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studente
Luini Luca matr. 776586
Ignazio Gardella/Progetto di torre per Piazza del Duomo
INQUADRAMENTO
Piazza
Della Scala
Piazza del Duomo, Milano, Italia
Piazza Meda
PROGETTO
Piazza S. Fedele 1934
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ALTEZZA
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66 m
SISTEMA COSTRUTTIVO
Cordusio Telaio in cemento armato
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Gardella propone questo progetto nel 1934, in seguito ad un concorso indetto dal Comune di
Milano che intendeva realizzare in Piazza Duomo una "Torre Littoria". E' uno dei primi progetti che
Ignazio Gardella, appena ventinovenne, affronta interamente da solo, e rappresenta per l'epoca un
chiaro rifiuto rispetto delle forme retoriche dell'architettura di regime, verso una soluzione che nella
presso la testata della manica lunga di Palazzo Reale, in asse con la Galleria, nasce come
SELEZIONE ICONOGRAFICA
Modello La resa visiva della torre mostra il di luci e ombre. Presente qui il coronamento
che rende la torre anche campanaria.
prospetto laterale
Gardella e la Casa del Fascio di Como di Giuseppe Terragni. Le due opere,non distanti
tra loro temporalmente, interpretano il tema del reticolo di facciata in modo
completamente diverso. Infatti la grigilia di Gardella agisce in una distinzione visibile tra
prospetto posteriore
LA PIANTA
comleta nel dato tecnico funzionale. I pochi elementi si dispongono non seguendo
pianta piano terra geometrie astratte, ma secondo una simmetria data dagli spazi in relazione alla loro
funzione (loggia, scala). Gli elementi portanti si dimensionano secondo la loro funzione
Schemi di facciata: Travi e pilastri di uguale spessore Vista del prospetto: la maglia astratta contribuisce alla purezza dell'edificio.
Tavole di progetto: Spessore dei solai esposti in facciata. Vista: l'edificio tramite sistema costruttivo esibisce la sua funzione strutturale.
Il confronto qui proposto riguarda due opere concepite entrambe nel 1934, che rappresentano due
differenze che si riscontrano nella diversa interpretazione dell'elemento della maglia strutturale,
all'epoca solo ingegnere, la ricerca consiste nell'esibizione del sistema trilitico, con il pilastro di
reticolo esposto in facciata sia solo uno dei modi con cui Terragni declina di volta in volta il tema di
facciata con soluzioni geometriche raffinate e sempre diverse.
Da una parte quindi, nell'esibizione di un sistema trilitico, Gardella rappresenta l'ala funzionalista del
Movimento Moderno Italiano, dall'altra Terragni, con il reticolo, rappresenta una frangia di
Razionalismo che incentra la propria ricerca su scelte formali e complesse.
Ignazio Gardella/Progetto di torre per Piazza del Duomo
ANTOLOGIA
RETICOLO E ONESTA' COSTRUTTIVA
razionalisti bisognava fare il reticolo di cemento armato con i pilastri e le travi dello stesso
spessore e sullo stesso piano, che dovevano avere uguale valore. Per questo si chiamava
reticolo sistema trilitico
distinto la trave dal pilastro cambiando la sezione
sezione diversa.
MONESTIROLI ANTONIO, L'architettura secondo Gardella, Maggioli Editore,
Santarcangelo di Romagna, 2010, pg. 24
LA LUCE
come facevano gli antichi con la decorazione. Nella torre i due elementi, la scala e il
sistema travi-pilastri sono sottolineati dalla luce.
MONESTIROLI ANTONIO, L'architettura secondo Gardella, Maggioli Editore,
Santarcangelo di Romagna, 2010, pg. 24
UN'IDEA DI ARCHITETTURA
L'ingegnere, almeno la gran parte degli ingegneri, guarda alla costruzione come ad un
insieme di elementi che devono stare in equilibrio. L'architetto invece guarda alla
costruzione come a un insieme di elementi che devono comunicare, mi pare lo dicesse Le
Corbusier. Costruendo la gabbia portante della torre di Piazza Duomo, anche se allora ero
solo un ingegnere, mi interessava rendere evidente, attraverso la costruzione, una idea di
architettura.
MONESTIROLI ANTONIO, L'architettura secondo Gardella, Maggioli Editore,
Santarcangelo di Romagna, 2010, pg. 18
Ignazio Gardella/Progetto di torre per Piazza del Duomo
BIBLIOGRAFIA
MARIA CRISTINA LOI (a cura di), Ignazio Gardella architetture (Gli archivi del progetto) , Electa, 1998
Ignazio Gardella/Progetto di torre per Piazza del Duomo
COMMENTO CRITICO
Il progetto della Torre di Ignazio Gardella per Piazza Duomo un' opera del 1934, che sa ancora
essere attuale e interessante per i ragionamenti che stanno alla base e per il carattere universale
che presenta quest'opera.
Gardella infatti ragiona secondo una stratificazione di livelli interconnessi. Il tema dello spazio
pubblico, i riferimenti del suo tempo, i rimandi al passato, la luce e l'elemento tecnico. Tutti temi che
non sono superati nei progetti d'architettura di oggi.
L'approccio fuori dal tempo di Gardella esistente quando rifiuta la retorica di regime, in una
data nella quale le opere moderne in Italia erano esigue, e si guardava da poco allo scenario
europeo. L'operazione di Gardella ancora studente di ingegneria quella di creare un edificio che si
indentifica in una funzione pubblica, il fatto di essere poi l'opera in un contesto storico ricchissimo e
variegato, contribusice a delimitarne la forma. Nel contesto storico, Gardella non si mostra intimorito
nell'esibire un linguaggio nuovo, il dialogo con il passato non diventa quello di un rapporto stilistico,
. L'edificio infatti si propone di essere il mezzo tramite il quale godere del patrimonio architettonico
storico della piazza, della e del territorio, secondo un percorso ascendente che da di
360 gradi sul panorama. Il carattere pubblico di questa architettura si nota nella sua estrema
apertura, la quasi totale assenza di spazio chiuso un'invito dalla piazza a salire, invito accentuato
dal piedistallo su cui poggia la torre. Appare qui un primo riferimento a cui potrebbe aver guardato
Gardella. all'epoca il mito di Le Corbusier si diffondeva in tutta Europa. Il tema della promenade
architecturale qui riproposto in una massima essenza. L'edificio di fatto un percorso verso l'alto,
con un'alternanza di luoghi di sosta (le logge) e luoghi di moto ( le scalinate). E' per Gardella un
progetto che mostra i semi del lavoro futuro. Il contesto come punto di parenza, lo sviluppo di
un'idea essenziale che sappia trarre legame tra passato e futuro. I legami di quest'opera con il
passato sono forse sottili e nascosti che in opere future (basti pensare alla Casa alle Zattere e al
balcone che richiama il gotico veneziano, o al Comprensorio Antitubercolare che richiama
architetture contadine nel muro di mattoni forato). Gardella intendeva ricoprire i setti delle scale in
serizzo della Val Masina. Sulla pietra dovevano essere incise immagini della storia di Milano: il
percorso del visitatore riviveva una successione di eventi storici scolpiti nella pietra secondo un
moto ascensionale. Un procedimento che richiama la narrazione dei fatti nella Colonna Traiana.
Ma quello che si lega in maniera ancora interessante l'idea di architettura del passato (ed in
particolare i principi archetipi dell'architettura) il sistema trilitico che tanto lo discosta dai suo i
contemporanei architetti del movimento moderno. E' un richiamo alla intesa nella sua idea
di ordine. Infatti tra elemento puntiforme (pilastri di cemento armato) e muro retrostante di pietra, si
innesta lo stesso rapporto ritrovabile tra pteron e naos nel tempio greco. E' un'idea di architettura
atemporale, o antichissima, che si compone di luci, ombre ritmi, calata nell'ambito del movimento
moderno. Luci e ombre meritano un discorso ancora approfondito nel lavoro di Gardella.
L'architetto vede infatti le ombre come una decorazione della sua architettura, una sottolineatura
degli elementi fondamentali. Nell'opera analizzata evidentissimo questo concetto, laddove anch
nei primi schizzi di progetto, l'ombra dei pilastri pare elemento imprescindibile per la
composizione finale.