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DECAMERON
PROEMIO
Con il Proemio Boccaccio sembra quasi voler dare una giustificazione alla sua opera, infatti egli dichiara in questa parte del libro il pubblico cui destinato il libro ed il suo scopo. Il libro dedicato agli afflitti dalle pene d'amore e specialmente alle donne che per il solo fatto di esser tali non hanno la possibilit di svagarsi (cacciare, giocare d'azzardo, mercanteggiare, ecc.) per cercare di dimenticare o almeno di alleviare queste pene e quindi, leggendo le novelle, potranno trovarvi svago ma anche dei suggerimenti utili su come comportarsi in determinate occasioni. Di conseguenza l'autore indirizza il libro ad un pubblico raffinato (l'amore, secondo l'ideale cortese, un sentimento nobile e quindi pu essere sentito solo da donne gentili), ma non composto da letterati, infatti utile ricordare che non tutte le donne, anche se nobili e ricche, sapevano leggere. Boccaccio usa, inoltre, il termine di "peccato della Fortuna" per spiegare la condizione femminile e usa questo termine probabilmente per evidenziare un tema che poi si riveler ricorrente nel romanzo e cio la Fortuna, intesa come destino, che regola la vita dell'uomo, ma soprattutto la capacit di quest'ultimo di cambiare il corso degli eventi imponendosi sulla volont della prima. Questa capacit, chiamata "industria", si riveler soprattutto negli uomini della classe emergente (mercanti e nuovi borghesi) della quale fa parte il Boccaccio. Questi "nuovi ricchi" non erano, per, stati del tutto accettati dai ceti nobili, quindi Boccaccio, con questo libro, vuole nobilitare questa classe alla quale sente di appartenere. Proprio per aver riconosciuto la capacit dell'uomo di interagire col proprio destino possiamo definire questo autore come un preumanista, infatti nel trecento era ancora fortemente radicata l'idea che l'uomo fosse una "pedina" nelle mani del destino che si divertiva a muoverlo secondo un disegno preciso e, soprattutto, prestabilito. Il secondo tema dichiarato in questo proemio la trattazione dell'amore in tutte le sue forme a partire da quelle pi serie (amore cortese) per il quale si ispira ai romanzi della grande tradizione, a quelle pi frivole (amori pi "terreni") per i quali si ispira ai fabliaux francesi adottando un linguaggio piuttosto esplicito che fu considerato scandaloso per molto tempo. In qualsiasi forma egli parli d'amore, lo presenta sempre come una fonte di dolore per l'uomo, anche se Boccaccio introduce una "novit" nella letteratura trecentesca: parla dell'amore visto con gli occhi di una donna. Dal proemio possiamo, inoltre, cominciare ad intuire la struttura dell'opera in cui il narratore si identifica con l'autore stesso, ma la narrazione delle varie novelle viene poi delegata ai dieci giovani che, alcune volte, passano la parola ai personaggi delle novelle che raccontano altri aneddoti. I modelli narrativi usati in tutto il romanzo sono esplicitamente dichiarati dal Boccaccio in questo Proemio e sono: novella, favola, parabola e testo breve.
T4 _ Ser Ciappelletto
La prima novella, senzaltro tra le pi famose e divertenti dellopera, parla della storia di tal Ser Ciappelletto, uomo malvagio e dedito ad ogni vizio, quali lalcool, il cibo, il gioco, la sodomia, e persino il furto e lomicidio. Essendo un tipo cos particolare viene mandato da messer Musciatto, un usuraio che aveva prestato soldi ai Borgognoni (popolo di una regione della Francia), a recuperare questi crediti. Viene ospitato da due fratelli fiorentini, devoti a Musciatto, che vivono in Borgogna. Quando ospite nella loro casa si ammala molto gravemente. Viene chiamato un prete per la confessione e mentre sta morendo, finge di essere stato un uomo puro, suscitando cos nel popolo una grande ammirazione tanto da essere considerato un santo. Alla sua tomba si recarono per chiedere addirittura delle grazie. Questa novella, cos semplice nella sua struttura e nella paradossale storia di Ciappelletto viene stesa da Boccaccio con un linguaggio estremamente ironico pieno di humor e di furbizia. Il personaggio malvagio, anche un uomo molto intelligente e furbo, capace di dialogare con il prete che lo confessa senza mai tradirsi, utilizzando una capacit retorica molto elevata. Le vicende, come quella di Ser Ciappelletto, sono comunque descritte con distaccato humor dallautor e. Boccaccio cio non esprime il suo punto di vista riguardo al personaggio, n condanna n si compiace, anche quando il racconto arriva alla sua conclusione. Possiamo vedere anche una specie di morale nelle novelle, in questa che Dio si serve anche degli uomini pi malvagi per fare delle grazie e dimostrare il suo amore. Siamo, insomma tutti, buoni o cattivi, strumenti di Dio. Sceglie inoltre dei nomi particolari e divertenti per i personaggi, oltre al protagonista, Ciappelletto, messer Musciatto e il cavalier Senzaterra, dando colore a queste maschere.
T5 _ LANDOLFO RUFOLO
La vicenda narrata nella seconda giornata da Lauretta,sotto il reggimento di Filomena,ha come tema la fortuna.Il protagonista Landolfo Rufolo,ricco commerciante di Ravello,sulla costa Amalfitana,che nonostante il suo grande capitale desidera arricchirsi ancora di pi e per questo spendendo tutti i suoi soldi compra una grande nave e la riempie di merci da vendere a Cipro. Non per lunico mercante sullisola ed costretto ad abbassare il prezzo delle sue merci fino a doverle quasi regalare per liberarsene. Non volendo tornare a casa da povero vendette la sua grande nave e con i soldi guadagnati ne compr una piccola, larm e inizi a fare della pirateria. Grazie a questa attivit, in un anno diventa il doppio pi ricco di quanto salp per Cipro e non volendo rischiare oltre di perdere i suoi beni fece rotta per tornare a Ravello.Nel viaggio di ritorno fu costretto dal tempo che peggiorava a fermarsi presso una piccola isola dove incontro due navi Genovesi.Questi conoscendo le ricchezze di Landolfo lo derubarono e fatta affondare la sua nave lo fecero prigioniero.Come se non bastasse le due navi genovesi vennero divise dalla bufera e quella su cui si trovava il protagonista affond.La ndolfo nella disperazione riusc ad attaccarsi ad unasse che lo tenne a galla tutta la notte.Spuntato il sole vide vicino a lui una grande cassa che mossa dal mare cozz contro lasse e lo fece finire sottacqua.Riusc a tornare a galla,vide la tavola di legno allontanarsi e non potendo fare altro si aggrapp alla cassa che lo aveva fatto cadere.Vi rimase attaccato un giorno e una notte quando arriv presso lisola di Gurfo dove una donna stava lavando le stoviglie.Vedendo il naufrago si appresto a soccorrerlo,lo scald,lo curo, e lo nutri.Quando Landolfo fu di nuovo in forze pens che fosse lora di andarsene e di regalare per ringraziamento lunica cosa che aveva:la cassa.Non essendo per lei in quel momento in casa il mercante volle aprirla per vedere il suo contenuto e grande fu la meraviglia quando vide che vi erano moltissime pietre preziose.Finalmente baciato dalla fortuna scambi la cassa con un sacco dove mise il tesoro, e quindi di marina in marina arriv fino a Trani dove trov i suoi concittadi ni che lo rivestirono e lo condussero a casa. A questo punto Landolfo vendette le pietre diventando il doppio pi ricco di quando part e
Giovanni Boccaccio
invi dei soldi alla donna dell isola di Gurfo e ai concittadini che lo riaccompagnarono. Capita la lezione abbandon il commercio per potersi finalmente godere il tanto sofferto denaro senza pi desiderarne altro.
T6 _ Andreuccio da Perugia
Narrata da Fiammetta, Andreuccio da Perugia arriva a Napoli per comprare dei cavalli, mentre gira il mercato senza comprare nulla, incontra una vecchia che lo conosce molto bene, appena i due si lasciano, una prostituta che aveva adocchiato i denari di Andreuccio, chiede alla vecchia informazioni su chi fosse quelluomo. Dopo aver avuto le informazioni, la donna riesce a convincere Andreuccio di essere la sua sorella, e Andreuccio, stanco della dura giornata decide di passare la notte dalla sua presunta sorella. Prima di coricarsi e dopo essersi denudato, Andreuccio ha bisogno di dover riporre il superfluo peso del ventre, ma appena poggia il piede su un asse di legno, questo cede poich segato precedentemente dalla prostituta, e cade nella fogna a cielo aperto. Il nostro eroe dopo vani tentativi di rientrare in casa dove aveva lasciato i vestiti e i soldi, incomincia a vagare fino a quando incontra due ladri che decidono di usarlo per i loro loschi piani. Prima per lo calano in un pozzo per farlo lavare, ma proprio in quel momento arrivano due famigliari che vogliono abbeverarsi, cos i due ladri nella fretta di fuggire lasciano Andreuccio in fondo al pozzo, quando i famigliari tirano su la fune, vedono Andreuccio attaccato e credendolo un fantasma scappano a gambe levate. Dopo un breve girovagare, Andreuccio incontra nuovamente i due ladri che lo costringono ad infilarsi in una tomba per rubare i gioielli del defunto; in quel momento arriva un altro gruppo di persone, guidati da un prete intenzionato a rubare i gioielli; i due ladri spaventati abbandonano nuovamente Andreuccio il quale si ritrova chiuso in una tomba, mentre sta per essere scoperto da altre persone. Dopo aver pensato ad una soluzione, Andreuccio decide di fingersi un fantasma per spaventare il prete, che si faceva tanto coraggioso davanti ai suoi compagni, e di impossessarsi del prezioso bottino.
T7 _ Tancredi e Ghismunda
Ghismunda si era sposata ununica volta con il Duca di Capova il quale mor presto e la costrinse a tornare al castello del padre: il principe Tancredi. Tancredi non si preoccup mai veramente di trovarle un marito e neanche lei esprimeva questo desiderio. Tuttavia sinvagh di un giovane valletto chiamato Guiscardo e finirono per innamorarsi lun laltro. Ghismunda era di origine nobile mentre Guiscardo di origine poco pi che modesta, perci i due dovevano esprimere segretamente il loro amore. Tuttavia Tancredi ogni Luned era solito a recarsi nella stanza della figlia per fare discussioni tra padre e figlia: anche qu el giorno era previsto un incontro con Guiscardo. Il padre si amareggi molto nello scoprire la cotta segreta di sua figlia e per questo decise di imprigionare il segreto amante. Non credendo alle parole della figlia ordina di uccidere il ragazzo. Nel frattempo la fanciulla con il pensiero che Tancredi uccidesse veramente il suo amato prepara una pozione avvelenata. Cos avvenne e la ragazza non esit a suicidarsi. In punto di morte riusc ad ottenere dal padre una sepoltura vicina a quella di Guiscardo situata in punto in cui tutti potessero essere testimoni del loro amore.
T8 _ Lisabetta da Messina
La novella parla di tre fratelli e mercanti di Messina, i quali divennero ricchi dopo la morte del padre; avevano una sorella, Elisabetta, molto bella anche se non ancora sposata. Per loro lavorava un giovane di nome Lorenzo che gestiva i loro affari e cui interessava Elisabetta. Accadde che anche a lei cominciasse a interessare Lorenzo e cos dopo un po di tempo cominciarono a frequentarsi di nascosto. I frat elli si accorsero di questa relazione, ma decisero, nonostante fossero contrari, di lasciar correre e fingere di esserne alloscuro. Qualche tempo dopo andarono con Lorenzo fuori citt, aspettarono il momento giusto e lo uccisero nascondendo il cadavere. Tornati a Messina, fecero credere che lavevano mandato fuori per affari. Elisabetta naturalmente ne chiedeva spesso notizie ma senza ricevere risposte esaurienti per questo la notte piangeva e pregava per il suo ritorno. Fu cos che Lorenzo le apparve in sogno e le spieg il motivo della sua assenza mostrandole il luogo dove i suoi fratelli lavevano seppellito. Elisabetta decise di andare a verificare e dopo aver avuto dai fratelli il permesso di uscire si rec nel luogo che aveva sognato e trov il corpo di Lorenzo, ma non potendolo portare con s gli tagli la testa e la diede alla serva che laccompagnava. Elisabetta pianse molto su quella testa fino a che decise di metterla in un vaso, ricoprirla di terra e piantarci sopra del basilico. Dava a quel vaso innumerevoli attenzioni e i fratelli, preoccupati, glielo nascosero. Cominci a piangere e a chiedere continuamente del vaso fino a che si ammal e i fratelli decisero di vedere cosa ci fosse di cos importante allinterno. Lo aprirono e vi trovarono la testa di Lorenzo perci temendo che ci si venisse a sapere si trasferirono a Napoli, dove la loro sorella mor.
Giovanni Boccaccio
suicidarmi, e divenni un dannato". Non pass molto tempo che anche lei mor, ma non si pent di aver rifiutato lamore e quindi fu dannata nellinferno. Da quando scesa nellinferno, fugge davanti a me ed io la inseguo finch non la trafiggo con questa spada con cui mi sono ucciso, questo si ripete ogni venerd a questora, quindi Nastagio non metterti contro la giustizia divina. Udendo quelle parole Nastagio si scans e il cavaliere trafisse la ragazza, strappandogli il cuore, ma la ragazza si alz e riprese a scappare verso il mare. Sebbene un po frastornato Nastagio chiese alla servit di segnare il posto e di invitare il venerd dopo messer Paolo traversato, sua moglie, sua figlia e tutte le donne a lui parenti. La cosa era molto semplice da fare e per quelloccasione Nastagio fece preparare una lunga tavolata nel posto suggerito alla servit, quando anche l ultima portata fu finita, sincominciarono a udire le urla della ragazza in seguita dai cani e dal cavaliere, gli uomini presenti cercarono di difendere la ragazza, ma il cavaliere gli raccont la storia che aveva raccontato a Nostagio, gli uomini udendo le parole del cavaliere si fecero da parte e il cavaliere pot eseguire la stessa azione fatta il venerd precedente, quando tutto fin la ragazza amata da Nastagio si rese conto che il suo comportamento era sbagliato e per paura di fare quella brutta fine trasform il suo odio in amore e sposo Nastagio.
Giovanni Boccaccio
Frate Cipolla promette a dei contadini di mostrar loro una penna di pappagallo, affermando che si tratta di una piuma dellangelo Gabriele. Egli lascia la sua preziosa reliquia in custodia al suo servo Guccio, il quale, per, si stava dando da fare per sedurre la serva Nuta. Due giovani dispettosi amici del frate, approfittando della negligenza di Guccio, entrano nella camera di Cipolla, e mettono carbone al posto della penna. Il frate, nellaprire la scatola davanti ai contadini, trovando il carbone, colto alla sprovvista, subito singegna e spiega agli astanti di essersi sbagliato scambiando la scatola con la penna con unaltra in cui era contenuto il carbone resto della pira su cui fu arso San Lorenzo. I Frate Cipolla si presentano due strati sociali e intellettuali ben distinti. In uno si situano gli ignoranti e i poveri di spirito: Nuta, Guccio e i contadini di Certaldo. Boccaccio, spietato verso di loro, in questa, come in quasi tutte le novelle del Decameron, stabilisce una divisione fra la vita esclusivamente istintiva, quasi animalesca, propria degli strati sociali inferiori, e la vita di contemplazione della natura e della creazione divina, propria delle classi pi elevate e istruite. Questa frattura tra i due strati sociali frutto della convenzione dellamor cortese che ha pervaso tutto il Medioevo, secondo cui la poesia idillica poteva rappresentare soltanto dialoghi damore fra nobili, mentre ai contadini erano destinate forme burlesche e dileggianti, dato che lamore fisico e istintivo apparteneva proprio agli strati sociali pi bassi. La differente competenza retorica e oratoria crea un abisso enorme fra Guccio e Cipolla , e mentre rende il primo un essere odiato e fallito, come dimostrano i suoi nomignoli dispregiativi e i suoi fiaschi come seduttore, fa del secondo un amico di tutti. Il frate esce quindi vittorioso dal tranello preparatogli dai due giovani che avevano nascosto la sua reliquia, la penna di pappagallo. Egli poi inventa una storia piena di affermazioni stranissime, assurdi giochi di parole e ambiguit, insomma un vero capolavoro di oratoria, seguito dalla benedizione della folla con i carboni. Il fatto molto importante che egli, con prontezza, senza manifestare emozioni che potrebbero compromettere la sua persona agli occhi dei fedeli , deduce che il responsabile dello scambio non era il suo servo ma qualche mattacchione. Pensa che sia stato un errore lasciare un oggetto tanto prezioso e pericoloso ad uno scervellato come Guccio. E soprattutto, si rende conto che pu volgere la situazione a suo favore, e si affretta ad attribuire direttamente a Dio lequivoco dello scambio della scatola che contiene la piuma dellangelo Gabriele con quella che contiene i carboni con cui San Lorenzo era stato bruciato vivo. Cos i fedeli possono rendere omaggio a quel santo, la cui festa sarebbe stata commemorata due giorni dopo. Frate Cipolla esalta, allora, la potenza divina, con la frase citata; le parole del frate sono indirizzate ai suoi due amici burloni, i quali sapevano bene che egli non sarebbe caduto nel tranello tesogli, date le sue capacit di oratoria e improvvisazione. Se non ne fossero stati coscienti, non lo avrebbero messo in una situazione simile, pertanto volevano solamente godersi la scena escogitata dal frate. Questi non solo si diverte alle spalle dei suoi ingenui fedeli, ma inscena una commedia diretta ai suoi due amici, commedia con la quale diverte questa piccola platea, capace di capirlo perch dotata come lui di unintelligenza viva ed elevata, contrariamente allaltro pubblico, creduli contadini.
T15 _ Griselda
Gualtieri decide di lasciare Griselda sua moglie da tredici anni, poich aveva deciso di prendere un'altra moglie. Ma per lasciare la moglie, Gualtieri, aveva bisogna del permesso di suo padre, che non gli concesse. Griselda con lo stesso volto tranquillo e la serenit che l'aveva contraddistinta nell'affrontare altre offese, si preparava ad affrontare anche questa ultima e grande offesa. Gualtieri non avendo avuto il permesso dal padre, scrive delle lettere false a nome di suo padre che gli permettano il divorzio e finge che tali lettere siano arrivate da Roma, egli cos agli occhi dei sudditi e della stessa moglie ha la dispenza per risposarsi. Intanto Gianucolo, padre di Griselda apprende che il marito della figlia si risposato. Griselda dice a Gualtieri che ella era sempre stata conscia della sua umile condizione, che in nessun modo era paragonabile alla nobilt di lui, Gualtieri per tutta risposta disse a Griselda di andarsene allo stesso in modo in cui era venuta la prima volta, e la donna rispose che se doveva andarsene come era venuta, allora doveva andarsene nuda, e intima a Gualtieri d i ricordasi che dal suo corpo sono nati i suoi figli e che andandosene nuda tutta la gente avrebbe visto quel corpo. La donna cos chiese almeno una camicia e questo Gualtieri glielo concesse. Pi tardi Gualtieri si accorge dell'errore che aveva commesso e si rifidanza con Griselda, i due si risposarono e vissero felici e contenti.