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ITALIANO

IL MITO DEL PROGRESSO(pag.10)

Il primo atteggiamento è proprio quello del positivismo, il movimento filosofico e culturale


dominante in questo periodo, questo ha le sue basi nel rapido sviluppo del capitalismo
industriale.
L’espansione della produzione e lo sfruttamento delle risorse naturali hanno bisogno dello
studio scientifico, quindi i presupposti essenziali della cultura positivistica sono :

-importanti scoperte scientifiche;


-diffusione del sapere e dell’istruzione.

l’espansione industriale, lo sviluppo della scienza e della tecnica determinano un clima di


fiducia entusiastica nell’uomo e nelle possibilità del sapere scientifico e tecnologico.
l’ottimismo si traduce sempre di più nel culto della scienza e della tecnica.

l’esaltazione positivistica della scienza si basa su alcune convinzioni di base:

-quella della scienza è la sola conoscenza possibile, quindi rifiuto di ogni visione di tipo
religioso.
convinzione che il reale sia regolato da ferree leggi meccaniche.

-il metodo della scienza essendo l'unico valido va esteso a tutti i campi(come uomo,società)
e nessun aspetto del reale deve sfuggire all’indagine scientifica.

-la scienza fornisce gli strumenti per conoscere e spiegare il reale, da qui deriva la fede
positivistica nel progresso, garantito appunto dalle conquiste scientifiche in ogni campo.

IL NATURALISMO FRANCESE(pag.65)

gli scrittori italiani VERISTI compreso verga nell'elaborare teorie e nello scrivere, si ispirano
al NATURALISMO che si afferma in francia negli anni 70 e 80 dell’ottocento.
il pensatore dell’ naturalismo, che si basa sul positivismo, fu HIPPOLYTE TAINE.
La sua concezione era ispirata ad un rigoroso determinismo materialistico, ed affermava che
i fenomeni spirituali erano determinati dall’ambiente fisico in cui l’uomo vive.
Taine Come critico applicò tali concezioni alla letteratura, dicendo che essa si assumesse il
compito di un'analisi scientifica della realtà.

I PRECURSORI

Taine aveva indicato come modello di scrittore "scienziato" Honoré de Balzac l’autore
della commedia umana(riquadro della società francese nell’età della restaurazione) con
precisione nell’analizzare la natura umana e le sue eccezioni patologiche.
accanto a balza ci fu Gustave Flaubert, autore di madame bovary, per la sua teoria
dell’impersonalità.
in secondo luogo i fratelli edmond e jules de goncourt con una documentazione minuziosa e
diretta degli ambienti sociali rappresentati.
un grande cambiamento fu che i ceti sociali più bassi cominciavano ad essere descritti nei
romanzi.

LA POETICA DI ZOLA

le esigenze di trasformare il romanzo in uno strumento scientifico furono riprese da ZOLA


ponendosi come un caposcuola.
le concezioni alla base della sua narrativa si trovano nel volume il romanzo sperimentale del
1880, sostenendo che il metodo scientifico deve essere ora applicato alla sfera spirituale e
all'intelletto e alle passioni dell’uomo, di conseguenza anche la letteratura e la filosofia
devono entrare a fare parte della scienza.(romanzo sperimentale)
il presupposte è che anche le QUALITà SPIRITUALI sono un dato di natura, il romanziere
scienziato ha il compito di individuarle.
la scienza, secondo zola, non ha ancora trovato tutte le leggi che regolano la vita passionale
e intellettuale dell’uomo, ma 2 principi si possono affermare: ereditarietà biologica e l’influsso
esercitato dall’ambiente sociale.
in conclusione Zola dice che il fine della scienza sperimentale è far sì che l’uomo possa
controllare tutti i fenomeni per dominarli.

IL CICLO DEI ROUGON-MACQUART

si tratta di un ciclo di 20 romanzi(1871-1893) dove lo scrittore costruisce un quadro della


società francese.
le sue intenzioni sono espresse nel primo dei romanzi ovvero il principio di interpretazione di
tutte le vicende dei personaggi è la legge dell’ereditarietà.
al centro dei romanzi stanno spesso casi patologici dovuti anche a fattori ereditari.
infine accanto agli intenti scientifici ci sono gli intenti sociali e politici.
Zola vuole dare un quadro completo della società francese. Per dare una presentazione
esatta dei contesti e degli ambienti lo scrittore si documenta raccogliendo una massa di
documenti e testimonianze dirette.
La posizione ideologica di ZOLA è da un lato polemica verso la corruzione e l'avidità dei ceti
dirigenti e dall'altra piena di interesse per i ceti inferiori.

LA DIFFUSIONE DEL MODELLO NATURALISTA(PAG.82)

L’immagine di Zola che si diffuse in Italia fu quella della romanziera scienziata e dello
scrittore sociale, in lotta contro le piaghe della società, furono infatti gli ambienti culturali
milanesi di sinistra a diffondere ed esaltare la sua opera. non a caso il centro di tale
diffusione fu Milano.
dall’altra parte però la Milano di sinistra rimase prigioniera di idee confuse, per questo non
riuscì a creare una teoria artistica e organica. le opere si limitarono alla ricerca di effetti
scandalistici

LA POETICA DI CAPUANA E VERGA


Una teoria coerente ed un nuovo linguaggio furono elaborati da 2 intellettuali conservatori, 2
2 meridionali, ammiratori di Zola, Capuana e Verga.

-Capuana come critico letterario del Corriere della sera diffonde in italia la conoscenza di
Zola.
ma nei suoi articoli si coglie un modo di intendere la letteratura diverso rispetto a quello del
naturalismo francese, respingendo la subordinazione della letteratura a scopi ad essa
esterni, e con questo concorda con l’amico verga che lavora per tradurre le sue opere, nel
recensire i malavoglia, secondo capuana, il naturalismo perde la sua volontà di fare scienza
e il suo impegno politico diretto e si traduce solo in un modo di fare letteratura .
la scientificità si manifesta solo nella forma artistica, nella maniera in cui l'artista crea le sue
figure, e questa maniera si riassume nella personalità delle opere d’arte.
per questo l’impersonalità è l’elemento centrale della poetica di Capuana e di Verga.

L’ISOLAMENTO DI VERGA(PAG.83)
Verga si dedica a molti esperimenti, oltre a studiare i meccanismi sociali, imposta una
rivoluzionaria tecnica narrativa come espressione di una visione della realtà pessimistica e
materialistica.
però verga rimane tutto sommato un autore isolato, accanto a lui vediamo solo Capuana, e
più tardi Federico De Roberto(quasi in posizione di discepolo).
per questo verga non esercitò mai larga influenza sulla cultura contemporanea, non creò
mai una “scuola” come fece Manzoni. la tecnica di verga si può vedere in alcuni giovani
autori, ma legate a tutt’altra concezione della realtà.
per questo con gli anni novanta il romanzo verista viene pian piano soppiantato dal
romanzo psicologico perché non interessava più l’ambiente sociale o la mentalità di creature
primitive, ma l’attenzione si concentra sulla psicologia complicata di personaggi di più alta
condizione sociale.
allora per questo trionferanno i romanzi di dannunzio

L’ORIGINE DEL DECADENTISMO(Pg.166)

il 26 maggio 1883 sul periodico parigino PAUL VERLAINE pubblicava un sonetto in cui
affermava stanchezza ed estenuazione spirituale dell’impero romano.
il sonetto interpreta uno stato d’animo diffuso nella cultura del tempo(, IL SENSO DI
DISFACIMENTO E DI FINE DI TUTTA UNA CIVILTà.)
queste idee erano di gruppi di avanguardia che si contrapponevano alla mentalità borghese
e idee provocatorie ispirandosi al modello “maledetto” di BAUDELAIRE, la critica ufficiale uò
il termine del decadentismo.
il vero e proprio manifesto di queste tendenze si può considerare il romanzo controcorrente
che ebbe molta notorietà e fissò in un codice tematiche e atteggiamenti del gruppo
decadente.

SENSO RISTRETTO E SENSO GENERALE DEL TERMINE


Il termine decadentismo indicava un determinato movimento letterario, ispirato ad un preciso
programma culturale, ma poiché in quel contesto erano presenti tendenze che poi sarebbero
state riprese in altri contesti più vasti, la critica ha assunto il termine come ETICHETTA DI
UNA GRANDE CORRENTE CULTURALE. negli ultimi 2 decenni dell’ottocento fino ad inizi
del 900.

il decadentismo appare come una somma di manifestazioni artistiche e letterarie tra loro
anche assai differenti, al cui interno tuttavia si possono individuare dei denominatori comuni,
comprendendo tutte.

LA VISIONE DEL MONDO DECADENTE


la base della visione del mondo decadente è un razionalismo misticheggiante, viene
radicalmente rifiutata la visione positivistica perché il decadente ritiene il contrario del
positivista ovvero che la ragione e la scienza non possano dare la vera conoscenza del
reale, per cui rinunciando ad un approccio razionale si può tentare di attingere all’ignoto, il
mistero che è dietro alla realtà visibile.

in questa visione tutti gli aspetti dell’essere sono legati tra loro da analogie e
corrispondenze, che sfuggono alla ragione e possono essere colte solo in un abbandono di
empatia irrazionale.

la scoperta dell'inconscio è il dato fondamentale della cultura decadente, senza scoperta di


questa nuova dimensione non si capirebbe nulla del decadentismo.
Freud provò a dare una sistemazione scientifica, e il suo obiettivo era quello di portare a
livello della consapevolezza l’inconscio sottoporre al dominio della ragione, i decadenti
invece tendono a rompere ogni legame razionale, convinti che solo un abbandono totale alle
profondità dell’inconscio possa garantire scoperta di una realtà più vera.

GLI STRUMENTI IRRAZIONALI DEL CONOSCERE

Innanzitutto come strumenti privilegiati del conoscere vengono indicati tutti gli stati abnormi e
irrazionali dell’esistere(malattia, follia etc…)
questi stati di alterazione sottraendosi al controllo della ragione aprono prospettive ignote
permettendo di vedere il mistero che è al di là delle cose.
Ci sono poi altre forme per i decadenti che consentono esperienza dell’ignoto e
dell’assoluto, è quell'atteggiamento che è stato definito panismo e che ricorre
particolarmente in gabriele dannunzio.
LA POETICA DEL DECADENTISMO

per i decadenti tra gli strumenti privilegiati della conoscenza vi è soprattutto l’arte.
in questa corrente vediamo diversi “attori” ma i sacerdoti di un vero e proprio culto sono i più
importanti, che sono dei veggenti che arrivano dove gli uomini normali non riescono ad
arrivare, per questo l’arte è il valore più alto.
questo ha dato la nascita al fenomeno dell’estetismo, l'esteta è colui che come principio
regolatore della vita ha come valore solo il bello.
egli va costantemente alla ricerca di sensazioni rare.
sono posizioni che vengono teorizzate in inghilterra, riprese in francia, e avranno la massima
risonanza con Oscar Wilde e Gabriele D’annunzio.

L’OSCURITà DEL LINGUAGGIO

la parola poetica assume un valore puramente evocativo.


si determina di conseguenza una vera e propria rivoluzione nel linguaggio poetico, la parola
perde la sua funzione di strumento comunicativo ma ritrova quello ancestrale, al limite
dell'incomprensibile. anche se il poeta vuole comunicare lo fa in forme simboliche rivolte a
quei pochi che sono in grado di comprenderle .
si rivela il carattere estremamente aristocratico dell’arte decadente, che rifiuta di rivolgersi al
pubblico borghese.
la scelta inoltre è motivata dall’imporsi della nascente cultura di massa, che offre al pubblico
prodotti ripetitivi, che distruggono il concetto di unicità dell’opera d’arte, per questo l’artista
sente il bisogno di difendersi, so delinea quindi in questo periodo, una frattura radicale tra
artista e pubblico.

TECNICHE ESPRESSIVE
vari sono i mezzi tecnici con cui lo scrittore decadente ottiene questi effetti di segreta
suggestione, come la musicalità nella visione decadente la musica è la suprema tra le arti,
perché è la più indefinita.
in secondo luogo cadono nella poesia decadente i nessi sintattici tradizionali, la sintassi
diventa vaga e imprecisa e anche le singole parole assumono sfumature o significati diversi.
lo strumento linguistico più usato è la metafora decadente, non è regolata solo da una
rapporto di somiglianza tra 2 oggetti, ma utilizza un sistema di alogia universali creando così
legami impensati tra lealtà anche molto lontane tra di loro, un'altra volta usata è la
sinestesia che accosta termini che appartengono a sfere sensoriali diverse, per loro la
sinestesia rimanda ad una rete simbolica sotterranea.

TEMI E MITI DELLA LETTERATURA DECADENTE


Dal senso di disfacimento di una civiltà deriva l’ammirazione per le epoche di decadenza, in
cui l’esaurirsi delle forze si traduce in estrema raffinatezza.
Al culto per la raffinatezza estenuta di tali epoche si unisce l’attrazione per il lusso raro e
prezioso e per la lussuria, complicata da perversione e crudeltà.
sulla crudeltà più brutale percorre le pagine dei decadenti, da huysmans wilde a d’annunzio,
parte della letteratura decadente è segnata da sadismo e masochismo.
allo stesso tempo si manifesta una sensibilità acutissima, al limite della nevrastenia.

LA MALATTIA E LA MORTE
la nevrosi è una costante che segna tutta la letteratura decadente,costituisce una vera e
propria atmosfera che avvolge l’intera cultura di questa età.
accanto alla malattia nervosa, la malattia è in genere un altro grande tema decadente.
Da un lato si pone come metafora di una condizione storica,di un momento di crisi profonda,
dall’altro invece la malattia diviene condizione privilegiata, segno di nobiltà e di distinzione.
il gusto decadente ama tutto ciò che è corrotto, impuro,marcio. per questo venezia è la città
decadente per eccellenza.
la malattia e la corruzione affascinano i decadenti anche perchè sono immagine della morte.

VITALISMO E SUPEROMISMO
al fascino esercitato dalla malattia si contrappongono però tendenze opposte, il vitalismo,
cioè l’esaltazione della pienezza vitale e il superomismo, cioè la mitizzazione della forza
barbarica, che impone il suo dominio sui deboli e può così rigenerare un mondo senza
energie.
se il desiderio di annientamento si pone sotto il segno delle teorie di arthur schopenhauer il
vitalismo vede il suo teorico in friedrich nietzsche e l’applicazione letteraria di d’annunzio.
l’estenuata morbosità e il vitalismo sono entrambi il segno di un rifiuto aristocratico della
normalità.
di una ricerca esasperata del diverso e in polemica con la visione normale borghese che
l’artista disprezza.

GABRIELE D’ANNUNZIO
Secondo Gabriele d'Annunzio bisognava fare della vita un’opera d’arte.

nato nel 1863 a pescara da famiglia borghese, studiò in una delle scuole più prestigiose
dell’Italia del tempo, il collegio cicognini di prato.
nel 1879 a soli sedici anni, pubblicò un libretto di versi, PRIMO VERE, che riscosse un
discreto successo anche presso famosi letterati.
Nel 1881 si trasferì a roma per frequentare l’università, ma abbandonò gli studi per colpa dei
divertimenti presenti nella capitale.
si esercitò facendo il giornalista, collaborando a vari giornali con articoli di cronaca
mondana, ma anche di letteratura, arte…
Nei primi anni del 90 si sposò a Napoli per sfuggire dai creditori e cominciò a scrivere presso
il mattino un famoso giornale nazionale.
acquistò notorietà attraverso delle opere narrative che suscitavano scandalo per i contenuti
erotici. sia attraverso una vita spregiudicata(avventure galanti, duelli…)
in quel periodo d’annunzio creò la maschera dell’esteta, dell’individuo superiore che rifiuta i
valori della borghesia, rifugiandosi in un mondo di paura arte.
IL SUPERUOMO
la fase estetizzante della vita di d’annunzio si esaurì all’inizio degli anni 90 in seguito alle
teorie del filosofo Nietzsche.
lo scrittore elaborò il mito del superuomo,caratterizzato non piu soltanto dalla vocazione alla
belleza,ma da energia eroica,attivistica.
nel 1895 fece una relazione amorosa con una grandissima attrice eleonora duse, durò 10
anni,dove condusse una vita da principe.
questa esibizione continua di lussi , legata alle esigenze economiche del sistema economico
del suo tempo, d’annunzio voleva mettersi in primo piano nella attenzione pubblica per
vendere meglio la sua immagine e le sue opere.
gli editori pagavano somme di denaro favolose, ma non erano sufficenti

IL PROGRAMMA POLITICO DEL SUPERUOMO

Nelle vergini delle rocce la voce che narra è quella del protagonista stesso,claudio
cantelmo.
il libro 1 presenta un “orazione”( cioè un discorso da pronunciare davanti un pubblico) che
rivela la chiara intenzione dell’eroe di modificare la realtà oggettiva attraverso la parola.
il linguaggio è aulico, prezioso e pieno di parole difficili da cogliere.
(uso di metafore e paragoni, di interrogazioni retoriche, esclamazioni, apostrofi.
Questa orazione mira a proporre un programma politico per il nuovo intellettuale-superuomo.
Cantelmo è ancora un esteta, ma vuole essere un uomo d’azione.
l'artista per d'Annunzio non deve più isolarsi dal mondo nel culto dell’arte ma deve gettarsi
nella lotta, finalizzare il proprio impegno concreto alla trasformazione della realtà.
l’estetismo dunque non è negato, ma recuperato e inserito in una ideologia nuova.

LA POLEMICA CONTRO LA SOCIETà CONTEMPORANEA


L'esposizione del programma politico è preceduta da una parte polemica, in cui cantelmo
descrive con toni sarcastici la realtà sociale a cui intende opporsi con la sua azione, si tratta
della realtà borghese contemporanea.
il protagonista-narratore critica poi anche la democrazia e l'egualitarismo che avevano
guidato la borghesia della rivoluzione francese in poi, e proclama che l’aristocrazia deve
riconquistare il suo antico predominio sulla società intera.
quindi lo stato deve favorire l'elevazione della classe privilegiata verso una superiore forma
di esistenza.
ciò implica la necessità di imporre un brutale dominio sulle moltitudini, ricacciando i plebei
nella loro naturale condizione di schiavi.
il dominio dell'élite privilegiata deve poi essere finalizzato da una politica aggressiva verso
l’esterno, per restituire a roma la supremazia sul mondo.
Questo mito di roma verrà ereditato dal fascismo, che troverà nelle politiche d'annunzio una
notevole fonte di ispirazione.

IL COMPITO DEGLI INTELLETTUALI.

gli intellettuali devono dare un contributo per instaurare questo nuovo quadro politico. i poeti
devono utilizzare la parola poetica come un'arma per distruggere la società borghese.
cantelmo si rende conto che per realizzare questo ambizioso progetto ci vorrà ancora molto
tempo, nell’attesa si fissa degli obiettivi:
1) portare alla perfezione, nalla sua persona, i caratteri della stirpe latina
2) trasmettere la sua visione del mondo attraverso una perfetta opera d’arte
3) generare un figlio che possa ereditare le sue migliori qualità e diventare un
superuomo
questo discendente sarà il nuovo re di roma, colui che guiderà l’italia nei suoi futuri destini
imperiali.

IL CONTESTO STORICO

Un progetto del genere ha radici concrete nella realtà sociale e culturale di fine 800.
In quegli anni esplodevano in italia forti conflitti sociali che il governo contrastava con
estrema violenza, nasceva un'idea di colpo di stato per eliminare le libertà politiche e civili ed
imporre un governo autoritario.
erano gli anni in cui le grandi potenze conducevano una politica imperialistica aggressiva,
con l'obiettivo di conquistare colonie.
l’impresa coloniale dell'Italia era fortemente sostenuta dal ceto medio, ma deluso dall'aspetto
politico e dall'arretratezza economica, che non concedeva opportunità di iniziativa
individuale e di produzione sociale.
e proprio a questo pubblico si rivolgeva d’annunzio, fornendo sogni politici,eroici,aristocratici.
IL PROGETTO
in seguito all’elaborazione dell’ideologia superomistica d’annunzio comincia a progettare
vaste e ambiziose costruzioni letterarie in grado di diffondere il messaggio del vate.
analogamente nel campo della lirica vuole affidare la sua visione della vita e dell’arte ai sette
libri delle laudi del m are del cielo dela terra e degli eroi, in cui avrebbe dovuto trovare spazio
ogni aspetto della realtà
questo progetto rimane incompiuto. tra 1903 e 1904 vengono pubblicati i primi 3,
maya,elettra,alcyone, un quarto libro viene messo insieme nel 1912(merope) in fine aggiunto
un quinto libro,asterope, comprende le poesie ispirate alla prima guerra mondiale.
gli ultimi 2 libri non vengono mai scritti.
LA STRUTTURA (ALCYONE)
il terzo libro delle laudi, intitolato alcyone, comprende 88 liriche(tra il 1899-1903) ordinate in
base a un disegno organico, come in una sorta di diario ideale di una vacanza estiva, che
descrive le tappe di un viaggio in compagnia della donna amata del poeta.
l’estate riveste un ruolo fondamentale nei componimenti della raccolta poiche è vista come
la stagione che più di tutte consente il raggiungimento della pienezza vitalistica:l’io del poeta
si identifica con le varie presenza naturali,animali,vegetali, fino ad avvicinarsi ad una
condizione divina.
al discorso politico, celebrativo,polemico o profetico di sostituisce il tema lirico della
fusione panica con la natura, e al posto degli impulsi verso l’azione energica subentra
un atteggiamento di evasione e contemplazione.
sul piano formale d’annunzio abbandona la gonfiezza enfatica di maia e la retorica di
elettra ed elabora un nuovo stile poetico basato sulla ricerca di una sottile musicalità
e del linguaggio analogico, alcyone è stata la raccolta dannunziana più celebrata da una
parte della critica del 900
IL SIGNIFICATO DELL’OPERA
alcyone si inserisce perfettamente nel disegno storico ideologico complessivo delle
laudi.l’esperienza panica non è che una manifestazione del superomismo: solo al superumo,
è concesso di superare ogni limite umano ed elevarsi ad una condizione quasi divina grazie
al contatto con la natura, e solo il poeta superuomo, dotato di una sensibilotà
privilegiata,attraverso la parola può cogliere ed esprimere l’armonia segreta della natura.
il peso dell’ideologia superomistica offre alcuni dei risultati più alti della poesia dannunziana
accanto alla poesia di pascoli.
versi di alcyone hanno esercitato un’influenza profonda sui poeti successivi, arrivando a
costituire uno dei modelli fondamentali per la lirica italiana del 900.

LUIGI PIRANDELLO(L’ARTE CHE SCOMPONE IL REALE)


LA DEFINIZIONE DELL’UMORISMO

la prima parte del passo contiene la definizione dell’umorismo secondo Pirandello.


emergono chiaramente i principi fondamentali della poetica pirandelliana e quella
particolare concezione dell’arte che tenta di riprodurre il carattere disorganico della realtà.
la realtà per pirandello è un fluire inarrestabile che noi cerchiamo di fissare in forme stabili,
come le MASCHERE che indossiamo nella vita sociale;
é l’arte che ha preso consapevolezza della fisionomia aperta e fluida del reale, e la riflette
nelle sue forme.

L’UMORISMO E LA CRISI DI UNA VISIONE DEL MONDO

in questo saggio pirandello tende a presentare l’umorismo come una disposizione universale
dello spirito umano.
l’umorismo quindi per pirandello è essenzialmente una manifestazione della realtà
moderna.
infatti la definizione che lui da è una definizione calzante dell’arte del novecento:un arte che
riproduce il carattere caotico,contraddittorio, aperto.

L’UMORISMO E LA DISGREGAZIONE DELLA SOCIETà

l’arte umoristica va a fondo nel disgregare anche la psicologia degli uomini, che non appare
più un insieme unitario, ma l’effetto dell’urtarsi di tendenze contrastanti.
la scomposizione umoristica fa così venire alla luce il fondo oscuro della psiche, che noi non
sospettiamo e in cui non ci riconosciamo.

L’UMORISMO

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