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Giovanni Verga

La prima maniera
Composta da

Una peccatrice (1866)


Storia di una capinera (1871)
Eva (1873)
Tigre reale (1875)
Eros (1875)

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Introduzione a "Una peccatrice" di Giovanni Verga

La trama di "Una peccatrice" di Giovanni Verga segue la storia d'amore tra Pietro
Brusio, un giovane di Catania con passioni letterarie, e Narcisa Valderi, la
moglie del conte di Prato. Pietro è follemente innamorato di Narcisa, e grazie
alla sua abilità nella composizione letteraria, riesce a conquistarla. Tuttavia,
quando Narcisa si rende conto che Pietro sta iniziando a stancarsi del suo amore
appassionato, prende la decisione estrema di suicidarsi.

La morte di Narcisa ha un impatto profondo su Pietro, che non riesce più a


riprendersi dalla perdita. Pietro vive il resto dei suoi giorni a Catania,
scrivendo poesie per i suoi parenti e dissipando il suo patrimonio. La storia
rappresenta la potenza distruttiva della passione amorosa, e ci mostra come
l'amore, se non controllato, può diventare distruttivo e portare alla sofferenza.

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Tema della passione

"Una peccatrice" è un'opera che esplora il tema della passione e della sua potenza
distruttiva. La relazione appassionata tra Pietro e Narcisa porta alla loro
caduta, e la loro fine segna la fine della loro gioventù e della loro innocenza.
La passione è rappresentata come un fuoco che divampa rapidamente, ma che consuma
rapidamente le sue fiamme.

L'opera offre una riflessione sulla natura dell'amore appassionato e ossessivo, e


sulle sue conseguenze. La passione di Pietro per Narcisa è l'impulso che lo guida
verso la fama, ma allo stesso tempo è la causa della sua caduta. La morte di
Narcisa segna la fine della loro relazione e lascia Pietro in uno stato di apatia
e mediocrità. La storia ci insegna che l'amore appassionato e incontrollato può
diventare distruttivo e portare alla sofferenza.

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Significato del valzer

Il valzer "Il Bacio" di Luigi Arditi rappresenta un momento chiave nella storia di
"Una peccatrice". La musica accompagna la morte di Narcisa, e segna la fine della
loro relazione appassionata. Il valzer rappresenta la fine di un'epoca, e
simboleggia la sconfitta della passione.

La scelta di includere il valzer "Il Bacio" nel racconto sottolinea l'importanza


della musica nella vita delle persone. La musica, infatti, è in grado di evocare
emozioni e ricordi intensi, e in questo caso rappresenta il momento di massimo
appagamento e felicità per i protagonisti della storia. Tuttavia, il valzer
rappresenta anche il culmine della loro relazione, e il suo ascolto viene
associato all'istante del suicidio di Narcisa, dimostrando come la musica possa
anche rappresentare un momento di rottura e dolore.

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Trama del romanzo "Storia di una capinera" di
Giovanni Verga

Il romanzo "Storia di una capinera" di Giovanni Verga racconta la storia di Maria,


una giovane donna che, dopo la morte della madre, viene costretta a entrare in
convento per decisione familiare, e che, in seguito all'epidemia di colera del
1854, si reca con la sua famiglia in campagna a Monte Ilice. In questa nuova
famiglia, dove la matrigna non le presta particolare attenzione, Maria sviluppa un
forte sentimento d'amore per Nino, figlio dei loro vicini di casa.

Tuttavia, la matrigna, accortasi del loro amore, fa di tutto per impedirlo,


costringendo Maria a tornare in convento per prendere i voti. Il dolore per non
poter amare liberamente Nino la porta alla follia, e alla fine muore in una cella
sotterranea del convento. Il romanzo si conclude con la descrizione degli ultimi
momenti di Maria e del suo ultimo desiderio, ovvero di far recapitare a Nino un
piccolo involucro contenente un crocifisso, una ciocca di capelli e alcune foglie
di rosa.

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La società ottocentesca ritratta nel romanzo

Il romanzo di Verga "Storia di una capinera" ci offre un quadro della società


ottocentesca in Sicilia, dove la figura femminile era sottomessa ai valori e alle
decisioni della famiglia e della società. La figura di Maria è un esempio di come
la vita delle donne fosse governata dalle aspettative e dalle decisioni altrui.

La ragazza, privata della libertà di amare e di scegliere il proprio destino,


viene costretta ad entrare in convento, dove subisce un'ulteriore oppressione e
vive una vita di clausura. Questo romanzo rappresenta un'interessante
testimonianza della società ottocentesca in cui la figura femminile era
costantemente limitata e privata delle proprie libertà.

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La figura di Maria

La figura di Maria è il fulcro del romanzo e rappresenta l'emblema


dell'oppressione subita dalle donne della società ottocentesca. La sua storia è un
esempio di come la vita di una donna fosse governata dalle decisioni della
famiglia e della società, e di come la sua libertà d'amore e di scelta fosse
costantemente limitata.

La sua ossessione per Nino rappresenta un desiderio di libertà e di felicità, che


viene infine soffocato dalle circostanze e dalle decisioni altrui. La figura di
Maria è un monito sulla tragicità della vita delle donne in una società in cui
l'amore e la libertà erano costantemente negati.

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Il tema dell'amore e della libertà

Il tema dell'amore e della libertà è centrale nel romanzo "Storia di una


capinera". La figura di Maria rappresenta un'ossessione per l'amore, un desiderio
di libertà e di felicità che viene negato dalle circostanze e dalle decisioni
altrui.

La sua storia è un esempio di come l'amore e la libertà fossero costantemente


negati alle donne della società ottocentesca, e di come questa negazione potesse
portare alla tragicità. Questo tema rappresenta un monito sulla tragicità della
vita delle donne in una società che negava loro l'amore e la libertà.

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Il valore della libertà

"Storia di una capinera" ci invita a riflettere sul valore della libertà e sulla
importanza di lottare per la propria libertà individuale. La figura di Maria
rappresenta la lotta per la libertà e l'amore, che non può essere sottomesso alle
decisioni e alle aspettative della società.

La sua tragica fine ci insegna che la libertà è un valore prezioso e che dobbiamo
lottare per conservarlo, a costo di soffrire e di sacrificare tutto il resto.

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La trama di "Eva"

"Eva" racconta la storia di Enrico Lanti, un giovane pittore siciliano che si


trasferisce a Firenze per cercare fortuna. Durante un veglione in maschera che si
tiene a La Pergola, Enrico scommette con alcuni giovani che riuscirà a baciare una
bella mascherina. Si reca in seguito sul palco e inizia a raccontare, ad un suo
amico scrittore che ha incontrato casualmente, il suo amore per la maschera che
vuole baciare. Si tratta di Eva, una ballerina di lusso che si guadagna da vivere
con la sua arte.

Enrico e Eva si innamorano l'uno dell'altra, ma la loro relazione è tormentata


dalla gelosia e dalla differenza di classe sociale. Quando Eva si rende conto che
il suo amore sta soffrendo, decide di lasciare la sua vita di ballerina e di
dividere con lui le privazioni. Tuttavia, quando perde gli splendori che aveva
conosciuto grazie a Enrico, perde per lui ogni attrazione e, senza drammi ma con
realismo, gli scrive una lettera per lasciarlo.

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Verga e la società dell'epoca

Con "Eva", Verga ci mostra un ritratto realistico della società dell'epoca, dove
le donne erano costrette a vendere il loro corpo per guadagnarsi da vivere e gli
uomini erano spesso vittime della loro stessa passione e gelosia. L'autore
denuncia anche come l'arte fosse costretta a piegarsi ai gusti del grande
pubblico, rappresentato dalla figura della ballerina.

La figura della ballerina in "Eva" rappresenta il modo in cui l'arte, nel mondo
moderno, è costretta a piegarsi ai gusti poco raffinati del grande pubblico. La
ballerina è una figura affascinante e sensuale che attira l'attenzione dei maschi,
ma al contempo è una figura che rappresenta la precarietà e la fragilità della
vita artistica. La ballerina rappresenta la lotta tra l'arte e la vita, tra la
creatività e la sopravvivenza, e la difficoltà di conciliare questi due mondi.

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Il personaggio di Enrico Lanti

Enrico, dopo un periodo di sofferenza, si riprende e raggiunge il successo e


l'agiatezza che desiderava come pittore di successo. Tuttavia, il desiderio di
riconquistare Eva lo assale nuovamente, ma fallisce nei suoi sforzi poiché Eva ha
un amante. Enrico sfida l'amante a un duello ferrendolo, ma alla fine muore,
povero e malato di tubercolosi, nella sua casa paterna con la mente piena dei
ricordi di Eva e infelice per il suo fallimento.

Enrico rappresenta la figura del giovane sognatore che viene travolto dall'amore e
dalla passione, ma alla fine non riesce a ottenere ciò che desidera. Il suo amore
per Eva è intenso e appassionato, ma alla fine non è sufficiente a trattenere la
donna accanto a lui. La sua gelosia e il suo desiderio di riconquistare Eva lo
portano alla rovina e alla fine, muore solo e infelice, con la mente piena dei
ricordi dell'amore perduto.

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Il personaggio di Enrico Lanti
"Giorgio La Ferlita è un giovane debole che cerca di costruirsi una carriera. Incontra Nata, una contessa
russa malata di tubercolosi, a un ballo a Firenze e i due si attraggono. Giorgio accetta un duello e
vince, ma la loro relazione viene interrotta dalla partenza di Giorgio e dall'arrivo del marito di Nata.

Giorgio, intanto, sposa Erminia, ma viene a conoscenza che Nata si trova ad Acireale e sta per morire.
Giorgio la visita all'insaputa della moglie, ma in quel momento arriva Carlo, cugino di Erminia ed ex
amante di Nata. I due si sentono nuovamente attratti l'uno dall'altra. Giorgio continua a visitare Nata,
mentre Carlo conforta Erminia.

Alla fine, Giorgio decide di restare con la moglie e il figlio, dopo aver realizzato che la salute del
bambino è in pericolo. Giorgio si sente in colpa e ha rimorso nei confronti della moglie. Tuttavia,
Erminia si ammala e il dottore consiglia aria fresca a Giarre, ma Giorgio evita il viaggio per evitare
ogni richiamo a Nata.

Una notte Erminia confessa a Giorgio di amare Carlo. Giorgio prova ancora più rispetto per sua moglie e
la abbraccia in lacrime. La sua crisi passa e Giorgio decide di fare il viaggio a Giarre per chiudere il
passato.

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Il personaggio di Giorgio La Ferlita

Giorgio La Ferlita è il protagonista di "Tigre reale", e rappresenta un tipico


esempio di personaggio verista. Giorgio è un giovane che cerca di costruirsi una
carriera come ambasciatore, ma che ha un carattere debole e volubile che gli
impedisce di raggiungere i suoi obiettivi.

La sua relazione con Nata mette in evidenza la sua debolezza e la sua incapacità
di prendere decisioni importanti, e alla fine la sua scelta di restare con sua
moglie e il suo figlio mostra il suo sviluppo personale come personaggio.

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Il personaggio di Giorgio La Ferlita

La relazione tra Giorgio e Nata è uno dei temi principali di "Tigre reale". La
loro relazione è intensa e passionale, ma anche segnata dalla cautela e dalla
paura a causa della malattia di Nata e della sua precedente delusione che ha
portato al suicidio del suo amante.

Nonostante tutto, Giorgio e Nata riescono a stabilire un legame forte e


significativo, ma alla fine la loro relazione viene interrotta dalla partenza di
Giorgio e dall'arrivo del marito di Nata. La lettera che Nata scrive a Giorgio
promettendo di venire da lui quando sentirà la morte vicina è un momento molto
drammatico della trama.

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Le tematiche di "Tigre reale"
"Tigre reale" affronta molte tematiche importanti come l'amore, la fedeltà, la salute e il
dovere. La relazione tra Giorgio e Nata esplora il tema dell'amore e della sua forza, ma anche
dei suoi limiti e della sua fragilità. La scelta di Giorgio di restare con sua moglie e il suo
figlio esplora il tema della fedeltà e del dovere, e il suo rimorso e la sua crisi esplorano il
tema della coscienza e della responsabilità. La tubercolosi di Nata rappresenta la precarietà
della vita e il fatto che le cose possono cambiare rapidamente, mentre il viaggio a Giarre
rappresenta una chiusura del passato e un nuovo inizio.

In "Tigre reale", Verga ha utilizzato uno stile semplice e diretto per descrivere la trama e le
emozioni dei personaggi. Ha anche evitato di giudicare i personaggi o di fornire risposte
semplici ai problemi complessi che affrontano. Questo stile lascia spazio all'interpretazione
del lettore e crea un'esperienza di lettura più intensa e personale.

In sintesi, "Tigre reale" è un'opera che affronta temi importanti e universali attraverso una
scrittura intensa e coinvolgente. La trama e lo stile di Verga ci invitano a riflettere sulle
nostre emozioni, sulla vita e sul mondo che ci circonda.

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