IL DOTTOR AZZECCA-GARBUGLI
Lucia raccontò sia a sua madre Agnese sia al suo promesso sposo Renzo che giorni fa ha
incontrato Don Rodrigo con suo cugino lungo la strada di ritorno.
Prima l’avevano importunata e poi tra loro hanno parlato di una certa scommessa su
Lucia. Lucia è andata a raccontare tutto al suo confessore, padre Cristoforo, ed egli
rispose che sarebbe stato meglio affrettare il matrimonio.
Nel momento in cui Lucia ha capito che non si poteva fare più il
matrimonio scoppiò a piangere dicendo che non aveva detto
niente a nessuno per non spaventarli. Agnese però propose una
soluzione: dovevano rivolgersi al bravo avvocato del paese, dottor
Azzecca-Garbugli e raccontare il problema e per non presentarsi a
mani vuote consegnò a Renzo 4 capponi.
Renzo e Lucia approvarono il consiglio di Agnese, e subito Renzo si
incamminò con i quattro capponi verso Lecco.
Giunto a casa di Azzecca-garbugli, Renzo, intimidito, entrò in cucina dove una serva gli
prese i capponi dalle mani.
In quel momento arrivò il dottore che lo fece entrare nello studio, pieno di vecchi libri e di
documenti sparsi alla rinfusa.
Azzecca-garbugli chiuse la porta dello studio e chiese a Renzo di parlargli del suo caso.
Renzo in soggezione, chiese quale punizione ci fosse per chi minacciava un prete e non
faceva celebrare un matrimonio. Il dottore si mostrò preoccupato e si mise a frugare tra
le carte. Trovò infine il documento che cercava: una legge del 1627.
Con espressione seria cominciò a leggerla a Renzo. La legge
descriveva con precisione le punizioni per chi impediva a un
prete di celebrare un matrimonio.
Renzo seguiva attentamente e il dottore si meravigliava che
non fosse spaventato: era infatti convinto che fosse un bravo.
Gli disse allora che si era fatto tagliare il ciuffo. I bravi
portavano appunto un lungo ciuffo sul volto per non farsi riconoscere.
Renzo rispose di non aver mai portato un ciuffo, ma il dottore
ribatté che se voleva il suo aiuto doveva raccontare la verità e
dirgli chi era il suo capo, per chiedere la sua protezione.
Renzo capì l'equivoco e disse di non aver mai minacciato
nessuno, e che anzi il suo matrimonio era stato impedito da
Don Rodrigo.
A sentire il nome di don Rodrigo il dottore non volle più ascoltare niente e cacciò Renzo
restituendogli i capponi.
Renzo cercò inutilmente di insistere, poi tornò al paese a raccontare del suo fallimentare
incontro.
Intanto Lucia e Agnese si consultano nuovamente tra loro e decidono di chiedere aiuto a
fra Cristoforo, un frate cappuccino in cui la ragazza ha molta fiducia.
Mentre le due donne pensano come fare a parlare
con fra Cristoforo, arriva fra Galdino. Fra Galdino
chiede spiegazioni ad Agnese riguardo il matrimonio
rimandato e la donna dice che è stato a causa di una
malattia del curato. Si lamenta poi della scarsità della
sua raccolta e dichiara che come rimedio per la
carestia c'è solo l'elemosina, come dimostra il
"miracolo delle noci" che avvenne molti anni prima
in un convento di cappuccini in Romagna: il frate
narra che in quel convento c'era un padre santo di nome Macario, che un giorno vide in
un campo il proprietario di un noce che ordinava ai suoi contadini di abbattere la pianta;
l'uomo disse al padre che il noce non faceva frutti, al che il cappuccino rispose che
quell'anno avrebbe dato un raccolto straordinario. L'uomo accettò di risparmiare l'albero
e promise che la metà delle noci sarebbe andata al convento. A primavera, in effetti, il
noce produsse una quantità incredibile di frutti, ma il proprietario era morto prima di
raccoglierle e suo figlio, giovane molto diverso dal padre, si era poi rifiutato di onorare la
promessa e di consegnare le noci al convento. Un giorno, però, il ragazzo mentre stava
con alcuni suoi amici, ridendo dei frati, li condusse in granaio a vedere le noci: al posto dei
frutti trovarono solo i fiori secchi della pianta, per cui la voce del miracolo si sparse in un
baleno e il convento ne guadagnò, perché in seguito ricevette tante elemosine da poterle
poi ridistribuire tra i poveri, come normalmente avviene.
Lucia, allora, volendo dare a Fra Galdino un messaggio, gli consegna una gran quantità di
noci affinché egli possa recarsi subito al convento ed esaudire la sua richiesta di mandare
presso di loro fra Cristoforo.
Manzoni precisa che, nonostante fra Cristoforo avesse a che fare con la gente umile, era
un personaggio "di molta autorità, presso i suoi, e in tutto il contorno" e approfitta
dell'occasione per una descrizione della condizione dei frati
cappuccini nel Seicento
Renzo ritorna deluso per l’incontro con l’avvocato, le due
donne cercano di calmarlo dicendogli che hanno chiesto
l’intervento di fra Cristoforo.
Intanto è già sera e i tre devono separarsi.