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REGIONE.LAZIO.REGISTRO UFFICIALE.I.0590659.

28-09-2018

ARCH. PAESAGGISTA ILARIA TABARANI


VICOLO MAGENTA, 9 -02048- STIMIGLIANO (RI)

Spett. REGIONE LAZIO


Area Valutazione Impatto Ambientale
Viale del Tintoretto, 432
00142, Roma

OSSERVAZIONI AL PROGETTO DELLA SOGLIANO AMBIENTE SPA PER


LA “REALIZZAZIONE NUOVO IMPIANTO PER IL COMPOSTAGGIO E LA
DIGESTIONE ANAEROBICA DEI RIFIUTI ORGANICI DA RACCOLTA
DIFFERENZIATA E DI NATURA AGRO-INDUSTRIALE CON PRODUZIONE
DI BIOMETANO E ANIDRIDE CARBONICA IN LOC. BRECCETO”
PONZANO ROMANO
ARCH. PAESAGGISTA ILARIA TABARANI
VICOLO MAGENTA, 9 -02048- STIMIGLIANO (RI)

LOCALIZZAZIONE
L’area individuata dal comune di Ponzano Romano, da assoggettare al progetto della Sogliano Ambiente
spa è interessata da vincolo paesaggistico ex DM “valle del Tevere” del 31 Gennaio 1992 e rientra
nell’ambito F14 del Piano Territoriale Paesaggistico n°4 valle del Tevere (zona di non trasformabilità), come
visibile nella Tavola A15_356 del PTPR Lazio, paesaggio naturale agrario.
È adiacente al sito di Ramiano, interessato da vincolo archeologico-paesaggistico ex art 136 e 142, comma
1 lettera M del d.lgs 42/2004 e ss.mm.ii. come visibile nella Tavola B15_356 del PTPR Lazio.
Secondo il PRG comunale la zona è verde agricolo vincolato ed interessata da usi civici.
Situata tra due riserve naturali, ZPS la Tevere-Farfa e SIC il Monte Soratte, e due sorgenti idrogeologiche.
Al limite della zona di esondazione del fiume Tevere (si ricorda la piena del 2012 che lambì la centrale a
biogas già in funzione), ricade nel Piano di Bacino.
In sintesi il progetto, a livello paesaggistico, vìola:
il PTP n4 (art. 5°), 15,31 delle N.T.A.) già approvato;
il PTPR (art 26 –Tav15, art 136c), 13 e.3, 41 TavB15) già approvato;
il PRG approvato, vigente;
la Variante al PRG adottata;
il D.lgs 42/2004;
il D.lgs 152/2006;
la L.1397/39;
la L.431/85;
la D.G.R. 219/2011 (punti 3,5,6);
il D.lgs 50/2016 e smi (art.183, c.15).

PROCEDURE AMMINISTRATIVE
Il progetto vacilla immediatamente dalle prime battute, molte sono le irregolarità presenti sui vari documenti
(carenti di date, firme, soggetti e riferimenti legislativi);
Il presupposto su cui si basa l’intero progetto è quello di convertire, grazie ad un’area di 500mq non
ripristinata secondo lo stato dei luoghi dal comune di Ponzano Romano per sua negligenza, sei ettari di Valle
del Tevere in zona industriale.
L’area è evidentemente non idonea così come riportato nelle NTA di tutti i Piani interessati.
La centrale si realizzerebbe in project financing (D. Lgs. 50/2016, art 183) data la sua “pubblica utilità”. In
nessun documento si evince quale sia questa pubblica utilità.
Nessuna trasparenza nei confronti della popolazione locale (L. 241/90 e smi e art. 97 della Costituzione) né
in quelli delle Amministrazioni limitrofe che hanno dimostrato interesse (e preoccupazione) nelle procedure
del progetto.
Nessuna partecipazione del pubblico ai processi decisionali e accesso alla giustizia in materia ambientale
(Convenzione di Aarhus ratificata in Italia con L. 108/2001).

PROGETTO SOGLIANO
La foltissima documentazione fornita dalla sopracitata Società è fuorviante e contraddittoria.
Non si capisce la potenza nominale della centrale, i materiali di risulta della lavorazione variano da relazione
a relazione.
Non sono affrontati temi fondamentali come la nuova viabilità necessaria per il flusso di mezzi pesanti che
transiteranno 365/365. Carenti o erronee le informazioni riguardo la regimentazione, il controllo, e il deflusso
delle acquee. [Pozzo per approvvigionamento idrico inammissibile per collocazione (L.152/2006 T.U.
Ambiente), distanza minima dall’impianto di 200m, il Fosso Brecceto, che viene segnalato come recettore di
prima pioggia e degli smaltimenti reflui, è in parte intubato].
Assenza di P&ID del progetto nella documentazione. Torce a ridosso delle abitazioni e delle attività
commerciali e ricettive.
Le prime edificazioni risultano a 30m dal limite autostradale quando per legge la distanza minima è di 60m a
partire dal limite di proprietà. Per opere non costituenti “edificazione”, la distanza minima dal nastro
autostradale è comunque di 30m (D.P.R 495/92 e d.lgs. 285/92).
Va sottolineato inoltre, che questo tipo di impianti, non sono estranei ad esplosioni ed incendi.

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ARCH. PAESAGGISTA ILARIA TABARANI
VICOLO MAGENTA, 9 -02048- STIMIGLIANO (RI)

La relazione paesaggistica tiene in considerazione l’impatto ambientale solo della sponda romana,
ignorando totalmente quello sulla sponda reatina. (Si evidenzia che i paesi che affacciano sul sito scelto
dall’amministrazione comunale sono in gran parte quelli della provincia di Rieti).

Non viene tenuto in considerazione il ruolo dell’area come corridoio ecologico. (Si evidenzia la localizzazione
del sito tra due aree protette). Inoltre non è riportato da dove verrà la FORSU e come e dove sarà trattata.

CONSIDERAZIONI FINALI
L’impianto è esageratamente sovradimensionato, la digestione anaerobica è una tecnologia superata e non
si confà al sito individuato. (Per comuni con una popolazione media di 1000abitanti circa, le compostiere di
comunità sarebbero il giusto approccio al compostaggio).
Il sito è in prossimità della già funzionante centrale a biogas (della Ponzano Bioenergia Societa' Agricola A
R.L) che ha asservito 300ha di terreno per la produzione di mais e sorgo da immettere per il funzionamento
della centrale stessa, con finanziamento quindicennale. Alla fine del finanziamento cosa sarà dell’impianto?
Quanto dovrà ancora essere depauperata la zona prima che decada ogni vincolo?
Chi ha fatto controlli dopo l’incendio del 2015 ai magazzini delle Farine Laziali, durato giorni?
Chi si occupa del monitoraggio e della qualità dell’aria, dell’acqua e del suolo di questa area?
Cosa rimarrà della filiera delle eccellenze enogastronomiche, del turismo, delle attività connesse alla natura
e al fiume? Chi risarcirà le comunità locali dall’inevitabile deprezzamento degli immobili?

È un sistema gravoso quello in cui invece di bonificare e rendere più salubri i luoghi si cerchi di peggiorare le
aree sottoposte a vincolo paesaggistico.
Se il piano delle Amministrazioni (a tutti i livelli) è quello di far diventare la media Valle del Tevere l’ultima
propaggine di una brutta periferia, che si sappia che la popolazione locale resisterà. Non saranno vani gli
insegnamenti dei più anziani, né gli sforzi dei giovani che hanno deciso di investire nell’economia locale. Non
saranno vanificati gli sforzi per la filiera DOP e per l’arrivo del turismo (tutto realizzato dai privati con le loro
forze, sia mentali che economiche). Che la città sia città ma che la campagna resti campagna. Non si può
snaturare un luogo, ignorare il Genius loci, solo per il vezzo di pochi amministratori, lungimiranti per le loro
tasche ma ciechi alle necessità delle popolazioni che li hanno eletti.
Una zona che riesce appena a sollevare il capo da una crisi che l’ha messa in ginocchio, si ritroverà carponi,
se nessuno di Voi interverrà, per l’impoverimento che subirà a livello ambientale, sociale e culturale.
Ponetevi il quesito di cosa resterà di questi impianti allo scadere dei finanziamenti. Chi bonificherà dopo e
con quali mezzi?
Sì alla chiusura del ciclo dei rifiuti, ma a quella vera.
Sì al compostaggio, ma a quello vero.

In fede,

Arch. Paesaggista Ilaria Tabarani

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