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Ser Ciappelletto (Panfilo) Prima novella del Decameron Prima giornata - Tema libero

Ser Ciappelletto da Prato è descritto da Boccaccio come “il peggior uomo che mai
nascesse”. Egli è un falsario pronto ad utilizzare tutti i suoi mezzi per contorcere la realtà, un
abile bugiardo e uno spietato disseminatore di litigi e contrasti all’interno di parenti e amici;
assassino, bestemmiatore, traditore della Chiesa e della religione (che naturalmente non
segue), ladro, dedito al gioco d'azzardo, ruffiano nei confronti di uomini e donne è, oltretutto,
un accanito bevitore di vino: un uomo, quindi, non estraneo al peccato.
Ser Ciappelletto (chiamato così per via della sua bassa statura), è un notaio che abita in
Francia e che viene assunto da Musciatto Franzesi per la gestione dei suoi intricati affari
sparsi in innumerevoli regioni.
Durante il suo viaggio, trova accoglienza in casa di due fratelli usurai e qui è vittima di un
malore. I due proprietari sono timorosi delle ripercussioni che la diffusione della notizia della
morte di un personaggio simile nella loro abitazione senza l’estrema unzione avrebbe
comportato. Il loro dialogo, però, non sfugge a Ser Ciappelletto, che rassicura i suoi ospiti
garantendo loro nessuna preoccupazione futura.
Per questo, fa venire il più “santo” tra i parroci, per una sua prima ed ultima confessione.
Durante la visita del prete, Ciappelletto gli fa credere di essere un uomo perfetto e di non
aver mai commesso un peccato, quasi un santo.
Il frate, stupito da una simile purezza, dopo la morte dell’uomo, raccoglie tutti i suoi fratelli in
riunione con il solo obiettivo di lodare il defunto.
Al funerale partecipa un gran numero di persone che, convinte che ciò che è stato detto
riguardo il morto sia del tutto vero, adorano la sua salma proprio come se si trattasse di un
individuo degno di essere beatificato ed adorato.

Melchisedech (Filomena) 1 Giornata - tema libero


Il Saladino, re di Babilonia, era molto ricco, potente e saggio ma ultimamente, stava affrontando una
carenza economica.
Siccome Saladino era una persona molto avara, volle rivolgersi all'ebreo Melchisedech con l'astuzia
affinché riuscisse ad ottenere ciò che voleva con una parvenza di giustizia.
Così fece venire Melchisedech che era un usuraio di Alessandria, e gli domandò quale tra la religione
ebraica, cristiana e musulmana, secondo lui fosse quella vera.
Melchisedech però, oltre ad essere un fedele dell'ebraismo, era anche molto astuto e capì subito che
con una sua risposta poteva andare contro il sultano.
A questo punto l'usuraio, siccome doveva per forza dare una risposta, rispose con una novella: la
novella dei tre anelli.
Questa novelletta raccontava di un padre che al momento della sua morte aveva lasciato in eredità un
anello al figlio prediletto, dicendo che chi avesse avuto l'anello avrebbe dovuto essere onorato come
superiore.
Questo anello fu tramandato per molte generazioni fino a quando, un discendente, padre di tre figli,
rimase indeciso, non sapendo a chi dei tre figli lasciarlo, poiché erano tutti e tre meritevoli dell'eredità.
Così fece rifare due copie perfette, indistinguibili dell'anello.
Alla sua morte, ognuno dei tre figli ricevette un anello e lo prese per vero, ma non si poté scoprire mai
quali dei tre figli avesse ricevuto l'anello autentico.
Tutta questa novella servì per far capire al sovrano che come gli anelli, anche per le religioni è
impossibile sapere quale sia quella autentica.
Il Saladino ammirò l'intelligenza di Melchisedech e gli disse francamente la verità. L'ebreo prestò i
soldi che servivano al sovrano. Saladino gli restituì poi l'intera somma, aggiunse grandissimi doni e lo
fece diventare suo amico.
Andreuccio da Perugia (Fiammetta) 5 novella della 2 giornata - fortuna e avventure a lieto fine
Andreuccio, un noto mercante di cavalli di Perugia, un giorno partì per Napoli portando con
sé 500 fiorini d'oro e mostrandoli, incurante, davanti a tutti.
Notandolo una prostituta siciliana, con molto ingegno, gli si presentò come una sua
sorellastra abbandonata in Sicilia dal padre e lo convinse a restare a prima a cena e poi a
dormire a casa sua.
Cadendo nella trappola, Andreuccio lasciò i suoi averi incustoditi nella casa della ragazza,
mentre andava a lavarsi nella latrina, dove però cadde in una botola, dando modo alla
prostituta di rubare i suoi averi.
Andreuccio iniziò a urlare e a fare rumore svegliando i vicini.
Allora il ruffiano della presunta sorella lo fece allontanare e sulla via per l'albergo,
Andreuccio incontrò due ladri che lo coinvolsero in un furto con il quale sperava di
recuperare il suo denaro.
Giunti al sepolcro, i due ladri esortarono Andreuccio a farsi avanti per primo ma lui intuì il
pericolo.
Subito dopo i tre sentirono un gruppo di persone avvicinarsi, tra cui un sacerdote.
Allora i due ladri fuggono chiudendo Andreuccio nella bara.
Il gruppo di persone, anche loro lì per il gioiello, entrò nel sepolcro, ma Andreuccio,
afferrando il sacerdote per la gamba li fece scappare tutti.
Alla fine Andreuccio saccheggiò la tomba e tornò a Perugia col suo tesoro.

Lisabetta da Messina (Filomena) 5 novella della 4 giornata - amori infelici


Lisabetta era una ragazza di Messina che viveva coi suoi tre fratelli commercianti.
Per loro lavorava un garzone di nome Lorenzo di cui Lisabetta, non ancora sposata, si
innamorò.
I fratelli però, essendosi accorti del sentimento reciproco tra il garzone e la sorella, non
volendo che si sposassero e che il loro scandalo danneggiasse i traffici, ingannarono
Lorenzo invitandolo fuori città, dove, giunti in un posto isolato, lo uccisero.
I tre giustificarono la lunga assenza di Lorenzo dicendo che era andato fuori città per lavoro,
cosa non strana per un mercante.
Una notte però Lorenzo apparve in sogno a Lisabetta, dicendole di non aspettare il suo
ritorno perché era stato ucciso dai suoi fratelli e le indicò il luogo in cui nascosero il suo
corpo.
Il giorno successivo Lisabetta chiese di poter andare in città e giunta sul posto vide il corpo
dell'amato, capendo che ciò che aveva sognato era vero.
Allora decise di decapitare il corpo e portare a casa con sé la testa, nascondendola in un
vaso di terra cotta, nel quale piantò dei semi di basilico salernitano.
Tempo dopo la pianta concimata divenne un bellissimo basilico.
I vicini di Lisabetta però notarono il suo comportamento particolare nei confronti della pianta
e lo riferirono ai fratelli, i quali avendo capito che anche rimproverandola non sarebbe
cambiato nulla, decisero di portarle via il vaso.
Lisabetta dunque iniziò a chiedere del vaso e a piangere, tanto da ammalarsi; ma anche da
malata non faceva che chiedere di riavere il suo vaso.
I fratelli, volendo capire cosa ci fosse dietro a quell'attaccamento al vaso, lo sotterrarono e
scoprirono la testa di Lorenzo.
Timorosi che il delitto diventasse di dominio pubblico, fecero sparire tutto e si trasferirono a
Napoli con Lisabetta, la quale, già malata, morì di dolore.
Chichibio e la gru (Neifile) 4 novella della 6 giornata - motti di spirito
Chichibio, un cuoco per conto del signore Currado Gianfigliazzi, viene incaricato di
cucinare una gru cacciata dallo stesso Currado.
Mentre il giovane sta cucinando, si avvicina, attratta dal profumo, una ragazza di
nome Brunetta, di cui Chichibio è innamorato.
Brunetta chiede al cuoco di poter avere un pezzo di ciò che sta cucinando, ma
Chichibio glielo nega, dicendo che da lui non avrà alcun pezzo.
Allora la ragazza, adirata, inizia a litigare col giovane, che per evitare di peggiorare
l'umore di Brunetta cedette, dandole una delle cosce della gru.
Quando Chichibio andò a portare la pietanza a Currado e al suo ospito, Currado si
accorse che alla gru mancava un pezzo e chiese spiegazioni al giovane cuoco, il
quale si giustificò dicendo che le gru avevano una sola zampa; dunque Currado
pretende che il giorno successivo Chichibio dimostri la veridicità delle sue parole,
altrimenti lo farà conciare talmente male da fargli ricordare per sempre l'errore.
Il giorno dopo Chichibio e Currado si dirigono verso il fiume.
Il cuoco, inizialmente spaventato, sapendo della sua menzogna, si tranquillizza
quando vede che le gru stanno dormendo su una gamba sola.
Dunque Chichibio si rivolge a Currado, mostrandogli che le gru hanno,
effettivamente, una sola zampa.
Ma Currado, per dimostrare che in realtà ne hanno due, grida, spaventando le gru e
facendole scappare mostrando l'altra zampa.
Allora Chichibio si difende dicendo che, siccome la sera prima non aveva spaventato
la gru, quella non aveva mostrato l'altra zampa.
A questa risposta Currado si mette a ridere dimentica di essere arrabbiato col cuoco
e Chichibio non subì nessuna punizione.

Guido Cavalcanti (Elissa) 9 novella della 6 giornata - motti di spirito


In questa novella, che si apre con il racconto delle vecchie usanze di Firenze, nelle
quali ci si riuniva in gruppi per classi di appartenenza e si organizzavano banchetti,
giochi e celebrazione, troviamo Betto Brunelleschi intenzionato a fare entrare Guido
Cavalcanti nel suo gruppo, per il prestigio del suo nome e per le sue virtù nobili.
Cavalcanti, che si trovava presso le sepolture, viene così fermato un giorno dalla
brigata di Betto e preso in giro.
Avvicinatosi al poeta, il gruppo gli chiede di giustificare sia il suo rifiuto di unirsi a loro
sia il suo ateismo; quindi Guido, argutamente, risponde che in casa loro potevano
dirgli ciò che volevano e se ne andò saltando oltre le tombe e gli archi.
Quasi tutti i componenti del gruppo rimasero confusi alle parole di Guido, allora
Betto, il più intelligente tra loro, spiegò che li aveva insultati velatamente, affermando
che fossero “idioti e non letterati” e quindi assomigliano in tutto e per tutto ai morti
accanto cui stavano e che quella, quindi, era la loro casa.
La Badessa e le Brache (Elissa) 2 novella della 9 giornata - tema libero
La protagonista è Isabetta, una giovane monaca, che durante una visita da parte di
un parente, si innamora di un giovane visto attraverso la grata.
Anche il giovane si invaghisce della ragazza, e avendo capito che il sentimento è
reciproco, decidono di iniziare a vedersi in segreto.
Un giorno però, una delle consorelle scoprì del fatto e, insieme alle altre monache,
decise che avrebbe fatto in modo di farlo scoprire alla Madonna Usimbalda.
Le monache, per essere sicure di cogliere Isabetta sul fatto, mettono in atto un
piano:
Il gruppo si divide in due, una parte dovrà andare ad avvertire la badessa del fatto,
l'altra sarebbe rimasta sull'uscio per controllare che uno dei due giovani non
scappasse.
Però le monache non sanno che anche la badessa ha un amante, ovvero un prete,
con il quale si intratteneva prima che le monache li interrompessero.
La badessa dunque, per non far sì che le monache aprissero la porta e la scoprano,
si veste in fretta e furia indossando però le brache del prete, di cui nessuno si
accorge nella fretta di incastrare Isabetta.
Quindi la badessa arriva e coglie in flagrante la ragazza, iniziando a farle un
sermone su quanto sia sbagliato ciò che sta facendo e così via…
Quando Isabetta le dice che prima di parlare dovrebbe legare i lacci della cuffia; al
ché, la badessa e le monache rimangono confuse, fino a quando non notano la testa
di Usimbalda, capendo che anche lei ha dormito con qualche uomo.
Accortasi del fatto, la badessa cerca di cambiare discorso, finendo col dire che alle
passioni del corpo non si può dire no.
Dopodiché torno a letto con il prete, mentre Isabetta con il suo giovane e, presto,
quasi tutte le monache del convento avevano un giovane con cui passare la notte.

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