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NOVELLE DECAMERON

CATALINA E MESSER GENTILE


Una donna, chiamata Catalina, essendo gravemente malata viene abbandonata dalla
madre del marito in una chiesa, poiché creduta morta. Messer Gentile, innamorato di
lei, la trova e si sdraia accanto a lei e, sentendo ancora il battito del suo cuore, capisce
che Catalina è ancora viva. Allora decide di portarla a casa e con l’aiuto dei suoi
parenti la donna guarisce. Per poterla avere con sé organizza un banchetto al quale
invita anche il marito di lei; Messer Gentile tiene un discorso nel quale chiede agli
invitati se una persona abbandonata e ritrovata debba tornare da chi l’ha abbandonata
o restare con chi l’ha guarita; cosi gli invitati si schierano dalla parte di Messer
Gentile. Ma quando poi scopre il volto della donna, capiscono che era la donna data
per morta e dunque credevano fosse un fantasma. Messer Gentile lascia comunque la
scelta alla donna e quest’ultima decide di rimanere con lui.
CALANDRINO E L’ELITROPIA
Nella città di Firenze vive un pittore credulone e ingenuo chiamato Calandrino che
passa il suo tempo con altri due pittori ovvero Bruno e Buffalmacco. Ma questi due
spesso prendono in giro Calandrino. Ad esempio una volta, lo convinsero della
possibilità di trovare in un fiume una pietra magica chiamata Elitropia. Una volta
giunti al fiume con gli amici, Calandrino va alla ricerca di un sasso di colore nero e
alla fine ne trova uno. A quel punto, i due pittori fingono di non vederlo in quanto
quella pietra dovesse renderlo invisibile. Cosi, dopo essersi presi gioco di Calandrino
e dopo aver colto quell’occasione per tirargli i sassi, corrono in paese e convincono la
gente di ignorare Calandrino al suo arrivo. Quando poi Calandrino arriva, inizia a
compiere scherzi, a rubare del denaro, rompere porcellane, tenta di baciare una
ragazza e infine fa inciampare un anziano. Arrivato a casa, Calandrino si accorge che
in realtà sua moglie lo vedeva e decide di picchiarla, colto dall’ira. Poi va a mangiare,
cosi la moglie ne approfitta, prende il sasso “magico” e lo tiene sospeso sulla testa
dell’uomo. Non è presente però un finale.
TANCREDI E GHISMUNDA
Ghismunda è figlia del principe di Salerno, Tancredi, ed è rimasta vedova; dunque
decide di tornare dal padre e una delle prime cose che fa è quella di trovare un nuovo
compagno. Questo nuovo compagno però, si rivelò essere un amico del padre di
nome Guiscardo. I due decidono comunque di frequentarsi di nascosto e un giorno,
Guiscardo regala, attraverso il padre, una coppa fatta a mano da lui a Ghismunda.
Appena si venne a sapere della loro relazione, Tancredi si arrabbiò e uccise
Guiscardo; dopodiché Ghismunda venuta a conoscenza di ciò decide di uccidersi
bevendo veleno.
LA BADESSA E LE BRACHE DEL PRETE
In questo monastero lombardo, la giovane suora Isabetta incontra un giorno un
giovane di cui si innamora, venendo ricambiata. Una sera Isabetta trovò il modo di
far entrare di nascosto il giovane nella propria stanza, ma vennero scoperti dalle
monache che decisero di riferirlo alla Badessa, poiché una suora stava violando le
regole del convento. Ma in realtà anche la Badessa, in quel momento, era in
compagnia di un uomo, più precisamente un prete. Visto che le monache
continuavano a gridare dall’esterno di alzarsi, la Badessa si vestì di fretta e furia, ma
si mise, per errore, in testa le brache del prete al posto del velo. Uscita di corsa,
smaschera gli altri due amanti e sotto gli occhi delle altre monache li rimprovera. Ad
un certo punto però, Isabetta alzò la testa per guardare la Badessa e notò il suo strano
velo; così le chiese di allacciarsi la cuffia e poi di continuare. La Badessa si accorse
del suo errore e cambiò la predica dichiarando che ai piaceri carnali è impossibile
resistere.
FEDERICO DEGLI ALBERIGHI
Federico degli Alberighi, un giovane conosciuto per la sua gentilezza, si innamorò di
una nobildonna, monna Giovanna. Per fare colpo su di lei, utilizza il suo patrimonio
per balli e feste per lei, nonostante fosse già sposata. Dunque si rovina e l’unica cosa
che gli rimase fu il suo falcone. A un certo punto, il figlio di monna Giovanna si
ammalò, ma ben presto fece amicizia con Federico osservando il suo falcone. Egli
credeva che possedere quel falcone l’avrebbe fatto star meglio. La madre quindi
cercò di fare il più possibile e andò da Federico chiedendogli l’unica cosa che gli era
rimasta. Ma consapevole della situazione di Federico, ricorre all’astuzia e si fa offrire
un pranzo da lui. Federico si rende conto di non avere nulla da offrirle e decide di
sacrificare e cucinare il suo falcone. Quando poi scopre il vero motivo per la quale la
donna era tornata da lui, le dice di aver cucinato il falcone.
CISTI FORNAIO
Il protagonista della novella è Cisti, un fornaio che è riuscito a guadagnare abbastanza
denaro da poter acquistare un vino pregiato. Convinto dell’eccellenza del vino, è deciso di
farlo assaggiare a Messer Geri Spina, ambasciatore di papa Bonifacio VIII che passa ogni
mattina davanti alla sua bottega. Cisti riesce a far avvicinare Geri Spina che, assaggiato il
vino, ne rimane colpito, tanto da organizzare un banchetto per farlo assaggiare agli altri
nobili. Alla cena invita anche Cisti, che però rifiuta. Allora Geri invia un servo dal fornaio
chiedendo una quantità di vino per permettere a ogni invitato di bere almeno un bicchiere;
ma il servo, desideroso di gustare personalmente il vino porta con sé un grande fiasco. A
questo punto Cisti, avendo intuito il piano del servo, chiede di comunicare a Geri che quel
fiasco non era adatto per quel vino pregiato ma al massimo per prendere l’acqua dell’Arno.
Il nobile comprende la battuta di spirito e invia un piccolo fiasco a Cisti. Alla fine della
novella è presente un dialogo in cui Cisti confessa a Geri che non voleva essere avaro, ma
che un vino così buono non poteva essere bevuto dalla servitù; così alla fine Cisti regala
tutta la bevanda a Geri e i due diventano amici

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