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IL NATURALISMO FRANCESE

I FONDAMENTI TEORICI

Gli scrittori veristi italiani compreso Verga, nell'elaborare Ie Ioro teorie


Ietterarie e nello scrivere Ie Ioro opere, prendono Ie mosse daI Naturalismo. ll
retroterra culturale e filosofico del naturalismo, é il Positivismo. Esso porta aI
rifiuto di ogni visione di tipo religioso, metafisico e idealistico e alla
convinzione che tutto iI reale sia un gioco regolato da Ieggi scientifiche. II
pensatore da cui trasse i suoi fondamenti teorici del Naturalismo fu Hippolyte
Taine.

I PRECURSORI

Taine indicava come modello di scrittore scienziato Honoré de Balzae.


Accanto a Balzae, modelli Ietterari della scuola naturali furono i romanzieri
realisti: Gustave Flaubert (per la sua teoria dell’impersonalità) ed in secondo
Iuogo i fratelli Edmond e Jules de Goncourt (per la cura nel costruire i Ioro
romanzi con una documentazione minuziosa e per I'attenzione mostrata ai
ceti inferiori).

LA POETICA DI ZOLA

L’esigenza di trasformare iI romanzo in uno strumento scientifico fu ripresa


da Emile Zola che riassunse nella sua opera iI movimento naturalista,
ponendosi come un vero e proprio capo-scuola. II metodo sperimentale
deve essere applicato anche alla sfera spirituale dell’uomo. II presupposto di
taIi teorie ‘e la convinzione che anche Ie qualità spirituali sono un dato di
natura. La conclusione a cui approda iI discorso di Zola é far si che l'uomo
diventi padrone dei meccanismi psicologici per poterli dominare.

IL CICLO DEI ROUGON-MACQUART

Émile Zola (1840-1902) arriva al naturalismo dopo la lettura di Flaubert e


Balzac. Concepisce un vasto ciclo narrativo inteso come storia naturale e
sociale di una famiglia, I Rougon-Macquart sotto il secondo impero. Tra i
romanzi che lo costituiscono: Il ventre di Parigi (1873), L'ammazzatoio
(1877), Germinale (1885), La bestia umana (1890). Acclamato caposcuola del
naturalismo, al centro di un cenacolo intellettuale che si riunisce ogni giovedì
e che sfocia nella pubblicazione collettiva delle Serate di Médan (1880),
partecipa anche alla vita sociale, schierandosi nel 1898 a fianco di Dreyfus
con l'articolo J'accuse. Nell'ultimo ciclo romanzesco (Fecondità, 1899;
Lavoro, 1901; Verità, 1903) riprende idee di riscatto sociale. Nei suoi cicli
narrativi ha affrontato il tema del rapporto tra classi lavoratrici e industria
capitalistica, analizzando minuziosamente l'orizzonte sociale della società
degradata.

TENDENZE ROMANTICO-DECADENTI

Zola rivela tendenze romantiche in quanto descrive esasperatamente ogni


cosa, gli oggetti materiali assumono visioni gigantesche, offre una vasta
raffigurazione della natura come nel “La colpa dell’abate Mouret” in cui gli
amori di due giovani si svolgono in un parco con una ampia vegetazione.
Rivela tendenze decadenti per esempio in “Curèe” dove è descritto l’incesto
tra una matrigna e un figliastro sullo sfondo di una serra dove ci sono piante
mostruose.

T2 - UN MANIFESTO DEL NATURALISMO - DE GONCOURT

Chiede scusa al pubblico, perchè il suo scritto non rispetta le sue normali
aspettative:

Inizia chiedendo scusa al pubblico per il suo libro, perché il pubblico ama
generalmente i romanzi falsi sul gran mondo, mentre il suo è vero ed ispirato
alla strada. Il pubblico ama gli scritti pieni di malizia, di scandali, di cose
infantili e di pettegolezzi, mentre il suo libro è puro e nasce per contrariare il
pubblico. Ma il libro non è stato scritto "solo per offendere il lettore", ma per
dare alle "classi inferiori", sempre disdegnate dagli autori, un romanzo in un
periodo di "suffragio universale". Il libro cerca di dare una voce alle miserie
degli umili e esaminare se "le lacrime che si piangono in basso possano far
piangere come quelle che si piangono in alto".

Da quest'idea era nata la voglia di raccontare la storia di Suor Filomena e ora


di raccontare quella di Germinia Lacerteux.

Poco importa se il libro verrà calunniato in un periodo in cui il romanzo è


studiato può ricercare anche l'Arte e la Verità e può essere monito alla dame
e ai benestanti di quello che hanno il coraggio di fare i più miseri, mettendo
in luce la sofferenza umana per dare a tutti una nuova coscienza.

T3 - LO SCRITTORE COME OPERAIO DEL PROGRESSO SOCIALE - ZOLA

Il brano è tratto dal saggio “Il romanzo sperimentale” dove Zola, nel 1880,
raccoglie degli scritti teorici sul Naturalismo.

Inizia affermando che, seppure nel ‘700 l’applicazione del metodo


sperimentale fa nascere la chimica e la fisica, si scoprono leggi immutabili, si
diventa padroni dei fenomeni e gli organismi viventi vengono ricondotti entro
il meccanismo che regola tutta la materia, non ci si può fermare a questo ma
bisogna applicare il metodo sperimentale anche al romanzo e alla psicologia
con il fine di comprendere le manifestazioni passionali ed intellettuali
dell’uomo. Invita quindi i romanzieri ad operare sui caratteri e sulle passioni
umani e sociali così come il fisico e il chimico operano sui corpi, in quanto
ritiene che un determinismo assoluto regoli tutti i fenomeni umani. Zola crede
che il fattore ereditario abbia una grande influenza sulle manifestazioni
intellettuali e passionali dell’uomo, e allo stesso modo anche l’ambiente,
poiché l’uomo non è solo ma vive in un ambiente sociale che modifica i
fenomeni.

Pertanto, così come lo scopo della fisiologia e della medicina è di studiare i


fenomeni per poterli dominare, compito del romanziere è essere padrone dei
fenomeni della vita intellettuale e passionale dell’uomo, per poterli guidare.
Col passare del tempo, si tratterrà soltanto di agire sugli individui e sugli
ambienti per arrivare allo stato sociale migliore ed avvantaggiare le scienze
politiche ed economiche.

L’autore, infine, conclude chiedendo se non è proprio questo il lavoro più


utile e morale per l’uomo.

T4 - L’ALCOL INONDA PARIGI

Brano tratto dal capitolo 2 dell’Assommoir

Breve riassunto de “L’assommoir”: questo romanzo è centrato sulla piaga


sociale dell'alcoolismo. “L'ammazzatoio" (1877) al quale si riferisce il titolo è
l'osteria, dove i personaggi vanno a annegare nell'alcool la loro disperazione.
Gervaise che fin da giovane è l'amante di Lantier, da cui ha avuto due figli, si
stabilisce a Parigi con lui.

Gervaise trova lavoro come lavandaia e questo le permette di fare persino


qualche economia.

Lantier , il suo fidanzato, è un uomo pigro e sempre attratto da nuovi amori e


la abbandona.

Gervaise incontra l'operaio Copeau, lo sposa e hanno una figlia che


chiameranno Nanà.

Malauguratamente Lantier torna e chiede a Gervaise e a Copeau di


condividere con loro l'appartamento e inizierà a comportarsi come una
sanguisuga spingendo anche Copeau a bere.

Copeau si ammala e muore in un opsizio e anche la fiera Gervaise è ormai


una donna sfiduciata e sfinita e il suo degrado arriva a fino alla prostituzione.

Gervaise finisce a vivere in un sottoscala dove sarà trovata morta di fame e


di stenti.

CAPITOLO II: Conoscenza tra Gervaise e Coupeau (che è differente rispetto


a Lantier, non beve alcool e ha un lavoro). Descrizione del cabaret e
dell’alambicco. (Presentato come se fosse un uomo). Gervaise sente

l’esigenza di descrivere il suo ideale di vita.

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