NATURALISMO

L'Ottocento è il secolo della piena affermazione del romanzo .

Mentre nella prima metà del secolo è prevalente il romanzo storico, nei decenni successivi si
afferma la stesura di opere narrative più realistiche, incentrate su vicende contemporanee di
interesse sociale .
Questa tendenza realistica farà nascere il movimento del naturalismo che si sviluppa prima in
Inghilterra e poi in Francia.
Il naturalismo nasce dall' opera degli scrittori realisti ma soprattutto dall' opera di Emile Zola,
influenzati dalle idee del positivismo.
Gli scrittori naturalisti si propongono di applicare il metodo delle Scienze Naturali allo studio della
società e dei comportamenti umani.
Sul loro modo di scrivere hanno particolare influsso la teoria dell'evoluzione e della selezione
naturale creata da Darwin, secondo cui anche tra le classi sociali è in atto una costante lotta per la
vita.

Gli scrittori naturalisti sono mossi da un preciso intento di denuncia sociale rivolta a sottolineare le
condizioni di grave miseria del popolo urbano evidente a Parigi, dove i ceti più bassi spesso vittime
della disoccupazione, dell'alcolismo e del degrado e muoiono di stenti.

Nel saggio “Il romanzo sperimentale” Zolà ribadisce la volontà di rappresentare la realtà
contemporanea ispirandosi a vicende realmente accadute. Questi autori credono molto nella
funzione sociale dell'arte e sono convinti che solo la letteratura renderà possibile la loro risoluzione.
Gli scrittori, con lo scopo di giungere a una narrazione oggettiva, riprendono il principio dell'
impersonalità, usando un punto di vista interno all'ambiente rappresentato.

L'autore più significativo del Naturalismo è senza dubbio il parigino Emile Zola, è un romanziere e
giornalista.

La sua opera più ambiziosa è costituita da un ciclo di 20 romanzi, nei quali egli analizza l'evoluzione
della società francese nelle sue diverse classi sociali. Egli intende mostrare l'influenza
dell'ereditarietà, dell'ambiente sociale e del contesto storico sui suoi personaggi.

Tra i romanzi del ciclo spiccano Lo scannatoio, dedicato alla piaga dell'alcolismo e Germinale
che descrive la dura vita dei minatori in una cittadina nel nord della Francia.
 Il romanzo Gervaise e l'acquavite narra la vicenda della lavandaia di Gervaise. La giovane
donna si trasferisce dalla provincia a Parigi, in cerca di fortuna insieme all'amante August e ai
due figli avuti da lui, ma ben presto il denaro finisce e l'uomo la abbandona. Rimasta sola
Gervaise continua a lavorare duramente per mantenere i figli e conosce un onesto operaio che la
sposerà.

Dal matrimonio nasce un'altra figlia, Nanà, ma a causa di un incidente sul lavoro il marito è
costretto a un lungo periodo di malattia e man mano si abbandona all'alcool nell'osteria. Gervasi
ritrova nuovamente l’amante che va a vivere insieme alla coppia, da cui si fa mantenere. La
situazione precipita e il marito diventa alcolizzato. I debiti si accumulano e Gervaise è costretta a
vendere la sua lavanderia. Dopo la morte del marito, in manicomio, anche lei si darà all'alcool e
alla prostituzione.
.

il brano rappresenta l'inizio della degradazione di Gervaise. in un primo tempo la donna mantiene un
atteggiamento distaccato verso il marito e gli altri clienti dell'Osteria ma poi viene gradualmente attratta
dal fascino dell'alcol. in questo contesto la scelta di Gervaise di abbandonarsi all'alcol appare all'autore
del tutto naturale, è spiegabile in termini scientifici con l'influenza esercitata sulla donna dall'ambiente, e
per lei è impossibile sottrarsi. Secondo il principio dell' impersonalità, Zola racconta la vicenda senza
intervenire con giudizi diretti. Tuttavia, in alcune sequenze il punto di vista del narratore coincide con
quello interno di Gervaise. Emerge così la carica di denuncia sociale del testo, resa più evidente sia
dall'adozione di un linguaggio basso sia dalla scelta di mostrare l'osteria attraverso gli occhi della
ragazza, che lo vede prima come un luogo ostile e alla fine come un rifugio protettivo in cui dimenticare
i suoi problemi.