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005/C/V99

INDICE

Pag.
Premessa
Cenni storici.... 2

1.Inquadramento territoriale di Ponzano Romano.. 7


1.1. Il QRT Regionale. 7
1.2. Il PTC Provinciale . 16

2. Il PRG Vigente 19

3. La Variante Generale al P.R.G.


3.1. Considerazioni di indirizzo progettual. 19
3.2. Limpostazione del nuovo PRG. 21
3.3. Analisi delle zone omogenee nellimpostazione del Piano
3.3.1. Centro Storico 24
3.3.2. Zone di completamento 25
3.3.3. Zone di espansione.. 26
3.3.4. Zone per attivit produttive e commerciali 27
3.3.5. Il Territorio Agricolo.. 28
3.3.6. Servizi Pubblici 29

Allegati

Allegato A: tabelle sintetiche dati statistici


Allegato B: Stima del fabbisogno abitativo e localizzazioni attuative
Allegato C: Sintesi delle aree omogenee della variante al vigente PRG con le
relative quantificazioni

1
Cenni storici

Il centro di Ponzano Romano (m. 204 s.l.m.), situato su una delle ultime

propaggini del sistema collinare del Monte Soratte (50 Km. a nord di Roma),

domina verso nord-est tutta la media Valle del Tevere.

In questo tratto il fiume diventa particolarmente tortuoso, formando una serie

continua di meandri.

Anche se le prime notizie che documentano la presenza di un luogo di nome

Ponzano risalgono solo allalto Medioevo, il territorio risulta antropizzato gi

in epoca arcaica.

Le campagne di scavo compiute nei primi decenni del secolo e negli anni

sessanta, hanno individuato un abitato preistorico ai piedi del versante nord

di Monte Ramiano (nord-ovest dallattuale centro abitato di Ponzano),

risalente agli inizi della nuova et del Bronzo (2500-1500 a.C.). Altri resti di

insediamento, risalenti alla prima et del Ferro (900-700 a.C.), sono stati

individuati sulla cima del monte accanto a tracce di un taglio viario.

Di questo stesso periodo risultano essere i resti di altri due insediamenti sorti

accanto a quello di Monte Ramiano, sulle alture prossime al corso dacqua

(Monte Pelliccia a sud-est di Ponzano, S.Antimo nei pressi di Nazzano).

La dislocazione dei tre insediamenti a distanza regolare ed il ritrovamento di

probabili tracce di percorsi antichi, ha fatto ipotizzare la presenza di un

tracciato o di una struttura di percorrenze che metteva in collegamento i vari

centri abitati con il corso del Tevere.

E probabile che gi dalla prima et del Ferro (periodo a cui si fanno risalire

gli insediamenti sulle alture) e per tutto il periodo preromano, il fiume Tevere

svolgesse una doppia funzione, quella di confine tra Etruria e Sabina e quella

di principale asse di collegamento con il resto del territorio.


2
Questo doppio ruolo ha condizionato lutilizzo e lo sfruttamento di tutta larea

comprendente la Media Valle del Tevere.

Al principale asse di collegamento costituito dal fiume si affianca, in un

secondo momento, un altro asse individuabile con la Via Tiberina.

Secondo la ricostruzione di Thomas Ashby il percorso principale della Via

Tiberina, dopo aver seguito la Valle del Tevere, collegando gli scali sul fiume

fino a Nazzano, seguiva un tracciato di crinale (la Via Piana), compreso tra i

fossi Villarolo e Dei Quattro Confini, passando ad ovest dellattuale centro

abitato di Ponzano. Dopo aver attraversato la zona del Montre Ramiano la

strada scendeva in pianura e costeggiando la sponda destra del Tevere, si

congiungeva alla Via Flaminia.

Non esistono in realt resti archeologici certi che consentano di individuare

con precisione il tracciato di tale strada, soprattutto nei tratti pi prossimi al

Tevere.

Qui le inondazioni e gli spostamenti che nel tempo lalveo del Tevere ha

subito, hanno contribuito alla scomparsa di possibili tracce, anche in epoca

relativamente recente. Nonostante questo e nonostante lassenza di

menzioni riguardo la Via Tiberina in documenti anteriori alla tarda et

romana, gli storici sono concordi nel considerare il tracciato di questa via uno

dei pi antichi del Lazio arcaico.

Durante tutto il periodo preromano questo tracciato si consolida come via di

collegamento tra i territori di Faleri, Capena e Veio con la Sabina, attraverso

la rete di traghetti e scali portuali attestati lungo il corso del Tevere.

Durante il periodo romano, in seguito alle assegnazioni agrarie di epoca

traianea, sorgono sul territorio numerose ville di produzione. Lo testimoniano

i diffusi ritrovamenti di ville romane e di frammenti fittili.


3
Queste ville, vere e proprie aziende agricole, determinano il costituirsi di una

struttura economica la cui attivit produttiva era finalizzata prevalentemente

allesportazione, trovando nel corso del Tevere una naturale via di traffico e

commercio.

Secondo gli storici, la stessa origine del toponimo del futuro centro

medioevale di Ponzano da individuare in una villa della Gens Pontia

(diverse iscrizioni di questa famiglia sono state rinvenute sul territorio dal

Tomassetti).

Non mancano inoltre resti di ville residenziali costruite in epoca tardo

repubblicana sulle prime alture della Valle del Tevere come Villa S.Lorenzo

(di recente vincolata ai sensi della L.n. 1089/39).

Con la diffusione del cristianesimo e la crisi dellImpero Romano, si

determina una nuova organizzazione agricola che va a sostituire la struttura

sociale dellaristocrazia fondiaria romana. Le piccole e medie propriet

vengono accorpate in estesi latifondi il cui nucleo si attesta soprattutto in

prossimit degli scali portuali.

Anche per questa nuova struttura fondiaria la maglia dei collegamenti viari e

la rete di scali e traghetti lungo il fiume Tevere, ampliamente consolidatasi sul

territorio, si rivela estremamente funzionale.

Il riutilizzo di queste infrastrutture preesistenti, consente in questa zona, di

limitare lo spopolamento delle campagne verificatosi tra il V ed il VI secolo

nellAgro Romano.

A questo periodo si riferiscono le fonti altomedioevali che parlano di una

curtis (residenza aristocratica legata allo sfruttamento agricolo) presso

Ponzano e ancora di un Casalis e di un Fundus Pontianus.

4
A partire dallVIII secolo un ulteriore rinnovamento nellorganizzazione del

territorio e del suo sfruttamento si ha ad opera dei benedettini: in un primo

momento con il controllo di diversi territori sulla sponda destra del Tevere da

parte dellAbbazia di Farfa e, successivamente, con la creazione dellAbazia

di S.Andrea del Soratte e di S.Andrea in Flumine.

Questultima dopo essersi assicurata il controllo dello scalo fluviale, (nei

pressi della localit Portovecchio), venne in possesso nella met dellXI

secolo anche del Fondo di Ponzano.

E solo alla fine del XIII secolo che si hanno le prime notizie di Ponzano come

Castrum. Il documento risale allanno 1289 e cita Ponzano tra i Castra di

diretto dominio della Chiesa.

E probabile che il primo nucleo abitato, sorto sulle colline prossime alla Valle

del Tvere, si sia sviluppato intorno alla struttura dellAbbazia passando da

Fundus a vero e proprio borgo fortificato.

Quasi assenti sono le notizie relative al XIV e XV secolo.

I pochi documenti riguardanti il centro di Ponzano, sono unicamente di

carattere fiscale e testimoniano solo la sua appartenenza alla provincia del

patrimonio di S.Pietro.

A partire dal 1443 lAbbazia di S.Andrea in Flumine con il Castello di

Ponzano, passa sotto la giurisdizione del Monastero di S.Paolo fuori le mura,

insieme al Monastero di S.Silvestro al Soratte ed il Castello di S.Edisto.

Solo nel 1546, in seguito allo smembramento dei possedimenti di S.Paolo

fuori le mura, il Castello di Ponzano e lAbbazia di S.Andrea in Flumine

vengono assegnati al Cardinale Alessandro Farnese, abate del Monastero

delle Tre Fontane.

5
A partire da questa data, il centro abitato di Ponzano ed il suo territorio

coinvolto solo in vicende di carattere locale, restando sotto le dipendenze del

Monastero delle Tre Fontane fino alla fine del potere temporale dello Stato

Pontificio.

Dal Rinascimento in poi infatti tutta la zona gravitante sulla Via Tiberina

rimane isolata rispetto alla principale via di comunicazione costituita dalla Via

Flaminia.

La pi antica cartografia della Campagna Romana riporta una strada che

costeggia il Tevere soltanto fino a Nazzano (lantica Via Tiberina ?).

Lo stesso territorio di Ponzano si trova cos in posizione marginale rispetto ai

principali assi di comunicazione con Roma. Questo spiega il carattere locale

delle vicende che coinvolgono il centro di Ponzano per tutta let moderna e

la scarsit di consistenti interventi urbani sul territorio e di documenti.

La Via Tiberina viene progressivamente abbandonata, mentre

lattraversamento dellarea comprendente il territorio di Ponzano affidato

soprattutto ai tracciati secondari pi vicini al corso del fiume. Questi percorsi

alternativi al tracciato di crinale della Via Tiberina si erano sviluppati dopo la

crescita degli insediamenti medioevali sorti sulle colline pi a ridosso della

Valle del Tevere. Per tutto il periodo moderno manterranno il loro carattere

locale.

6
1. Inquadramento territoriale di Ponzano Romano

1.1. Il QRT Regionale

La sintesi, su scala provinciale, dei 14 P.T.C. del Lazio, stato uno dei

riferimenti di base del Quadro di Riferimento Territoriale (Q.R.T.) 1 ottenuta

attraverso la selezione di temi e conclusioni che possono assumere rilevanza

e competenza di Q.R.T. per il loro livello di interesse ultracomprensoriale 2.

Tale sintesi stata articolata in: sistema ambientale, sistema funzionale-

relazionale, sistema insediativo.

a) Sistema Ambiente.

Nel quadro della gestione del territorio un ruolo centrale riveste la tutela

ambientale. Questultima lobiettivo generale per le scelte che

determineranno il futuro assetto del territorio; subordinata allarticolazione

in obiettivi specifici ai quali corrispondono delle azioni particolari (come

descritto nella Delibera del Consiglio regionale n. 310/1991); concorre a

formare il sistema ambientale integrato. 3

Leggi di riferimento per le finalit del sistema ambiente del Q.R.T. sono la

L.n. 431/1985 e la L.R.n. 46/1977.4

1
Previsto dalla L.R. n. 72/1978 quale strumento relativo alle attivit concernenti la disciplina del
territorio in coordinamento con la programmazione regionale.
2
L.R. n. 72/1978, lart.2 precisa che il Q.R.T. coordina la pianificazione comprensoriale. Il
comprensorio era il riferimento fondamentale per la pianificazione territoriale, anche se ancora
generico e variabile nelle delimitazioni.
3
1. La difesa del suolo e la prevenzione delle diverse forme di inquinamento e dissesto;
2. La protezione del patrimonio ambientale, naturale, culturale;
3. La valorizzazione e la riqualificazione del patrimonio ambientale;
4. La valorizzazione turistica, lo sviluppo economico e la fruizione sociale.
4
Per la prima le disposizioni () per la tutela delle zone di particolare interesse ambientale
() costituiscono norme fondamentali di riforma economico-sociale della Repubblica; per la
seconda, nellambito della politica diretta al miglioramento delle condizioni di vita delle
comunit locali interessate () la istituzione di parchi e riserve finalizzata alla conservazione
delle risorse naturali, alla difesa del paesaggio e dellambiente e concorre alla corretta fruizione
del territorio per scopi sociali, ricreativi, scientifici e culturali.
7
La questione strategica si individua nellassociazione strutturale della tutela

dellambiente con la sua valorizzazione, affinch si trasformino in una risorsa

economica: un ruolo di connessione importante tra sviluppo economico e

salvaguardia pu essere giocato dal turismo, quasi tutto da progettare.

Lutilizzazione pi aderente alle vocazioni del territorio e la limitazione del

consumo di suolo pu attuarsi:

sottraendo i suoli di maggior valore ambientale alle trasformazioni

incompatibili, utilizzandoli in modo congruente alle vocazioni naturali;

graduando le modalit di tutela, dalla conservazione assoluta fino alla

possibilit di realizzare trasformazioni controllate ed orientate.

Prime tra queste sono le zone A, B, C, delle aree protette individuate ai sensi

della legge n.394/1991, art.12 comma 2.

Tale obiettivo si raggiunge attraverso politiche di:

Riordino e coordinamento della pianificazione regionale di settore,

completando anzitutto liter della pianificazione paesistica e dei parchi e

delle riserve che si porr a fondamento del sistema ambientale regionale, la

redazione dei piani territorali di coordinamento da ricomporre in un quadro

unitario regionale;

LIstituzione delle riserve e dei parchi di interesse regionale;

La valorizzazione delle identit locali quali i poli urbani storici rispetto al

territorio;

La determinazione delle zone di valorizzazione turistica integrata,

assumendo i poli urbani storici e di turismo consolidato come luoghi centrali

per lo sviluppo turistico integrato da cui irradiare i sistemi di fruizione

ambientale;

8
b) Sistema di grandi servizi, attivit strategiche, insediamenti

residenziali:

Nel quadro generale del sistema insediativo un aspetto fondamentale da

controllare e da governare rappresentato dalla localizzazione delle attivit

terziarie, dei servizi, delle funzioni centrali, rispetto alla rete di

interconnessione.

La promozione dello sviluppo di nuove funzioni e lattuazione di politiche di

riassetto e ridistribuzione territoriale dei servizi esistenti, delle reti di

interconnessione delle funzioni centrali - basate sullintegrazione ed il

potenziamento delle aree di centralit urbana in un insieme interdipendente

- permetter lunificazione funzionale della struttura insediativa regionale.

Rispetto alla citt di Roma ed alla sua corona, lobiettivo si raggiunger

attraverso unazione di:

Disaggregazione delle funzioni di livello superiore - attualmente

concentrate in un cuore di funzioni - in alcune aree strategiche del sistema

insediativo di Roma e dei comuni a nord, nelle aree di Viterbo e di Terni-Rieti,

per formare delle aree di centralit urbana interconnesse in un sistema

integrato, connesso ai collegamenti transnazionali. In tali aree verranno

decentrate in accordo con le potenzialit locali, alcune funzioni chiave del

sistema economico regionale.

Il Q.R.T. ipotizza in modo schematico 3 gradi di presenza per ciascun livelo di

rarit cos articolati:

1. Grado a: intera gamma delle funzioni,

2. Grado b: grado di presenze compreso fra 1/3 e 2/3 della gamma,

3. Grado c: grado di presenze di circa 1/3 della gamma.


9
Viterbo e Terni-Rieti, fanno parte delle centralit urbane:

con offerta di funzioni molto rare rispettivamente di grado c e di grado b;

con offerta di funzioni rare rispettivamente di grado b e di grado a;

con offerta di funzioni superiori rispettivamente di grado c e di grado a;

con offerta di funzioni intermedie di grado a.

Potenziamento e messa in rete dellinsieme di localizzazioni di tutte le

altre funzioni centrali a formare un sistema regionale di aree di centralit

urbana, attraverso azioni di riorganizzazione e localizzazione o

delocalizzazione delle singole funzioni superiori specifiche: nei due sistemi

del nord, Viterbo e Terni-Rieti

Riproporzionamento ed integrazione delle reti di connessione tra le aree di

centralirt urbana.

c) Riordino e modernizzazione delle aree industriali:

A seguito di una progressiva deindustrializzazione delle aree centrali ed una

trasformazione della struttura industriale stessa, particolare valore strategico,

ai fini dellorganizzazione del territorio, assume la ristrutturazione e la

modernizzazione delle aree industriali e relative reti di comunicazione e

servizio, verso un sistema organizzato e competitivo dei comprensori

produttivi individuati dal Q.R.T. (19 in tutta la regione) 5.


5
I 19 ambiti territoriali o comprensori produttivi sono i seguenti:
Sistema costa nord
1. Comprensorio produttivo di Civitavecchia;
Sistema Viterbese
2. Comprensorio produttivo di Viterbo-Vetralla;
3. Comprensorio produttivo di Civitacastellana, Gallese, Fabrica, Nepi e S.Elia;
4. Comprensorio produttivo di Orte
Sistema reatino
5. Comprensorio produttivo Rieti-Cittaducale, Antrodoco, Borgovelino, Borgorose, Osteria Nuova;
6. Comprensorio produttivo Media Valle del Tevere (Fiano, Capena, Castelnuovo di Porto, Monterotondo,
Passo Corese, Osteria Nuova);
7. Comprensorio produttivo Valle dellAniene (Tivoli-Guidonia Castelmadama);
8. Comprensorio produttivo di Colleferro;
9. Comprensorio produttivo di Pomezia S.Palomba;
10
Le strategie ed i programmi sono diversi per ogni Provincia. A Roma si deve

operare per favorire la compenetrazione tra ricerca e produzione e per creare

condizioni insediative soddisfacenti per piccole e piccolissime imprese ad

alta tecnologia. Nel resto del sistema romano si devono realizzare servizi alla

produzione.

Sono stati individuati gli ambiti di concentrazione/diffusione delle attivit (nel

Lazio 19 ambiti territoriali o comprensori produttivi intercomunali), tra cui il

Comprensorio produttivo di Viterbo-Vetralla, ed il Comprensorio produttivo

Rieti-Cittaducale, Antrodoco, Borgovelino, Borgorose, Osteria Nuova.

Allinterno di una riorganizzazione dellofferta di aree produttive

(riferimento ai 19 comprensori produttivi intercomunali e di carattere

integrato), in 11 parchi di attivit (numero limitato verso il quale concentrare

prioritariamente lazione regionale), costituiti da ambiti intercomunali di aree

con diverso regime:

1. Parco di attivit Viterbo-Vetralla,

2. Parco di attivit Civitacastellana, Gallese, Fabbrica di R., Nepi, Castel S.

Elia, Orte,

10 Comprensorio produttivo di Roma;


Sistema Nord-Pontino
11. Comprensorio produttivo di Aprilia-Anzio;
12. Comprensorio produttivo di Latina;
Sistema sud-pontino
13. Comprensorio produttivo di Formia-Gaeta-Minturno;
14. Comprensorio produttivo di Coreno-Ausonio e Spigno-Saturnia
15. Comprensorio produttivo di Anagni;
16. Comprensorio produttivo di Frosinone;
17. Comprensorio produttivo di Sora e Isola Liri;
18. Comprensorio produttivo di Ceprano;
19. Comprensorio produttivo di Cassino, Pontecorvo, Piedimonte S. Germano.

11
3. Parco di attivit Rieti Citt Ducale, Antrodoco, Osteria Nuova, Passo

Corese.

Per ogni parco sar necessario favorire la dotazione di servizi specializzati

tecnologici, di innovazione e sviluppo, di mercato;

Indirizzare al riordino e qualificazione dei parchi gli strumenti di intervento

regionale.

d) Sistema relazionale:

Alla base della qualit della vita e dello sviluppo economico vi lefficienza

del sistema relazionale che permette a persone e merci di muoversi

rapidamente e con facilit, alle informazioni e alle notizie di essere trasmesse

tempestivamente.

Linsieme delle azioni tese a migliorare il complesso dei collegamenti

regionali attraverso interventi di adeguamento e integrazione delle reti di

trasporto su ferro e stradale esistenti (intermodalit), permetteranno di

soddisfare la prima esigenza.

Per lorganizzazione, la localizzazione e lintegrazione delle attivit

produttive, di ricerca e direzionali, una grande importanza riveste la

specializzazione e lintegrazione delle reti e dei servizi attraverso il

potenziamento della rete telematica.

Per larmatura infrastrutturale si svilupper un modello integrato che

assicuri agevoli relazioni tra i comprensori produttivi e con i luoghi generatori

della domanda.

Si interverr sui nodi di scambio fra i diversi sistemi di trasporto, punto

debole del sistema attuale.

12
e) Nuovo assetto amministrativo:

Il Q.R.T. assume un ruolo fondamentale per modellare la nuova

organizzazione amministrativa del territorio, alla vigilia delle riforme legate

alla legge 142 che ridistribuisce le funzioni fra Regione, Province o Citt

metropolitana.

Risulta quindi:

Fondamentale lesigenza della riorganizzazione amministrativa del Lazio

attraverso il processo di riequilibrio regionale in parte gi in corso, anche in

funzione di un sempre pi stretto legame tra la Regione stessa e la

costituenda citt metropolitana di Roma;

Importante definire i confini della citt metropolitana di Roma. Questi, si

ipotizza possano comprendere Il comune di Roma, scorporato in pi comuni

al fine di aumentare la partecipazione alla gestione dei temi locali, e pochi

altri comuni confinanti. Allesterno di tale area i restanti comuni della

Provincia di Roma sarebbero inclusi in tale istituzione per garantire

lequilibrio fra la Citt metropolitana ed il resto della Regione.

Si ipotizza lorganizzazione funzionale ed operativa del territorio

provinciale attraverso il decentramento in circondari per risolvere il problema

delle centralt, anche le altre quattro Province sarebbero suddivise in

Circondari.

f) Assetto urbanistico:

Dal punto di vista localizzativo il modello generale si configura attraverso un

sistema regionale unitario ed alcuni (sei) sottoinsiemi che coincidono

sostanzialmente con le cinque articolazioni provinciali pi la citt

metropolitana:

Il sistema generale pu configurarsi strutturato secondo:


13
- Nucleo centrale costituito dalla citt metropolitana e dal rimanente territorio

provinciale.

- Due aree a nord e a nord-est, province di Viterbo e Rieti, caratterizzate

dalla presenza di notevoli valori paesistici e naturalistici;

Per il sistema centrale ( romano) vengono date le seguenti indicazioni:

- Riorganizzazione policentrica dellagglomerato urbano di Roma riferita ai

comuni risultanti dallo scorporo previsto dallart.20 della L.142;

- Unarea immediatamente esterna alla citt con destinazioni e disciplina

urbanistica tali da garantire linterruzione della continuit dello sviluppo

edilizio. Con funzione di costituire, dove ancora possibile , una cintura verde

attraverso parchi suburbani o zone agricole;

- Un territorio esterno allarea precedente legato da rapporti di pi stretta

integrazione con Roma;

- In quest ultimo territorio un sistema primario di poli forti;

- Un sistema secondario di poli tali da integrare il precedente ed in grado di

costituire una maglia a servizio di tutti i comuni dellarea;

- Un sistema di trasporto quanto pi possibile su ferro tale da assicurare i

collegamenti con Roma e la distribuzione allinterno della citt ma anche i

collegamenti diretti tra le varie parti dellarea.

I grandi temi da affrontare, alla luce di tale modello riguardano, il telaio

infrastrutturale per il sistema della mobilit e quello della tutela, del recupero

e della valorizzazione delle dominanti storico-culturali e ambientali;

lindividuazione la qualificazione e la specializzazione dei diversi settori

urbani e dei sub-insiemi con funzioni di rango elevato: quello delle attivit e

dei grandi servizi che hanno carattere strategico (citt potenziali).

14
Tra le direttrici che gi allo stato attuale determinano una specializzazione

funzionale dei vari settori, vi la via Salaria.

Ferrovie assi portanti del sistema:

Tre linee a grande distanza utilizzabili anche a scala regionale (Firenze,

Pisa-Genova e Napoli);

Grande Viabilit:

Connessione tramite raddoppio A12, GRA fino ad A1;

Relizzazione della tangenziale dellarea metropolitana (TAM) con

caratteristiche da definire.

QUADRO SINOTTICO DEGLI OBIETTIVI E DELLE AZIONI

OBIETTIVI GENERALI OBIETTIVI SPECIFICI AZIONI

1. Migliorare l'offerta 1.1. Potenziare/razionalizzare l'attivit (v. Sistema ambientale)


insediativa per le attivit turistica
portanti dell'economia
regionale (attivit di base e
innovative)
1.2. Razionalizzare e incentivare la (v. Sistema insediativo,
15
localizzazione delle funzioni Attivit strategiche, Servizi
direzionali di alto livello Superiori)
1.3. Potenziare le attivit di ricerca (v. Sistema insediativo,
Attivit strategiche, Servizi
Superiori)
1.4. Sviluppare la formazione (v. Sistema insediativo
superiore Attivit strategiche, Servizi
Superiori)
1.5. Potenziare le funzioni culturali (v. Sistema insediativo,
Attivit strategiche, Servizi
Superiori)
1.6. Potenziare le attivit congressuali (v. Sistema insediativo,
espositive Attivit strategiche, Servizi
Superiori)

2. Sostenere le attivit 2.1 Razionalizzare gli insediamenti (v. Sistema insediativo,


industriali esistenti Attivit strategica, Sedi
industr. e reti)

3. Valorizzare le risorse agro-forestali


(v. Sistema ambientale)

3.1. Integrare le attivit agro-forestali con le altre attivit produttive(v. Sistema ambientale)

3.2. Salvaguardare i paesaggi agroforestali (v. Sistema ambientale)

3.3. Assecondare le attivit volte a migliorare la qualit ambientale (v. Sistema ambientale)

1.2. Il PTC Provinciale

La Provincia di Roma si divide in cinque realt territoriali - di cui tre collinari

-diverse per caratteristiche moforfologiche del territorio. A nord-ovest si

riconosce la zona dei Monti Sabatini e del Soratte.

Nel nord-est vi sono pochi comuni di grande rilevanza con alle spalle un

sistema insediativo collinare frazionatissimo comprendente quasi tutti comuni

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con popolazione inferiore ai 1.000 abitanti; nel nord-ovest vi una pluralit di

comuni relativamente piccoli in forte espansione e di dimensioni tra loro

analoghe. I comuni del bacino del Tevere sono in forte crescita.

Il sistema insediativo della Provincia di Roma costituito da alcune funzioni

strutturanti: la produzione industriale, la ricerca e lo sviluppo, la direzionalit,

le attivit per la cultura ed il tempo libero ed i servizi di livello superiore. In via

di sviluppo tecnologico larea della Valle del Tevere.

Dalla localizzazione delle attivit produttive, in relazione alle connessioni

innescate, si riconoscono dei sistemi caratterizzanti maglie o ambiti della

struttura provinciale complessiva.

Tra i sistemi si riconosce larea della Valle del Tevere con una puntuale

localizzazione sullasse infrastrutturale rappresentato dalla Salaria e servito

ulteriormente dalla ferrovia (Roma-Firenze linea lenta) ed in modo indiretto

dallautostrada A1.

Per quanto riguarda le attivit per la ricerca e lo sviluppo si verificato un

fenomeno di decentramento, in particolare nelle seguenti aree specializzate:

-larea nord-occidentale con localizzazione a Cesano e ad Anguillara

-larea della Valle del Tevere con Monterotondo, Monte Libretti e Passo

Corese.

La struttura dei servizi intermedi articolata sul territorio in modo tale che

non esista una forte e chiara gerarchia tra i centri di offerta e che siano

poche le forti polarit, individuate per ambiti territoriali in:

1. Bracciano per larea nord-occidentale,

2. Mentana-Monterotondo per la Valle del Tevere.


17
Lorganizzazione secondo cui si traduce sul territorio la mobilit, disegna un

sistema radiocentrico modificato solo dalla maglia autostradale (bretella

autostradale Fiano-S.Cesareo).

Le nuove centralit

La politica di riequilibrio territoriale si basa sul sistema delle nuove centralit

del territorio provinciale e sulle relative interconnessioni infrastrutturali;

comprender singole iniziative nel territorio, in particolare per la tutela e

valorizzazione di risorse ambientali e di beni culturali.

Per avviare una politica di sviluppo di ampio respiro - che interessi nel

processo di sviluppo unarea pi vasta di quella del comune di Roma -

bisogna partire da unanalisi dei processi economici in atto - che indicano

come funzioni da localizzare nelle nuove centralit, servizi rari pubblici e

attivit produttive con relativi servizi alla produzione - per permettere

alloperatore pubblico di predisporre ed offrire, alla potenziale domanda di

localizzazione di nuove attivit di vario livello, dei fattori di localizzazione:

un territorio diversificato per servizi e per caratteristiche ambientali.

Linterconnessione tra le centralit, si realizzer integrando il sistema

ferroviario centripeto, con un sistema stradale trasversale.

La riorganizzazione della rete di funzioni rare, stata ipotizzata nellarea

centrale romana e nelle altre province del Lazio.

Si considerano tre principali tipologie di ambiti per le diverse centalit, oltre al

Comunedi Roma:
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Centralit con funzioni prevalentemente di connessione nazionale ed

internazionale, attraverso il trasporto aereo e marittimo: Fiumicino,

Civitavecchia e Ciampino;

Centralit con funzioni prevalentemente regionali e provinciali: Valle del

Sacco, Valle del Tevere, Velletri, Anzio-Nettuno, Castelli Romani, area del

nord-est, Pomezia;

Centralit di sistemi locali: Cerveteri-Ladispoli,Bracciano-Cesano, Cassia-

Flaminia, Subiaco e monti Prenestini.

Condizione per il successo di questo nuovo sistema linterconnessione tra

le centralit, da realizzare integrando il sistema ferroviario centripeto, con un

sistema stradale trasversale.

Per ci che riguarda i grandi collegamenti, si considera la bretella Fiano-

S.Cesareo. A nord alcuni interventi previsti, sono la Civitavecchia-Orte-Rieti-

Ancona; e per ci che riguarda le connessioni trasversali vi la rete che

collega Ladispoli con Bracciano e che proseguendo, collega tra loro la

Cassia, la Flaminia e la Salaria, che si caratterizza per la presenza di

notevoli caratteri ambientali, dovrebbe caratterizzarsi come strada parco

anche con funzioni di drenaggio dellutenza sulla rete ferroviaria

metropolitana costituita dalla Roma-Viterbo.

19
2. Il PRG Vigente

Adottato con Delibera Consiliare 106 del 19/10/74 e approvato il 15/04/81

con Delibera n.2038 della Giunta Regionale.

A distanza di circa venti anni dalla sua redazione, ormai completamente

esaurito nelle previsioni, tutte praticamente attuate. Nella redazione della

Variante, si tenuto conto, del PRG vigente soltanto come riferimento alla

pianificazione pregressa, non pi in grado di esprimere residue potenzialit

insediative.
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Il nuovo piano prende le mosse dal vecchio, senza contraddizione delle linee

di sviluppo ma riprendendo e potenziandone, tra le altre, alcune direttrici

preesistenti: si veda Strada Ponzano-Nazzano Strada del Melone, Strada

Monte Chiodo.

3. La Variante Generale al PRG

3.1 Considerazioni di indirizzo progettuale

Per ci che riguarda i condizionamenti derivanti dalla pianificazione di area

vasta, affrontati dalla Variante al PRG, si fa notare che questultima si sta

redigendo nellimminenza dellapertura del Casello autostradale di Ponzano

Romano, uno dei pi importanti relativi allarea romana e a quella reatina.

Il casello diventer infatti una delle porte nord dellarea romana ed uno degli

accessi pi importanti del sistema Reatino.

Le ripercussioni nellambito del territorio di Ponzano Romano, gli effetti attesi

ed auspicabili derivanti dallapertura del casello autostradale sono:

1. La miglior connessione viaria;

2. Una migliore possibilit di sviluppo delle attivit legate al turismo di tipo

ambientale e culturale;

3. La vocazione allinsediamento di attivit commerciali e produttive di

dimensioni compatibili con il contesto territoriale interessato.

E necessario comunque difendere la comunit di Ponzano Romano e le altre

comunit viciniori, dalleccessiva pressione di carattere insediativo - che

determinerebbe crescite non controllabili dellaggregato urbano, con il

conseguente abbattimento della qualit ambientale e paesistica del territorio


21
- e dalle ripercussioni negative che si avrebbero sulla dotazione di servizi e

sulle infrastrutture di Ponzano Romano e dei comuni circostanti.

Il PRG prende atto di questo elemento di sviluppo di scala territoriale,

tentando di governarne gli effetti attraverso le proprie scelte.

Il Casello autostradale favorir sul territorio anche lattuazione di alcune

scelte operate dal Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia sul

quadrante est.

Come noto, uno degli assi portanti del sistema Metropolitano costituito

dalla bredella Fiano-S.Cesareo, che ha come elemento di relazione col

territorio a nord, luscita autostradale Fiano-Ponzano Romano.

Il Casello di Ponzano non determina, quindi, soltanto un miglioramento

dellaccessibilit di area, ma pone questo territorio, insieme ai comuni

limitrofi, in una posizione strategica nei confronti degli sviluppi territoriali

conseguenti al nuovo assetto prefigurato dal PTCP della Provincia di Roma.

La posizione strategica, deriva dalla conseguenza del potenziamento della

strutturazione dellasse Fiano-S.Cesareo, e dal collegamento a pettine su

questasse di una serie di infrastrutture di carattere locale in direzione est-

ovest. Ci pone questo ambito tra quelli che maggiormente risentiranno del

nuovo sviluppo territoriale che verr ad assumere larea metropolitana di

Roma, (i cui esiti anche istituzionali dovrebbero concludersi entro il 2001).

Scelte di fondo che caratterizzano il piano, sono identificabili nel rispetto

dellintegrit delle valenze ambientali del territorio di Ponzano e del sistema

costituito dallinvaso della Valle del Tevere, nonch dal complesso

ambientale e paesaggistico del Monte Soratte, due elementi in diretto


22
rapporto con lambito territoriale in cui il comune di Ponzano collocato, e

che nel piano hanno avuto il giusto risalto e le azioni di tutela adeguate.

Per ci che riguarda lalveo della Valle del Tevere, il piano prende atto di

quanto disposto dal Piano Paesistico della Regione Lazio, non solo per

lalveo del Tevere, in quanto tale, ma anche per la valenza ambientale che la

Valle del Tevere rappresenta.

Si tiene conto anche delle prescrizioni dellautorit di Bacino per quanto

riguarda le aree di esondazione. Ogni previsione di insediamento infatti al

di fuori di dette aree.

Per ci che riguarda il Monte Soratte il territorio di Ponzano ne interessato

in termini panoramici e paesaggistici come uno dei principali punti di

riferimento naturali a scala territoriale.

3.2. Limpostazione del nuovo PRG

Il Piano, nel rispettare le caratteristiche territoriali costituite dallambiente,

opera un ulteriore scelta di fondo: quella del minimo consumo di nuovo

territorio.

Questa una scelta qualificante, viste le dimensioni del comune. Ponzano

Romano , infatti, un piccolo comune che presenta un territorio

sostanzialmente integro e che , tramite il nuovo PRG, opera una scelta di

espansione limitata allarea immediatamente a ridosso del centro urbano

esistente, coinvolgendo solo alcuni ambiti intorno al Casello autostradale, ed

in misura minima il territorio agricolo libero.

23
Il consumo di territorio modesto, significa la concentrazione di tutte le nuove

quantit edilizie intorno al centro urbano, a corona, del centro storico.

Tenendo conto di una esigenza espansiva che esiste nella realt

demografica di Ponzano, sulla base degli effetti del nuovo piano, il comune

vedr gli abitanti attestarsi intorno alle 1500 unit, con un incremento intorno

ai 450 abitanti.

Questa previsione rientra perfettamente nella sostanza del disposto della

legge regionale n. 72/75, che destina allincremento del nuovo abitato, in

caso di formazione di nuovi strumenti urbanistici, al massimo il 30% della

popolazione residente al momento della redazione del piano.

Siamo nei termini previsti dalla legge, tenendo conto anche di un altro fattore;

cio che le quantit edilizie, che il presente strumento urbanistico prevede,

vanno intese con una notazione diversa rispetto alla valutazione classica

della legge urbanistica n.1150/42 e del D.M. n. 1444/68 in merito al calcolo

del rapporto volumetrico vano/abitante.

Il rapporto volumetrico vano/abitante come noto assume come dato di base

il rapporto un abitante/un vano, attribuendo a questo vano abitativo 80 mc.

Nella realt di Ponzano, e di molti altri comuni dellHinterland romano, si in

presenza di un rapporto vano/abitante di 1.5, per cui la popolazione tende ad

assumere uno standard abitativo di maggiore qualit e dimensione.

Per i calcoli del peso insediativo di piano si assunto prudenzialmente un

rapporto di 1,3 vano/abitante, conseguentemente lincremento dei mc

abitativi non rapportabile agli 80 mc per abitante (di cui al D.M. 1444/68),

ma a circa 120 mc. per abitante.

24
Per gli aspetti demografici ed i pesi insediativi si faccia riferimento anche

allallegato alla relazione costituito dai dati dellultimo censimento ISTAT, sia

per il numero degli abitanti, sia per la distribuzione degli abitanti nei vani,

negli appartamenti, e per il rapporto tra i servizi e le stanze residenziali.

Altro elemento che connota il PRG costituito dalle nuove edificazioni che si

attestano intorno al centro storico stesso.

Il modello insediativo formato da una prima matrice costituita dal centro

antico posto sulla sommit di una collina, intorno al quale, nel tempo, si sono

sviluppati degli insediamenti per fasce concentriche che hanno determinato

una classico sviluppo a corona rispetto al nucleo originario.

La corona delle fasce concentriche si proiettata prevalentemente lungo la

Valle Lacera, Monte Chiodo e la localit Vignacce dove collocata

linfrastruttura autostradale.

Questa nuova direttrice insediativa si sviluppata prevedendo delle fasce di

espansione che seguono indirizzi ormai consolidati, cos da costituire un

insieme organico e ordinato di possibilit espansive, passando da volumetrie

a maggiore impatto (2-3 piani), a volumetrie a basso impatto (1-2 piani) man

mano che ci si allontana dal centro urbano stesso.

Sono stati inseriti, in idonee postazioni a monte e a valle del centro urbano

stesso, dei nuclei di verde privato e pubblico come elementi di qualificazione

delle nuove edificazioni, ritenendo di aver soddisfatto lesigenza posta

dallamministrazione, in fase di impostazione del lavoro, dello sviluppo

equilibrato e della giusta mediazione tra le aree utilizzate per abitazioni con

quelle utilizzate per servizi.

25
3.3. Analisi delle zone omogenee nellimpostazione di piano

3.3.1. Il centro storico ed i beni culturali (archeologici ed architettonici)

Si avviata una fase di indagine con le Sovraintendenze interessate nella

formazione del piano: Sovraintendenza ai Beni ambientali e architettonici del

Lazio, Sovraintendenza Archeologica per lEtruria Meridionale, le quali

hanno, fornito elementi di conoscenza del territorio e di localizzazione di

preesistenze storico-archeologiche, tali da consentire la redazione di

elaborati specifici.

Infatti sono state elaborate tavole introduttive di analisi che riguardano gli

aspetti archeologici ed architettonici, gli aspetti di carattere paesistico ed il

sistema dei vincoli di varia natura che interessano il territorio comunale.

Tutto ci, conseguente allesame puntuale di ogni ambito territoriale del

comune di Ponzano, fatta sia direttamente sugli elaborati del PTC della

Provincia e sul QRT della Regione che sulla cartografia delle

Sovraintendenze, messa a disposizione; analisi formalizzata nella tav. n.6.

Il centro storico di Ponzano una tipica espressione insediativa

dellincastellamento medioevale dei centri urbani dellarea intorno alla citt

di Roma. Perimetrato anche ai sensi del capo IV della Legge n. 457/78, viene

mantenuto integro nella sua identit fisica e formale, e pu essere oggetto

sia di un piano particolareggiato di esecuzione sia di singoli piani di recupero

- anche estesi ad un semplice isolato - che possono portare ad operazioni sia

di restauro conservativo che di ristrutturazione edilizia.

Nella redazione di Piani particolareggiati e dei piani di recupero possibile

prevedere operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria, operazioni di


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restauro conservativo nonch trasformazioni di destinazione duso, che

migliorino la fruibilit del centro: per i piani terra, ad esempio, una

trasformazione da magazzino-stalla ad attivit compatibili, commerciali o di

deposito; scelte,queste ultime volte a mantenere il pi possibile vivo ed

abitato il centro storico.

Per ci che riguarda gli insediamenti storici nel territorio, viene tutelata

naturalmente anche lAbbazia di S. Andrea in Flumine ed altri luoghi di

interesse che, pur essendo al di fuori della cerchia storica, hanno valenza di

beni culturali meritando tutela e valorizzazione.

3.3.2. Zone B di completamento

Per quanto riguarda le zone di completamento, sono state divise in due

sottozone:

- le zone B sature

- le zone B di completamento.

Le zone B sature: sono considerate tali, le aree in cui la cubatura

potenziale del lotto stata gi completamente sfruttata, sono in prevalenza le

zone intorno al centro urbano, gi oggetto di edificazione negli anni passati.

Alle aree con destinazione duso B satura, non stata riservata alcuna

possibilit ulteriore di espansione abitativa, tranne una quota una tantum

del 20% della volumetria gi realizzata, con la finalit di consentire ai nuclei

familiari gi insediati su lotti, prevalentmente a ridosso del centro urbano di

rispondere ad esigenze fisiologiche (dovute allampliamento del nucleo

familiare ad adeguamenti igienici ecc.) che, con la semplice realizzazione di


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una volumetria pari al 20% del totale della volumetria esistente, potrebbero

essere soddisfatte, senza incremento di consumo di suolo. Questo

compatibilimente con i vincoli di carattere edilizio e con i diritti dei terzi

confinanti, in modo da non ledere lequilibrio insediativo ormai raggiunto.

Le zone B a completamento: caratterizzate da lotti che non sono ancora

edificati, costituiscono con le zone B sature, linsieme delle aree urbanizzate

che risponde al dettame dellart. 4 del D.M. 1444/68 (rispetto alla

classificazione di zone B). Si ritenuto infine di poter assegnare a queste

aree un indice fondiario di 0.8 mc/mq, consentendo la costruzione, con

concessione edilizia diretta al singolo proprietario interessato.

Con il complesso delle zone B sature e B di completamento, per le quali

previsto un incremento di 256 abitanti, si inteso costituire una vera e

propria nuova corona intorno al centro urbano, che si avvale di tre direttrici

che partono da questa corona, lungo la Strada Ponzano-Nazzano, lungo la

Strada del Melone e lungo la Strada di Monte Chiodo.

In diretta linea di sviluppo dallaggregato gi esistente (come si nota da un

primo esame del centro urbano e dalle aree sature esistenti lungo queste

direttrici), vengono reputati compatibili con un corretto assetto dellabitato di

Ponzano.

3.3.3. Le zone C di espansione

Le zone CA, sono zone gi oggetto di lottizzazione in corso, per le quali si

prende atto della normativa esistente nonch dei parametri urbanistici ed

edilizi che hanno dato origine alle lottizzazioni in corso di esecuzione che

pertanto vengono recepite integralmente;

Le zone C di espansione, sono identificabili in tre sottozone:


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1. La zona C di espansione normale e costituente seconda corona a

completamento del centro urbano stesso lungo le direttrici di accesso al

centro di Ponzano, con indice di edificabilit territoriale di 0.4 e 0.8 mc/mq,

determinano un incremento quantificabile in 211 abitanti, compatibile con le

ipotesi di sviluppo che sono state elaborate per i prossimi dieci anni;

2. La zona C in regime di 167, che ha un indice di 0.8 mc/mq, di L.n. 167/62,

stata posta allestremo nord-est del centro urbano, sulla dettato

dallesigenza di maggiore concentrazione volumetrica Questa area di

sviluppo in regime via Madonnella , per costituire le premesse un piccolo

insediamento di n.10 alloggi per coprire lesigenza abitativa in regime di 167

che a Ponzano esiste e che si vuole soddisfare attraverso questo piano.

3. La zona Ct, turistica, posta, anche questa, lungo via della Madonnella in

zona panoramica e di interesse turistico. E destinata ad insediamenti

residenziali di tipo turistico (seconde case, alberghi, pensioni ecc.).

Si ritiene che nel futuro di Ponzano, per le questioni esposte nella

presentazione generale, si configuri una appetibilit per seconde case e

turismo residenziale, quindi utile una previsione urbanistica che soddisfi la

richiesta di questo tipo di insediamento.

La porzione di area in zona Ct modesta ed commisurata alle esigenze

configurabili, che sono di 4300 mc, riferiti al fabbisogno atteso nel decennio.

3.3.4. Aree produttive e commerciali

Per le aree produttive e commerciali si lavorato prevalentemente puntando

sulle aree poste a valle in prossimit del casello autostradale:

confermando le destinazioni produttive gi esistenti,

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prevedendo attivit di natura commerciale e di servizio in prossimit

dellautostrada,

prevedendo nellisola amministrativa inglobata nel territorio di S.Oreste, un

complesso di aree produttive e commerciali ammontanti a circa 19 ha,

derivanti dalla autorizzazione data dallAssessorato agli Usi Civici a favore

del comune, di Ponzano per la realizzazione di detti insediamenti.

Si ritiene che linsieme delle aree produttive e commerciali possa rispondere

alle esigenze e ai fabbisogni derivanti dalla nuova collocazione di Ponzano

nel territorio provinciale.

3.3.5. Le zone agricole

Essendo il comune di Ponzano quasi per intero interessato da una previsione

di vincolo ai sensi della L.n.1497/39, ne consegue che le aree agricole

dovranno essere pianificate seguendo i dettami della L.R. n. 24 del Luglio

1998, che viene integralmente recepita nella normativa delle zone agricole

stesse.

In particolare, essendo il comune di Ponzano interessato sia dalle aree a

tutela limitata che da quelle a tutela integrale, (il territorio, lungo la Valle del

Tevere), si inteso escludere qualsiasi nuova edificazione, rispettando

integralmente le norme del Piano Territoriale Paesistico, ambito 4.

Si rinvia pertanto alle NTA per le zone E di non trasformabilit.

Per le zone E a trasformabilit limitata, consentita la possibilit

allimprenditore agricolo di realizzare delle cubature con un lotto minimo di 3

ha, con la salvaguardia massima delle possibilit di sviluppo dellattivit

agricola e la limitazione del consumo di territorio legato ad altri usi.


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3.3.6. Servizi pubblici

Per quanto riguarda i servizi pubblici, quelli privati e la maglia infrastrutturale,

si prima di tutto teso ad evidenziare e a ricondurre ad unit, nel piano, i

processi sorti spontaneamente negli anni passati.

Maglia viaria

Per ci che riguarda la maglia viaria si preso atto e si razionalizzata la

dotazione di strade di carattere locale che, sono state progettate con

lesigenza di riammagliamento del tessuto preesistente e di razionalizzazione

della viabilit esistente.

Si inoltre progettata:

- unarteria di circonvallazione e di alleggerimento delleventuale traffico di

attraversamento di Ponzano che, allapertura del casello autostradale,

potrebbe divenire anche pesante

- la realizzazione di un asse, che porta direttamente al casello

dellautostrada, utilizzando (con adeguamenti) una viabilit gi esistente nella

Valle del Tevere, costituita dalla Via Sotto le Fratte, del Fiscale, Ponzano,

Civita Castellana fino alla Via dellAcqua Forte.

Aree di servizio per parcheggi e varie

Si proceduto allindividuazione di aree di parcheggio pubblico nelle

localizzazioni che meglio potessero rispondere alle esigenze di sosta degli

abitanti dei singoli ambiti, si sono riesaminate e verificate tutte le altre

destinazioni di servizio per quanto riguarda listruzione, gli uffici pubblici,

collocati in maniera baricentrica rispetto agli ambiti serviti e che costituiscono

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le premesse per uno sviluppo ordinato e organico della cittadina nel prossimo

futuro.

Verde pubblico:

Si pensato alla sua concentrazione prevalentemente intorno al campo

sportivo che rappresenta il parco pubblico della citt a valle, a ridosso

dellabitato consolidato del centro urbano.

La previsione dei servizi, si attestano al rapporto mq/ab 54, che viene

considerato ottimale, sia in considerazione dellesigenza di una equilibrata

dotazione dei servizi, per le necessit della popolazione, sia per le possibilit

economiche dellamministrazione circa lesproprio delle aree stesse.

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