Sei sulla pagina 1di 6

Giovanni Boccaccio

Vita
Giovanni Boccaccio nasce a Certaldo o a Firenze nel 1313. Egli è figlio illegittimo di un mercante e, per
seguire suo padre, già a quattordici anni si trasferisce a Napoli. Rifiutando di seguire il mestiere paterno
frequenta la vivace corte angioina le cui porte si aprono facilmente grazie al prestigio del suo nome: si
dedica a divertimenti mondani, ai primi amori e conosce con entusiasmo i romanzi francesi, la poesia
provenzale e fiorentina.
È in questi anni che cresce in lui la voglia di riportare in lingua volgare fiorentina la materia tratta dai
romanzi francesi e da quelli latini, di parlare dei suoi amori giovanili creando una letteratura di
intrattenimento per un pubblico aristocratico e soprattutto femminile.

Si apre un periodo difficile per Boccaccio: insofferente al mutato ambiente e alle ristrettezze economiche,


cerca una nuova corte intorno a cui orbitare ma saranno tutti sforzi vani, e presto, in aggiunta a questo
disagio, perde anche il padre durante una peste.
In questi anni, tuttavia, avviene in lui un graduale distacco dalla letteratura cortese, un avvicinamento alla
narrativa realistica e popolareggiante che raggiungerà il suo apice nella stesura del Decameron. L’opera
ebbe un immediato successo, e questo garantì all'autore incarichi pubblici e ambascerie per il comune di
Firenze, non ancora sufficienti, però, a procurargli l’indipendenza economica e la pace che richiedeva per
dedicarsi esclusivamente agli studi.     

Nel frattempo, Giovanni Boccaccio si lega in amicizia a Petrarca, divenuto per lui emblema di letterato e
intellettuale, e grazie a lui si distacca dalla produzione in volgare per dedicarsi in modo esclusivo allo studio
dei classici. Nel 1373 riceve dal comune di Firenze l’incarico di leggere e commentare in pubblico
la Commedia.

Ormai vecchio, si ritira presto a Certaldo, dove muore nel 1375.

Opere
Periodo napoletano
- Caccia di Diana (poemetto in terzine che, dietro la finzione del mito rappresenta le belle donne
della buona società napoletana del tempo. Boccaccio immagina che le linfe si ribellino e sacrifichino
le prede della caccia a Venere, dea dell'amore, la quale, in cambio, tramuta gli animali in uomini. Il
poemetto presenta una visione positiva dell'amore descritto secondo la tradizione cortese come un
sentimento che eleva l'animo e lo rende gentile)
- Filoloco (romanzo in prosa in 5 libri la cui storia d'amore tra Florio e Biancifiore è tratta dall’epica
classica)
- Filostrato (poema in 9 canti in cui Boccaccio inaugura l'uso dell'ottava. Il titolo significa “vinto
d'amore”. La storia è ispirata alla vicenda del romanzo di Troia, un romanzo che si rifà alla storia
classica con personaggi del mito greco)
- Teseida (e un poema epico in ottave ispirato ad un romanzo del ciclo classico)
Periodo fiorentino
- Commedia delle ninfe fiorentine (narrazione mista di prosa e versi di argomento pastorale e di
significato allegorico, i cui protagonisti sono ninfe e pastori che vivono nella campagna Fiorentina)
- Amorosa visione (poema allegorico in terzine suddiviso in 50 canti in cui Boccaccio, scortato da una
donna gentile, visita nel sogno un castello sulle cui pareti sono dipinti trionfi di 5 figure allegoriche:
Sapienza, gloria, avarizia, amore e fortuna.
- Elegia di Madonna Fiammetta (romanzo in prosa dagli spunti autobiografici in cui Boccaccio opera
la grande novità di affidare il ruolo di narratore a una protagonista femminile, una donna di Napoli,
sposata e innamorata di un giovane fiorentino che la ha abbandonata per tornare nella sua città. La
sofferenza è atroce e Fiammetta la racconta in forma di lettera destinata ad altre donne)

Opere in latino (influenza da parte di Petrarca)


- Bucolicum carmen (raccolta di ecloghe pastorali)
- De casibus virorum illustrium (una rassegna di storie di personaggi celebri dell'antichità che, per
mutamenti improvvisi della sorte, passano da una condizione di vita felice a uno di dolore)
- De mulieribus claris (un'opera che racconta la vita di celebri donne antiche moderne)
- Genealogia deorum gentilium (una vasta enciclopedia mitologica la quale Boccaccio lavorò fino alla
morte)
- Epistolario (formato da 26 lettere, tutti in latino, molte delle quali indirizzate a Petrarca)

Ultime opere
- Trattatello in laude di Dante (opera dove Boccaccio ricostruisce la vita e l'opera di Dante,
delineandone un tratto idealizzato)
- Corbaccio (opera in volgare e prosa satirica contro le donne. Boccaccio si lancia in una violenta
polemica nei confronti del genere femminile, il quale lo spinge a rifiutare l'amore in quanto causa di
abbrutimento dell'animo umano)

Pensiero e poetica
Inizialmente, Boccaccio si dedicò allo sperimentalismo di contenuti, generi e stile. Si cementò in vari generi
letterari, come il poemetto mitologico, il romanzo, il prosimetro, la novella e in un'incessante ricerca di
forme e di stili.

Dal punto di vista formale, la novità più significativa che dobbiamo a Boccaccio è la codificazione
dell'ottava, una strofa di 8 versi endecasillabi.

Successivamente, l'amicizia con Petrarca, portò Boccaccio a un ripensamento della propria visione della
letteratura e dal rapporto con la tradizione classica: insieme, i due poeti divennero i maggiori esponenti
della sensibilità preumanistica che muoveva dal recupero e dalla reinterpretazione dei classici.
Da qui in avanti, Boccaccio scriverà in latino. A Boccaccio si deve anche il rinato interesse per il greco in
occidente. Anche l'interesse per il mondo femminile e particolare in Boccaccio.

Elegia di Madonna Fiammetta


L'Elegia di Madonna Fiammetta ha la forma di una lunga lettera in prosa, composta da un prologo e 9
capitoli. Questa opera è indirizzata da Fiammetta alle donne innamorate.

Vi si racconta la storia, in parte autobiografica, dell'amore felice tra la protagonista che panfilo, personaggio
dietro cui si c'era lo stesso Boccaccio.

Fiammetta, che in un primo momento attende fiduciosa il ritorno dell’amato panfilo, il quale ha lasciato
Napoli per Firenze, riceve notizia che gli si sia legata a un'altra donna. Per la disperazione tenta allora il
suicidio. La donna confessa la sua passione ripercorre le vicende amorose di vari personaggi letterari,
giungendo convincersi della superiorità del suo sentimento delle sue sofferenze.

Il genere è dichiarato nel titolo e quello poetico dell'elegia, il lamento dell'amante infelice. L'opera di
Boccaccio, tuttavia, e in prosa e la protagonista parla in prima persona della propria storia d'amore infelice.
L'attenzione per gli aspetti psicologici e sentimentali di Fiammetta fa sì che questa opera possa essere
considerata un vero e proprio romanzo psicologico.

Fiammetta è un personaggio dotato per la prima volta di una precisa psicologia: in lei l'autore cerca di
riprodurre il punto di vista della donna innamorata.

Decameron
L'opera contiene 100 novelle, 10 per ogni giorno. Il Decameron è ambientato nel 1348, l'anno della peste
nera. Boccaccio descrive i sintomi e gli effetti della malattia sulle persone e spiega come la paura del
contagio della morte avesse fatto precipitare la città di Firenze in pieno disordine sociale e morale: L'unica
legge rimasta era quella dello spirito di sopravvivenza. Un martedì mattina del 1348, mentre a Firenze
infuria la peste, nella chiesa di Santa Maria Novella si incontrano 7 donne e tre giovani uomini. Pampinea
propone, per evitare il contagio, di ritirarsi per un po' di tempo nel contado (cioè in campagna) con l'intento
di vivere in perfetta armonia e serenità. La proposta viene accolta con entusiasmo e il giorno successivo,
assieme ad alcuni servitori, La Lega brigata si trasferisce in un bel palazzo sui Colli fiorentini. Ma come
passare il tempo? Filomena ha un’idea: ogni giorno sarà eletto tra loro o un re o una regina, cui spetterà
decidere come organizzare le attività del giorno. I giovani trascorrono fuori Firenze due settimane,
dedicandosi ogni giorno agli svaghi, alle piacevoli conversazioni e ai racconti. Nei 10 giorni stabiliti ogni
giovane narra turno una novella, quindi, in tutto 100 novelle. nell'introduzione alla prima delle 10 giornate
compaiono già i temi e le riflessioni presente in tutta l’opera.

Boccaccio preferisce chiamare attraverso pseudonimi i giovani protagonisti che finge siano persone reali. I
nomi sono allusivi del carattere delle e delle qualità di ciascuno.

Dietro l'iniziativa dei giovani di ritirarsi in campagna, si cela il bisogno di ristabilire gli equilibri e i valori
umani, di ritrovare il senso della vita contatto con la natura. Lasciata Firenze, i 10 giovani dimorano in un
palazzo in collina, poi, dalla terza giornata in una villa circondata da uno splendido giardino.

Struttura - il Decameron è modellato sul numero 10 (10 giorni, 10 narratori, ognuno dei quali racconta 10
novelle).

Le 10 giornate sono inserite in un racconto-cornice che inizia con l'introduzione alla prima giornata in cui
Boccaccio descrive i devastanti effetti della peste in Firenze e la formazione della brigata dei 10 giovani che
si trasferiscono in campagna. la funzione della cornice e quella non solo di creare un materiale narrativo
vasto ed eterogeneo, ma anche di permettere a Boccaccio di prendere le distanze dal mondo rappresentato
e di affidare a ciascun personaggio il compito di narrare, con il conseguente effetto di un'alternanza di punti
di vista.

Il Decameron si compone di varie parti:

- Proemio, Boccaccio parla in prima persona e afferma con un'esplicita dichiarazione di poetica, di
voler divertire le donne che hanno nobiltà d'animo e che soffrono per amore.
- Giornate, l'opera è articolata in 10 giornate in cui sono sempre presenti un'introduzione e una
conclusione che offrono l'occasione per riflessioni su quanto narrato e considerazioni di vario
genere; in ogni conclusione compare anche una ballata. Ogni giornata comprende 10 novelle,
ognuna delle quali è introdotto da una rubrica che presenta in sintesi la vicenda.
- Conclusione dell'autore, Boccaccio si congeda dal suo pubblico femminile e si difende dalle accuse
di immoralità.

Temi - i temi delle novelle sono stabiliti giorno per giorno dal re o dalla regina di turno. Soltanto nella
prima e nella nona giornata ogni novellatore è libero di scegliere il tema preferito (lieto fine, potere
dell'ingegno, amori finiti tragicamente, amori a lieto fine, beffe, comportamenti umani generosi).

Le novelle di Boccaccio si caratterizzano soprattutto per alcuni aspetti:

- Il mondo borghese mercantile del tempo


- La nostalgia dei valori cortesi che devono essere rispettati e mantenuti anche nella realtà borghese
del tempo
- L'amore
- l'esaltazione dell'intelligenza
- La beffa

Tecniche narrative e stile - l'articolata struttura del Decameron si riflette anche nella gerarchia dei
narratori. In qualità di autore, Boccaccio e il narratore di primo livello; egli ha la visione globale di tutti gli
avvenimenti passati, presenti e futuri e di tutto il complesso strutturale della sua opera: è un narratore
onnisciente. I 10 giovani, invece, sono i narratori di secondo livello.

Nel Decameron ci sono momenti nei quali l'autore parla in prima persona, situati in punti strategici, cioè
all'inizio, a metà e alla fine dell'opera.

Nell'opera fabula e intreccio generalmente coincidono.

per quanto riguarda il tempo della storia e il tempo del racconto, a seconda delle esigenze narrative, e
frequente il ricorso ad accelerazioni oh a rallentamenti.

Il Decameron si contraddistingue per uno stile che si adatta agli argomenti, ai caratteri dei personaggi e ai
loro stati d'animo. Nelle parti introduttive lo stile è alto e solenne mentre nelle parti narrative e nei dialoghi
è agile e spigliato.

Con il Decameron nasce una nuova lingua, ricca e uniforme, elegante e vivaci, Fiorentina priva di
dialettalismi municipali capace di gareggiare con il latino per ricchezza di lessico articolazioni sintattica e
logica.
L’opera e il suo tempo - molte sono le classi sociali rappresentate nel Decameron ma, in particolar
modo, quella borghese cittadina, da cui lo stesso Boccaccio proveniva.

Boccaccio visse a contatto con il mondo del commercio e respiro l'aria soprattutto durante il soggiorno
napoletano. Egli fu un acuto interprete dello spirito attivo della borghesia del tempo, portatrice di valori e
di modelli di comportamento della società mercantile del periodo comunale.

Oltra la realtà mercantile, nel Decameron trovano spazio una vasta galleria di rappresentanti del popolo
minuto e personaggi del ceto aristocratico dire quella espressione di una società ormai al tramonto,
fondata sulle virtù cortesi della liberalità, gentilezza, lealtà, e osservata con una sorta di rimpianto e
simpatia. accanto di essi si distinguono figure che uniscono una dimensione di vita più aderente alle
esigenze pratiche e ai valori borghesi quali l'operosità e l'intraprendenza. Attenzione dell'autore si
concentra anche sui rappresentanti del mondo ecclesiastico, soprattutto i frati virgola che si distinguono
perché astuti, corrotti, truffatori, e amanti dei piaceri della carne.

SER CIAPPELLETTO
Questa che presentiamo e la prima novella della prima giornata del Decameron. Il protagonista, il notaio
Ciappelletto, e un furfante e un depravato ma riesce a farsi passare per Santo.

Ciappelletto è uno dei personaggi più noti tra quelli presentati da Boccaccio nel suo capolavoro. Dedito ogni
vizio, pronto a mentire in confessione sul letto di morte per evitare problemi ai due usurai fiorentini che lo
hanno ospitato, rappresenta l'incarnazione stessa del male. Eppure, proprio in Ciappelletto sia un esempio
significativo di quella che nel Decameron risulta essere una delle maggiori doti dell'uomo: l'ingegno, la
capacità cioè di volgere a proprio favore la situazione più sfavorevole. Tema di fondo di questa novella e la
spregiudicatezza di questo personaggio che non esita dipingersi Santo, in un modo paradossale quasi
incredibile agli occhi di un frate, vittima dell'inganno di questo campione di vizi che confessa i suoi peccati
maggiori: avere sputato una volta in chiesa per disattenzione e aver offeso, da bambino, la madre.

Alla fine Ciappelletto porta a termine il suo piano con successo. Il notaio falsario viene venerato come un
Santo virgola e le preghiere rivolte a Dio il suo nome risultano spesso esaudite. Infatti Dio, nella sua infinita
misericordia, le accoglie perché provengono da cuori puri che in buona fede hanno scelto l'intermediario
sbagliato.

Potrebbero piacerti anche