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Emanuele Cocco 4I 23.07.

2021

Scheda d’analisi del libro narrativa

Autore: Sebastiano VASSALLI


Titolo: La chimera
Riferimenti: BUR, Milano, 2014, pag.: 362
Genere: romanzo storico (poiché è stato tratto da un vero manoscritto che ha affermato il
verbale della strega).

“ Il mondo è un gomitolo di strade e seguendole trovi tutto:


vita e morte, miseria e felicità, lacrime e consolazione,
avventura e amore. “
1 Narratore
Leggendo il romanzo si può percepire che il racconto viene narrato da un narratore esterno o onnisciente.
Fondamentali e interessanti sono le razioni in cui esso descrive di ciò che scorge nel presente, fuori dalla
finestra, distanziandolo dalla narrazione della storia di Antonia nel passato.

2 Contenuto
Antonia, orfana lasciata il 17 gennaio 1590 a Novara, nei paraggi del convento di S. Michele, cresce
educata dalle suore alla rigida disciplina del convento. All'età di dieci anni viene adottata dai coniugi
Nidasio che vivono nella bassa novarese, più precisamente nel paesino di Zardino che, come precisa subito
l'autore, oggi non esiste più.
L'ambientazione nel mondo esterno risulta difficoltoso, essa è fonte di pettegolezzi delle comari che la
invidiano. Antonia germoglia intelligente e fin troppo bella in un paese come Zardino. Col il passar del
tempo Antonia conobbe le figlie dei suoi vicini, Chiara, Anna e Teresina, con le quali trascorreva del
tempo.
Affascinato dalla bellezza d’Antonia, Biagio s’innamorò della ragazza, anche perché era l'unica ad essere
gentile con lui; vedendo questo rapporto fece innervosire le due sorelle Borghesini che cominciarono ad
accusare Antonia di aver abbattuto Biagio con la magia.
Nel frattempo, in paese si susseguono importanti eventi: il religioso Carlo Bescapè viene bandito nella
diocesi di Novara perché contrastante alla Roma cattolica e corrotta di questi tempi. Uomo carismatico con
immense idee, perciò arrivò un nuovo vescovo che vuole ripulire le parrocchie dai quistoni, che si
invadevano solo del loro personale sostentamento economico anche con attività poco lecite.
I cittadini di Zardino, quindi, devono dare benvenuto all'ambizioso giovane Don Teresio, che abitua i
paesani a numerose cerimonie religiose e offerte in denaro e prodotti della terra.
Un giorno arrivarono a Zardino i Lanzi, famosi per le razzie e le aggressività che compivano nei paesi in
cui passavano, di conseguenza tutta la cittadinanza si ritirò nelle proprie case, tranne Antonia e le sue due
amiche che erano andate la mattina presto nel bosco e non ne sapevano nulla, e appena i Lanzi le videro
arrivare ne furono entusiasti ed un militare ballò con Antonia.
I compaesani ne furono meravigliati e Don Teresio, da prete rigido e severo, la scomunicò.
Antonia crescendo si allontana dalla Chiesa poiché viene incolpata di aver riso del vescovo durante una
sua visita a Zardino e tra le pettegole del villaggio suscitano molto scalpore i rifiuti alle proposte di
matrimonio da parte di Antonia nei confronti di ricchi paesani; quando poi Antonia viene dipinta da un
pittore nelle vesti della Madonna del Soccorso viene incolpata di superbia.
Giunta ormai a diciannove anni la ragazza s’innamora di un povero e poco affidabile camminante
(vagabondo) di nome Gasparo. Egli congiunge e controlla squadre di risaroli (miseri lavoratori delle
piantagioni di riso) da portare a Zardino.
Antonia sogna un futuro con quest'ultimo di misera condizione, lui invece le fa un sacco di promesse che
non intende mantenere perché non ha nessuna voglia di legarsi.
Con lui si incontra di nascosto di notte sul dosso dell'albera, una collina con un albero di castagno (si
diceva che lì si incontrassero le streghe per unirsi con il diavolo).
Viene più volte sorpresa dai Fratelli Cristiani (guardie dell'epoca per controllare e impedire fughe notturne
nei risaroli), che la riportano a casa con la forza.
Tutti questi strani comportamenti al di fuori del comune della ragazza alimentavano solo voci sulla sua
reputazione, dicevano che partecipava ai sabba e che quindi di conseguenza sia una maga.
Alla fine dell'inverno cominciarono ad accadere fatti anormali nel villaggio, ad esempio, animali che si
ammalavano e segni demoniaci tracciati sulla neve.
I cittadini convinti fosse opera di Antonia iniziarono ad evitarla fino ad isolarla.
Così Don Teresio decide di denunciarla al tribunale di Novara e del caso si occupò l'inquisitore Manini,
che approfittando dell'assenza del vescovo Bescapè, cerca di restituire importanza al Tribunale.
Manini procede a interrogare vari testimoni che confermarono la colpevolezza della strega, mentre gli
unici che difendono Antonia sono i due coniugi Nidasio, il camparo Maffiolo e l'amica Teresina. Questa
versione si rivelò inutile, perché, nonostante ciò, la ragazza viene arrestata e torturata brutalmente per farle
confessare le colpe.
Ma gli indagatori non credettero a ciò e continuarono a raccogliere accuse, considerando anche come
prove delle fisiche di stregoneria anche oggetti d’uso comunitario, come ad esempio una scatola
contenente delle ciocche di capelli appartenenti al suo fidanzato e un vasetto per unguenti profumati.
Antonia viene quindi imprigionata nei sotterranei del tribunale per un paio di mesi, dove fu nuovamente
torturata e violentata dai carcerieri.
Bartolo Nidasio cercò in varie maniere di corrompere il requirente, ma tutto ciò fu superfluo, la sentenza
fu emanata, dichiarando Antonia colpevole, condannata a morte sul rogo formato dalla stessa legna
ricavata dal castagno maledetto.
Nel mentre si attendeva il 20 agosto, Antonia fu trasferita nella Torre dei Paratici, dove ritrovò la sua
amica Rosalina.
Il 20 agosto arrivò molta folla proveniente dai paesi vicini per vedere la strega bruciare, mentre il parroco
aveva incolto una processione per esorcizzare il demonio per far sì che sul novarese tornasse la pioggia.
Antonia, chiaramente innocente, andò incontro alla morte tranquillamente, quando la prima fiamma s’alzò
al cielo si sentivano già i primi applausi e grida di gioia del popolo, morendo il 20 agosto 1610.

3 Personaggi
Protagonista:
Antonia: è una giovane ragazza, ha gli occhi e i capelli neri e un colorito scuro. È una bambina molto
coraggiosa, determinata, leale, intelligente e tenace. È molto autonoma rispetto agli standard del tempo.
Viene deposta subito sul torno della Casa di Carità di San Michele fuori le mura, a Novara, e lì trascorre
un'adolescenza difficile. Appena arrivata le viene assegnato un nome: Antonia Renata Giuditta Spagnolini
e venne chiamata così per alcuni anni, finché gli sposi Nidasio ottennero la sua custodia e si trasferirono a
Zardino.
È cresciuta molto in fretta, e a causa della sua bellezza, intelletto e generosità si attira gli odi delle donne
del vicinato di Zardino. Difatti, iniziarono a spargersi delle brutte voci su di lei, pregiudizi, storie assurde e
addirittura una accusa per stregoneria da parte del prete, Don Teresio.
Il suo rapporto con la chiesa cambia molto frequentemente nel corso della narrazione…
Di fronte a queste accuse lei non si lascia scoraggiare facilmente dalla avversità della vita, non si volta
indietro, è decisa nel mantenere i propri propositi e sostenere la propria verità fino in fondo, tanto che non
rivelerà mai, neanche sotto tortura bruciata sul rogo, il nome del proprio fidanzato.

Personaggi secondari:
• Coniugi Nidasio (Bartolo e Francesca): sono i genitori adottivi di Antonia, persone diverse dalla
massa; erano comprensivi, generosi, onesti, piuttosto gentili e meno soggetti alle credenze popolari e al
potere occulto della chiesa. dottano Antonia e la trattano come se fosse loro figlia naturale, amandola e
volendole bene.
La descrizione di Bartolo non è molto dettagliata, si limita solo ad accennare che ha circa cinquant’anni
con la barba grigia, mentre Francesca è descritta come una donna molto forte e asimmetrica, con il viso
rotondo e gli occhi azzurri che mettevano allegria e gioia solo a guardarli.
Per colpa dei loro possedimenti si suscita l'ostilità della povera gente maldicente di Zardino, che è pronta a
puntare il dito contro Antonia alla prima opportunità.

• Biagio: era il nipote ritardato delle sorelle Borghesini, che abitavano vicine ai coniugi Nidasio; le
due sorelle lo sfruttavano facendogli fare i lavori più mortifichi e pesanti e trattandolo malissimo.
Antonia va contro i pregiudizi che lo definiscono “lo scemo di Zardino” e che portano le persone ad
evitarlo o a sfruttarlo, fu anche la prima a considerarlo come meritava di essere, un umano; e proprio per
questo motivo il giovane si innamorò di lei, iniziando a dare di matto e a comportarsi in modo strano.
Di conseguenza le due sorelle denunciarono Antonia come strega perché credevano che gli avesse fatto
qualche stregoneria.

• Pietro Maffiolo: nonno adottivo di Antonia e anche ex soldato del re di Spagna. Era un uomo
molto alto e snello, che camminava sempre accompagnato con un bastone uncinato. Anche tale, come
Biagio, è un personaggio emarginato a cui la malvagità assegna peculiarità e abitudini non veritiere. Esso
cercherà di avere la coscienza in tregua, vendicandosi della sopraffazione fatta ad Antonia al processo, ma
senza risultati.
• Don Michele: Don Michele fu il primo prete di Zardino, un uomo robusto, di un’età indefinibile,
ma sicuramente superiore ai sessant’anni, con ormai già i capelli bianchi corti, occhi tanto chiari da
sembrare quasi gialli e guance tosate.
Era un prete mago. Sapeva a mala pena leggere e scrivere. Nella diocesi di Novara, i “falsi preti” come
Don Michele erano chiamati quistone.

• Don Teresio: era un giovane prete, cresciuto con pensieri innovativi, vuole modificare la Chiesa,
credendo di esserne capace. Arrivò a Zardino sostituendo il quistone Don Michele, fu l’esatto contrario di
quest’ultimo, un cristiano delirante e ortodosso, irrequieto verso qualsiasi tipo di peccato. Impone a tutti
gli abitanti di Zardino messe e offerte estremamente elevate. Convinto di purificare il popolo ma
soprattutto di guadagnare querela su Antonia senza motivo.

• Vescovo Bascapè: si tratta di un personaggio che durante la narrazione muta sia dal punto di vista
fisico che morale. È stato vescovo di Novara e detestato profondamente dal papa Clemente VIII, e di
conseguenza da tutto il clero. Difatti, la sua idea era di riformare la Chiesa.
Essendo vescovo impose una serie di regole molto rigide che delimitarono notevolmente la vita che i
religiosi seguivano prima del suo arrivo. Quasi alla fine della sua vita venne chiamato il cadavere vivente
dato che era molto malato, scarno, quasi come un cadavere, e capì con grande amarezza, che il progetto
che voleva intraprendere è in realtà infattibile se non addirittura utopistico.
Bascapé non si preoccupa con la storia di Antonia, anzi cerca di starne alla larga.

• Inquisitore Manini: era l’indagatore incaricato di valutare Antonia. Era un uomo alto e magro,
molto pallido e aveva un aspetto piacevole; sia nel modo di presentarsi che nei vestiti. Era un uomo molto
“perfettino”, ossia parlava in modo particolare ed era focato e pignolo in tutti i compiti di cui era
incaricato. Aveva delle ossessioni particolari, ad esempio, pratica della castità oppure secondo il suo
pensiero la realtà non era reale ed esisteva solo in virtù di Dio.
Nonostante la sua gentilezza Manini accusò Antonia colpevole di stregoneria e non prese neanche in
analisi altre soluzioni delle uscite alla sera della giovane se non quella dove si recava ai sabba.
Mosso dalle furie verso Bascapè, agì dunque secondo i propri interessi e uccise la povera innocente per
guadagnare fama e successo. (Ulteriore conferma della corruzione della chiesa del 1600).

• Il boia: personaggio umano, pur vagliando il suo tristissimo e orrendo ruolo, ovvero massacrare le
persone. La sua poca bontà si svela quando aiuta Antonia ad alleggerire almeno il dolore fisico quando
viene bruciata sul rogo.

• Gasparo Bosi (Tosetto): si mostra come un bel ragazzino, generoso e adoperabile era di statura
bassa, biondo, con gli occhi grigi, con una faccia rotonda senza barba né baffi, era conosciuto con il
soprannome di Tosetto. Purtroppo, sua madre l’aveva mantenuto con sé fino a dieci anni per poi
incaricarlo al padre. Comunque, prima di essere abbandonato dal papà aveva imparato a essere è un
camminante, era una categoria di persone che si spostavano di luogo in luogo, conducendo una vita molto
nubile e tentando di lavorare il meno possibile. Era anche un donnaiolo, che per sopravvivere fa di tutto,
anche l’interdetto.
Era il fidanzato di Antonia, tuttavia, la inganna non mantenendo le promesse, e come se non bastasse era
falso e ipocrito, era tanto superficiale ed indifferente da non avere il coraggio di presentarsi al processo di
essa per tentare di difenderla; lasciandola sola quando ne aveva più bisogno, sfruttando la sua benevolenza
di ragazzina agli sbocci del primo amore. Eppure, sarà proprio lei ad etichettarlo come un diavolo durante
il suo interrogatorio.

• Giovan Battista Caccia (Caccetta): è un feudatario novarese, era un piccolo uomo con una
appariscente sproporzione tra la parte più in alto del corpo, inoltre aveva le gambe corte e fini. Caccetta
insieme ai suoi scagnozzi compiva delitti, assalti, rapimenti e infiammi. Era un uomo perfido, abituato fin
da piccolo ad ottenere tutto ciò che voleva e con una sovrabbondante stima della propria intelligenza e
della propria condizione. Aveva amicizie rilevanti come, per esempio, Carlo Emanuele I e il Duca di
Savoia ed era un protettore del casato dei Borboni.
4 Luoghi
Il romanzo storico si svolge nell’Italia piemontese, tra Novara e Zardino; narra vicende che coprono un
arco temporale di vent’anni, tra il 1590 e il 1610 dunque proprio nel momento della dominazione spagnola
in Italia, e come se non bastasse la corruzione della Chiesa.
La chiesa era in mutamento di crisi, era falsa, avida e facoltosa di ricchezze e corrotta; inoltre è il periodo
dell’inquisizione, dei roghi e delle maghe; la brama della classe clericale si mette in evidenza, per
esempio, a pag. 201.
Nel racconto si fanno molti riferimenti a personaggi storici importanti effettivamente esistiti come ad
esempio il papa Paolo V e il papa Clemente VIII, fa riferimento anche a leghe belliche, come per esempio
quella nota tra il Duca di Savoia e Carlo Emanuele I, e infine i lanzichenecchi (soldati tedeschi) che hanno
portato la peste in Italia.

5 Tempi
Fabula e intreccio non coincidono.
Frequenti sono le anticipazioni o vari flash back, ma soprattutto le pause lunghe descrittive ad ogni nuovo
personaggio, dilungandosi evidenziando la loro vita, la società ai tempi e gli usi e i costumi.
Vassalli fa molti riferimenti alla vita quotidiana delle classi inferiori, esplicita in modo ammirevole le
caratteristiche della società nel 600.
La società era ancora governata dal clero, che costringeva la popolazione a fare donazioni e viveva a spese
dei ceti inferiori.
La paura dell'oltretomba, della condanna divina, della scomunica ostacolava la popolazione di ribellarsi. A
quei tempi si diceva che il paradiso lo si guadagnava con la bontà, azione che segna di nuovo il desiderio
di ricchezza degli ecclesiastici.

6 Il contesto
Autore: Sebastiano Vassalli
Biografia: Sebastiano Vassalli nacque il 25 ottobre 1941 a Genova da una madre toscana e padre
lombardo e si trasferisce sin da piccolo a Novara.
Si rivolge alla narrazione e al romanzo storico, perciò ne divenne uno scrittore italiano.
Purtroppo ci abbandonò il 26 luglio 2015 a Casale Monferrato all'età di 73 anni per un tumore inoperabile.
Bibliografia:
Altri romanzi molto appresi:
La notte della cometa, Einaudi, Torino, 1984, pag. 318
L'oro del mondo, Einaudi, Torino, 1987, pag. 178
Marco e Mattio, BUR, Milano, 2015, pag. 363
Il Cigno, BUR, Milano, 2015, pag. 294
E molti altri

7 Commento critico – parere personale


In principio il libro è tedioso, in cui il racconto non ha avuto grandi avviamenti e la narrazione delle
vicende dell’epoca non erano sufficientemente stimolante; più in là, precisamente quando Antonia inizia a
svilupparsi mi sono entusiasmato; motivo per cui sin da appena nata, era considerata una creatura orribile
per i degusti dell’epoca, poi maturando diventa una abbagliante ragazza ed è medesimamente punita per il
suo smisurato fascino, per lo più le pause descrittive e riferimenti storici erano più intriganti.
In questo libro la religione è il tema principale, dato che è vista come strumento di potere e guadagno dei
preti. L’atteggiamento del clero è stato davvero irrimediabile, anche se all’epoca non c’era lo sviluppo
odierno, la disciplina, etc., penso che esistesse la coscienza dell’irrealtà dei sabba o del diavolo, quanto
meno si conosceva che quelle che si sopprimevano non erano vere streghe.
L’unica domanda che mi sono posto per tutto il racconto è stata:
In quale momento l’umanità assimilerà a vivere in armonia gli uni con gli altri?
Un racconto come questo attesta esattamente l’inverso, e ognuno ne dovrebbe trarre delle conclusioni per
migliorare i fatti che non possono essere dimenticati, ma che vale la pena ricordare e sui quali riflettere e
fare bagaglio degli errori commessi in modo da non ripeterli mai più. Cosicché in futuro quando
rifletteremo ai tratti avvenuti non ci pentiremo del nostro percorso e potremmo essere gioiosi senza sentire
vergogna.
Perché il libro si intitola LA CHIMERA?
Si riferisce alla umile Antonia, vista come un mostro da tutti i paesani, senza aver commesso nulla di
grave, o meglio… sì ha commesso l’illecito di essere troppo affascinante. L’invidia, così come nel 1600
esiste ancora ai giorni nostri, ed è sempre stata una cosa spregevole dalle persone, persino fino ad
uccidere la povera Antonia.
Perciò Vassalli titola l’introduzione e la conclusione del libro con “il nulla”: perché a parer suo nel
presente non c’è nulla che valga la pena esporre, nulla che abbia lo stesso valore della vicenda stessa (frase
celebre).
Dal punto di vista di fluidità il romanzo è scritto con un ritmo molto fiacco e con un registro linguistico
alquanto basso, farcito di parole latine e termini in dialetto. Solo alcuni punti risultano smisuratamente
ripetitivi (ad esempio la descrizione dei personaggi ecclesiastici). Un punto importante dell’espressione di
Vassalli è la vasta presenza di anticipazioni (pag. 85) e/o di dettagli (pag. 89).
La forma del racconto è carica di scorci e di contenuti a voler sottolineare la rilevanza di un’azione tanto
spietata e ingiusta.
I periodi sono prolungati e articolati, le descrizioni molto accurate e la sintassi sicuramente fluisce.

8 Fonti consultate
Bibliografia:
Non ho consultato nessun tipo di libro o sito ragion per cui tutte le informazioni ricevute erano chiare.
Sitografia:
Foto copertina:
https://www.google.com/url?sa=i&url=https%3A%2F%2Fwww.amazon.com%2Fchimera-Sebastiano-
Vassalli%2Fdp%2F8817081507&psig=AOvVaw3uB6vdXk2uxF0a5VlUQQvh&ust=1629805369539000
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Biografia:
https://it.wikipedia.org/wiki/Sebastiano_Vassalli
Bibliografia:
https://it.wikipedia.org/wiki/Sebastiano_Vassalli

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