEVO).
In questo momento si ha la percezione che l’impero stia decadendo. L’aspetto positivo di questa
caduta, e di questo ne scrive Claudio Magris, sta nella cultura motlo ricca di trieste, perché si nutre
del miscuglio culturale tedesco, austriaco, dell’Europa orientale, e italiano. Questo apre una
prospettiva al di là delle nazionalità.
In questo periodo c’è un’altissima produzione letteraria. Questa cultura esprime un senso di crisi,
ci si rende conto che ormai si è alla fine di questo periodo d’oro, che permolti aspetti aveva fatto
del bene, ricordiamo le scuole pubbliche.
Trieste è vista un po' come un’appendice dell’Italia. Pirandello non ha niente a che fare ocn questa
realtà, Pirandello è nel centro dell’Italia, svevo no.
Digressione sulla lingua usata da Svevo e confronto con Pirandello. In pirandello troviamo una
lingua dotta, di alto livello, arcaicizzante, che trova sfogo in un apparente siciliano, perché alla fine
siciliano non è. In realtà svevo è trilingue. C’è un’ipotesi che lui lo abbia scritto in tedesco e poi
qualcuno lo abbia aiutato a tradurlo in italiano. Quelle che per noi sono scorrettezze sintattiche,
sono semplicemente delle mancanze di fluidità, cioè poco chiare. I critici dicono che questo modo
così incerto di esprimersi fosse una scelta dell’autore per riflettere l’incertezza e l’insicurezza
attraverso la lingua, la crisi della sua epoca.
Zeno è colui che nei momenti di piacere rimanda i problemi, cerca di rimandarli. (È un po' come lo
studente medio). C’è un atteggiamento infantile in Zeno, irresponsabile. È tuttavia anche un
romanzo di formazione, perché lui passa dal dire di essere inadatto alla vita ad avere una crescita.
Alla fine della guerra in fondo questa situazione così traumatica lo mette alla prova, e tira fuori in
lui le risorse migliori. C’è hi si lascia sopraffare dalla tragedia, e chi trova delle risorse in sé. Zeno
risulta quello che si è adattato meglio alla vita.
Svevo scrive tre romanzi (una vita, senilità). Tutti e tre i romanzi sono dei fallimenti letterari, fin
ché è in vita. Sarà Eugenio montale a scoprire svevo, e a proporlo dopo la sua morte. l’unico che lo
aveva riconosciuto in vita, e la sua genialità, era stato Joyce (che gli aveva letto i romanzi, in
quanto gli faceva da insegnante di inglese nel periodo a Trieste).

Il suo vero nome è Aron Echton Svitz.


Lui perfeziona il suo tedesco in Germania, all’istituto superiore commerciale. Poi come Pirandello
devia, e deve lasciare gli studi. Inizia a lavorare in banca. Dunque la sua formazione è da
autodidatta. Si cimenta con degli articoli. Poi pubblica delle cose e nasce italo svevo (che rispecchia
la sua doppia natura). Nel 96 sposa Livia veneziani, l’erede di un’azienda di pitture per navi. Il
suocero offre a svevo di entrare in quella ditta.
1911 entra in contatto con il mondo della psicanalisi: il cognato a Vienna va a curarsi da Freud, e
lui ascolta con interesse. Il rapporto di svevo con la psicanalisi è molto ironico. Non è un romanzo
psicanalitico, anzi, è una forte critica, una polemica ironica alla potenza della psicanalisi.
Scrive la coscienza di Zeno. Poi un’opera teatrale, e nel 28 scrive la continuazione della coscienza
di Zeno: “il vecchione”. Tuttavia l’opera rimane incompleta perché muore.
Come mai svevo non è apprezzato? In quell’epoca la figura dell’inetto non è una figura che attrae,
soprattutto in italia. Dà fastidio che il protagonista sia dipinto così. Poi c’è una forte riflessione
sulla vecchiaia (senilità). Per molti anni questi temi furono poco sfruttabili dal punto di vista
commerciale. Un altro aspetto criticato all’epoca. Svevo non tocca la politica.
Siamo d’accordo tuttavia he si tratta di un romanzo di analisi. Questo tipo di romanzo era molto
apprezzato in Francia, ma non in Italia.
Anche l’ambientazione pesa, trieste, è un posto non molto compreso anche nella sua atmosfera.
Siamo fra 800 e 900. Trieste era una città molto ricca, un crocevia di culture. Grazie al porto Franco
si era sviluppato il mito asburgico. C’erano molte comunità di culture diverse: ebrei, greci, e poi
molti slavi.
Ricorda poi “un anno di scuola”.
Anche Joyce si dice che abbia scelto il personaggio di Bloom basandosi su Svevo (schlemhil).
L’inetto, appunto, non è in grado di affrontare la realtà.
C’è una tradizione letteraria su cui si basa svevo (ricorda il Don Chisciotte, e poi Gogol, che scrive il
diario di un pazzo, e poi di Gončarov c’è l’oblomov, ossia un personaggio apatico). Dunque c’è
un’attitudine di svevo ad arrivare a questo tipo di personaggi.
L’inetto non è un personaggio nuovo (ricordati l’uomo senza qualità).

Influenza culturale: flaubert, bazac, zola, che lo influenzano nella descrizione oggettiva della realtà.
A svevo interessa l’analisi psicologica dei personaggi. La struttura è molto moderna.

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