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1 capitolo Promessi Sposi

Il primo capitolo dei Promessi sposi si apre con una descrizione del
paesaggio brianzolo dove vivevano Renzo e Lucia, i 2 protagonisti
della storia.La vicenda si svolge a Lecco. Renzo era un filatore di
seta orfano di padre e di madre,mentre Lucia è una filatrice in una
filanda e vive con la madre vedova. I 2 si dovevano sposare e il
matrimonio era fissato per il 7 novembre 1628. Ma Don Rodrigo, un
signorotto locale aveva scommesso con il cugino che Lucia
sarebbe presto arrivata nel suo palazzo. Quindi,venuto sa pere del
matrimonio fissato, invia 2 bravi ad avvertire Don Abbondio, colui
che avrebbe dovuto celebrare i sacramenti, dicendogli che il
matrimonio non si sarebbe dovuto fare. I 2 bravi si appostarono
nella strada di campagna dalla quale solitamente passava il curato.
I bravi intimoriscono il curato che,appena sentì il nome del
signorotto, si apprestò ad obbedire. Obbedisce anche perché
all’epoca del’600 i soprusi dei ricchi verso le persone umili non
erano puniti da nessuno. Torna quindi a casa e racconta tutto alla
sua ‘serva’ Perpetua, una donna anziana che spesso dava consigli
al curato ma era anche solita ad andare a raccontare a giro per il
paese cose che non la riguardavano. Perpetua viene scongiurata
dal curato di tacere e quest’ultima acconsente e suggerisce al prete
di raccontare tutto al Cardinale. Don Abbondio è troppo impaurito e
decide di andare a dormire. La notte è frastagliata dai tantissimi
pensieri riguardanti la vicenda con i bravi.

2 capitolo Promessi Sposi


La notte,nonostante fosse stata frastagliata e discontinua nel
sonno, da consiglio a Don Abbondio su come poter rimandare
inizialemnte il matrimonio. Avrebbe detto a Renzo che siccome il
periodo natalizio si avvicinava,non si poteva celebrare il
sacramento. Ma la data era ormai fissata da tempo e quindi non era
possibile usare questo pretesto. Quindi Don Abbondio decide di
affrontare direttamente Renzo che , al mattino successivo, si
diresse verso casa del curato per discutere. Nella discussione con il
ragazzaccio spavaldo e ignorante, Don Abbondio era inizialmente
apparso sicuro di sé e pronto a rispondere agli attacchi del
giovane , ma dopo poco era tornata in sé l’insicurezza che non era
passata inosservata agli occhi di Renzo . Il ragazzo
quindi,terminata la discussione con Don Abbondio, stava tornando
a casa quando vide la Perpetua. Le chiese il motivo per il quale il
curato fosse così insicuro, impaurito e quest’ultima dopo pochi
minuti di resistenza, disse tutto quello che era successo a Renzo.
Renzo torna quindi a casa del curato e grazie alle dure parole
riesce a sapere chi è che impedisse il matrimonio tra i 2 giovani.
Una volta a sapere che era Don Rodrigo l’ostacolatore , Renzo va a
casa di Lucia sconsolato e racconta tutto a lei e alla madre Agnese
allontanando le persone che erano lì per preparare il matrimonio.
Intanto gli interessati usavano come scusa per respingere i
preparatori che Don Abbondio era malato e non poteva uscire. La
casa di Don Abbondio era stata resa sicura come se dovesse
respingere un attacco e Perpetua rispondeva insolitamente in
maniera fredda a chi le chiedesse dettagli sul curato

3 capitolo Promessi Sposi


Il terzo capitolo si apre con il dialogo tra Lucia Renzo ed Agnese.
La ragazza raccontò dei casuali incontri che aveva avuto con Don
Rodrigo e di quello che gli era saltato all’orecchio (la scommessa
tra il signorotto e il cugino ) e si era confrontata con Fra Cristoforo.
Renzo ed Agnese rimasero amareggiati. Renzo in preda all’ira
vuole andare da Don Rodrigo, ma viene calmato dalle 2 donne.
Agnese consiglia al ragazzo di recarsi a Lecco, dall’avvocato
Azzecca-Garbugli e gli consegna 4 capponi da portare in dono al
dottore. Renzo parte quindi per Lecco e nel viaggio strattonava
dalla rabbia i 4 capponi che si becchettavano fra di loro. Arrivato a
casa del dottore e consegnati i 4 capponi alla serva , Renzo viene
fatto accomodare nello studio del dottore: uno stanzone un po’
antico,polveroso e con i muri ricoperti dai quadri raffiguranti gli
imperatori romani in segno di potere assoluto. Azzecca-garbugli si
presenta indossando una pessima veste e, scambiando Renzo per
un bravo legge ad alta voce le pene che avrebbe ricevuto chiunque
ostacolasse un matrimonio. Il dottore si complimenta con il ragazzo
per il modo secondo il quale è riuscito a camuffare tagliandosi il
lungo ciuffo che contraddistingue i bravi. Qui Manzoni ha
l’occasione per criticare l’ottusità della macchina burocratica
spagnola e ci da alcuni frammenti delle parole del dottore. Renzo
nega di essere un bravo e invita l’avvocato a fidarsi di lui. Azzecca
Garbugli,scoperto l’equivoco, rifiuta ogni aiuto e mette alla porta
Renzo accusandolo di esser vittima senza appoggi nobiliari. Intanto
Lucia e Agnese si consultano nuovamente e decidono di chiedere
aiuto a fra Cristoforo. Nel mentre gli si presenta Fra Galdino, un
ironico frate che viveva nello stesso convento di Fra Cristoforo e
che chiedeva delle noci . Discostato il discorso riguardante il
matrimonio il frate inizia a parlare della carestia con le 2 donne e
racconta loro di un miracolo avvenuto in Romagna. Lucia da una
gran quantità di noci al frate che in cambio avrebbe dovuto
mandare Fra Cristoforo a casa delle sue signore. Manzoni tiene a
precisare che nonostante Fra Cristoforo avesse a che fare con delle
figure umili, era visto come una grande autorità dai frati del
convento. Tornato a casa dall’incontro, Renzo ha una piccola
discussione con Agnese circa la validità dell’avvocato. Lucia calma
gli animi e,dopo alcuni sfoghi, Renzo torna a casa.

4 capitolo Promessi sposi


La mattina seguente Fra Cristoforo si dirige molto presto verso casa
di Lucia e, nel mentre, attraversava le campagne riflettendo sui
danni provocati dalle carestie. E qui Manzoni si discosta dal
racconto per descrivere il Frate.Fra Cristoforo è un uomo sui 60
anni con una lunga barba bianca e 2 occhi vivaci, umile ma allo
stesso tempo fiero. Manzoni lo presenta al lettore con un lungo
flashback riguardante il suo passato. Ludovico ( il suo nome prima
di diventare frate) era figlio di un ricco mercante che aveva per il
figlio ambizioni da nobile e a tal fine lo educa in maniera
aristocratica.Ludovico non era però accettato dalla cerchia dei nobili
e così,dominato da un indole onesta ma violenta, decide di mettersi
al fianco dei più deboli per contrastare i signorotti locali, rimanendo
csoì circondato dai bravi. Ludovico ha però un giorno uno scontro
contro un nobile e nel quale vede morire Cristoforo, il suo
affezionato servo che venutogli in aiuto si era messo da scudo per
difenderlo venendo ucciso. Ludovico uccide quindi a sua volta il
nobile. Viene aiutato dalla folla e viene portto nel convento dei farti
cappuccini per curarsi dalle ferite. In questo periodo in covento
avverte il desiderio di farsi frate e cambiare stile di vita. Dona tutti i
beni alla famiglia dell’amico ucciso e a 30 anni diventa frate.
Ludovico,prima di diventare frate, si era scusato umilmente con la
famiglia dell’amicop servo ucciso e, viene perdonato dolorosamente
dal fratello dell’amico. Durante il banchetto organizzato dalla
famiglia dell’amico Ludovico accetta solo del pane. Per questo fra
Cristoforo accorse subito in aiuto di Lucia: per aver sentito
quest’indignazione santa negli atti di persecuzione di Don Rodrigo.

5 capitolo Promessi Sposi


Giunto a casa di Lucia,Fra Cristoforo viene messo al corrente dei
fatti accaduti e si sofferma a valutare le possibili soluzioni. Decide
allora di recarsi personalemnte a casa di Don Rodrigo, per tentare
di convincverlo ad abbandonare il suo malvagio proposito. Prima di
lasciare la casa delle 2 donne, incontra Renzo e lo rimprovera per
avuto tutti quei cattivi pensieri di vendetta e lo esorta ad aver fiducia
in dio e nella sua pazienza divina.
Il Frate avviandosi sulla strada per il palazzotto di Don Rodrigo,
scorge,attraversando la borgata dei suoi uomini,evidenti segni di
una vita ispirata alla violenza e alla corruzione. Gli abitanti intorno al
palazzotto erano donne e uomini maneschi, vecchi e bambini
petulanti e provocatori. Avevano tutti modi rozzi e maleducati. Don
Rodrigo voleva incutere paura attraverso il suo castello ma ci sono
delle limitazioni. Don Rodrigo non era infatti molto ricco e i suoi
bravi erano indisciplinati. Don Rodrigo aveva infatti grandi ambizioni
e superbia ma scarsa capacità e scarsa potenza. Aveva contagiato
tutte le persone che erano intorno a lui.Il frate viene accolto da 2
bravi con fare minaccioso che facevano guardia al portone. Riesce
tuttavia ad entrare nel palazzo e sentì che c’erano degli schiamazzi
provenienti dalla sala da pranzo nella quale si stava probabilmente
consumando un banchetto. Grazie ad un vecchio servitore il frate
viene condotto nella sala da pranzo dove c’era Don Rodrigo
insieme al cugino Attilio,l’avvocato Azzecca-garbugli e altri loschi
individui che completavano la tavolata.
Il frate comunica a Don Rodrigo di volergli parlare in privato, ma
quest’ultimo lo invita a pranzare insieme agli altri commensali. Il
frate viene così costretto ad assistere al banchetto e ad una accesa
discussione su una questione di etica cavalleresca. La questione di
cui si discuteva è sull’uso della violenza nei confronti di un
ambasciatore nemico e quando Don Rodrigo chiede al Frate il suo
parere egli si proclamò sostenitore della non violenza suscitando
così’ lo scalpore dei commensali.
Don Rodrigo sposta così’ l’argomento di discussione sulla guerra
tra Francia e Spagna per il Ducato di Mantova. Accortosi però che
l’argomento metteva in discussione i suoi commensali Don Rodrigo
decide di placare ogni disputa con del buon vino prelibato. Durante
il brindisi l’avvocato Azzecca-Garbugli viene invitato a pronunciare
un discorso sulla bontà dei pranzi offerti da Don Rodrigo e sulla sua
assoluta ospitalità. Il discorso scivola sull’imminente carestia che
inizia ad affliggere Milano e d’intorni. Don Rodrigo si ritira intanto in
una stanza privata dove poter parlare privatamente col frate.

6 CAPITOLO PROMESSI SPOSI


Appena finito il pranzo, Fra Cristoforo riesce a parlare in privato con
Don Rodrigo,inizialmente con diplomazia che si trasforma subito in
indignazione quando il potente Don Rodrigo propone al frate di
accogliere Lucia nel suo palazzotto e arriva a insinuare che lo
stesso frate nutrisse un interessamento verso Lucia. Il frate viene
però cacciato dopo aver predetto la manifestazione di una giustizia
divina. Il frate la pronuncia leggendo il suo breviario e con il
crocifisso tratto in alto. Don Rodrigo rimane impaurito e turbato da
ciò ed è costretto a cacciare il frate. Prima che il frate se ne
andasse dal palazzotto incontra un vecchio servitore che,turbato
dall’arroganza del suo padrone, si propone di aiutare il frate
attravreso un piano. Fra Cristoforo vede in questo intervento un
chiaro segno della provvidenza. Intanto a casa di Lucia, Agnese
suggerisce ai 2 futuri sposi ‘ il matrimonio per sorpresa’, un inganno
da sottoporre a Don Abbondio,che pur essendo contrario, con la
presenza di 2 testimoni, i due si sarebbero potuti sposare. Renzo si
mostra subito interessato e cerca subito di trovare i testimoni
necessari. Decide dunque di parlarne al suo povero amico
Tonio,sveglio e adatto alla circostanza.Tonio viene invitato
all’osteria da Renzo per parlare della proposta.Tonio aveva dei
debiti con Don Abbondio. L’uomo accetta dopo che Renzo gli
promette di pagare i suoi debiti ma con lui porterà anche il fratello
Gervaso,che non chiederà spiegazioni. Agnese,invece,cerca di
convincere Lucia spiegandole il piano e come,ad esempio,distrarre
Perpetua. Lucia supplica invano Renzo di affidarsi alla provvidenza.
Intanto giunge, dal palazzotto di Don Rodrigo, Fra Cristoforo con
cattive notizie.

7 CAPITOLO PROMESSI SPOSI


Tornato dal palazzotto di Don Rodrigo, Fra Cristoforo giunge di
nuovo a casa di Lucia e comunica ad Agnese e ai 2 promessi sposi
che,malgrado il suo intervento, Don Rodrigo non intende cambiare
atteggiamento. Renzo reagisce con rabbia. Uscendo,il frate,
raccomanda di inviare qualcuno al convento il giorno successivo,
per avere nuove informazioni. Renzo,irritato dalle notizie appena
ricevute e dall’opposizione di Lucia al progetto di matrimonio a
sorpresa, dà in escandescenze. Alla fine Lucia cede e acconsente
(a malincuore) al piano della madre. Renzo torna infine a casa.
Agnese e Renzo definiscono insieme i dettagli del piano del
matrimonio a sorpresa, mentre Lucia resta in disparte. Seguendo le
indicazioni di fra Cristoforo, Agnese invia poi al convento Menico,
un ragazzino suo parente. Per tutta la mattinata, dei loschi figuri
vestiti da viandanti e da pellegrini si aggirano nelle vicinanze della
casa di Lucia,curiosando anche all’interno dell’abitazione. Dopo lo
scontro con Fra Cristoforo, Don Rodrigo, furibondo per non esser
riuscito a intimorire il frate e,turbato da quel’verrà un giorno…’
cammina per il palazzo al cospetto dei ritratti dei suoi avi,che
sembrano rimproverarlo per la sua debolezza. Per dimenticare
l’episodio il nobile esce,scortato dai bravi, per una passeggiata
trionfale, durante la quale egli viene osservato da tutti. Tornato al
palazzotto,egli viene però deriso da Attilio,suo cugino, che risentito
raddoppia la posta della scommessa. Dopo una notte di sonno
tranquillo Don Rodrigo dimentica i timori suscitati da Fra Cristoforo
e, predispone un piano con il capo dei bravi, il Griso, per rapire
Lucia. Tornati al palazzotto, il Griso da le ultime indicazioni ai bravi.
Intanto il vecchio servitore si avvia alla volta del convento per
riferire al frate circa il previsto rapimento di Lucia.Nel frattempo
alcuni bravi hanno già occupato le posizioni concordate ed altri si
avviano a farlo. Dopo aver preso con Agnese e Lucia gli ultimi
accordi per il matrimonio a sorpresa, Renzo, assieme a Tonio e a
Gervaso si reca all’osteria e qui incontra 3 individui ( 3 bravi di Don
Rodrigo) dal comportamento minaccioso. Renzo,durante la cena,
chiede all’oste informazioni sui 3, ma l’oste finge di non conoscerli.
Al contrario, egli fornisce ai bravi diverse notizie su Renzo e i suoi
amici. Usciti dall’osteria Renzo,Tonio e Gervaso, vengono seguiti
da 2 bravi, che si arrestano però, vedendo apparire gente di ritorno
dai campi. I 3 passano poi a chiamare Lucia ed Agnese per dare il
via al matrimonio a sorpresa e insieme si recano alla canonica,
dove Tonio bussa alla porta dicendo a Perpetua di voler saldare un
debito.

8 CAPITOLO PROMESSI SPOSI


Quella sera Don abbondio si stava gustando un po di tranquillità
dopo le agitazioni dei 2 giorni precedenti immerso nella lettura.
A questo punto Perpetua annuncia la visita di Tonio e Gervaso:
Tonio voleva pagare il debito che aveva col curato e ottenere il
pegno da togli. L’ora era tarda, ma era ben approfittare
dell’occasione: Tonio quei soldi poteva sciuparli nell’osteria. Da
questo pensiero indotto Don Abbondio,nonostante la diffidenza, lo
lascia entrare ed ammette nello studio. Dietro, ma lui non se ne
avvede, ci sono Renzo e Lucia: Agnese si è portata via Perpetua
attirandola con l’argomento, molto sensibile, del mancato
matrimonio con uno dei tanti pretendenti. Quando Don Abbondio
alza la testa per consegnare la polizza a Tonio, si vede davanti
Renzo e Lucia: Renzo riesce a pronunciare la formula, Lucia non ci
riesce a causa del tappeto che gli scaglia addosso Don Abbondio.
Si crea una confusione generale: I 2 cercano di uscire, Tonio di
riprendersi la ricevuta e Gervaso di uscire dal marasma generale.
Dalla stanza accanto dove il curato si è barricato, invoca l’aiuto del
campanaio Ambrogio, il quale,alzatosi improvvisamente, inizia a
suonare le campane a martello svegliando il paese e sollecitandone
l’aiuto contro il misterioso nemico. Intanto Menico torna a casa dal
convento e quando si avvicina alla casa di Agnese è bloccato dai
bravi di Don Rodrigo,che erano entrati nella casa ma l’avevano
trovata vuota. Sentendo le campane e ritenendosi scoperti, i bravi
fuggon. Scappano anche Renzo e Lucia ed Agnese. Don Abbondio
avverte che il pericolo è terminato. Menico, sfuggito dai bravi,
avvisa i 3 fuggitivi che i bravi si trovano nelle vicinanze della casa di
Agnese e quindi si dirigono da Fra Cristoforo. Lucia ed Agnese si
recheranno con una sua lettera di raccomandazione a Monza dove
saranno ospitate in un convento; Renzo con altra lettera si recherà
a Milano presso il convento dei cappuccini. Comincia così il viaggio
di dispersione dei 3.

9 CAPITOLO PROMESSI SPOSI


Il nono capitolo dei promessi sposi si apre con renzo,Agnese,Lucia
che approdano sull’altra riva del Lago di Como,dopo aver navigato
tutta la notte. Giunti a destinazione, i 3 scesero dalla barca e
ringraziarono il barcaiolo. Renzo gli offrì del denaro, ma lui si rifiutò
di accettarlo. Nelle vicinanze c’era un barrocciaio che li aspettava
e,grazie a lui, dopo aver fatto colazione, le donne convinsero Renzo
a partire,facendogli capire che la gente avrebbe parlato e che il
distacco più ritardato sarebbe stato ancora più doloroso e quindi
Renzo partì trattenendo a stento le lacrime e stringendo forte la
mano ad Agnese. Il Barrocciaio le accompagnò dal padre
guardiano, al quale consegnarono la lettera di Fra Cristoforo.
Mentre l’uomo leggeva la lettera si meravigliava sempre di più e
guardava Lucia e la madre con pietà ed interesse. Finito di leggere
disse loro di andare dalla’signora’. Il frate invitò Agnese,Lucia e il
barrocciaio a seguirlo tenendo il passo ad una certa distanza da lui,
il quale, arrivato davanti a una porta, si fermò per guardare se gli
altri venissero e disse al barrocciaio di ripassare fra un paio di ore,
e accompagnò le donne dalla signora. Durante il cammino
raccomandò loro di comportarsi bene,in seguito le fece attendere
nella stanza della fattoressa mentre lui si recava dalla signora per
annunciare il loro arrivo. Ritornato, le fece entrare. La signora era
una monaca di nobili origini che dimostrava circa 25 anni.
Indossava un velo nero, sospeso e sistemato orizzontalmente sulla
testa, che cadeva da 2 parti. Una bianchissima benda di lino
cingeva la sua fronte ed un'altra le copriva parte del viso e del colo.
Inoltre portava un vestito attillato sui fianchi ed un ciuffo di capelli
che cadeva sulla fronte. Il guardiano raccontò in breve la storia alla
monaca che però voleva ascoltarla da Lucia, la quale non riusciva a
parlare. La signora mandò fuori sia il guardiano sia agnese e restò
sola con Lucia. Il comportamento della monaca era alquanto strano
e questo può essere spiegato solo parlando della provenienza e
dalla sua storia.

11 CAPITOLO PROMESSI SPOSI


Nel capitolo 11 Lucia viene rapita da il Griso,ma quest’ultima, nel
viaggio di ritorno nel paese, riesce a fuggire.Il Griso scopre che
Lucia risiede nel convento della Monaca di Monza,mentre Don
Rodrigo, già a conoscenza di dove fosse Lucia, scopre che Renzo
è a Milano e quindi i 2 sono in luoghi separati. Don Rodrigo
richiama il Griso per organizzare un piano per separarli per sempre.
Il Griso viene quindi mandato a Monza per avere più notizie su
Lucia. Renzo,giunto a Milano, riesce a ricevere poche e confuse
notizie sulle sommosse che stavano travolgendo Milano. Lungo la
strada per cui entra, una lunga strada stranamente deserta di
gente,vede lunghe strisce bianche di farina; più in là dei pani
incustoditi. Intanto vede comparire un uomo davanti a sé un uomo
quasi schiacciato dal peso di un sacco di farina, dietro gli è la
moglie che porta un pancione smisurato colmo di farina,chiude la
processione un ragazzetto con un cesto sulla testa,colmo di pani
che egli,muovendosi, semina per la strada. L’impressione però non
lo distoglie dal suo primo proposito, quello di recarsi nel convento
dei cappuccini per chiedere di padre Bonaventura, a cui deve
consegnare la lettera di raccomandazione di padre Cristoforo. Non
lo trova e perciò decide di andare a vedere cosa succede in città.

12 CAPITOLO PROMESSI SPOSI


Milano era a tutti gli effetti una città in rivolta. Gli animi erano
esasperati e dalle lamentele si era passati ai fatti che si erano
precisati come assalti ai forni. Non era solo la città, ma tutto il
territorio lombardo soggetto agli Spagnoli a soffrire la fame,ad
essere investito dalla carestia. C’erano all’origine dei fatti naturali:
c’era stat una grande siccità,molte terre poi erano state
abbandonate dai signori, la guerra del Monferrato e di Mantova per
la successione ai Gonzaga, attraverso lo spreco che è proprio degli
eserciti e attraverso le razzie distruttive compiute dai mercenari,
procurava perdite e dissennato consumo di un bene fattosi raro: ma
erano anche responsabilità degli uomini al potere con la loro
insaipienza e la loro incapacità di concreti provvedimenti. Questi
avevano potenziato e complicato le situazioni imposte dalle
avversità naturali. Il governatore Don Gonzalo,tutto preso dalla
guerra, conduceva l’assedio alla città di Caasale e si disinteressava
di Milano ; il vice governatore Ferrer era un demagogo. Prima pose
un calmiere al pane obbedendo alle richieste dei fronai; poi,
premuto dalla protesta popolare, abbassò il prezzo del pane. La
mattina in cui renzo giunse a Milano era stato ordinato l’aumento
del prezzo del pane. Una folla di proporzoni sempre più vaste si
raccolse prima in piazza Duomo. La scintilla della rivolta viene data
da un ragazzo fornaio che porta il pane in casa dei signori: questo è
il primo assalto. Di qui si passa al vicino forno delle grucce. Qui
interviene la polizia: il capitano della giustizia si affaccia alla finestra
e richiama i cittadini all’ordine. Viene però colpito da un sasso ed è
quindi costretto a ritirarsi. Il forno è assaltato e saccheggiato. Dalle
parole che sente Renzo capisce che il colpevole era il vicario di
provvisione che non si era ben occupato degli approvvigionamenti
della città. Renzo fa ormai parte della folla che si dirige verso la
casa del vicario.

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