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Giovinezza napoletana:

E’ il periodo caratterizzato dallo sperimentalismo, mischiò vari stili e generi letterari nelle sue opere, le sue
fonti principali sono gli autori stilnovisti, come Dante, in questo periodo si era trasferito a Napoli per il
lavoro del padre, che era stato assunto dai Bardi una famiglia di banchieri molto importanti. In questo
periodo il padre ha provato a farlo entrare nel mondo della finanzia facendolo lavorare a un banco in cui
venne a contatto con molte persone, che lo ispirarono per i personaggi del Decameron. Inoltre sarà alla
corte angioina da cui verrà molto stimolato intellettualmente, studiando greco grazie a un monaco
calabrese, inoltre alla corte incontra la sua musa Fiametta, molto probabilmente era la figlia di Roberto
d’Angiò. Le opere che caratterizzano questo periodo sono La caccia di Diana, il Filostrato, Filocolo e Teseida.

La caccia di Diana è stata composta tra in 1333 e il 1334, è un poemetto in terzine, sono 18 canti, la sua
fonte è Dante e la sua epistole sulle donne più belle di Firenze. Le protagoniste di quest’ opere sono le
donna più belle di Napoli, che vengono consacrate attraverso la caccia romana, in nome di Diana, dea delle
castità; le donne deve uccidere delle bestie e con esse attuare un rituale che simboleggia la loro castità.
Queste donne furono prese da una improvvisa passione e decisero di opporsi a questa castità e chiesero
aiuto a Venere, che trasformoò le bestie uccisse in bellissimi uomini e queste donne trovarono l’amore,
riprese così il mito della maga Circe ribaltandolo.

Il filostrato, composto tra in 1335 e il 1338, il titolo vuol dire vinto d’amore ed l’appellativo che alla fine
verrà affidato al protagonista, è un poema scritto in ottave, la fonte è il Roman de troie un’opera medievale
del 1100 francese, era un poema epico che parlava delle vicende di troia. I protagonisti sono Troico, il figlio
minore di Priamo, e Criseide, la figlia di Crise, lui si innamora di questa ragazza, fatta prigioniera, e la aiuta a
farla fuggire dai troiani. Una volta tornata al campo greco Criseide si innamora di un altro uomo e Troio
decise di lasciarsi uccidere da Achille. Quest’ opera porta una nuova morale, cioè una laica e borghese,
Criseide non viene criticata per aver rotto la promessa d’amore ma viene capita da Boccaccio.

Teseida, composta tra il 39 e il 40, la fonte è il Tebaide di stazio, è un poema in ottave che apre la strada
per il poema epico italiano. L’opera è dedicata a Fiametta. Il tema principale è Teseo si trova coinvolto nella
contesa per Emilia, con Arcita, i due si sfidano a duello e quest’ultimo vince, ma muore per le troppe ferite,
quindi in punto di morte concede la donna a Teseo.

Il filocolo è antica novella tradotta che era contenuta in mille e una notte, la storia è quella di fiore e bianco
fiore, venne prima tradotto in francese e Boccaccio la tradusse un cantore. Parla di un pellegrinaggio
d’amore, è ambientato nel medievo, Florio, figlio di Felice - re pagano di Spagna - e Biancofiore, figlia di
nobili cristiani e romani, ma nata per caso in quella corte straniera e rimasta sconosciuta, vedono la luce in
un medesimo giorno, sono educati in comune, con gli stessi libri e gli stessi giuochi, e simultaneamente
s'innamorano l'uno dell'altra. Divisi dal re, che manda il figlio lontano e vende la fanciulla a mercanti
nomadi, si ritrovano, dopo tante ansiose traversie e tanto penare d'amore e di nostalgia, nella corte
babilonese, conchiudendo la loro fortunosa vicenda nella gioia delle nozze e nella pace della fede cristiana

Periodo fiorentino
Bocaccio e suo padre si trasferiscono a Firenze sempre per motivi lavorativi del papà, in questo periodo
rimpiagherà sempre la corte angioina, in questo periodo decide di mette sotto mecenate e trasversi, ma
riscuote poco successo, infatti tornò a Firenze, proprio in questi anni scoppia la pesta e lui scrive il
Decameron, e inoltre cambia in modo drastico il suo pensiero dopo aver conosciuto Petrarca. In questo
periodo abbandonò lo stile medievale e si avvicina all’Umanesimo, inoltre inizia a ricoprire cariche politiche
importanti a Firenze, in questi anni si succedettero vari viaggi a Napoli e mentre stava tornando da uno di
questi si fermò alla basilica di Monteccasino in cui ricopiò i codici più importanti del mondo classico,
facendone due copie una per lui e una per Petrarca. In questo periodo riprendere a scrivere opere
allegorico-dottrinali e queste sono: le ninfe fiorentine, l’amorosa visione, l’elegia di madonna fiammetta, il
ninfale fiesolano.
Le ninfe fiorentine, è una narrazione in prosa frammentata da alcune terzine, la sua fonte sono le
bucolighe di Virgilio anche l’ambientazione è ripresa da quest’opera infatti è ambientata in un mondo dei
pastori visto come un eden, usando queste ambientazioni gli autori possono essere volgari, possono parlare
tranquillamente anche di rapporti sessuali perché i pastori fanno parte del popolo basso. Il pastore Ameto
che si tra in un giardino con 7 ninfe, si innamora di Lia. Lui vorrebbe possederla e nel giorno di venere, le
ninfe lo circondano, raccontano storie d’amore ad Ameto e solo poi potrà compiere il suo rituale. Troviamo
quindi anche motivi celebrativi, troviamo per esempio fiammetta che racconta le origini di Napoli mentre
Lia racconta quelle di Firenze. Concluse le 7 narrazione, Ameto si fa il bagno in una pozza d’acqua e da
villano diventa un uomo nobile/gentile e solo allora capisce il significato allegorico del percorso. Le 7 ninfe
infatti, rappresentano le 7 virtù e attraverso loro ci si può purifica per raggiungere dio.

L’amorosa visione, è un poema scritto in terzine, qui la fonte è Dante sia come schema metrico che come
stile di scrittura sono infatti presenti molte allegorie in quest’ opera. Colto da un dolce sonno, il poeta è
guidato da una donna bellissima a un castello nelle cui sale sono affrescati i trionfi allegorici della Scienza,
Gloria, Ricchezza, Amore e Fortuna. Entrato poi in un giardino, dove molte belle donne passeggiano, scorge
fiammetta con cui inizia a passeggiare assieme, i due si addormentano e lui cerca di violarla, nel mentre la
donna si sveglia e anche Boccaccio si ridesta dal suo sonno e davanti a se trova la ninfa che lo aveva
accompagnato nel cortile che lo rimprovera per ciò che aveva provato a fare.

L’elogia di madonna fiametta, è un romanzo in prosa strutturato come se fosse una lettera , è un ottimo
esempio della prevalenza della tematica amorosa e della capacità di penetrazione psicologica che
caratterizza tutta l’opera di Boccaccio. Fiammetta non incarna più la donna oggetto d’amore spirituale
ereditata dalla cultura stilnovista, ma è figura attiva e dotata di una forte sensibilità. La protagonista, che è
anche voce narrante, racconta la sua vicenda sentimentale: innamoratasi al primo sguardo di Panfilo,
mercante fiorentino, vive a Napoli una stagione di felicità interrotta però dalla partenza dell'amante
per Firenze. La promessa infranta di Panfilo di un successivo ritorno nella città campana è il primo evento di
una serie di peripezie: la donna apprende dapprima che Panfilo si è sposato, ma quando è in procinto di
riconquistare una rassegnata serenità viene a sapere che quella notizia era falsa e che l'amato ha invece
una relazione con una donna fiorentina. Folle di gelosia, Fiammetta vuol darsi la morte ma ciò le viene
impedito dalla vecchia nutrice. Arriva infine la notizia di un prossimo ritorno a Napoli dell'amato.
Il ninfale fiesolano un poemetto in ottavo in un ambiente iddillico-pastorale, che narra dell’origine delle
Fiesole e di Firenze, le fonti principali sono Virgilio e Ovidio. la vicenda sentimentale narrata
dal Boccaccio vede come protagonisti un pastore di nome Africo e una meravigliosa ninfa, Mensola. Un
giorno Africo s’imbatte per caso in una riunione di ninfe e, rimasto ad ammirarle per la loro bellezza,
s’innamora perdutamente di una di esse, la giovane Mensola. Cerca così di avvicinarsi al gruppo di donne,
ma queste scappano spaventate alla vista di un uomo. Africo, colto da profondo sconforto per questa
reazione da parte delle ninfe, si rifugia nella solitudine della sua stanza senza uscirne per giorni. Il disperato
Africo, non trovando soluzione al suo patimento si appella alla dea dell’amore, Venere. Questa decide di
comunicare con lui in sogno, e gli consiglia di travestirsi da donna per potersi confondere tra le ninfe senza
intimorirle. Il pastore, dopo aver vestito abiti femminili, riesce dunque ad unirsi alle ninfe. Un giorno però
sopraggiunge il momento del bagno che spogliandosi manifesta la sua vera identità. Le ninfe, riconosciuto
l’inganno, scappano dalla vista dell’uomo, ma Africo riesce a raggiungere Mensola e, agguantandola, la fa
sua. La ninfa, devota a Diana e quindi sottomessa al voto di castità, soffre per l’oltraggio compiuto e perde i
sensi. Dopo essersi ripresa però, cede alle lusinghe di Africo, e pecca nuovamente. Il senso di colpa nei
confronti di Diana ha però la meglio sulla ninfa devota, che decide di non incontrare più il suo amante.
Africo, vedendo sfumare così le proprie speranze amorose si suicida buttandosi in un fiume, che si chiamerà
appunto Africo. Mensola, a sua volta, scopre di essere incinta e, dopo aver partorito, viene punita da Diana
che tramuta anch’essa in un fiume, il fiume Mensola. Il frutto dell’amore proibito tra i due giovinetti, il
piccolo Pruneo, viene affidato ai genitori di Africo, che lo accudiscono e lo crescono. In conclusione del
poema troviamo il mito fondatore della città di Fiesole, e dunque della futura Firenze.
Il decameron
Il decameron è l’opera più famosa e importante di Bocaccio, rappresenta l’umanità in tutte le sue
sfaccettature, dai criminali ai nobili, la struttura stessa rappresenta questa varietà infatti è regolata e
armoniosa ma intervallata dal caos. E’ struttuaro da proemio+le rubriche (didascalie che anticipa ogni
novella e ogni giornata) ci fornisce la chiave di lettura dell autore+100 novelle, che sono in realtà almeno
101 percè nella quarta giornata Boccaccio parla in prima persona per rispondere alle critiche che erano
state mosse contro alcune sue novelle contenute nel decameron, questo fa capire che in realtà alcune già
circolavano da tempo, proprio per rappresentare al meglio il genere umano e il suo essere imperfetto. Il
decameron è strutturato su più livelli, super cornice (bocaccio parla), cornice (l’ambiettazione e le
caratteristiche fsse dell’opera), novelle (i conenuti di esse). Giovanni Boccaccio comincia la stesura del suo
capolavoro, il Decameron, a pochissima distanza dalla grave epidemia di peste che devastò l’Europa nel
Trecento, intorno al 1349 quindi, e continuando il lavoro di scrittura e revisione fino al 1353. un gruppo di
giovani, sette ragazze (Pampinea, Fiammetta, Filomena, Lauretta, Neifile ed Elissa) e tre ragazzi (Panfilo,
Filostrato e Dioneo) si incontrano a Firenze, nella chiesa di Santa Maria Novella, mentre la città è devastata
dalla terribile peste del ’48.
Per sfuggire alla malattia e per dimenticare la sofferenza e la desolazione che regna a Firenze, i dieci ragazzi
decidono di abbandonare la città e di trasferirsi, un mercoledì mattina, in campagna, in una villa circondata
dalla natura, locus amenus, e da una pace incontrastata. Per tenere lontano ogni cattivo pensiero e ogni
cattiva notizia che potrebbe giungere dall’esterno, i giovani decidono che, a turno, racconteranno ognuno
una novella per intrattenersi e riflettere sul significato di ogni storia. A decidere il tema a cui ogni novella
dovrà rispondere sarà il re o la regina della giornata: ogni giorno verrà eletto un giovane del gruppo che
arbitrerà i racconti.

 Prima giornata: partenza da Firenze, tema delle novelle libero. La regina è Pampinea e lascia che ognuno
racconti la novella che più lo aggrada (novella di Ser Ciappelletto)

 Seconda giornata: si racconteranno storie con un lieto fine, raggiunto malgrado le avversità che i
protagonisti incontrano. La regina è Filomena (novella di Andreuccio da Perugia)
 Terza giornata: dopo la pausa del venerdì e del sabato ricominciano i racconti, incentrati in questa
giornata su raggiungimento di un obiettivo. La regina è Neifile (novella rappresentativa è quella di Masetto
da Lamporecchio).
 Quarta giornata: Il tema della giornata è l’amore infelice, re della giornata è Filostrato e novella
rappresentativa è quella di Lisabetta
 Quinta giornata: il tema è quello, stavolta, dell’amore felice raggiunto dopo numerose peripezie da parte
degli amati. Regina è Fiammetta (novella rappresentativa è quella di Federigo degli Alberighi)
 Sesta giornata: tema delle novelle è quello delle risposte argute che riescono a liberare il personaggio da
situazioni imbarazzanti o pericolose, la regina è Elissa (novella di Chichibio cuoco)
 Settima giornata: si parlerà di storie in cui i mariti si sono beffati delle loro mogli. Re della giornata è
Dioneo e novella rappresentativa è quella di Madonna Isabella
 Ottava giornata: si continua a parlare di storie di beffa ma stavolta non ai soli danni delle donne, qualsiasi
storia in cui si tratta di personaggi beffati è accettata. La regina è Lauretta e novella rappresentativa è quella
de Il marito geloso
 Nona giornata: di nuovo un tema libero per questa giornata che vede come regina Emilia.
 Decima giornata: si parla di storie d’amore vissute con cortesia e bontà di cuore. Il re della giornata è
Panfilo e novella da ricordare è quella di Madonna Dianora.

1. PAMPINEA (“rigogliosa”) = è la più saggia, infatti è lei che propone il trasferimento nel contado.
2. ELISSA = altro nome di Didone (la regina cartaginese)
3. LAURETTA = un omaggio alla Laura petrarchesca
4. NEIFILE (“nuova innamorata”)
5. FIAMMETTA = la donna amata da Boccaccio (forse Maria d’Angiò) PANFILO (“colui che ama tutto”)
6. FILOSTRATO (“vinto d’amore”) = già titolo di un’opera giovanile.
7. DIONEO (“il dissoluto”) = il nome che viene da Dione (madre di Venere) allude a un temperamento
dissoluto e licenzioso. Può esser considerato l’alter ego di Boccaccio.
8. PANFILO (“colui che ama tutto”).
Interesse per la MODERNITÀ = infatti ben 80 novelle su 100 sono ambientate dopo l’anno 1300, le restanti
raccontano vicende dell’antichità classica, del regno longobardo, dell’epoca del Saladino. Generalmente alle
novelle del passato sono affidati esempi di nobiltà. Molto spesso poi all’allontanamento nel tempo
corrisponde l’allontanamento nello spazio. Le città toscane esprimono la vita contemporanea per cui sono di
difficile mitizzazione, ma allo stesso tempo rappresentano il luogo ideale per le vicende di motto e beffa.
Rare sono le novelle che ci trasportano nel Nord Europa (ma la Francia e Parigi non sono infrequenti) e nelle
città italiane lontane dalla costa (es. Milano, Treviso, Pavia, Bologna, Perugia).
Due sono i poli dell’opera:

1. Firenze e Toscana: dalla città al contado; due realtà che interagiscono tra loro (non manca difatti la
polemica degli inurbati contrapposti ai cittadini). Per la prima volta la FOLLA URBANA diventa
protagonista, per la prima volta compare nella novella di Andreuccio da Perugia (II giornata)
l’AVVENTURA CITTADINA.
2. Mediterraneo: con i suoi porti e le città di mare abitate da popoli diversi per consuetudini e
religione: il Mediterraneo (Napoli, Venezia, Pisa, Amalfi, Gaeta, Genova, Palermo, Sardegna, Sicilia,
Lipari, Ponza, Cipro, Creta, Peloponneso, Alessandria d’Egitto, Baleari, Gerusalemme, Tunisia) funge
da scenario per le avventure di mercanti e corsari.

Passaggio dal Decameron al Corbaccio


Il passaggio dal "Decameron" al "Corbaccio" rappresenta una transizione significativa nella produzione
letteraria di Giovanni Boccaccio. il "Decameron" è una raccolta di cento novelle narrate da un gruppo di
giovani nobili che si rifugiano in campagna per sfuggire alla peste nera che infestava Firenze. Le novelle del
"Decameron" sono variegate e spaziano su una vasta gamma di argomenti, tra cui l'amore, l'inganno, la
fortuna e la sfortuna. L'opera è scritta in prosa e presenta uno stile vivace, ricco di umorismo e realismo,
con personaggi vividi e situazioni realistiche. Inoltre il Decameron è un’opera dedicata alle donne, , ai loro
tormenti amorosi e al fatto che, a differenza degli uomini, queste non hanno modo di distrarsi dalle pene
sentimentali se non ricorrendo al piacere del racconto. Oltre a essere delle dedicatarie d’eccezione, le
donne sono nel Decameron un personaggio costante. Troviamo donne sensualissime che suscitano
desiderio erotico, personaggi invece più timidi e materni e addirittura figure fiabesche e magiche.
Attraverso tutte queste sfaccettature è possibile rappresentare ogni possibile angolazione delle femminilità.
Il "Corbaccio", invece, è un'opera molto diversa dal "Decameron". Scritto intorno al 1365, il "Corbaccio" è
un lungo poemetto in prosa che rientra nel genere letterario della satira misogina. L'opera è incentrata sul
narratore, chiamato l'Autore, che lamenta la sua infelice passione per una donna di nome Fiammetta. Il
"Corbaccio" è un attacco amaro e sarcastico contro le donne in generale e contro la sua amata in
particolare. L'opera presenta un tono polemico e un linguaggio molto crudo, rappresentando
un'opposizione netta rispetto allo stile leggero e divertente del "Decameron".

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