Alcune moderne enciclopedie, come Wikipedia, che è la più diffusa,[2] sono digitali e
liberamente disponibili.
Storia
L'essere umano ha svolto attività enciclopedica, intesa come sforzo per dare forma
sistematica alle proprie conoscenze, per gran parte della sua storia, almeno da quando si è
affermato il pensiero razionale e scientifico a scapito delle descrizioni a carattere epico e
religioso. Questo passaggio si individua generalmente nell'antica Grecia.
Spesso si indica in Aristotele il primo enciclopedista, poiché egli, oltre a fondare
filosoficamente tutti i rami del sapere, ha anche accumulato molte informazioni, soprattutto
di carattere naturalistico, ma anche sociale, quale la descrizione delle costituzioni delle città
greche. Non si limitò ad un lavoro meramente nozionistico e descrittivo-contemplativo, ma a
una comparazione del diritto, usi, costumi e tradizioni, traendone teorie storiche e giudizi di
valore, per stabilire un ordine sociale del regno umano in tutto conforme all'ordine (divino e)
naturale degli altri regni esistenti.
Certamente l'opera di Aristotele è stata la più completa della Grecia classica, tuttavia la
strutturazione di tutti i rami del sapere fu il fine al quale tesero quasi tutti gli altri filosofi
antichi.
Fra gli altri autori versatili del mondo greco si deve citare almeno Eraclide Pontico.
In ambito romano si considera che la prima opera enciclopedica siano i Libri ad Marcum
filium di Catone il Censore. L'erudito romano per antonomasia fu Marco Terenzio Varrone, le
cui opere ebbero carattere enciclopedico, le Antiquitates e soprattutto i Disciplinarum libri IX,
opera perduta e di cui sono rimasti solo frammenti:[7] tuttavia queste opere sono andate
perdute e ne rimangono solo frammenti citati da altri autori antichi. Perciò tra gli
enciclopedisti romani il più importante è di fatto Plinio il Vecchio (I secolo), che scrisse la
Naturalis historia (lett. "la storia naturale", ma anche "Osservazione della natura"[8]), una
descrizione in trentasette volumi del mondo della natura che rimase estremamente popolare
nell'Europa occidentale per gran parte del Medioevo e fu la base di molte successive
enciclopedie. Altri compilatori romani furono Aulo Cornelio Celso e Gaio Giulio Solino.
Notevole influsso sul pensiero medievale ebbe il trattato De nuptiis Philologiae et Mercurii
("Delle nozze della Filologia con Mercurio") scritto da Marziano Capella in età tardo-romana
(IV-V secolo), che, con la sua classificazione delle sette arti liberali (del "trivio" e del
"quadrivio") costituisce una specie di enciclopedia dell'erudizione classica.
Le enciclopedie bizantine erano compendi di notizie relative sia alla Grecia antica sia a quella
bizantina. La Biblioteca del patriarca Fozio I di Costantinopoli (IX secolo) fu la prima opera
bizantina che si potesse chiamare enciclopedia. Ma la più importante enciclopedia bizantina
è considerato il lessico Suda, di autore forse omonimo, redatto intorno al 1000. Sotto la
Dinastia macedone ci fu un fiorire dell'enciclopedismo bizantino che portò alla stesura di una
vera e propria enciclopedia del sapere agronomico chiamato Geoponica, significativamente
attribuito allo stesso imperatore Costantino VII.[9]
Fra le enciclopedie più popolari del basso Medioevo citiamo il De rerum naturis (1246) di
Thomas de Cantimpré e il De proprietatibus rerum (1240) di Bartolomeo Anglico che fu
tradotto in mantovano all'inizio del Trecento. Il Liber floridus (1120) di Lambert de Saint-Omer
e l'Hortus deliciarum (1175) di Errada di Landsberg sono famosi soprattutto per le
illustrazioni. L'opera più ambiziosa e completa di questo periodo fu tuttavia lo Speculum
Majus (1260) di Vincenzo di Beauvais, con più di tre milioni di parole. Di pochi anni
successiva allo Speculum Majus è la prima enciclopedia in lingua volgare, ovvero Li livres duo
Trésor scritto in francese dal fiorentino Brunetto Latini. Essa era in effetti una riduzione dello
Speculum ad uso delle classi mercantili che non conoscevano il latino.
Tra le prime raccolte arabo-musulmane del sapere nel Medioevo vi sono numerose opere
onnicomprensive e un certo sviluppo di quelli che oggi chiamiamo metodo scientifico,
metodo storiografico e riferimenti. Tra le opere da ricordare vi sono l'Enciclopedia dei Fratelli
della Purezza (al-Risāla al-Jāmiʿa, 52 volumi), d'impianto ismailiteggiante, un'enciclopedia
della scienza di Abu Bakr al-Razi, la prolifica produzione del mutazilita al-Kindi (di circa 270
libri) e due opere di Avicenna: Il libro della guarigione e Il canone della medicina, il secondo
adottato come standard per secoli nell'insegnamento della medicina anche in Europa. Vanno
ricordate inoltre le opere di storia universale (o sociologia) degli Ashariti, al-Ṭabarī, al-Masʿūdī,
Ibn Rusta, Ibn al-Athir e Ibn Khaldun, la cui Muqaddima (i "Prolegomeni" a quella che si
proponeva di essere una "storia universale") contiene avvertenze sull'affidabilità dei resoconti
scritti che rimangono applicabili fino ai giorni nostri. Questi studiosi ebbero un'incalcolabile
influenza sui metodi di ricerca e di stesura, dovuti in parte alla pratica islamica dell'isnād che
enfatizzava la fedeltà ai resoconti scritti, la verifica delle fonti e l'indagine critica.
Manoscritto facente parte dell'Enciclopedia Yongle (circa 1403), una delle più estese opere enciclopediche della
storia.
L'enorme opera Quattro libri dei Sung, redatta nell'XI secolo sotto la Dinastia Song (960–
1279), è la raccolta delle prime grandi enciclopedie cinesi, la quarta delle quali, intitolata
Primo guscio di tartaruga dell'Archivio, è composta da 9,4 milioni di ideogrammi raccolti in
1 000 volumi. Nella stessa epoca visse il grande scienziato e statista Shen Kuo (1031–1095)
che nel 1088 scrisse l'enciclopedia Mengxi bitan.
L'imperatore cinese Yongle della dinastia Ming soprintese alla compilazione dell'Enciclopedia
Yongle, una delle più estese enciclopedie della storia, che fu completata nel 1408 e
comprendeva oltre 370 milioni di caratteri cinesi in 11 000 volumi manoscritti, dei quali 400
circa sono sopravvissuti fino ad oggi. Sotto la successiva dinastia Qing l'imperatore Qianlong
compose personalmente 40 000 poesie come parte di una biblioteca di 4,7 milioni di pagine
in 4 divisioni, compresi migliaia di saggi, chiamata lo Siku Quanshu che è probabilmente la
più grande collezione di libri della storia. È istruttivo comparare il suo titolo per questo
sapere, Guardando le onde in un Mare Sacro, ad un titolo in stile occidentale per tutta la
conoscenza.
È nota l'esistenza di opere enciclopediche in Giappone dal IX secolo, sia come imitazione di
enciclopedie cinesi che come opere originali.
Tutti questi libri erano tutti copiati a mano e pertanto erano estremamente costosi.
Conseguentemente erano scarsamente diffusi, generalmente appartenevano ad istituzioni:
sovrani, cattedrali, conventi, monasteri. Di qui derivava anche la loro impostazione: erano
scritti generalmente per coloro che dovevano estenderne il sapere, piuttosto che per coloro
che le dovevano consultare (con qualche eccezione nel campo della medicina).
La Margarita philosophica scritta dal certosino tedesco Gregor Reisch e stampata nel 1503,
era una tipica enciclopedia rinascimentale, ordinata secondo il modello delle sette arti
liberali. Probabilmente fu la prima enciclopedia espressamente concepita per essere
stampata.
Frontespizio del Lexicon Universale
Nei successivi due secoli vennero pubblicate molte altre opere di compilazione erudita.
Alcune di esse portavano, per la prima volta - e questo è il secondo cambiamento - il titolo di
Enciclopedia. Questo termine era stato coniato dagli umanisti per significare l'insieme
completo delle conoscenze. In realtà si trattava di una lettura errata delle loro copie dei testi
di Plinio e soprattutto di Quintiliano, che univa le due parole greche enkyklios paideia in una
sola. La prima opera con questo titolo è la Encyclopedia orbisque doctrinarum, hoc est
omnium artium, scientiarum, ipsius philosophiae index ac divisio scritta da Giovanni Aventino
nel 1517, seguita dalle Lucubrationes vel potius absolutissima kyklopaideia di Joachimus
Fortius Ringelbergius del 1541 e dalla Encyclopedia seu orbis disciplinarum tam sacrarum
quam prophanarum epistemon di Pavao Skalić del 1559.
In ambito britannico il medico e filosofo inglese sir Thomas Browne utilizzò specificamente il
termine encyclopaedia nel 1646 nella prefazione al lettore per descrivere la sua opera
Pseudodoxia Epidemica o Errori volgari, una serie di confutazioni di errori comuni della sua
epoca. Browne strutturò la sua enciclopedia sullo schema collaudato di quelle del
Rinascimento, la cosiddetta "scala della creazione", che ascende una scala gerarchica
attraverso il mondo minerale, vegetale, animale, umano, planetario e cosmologico. Il
compendio di Browne passò attraverso non meno di cinque edizioni, ognuna rivista e
incrementata; l'ultima edizione apparve nel 1672. Le Pseudodoxia Epidemica furono tradotte
in francese, olandese, tedesco e latino.
Settecento
Nel corso del Settecento iniziò a sentirsi l'esigenza di grandi opere in varie decine di volumi
che potessero descrivere tutto il sapere. Quasi tutte ripresero il titolo rinascimentale di
Enciclopedia.
Maggiore successo ebbe la Cyclopaedia (o Dizionario universale delle arti e delle scienze)
pubblicata da Ephraim Chambers nel 1728. Si trattava di un dizionario enciclopedico in due
volumi. Tuttavia, esso conteneva un'ampia gamma di voci, era organizzato alfabeticamente,
si affidava al contributo di molti autori e comprendeva l'innovazione di inserire riferimenti
incrociati tra le sezioni all'interno delle voci. Per questo Chambers è considerato il padre
dell'enciclopedia moderna. La Cyclopedia divenne il modello di ogni successiva enciclopedia,
in quanto fu tradotta e imitata. La traduzione italiana apparve a Venezia nel 1749.
Strette, seppure prudenti, furono le relazioni del movimento enciclopedico con l'Illuminismo,
con lo spirito di apertura alla conoscenza, all'istruzione, alla consapevolezza della varietà e
relatività dei punti di vista, pur nell'universalità della ragione e della natura umana.
Inizialmente era stato concepito come traduzione francese del lavoro di Chambers anche il
Dizionario ragionato delle scienze, delle arti e dei mestieri, universalmente noto come
Encyclopédie, pubblicato a Parigi a partire dal 1751. Quest'opera è certamente la più nota e
importante delle prime enciclopedie, notevole per la sua vastità, per la qualità di alcuni
contributi e soprattutto per il suo impatto politico e culturale negli anni che condussero alla
Rivoluzione francese. L'ambizioso progetto era stato affidato a Denis Diderot con la
collaborazione dei più prestigiosi intellettuali del tempo (Voltaire, d'Alembert, Rousseau,
Quesnay ecc.); tuttavia l'opera, accanto ai contributi dei maggiori pensatori francesi
dell'epoca, dedicava molto spazio alle informazioni di tipo tecnico, relative alle diverse attività
produttive.
L'Encyclopédie a sua volta ispirò la Encyclopædia Britannica, che ebbe inizi modesti a
Edimburgo: la prima edizione, distribuita tra il 1768 e il 1771, era composta di appena tre
volumi completati affrettatamente – A-B, C-L e M-Z – per un totale di 2 391 pagine. Nel 1797,
quando fu completata la terza edizione, era stata espansa a 18 volumi che si occupavano di
un'ampia gamma di argomenti, con voci fornite da un insieme di autorità nel loro campo.
I primi anni del XIX secolo videro il fiorire di enciclopedie pubblicate in Europa e in America.
In Francia non fu ripubblicata l'Encyclopédie. Il suo posto fu riempito prima dall'Encyclopédie
Méthodique ordinata per materie in 157 volumi più 53 di tavole, edita dallo stesso
Panckoucke fra il 1782 e il 1832, e poi dalla Encyclopédie moderne. Dictionnaire abregé des
sciences, des lettres, des arts, de l'industrie, de l'agriculture et du commerce in 30 volumi
pubblicata dall'editore Firmin Didot di Parigi nel 1853. In Germania fra il 1839 e il 1855
apparve Das große Conversations-Lexicon für die gebildeten Stände in 52 volumi curata da
Joseph Meyer di Gotha, che è rimasta l'enciclopedia più prestigiosa in tedesco. In Inghilterra
la Rees's Cyclopædia in 39 volumi (Londra e Filadelfia 1802–1819) conteneva una mole di
informazioni riguardanti la rivoluzione industriale e scientifica dell'epoca. Una caratteristica
di queste pubblicazioni era l'alta qualità delle illustrazioni fatte da incisori e disegnatori
specializzati.
Accanto a queste grandi opere, la crescita dell'educazione popolare e gli Istituti Industriali,
spinti dalla Società per la Diffusione della Conoscenza Utile, portarono alla produzione della
Penny Cyclopædia (1833-1846) che, come il suo titolo suggerisce, fu distribuita in numeri
settimanali al costo di un penny come un giornale. Questo modello delle enciclopedie a
dispense, accessibile ai ceti medio-bassi, fu imitato in tutta Europa. In Italia l'enciclopedia di
questo tipo che ebbe maggiore diffusione fu l'Enciclopedia Popolare Sonzogno pubblicata a
cavallo fra Otto- e Novecento.
Novecento
Nel frattempo la casa editrice Espasa di Barcellona aveva iniziato la pubblicazione della sua
Enciclopedia universal ilustrada europeo-americana (1908-1930). Essa si compone di 70
volumi più numerose appendici di aggiornamento e indici. Tuttora ristampata, si vanta di
essere la più estesa enciclopedia moderna e rimane l'enciclopedia di riferimento in lingua
spagnola.
Nel 1917 venne pubblicata a Chicago la prima edizione della World Book Encyclopedia.
Attualmente questa enciclopedia, molto popolare nei paesi anglosassoni, conta 22 volumi ed
è secondo l'editore l'enciclopedia su carta più venduta al mondo. Nel 1961 venne pubblicata
un'edizione per non vedenti in caratteri Braille.
La Grande enciclopedia sovietica pubblicata a partire dal 1926 in tre distinte edizioni,
rispettivamente di 65, 50 e 30 volumi, rappresentò l'enciclopedia di riferimento del mondo
marxista e fu perciò tradotta anche in inglese e greco.
Nello stesso periodo in Italia si iniziò a pensare alla creazione di un'enciclopedia universale,
sul modello di quelle inglesi e francesi, ma i primi tentativi non furono coronati da successo.
Nel 1925 fu fondato a Roma l'Istituto dell'Enciclopedia Italiana intitolato a Giovanni Treccani
per la realizzazione dell'Enciclopedia Italiana di scienze, lettere ed arti; il filosofo Giovanni
Gentile fu nominato direttore scientifico e si dedicò ad invitare e coordinare studiosi italiani di
tutti i campi e di tutti gli orientamenti per la realizzazione dell'opera. Numerosi e importanti
furono i contributi, tra tutti si ricordano Enrico Fermi per la fisica e Guglielmo Marconi per le
telecomunicazioni; quest'ultimo nel 1933 assunse la presidenza dell'Istituto Treccani. La
prima edizione dell'opera fu completata, a livello redazionale, nel 1937. Le voci
dell'Enciclopedia furono pubblicate negli opuscoli della Biblioteca della Enciclopedia Italiana
tra il 1932 e il 1943.
Altra opera di particolare rilievo in Italia fu quella della casa editrice UTET, che nel periodo
1933-'39 pubblicò il Grande Dizionario Enciclopedico, fondato dal prof. Pietro Fedele,
pubblicata inizialmente in dieci volumi e periodicamente aggiornata fino alla quarta edizione
(1984-'91).
Nel 1936 apparve l'Enciclopedia Bompiani in due volumi, che divenne la più popolare
enciclopedia italiana per famiglie per alcuni decenni. E che nelle edizioni del dopoguerra
aumentò gradualmente di dimensioni.
Fra il 1935 e il 1960 venne pubblicata a Lisbona e Rio de Janeiro la Grande enciclopédia
portuguesa e brasileira in 40 volumi, che rimane la maggior enciclopedia in lingua portoghese.
Nel 1952, la Federico Motta Editore pubblica in Italia la prima edizione dell'omonima
enciclopedia universale.
Nel 1962 nacque la Wielka Encyklopedia PWN. A partire dal 2001 è uscita la nuova edizione
post-comunista, che rappresenta tuttora la enciclopedia di riferimento in polacco.
15ª edizione dell'Encyclopaedia Britannica divisa in Micropædia (dorso rosso) e Macropædia (dorso scuro).
Negli anni sessanta il raggiunto benessere da parte della maggioranza degli italiani e
l'espansione dell'obbligo scolastico alla scuola media ampliarono grandemente il mercato
delle enciclopedie. In particolare ritornarono in voga le enciclopedie a fascicoli, ora
indirizzate soprattutto ai ragazzi in età scolare, fra le quali la più famosa fu Conoscere
pubblicata dalla Fratelli Fabbri Editori. Nel 1962 nacquero anche le Garzantine, che
rappresentarono un nuovo modello di enciclopedia per famiglia, tuttora popolare. Nello
stesso anno iniziò anche la pubblicazione dell'Enciclopedia Universo in 12 volumi a cura
dell'Istituto Geografico De Agostini. La Rizzoli tradusse e integrò tra il 1966 e il 1970
l'enciclopedia francese della Larousse, venduta sempre a fascicoli o in abbonamento, come
Rizzoli-Larousse, fino al 2000. Tale enciclopedia fu edita dal 1998 al 2003 anche in formato
CD-ROM.
Alla fine degli anni settanta nacquero, invece, due opere che avevano l'ambizione di
rappresentare un'alternativa all'Enciclopedia Treccani, sentita come ormai obsoleta da molti
intellettuali: la Enciclopedia Einaudi del 1977 in 15 volumi, costruita per monografie intorno a
poche parole chiave, e la Enciclopedia Europea Garzanti del 1979 in 12 volumi.
Negli stessi anni in Francia si sentì il bisogno di un'enciclopedia che competesse con le
maggiori enciclopedie mondiali, in particolare con la Britannica. E proprio con una
compartecipazione di questa istituzione fra il 1968 e il 1975 venne pubblicata l'Encyclopædia
Universalis in francese, la cui edizione più aggiornata, la sesta, è quella del 2009 in 30 volumi.
Nel corso del Novecento si sono inoltre affermate molte autorevoli enciclopedie relative a
particolari ambiti culturali. Fra le più famose si possono citare la Catholic Encyclopedia,
l'Encyclopaedia Judaica, l'Encyclopædia of Islam e la Realencyclopädie der classischen
Altertumswissenschaft edita da August Friedrich Pauly e successivamente da Georg
Wissowa.
Le enciclopedie sono essenzialmente derivate da materiale già esistente e, particolarmente
nel XIX secolo, erano comuni tra gli editori gli atti di plagio indiscriminato. Le moderne
enciclopedie non sono tuttavia meri compendi di sempre maggiori dimensioni, che includono
tutto ciò che è venuto prima: per fare spazio agli argomenti moderni, doveva essere
regolarmente scartato del materiale prezioso per un uso storico, quantomeno prima
dell'avvento delle enciclopedie digitali e in particolare quelle sul web, che non dipendono da
un supporto fisico per la distribuzione. Inoltre le opinioni e la visione del mondo di una
particolare generazione possono essere osservate nel modo di scrivere un'enciclopedia in un
determinato momento storico; per queste ragioni le vecchie enciclopedie sono un'utile fonte
di informazioni storiche, in particolare per registrare i cambiamenti nel campo scientifico e
tecnologico.
Era digitale
L'introduzione della tecnologia digitale - l'inizio dell'era digitale negli anni settanta - comportò
un ammodernamento delle tecniche di composizione e stampa, ma non rivoluzionò
immediatamente il settore delle enciclopedie, che continuarono a essere stampate e
distribuite su carta per i due decenni successivi. Per modificare radicalmente il medium fu
necessario attendere che i personal computer si fossero diffusi e che le memorie di massa si
fossero evolute fino a produrre un supporto abbastanza capiente da contenere l'ingente
quantità di dati costituita da una enciclopedia, notevolmente maggiore quando al testo
vengono associate immagini e contenuti multimediali come brani audio e video.
Fu infatti solo negli anni novanta del XX secolo che si iniziarono a pubblicare enciclopedie
generaliste su CD-ROM (una tecnologia introdotta negli anni ottanta) da utilizzare con i
personal computer casalinghi. L'edizione digitale dell'enciclopedia Grolier fu pioniera,[2]
mentre Encarta della Microsoft è stata il prodotto più importante e tipico di questa nuova
tendenza, in quanto non aveva una edizione stampata. Le voci erano arricchite con contenuti
multimediali audio e video così come con numerose immagini di alta qualità. Dello stesso
tipo è l'enciclopedia multimediale Omnia De Agostini, in varie edizioni, suddivisa a seconda
delle aree tematiche.
Un singolo CD-ROM non era tuttavia sufficientemente capiente per contenere i 12-20 volumi
di una tradizionale enciclopedia generalista, incluse le immagini. Questo comportò
inizialmente la necessità, da parte degli editori, di selezionare i contenuti da distribuire
nell'edizione digitale rispetto a quella cartacea, in modo da fare spazio anche a immagini e
contenuti multimediali, o in alternativa di distribuire l'enciclopedia su numerosi CD-ROM. La
sostituzione del CD-ROM con il più capiente DVD-ROM come supporto permise in parte di
superare il problema, ma è stato solo con la diffusione delle enciclopedie online che venne
risolto definitivamente il problema dello spazio per lo stoccaggio dei dati, grazie alla
diffusione del World Wide Web a partire dalla metà degli anni novanta.
Agli inizi del XXI secolo dunque un numero crescente di enciclopedie sono state rese fruibili
anche per la consultazione on-line, che in genere veniva resa disponibile all'utente dietro
registrazione e pagamento di un abbonamento. Negli anni successivi quasi tutte le maggiori
enciclopedie smisero di essere pubblicate su carta.
Già prima dell'avvento dell'informatica e di Internet, alcuni ipotizzarono che attraverso l'uso di
nuove tecnologie si sarebbe potuta migliorare la diffusione della conoscenza creando nuove
forme di enciclopedia. Tali idee rimasero in larga parte congetturali, ma ebbero una certa
influenza.
Nel periodo tra la prima e seconda guerra mondiale, l'enciclopedia divenne un popolare
strumento educativo. Nel campo culturale dell'internazionalismo, il pioniere della
documentazione Paul Otlet ridefinì l'enciclopedia come un prodotto documentario e
"multimediale".[15]
Dagli inizi del Novecento Otlet lavorò con l'ingegnere Robert Goldschmidt
alla memorizzazione dei dati bibliografici su microfilm (tecnica allora nota come
"microfotografia"); alla fine del 1920 tentò con dei colleghi di creare una nuova forma di
enciclopedia interamente stampata su microfilm, l'Encyclopedia Universalis Mundaneum.[16]
World Brain di H. G. Wells. Prima edizione, edita da Methuen & Co Ltd, Londra, 1938.
A partire dal 1936 un altro internazionalista, lo scrittore britannico H. G. Wells - rimasto noto
per le sue opere di anticipazione scientifica a sfondo sociale - sviluppò l'idea di una nuova
forma di enciclopedia: un "cervello mondiale" (World Brain), cui dedicò un libro nel 1938. Nelle
idee di Wells, si trattava di nuova "enciclopedia mondiale", libera, sintetica, autorevole,
permanente, che avrebbe aiutato i cittadini del mondo a fare il miglior uso delle risorse
informative universali e reso il miglior contributo alla pace tra le nazioni. Uno degli obiettivi
del congresso mondiale della documentazione universale, tenutosi a Parigi nel 1937, fu
proprio quello di discutere le idee di Wells sul cervello mondiale e i loro metodi di
attuazione.[17]
Vannevar Bush, nel suo fondamentale saggio As We May Think del 1945,[18] propose di creare
una innovativa macchina ipertestuale, il Memex, affermando inoltre che "appariranno forme
totalmente nuove di enciclopedia, già confezionate con una rete di percorsi associativi che le
attraversano, pronte per essere immesse nel memex e ivi potenziate."
Bush, come prima di lui Otlet e Wells, ipotizzava di utilizzare i microfilm (la tecnologia più
avanzata all'epoca per immagazzinare informazioni), ma nessuno dei tre poté vedere
realizzate le sue idee.
Nel 1962, Arthur C. Clarke previde che la costruzione di quello che Wells aveva chiamato il
"Cervello mondiale" si sarebbe svolta in due fasi, la prima delle quali sarebbe stata la
costruzione della "Biblioteca mondiale" (World Library), che è fondamentalmente il concetto
di Wells di un'enciclopedia universale accessibile a tutti da casa propria su terminali
computerizzati; Clarke predisse che questa fase si sarebbe instaurata (almeno nei paesi
sviluppati) entro il 2000; la seconda fase sarebbe stata la creazione di un supercomputer
dotato di un'avanzata intelligenza artificiale (entro il 2100).[19]
Negli anni novanta alcuni studiosi hanno visto il nascente World Wide Web come
un'estensione del "cervello mondiale" a cui gli individui possono accedere tramite i personal
computer,[20] o lo sviluppo stesso del Web in un cervello globale. Richard Stallman nel 1999
dichiarò che "Il World Wide Web ha le potenzialità per svilupparsi in un'enciclopedia
universale che copra tutti i campi della conoscenza",[21] influenzando in seguito Nupedia, un
progetto di enciclopedia online del 2000 da cui nacque l'anno successivo Wikipedia.
Caratteristiche generali
«[...] raccogliere le conoscenze sparse sulla faccia della terra, esporne ai nostri
contemporanei il sistema generale e trasmetterle ai posteri, affinché l'opera dei secoli
passati non sia stata inutile per i secoli a venire; affinché i nostri nipoti, resi più istruiti,
diventino nello stesso tempo più virtuosi e felici; e affinché noi non dobbiamo morire
senza aver ben meritato del genere umano.»
(Diderot[22])
Le enciclopedie sono divise in voci, o lemmi, cui si accede solitamente in ordine alfabetico.
Le voci di una enciclopedia sono più lunghe e più dettagliate di quelle dei dizionari;[23] a
differenza delle voci di un dizionario, che si concentrano sulle informazioni linguistiche sui
termini, le voci di una enciclopedia si concentrano in genere su cose e concetti per illustrare il
soggetto che dà il nome alla voce.[24][25][26][27]
Gli elementi cardinali che definiscono i caratteri di un'enciclopedia sono quattro:
la loro intertestualizzazione;
il metodo d'organizzazione;
L'attuale multimedialità ha esercitato una crescente influenza nella raccolta, verifica, sintesi e
presentazione di ogni genere di informazione. Progetti come Wikipedia (gratuita) e Encarta (a
pagamento) sono esempi di nuove forme di enciclopedia, che rendono il reperimento di
informazioni più semplice e immediato.
L'enciclopedia, per come la conosciamo oggi, si è sviluppata dal dizionario nel corso del XVIII
secolo. Un dizionario si concentra in primo luogo sulle parole e sulle loro definizioni e
solitamente fornisce poche informazioni sul contesto in cui esse vengono usate e su come
esse entrino in contatto con altri settori del sapere. Tuttavia alcune opere che hanno nel titolo
"dizionario" in pratica risultano spesso più simili ad un'enciclopedia, specialmente quelle che
trattano ambiti settoriali.
Formati
Enciclopedie digitali
Per fornire aggiornamenti tra le nuove edizioni numerose enciclopedie su carta pubblicavano
tradizionalmente dei supplementi annuali, come soluzione parziale al problema del
mantenersi aggiornate, ma questo metodo richiedeva ovviamente al lettore lo sforzo
aggiuntivo di verificare le voci sia sui volumi originali che sui supplementi annuali. Alcune
enciclopedie basate su formato digitale e consultabili attraverso un personal computer
offrono la possibilità di aggiornamenti online, sulla base di una registrazione a pagamento; in
questo caso gli aggiornamenti sono integrati con il contenuto già disponibile.
Note
3. ^ 'Storia 'Naturale, Epistola dedicatoria, 14: 'Iam omnia attingenda quae graeci τῆς
ἐγκυκλίου παιδείας vocant. (lo mi propongo di toccare tutti i settori che, per i Greci,
compongono la «cultura enciclopedica»).
6. ^ Libro Guinness dei record, pag. 110, 1986 edizione in spagnolo, Ed. Maeva, ISBN 84-
86478-00-6. La cinese Yongle Enciclopedia di Yung-lo ta tien (1403-1408) conserva solo
370 dei suoi 22 937 capitoli e la 15ª edizione dell'Enciclopedia Britannica è elencata come
"la più vasta ("más amplia") enciclopedia esistente" con 43 000 000 parole.
7. ^ Friedrich Ritschl nel saggio “De M. Terentii Varronis disciplinarum libris commentarius,” in
Kleine philologische Schriften, vol. III, Leizig, 1877, pp. 419-505 aveva sostenuto che l'opera
conteneva la prima divisione delle sette arti liberali, ma la sua tesi è stata contestata da
Ilsetraut Hadot, Arts libéraux et philosophie dans la pensée antique, Parigi, Vrin, 2005
(seconda edizione; prima edizione 1984). Per una difesa della tesi di Ritschl vedere Danuta
R. Shanzer, "Augustine's Disciplines: Silent diutius Musae Varronis?", in Karla Pollmann,
Mark Vessey (eds.), Augustine and the Disciplines: From Cassiciacum to Confessions,
New York, Oxford University Press, 2005, pp. 69-112.
8. ^ Valore originale del termine greco ἱστορία, (historìa), che vale "ispezione [visiva]",
"ricerca", "indagine". Condivide la stessa radice del perfetto oîda ("conosco"), legato a sua
volta alla nozione del "vedere".
14. ^ Una media di 2,92 errori per voce sulla Britannica e di 3,86 su Wikipedia.
15. ^ Project MUSE - Internationalist Utopias of Visual Education: The Graphic and
Scenographic Transformation of the Universal Encyclopaedia in the Work of Paul Otlet,
Patrick Gedd... (https://muse.jhu.edu/login?auth=0&type=summary&url=/journals/perspec
tives_on_science/v019/19.1.van-acker.html) Archiviato (https://web.archive.org/web/20
160305084119/https://muse.jhu.edu/login?auth=0&type=summary&url=%2Fjournals%2Fp
erspectives_on_science%2Fv019%2F19.1.van-acker.html) il 5 marzo 2016 in Internet
Archive.
16. ^ (FR) Les origines de l'Internet en Europe - Mundaneum - Google Arts & Culture (https://art
sandculture.google.com/exhibit/les-origines-de-l-internet-en-europe/QQ-RRh0A) , su
Google Arts & Culture. URL consultato il 12 luglio 2021.
21. ^ Richard Stallman, L'Enciclopedia Universale Libera e le risorse per l'apprendimento, 1999.
«An English lexicographer, H.W. Fowler, wrote in the preface to the first edition (1911) of
The Concise Oxford Dictionary of Current English that a dictionary is concerned with the
uses of words and phrases and with giving information about the things for which they
stand only so far as current use of the words depends upon knowledge of those things.
The emphasis in an encyclopaedia is much more on the nature of the things for which
the words and phrases stand.»
.
«In contrast with linguistic information, encyclopedia material is more concerned with
the description of objective realities than the words or phrases that refer to them. In
practice, however, there is no hard and fast boundary between factual and lexical
knowledge.»
.
27. ^ Anthony Paul Cowie, The Oxford History of English Lexicography, Volume I (http://book
s.google.com/?id=nhnVF9Or_wMC&printsec=frontcover&q) , Oxford University Press,
2009, p. 22, ISBN 0-415-14143-5. URL consultato il 17 agosto 2010.
Bibliografia
Per approfondimenti:
Albertazzi, Marco, Enciclopedie medievali. Storia e stili di un genere, nuova ed. ampliata (La
Finestra editrice, Lavis 2013). ISBN 978-88-95925-50-9
Kafker, Frank A. (ed.), Notable encyclopedias of the seventeenth and eighteenth centuries:
nine predecessors of the Encyclopédie (Oxford: Voltaire Foundation, 1981) ISBN
Kafker, Frank A. (ed.), Notable encyclopedias of the late eighteenth century: eleven
successors of the Encyclopédie (Oxford: Voltaire Foundation, 1994) ISBN
Tega, Walter (a cura di), L'unità del sapere e l'ideale enciclopedico nel pensiero moderno
(Bologna: Il Mulino, 1983)
Yeo, Richard R., Encyclopaedic visions: scientific dictionaries and enlightenment culture (htt
p://www.cambridge.org/us/catalogue/catalogue.asp?isbn=0521651913) (Cambridge, New
York: Cambridge University Press, 2001) ISBN 0-521-65191-3
Voci correlate
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Enciclopedia galattica
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Altri progetti
Collegamenti esterni
enciclopedia (http://www.treccani.it/enciclopedia/enciclopedia_(Dizionario-di-Storia)/) , in
Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.
enciclopedia (http://www.treccani.it/enciclopedia/enciclopedia_(Dizionario-di-filosofia)/) ,
in Dizionario di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2009.
(FR) L'Encyclopédie ou dictionnaire raisonné des sciences, des arts et des métiers (http://dide
rot.alembert.free.fr/) , 1751-1765
(DE) Oekonomische Encyklopädie oder allgemeines System der Staats- Stadt- Haus- und
Landwirthschaft (http://www.kruenitz1.uni-trier.de/) Archiviato (https://web.archive.org/w
eb/20030803215927/http://kruenitz1.uni-trier.de/) il 3 agosto 2003 in Internet Archive.
(Enciclopedia economica di Johann Georg Kruenitz), 1773-1858,
(EN) Penny cyclopaedia of the Society for the Diffusion of Useful Knowledge (https://www.go
ogle.com/books?lr=&hl=it&as_brr=1&q=%22Penny+cyclopaedia%22) (alcuni volumi),
1833-1846
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