Sei sulla pagina 1di 4

I promessi sposi

Romanzo storico: le vicende narrate si svolgono in un’epoca passata che l’autore ricostruisce
fedelmente e con precisione. Su questo sfondo storico viene costruita una vicenda verosimile,
ovvero inventata ma coerente con l’epoca descritta. Un esempio di fatto realmente accaduto
e narrato nei Promessi Sposi e’ la peste del 1629
Scelte linguistiche
Manzoni vuole utilizzare una lingua italiana comprensibile a tutti e sceglie il fiorentino parlato dalle
persone colte, eliminando espressioni derivanti dal latino, dal francese e dal dialetto lombardo
Trama
La vicenda inizia a Lecco, sul lago di Como, alla vigilia delle nozze tra Renzo Tramaglino e Lucia Mondella.
Il matrimonio verra’ ostacolato da Don Rodrigo, invaghitosi di Lucia.
Divina Provvidenza
L’opera propone una visione provvidenziale che premia gli uomini per le loro buone azioni e li punisce
per quelle cattive

Altre opere di Manzoni


L’Ode “il cinque maggio” scritta per celebrare la morte di Napoleone Bonaparte

La finzione del Manoscritto


Nell’introduzione al romanzo Manzoni scrive di aver trovato un manoscritto, opera di un anonimo autore del
Seicento, che racconta una storia interessante, degna di essere riscritta in lingua moderna. In realta’, il
manoscritto e’ una finzione letteraria ideata da Manzoni per rafforzare l’impressione di verita’ del racconto

La Storia
Il romanzo si apre con una descrizione del luogo dove inizia la vicenda. Don Abbondio, curato del paese,
passeggia e, ad un certo punto, viene fermato dai Bravi (uomini crudeli al servizio dei signorotti). I due
Bravi sono lì per minacciarlo di non celebrare il matrimonio tra Renzo Tramaglino e Lucia Mondella per
volere del signore della zona, Don Rodrigo. Don Abbondio, che Manzoni ci dice non essere affatto un cuor
di leone, ovviamente acconsente. Una volta rientrato in casa, Perpetua, la sua affezionata serva fedele, si
accorge immediatamente del suo turbamento e insiste per conoscere i fatti. La donna riesce quindi a farsi
raccontare l’accaduto. La mattina seguente, Renzo si presenta alla sua porta per fissare l’ora del
matrimonio. Le scuse addotte dal curato, che sostiene di sentirsi poco bene, però non convincono il
giovane che prima di andare via riesce a far confessare a Perpetua una parte della verità. Il giovane si
dirige da Lucia, intenta a prepararsi per il matrimonio, per informarla dell’accaduto. Interrogata da Renzo e
in presenza di sua madre Agnese, Lucia in lacrime racconta che Don Rodrigo si era avvicinato a lei mentre
era di ritorno dalla filanda. La questione l’aveva preoccupata al punto da spingerla a raccontare tutto al
suo confessore, Fra Cristoforo, che, però, le aveva consigliato di tenere la cosa per sé. Agnese decide
quello che deve essere fatto. La donna, consegnati a Renzo quattro capponi da utilizzare come
pagamento, spedisce quindi il giovane a Lecco per farlo parlare con il dottor Azzeccagarbugli. Dopo un
breve viaggio il ragazzo arriva a casa dell’avvocato. Il confronto tra i due si rivela fallimentare perche’,
appena l’avvocato capisce che Renzo vuole denunciare Don Rodrigo, lo caccia dallo studio in malo modo.
Arrabbiato, Renzo torna a casa da Lucia che aspetta di incontrare fra Cristoforo l’indomani. Il frate ascolta
il racconto da Agnese, Renzo e Lucia e decide di recarsi al palazzotto di Don Rodrigo per convincerlo ad
abbandonare le mire losche su Lucia.
Il palazzotto di Don Rodrigo
Alcuni dettagli, come per esempio i finti avvoltoi, caratterizzano da subito la casa e Don
Rodrigo come personaggio completamente malvagio per via della sua attitudine a praticare il
male senza curarsi delle conseguenze. Fra Cristoforo comunica al padrone di casa di volergli
parlare in privato e ottiene finalmente udienza. Il confronto tra Fra Cristoforo e Don Rodrigo
mette a nudo le personalità dei due personaggi. Il primo cerca di mantenere la calma e di
esporre le sue ragioni, l’altro è invece convinto di avere pieno diritto di esercitare il proprio
potere sul prossimo. Alla fine, Don Rodrigo caccia fra Cristoforo che torna dispiaciuto a casa
di Lucia per riferire l’accaduto.

Matrimonio a sorpresa
Dato l’insuccesso dell’incontro con Don Rodrigo, Renzo e Lucia decidono di organizzare un
matrimonio a sorpresa recandosi l’indomani a casa di Don Abbondio e con un tranello
pronunciare le formule del rituale di unione prima che lui possa opporsi. Il tentativo fallisce
perchè Don Abbondio si ribella chiedendo aiuto. I due giovani si rivolgono di nuovo a Fra
Cristoforo che, saputa l’intenzione di Don Rodrigo di rapire Lucia, consiglia ai due di separarsi
temporaneamente.
Fra Cristoforo manda Lucia al convento di Monza dalla monaca di Monza.
La Monaca di Monza è la figlia del piu importante signore della città che l’ha costretta a prendere i
voti dopo aver scoperto una tresca tra lei e un paggio. Intanto Renzo è giunto in una Milano
piuttosto insolita in cui le strade sono ricoperte di farina e le persone girano cariche di farina e di
pane. Il giovane capisce allora di trovarsi in una città in cui da poco vi è stata una sommossa.
Viene coinvolto nella rivolta, viene scambiato per uno dei capi della rivolta e viene arrestato.

L’Innominato
Don Rodrigo ha deciso di chiedere aiuto ad un uomo molto potente chiamato con l’appellativo di
Innominato. Allora si dirige a piedi al suo castello seguito dai bravi e dal Griso. Il capitolo si apre con una
descrizione del castello dell’Innominato, una vera e propria fortezza dall’aria tetra e austera situata in cima
ad un monte e da cui è possibile sorvegliare ogni via d’accesso.
Dopo aver ascoltato la richiesta di Don Rodrigo, l’Innominato accetta e decide di coinvolgere nei suoi piani
un suo amico, Egidio, che abita nei pressi del convento di Monza. La determinazione dell’Innominato, però,
viene meno poco dopo quando, rimasto solo, l’uomo scopre dentro di sé un vero e proprio pentimento
per le azioni negative di cui si è macchiato.
Ciononostante manda a chiamare il Nibbio, il più fidato dei suoi bravi, allo scopo di inviarlo presso Egidio
che, grazie al potere conferitogli dall’uccisione della novizia che aveva scoperto la sua relazione con
Gertrude (la monaca di Monza), riesce a convincere la Monaca di Monza a collaborare. Così il piano prende
vita e Lucia, come stabilito, viene rapita con l’inganno (lei pensava di dover incontrare la madre Agnese,
invece viene rapita) e rinchiusa in una stanza del castello dell’Innominato per poi essere consegnata a Don
Rodrigo.

Il suo animo è così pieno di preoccupazioni e paure che fa voto alla Madonna di rinunciare a Renzo in
cambio della salvezza. Anche la notte dell’Innominato è tormentata dai dubbi e dai pensieri perché il
ricordo dei propri peccati riempie il signore di rabbia e di disperazione. La sua frustrazione è tale da
spingerlo al pensiero del suicidio ma viene l’alba e le campane suonano a festa.
Il bravo dell’Innominato viene mandato ad informarsi del perchè della festa e torna al castello
annunciando che il paese è in festa perché è giunto in visita il cardinale Federigo Borromeo,
arcivescovo di Milano. L’Innominato decide allora di fargli visita nella speranza di trovare anche lui un po’
di conforto. Solo e senza alcuna scorta si reca allora a casa del curato dove è ospite il cardinale di cui
Manzoni riassume la biografia in un flashback. Federigo Borromeo era nato nel 1564 ed era una di quelle
persone che per tutta la vita tendono sempre verso il meglio. Proprio per questo si era dedicato
all’insegnamento della religione e aveva cercato di fare sì che la sua esistenza fosse utile e santa
prendendo i voti e accudendo, con umiltà, le persone bisognose.

Il cardinale Federigo accoglie con gioia l’Innominato. L’abbraccio ed il perdono del cardinale, spingono
l’Innominato in lacrime a confessare il torto fatto alla povera Lucia. Borromeo ordina allora che vengano
mandati una donna e Don Abbondio, giunto in paese con altri parroci con lo scopo di omaggiarlo, a
prendere la fanciulla e, infine, decide di mandare a chiamare anche Agnese.

Lucia viene liberata dall’Innominato e viene ospitata presso la casa di lontani parenti
(Milano). Il cardinale Borromeo si reca nel paese di Don Abbondio per ammonirlo di aver
intralciato il mattimonio. Renzo dopo la rivolta, viene ospitato da un cugino, Bortolo, ed
inizia a lavorare nella sua azienda. Inizia a scrivere a Lucia: la giovane gli fa rispondere da
Agnese che lo invita a rassegnarsi all'idea di rinunciare alla sua amata, poiché ha fatto
voto di castità mentre era prigioniera nel palazzo dell’Innominato. Nel frattempo, scoppia
la peste.
Peste
Iniziano ad arrivare le truppe tedesche in Italia, i Lanzichenecchi: mercenari che hanno il compito di soldati
che distruggevano tutto quello che trovavano a tiro. Quando giunsero in Lombardia portarono il virus della
peste. Tutti scappano dai Paesi per fuggire alla peste e molti trovano rifugio nel castello dell’Innominato,
come Agnese e Perpetua.
I monatti sono persone con il compito di ritirare i corpi dei morti di peste per portarli nelle fosse comuni e
poi bruciarli, evitando la diffusione del contagio.
Persino Renzo si ammala e, una volta guarito, decide di cercare Lucia. Quando scopre dove si trova Lucia,
si reca nella casa della famiglia ospitante. Una signora lo scambia per un untore e Renzo è costretto a
fuggire. Durante la strada assiste ad una scena. La morte di una bambina, Cecilia, per la peste. I monatti
cercano di prendere il corpo della bambina ma la madre si oppone. Vuole deporre personalmente il corpo
della figlia, vestita di bianco, sul carro. Offre del denaro al monatto che si convince. Una volta salutata la
bambina, la madre chiede al monatto di passare di lì la sera stessa per prendere lei e l’altra figlia che
sicuramente seguiranno il destino della prima figlia.
Lazzaretti: luoghi in cui venivano mandati i malati di peste per allontanarli dagli altri.
Renzo incontra fra Cristoforo che era venuto a sapere del voto di Lucia. Renzo è arrabbiato e vuole
vendicarsi con Don Rodrigo, ammalato anche lui di peste.

Renzo incontra Don Rodrigo morente nel lazzaretto e cambia idea sulla sua vendetta. Don Rodrigo si era
ammalato di peste tornato da una festa. Aveva chiesto aiuto al Griso per chiamare un medico ma lui
decise di chiamare i monatti. I monatti lo caricarono sul carro ed il Griso derubò la casa di Don Rodrigo.
Fece un errore, sventolare gli abiti, prendendo anche lui la peste e morendo come don Rodrigo.
In questo luogo, ha occasione di rincontrare Lucia, guarita anche lei dalla peste, che gli svela il segreto del
voto fatto. Renzo consiglia a Lucia di parlare con fra Cristoforo che scioglie il voto.

Il romanzo si conclude con il matrimonio di Renzo e Lucia


Morale
Alla fine del romanzo sono proprio i due sposi a suggerirci qual è la morale:
purtroppo i guai, che tu li cerchi o meno, arrivano. Ma avere fiducia in Dio e
comportarsi di conseguenza, fa in modo non solo che questi passino, ma che
diventino la base per azioni migliori.

Potrebbero piacerti anche