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commento
Due sono gli aspetti sui quali intendiamo soffermare l'attenzione:
1. Nella novella vi è un elemento fantastico (la visione infernale)
che accomuna questa novella alla commedia dantesca, testo
molto amato e frequentato da Boccaccio, anche se stavolta
l'esempio infernale funge, più che da monito morale, da
elemento di risoluzione di un soddisfacimento amoroso.
2. Inoltre vi è una caratterizzazione sociale, poiché Nastagio è
borghese, mentre la donna è nobile, a testimonianza ancora una
volta del fatto che la classe borghese intende appropriarsi di
alcun ideali di cortesia e generosità tipici della classe nobiliare
FRATE CIPOLLA
Frate Cipolla abitava in un convento di frati dell'ordine di
San'Antonio di Certaldo, un borgo intorno al castello di Valdelsa, tra
Firenze e Siena. Questo piccolo borgo, era abitato da nobili e
uomini agiati, e ogni anno Frate Cipolla faceva avanti e indietro per
raccogliere le laute offerte e le elemosine dei contadini per il
convento. Era un uomo di bassa statura, dai capelli rossi, molto
gioviale e scherzoso,un vero amante delle allegre compagnie e
anche se non era istruito, era un ottimo oratore e molto stimato da
tutti i suoi conoscenti. Nel mese di agosto, com'era sua usanza,
durante una Messa nella chiesa parrocchiale, chiese ai fedeli di
ricordarsi delle donazioni alla Chiesa, ovviamente ognuno nelle
misura che poteva permettersi, e a chi portava generose
elemosine, gli avrebbe mostrato una reliquia prestigiosa: una
penna delle ali dell'arcangelo Gabriele. Mentre Frate Cipolla
predicava, tra i fedeli erano presenti Giovanni e Biagio, due
compagni di brigata del frate che decisero di beffarlo, rubandogli la
reliquia ,avendo saputo che la mattina seguente il frate sarebbe
partito dal borgo. Biagio avrebbe dovuto intrattenere il servitore e
Giovanni avrebbe invece rubato la piuma, ovunque essa fosse
nascosta, per poi vedere cosa avrebbe detto il frate ai fedeli, senza
avere la reliquia. Il fante del frate, Guccio, che aveva anche altri
soprannomi, che stavano a sottolineare la sua sporcizia, libidine e
pesantezza, era una persona cattiva e molto inetta, le cui
caratteristiche ( tardo, sudicio, bugiardo; negligente,disubbidiente ,
maldicente; trascurato , smemorato e scostumato) avrebbero
rovinato le virtù di uomini importanti del passato.Egli pensava di
essere un uomo piacente, a tal punto da pensare che tutte le donne
si innamorassero solo vedendolo, per questo motivo corteggiava
tutte le donne. Così Frate Cipolla, arrivato in albergo,aveva detto a
Guccio di non toccare anzi,di sorvegliare le sue cose, specialmente
le bisacce contenenti oggetti sacri. Ma Guccio Imbratta aveva
preferito andare nelle cucine dell'albergo nella ricerca di qualche
serva. Alla visione di Nuta, una donna grassa, grossa, piccola e
malfatta, molto prosperosa, sudata, unta e affumicata, Guccio vi si
gettò come un avvoltoio su una carogna, lasciando la camera del
frate incustodita. Mentre corteggiava Nuta, riempiendole le orecchie
di parole e complimenti, i due amici del frate, arrivavano in albergo
e trovavano, Guccio Porco impegnato nel corteggiamento, allora si
intrufolarono con facilità nella camera del frate e cercando,
trovarono, fasciata, una piuma di pappagallo, subito pensarono si
trattasse dell'importante reliquia da mostrare ai certaldesi, e la
scambiarono con dei pezzi di carbone. I fedeli del paese, sparsa la
voce della reliquia, si avviarono tutti verso il castello tanto da starci
a mala pena. Il frate sentendo la moltitudine di persone, che era
accorsa per vedere la reliquia, mandò a chiamare Guccio Imbratta
per fargli portare le sue bisacce. Guccio, dopo aver portato le
bisacce al frate, andò a suonare le campane per l'esposizione delle
reliquie. Il frate non accorgendosi che le bisacce erano state
toccate, iniziò la predica e con enfasi fece accendere due grossi
ceri. Quando aprì la cassetta che doveva contenere la penna, e vide
i pezzi di carbone, non dubitò di Guccio Imbratta poichè non lo
riteneva capace di tanto. Alzò le mani al cielo ringraziando Dio e
iniziò a inventare qualcosa per ingannare i fedeli. Disse che aveva
girato per vari paesi e città d'Italia, facendo credere di essere
arrivato fino in paesi esotici e di aver visto diverse situazioni e tipi
di persone. Fino ad arrivare a Gerusalemme, dove Sant'Antonio gli
fece vedere svariate reliquie, di cui ne citò alcune, tra cui un dito
delle Spirito Santo. Per ringraziarlo della sua compagnia gliene
diede alcune, oltre alla piuma dell'angelo Gabriele, gli diede il suono
delle campane del tempio di Salomone a Gerusalemme racchiuso in
un' ampolla, e dei carboni, con il quale era stato bruciato e fatto
martire San Lorenzo. Benchè egli avesse da tempo queste reliquie,
il suo superiore, l'abate, non gli aveva mai permesso di mostrarle,
poichè non si era certi della loro autenticità, ma quel giorno decise
lo stesso di farlo perchè ad esse erano state attribuite dei miracoli.
Disse infine che poichè le cassette, contenenti una la piuma e l'altra
i carboni erano simili, per questo motivo le aveva scambiate,
portando con sè i carboni, visto che quello era il volere di Dio,
infatti due giorni dopo sarebbe stato San Lorenzo. Cantò insieme ai
fedeli una lode a San Lorenzo e poi mostrò i carboni, dicendo che,
chiunque li avesse toccati, sarebbe stato immune da scottature per
un anno. La moltitudine di fedeli si avvicinò con ammirazione verso
il frate, facendo offerte sempre più alte per poter toccare la
reliquia.Il frate iniziò così a segnare croci sulle fronti dei fedeli,
affermando che tanto poi, i santi carboni si sarebbero ricostituiti
nella cassetta. Giovanni e Biagio, che erano anch'essi ad ascoltare
la predica, rimasero stupefatti dall'astuzia con la quale Frate Cipolla
era riuscito ad ingannare i certaldesi e gli restituirono la piuma.
Andarono poi a festeggiare insieme al resto del paese e l'anno
seguente la piuma gli procurò non meno delle stesse offerte dei
carboni.