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L'inizio del romanzo ambientato nel 1957 presso la necropoli etrusca di Cerveteri, vicino a Roma, dove il protagonista si trova

a in gita assieme ad un gruppo di amici. Il suo pensiero, osservando le tombe etrusche, corre al cimitero ebraico di Ferrara e, pi precisamente, alla tomba monumentale dei FinziContini, riportandogli cos alla mente il tragico destino che ha travolto questa famiglia. I Finzi-Contini sono una famiglia ricchissima appartenente all'alta borghesia, che vive nella fiorente comunit israelitica di Ferrara. composta dal professor Ermanno, sua moglie Olga, i figli Alberto e Micl (il primogenito, Guido, era morto all'et di sei anni in seguito ad un attacco di paralisi infantile) e l'anziana nonna Regina; la famiglia ha alle sue dipendenze molti servi che lavorano nel loro grande giardino, tra cui il vecchio e fedele contadino veneto Perotti, che il tuttofare della casa. Da bambino, il protagonista (anche lui ebreo, ma appartenente alla media borghesia) riesce a frequentare poco i due giovani Finzi-Contini, Alberto e Micl (pressoch suoi coetanei), a causa di un atteggiamento di iper-protezione da parte dei loro genitori che li costringe ad una sorta di isolamento (ad esempio i due non frequentavano la scuola pubblica ma studiavano in casa, perch la mamma ha sempre avuto l'ossessione dei microbi. Diceva che le scuole sono fatte apposta per spargere le malattie pi orrende [...] Dopo la disgrazia di Guido [...] si pu dire che non abbia pi messo il naso fuori di casa). Le poche occasioni di incontro sono le festivit ebraiche e le riunioni al Tempio, ovvero la sinagoga. Nel giugno 1929, tuttavia, avverr un primo significativo incontro tra il protagonista e Micl. In occasione dell'uscita dei tabelloni delle promozioni (l'io narrante frequenta il ginnasio), il protagonista scopre di essere stato rimandato in matematica; disperato scappa e inizia a vagabondare per la citt, fino ad arrivare sfinito davanti al muro di cinta che delimita il giardino dei Finzi-Contini. Qui incontra Micl, ormai tredicenne, che riesce a consolarlo e lo invita a scavalcare il muro per entrare nel giardino. Per la prima volta il protagonista sente di provare per la giovinetta un sentimento pi forte dell'amicizia e sogna, e allo stesso tempo dispera, di riuscire a darle un bacio, ma poi la ragazza viene richiamata da Perotti e l'occasione sfuma. A questo punto la narrazione fa un salto temporale in avanti di una decina d'anni, ovvero al 1938, anno dell'emanazione delle leggi razziali e della conseguente discriminazione degli ebrei. A causa di queste, il protagonista viene cacciato dal club di tennis che era solito frequentare, l'Eleonora d'Este. Ma viene subito accolto nel campo da tennis della magna domus (cos veniva chiamata casa Finzi-Contini) di Alberto e Micl, i quali invitano a giocare un gruppo di ragazzi, per lo pi ebrei e loro coetanei. Frequenta il gruppo anche un certo Giampiero Malnate, amico milanese per cui Alberto prova una grande ammirazione (a tratti equivoca) e che lavora in qualit di chimico in una fabbrica della zona industriale di Ferrara. Tutti questi ragazzi passano stupendi pomeriggi nell'atmosfera incantata ed idilliaca del giardino, disputando lunghe partite a tennis e dilettati dalla signorile ospitalit dei padroni di casa. Durante queste divertenti giornate il protagonista e la giovane Micl hanno l'occasione di passare molto tempo insieme (spesso dimenticandosi persino della partita a tennis): fanno lunghe escursioni nel giardino, parlano e rafforzano sempre pi la loro intesa, ma la timidezza e il timore di un rifiuto della ragazza fanno sfumare l'unica occasione che il protagonista ha per dichiarare apertamente il suo amore: quello in cui i due si trovano chiusi nella vecchia carrozza all'interno della rimessa, lontano da tutti gli altri. Il rimorso per il mancato coraggio dimostrato in quell'occasione viene subito aggravato dalla decisione fulminea di Micl di andare a Venezia per completare la tesi e laurearsi. Atterrito dall'improvvisa partenza dell'amata (avvenuta il giorno dopo l'episodio della carrozza), il protagonista continua a frequentare casa Finzi-Contini, da una parte per completare anche lui la sua tesi (il professore Ermanno gli aveva messo a disposizione l'intera biblioteca) e dall'altra per non perdere il contatto con Micl (anche solo attraverso gli oggetti e i luoghi da lei frequentati in quella casa). Durante questo periodo il protagonista approfondisce la sua conoscenza con il Malnate, partecipando attivamente ai salotti organizzati in casa da Alberto. In occasione della Pasqua Micl torna a casa e, subito avvertito da Alberto di una grande sorpresa, il protagonista abbandona la cena di famiglia per raggiungere casa Finzi-Contini. Micl con la consueta familiarit lo accoglie all'ingresso: egli si precipita ad abbracciarla e, travolto dalla gioia, finalmente la bacia. Micl per lo respinge, ma senza colpevolizzarlo. Il protagonista capisce di avere incrinato il suo rapporto con Micl, la quale da questo momento assume nei suoi confronti un atteggiamento del tutto freddo e distaccato. Tuttavia egli non rinuncia al suo amore e perci continua a frequentare il giardino e la compagnia, tormentando Micl con continui tentativi di toccarla, tenerla tra le braccia e baciarla (dando vita a quelle che lei chiama scene coniugali), cercando persino di indurla a concedersi, ma Micl lo respinge ancora e, a questo punto, gli chiarisce il motivo del suo comportamento, lo stesso che tempo prima l'aveva indotta a fuggire a Venezia senza dirgli nulla: gli spiega che il giorno in cui erano rimasti chiusi nella carrozza aveva capito che il loro rapporto di amicizia si stava trasformando in qualcos'altro, e che questo l'aveva spaventata tanto da indurla a scappare sperando che la situazione si risolvesse da s e tutto tornasse come prima. Gli spiega anche che, malgrado lei da bambina avesse avuto una cotta (uno striscio) per lui, tra di loro non sarebbe potuto esserci altro che amicizia poich sono due persone molto simili, quasi come fratello e sorella,

stupidamente onesti entrambi, uguali in tutto e per tutto come due gocce d'acqua ed entrambi con il "vizio" di vagheggiare il passato. Il protagonista non vuole per credere alla verit appena udita, e anzi preferisce darsi una pi spiegazione pi facile da accettare: l'esistenza di un altro uomo. Glielo dice francamente e Micl reagisce pregandolo di diradare le sue visite fino a non presentarsi pi. Questo segna la rottura definitiva del loro rapporto. Lontano da casa Finzi-Contini, il protagonista inizia a frequentare Giampiero Malnate, diventando suo amico (nonostante i due, durante i salotti da Alberto, si dimostrassero acerrimi rivali, almeno in materia politica). Durante uno dei loro incontri, Malnate lo porta in un postribolo e questo segna il culmine del processo di degradazione in cui il protagonista sprofondato dopo la rottura del rapporto con Micl. Rientrato a casa il protagonista ha una conversazione franca con il padre, al quale spiega tutto, compreso il tormentato rapporto con Micl. L'anziano genitore, dimostrandosi innanzitutto amorevole e comprensivo, gli consiglia di porre fine ad ogni legame con i Finzi-Contini, troppo diversi da lui, e anche con Malnate, spingendolo invece a pensare al suo futuro. Nonostante la ferma decisione di non recarsi pi dai Finzi-Contini e di tornare a dedicarsi ai suoi doveri e alla sua vocazione di letterato e scrittore, il protagonista, durante uno dei suoi vagabondaggi notturni, si ritrova inconsciamente davanti al muro di cinta della magna domus, quasi a rievocare l'episodio di dieci anni prima, quando una giovanissima Micl a cavalcioni del muro lo invitava ad arrampicarsi per entrare nel giardino. A differenza di allora, questa volta decide di scavalcare per fare un'ultima visita al luogo. Qui pervaso da uno strano senso di pace e, arrivato di fronte alla rimessa, viene subito colpito dalla convinzione che Micl ricevesse di notte, in segreto, Malnate, spiegando cos di fatto la presenza di una scala appoggiata al muro di cinta (come per agevolarne la valicata), il suo improvviso atteggiamento confidenziale e complice nei confronti del milanese e l'altrettanto repentino atteggiamento ostile di Alberto (lui che lo aveva sempre ammirato), ma finisce per accettare questo pensiero con distacco, quasi con serenit: "Che bel romanzo sogghignai, crollando il capo come davanti a un bambino incorreggibile. E date le spalle alla Htte, mi allontanai fra le piante della parte opposta." Il romanzo si chiude con l'amaro ricordo della Seconda guerra mondiale. Alberto, gi da tempo malato di linfogranuloma maligno, morir nel 1942 e sar l'unico a riposare nella tomba di famiglia. Giampiero Malnate, arruolatosi nel 1941 nel corpo di spedizione italiano inviato in Russia (CSIR), non torner mai pi. L'intera famiglia Finzi-Contini verr catturata nell'autunno del 1943 dai nazifascisti e deportata nei campi di concentramento della Germania.

Il Giardino dei Finzi-Contini (scritto da Giorgio Bassani nel 1962) racconta la storia di un gruppo di giovani universitari ebrei ferraresi a cavallo tra il 1938 e il 1941. Il protagonista da quindicenne, disperato per un brutto voto agli esami di licenza ginnasiale, viene consolato dalla coetanea Micol Finzi-Contini, della ricca famiglia ebrea dei Finzi-Contini. L'amore adolescenziale sboccia all'istante, ma da quando la famiglia Finzi-Contini cambia sinagoga i due non si vedono pi. Passano gli anni, e, quando vengono promulgate le leggi razziali, il protagonista viene allontanato dal club del tennis; ma Micol, sparita per nove anni, lo invita a venire a giocare a tennis a casa sua. Si forma cos un gruppo di amici pi o meno ventiquattrenni, costituito dal protagonista, Micol e il fratello Alberto, e l'amico operaio "il" Malnate. Le giornate trascorrono spensierate nella quiete del giardino, al riparo dall'imperversare del fascismo e dall'odore di guerra che si sente in giro; lunghi momenti sono trascorsi a passeggiare e a discorrere all'ombra degli alberi da Micol e dal protagonista, in cui riaffiora il vecchio sentimento; e proprio nel momento in cui la loro relazione si stringe di pi, Micol parte, e va a laurearsi a Venezia. Il protagonista trascorre ora le giornate aspettando, in compagnia del placido Alberto e del pragmatico Malnate, spesso a cena dalla famiglia Finzi-Contini. Ma quando Micol ritorna e lui d'impulso la bacia, il loro legame comincia a incrinarsi, fino a quando, dopo mesi di vani tentativi, Micol gli intima di lasciarla in pace, e di farsi vedere il meno possibile in casa sua. Ma la speranza l'ultima a morire, e lui comincia a frequentare assiduamente il Malnate, l'"adulto politicizzato", da cui istruito alla politica, e grazie al quale abbandona lentamente il mondo idealizzato del Giardino, focolare delle sue adolescenziali passioni. E, dopo che il Malnate lo porta in un lupanare e dopo essersi trovato a discutere col padre da pari a pari di sesso, di politica e di amore, da ragazzo un po' cresciuto diventa adulto, e una notte, entrato di nascosto nel giardino di casa Finzi-Contini, finalmente si convince definitivamente e se ne va. Il romanzo termina cos; in un breve epilogo di due pagine narrata la fine di tutti i membri della famiglia Finzi-Contini: Alberto muore di tumore, gli altri sono deportati nei campi di concentramento. L'idealismo di Micol, quell'idealismo totale degli adolescenti, continua fino all'ultimo, fino a quando la vita, quella vera, lo annienta. Il Malnate, invece, il giovane maturo e conscio della situazione politica, muore in guerra sul

fronte russo. E, finito l'idealismo, finita l'inconsapevolezza dell'"et fiorita", al protagonista uomo che racconta la storia in analessi non resta che un ricordo. La peculiarit di questo libro la fusione di elementi decadenti e elementi neorealisti, dove l'elegia decadente filtra le vicende dell'Italia fascista e delle leggi razziali; l'oggettivit del racconto lascia spazio a un io narrante che racconta la sua storia mediata attraverso il suo animo e la sua memoria, che dilata i periodi per lei pi significativi relegando in poche righe o addirittura omettendo ci che non funzionale al ricordo; l'operazione di denuncia degli orrori della guerra non quella compiuta negli altri romanzi neorealisti, dove i fatti sono brutalmente e oggettivamente enunciati per una funzione catartica, ma l'orrore delle leggi razziali celato in tutto il libro, e si mostra per un attimo al lettore nelle due pagine dell'epilogo, dove l'"et fiorita" e il tempo della memoria lasciano posto allo stupro dell'intimo e ad un brusco elenco di morti. In questo modo la denuncia sicuramente non pi immediata di quella delle altre opere neorealiste, ma, a distanza di quarant'anni, pi sottile e profonda.

Nato a Bologna il 4 marzo del 1916 da una famiglia della borghesia ebraica, Giorgio Bassani trascorse linfanzia e la giovinezza a Ferrara, destinata a divenire il cuore pulsante del suo mondo poetico. Si laure in Lettere nel 1939 a Bologna. Durante gli anni della guerra partecip attivamente alla Resistenza e conobbe anche lesperienza del carcere; nel 1943 si trasfer a Roma, dove visse per tutta la vita, pur mantenendo sempre fortissimo il legame con la citt dorigine. Fu solo dopo il 45 che si dedic allattivit letteraria in maniera continuativa, lavorando sia come scrittore (poesia, narrativa e saggistica) sia come operatore editoriale: significativo ricordare che fu proprio lui ad appoggiare presso leditore Feltrinelli la pubblicazione de Il gattopardo, romanzo segnato dalla stessa visione liricamente disillusa della storia che si incontra anche nelle opere dellautore de Il giardino dei Finzi Contini. Bassani ha lavorato anche nel mondo della televisione, arrivando a ricoprire il ruolo di vicepresidente della Rai; ha insegnato nelle scuole ed stato anche docente di Storia del teatro presso lAccademia dArte Drammatica di Roma. Ha partecipato attivamente alla vita culturale romana collaborando a varie riviste, tra cui Botteghe Oscure, rivista di letteratura internazionale uscita tra il 48 e il 60. Va inoltre ricordato il suo lungo e costante impegno come president e dellassociazione Italia Nostra, creata in difesa del patrimonio artistico e naturale del Paese.

Dopo alcune raccolte di versi (tutte le sue poesie verranno poi raccolte in un unico volume nel 1982, con il titolo In rima e senza) e la pubblicazione in un unico volume delle Cinque storie ferraresi nel 1956 (alcune per erano gi comparse singolarmente in varie edizioni), Bassani raggiunse il grande successo di pubblico con Il giardino dei Finzi Contini (1962): nel 1970 il romanzo ricever anche unillustr e trasposizione cinematografica per opera di De Sica, dalla quale per Bassani vorr sempre prendere le distanze. Le opere successive dello scrittore, sviluppate tutte intorno al grande tema geograficosentimentale di Ferrara, sono Dietro la porta (1964); LAirone (1968); Lodore del fieno (1973), riunite nel 1974 in un unico volume insieme con il romanzo breve Gli occhiali doro (1958), dal significativo titolo Il romanzo di Ferrara. Dopo un lungo periodo di malattia, segnato anche da dolorosi contrasti a llinterno della sua famiglia, Bassani si spense a Roma il 13 aprile del 2000. Allo scrittore la sua citt ha dedicato il grande parco detto dell'Addizione Verde, oggi Parco Giorgio Bassani, che insieme con il museo Shoah, costituisce un monumentale esempio europeo di come si possa collegare il passato con il futuro, una ferita della storia con la bellezza leggera di un giardino pubblico (Carl Wilhelm Macke, Giorgio Bassani, la Germania e l'Europa).

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