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LEZIONE 8 APRILE

Conferenza con Su Tong

Su Tong è uno degli autori più famosi in Cina, scrive da trent anni, nasce
(1963) e cresce a Su Zhou e poi si trasferisce a Pechino all'inizio degli anni
'80 quando inizia l'università di letteratura. Dopo la laurea si trasferisce per
andare a lavorare per la rivista Qingqun, e in questo ambiente si forma ed
entra a far parte del movimento dell'avanguardia. L'avanguardia è costituita
da un gruppo di scruttori molto famosi, i quali usano le tecniche del
modernismo e postmodernismo per scardinare tutte le modalità di
rappresentazione realiste che erano predominanti nella Cina del tempo,
quindi cercano di costruire la realtà così come appare agli occhi. Un aspetto
caratteristico della scrittura di Su Tong è lo stile, fa una grande ricerca
stilistica, l'avanguardia si basa molto sul come si scrive, e questo si nota in
tutto i suoi romanzi, la sua è considerata una penna molto raffinata, sottile, e
allusiva. Un'altra caratteristica è che questa scrittura molto spesso utilizzava
degli scenari storici per parlare della realtà cinese, il suo romanzo infatti è
definito neostorico, la caratteristica di questo neostoricismo è che la storia
generalmente non è reale, lo scopo non è l'indagine storica, ma è quello di
usare la storia come uno scenario fittizio all'interno del quale inserire una
storia allegorica in cui ciò che viene esplorato è una condizione umana
universale. E questa è una caratteristica del romanzo più famoso di Su Tong,
Mogli e concubine, scritto tra il 1989-90, opera che lo ha portato al successo.
E' la storia di una giovane studentessa della Cina degli anni '20, la quale per
problemi di famiglia accetta di diventare la concubina di un vecchio
proprietario terriero, scenario tipico della letteratura cinese. In realtà a Su
Tong non interessa criticare questo tipo di realtà, quello che a lui interessa è
sfruttare questo ambiente per descrivere questa gabbia in cui si muovono
queste donne intrappolate. Altri romanzi pubblicati
sono: La casa dell'oppio (1995), Cipria (1991), Quando ero imperatore (2004),
I due volti del mondo (2000), Spiriti senza pace (2000), Vite di donne (2008),
Binu e la Grande Muraglia (2017). Ci sono anche altri due romanzi, che sono
stati tradotti anche in inglese: Riso (1991), e La sponda del fiume.
Oggi vuole parlare del film Otto e mezzo di Federico Fellini. Gli interessa
parlare di questo film perchè racconta la storia di un regista, e in generale è
una storia che parla del creare. E' un film che gli ha fatto una grande
impressione, soprattutto l'inizio, dove il protagonista si trova bloccato nel
traffico e non potendo fuggire da questa situazione vola via. La scena iniziale
è una scena onirica che rappresenta la quintessenza dello stile felliniano,
ovvero 'non posso camminare, quindi volo via'. La visione di questo film lo ha
fatto riflettere su una cosa, cioè che negli anni '60 in Cina non c'erano
macchine quindi c'era una realtà completamente diversa e non si sapeva
quale sarebbe stata la reazione del pubblico,e una possibile reazione sarebbe
stata l'invidia nel vedere tutte quelle macchine. Questa cosa gli ha fatto
venire in mente un altro film (Un giorno di ordinaria follia), con protagonista
Michael Douglas, dove l'inizio è simile ad Otto e mezzo, ovvero c'è un ingorgo
nel traffico, il protagonista è sempre più arrabbiato, scende dalla macchina e
iniziano a capitare altri episodi che lo irritano ancora di più. Il risvolto però è
diverso, perchè Fellini fa volare il suo protagonista, Douglas invece comincia
ad aggredire le persone. Su Tong ha visto questo film negli anni '90 quando in
cinese non era ancora stata coniata l'espressione 'Sindrome della rabbia da
guidatore', lo ha lasciato molto perplesso nel vedere uccidere le persone, allo
stesso tempo lo ha anche affascinato, perchè in quanto scrittore la rabbia è
un interesse dal punto di vista estetico. Ha iniziato a farsi molte domande su
questo film, lo ha fatto riflettere molto sulla vita nella società americana.
Passa poi a raccontare un episodio personale che gli è capitato a Roma, era
rimasto bloccato nel traffico, ma ci aveva letto una metafora della letteratura,
si chiede 'che cos'è la letteratura', è pensa alla soluzione trovata da Fellini,
cioè 'sono rimasto bloccato nel traffico ma non posso volare via'.
Per Su Tong le soluzioni della letteratura sono molto più complesse, la
letteratura non ti insegna a sparare sulla gente se sei arrabbiato, quindi vede
l'essere bloccati nel traffico come una sorta di metafora della vita, è la strada
della vita che si interrompe, come se la vostra libertà fosse sequestrata per
un attimo.
Ritornando al film di Fellini, egli ragiona molto anche sul titolo, dice che aveva
scelto quel titolo per una qualche ragione, perchè 8 erano i film che aveva
girato, invece il 9 in Cina è un numero molto propizio, quindi fantastica sul
fatto che l'8 rappresenta le incertezze del passato, e il mezzo rappresenta la
cura, e la speranza di riscatto. Ci vede allo stesso tempo disperazione e
speranza, dà un significato filosofico molto profondo a questo numero, che
rappresenterebbe una sorta di condizione dell'uomo moderno, e una tensione
ad andare verso il 9, ovvero verso la perfezione, ma rimarrà sempre sospeso.
Tornando alla scena dove il protagonista vola via, questa rappresenta una
fuga, e quindi il film si riferisce a quello che fa la letteratura in generale,
ovvero una possibilità dagli aspetti opprimenti della realtà. E' una condizione
generale che accomuna Cina, Italia e Stati Uniti, cioè l'uomo che non riesce a
separarsi dalle macchine che ci intrappolano. Questa interpretazione del film
è molto personale e intima: l'8 è quello che sta dietro di noi, il mezzo è il
presente, è la realtà in cui siamo tutti immersi, e cerca poi di capire cosa
manca per arrivare al senso della nostra vita, quindi al 9, è la letteratura, che
per lui è considerata una terapia.

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