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LUCA LATELLA
Studio Tecnico: Via G. di Vitalone 18-05100 Terni
Tel. e Fax 0744-402427 ; Mobile 347-6355500
REGIONE LAZIO
PROVINCIA DI RIETI
La geologia dell’area interessata dai lavori, stando alla consultazione della Carta
geologica d’Italia Foglio n°357 CITTADUCALE in scala 1:50.000 è
caratterizzata dal SINTEMA DI CASTELNUOVO DI FARFA, si tratta di
DEPOSITI LIMOSO-SABBIOSI E/O LIMOSO-ARGILLOSO-SABBIOSI,
CON MINERALI VULCANICI MILLIMETRICI, di età Pleistocenica
(SUPERSINTEMA DEL TORRENTE FARFA). Tale sintema costituisce uno dei
sintemi più recenti che ricopre tutte le altre unità con spessori non superiori ai 15
metri; esso è associabile all’attività del distretto vulcanico sabatino di età compresa
tra 600.000 e 350.000 anni fa. Nella maggior parte dei casi non affiora; il
riconoscimento è stato fatto principalmente sul suolo lavorato. I suoli di tale sintema
sono di colore marrone rossastro scuro, se umidi, e mostrano essere costituiti da un
limo argilloso sabbioso in cui sono dispersi pirosseni e sanidino. Pochi sono gli
affioramenti presenti, essi sono osservabili subito a NE di Castelnuovo di Farfa, nei
pressi di Coltodino e Granari. In tali condizioni si osserva che il sintema è costituito
da sabbie medie o medio-grossolane con abbondante matrice limoso-argillosa, di
colore marrone giallastro scuro o grigio verdastro. Dagli affioramenti presenti e
osservati non è possibile definire una precisa organizzazione deposizionale.
L’idrografia del settore è incentrata sulla presenza di molti fossi a carattere stagionale
e torrentizio; detti corsi d'acqua insieme al Torrente principale, il Farfa che scorre a
Nord del sito in esame, si dirigono ad Ovest verso il Fiume Tevere.
Non si nota una circolazione randagia di acque meteoriche provenienti dalle aree
limitrofe. In ragione della natura del suolo del sito in esame, la permeabilità del
terreno risulta essere medio-bassa. Tutta l’area non presenta linee di disturbo
tettonico quali faglie o fratture, né elementi che facciano pensare a movimenti
recenti.
Si può stimare che la falda acquifera principale risulti attestata oltre i – 15,00 metri di
profondità dall’attuale piano di campagna.
3. CLASSIFICAZIONE CLIMATICA
La classificazione climatica dei comuni italiani è stata introdotta dal Decreto del
presidente della Repubblica n. 412 del 26 agosto 1993 (tabella A e successive
modifiche ed integrazioni) in merito al Regolamento recante norme per la
progettazione, l'installazione, l'esercizio e la manutenzione degli impianti termici
degli edifici ai fini del contenimento dei consumi di energia, in attuazione dell'art. 4,
comma 4, della L. 9 gennaio 1991, n. 10. In breve gli oltre 8000 comuni sono stati
suddivisi in sei zone climatiche, per mezzo della tabella A riportata di seguito. Sono
stati forniti inoltre, per ciascun comune, le indicazioni sulla somma, estesa a tutti i
giorni di un periodo annuale convenzionale di riscaldamento, delle sole differenze
positive giornaliere tra la temperatura dell'ambiente, convenzionalmente fissata a 20
°C, e la temperatura media esterna giornaliera; l'unità di misura utilizzata è il grado
giorno (GG). La zona climatica di appartenenza indica in quale periodo e per quante
ore è possibile accendere il riscaldamento negli edifici.
Tabella
Fascia Da [GG] A [GG] Ore giornaliere[1] Data inizio[1] Data fine[1] Numero comuni
ARGILLE E SABBIE LIMOSE (da – 0,50 metri fino a – 5,0 metri di profondità):
SABBIE COMPATTE (da – 5,00 metri fino a – 15,0 metri di profondità ed oltre):
ϕ =angolo d’attrito interno efficace; Cu.=coesione non drenata; C’.=coesione drenata; γn=peso di
volume naturale; K=Coefficiente di sottofondo
5. CARATTERIZZAZIONE GEOFISICA
- La categoria topografica del sito in studio è pari a T1: terreni pianeggianti con
pendenze inferiori a 15°.
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Area in studio
SUPERSINTEMA DEL TORRENTE FARFA
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Area in studio
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