Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
DELL’OTTOCENTO
FRA REALISMO E
NATURALISMO
BALZAC E LA COMMEDIA
UMANA
“E' vero che la Società fa dell'uomo, a seconda degli
ambienti in cui si manifesta la sua azione, altrettanti
uomini differenti quanti le specie in zoologia? Le
differenze fra un soldato, un operaio, un
amministratore, un avvocato, un ozioso, uno
scienziato, un uomo di stato, un commerciante, un
marinaio, un poeta, un povero, un prete sono,
sebbene più difficili da afferrare, tanto considerevoli
quanto quelle che distinguono il lupo, il leone, l'asino,
il corvo, lo squalo, il vitello marino, la pecora ecc.
BALZAC E LA COMMEDIA
UMANA
...Sono dunque esistite, esisteranno in ogni tempo delle Specie Sociali
come ci sono delle Specie Zoologiche. Se Buffon (naturalista
francese del Settecento) ha fatto un'opera magnifica cercando di
rappresentare in un libro l'insieme della zoologia, non c'era forse da
fare un'opera dello stesso genere per la Società? […]
Il caso è il più grande romanziere del mondo: per essere fecondi,
basta studiarlo. La società francese sarebbe stata lo storico, io non
dovevo essere che il suo segretario. Compilando l'inventario dei vizi
e delle virtù, raccogliendo le principali manifestazioni delle passioni,
dipingendo i caratteri, scegliendo gli avvenimenti principali della
Società, creando dei tipi mediante l'accostamento dei tratti di
parecchi caratteri omogenei, forse potevo arrivare a scrivere la
storia trascurata da tanti storici m quella dei costumi […]
BALZAC E LA COMMEDIA
UMANA
Ma, per meritare gli elogi a cui deve ambire ogni artista, non dovevo forse
anche studiare le cause o la causa di questi effetti sociali, cogliere il
senso nascosto in quell'immenso insieme di figure, di passioni e di
avvenimenti? Infine, dopo aver cercato, non dico trovato, questa causa,
questo motore sociale, non bisognava mediare sui principi naturali e
vedere in che cosa le Società si allontanano o si avvicinano alla regola
eterna del vero e del bello? […]
L'immensità di un progetto che abbraccia insieme la storia e la critica della
Società, l'analisi dei suoi mali e la discussione dei suoi principi, mi
autorizza, credo, a dare alla mia opera il titolo sotto il quale appare oggi:
La commedia umana. E' troppo ambizioso? E' solo giusto? Lo deciderà
il pubblico, a opera terminata.
(H. de Balzac, Prefazione a La commedia umana vol. I, Gallimard, Paris,
1951, trad. it. di A. Colombo)
REALISMO: IMPERSONALITA' E
RIGORE
“L'autore deve essere nelle sue opere come Dio
nell'Universo: presente dovunque e non visibile in
nessun luogo. Dato che l'arte è una seconda
natura, il creatore di questa natura deve operare
in modo analogo al creatore della prima: bisogna
che in tutti gli atomi, in tutti gli aspetti di essa si
senta un'impassibilità nascosta e infinita. L'effetto,
per lo scrittore, deve essere una specie di
sbalordimento. Deve dire: com'è stato tutto ciò?”
G. Flaubert, Lettera a Louise Colet, 9 dicembre 1852
FLAUBERT E L'IMPERSONALITA'