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POSITIVISMO E NATURALISMO

La filosofia naturalista nasce dallo sviluppo filosofico del positivismo, principalmente dalle idee di Comte e
Darwin. La filosofia positivista era incentrata su due pilastri: il determinismo e il metodo scientifico. La
filosofia naturalista che ne deriva è invece caratterizzata da: materialismo, determinismo ed evoluzionismo
che comprende il concetto darwiniano della lotta per l'esistenza. Tale visione viene anche applicata alla
società umana, prende il nome di darwinismo sociale, e consiste nella convinzione che l'evoluzione è
troppo lenta e quindi è più utile far scontrare le classi direttamente per risolverne i problemi - essa viene
anche usata come giustificazione per l'imperialismo, la legge del pià e il fatalismo che caratterizza Verga.

Intorno al 1890 il sistema va in crisi, si perde la fiducia nella scienza e nella razionalità e ciò deriva dal
fallimento della scienza stessa - tale crisi epistemologica si incarna in Nietzsche, Bergson e Freud. In
letteratura invece nasce il decadentismo che poi confluirà nel simbolismo che si svilupperà tra la fine
dell’Ottocento e la prima metà del Novecento.

In Francia nasce il naturalismo e consiste nella descrizione della natura in modo oggettivo e scientifico,
analizzando quindi le dinamiche economico-sociali che determinano un individuo. | principali autori di
questo movimento sono: Honorè De Balzac(che è più un precursore), Flaubert con Madame Bovary, i
fratelli Goncourt e Emilè Zola.

Quest'ultime enuncia nel suo romanzo sperimentale i caratteri e i principi del naturalismo francese. Essi
sono:

● Scientificità: si ha un'analisi analitica della realtà usando i principi della scienza sperimentale - la
realtà è quindi sottomessa alla scienza.

● Impersonalità: lo scrittore deve essere obiettivo, egli deve solo registrare ciò che vede senza
intervenire. In questo modo viene anche introdotto l'idioletto, ovvero il linguaggio specifico di un
personaggio, che verrà molto usato da Verga.

● Funzione sociale: l'arte deve porsi come fine il miglioramento della società.

● Rifiuto dei canoni tradizionali del bello: il vero è sempre bello e morale.

● Rifiuto della letteratura romantica: essa si basa sulla fantasia e sui sentimenti.

● Prosa: il romanzo è l'unica forma in cui la letteratura naturalista può realizzarsi in quanto è l'unico
che può seguirne i principi di scientificità.
Romanzo e inchiesta sociale - Goncourt

"Oggi che il Romanzo si allarga e ingrandisce, e comincia ad essere la grande forma seria, appassionata,
viva, dello studio letterario e della ricerca sociale, oggi che esso diventa, attraverso l’analisi e la ricerca
psicologica, la Storia morale contemporanea, oggi che il Romanzo s'è imposto gli studi e i compiti della
scienza, può rivendicarne la libertà e l'indipendenza. Ricerchi dunque l'Arte e la Verità; mostri miserie tali
da imprimersi nella memoria dei benestanti di Parigi; faccia vedere alla gente della buona società quello
che le dame di carità hanno il coraggio di vedere, quello che una volta le regine facevano sfiorare appena
con gli occhi, negli ospizi, ai loro figli: la sofferenza umana, presente e viva, che insegna la carità; il Romanzo
abbia quella religione, che il secolo scorso chiamava con il nome largo e vasto di Umanità; basterà questa
coscienza: ecco il suo diritto."

Con questo testo Gouncourt vuole enunciare l'oggetto della letteratura romantica: l'arte, la verità e la
sofferenza umana. Questo testo fa parte di Germinie Lacerteux, un romanzo che racconta la storia di una
serva che vive una sorta di doppia vita: è sia una serva che una prostituta, in quanto ha bisogno di soldi per
sostenere il compagno che si ammala. La serva però non vuole che la nobildonna che serve scopra questo
suo secondo lato, ma a un certo punto ne viene a conoscenza, la licenzia ed ella muore di stenti.

Romanzo e scienza: uno stesso metodo - Zola

Il testo deriva da romanzo sperimentale dove Zola ha esposto l'oggetto e l'essenza stessa del romanzo
naturalista. Le prime pagine di questo romanzo possono essere considerate come il manifesto del
naturalismo, così come la prefazione di Rougone-Macquart del 1867. In questo testo Zola afferma che: "Noi
scrittori naturalisti sottoponiamo ogni fatto all'osservazione e all'esperimento, mentre gli scrittori idealisti
ammettono forze misteriose che sfuggono all'investigazione perciò restano ignote, al di fuori della legge
della natura". Egli pone una definizione di scrittore naturalista, alla base della sua convinzione c'è il fatto
che il metodo scientifico è il mezzo per incrementare la conoscenza umana. Successivamente afferma
anche la dannosità e inutilità del romanzo idealista perchè: "Non vi è grandezza, né dignità, né bellezza, né
moralità del non conoscere, nell'inventare falsità, nel pretendere che si è tanto più grandi quanto più si
cresce nell'errore e nella confusione. Le sole opere grandi e morali sono quelle naturaliste...". I naturalisti
non sono scienziati, ma sono romanzieri che si avvolgono delle scoperte scientifiche, Zola sostiene anche
che essi si avvalgono del maggiore numero di scienze perché trattano tutto e quindi devono sapere tutto,
"essendo divenuto il romanzo un'indagine complessiva sulla natura e sull'uomo". Afferma poi: "Noi
procediamo per esperimenti, il che vuol dire che, per ancora molto tempo, dobbiamo servirci del falso per
arrivare al vero. Il romanziere sperimentale è quello che accoglie i fatti provati, mostrando nell'uomo e
nella società il meccanismo dei fenomeni di cui la scienza è padrona e che fa intervenire il suo sentimento
personale solo nei fenomeni in cui il determinismo non è ancora stato stabilito", con questo Zola afferma
anche l'impersonalità del romanzo e la sua oggettività: il romanziere non dovrebbe mai intervenire con i
suoi sentimenti a meno che non ci sia una spiegazione scientifica, solo in quel caso egli è autorizzato a
immaginarne le cause. Egli conclude dicendo che questa evoluzione nel metodo investirà anche la poesia e
il teatro prima o poi in quanto con l'evoluzione della scienza e l'eliminazione di molto misteri riguardanti le
origini dell'uomo metafisico morirà definitivamente lasciando spazio all'uomo fisiologico. Se gli scienziati
troveranno il vero senso della vita anche i romanzieri e i letterati saranno costretti a seguirli e in quel
momento l’uomo metafisico morirà. Tutto si può riassumere in:

II metodo sperimentale, nelle lettere come nelle scienze, si avvia a determinare i fenomeni

naturali, individuali e sociali, di cui la metafisica non aveva dato fino a questo punto che

spiegazioni irrazionali e soprannaturali.

ROMANZO EUROPEO

Nell'ottocento il romanzo diventa il genere letterario più diffuso e importante: esso era diventato il simbolo
della classe sociale in ascesa, ovvero la borghesia. Il suo orientamento era per di più realistico, soprattutto
negli anni 30 e 40, perché ambiva a rappresentare la vita quotidiana e a far comprendere le ragioni delle
azioni dei protagonisti dei romanzi stessi. Il romanzo si affermò anche grazie alla sua struttura flessibile e
variabile, gli unici elementi rigidi erano l'impianto narrativo e la scrittura in prosa - per questo motivo esso
diventa perfetto per raccontare la quotidianità e il reale. Davanti ai grandissimi cambiamenti sociali nel
corso del secolo il romanzo si incentra sull'uomo e talvolta dà anche voce al malessere sociale delle classi
più basse, oppure approfondisce il rapporto tra uomo e progresso tecnologico.

Il romanzo viene principalmente ambientato nelle città e ha spesso per protagonisti giovani che intrecciano
la lotta per l'affermazione personale alla ricerca dell'amore e alla scoperta di sé - questi tratti caratterizzano
nello specifico il romanzo di formazione, o bildungsroman. AL centro però c'è sempre la realtà, e dato che
deve servire a istruire e moralizzare il lettore, ess deve essere rappresentata con sincerità. la realtà può
essere di tipo sociale oppur storica, come fa Manzoni.

Nel romanzo ottocentesco si affinano sempre di più anche le tecniche narrative fino a far sparire il
narratore stesso, il romanziere dissimula così la sua voce e talvolta finge solo di rimanere oggettivo davanti
ai fatti. Egli è, o vuole sembrare, impassibile come un testimone che osserva tutto senza giudicare.
Gradualmente alla narrazione si sostituisce la descrizione oggettiva della realtà, in questo modo sembra che
il romanzo perda il suo fine didattico per acquistarne uno di documentario. Esso è però solo un
cambiamento apparente in quanto ciò che conta non è il fine ricreativo ma quello conoscitivo. In ogni
nazione il romanzo acquista carattere leggermente differenti: in Francia si afferma il naturalismo con
Flaubert. Zola e Goncourt. in Russia si affermano Tolstoi. Goal'.

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