Sei sulla pagina 1di 5

Scheda di lettura delle novelle di Verga

TITOLO
Rosso Malpelo, La Roba, La Lupa, Libertà, Cavalleria Rusticana, Jeli il pastore, Pane nero, Malaria,
Fantasticheria, Pentolaccia
DATA DI PRIMA PUBBLICAZIONE
Vita dei campi: 1880
Novelle rusticane: 1883
GENERE
Novelle
AUTORE

Giovanni Verga nasce il 2 settembre 1840 a Vizzini, in Sicilia.


Considerato da molti il maggiore esponente del verismo in
Italia, Verga comincia a studiare sin da giovane, avvicinandosi
al mondo della scrittura in età adolescenziale, grazie alla
lettura di opere firmate Petrarca, Dante, Hegel e Tasso.
Verga, dopo aver iniziato (ma mai terminato) gli studi di
giurisprudenza all’Università di Catania, decide di spostarsi a
Firenze per dedicarsi completamente alla letteratura, ed in
seguito a Milano. È proprio nella città meneghina che redigerà
le sue opere più note, come le raccolte di novelle “Vita dei
campi” e “Novelle rusticane”, ed i romanzi come “I malavoglia”.
Dopo un lungo soggiorno a Milano, Verga decide di tornare a
Catania dove, afflitto da gravi crisi psicologiche, rimane sino
alla sua morte, avvenuta il 27 gennaio 1922.

TRAMA
LA LUPA: La novella “La lupa”, tratta dalla raccolta “Vita dei
campi”, racconta di una donna che viene chiamata “Lupa” per la
sua insaziata voglia di uomini. Un giorno ella si innamora di un
agricoltore, Nanni, a sua volta innamorato di Maricchia, figlia
della lupa ed –in seguito- sposa di Nanni.
Dal momento che la donna continua, anche dopo il matrimonio
tra la figlia e Nanni, a perseguitare l’uomo, lui chiede prima
aiuto alle forze dell’ordine ma, non ricevendo appoggio, compie
un gesto estremo: le toglie la vita.

LIBERTÀ: La novella “Libertà”, tratta dalla raccolta “Novelle


rusticane”, narra di una rivolta da parte dei poveri nei confronti
dei ricchi, dove essi si coalizzano per abbattere i maggiori
esponenti delle casate aristocratiche del luogo e per
implementare ai loro beni quelli dei defunti. La novella finisce
con la fuga di essi dalla furia di Nino Bixio.

ROSSO MALPELO: La novella “Rosso Malpelo”, tratta dalla


raccolta “Vita dei campi”, narra di un giovane considerato da
tutti “malpelo” poiché aveva i capelli rossi, a causa dei quali si
fece una pessima nomea. Dopo la morte del padre, in una cava
di zolfo, Malpelo comincia a comportarsi in maniera
estremamente cattiva, degna della fama che si era guadagnato.
Il protagonista rimane solo fino a quando, nella cava dove
lavora (la stessa del padre), arriva Ranocchio. Tra i due si
instaura fin da subito uno strano legame: infatti Malpelo lo
maltratta e si rivolge a lui in maniera poco amichevole, ma al
contempo lo protegge, gli dà il suo cibo e svolge al suo posto
le mansioni più faticose.
Dopo la morte di quest'ultimo, Malpelo rimane completamente
solo e accetta di svolgere mansioni estremamente rischiose, e
in una di esse perirà.

LA ROBA: La novella “La roba”, tratta dalla raccolta “Novelle


rusticane”, racconta di un grande proprietario terriero chiamato
Mazzarò, il quale ama la sua “roba”, ovvero i suoi
possedimenti, e li preferisce al denaro, trascorrendo quindi una
vita da misero.
Il legame, per Mazzarò, con la sua roba è talmente forte che, in
punto di morte, decide di uccidere tutti i suoi animali per averli
con sé per sempre.

PENTOLACCIA: La novella “Pentolaccia”, tratta dalla raccolta


“Vita dei campi”, narra di un pover’uomo siciliano, da tutti
chiamato “Pentolaccia”.
Il protagonista della novella decide, nel corso di essa, di
sposare Venera, una donna vista dalla madre come una poco di
buono, poiché tutti parlavano della storia che c’era tra Venera
e Don Liborio, il dottore del paesino. Quando questi
pettegolezzi giungono all’orecchio di Pentolaccia, lui minaccia il
medico di non presentarsi più a casa sua.
Don Liborio decide di non ascoltare la minaccia dell’uomo e,
quando Pentolaccia sente i suoi passi sulla via di casa il giorno
seguente, lo colpisce con una stanga alla testa e lo uccide.
“Così Pentolaccia finì in galera”.

PANE NERO: La novella “Pane nero”, della raccolta “Vita dei


campi”, narra la storia di una famiglia in cui viene a mancare il
capofamiglia: compare Nanni.
In seguito alla morte del padre, il figlio Santo decide di
trasferirsi insieme a sua moglie “La Rossa” nella casa paterna,
per stare con la madre, e decide di tenere con sé anche la
sorella Lucia.
Nel frattempo un giovane venditore di rane corteggia Lucia, ma
il fratello le proibisce di sposarlo.
Don Venerando, vicino di casa di Santo, chiede a quest’ultimo
la possibilità di prendere al suo servizio Lucia. A casa di Don
Venerando Lucia si innamora di Brasi, un garzone, che però si
rifiuta di sposarla poiché senza dote.
Quando Don Venerando le propone 20 onze di dote in cambio
di favori carnali, Lucia è restia ad accettare, anche se alla fine
cede, poiché pensa che in questo modo avrà la dote e potrà
sposare Brasi. Lucia rimane incinta di Don Venerando.
Quando la madre muore, “La Rossa” la consola dicendo che
sicuramente, ora che ha una dote, Brasi la sposerà.

JELI IL PASTORE: La novella “Jeli il pastore”, tratta dalla


raccolta “Vita dei campi”, ha come protagonista Jeli, un giovane
pastore, che stringe amicizia con don Alfonso, detto il
signorino. Mentre parlavano, Jeli rivela all’amico che si era
infatuato di una ragazza tempo addietro, di cui è ancora
innamorato: Mara.
Poco dopo Jeli viene a sapere che Mara sta per sposare il figlio
del massaro Neri.
Passa un po’ di tempo e Jeli e Mara si incontrano, e lei racconta
che non si è più sposata perché girava voce che avesse una
relazione con don Alfonso. Jeli, allora, decide di sposarla, non
credendo ai pettegolezzi che giravano.
Un giorno don Alfonso invita Mara ad una scampagnata, a cui
però Jeli impedisce di partecipare. Mara non gli dà ascolto e
quando vede che don Alfonso la coccola, il pastore lo uccide.

CAVALLERIA RUSTICANA: La novella “Cavalleria rusticana”,


tratta dalla raccolta “Vita dei campi”, narra la storia di un
contadino, Turiddu, che –prima di partire militare- era fidanzato
con Lola che, durante la sua assenza, aveva cominciato a
frequentare Alfio, un carrettiere molto ricco.
Date le modestissime condizioni economiche di Turiddu, egli è
obbligato a lavorare come camparo da massaro Cola, che
peraltro era il vicino di casa di Alfio.
Per fare ingelosire Lola, Turiddu decide di provarci con Santa,
figlia di Cola.
La tecnica di Turiddu funziona e Lola, durante l’assenza del
marito, invita l’uomo a casa sua.
Santa si accorge di ciò e lo rivela ad Alfio, che decide di sfidare
Turiddu in un duello, ove questi morirà.

MALARIA: La novella “Malaria”, tratta dalla raccolta “Novelle


rusticane”, comincia con una lunga descrizione di tale malattia,
vista come un essere che si muove per le strade ed “acchiappa”
le sue vittime.
La novella descrive alcuni episodi di gente morta per colpa
della malaria, come i cinque figli di compare Carmine, di cui uno
suicida perché aveva troppa paura della morta causata dalla
malaria. Si racconta inoltre la storia di Cirino, che era guarito
dalla malaria e aveva avuto quattro mogli, tutte morte a causa
di tale malattia, e a cui era stato affibbiato il titolo di
“Ammazzamogli”.

FANTASTICHERIA: La novella “Fantasticheria”, tratta dalla


raccolta “Vita dei campi”, narra di una donna che, vedendo Aci
Trezza dal vagone del treno, afferma di volerci stare un mese
intero anche se si rende conto che dopo due giorni già si annoia
in quel luogo. Comincia così a porsi una domanda: come si fa a
vivere in un luogo come quello una vita intera. A tale quesito,
giungono risposte che esaltano la povertà e la miseria della
“gente di mare” che vi abita.
Inoltre si parla anche del cosiddetto ideale dell’ostrica:
un’ostrica attaccata al proprio scoglio non vuole staccarsi, e la
cosa che teme di più è “l’arrivo del coltello del palombaro che
le stacca dallo scoglio”.
Quindi ciò fa capire come i pescatori abitanti di Aci Trezza
desiderino stare per sempre attaccati allo scoglio e morire
nella loro terra natia, perché staccarsi vorrebbe dire morte
istantanea.
COMMENTO
Ho apprezzato molto queste novelle, in particolar modo quelle tratte dalla raccolta “Vita dei campi”,
e ho compreso perché Verga è annoverato tra le figure di spicco della letteratura italiana.
Sono rimasto particolarmente colpito dalla novella “Fantasticheria”, di cui mi ha affascinato molto
l’ideale dell’ostrica, presente in moltissime opere di Verga, dalle novelle ai romanzi (vedasi “I
malavoglia”).

Potrebbero piacerti anche